Il solito colpo gobbo

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO

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ANNO xi - N° 266 SAbAtO 5 dicembre 2015 - diStribuziONe grAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Guido Cavaliere

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Guido Cavaliere. Con maestri ha sempre retto le sorti della delegazione regionale del Coni ed è stato particolarmente apprezzato anche nell'occasione della tradizionale consegna dei premi del Comitato olimpico ad atleti, dirigenti e società. Sono anni, ormai, che porta avanti le battaglie sportive in un Molise che, purtroppo, sta conoscendo un brusco arretramento sul piano proprio dello sport per mancanza di una politica regionale.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Marinella D’Innocenzo

Il Tapiro del giorno lo diamo a Marinella D'Innocenzo. E' la dirigente esterna del settore sanità in Molise e, oggi, anche direttore generale della Regione. Quali i risultati raggiunti nella nostra terra dal manager giunto da fuori e pagato dai molisani? Tagliare, cancellare è gioco troppo facile per giustificare tale presenza. Non serviva una figura dirigenziale piovuta da fuori regione e a questi costi per privare i molisani di importanti e fondamentali servizi sanitari.

NEUROMED E CATTOLICA RISCHIANO DI CHIUDERE I BATTENTI Meno 30% di soldi e cancellati 55 posti letto all’Istituto di Pozzilli e 67 alla Fondazione Giovanni Paolo II E’ la comunicazione fatta dal presidente Frattura ai vertici delle due strutture sanitarie Definitivamente chiusi, gli ospedali di Venafro e Larino. Il regalo di Natale della Giunta regionale

Servizio a pagina 5

Giovedì 10 dicembre alle ore 18 sarà presentato nella sala consiliare del Comune di Campobasso il volume di Giuseppe Saluppo

I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso La prima ricostruzione storica del sistema podestarile in Molise


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TAaglio lto

2 5 dicembre 2015

Alla Regione Molise prima sfasciano, poi sono costretti a rifare

Mezzo milione di euro per riattivare il Centro funzionale della Protezione civile Dal momento in cui l’Agenzia è stata declassata a Servizio regionale, e commissariata a 150mila euro all’anno in favore del commissario straordinario Sandra Scarlatelli, il sistema non ha più funzionato

La retrocessione della Protezione civile da Agenzia regionale a Servizio, pone seri problemi e non poche responsabilità a chi deve salvaguardare la pubblica incolumità mediante il sistema di allertamento. Seri problemi e non poche responsabilità alla Regione Molise che attraverso il Centro funzionale, che della Protezione civile era il cuore pulsante, è tenuta ad assicurare gli indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento per il rischio idrogeologico e idraulico; gli indirizzi operativi per prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza connesse a fenomeni idrogeologici e idraulici; alla gestione delle reti per il monitoraggio meteo-idro-pluviometrico in tempo reale; all’emissione dei Bollettini di vigilanza regionali, dei Bollettini di criticità idraulica ed idrogeologica, nonché degli avvisi di criticità idraulica e idrogeologica e di allerta regionale; all’attuazione della deliberazione della di Giunta regionale del 23 febbraio 2009, con la quale è stato approvato il “Sistema di allertamento Regionale per il rischio idraulico ed idrogeologico”; all’acquisizione dei dati meteo-idropluviometrici e alla successiva elaborazione modulistica; alla raccolta dei dati qualitativi e

Ci sono regali e regali. Mentre la Casta ‘premia’ con diecimila euro i dirigenti, il Movimento 5 Stelle cambia strategia per garantire fondi ai cittadini: ci sono altri settemila euro circa a disposizione di tutti, ogni mese. Senza contare che, in poco più di due anni e mezzo, abbiamo già risparmiato 350mila euro. Dovete sapere che in questi giorni gli uffici del Governo regionale sta pagando il premio per la produttività 2013 ai Dirigenti dell’ente. Quell’anno, sotto la guida politica dell’appena insediato Frattura, i dirigenti devono aver raggiunto grandi obiettivi visto che ora stanno intascando il premio di produttività: parliamo di oltre 10 mila euro a testa. E’ legittimo, per carità, ma l’opportunità? Stiamo parlando di cifre importanti sulle quali portiamo avanti una battaglia dal primo giorno di insediamento. Da anni chiediamo di applicare la spending review a tutto il sistema regionale.

senti sul territorio regionale, propedeutici alla pianificazione comunale, provinciale e regionale di competenza. A tutto ciò si aggiungano le attività connesse alla gestione ordinaria delle eventuali emergenze che possono interessare il territorio regionale intrinsecamente legate ad esigenze di pubblico interesse non soggette a limiti temporali, e la dimensione dell’impegno e delle attività da svolgere e da assicurare verrà fuori in tutta la sua complessa articolazione. Il Centro funzionale al tempo dell’Agenzia di Protezione civile funzionava a meraviglia. Dal momento in cui l’Agenzia è stata declassata a Servizio regionale, e commissariata a 150mila euro all’anno in favore del Commissario, il sistema non ha più funzionato e solo adesso, la dottoressa Sandra Scarlatelli, pressata dalle critiche e dalle proteste, ha preso coscienza della situazione che pure ha gestito e, prudentemente, ha chiesto alla Regione di non “affievolire oltre il presidio e la tutela della popolazione”, sollecitando le risorse finanziarie per tornare alla situazione “quo ante”. Se si tiene conto che i servizi sopra indicati, prima di essere smantellati costavano intorno ai duecentomila euro e per rimetterli in sesto se ne spenderanno mezzo milione di euro nel 2016 e 461 nel 2017, alla

Corte dei Conti non dovrebbe essere difficile stabilire che si tratta di un danno erariale. Il flebile grido di dolore del Commissario straordinario nei confronti dei superiori di Palazzo Vitale, non l’assolve, anzi conferma le difficoltà verificatosi nel Basso Molise e l’inadeguatezza di tutto il sistema di Protezione civile a fronteggiarle. Stiamo scherzando col fuoco. L’origine di questo decadimento complessivo delle strutture e degli organismi regionali è nell’atteggiamento iconoclasta assunto nei confronti di tutto ciò che nel Molise ha il marchio e un’ascendenza politico/amministrativa che possano farsi risalire al governo di centrodestra di Michele Iorio. Per diktat del centrosinistra in carica, il cosiddetto sistema Iorio andava e va ridimensionato, smantellato, disarticolato. Del danno procurato ne sanno qualcosa le imprese impegnate nella ricostruzione post/terremo, coloro che avevano sperato nell’autostrada Termoli-San Vittore e, saggiamente, pare abbia preso coscienza, a salvaguardia di se stessa soprattutto, il commissario straordinario dell’Agenzia regionale di Protezione Civile. La qualcosa non ci rassicura, ma ag grava le preoccupazioni.

quantitativi rilevati dalle reti meteo-idropluviometrie, dalla rete tadarmeteorologica nazionale e regionale, dalle diverse piattaforme satellitari disponibili per l’osservazione della terra; alla definizione e l’aggiornamento delle zone di allertamento del territorio regionale e del relativo sistema di soglie di allarme pluviometrico e idrometrico; all’espletamento delle attività connesse alle fasi

dell’emergenza, inerenti la raccolta dati di tipo idrometeorologico e previsione meterorologica, finalizzata alla gestione della fase stessa, garantendo per il periodo di allertamento, e qualora necessario, un’attività di 24 ore; all’attivazione del modello idraulico per ogni bacino idrografico presente sul territorio regionale, e all’elaborazione degli scenari di rischio per tutte le tipologie pre-

l’intervento

Il Movimento Cinque Stelle punta il dito sulla decisione della Giunta

Dardo

La Casta si premia con diecimila euro Noi la nostra parte la facciamo. Infatti fino al gennaio 2015 i portavoce del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Antonio Federico e Patrizia Manzo, hanno risparmiato 248mila euro mettendoli a disposizione dei cittadini e delle nuove imprese. Lo hanno fatto ricevendo compensi in busta paga e poi restituendoli alla Regione. Dal febbraio al novembre 2015, invece, Antonio e Patrizia hanno preso un netto in busta paga di 2600 euro, riuscendo a mettere da parte quasi altri 100mila euro che ora sono a disposizione come economie di Consiglio. In sede di Bilancio sarà solo il Movimento 5 Stelle a decidere come utilizzare questi fondi. Tutto questo non è bastato e allora abbiamo deciso di andare oltre. Purtroppo, infatti, anche il

La Regione sta diventando dispensatrice di soldi Natale non è uguale per tutti. La Regione ancora non eroga alla FinMolise i 248mila euro messi da parte dal MoVimento 5 Stelle Molise per il Microcredito, soldi bloccati da ritardi tanto inspiegabili quanto soliti. Forse il presidente Frattura ha già dimenticato il proprio passato da imprenditore, altrimenti avrebbe ricordato le difficoltà e le lungaggini burocratiche che servono per avviare un’attività. La

politica deve fare la sua parte, ma evidentemente non è così! Per dare avvio al Microcredito abbiamo fatto richieste, verifiche e approfondimenti sui quali presto faremo luce, ma i soldi non sono ancora a disposizione delle aziende che ne hanno fatto o ne faranno richiesta. La Regione è arenata su percorsi burocratici lenti che, però,

dimostrano anche la scarsa volontà politica di cambiare le cose. Evidentemente l’ente riesce a trovare le risorse per pagare i dirigenti, ma neanche il tempo di pensare a giovani e Pmi. La speranza di tanta gente, tuttavia, non può più attendere. Per questo abbiamo deciso che i nostri portavoce in Regione prenderanno interamente i 4500 euro di rimborsi spese mensili che spettano a ciascun consigliere. Questi soldi, però, al netto di rendicontate trattenute, verranno accantonati su un conto cointestato. Raggiunta una certa cifra decideremo insieme a tutti il modo in cui queste nuove somme saranno restituite ai cittadini. E’ lo stile a 5 Stelle: trasparenza, tagli ai costi della politica, decisioni condivise. Movimento Cinque Stelle


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3 5 dicembre 2015

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L’acquedotto molisano centrale giace incompiuto dal 2001. Lavori completati per il 94,4%, ma...

Rimanere senz’acqua perché di acqua ne è caduta troppa, dal cielo, e troppo velocemente. Per giorni diverse comunità del basso Molise sono rimaste prive della fornitura del più prezioso dei beni primari perché il potabilizzatore in funzione presso la diga del Liscione è andato in crisi a causa del maltempo. Un po’ quello che è successo a Messina qualche settimana fa. Il sindaco di Termoli, Sbrocca, è dovuto scendere in polemica anche con la Protezione Civile regionale a seguito del mancato intervento delle autobotti. Ma quello dello smantellamento della Protezione Civile è un altro capitolo della disastrosa stagione amministrativa che stiamo vivendo, grazie al governo Frattura. Oggi ci occupiamo sempre di cattiva amministrazione, pessima anzi, ma, clamorosamente, stavolta il governatore in carica c’entra marginalmente. Era il lontanissimo 2001, infatti, quando cominciava a prendere corpo l’idea di costruire l’acquedotto molisano centrale. Un’infrastruttura strategica per la nostra regione, ricchissima d’acqua ma, manco a farlo apposta, incapace di sfruttarla al meglio. Non diciamo per farne una risorsa produttiva ma quanto meno per non far patire ai molisani disagi degni del secolo scorso. L’idea era quella di captare le acque matesine e convogliarle fino a servire 11 paesi del basso Molise, dove

100 milioni non sono bastati. Dopo 15 anni basso Molise ancora a bocca asciutta

nessuno s’era mai concesso il lusso di farsi una bella bevuta d’acqua dal rubinetto di casa. Ma, ad oggi, quei paesi sono ancora a bocca asciutta perché il potabilizzatore del Liscione è intasato di melma e di fango a causa dei primi acquazzoni. Per

via del solito perverso modo, tutto italiano, tutto molisano, di gestire gli appalti. Di trattare le risorse pubbliche, il pubblico interesse solo come una mucca da mungere. Ad esclusivissimo vantaggio di pochi, inqualificabili protagonisti di tanto scem-

pio. A fronte di un investimento che ha già toccato quota 100 milioni di euro (fondi europei, appalto Molise Acque), infatti, i lavori sono attualmente fermi; al 94, 46% della loro realizzazione. E’ nato, ovviamente, perversamente, impunemente un contenzioso tra l’associazione temporanea d’imprese che dovrebbe concludere i lavori e la stazione appaltante, la Regione Molise, attraverso Molise Acque. Ecco cosa succede, nel silenzio generale, in questa oltraggiata regione. Dove il diritto di molti a vedersi garantita la possibilità di un’esistenza dignitosa (lavorare, curarsi con decoro e sicurezza, muoversi come se fossimo davvero nel ventunesimo secolo) viene costantemente calpestata dal’arroganza di chi non sa governare la cosa pubblica e consente a mezze tacche e speculatori d’ogni risma di imperversare a piacimento; sia nel

costruire strade, ponti e acquedotti che nell’ attacco senza sosta al paesaggio di tutti per farne profitto di pochissimi. Non abbiamo idea di quando e come quest’ennesimo garbuglio burocratico ed amministrativo andrà a finire e, in un arco di tempo di quasi quindici anni, è addirittura superfluo andare alla ricerca di un capro espiatorio cui addossare colpe assai diffuse e unanimi maledizioni. Quello che sappiamo è che, mentre scriviamo, le analisi dell’acqua che dal Liscione raggiunge(rà) i comuni del basso Molise fa riscontrare sempre più spesso paramentri preoccupanti circa la salubrità delle acque stesse: sono stati riscontrati, in passato, superamenti dei limiti di legge per alcuni sottoprodotti dell’utilizzo del cloro; sforamenti dei limiti dei triaolometani, composti chimici dannosissimi e, dulcis in fundo, rilevati batteri fecali. Di cui crediamo sia superfluo aggiungere alcunché. L’aroma dice tutto.

Iniziativa di Michele Petraroia in occasione della Giornata mondiale

Rita Fossaceca, simbolo del volontariato Il Coordinatore, in sede nazionale, della Commissione per le Politiche Sociali, Michele Petraroia , s’è fatto portavoce di un’istanza condivisa unanimemente da tutte le regioni italiane, riferita alla testimonianza di una straordinaria figura del volontariato italiano, Rita Fossaceca, barbaramente assassinata in Kenya dopo anni di impegno umanitario e di dedizione ai bimbi, ai poveri e ai malati. Iniziativa apprezzabile di un esponente politico molisano in favore di una indimenticabile molisana, nel novero della celebrazione della Giornata mondiale del volontariato che si celebra oggi, che sedimenta e rafforza il valore morale di chi fa volontariato come missione, e allontana i sospetti che pure ruotano intorno a que-

sto mondo, giustificati da fatti ed episodi di cronaca che più che alla morale umana devono rendere conto alla magistratura. Le Nazioni Unite, hanno individuato il 5 dicembre come la “Giornata Internazionale del Volontariato” per valorizzare le iniziative di pace, solidarietà e di promozione dei diritti umani in tutto il mondo. L’Italia con le leggi 49/1997, 266/1991 e la con successivamente diha 383/2000 la e 381/1991 sciplinato la materia, incentidelle ruolo il vando la sostenendo e associazioni sviluppo lo per cooperazione con i Paesi poveri.La Legge 328/2000 ha riconosciuto inoltre nel volontariato italiano uno dei cardini del sistema di protezione sociale e di organizzazione dei cittadini per finalità di

pubblica utilità e di promozione del cobene mune. Ad oggi in Italia si con6,5 tano milioni di persone impegnate a vario titolo nel volontariato e anche in Molise si registra la positiva presenza di 230 associazioni iscritte all’albo regionale con 22 mila cittadini che si dedicano ad attività sociale. Se i dati sono inoppugnabili, siamo di fronte ad una dimostrazione di solidarietà che poche altre popolazioni italiane possono vantare, e il sacrificio di Rita Fossaceca rende al Mo-

Lunedì i funerali a Trivento mentre diventa il valore della comunità solidaristica lise un primato morale al quale, opportunamente l’assessore regionale Petraroia, ha voluto fosse riconosciuto nella cicostanza più importante e significativa per la grane comunità del volontariato. Per celebrare il valore della solidarietà, della gratuità e delle azioni in favore dei più umili, dei più deboli e per aiutare i cittadini delle aree

più povere del pianeta, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promosso per oggi alle ore 11 un evento al Quirinale coinvolgendo le rappresentanze del Forum Nazionale del Terzo Settore, la Consulta del Volontariato, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, la Caritas e le autonomie regionali e locali.


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5 dicembre 2015

La segretaria regionale della Uil, Tecla Boccardo, torna ad accusare l’amministrazione regionale

CAMPOBASSO. “La Uil sta lamentando da tanto la vera emergenza del territorio che è quella del lavoro e stiamo assistendo giorno dopo giorno a continui tagli di posti di lavoro giovani che perdono i posti di lavoro, lo Stato che abbandona questi territori, la Regione che ancora non si arma di buoni propositi rispetto a questo territorio”. Così, la segretaria regionale della Uil, Tecla Boccardo. Sotto la lente, quindi, una perdita di posti di lavoro che è sempre più continua e per la quale “non vediamo ancora una luce in fondo al tunnel ma tanta disperazione di gente che si rivolge a noi e cerchiamo attraverso i nostri servizi e le nostre categorie di riportare una situazione più

TERMOLI. La Cgia di Mestre rivela dati sconcertanti: i lavoratori autonomi molisani sono alla canna del gas. Sarebbero loro i potenziali poveri italiani, titolari di partite Iva che vivono una situazione di disagio sociale rilevante. È il ceto medio produttivo d’Italia: artigiani, imprenditori, commercianti, soci di cooperative e liberi professionisti che arrancano e non è un caso se dal 2008 ad oggi la contrazione percentuale del numero delle partite Iva è stata doppia di quella dei lavoratori dipendenti. E naturalmente, con una situazione di questo tipo, è il sud a risentirne di più e in particolar modo la Campania, la Sardegna, la Calabria e

L’intervento

“La Giunta regionale non ha soluzioni ai problemi di aziende e lavoratori” La ripresa non la vediamo Troppi operai in cassa integrazione nella normalità”. Boccardo che non ha potuto non essere in disaccordo con la disamina che è stata fatta di recente dal presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura che, invece, ha parlato di una ri-

presa economica e del lavoro in regione. “Noi la ripresa non l’abbiamo vista. Abbiamo visto che qualche giorno fa altri 50 lavoratori sono andati a casa, a fine mese scadono tutti i contratti dei lavoratori della Protezione Civile e saranno altri lavoratori che andranno a casa. Ci sono tutti i precari della sanità per i quali ancora il problema non si è risolto e quindi tutta la positività che vede la Regione non la vediamo ma ci auguriamo – ha concluso la Boccardo – che il Governo regionale abbia delle soluzioni che siano idonee dopo due anni e mezzo ce lo aspettiamo”.

“Gli autonomi molisani sono alla canna del gas” La Cgia di Mestre ha verificato lo stato di salute dei professionisti il Molise, dove la riduzione delle partite Iva che si è registrata è rilevante. Il Molise potrebbe non rappresentare un grosso problema sotto questo aspetto, dal momento che il calo percentuale che si è registrato è quasi impercettibile. Va però valutata la situazione lavorativa provincia per provincia: Campobasso e Isernia hanno una realtà territoriale molto particolare, che necessita di interventi strutturali da parte degli enti preposti. Eppure, nonostante il periodo non

certo positivo, un miglioramento, seppur lieve, c’è stato rispetto al 2014, quando (sempre stando ai dati della Cgia di Mestre) la povertà in Molise ha toccato un lavoratore autonomo su quattro. Per quanto concerne le quattro ripartizioni geografiche, tra il 2008 e il primo semestre di quest’anni, la riduzione più importante si è verificata nel Mezzogiorno ed è stata del 7,5% (-120.700 unità). Segue il nordest con il -5,8% (-67.800 unità) e il Nord-Ovest con il

-5,3% (-82.500 unità). Infine, il reddito medio annuo delle famiglie con fonte principale da lavoro autonomo ha subito un questi ultimi anni (20082013) una riduzione di oltre 4.352euro (-10,6%), mentre quello dei dipendenti è aumentato di soli 320euro (+1%). In deciso aumento, invece, il dato medio annuo dei pensionati e di quelle famiglie che hanno beneficiato dei sussidi (di disoccupazione, di invalidità e di istruzione) che sono stati erogati ai nuclei più in

difficoltà. In termini assoluti il ritocco all’insù è stato pari a 1.680euro (+7,6%). «Il forte calo della domanda interna ha contribuito in maniera determinante a peggiorare le condizioni economiche degli autonomi – segnala il segretario della Cgia Renato Mason – gli artigiani, i piccoli commercianti e i liberi professionisti nella stragrande maggioranza dei casi vivono del fatturato di moltissime piccole attività e spinto alla chiusura tantissimi lavoratori autonomi.

Cgil Flc: “La scuola lasciata a se stessa”

La centralità del sistema pubblico d’istruzione è determinante per far ripartire l’economia che è sempre più basata sulla conoscenza. La scuola ha bisogno di essere riformata per garantire agli studenti opportunità formative capaci di dare strumenti in grado di orientarli nella complessità della realtà contemporanea. Per queste ragioni le scorciatoie populiste e la svolta autoritaria, previste nella legge 107, non vanno nella direzione giusta ma rappresentano una regressione che non farà del bene alla società contemporanea. Se ne è discusso a Campobasso il 3 dicembre ‘15 in un affollato incontro promosso dall’associazione professionale Proteo Fare Sapere e dalla FLC CGIL Molise. Ha introdotto i lavori Maria Citro, vicepresidente regionale di Proteo, la quale ha rilevato quanto sia importante la formazione del personale scolastico per affrontare le sfide della modernità e quanto sia indispensabile trovare momenti di confronto che pongano al centro la professionalità e la ricerca – azione per migliorare

l’offerta formativa delle istituzioni scolastiche. E’ poi intervenuto Pino La Fratta, segretario regionale della FLC CGIL, che ha posto l’attenzione sulle diverse criticità previste nella legge 107, sulle palesi incongruenze, sulle approssimazioni e sul modello di scuola che in essa viene delineato. Il tutto il un contesto normativo confuso e contraddittorio che determina evidenti ingiustizie riscontrabili, ad esempio, sia nel piano di assunzioni sia nella prossima mobilità dei docenti. Per questo, la mobilitazione contro la legge 107 proseguirà nelle aule dei tribunali, nelle piazze ed anche con il ricorso allo strumento re-

ferendario. La relazione sui contenuti della legge 107 è stata tenuta da Sergio Sorella, Direttore nazionale di Proteo Fare Sapere. Nella disamina dell’unico articolo, con 212 commi, si è soffermato sul nuovo modello di scuola che si intende realizzare. Un modello fortemente centralistico, autoritario e per molti versi antidemocratico. In tale direzione vanno le scelte di ridurre l’autonomia scolastica ad una semplice enunciazione senza l’anima della collegialità e della condivisione; il non considerare la scuola una comunità educante che realizza i migliori risultati quando valorizza il lavoro di gruppo; l’as-

segnare al dirigente scolastico poteri di indirizzo e di controllo, di erogatore di risorse economiche, nonché di unico decisore sul reclutamento dei docenti dagli ambiti territoriali, delineando, in questo modo, un modello fortemente verticistico e confuso, che contraddice tutta la ricerca pedagogica e didattica degli ultimi anni. L’analisi dei singoli commi, in un contesto normativo sostanzialmente immutato, ha posto in evidenza i diversi ambiti nei quali entra la nuova legge e gli spazi che apre ad una visione fortemente individualista e non solidarista della società, anche a partire dalle tante deleghe in bianco che il Parlamento ha dato al Governo per legiferare in materia scolastica. Per questo, ha concluso Sergio Sorella, occorre conoscere bene cosa prevede la legge, quali sono i rimandi ai decreti attuativi e come, attraverso la lettura attenta e minuziosa di una norma che parla un po’ di tutto, si debbano aprire degli spazi di discussione e di approfondimento, ma anche di mobilitazione, per contrastarne le pericolose derive autoritarie.


TAaglio lto CAMPOBASSO. Chi ha assistito alla scena parla di una situazione prossima allo scontro fisico. Da un lato il presidente della regione, Frattura con la dirigenza regionale di settore, dall’altra i vertici di Neuromed e Cattolica. Frattura aveva appena comunicato alle due strutture di eccellenza della sanità molisana (con una capacità attrattiva di pazienti da tutte le regioni d’Italia) che per l’anno in corso e per i successivi era prevista una decurtazione di fondi superiore al 30% del budget programmato. Motivo di tale drastico taglio? Semplice. Non ci sono soldi. E invitava quindi le due strutture a firmare le rispettive convenzioni. Le reazioni ovviamente sono state di incredulità prima, di rabbia e sconcerto poi. La riunione, dopo le scintille manifestate a caldo, si chiudeva su un nulla di fatto. Di corsa si riunivano i vertici dei due istituti che, stando al tam tam, sono decisi ad andare ad uno scontro diretto con Frattura, ritenendo impossibile la sopravvivenza stessa delle due aziende con il budget così ridimensionato, peraltro a dicembre per l’anno 2015. Morale della favola: se continua così e se la ragionevolezza non prenderà il sopravvento i pazienti molisani e italiani al primo gennaio 2016 avranno l’ennesima bella sorpresa per la loro salute: le porte di Neuromed e Cattolica resteranno chiuse.

Il presidente Frattura non ha visto l’ora di toglierselo dalle scatole il commissario straordinario dell’Arpa Molise, Quintino Pallante, al quale, con una affettata dichiarazione, ha comunque provveduto a ringraziarlo riconoscendo la proficuità del lavoro svolto. Più sei bravo, più fai bene, meno puoi dare una mano ai soloni di Palazzo Vitale, se non appartieni alla loro parrocchia. Il caso dell’ostracismo all’architetto Giarrusso con la dottoressa Scarlatelli alla Protezione civile ha da tempo sigillato l’assunto, per di più con la presa d’atto di un notevole affievolimento delle capacità d’intervento e di organizzazione della Protezione. Materia per cultori di pubbliche amministrazioni a conduzione familistica. Via Pallante, dunque, per il quale, guarda caso, non poteva essere attuato il generoso istituto della proroga, dentro Antonella Lavalle dirigente del Servizio Politica del farmaco nello staff del direttore generale della Salute, nonché direttore generale della giunta facenti funzioni, Marinella D’Innocenzo. Cambio in corsa e in vista della definizione dell’elenco dei candidati idonei al conferimento dell’incarico di direttore generale dell’Arpa. Giustificazioni labili e per essere tali, hanno consigliato al presidente Frattura di essere perentorio, inflessibile e autoritario nella prosa e nella sostanza del provvedimento del 30 novembre sottoscritto anche dagli assessori Petraroia, Facciolla e Nagni. Diamo alcuni capoversi del provvedimento: ” L’8 maggio 2012, l’esecutivo regionale ha conferito al dott. Quintino Pallante l’incarico di direttore generale dell’Arpa Molise, << per la durata di anni 3 a decorrere dall’8 maggio 2012, prorogabile di due, e rinnovabile per una sola volta>>. Siccome, “l’esecu-

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Neuromed e Cattolica sul piede di guerra La Regione vorrebbe decurtare per il 2015 oltre il 30% delle risorse Falcidiati i posti letto. Sarebbe la chiusura dei due plessi ospedalieri

Del resto, era stata proprio il ministro Lorenzin a svelare, ad agosto scorso, il Piano del Molise tenuto gelosamente nel cassetto e consegnato solo a Roma. a Fondazione Giovanni Paolo II passa da 130 posti letto (116 per acuti e 14 di riabilitazione) a 63 (51 e 12). Il Neuromed di Pozzilli, invece, da 145 (100 acuti e 45 riabilitazione) a 90 (65 e 25). L’ospedale del capoluogo di regione al momento ha 324 posti, 315 per le acuzie e 9 di riabilitazione. In base alla bozza di piano straordinario, diventano

rispettivamente 282 e 22 (304). Sono 139, oggi, i posti al Veneziale e diventeranno 149 (129 per le acuzie, 20 per i post acuti). Infine, al San Timoteo l’incremento maggiore: dai 182 attuali, tutti per acuzie, si passa a 230 (160 per acuti, ben 70 per post acuzie). I numeri sono ‘nudi e crudi’. Per un esame prospettico migliore bisognerebbe capire come sono articolati, in quanti e quali reparti e come questi saranno dislocati sul territorio. La Cattolica e il Neuromed, in base al

prospetto piombato (per il peso della rivelazione) ne escono dimezzati. Il Cardarelli cede alcuni posti letto, Veneziale e San Timoteo invece complessivamente li guadagnano. Ma, avvertenza essenziale, nella bozza di piano operativo straordinario del Molise datata 16 giugno 2015 ‘scompaiono’ il Ss Rosario e il Vietri, con riassorbimento – probabilmente – degli eventuali posti letto per post acuzie nei presidi ospedalieri più grandi (quindi Isernia e Termoli).

Il “licenziamento in tronco” di Quintino Pallante, per la giunta regionale è un provvedimento di opportunità politica, finalizzato a garantire l’attività gestionale, organizzativa ed amministrativa dell’Arpa

tivo regionale non ha ritenuto di procedere al rinnovo e alla proroga del contratto su richiamato, volendo, al contrario, effettuare la scelta del nuovo direttore con una procedura di selezione pubblica mediante avviso, nell’ambito di una rinnovata e più puntuale ricognizione delle migliori professionalità idonee per ricoprire l’incarico”, Pallante è stato mandato a casa. Questo esecutivo così determinato a non

tenere conto della possibilità prevista contrattualmente, che avrebbe consentito a Pallante di essere prorogato nell’incarico, in casi analoghi in cui, però, erano interessati “gli amici degli amici”, non s’è fatto scrupolo di violare a più riprese l’istituto della proroga, reiterandolo. Due pesi e due misure. Per la perpetuazione della politica in versione vendicatoria. Peraltro spiattellata nel corpo del provvedimento con cui

s’è proceduto a disarcionare Pallante e a mettere in sella la dottoressa Lavalle, in questi termini: “Preso atto che, giocoforza, poiché è volontà dell’esecutivo regionale adottare un provvedimento di opportunità politica finalizzato a garantire l’attività gestionale, organizzatoria ed amministrativa dell’Arpa Molise, nelle more del completamento della procedura di cui all’avviso pubblico di formazione di un elenco di idonei all’incarico di Direttore Generale dell’Arpam” non si sarebbe potuto fare diversamente che dare il ben servito a Pallante e l’incarico “ad libitum” alla Lavalle. Volendo sperare che la dottoressa sia stata fornita di paracadute per assicurarle un atterraggio morbido nel campo della tutela ambientale. Dardo


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Campobasso

5 dicembre 2015

Perchè mai dovrei dimettermi?” Il presidente della Provincia De Matteis, replica ai sindaci dei vicino Abruzzo CAMPOBASSO. Il Presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, in merito alla richiesta di dimissioni nei suoi riguardi e per il collega Presidente di Chieti, da un’assemblea spontanea di sindaci riunitasi a Tufillo, dichiara quanto segue: “Ho letto da alcuni organi di informazione che dovrei dimettermi per la emergenza relativa alla calamità naturale abbattutasi nel Molise e

per i danni subiti dalla fondovalle Trignina per via del maltempo. Danni che hanno provocato (tra l’altro) la rottura di una strada di gestione Anas, nel territorio abruzzese di Lentella e che ha visto la circolazione dirottata nella 163 e strade viciniori molisane (Montenero – Mafalda), per garantire un minimo di collegamento tra Vasto – Termoli con Isernia – Napoli – Roma. Ai danni quindi pure la

beffa: non solo nella emergenza si è utilizzata forzatamente una strada provinciale molisana già pessima, non solo si è riusciti in piena emergenza a non distruggere ed isolare migliaia di cittadini grazie comunque al lavoro del nostro personale, ora dovrei dimettermi non so ancora per cosa. A chiedermelo - continua De Matteis - degli illustri sconosciuti, della provincia di Chieti e non di certo sindaci dei co-

muni molisani, i quali già mi hanno fatto pervenire notizie circa una loro non condivisione della petizione. Ma al di là di queste prese di posizione farneticanti, evidentemente questi grandi amministratori non si sono premuniti di informarsi circa le reali attenzioni e sensibilità messe in pratica dalla Provincia di Campobaso, dal sottoscritto, dal mio assessore, dal personale e dai consiglieri

provinciali dell’area. Sin da subito noi abbiamo messo nero su bianco dichiarando la non idoneità della strada provinciale Mafalda - Montenero, a supportare un simile carico di traffico. E l’ordinanza in allegato è stata diramata a tutti gli organi competenti. Di conseguenza questi sindaci, stanchi e oggetto di tante lamentele, hanno trovato l’interlocutore sbagliato contro il quale scagliarsi”.

Al Coni Festa dello sport 2015 in una serata scintillante Ecco l’elenco dei premiati Molto più che piena, zeppa. Con alcuni convenuti obbligati a fare da semplici uditori, tra ingresso e scale. Questo per spiegare, non certo polemizzare ciò che s’è visto ai Premi Coni 2015, nel corso della Festa dello sport che chiude l’anno solare. Va detto che nonostante i tempi asciutti c’è un popolo molisano che vive per lo sport, puntando sull’amore e la passione, non certo sui guadagni. Del resto a cominciare dal personale del Coni sino all’ultimo dei dirigenti di società, tutti quelli che sono sfilati in via Carducci, nella piccola sala illuminata dai colori caldi del mastodontico pannello di Fratianni, smazzano per il solo piacere di farlo. Senza secondi fini. Dopo l’incisivo intervento del presidente regionale Guido Cavaliere, affiancato dal delegato provinciale Tonino Rosari, si è passati alla veloce e croccante premiazione. Incominciata con la gratificazione dei dirigenti sportivi: Roberto Iuliani e Marco Santone, per passare ai Tecnici Daniela Catenaro, Lucio Fiorella e Antonio Oriente, per proseguire con gli Atleti: Pompeo Barbieri, Emanuele Ciarlariello, Manuel D’Amico, Paola Di Tillo, Alessia Durante, Deborah Macrì, Fabio Testa. Quindi si è giunti alla fase conclusiva con i premi più golosi: la Palma di Bronzo al valore atletico (Marco Grugnale) e al Merito Tecnico (Giuseppe D’Elia, Maria Antonietta Policella), per concludersi con le stelle di Bronzo al merito sportivo (Umberto Anzini, Giuseppe Iandolo, Franco Passarella, Vittorio Priore, Sergio Zita e Atletica Molise Amatori. (ge.ve.)

Storie di Natale tra le dita e non solo Nel calendario natalizio della BiblioMediaTeca comunale che parte oggi CAMPOBASSO. Oggi, prendono il via gli appuntamenti messi in calendario dalla BiblioMediaTeca comunale di Campobasso per il mese di dicembre con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del comune di Campobaso e inserite nel cartellone cittadino degli eventi natalizi. Si parte, quindi, sabato pomeriggio alle 17.00, con il primo dei tre appuntamenti previsti per il ciclo Storie di Natale tra le dita, incontri di lettura e creatività ideati per bambini di diverse fasce di età. Il primo appuntamento, dedicato a bambini tra i 5 e 6 anni, è intitolato “Quanto manca al Natale? 24 storie a portata di mano” e sarà incentrato sulla lettura di un libro speciale per allietare in modo singolare la lunga attesa del Natale. Infatti, è prevista la lettura animata del libro: “Mamma quanto manca al Natale? Una storia al giorno fino a Natale” di Antoine Schneider, edito da Nord Sud edizioni. Inoltre, per ridurre l’attesa dell’arrivo del Natale, i bambini potranno ripor-

tare a casa un calendario dell’avvento fatto di materiale semplice (carta, cartone, spago di iuta, bustine). A casa potranno rileggerlo pian piano educandosi all’attesa fin quando scarteranno l’ultima storia, la mattina del 25 dicembre, e potranno condividere la gioia della lettura con i parenti e gli amici. Tantissime sono state le richieste di partecipazione giunte in BiblioMediaTeca per gli appuntamenti di Storie di Natale tra le dita ed infatti le iscrizioni per questo primo incontro sono già chiuse da qualche giorno. Altrettanto attesi e prenotati anche gli altri due incontri in programma nei prossimi fine settimana, ovvero il 12 e il 19 dicembre, dedicati rispettivamente, il primo a bambini tra i 7 e gli 8 anni, e quello del 19 a bambini tra i 4 e i 5 anni. Le prenotazioni per potervi partecipare sono aperte ancora per qualche bambino, ma solo per l’incontro del 12 dicembre. Ricordiamo che tutte le attività laboratoriali ideate per questo Natale dalla

BiblioMediaTeca comunale di Campobasso sono completamente gratuite ma la prenotazione è obbligatoria e può essere fatta anche telefonicamente al numero 0874/405610 durante i consueti orari d’apertura della struttura. Ma non ci saranno solo gli incontri di Storie di Natale tra le dita nel fitto dicembre della BiblioMediaTeca comunale! Venerdì 18 dicembre è in programma anche un nuovo appuntamento in bmt con il Comitato Trivisonno intitolato: “Amedeo racconta Trivisonno - Disegni d’infanzia. Dipinti di guerra. Viaggio alla scoperta di storie di vita attraverso la lettura di articoli, saggi, poesie.” L’incontro inizierà alle 18.30 e sarà aperto a tutti senza bisogno di prenotazione. Insomma, sotto l’albero della BiblioMediaTeca comunale, come sempre, ci si può trovare di tutto perché la BiblioMediaTeca è la tua biblioteca, chiunque tu sia.


Campobasso

7 5 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Più annunci che fatti in settimana in casa rossoblù, ma domenica c’è il campionato

Favo dovrà puntare su quelli di sempre Intanto il Giulianova ha potenziato il suo organico di Gennaro Ventresca Ho appena interpellato Branko, l’astrologo per eccellenza, favorito anche dalla calda voce che fa sognare casalinghe e shampiste, ma anche una schiera di impiegate che tra il disbrigo delle pratiche d’ufficio trovano il modo di consultare l’oroscopo, curato dal biondo con i capelli bianchi. E gli ho chiesto, a Branko, che ne sarà di noi? Visto che ogni giorno che passa mi vado perdendo dietro le voci, le ipotesi e, purtroppo, le indigeste sconfitte.

Mi sarei aspettato una ramazzata generale dei pigri giocatori della nostra squadra, ma poi apprendo che tutto è rimasto com’era, con a margine la nota che indica il brasiliano Dimas e l’attaccante Bucchi messi in castigo. Nel senso che non faranno parte del gruppo dei convocati. I vertici societari rossoblù hanno chiesto loro di risolvere il contratto che li lega al nostro club. Se per ipotesi i due ex teramani, voluti fortemente da Cappellacci, non dovessero trovare una nuova squadra rimarrebbero comunque sul libro

paga del club di Selva Piana. Ma ho buoni motivi per credere che, alla fine, tra le parti si troverà un accordo. Neanche Branko, il bellissimo Branko, mi ha saputo dare notizie degli altri rossoblù che, come gli altri due, sono i responsabili della fallimentare stagione del Lupo. Spiego anche per loro che se non troveranno una piacevole sistemazione dovranno rimanere con noi, passando a fine mese a ritirare lo stipendio. Osservatori meno attenti avevano pensato che i nostri giocatori po-

tessero essere messi alla porta senza regole. Invece no, anche se siamo nel territorio dei Dilettanti bisogna seguire percorsi obbligati. Ecco perchè bisognava forse muoversi senza annunci eclatanti che sono serviti, al momento, solo a creare altre insicurezze nella squadra già piena di paure. L’astrologo Branko mi ha sussurrato in un orecchio che il Giulianova non è più la formazione squadernata della prima parte della stagione: ha risolto la crisi economica e si è lanciata sul mercato, acquisendo, in un solo

giorno, ben cinque nuovi calciatori, messi già a disposizione del tecnico Giorgini. Per darmi questa notizia Branko non ha avuto bisogno della sua sfera di cristallo, gli è bastato dare una sbirciata sul sito della Lega Dilettanti. Come ha fatto chi firma questa breve nota. Domenica contro i giallorossi abruzzesi il Campobasso troverà altro pane duro. E non è una buona notizia. Considerando che il Giulianova, ultimo in classifica, ha appena quattro punti in meno del Campobasso.

Vigili del fuoco, interventi in aumento I dati snocciolati in occasione della festività di Santa Barbara. I sindacati chiedono maggiori risorse CAMPOBASSO. E’ stata celebrata nella caserma dei Vigili del fuoco di Campobasso, la celebrazione della ricorrenza di Santa Barbara, patrona del Corpo. Nonostante la riduzione del numero dei Vigili, gli interventi eseguiti hanno superato del 30% quelli dello scorso anno. Il comandante provinciale, Felice Di Pardo, ha snocciolato anche i numeri dell’intensa attività operativa compiuta durante il 2015. E sono 4.197 gli interventi effettuati, nel 2014 sono stati 3.261. I vigili del fuoco hanno domato 1188 incendi (nel 2014 erano 808) e hanno coadiuvato le operazioni di soccorso in 128 incidenti stradali (122 nell’anno precedente). Sono stati recuperati 122 veicoli e hanno soccorso 94 persone. Sale a 120 invece in il numero per dissesti statici (nel 2014 furono 99), a 244 i soccorsi per i danni da acqua (nel 2014 sono stati 143). Eppoi le varie operazioni che li vedono in campo quotidianamente che sono 2321 (nel 2014 sono stati 1957). Intanto, il sindacato autonomo dei Vigili del fuoco ha ribadito che non è possibile che il governo abbia dimenticato il personale in servizio con la riduzione dei numeri in organico e i mancati aumenti in busta paga ponendo proprio i Vigili del fuoco all’ultimo posto nelle retribuzioni pubbliche.

Comitato Trivisonno, gli appuntamenti I fondi raccolti serviranno al restauro dell’opera del maestro campobassano CAMPOBASSO. Per il Comitato Trivisonno 2015 si preannuncia un mese di dicembre vissuto tutto di corsa, verso uno sprint finale che porti al risultato tanto agognato fin dall’inizio delle attività intraprese nello scorso mese di luglio e condotte poi con continuità nei cinque mesi a venire, ovvero la raccolta della somma utile a poter finanziare il restauro dell’affresco del maestro Trivisonno che si trova all’interno della Chiesa di Santa Maria della Croce a Campobasso. In cinque mesi è stata ufficialmente raccolta una cifra di poco inferiore ai 3000 euro grazie alla generosità di tanti cittadini molisani e adesso si spera, con un ul-

timo colpo di reni sul filo di lana, di poter incrementare la raccolta grazie anche alla qualità e al fascino degli appuntamenti messi in programma a dicembre dal Comitato, rientranti nel cartellone delle festività natalizie stilato dal Comune di Campobasso e dall’Assessorato alla Cultura. Si parte subito con tre giornate consecutive, 11, 12 e 13 dicembre a Casa Trombetta che, ancora una volta, spalanca le sue porte per accogliere Amedeo Trivisonno, come quando l’artista si recava a far visita ad Alfredo, prima, e a sua figlia Ada, poi. Questa volta però l’incontro fra i tre talentuosi campobassani avverrà attraverso la proiezione di dipinti e la visione di originali

foto d’epoca che consentiranno di raccontare il profondo rapporto di stima, rispetto ed amicizia che ha indissolubilmente unito il pittore al fotografo e alla scrittrice. La PRENOTAZIONE per poter partecipare a “Artistici Talenti. Amedeo Trivisonno incontra Alfredo e Ada Trombetta” è ASSOLUTAMENTE OBBLIGATORIA E VA FATTA AL NUMERO: 3474832682. Come altrettanto obbligatorie, per ragioni strettamente logistiche, saranno le prenotazioni per poter prendere parte alle “Udienze a Palazzo”, ovvero i due appuntamenti fissati per scoprire le opere di Amedeo Trivisonno conservate all’interno del Palazzo della Prefettura di Cam-

pobasso e all’interno del Palazzo della Provincia di Campobasso. Questi due incontri sono in programma rispettivamente il 15 dicembre, al Palazzo della Prefettura, e il 21 dicembre, al Palazzo della Provincia, e il numero telefonico a cui è necessario rivolgersi per prenotare è sempre: 3474832682. Non sarà assolutamente possibile partecipare agli incontri senza la prenotazione. Invece, non ci sarà bisogno di prenotazione per l’appuntamento del Comitato Trivisonno del 18 dicembre in BiblioMediaTeca comunale in via Alfieri a Campobasso, quando Andrea Damiano con “Amedeo racconta Trivisonno. Disegni d’infanzia.

Dipinti di Guerra”, proporrà a tutti un viaggio alla scoperta di storie di vita attraverso la lettura di articoli, saggi, poesie. Naturalmente tutti gli eventi organizzati dal Comitato Trivisonno sono gratuiti, ma sono finalizzati, come già più volte ripetuto, a raccogliere fondi per finanziare il restauro dell’opera “Gli Evangelisti”, realizzata nel 1937 da Amedeo Trivisonno, nella volta della cappella dedicata all’Addolorata della chiesa di Santa Maria della Croce di Campobasso. L’obiettivo sembra essere davvero a portata di mano e con un ultimo sforzo natalizio i cittadini di Campobasso si riapproprieranno per intero della bellezza della loro storia.





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Isernia

5 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Venafro, comune senzauna maggioranza Le dimissioni anche di Jessica Iannacone dimostrano che la città è allo sbando VENAFRO. Una può rappresentare l’eccezione, il fatto straordinario, due diventa regola. L’ennesima dimissione da consigliere comunale di una donna confermano che al Comune di Venafro le cose non vanno affatto bene, e responsabilmente bisogna prenderne atto comportandosi di conseguenza : ossia andare ad elezioni anticipate ! E due. Sono tante infatti le donne dimessesi da consiglieri comunali a Venafro. Dopo Elisabetta Cifelli -“miss preferenze” com’era stata ribattezzata per gli oltre 800 suffragi messi assiemeche ha lasciato lo scanno nella scorsa primavera non senza strascichi polemici e velenosi verso la coalizione di maggioranza, è questa volta il turno di Jessica Iannacone, che ha abbandonato la compagnia di centro, destra,

sinistra e indipendenti (una gran bella ammucchiata, non c’è che dire …) sbattendo di brutto la porta. Trasudano infatti dal suo testo con cui ha motivato le proprie dimissioni dalla carica consiliare amarezza, sconforto, delusione, contrarietà, rabbia e chi più ne ha ne metta ! Una elencazione da parte dell’esponente della frazione Ceppagna di impedimenti incontrati per strada, di sbarramenti al suo operato, di cose ritrovatasi nell’impossibilità di portare avanti, d’incomprensioni e freni da più lati, di “scippi” (la sua espressione) patiti e via di questo passo. Lascia, la giovane, perché delusa e contrariata per tutto quanto incontrato sulla propria strada amministrativa e frutto di contrasti, contrapposizioni ed impedimenti di varia natura. Non

fa nomi, la nostra, su autori e protagonisti, ma è evidente e lapalissiano che si riferisca a personaggi ed autori della macchina amministrativa della città, alias agli ex colleghi di maggioranza coi quali nel 2013 aveva iniziato l’avventura, conclusasi per la Iannacone nel peggiore dei modi : sbattendo la porta ed abbandonando la compagnia ! E se il numero “ 1 “ può rappresentare l’eccezione o il fatto straordinario, il “2” diventa regola, o meglio la conferma. Nel senso che a questo punto bisogna prendere atto che il giocattolo si è rotto, che le cose al Comune di Venafro non vanno affatto bene e responsabilmente bisogna prenderne atto comportandosi di conseguenza : ossia andare ad elezioni anticipate, per restituire alla città affidamento,

efficienza e produttività alla macchina amministrativa. Certo, adesso partiranno e si leggeranno tesi e commenti a sostegno di ciò che resta del governo municipale, garantendo (a parole) il massimo della collegialità e produzione. Come a dire che prima la Cifelli e adesso la Iannacone sono fuori dai tempi, hanno sbagliato e non hanno capito nulla. No signori, così facendo si protrarrà solo l’agonia dell’ente, restando ben lungi dalle attese popolari. Mentre si mostrerà unicamente attaccamento alla poltrona e ad altro …, si calpesteranno i diritti minimi dei cittadini, vale a dire avere un’amministrazione compatta, coesa e impostata alla migliore delle produzioni amministrative. Ed allora il richiamo al senso di responsabilità e correttezza pre-

sente nelle menti e nei propositi se non in tutti certamente in tanti amministratori comunali che governano la città. Dimissioni e consegna del mandato sono cioè le uniche e migliori soluzioni possibili per risolvere i molti problemi in pentola al Comune di Venafro, con Cifelli e Iannacone che hanno avuto il grande merito e coraggio di alzare il coperchio di siffatta pentola denunciando a gran voce tutto quanto non va. E solo il sordo, o chi ostinatamente vuole fare il sordo, può far finta -senza però riuscire a convincere uno solo dei suoi concittadini- che le cose a Venafro vadano a gonfie vele ! Serietà chiama dimissioni, altro di assolutamente irresponsabile suggerisce “andiamo avanti come se nulla fosse, tirando a campare”.

A Venafro scelte senza logica di Jessica Iannacone* Dopo una lunga, sofferta ma ponderata decisione, comunico di essermi dimessa dalla carica di consigliere comunale. L’occasione di metà mandato è stata propizia per me per fare un bilancio personale dell’avventura di “Venafro cambia Venafro” iniziata nel maggio del 2013 GRAZIE agli elettori che mi hanno dato fiducia con il loro voto. A loro va il mio ringraziamento, sarò sempre grata per questo. Ho provato con tutte le mie forze a portare avanti le idee per cui avevo deciso di spendermi, di sacrificare tempo e energie per il bene comune, ma spesso mi sono dovuta scontrare con logiche e tempi che penso non debbano appartenere ad una amministrazione comunale che voglia, nei fatti, cambiare lo stato di cose presente in favore della comunità. Lascio il mio seggio in Consiglio comunale conscia di aver fatto il massimo possibile. Mai nessuno potrà dire che mi sono battuta per una poltrona, ma solo per gli interessi generali ed il bene della comunità. Di questo sono fiera ed orgogliosa. Purtroppo -o per fortuna!-, per la mia formazione personale e professionale non sono abituata a questi -e sottolineo questi- ‘rituali’ della politica. Spesso non siamo stati in grado di rispondere alle esi-

genze ed alle istanze minime dei cittadini, nemmeno per la ordinaria amministrazione. Non riuscire a dare risposte concrete rappresenta per me una insopportabile sconfitta e, per quanto di mia responsabilità, me ne scuso con i concittadini. Non mi appartiene questo fatalismo. Sentirmi rispondere (troppe volte): “funziona così”, “è sempre stato così”, “è inevitabile” è per me inaccettabile. Dunque, considerato che evidentemente alla maggioranza va bene questo stato di cose, sono io che -seppur con dispiacere- lascio, anche perché i maggiori e più dispendiosi

impegni di lavoro non mi permettono più di dedicare tutto il tempo che finora ho dedicato all’attività amministrativa del municipio. In particolare (ma non solo) per la mia comunità di appartenenza (e per cui sono stata delegata) troppe volte ho dovuto lottare oltre ogni immaginazione per ottenere ciò che, forse nella mia ingenuità, pensavo fosse un diritto della gente avere. Dal punto di vista politico, non ho mai sopportato la scarsa condivisione e collegialità delle scelte. Pensavo, probabilmente sbagliando, che anche un semplice consigliere avesse diritto e potesse incidere sull’andamento di un’am-

ministrazione e, quindi, della comunità. Mi sono dovuta purtroppo ricredere: in questi anni non ha funzionato così. Il giudizio sul mio operato e su quello dell’amministrazione lo lascio, ovviamente, agli elettori com’è giusto che sia. Però in questa occasione mi permetto di rivendicare il mio operato. Tante cose non sono riuscita a fare, ma tante sì. Per esempio la riqualificazione di due piazze a Ceppagna, la puntuale assegnazione di alloggi popolari -quando avevo la delega, prima che mi fosse ‘scippata’ (ma questo sarebbe un altro lungo discorso)!-, la risoluzione di numerose ed inimmaginabili problematiche relative allo sport, l’aver sollecitato continuamente per accelerare l’iter di bandi, appalti, lavori per fognature, depuratore, scuola ecc, Tutte azioni che a chi è ‘fuori’ dal Comune sembrano, come sembravano anche a me prima di essere eletta, semplici e scontate ma che invece rappresentano ogni giorno un ostacolo, un muro quasi insormontabile.L’attuale delusione non mi impedisce di garantire in particolare alla mia comunità di appartenenza che il mio impegno cambierà inevitabilmente forma ma non cesserà. * Consigliere comunale

Arrestato, aveva un arsenale in casa Armi e munizioni nascoste in cantina per un 31enne della provincia di Isernia ISERNIA. Aveva nascosto in cantina armi e munizioni . Un uomo D.C.V., di 31 anni é stato arrestato in flagranza di reato dagli uomini della Squadra Mobile di Isernia che avevano effettuato una perquisizione presso l’abitazione dell’uomo, un cittadino italiano, residente in provincia.

Ben occultate in una cantina dell’abitazione il personale operante ha trovato 8 munizioni e 2 ogive cal. 308 British , nonché una baionetta in acciaio con una lama della lunghezza di 28 cm. Il 31enne annoverava già a suo carico diversi precedenti di polizia in materia di spaccio stupefacenti, furto, minacce e lesioni, e ora

dovrà rispondere anche di detenzione illegale di munizionamento da guerra. L’uomo, dopo le formalità di rito, è stato associato presso la locale casa circondariale. Inoltre, nel quadro dell’attività di prevenzione e controllo del territorio, il Questore di Isernia, Dr. Vincenzo Vuono, ha emesso un

provvedimento di “Divieto di ritorno” per 2 anni nel comune di Isernia, nei confronti di un cittadino italiano, I.G. di anni 38, residente in Campania. Il predetto, che annovera numerosi pregiudizi di polizia per reati contro la Pubblica Amministrazione e contro l’Ordine Pubblico, per reati in materia di stupefacenti e per inos-

servanza di provvedimenti dell’Autorità, è stato rintracciato dal personale della Squadra Volante mentre si trovava in compagnia di un noto pregiudicato, già sottoposto a misura di prevenzione e, al momento del controllo, non forniva elementi validi utili a giustificare la sua presenza sul territorio.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

5 dicembre 2015

“Tunnel al porto, non serve” Le minoranze al comune di Termoli hanno puntato il dito sull’opera definita inutile TERMOLI. Minoranza al comune di Termoli coesa, forse per la prima volta, su un tema che da diversi mesi sta creando dibattito: la realizzazione del famigerato tunnel al porto che ridisegnerà il volto della città. Al centro della protesta il modus operandi dell’amministrazione che avrebbe mancato di trasparenza, democrazia e della richiesta del parere della popolazione. “Siamo contrari al progetto del tunnel e del parcheggio sotto piazza Sant’Antonio per due motivi principali – ha affermato il consigliere comunale di minoranza Paolo Marinucci, al suo fianco il collega Michele Marone – uno è quello deficitario della partecipazione”. Marinucci ha voluto ricordare quanto sia la legislazione italiana che il Formez che le espe-

rienze delle singole amministrazioni comunali parlino della necessità, nella realizzazione delle opere pubbliche maggiori, di rendere il progetto quanto più

“partecipativo e trasparente per la città. Noi, invece – ha continuato Marinucci – ci ritroviamo con un progetto che è stato presentato in Commissione in que-

sti giorni e alla città solo attraverso una conferenza stampa quando, però, lo stesso progetto era già in fase di gara”. E sotto la lente ci vanno a finire

anche i voti che sono stati presi dal sindaco Sbrocca durante le ultime elezioni amministrative. Quel 25% dei consensi che, secondo Marinucci e Marone, “non gli danno la possibilità di decidere da solo quello che si deve fare per la città. Io penso – ha concluso Marinucci – che bisogna parlare alla gente e con loro decidere quello che è meglio per la città”. In conferenza stampa Michele Marone ha parlato di alternative alla viabilità e proposto una vera rivoluzione con via Roma che, come oltre trent’anni fa, possa tornare ad essere a doppio senso. Parole e proposte che, però, sarebbero tardive salvo una forte coesione politica perché i fondi rintracciati per il tunnel rappresentano stanziamenti in seno a opere strategiche del Governo.

“A Mafalda abbiamo agito immediatamente” L’amministrazione comunale replica alle accuse su presunti ritardi negli interventi MAFALDA. L’Amministrazione Comunale ed il Sindaco di Mafalda rispondono alle critiche mosse al proprio operato in questi giorni di gravi disagi seguiti alla eccezionale ondata di maltempo abbattutasi sul nostro territorio venerdì scorso. I fatti sono noti a tutti. Le abbondanti piogge cadute tra la notte di giovedì 26 e la gran parte della giornata di venerdì 27 novembre scorsi hanno determinato frane e smottamenti e portato al collasso le nostre strade, in particolare la statale 650 “Trignina”. Nell’ordinanza di chiusura al traffico della Trignina (la n. 149/2015), l’ANAS ha obbligato i mezzi provenienti da e diretti a Vasto, San Salvo e Termoli a percorrere la SP81, la strada che collega la stessa Trignina a Mafalda e, quindi, Montenero di Bisaccia; nella stessa ordinanza l’ANAS si impegna ad installare la provvisoria segnaletica orizzontale e verticale necessaria. La situazione di emergenza di venerdì scorso è stata fronteggiata tempestivamente. A Mafalda con la mobilitazione immediata dei mezzi e dei dipendenti del Comune. Nello stesso tempo, il sindaco di Mafalda Riccioni, nella veste di consigliere provinciale, faceva adottare di prima mattina un provvedimento di somma urgenza con cui la Provincia di Campobasso incaricava due ditte locali – una di Mafalda, l’altra di Montenero –

di intervenire per ripristinare la viabilità nei punti di maggiore criticità. L’efficacia di questi provvedimenti è stata dimostrata dal fatto che già da metà mattina si poteva transitare lungo la direttrice svincolo Trignina – Mafalda – Montenero. Ma non è tutto. Dal momento che lungo le direttrice succitata si sviluppa un notevole traffico, anche di mezzi pesanti, e che questa situazione diventa insostenibile nel medio-lungo periodo, ieri 3 dicembre i consiglieri Riccioni e Contucci hanno presentato istanza al Presidente della Provincia di Campobasso perché imponga con un’ordinanza il divieto di transito ai mezzi pesanti. Cosa avrebbero potuto fare di più e meglio l’Amministrazione Comunale ed il Sindaco / Consigliere Provinciale Riccioni in una situazione come questa? Passiamo all’incontro di Tufillo del 2 dicembre. Sindaci e amministratori di 29 paesi della valle del Trigno e del Sinello erano chiamati a discutere insieme circa lo possibilità di intraprendere azioni congiunte per superare l’attuale fase di disagio. Data l’importanza dell’argomento, il Comune di Mafalda non poteva mancare. Tra le cose emerse dall’incontro, ci preme sottolineare la distinzione che è stata fatta tra l’operato della Provincia di Campobasso e quello della Provincia di Chieti. Del primo ne abbiamo già parlato, del secondo non ci sem-

bra giusto ed opportuno parlare. Prima, però, di riassumere tutto l’incontro nell’ultima postilla, invitiamo a focalizzare l’attenzione sulla sostanza, sul contenuto, sugli obiettivi del “Documento congiunto” firmato a Tufillo: Interventi e fondi straordinari ed urgenti per la mitigazione del dissesto idrogeologico, con la messa in sicurezza della viabilità a tutti i livelli; Inizio dei lavori entro 7 giorni da eseguirsi con i finanziamenti promessi dalla Regione Abruzzo; Programmazione di un piano straordinario di interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico. Come Amministrazione Comunale potevamo non essere d’accordo con questi obiettivi? Potevamo non condividere questo tipo di richieste, sottoscritte dalla nostra rappresentante Petrella? Forse nella nostra Mafalda c’è gente che pensa che gli amministratori non vivano i propri stessi disagi. Sicuramente c’è gente che strumentalizza situazioni di difficoltà per meri fini propagandistici, invece di collaborare per superare tali difficoltà. Siamo al paradosso per cui per alcuni – pochi, a dir la verità – valgono più le chiacchiere, fatte per giunta senza avere la minima idea di cosa significhi amministrare, che i fatti concreti. Queste persone si accontentano degli slogan, noi continuiamo coi fatti…

Termoli a Presepi d’Italia L’associazione Borgo Vecchio rappresenterà la città alla mostra al Quirinale TERMOLI. Sarà l’associazione Amici del Borgo Vecchio a rappresentare Termoli e tutto il Molise al Quirinale dove si sta allestendo la Mostra intitolata ‘Presepi d’Italia – Le tradizioni regionali al Quirinale”. Il Palazzo del Quirinale ospita quest’anno la raccolta dei Presepi di tutte le Regioni italiane. L’iniziativa è volta a far conoscere e valorizzare le tradizioni culturali, storiche e artistiche delle varie Regioni durante il periodo delle festività natalizie. L’esposizione

mira a rappresentare l’unità dell’Italia, attraverso la pluralità delle sue espressioni. La mostra comprende ventuno presepi artistici, di varie epoche, provenienti da tutte le Regioni italiane e dalle Province autonome di Trento e Bolzano. Sarà visitabile per alcuni giorni: 18, 23, 28 e 29 dicembre 2015, 4 e 5 gennaio 2016. L’ingresso è gratuito. L’associazione Amici del Borgo Vecchio di Termoli porterà al Quirinale, il prossimo 7 dicembre 2015, il presepe realizzato dal maestro Barri-

cella ambientato sulla scena della porta Tammaro di Altilia, opera già esposta e premiata nel corso della mostra dei Presepi che solitamente l’associazione organizza all’intenro del Castello Svevo di Termoli. L’associazione sta già lavorando all’allestimento della 17esima edizione della Mostra al Castello svevo che sarà parte dal 23 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016 quando, come di consueto, verrà premiato il presepe più bello. Altre informazioni nel sito: www.amiciborgovecchio.it


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Termoli

5 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Linea Termoli Foggia, pendolari penalizzati Nuovo assetto orario e salta la corsa delle ore 8. Chiesto un incontro al Sindaco TERMOLI. Il Molise è sempre più penalizzato dalla riorganizzazione degli orari ferroviari, come se i molisani fossero degli italiani di serie B. Nella mattinata del 3 dicembre 2015 un gruppo di pendolari di Termoli e dei paesi limitrofi che da anni si recano a Foggia a lavorare con il treno regionale 6826 delle 8:05, ha appreso l’amara notizia della cancellazione del treno prevista dal nuovo orario che sarà in vigore dal 13 dicembre. Tutto questo senza che sia stata attivata una linea autobus sostitutiva e senza aver consultato le amministrazioni interessate. L’ennesima beffa per la nostra regione e per i lavoratori molisani. Si fa notare infatti, che la tratta Termoli – Foggia nel nuovo assetto orario resterà scoperta dalla 6:40 alle 12:20, recando danni non solo ai pendolari lavoratori ma anche ai cittadini che voles-

sero partire per Foggia in mattinata. Altro disagio lo vivranno i pendolari che arrivano da Pescara o da Vasto che non troveranno più la coincidenza per procedere in direzione Foggia. I pendolari, dopo l’ennesimo inconcepibile taglio perpetrato dall’azienda Trenitalia, una delle aziende più “care d’Europa” per i

costi dei suoi biglietti, si sono costituiti in comitato per tutelare il diritto alla mobilità mediante il servizio pubblico. Nella mattinata del 7 dicembre , a partire dalle ore 08.00, il comitato organizzerà un presidio di protesta presso la stazione ferroviaria di Termoli, ed una raccolta firme.

Il comitato chiede contestualmente un incontro con il Sindaco di Termoli e l’Assessore Regionale ai Trasporti affinchè mettano in campo tutte le iniziative necessarie per evitare la cancellazione del treno. Si chiede in particolare: a) Di provvedere a rimodulare gli orari dei treni ripristinando la

corso delle 08.05 per Foggia, almeno per i giorni che vanno dal lunedi al venerdi, evitando eventualmente la corsa del sabato e della domenica non necessarie per la maggior parte dei lavoratori, riducendo così, seppure in piccola parte, i costi di gestione dell’azienda; b) In caso contrari si chiede a Trenitalia o alla Regione Molise di istituire una corsa su gomma che però dia la possibilità ai lavoratori di raggiungere il posto di lavoro in orario utile. La stessa protesta ha riguardato, per un analogo caso, la tratta Bari–Foggia, soppressa per alcune fermate. Grazie all’intervento di Adiconsum e delle autorità politiche locali, i pendolari hanno ottenuto il ripristino del servizio. I pendolari di Termoli sperano che anche questo caso si possa risolvere nel migliore dei modi.

“Ora, lo stato di calamità” Il comune di Termoli ne ha fatto richiesta a seguito dei problemi avuti TERMOLI. L’Amministrazione comunale di Termoli ha richiesto, tramite delibera di giunta comunale n.319 del 02-12-2015, la dichiarazione di Stato di Calamità naturale per tutto il territorio della città di Termoli. Questo a causa degli ingenti danni causati dalle mareggiate e dagli eventi meteo degli scorsi 26 e 27 novembre 2015, a discapito di diverse zone della città, dei litorali con le relative installazioni esistenti, delle colture, del sistema idrico locale, della rete viaria comunale, delle principali arterie di collegamento con il centro abitato e con i Comuni limitrofi. “Criticità conseguenti all’evento sono ancora in atto – si evidenzia nella delibera – con specifico riferimento all’approvvigionamento idrico dell’abitato e al ripristino della normalità e messa in sicurezza dei litorali e nep-

pure sono state superate le condizioni emergenziali che hanno reso necessaria l’adozione in via d’urgenza e straordinarietà dell’ordinanza sindacale di divieto di uso dell’acqua a fini idropotabili sulla scorta delle informazioni pervenute da parte del soggetto gestore del servizio idrico”. L’istanza di dichiarazione di Stato di Calamità da parte dell’Amministrazione è già stata inviata agli organi competenti.

Ma che è successo in basso Molise? La crisi idrica che ha colpito così duramente la popolazione del basso Molise in questi giorni, nella sua gestione fa emergere delle precise e gravissime responsabilità, in primis quella dell’avvocato Sbrocca a cui evidentemente sfugge che il ruolo di Sindaco, dal punto di vista normativo, incorpora innanzitutto quello di responsabile della pubblica salute. Trentacinquemila abitanti a cui viene negato il diritto fondamentale all’utilizzo dell’acqua pubblica per fini alimentari e potabili e’ una fattispecie gravissima, che non può e non deve passare sotto traccia; per una settimana i cittadini termolesi, confusi perché informati maldestramente e con un ingiustificabile ritardo, non vengono degnati di un servizio ausiliario di fornitura di acqua

potabile tramite autobotti; vengono ingannati da una gestione comunicativa della crisi a dir poco scadente; esercenti che somministrano alimenti e bevande e che, abbandonati al loro destino, si sono dovuti sobbarcare ulteriori costi e tutte le criticità di un disservizio che però pagano profumatamente. Protezione civile non pervenuta; un vero disastro, causato dalla scarsa attenzione e considerazione che questa Amministrazione comunale ha dimostrato di avere nei confronti del primo e principale dei diritti da garantire ai suoi concittadini: la fornitura idrica. Il Sindaco avrebbe richiesto l’indizione di un tavolo tecnico a cui dovrebbero sedere tutte le istituzioni coinvolte, così da far venire a galla (sic!) l’inutilità sinergica e politico/amministra-

tiva dell’Unione dei comuni del basso Biferno. Stupisce che la su citata richiesta sia arrivata a distanza di tre giorni rispetto all’inizio della crisi e indigna che durante la conferenza stampa del 02-122015 abbia scaricato gran parte delle responsabilità, come avrebbero consigliato i peggiori legulei, invece di affrontarle tempestivamente come un primo cittadino attento avrebbe dovuto fare. Cosa dovremmo fare Sig. Sindaco se ci apprestassimo a dover fare i conti con una stagione invernale molto piovosa? Emigrare forse? Cercare luoghi in cui le crisi vengano gestite con responsabilità e salvaguardia nei confronti della salute dei propri concittadini? No, all’esodo di 35.000 cittadini

incolpevoli preferiamo suggerire all’Avv. Sbrocca di ritirarsi totalmente alla vita forense, sarebbe un sollievo per noi cittadini e anche per lui, risparmiandogli, e risparmiandoci, l’ennesimo e i successivi buchi nell’acqua (tunnel). La gestione privata di un bene pubblico e’ stata evidentemente fallimentare. Il privato per inesperienza, come ammesso in conferenza stampa, non è stato capace di garantire l’erogazione di un quantitativo minimo vitale di acqua, messo in ginocchio da appena due giorni di pioggia autunnale. Ma veniamo alla causa di tutti i mali: che fine ha fatto il tanto agognato Acquedotto Molisano Centrale che non riesce ancora, a distanza di 15 anni dall’inizio del lavori, a vedere la luce? Grazie a quell’opera si risolve-

rebbero tutti i problemi annessi alla qualità e distribuzione dell’acqua sorgiva e potabile per la popolazione del basso Molise. Il MoVimento 5 Stelle Termoli e Molise, già da diversi mesi, ha denunciato i gravi ritardi realizzativi dell’opera protocollando anche un’Interrogazione Parlamentare al fine di essere resi edotti circa i tempi per portare finalmente a termine la realizzazione dell’acquedotto. L’Amministrazione comunale, come quella regionale, si è dimostrata completamente disinteressata rispetto a tale enorme problematica, ratificando ulteriormente le loro incompetenze o peggio ancora facendo maturare nei cittadini il legittimo dubbio del cui prodest? Movimento Cinque Stelle



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Opinioni di Claudio de Luca

5 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Polizia Municipale, sempre meno agenti

Nei casi di emergenza il cittadino può chiamare il 113, il 112, il 118, il 117 o il 115. Se dovesse avere bisogno delle prestazioni della Polizia locale, non avrebbe alcun numero da comporre perché mai attivato. Non ci ha pensato manco l’ANCI, l’Associazione che accomuna gli 8mila Comuni italiani. Il risultato è quello per cui, se si chiede l’intervento di una pattuglia della Municipale, nella gran parte dei casi ci si sente rispondere:”Chiami i Carabinieri” tanto sono disagiate, in ispecie in Molise, le condizioni in cui ciascun Comune mantiene la propria Polizia di prossimità. Eppure, attualmente, l’Italia versa una sanzione quotidiana di 30mila euro all’Unione europea (e questo importo, lieviterà quanto prima) perché il Governo non è capace di costringere gli apparati della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza a piegarsi alle esigenze del contribuente, unificando il numero d’emergenza come peraltro stabilito da una Direttiva comunitaria. Nella Penisola, per ogni 175 Italiani, c’è un operatore di polizia. Praticamente queste figure rappresentano il 50 ed il 20% in più rispetto a quelle della Gran Bretagna e della Repubblica federale tedesca. Ma occorrerebbe domandarsi se la sicurezza possa essere garantita da polizie numerose piuttosto che da strutture opportunamente addestrate. Purtroppo in certi ambienti, dove si fa clientela pure sulle uniformi, una tale domanda non è di moda Persino la Lega nord, non appena messo piede sull’uscio del potere, si premurò di raddoppiare gli organici della Polizia penitenziaria e potenziò (almeno in “Padania”, o giù di lì) le dotazioni d’uomini delle Polizie locali, provinciali e consortili. Dopo di che, Sicilia e Valle d’Aosta hanno iniziato a pretendere una Polizia regionale (senza rendersi

aaNel Trentino si sono tenuti i “referenda” per chiedere ai cittadini di 55 comunità di piccola estensione se intendevano fondersi. In 15 casi la risposta è stata positiva cosicché questa Regione avrà quanto prima 39 enti locali in meno. Occorre sottolineare il civismo dimostrato, peraltro in linea con una tradizione absburgica che ben scarso seguito mostra di avere in tanta altra parte del Paese. Al posto delle Regioni, Mnghetti proponeva consorzi di Comuni che, per Mazzini, non dovevano essere più di mille. Oggi l’Italia ha più di 8.000 enti locali territoriali, comprensibili solo un secolo fa per la lentezza delle comunicazioni e dei trasporti ma non più nell’era del “p.c.”. La Germania ne aveva 24.476; e li ha dimezzati. La Danimarca 1.388, che sono diventati 275. L’Istat dice che, in proporzione, i Comuni più costosi sono proprio quelli più piccoli. Perciò molte funzioni potrebbero essere risolte aggregando; ma la ragione che ne consiglia il mantenimento è il sentimento e l’interesse. L’art. 16 della manovra economica, nata per ridurre i costi della rappresentanza politica nei Comuni, viene considerato insoddisfacente perché sopprime un certo numero di assessori e di consiglieri ma non le funzioni sindacali. Insomma il Governo Renzi non ha avuto il coraggio di resettare aggregati costituititisi sin dai tempi del Medio evo. Ci si comportò più seriamente durante il Ventennio fascista quando “sparirono” molte realtà locali, ridottesi a 7.311 (da 9.195 che erano), per

conto che occorrerebbe prima modificare qualche precetto costituzionale, atteso che le Municipali appartengono ai Comuni). Ad Aosta, non contenti, aspirerebbero addirittura alla costituzione di un Comitato regionale, presieduto dal “Governatore, per contrastare la criminalità organizzata. Evidentemente all’ombra delle Alpi ignorano che la pubblica sicurezza è materia ascritta alla competenza statale e che, perciò, deve occuparsene il Prefetto che peraltro già presiede (e dispone) di un Comitato provinciale per l’ordine e per la sicurezza pubblica. Tutto ciò posto occorre domandarsi quanto si spende per mantenere tante polizie. Le principali sono sette: quella di Stato, la Benemerita, la Guardia di finanza, il Corpo forestale dello stato, la Polizia peni-

tenziaria, la Capitaneria di porto ed il Corpo dei Vigili del fuoco. Solo sommando gli organici delle prime tre lo Stivale supera ogni “record” europeo. Poi, aggiungendo gli appartenenti alle altre quattro, si assomma il mezzo milione di uomini, reclutati con metodiche approssimative, al punto che forse sarebbe auspicabile adottare le procedure concorsuali in uso nella Pubblica amministrazione per i Vigili urbani. Infatti, sono in pochi a sapere che il titolo di studio previsto per accedere ai Corpi ed ai Servizi di Polizia locale è esclusivamente quello di scuola media superiore da 30 anni. Naturalmente, questa carenza pregiudica i comportamenti in servizio; e spesso la Stampa è costretta ad occuparsi di gravi infrazioni di legge finiti sotto

E i piccoli Comuni?

poi attestarsi ad 8.092. Negli Anni ‘70 fu tentata la carta dei Comprensori; poi nacquero le Comunità montane ed infine le Unioni di Comuni. Ma tutte queste denominazioni sono sempre state un pennaccho fintamente innovatore; ed ancora oggi sono 3.000 i campanili con popolazione sotto le 2.000 anime e quasi 2.200 quelli che variano fra i 2 ed i 5mila ab. Per fortuna cresce, almeno a parole, l’esigenza di un accorpamento generalizzato che permetta di sfoltire tra Unioni, Comuni, Comunità montane, Ato, Consorzi di bonifica ed altre consorterie variamente denominate.

Il fatto è che, pur volendo procedervi, si deve combattere contro un sistema ad ostacoli. Per esempio l’obbligo di mantenersi nel territorio provinciale inibisce la risistemazione di confini che tanti Sindaci si attenderebbero; l’individuazione di una soglia minima di 5mila ab. per una Unione può provocare lo slittamento verso queste ultime, ma gli enti interessati non perderebbero né Giunta né Consiglio, riducendosi semplicemente di numero. I Sindaci dei piccoli paesi, pur di non restare sotto i 1.000 ab., cancellati dalla manovra del Governo per una manciata di residenti, approntano ponti d’oro agli immigrati, offrendo “papier” e casa. In Abruzzo ed in Molise le Comunità a rischio sono tante ed i “borgomastri” offrono case per salvaguardare la propria fascia tricolore. L’ordinamento fissa in 10mila ab. la soglia minima per istituire nuovi Comuni; e questo limite deve essere rispettato pure nel caso di una modificazione territoriale. Ciò vuol dire che

gli occhi della pubblica opinione. Rimane ancora da dire che l’esercizio delle funzioni di polizia sono connesse al rilascio delle licenze e delle autorizzazioni ed alla somministrazione di sanzioni pecuniarie amministrative e contravvenzionali. Ciò vuol dire anche ipotizzabili pratiche di potere spicciolo e “benefit” di piccolo cabotaggio a livello locale. Questo avviene perché ad ogni Ministro piace fruire di una sua Polizia e su di una dotazione di velivoli, di motoscafi, di navi, di elicotteri, di una scorta e magari di una “foresteria”. Insomma privilegi più o meno legittimi, ma sicuramente dispendiosi per il pubblico Erario. Non parliamo poi delle duplicazioni delle funzioni al punto che – sulle strade del Molise – è possibile incontrare appartenenti alle Polizie locali, provinciali e – talvolta – i cosiddetti “ausiliari del traffico”. Sui cibi e sull’ambiente vegliano i Cc., le Guardie forestali, gli Ispettori d’igiene delle Asl. Sui morti per lavoro, sulle opere d’arte, sulle monete contraffatte opera una miriade di polizie statali e locali. Cosicché la nostra perpetua insicurezza quotidiana parrebbe più che assicurata. Ma tutto questo costa. E’ difficile calcolarne il totale seppure il contribuente immagina l’entità degli esborsi. Anni addietro, in Molise, l’Assessore Muccilli tentò di venire incontro alle esigenze della più “povera” tra le Polizie italiane: quella locale. Avrebbe voluto riuscirci attraverso la somministrazione di corsi di formazione e di aggiornamento. All’epoca i Vv.uu. erano ancora oltre 300; oggi, che – a malapena – superano le 150 unità (e non sono più in grado manco di assicurare due turni di lavoro e di rendere servizi decenti alla popolazione se non a Campobasso, ad Isernia ed a Termoli), attività del genere diventano ancora più difficili da praticare.

quest’ultima non deve comportare che altri enti possano finire sotto soglia. Infine, per evitare l’eccessiva presenza dei cosiddetti “Comuni-polvere”, sono state previste incentivazioni atte a favorirne l’accorpamento. Per esempio, oltre alle “vitamine” economiche, c’è l’articolazione dei Comuni in Municipi per assicurare a quelli originari una relativa indipendenza gestionale, affidando loro i servizi di base ed altre competenze delegate. L’organizzazione dei Municipi si attua mediante l’elezione di un pro-Sindaco e di due consultori eletti dai cittadini risiedenti nella circoscrizione degli enti che si sono fusi. La Regione attiva il procedimento per una modifica territoriale presentando agli elettori interessati le sottoscrizioni pervenute. Di poi, saranno i vari Consigli ad esprimere il proprio parere (non vincolante) ed a consultare le rispettive popolazioni in ordine al progetto di rimodulazione. L’elaborato dovrà precisare i nuovi confini nonché la ripartizione dei beni e delle entrate. Solo dopo l’espletamento di questi preliminari conseguirà una legge locale. I beni demaniali e quelli patrimoniali indisponibili vengono trasferiti al Comune in cui sono ubicati; la ripartizione di quelli patrimoniali (danaro e tributi) avviene in relazione all’estensione territoriale ed alla popolazione insediata nelle porzioni di territorio interessate alla modifica. Le norme regolamentari continueranno a vigere almeno sinché il nuovo ente non abbia provveduto diversamente.


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