TuTTo quello che gli alTri non dicono
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L’Oscar del giorno a Pierpaolo Nagni
Il treno delle meraviglie
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Pierpaolo Nagni. All'assessore regionale ai Trasporti va riconosciuta la costanza nel portare avanti la politica a favore del sistema di trasporto ferroviario. In Molise il treno per troppo tempo è stato bistrattato e i disagi per i cittadini sono evidenti. Treni vecchi, linee superate, assenza di depositi di manutenzione sono i risultati di tanti anni di abbandono. Ora, sembra, che la linea della perseveranza stia iniziando a dare qualche risultato. Bisogna, però, imputarsi sull'elettrificazione.
Il Tapiro del giorno a Vittorino Facciolla
Mentre si ferma l’ennesimo mezzo, Trenitalia acquista le nuove automotrici. Ora si punti sull’elettrificazione Servizio a pagina 3 Il Tapiro del giorno lo diamo a Vittorino Facciolla. In queste ore è tornata d'attualità la delibera di giunta 161 del 15 aprile 2013 firmata dall’intero Esecutivo e quindi dallo stesso Facciolla per la costituzione dell'ufficio di segreteria. In questa, ha trovato posto la nipote. Al di là della legittimità o meno dell'assunzione nella segreteria, resta l'inopportunità della stessa trattandosi di una parente diretta. E' pur vero che, ormai, è desueto il concetto di inopportunità ma, in ogni caso, riteniamo che il Tapiro l'assessore se lo sia meritato.
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TAaglio lto
2 5 dicembre 2014
Petraroia contro Matteo Renzi e a favore dei disabili e dei non vedenti
Se in parallelo alle critiche al presidente del Consiglio dei ministri sulle stesse questioni di dimensione regionale desse una scrollata al presidente della Giunta regionale, sarebbe certamente molto più credibile
In tal caso si aprirebbe finalmente una crisi politica, verrebbero a galla le insufficienze dei singoli, dei partiti, e della coalizione di governo e si procederebbe alla ricerca di nuove energie, di nuovi protagonisti, di nuove speranze Sui tagli fatti dal Governo alle risorse destinate ai disabili e ai non vedenti, in particolare, s’è scatenata una polemica in cui hanno preso voce le proteste delle categorie interessate e delle forze politiche: di destra, di centro, e di sinistra. La Lega, con Salvini dai microfoni Rai, ha usato espressioni forti; dal Molise la voce è molto più tenue e proviene da sinistra. Dall’assessore alle Politiche sociali, Michele Petraroia, il quale s’è messo dalla parte dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti: “La lettera aperta del presidente nazionale dell’U.i.c.i. indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri merita di essere sostenuta ad ogni livello evitando che cada nel vuoto o venga rapidamente archiviata nel novero delle mille emergenze sociali che assillano il nostro paese alle prese con il tredicesimo trimestre di recessione economica continuativa”. Petraroia governa il Molise e appartiene allo stesso partito (il Pd) di Matteo Renzi: particolare che non può sfuggire, in quanto non è la prima volta
che l’assessore critica apertamente la politica governativa (oggi per i tagli ai non vedenti, nei giorni scorsi per l’indifferenza mostrata verso i problemi occupazionali e di sviluppo del Molise, prima ancora sulla
Casa integrazione in deroga), politica che, se guardata attentamente, non è poi diversa da quella che sta praticando nel Molise il presidente della giunta regionale, Frattura. Del quale, però, l’assessore si guarda
bene dal farne oggetto di critica o di contestazione. Anche nel Molise la politica sociale soffre dei limiti finanziari e di notevoli difficoltà, e lo sviluppo e l’occupazione sono in sonno, né si vanno delineando i Piani programmatici (industriale, agricolo, turistico, ambientale) con i quali affrontare la crisi e le gravi conseguenze che sta comportando ai molisani. Niente di niente: solo richiesta e applicazione di ammortizzatori sociali ordinari e straordinari. Il sostegno alle proteste dell’U.i.c.i comunque è segno di sensibilità democratica nei confronti delle fasce deboli della popolazione, con l’obiettivo di sostenere percorsi di inclusione attiva in termini di diritti di cittadinanza e di dignità delle persone. Ciò vale tanto in campo nazionale quanto in quello locale. Per questo l’intervento di Petraroia assume significato anche se lui stesso, l’assessore, si rende conto “che non sarà una nota di un rappresentante istituzionale di una piccola regione ad incidere nelle scelte del Governo
nazionale”. Diverso sarebbe, invece, se in parallelo alle critiche al presidente del Consiglio dei ministri, sulle stesse questioni di dimensione regionale desse una scrollata al presidente della giunta regionale. Sarebbe che in tal caso si aprisse finalmente una crisi politica, venissero a galla le insufficienze dei singoli, dei partiti, e della coalizione di governo, e si procedesse alla ricerca di nuove energie, di nuovi protagonisti, di nuove speranze. Solo in tal modo appare possibile uscire dal labirinto in cui si sono ficcati gli amministratori regionali e il sedicente centrosinistra che li sostiene. Ma chiedere tanto, e così, a Petraroia è una pia illusione. Rassegniamoci quindi a registrare commenti, critiche, valutazioni, le più diverse e disparate, come capita da quando, affianco di Frattura, ha assunto il rango di assessore e di vicepresidente. Senza costrutto. Dardo
Sportello Agea chiuso, gravi i danni” Interrogazione del consigliere Nicola Cavaliere: “Scelta non oculata e gravemente lesiva per gli agricoltori molisani” CAMPOBASSO. Quali sono le motivazioni che hanno indotto la struttura competente ad interrompere il servizio dello sportello informativo Agea? Dal momento che dalla sua istituzione si è rilevato un punto di riferimento importante per gli imprenditori agricoli molisani, soprattutto per quelle domande con anomalie valutate dall’Organismo pagatore nazionale? Il Consigliere regionale di Forza Italia Nicola Cavaliere ha presentato una interrogazione a Palazzo Moffa nella quale si sollecita il Presidente della Giunta a riattivare
un servizio di assistenza indispensabile per i tanti operatori del settore agricolo presenti in regione. Lo “Sportello di Servizio al pubblico Agea”, istituito il 23 settembre 2010 e attivato presso la sede dell’Assessorato all’Agricoltura con lo scopo di accelerare e migliorare il sistema dei pagamenti nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Molise e di promuovere e sostenere la semplificazione (riducendo la distanza tra istituzioni e imprenditori agricoli), ha svolto in questi anni, attraverso personale altamente qualificato (for-
mato presse la sede nazionale Agea), attività tecnicoamministrative, finanziarie, di assistenza e informazione di notevole importanza ed efficacia. Come ad esempio l’apertura e l’aggiornamento del cosiddetto “fascicolo aziendale” o l’aggiornamento della base grafica GIS e sull’evoluzione della normativa del comparto agricolo. “Si fa un gran parlare di agricoltura del futuro, - dichiara Nicola Cavaliere - della valorizzazione e del rilancio di un settore che a detta di molti ha tutte le potenzialità per spin-
gere il Molise fuori dalla crisi, senza dimenticare che siamo ormai alle porte del nuovo e atteso Psr, e poi gli imprenditori devono fare a meno di uno strumento di fondamentale supporto e utile a rendere la vita meno difficile a chi investe e crea opportunità per il nostro territorio”. “Spero - conclude Cavaliere - che la Regione torni presto sui suoi passi e ponga subito rimedio a una scelta non affatto oculata che danneggia gli agricoltori molisani”.
TAaglio lto
3 5 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
di Giuseppe Di Iorio CAMPOBASSO. In Molise sono in arrivo tre nuovi treni a trazione diesel (tipo ATR220). Saranno complessivamente 40 i convogli messi a disposizione per i pendolari di Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise e Toscana, che dal 2015 correranno sui binari della Rete Ferroviaria Italiana. In Molise, poi, confermati i 18 Frecciabianca della linea Adriatica con fermata a Termoli e gli altri treni a media e lunga percorrenza. Una linea, quella tra Campobasso e Roma che, nel Rapporto di Legambiente, rientra tra le peggiori dieci tratte ferroviarie d'Italia. ancora ieri una vecchia automotrice è rimasta ferma nei boschi perchè il motore non ha retto. Non è la prima volta che accade. Sono state tante le lamentele dei pendolari e delle associazioni dei consumatori, che soprattutto in questi ultimi anni hanno evidenziato lo stato di disagio degli utenti sui treni regionali, dovuto soprattutto alla deficienza di igiene e alla vetustà del parco. Nel Molise abbiamo ancora in esercizio 24 treni del vecchio tipo Aln 663 e 668, la cui età media è di trentadue anni, quindi sicuramente inadeguate. Il Minuetto, dal canto suo, non ha brillato per prestazioni e già presenta non pochi acciacchi dovuti, con molta probabilità ad evidenti carenze tecniche di progettazione. Eppure ogni anno sulle linee molisane sono un milione e 300mila i viaggiatori che utilizzano i treni ogni anno (dati Trenitalia) e proprio tali numeri rendono non più rinviabile un ragionamento sul ritardo infrastrutturale che il Molise, anche in questo settore, subisce da ormai troppo tempo. A partire dal ripristino dell’officina meccanica a Campobasso per avere la possibilità di intervenire sulla totalità dei guasti che coinvolgono i mezzi, evitando di portare il mate-
Arrivano i nuovi treni Atr Da gennaio saranno sulla linea Campobasso-Roma. Acquistati dalla Regione per un totale di 3 unità per 30 milioni di euro. Ora si passi all’elettrificazione Nell’ambito del Contratto di servizio stipulato dall’allora Giunta Iorio, è stato possibile raggiungere oggi questo risultato riale danneggiato a Benevento, consentendo di ridurre tempi e costi di riparazione ed allo stesso tempo avere maggiore disponibilità per le sostituzioni. L’officina a Campobasso consentirebbe di recuperare
circa 900 km giornalieri di percorrenza, oggi utilizzati per il cosiddetto potenziamento del servizio Campobasso –Venafro – Caserta – Benevento di cui nessuno sentiva la necessità. Campobasso è già sufficientemente collegata a Caserta
L’assessore Nagni è riuscito con caparbietà a riportare il discorso ferrovia in prima fila dopo le negligenze passate dall’ordinario servizio per Napoli; 900 km sono pressappoco quelli impegnati per la tratta Campobasso – Termoli, da impiegare per migliorare il servizio. Così come va ripresa al più presto l’iniziativa concordata per gli interventi
di miglioramento dell’assetto del binario 20 Bis nella Stazione di Roma Termini. Anche l'intervento forte è rappresentato sempre dall'elettrificazione della linea da Campobasso alla stazione di Roccaravindola.
Elettrificazione, una scelta non più rinviabile Per completare la linea da Campobasso a Roccaravindola occorrono qualcosa come 150 milioni di euro CAMPOBASSO. La scommessa potrebbe essere di quelle vincneti. Ci riferiamo alla necessità di completare l’elettrificazione della linea ferroviaria Campobasso-Roccaravindola per una spesa complessiva di 150 milioni di euro. Un costo maggiore rispetto ad altri impianti perchè il problema delle gallerie più basse comporta un intervento costruttivo diverso e maggiore in termini di costo. Allo stato attuale, la linea più frequentata, la tratta Campobasso – Roma della lunghezza di 245 km, è percorsa in tre ore circa e solo con materiale diesel, eppure si svolge per 170 km su linea elettrificata (Roccaravindola – Roma Termini) che consente alte velocità. Va aggiunto che la stazione Termini tra poco non consentirà più l’accesso ai treni diesel perché inquinanti. L’elettrificazione dei restanti 75 km (Campobasso - Roccaravindola) apporterebbe una quantità notevole di vantaggi in termini di riduzione dei tempi di percorrenza, di utilizzo di materiale più confortevole e moderno, di compatibilità con i sistemi di sicurezza terra-treno, di rispetto e migliora-
mento delle condizioni ambientali, di risparmio sui consumi. Già il Piano Prioritario degli Investimenti approvato con Delibera CIPE 29 settembre 2002, n. 85 prevedeva “l’avvio immediato dello studio di fattibilità del gruppo di ulteriori 7 interventi nel Mezzogiorno”, tra cui la relazione Venafro – Termoli, da parte del Gestore della rete ferroviaria. Tocca, ora, a Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. dimostrare ancora la
propria disponibilità a compartecipare all’elettrificazione dei restanti 75 km di linea. Il costo complessivo, ripetiamo, è di circa 150 milioni di euro. Detto intervento potrebbe essere candidato sull’obiettivo tematico 4: Energia sostenibile e qualità della vita (sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori) nell’azione: “Realizzazione di infrastrutture e nodi di interscam-bio desti-
Come è strutturato il nuovo treno Il nuovo treno, dotato di due carrelli con motori diesel con una potenza di 390kW ciascuno e di due carrelli portanti, può raggiungere una velocità massima di 130 km/h. Composto da tre carrozze, (due con cabina di guida alle estremità ed una rimorchiata al centro) è un convoglio con architettura open space, per offrire un’esperienza di viaggio più gradevole al passeggero e nel contempo permettere una visibilità complessiva del treno al Personale di Bordo. L’attenzione ai dettagli durante la progettazione del treno assicurano il massimo comfort di viaggio e movimento già dall’entrata, merito del piano ribassato con ingresso a raso e di pedane retrattili per passeggeri a mobilità ridotta su carrozzelle. I posti a sedere sono complessivamente 161, di cui sette ribaltabili e due dedicati a passeggeri a mobilità ridotta, e sono tutti corredati da presa elettrica per computer, telefonini e altri dispositivi.
nate alla mobilità collettiva e relativi sistemi di trasporto”. Basta, solo volerlo fare.Il disegno strategico di un rilancio della mobilità integrata che poggi sulle ferrovie è l’orizzonte più moderno e impegnativo sul quale occorre agire. Siamo ad un versante cruciale della storia sociale ed economica del Paese; è l’ultima occasione per procedere, a tappe forzate, sulla via della modernizzazione dei sistemi a rete, quello dei trasporti in primis perché è il più fragile. Il Molise non può e non deve essere assente da questa partita. Gli indicatori nazionali e, soprattutto, quelli europei confermano le scelte verso il trasporto ferroviario. E' questa la sfida che non si può perdere per l'ennesima volta pena la scomparsa della rete ferroviaria molisana. E' una sfida che può essere giocata, carte alla mano, con argomenti e fatti concreti che vengono dalla storia e guardano al domani. E' una delle pochissime speranze alle quali ci si può ancora aggrappare per non perdere, e non solo per dire, il treno del futuro.
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4 5 dicembre 2014
Emergenza abitativa, stanziati 650mila euro La Regione Molise ha messo la somma a disposizione degli Iacp per le famiglie disagiate CAMPOBASSO. È vera e propria manna da cielo, quella messa a disposizione dalla Regione Molise che ha stanziato 560.000 euro a favore dell’emergenza abitativa. Una disposizione atta a ridurre l’incidenza del canone di locazione sul reddito dei nuclei familiari assegnatari degli alloggi di edilizia residenziale pubblica gestiti dagli Istituti autonomi case popolari di Campobasso ed Isernia che si trovino in situazione di morosità incolpevole. La determina regionale specifica che “per morosità incolpevole s’intende la sopravvenuta impossibilità di provvedere al pagamento del canone locativo a causa della perdita o della consistente riduzione (in misura non inferiore al 60%), adeguatamente documentata, della capacità reddituale del nucleo familiare dovuta ad una o più delle seguenti cause verificatesi nel periodo 1° gennaio 2011 – 30 settembre 2014: a) perdita del lavoro per licenziamento; b) riduzione dell’orario di lavoro stabilita da accordi aziendali o sindacali;
CAMPOBASSO. L'assenza di una programmazione territoriale sta portando a un lento e graduale spopolamento delle aree interne. Trivento perde 100 residenti all'anno. Non da meno Riccia senza parlare dei centri più piccoli. E a chi interessa? Lo spopolamento delle aree marginali e in declino del territorio è una realtà allarmante, un vero e proprio fattore di rischio. Perdendo abitanti, le comunità locali di queste aree smarriscono la propria identità culturale, i patrimoni locali si deteriorano e perdono valore, le attività economiche vengono abbandonate, tradizioni millenarie, uniche, irripetibili finiscono per sempre, mentre aumenta il dissesto idrogeologico connesso alla mancata cura del territorio per effetto dello spopolamento e, parallelamente, cresce la congestione nei centri urbani e crescono i problemi di degrado ambientale. La perdita di popolazione rappre-
c) cassa integrazione ordinaria o straordinaria; d) mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici; e) cessazione di attività libero-professionale o di impresa registrata derivante da causa di forza maggiore o da perdita di avviamento in misura considerevole; f) malattia grave, infortunio o de-
cesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato la consistente riduzione (in misura non inferiore al 60%) del reddito complessivo del nucleo medesimo o la necessità dell’impiego di parte notevole del reddito per fronteggiare rilevanti spese mediche. “L’accesso al Fondo di sostegno – riporta la nota – si configura quale ristoro, parziale o totale, del debito del
nucleo familiare moroso maturato, dalla data del verificarsi di una delle cause di cui al precedente art.2 e da essa dipendente fino alla data dell’adeguamento del canone di locazione conseguente alla nuova situazione reddituale o, per gli assegnatari degli alloggi a canone concordato, fino alla data del presente atto, nei confronti dell’Ente gestore dell’alloggio occupato, il quale si obbliga a sospendere la eventuale
procedura di rilascio almeno per il periodo corrispondente alle mensilità compensate dal contributo concesso. Le risorse del Fondo di sostegno sono ripartite, sotto forma di contributi, dagli Istituti Autonomi Case Popolari di Campobasso ed Isernia, previa istruttoria, anche d’intesa con i Servizi sociali, delle domande degli interessati, secondo l’ammontare della morosità maturata (criterio della proporzionalità). Ciascun nucleo familiare può usufruire di un solo contributo”. “Gli Istituti Autonomi Case Popolari di Campobasso ed Isernia si riservano la facoltà di procedere, anche su richiesta della Regione Molise, ad effettuare controlli – chiude la nota – nei confronti dei nuclei familiari beneficiari del contributo al fine di verificare il possesso dei requisiti richiesti per l’accesso al Fondo di sostegno. Qualora venga accertata l’insussistenza di uno o più requisiti, gli Istituti Autonomi Case Popolari provvedono a recuperare, previa revoca, il contributo concesso, maggiorato di spese ed interessi legali, nonché ad attivare le procedure per il rilascio dell’immobile”.
Aree interne, un dramma I dati dello spopolamento preoccupano e attendono interventi senta, quindi, un grave rischio sotto tre principali punti di vista: socio-culturale: il calo demografico in alcuni contesti territoriali periferici, caratterizzati da profonde radici storiche e culturali, provoca la perdita di identità consolidate e di memoria, la disgregazione delle comunità e della propria socialità, la scomparsa di valori ed il senso di smarrimento; economico: l’economia della nostra provincia per millenni si è basata sulla produzione agricola ed artigianale svolta proprio nelle aree che attualmente sono state definite marginali e in declino, attività le cui conoscenze erano tramandate di generazione in generazione, svolte quindi sulla base di conoscenze empiriche; pertanto, lo spopolamento rappresenta la perdita
dell’opportunità di proseguire tali attività e l’impossibilità di attuare processi di modernizzazione delle produzioni peculiari delle aree interne, con la conseguente scomparsa di una notevole parte dell’economia locale; fisico e geologico: l’abbandono del presidio del territorio implica la perdita di interesse sia da parte della popolazione stessa rispetto alla corretta manutenzione del territorio, sia da parte delle pubbliche istituzioni, con conseguente accentuazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico; inoltre, lo spopolamento delle aree interne provoca il riversarsi della popolazione principalmente nei centri urbani, con una conseguente forzata crescita dei centri urbani ed una pressione antropica e ambientale, con ef-
fetti di crescente disorganizzazione di governo del territorio. Enormi sono, quindi, i costi connessi all’emarginazione delle aree in declino. Lo spopolamento, oggi, deve essere inteso non solo come mero abbandono dei territori marginali, ma come una carenza di risorse e limite ai processi di qualificazione e sostenibilità territoriale. Qualcuno ha pensato a tutto questo? Sconsolatamente dobbiamo dire: nessuno.
L’Intervento di Luigi Zappone La crisi economica che ancora investe il nostro Paese,tra recessione e austerity, ha fatto in modo che i lavoratori autonomi in generale e quelli del settore commerciale in particolare, risultino essere la fascia che, proporzionalmente, ha pagato il conto più salato di questi c anni di crisi, perdendo man mano circa 420 mila posti di lavoro e bruciando circa 70 miliardi di reddito disponibile. E' da tempo che andiamo sostenendo che occorre quantomeno un momento di riflessione sulla vicenda, almeno dal punto di vista "del lavoro". Avevamo lanciato l'allarme - almeno da un paio di anni addietro – facendo rilevare come per i lavoratori autonomi, composti in larga parte da piccoli e micro imprenditori (in prevalenza del settore commerciale, almeno nella nostra realtà territoriale) fosse di-
Il commercio dimenticato e sepolto ventato insostenibile il "peso" che, tra fisco e recessione, stava finendo – come poi ha finito – di "schiacciare" la categoria. In verità, in taluni proclami, anche del Governo centrale viene riconosciuta l'esigenza di ridurre la pressione fiscale anche attraverso un piano di tagli della spesa pubblica inefficiente e improduttiva: ma ancora siamo in attesa di verificare come i tagli saranno portati avanti in modo coraggioso. E' un dato certo e verificabile in qualsiasi momento (.... basta fare un "giro" per le strade storicamente votate al commercio della città capoluogo della Regione Molise: Via Mazzini, Viale Elena, il corso......) per rendersi conto che gli effetti della crisi sul "lavoro autonomo" (leggi commercio) si siano fatti sentire a partire dalle molte chiusure di attività in pro-
prio e dai conseguenti effetti sull'occupazione. Si è trattato e si tratta di un "sacrificio" elevatissimo e, proporzionalmente, molto più alto rispetto al lavoro dipendente,che non è sostenibile, soprattutto in una realtà territoriale come il Molise che ha fin qui "vissuto" di terziario. Questo mix di crollo occupazionale (che, poi, equivale a dichiarazioni di "fallimento" per molte attività commerciale), insieme alla pressione fiscale sul "patrimonio" e sui servizi, ha determinato una pesante diminuzione ( se non completo azzeramento!!!!) dei "redditi primari" della famiglie che di attività commerciali hanno fin qui vissuto. Le risorse necessarie vanno trovate, sicuramente, nei tagli alla spesa della "finanza pubblica" (....anche il Governo regionale!!!!!...) e, nell'intanto, come
provvedimento immediato, visto che si è "finanziato" (con soldi pubblici) zuccherificio, "gallinificio", "abitificio", e......., si potrebbe, quanto meno intervenire presso la Finanziaria dell'Ente Regione ( la FINMOLISE) procedendo al "congelamento", "rimodulazione", "piano di rientro e o di abbattimento" dei finanziamenti a suo tempo concessi agli operatori del terziario che, allo stato, non sono in grado di "restituire" ed "onorare" in quanto "caduti nel fallimento" e nella cessazione di attività: rimanendo senza alcun reddito. Anche questa – che può sembrare provocatoria – è una proposta precisa che facciamo alla Regione Molise, nell'ottica di "cambiare rotta" e di andare ( prima volta nella storia) "incontro ai commercianti" e non solo e sempre ad altre categorie: un intervento di tale portata sarebbe veramente un segnale di vero cambiamento.
TAaglio lto
5 5 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La Fondazione Architetti del capoluogo e il presidente Giancarlo Manzo hanno aperto un varco particolarmente interessante alla ricerca di una nuova stagione urbanistica ed edilizia. A cominciare dal Cep
Prima di rigenerare la città va rigenerata la classe politico/amministrativa Revive 2014 è stato un significato momento di riflessione, di confronto, di analisi cui, però, ancora una volta l’establishment politico e amministrativo ha voltato le spalle Prima di rigenerare la città come e dove possibile, è necessario rigenerare la classe politica e quella professionale che con la committenza politico/amministrativa ha condiviso e realizzato il processo costruttivo dal dopoguerra ad oggi, facendo di Campobasso, tolto il centro storico e quello murattiano, un agglomerato urbano senza identità e, soprattutto, senz’anima. Rigenerare la città è possibile e vi hanno posto mano per cinque giorni architetti, istituzioni, artisti, con dibattiti, incontri e work shop nei locali della Fondazione Molise Cultura, chiamati a raccolta dal presidente della Fondazione Architetti del capoluogo, Giancarlo Manzo, nonché a partecipare a Revive 2014, l’iniziativa più incisiva che sia stata realizzata per affrontare su livelli tecnici e professionali di eccellenza la “rigenerazione” della città. Termine cui dobbiamo appellarci se vogliamo che qualcosa cambi e lieviti nella realtà locale, e con essa la rivisitazione in chiave critica di ciò ch’è accaduto nello sviluppo del territorio, nella edificazione e nella costruzione di un modello di vita che sta mostrando pecche e deficienze. Revive 2014 è stato un momento, particolarmente lungo, quindi ben programmato e vissuto, di riflessione, di confronto, di analisi e di ricerca cui, però, an-
cora una volta l’establishment politico e amministrativo ha voltato le spalle. Colpevolmente. Ma il seme di una critica costruttiva è stato gettato e non tarderà a crescere, soprattutto negli ambiti professionali che hanno avvertito la necessità di discutere e confrontarsi. Sebbene all’apparenza minoritari, alla lunga non potranno che prevalere dinanzi alle crescenti difficoltà di relazione sociale e al costante abbassamento della qualità della vita nella realtà urbana di Campobasso: città slabbrata, dalle periferie indistinte. Questo nucleo di professionalità e di determinazione che s’è dedicato al cambiamento, meglio,
alla rigenerazione, volenti o nolenti gli amministratori di Palazzo san Giorgio che hanno brillato per approssimazione e superficialità al cospetto dei temi e delle proposte sviluppati nei cinque giorni di Revive 2014, avrà la meglio perché preparato, lungimirante, appassionato e colto. Attento alle tematiche del futuro (l’adeguamento energetico, il consolidamento e il restauro degli edifici pubblici, i luoghi d’aggregazione, la funzione del verde, il trasporto pubblico e i processi partecipativi per coinvolgere gli abitanti nella riqualificazione del dove vivono), che sono estranee a chi amministra e non avvertite ancora
con l’urgenza che meritano. Importante che nei cinque giorni del Revive 2014 abbiano creato interesse e attenzione che non mancheranno di ricadere sulla realtà campobassana giunta agli estremi del decadimento strutturale e funzionale, pronta per una rigenerazione, per quanto lenta, assolutamente necessaria. Se ne convincano il sindaco Battista e l’assessore all’Urbanistica Chierchia che dinanzi alle tesi esposte e sviluppate da Massimo Alvisi, Mario Cucinella e Maurizio Milan, ai propositi annunciati, agli impegni intrapresi da gruppi di studenti e tutor di prestigio per dare un primo saggio di come rigenerare l’esistente e creare il nuovo, hanno mostrato fragilità e titubanza. Ci riferiamo al nutrito gruppo che ha lavorato alacremente intorno ad alcune loro proposte di “rigenerazione” del quartiere Cep di Campobasso che, ricordiamolo è l’esperimento di edilizia residenziale e pubblica, disegnato da Enrico Mandolesi a partire dal 1945, diventato oggi emblema di problematiche e di potenzialità non solo del quartiere. Gli studenti dell’Università degli studi di Camerino hanno proposto una nuova “geografia del verde”, ovvero un segno del suolo con spazi verdi capaci di ricucire relazioni e connettere le corti delle palazzine, ripensate come “hall” e
L’INTERVENTO
Il Governo toglie le risorse sul Servizio Civile di Davide Vitiello* Nel corso del suo intervento in Direzione Nazionale del PD, il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi aveva annunciato un investimento ulteriore sul Servizio Civile di 50 milioni di euro, che si aggiungono ai 65 milioni già previsti.Pur nelle strettissime maglie delle compatibilità economiche dentro cui l’operato del Governo è vincolato, crediamo ci sia lo spazio per chiare scelte di impronta politica. Ci siamo abituati a pensare che l’investimento in un Servizio Civile Nazionale rinnovato e più ampio fosse tra le priorità dell’attuale Esecutivo, date la ricorrenza e la rilevanza delle dichiarazioni del premier Renzi e di componenti del Governo che individuavano nel Terzo Settore, in generale, e nel SCN, in particolare, tra i principali strumenti di riscatto delle giovani generazioni. La bocciatura dell’emendamento Patriarca alla Legge di Stabilità, presso la Commissione Bilancio della Camera, invece, ci rende perplessi sulla reale volontà politica di procedere verso
l’istituzione del Servizio Civile Universale, così come più volte promesso. Fatto sta che, ad oggi, per il 2015 sono stanziati 65 milioni di euro, 40 milioni circa in meno rispetto alle risorse impiegate con la Legge di Stabilità 2014 e la più bassa dotazione finanziaria dal 2001. Si tratta di una disponibilità di fondi che, se non compromette i già miseri numeri del Servizio Civile, sicuramente ne impedisce un necessario allargamento. I Giovani Democratici, da sempre impegnati nella tutela e nel rafforzamento del SCN, auspicano che, nella discussione della Legge di Stabilità al Senato, si provveda ad individuare coperture tali da supportare il percorso di rilancio di uno strumento importante di educazione alla cittadinanza, attivazione sociale ed accrescimento delle competenze per i giovani italiani. Facciamo appello quindi alla delegazione parlamentare del Molise affinchè si ponga rimedio a quanto accaduto e si doti il Servizio Civile Nazionale di adeguata copertura finanziaria. *Segretario Giovani Democratici del Molise
come nuovi spazi pubblici; gli studenti dell’università di Pescara hanno invece immaginato di svuotare i piani terra degli edifici trasformandoli in spazi per il coworking, o fab-lab, con un un’attenzione all’uso più che all’immagine del quartiere, alla partecipazione come strumento reale di trasformazione; gli studenti dell’università Politecnica delle Marche hanno immaginato di ricavare uno spazio verde nel quale realizzare un piccolo edificio ad “L”, capace di dialogare con le strutture esistenti e di restituire una dimensione pubblica agli spazi; infine gli studenti dell’Università del Molise, guidati dai tutor Costantino Carluccio e Michele Porsia e dai professori Luciano De Bonis e Stefano Panunzi, hanno sviluppato l’idea di disseminare lungo la sezione stradale una serie di piccoli contenitori fab-lab, con spazi per abitazioni e lavoro e rooftop verdi per l’assorbimento delle polveri sottili. Abbrivo significativo di un processo di cambiamento, di rigenerazione e di ricucitura urbanistica cui farebbero bene gli amministratori a convincersene essendo improcrastinabile. Anzi, inevitabile, dato il degrado (urbanistico e architettonico) raggiunto dalla città. E con esso, dalla qualità della vita dei cittadini. Dardo
“Imu agricola, serve un atto urgente” Dopo le proteste di questi giorni, interviene anche il senatore Roberto Ruta CAMPOBASSO. “Le dichiarazioni del sottosegretario Baretta in merito al provvedimento per rinviare il pagamento dell’Imu agricola sono molto importanti e dimostrano come la pressione che il Pd ha esercitato in questi giorni è servita”. Lo sostiene il senatore, Roberto Ruta in una nota congiunta con altri colleghi del gruppo parlamentare Pd. “Il governo ha infatti annunciato testualmente ‘di stare provvedendo ad una modifica delle modalità relative all’applicazione del decreto legge 66/2014 relativo all’Imu agricola con l’obiettivo di rinviarne il pagamento stabilito per il 16 dicembre 2014, anche al fine di rivedere i criteri applicativi. La soluzione tecnica sarà predisposta a breve e verrà adottata dal Consiglio dei Ministri con le modalità più opportune’. In questo modo avremo il tempo anche di rivedere le tabelle dell’Imu e i criteri secondo i quali un terreno agricolo è tenuto al pagamento oppure no. Restiamo in attesa - concludono i parlamentari del Pd - di un provvedimento urgente e tempestivo e che rinvii la scadenza del pagamento almeno a giugno 2015”.
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Campobasso
5 dicembre 2014
“Si parla di luminarie e non di solidarietà” Il presidente del Guerriero Sannita, Muccio, interviene sulla questione aperta CAMPOBASSO. “Da diversi giorni gli organi di stampa si interessano delle luminarie di Natale. Mi creda: avrei preferito un dibattito sull’istituzione, a Campobasso ,di un “Emporio della Solidarietà”, per venire incontro alle tante situazioni di disperazione che attanagliano centinaia di famiglie del capoluogo”. E’ quello che scrive al sindaco Battista il presidente del Guerriero Sannita, Giovanni Muccio. “Ben vengano le luci di Natale, qualora possano splendere negli animi che vivono difficili situazioni fami-
liari e far percepire loro il calore dell’ atmosfera di festa. I cittadini campobassani, caro Sindaco, ascoltando e leggendo i vari interventi dei diversi consiglieri, qualche dubbio sui passaggi dell’iter burocratico per l’affidamento del servizio di fornitura per l’installazione, manutenzione e smontaggio degli impianti di illuminazione, mediante procedura in economia , se lo pongono. Anche l’Assessore ha d’altronde ammesso che qualche “ passaggio” andava fatto prima. Caro Battista, conoscendo la sua di-
sponibilità e serietà, il Guerriero Sannita, nella sua semplicità, vuole consigliarle, per il futuro, di adoperarsi perché situazioni del genere non si verifichino più, prevedendo in largo anticipo, per le feste comandate , i vari affidamenti dei servizi di fornitura di cui il Comune ha bisogno. Umilmente le suggerisco, per l’ avvenire, in considerazione del grave momento economico che attraversano le aziende, di procedere anche con importi inferiori a 40.000 mila euro, nel rispetto dei principi di trasparenza, rota-
zione e parità di trattamento, previa consultazione di almeno cinque operatori economici, se sussistono in tale numero soggetti idonei, individuati sulla base di indagini di mercato, tramite gli elenchi predisposti dal Comune. Il Movimento regionale del Guerriero Sannita rinnova la fiducia al Sindaco di Campobasso Battista, consapevole della Sua grande volontà di essere al servizio del bene comune e nella speranza che questi gratuiti consigli possano essere presi in debita considerazione”.
Il Comune ricorda l’uso delle antineve L’amministrazione sottolinea, poi, come in caso di forti nevicate è preferibile lasciare l’auto a casa CAMPOBASSO. L’Amministrazione comunale di Campobasso ricorda a tutti i cittadini che dal 15 novembre su tutti i veicoli transitanti sulle strade di pertinenza del Comune di Campobasso è fatto obbligo dell’uso di pneumatici invernali o,
in alternativa, avere a bordo dell’autovettura le catene da neve. Tuttavia, non è sufficiente essere ben attrezzati con pneumatici termici e quant’altro; in caso di pioggia, neve e ghiaccio, è necessaria anche una condotta di guida adeguata,
all’insegna della massima prudenza. E’ consigliato, in presenza o previsione di precipitazioni nevose o comunque di condizioni atmosferiche particolarmente avverse e fredde con formazione di ghiaccio, di non servirsi della propria auto ma
di utilizzare i mezzi pubblici; in particolare occorre adoperarsi per evitare la sosta, anche emergenziale, delle auto in aree non autorizzate e comunque in posizione che possa rendere difficoltosa la rimozione della neve.
Presepe vivente, si cercano i figuranti L’associazione Città viva Campobasso sta organizzando l’ottava edizione della manifestazione CAMPOBASSO. L’associazione “Città Viva Campobasso” sta organizzando l’ottava edizione del PRESEPE VIVENTE tra Storia e Tradizione. Dopo aver rappresentato, nelle precedenti edizioni in diverse location campobassane, il Presepe ambientato al Settecento, all’anno zero, al secondo dopoguerra (1945-1950), questa edizione vedrà la ricostruzione, nel borgo antico della città, della Campobasso di fine degli anni cinquanta – primi anni sessanta. L’Associazione è alla ricerca sia di figuranti, sia di persone che vogliano dare supporto all’organizzazione per portare in scena la rappresentazione in programma sabato e domenica 27 e 28 dicembre c.a. nel centro storico di Campobasso. Chiunque voglia partecipare può recarsi presso la sede dell’associazione in via Monforte (vicino alla farmacia Dott. Paolo) il mercoledì dalle 19 alle 20:30 e il sabato dalle 17 alle 19 oppure contattarci al cellulare 334.2964466, scriverci all’indirizzo di posta elettronica info@cittaviva.cb.it e seguirci sul sito internet www.cittaviva.cb.it.
Anas: limitazioni al traffico sulle strade statali 650 “Fondo Valle del Trigno”, 710 “Tangenziale Est di Campobasso”, 87 “Sannitica” e 85 “Venafrana” L’Anas comunica che, a partire da domani 5 dicembre 2014, saranno in vigore alcune limitazioni alla circolazione sulle strade statali 650 “Fondo Valle del Trigno”, 710 “Tangenziale Est di Campobasso”, 87 “Sannitica” e 85 “Venafrana”, nelle provincie di Chieti, Campobasso e Isernia. In particolare, dalle ore 8,00 di venerdì 5 dicembre fino a sabato 13 dicembre 2014, sarà istituito il senso unico alternato sulla strada
statale 650 “Fondo Valle del Trigno”, dal km 35,570 al km 35,850 nel comune di Schiavi d’Abruzzo (Chieti). Il provvedimento si rende necessario per consentire interventi di manutenzione straordinaria sul viadotto “Trigno IV”. Dalle ore 21,00 di martedì 9 alle ore 6,00 di mercoledì 10 dicembre 2014, sulla strada statale 710 Tangenziale Est di Campobasso” sarà istituito il senso unico alternato nel tratto compreso tra il km 0,600 e il
km 1,200 nel comune di Campobasso. Il provvedimento si rende necessario per eseguire i lavori di manutenzione degli impianti elettrici a servizio della galleria “Vazzieri”. Mercoledì 10 dicembre 2014, nella fascia oraria 21,00-6,00, sulla strada statale 87 “Sannitica” sarà in vigore il senso unico alternato nel tratto compreso tra il km 130,200 e il km 131,100, in corrispondenza della galleria “Lama Bianca”, nel
comune di Campobasso. Giovedì 11 dicembre 2014, nella fascia oraria 21,00-6,00, sarà istituito il senso unico alternato dal km 126,200 al km 126,650 della statale 87 “Sannitica”, in corrispondenza della galleria “Monteverde”, nel comune di Vinchiaturo (Campobasso). Entrambi i provvedimenti si rendono necessari per consentire i lavori di manutenzione degli impianti elettrici ed elettromeccanici a servizio delle gallerie.
Infine, dalle ore 21,00 di venerdì 12 alle ore 6,00 di sabato 13 dicembre 2014, sulla strada statale 85 “Venafrana” sarà istituito il senso unico alternato nel tratto compreso tra il km 43,150 e il km 43,950, in prossimità delle gallerie “Carpino” e “Homo Aeserniensis” nel comune di Isernia. Il provvedimento si rende necessario per consentire i lavori di manutenzione agli impianti elettrici delle gallerie.
Campobasso
7 5 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La vicenda non è conclusa, e sarà di nuovo il Tribunale amministrativo regionale (Tar) ad occuparsene
Lottizzazione Parco dei Pini
Il Comune dovrà essere bravo a dimostrare che la lottizzazione Parco dei Pini è tecnicamente e amministrativamente conclusa, e il suo ampliamento ricade perfettamente nel potere discrezionale dell’amministrazione Chi pensava che la vicenda della Lottizzazione Parco dei Pini si fosse conclusa con il parere negativo espresso dal consiglio comunale il 12 settembre scorso (noi non siamo tra questi), si è sbagliato di grosso. Il potere economico da solo, molto più se accompagnato da presunti diritti amministrativi da far valere, è un deterrente difficilmente contenibile. Figurarsi come possa giocare facile di fronte ai tremebondi consiglieri comunali di Palazzo san Giorgio che ai padroni del cemento hanno sempre portato rispetto e devozione. Difatti, la vicenda non è conclusa, e sarà di nuovo il Tribunale amministrativo regionale (Tar) ad occuparsi della legittimità o meno del diniego comunale alla reiterata richiesta di poter cementificare ulteriormente all’interno della lottizzazione, in aggiunta ai volumi già realizzati, ancorché ritenuti convenzionalmente conclusi. Cementificare in particolare lungo la Via 4 Novembre per far posto a tre strutture edilizie, dicono, destinate ad attività commerciali. I lottizzatori affermano di averne diritto, e per questo, contro il tremolante e mai chiaro e concludente parere del consiglio comunale (anche l’ultimo presenta lacune logiche e una debole argomentazione giuridica a sostegno dell’affermato potere discre-
zionale di chi ha la responsabilità di governare e gestire il territorio), sono ricorsi ancora una volta al Tar che, sulla questione è parso più incline a considerare prevalenti i diritti del lottizzatore che il potere discrezionale del Comune, se non saggiamente argomentato. I sintomi pertanto sono quelli di un confronto ancora tutto da giocarsi, questa volta prevalentemente sul fronte giuridico/amministrativo che su quello politico/amministrativo. Il Comune dovrà essere bravo a dimostrare che la lottizzazione Parco dei Pini è tecnicamente e
amministrativamente conclusa, che il suo ampliamento ricade perfettamente nel potere discrezionale dell’amministrazione e che la tutela del paesaggio che si coglie da Via 4 Novembre (in questo caso l’immagine suggestiva del Castello Monforte, delle chiese romaniche di san Giorgio e san Bartolomeo, e il nucleo abitativo medioevale) è un valore costituzionale che verrebbe cancellato “ab aeterno”, qualora si procedesse alla realizzazione delle tre strutture da destinare alle attività commerciali. Quest’ultimo aspetto, cioè il
valore costituzionale del paesaggio, probabilmente non appartiene ai lottizzatori che hanno per guida morale il profitto, ed è tutto da verificare che appartenga agli uffici comunali che per destinazione hanno gestito la lottizzazione dall’inizio e sono ancora tenuti a considerala in itinere. Prima che andasse in pensione, degli aspetti giuridico/legali e in difesa della ragioni dell’amministrazione comunale, con alterna fortuna, s’è occupato l’avvocato Antonio Calise. Ora l’Ufficio legale di Palazzo san Giorgio e nelle mani
gentili delle avvocatesse Elisabetta di Giovine e Leandra Fiacco. Tocca a loro, quindi, mettere ordine al materiale tecnico e amministrativo che s’è prodotto sulla questione che stiamo trattando e trovare il filo logico del parere negativo fin qui espresso alla richiesta di ampliamento e di nuove costruzioni nell’ambito della lottizzazione Parco dei Pini, e dargli soprattutto sostanza. Ovvero, tocca a loro mettere in discussione l’istanza di variante al piano di lottizzazione denominato “Parco dei Pini” presentata il 15 maggio 2012, le relazioni rilasciate il 25 ottobre 2013 e il 13 agosto 2014 dal dirigente del Settore urbanistico, il parere espresso dalla commissione consiliare Urbanistica con i verbali del 22 e del 25 agosto 2014, nonché il verbale della Commissione edilizia comunale numero 161 del 2013. Una prova importante. Dal cui esito, tra le altre conseguenze, dipende il mantenimento o meno del panorama di Campobasso più bello ed emblematico. Dei volumi edilizi, la città e i cittadini hanno fatto il callo. L’occhio non ha altro da guardare che palazzi, palazzi, palazzi. Che poi ci siano miglia di alloggi invenduti, qualcuno lo spieghi sul piano economico, urbanistico e sociale se ne ha la capacità. Dardo
“Il call Center Telecom resta aperto” L’azienda ha inserito la città nella proposta di accordo sottoposta alle organizzazioni sindacali CAMPOBASSO. C’è anche Campobasso, per quanto riguarda il Molise, nell’elenco delle sedi dei call center da mantenere in attività all’interno del testo di accordo che Telecom Italia ha proposto alle Organizzazioni Sindacali a conclusione della trattativa per rivitalizzare il settore Caring del Gruppo. La proposta di accordo sottoposta ai sindacati, che ha l’obiettivo di superare il progetto di societarizzazione della Divisione Caring previsto dall’accordo firmato dalle Organizzazioni
Sindacali nel 2013, prevede infatti di mantenere in attività 39 delle 52 sedi territoriali per le quali era stata già decisa, sempre all’interno dello stesso accordo, la chiusura con trasferimento del personale verso sedi limitrofe. Nella sede molisana operano 38 dipendenti. Il testo dell’accordo verrà sottoposto a referendum tra i lavoratori. La proposta di accordo è frutto di un lungo confronto con i sindacati con i quali l’azienda
ha affrontato tutte le problematiche di un settore, quale quello del Caring, che sta vivendo a livello nazionale una profonda crisi. Dopo 6 mesi di trattative, in assenza di una approvazione totalitaria da parte delle Organizzazioni Sindacali in virtù della sola opposizione della Slc-Cgil, si è deciso di sottoporre il testo a referendum tra i colleghi della Divisione Caring Services entro il prossimo 20 dicembre. L’azienda auspica che, attraverso la consulta-
zione referendaria tra i lavoratori, si possa chiudere positivamente una lunga e articolata fase di negoziazione consentendo a Telecom Italia di accantonare il progetto di societarizzazione e di rivitalizzare il settore Caring. In caso di rigetto della proposta aziendale da parte dei lavoratori, l’azienda perseguirà comunque l’obiettivo di realizzare la stabilità economica del settore Caring non raggiunta finora, mediante l’implementazione dell’accordo già firmato nel marzo del 2013.
Domani a Cercemaggiore il Comune organizza un incontro sul tema
La Società Cooperativa : Opportunità di Sviluppo Locale Il lavoro, come ormai si sa, è in piena crisi. Ma, per sconfiggerla, c’è bisogno di idee nuove e creative. Proprio per questo motivo, infatti, il Comune di Cercemaggiore organizza il giorno 6 dicembre 2014 alle ore 16.00 presso la Sala refettorio del Convento S. Maria della Libera un incontro, “La Società Cooperativa : Opportunità di Sviluppo Locale” in collaborazione con Confcooperative Molise. Programma: Saluti del Sindaco Vincenza Testa e dell’Assessore alle Politiche Giovanili Daniele D’Aversa. Interverrà Domenico Calleo - presidente di Confcooperative Molise, Marco Profeta - Responsabile Area Societaria (CSC Molise Società Cooperativa), e ci sarà la testimonianza di due giovani cooperatori di Cercemaggiore, Giovanni Cristofano e Rita Cristofano. L’incontro è rivolto a tutti coloro che hanno interesse a conoscere la forma cooperativa come opportunità di lavoro e sviluppo professionale.
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Isernia
5 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“La Prefettura d’Isernia non si tocca” L’onorevole Leva incontra il Viceministro Bubbico per scongiurare il taglio ISERNIA. Si è svolto l’incontro tra l’on. Leva e il Viceministro Bubbico per discutere della situazione della Prefettura d’Isernia. “Ho voluto confrontarmi con il Viceministro- dichiara l’on. Leva - per conoscere
quali fossero le reali intenzioni del governo riguardo la Prefettura di Isernia. È stata l’occasione per ribadire, ancora una volta, la strategicità e l’importanza che la Prefettura riveste per la nostra Provincia. Il territorio pentro è un territorio di confine
perennemente a rischio di infiltrazioni criminali e di speculazioni malavitose e la presenza di un presidio di legalità e pubblica sicurezza è indispensabile soprattutto oggi che il tessuto sociale è stato fortemente indebolito dalla crisi economica.
Il viceministro ha raccolto e condiviso queste argomentazioni e continuerà , nei prossimi giorni, da parte della delegazione parlamentare molisana del Pd il pressing sul Governo affinché venga scongiurata l’ipotesi della soppressione.
Vigili del fuoco, festeggiata Santa Barbara Numerosi gli interventi sul territorio provinciale. In funzione anche il distaccamento di Venafro ISERNIA. Il 4 Dicembre ricorre la festa di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco; quest’anno la ricorrenza è stata commemorata, come tradizione, con la celebrazione di un Santa Messa nella sede del Comando Provinciale di Isernia e con una manifestazione impostata alla massima sobrietà a cui hanno partecipato le Autorità Civili e Militari, il personale dipendente e relativi familiari, il personale dell’Associazione Nazionale VVF e alcune scolaresche. Il periodo estivo giugno-settembre 2014 è stato caratterizzato da condizioni climatiche particolari che non hanno favorito lo sviluppo di incendi boschivi o d’interfaccia.
Tuttavia anche quest’anno, per circa sessanta giorni, nel periodo di maggiore criticità oltre alle squadre ordinarie si è affiancata un’ulteriore squadra dedicata agli incendi boschivi grazie alla convenzione tra la Direzione Regionale VV.F. del Molise e la Regione Molise, in attuazione all’art. 7 della legge 335/2000. Per l’anno 2014 è stato firmato un protocollo d’intesa tra questo Comando e l’Amministrazione Comunale di Venafro per dislocare la squadra AIB VVF sul territorio di tale Comune. Dall’attivazione del suddetto presidio è scaturita l’attività di soccorso tecnico urgente espletata dai Vigili del Fuoco n°98.:
Verso il Parco Nazionale del Matese Legambiente si prepara per il documento programmatico sull’area naturale SANTA MARIA DEL MOLISE. Legambiente si prepara per gli Sati Generali del Matese. Il 6 dicembre, a Santa Maria del Molise (Is), a partire dalle ore 9,00, l’associazione ambientalista incontrerà i parlamentari del Molise e Campania, rappresentanti della Regione Molise e Campania, i sindaci dell’area matesina, docenti dell’Università del Molise e della Campania, rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato, insieme a Unioncamere
di Molise e Campania, Confindustria, sindacati, il MIBAC, operatori del turismo e del commercio, e associazioni varie. Il fine della giornata è quello di individuare le linee guida per la realizzazione del Parco Nazionale del Matese. La giornata prevede oltre a numerosi interventi, una tavola rotonda conclusiva presieduta da Legambiente, ANCI, INEA, Regione Molise, Regione Campania e Federparchi. L’evento conclude la
campagna di Legambiente per la realizzazione del Parco nazionale del Matese, un’occasione fondamentale per tutelare il territorio, rilanciando l’economia molisana. “Siamo giunti a un punto di svolta per la realizzazione del Parco Nazionale del Matese-sostiene Legambiente Molise- Attraverso il documento programmatico che ci apprestiamo a sottoscrivere, e con la successiva realizzazione del parco, garantiremo la conserva-
zione della biodiversità, la tutela della bellezza, apportando un valore aggiunto all’economia locale, grazie al capitale naturale, culturale e turistico di grande rilievo”. E’ una grande sfida che non deve essere rinviata. “In molti territori la green economy è realtà- conclude Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente- Occorre puntare sulla qualità dell’offerta delle produzioni agroalimentari e dei servizi
turistici ed è quello che può e deve accadere nel Matese. Una greeneconomy basata sulle potenzialità dei parchi è una chiave straordinaria per attrarre investimenti e per rilanciare l’economia locale. I cittadini credono nella realizzazione del Parco nazionale. Spetta alla classe dirigente, agli amministratori d’intesa con le comunità, non deludere chi crede che le aree protette siano l’eccellenza del nostro Paese”.
La zampogna come strumento che unisce territori, generi e generazioni Lo strumento è stato protagonista di un significativo evento svoltosi a Moscufo È accaduto domenica 30 novembre 2014 a Moscufo (PE) dove, nell’ambito della locale manifestazione “Melodie d’Autunno”, le Associazioni Culturali “Circolo della Zampogna” di Scapoli e “Zampogne d’Abruzzo” di Chieti hanno siglato un “patto di amicizia e gemellaggio” fondato sul motto “la zampogna che unisce” e finalizzato alla salvaguardia del comune patrimonio culturale legato all’antico e sempre attuale strumento musicale. La formalizzazione del sodalizio è avvenuta con la sottoscrizione del “patto” da parte dei Presidenti delle due Associazioni – Antonietta Caccia e Ciriaco Panaccio alla presenza del Sindaco di Moscufo, Dr. Alberigo Ambrosini, nella piazza principale del paese, davanti a un pubblico entusiasta
composto da numerosi cultori di zampogne e ciaramelle, da cittadini e visitatori. In sintesi, con il gemellaggio si prevedono: lo scambio di studi e di esperienze, l’organizzazione di eventi, l’assunzione di iniziative comuni, nei confronti di istituzioni culturali nazionali e internazionali, dirette ad ampliare la conoscenza della zampogna e la sua trasmissione alle giovani generazioni anche attraverso azioni coordinate con altre aree territoriali dell’Italia centromeridionale in cui la pratica di tale strumento è tuttora presente. Il suggello musicale del gemellaggio si è estrinsecato in un emozionante concerto, tenutosi nel tardo pomeriggio nella chiesa di San Cristoforo, nel quale si sono esibiti zampognari abruzzesi e molisani che hanno offerto un’ampia pano-
ramica della diversità generazionale dei praticanti la zampogna e dei modi di interpretarla oggi. Non solo dal punto di vista del repertorio ma anche della rappresentanza di genere che, in un contesto tradizionalmente maschile, fa registrare una piccola ma qualificata presenza di giovani e giovanissime “zampognare”. Gli zampognari molisani sono stati rappresentati dal trio costituito da Guido Iannetta, Dino Ricci e Pasquale Franciosa e dai componenti del gruppo “Patrios” Christian Di Fiore e Antonello Iannotta. Le loro performances, al pari di quelle dei colleghi di “Zampogne d’Abruzzo”, sono state seguite da un attento pubblico che gremiva la chiesa e lo spazio antistante e che ha sottolineato ciascuna esibizione con ripetuti e scroscianti applausi.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Termoli
5 dicembre 2014
Termoli vuole il Liceo Musicale Una petizione è stata avviata in città per la richiesta del nuovo Istituto TERMOLI. Ancora una petizione dalla città di Termoli in materia di scuola e dopo quella contraria alla cessione dei plessi Schweitzer e Tiberio, arriva la proposta di istituzione del liceo musicale nella città adriatica. “Dopo l’attivazione del Liceo artistico e del Liceo sportivo, nel rispetto del dettato costituzionale del diritto allo studio, a completamento dell’offerta formativa scolastica chiede a gran voce l’istituzione Liceo musicale. I suoi cittadini, e quelli del vasto comprensorio, si vedono defraudati di un importante diritto: il diritto allo studio. Come già affermato nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, art. 26 concernente il diritto all’istruzione e il diritto dei genitori di decidere in merito al tipo di formazione da dare ai propri figli (10.12.1948) nonché nel Patto internazionale sui diritti economici del 19.12.1966 concernente il diritto di ciascuno all’istruzione. Anche la stessa Costituzione del nostro Paese all’art.2 recita che: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, tra
cui è il diritto allo studio. Con l’istituzione del Liceo musicale non solo si darebbe una risposta istituzionale e qualificante allo studio di uno strumento ma si creerebbe il naturale prosieguo degli Studi artistici di centinaia di ragazzi che frequentano le scuole secondarie di I grado ad indirizzo musicale di Termoli, Campomarino, Petacciato, Guglionesi, San Martino, Portocannone, Larino, Guardialfiera, Castelmauro, Montenero di Bisaccia. La conseguenza di questo deficit formativo verso un indirizzo scolastico di sicuro successo sono: a) Emigrazione scolastica presso i Licei musicali di Pescara, Campobasso, Vasto, Foggia. b) Riduzione degli alunni che frequentano gli istituti secondari della città, non solo i residenti ma dell’intero comprensorio, con conseguente diminuzione di posti di lavoro e dell’indotto derivante dalla popolazione studentesca presente in città. c) Enormi disagi logistici ed economici che gli studenti di musica di Termoli devono affrontare per seguire questo tipo di studi.
d) Discriminazione e diseguaglianza sociale, dovuta all’impossibilità dei meno abbienti a sostenere i costi per lo studio dei propri figli in altre città a causa dei costi di viaggio e trasferimento in CASE o convitti, oppure i costi per la frequenza in corsi preaccademici in conservatorio, scuole di musica o formazione privata; L’istituzione di un Liceo musicale a Termoli, invece, oltre ad arginare questo esodo e a dare a tutti la possibilità di seguire un percorso di studio consono alle proprie attitudini, attrarrebbe nuove iscrizioni per le scuole medie superiori di studenti provenienti dal comprensorio circostante. Costoro, attualmente, non riescono a dedicarsi alla passione musicale e spesso sono costretti a ripiegare nella scelta di altri indirizzi scolastici. Solo i più ambiziosi e con le possibilità economiche per un trasferimento o per un pendolarismo quotidiano proseguono questi studi. Il nuovo riordino degli studi musicali vede l’inizio dell’iter accademico già alle scuole primarie, con insegnanti professionisti, passando per le scuole secondarie di I grado
ad indirizzo musicale, quindi al liceo musicale,completando il percorso universitario presso i vecchi Conservatori attualmente Afam (Alta Formazione Artistico Musicale). Questi ultimi oggi svolgono, in via transitoria, dei corsi pre-accademici, in attesa che i corsi universitari veri e propri, che attingeranno il grosso dei nuovi studenti proprio dai neonati licei musicali, vadano a regime. Noi crediamo che a coronamento di due decenni di fermento musicale della città di Termoli, protagonista di numerosissime iniziative d’intento artistico e musicale-pedagogico, favorite dalle stesse Amministrazioni comunali e, soprattutto, da numerose valide associazioni musicali presenti sul territorio, attive nella promozione della cultura musicale a tutti i livelli, siano maturi i tempi affinché nella nostra città sia riconosciuto il diritto allo studio anche per gli studenti di strumento musicale, da sempre bistrattati e costretti ad enormi sacrifici per sviluppare le proprie attitudini.
L’istituzione di un Liceo Musicale darebbe alla città una risposta concreta, istituzionale ed a costo zero per l’Amministrazione Comunale. Sarebbe un punto di partenza per una cultura di base valida, riconosciuta legalmente, che raccolga ragazzi diversi tra loro, anche per estrazione sociale, ma accomunati dal voler far musica insieme: frequentando una scuola per coltivare la passione di una vita o, più semplicemente, imparare un mestiere, come quello del concertista, tecnico del suono, organizzatore di spettacoli musicali. Oggi più che mai il mestiere del musicista ha bisogno di quella sicurezza legale che permetta al giovane alunno di accedere, da musicista del domani, a concorsi, audizioni orchestrali e abilitazioni per l’insegnamento. Il liceo musicale, inoltre, oltre ad essere un importante volano culturale favorirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro, con conseguenti ricadute positive sotto l’aspetto socio-economico, contribuendo anche allo sviluppo del settore turistico dell’area basso molisana”.
Fiat, clima di attesa nello stabilimento I lavori di ampliamento di un’ala lasciano ben sperare per il futuro TERMOLI. Si respira un clima di attesa nella fabbrica più importante della Regione. Non ci sono comunicazioni ufficiali e non ci sono stati an-
nunci. Sono però in corso dei lavori che riguardano, in sostanza, l’ammodernamento e la modifica di alcune linee di produzione. Si ‘smantella’ da una parte, si
monta da un’altra. Questo non significa con certezza preparare lo stabilimento all’arrivo di nuovi prodotti ma nemmeno lo esclude. Per questa ragione si aspetta e si
confida nel piano industriale dell’azienda che potrebbe considerare lo stabilimento di Pantano Basso comefornitore di parti meccaniche – cambi e motori –
da montare a bordo di nuovi modelli. Quando non si sa ma spesso Termoli viene citata quando si parla di Alfa Romeo e di altri modelli.
“Giudice di Pace, Termoli cancellato” E’ ancora Di Michele a sottolineare la decisione che sarebbe stata assunta a Roma TERMOLI. Dal profilo Facebook del portavoce del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale, Nicola Di Michele, un autentico fulmine a ciel sereno. “Ufficialmente il presidente del Tribunale di Larino Enzo Turco ha chiesto all’organo competente del Ministero della Giustizia, la soppressione del Giudice di Pace di Termoli. Questo per le inadempienze degli amministratori termolesi che amano essere osannati e null’altro. Il depauperamento del tessuto sociale della città prosegue spedito. E meno male che il vostro sindaco
(mai mio) è anche avvocato. Forse non sa che 5 anni (forse) passano e probabilmente dovrà tornare a fare il legale. Ma i problemi, oggi, sono dei dipendenti degli avvocati dei cittadini che hanno visto andar via prima il Tribunale ed ora anche il Giudice di Pace”. ERMOLI. La richiesta di cui è trapelata l’indiscrezione, a firma del presidente del tribunale di Larino Enzo Turco, altri non sarebbe che la presa d’atto di un problema. Più che un certezza sembra il gioco o la teoria dell’elastico. Se l’ufficio del giudice di pace di Termoli sarà
davvero salvato dalla mannaia del Ministero della Giustizia lo sapremo solo il 16 dicembre, quando andrà a regime la disposizione che anche per gli enti locali che hanno manifestato la propria disponibilità a farsi carico interamente delle spese di funzionamento e del personale, in assenza di qualcuno dei requisiti considerati propedeutici e ineluttabili, il presidio di prossimità sparirebbe comunque. Per questa ragione, nell’ufficio del giudici di pace di via Corsica non si dormono sonni tranquilli, tutt’altro. A dare l’ultimatum è il decreto del
10 novembre scorso che definisce la procedura relativa al mantenimento degli uffici del giudice di pace ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 156/2012, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del primo dicembre, la 279, che entrerà in vigore proprio il 16 dicembre prossimo. Diverse le questioni di rango amministrativo che negli ultimi mesi hanno fatto tribolare, specie nel passaggio tra le due amministrazioni comunali e il traghettamento commissariale. A segnare il solco è stata anche la
circolare ministeriale del 17 novembre, a firma del direttore generale Emilia Fargnoli, che identifica tutte le assunzioni di responsabilità dei Comuni e a Termoli manca la figura del cancelliere. Insomma, se è vero che le potenzialità di salvaguardare l’ufficio del giudice di pace dalla chiusura ci sono ancora, occorrerà fare in fretta per risolvere gli ultimi vulnus, anche perché il personale incaricato risulterebbe sempre come tirocinante e distaccato, non personale qualificato che abbia fatto richiesta. Mancano tredici giorni, soltanto.
Natale in borgo a San Martino L’amministrazione ha organizzato la manifestazione che vedrà una serie di eventi nel paese SAN MARTINO IN PENSILIS. A San Martino in Pensilis quest’anno è tutto un altro Natale: l’Amministrazione comunale e la Parrocchia San Pietro apostolo, con il contributo prezioso delle Associazioni locali, organizzano “Natale nel borgo”. L’atmosfera natalizia si diffonderà per la prima volta nei vicoli e negli angoli del borgo “mezza terre”, che offre un suggestivo scenario per l’esposizione di Presepi, collocati
nelle case degli angoli più graziosi e caratteristici del paese. Sarà un percorso coinvolgente e spettacolare allietato anche dalla presenza dei mercatini di Natale, frutto della creatività dei giovani artigiani locali, e dalla degustazione di bontà natalizie. Il giorno 5 gennaio l’associazione Rievocazione storica San Leo organizzerà l’arrivo dei Re Magi sui carri di San Leo al presepe allestito dai ragazzi dell’azione cattolica
presso la chiesa di Santa Maria. Il visitatore rivivrà pagine cariche di fede e profonda emotività per accogliere, nel nostro presente, il messaggio di pace e di amore del Natale. L’inaugurazione del “Natale nel borgo” avverrà il giorno 8 dicembre alle ore 17.00 con l’accensione delle luminarie affidata alla famiglia dell’ultimo nato, come segno di gioia e partecipazione di tutta la popola-
zione alla nascita di una nuova vita in attesa della nascita di Gesù Bambino. Sarà possibile visitare i Presepi nei giorni 8, 18 e 21 dicembre e 5 gennaio, dalle ore 17.00 alle ore 20.00. Il periodo natalizio sarà allietato anche da altri eventi di carattere sociale, culturale e ricreativo: concerti, mostre, rappresentazioni teatrali, cene di solidarietà e tombolate.
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Termoli
5 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Centro Padre Pio, timori per 30 lavoratori La cessione della struttura riabilitativa ha messo in apprensione il personale sanitario TERMOLI. Si sono dati appuntamento presso la casa vescovile di Termoli ed hanno incontrato il vescovo diocesano monsignor Gianfranco De Luca, i circa trenta lavoratori che ieri hanno testimoniato le proprie paure circa la paventata cessione della Onlus Fondazione – centri di riabilitazione Padre Pio a una srl collegata alla Sanstefar. Al centro del dibattito con il Pastore diocesano, i tanti perché le-
gati alla questione che, in ogni modo, parrebbe voler tutelare il lavoro dei dipendenti, ma non è escluso un rivedere gli stessi contratti da parte della entrante società. In Molise dal 72, la Fondazione di San Giovanni Rotondo opera, da oltre 40 anni, nel settore della riabilitazione extra-ospedaliera per l’erogazione di prestazioni riabilitative residenziali, ambulatoriali e domiciliari (nei territori della
provincia di Foggia, Barletta-Andria-Trani e Molise), gestendo, in regime di accreditamento istituzionale, due presidi a ciclo continuativo (residenziali), 19 presidi ambulatoriali tra la provincia di Foggia, nella Provincia di Barletta-Andria-Trani e nei comuni molisani di Larino, Montenero di Bisaccia, Santa Croce di Magliano e Termoli e una casa di riposo per anziani ad Isernia. Ed è proprio per le sedi del Basso
Molise che si teme il peggio perché la cessione della realtà porrebbe diverse domande sul futuro dei lavoratori che, ad oggi sono pari a 27 unità. Il preliminare di vendita, inizialmente previsto per il 15 dicembre, è stato traslato al 22 dicembre per alcuni intoppi burocratici ma parrebbe più che paventata la vendita. Intanto, nessuna risposta da parte del provinciale che coordina la Fondazione, il cappuccino France-
sco Colacelli, tra l’altro assente perché impegnato negli esercizi spirituali con i Provinciali d’Europa dell’ordine religioso. Chiara la richiesta dei dipendenti: “Chiediamo che il centro resti alla fondazione Padre Pio e che si blocchi la vendita la società ad oggi convenzionata con le Regioni Puglia e Molise per l’erogazione di prestazioni riabilitative a favore di soggetti con disabilità fisiche psichiche e sensoriali”.
Dal 9 dicembre tornano i Forconi A Termoli tutto pronto per la nuova protesta di “chi non ce la fa più” TERMOLI. Li abbiamo seguiti a cavallo tra il dicembre 2013 e il gennaio di quest’anno, coriacei e tenaci nel portare avanti una lotta di sopravvivenza. Alcuni dei maggiori artefici del vecchio presidio di protesta che tenne banco per settimane scelse poi strade diverse e allora sfruttando anche una riorganizzazione in ambito nazionale, quasi in coincidenza con l’anniversario di allora il 9 dicembre, come dal nome dello stesso movimento, torneranno tra poche ore i presidi di protesta sulla costa adriatica molisana. Lo scorso anno chiesero, anzi pretesero, senza
ottenerle, le dimissioni in blocco di tutti i parlamentari, ma quantomeno furono profetici col premier Enrico Letta, una cui sagoma molto somigliante fu decapitata nel presidio all’ingresso del casello dell’A14 e dopo poco la mattanza a Palazzo Chigi, di stampo politica, la mandò in scena l’attuale presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. Ma nulla è cambiato nel Paese da allora e le motivazioni che condussero centinaia di migliaia di persone a scendere in strada e in piazza sono le stesse, anzi più ancora radicate, di quelle che debuttarono il 9 dicembre 2013,
per mano dell’omonimo coordinamento. Bando al calendario il movimento che non vuole classificarci come quello dei forconi, ma una sua evoluzione, tornerà ad animare la protesta e il dissenso verso la classe dirigente a partire da domani. La decisione è stata assunta, anzi comunicata, ieri pomeriggio nella riunione al Roger Bar di Campomarino, terzo step organizzativo dopo quelli del settembre scorso a Termoli e di poco più di un mese fa a Portocannone. Sempre con il tricolore in mano, mai contro le forze dell’ordine e scevri dalla volontà di tu-
multi violenti, gli aderenti al coordinamento molisano che fanno capo ad Angelo Marino dall’alba di domani costituiranno tre distinte aggregazioni, una a Termoli, accanto alla chiesa del Crocifisso, una sulla statale 647, prima della confluenza sulla statale 87, dopo il Conservificio e infine a Campomarino Lido. L’obiettivo della manifestazione che vuole caratterizzare tutto il periodo natalizio e non solo, è sempre quello: più gente possibile per cercare di disarcionare l’attuale Parlamento, considerato abusivo e incapace di dare una scossa all’Italia.
Termoli-Lesina, le pressioni della Puglia La regione viciniora ritiene la strozzatura ferroviaria non più sicura per il traffico adriatico TERMOLI. Prosegue spedito il pressing della Puglia per ottenere al più presto dal Cipe il via libera al raddoppio ferroviario sulla tratta ancora a bi-
nario unico tra Termoli e Lesina (o viceversa). Una posizione radicalmente più esposta quella della regione limitrofa, che
“L’economia viene dal mare”
E’ il tema di un convegno organizzato dalla parlamentare Venittelli a Termoli TERMOLI. “L’economia che viene dal mare: la buona pesca nel medio Adriatico”. E’ questo il titolo del convegno-seminario voluto fortemente dall’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli a Termoli, dove ci sarà la prestigiosa presenza del Sottosegretario di Stato con delega alla pesca, on. Giuseppe Castiglione. Istituzioni locali, regionali e nazionali, delegazione Pd in Parlamento, associazioni di categoria e politica chiamati a discutere insieme agli operatori e al cospetto dell’opinione pubblica del futuro di un comparto ancora fulcro per le regioni frontaliere. Un evento organizzato a margine dell’importante azione di sprone approvata in Commissione agricoltura alla Camera dei deputati con la risoluzione che impegna il
governo sotto diversi aspetti, ancorando alle esigenze dei produttori ittici e dell’intera filiera le esigenze dei territori per adeguare le misure in itinere dell’Unione europea. La manifestazione incardinata dal gruppo parlamentare del Pd avrà luogo dopodomani, sabato 6 dicembre, avrà due sessioni, una mattutina, dedicata all’incontro e al confronto con gli operatori ittici e marittimi; la seconda dalle 15.30 in sala consiliare, aperta alla cittadinanza e alle categorie interessate. Un momento di sintesi dell’importante lavoro svolto in sede parlamentare per tutelare, valorizzare e rilanciare un comparto che fa dell’economia diffusa e del rispetto dell’ecosistema marino un connubio imprescindibile.
ritiene la strozzatura ferrata uno dei vincoli allo sviluppo potenziale sull’asse adriatico-orientale. Per questa ragione, ieri mattina è stata consegnata
dal direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe De Tomaso nelle mani del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio.
Tra le richieste anche l’istituzione di Frecciarossa e Frecciargento sulla tratta dove sono pochi gli Eurostar in transito.
In Comune premiati due atleti Si tratta di Marco Berchicci e Alessia Recchi che hanno vinto il trofeo Mennea TERMOLI. Una sala consiliare allestita per metà (l’altra riservata per un matrimonio) ha fatto da cor-
nice alla premiazione dei due più giovani atleti della città di Termoli:
Marco Berchicci e Alessia Recchi. Velocisti ben più che in erba, portati al successo nel trofeo Pietro Mennea dalle loro insegnanti di educazione fisica e dalla passione dell’asd Runners Termoli, che hanno voluto organizzare un memorial per allievi delle secondarie superiori in omaggio a campionissimo di Barletta, che con Termoli ebbe sempre un legame speciale. A dare lustro ai giovani aspiranti campioni il sindaco Angelo Sbrocca, il presidente del consiglio comunale Manuela Vigilante, il presidente provinciale del Coni Antonio Rosari (in vece anche del regionale Guido Cavaliere) e la dirigente scolastica dell’Alfano Rita Concetta Niro, assieme alle due docenti di educazione motoria Angela Catelli e Anna Giordano. Insieme a loro i vertici dell’Asd Runners Angela Costantiello (presidente) e Filippo Cantore (trainer).
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Opinioni
5 dicembre 2014
di Claudio de Luca Esiste un altro colore del lavoro, quello verde speranza, che oggi potrebbe diventare un’alternativa alla disoccupazione nel Molise. Si aprono molte “chanches” per gli informatici interessati ad impiegare le proprie risorse verso lo sviluppo di “software” di comando, di gestione e di contabilità delle risorse rinnovabili nonché per “buyer”e per figure di monitoraggio degli andamenti all’interno dei mercati elettrici. Altre professionalità di cui si prospetta l’ascesa sono quelle rivolte all’ideazione ed alla promozione delle linee di prodotti sostenibili, detti “ecobrand manager”, oppure alla progettazione delle energie rinnovabili, come gli “energy manager”, a cui si aggiunge tutta una serie di tecnici legati all’installazione ed alla regolamentazione degli impianti connessi alla produzione di energie rinnovabili e sostenibili (di ogni natura). Anche l’attenzione ai problemi dell’inquinamento acustico, a quelli della gestione dei rifiuti, delle risorse idriche e del suolo offrono interessanti prospettive occupazionali. Infine, non mancano mestieri originali ed apparentemente stra-
Se il Molise si tinge di ‘verde’ vaganti, come quello del “designer” di parchi eolici o l’”ecocool hunter”, che è un cacciatore di eco-tendenze alla continua ricerca di idee nuove, di spunti e di innovazioni, naturalmente sempre rigorosamente sostenibili.
Attenzione! Non stiamo parlando solo di eventualità. Si sappia che, nel campo della “Green economy”, il Molise è all’avanguardia. Si pensi che a Carpinone è stata istallata la prima “Rete elettrica intelligente” italiana (“Smart
grids”) che, peraltro, è una delle prime a livello europeo. La tecnologia comprende sistemi di previsione sulla produzione di energia da fonti rinnovabili oltre a sensori per il monitoraggio avanzato delle grandezze
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
elettriche di rete, interazione con i produttori per la regolazione avanzata dei flussi sulla rete, colonnine per la ricarica di vetture elettriche e apparati domestici che permettono all’utente di verificare istantaneamente l’andamento dei consumi. Una “smart grid” è una rete di informazione che affianca quella di distribuzione elettrica, gestendola in maniera “intelligente” per la somministrazione di energia. Si tratta di un sistema fortemente ottimizzato per trasportare e per diffondere quest’ultima evitando di sprecare energia. Difatti gli eventuali “surplus”di alcune zone vengono redistribuiti altrove in modo dinamico ed in tempo reale. “La rete convenzionale non riuscirà a gestire l’arrivo impetuoso delle fonti rinnovabili di energia e della cosiddetta generazione distribuita”, confermano dal Dipartimento di energia del Politecnico di Milano. Il primo impianto fotovoltaico su suolo pubblico, capace di fornire una potenza di 2 M con i suoi 8.500 pannelli, deve sorgere a Pescopennataro, ad oltre 1.100 metri di quota. Qui il Comune ha concesso, per venti anni, una superficie di quattro ettari alla “joint venture” tra l’italiana “Ghella” e la
spagnola “Gransolar” per realizzare un campo solare che darà energia a circa mille famiglie. Ma non basta, perché – dall’iniziativa “StartCup Unimol” – arrivò il progetto “Beet generation” di Nicole Flocco, del Politecnico di Milano, vincitore del “Premio ambiente” della “StartCup” Molise 2011, che avrebbe voluto rilanciare lo Zuccherificio del Molise con una sua parziale conversione verso la produzione di bioplastica ottenuta dalla fermentazione batterica dei prodotti di scarto delle barbabietole. La bioplastica è un polimero, capace di biodegradarsi in acqua di fiume, o di mare, in dieci giorni, che risolverebbe il pesante problema dell’inquinamento da plastica e dello smaltimento di quest’ultima. Sono i primi passi verso la terza rivoluzione industriale (quella dell’energia) che sarà caratterizzata dall’abbandono del petrolio e degli altri idrocarburi in favore delle rinnovabili, fotovoltaico in testa. Non dimentichiamo che il nostro è il Paese in cui si canta “Che bella cosa è na jurnata e sole, n’aria seréna doppo ‘na tempesta. Pe’ ll’aria fresca pare già ‘na festa, che bella cosa na jurnata e sole”.
Palazzo Ducale di Larino, museo medievale Dopo l’articolo apparso sulla stampa, riguardante la famosa iscrizione medievale del 1340 ubicata sulla parete della ex grande torre del Palazzo Ducale di Larino in corrispondenza del loggiato meridionale,in parte visibile mentre l’altra metà è nascosta nel muro, decodificata dal Dr.Napoleone Stelluti in un apposito saggio di venti anni fa, torniamo sull’argomento proprio per la valorizzazione di un documento o reperto così importante per la storia della città di Larino. Come si ricorderà nella lapide scritta in latino medioevale nel 1340 era mensionato il feudatario di Larino Ugone di Soliaco detto il Rosso e
sua madre Filippa Gentile di Montesorbo che in tempo di carestia sfamarono la popolazione, per chi voglia interessarsi all’articolo redatto dallo Stelluti può andare ricercarlo sul periodico locale Il Ponte – UGONE DI SOLIACO DETTO IL ROSSO-Dominus Civitatis Alareni Scoperta definitivamente la lapide del 1340 della “Grande Torre” del palazzo Ducale o Baronale di Larino -Larino marzo-giugno1994-nn.3233 pp.17-20,dove l’autore fa vedere anche la lapide riportata alla luce sia sul loggiato che attraverso un’apposita finestrella con vetro nella saletta adiacente alla lapide. Ora questa finestrella con vetro, dopo i recenti restauri del Palazzo ducale, è stata
erroneamente richiusa, per cui sarebbe il caso di ripristinarla e installarvi affianco anche i pannelli illustrativi curati del Dr.Stelluti e fatti incorniciare dall’Amministrazione Comunale . Ovviamente nella sala oltre ai pannelli verranno messi in evidenza anche altri reperti, manufatti e ricostruzione delle varie fasi dello sviluppo architettonico del Palazzo Ducale con particolare riferimento all’epoca medievale . Questo per dare modo ai turisti e visitatori che accedono alla sala della Mostra permanente di fotografie dell’Archivio Pilone di capire e apprezzare anche un aspetto inedito della sede municipale poco conosciuto ma importantissimo.
Piccoli Comuni, qualcosa si muove l futuro dei piccoli comuni e dei loro abitanti è la priorità assoluta che il Movimento si è sempre prefissato. La perdita di Franco d’Abarno ideatore e fondatore dell’iniziativa, in noi lascia un grande vuoto, ma quello che non ci sembra giusto, è lasciare cadere nell’oblio tutto il lavoro da lui svolto, e noi che lo conoscevamo possiamo affermare che lo faceva con “anima e corpo”. La politica ha cominciato ad affrontare la tematica ‘piccoli comuni’, è stata presentata una proposta di legge, in data 15 marzo 2013, di cui il primo firmatario è Ermete Realacci, ma vede tra i firmatari componenti di tutti i gruppi parlamentari, tra cui anche l’onorevole molisano Danilo Leva. La proposta di legge tocca tematiche generali di salvaguardia dei piccoli centri: “con particolare riferimento all’ambiente, alla protezione civile, all’istruzione, alla
sanità, ai servizi socio-assistenziali, ai trasporti, alla viabilità e ai servizi postali, (articolo 4)”. Ma tocca anche tematiche come l’incentivo alla residenza nei piccoli centri, interventi di afforestazione e riforestazione, valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici, servizi idrici ecc…. A noi sembra un ottimo punto di partenza, naturalmente da integrare con leggi regionali ad hoc, che tengano conto delle specificità proprie di un dato territorio, il dubbio che sorge è sulla tempistica che l’approvazione di tale proposta di legge comporta, ad oggi in effetti, la proposta è ancora ferma in commissione. I piccoli comuni in Italia sono 5653, su di un totale di 8058, cioè il 70,15%, se invece ragioniamo in termini di superficie, i piccoli comuni occupano circa il 60% del territorio nazionale, quindi il loro costante abbandono, porta di conseguenza all’abbandono di più
della metà del territorio nazionale, con tutto quello che ne consegue (dissesto idrogeologico, città sovraffollate, incuria ecc…). Se consideriamo che la maggior parte dei piccoli comuni si trova in aree a rischio, si deduce che la loro cura permette un maggior controllo del territorio, evitando un’altro aspetto che la proposta di legge tocca, cioè quello dell’eccessivo consumo del suolo,spesso in maniera abusiva, dovuto allo spostamento massiccio della popolazione verso i grandi centri. Analizzando poi il fenomeno nel Molise, la situazione si accentua ancora, in effetti, nella nostra regione, i piccoli comuni sono 125 su 136, cioè il 91,91%, sul totale del territorio la percentuale è del 82%, quasi interamente ricadente in aree a rischio sismico ed idogeologico. I tagli sconsiderati del governo centrale alle amministrazioni locali, costringono que-
st’ultime ad un aumento della tassazione, che per ovvie ragioni numeriche, nei piccoli centri, si ripartisce su un numero esiguo di abitanti, accentuando il prelievo fiscale su abitanti che già sono penalizzati dalla mancanza di servizi. Quindi, alla luce di quanto esposto, quello che si il Movimento vuole ribadire e sottolineare si può racchiudere in quanto segue: – Rapida approvazione della proposta di legge sui piccoli comuni.; Revisione dei trasferimenti statali alle amministrazioni locali. – Incentivo alla gestione intercomunale di alcuni servizi, al fine di ridurne i costi. – Estenzione dello sgravio fiscale del 65% sulle ristrutturazioni edilizie nei piccoli comuni. – Mancata tassazione delle nuove attività commerciali ed artigiane nei piccoli comuni per almeno un quinquennio, con progressivo aumento dal sesto al decimo anno. – Sgravi fiscali alle aziende che già operano nei piccoli comuni Salvaguardia, anche a livello europeo, dei prodotti tipici legati al territorio.
Ac e la n to r d i i c os a n n qu tr u i d eg zi al li a on la n n e st Pr i i cr o r ma u c i ic a gu a li e p e r in o li r a m Mo ti c o nd li s e a ial e
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