Industria il crollo delle aziende molisane

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno x - n° 234 - doMenica 16 noVeMbre 2014 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Benito Faraone

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Benito Faraone. E' stato a lui dedicato il Parco della Foce a Campobasso. Un passaggio dovuto da parte dell'amministrazione cittadina, a ricordo e testimonianza di una figura che ha dato la voce alle canzoni che, un tempo, caratterizzavano la città Capoluogo. "Ma l'acqua re la Fota...", cantava Benito e così di tante altre bellissime melodie che hanno fotografato l'immagine di Campobasso nel passato. E' giusto e doveroso avere voluto ricordare la figura di questo 'menestrello' della canzone campobassana, della Piedigrotta campobassana.

Il Tapiro del giorno a Vittorino Facciolla

Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Vittorino Facciolla. Da un po' di tempo l'assessore regionale all'Agricoltura preferisce recitare un ruolo secondario e non si ravvisa più quella baldanza politica che l'aveva contraddistinto nel primo periodo dell'avventura Frattura. Certo, i problemi dell'agricoltura molisana sono molteplici, ma proprio per questo occorrerebbe una nuova fase di programmazione e, soprattutto, elaborazione di idee progettuali sul futuro del settore molisano. Un pizzico di sale in più non guasterebbe.

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16 novembre 2014

Finalmente all’odg del consiglio di martedì 18 novembre una proposta di legge d’interesse generale

Forse è giunto il momento dell’Ente regionale per l’edilizia sociale A seguire la solita valanga di parole, alcune articolate in argomentazioni, altre in libertà, nessuna in grado di creare un momento di partecipazione reale al destino sempre più incerto e claudicante dell’economia molisana, quindi, dello sviluppo e dell’occupazione

Passa il tempo e niente di nuovo a Palazzo Moffa. L’elenco degli argomenti da discutere è pletorico, con poche proposte di legge (4), parecchie mozioni (12), altrettante parecchie interrogazioni (11), qualche interpellanza (4), sporadici ordini del giorno (4). Così l’assemblea di martedì 18 novembre. Di nuovo, quindi, solo la valanga incontenibile delle parole, alcune articolate in argomentazioni, altre in libertà, nessuna in grado di creare un momento di partecipazione reale al destino sempre più incerto e claudicante dell’economia

molisana, quindi, dello sviluppo e dell’occupazione. Di questioni che attengano a questi obiettivi, infatti, nemmeno l’ombra. Si vivacchia, in attesa che dalla faretra del presidente Frattura prorompa qualcosa di eclatante (magari le sue dimissioni – ndr); frattanto si dà spazio e preferenza alla discussione su fatti personali, specifici, contingenti, dei singoli consiglieri (al punto 28 dell’ordine del giorno è iscritta l’interrogazione urgente (!) del consigliere Cavaliere che riguarda il Piano sgombro neve del 2013), talvolta dei gruppi politici o settoriali. Leggerli

gli argomenti nella loro lunghissima numerazione (se ne contano 46!) danno il senso compiuto di quanto sia effimera la fatica legislativa degli inquilini di Palazzo Moffa. Comunque, tra le proposte di legge spicca quella d’iniziativa della giunta che riguarda la istituzione dell’ente regionale per l’edilizia sociale: variante moderna degli Istituti autonomi delle case popolari (Iacp). A questa proposta è stata data la corsia preferenziale dell’urgenza. Altrimenti sarebbe continuata a restare chiusa in qualche cassetto, e gli Iacp a restare, come sono, praticamente bloccati nei loro problemi di agibilità. Con la istituzione dell’ente si vuole creare un organismo con una visione prospettica più articolata, più corrispondente ai bisogni abitativi di grandi fasce sociali e ai nuovi canoni costruttivi (contenimento energetico innanzitutto). Ente necessario anche per riparare i danni patrimoniali seguiti alla legge regionale che ha favorito, a prezzi d’affezione, la trasformazione degli inquilini in proprietari. Sul piano sociale è apprezzabile anche la proposta di legge di modifica dell’articolo 4 della legge regionale del 20 giugno 2007, numero 17, per maggiormente assistere e favorire i soggetti sottoposti a trapianto di organi o affetti da patologie rare. Anche questa proposta ha imboccato la corsia dell’urgenza, come merita. Altra proposta, ma senza il carattere dell’urgenza, si pone il problema di modificare le leggi regionali 17/2013 e 11/2014 allo

scopo di aggiornare le disposizioni in materia di tributi e di tasse sulle concessioni regionali. Un pò di finanza in entrata non guasta mai. Infine la quarta proposta, ammesso che si arrivi ad affrontarla essendo stata iscritta al punto 23. Vuole modificare la legge regionale numero 32 del 26 aprile 2000, con l’obiettivo di riordinare la disciplina in materia di artigianato. A distanza di 14 anni pare proprio che la questione debba porsi e, soprattutto, migliorata. Anche per lenire i dolori procurati dalla crisi al settore. Per accennare qua e là al resto degli argomenti compresi tra le mozioni, le interrogazioni, le interpellanze, e gli ordini del giorno, e alla loro stramba eterogeneità, segnaliamo la mozione “mista: maggioranza e opposizione”, a firma Fusco Perrella, Iorio, Cavaliere, Micone, Sabusco, Lattanzio, Totaro e Monaco che impegna la giunta a fasi carico del debito per i servizi che la Regione ha affidato alla Molise Dati e a procedere al rinnovo della convenzione; l’ordine del giorno dei 5 Stelle, Manzo e Federico, per porre fine alla realizzazione dell’Autostrada del Molise; l’interpellanza dei consiglieri Fusco Perrella (dalla firma facile), Cavaliere, Lattanzio e Iorio per allargare la convenzione tra Forze di Polizia e Trenitalia anche ai Vigili del fuoco; infine l’interrogazione urgente di Fusco Perrella, Sabusco, Cavaliere, Micone, Monaco, Lattanzio e - udite udite – Romagnolo, sulla precaria situazione della società in house della Regione Molise, la Korai, e delle 12 unità lavorative. Alla faccia dell’urgenza. Risale a circa un anno fa, quando in consiglio al posto di Iorio c’era Nicola Romagnuolo. Dardo

Job Act, fronda nel Pd A Termoli discussione interna al partito democratico sulla riforma del mercato del lavoro TERMOLI. Proprio nel giorno in cui il premier Renzi chiude la questione Jobs Act con gli alleati, dopo aver ammansito la fronda interna al Pd, a Termoli vertici di partito e delle parti sociali hanno animato un dibattito sulla riforma del mercato del lavoro, convegno ospitato dal circolo Berlinguer. Presenti la segretaria regionale Micaela Fanelli, Lucia Merlo della Cgil, l’economista Gianni Principe e Tecla Boccardo, numero uno della Uil Molise. Un dibattito seguito da una notevole partecipazione di militanti e cittadini. “Stiamo proponendo un minor costo e una maggiore semplicità – ha esordito la Fanelli – il tema del contratto a tutele crescenti ma anche la copertura degli ammortizzatori sociali più significativa per una maggiore tranquillità nelle difficoltà sono importanti. Vorrei che ponessimo lontano da noi la discordia sociale che è molto pericolosa, dobbiamo tornare a fare sintesi, è lo spirito che deve caratterizzare il dibattito del centrosinistra in un momento come questo di cui conosciamo i numeri e ovvio che c’è un problema della tenuta della maggioranza ma fino a quando su un tema così importante è chiaro che il modo migliore sia evitare una fiducia ma non bisogna fermarsi. In Molise siamo al 16% di disoccupazione e per provare a invertire un trend che per due anni

dice che potremmo avere il segno meno abbiamo bisogno di riforme dal nucleo industriale alla programmazione dei fondi strutturali al turismo”. La Boccardo ha evidenziato come la Uil si caratterizzi perché prima va all’incontro e dopo va allo scontro, “abbiamo chiesto al Governo l’incontro per la riforma del lavoro. Siamo stati convocati con un incontro in cui si è parlato di annunciazione di titoli e non c’è stato il confronto e questo non è stato un risultato positivo per il datore di lavoro e chi ci governa perché eliminare le parti intermedie è uno degli errori più gravi che il Governo in questo momento può fare. Un Governo che è autoreferenziale, un Parlamento esautorato di quelle che sono le proprie funzioni. Si parla oggi di mercato di lavoro in un momento in cui c’è un alto tasso di disoccupazione e per quanto si voglia riformare si bypassa totalmente quella che è l’importanza di un contratto il Job Acts viene fatta con una delega per cui si passa al Governo senza tornare in Parlamento e si affrontano temi senza il confronto e questo è un errore. Noi abbiamo forti dubbi perché riuscire a dare giudizi su una delega poco dettagliata è difficile. Per quanto possano essere importanti gli incentivi si sta cambiando il metodo e si sta parlando non di tutela del lavoro ma di tutela del datore di lavoro, di

invertire la rotta anche per quello che riguarda gli ammortizzatori sociali dove si prevede la copertura immediata quando si esce dal mercato ma se non si eliminano tutte le forme di lavoro flessibili che hanno generato il precariato dobbiamo capire come si fa ad applicare il contratto a tutele crescenti perché è in conflitto con gli strumenti che si vorrebbero creare e temiamo che lo sgravio fiscale per l’assunzione di tre anni a tempo indeterminato non possa generare poi dopo tre anni un tempo determinato che finisce dopo 3 anni ed entra anche in conflitto con il contratto di apprendistato. Bisogna fare delle scelte”. Per Lucia Merlo della Cgil su questi temi non si può fare altro che ribadirne la piena contrarietà. “Lo sciopero del 5 dicembre ne conferma la criticità che portiamo su questi temi a cui si aggiunge la legge di stabilità che è chiaramente una legge che va a tagliare e castigare il lavoro e va a far pagare la crisi a chi l’ha già pagata senza toccare le persone che invece la crisi non l’hanno pagata non c’è la patrimoniale, non c’è la lotta all’evasione, non esiste la lotta alla corruzione che pure significano miliardi di euro che vengono sottratti alla tassazione di questo paese che potrebbero avere un forte impulso e gettito sulle politiche di sviluppo.


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Piano industriale assente e la crisi morde più forte E' da tempo che manca un documento programmatico capace di fare analisi e prospettiva CAMPOBASSO. Sono tante, troppe, le crisi industriali che in lungo e in largo attraversano tutto lo stivale, dal 2009 ad oggi oltre 30mila imprese hanno chiuso i cancelli lasciando a casa intere famiglie. Siamo ormai al quarto anno di Cassa integrazione, un ammortizzatore sociale del quale ad oggi usufruiscono circa 500mila lavoratori che, in media, hanno visto diminuire il proprio reddito di circa 4mila euro. In questi anni è venuta completamente a mancare una politica industriale di supporto da parte della Regione Molise. Bisogna rimettere in moto una efficace politica industriale finché saremo ancora in tempo: il bonus occupazione ha evidenziato ancora una volta la dicotomia tra domande presentate e sulle poche risorse disponibili. Nella ridistribuzione delle risorse sarebbe pertanto utile spostare fondi oggi appostati su progetti che non decollano, verso strumenti come il credito d’imposta per l’occupazione per gli investimenti. Le complicate, costosissime, vertenze amministrative e sindacali

che investono la Solagrital a Boiano , lo Zuccherificio a Guglionesi, l’Ittierre a Isernia e la Fiat a Termoli sono nodi ancora tutti da sciogliere ed alcuni (Solagrital e Zuccherificio in particolare) con

esiti che propendono al peggio. A ciò si aggiungano la chiusura delle Comunità montane e la liquidazione dell’Ersam con il peso di milioni di euro e di centinaia di soggetti da sistemare, e il

Industria, la riforma fallita dei Nuclei Restano ancora in piedi tre organismi. Nessuna volontà regionale di intervenire CAMPOBASSO. A gennaio 2011 la questione dei Nuclei industriali entrò nel bilancio regionale, approvato dal Consiglio, attraverso un documento nel quale, tra l'altro, si chiedeva di arrivare al più presto all'unificazione dei tre nuclei industriali presenti sul territorio. I tre organismi oggi esistenti quello di Termoli, Campobasso-Bojano e di Isernia- Venafro dovevano essere sostituiti da un solo Nucleo, una sorta di organo supervisore della Regione e quindi dell'assessorato alle attività produttive chiamato ad organizzare la funzione, la gestione e la programmazione delle aree più produttive della Regione. Nulla di tutto questo si è avuto. Eppure, le difficoltà all'interno dei tre comprensori sono rilevanti proprio mentre a venire meno sono le aziende che non riescono più a fronteggiare la crisi che sta 'erodendo' bilanci e prospettive di futuro. Da qui la necessità di un riordino complessivo del sistema. Nel bilancio di previsione, la Regione ha provve-

duto a pensare ad un unico Nucleo a fronte dei tre esistenti. Solo che dopo quella data è mancata una precisa configurazione in grado di affrontare i problemi sul tappeto e, soprattutto, essere garante per atterraggi di altre imprese. A questo punto, infatti, non è più nemmeno sufficiente procedere alla sola riorganizzazione strutturale del Consorzio unico, perchè bisogna affiancare a questa anche una nuova programmazione industriale. Il Molise ha necessità, proprio, di conoscere quale strada sarà disegnata dalla classe politica per poter continuare ad avere un futuro in veste autonomo. Quanto agli albori degli anni '70 l'allora classe politica pensò a dare vita ai tre Nuclei industriali, sembrava questa essere la strada per dare un'os-

satura produttiva alla Regione. In effetti, così fu anche se gli stessi enti ad inizio degli anni '80 entrarono, chi più chi meno, in una fase asfittica sotto il profilo della programmazione. Fino ad essere colpiti oggi dalla perdurante crisi economica che ha finito con il fiaccarne l'esistenza. A chiedere alla Regione la revisione completa di questi Enti con la loro trasformazione. Nemmeno questa volta, però, si è trovato il tempo per chiudere la lunga partita e dare una nuova e diversa fisionomia ai Consorzi e, di conseguenza, alle aspettative di sviluppo delle medesime imprese che ancora operano all'interno.

quadro delle complessità e delle complicazioni è (quasi) completo. Intorno a questi problemi sono anni che la politica e la pubblica amministrazione si arrovellano senza risultati utili. Per cui

c’è da pensare che non saranno certo gli uomini che hanno governato e che in gran parte si propongono di ri-governare (fatte le debite eccezioni), né gli altri che erano stati espulsi e sono inopinatamente tornati in giostra per quelle strane combinazioni del destino e della fortuna, gli auspicabili solutori. Dal che è facile concludere che Solagrital-Zuccherificio-Ittierre-Fiat-Comunità montane ed Ersam saranno ancora questioni e ferite aperte e gli uomini dei partiti e della politica che in questa lunga e inconcludente transizione verso una Repubblica (che sia la seconda o la terza non importa) meno compromessa e più onesta, stanno dando il peggio di sé, i protagonisti in negativo. I residui velenosi di questi accidenti li ritroveremo nel corso dei prossimi mesi e dei prossimi anni, lievito di future complicanze politiche che non gioveranno in alcuna misura alla speranza di un Molise che voglia di mettersi in carreggiata qualora assistito dalla volontà di fare e di sperare.

Forza Italia cerca di ricomporsi Dopo le spaccature per le Regionali e le Comunali il partito prova a rilanciarsi CAMPOBASSO. "Ogni momento di riflessione e di confronto migliora la capacità di ascolto e la nostra comprensione delle vicende sociali e politiche che ci circondano". Così si è espresso l'onorevole Aldo Patriciello in occasione del confronto a Campobasso organizzato dal commissario di Forza Italia, Gianfranco Rotondi. "Una politica troppo distante dal territorio è una politica autoreferenziale, immobile e piegata su se stessa, incapace di cogliere le esigenze e le aspettative del luogo che sono alla base di ogni azione riformista e di rinnovamento. Per questo credo che l’incontro di Campobasso assuma un’importanza strategica: discutere di cittadinanza ed impegno politico è senza dubbio un contributo importante sulla strada della ricerca di nuove progettualità ed idee

per il rilancio di Forza Italia nella Regione. La presenza dell’On.le Rotondi e di tutti gli altri coordinatori provinciali e regionali, poi, ritengo sia l’occasione giusta per fare il punto della situazione per quanto riguarda le principali questioni politiche del nostro territorio ed immaginare, in tal modo, possibili punti di interesse sui quali incentrare future azioni politiche. Aprirsi al dialogo è un dovere cui nessun partito può derogare: è necessario che Forza Italia tragga spunto dalle migliori idee che provengono dal territorio per essere in grado di dimostrare che la ‘buona politica’ è l’antidoto più efficace per sconfiggere l’antipolitica”.


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La trasparenza è un elemento concreto di valutazione e non più un’immagine della retorica amministrativa

Amministratori pubblici e dirigenti, giù dal piedistallo Per loro, l’obbligo di rendere noti i redditi, il curriculum vitae, i dati relativi ad incarichi o alla titolarità di cariche in enti di diritto privato finanziati dall'erario, eventuali altre attività professionali e le relative retribuzioni L’INTERVENTO L’aureola di sacralità che avvolge i dirigenti e gli amministratori pubblici, la intangibilità di cui godono, verranno messe a dura prova dall’obbligo di rendere noto i loro redditi. Un modo metaforico di spogliarli e di offrire di loro un’immagine deprivata della coperta della privacy. Sapremo quanto guadagnano e come, con quale attività, e per quali funzioni. Una rivoluzione che abbassa la soglia dell’arroganza di questi personaggi che si configurano in vere e proprie caste, e alza il diritto d’accesso dei cittadini. La trasparenza è un elemento concreto e non più un’immagine della retorica amministrativa. La mancata pubblicazione dei redditi viene sanzionata e il relativo provvedimento inserito sul sito internet dell'amministrazione che l’adotta. Una rivoluzione, alimentata dalla crescente presa di coscienza della collettività di penetrare il mondo della politica dell’alta burocrazia. A rendere efficace questo processo di democratizzazione non solo interviene la legge, ma anche la capacità di vigilare, ed eventualmente denunciar, da parte della pubblica opinione. Solo tenendo aperte le porte d’accesso ai

luoghi del potere sarà possibile instaurare un rapporto nuovo con i cittadini. Le novità sono tante e vanno conosciute. A cominciare dal dovere dei titolari di incarichi amministrativi di vertice, e di incarichi dirigenziali, di rendere pubblici il conferimento dell'incarico a collaboratori e a consulenti, il loro curriculum vitae e i dati relativi ad incarichi o alla titolarità di cariche in enti di diritto privato finanziati dall'erario, e lo svolgimento di eventuali attività professionali e le relative retribuzioni. Disvelamento totale delle risorse pubbliche e della loro destinazione. Per i consulenti esterni, la pubblicazione dei dati relativi agli incarichi e la liquidazione dei relativi compensi è la condizione sine qua non perché l’atto di conferimento sia valido ed efficace. Il dirigente che viola questa prescrizione risponde sul piano disciplinare ed è sottoposto a una sanzione pari alla somma corrisposta, nonché a risarcire l'eventuale danno derivato dal ritardo della pubblicazione. Per quanto riguarda i dirigenti esterni assunti a tempo determinato, le pubbliche amministrazioni sono tenute a pubblicare il loro curriculum e

ad aggiornare l'elenco (Regione avvisata, mezza salvata!). Circa i componenti degli organi politici, ogni amministrazione, sul proprio sito istituzionale, dovrà pubblicare l'atto di nomina o di proclamazione dell'elezione specificando la durata dell'incarico o del mandato elettivo, il curriculum, i compensi connessi con l'assunzione della carica, le spese per viaggi di servizio e le missioni pagate con fondi pubblici, nonché i dati relativi all'assunzione di eventuali altre cariche presso enti pubblici o privati e i relativi compensi. Gli eletti dovranno inoltre pubblicare la dichiarazione circa il proprio patrimonio, la dichiarazione Irpef, e una dichiarazione concernente le spese sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale. In caso di omissione è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 500 ad un massimo di 10mila euro, e la pubblicazione sul sito internet dell'amministrazione del provvedimento sanzionatorio. Finora, salvo imprevisti, pare che tutti siano stati alla regola. Dardo

Ferrovie, manca la prospettiva Anche nell'ultimo incontro con Trenitalia, nessun progetto per il futuro

di Giuseppe Di Iorio CAMPOBASSO. Il disegno strategico di un rilancio della mobilità integrata che poggi sulle ferrovie è l’orizzonte più moderno e impegnativo sul quale occorre agire. Siamo ad un versante cruciale della storia sociale ed economica del Paese; è l’ultima occasione per procedere, a tappe forzate, sulla via della modernizzazione dei sistemi a rete, quello dei trasporti in primis perché è il più fragile. Il Molise non può e non deve essere assente da questa partita. Gli indicatori nazionali e, soprattutto, quelli europei confermano le scelte verso il trasporto ferroviario. Mentre da noi si parla solo di tagli, a partire dalla Carpinone-Sulmona ma lo sguardo è già proteso su quella tra Campobasso e Termoli, bisogna avere il coraggio di dimostrare che l'attraversamento del Molise è fondamentale per lo sviluppo delle direttrici di marcia per le merci. Che è fondamentale perchè il territorio è stabilmente inserito nel progetto Adriamed e, dunque, il porto di Termoli è proprio in faccia all'altra sponda dell'Adriatico. E' fondamentale perchè il tratto più corto e veloce dal Tirreno all'Adriatico. L’alta velocità è un suc-

cesso italiano raggiunto dopo decenni di ritardi, non un fiore all’occhiello bensì la spina dorsale moderna del sistema ferroviario sulla quale, tra l’altro si misurerà la concorrenza. Oggi la frontiera è quella dell’affermazione di un ruolo nuovo e decisivo delle ferrovie locali come cerniera della mobilità su terra, in particolare organizzando la logistica. E il Molise ha tutte le carte in regola per esserci. Occorre puntare sul trasporto delle merci per ferrovia; si interpretano e si valorizzano così l’indicazione e i piani di sviluppo dell’Unione Europea, sempre più orientati verso il rafforzamento delle reti ferroviarie in forza di un’eco-sostenibilità dei traffici e di un livello dei servizi collettivi più utile ai territori, soprattutto nelle aree ad elevata concentrazione e antropizzazione. E' questa la sfida che non si può perdere per l'ennesima volta pena la scomparsa della rete ferroviaria molisana. E' una sfida che può essere giocata, carte alla mano, con argomenti e fatti concreti che vengono dalla storia e guardano al domani. E' una delle pochissime speranze alle quali ci si può ancora aggrappare per non perdere, e non solo per dire, il treno del futuro.


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16 novembre 2014

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Dal Fondo nazionale della Montagna circa un milione dell’annualità 2010

Enigma: sviluppare una politica per la montagna senza le Comunità montane La parte del leone (700mila euro) è toccata all’Arsiam per la lotta agli incendi e per pagare gli operai forestali Soldi del 2010, sempre graditi. Soldi del Fondo nazionale della Montagna a una Regione che della montagna, delle sue prerogative, delle sue necessità, delle sue prospettive non tiene assolutamente conto. Una Regione che le Comunità montane, ovvero gli organismi che in tutte le regioni d’Italia si occupano dei problemi della montagna, le ha eliminate, ma i liquidatori non si decidono a chiudere i conti. Perché dovrebbero? Ci guadagnano, e la Regione assiste inerte a questa lunga coda politico-amministrativa. D’altronde, siamo in Molise, dove la mungitura della Pubblica amministrazione è un concreto arrotondamento delle entrare. Tornando ai finanziamenti relativi all’annualità 2010 del Fondo nazionale della Montagna per la gestione del patrimonio forestale e per la tutela del territorio montano e della biodiversità, sono 945.580,20 gli euro da ripartire. E, difatti, sono stati così ripartiti: 700mila sono stati assegnati all’Arsiam (ex Ersam) nell’ambito del Piano per la campagna di previsione, prevenzione, e lotta attiva agli incendi boschivi, nonché per pagare gli operai forestali; 150.000 per perseguire prevalentemente le finalità della legge sulla Montagna (Legge 97 del 1994) e, in particolare, per azioni di tutela e promozione delle risorse ambientali del territorio e della biodiversità anche attraverso progetti di intervento nei vivai regionali per la produzione di specie autoctone che tengano conto della necessità di incrementare il valore naturalistico delle aree a bosco delle nostre montagne; 50.000 per progetti volti a sanare piccole emergenze di dissesto idrogeologico nelle riserve demaniali regionali e per attività utili a diffondere la cultura del rispetto del bosco e del patrimonio naturalistico ed ambientale nelle scuole e tra i cittadini, anche con la collaborazione di Enti di Ricerca e di Studio e/o dell’università; 67.851,34 per interventi di tutela della

biodiversità, di produzione e conservazione di materiale forestale di origine nota e di diffusione delle specie autoctone indigene del territorio montano molisano (boschi da seme, iscrizione al registro regionale dei materiale forestale di base di cui alla delibera della giunta regionale 836 del 2010, mediante progetti e convenzioni con enti di ricerca). Finanziamenti elastici, come si può constatare, quelli non assegnati all’Arsiam e lasciati alla disponibilità della giunta regionale. Elastici, nel senso che possono adattarsi facilmente ai progetti che verranno elaborati e ai loro elaboratori (Enti di Ricerca e di Studio e/o dell’università). La giustificazione che accompagna questa ripartizione dei fondi è sintomatica nella sua generalizzazione. Ecco il testo standard: “La politica regionale e strutturale per la montagna vuole perseguire

L’INTERVENTO

Troppi lavoratori a rischio povertà Luigi Zappone * Anche e soprattutto in Molise,un lavoratore autonomo su quattro è a rischio povertà. Le famiglie delle“partite IVA”, dei piccoli imprenditori, degli artigiani, dei commercianti,dei liberi professionisti e dei soci delle cooperative corrono un rischio povertà quasi doppio rispetto a quello delle famiglie di lavoratori dipendenti. I dati sconvolgenti che la CGIA di Mestre ha diffuso di recente sono utili per disegnare il profilo del quinto stato in Italia: quello del “ lavoro

indipendente”.Tre milioni e mezzo di persone, tra cui oltre due milioni di imprenditori individuali, circa novecentocinquantamila mila professionisti, quattrocentoquarantamila ditte individuali che beneficiano di un regime fiscale di vantaggio. C’è chi l li considera “imprenditori” e chi, invece, non esita a definirli “evasori fiscali”.Sta di fatto che, su questo ampio settore del lavoro si sono fin qui scaricate iniquità fiscali e vere ingiustizie previdenziali al punto da avere negato al lavoro autonomo anche i più elementari ammortizzatori

prevalentemente le finalità di cui l’articolo 1 della legge 31 gennaio 1994 n. 97 e in particolare le azioni che tengano conto del valore naturalistico, mediante formule di tutela e promozione delle risorse ambientali del territorio e della biodiversità. A tale scopo è necessario, nei comuni montani, tutelare l’ambiente e le risorse naturali e conservare le specie e le associazioni forestali di comunità biologiche e di biotopi. In questo contesto i vivai forestali regionali svolgono un ruolo di primo piano per tutelare le caratteristiche genetiche e la biodiversità della flora locale. Pertanto occorre tutelare la biodiversità, mediante la produzione e conservazione di materiale forestale di origine nota e di diffusione delle specie autoctone indigene del territorio montano (boschi da seme, iscrizione e aggiornamento del registro regionale dei materiale forestale di base) con progetti e convenzioni della Regione con gli Enti di ricerca (ad libitum naturalmente – ndr). Indubbiamente utili i finanziamenti; utili le destinazioni, se davvero finalizzate alla valorizzazione delle peculiarità ambientali, paesaggistiche e produttive della montagna. Vogliamo crederci, anche se a contraddire una siffatta volontà, la Regione ha pensato bene di eliminare le Comunità montane alle quali, dobbiamo dirlo, non ha mai dato le deleghe per essere davvero uno strumento territoriale di sviluppo e di progresso delle popolazioni e dell’economia montane.

sociali. Vi è che, oggi, la maggioranza di queste “partite IVA” non solo sono povere, ma sono escluse dall’ambito dove si affrontano la grande impresa e il lavoro dipendente. I dati parlano chiaro: dal 2008 al primo semestre del 2014 gli “autonomi” che hanno chiuso l’attività sono stati circa trecentocinquantamila, a fronte di una diminuzione dei lavoratori dipendenti che rasenta solo il quattro per cento. Sempre la CGIA ha fatto presente che, nell’anno 2013, circa il venticinque percento degli “autonomi” ha “tirato avanti” con un reddito disponibile inferiore ad €. 9456 annui, corrispondente alla sogli di povertà calcolata dall’ISTAT. Venendo al fulcro del problema rileviamo che : i primi sette anni di crisi non hanno solo sbaragliato la classe operaia, ma si sono abbattuti sul ceto medio. E’ infatti a questa categoria che l’analisi delle classi, come quella statistica, ha assimilato il lavoro indipendente, sia quello professionale che quello della piccola impresa o del com-

Dardo

mercio. In quanto “ceto medio” il lavoro indipendente sembrerebbe dunque privilegiato. Così non è più. Va qui ricordato, inoltre, che, a differenza dei lavoratori dipendenti, “quando un lavoratore autonomo chiude in maniera definitiva la propria attività, non dispone di alcuna misura di sostegno del reddito”. A questo si aggiunge il fatto che, purtroppo, non è facile trovare un altro lavoro: spesso l’età non più giovane e le difficoltà del momento costituiscono una barriera al reinserimento, spingendo queste persone verso forme di lavoro esclusivamente in nero. A livello territoriale, dobbiamo registrare – nostro malgrado – che la peggiore contrazione delle “partite IVA” si è registrata al Sud: in particolar modo in Campania, Sardegna, Calabria e, purtroppo, Molise, la riduzione è stata di circa il dieci per cento .In conclusione è con non celata amarezza che dobbiamo prendere atto che, dopo quasi sette anni di crisi, il cosiddetto “ceto medio produttivo” (costituito in grossa parte da


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Campobasso

7 16 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Mercato coperto, occasione mancata La struttura di Via Monforte doveva servire a rilanciare il commercio Tutto era pronto per la ristrutturazione del mercato coperto di via Monforte. Ora tutto è (quasi ) pronto per annullare il progetto e gli impegni presi. Il “quasi” sta ad indicare che tra l’amministrazione comunale e l’erede del compianto Mario Di Biase, il figlio Antonio, non tutti i nodi sono stati sciolti. Quantunque siano nodi da sciogliere. Crediamo che l’amministrazione di Campobasso facendo parte dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, sappia che lo slogan lanciato nel corso di una delle ultime assemblee è: “L’Italia riparte dalle città”. Molte città italiane infatti (prendiamo Salerno) si sono date questo carico e lo stanno onorando migliorando la propria organizzazione territoriale e la qualità della vita dei propri cittadini, dando prevalenza ai progetti (pubblici-privati) che puntano a conquistare anche il primato del bello “come valore Morale”, per dirla con il vescovo di Campobasso

Bregantini. Il progetto di Mario Di Biase, l’imprenditore “in” dì Campobasso che aveva ideato l’intervento sul vecchio mercato coperto per farne una struttura polivalente, puntava decisamente a dare una sterzata alla vita sociale, economica e culturale del centro murattiano, ovvero la parte del territorio che ha pagato con un progressivo arretramento l’espansione dei nuovi quartieri e l’ingresso nella realtà commerciale dei super e degli ipermercati. Per rimettere in moto i meccanismi socio-economici e culturali inceppati, dopo aver rivitalizzato Via Gazzani con una costruzione per abitazioni e locali commerciali, dopo aver creato un polo edilizio La Città nella Città - che riassume un concetto di urbanizzazione polidirezionale mai sperimentato prima, Mario Di Biase aveva pensato di ristrutturare il vecchio mercato coperto di Via Monforte innovandolo nella funzione, più che nella strut-

tura, con parcheggi coperti, box commerciali, multisala cinematografica, bar-ristorante panoramico con affaccio sul borgo medioevale. Allegato alla ristrutturazione, anche un percorso di riqualificazione territoriale che avrebbe interessato il mercato all’aperto di Corso Bucci, parte del centro storico (Via Marconi) e lo stesso Corso Vittorio Emanuele: un progetto di dimensione europea, rispettoso della tradizione storica campobassana in una prospettiva di modernità. Un progetto da porre a base dello slogan dell’Anci <l’Italia riparte dalle Città>. Fare di Campobasso un centro direzionale al di là delle fin qui deluse, ataviche, aspirazioni, e delle comprovare inefficienze di chi l’ha amministrata. Quella idea geniale e la straordinaria volontà a realizzare di Mario Di Biase sono racchiuse in cataste di mappe, sezioni, prospetti, relazioni, stime e computi metrici e in un modellino in scala. L’ammini-

strazione comunale s’è dichiarata incapace di sostenerne l’onore (e anche gli onori) del project-financing; l’erede Di Biase, sebbene mosso da identica passione, non ha trovato sostegni pratici e morali per continuare in sintonia con l’idea paterna. Altra occasione di sviluppo urbano mancata. Con al centro il vecchio mercato coperto: simbolo architettonico degli anni Sessanta; centro commerciale primario degli anni Settanta-Ottanta; oggi simbolo decadente della profonda mutazione delle abitudini commerciali e del costume sociale campobassani. Sarebbe dovuta essere una soluzione per immaginare la rivitalizzazione e la ripresa in termini di vivibilita e qualità della vita delle due Campobasso: la medioevale e la murattiana. Progetto lungimirante per la capacità di ritessere attività (sociali, economiche e culturali) che erano nella tradizione e nella qualità urbana del centro murattiano, su cui già si an-

nunciavano innesti progettuali da parte di Confcommercio ed altri obiettivi urbanistici (il masterplan) in grado di alzare il livello direzionale del capoluogo, onde sganciarlo dal pernicioso minimalismo politico-culturale dell’ultimo decennio. Il fenomeno del depauperamento commerciale del Centro urbano, il declassamento urbanistico dell’area compresa tra via Roma e viale Elena, la rarefazione di centri sociali e di aggregazione, la sclerotizzazione di intere fasce sociali generata dall’inedia culturale, è sotto gli occhi di tutti. L’Amministrazione civica e il Costruttore avrebbero voluto cambiare il senso e il destino del capoluogo. Ciò non è accaduto, e non potrà accadere, perché il binomio pubblico-privato non ha trovato ragion d’essere. L’idee camminano sulle gambe degli uomini. E gli uomini, nella fattispecie, non sono più gli stessi. Dardo

RIVOLUZIONE NELLA QUESTURA DI CAMPOBASSO IL QUESTORE RAFFAELE PAGANO SCENDE IN CAMPO PIÙ UOMINI, PIÙ MESSI E NUOVE INIZIATIVE Una rivoluzione organizzativa quella messa in campo dal Questore di Campobasso, Raffaele Pagano in carica dallo scorso luglio. Per il neo vertice della questura del capoluogo non c’è bisogno di raccontare favole. Non si è certo scoperto l’acqua calda, “ i furti ci sono e ci saranno, l’usura c’è e ci sarà” quello che però da oggi si può raccontare ai cittadini è una maggiore attenzione al territorio e una maggiore presenza su tutto il territorio della provincia. L’obiettivo è potenziare i controlli per prevenire e reprimere in maniera efficiente i reati. Il Molise non è agguantato dalla criminalità organizzata, quello che qui esiste nella provincia di Campobasso è solo la tipicità di una piccola cittadina, con furti più o meno importanti, usura, episodi sporadici di racket

ma assolutamente non esiste infiltrazione camorristica. E a dirlo è un questore di origini campane. “Ad ognuno il suo lavoro” dice rivolgendosi in modo ironico alla stampa. “So quello che dico e quello che facciamo”. Intanto grande sinergia con la Prefettura e con le altre forze di polizia dislocate sul territorio. Attivato il servizio di messaggistica al 113 contro il bullismo. Ad usufruirne i ragazzi vittime di violenza e chiunque possa dare informazioni utili per reprimere il fenomeno ormai dilagante. Ma non solo tra le attività peculiari e innovative anche quella dell’incontro con i sindaci della provincia. “Vogliamo essere presenti su tutto il territorio in modo capillare e per questo c’è necessità che i sindaci che conoscono

i piccoli paesi, ci illustrino le difficoltà e le problematiche per poi intervenire in modo concreto”. 32 uomini in più sul territorio che coprono l’intera giornata h. 24 e una seconda volante in più per ogni turno di lavoro. E per quanto riguarda i problemi nei quartieri della città sempre più spesso presi di mira da ladri in azione, “a breve – garantisce il questore – ci sarà il vertice con il sindaco Battista per organizzare incontri cadenzati nel tempo con i residenti delle varie periferie, per conoscerli meglio e per mettere in campo azioni di repressione”. Con l’ateneo molsiano e con la camera di commercio del capoluogo il neo questore sta emttendo a punto una serie di iniziative. E sull’ultimo episodio di cronaca che ha ri-

guardato il governatore della regione vittima

di minacce di morte “Stiamo indagando”. cafè

Riqualificazione urbanistica, architetti a confronto Se ne è parlato a Campobasso nel corso di un meeting tecnico sul futuro della città CAMPOBASSO. ‘Le esperienze europee di rigenerazione urbana’ al centro della quarta giornata di ‘Revive 2014’, l’iniziativa organizzata dalla Fondazione Architetti di Campobasso in corso di svolgimento all’ex Gil del capoluogo. Anche ieri pomeriggio, venerdì 14 novembre 2014, ospiti di eccezione per discutere di recenti interventi, fuori Paese, che coniugano architettura ed arte, progetti urbani ed esigenze del tessuto sociale locale, strumenti e metodi innovativi. Proprio recenti esperienze, dagli ecoquartieri al remodelage urbano ed architettonico, hanno confermato che è possibile realizzare parti di città secondo criteri differenti, perché nati come risposte puntuali e immaginifiche a problemi concreti di volta in volta di ordine economico, sociale, di integrazione, ma legati dall’idea fondante di considerare il tessuto urbano come un innesco per lo sviluppo.

L’analisi delle buone pratiche di altre realtà offrono così lo spunto per tecniche e strategie di cui servirsi per proporre strumenti e metodi innovativi. Nonostante le difficoltà economiche la rigenerazione urbana sostenibile può essere un inizio per costruire società diverse. Sul banco, le esperienze di Lubiana e Malmo. Nel primo caso a parlare l’architetto Jmiha Desman che ha tracciato gli interventi salienti in una cittadina dal fascino irresistibile. Tra le principali innovazioni nella mobilità sicuramente la presenza di tante biciclette per poter percorrere centro storico e centro città, a loro volta oggetto di riqualificazione: Recuperate inoltre aree industriali dismesse e messo a punto un sistema di cassonetti sotterranei, ma visibili in superficie per poter conferire frazioni degli scarti domestici e commerciali. Spazio, successivamente, alla lezione dell’architetto Milena De

Matteis che ha portato l’attenzione sul potenziale di un quartiere di periferia riqualificato, ma anche su indirizzi precisi, approcci multisettoriali, leadership e partecipazione per una rigenerazione urbana in Europa. Illustrato il caso Malmoe, un quartiere del nord Europa dove i residenti vivono in perfetto equilibrio con la natura, dove il progetto di riqualificazione ambientale del porto si è trasformato in un esempio di sostenibilità al 100%, riconosciuto dall’unione Europea e difeso dai suoi residenti ‘sentinella’. Dopo i consueti saluti del presidente della Fondazione Architetti di Campobasso, Giancarlo Manzo, a moderare i lavori ci ha pensato Domenico Potenza, docente di composizione architettonica all’Università degli Studi ‘G. d’Annunzio’ di Chieti-Pescara.

Fa la spesa senza pagare, denunciata I carabinieri hanno fermato la donna di Petrella Tifernina uscita da un passaggio laterale CAMPOBASSO. Una giovane donna di 26 anni e residente a Petrella Tifernina, è entrata nel centro commerciale ‘E Leclerc’, meglio noto come ‘Il Pianeta’ e dopo aver riempito fino all’orlo la sua borsa di snack e dolci, ha oltrepassato le casse e si è recata verso l’uscita con molta nonchalance, cercando di non dare nell’occhio. Peccato per lei che un dipendente l’ha notata e subito ha segnalato ai carabinieri

l’episodio. Una gazzella che si trovava in zona contrada delle Api è immediatamente intervenuta, permettendo cosi di acciuffare la giovane donna. La ragazza si trovava ancora nel parcheggio del centro commerciale intenta a nascondere alla meglio la refurtiva equivalente a66 euro di spesa. Riconosciuta dal dipendente, che ne aveva già fornito una de-

scrizione somatica, la 26enne è stata successivamente denunciata dal direttore de ‘Il Pianeta’ con l’accusa di furto. La tempestività dell’intervento è stata fondamentale per identificare la giovane, una celerità legata all’aumento dei controlli dei carabinieri per contrastare la crescita dei reati di furto soprattutto nel fine settimana.



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Isernia

16 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Carsic, si abbatte un nuovo ciclone I tagli per la riabilitazione vanno ad intaccare i posti letto presenti nella struttura sanitaria VENAFRO. Si abbatte un nuovo violento ciclone sul Carsic. Con Decreto n. 37 del 3 novembre il presidente Paolo Di Laura Frattura ha firmato una “Piano Attuativo della Riabilitazione” che sostanzialmente taglia i posti letto della struttura assistenziale, portandoli da 120 ad 80. Il Decreto in particolare è intitolato “Approvazione Piano Regionale della Riabilitazione 2014/16”. Si intende emanato ed operativo entro 90 giorni dalla pubblicazione sul Bur (Bollettino ufficiale della Regione Molise), cioè a brevissimo tempo. Ma non è finita qui. Proprio oggi pomeriggio alle ore 16 i lavoratori ed i sindacati sono stati convocati alla Prefettura di Isernia insieme con la proprietà del Carsic. E questa riunione di oggi, richiesta con urgenza dai sindacati interni, si preannuncia ancora più burrascosa, sia per i lavoratori che per la stessa proprietà. Del resto i 105 dipendenti non ricevono ancora gli stipendi di luglio,

agosto, settembre ed ottobre 2014, oltre alla rimanente parte del mese maggio, su un anticipo di 500 euro. Con l’avvicinarsi di dicembre rischiano di rimanere senza stipendio e tredicesima per almeno cinque, sei mesi di salario. Un vero e proprio collasso economico che pesa come

un macigno su ben 105 famiglie, praticamente allo stremo delle forze economiche e persino psicologiche. Su un prospetto grafico del famigerato Decreto 37 si legge la tabella dei nuovi posti letto assegnati. I vecchi sono 120 ed i nuovi sono 80, suddivisi tra 40 posti letto per “internati”

come malati gravissimi senza autonomia psico-fisica e bisognosi di assistenza giorno e notte, 30 disabili ricoverati (per riabilitazione extraospedaliera- Rsa) e 5 per la riabilitazione a ciclo diurno. Ma quello che al Carsic la Regione toglie, ad altre strutture private molisane concede.

Così al Centro Pavone Neuromed di Salcito, oggi con zero convenzionamenti, elargisce finanziamenti per 60 posti letto. Sono suddivisi tra 30 posti letto (riabilitazione extraospedaliera intensiva), altri 15 (riabilitazione extraospedaliera estensiva) e 15 (unità d’accoglienza prolungata). Così anche alla struttura Gea Medica di Isernia per cui viene concesso, da zero, l’accreditamento per 52 posti letto riabilitativi, suddivisi tra 32 nella rete ospedaliera e 20 come riabilitazione estensiva. Per i sindacati del Carsic: “ Si tratta di una vera e propria penalizzazione mirata, un attacco alla struttura riabilitativa privata venafrana, presente da ben quarant’anni sul territorio. Quindi la concessione dell’aumento della retta giornaliera per ogni ricoverato, che dal 1 gennaio passa da 109 euro a 128, come avevamo dichiarato, si conferma solo come un gioco delle tre carte, Tanto ti do con una mano e più ancora ti tolgo con l’altra”.

Comune di Isernia non tutela le fasce sociali più deboli di Giovanni Muccio* Il Movimento regionale del Guerriero Sannita ha ritenuto fare la conferenza stampa a Isernia antistante il Comune, per chiedere a tutte le forze politiche, ed in particolare al Centrosinistra di Brasiello che detiene il potere, una maggiore considerazione verso quelle fasce deboli della società che, comunemente, il Guerriero chiama “gli ultimi”, coloro i quali non hanno voce. Isernia, un centro storico ormai nell’agonia più totale, attività commerciali costrette a chiudere i battenti, stessa cosa dicasi per gli uffici, e l’Ittierre, un tempo vero e proprio “polmone” per l’economia cittadina, oggi ridimensionata. Insomma, un deserto, un dramma sociale, che investe centinaia e centinaia di famiglie, cosa di cui ci si accorge anche solo aggirandosi per le vie del capoluogo pentro, constatando la chiusura di molti negozi e la difficoltà in cui versano quelli ancora aperti. A vista d’occhio si nota il diminuire della popolazione, palpabili sono i disagi della disoccupazione, della cassa integrazione, della mobilità. Una situazione già di per sé, dunque, drammatica, ma, ora, l’Amministrazione comunale contribuisce a rendere la vita di centinaia di famiglie ancor più faticosa, aumentando al massimo le imposte comunali, iniziando dalla TARI (Tassa sui rifiuti), passando attraverso l’addizionale comunale Irpef, finendo con la Tassa sui servizi indivisibile, la famosa TASI, che dovrebbe servire a finanziare i servizi co-

munali, il Guerriero Sannita si chiede, chi dovrebbe quindi far fronte a queste imposte comunali, forse le centinaia e centinaia di famiglie, che si trovano nell’impossibilità di provvedere anche al minimo indispensabile rappresentato dalla spesa alimentare giornaliera, dal pagamento di bollette di luce e gas, spesso staccate per morosità involontaria? Rendiamoci conto di quante sono queste famiglie isernine, che si trovano in questa situazione disperata, e dimostriamo il coraggio della solidarietà, facendo in modo di trovare le soluzioni più idonee, come può essere l’azzeramento della TASI e le agevolazioni sulla TARI, evitando, a queste famiglie disperate, che tra qualche anno debbano intervenire altre amministrazioni a richiedere imposte con interessi, a cui esse non possono ottemperare. Solo chi non vuole vedere non vede, la povertà è un dato di fatto che si riscontra in moltissime famiglie isernine. Che fine ha fatto la tanto pubblicizzata “mensa pubblica per i poveri”, un’idea nata da Don Vincenzo Chiodi e portata avanti da tutti e in ultimo dal sindaco Brasiello? La mensa pubblica non è solo una soluzione alla povertà, ma può essere una risposta all’emergenza ed un approccio diverso ai bisogni dei poveri. Il Guerriero Sannita ritiene che sia nostro compito dimostrare che ancora esiste una buona politica ed una idea di solidarietà sociale, di impegno civile, che vanno al di là dei

personalismi e degli interessi di parte e, allora, cerchiamo tutti insieme di dare almeno un pasto riscaldato a chi ne ha bisogno. A Campobasso tale servizio è una realtà dove decine e decine di persone bisognose trovano ristoro, e, ogni giorno che passa, si ingrossano le file di chi ha bisogno di mangiare. Una realtà, questa campobassana, nata dalla collaborazione tra Comune e Caritas, che bisogna fare in modo che trovi spazio anche ad Isernia, perché, con le chiacchiere, sig. Sindaco Brasiello, mi creda, nessuno riesce a mangiare, servono fatti concreti Inoltre ad Isernia è sempre più avvertito il problema della tossicodipendenza dovuto all’uso di sostanze stupefacenti ed alcol, un problema che riguarda centinaia di giovani isernini. Il Sert di Isernia è diventato meta di giovani, spesso accompagnati dai genitori che aspettano per strada, per la loro dose di metadone. Si tratta degli “invisibili”, giovani senza un nome ed un cognome, riconosciuti con un numero di matricola. Anche sotto questo aspetto di grande rilievo sociale, il Guerriero Sannita chiede all’amministrazione Brasiello cosa abbia fatto come iniziativa amministrativa propria. A parere del Guerriero Sannita, è importante creare un “centro di aggregazione giovanile”, un luogo in cui si socializzi, ci si confidi, si progetti, si cresca, un luogo dove i giovani possano impegnarsi nel loro tempo libero sottraendolo alle solite piazze, che, spesso, rac-

L’arte del tombolo, partito il corso Ad attivarlo è stato il Centro turistico delle Acli di Isernia ISERNIA – La remota origine e la delicata lavorazione delle trine a tombolo sono i fattori essenziali che contribuiscono a far conoscere e stimare ancora oggi questa preziosa arte. Per diversi anni il tombolo a Isernia è stato anche parte del percorso didattico degli allievi dell’istituto artistico della città. Oggi, però, soltanto poche donne

sono in grado di lavorarlo. Ecco perché diviene necessario mettere in campo iniziative che promuovano la pregiata lavorazione. Il Centro Turistico Acli, attivo nell’ambito della valorizzazione delle attività produttive locali e tipiche, consapevole del potenziale di quest’arte, ha inteso realizzare un percorso formativo nel quale la

lavorazione delle trine al tombolo possa essere insegnata e divulgata. Il corso, che ha preso il via mercoledì 5 novembre e si terrà ancora il 12, 19, 26 novembre e 3 dicembre, dalle ore 15 alle ore 17, presso la sede del Museo Civico di Isernia, in piazza Celestino V, ha il duplice obiettivo di preservare la tradizione, creando nuove op-

colgono decine e decine di ragazzi consentendo un più facile approccio con la droga. Oggi i giovani che si recano al Sert spesso non hanno durante il giorno, un punto di ritrovo dove socializzare e, quindi, ritornano facilmente ad usare stupefacenti. L’obiettivo del C.A.G., a parere del Guerriero Sannita, è quello di privilegiare la fascia giovanile del territorio isernino e di creare interesse e partecipazione alla comunità locale. Il C.A.G. deve rispondere alla necessità di un luogo fisico in cui i giovani, tossicodipendenti e non, possano entrare in contatto, relazionarsi e condividere anche opportunità lavorative, come la cura del verde pubblico o atre attività di interesse sociale. Finiamola di spendere soldi per iniziative futili e di facciata, inefficienti ed inutili per il raggiungimento di risultati efficaci nella lotta alla povertà! Caro Brasiello, poniamoci il risultato di contrastare la povertà, di stare al fianco dei soggetti più deboli; cerchiamo di coinvolgere la chiesa, la caritas, le associazioni locali di volontariato; assumiamo l’impegno di definire un piano strategico e di azione con al centro la priorità di venire incontro a cittadini in grave difficoltà economica e sociale. Non dimentichiamo mai che ad un uomo la povertà nega la libertà, la bellezza delle cose ed i colori della vita. *Presidente regionale del Guerriero Sannita

portunità professionali. Si tratta del primo step formativo, destinato alle principianti, nel quale verrà impartito l’insegnamento delle seguenti lavorazioni: la trina di base; la curva; la legatura; la coppia esterna; la mezza coppia; l’abb’rrite e il fiore. Il completamento di questo primo momento di formazione consentirà di accedere a un corso amatori, durante il quale si perfezioneranno le tecniche apprese e nuove lavorazioni saranno introdotte, tra cui la possibilità di realizzare gioielli al tombolo.



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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

16 novembre 2014

senza alcun finanziamento pubblico

Funziona il piano antirapina a Termoli

I Carabinieri hanno arrestato una persona e denunciate altre due nei pressi di una banca TERMOLI. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Termoli nella giornata di ieri hanno tratto in arresto una persona e denunciato in stato di libertà altre due che si aggiravano nei pressi di una banca del centro. Il servizio è scattato già nalla giornata di giovedì, quando i militari avevano raccolto fondate notizie circa la presenza di alcune persone sospette nel centro che si aggiravano nei pressi di alcuni istituti bancari. Immediato il piano antirapina con diverse pattuglie dislocate sul territorio, con il preciso intento di iden-

tificare le persone sospette e capirne le intenzioni. Proprio nella mattinata di venerdì i Carabinieri hanno individuato l’auto e bloccato i soggetti a bordo di una Fiat Marea SW e dai controlli eseguiti hanno accertato che in un caso si trattava di un sorvegliato speciale di Bari con obbligo di soggiorno proprio in quel comune, pertanto, è stato immediato l’arresto in flagranza per la violazione degli obblighi imposti dal provvedimento. Le indagini immediate hanno consentito di accertare anche i motivi della presenza dei tre soggetti nei

pressi degli istituti bancari. Infatti è emerso che lo stesso, con gli altri due complici poco prima, avevano seguito e raggiunto un signore anziano che aveva prelevato dei soldi in banca. Li scattava il piano del raggiro che avrebbe potuto portare la vittima a vedersi sottrarre tutto il denaro, ricorrendo alla truffa dello yogurt. In pratica sporcando gli abiti del malcapitato che avevano fermato e vestendo i panni dei buoni samaritani, avevano cercato di aiutare la vittima, un settantenne termolese, distraendola, per poi sottrargli il por-

tafogli con delle sottili pinzette. Il piano però non è andato a buon fine. E sui tre sono piombati i Carabinieri a fermarli. Per il sorvegliato,P.A. cinquantunenne, sono scattate le manette mentre per gli altri due, L.M. sessantadue anni e L.E. sessantacinque anni è scattata la denuncia in stato di libertà per tentato furto aggravato in concorso. Proprio in questi giorni i Carabinieri con la Guardia di Finanza, come noto stanno partecipando ad un progetto del Comune di Termoli che, raggiungendo la popolazione non più giovane nei quattro centri sociali

per anziani, cerca di mettere in guardia le possibili vittime da quelli che sono i rischi quotidiani e proprio i primi due incontri sono stati anche una buona fonte di informazioni per i militari che alle paure di alcuni anziani hanno fornito l’immediata risposta con quello che è lo scopo degli incontri: non avere paura o vergogna di rivolgersi ai Carabinieri se si nota qualcosa di strano o peggio se si è vittime di raggiri, truffe o furti, perché troveranno sempre qualcuno pronto ad ascoltarli e aiutarli.

Furto aggravato, deferita una donna I carabinieri hanno fermato una 50enne che rubava nel cimitero TERMOLI. I Carabinieri della stazione Carabinieri di Montenero di Bisaccia hanno deferito in stato di libertà, per furto aggravato, A.D. di 50 anni, una donna del luogo trovata in possesso di numerosi oggetti decorativi funebri di provenienza furtiva. I militari della Stazione hanno avviato gli accertamenti proprio a seguito di alcune de-

nunce di persone che, recatesi al cimitero del comune basso molisano, avevano notato l’assenza di statuette e decorazioni funebri ed in alcuni casi dei fiori. Pertanto i Carabinieri, dopo qualche appostamento, hanno sorpreso la donna mentre asportava vari mazzi di fiori in plastica dalle pietre tombali. Successivamente, visti i numerosi episodi a

conoscenza dei militari, alcuni dei quali però mai denunciati, hanno deciso di estendere i controlli perquisendo anche l’abitazione della donna, in casa sono stati trovati numerosi vasi, statue e fiori sintetici la cui provenienza si è accertato essere di provenienza furtiva. La maggior parte degli oggetti è stata riconosciuta dai legittimi proprietari i quali reca-

tisi presso il Comando di Montenero di Bisaccia sono potuti rientrare in possesso del maltolto per ricollocarlo nel posto originario. La donna come detto dovrà rispondere al Giudice per il reato di furto aggravato continuato essendo stati riscontrati almeno una quindicina di episodi avvenuti nell’arco dell’ultimo anno.

“Pesca, qualcosa si muove” Per l’onorevole Venittelli positive le azioni raccolte dal Governo TERMOLI. Seduta importante per il comparto della pesca quella di mercoledì scorso nella commissione Agricoltura della Camera dei deputati. L’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli ha portato ancora una volta in esame – dopo averla riformulata - la risoluzione sul comparto ittico e le politiche di sviluppo sostenibili. Il sottosegretario Giuseppe Castiglione ha espresso così a nome dell’Esecutivo di Palazzo Chigi parere favorevole. In particolare, nel corso della discussione, l’attenzione maggiore è stata dedicata con voto separato proprio all’impegno formalizzato dall’onorevole Venittelli, che ha specificato come ‘le finalità della risoluzione sono quelle di andare incontro alle esigenze degli operatori del settore della pesca e che l’interesse è dare un impulso all’attività ittica, perseguendo lo sviluppo

sostenibile ambientale’. “Siamo davvero soddisfatti – ha commentato la parlamentare molisana – poiché il governo Renzi ancora una volta si è mostrato sensibile alle istanze che provengono dai territori e dalle categorie produttive. Su queste istanze, da tempo, si è al lavoro con le varie componenti della marineria per arrivare a definire un percorso virtuoso a tutela delle imprese di pesca, dei livelli occupazionali e della tutela dell’ecosistema marino”. Nella risoluzione sono stati affrontati i temi della cassa integrazione per il fermo pesca, nonché la necessità di utilizzare al massimo i fondi comunitari di fronte alle sfide che la politica comune europea impone alla pesca con l’introduzione del concetto di rendimento massimo sostenibile, ovvero stock ittici e divieto di rigetto in mare per tutte le specie.

Lion Tifernus, nuova iniziativa Un progetto che ha offerto la realizzazione gratuita di visite oculistiche TERMOLI. Nuova iniziativa da parte del club Lion Tifernus che a partire da ieri mattina hanno avviato, presso le primarie cittadine, un progetto che ha offerto la realizzazione gratuita di visite oculistiche ai bambini al di sotto dei 7 anni di età per scoprire eventuali patologie nei tempi migliori ed idonei all’applicazione di misure terapeutiche. In accordo con i dirigenti dei circoli didattici, ha preso il via presso la scuola di via Stati Uniti questo significativo progetto che grazie alle ortottiste Concetta di Tullio e Lucia Fabiola Marcatullio, con la supervisione del dottor Antonio Covatta, hanno avviato lo screening per i primi 17 bambini degli oltre cento che saranno visitati entro il prossimo 27 novembre. Al termine delle visite è stata consegnata una scheda per i genitori che

riassume la capacità visiva del bambino ed eventualmente consiglia l’esecuzione di una visita oculistica completa che, mediante ulteriori esami strumentali, permetterà di mettere in atto tutte le misure correttive necessarie. Il Piano visite proseguirà il 18 e 20 novembre presso la Scuola Privata Campolieti; il 21 novembre 2014, presso il primo circolo succursale di Via Catania e i 25 e 27 novembre 2014 al secondo Circolo succursale di Via Volturno. A colloquio con il presidente Adamo Acciaro e il suo predecessore Francesco Cristaldi si evidenzia che lo scorso anno sono stati svelati e assicurate alla terapia cinque casi di ambliopia, patologia che se diagnosticata nei primi anni di vita può essere solo un ricorso.

Il rischio per chi non andrebbe a ottemperare e continuasse a pescare specie sotto-taglia è quello di vedersi ritirare la licenza per il cosiddetto sforzo di pesca. “La risoluzione - conclude l’onorevole Venittelli - indica al governo il percorso che si dovrà compiere nel futuro a breve termine sul settore essendo l’unico atto di indirizzo consentito. Da qui l’assoluta importanza dell’approvazione in Commissione, poiché da quel momento il governo si dovrà uniformare in tema di pesca sulla rotta tracciata e non a caso si tratta dell’atto unico più rilevante e significativo portato nella XIII assise permanente dal gruppo del Pd in questi primi 20 mesi di legislatura”.

Gusta il Molise, parla arbereshe La rivista Kamastra e gli sportelli linguistici incontrano i protagonisti della cooperativa MONTECILFONE. Gusta il Molise parla arbereshe. La rivista Kamastra e gli sportelli linguistici incontrano i protagonisti della cooperativa DiversaMente e i loro colleghi di Basilicata e Puglia, destinatari del progetto il Sapore della cultura, itinerari enogastronomici e di lavoro. Nella sala del Consiglio comunale gli ospiti delle tre cooperative Eureka di Martina Franca, soggetto capofila, di Progetto Popolare di Montescaglioso ed DiversaMente di Termoli, hanno colto l’opportunita’ per un approccio diretto con la cultura delle comunita’ alloglotte molisane inserite nel loro percorso progettuale finalizzato alla

creazione di un indotto turistico ed enogastronomico attrattore di flussi turistici e di inserimento lavorativo di persone con svantaggi psichici e in attivita’ riabilitativa presso i centri di salute mentale. Il sindaco Franco Pallotta nel suo saluto di rito ha magnificato questa iniziativa.


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