L'addormentata del pd

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 218 sabaTo 3 oTTobre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a pasquale guarracino

roberto ruta denuncia: “isernia è sprofondata il Molise va a rotoli e Micaela Fanelli è in silenzio”

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Pasquale Guarracino. Il segretario della Filcams Uil è l'unico sindacalista che continua ad andare all'assalto dei fortini, purtroppo inutili, della politica molisana. Ci prova il buon Pasquale a svegliare le coscienza circa la triste sorte che sta accompagnando il Molise. Se l'assessore al Lavoro lavorasse e si impegnasse, dall'alto dei suoi 13mila euro mensili, al pari del sindacalista Guarracino ben altri risultati potrebbero aversi. Al contrario, stiamo riscontrando solo disoccupati e cassintegrati e giovani che vanno via.

il Tapiro del giorno a Michele scasserra

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Scasserra. Bisognerebbe andare a "Chi l'ha visto" perchè il consigliere comunale di Campobasso e leader dell'opposizione (scalcinata) del centrodestra non si vede più dalle parti dell'assise comunale. Eppure, la città di problemi ne ha tanti e, se non andiamo errati, si era proposto per fare il sindaco e cercare possibili soluzioni. Poi, l'eclissi. Ma anche nel ruolo di opposizione possono essere messe in campo azioni e proposte. Anche in quel ruolo è possibile confrontarsi con la maggioranza. Chi è assente ha torto.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 3 ottobre 2015

La Regione s’è destata dal sonno estivo

Approvata dalla giunta la proposta di legge per il riordino delle funzioni delle Province E’ stato un grave errore del Governo nazionale smantellare una realtà istituzionale di antico lignaggio tecnico e amministrativo lasciando in essere le Regioni che sono il cancro della spesa pubblica e un nucleo accertato di non poche corruttele La Regione Molise s’è desta dal sonno estivo e s’è accorta che le Provincie, cui la legge dello Stato ha tolto parecchie competenze, ha tagliato le risorse e il personale chiamando in causa le Regioni, andavano aiutate a sistemare il proprio essere ancora un ente territoriale incaricato di provvedere alla cura delle strade provinciali, degli edifici scolastici superiori e dell’ambiente, accollandosi (la Regione) il resto delle competenze che le sono state tolte. La Regione, dicevamo, s’è desta e con un colpo a sorpresa la giunta regionale presieduta da Paolo di Laura Frattura, il 23 settembre ha approvato la proposta di Legge regionale “Disposizioni di riordino delle funzioni esercitate dalle Province”, in attuazione della legge 7 aprile 2014, numero 56. La proposta sarà trasmessa al consiglio regionale per i conseguenti adempimenti e per l’approvazione. Quindi s’è data un po’ di merito, e ha spiegato che “ha avviato un importante percorso di riforma istituzionale, attraverso diversi strumenti di intervento e di lavoro, con l’obiettivo di collegare al processo di riordino delle funzioni i temi della semplificazione, della

gestione efficiente ed efficace delle risorse finanziarie e dello sviluppo del territorio”. Per ciò che concerne la questione della Provincia ha tenuto a ricordare che, in attuazione anche dell’accordo tra Governo e Regioni, è stato istituito l’Osservatorio regionale per la finanza territoriale della Regione Molise attraverso cui sono stati definiti i criteri da seguire per l’adempimento ai dettami di cui alla legge Del Rio e alla legge di stabilità 2015.

In particolare, sono state definite le funzioni non fondamentali delegate alle province da trasferire alla Regione, e sono stati individuati i dipendenti che, alla data di entrata in vigore della legge 7 aprile 2014, numero 56 (legge Del Rio), risultano assegnati alle funzioni da trasferire Questo in soldoni, perché nella proposta di legge le situazioni singole e collettive, specifiche e ordinarie, sono state dettagliate e circoscritte. Alla Regione quindi passerebbero le

competenze relative alla caccia, alla raccolta dei tartufi, all’inquinamento atmosferico, alla pesca, agli impianti termici, al turismo rurale e alla raccolta funghi e il personale che alla data di entrata in vigore della legge statale di riordino delle Province era incaricato. La proposta di legge si compone di 8 articoli e tra questi spiccano l’articolo 3, che definisce le modalità di trasferimento delle funzioni; l’articolo 5, con le norme relative al personale impiegato nelle

funzioni oggetto di trasferimento, e l’articolo 6, che si occupa delle risorse finanziarie e prevede che, a decorrere dalla data di trasferimento del personale e della funzioni alla Regione, alla stessa spettano le entrate extratributarie e i proventi connessi allo svolgimento delle funzioni. Una legge snella, come dovrebbero essere tutte le leggi per essere chiare e facilmente applicabili. Le Province quindi vanno profilando il proprio assetto e le proprie residue funzioni sapendo, però, che sarà dura spuntala col il Governo per avere, anche per le poche competenze che le sono rimaste (strade, scuole superiori e ambiente), le necessarie coperture finanziare. La scelta del Governo, con la cosiddetta legge Del Rio, è stata una scelta scellerata: ha smantellato una realtà istituzionale di antico lignaggio tecnico e amministrativo lasciando in essere le Regioni, che sono il cancro della spesa pubblica e un nucleo accertato di non poche corruttele.

Dardo

La stridente differenza di comportamento tra Enrico Rossi, presidente della Toscana, e Paolo Frattura, presidente del Molise La differenza tra la capacità del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, di difendere la permanenza delle Poste italiane sul territorio, e quella del presidente del Molise, Paolo Frattura, è sostanziale. Il primo s’è posto alla testa delle istituzioni locali, obbligando il Governo nazionale e le Poste italiane ad un incontro “per trovare una soluzione definitiva che tenga conto delle esigenze di razionalizzazione degli uffici postali ma nello stesso tempo venga incontro anche alle esigenze dei cittadini”; il secondo , da quando è scoppiato il caso, se ne sta con le mani in mano. La statura politica è amministrativa di Rossi è di per sé eloquente in questa sua iniziativa e nel risultato raggiunto; quella del collega Frattura è altrettanto eloquente, ma di segno opposto, cioè per il suo distacco dalla questione, per il suo disinteresse, per il suo altezzoso menefreghismo. Ne viene che la Toscana, probabilmente, ragionando e confrontandosi col Governo nazionale e con le Poste italiane, riuscirà a tenere in essere una rete territoriale degli uffici tale da soddisfare la necessità di razionalizzare il servizio da parte delle Poste e, contestualmente, di venire incontro alle esigenze dei cittadini. Per il Molise ne viene, invece, che saranno le Poste italiane a determinare il numero degli uffici da mantere

Le Poste chiudono uffici, riducono i giorni di apertura e gli orari degli sportelli al pubblico, la Toscana ha reagito, il Molise no

in esercizio in base unicamente alle proprie esigenze di razionalizzazione, senza alcuna considerazione delle esigenze dei cittadini molisani. Nel caso della Toscana, la Regione ha espresso appieno la sua autorità istituzionale, facendosi valere col Governo e con le Poste; nel caso del Molise, invece, sono chiari la nul-

lità della classe regionale che lo governa, l’estraneità del governo nazionale alle vicende molisane e, in questo caso, l’utilitarismo aziendale delle Poste. E’ anche vero che i comuni della Toscana e la Regione, al piano di razionalizzazione delle Poste, hanno reagito ricorrendo al Tar, mentre nel Molise siamo ai soliti lamenti, alle solite dimostrazioni di inefficienza e, se vogliamo, di indifferenza, in attesa che qualcuno ci risolva i problemi. Il Tar della Toscana ha accolto la richiesta di sospensiva della chiusura degli uffici presentata da alcuni

Comuni toscani; il Tar del Molise potrebbe fare altrettanto, se interessato. Altro punto di divaricazione tra la Regione Toscana e la Regione Molise sugli uffici postali a rischio di smantellamento e/o di riduzione, è anche nella decisione del presidente Rossi di mettere in discussione le convenzioni in essere. Infatti , in proposito ha dichiarato: “Se i vertici di Poste vogliono mantenere un canale privilegiato nel lavoro con le amministrazioni pubbliche, sono tenuti ad ascoltare le istanze che i cittadini di tante zone disagiate hanno fatto arrivare loro attraverso la Regione e i Comuni, diversamente, ribadiamo, siamo pronti a mettere a gara i servizi postali”. Di fronte al piano postale che prevede la riduzione degli uffici e, di altri, la riduzione dei giorni e degli orari degli sportelli al pubblico, il presidente della Regione Molise, finora, non ha avuto alcunché da dichiarare. Lui vola alto, sui confini dell’affarismo spinto, in nome del governo regionale che presiede e delle molteplici attività di uomo di mondo.


TAaglio lto

3 3 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La Regione dispone con grave ritardo il versamento della ingente somma che doveva alla GTM ed all’ATM per il servizio di trasporto pubblico ma, invece di scusarsi, Frattura e Nagli si compiacciono “...della volontà di sostenere le ditte.” e annunciano tagli

Un: “Scusate il ritardo” forse era meglio... Quasi due milioni e ottocentomila euro sono stati finalmente liquidati dalla Regione Molise alle ditte concessionarie per il trasporto pubblico urbano (GTM a Termoli) e extraurbano (ATM su diverse linee attraverso tutto il Molise). Le stesse che avevano minacciato di fermare i mezzi dal primo di ottobre qualora le pendenze non fossero state saldate. Pratica già esercitata nel dicembre scorso dall’ATM, suscitando polemiche a non finire. Abbiamo così scoperto che per vedersi riconosciuto un diritto bisogna minacciare le estreme conseguenze e questo non avendo a che fare con qualche committente truffaldino ma con la più alta istituzione, la Regione. E’ notorio ormai, va detto, che il “Pubblico” (gli enti, le istituzioni in genere, lo Stato per primo) sia un pessimo pagatore, ma ciò non significa affatto che sia giusto. Semmai è l’indice principale di quanto decadenti siano questi nostri giorni, di quanto sbilanciato sia il rapporto generale di correttezza e di giustizia, ovviamente a sfavore di cittadini e lavoratori. Costretti, questi ultimi, a rispettare al centesimo ogni obbligo assunto (ovviamente) ma, in caso di mancanza, fustigati da more e penali che in alcuni casi hanno portato molte persone a perdere fiducia, speranza e voglia di vivere. Le istituzioni invece no. Pur rappresentandoci tutti possono fare di noi e delle

Il MoVimento 5 Stelle in difesa dell’acqua pubblica pronto a presentare gli atti in Consiglio per stabilire la pubblicizzazione della gestione dell’acqua Nel 2011 ben 27 milioni di persone hanno votato per un’acqua “pubblica”, quindi gestita fuori dalle logiche di mercato. Fino a oggi, però, i governi sono andati in direzione completamente opposta. Hanno dato in mano a un ente garante del mercato la definizione della bolletta e stanno accentrando nelle mani di poche società la gestione dell’acqua attraverso le norme del decreto ‘Sblocca Italia’. Attenzione però, dal 2011 l’attuale classe dirigente non ha mai parlato di “privatizzazione” dell’acqua, ma ha mascherato il concetto dietro eleganti formule come “aggregazione” o “razionalizzazione”. Anche il PD, per quel referendum, era salito sul carro del vincitore, ma non ha mai legiferato in linea con quanto deciso dai cittadini! Ebbene, lo Sblocca Italia ha introdotto nuove norme che modificano il titolo II, parte III, del Decreto legislativo numero 152 del 2006 (Testo Unico ambientale), che è una delle leggi di riferimento, prevedendo una serie di adempimenti per completare l’attuazione della disciplina che regola il Servizio Idrico Integrato e introducendo il concetto di “unicità” della gestione all’interno di ogni Ambito territoriale ottimale. Per questo è stato fissato il termine del 30 settembre 2015. Entro quella data, gli Enti di governo d’ambito dovranno completare gli affidamenti, pena l’intervento sostitutivo della Regione e dello Stato. Sempre entro il 30 Settembre 2015 lo Sblocca Italia chiede a ciascun Ega, di redarre il Piano d’Ambito, di scegliere la forma di gestione e di

nostre istanze praticamente ciò che vogliono. Tipo pagare il dovuto con mesi, qualche volta anni, di ritardo e prendersi la soddisfazione anche di una sottile presa in giro, condita da un, neanche tanto velato, avvertimento. Come dimostrano le parole del presidente Frattura e dell’assessore Nagni a chiosa della vicenda di cui scriviamo: “Alla luce delle soluzioni individuate nella riunione di ieri –

sottolineano –, abbiamo provveduto immediatamente ad assolvere a uno dei principali impegni assunti. Una liquidazione importante che dà ragione alla volontà del nostro Governo regionale di sostenere, nell’ambito di una necessaria riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico locale, le ditte concessionarie nel superamento delle criticità registrate, anche a fronte degli oggettivi vincoli

finanziari che la Regione deve rispettare.” Lo stesso governo regionale che paga con gravissimo ritardo, esponendo i creditori agli appetiti incontrollabili del sistema creditizio, si fregia, si auto compiace, dello sforzo che fa per sostenere le società che ha portato quasi al serrate! Certo che ce ne vuole di impudenza. Un: “Scusate il ritardo, cercheremo di fare in modo che non succeda più.” Sarebbe certo risultato più umano, logico, verosimile e, senza dubbio, meno irritante. Senza contare l’allusione finale; ma il veleno è nella coda, anche questa è cosa nota. Come poteva mancare, infatti, di questi tempi, l’accenno ad una riorganizzazione? Termine edulcorato che sta per taglio. Le due società in questione sono avvisate: il peggio deve ancora venire. Soprattutto in mancanza di un piano regionale dei trasporti (ma di piani regionali ne mancano a iosa, quello sull’energia ad esempio); di una proposta di ampio respiro, cioè, che possa essere valutata sotto tutti i punti di vista e da tutti gli attori sulla scena, secondo un sano processo democratico di sviluppo. Ma andateglielo a spiegare ai nostri dilettanti allo sbaraglio. Che navigano a vista, senza lo straccio di un’idea. Che pagano in ritardo, quando pagano, e si danno reciprocamente delle gran pacche sulle spalle per il bel lavoro svolto.

Acqua pubblica senza se senza ma

avviare la procedura di affidamento al gestore unico. Una riforma complessiva del sistema, da molti considerata non necessaria e, tra l’altro, varata poco prima della discussione in Parlamento della proposta di legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua a prima firma MoVimento 5 Stelle. Una riforma, quindi, che continua a scuotere i tanti forum nazionali che da sempre si battono per l’acqua pubblica. In Molise cosa succede? Dopo che nel 2009 fu soppressa l’Autorità d’Ambito con disposizione di legge nazionale, passaggio dovuto a causa delle numerose gestioni fallimentari su tutto il territorio nazio-

nale, è stata riproposta una nuova autorità, dotata però di personalità giuridica. La Regione infatti, con unasemplice delibera (per il Movimento 5 Stelle Molise, a forte rischio di legittimità) e in grave ritardo rispetto alle disposizioni di legge, ha istituito l’Egam, l’Ente di governo dell’ATO, che dovrà redarre il Piano e affidare la gestione del Servizio Idrico molisano. A questo Ente i Comuni dovranno aderire obbligatoriamente attraverso delibera consiliare: qualcuno lo ha già fatto, vedi Termoli e Riccia. In attesa della piena operatività dell’Egam, inoltre, tramite decreto il Presidente della Regione nominerà un commissario straordinario per la gestione ordinaria e straordinaria dell’Ente di governo dell’ambito. Un inciso: siamo ormai abituati a leggere “urgenza” o “straordinarietà” nelle leggi nazionali e regionali, ma riforme in questo settore, per noi, hanno bisogno preventivamente di ponderate riflessioni, partecipazione e condivisione. E’ evidente che le regole della governance del Servizio Idrico Integrato sono molto importanti, perché è da esse che passano gli investimenti presenti e futuri del settore, quindi anche le connesse possibilità di lavoro per professionisti e imprese di costruzione, oltre che un buon servizio per i cittadini.

In Molise il fautore della riorganizzazione è l’assessore Nagni, coadiuvato da un gruppo di lavoro lautamente pagato e la cui costituzione già abbiamo denunciato alcuni mesi fa (link). Certo, l’assessore continua a parlare di gestione dell’acqua pubblica, concetto ribadito anche nei principi in una sintetica proposta di legge presentata a sua firma. Ma il MoVimento 5 Stelle ritiene che questi principi, compreso quello relativo alla partecipazione attiva della cittadinanza alle decisioni sulla gestione del servizio idrico integrato, non debbano restare vuote formule teoriche, ma debbano essere specificati in precise e vincolanti disposizioni. Principalmente, il gestore unico che dovrà assicurare il servizio all’utenza e la realizzazione del programma degli interventi previsti nel Piano d’Ambito, dovrà assolutamente lavorare “in house”, perché purtroppo l’articolo 7 dello Sblocca Italia lascia chiare possibilità a gestori privati di entrare “nell’affare” dalla porta principale. Questo non può e non deve accadere. In conclusione, avremmo preferito che la nuova struttura del Servizio Idrico Integrato venisse decisa direttamente dal Consiglio Regionale e non solo dalla Giunta, ma forse l’Assessore tornerà sui suoi passi portando in assise l’atto istitutivo dell’Ente oppure porterà solo la legge di principio già all’attenzione della Commissione. Una cosa è certa: il MoVimento 5 Stelle darà battaglia in Consiglio regionale e presenterà gli emendamenti adeguati a ristabilire la pubblicizzazione dell’acqua senza se e senza ma.


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TAaglio lto

4 3 ottobre 2015

Pd, Udc, Ppi e Cd: la maggioranza che non c’è

Ennesima seduta andata deserta nonostante la stampella dei 5 stelle Si alzi qualcuno a Palazzo san Giorgio ad indicare un progetto, un opera, un programma definito ed approvato, che aprano uno spiraglio all’immaginazione di essere cittadini di un capoluogo di regione con ambizioni direzionali Comporre il numero legale per le sedute del consiglio comunale di Campobasso, è un terno al lotto. Difficile che si componga. Per cui anche la seduta consiliare di ieri è andata deserta ed aggiornata al 9 del mese. Non ce l’ha fatta la maggioranza ad essere autosufficiente, nonostante la stampella dei Cinque Stelle, che ormai del movimentismo sono scialba fotocopia. Assenti, invece, e la ragione è nota, imputata al sindaco Battista, riottoso e dilatorio nel mettere in cantiere un confronto aperto e spassionato all’interno della coalizione di centrosinistra, i consiglieri Ambrosio, Madonna, Colarusso e Iafigliola. Un pacchetto che sta reggendo ai contraccolpi e che si va sempre di più convincendo che solo un chiarimento politico e un confronto diretto possano riportare un minimo di serenità e compattezza nella maggioranza. Insisteranno, probabilmente, fintanto non la spunteranno, sempre che il sindaco e il Pd non vogliano tirare la corda fino

a spezzarla, avendo magari in programma, sulla scia del presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi, di trovare un Verdini molisano che porti voti di supporto. I 5 Stelle stanno facendo un rapido apprendistato e nelle file della sconquassata minoranza gli stimoli al cedimento alle lusinghe sono irrefrenabili. Con-

di Tecla Boccardo Dopo sette anni di recessione, finalmente sembra che alcuni importanti indicatori dell’economia virino in positivo: cresce l’occupazione seppur meno di quanto sarebbe auspicabile e non ovunque, il Pil pare riaversi, l’export tira, la produzione da segni di vita, cresce la richiesta di mutui, le immatricolazioni delle auto ripartono, ricominciano gli investimenti in macchinari e scattano finalmente all’insù molti indici di ripresa. E’ una crescita che ha ancora tante zone d’ombra, ma qualcosa sta succedendo. Il settore agro-alimentare arriva a questo appuntamento avendo reagito meglio dell’insieme della manifattura alla crisi più dura che ha colpito il paese dopo la seconda guerra mondiale. Secondo quanto risulta dai dati di Federalimentare il tasso di crescita del fatturato dell’industria alimentare è stato dal 2007 al 2013 pari al 3,87%. Ogni comparto ha avuto performance differenti e i tassi di crescita più elevati hanno interessato i settori carni, condimenti, dairy (derivati del latte), gastronomia e pasta. Per quanto riguarda la redditività, il rapporto Ebitda/vendite si attesta su una media dell’8,51% con valori superiori al 9% nel biennio 2009-10. Anche in questo caso performance differenti tra un comparto e l’altro: per carni, salumi e olio di oliva i margini aziendali

siglio comunale friabile al momento. Non si riunisce, non discute, non delibera. Finanche le imprese costruttrici, gli ordini professionali e i singoli progettisti che hanno poteri e strumenti di convincimento sui gruppi e sui consiglieri comunali, non sempre riescono nell’intendo di metterli seduti, ordinati e corretti, sui

banchi di Palazzo san Giorgio. Sarebbe dovuto essere il caso del consiglio di ieri che, come è noto, annoverava proposte di deliberazioni a forte impatto cementizio quali il programma costruttivo di edilizia sociale convenzionata in Via delle Frasche; il programma costruttivo di edilizia sociale conven-

zionata in Via Depretis; il programma costruttivo di edilizia sociale convenzionata in località S. Vito (Porta Napoli) e la variante al Piano regolatore generale per consentire la realizzazione di un deposito di materiale esplodente a ridosso del centro urbano, in Contrada Camposarcone. Né sui singoli consiglieri ha potuto il richiamo di protagonismo ch’è la parte preponderante della caterva di interrogazioni, mozioni, interpellanze e ordini del giorno quale passatempo. D’altronde, si alzi qualcuno a Palazzo san Giorgio ad indicare un progetto, un opera, un programma definito ed approvato, che aprano uno spiraglio all’immaginazione di essere cittadini di un capoluogo di regione con ambizioni direzionali. Lo stallo socioeconomico e culturale è parallelo allo stallo politico/amministrativo. Purtroppo. Dardo

La ripresa passa in Molise anche dall’agroalimentare

sono stati erosi sia a causa della maturità del business, sia dalla forte competizione sui prezzi. L’export del settore, poi, viaggia a velocità doppia rispetto al Paese: in dieci anni il suo valore è cresciuto dell’83,8% praticamente il doppio rispetto al totale dell’export italiano (+46,1%) e se nel 2004 esportavano all’estero 2 industrie su 10, oggi un’industria agroalimentare su due produce anche per i mercati

esteri. L’Italia alimentare inoltre, anche grazie ad un più alto posizionamento di prezzo dei nostri prodotti, realizza più valore aggiunto: 24 miliardi contro gli 11 della Germania. Ma questo non è solo l’anno in cui l’Italia sembra uscire dalla crisi, questo è anche l’anno dell’Expo, che è una vetrina apprezzata per il nostro made in Italy agro-alimentare. Anche per il nostro Molise questi segnali positivi relativi al settore economico dell’agroalimentare e queste iniziative sindacali sul versante del contratto di comparto qualcosa suggeriscono. Occorre puntare sull’agricoltura di qualità, che assicura buona e stabile occupazione, si devono aiutare le imprese dell’alimentare a sviluppare la loro attività in modo rispettoso dei diritti dei lavoratori, dei consu-

matori e dell’ambiente. Bene ha fatto il Molise ad essere presente con uno stand all’Expo ed a esibire lì le eccellenze agricole e alimentari del nostro territorio. Si deve, però, fare di più, oggi e per la prospettiva. Per programmare e utilizzare proficuamente i Fondi comunitari per il Programma di Sviluppo Rurale, per fare in modo che la campagna bieticolo-saccarifera appena avviata non sia l’ultima della lunga storia dello zuccherificio del Molise, per cogliere le opportunità dell’area di crisi nell’attrarre seri investitori interessati alla ripresa della produzione avicola.” Il Molise che vuole, anch’esso, avviarsi fuori dalla crisi economica, produttiva, occupazionale e sociale - chiosa la Uil molisana - deve guardare all’agricoltura ed all’industria dell’alimentare come un volano. Magari non il solo (c’è anche l’edilizia, c’è anche l’auto, c’è anche la pubblica amministrazione, la ricerca, la scuola, …) ma certamente quello che presenta in questo momento maggiore vivacità e dinamicità.


TAaglio lto

5 3 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Le fondazioni partecipate dagli enti locali sono organismi di diritto pubblico per cui eventuali comportamenti illegittimi degli amministratori comportano un danno sottoponibile al giudizio della Corte dei conti. La vicenda della direzione generale della fondazione “Molise Cultura”

Dare ad Arco ciò ch’è di Arco: la decisione è stata sottoposta al parere tecnico di una commissione La richiesta di accesso agli atti del bando pubblico per la selezione degli idonei alla carica di direttore pare abbia paralizzato la mano che avrebbe dovuto firmare la conferma Lo spunto per parlare della Fondazione “Molise Cultura” viene da una notizia da cui si apprende che le fondazioni partecipate totalmente, o in modo prevalente, dagli enti locali, sostenute cioè con risorse pubbliche, sono organismi di diritto pubblico e, pertanto, eventuali comportamenti illegittimi degli amministratori comportano un danno sottoponibile al giudizio della Corte dei conti. Il principio è stato sancito dalla Corte dei conti, sezione centrale appello, con la sentenza 486/2015 che ha riportato ai giudici contabili di primo grado una controversia per danno procurato dagli amministratori di una fondazione partecipata da alcuni Comuni, per compensi indebitamente percepiti, per corresponsione di compensi non dovuti al personale, e a un’associazione convenzionata, nonché per altri comportamenti determinanti un utilizzo non corretto delle risorse finanziarie. Finora non si hanno notizie di eventuali comportamenti illegittimi degli amministratori della fondazione di Via Milano, per cui non sappiamo se la Corte dei conti abbia avuto o abbia motivo per intervenire. E’ noto, invece, che l’incarico di direttore generale è largamente scaduto e fino al 31 agosto scorso è stato coperto da un atto di proroga da parte della Regione che della fondazione “Molise Cultura” è l’Ente finanziatore, tutore e mallevadore. E’

noto che per il rinnovo dell’incarico direttoriale è stato realizzato un avviso pubblico in cui, con quale motivazione/giustificazione non è mai stata data contezza, è stata superata la clausola di legge secondo cui a quei bandi pubblici possono prendere parte soltanto soggetti in possesso di laurea. Al bando ha preso parte il direttore uscente pur non essendo laureto, la qualcosa ha fatto sollevare più di un dubbio

sulla legittimità del bando. Dubbio che ha percorso la schiena degli amministratori regionali dinanzi ad una richiesta di accesso agli atti, tant’è che pur avendo approvato l’esito della selezione e il numero degli idonei a ricoprire la carica di direttore della fondazione “Molise Cultura” (il toto-nomine unanime prevede la riconferma del direttore uscente Sandro Arco carente del titolo di laura), al momento in cui

scriviamo non ha ancora avuto seguito. Pare che la decisione di dare ad Arco ciò ch’è di Arco comunque sia prossima, assicurata da un parere tecnico espressamente richiesto. Che sia sufficiente a diradare la nebbia della legittimità di ciò è stato fatto a cominciare dalla stesura e dall’approvazione del bando, per finire all’ammissione e alla selezione dei candidati idonei, nessuno lo può dire. Chi ha fatto richiesta di accesso agli atti avrà sicuramente interesse a ricorrere in tutte le sedi possibili. E ciò probabilmente non mette tranquilli gli amministratori di Palazzo Vitale, nonostante il parere tecnico appena acquisito. Sta di fatto che i giorni, le settimane e i mesi passano e la fondazione “Molise Cultura” è costretta alla ordinarissima amministrazione in netto contrasto con gli scopi e i fini istituzionali. E, crediamo, voglia stare particolarmente attenta alla notizia da cui si apprende che le fondazioni partecipate totalmente o in modo prevalente dagli enti locali, sostenute cioè con risorse pubbliche, sono organismi di diritto pubblico e, pertanto, eventuali comportamenti illegittimi degli amministratori comportano un danno sottoponibile al giudizio della Corte dei conti.

Dardo

Le associazioni tornano a chiedere alla Regione un programma di rilancio dell’area Le collettività locali alla riscossa di fronte alle inefficienze amministrative e delle società di gestione del bene pubblico. Il risveglio della democrazia partecipata e il progressivo restringimento delle autarchie politiche sono segnali confortanti per rimuovere la cappa di grigiore, l’assuefazione al nullismo, la supina accettazione di forme prevaricanti tese al mantenimento dello stato di fatto, che stanno avvilendo il Molise e i molisani. Succede ormai con frequenza che i cittadini siano protagonisti nelle piazze a rivendicare propri diritti lesi, e a denunciare la cattiva amministrazione e la cattiva gestione della mano pubblica. Un riferimento alto di questo momento storico di partecipazione attiva lo darà domenica prossima la cittadinanza di San Massimo chiamata a discutere pubblicamente e collettivamente in piazza dei mancati lavori di rifacimento di strade e marciapiedi del centro storico e, soprattutto, del degrado di Campitello Matese, delle opere strutturali e impiantistiche incompiute e della programmazione della stagione

Campitello, bisogna fare qualcosa

invernale. Campitello Matese è una storia lunga, complessa, nata con i migliori auspici e vissuta in parte su livelli di eccellenza turistica estiva ed invernale prima che, per la conclamata incapacità della Regione

Molise di farne uno punto fermo del turismo regionale, ha sistematicamente mancato l’obiettivo seguendo e perseguendo percorsi incerti, improbabili, impropri dal punto di vista tecnico e amministrativo. Ciò che

doveva e poteva essere la stazione sciistica più importante del CentroSud è stata ridotta a poca cosa, ad un insieme di possibilità inespresse e di fallimenti accertati. L’idea originaria di Franco Ciampitti, indimenticato presidente dell’Ente del turismo di Campobasso degli Anni Sessanta, finché l’ideatore è stato in vita, ha avuto in Campitello Matese la sua consacrazione, affidate a gestioni di alta competenza che i molisani più accorti e informati non avranno difficoltà a farle risalire a Maurizio Beretta e a Riccardo Plattner. Ai quali sono seguiti, purtroppo, nomi della sfasata politica napoletana e molisana, entrambe cedute al più assurdo e vieto clientelismo e dilettantismo. Il decadimento progressivo di tutta l’area del Matese non ha avuto sosta, fino alla situazione attuale in cui di Campitello, di turismo invernale, di stazione sciistica sarebbe demago-

gico parlare. La Regione, naturalmente, nella parte del muto, del cieco e del sordo. L’associazione onlus “La Lince” di San Massimo ritiene sia giunto il momento di rompere gli indugi e di mettere le carte in tavola e di farlo con la partecipazione dei cittadini. L’assemblea all’aperto di domenica prossima deve essere intesa e recepita un segnale forte indirizzato all’amministrazione locale, alla Società Funivie Molise Spa (amministratore Nicola Ianiro), alla società Sviluppo Montagna Molisana (amministratore Alfonso Leggieri), quali protagoniste dirette e, in maniera indiretta, alla Regione Molise che però la Onlus stranamente non chiama in causa né vi fa cenno. Eppure, tutte le afflizioni matesine hanno nella Regione Molise causa e origine. Dardo


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Campobasso

3 ottobre 2015

Villa de Capoa, fondi per i giochi Il Lions Club e il Rotary hanno sostenuto la raccolta per il parco giochi per disabili CAMPOBASSO. Il Lions Club e il Rotary di Campobasso hanno sostenuto la raccolta fondi finalizzata alla realizzazione di un parco giochi accessibile in Villa de Capoa. A consegnare l’assegno alla presidente del Cdh, Centro Documentazione Handicap, Chiara Di Lembo, il presidente del Lions Club, Francesco Manocchio, unitamente a quello del Rotary Club, Maurizio Gasperi. I fondi per il meritevole progetto sono stati raccolti attraverso un Torneo di Burraco, tenutosi nei giorni scorsi all’Hotel Coriolis di Ripalimosani. Un evento di beneficenza al quale, tra soci dei rispettivi club e amici, hanno preso parte oltre 140 persone. Prende forma, dunque, l’idea di poter ristrutturare il parco giochi di Villa De Capoa, rendendolo fruibile anche ai bambini diversamente abili. Un vero e proprio gesto di solidarietà per la città capoluogo che ha bisogno di guardare con sempre maggiore concretezza all’idea di inclusione sociale. Un evento, quello del Torneo di Burraco, che ha rappresentato un buon inizio dell’anno sociale nel segno dell’amicizia e del servizio, che può proseguire con l’impegno di quanti vorranno sposare la causa.

Tutti possono, infatti, contribuire a realizzare il sogno di tanti bambini, attraverso un contributo volontario con bonifico bancario all’indirizzo IBAN:

IT50A0200803800000400931854 Unicredit Banca di Campobasso, intestato al C.N.I.S. (Coordinamento Nazionale Insegnanti Specializzati).

Sorpresi dai carabinieri due stranieri a rubare profumi al “Monforte” Utilizzavano un borsello con la carta stagnola per superare i controlli elettronici CAMPOBASSO. Risiedono a Napoli ma erano venuti a Campobasso con l’intento di rubare profumi presso un negozio del centro commerciale ma la pronta reazione di una commessa che ha allertato i Carabinieri ha mandato a monte i loro piani. M. O. classe 1981 e M.N. classe 1974, slovacco il primo ucraino il secondo erano entrati in profumeria e all’interno di una tracolla schermata con oltre quaranta fogli di carta stagnola avevano fatto scivolare due confezioni di profumo di una nota marca il cui valore supera i duecento euro. Con l’ingegnoso sistema erano anche riusciti a superare il sistema antitaccheggio ma la commessa che ha notato la mancanza di due confezioni di profumo sugli scaffali ha chiamato la vigilanza ed i Carabinieri. Quando i militari sono giunti sul posto i due avevano anche prov-

veduto a pagare la merce e a tentare di eludere ogni controllo declinando ai Carabinieri false generalità. L’approfondimento fatto dai militari con il fotosegnalamento dei due stranieri e la consultazione della Banca Dati SDI ha fatto emergere che entrambiavevano fornito nomi e cognomi di fantasia e, oltre a risultare numerosi precedenti penali a carico dei entrambi con le vere generalità, lo slovacco risultava essere destinatario di un provvedimento di esecuzione pena emesso dalla Procura del Tribunale di Nola per il quale doveva espiare oltre tre mesi di reclusione e pagare 200,00 euro di multa perché ritenuto responsabile di un furto commesso nel 2009 in Campania. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare che i due non si siano resi responsabili di simili azioni delittuose in altri esercizi commerciali del capoluogo.

“Vuoi conoscere la verita’ sul gender?“ Conferenza con Gianfranco Amato a Campobasso per “I giuristi per la vita” CAMPOBASSO. L’associazione Istituto Per la Famiglia “Gilberto Perri” – sezione di Campobasso avverte, oggi più che mai, il bisogno della nostra società di essere rivestita perché denudata dei propri valori, di essere consolata perché afflitta dall’indifferenza generalizzata, di essere liberata dalla prigionia dei preconcetti, di essere guarita dal-

l’egoismo imperante. Ormai in tutta lanazione, con il pretesto di combattere inutili stereotipi, si stanno moltiplicando i casi di aperta propaganda contro la famiglia naturale (che è la cellula fondamentale della nostra società nonché il modello del cielo voluto da Gesù Cristo), soprattutto nel mondo scolastico con l’approvazione della

Legge denominata la “Buona Scuola” che prevede l’introduzione della “Gender Theory”; la proiezione di film e sitcom gay; la diffusione di fiabe rivedute in chiave omosessuale, l’introduzione alla masturbazione infantile precoce; la scelta se essere maschietti o femminucce… Pertanto, l’associazione IPF, insieme

al Circolo Cittadino del “movimento PER – Politica – Etica – Responsabilità, promuove la conferenza “Vuoi conoscere la verità sul gender?” rivolta a tutti: genitori, studenti, insegnanti, nonni; ponendosi come obiettivo la necessità di difendere i nostri figli da questa “colonizzazione ideologica” che sta diventando sempre più dominante,

assoluta, indiscussa e ben radicata nella sua invisibilità. Si occuperà di trattare questi temi di enorme importanza,l’Avv. Gianfranco Amato, Presidente nazionale dell’Associazione “Giuristi per la Vita”, Lunedì 5 ottobre 2015, a Campobasso presso l’Hotel Rinascimento in via Labanca, con inizio alle ore 18.30.


Campobasso

7 3 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Battista apra di più al dialogo” La sezione di Campobasso del Pd ha organizzato un incontro di confronto con il sindaco CAMPOBASSO. Il circolo cittadino del Partito Democratico di Campobasso si è riunito per un incontro di confronto e ascolto a cui hanno preso parte il primo cittadino, Antonio Battista, e diversi amministratori comunali. Il Sindaco ha relazionato il lavoro svolto in questi mesi di mandato sottolineando che il progetto di “restituire la città” è stato ampiamente avviato. La relazione del primo cittadino si è concentrata su diversi punti tra cui la riorganizzazione della macchina amministrativa, uno degli impegni assunti in campagna elettorale, la

procedura di attivazione della raccolta differenziata, gli interventi di ristrutturazione urbana già effettuati e quelli in programma, l’approvazione del bilancio. Non tralasciando gli aspetti sociali della città, quali la sicurezza, la cultura e la gestione degli spazi cittadini. La necessità di un confronto aperto tra l’amministrazione e il Partito Democratico sull’attività di questi mesi di mandato nasce dal bisogno di un confronto costruttivo, capace di raccogliere suggerimenti, facendoli oggetto di meditazione e trasformandoli in programmi efficaci e dalla convinzione che il par-

tito sia il luogo dove mettere la politica al servizio della gente e del territorio. Si è ribadita la necessità di una democrazia partecipata, fondamentale per mettere in atto politiche che ascoltino i bisogni della collettività; rendere partecipate le scelte porterà a soluzioni puntuali. E’ un impegno politico quello che il Partito cittadino ha preso sostenendo l’amministrazione nelle sue scelte e facendosi carico di raccogliere le istanze dei cittadini fungendo da strumento per allargare partecipazione e conoscenza.

Gambatesa e i marchi enogastronomici Il Consiglio comunali ha approvato un documento per favorire la promozione dei suoi prodotti GAMBATESA. Va avanti l’azione di promozione culturale ed enogastronomica a fini turistici del Comune di Gambatesa. Lunedì l’assise civica, con otto voti favorevoli ed un astenuto, ha licenziato il Regolamento De.C.O. (Denominazione di Origine Comunale) che indica modalità e procedure tramite le quali si assegnerà la possibilità agli operatori interessati di sfruttare il logo De.C.O. destinato a contrassegnare determinati prodotti tipici, indicandone provenienza geografica e genuinità. Tramite la De.C.O. il Comune si propone l’obiettivo di tutelare e valorizzare determinate produzioni locali legate alla storia ed alla cultura del territorio, assegnando ai relativi produttori la possibilità si apporre sul prodotto un marchio (il logo De.C.O.) che, oltre alla provenienza del prodotto, ne indichi anche la qualità ed il rispetto del disciplinare di produzione stilato dalla commissione. Il logo proposto, opera di Chiara Colledanchise di Toro, è stato scelto tra oltre dieci proposte pervenute nell’ambito di un concorso di idee, bandito quest’estate dal Comune, e richiama l’affresco del Castello di Capua in Gambatesa che rappresenta la virtù “giustizia” dove la classica bilancia che identifica l’uguaglianza davanti alla legge

è piena di prodotti tipici. Non solo valorizzazione di peculiarità gastronomiche a fini turistici, ma anche la possibilità per gli operatori

aderenti di commercializzare prodotti certificati che potrebbe essere meglio posizionati sul mercato e più richiesti per la vendita. Lo

step successivo all’approvazione del regolamento sarà quello di nominare una commissione formata da cinque membri che, a titolo completamente gratuito, si occuperà di redigere i disciplinari di produzione, analizzare le domande degli aderenti, vigilare sulla corretta utilizzazione del marchio e del rispetto dei disciplinari. “Dopo i vari regolamenti che hanno fatto ordine nel settore no profit e degli eventi con l’istituzione dell’Albo comunale delle Associazioni, le nuove modalità per la fruizione degli incentivi economici e dei beni comunali, il “Regolamento De.C.O.” va a completare un percorso di regolamentazione in settori che fino ad oggi hanno visto iniziative sporadiche e caratterizzate da scelte discrezionali.” Queste le affermazioni del Sindaco di Gambatesa, Carmelina Genovese, e del Delegato alla cultura ed al turismo del Comune di Gambatesa, Luca D’Alessandro, entrambi concordi nel ritenere che la strada intrapresa nel settore della promozione turistica e culturale sia quella giusta e che siano state gettate solide basi sulle quali ora è necessario investire e lavorare. Tra i primi prodotti ad essere oggetto di disciplinare di produzione ci saranno sicuramente i “Taralli di Gambatesa”.

Autovelox, la parola all’Aci Particolare attenzione su questo strumento di dissuasione CAMPOBASSO. Anche in Molise l’ACI sta dedicando una particolare attenzione al problema degli autovelox. Più volte gli Automobile Club Campobasso e Isernia hanno sottolineato l’importanza di questi strumenti, purché vengano correttamente utilizzati per prevenire l’incidentalità stradale e non per rimpinguare le casse dei Comuni in difficoltà economiche. Non sempre infatti gli autovelox vengono installati per indurre al rispetto dei limiti di di velocità. Sono un convinto sostenitore dell’utilità dei rilevatori automatici della velocità ed in particolare del Tutor - ha dichiarato il Presidente

dell’Automobile Club Campobasso Luigi Di Marzo - aderendo alla campagna nazionale promossa dal Presidente Angelo Sticchi Damiani - a cui, indubbiamente, va il merito della drastica diminuzione del numero dei morti sulle autostrade che lo hanno adottato. Sgombrato il campo, quindi, da qualunque pregiudizio e’ bene chiarire ha confermato il Presidente dell’Automobile Club Isernia Raffaele Sassi - che le recenti decisioni anche della Corte Costituzionale vanno nel senso di un rapporto tra Automobilisti e Forze di Polizia Nazionali e Locali decisamente più equilibrato in cui i Tutori della Legge esercitano

il loro compito adottando tutti gli accorgimenti previsti dagli ordinamenti in maniera chiara, leale e trasparente. L’obiettivo non è quello di elevare multe ma quello di ottenere il rallentamento degli Automobilisti in alcuni punti ritenuti più pericolosi e con una frequenza ritenuta necessaria. Quindi e’ evidente che, per ottenere questo scopo, sia necessario che l’apparato sia ben visibile sia di giorno che di notte e che i cartelli di preavviso siano posizionati in maniera efficace e sopratutto non siano per il 90% inutili. L’ACI vorrebbe che questa corretta e

giusta posizione della Corte possa diventare un patto non scritto tra gli Automobilisti e le Forze di Polizia addette alla Sicurezza Stradale: io Ti indico con chiarezza dove è necessario che Tu rallenti e Tu lo farai.

Probabilmente le Casse degli Enti Locali e dello Stato ne soffriranno ed anche i Giudici di Pace lavoreranno di meno, ma gli Automobilisti avranno trovato più convincente e non punitivo andare più piano.



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

3 ottobre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

La prima riflessione La città di Isernia torna alle urne dopo poco più di due anni. di Roberto Ruta Nel ringraziarie il sindaco Brasiello, la giunta comunale e il gruppo di maggioranza , per l’impegno e l’attività profusi , mi permetto di avanzare qualche spunto di riflessione. La vicenda è stata declinata nei giorni successivi alla conclusione anticipata e traumatica dell’amministrazione di centro sinistra, come questione locale, senza regie esterne , così hanno dichiarato a mezzo stampa il segretario regionale e alcuni dei consiglieri del PD che non hanno votato il documento di bilancio. Condivido : nessuna regia esterna. Più precisamente: nessuna regia. Ma il PD avrebbe dovuto svolgere

un ruolo, se non di regista, almeno di facilitatore del confronto aperto. La convocazione dell’assemblea regionale prima del voto decisivo in consiglio comunale , per capire, per condividere soluzioni, non sarebbe stata una indebita intromissione ma

la dovuta e necessaria azione propria di un grande partito con responsabilità di governo, che cerca le soluzioni e spinge la mediazione in alto. Una chiamata degli iscritti e dei dirigenti per un leale confronto alla luce del sole, perchè il PD di Isernia è parte integrante del PD Molise. Perchè quell’amministrazione non era figlia di nessuno ma di tanti cittadini di Isernia che hanno partecipato alle primarie, votando ai gazebo

e scegliendo Gigi Brasiello, come candidato Sindaco della coalizione di centro sinistra. Sono certo che ci fossero questioni aperte: programmatiche e di merito, scelte non condivise, come anche di rappresentanza in giunta, proprie di ogni coalizione di forze politiche allargata peraltro a liste civiche. Ma se una composizione ed un rilancio a livello locale non sortisce effetti, trattandosi del capoluogo di provincia,non era necessario cercarla a livello regionale? La scelta del silenzio, del non coinvolgimento da parte della segretaria regionale è legittima, nella consapevolezza che scegliendo quella strada poi ci si assume in prima persona la responsabilità e la paternità degli

esiti. Isernia non è un comune marginale, è l’altro capoluogo di Provincia. Autonomia e solitudine nelle scelte richiedono infatti assunzione di responsabilità per gli effetti ed i risultati che si producono, positivi o negativi che siano, tanto più in un partito che ha scelto nel nome il proprio tratto distintivo: democratico. Mi scuso anticipatamente per il disturbo eventualmente recato, ma il non coinvolgimento tanto prima che dopo dell’assemblea regionale, li reputo semplicemente insostenibili, anche, e non secondariamente, in vista del voto che nella prossima primavera vedrà i cittadini di Isernia chiamati nuovamente a scegliere il proprio Sindaco.

“Ci opporremo alla chiusura della prefettura” I parlamentari molisani Ruta e Leva intervengono sul decreto di soppressione ISernIa. “Lo schema di decreto del Presidente della Repubblica, in conformità al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 22 maggio 2015 di rideterminazione delle dotazioni organiche del personale dirigenziale e non dirigenziale dell’Amministrazione civile del Ministero

dell’interno, deve acquisire, prima di poter essere adottato, i pareri delle competenti Commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica: in quella sede spiegheremo ( in entrambi i rami del parlamento), le ragioni della nostra opposizione che non si fonda su una sterile difesa

campanilistica, ma che risiede nella necessità di presidiare e tutelare un territorio al confine con altri in cui la criminalità organizzata è ben presente“. Lo sostengo, in una nota, i parlamentari molisani Danilo Leva e Roberto Ruta. “Con la Prefettura sarebbero infatti accorpati altri importanti presidi di pubblica si-

curezza e non solo che proprio in quel territorio hanno messo in campo una strategia di difesa e di costante contrasto ai vari segnali di infiltrazioni e di tentativi di radicamento proprio della criminalità organizzata, che la nostra regione respinge con determinazione da sempre“.

Venafro verso il riconoscimento del Mipaaf Il Parco Regionale Storico Agricolo dell’Olivo ad un passo dall’entrare nel Registro dei Paesaggi Rurali Storici Venafro verso il riconoscimento del proprio patrimonio olivicolo tra i Paesaggi Rurali Storici accreditati dal Mipaaf. Con la candidatura del Parco Regionale Storico Agricolo dell’Olivo, il Molise risulta tra le prime tre regioni (insieme a Abruzzo e Toscana) che hanno risposto prontamente alla campagna lanciata dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio, il primo censimento su scala nazionale dei paesaggi olivicoli delle Città dell’Olio che risultano avere le caratteristiche per essere iscritti nel Registro dei Paesaggi Rurali Storici. Il Parco Regionale Storico Agricolo dell’Olivo di Venafro ha, infatti, superato il primo step cioè la predisposizione della Scheda di Segnalazione approvata dalla commissione congiunta di ANCO e il Dipartimento GESAAF dell’Università di Firenze - insieme ad altri tre siti olivicoli delle Città dell’Olio: il sito olivicolo di Tocco da Casauria in provincia di Pescara e i siti olivicoli del Comune di Trequanda e di Montepulciano in provincia di Siena. La sua candidatura è stata ufficialmente depositata al Mipaaf dall’Associazione nazionale Città dell’Olio congiuntamente con il Comune. Nella stessa situazione potrebbe trovarsi presto anche il Comune di Colletorto che ha appena presentato la sua candidatura. Due comuni molisani quindi in lizza per lo stesso obiettivo, che potrebbero farcela entrambi. “Un risultato importante per la nostra associa-

zione che considera la tutela del Paesaggio Olivicolo e il mantenimento delle colture olivicole contro l’abbandono dei terreni agricoli, una priorità della sua agenda - ha dichiarato il presidente Enrico Lupi - crediamo fortemente in una politica di sviluppo del territorio che in linea con le direttive della nuova PAC 20142020, scommette sempre di più sulla tutela ambientale aprendo nuovi spiragli nella programmazione anche per quel che riguarda gli aspetti turistici dell’agricoltura”. “La presentazione ufficiale della candidatura del sito olivicolo del Parco regionale dell’olivo di Venafro è una grande notizia ed è il risul-

tato del lavoro svolto congiuntamente dal Comune di Venafro, dal Parco e, naturalmente, dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio ha dichiarato Antonio Sorbo nella duplice veste di sindaco di Venafro e vicepresidente dell’Associazione nazionale Città dell’Olio Grazie a questo lavoro, fatto in maniera seria e con grande competenza e dedizione, il Molise è una delle tre regioni che è già in corsa per ottenere questo importante riconoscimento che, se conseguito, comporterà una serie di conseguenze positive per il territorio di interesse e per l’intera regione Molise. L’aver passato il primo “esame” che ha confermato che

questo sito ha tutte le carte in regola per arrivare al traguardo finale, testimonia che avevamo visto giusto quando ci siamo impegnati a lavorare a questa candidatura. Voglio però ricordare che è in corsa anche un altro sito olivicolo molisano di grande pregio, quello ricadente nel Comune di Colletorto. Anche per questo sito è stata presentata la candidatura e noi tutti facciamo il tifo anche per Colletorto. Sarebbe bello vedere inseriti nel registro nazionale due siti olivicoli ricadenti in due Comuni simbolo delle Città dell’olio del Molise e della cultura dell’olivo nella nostra regione. Voglio infine ricordare che questo significativo risultato è il frutto soprattutto dell’impegno dell’intero coordinamento regionale delle Città dell’olio, che ho l’onore di guidare dal maggio dello scorso anno, che nel giro di poco più di un anno ha riaffermato anche in Molise con forza l’importanza e il valore della nostra associazione riportando le tappe di Girolio in Molise (2014 a Venafro, 2015 nel Fortore), organizzando la manifestazione per il ventennale lo scorso anno a Larino con il concorso cinematografico “Olio in corto”, realizzando il progetto che ha portato alla partecipazione delle Città dell’Olio del Molise all’Expo di Milano con un grande successo e all’implementazione sul territorio del progetto Bimboil per diffondere la cultura dell’olio nelle scuole. E tra pochi giorni ci attende un altro importante appuntamento, con la partecipazione a Milano a Golosaria 2015.”““


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Termoli

3 ottobre 2015

Parco, interviene il Comune Per risolvere il problema del degrado dell’area, i lavori dell’amministrazione TERMOLI. In attesa che il giudizio di merito al tribunale civile di Larino metta fine al contenzioso con l’Ati Vivere il Parco, l’amministrazione comunale intende procedere alla riqualificazione della struttura verde intitolata alla memoria di Girolamo La Penna. Duro il giudizio espresso dalla giunta Sbrocca, che avviando l’esplorazione per un rapporto di project financing negli atti di indirizzo ha bollato la gestione privata come fallimentare. “Il parco si presenta in uno stato di forte degrado e senza le necessarie condizioni di sicurezza, per cui il fine è quello di dar vita ad un episodio di riqualificazione di elevata qualità mediante interventi tra di loro complementari, composti dalla sistemazione superficiaria delle aree con opere di recupero ambientale, allestimenti di spazi di verde attrezzato, definizione di aree dedicate a servizi di aggregazione e di animazione culturale, ambiti ludici, il tutto in un relazione di necessaria coerenza complessiva. L’iniziativa si muove sull’obiettivo di recuperare

funzionalmente lo spazio verde, prefigurandone il recupero con riuso a destinazioni compatibili con una proposta rigenerativa di tutto l’ambito.

Il parco dovrà essere concepito come uno spazio naturalmente dinamico, senza barriere, ideali e materiali, all’interno del quale dovranno potersi coniugare il rispetto dell’am-

biente e della natura con le esigenze dello sport, della cultura, dell’intrattenimento, dell’aggregazione, ma anche della didattica ambientale e naturalistica e della formazione ci-

vica; – dal tema progettuale deve nascere una spinta rigeneratrice di contesto e la creazione di scenari capaci di fronteggiare l’esigenza di vivibilità del parco, di recuperare spazi attrezzati e vocati ad una presenza integrata di servizi plurimi organizzati, che devono poter alimentare l’interesse economico della proposta, rimettendo il parco a servizio della città in condizioni di fruibilità e di sicurezza. E’ utile avviare una finanza di progetto a mezzo di un confronto concorrenziale per la valutazione comparativa prodromica di proposte di pubblico interesse da inserire nella programmazione comunale triennale delle opere pubbliche, pervenendo nel contempo all’individuazione di un soggetto promotore, cui poter attribuire il diritto di prelazione nella successiva fase dello sviluppo concorsuale, nel rispetto dei principi comunitari che presidiano lo svolgimento di procedure di affidamento di opere pubbliche e servizi in finanza di progetto”.

Giovani avvocati, il rinnovo delle cariche L’assemblea si è svolta presso il Consiglio dell’Ordine di Larino. Confermato Ventresca TERMOLI. Si è svolta presso il Consiglio Dell’ordine Degli Avvocati Di Larino l’assemblea per il rinnovo delle cariche della locale sezione della Associazione Italiana Giovani Avvocati, che quest’anno conta ben 90 iscritti. Riconfermato all’unanimità il presidente uscente, avvocato Michele Ventresca, insieme a lui comporranno il nuovo direttivo gli avvocati Michele Di Tomasso (vicepresi-

dente), Ida Campanella (pastpresident), Simone Catalano (tesoriere), Fausi Khalifh Iannucci (delegato nazionale), Luca Ciarallo, Alessandro Carriero, Costantino Gemma, Giacomo Cianfagna Bracone, Luigi Iavasile, Giuseppe De Michele e i dottori Federica Candela (segretario) e Guido Campopiano. “Siamo soddisfatti dei risultati che la nostra associazione ha ottenuto – ha dichiarato il presidente Ventresca – nella battaglia per il

mantenimento dell’ufficio del Giudice di Pace a Termoli. Il consistente incremento di iscritti, mai così numerosi, conferma la bontà del nostro operato. È tuttavia fondamentale rafforzare il nostro impegno per scongiurare la soppressione del Tribunale di Larino. La giovane avvocatura bassomolisana, mai come in questo momento, è compatta e determinata a far sentire la propria voce per difendere il presidio giudiziario frentano, in

una area che si è già vista privata di numerosi servizi, a cominciare dalla sanità”. Prossimo appuntamento il congresso nazionale di Padova, del 23-25 ottobre, dove la delegazione bassomolisana, forte di sette membri, concorrerà alla nomina del nuovo presidente nazionale. In lizza il foggiano Michele Vaira e l’aversano, di origine molisana, Alfonso Quarto.

Barbabietole, il sostegno agli agricoltori E’ stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione il bando per i bieticoltori molisani CAMPOBASSO. Pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise del 1 Ottobre 2015 il bando per il sostegno ai bieticoltori molisani che, per la campagna bieticolo/saccarifera 2013/2014, hanno contemporaneamente condotto terreni coltivati a barbabietola da zucchero nel territorio regionale, sottoscritto contratti con lo Zuccherificio del Molise e conferito il prodotto allo stabilimento stesso. Con lo scopo di definire gli ultimi aspetti, in modo da poter intervenire a sostegno del settore, l’Assessore regionale

alle Politiche Agricole e Agroalimentari, Vittorino Facciolla, nei giorni scorsi ha tenuto un incontro con la struttura assessorile ed i rappresentanti delle associazioni interessate. “Una scelta importante – afferma Facciolla- a sostegno del settore saccarifero e dei bieticoltori molisani, che avviene dopo un approfondito e proficuo confronto con le associazioni di categoria, rinnovando, quindi, l’impegno di forte collaborazione e condivisione dei provvedimenti assunti con i medesimi

rappresentanti del comparto agricolo regionale”. Il bando, a valere su risorse del bilancio regionale pari ad Euro 150.000,00, prevedrà l’erogazione di un contributo in regime de minimis, fino all’importo massimo di Euro 15.000,00. La domanda di partecipazione dovrà essere inoltrata a partire dal decimo giorno successivo alla pubblicazione dell’Avviso Pubblico sul Burm e non oltre il 30esimo giorno successivo alla medesima data di pubblicazione.


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Termoli

3 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Piazza Monumento e Corso Nazionale, al via gli ultimi lavori Per la prossima settimana sono in programma le prove delle nuove luci TERMOLI. Potrebbero prendere il via la prossima settimana gli ultimi lavori in Piazza Monumento e Corso Nazionale. A colloquio con l’assessore Pino Gallo, infatti, trapela che per la prossima settimana sono in programma le prove di allocazione delle nuove luminarie. L’impianto, nuovo di zecca, sarà testato e da ciò prenderà il via l’ultimo step relativo ai lavori di restyling con l’allocazione, appunto, delle luminarie e di “altri arredi” che in base alla disponibilità economica potranno essere aggiunti.

Si tratterebbe, in tal caso, delle note e attese fioriere e/o delle panchine che arricchiranno la strada principale dello shopping e del turismo cittadino. Secca la risposta dell’assessore all’eventualità di vedere anche su Corso Nazionale gli ulivi di via XX Settembre: “Vedremo, sarebbe bello ma tutto dipende dalla disponibilità economica”, ha condiviso con Termolionline.it. Necessario attendere… e Termoli saprà farlo, come saprà apprezzare o meno la nuova “opera” quando conclusa.

Auto incendiata in via Giappone Notte di fiamme e apprensione. Sono attesi sviluppi nelle prossime ore TERMOLI. Suv distrutto in via Giappone. L’evento si è consumato intorno all’1 dell’appena trascorsa notte ed ha visto l’intervento dei Vigili del fuoco. Tanto lo spavento tra i residenti con il fumo acre e irrespirabile ancora adesso era odorabile; ad ora, non è ancora possibile sapere se si tratta di incendio doloso o di autocombustione (al va-

glio comunque ci sono tutte le ipotesi), eppure resta lo sconcerto per l’accaduto. Ricordiamo che nello stesso punto, qualche mese fa, un’altra auto venne distrutta da un pino caduto dal terreno sovrastante. Ovviamente si tratta di cause diverse. Sono attesi sviluppi nelle prossime ore.

Infastidisce i clienti e poi va per strada Il fatto sull’ex statale Europa 2 all’altezza del discount. Autore del gesto un extracomunitario TERMOLI. Caos per nulla calmo nel tardo pomeriggio di oggi sull’ex statale Europa 2, quella che collega la città di Termoli alla zona Sud. All’altezza del discount Md un

extracomunitario, con molta probabilità dell’Est Europa visti i tratti somatici, ha gettato scompiglio buttandosi a terra, in preda a ubriachezza molesta. In realtà poco prima era stato

protagonista di uno show nel punto vendita gestito da una società casertana, infastidendo e non poco i clienti, tanto da richiamare sul posto la volante del Commissariato di Polizia.

Il faro sarà demolito? Da anni impacchettato da un’impalcatura di metallo. Rappresenta comunque l’immagine della città TERMOLI. È certo: la questione “faro” pare avviata a una soluzione. Le notizie sono tali che pare che quello esistente e diroccato, impacchettato da una impalcatura di metallo da diversi anni, verrà demolito del tutto. L’unico dubbio ancora da sciogliere è che non ancora si è deciso, una volta abbattuto, se verrà ricostruito nuovo di zecca ma pare di si. La decisione ufficiale sulla demolizione verrà presa entro la metà di ottobre e non è escluso neppure che si decida per solo un parziale abbattimento dello stesso. Paiono essere solo voci ma pare che esista il rischio secondo cui uno dei simboli culturali di Termoli non verrà ricostruito. Un qualcosa da scongiurare perché lo stesso è un simbolo della nostra città. Si attendono sviluppi.

Alla vista degli agenti lo stranieri, in preda ai fumi dell’alcol, si è gettato per terra, immobile. Decine gli automobilisti e i passanti in transito che pensavano fosse stato investito, nel frat-

tempo l’intervento delle forze dell’ordine e del 118, chiamato proprio per le sue condizioni di assoluta non lucidità, ha inevitabilmente rallentato la circolazione.



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Opinioni di Claudio de Luca Se si discute di evasione fiscale, la sensibilità dei Molisani si acuisce. D’altronde, se – nel gioco del calcio – ogni tifoso si atteggia a Commissario tecnico, nel mondo delle imposte molti ambirebbero di sedere sul soglio della Direttrice generale dell’Agenzia delle entrate. E così, bene spesso, si ascolta tuonare contro l’evasione, ma senza che siano proposti rimedi atti a combattere il fenomeno, a parte un generico appello al comune senso civico. Tempo addietro, in Molise, un professionista salì al “disonore” delle cronache locali per non avere provveduto a dare a Cesare ciò che era di Cesare. Così facendo, aveva accumulato un “tesoro” di 14 milioni di euro. La “performance” gli era andata bene almeno sinché non rimase impigliato nella panìa delle indagini tributarie. Se vicende del genere avessero a rivelarsi positive anche dopo l’esaurimento dei processi, la notizia sarebbe intrigante e, nella regione, non esisterebbero più nullatenenti con “yacht” od avvocati privi di reddito. Il fatto è che i furbi saranno pure in tanti (l’anno scorso si apprese che – nell’Isernino – circolavano 1.506 auto da 2.500 cc.), ma è pur vero che – bene spesso – vengono pizzicati solo i profittatori di sussidi economici pubblici, i “ciechi” miracolati come Lazzaro, gli arrampicatori delle graduatorie per le case popolari e chi si sia auto esentato dal “ticket” e dalle tasse universitarie. Se la situazione è questa, c’è chi ritiene che possa essere adottato un sistema semplice ed efficace: applicare il redditometro alla fonte sulle proprietà immobiliari che – in definitiva – sono le uniche a non potere essere trasferite all’Estero. In sostanza, se si ha un immo-

di Pasquale Di Lena Anche questo anno si sono svolte a Buttrio (Ud), ormai definita la “capitale dei vini autoctoni”, le Finali di Vinibuoni d’Italia, la Guida del Touring Club Italiano curata da Mario Busso e Luigi Cremona. Dopo tre giorni di attenta selezione, dal 22 al 25 luglio, sono state attribuite le Corone, ovvero il massimo riconoscimento conferito a quei vini che si sono distinti per piacevolezza di beva e per indiscussa emozionante qualità. Le Corone sono state assegnate dai 25 coordinatori della Guida riuniti in 3 commissioni. Mentre con l’iniziativa “Oggi le corone le decido io” – a carico di una commissione parallela aperta ai wine lover, giornalisti e blogger – sono stati assegnati i riconoscimenti indicativi del gradimento degli eno-appassionati. “Il Molise si è contraddistinto per uno standard qualitativo indiscutibile, ormai in evidente crescita anche per le cantine sociali, e per la diversificazione delle varietà autoctone proposte, quindi non solo Tintilia”, ha commentato con entusiasmo la neo coordinatrice della Guida, Jenny Viant Gómez, giornalista enogastronomica e sommelier residente nel vicino Abruzzo, dove è avvenuta la preselezione dei 65 campioni pervenuti da 10 cantine molisane. Il dato nazionale complessivo ci parla di circa 25.000 vini ricevuti e degustati rigorosamente alla cieca, 652 campioni ammessi alle Finali (cioè ap-

3 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

I quattro cantoni del fisco molisano

bile intestato, si deve pure fruire di un reddito per mantenerlo, oltre che per mantenere sé stessi. Perciò, lungi dal praticare una sterile caccia ad affitti in nero o ad altre fonti occultate, sarebbe sufficiente presumere che l’immobile sia comunque affittato; che lo sia ad altri oppure a sé stessi è indifferente. Immagino già il contraltare di altri secondo cui occorrerebbe considerare che, qualora lo Stato avesse più soldi, saprebbe come sprecarne ancora di più; e che il “deficit” è stato originato dai ripetuti disavanzi del bilancio e

non dalla evasione fiscale, secondo un semplicissimo (ma sempre ignorato!) principio: quello per cui non bisogna spendere più di quanto si incassa. Considerazioni troppo elementari? Può darsi, ma si tratta di concetti posti alla base di una corretta “governance”. Infine, si ricordi che esiste la tassazione separata delle rendite finanziarie, per cui queste finiscono col non comparire nel “740”; oppure le società familiari (e via di questo passo). Servendosi di questi “èscamotage” gli imprenditori riescono a dichiarare poco,

avendo già pagato altrove. Certe considerazioni possono apparire valide solo in apparenza, intinte (come sembrerebbero) in un che di demagogia ed in una voglia di caccia all’untore. Può darsi. Però vorrei ricordare a me stesso che, nel 1907, Luigi Einaudi aveva descritto uno scenario molto simile a questo odierno; segno che il vizio molisano ed italico di non versare le imposte è antico. Da una parte operano contribuenti e commercialisti impegnati ad inventare le forme più complesse ed artificiose per saldare il meno possibile; dall’altra si muovono gli agenti fiscali che devono usare la maggiore accortezza per riuscire a spogliare le dichiarazioni dei redditi dalla corteccia posticcia. L’illustre Uomo di Stato suggeriva che, se tutti avessero corrisposto il dovuto, le finanze pubbliche si sarebbero potute adagiare su quote ben più alte, paghe degli allori conseguiti. Al contrario la frode, persistente da oltre un secolo, costringe a riflettere se possa addirittura convenire un abbassamento delle aliquote. Cosa concluderne? Sia detto col facile senno di poi, il Nostro è un Paese che ha un radicato e scarso senso civico. Vuoi da una parte vuoi dall’altra. Ecco perché (secondo “Il Sole – 24 ore”) nel Meridione si pagherebbe grosso modo la metà delle tasse versate da quelli del Nord; e, tra le province peggiori, risultano ben piazzate proprio Isernia e Campobasso. La prima perché conferisce il 56% del dovuto e la seconda perché sborsa ancora meno (il 52%).

Tre vini molisani nella Guida ai vini buoni d’Italia pena il 2,62%) e 467 premiati con la Corona (appena l’1,87% dei partecipanti). La Guida Vinibuoni d’Italia, l’unica dedicata agli autoctoni, in base alla quantità di produttori presenti nel territorio riserva a ciascuna regione una determinata quota di finalisti, al Molise sono destinati 3 posti, che possono trasformarsi concretamente in Corone durante le Finali. Per questa edizione i 3 finalisti scelti si sono aggiudicati il massimo riconoscimento (l’anno scorso le Corone sono state 2 su 3 finalisti). Gli autoctoni da Corona per la Guida 2016 sono: Terre degli Osci Igt Rosato Ros_is 2014 di Cantine Salvatore, Biferno Doc Rosso Ramitello 2013 di Di Majo Norante e Tintilia del Molise Doc Rosso 2012 di Terresacre. “L’auspicio è quello di incrementare il numero delle aziende in Guida e potenzialmente il numero di Corone. Ciò è possibile se in fase di reclutamento dei campioni le aziende aderiscono numerose e con tempestività, al fine di consentire lo svolgimento delle preselezioni nei termini previsti. Il Molise ha caratteristiche pedoclimatiche e ampelografiche invidiabili. La produzione è

contenuta e di qualità sorprendente, bisogna solo veicolare nel modo opportuno l’unicità di questa meravigliosa regione, il comparto vitivinicolo può dare un supporto impor-

tante”, conclude Viant Gómez, nota amante del territorio e dei suoi vini, che dopo il nuovo incarico sarà spesso in Molise per incontrare i produttori.



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