TuTTo quello che gli alTri non dicono
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L’Oscar del giorno a Pierpaolo Nagni
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Pierpaolo Nagni. L'assessore regionale ai Trasporti è riuscito a sbloccare i fondi per la Gtm che gestisce il servizio autobus cittadino a Termoli. Ricordiamo che i mezzi si erano fermati proprio per il dimezzamento dei soldi. Ora, invece, sembra che tutto sia rientrato proprio a seguito dello sblocco dei relativi fondi. E' chiaro che ora bisognerà puntare con decisione su una nuova programmazione del settore che da anni non riesce a trovare una sua definizione proprio al fine di evitare queste situazioni.
Il Tapiro del giorno a Marinella D’Innocenzo
Il Tapiro del giorno lo diamo a Marinella D'Innocenzo. La nuova dirigente della Sanità molisana, chiamata al capezzale di un settore che non riesce a conoscere l'ombra di una programmazione vera, ha conosciuto, però, disavventure proprio su un documento di programmazione quando prestava la sua opera professionale in Piemonte. Fu la Giunta regionale di quella terra a bocciarlo nella forma e nella sostanza. Dal Piemonte tornò in Lazio per la direzione Ares dopo essere stata candidata nel Pd e voluta da Veltroni. E oggi, guarda caso, è in Molise.
“Io Cardinale? Nessuna nota ufficiale
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 16 dicembre 2014
Fissato per mercoleì l’incontro degli assessori regionali alle Politiche sociali con il ministro Poletti
Per i superstiziosi il 17 non porta bene L’assessore Petraroia: “Lo Stato si riprenda ogni competenza se lo tiene utile in materia di lavoro, ma non pensi di lavrasi le mani al cospetto della crisi sociale del Molise” Il 17, per i superstiziosi, non porta bene. Chissà se ne terrà conto l’assessore regionale alle Politiche sociali, nonché vice presidente della giunta regionale, Michele Petraroia, che il 17 dicembre, a Roma, in uno coi colleghi assessori delle altre 19 Regioni italiane, incontrerà il ministro Poletti per discutere delle pressanti questioni del lavoro, dell’occupazione e delle sviluppo. Ministro cui Petraroia si propone di rappresentare in dettaglio (se ci sarà tempo e modo, aggiungiamo noi ndr) le emergenze produttive e occupazionali del Molise. Temiamo dovrà sgomitare parecchio per farsi largo tra i colleghi che, a differenza sua, rappresentano milioni di cittadini e hanno problemi sicuramente macroscopici da risolvere. Non per questo, però, i problemi del Molise sono meno seri e meno importanti; ma le gerarchie a volte sono inflessibili e insuperabili. Soprattutto se a sostegno hanno un peso parlamentare e rappresentativo che noi molisani, oggettivamente non abbiamo, con tutto il rispetto per la nostra delegazione parlamentare (Ruta, Leva, Venittelli e Di Giacomo). Al di là
della facilità o meno di accedere al confronto con Poletti, spetta al ministro, per dettato, attivare le procedure per riconoscere le misure straordinarie in favore dei lavoratori dell’Ittierre, della Gam e dell’indotto metalmeccanico per agevolare la soluzione di quelle vertenze, a partire dai provvedimenti di sostegno al
reddito e degli incentivi per la ricollocazione dei dipendenti. Sono mesi ormai che si attende una decisione, una presa di posizione, un chiarimento, un accidenti qualsiasi che rimuova la situazione di stagnazione in cui sopravvivano l’Ittiere e la Gam, che, non dimentichiamolo, è stata generata ed aggravata dal-
l’inerzia della Regione Molise. Queste fughe in avanti con la chiamata in causa dei ministri e del Governo di Roma sono scopertamente strumentali laddove si propongono di formare una cortina fumogena per nascondere le inefficienze e le colpe degli amministratori locali. Finora, purtroppo per noi molisani, non ha avuto alcun effetto neanche l’intervento della X° Commissione della Camera dei Deputati nei confronti del Governo al quale avrebbe segnalato l’emergenza occupazionale in Molise e chiesto l’attivazione dell’area di crisi con strumenti finanziari compensativi del taglio dei fondi europei per il 2014-2020 apportati per le regioni in transizione ( Abruzzo, Sardegna e Molise). Una delegazione parlamentare più autorevole, certamente più accreditata, avrebbe qualche possibilità di muovere l’attenzione di Renzi. Così non è, e le difficoltà di ottenere un minimo riconoscimento sul piano programmatico nazionale sembrano prevalere su tutto e su tutti. Ci resta il 17, il giorno in cui l’assessore Petraroia, sfidando cabala e superstizione, vorrà provare a concludere
qualcosa, accontentandosi, ci pare, anche che il ministro del lavoro si mostri favorevole ad accelerare quanto è stato disposto dall’Inps per il pagamento delle Casse in deroga 2014, a prorogare l’Accordo Quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga in Molise, in agenda della Commissione Tripartita del 29 dicembre prossimo. Anche questo però è un tentativo al limite della disperazione per l’assessore molisano che sa bene che col Decreto ministeriale del 4 agosto 2014 le competenze sulla Cassa in deroga e sulla mobilità in deroga sono state accentrate dal Governo esautorando le Regioni. Più che le competenze, resta da vedere se ci sono o meno i margini di agibilità economica e gli strumenti normativi utili a risolvere positivamente le vertenze sul tavolo. Conclusione di Petraroia, per nulla confortante, e non è la prima volta che gli capita: “Lo Stato si riprenda ogni competenza se lo tiene utile in materia di lavoro, ma non pensi di lavarsi le mani al cospetto della crisi sociale del Molise”. Dardo
No Hub, le ragioni della protesta A margine della manifestazione tenutasi giovedì 11 dicembre, i promotori del comitato NoHubMolise, insieme a membri del comitato Molise, Abruzzo, Lazio, Campania contro le Camorre, sono stati ricevuti dal Prefetto dott. Di Menna. Nel corso dell’incontro sono state esposte le ragioni della costituzione del comitato con la petizione in atto, oltre alle preoccupazioni relative alla destinazione dell’ex villaggio di San Giuliano a centro Hub per lo smistamento e l’identificazione dei migranti. Abbiamo evidenziato: Che Il comitato nasce dalla necessità di dare la più ampia informazione ai cittadini sul tipo di struttura che si attiverà nell’ex villaggio di San Giuliano, consapevoli del fatto che in questi mesi di trattative nei tavoli Prefettizi, i soggetti partecipanti non hanno comunicato a dovere ai cittadini quanto si stava progettando; Preso atto che il modello Hub deciso per il Molise, strutturalmente e per dimensioni , oltre ad essere fortemente impattante per quel territorio sprovvisto di una adeguata rete sanitaria e di pubblica sicurezza , non è assolutamente percorribile, basti approfondire le relazioni e le inchieste giornalistiche di importanti operatori e network nazionali sulle condizioni di vita degli ospiti all’interno dei centri CARA (oggi definiti HUB) presenti in Italia. Inoltre dai dibattiti nazionali è emerso chiaramente che il modello Hub, in cui gli ospiti vivono in una sorta di “detenzione Amministrativa” è fallimentare e non efficace; Che le inchieste della magistratura su “Mafia Capitale” stanno portando alla luce scenari inquietanti sugli appetiti economici
che scatena il fenomeno “migranti”, con il pericolo concreto di infiltrazioni anche in Molise , come si evince dalle intercettazioni rese pubbliche dalla stampa; Che siamo favorevoli alla “vera accoglienza” rispettosa della persona umana ma che sia basata su un tipo di organizzazione a “rete” e che favorisca concreti percorsi di integrazione, per questo abbiamo proposto un modello di tipo SPRAR, da attivare nei comuni molisani per ospitare piccoli nuclei familiari; Che in Molise, al momento non vi è un piano per l’accoglienza e per questo è necessario che la discussione venga affrontata nella massima istituzione che è il Consiglio Regionale, coinvolgendo le comunità al fine di condividere e costruire dal basso le migliori forme di integrazione ed accoglienza, così come prevede appunto la rete Sprar. che in assenza di una chiara informazione, è necessario fare informazione sulla differenza fra i centri di tipo CARA e i centri di tipo SPRAR (che noi proponiamo); Per tutti questi motivi abbiamo chiesto la sospensione di ogni provvedimento in atto sull’apertura del centro HUB, invitando il Prefetto a farsi promotore di un Tavolo regionale nel quale si discuta, insieme alle comunità e alle associazioni , della migliore forma di accoglienza da attivare in Molise, privilegiando un metodo trasparente e comunicativo come lo stesso Testo Unico dell’Immigrazione impone. Il Prefetto dopo aver ascoltato le nostre ragioni ha evidenziato che: Per quanto attiene il pericolo infiltrazioni la questione è stata affrontata con il sindaco di San Giuliano, per questo la commissione di gara che
affiderà la gestione del centro HuB per il quale sono previsti 3 anni di convenzione (con un impegno economico di diversi milioni di euro) sarà presieduta dallo stesso Sindaco; Che prima di prendere qualsiasi decisione vi sono già stati numerosi incontri in Prefettura insieme ai sindaci, di cui alcuni si erano dichiarati contrari, e che tutte le accortezze sanitarie e sulla sicurezza sono state valutate. Saranno potenziati i presidi ed aumentata la vigilanza sanitaria. Di fronte alla nostra richiesta di sospendere ogni attività sul centro HuB di San Giuliano si è mostrato fortemente contrario così pure il funzionario responsabile della convenzione ha espresso il fermo no alla sospensione delle attività perché “ormai ogni decisione è stata presa”. Nel ringraziare il Prefetto per averci ricevuto, non possiamo non prendere atto della totale chiusura ad ogni possibile soluzione alternativa al centro Hub di San Giuliano, oltre che del silenzio delle Istituzioni. Esprimiamo ancora una volta tutta la nostra preoccupazione amplificata ancor di più dalle inchieste romane. Ribadiamo con forza che vogliamo la “vera Accoglienza” che si realizza solo con un partecipazione attiva delle comunità, al fine di creare un modello armonioso di convivenza fra residenti ed ospiti. Ribadiamo il nostro secco No a modelli imposti dall’alto, soprattutto quando comportano, come in questo caso, esorbitanti impegni economici che suscitano gli appetiti delle organizzazioni malavitose. Sollecitiamo la Regione,
i gruppi politici presenti, a farsi carico di questa materia al fine di sgombrare il campo da ogni equivoco e strumentalizzazione possibile, con l’elaborazione di un piano di accoglienza che esalti la capacità di dare solidarietà dei Molisani non quella di “prendere”. Al momento non servono vaghe rassicurazioni o auspici, ma atti politici concreti ed assunzioni di responsabilità prese in trasparenza, la burocrazia non può sostituirsi alla politica e non può, da sola, decidere del futuro di un territorio. Prendiamo le distanze da quanti, per squallidi interessi politici, tentano di cavalcare questo genuino sentimento popolare, siamo e rimarremo un comitato di liberi cittadini, ciascuno con le proprie esperienze, con un’idea diversa di solidarietà, nell’esclusivo interesse per la nostra terra. Continueremo con le nostre iniziative pacifiche e democratiche, per far coesistere le ragioni delle comunità con le ragioni dell’accoglienza: “i poveri non devono essere occasioni di guadagno”, parole di Papa Francesco. NoHubMolise, Si all’accoglienza umanitaria, non alla speculazione economica sulla pelle dei migranti. I promotori del Comitato #NOHuBmolise Antonio Petruccelli, Giovanni Gianfelice, Vincenzo Rosati, Antonio Martino
TAaglio lto
3 16 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Sanità, trasformismi ed opportunità Il rischio è che tutto passi nelle mani delle strutture private Il Governo cosiddetto di centro-sinistra: sommatoria indistinta di trasformismi ed opportunismi. Al tempo (abbastanza recente) in cui si credeva agli effetti salutari del Piano di rientro dal debito sanitario “Qualcuno vuole assumersi la responsabilità ed il coraggio di dire che il Cardarelli non esisterà praticamente più?” . E, in aggiunta: “Qualcuno abbia il coraggio di dire esplicitamente che la sanità molisana fra qualche anno sarà completamente nelle mani dell’Università, della Cattolica e del Neuromed”. Frattanto la sanità è precipitata ancora più in basso, su livelli minimali d’efficienza, con costi insostenibili. Situazione di comodo per chi vorrà approfittare per collocare la sanità privata sul piedistallo dell’efficienza e dell’indispensabilità. Non senza alle spalle l’analisi oggettiva di ciò che il Piano di rientro aveva ritenuto necessario correggere e di ciò che gli utilitarismi della politica applicati alla sanità avrebbero a loro volta determinato. Il Piano aveva rilevato che“1) il tasso di ospedalizzazione è in costante crescita dal 2001, in controtendenza rispetto all’andamento
registrato nelle altre regioni con tassi elevati; 2) l’incremento dei ricoveri in ambito regionale, nonostante l’attivazione di nuove specialità, non è stato seguito dal decremento dei ricoveri fuori regione; 3) il tasso di ospedalizzazione è molto vario da zona a zona, senza collegamenti all’anzianità della popolazione, infatti escludendo la zona 1 (Agnone), con il più alto tasso di ospedalizzazione (271 ricoveri per mille abitanti), in
parte giustificato dall’elevata incidenza della popolazione anziana, il tasso più alto si registra nella zona 4 (Larino,Termoli, 251 ricoveri per 1.000 abitanti) che presenta la popolazione più giovane; 4) relativamente all’offerta di prestazioni l’analisi dell’appropriatezza del sistema di risposta ai bisogni sanitari della popolazione evidenzia i seguenti ulteriori elementi: elevato numero di ricoveri ordinari per prestazioni non considerate nelle
analisi poste a base del piano di rientro ma inserite nella proposta di revisione dei Lea 5) c’è una elevata incidenza di dimessi con drg medico da reparti chirurgici e con il solo riferimento ai reparti classificati di chirurgia generale (codice 09), per i quali non si dovrebbe superare il 30%, tre ospedali presentano percentuali superiori al 60% (Caracciolo di Agnone, Veneziale di Isernia, SS. Rosario di Venafro), uno superiore al 50% (Centro Biomed dell’Università Cattolica) e tre superiori al 40% (Cardarelli di Campobasso, S. Timoteo di Termoli e Vietri di Larino); 6) in alcuni casi il numero degli interventi chirurgici non raggiunge la soglia minima necessaria per garantire il mantenimento della qualificazione professionale dei medici addetti”. Questi i rilievi del Piano di rientro. Mentre gli utilitarismi della politica applicati alla sanità hanno, a loro volta, determinato un forte squilibrio nell’assegnazione dei posti letto tale che, a fronte di un fabbisogno regionale calcolato in 14,9 posti letto, per la neurochirurgia si riducono da 15 a 13 (10 plo e 3 dh) quelli del Cardarelli, men-
tre vengono mantenuti i 37 posti letto alla Neuromed. Questo è un esempio esplicativo di una parzialità che annovera tra l’altro, relativamente alle scelte riguardanti l’ospedale Cardarelli, i posti letto di day hospital del reparto di oncologia, che ha fatto registrare un consistente saldo attivo di mobilità, ridotti da 7 a 6, e completamente eliminati i 13 posti ospedalieri esistenti, riconoscendo invece alla Cattolica 10 posti letto ospedalieri e 5 di day hospital. :”Qualcuno abbia il coraggio di dire esplicitamente che la sanità molisana fra qualche anno sarà completamente nelle mani dell’Università, della Cattolica e del Neuromed”. Obtorto collo, quel coraggio e quella responsabilità spetteranno al nuovo presidente della Regione Molise. E saranno espressi, ne siamo certi, con convincenti belle parole. E l’ intima soddisfazione di chi ha saputo vincere con l’aiutino dei potentati economici, dei trasformisti e degli opportunisti della politica e i tycoon della sanità. Dardo
Fondazione Pavone, il Consiglio di Stato ribalta il verdetto del Tar CAMPOBASSO. Il Codacons Molise, rappresentato dagli avvocati Massimo Romano e Giuseppe Ruta, esprime soddisfazione per l’ordinanza con la quale il Consiglio di Stato ha ribaltato il verdetto pronunciato dal Tar Molise solo qualche mese fa sul centro di riabilitazione Fondazione Pavone di Salcito, del gruppo Neuromed. Il Consiglio di Stato ha affermato quanto segue: “considerato che, ai fini dell’erogazione di prestazioni con oneri a carico del servizio sanitario nazionale, è necessaria la sottoscrizione di apposito contratto con l’Azienda sanitaria e che allo stato, tale contratto non risulta ancora sottoscritto; considerato anche che l’accreditamento istituzionale, che si assume essere stato rilasciato a conclusione del relativo procedimento, produce i suoi effetti dalla data del predetto rilascio (CdS, ord. 5651/2014)”, in tal modo condividendo l’appello proposto dalla Asrem e dal Codacons. “Il Consiglio di Stato ha finalmente fatto chiarezza sul rapporto tra strutture private e sistema sanitario regionale, riformando il pronunciamento del Tar che avrebbe avallato la incredibile pretesa della Fondazione Pavone di Salcito, del gruppo Neuromed, di vedersi rimborsate dall’Asrem, ossia dal bilancio pub-
Gentile Dardo, e' da tanto tempo che in Italia si parla della casta. Essa e' quanto di peggio si possa augurare ad una nazione cosiddetta civile. Le regioni italiane sono venti e sembra che si sia tornati ai comuni medioevali dove ognuno faceva storia a sé con leggi ad hoc per il signore regnante. Venti sono le regioni ma
“Ripristinata la legalità Basta corsie preferenziali”
blico, prestazioni sanitarie erogate senza accreditamento e senza alcun contratto” – hanno commentato gli avvocati Massimo Romano e Giuseppe Ruta, rappresentanti del Codacons intervenuto nel giudizio, si dal primo grado, per la tutela dei consumatoriutenti del servizio sanitario pubblico. “Un principio sacrosanto, autorevolmente ribadito dal Consiglio di Stato, che finalmente ripristina la legalità in un settore cruciale come la sanità che troppo spesso è stata piegata ad interessi privati, talvolta non estranei alla politica, e non sempre coincidenti con l’interesse pubblico. E’ la storia che lo insegna: troppo spesso sono state riconosciute corsie preferenziali ai padroni della sanità privata, con la conseguenza che oggi lo squilibrio della spesa sanitaria in loro favore determina le tasse più alte d’Italia pur senza che il sistema sanitario eroghi, nel suo complesso, servizi sempre all’altezza sotto il pofilo quali-quantitativo. Alla luce di questo pronunciamento, occorrerà fare piena luce anche sul recente decreto n. 37 firmato dal Commissario Frattura, che riconosce ben 60 posti letto alla Fondazione Neuromed di Salcito benché non sia indicato neppure l’accreditamento”.
Caro Dardo, venti regioni e ognuna viaggia per i fatti suoi ognuna marcia come vuole, specialmente per quanto riguarda le spese per autoamministrazione ed altro, quando leggendo, senza fraintendimenti, l'art 3 della legge sovrana si evince che la condizione sociale cioe' l'ugua-
glianza dovrebbe essere prioritaria, mentre non e' attuata. I nostri genitori lo sapevano perché avevano avuto contezza di Carlo Rosselli. L'autonomia regionale, tanto cara a Cattaneo dice che le regioni si sveglino alla vita
pubblica, e' una parola....Inoltre la costituzione all'art.117 e' chiara e non da' mandato alle regioni di legiferare a proprio comodo . I padri costituenti si erano ispirati alla totale morale ed uguaglianza avendo
fatti propri i messaggi del nostro risorgimento da Mazzini a Cavour, da Garibaldi a Beccaria....ma questa e' un'altra storia che non ha niente a che vedere con le spese di autoamministrazione delle venti regioni italiane che destinano al dettato dell'art.117 solo le briciole tenendo per sé il panello di pane.. Aldo
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TAaglio lto
4 16 dicembre 2014
Trasporti, la politica del nulla La disfatta del sistema generata dall’assenza di una reale programmazione CAMPOBASSO. La disfatta in corso del sistema del trasporto pubblico in Molise è una delle poche cose che destano ancora meraviglia in una regione oramai avvezza alla cattiva gestione del territorio, all’assenza di programmazione e alla mancanza di priorità nelle cose da fare a fronte di una congiuntura economica sfavorevole. Se ne sarà accorto l’assessore Nagni? Da politica-simbolo dell’efficienza programmatoria dell’ente regionale, il trasporto pubblico si è quasi d’improvviso trasformato, senza una spiegazione plausibile che non si nasconda dietro la coperta troppo corta della crisi, in un groviglio insolubile: riduzione delle corse, soppressione di linee ritenute “non essenziali”, cronica carenza di manutenzione dei mezzi, di blocco di tutti i progetti, alcuni già finanziati, e persino dell’arresto insensato di cantieri già pienamente in corso. Con una illogica distinzione da
CAMPOBASSO. La profonda crisi che il commercio molisano sta attraversando non è soltanto il frutto di politiche nazionali recessive, ma è anche la conseguenza di politiche locali sbagliate, che poco si sono preoccupate di venire incontro alle reali esigenze dei commercianti. Sul banco degli imputati vanno messe anche le politiche locali, sbagliate, quando esistenti, se non addirittura assenti. Se la crisi è un dato incontrovertibile a livello nazionale, a livello locale è invece imputabile anche al disinteresse dell’amministrazione comunale. Anche Campobasso conosce ormai da tempo la vergogna e il peso di una narrazione politico-amministrativa totalmente al di fuori della realtà, laddove la vocazione commerciale del capoluogo non solo è stata trascurata ed ignorata, ma addirittura spesso vissuta come un fastidio. Basta vedere, su tutto, ma
tutte le altre regioni italiane, ma anche da tutte le altre nazioni europee, in Molise si è ritenuto sensato provare a riequilibrare i bilanci e i rendiconti in rosso agendo sul trasporto pubblico, come se si trattasse di un accessorio utile, ma non indispensabile. Il
Rapporto della Fondazione Cittalia, tanto per citare una fonte indipendente, mette in evidenza come il rafforzare la mobilità di tipo pubblico sarebbe una delle poche cose da fare in tempo di crisi, quando diventa necessario razionalizzare le risorse e ridurre i costi
e le pressioni sulla società. Come, inevitabilmente, rileva Cittalia, infatti, il trasporto pubblico ha ricadute dirette sull’accessibilità ai servizi pubblici urbani, sulla qualità dell’ambiente, sull’efficienza e la competitività delle aree urbane, sulla qualità della vita dei
cittadini, dei lavoratori, delle fasce più deboli. I costi sociali, in termini economici e ambientali, di una sua irrazionale riduzione, soprattutto nelle fasi di crisi, ricadranno sulla collettività in misura amplificata e sempre meno sostenibile. L’assenza di programmazione e l’attuale confusione generata da chi è salito al potere in regione, sta trasferendo direttamente sui cittadini e sui pendolari, non solo il costo più elevato in termini economici per l’aumento costante delle tariffe, ma soprattutto il disagio e le difficoltà di ritrovarsi, quasi d’improvviso, in un territorio meno interconnesso, frammentato, dove persino il percorso casa-lavoro non pare più garantito. Un risultato sbalorditivo e in gran parte legato non tanto alla difficile congiuntura economica, quanto molto di più a politiche regionali mediocri e finalizzate, di concerto con il governo centrale, a non spendere danaro, per ora, in attesa di tempi migliori.
Commercio, politiche poco incisive Da anni il settore reclama azioni e interventi per il rilancio non è certo l’unico esempio la tristissima parabola discendente del centro murattiano e, in particolare, del centro cittadino, diventato l’emblema di anni di politiche fallimentari e clientelari. In questo contesto è da condividere il timore dei commercianti e delle imprese artigiane che chiedono giustamente alla politica un impegno concreto, anche se sgravi fiscali, diminuzione del costo del lavoro, accesso più agevole al credito e snellimento reale degli adempimenti burocratici devono essere azioni preminenti del Governo nazionale. Dall’altra, bisogna incalzare sulle proprie responsabilità chi ha amministrato e dovrà amministrare. E’ evidente che il settore
del commercio di vicinato è pe santemente colpito dall’attuale andamento congiunturale che si ripercuote sui consumi ed è costretto a confrontarsi con le opportunità e con i rischi derivanti dalla disciplina sulle liberalizzazioni commerciali approvate nel decreto ‘salva Italia. Ma è altrettanto vero che negli ultimi anni la politica ha evitato di affrontare la questione ed oggi è solo la grande distribuzione a leccarsi i baffi. Quando, però, a venir meno è il piccolo commercio, che nel Molise ha da sempre trainato il settore, a rischiare il collasso è il sistema. Ed è su questo che dovrebbe appuntarsi una seria politica economica.
Lettera Aperta di Giovanni VENUTO Nel Vocabolario della lingua Italiana, oppure sul WEB è spiegato molto bene il Termine “INNOVAZIONE”,tra l’altro viene definita: “Il perfezionamento o sviluppo che può riguardare un processo di produzione (prodotto con migliori caratteristiche, che richiede meno componenti, meno inquinante), un servizio (rendendolo più efficiente e utile), la creazione di un oggetto artistico (statua, disegno, quadro, fotografia che ispira un sentimento più piacevole, …), una tecnica medica (cura che porta migliore salute), una melodia, un nuovo tipo di cibo (più gustoso e invitante), una logica filosofica o spirituale (nuovo modo di vedere il mondo e gli avvenimenti che aiuta l’uomo e altro ancora. Dopo tale premessa
Innovazione e fiducia urgente! Per rilanciare il Molise vado ad analizzare le cose di casa nostra e piu’ in particolare la situazione del MOLISE. Come scrissi circa 7 anni fa, quando mi sono trasferito con la Famiglia a VENAFRO, dopo aver fatto da solo, il pendolare per ben altri 12 anni dalla Provincia di Roma, questo paese porta di ingresso Ovest del Molise, ha nel suo territorio dei TESORI VERI, tramandati sin dall’epoca dei Sanniti e dei Romani Antichi. Per la verità qualcuno mi chiamò al telefono chiedendomi dove avevo scoperto le MINIERE di Oro? Dopo una prima risatina, risposi che i Tesori di cui parlavo erano i resti storici delle ANTICHE Genti, la Bellezza del Paesaggio, ma soprattutto alcuni prodotti della
Terra UNICI e PREZIOSI. Voglio ribadire ancora una volta l’ECCELLENZA dell’OLIO VENAFRANO soprattutto quello prodotto dalle OLIVE Liciniane o Aurine presenti nel Parco Regionale dell’OLIVO sui pendii del MONTE CAMPAGLIONE che domina la città, il Granturco (MAIS) dell’intera PIANA Venafrana, che comprende i Comuni di Venafro, Sesto Campano e Pozzilli, gli innumerevoli ORTI presenti, i due prodotti Slow Food presenti nel Comune di CONCA CASALE a pochi Km. da Venafro e mi fermo qui altrimenti dovrei riempire un Catalogo intero per rappresentare tutto e più di tutto; ma Ahime’! dopo le Luci arrivano le Tristi OMBRE,
fatte di una popolazione molto INDIVIDUALISTA, poco restia a fare squadra e poco attenta a preservare e a migliorare la qualità della vita cittadina. Tornando all’Innovazione non riesco a capire perchè NON suoni fortemente un SQUILLO di Campane nella testa di chi possiede dei BENI ereditati dalla Natura,dagli antichi e dai congiunti e cominci subito a FARE piu’ che a PARLARE, senza attendere AIUTI PUBBLICI che Non arrivano o se arrivano, pochi, vanno dai soliti amici degli amici. L’Italia è amata fortemente dall’intero Mondo per tante cose, ma soprattutto per il nostro vero MADE in ITALY, ora però è giunta l’ora di presentare i nostri prodotti con “LO SMOKING di Gran GALA” altrimenti saranno gli altri paesi Concorrenti che beneficeranno del nostro immobilismo.
TAaglio lto
5 16 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il cinismo è il comune denominatore della Politica, della Pubblica Amministrazione e della Società civile
Cala il sipario sui lavoratori non strutturati della biblioteca “Pasquale Albino” e tutti se ne fregano Questa che segue è la plastica rappresentazione del grado di indifferenza, di superficialità e di menefreghismo della Regione in particolare, finita nella mani di un sedicente centrosinistra tutelatore del lavoro e dei lavoratori! Del lavoro e dei lavoratori non strutturati della Biblioteca “Albino”! Ancora una volta dobbiamo, con rammarico, raccontare il cinismo che ha coperto e sotterrato anche l’ultimo briciolo di responsabilità politica e amministrativa che si potesse aspettare da una classe dirigente. Invece, nessun atto di coraggio da parte di nessuno degli amministratori pubblici (Regione, Provincia e Comune capoluogo) che continuano imperterriti nella loro affannata esistenza a dimostrarsi un danno sociale, economico, e culturale. Quest’ultima accezione è particolarmente ostica alla loro riflessione, ammesso che abbiano la sensibilità e la capacità per riflettere. Non si può accettare che lavoratori che hanno dato prova di bravura, di capacità, di dedizione vadano a casa e lascino alla deriva della nullità altrui un grande patrimonio di cultura e di saggezza qual è la Biblioteca “Albino”. Non è possibile accettare impunemente un fatto del genere. Che il presidente Frattura, il presidente De Matteis e il sindaco Battista se ne stiano inerti ad assistere all’ennesimo dramma della disoccupazione da quando, mistificando la realtà, hanno carpito la buona fede degli elettori facendosi
eleggere. Non è possibile accettarlo, se si pensa che i satrapi della Regione, in particolare, non hanno mai perso un minuto, un attimo, un battito di ciglia per assicurasi per l’oggi e per il domani la sicurezza di un benessere che se li mette al riparo della crisi, li rende indigesti agli uomini onesti. Costoro non hanno un’idea, né la forza, la volontà e la determinazione per cercare di risolvere il destino dell’”Albino” in questo caso specifico, e delle attività culturali, in generale. Non è possibile non rinfacciare loro l’improntitudine con cui hanno gestito questa vicenda. E le altre. Questa che segue è la plastica rap-
CAMPOBASSO. “Abbiamo proposto al Consiglio provinciale e al Presidente De Matteis un forte e concreto impegno con ogni mezzo contro le trivellazioni per la tutela della costa adriatica, e di rilevare possibili criteri di incostituzionalità del decreto legge”. Lo afferma Micaela Fanelli, capogruppo del centrosinistra alla Provincia di Campobasso e segretario regionale del Partito Democratico. Fanelli, primo firmatario dell’odg sostenuto e sottoscritto dall’opposizione, in aula e con un documento ha proposto al Consiglio, dando seguito a quanto concordato all’unanimità dalla segreteria PD Molise e in linea con quanto deliberato dal consiglio regionale, di “dichiarare la ferma contrarietà alle trivellazioni e di sostenere con ogni mezzo la tutela della costa adriatica”. L’odg, su proposta di Fanelli unitario insieme a quello del consigliere Durante, è stato approvato all’unanimità anche dal centrodestra. Con il decreto legge n. 133 del 12 settembre 2014, detto
presentazione di un dramma largamente annunciato. “Un anno di tira e molla tra la Provincia e la Regione non è bastato a risolvere la situazione occupazionale che vede coinvolti i 12 lavoratori delle due cooperative, Copat ed Altrimedia, che svolgono servizi di front office, mediateca, reference, digitalizzazione documenti e assistenza per la consultazione bibliografica all’interno della Biblioteca Provinciale di Campobasso. Il 1° Gennaio 2015 saranno mandati a casa. Questi i fatti: a seguito dell’emanazione del decreto di riforma delle province, il cosiddetto Decreto Delrio, la Provincia di Campobasso
è impossibilitata, in assenza di un intervento mirato del Comune, molto improbabile, o della Regione, a gestire ulteriormente il settore Cultura, nel quale, ovviamente rientra la direzione della Biblioteca Albino. La Regione, a cui fin dall’inizio si sono rivolti gli appelli, fa orecchie da mercante accampando ragioni nella mancata promulgazione dei regolamenti attuativi al Decreto, che hanno lasciato ad oggi un vuoto normativo che si riflette nella completa assenza di progettualità e di prospettive. Sta di fatto che la Biblioteca, e il settore Cultura cui fa capo, non rientrano più nelle competenze della Provincia e la decisione investe il futuro dell’Ente e degli operatori che ne curano giornalmente i servizi biblioteconomici. In questo anno sono stati numerosi gli incontri tenuti presso l’Assessorato al Lavoro della Regione Molise, alla presenza delle organizzazioni sindacali, dell’assessore al Lavoro Petraroia, del consigliere Regionale delegato alla cultura Ioffredi, del presidente della Provincia di Campobasso De Matteis, dei dirigenti regionali e provinciali, oltre che delle rappresentanze dei lavoratori delle due cooperative. Gli incontri sono serviti ad ottenere delle proroghe temporanee fino a quella ultima del Settembre 2014 quando De Matteis, facendosi di nuovo carico del rinnovo dei contratti, è stato costretto a tagliare il monte ore che fino ad allora era stato accordato alle coope-
La Fanelli contro lo Sblocca Italia di Renzi Sul punto specifico delle trivellazioni in mare, presentato un ordine del giorno in Consiglio provinciale ‘Sblocca Italia’, saranno infatti attivati con urgenza interventi per la ricerca di petrolio e metano, e per la rigassificazione, lo stoccaggio e il trasporto. “Con l’obiettivo del decreto, raddoppio delle estrazioni nazionali di idrocarburi – evidenzia Fanelli -, il Molise e l’intera macroregione adriatica potrebbero subire danni incalcolabili e irreparabili. Con l’aggravante che la nostra regione passa da una percentuale dell’incidenza delle attività petrolifere sul proprio territorio dal 26% all’86%. Il nostro territorio sarebbe continuamente a rischio scempio ambientale”. Il segretario Pd non ha dubbi: “Inseguire per mera speculazione lo sfruttamento obsoleto delle scarse
risorse petrolifere infierendo sul mare devasterà le nostre fragili coste. L’impatto delle trivelle, non solo nell’Adriatico, blinda di fatto ogni scelta di pianificazione compatibile con il territorio, che vuole sognare e concretizzare progetti di sviluppo turistico esclusivo, anche a breve termine. Non è tollerabile che la micro economia del turismo, della balneazione, della pesca, che già ci sono, vengano spazzate via”. La Segreteria regionale del PD ha inoltre chiesto al Presidente della Regione Frattura di “concordare una strategia unitaria con le altre Regioni”, ipotizzando un ricorso alla Corte Costituzionale, “per determinare una posizione congiunta a favore della tutela della costa
adriatica e di continuare su questa linea in Consiglio regionale impugnando la legge con il documento approvato contro le trivellazioni. Dobbiamo sostenere la nostra economia di resistenza – spiega Fanelli – per attraversare una crisi terribile avendo a disposizione un territorio delicato e friabile. Abbiamo già subito terremoti, alluvioni, e in questo modo ci verrebbe tolto ogni spiraglio di indirizzo progettuale. Non possiamo permettercelo! Il mare Adriatico per il Molise e per l’intera macroregione adriatica è una grande cassaforte per lo sviluppo eco-sostenibile. I nostri piccoli km di costa sono invece un luogo di preservazione essenziale per la sopravvivenza di
rative per l’erogazione dei servizi. Cosa che ha comportato un ridimensionamento degli stipendi dei lavoratori. Il presidente della Provincia ha fatto presente che se a fine Dicembre non ci fossero state delle novità e se in concreto dalla Regione non fosse arrivato un aiuto economico l’Ente non avrebbe potuto più garantire in nessun modo la prosecuzione dei contratti, né avrebbe potuto predisporre nuovi bandi di gara per l’assegnazione dei servizi. Il verificarsi oggi di questa condizione porterebbe con ogni probabilità a vedere riconsiderato lo stesso orario di apertura della biblioteca e a far fronte ai servizi al pubblico con il solo personale provinciale attualmente impegnato. Resta sul tappeto il problema occupazionale dei lavoratori, nella maggioranza dei casi in contratto di part-time, delle due cooperative e della altissima professionalità che hanno maturato in oltre 13 anni di lavoro e di continua formazione professionale con un impegno e una dedizione alla struttura e agli utenti andati ben oltre il consueto servizio e l’orario di lavoro stabilito. Garantire la semplice apertura della Biblioteca non significa mantenere in vita la Biblioteca, significa soltanto mettere sulla strada altre persone che andranno ad ingigantire le file dei, ormai troppi, disoccupati della nostra regione.” Buon Natale e Felice Anno Nuovo da Frattura, De Matteis e Battista. Dardo
quei gioielli delle Isole Tremiti. Le nostre regioni hanno una configurazione e una storia che supera i confini amministrativi. Dobbiamo affrontare anche questo tema con il piglio, la forza e i numeri della macro-area”. I comuni molisani della fascia costiera, Termoli e Campomarino in primis, e adesso anche Montenero di Bisaccia, si sono pronunciati contro le trivelle in mare. Così come stanno facendo alcune Regioni, in particolare Abruzzo e Puglia. L’odg presentato dal centrosinistra in Provincia mette in evidenza inoltre profili di incostituzionalità; si sostiene infatti che appare manifestamente incostituzionale il comma 1 bis del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164 poiché “non si rinviene alcuno spazio per il rispetto dei parametri di leale collaborazione e di partecipazione all’iter mediante attività concertative e/o di coordinamento orizzontale, con Regioni e autonomie locali”.
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Campobasso
16 dicembre 2014
Ragazza incinta ritrovata dalla Polizia La giovane di Campobasso aveva fatto perdere ogni traccia di sè CAMPOBASSO. La Polizia di Stato, a seguito di una tempestiva, capillare e coordinata ricerca sul territorio, ha rintracciato una diciannovenne residente nel capoluogo in stato avanzato di gravidanza, versante in precarie condizioni di salute legate alla sua condizione.
Era stata la madre a denunciarne la scomparsa presso gli Uffici della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Campobasso. La ragazza dalla mattina dell’ 11 dicembre u.s., infatti, aveva fatto perdere ogni traccia di sé, rendendosi irreperibile. Ieri notte, la giovane donna è stata localizzata
su un convoglio ferroviario diretto al Nord Italia dagli operatori della Polizia Ferroviaria in servizio di vigilanza, ai quali non sfuggivano il suo disagio comportamentale e le sue precarie condizioni di salute. Gli operatori, infatti, richiedevano l’immediato ausilio di un’ambulanza alla prima sta-
zione utile effettuando, al contempo, gli accertamenti per l’identificazione della donna così rilevando la segnalazione di scomparsa a suo carico. La ragazza veniva, quindi, trasportata in ospedale e sottoposta alle cure necessarie per evitare peggio per sé e per il nascituro.
Ripalimosani e i mercatini di Natale Sarà possibile anche visitare il centro storico con una puntatina alla chiesa dell’Assunta che espone la Sacra Sindone RIPALIMOSANI. Alle porte di Campobasso, nel borgo che in tanti definiscono “Il presepe” sopra la fondovalle Ingotte, da ieri e fino all’Epifania, ci sono i mercatini di Natale, allestiti dal Comune di Ripalimosani tra luci, colori, musica e sapori locali. Le piccole botteghe artigiane che scendono lungo la scalinata di Santa Lucia, luogo strategico anche per il colpo d’occhio, sono 22 e propongono prodotti locali di ogni genere. Idee di legno, in maglia, fimo, presepi, stoffa, vetro e gioielli. E succulente proposte dolci o salate. Tutto questo made in Molise, proveniente un po’ da tutta la
regione, per far assaporare ed apprezzare ogni tipo di produzione locale in un clima di festa, la Festa per eccellenza. Nove date quindi, ossia tutti i week-end Befana compresa, con pro-
poste che varieranno di volta in volta grazie alla grande adesione degli espositori, favoriti anche dal fatto che il Comune non ha richiesto alcun pagamento. L’occasione dunque per fare una passeggiata nella parte vecchia di Ripalimosani, unendo allo svago anche una buona dose di cultura visitando anche la Chiesa dell’Assunta con la preziosa copia della Sacra Sindone e tutte le bellezze del centro storico ripese. Non mancheranno momenti di gastronomia tipica preparati al momento e spazi di musica dal vivo, per garantire un’accoglienza piacevole con tutti i crismi.
Il Molise e l’Abruzzo sempre più vicini I Presepi viventi di Rivisondoli e San Polo Matese si gemellano per un progetto Europeo di grande spessore culturale. Il Presepe Vivente più bello e longevo d’Italia, quello di Rivisondoli, dove nella scelta dell’interprete della Madonna, da sempre, il Molise partecipa, ( nel 1959 una interprete Molisana, Maria Antonietta Spinelli da Bojano ebbe l’onore di essere scelta e di interpretare la sposa di Giuseppe impersonato da Gaudenzio Caniglia , recuperando gli scritti di Sabino D’Acunto, sotto la regia di un Pino Donati allora reduce dai successi di Chicago, e non solo, l’attore Edoardo Siravo nell’anno 2004, vestì i panni di San Giuseppe ed ebbe plausi da Bruno Vespa, Ennio Bellucci) ,si gemella con il presepe più longevo del Molise , il presepe di San Polo Matese. Due storie lunghissime, 64 anni quella di Rivisondoli , 34 anni quella di San Polo Matese. Un gemellaggio che desta felicità e grande entusiasmo, non solo nelle due Comunità, ma nelle due intere Regioni . Abruzzo e Molise insieme, grazie all’intervento dei Borghi d’Eccellenza, di cui Rivisondoli un caposaldo, permetterà il 26 dicembre 2014, all’apertura del Presepe di San Polo Matese, di fondere l’indissolubile cultura della tradizione del Presepe, di attuare un gemellaggio che permetterà ai due comuni di es-
sere uniti nella lotta contro chi delle tradizioni ne fa una sola e mera chimera propagandistica e non una manifestazione di Cultura della tradizione. Una straordinaria notizia per due straordinari presepi. I sindaci , Roberto Ciampaglia ,sindaco di Rivisondoli e Tonino Spina , sindaco di San Polo Matese , avranno l’onore di tagliare il nastro ed amministrativamente consolidare un gemellaggio, già di fatto, visto che ormai da anni le zampogne di San Polo partecipano al presepe vivente di Rivisondoli. Chiaramente la notizia, diffusasi, ha inaspettatamente colto di sorpresa la politica molisana che conta che, di buon grado, ha manifestato, la gioia ed apprezzato entusiasticamente l’iniziativa. Il Presidente, Paolo Di Laura Frattura, in occasione della presentazione del documentario “ Le Periferie del Cuore “ ha manifestato l’intenzione di essere presente come, del resto la stessa manifestazione è arrivata dai Presidenti De Matteis per la Provincia di Campobasso e Niro per la presidenza del Consiglio Regionale. Non è escluso che alla manifestazione sarà presente anche il Presidente della Giunta regionale Abruzzese Luciano D’Alfonso che nel caso sia impossibilitato ha manifestato la presenza in
“Impresa inForma” Qualità e sicurezza per un cantiere modello Workshop sulla sicurezza nei lavori in quota Il progetto “Impresa inForma: qualità e sicurezza per un cantiere modello”, da un’idea dell’ACEM in collaborazione con INAIL Molise, intende accompagnare le aziende e i lavoratori in un percorso culturale di conoscenza e implementazione della sicurezza nei luoghi di lavoro, quale chiave per l’innovazione e lo sviluppo aziendale e una maggiore competitività nel mercato.
Nell’ambito di tale iniziativa, è previsto il Workshop LAVORI IN QUOTA. PREVENIRE LE CADUTE DALL’ALTO che si svolgerà mercoledì 17 dicembre 2014 ore 16:00, presso l’aula Meeting della Sicurform Italia, in Via S. Giovanni in Golfo a Campobasso. Nel corso dell’incontro sarà presentato lo Sportello informativo già operativo presso l’ACEM ed il sito internet.
quel di Rivisondoli il 5 gennaio 2015 dove , in occasione del Presepe Rivindolese, parteciperanno comparse ed attori Molisani, gruppi folkloristici di vari paesi, come del resto ormai consuetudine e, appunto gli zampognari matesini capeggiati proprio dal Sindaco di San Polo Matese. Continua in maniera pregnante ed incessante la promozione del nostro territorio, da parte dell’associazione dei Borghi d’Eccellenza che, ormai, indiscutibilmente è un vero centro gravitazionale e di iniziative pregevoli e di grande spessore culturale. Un ringraziamento ai due sin-
daci, Roberto Ciampaglia e Tonino Spina, che sempre attenti alle loro comunità, si adoperano affinché, anche con mezzi ed economie diverse, ogni occasione diventi indissolubile armonia della collaborazione e della Identità territoriale.
Oggi alle ore 17,30 presso la sala consiliare della Provincia
“Il Molise Medievale: dalla pietra alla pergamena” Al convegno nazionale indetto dall’Iresmo e dalla Società Dante Alighieri Oggi, alle ore 17,30, nella sala consiliare della Provincia, a Campobasso,Claudia Angiolini presidente dell’Istituto regionale per gli studi storici del Molise (Iresmo) e Angioletta Iavasile presidente della Società “Dante Alighieri, daranno ai molisani la possibilità di conoscere la parte forse più interessante della loro storia trattando, nel convegno nazionale appositamente allestito, de “Il Molise Medievale: dalla pietra alla pergamena”: un percorso documentale di rilevante interesse
scientifico e culturale, al quale daranno il loro contributo di conoscenza e di approfondimento il docente di Archeologia medievale presso l’università del Molise, Carlo Ebanista; l’archivista della Curia Arcivescovile di Chieti-Vasto, Lucia Palazzi, e i docenti di storia medievale presso l’università di Udine Rosanna Alaggio e Bruno Figliuolo. I lavori del convegno saranno moderati dal responsabile della comunicazione dell’Iresmo, Luigi Fabio Mastropietro.
Campobasso
7 16 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Per corrispondere certamente alle leggi, ma soprattutto alla morale pubblica
Ambrosio al sindaco Battista: subito il codice etico degli amministratori Solo una coscienza civica particolarmente avvertita riesce a cogliere la necessità che gli amministratori si diano, autonomamente, una serie di regole per rendersi trasparenti ed efficienti agli occhi della collettività Una, dieci, cento, mille le ragioni del consigliere comunale di maggioranza a Palazzo san Giorgio, Michele Ambrosio, per chiedere con forza e determinazione che venga al più presto messa all’ordine del giorno e discussa dalla commissione Statuto, l’introduzione del codice etico degli amministratori. Ovvero, quali sono e come devono essere interpretati i diritti e i doveri di un pubblico amministratore ben al di là del rispetto dei Codici civile e penale, e dei regolamenti. L’esigenza che se ne discuta viene promossa e sollecitata da ciò che sta accadendo a Roma , in particolare, e nel Paese, e su vari e complessi livelli amministrativi in cui, appunto l’esistenza di codice deontologico,
avrebbe certamente potuto arginare il fenomeno della corruzione, dei conflitti d’interesse e di tutte le forme di cattiva amministrazione che la cronaca registra e commenta giorno dietro giorno. Evitare che chi amministra il bene pubblico possa impunemente venire a contatto e “collaborare” con il malaffare, l’imbroglio, la malversazione. L’esigenza che se ne discuta Ambrosio l’aveva avvertita e posta all’attenzione dei colleghi consiglieri fin dal marzo 2013, ossia da quando, sì, c’erano in giro situazioni di mala gestione e mala amministrazione, ma non con la intensità e la gravità di cui oggi se ne parla e si cerca di porre rimedio aumentando le pene afflittive ai corrotti e ai corruttori. L’iniziava di
Ambrosio non prende spunto dalla cronaca quanto, invece, dalla esperienza quotidiana sugli scanni consiliari, dalla partecipazione ai lavori delle commissioni, dalla partecipazione alle decisioni del consiglio. Erano e sono questi i luoghi in cui una coscienza civica particolarmente avvertita riesce a cogliere la necessità che gli amministratori si diano da soli, autonomamente, una serie di regole per rendersi trasparenti ed efficienti agli occhi della collettività. In quei luoghi, Ambrosio ha percepito che si andavano formalizzando certamente in buona fede, certamente senza sottesi e sott’intesi interessi, ma si andavano formalizzando, situazioni in cui la normativa che prevede l’obbligo per tutti gli am-
ministratori di astenersi dalla discussione e dalla votazione delle delibere che riguardano interessi propri, di loro parenti o affini sino al quarto grado, spesso non trovava il necessario riscontro. Il dato di maggiore rilievo al riguardo rinviene dalla prescrizione, in materia di urbanistica, secondo cui gli assessori competenti non possono esercitare l’attività professionale nel territorio amministrato. Partendo da questo assunto, egli fa scaturire l’opportunità, sul piano logico e comportamentale, che tale principio venga esteso “a tutti gli organismi politico/istituzionali, quali le commissioni consiliari permanenti e, in particolare, quelle competenti in materia di “Lavori pubblici” e di “Urbanistica”, per
escludere sul nascere e in tutte le occasioni un qualsiasi conflitto di interessi diretto o indiretto”. Dal che deriverebbe, per dire, la incompatibilità di nomina a presidente e a componente delle commissioni Lavori pubblici e Urbanistica dei consiglieri che per professione, contiguità lavorativa ed appartenenza di categoria, possano avere potenziali conflitti con le materie trattate e trattabili nelle due commissioni. In sostanza, un’aggiunta di trasparenza e di coerenza nel quadro generale dei diritti e dei doveri di un pubblico amministratore al quale stia a cuore corrispondere certamente alle leggi, ma soprattutto alla morale. Dardo
Bregantini: io non sono Cardinale La Curia smentisce qualsiasi decisione già assunta a Roma CAMPOBASSO. La recente notizia sulla certezza del porporato che sarà assegnato all’arcivescovo di Campobasso –Bojano Mons. Giancarlo Bregantini, le innumerevoli “fughe di notizie” ( non si sa da dove) sulla sua partenza non di certo sono stati ben accolti dallo stesso Presule in quanto nessun documento ufficiale ne ha dato la conferma. Il giornalista, per sua natura, va a caccia di notizie, cercando , a volte , lo scoop a tutti i costi. Anche il Molise, nonostante somigli ad un quartiere romano per densità di popolazione, nasconde i suoi scoop. Uno tra i tanti? L’ultimo è di un telegiornale di una emittente locale che vede il Pastore della Diocesi di Campobasso Bojano volare verso altri e ben più importanti destinazioni. Il Presule di Campobasso venuto a conoscenza della notizia ha commentato a caldo: “Il Vescovo ringrazia della stima ma sorride della ingenuità dei giornalisti visto che
la notizia è infondata! –ed ha soggiunto- Ma c’è qualcuno che mi vuole proprio cacciare! “. Di certo sarebbe stato meglio e più opportuno
consultare l’Ufficio Stampa della Diocesi che avrebbe fornito opportune e motivate spiegazioni alla ennesima voce che si è
sparsa in giro e che ormai è di dominio pubblico. Ma la voglia dello scoop è grande e così, senza fonti ufficiali che comprovano la notizia, padre Giancarlo è già porporato. Certo non cambia molto aspettare l’ufficialità della notizia che, se vera, sarebbe motivo di gioia da assaporare collegialmente ed ufficialmente e non così di soppiatto, senza capire se c’è verità o la solita ennesima bufala per attirare un po’ di attenzione. In una società dove si va sempre di corsa possibile che non ci sia mai tempo per fermarsi, per aspettare e per gustare insieme la bellezza di un evento di Grazia? Mentre aspettiamo con trepidazione l’annuncio dei nuovi Cardinali da parte di Papa Francesco ci auguriamo che la Stampa sia sempre aderente alle fonti prima di dare notizie, attendendo e motivando e non imbastendo scoop sul “si dice”…
Erasmus, premiate due scuole molisane Oggi a Firenze i dirigenti della Primaria di Mirabello e dell’Istituto di Baranello CAMPOBASSO. Oggi a Firenze, nel palazzo del Palagio di Parte Guelfa, saranno premiati i progetti vincitori del Premio nazionale eTwinning 2014 per i gemellaggi elettronici fra scuole d’Europa. I 15 vincitori (su 310 progetti presentati) hanno promosso un nuovo modo di fare scuola in Europa ed innovato in modo creativo la didattica in Italia tramite l’uso delle nuove tecnologie. Sono stati privilegiati i docenti alle prime esperienze eTwinning o le scuole che non hanno ricevuto un riconoscimento in passato, per dare visibilità e gratificazione agli autori di lavori.Quest’anno le 5 regioni più premiate sono Molise, Puglia, Lombardia, Veneto e Toscana. Nella regione si aggiudicano il
rone” di Baranello con il progetto Feel the water know blue color. Prevista per la prima volta anche la categoria “Menzioni speciali” per dare un simbolico
premio, un computer portatile, due istituti Comprensivi della provincia di Campobasso: la scuola primaria G.Nebbia di Mirabello Sannitico con il progetto Erase una vez un castillo... e l’Istituto “G. Ba-
ai docenti già pluripremiati negli scorsi anni e che per questo non potevano rientrare tra i vincitori ufficiali del 2014, ma comunque partner di progetti eccellenti. “Questi lavori - dichiara il capo unità eTwinning Italia Donatella Nucci - rappresentano esempi concreti di come le opportunità europee, coniugate alla creatività e alla collaborazione tra docenti della scuola e con i partner, possano dare vita ad un ambiente di apprendimento internazionale. Ciò attraverso un utilizzo ottimale di tools e strumenti che sfruttino le crescenti potenzialità delle nuove tecnologie per favorire l’interazione e la partecipazione attiva dei ragazzi al processo didattico
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Isernia
16 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Ittierre, la Regione non vuole più assistenzialismo Per cercare di rilanciare l’azienda e il polo tessile si spera in imprenditori motivati ISERNIA – “Le iniziative che vedono imprenditori impegnarsi per creare nuove opportunità di rilancio della filiera tessile molisana, duramente colpita dalla crisi Ittierre, hanno bisogno della massima considerazione da parte della politica e delle istituzioni, così come è stato chiesto e così come è giusto che sia”. Così ha sottolineato l’assessore regionale, Scarabeo. “Il punto da sciogliere è il destino delle centinaia di lavoratori che sperano proprio nella ripresa della filiera tessile per allontanare l’incubo della definitiva perdita del posto di lavoro. La storia della Ittierre, può continuare attraverso la
collaborazione tra istituzioni e investimenti privati per rilanciare uno dei settori che ha segnato anni importanti nella vita economica del Molise, ma passi in avanti affrettati e,soprattutto, iniziative che non hanno come base un solido Piano Industriale, votato a favorire per buona parte il reimpiego delle unità lavorative della ex Ittierre e del suo indotto, possono rappresentare un palliativo e non la definizione del problema. La Regione non intende mancare all’impegno di attivarsi per trovare i migliori sistemi possibili, in modo particolare con la collaborazione di un qualificato partenariato privato, ma ha il dovere di
ribadire che nessun tipo di intervento assistenzialistico è più consentito, pertanto occorrono progetti di rilancio proiettati verso una gestione imprenditoriale in grado di reggersi da sola. L’iniziativa perciò deve vedere la luce pensando anuovi progetti e sistemi d’impresa attivabili attraverso iniziative quali i Distretti Produttivi che garantiscono l’accesso alle diverse opportunità, comunitarie e nazionali e consente l’avvio di progetti che possono rafforzare lo sviluppo del tessuto produttivo e la capacità competitiva in seno ai mercati internazionali del prodotto realizzato in Molise. Senza nulla togliere agli impren-
ditori che si stanno adoperando, alacremente, per valorizzare la specificità del nostro sistema produttivo, composto prevalentemente da piccole e medie imprese, e per non commettere errori irreversibili, la crescita deve concretizzarsi attraverso un modello organizzativo che non preveda, necessariamente, l’intervento istituzionale di tipo, prevalentemente assistenzialistico. Proprio con la loro presenza, la creazione di “reti di imprese” o Distretti produttivi è possibile e risolutiva e si può, finalmente, progettare il rilancio occupazionale della filiera tessile molisana.”
Salvaguardia del patrimonio paesaggistico, scattano denunce e sequestri Vasta operazione dei Carabinieri sul territorio della provincia di Isernia Nell’ambito di un’attività finalizzata al contrasto dell’abusivismo edilizio e la salvaguardia del patrimonio paesaggistico, nonché per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, reparti territoriali del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia, hanno passato al setaccio varie località della Provincia particolarmente sensibili sotto il profilo ambientale. Quattro persone, un 50enne, un 70enne, un 45enne e un 54enne, tutti di Isernia, sono stati denunciati perché erano intenti alla realizzazione di un fabbricato, ad uso abitativo, in assenza delle prescritte concessioni edilizie e in luo-
ghi sottoposti a vincoli paesaggistici nella zona di Venafro. Un 56enne e un 68enne, di Monteroduni e un 51enne originario di Piedimonte
Matese nel casertano, sono stati denunciati perché erano intenti alla realizzazione di una struttura in cemento armato da adibire ad autori-
messa, nella periferia di Monteroduni, in assenza delle concessioni edilizie e in zona sottoposta a vincolo ambientale. Un 48enne di Venafro, è stato denunciato in quanto aveva realizzato un fabbricato nella periferia di quel centro, anch’esso in assenza delle prescritte autorizzazioni. E per lo stesso motivo un 60enne di Rocchetta al Volturno è stato denunciato in quanto era intento alla realizzazione di una costruzione abusiva in Colli al Volturno. Sono finiti nel mirino dei controlli anche tre cantieri edili ubicati tra Pizzone, Monteroduni e Civitanova del Sannio, nel corso dei
quali sono stati denunciati i tre titolari delle imprese edili esecutrici delle opere, si tratta di un 50enne di Fornelli, un 52enne di San Salvatore Telesino, nel beneventano e di un 26enne di Isernia, responsabili a vario titolo di inosservanza alle norme previste per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e per sfruttamento di lavoratori in nero. Dall’inizio di quest’anno sono decine le operazioni portate a termine dai Carabinieri in tutta la provincia di Isernia contro quei reati definiti di “criminalità ambientale” . Sia i fabbricati che i cantieri sono finiti sotto sequestro.
Poggio Sannita sgomenta per la morte del sindaco Maria Antonietta Bottaro era alla guida della sua auto sull’A1, quando ha perso il controllo ed è finita fuori strada. E’ deceduta sul colpo POGGIO SANNITA. Perde la vita in un tragico un incidente stradale il sindaco di Poggio Sannita Maria Antonietta Bottaro, 63 anni. Il sinistro è avvenuto sull’autostrada A1 Roma-Napoli, in direzione sud, tra Ceprano e
Pontecorvo, nel frusinate. L’auto è uscita fuori strada e la donna è morta sul colpo. Il corpo è stato estratto dalle lamiere accartocciate dell’auto, ormai irriconoscibile, dai Vigili del Fuoco. La Polizia stradale di Cassino è ora al lavoro nel tentativo di stabilire
l’esatta dinamica che ha portato al fatale schianto. Il primo cittadino del comune dell’isernino era nata a Isola del Liri (Frosinone) ed era stata eletta alla guida del paese molisano nel maggio 2013 a capo della lista ‘Cambiare Per Rinascere’.
Agnone, concerto alla “D’Agnillo” Saranno i docenti di strumenti musicali ad esibirsi con brani natalizi e trascritti dagli stessi AGNONE. La dirigente scolastica dell’Istituto Omnicomprensivo “D’Agnillo” di Agnone,dott.ssa Tonina Camperchioli, i docenti di stru-
mento musicale Vincenzo La Sala, Sabrina De Luca, Nicoletta Montanaro, Vincenzo Cimino, hanno organizzato il concerto natalizio in
programma venerdì alle ore 19.00 presso la chiesa dei Cappuccini. Dopo una breve esibizione dei ragazzi delle classi prime, sarà la volta
dell’Orchestra della scuola diretta dal m° La Sala e del coro preparato dalla prof. di educazione musicale Sonia Busico. In programma brani
natalizi arrangiati e trascritti dai docenti stessi, impegnati anche come orchestrali insieme ai ragazzi.
Tombolo, chiuso positivamente il Corso Ad organizzarlo il centro turistico Acli di Isernia. Si tratta del primo step formativo ISERNIA. Si è concluso il corso di tombolo organizzato dal Centro Turistico Acli di Isernia in collaborazione con le Acli provinciali di Isernia. La cerimonia di consegna dei diplomi alle dieci partecipanti si è tenuta mercoledì 10 dicembre nei locali del Museo Civico di piazza Celestino V. “Si tratta del primo step formativo – ha dichiarato l’organizzatrice e presidente del Cta, Barbara Avicolli – di un percorso più articolato che contempla due altri momenti di formazione. Le neomerlettaie, da Isernia Annalisa Lucarino, Alessandra Mazzuto, Bruna Patriarca, Adelina Guerini, Giovanna Angiolilli, Diana Petrocelli e Arianna Di Gaetano, da Roma Daria Calzetta, dalla Basilicata Giovanna Coppa e da Venafro Carla Iannacone, hanno imparato le prime tecniche per poter realizzare i
pizzi al tombolo, tra cui la trina di base, la curva, la legatura, il fiore, l’abb’rrite, la mezza coppia e la coppia esterna. Le lezioni in classe sono state affiancate da un costante lavoro a casa, assegnato dalla tutor Maria Caruso, che ha seguito con dedizione le allieve, per la maggior parte giovani donne dalla spiccata manualità, animate da un profondo rispetto per la tradizione artigianale isernina, sebbene non tutte, però, fossero di Isernia”. Così Giorgio Gagliardi, presidente Euridit: “Il progetto è teso a favorire l’insediamento di nuove aziende nel sistema moda molisano, al fine di rilanciare il settore. Proprio per valorizzare competenze imprenditoriali e professionalità del territorio, abbiamo inteso invitare anche le neo merlettaie che il Centro Tu-
ristico Acli di Isernia ha formato di recente, accompagnate dalla loro insegnante Maria Caruso, cui abbiamo chiesto di lavorare il tombolo nel corso della riunione e di mostrare alcune delle trine agli imprenditori presenti. Da questo incontro, l’auspicio è che nasca un’idea imprenditoriale che veda protagonista l’elegante merletto al tombolo di Isernia. Si potrebbe pensare ad una linea di abbigliamento completamente realizzata in pizzo o anche solo adornata dalle pregiate trine. La presenza di abili merlettaie alla riunione, sono certo, – ha concluso Gagliardi – darà un segnale forte agli imprenditori che avranno modo così di toccare con mano l’elevato potenziale di una terra come quella molisana, troppo spesso non adeguatamente valorizzata e presa in considerazione”.
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Termoli
16 dicembre 2014
“Abusi su minori, preoccupati per il futuro” I responsabili del Centro Vatma hanno scritto al presidente Frattura su interventi non garantiti TERMOLI. “Il 28 ottobre a Campobasso e il 13 dicembre a Roma il Centro Clinico Vatma ha presentato i risultati di 24 mesi di attività. Di oltre 4 milioni di € é l’impatto stimato del modello di intervento multispecialistico sperimentato”. Lo scrive il dottor Nicola Malorni, esso tempo una richiesta precisa per dare ragione alla realtà
da lui gestita che avrebbe restituito ottimi risultati. “La stampa nazionale – continua Malorni su facebook – si sta interessando dell’argomento chiusura del centro Vatma e similari come il Sacrai di Roma. Al Presidente Paolo Di Laura Frattura e all’assessore Michele Petraroia chiedo di rispondere alle tante domande che genitori e bambini
traumatizzati si stanno ponendo ormai da due mesi. Sospendiamo le attività? Abbiamo più volte, in queste settimane contattato la Segreteria del Presidente per avere notizie. Abbiamo necessita di preparare 25 vittime di abusi alla separazione dai propri terapeuti. Altro trauma che si aggiungerà alle violenze già subite? Se questo sarà l’esito di un
progetto pilota tutto molisano che si é guadagnato l’attenzione del Presidente Nicola Piccinini dell’Ordine Psicologi del Lazio e di illustri rappresentanti delle Università Italiane, beh, lunga vita alle buone prassi molisane! Chiedo per il momento soltanto chiarezza rispetto al futuro. Chiarezza che devo ai bambini del Vatma, alle Autorità Giudiziarie
della Provincia di CB e a numerosi servizi che continuano ad inviare casi al Centro. Pur consapevole delle mille difficoltà che la Regione Molise sta affrontando in molti ambiti (sociali, economici e sanitari) resto fiducioso nella sensibilità delle Istituzioni verso i diritti alla salute dei nostri bambini
I ragazzi della San Damiano per la solidarietà Una mostra che emoziona quella allestita alla Torretta con le opere di “Universi nascosti” TERMOLI. Una mostra che emoziona, è quella allestita alla “Torretta” con le opere dei ragazzi della San Damiano, dal titolo “Universi nascosti”. Mani d’artista per i tanti ragazzi del centro socio educativo cittadino, che hanno realizzato queste opere e non nascondono la propria emozione in sede d’inaugurazione alla presenza del dottor Maliconico e della vice sindaco Maricetta Chimisso. “Tutti i ragazzi – raccontano gli animatori del centro – hanno un talento nella pittura e con questo progetto abbiamo cercato di dare sfogo alle loro emozioni attraverso la rappresentazione di questi quadri. Ognuno ha
scelto un proprio soggetto e vi si è dedicato; ci ha lavorato, ha sudato per lui, l’ha corretto e noi l’abbiamo aiutato”. Il risultato? Quadri belli davvero che grazie alle donazioni potrebbero essere ceduti e contribuire all’acquisto di nuovi arredi che nel centro sono carenti. “Una forma per autofinanziarci – ci confermano – pian piano e sempre con delle donazioni”. Le opere esposte sono 18 le opere esposte, talòi quanti i ragazzi che le hanno realizzate. La mostra sarà visitabile sino al prossimo 27 dicembre, tutti i giorni dalle 17.30 alle 20.
Il generale Cornacchia sul delitto Moro Seconda lezione presso il Centro Sociale Il Melograno per la scuola della legalità LARINO. Seconda lezione presso il Centro sociale “Il Melograno” a Larino per la Scuola della Legalità intitolata a Don Peppe Diana. Dopo il racconto e la testimonianza di chi ha visto uccidere don Peppe Diana, ecco che l’ospite-protagonista, il generale Antonio Cornacchia che ha vissuto in prima persona il delitto Moro. “Oggi siamo alla seconda giornata della scuola delle legalità – ha affermato Vincenzo Musacchio, direttore della Scuola – e affrontiamo il tema del terrorismo e delle stragi, per cercare di far capire e interagire i ragazzi delle scuole di La-
rino con il Generale che è stato il primo investigatore a intervenire sul luogo del delitto e per far comprendere loro un periodo che non hanno vissuto”. “Credo – ha asserito sempre Musacchio – sia giusto che sappiano quello che è successo negli anni di piombo. Moro può insegnare tantissimo perché è stato uno dei grandi statisti italiani, artefice di gran parte della Costituzione italiana tra cui l’art. 27 sulla rieducazione della pena, è stato uno degli avanguardisti del diritto penale moderno, competente nella materia della legalità. Il fatto che non ci sia stata lega-
lità, non ci sia stata verità, sulle indagini nel caso Moro è la nota dolente di oggi qui, come lo è anche che in Italia: le stragi più famose non ancora hanno i loro colpevoli. Le commissioni di inchiesta servono a poco perché vengono dopo molto tempo, quando le persone che sono state coinvolte o non ci sono più o sono morte. Oggi, noi – ha concluso – dobbiamo dire agli studenti di ragionare con la loro testa su cosa può essere vero e cosa falso, farsi un opinione libera ed autonoma: è questo lo scopo della nostra scuola”. Stimolato dalle domande di Luigia
Scarlato, vice presidente di Corea, il generale Cornacchia ha confidato che “per raccontare quel periodo, il tempo è sempre troppo breve perché il racconto è troppo lungo. “Ho vissuto in prima persona questo evento che, non posso nascondere, mi ha lasciato un segno indelebile in negativo perché io conoscevo Aldo Moro e i giovani che stavano di scorta e dipendevano da me; potete immaginare qual è stato il mio stato d’animo in apprensione e sempre in fibrillazione”. “Di Moro – ha aggiunto – posso dire che è stato un grande statista. Noi dovremmo andare fieri e
orgogliosi e sono stato anche convinto che ai suoi tempi non è stato capito a dovere, ovviamente non da me. Sulla trattativa Mafia-Stato secondo il generale c’è stata e vi sono prove evidenti. Il momento più emozionante di tutti però è stata la consegna di una targa al merito alla memoria di Giulio Rivera, poliziotto della scorta di Moro e molisano. Il nipote che ha ritirato il riconoscimento, anch’egli oggi poliziotto si è commosso insieme a tutti i presenti sotto un applauso lunghissimo. Momenti indimenticabili sotto il profilo emotivo.
Agricoltura del Futuro e Miglioramento Genetico Se ne è discusso in un convegno del GAL Innova Plus srl a Casacalenda CASACALENDA. Nell’ambito del progetto di cooperazione “Territori che fanno la cosa giusta” il GAL Innova Plus ha organizzato un incontro, presso la sala consiliare del Comune di Casacalenda, per discutere di “agricoltura del futuro”, con approfondimento del ruolo del miglioramento genetico nello sviluppo di sistemi agricoli sostenibili, con due relatori d’eccezione, Carmine Nardone presidente di Futuridea e il Professor Luigi Frusciante - Ordinario di Genetica Agraria Università Federico II di Napoli. Il convegno ha voluto sottolineare come il ruolo delle innovazioni in agricoltura, e il miglioramento genetico, può essere un viatico per rideterminare appunto l’evoluzione dell’agricoltura sul territorio. “Il progetto – dice la direttrice del GAL Innova Plus di Larino Giovanna Lepore – affronta i temi del-
l’innovazione e della sostenibilità in relazione allo sviluppo del territorio, non facciamo ricerche ma divulgazione e informazione, al fine di creare una rete tra coloro che fanno e praticano l’innovazione in agricoltura e il sistema delle imprese che ne deve fruire. Con l’ associazione Futuridea abbiamo organizzato una serie di visite nelle aziende che fanno innovazione, e diversi incontri informativi su questi temi. L’incontro di questa sera nasce proprio dai fabbisogni emersi durante il percorso di animazione”. Carmine Nardone, Presidente di Futuridea, ha parlato del concetto di sostenibilità riferito all’agricoltura e presentato il progetto sperimentale legato alla realizzazione di una serra ad emissioni zero. “L’agricoltura nel mondo sta cambiando velocemente – dice Nardone – nulla sarà più come prima, dal
2005 inoltre la popolazione urbana ha superato, nei numeri, quella delle zone di campagna, ogni anno nel mondo perdiamo superficie agraria utilizzibile pari all’estensione dell’Italia. Se a questo aggiungiamo anche lo spreco alimentare ci rendiamo conto che non è più sostenibile questa situazione, bisogna innanzitutto spingere sulla solidarietà dei territori e su modelli di sviluppo e produzione sostenibili, non è pensabile – continua Nardone – consumare suolo per pali eolici che poi servono solo alle grandi imprese, bisogna al contrario, studiare e applicare nuovi modelli di produzione di energia (voce che incide pesantemente sul reddito agricolo n.d.r.) elettrica tale da diventare risorse per l’azienda e non spesa”. Non solo, Nardone ha anche dato delle indicazioni in questo senso come ad esempio ridurre le
emissioni di CO2 nell’ambiente, utilizzo di serre capaci di adattare le giuste fonti di luce e calore al loro interno, utilizzo di mezzi elettrici nelle serre, e soprattutto promuovere i prodotti del territorio. Il professor Frusciante invece ha dimostrato come nel corso degli anni la “genetica” in agricoltura è cambiata molto e si va sempre più verso prodotti versatili, coltivabili cioè in qualsiasi ambiente, intervenendo sul DNA, o addirittura sul Genoma, settore in cui l’Università Federico II di Napoli sta lavorando. Utilizzare la scienza dunque per migliorare la genetica dei prodotti vegetali all’interno di tre sfide fondamentali che sono: Ambiente – Sicurezza – Qualità, intervenendo in questo senso si riesce a rendere l’agricoltura un po’ più sostenibile e un po’ più di qualità.
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Termoli
16 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Lavori al Corso? Si affretta per fine anno
Anche domenica gli operai dell’impresa hanno lavorato per cercare di chiudere per tempo TERMOLI. Una domenica di sole anche a metà dicembre e l’impresa De Francesco e i suoi dipendenti non si curano del calendario per cercare di velocizzare quanto più possibile l’opera di nuova pavimentazione del corso nazionale. Un cantiere work in progresso, cuore
del centro storico (da non confondersi col borgo antico), divenuto davvero elemento d’attrazione, con i materiali e le passerelle in metallo, la gente che durante il passeggio scruta
l’evoluzione rispetto al giorno prima, quasi il countdown per l’apertura riguardasse davvero tutti e mai sarà più come prima, visto che la pedonalizzazione h24 cambierà
usi e costumi degli smanettoni di sterzi e manubri. Dunque non sarà stata un’anomalia assistere agli operai che durante il giorno deputato al riposo si adoperavano per portarsi avanti col lavoro, nell’auspicio di terminare entro fine anno, come fu annunciato
Irce Cavi, la Uil denuncia la situazione aziendale Sono 34 i lavoratori che rischiano di restare senza lavoro. Appello alla Regione TERMOLI. Torna d’attualità la questione Irce Cavi, a denunciare lo stato cui versa l’azienda è Carlo Scarati, rappresentante sindacale della Uiltucs che denuncia quanto in questo ultimo periodo sia stata data “un’accelerazione in un’altra direzione che metterà trentaquattro famiglie sul lastrico”. La richiesta di mobilità, secondo quanto noto, sarebbe stata aperta per decine di unità con l’impegno della Uiltucs che oggi verte a “rimodulare il tutto rispetto a quelle che sono le aspettative di produzione e la possibilità di avere un ammortizzatore sociale come il contratto di solidarietà e di contenere questi numeri ad oggi siamo molto distanti, abbiamo appena iniziato”. L’auspicio, quindi, è “che la Regione Molise da subito”, entro la fine dell’anno, “riesca a reiterare i decreti attuativi per la cassa integrazione in deroga” e a quel punto, aggiunge Scarati, “ci salveremo tutti di un pezzo perché ci sarebbe la possibilità di avere cinque mesi di cassa in deroga e con più calma anche per salvaguardare queste 34 famiglie”.
La situazione della Irce Cavi, è una di quelle già discusse che propone una realtà aziendale che a causa della crisi si è ritrovata ad affrontare un drastico calo di produzione che si è ripercosso sugli stessi lavoratori, attualmente a serio rischio dopo che, grazie agli ammortizzatori sociali, circa 280 realtà lavorative si sono viste a rischio chiusura. “I criteri di scelta – specifica Scarati – sono quelli della 223 quindi sono criteri legati ad esigenze tecniche ed organizzative, carichi famigliari e anzianità di servizio, sono quelli di legge poi noi li andremo a verificare se verranno applicati. Ieri abbiamo avuto un incontro con i lavoratori” e in merito alla situazione specifica: “È stato traumatico partecipare a quell’assemblea perché dava il target della disperazione: c’era gente attonita che non aveva manco più la forza di reagire. Io penso che in questo paese stiamo spegnendo la speranza e questo Governo che si era presentato a maggio con questa idea, sta disattendendo completamente tutte le aspettative direi quasi che merita di andare a casa. Se
risolve i problemi può regnare in eterno ma se non lo fa se ne vada, non serve. Quello dell’Irce era un tavolo legato alla deroga, ma noi siamo fiduciosi che almeno chi il territorio lo conosce ed è stato eletto in questo territorio abbia un’accelerazione e non pensi alle festività natalizie ma pensi di apporre la firma prima del 31 dicembre altrimenti avrà sulla coscienza 34 famiglie”. Il 31 dicembre, infatti, scadrà la cig per i dipendenti e si attendono le risposte proprio mentre Petraroia rassicura: “voglio tranquillizzare tutti: le domande della cassa integrazione in deroga per tutta Italia si sono fermate non per mancanze di firma, ma per mancanze di soldi. Nel senso che il Ministero del lavoro solo recentemente ha adottato un altro decreto di riparto per 3milioni 400mila euro in favore del Molise non appena queste risorse, c’è un messaggio dell’Inps che è dell’11 dicembre, arriveranno nella disponibilità, le pratiche di cassa integrazione in deroga potranno essere liquidate. Ricordo che su questa materia c’è un decreto
ministeriale del 4 agosto che ha riaccentrato le funzioni nell’erogazione della cassa in deroga nelle mani del Ministero del Lavoro e noi siamo, in tutti i casi, vicini ai lavoratori dell’Irce cavi e siamo pronti a ragionare e discutere con loro come abbiamo fatto in passato”. “Se riuscissimo ad attivare il contratto di solidarietà – aggiunge Scarati – subito dopo subentra che il 40% del contratto di solidarietà viene pagato dall’ammortizzatore; basta strutturare una lavorazione al 60% e si mantengono le unità. Ciò sarà come se si dimezzassero le persone che si devono mandare a casa e in questo modo riusciremo a salvaguardarle perché è come se lavorassero part time, visto che metà lo paga l’Inps e metà lavorano e a quel punto legittimi che da 65 si scende a 34”. Senza firma entro le prossime tre settimane, al termine dell’iter amministrativo di trenta giorni (quindi il 6 febbraio) si troverebbero fuori ben 34 persone o meglio, in mobilità, un qualcosa che per Scarati ha un solo significato: “licenziamento
“Quale il nostro destino?” I lavoratori dei Centri San Pio hanno incontrato il sindaco Sbrocca perchè temono di perdere il lavoro TERMOLI. Sabato 13 dicembre, i lavoratori dei centri San Pio,centri che forniscono servizi di riabilitazione in convenzione con la Regione Molise, hanno incontrato nel Comune di Termoli, il sindaco Angelo Sbrocca, l’assessore regionale Petraroia, il consigliere regionale Di Pietro e hanno fatto presente il timore di perdere il posto di lavoro in seguito alla cessione della Fondazione San Pio e le difficoltà le-
gate alla riduzione da 1milione e 400mila euro a 1milione, cifra con cui non riescono a fronteggiare spese e pagamenti.Nel corso dell’incontro è emersa una mancanza di comunicazione tra la Fondazione Padre Pio e la Regione e l’assessore al Lavoro Petraroia ha confermato di non aver ricevuto nessuna comunicazione da parte della fondazione e che il decreto del Presidente non ha tagliato posti letto ma
Concorso Goccia D’Oro: ecco i risultati! Nonostante le condizioni avverse, il Molise, grazie al concorso Goccia D’Oro, visti i risultati, mostra la bellezza dell’olivicoltura regionale: pochi gli oli difettati, con alterazioni relative al temuto parassita Mosca dell’olivo, molti invece sono risultati gli oli extravergini che si sono contraddistinti con note di pregio ed hanno raggiunto valutazioni ragguardevoli. Il dato dimostra che operando bene e seguendo le indicazioni di esperti del settore, tra cui il personale dell’ufficio olivicolo dell’Arsiam di Larino, si riesce a sconfiggere la malasorte, ottenendo , indipendentemente dalle condizioni ambientali e fitosanitarie, ottimi risultati. Il concorso Goccia D’Oro si dimostra sempre più un percorso capace di guidare gli olivicoltori nella produzione della qualità di cui ha bisogno il Molise per rafforzare la sua identità olivicola fuori dai confini regionali e nazionali. La cerimonia di premiazione si svolgerà presso il Palazzo Ducale di Larino, domenica 14 dicembre alle ore 18.00.
confermato i pre esistenti. Il sindaco Sbrocca ha confermato di essere al corrente della situazione anche grazie al consigliere Giuditta e ha confermato che il Governatore, da lui interrogato sul tema della Fondazione San Pio, non era a conoscenza della cessione.I lavoratori e i genitori di utenti del centro San Pio di Termoli hanno posto diverse domande ai rappresentanti delle istituzioni
come quale fine farà il Centro Padre Pio e se il nuovo gestore investirà ancora sui bambini o farà scelte differenti.L’incontro volto a mettere al corrente le istituzioni delle decisioni della Fondazione, decisioni che sembrerebbero non tutelare i lavoratori molisani, si è concluso con l’intervento dell’ass. Petraroia che ha spiegato come le responsabilità dell’attuale situazioni siano da attribuire alla Fon-
Di seguito sono riportati i risultati: Categoria amatori / Giuria professionisti Olio fruttato leggero 1° posto Pastorini Fabrizio di Larino 2° posto Storto Giuseppe di Morrone nel Sannio 3° posto Valerio Adele di Mafalda Olio Fruttato medio 1° posto: Radatti Antonio di Guglionesi 2° posto Pastorini Marcello-Muheim Anna Rita Dorothea di Larino 3° posto: Del Balso Antonio Pio di Gildone Olio fruttato intenso 1° posto D’Amico Federica di Pietracatella 2° Gammieri Lorenzo di Larino 3° posto Passarelli Giovanni di Mirabello Sannita Categoria Professionisti /Olio extravergine d’Oliva/ Giuria professionisti Olio fruttato leggero 1° posto Tulipano Luigi di Guglionesi 2° posto Di Pietro Sabrina di Mafalda 3° posto :Villani Antonio di Campomarino Olio fruttato medio 1° posto Tamaro Giorgio di Colletorto 2° posto: Az. Agr. Principe Pignatelli di Monteroduni 3° posto: Azienda Gasdia di Larino Olio fruttato intenso 1° posto Olio Aloia sas di Colletorto 2° posto Frantoio oleario di Battista Manrico di Santa Croce
dazione per “ad oggi tutte le Istituzioni non sono state coinvolte” e ha spiegato che era è necessario provare a interloquire con la Fondazione. L’assessore ha anche spiegato ai dipendenti del Centro Padre Pio quale può essere il percorso per iniziare ad interloquire con la Regione come gruppo di lavoratori con elevata professionalità e la disponibilità della Regione ad ascoltare i loro bisogni.
di Magliano 3° posto Travaglini Francesco di Larino Categoria professionisti / olio extravergine d’oliva/ Giuria Farmacisti Olio fruttato leggero 1° posto Di Pietro Sabrina di Mafalda Olio fruttato medio 1° posto Azienda Gasdia di Larino Olio fruttato intenso 1° posto: Olio Aloia sas di Colletorto Categoria professionisti / olio extravergine d’oliva/ Giuria ragazzi Fruttato leggero 1° posto: Tulipano Luigi di Guglionesi Fruttato medio 1° posto: Tamaro Giorgio di Colletorto Fruttato intenso 1° posto : Olio Aloia sas di Colletorto Categoria professionisti/ olio extravergine BIO/ giuria professionisti 1° posto: Olio Flora di Larino 2° posto: Patuto Alessandro di Larino 3° posto: Cirelli Giuseppina di San Giuliano di Puglia Categoria professionisti/ olio extravergine DOP/ giuria professionisti 1 posto: Marina Colonna S.r.l. di San Martino in Pensilis 2° posto: Frantoio oleario Di Vito Giovanni di Campomarino 3° posto: Oleificio Bruno Mottillo di Larino
Tutto quello che gli altri non dicono
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Opinioni
16 dicembre 2014
di Gianluca Di Lonardo E’ singolare come un’opera pubblica sia in grado di essere periodicamente al centro dell’attenzione per poi ripiombare nel dimenticatoio. La diga di Chiauci è un argomento da campagna elettorale (sia abruzzese che molisana) ed è la materializzazione di una tipica espressione italiana: un buco nell’acqua. In questo caso il paradosso è rappresentato dal buco, che c’è e purtroppo si vede, e dall’acqua che invece è ormai leggenda. Tra continue promesse e costanti rinvii nel 2015 festeggeremo il trentesimo anniversario dell’inizio dei lavori di una delle opere più attese e dispendiose della regione Molise. Il decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo Renzi non prevede altri finanziamenti per ultimare l’invaso, Legambiente invece presenta un documento in cui tra le 101 opere fondamentali per il rilancio nazionale trova spazio proprio il bacino artificiale altomolisano che ad oggi è costato allo Stato circa 154 miliardi di Lire. Cifra davvero esorbitante e totalmente senza controllo, basti pensare che il Consorzio di bonifica Sud con sede a Vasto ha un passivo che sia aggira intorno ai 22 milioni di Euro, lo dichiarava il Presidente del Collegio dei revisori dei conti Raffaele Felice nell’estate 2013 il quale senza mezzi termini aggiunge che la cifra è destinata a crescere senza controllo: “serve un autorevole e immediato intervento delle competenti autorità, con invito alle forze politiche di Vasto di prenderne visione e collaborare per una soluzione positiva del problema, che riguarda tutti gli agricoltori del territorio, ed essere pronti, con gente nuova e preparata, alla gestione del consorzio anche in considerazione delle nuove sfide da affrontare, per i nuovi compiti che la Regione ha deciso di assegnare ai consorzi e anche per evitare che un domani la diga di Chiauci passi sotto il controllo della Regione Molise, se la gestione dell’ente non subirà alcun cambiamento”. E’ importante capire il senso dell’ultima frase, evitare che la diga di Chiauci passi sotto il controllo della Regione Molise. Qui infatti si annida l’assurdo. Chiauci è una piccola località della provincia d’Isernia, nonostante ciò il bacino idrico che ha distrutto una cascata naturale senza nessuna valutazione d’impatto ambientale trasformando una vallata in un enorme can-
senza alcun finanziamento pubblico
tare a termine le opere fondamentali per il territorio ed il fattivo funzionamento dell’invaso. Opere quali Il disboscamento completo del fondale, la sistemazione delle paratie e dei canali, la realizzazione di un secondo sbarramento di ritenuta in grado di mantenere un livello minimo d’invaso e lo sfruttamento delle condotte per la produzione d’energia. Agli interventi elencati si aggiungerebbero la sistemazione a verde dell’ex area di cava e la L’acqua andrà creazione di un’area per la tutta in Abruzzo grazie fauna lacustre, lavori abbon- a Sblocca Italia dantemente reae all’inerzia lizzabili con i regionale 154 miliardi spesi fino ad oggi ma che non saranno all’ordine del giorno con i 5 milioni appena restituiti e insufficienti perfino a saldare l’ingente debito del Consorzio vastese. Il Consigliere Camillo D’Alessandro si affretta a rassicurare gli abruzzesi garantendo uno stop agli sprechi, ci auguriamo che prima o poi voglia fare altrettanto con i molisani che attendono dal 1985 la fine di un’opera controversa che ad oggi ha lasciato lungo le sue sponde una serie di opere incompiute ed inutilizzabili. La totale assenza di considerazione nei confronti dei molisani che subiscono la violenza di un’opera senza vederne la fine sperata e tanto attesa, la deficitaria gestione dei fondi pubblici e l’assoluta mancanza di un piano di fruibilità dell’invaso portano a pensare che la Regione Molise consideri Chiauci ed il suo lago una sorta di enclave abruzzese costretta ad adempiere al suo compito di enorme cisterna d’acqua per la piana di Vasto, tutto questo mentre il Consorzio di Bonifica rimane al suo posto di comando sperperando le ultime risorse rimaste. Mi auguro che il presidente Paolo Di Laura Frattura decida di mettere fine a questo teatrino durato troppo a lungo e trasformi in realtà ciò che Raffaele Felice teme da oltre un anno, credo che l’Alto Molise sia una risorsa da tutelare e da usare con abilità evitando abusi e danni con progettazioni ormai anacronistiche. Ci auguriamo che il Molise voglia cambiare il corso delle cose quanto prima restituendo ai suoi abitanti ciò che gli spetta da trent’anni: il diritto di poter decidere del proprio destino. Ai posteri l’ardua sentenza.
Diga di Chiauci, il Molise resta assente tiere abbandonato non è di sua competenza. Ce lo ricorda il nome del Consorzio che se ne occupa e lo ribadisce il Dottor Raffaele Felice nel suo intervento. Si aggiunga una notizia delle ultimissime ore, il Cipe ha restituito 5 milioni di Euro al Consorzio di bonifica, finanziamento precedentemente revocato a causa dell’inerzia per l’utilizzo di tale somma da parte dello stesso Consorzio. Il Consigliere abruzzese Camillo D’Alessandro dichiara che tale operazione è fondamentale sotto diversi punti di vista e aggiunge che questi fondi saranno decisivi per ultimare l’incompiuta: “il Governo regionale e’ al lavoro per finanziare ulteriormente le opere a Chiauci e rendere chiaro a tutti che mai piu’ la Regione o gli enti ad essa collegati dovranno rappresen-
tare una zavorra per le esigenze del nostro territorio”. E’ incredibile pensare che il Cipe abbia deciso di restituire il portafogli a chi ha dimostrato in trent’anni di avere le mani bucate e scarsa voglia di fare. A dirlo è la stessa Regione Abruzzo che definisce il Consorzio “una zavorra”, lo fa sia D’Alessandro che Felice nel documento del 2013. Alla luce delle incredibili falle di bilancio e dell’indifferenza con cui i responsabili abruzzesi hanno risposto all’incontro di poche settimane fa organizzato dai Comuni molisani sarebbe il caso che la Regione Molise prendesse effettivamente il controllo dell’opera e invitasse ad un tavolo tecnico realmente utile e costruttivo tutti i Comuni interessati fisicamente dal bacino idrico per un nuovo progetto in grado di por-
Occupazione femminile, non servono le quote rosa ma un nuovo welfare di Concetta Gizzone* L’ultimo rapporto Svimez pubblicato pochi giorni fa mette ancora una volta in evidenza la grave crisi sociale del mezzogiorno d’Italia in particolare per quanto riguarda la situazione occupazionale e formativa di giovani e donne. I numeri restituiscono un quadro devastante, solo una donna su cinque lavora, spesso svolgendo attività lavorative umili e pagate molto meno degli uomini e le altre quattro, hanno comunque carriere sacrificate, costrette magari a rinunce quando arriva il primo figlio, mentre cala notevolmente il numero di donne laureate. La stessa agenzia Eurostat dice che in Italia il divario salariale uomo-donna (gender pay gap) è mediamente del 6.7% (riferito solo alle donne laureate), mentre uno studio svedese presentato in Commissione Europea il mese scorso, sostiene che se ci fosse la piena parità di sessi sul lavoro il pil italiano potrebbe crescere del 32%. La politica tutta, da quella nazionale a quella locale, affronta questi temi solo attraverso le dichiarazioni e gli annunci, mai con i fatti. Eppure non serve che ce lo ricordi lo studio svedese la cosa era chiara ai nostri padri costituenti che all’articolo 37 della Costituzione ricordano come: “ “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le con-
dizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione” – un diritto costituzionale ignorato dalla politica. Alle donne non servono le quote rosa, servirebbe l’applicazione della nostra Costituzione e un nuovo welfare attento alle loro esigenze e quelle della famiglia, come ad esempio nuove scuole e asili sicuri, moderni e efficienti. Nella nostra Regione ci sono ancora troppe strutture carenti e datate. Mi domando che fine ha fatto il “Piano Renzi su scuole e asili nella nostra Regione”? Quante e in che condizioni sono le strutture di assistenza per gli anziani? E poi, visti i soldi del bilancio regionale investiti in sanità, sarebbe auspicabile un sistema sanitario più efficiente e capillare che sappia dare risposte di prevenzione e assistenza anche nei piccoli centri delle aree interne spesso penalizzati. Per queste ragioni, in questa fase di crisi, la politica deve fare un salto qualitativo, chi amministra deve mettere in campo idee e volontà e capacità progettuali per intercettare risorse economiche attraverso i fondi strutturali europei, troppi i soldi rimandati indietro o non utilizzati dalla nostra Regione. Ciò
darebbe lavoro e prospettive di sviluppo. Anche le grandi aziende presenti nel nostro territorio molisano possono, visto anche il loro ruolo sociale dare un contributo importante al welfare sociale. L’apertura ad esempio, di asili all’interno degli stabilimenti come avviene nel nord del Paese e in Europa, sarebbe un bel segnale, favorire il part-time per padri e madri, senza comprometterne la professionalità, promuovere la cultura d’impresa nel territorio aprendo canali con scuole e l’università. Come sindacato possiamo certamente lavorare e dare un contributo sul piano delle idee e della progettazione, fare leva sugli strumenti della contrattazione aziendale e territoriale, prendendo spunto anche da altre realtà del nostro Paese dove questo è stato fatto e ha dato importanti risultati, ma serve che la politica si svegli e metta nell’agenda questi temi. Bisogna indirizzare parte delle risorse economiche e infrastrutturali al riequilibrio della disparità tra uomini e donne, un investimento, oltre che un diritto costituzionale, che nei fatti stimolerebbe la crescita e la qualità di vita del nostro territorio. La ripresa economica e il benessere del Paese e della nostra Regione passa anche attraverso una maggiore valorizzazione delle donne e delle loro capacità lavorative, organizzative e di cura della famiglia e dei figli. Non può essere un gap salariale a decretare l’inadeguatezza delle donne nel mondo del lavoro né possiamo rassegnarci come molisani a restare una regione di periferia. Il Molise ha tante risorse una di queste sono le sue donne e vanno valorizzate. *Coordinatrice Donne SST Cisl Campobasso - Coordinatrice Donne FIM CISL Abruzzo Molise