tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 68 giOvedì 24 mArzO 2016 - diStribuziONe grAtuitA
Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta
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L’OSCAR DEL GIORNO
Costanza Carriero L’Oscar del giorno lo assegniamo a Costanza Carriero. La vice presidente dell’assemblea regionale del PD, in assenza di decisioni ufficiali del partito sulla sanità in Molise, esce allo scoperto e chiede il perchè il presidente della Regione Toscana abbia avviato un percorso ottimale per risolvere il problema delle liste di attesa. E il governatore del Molise, cosa decide?
IL TAPIRO DEL GIORNO
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GIORNALE SATIRICO
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Rosario De Matteis Il Tapiro del giorno lo diamo a Rosario De Matteis. Sulla questione viabilità interna, il presidente della Provincia di Campobasso ha dovuto assorbire anche le critiche dei parroci del basso Molise. E’ pur vero, però, che l’ente soldi non ne ha e, tra le altre cose, attende ancora dalla Regione Molise la bellezza di 10 milioni di euro già anticipati. Però, perchè non esce allo scoperto?
Un Molise in crisi e dimezzato
Mortifero silenzio
Gam Zuccherificio
Nel Molise, terra dell’acquiescenza, della rassegnazione, della sottomissione a chiunque eserciti il potere, incombe il silenzio. Eppure, non abbiamo uno straccio di ferrovia decente; una strada altrettanto decorosa; un'economia, dall'edilizia all'industria, che tiri. In compenso, liste di attesa nella sanità interminabili; giovani che vanno via; ora anche le Poste funzioneranno da giugno a giorni alterni. Abbiamo la colpa di sopportare una classe politica imbelle e incapace che ci ha messi in ginocchio e col cappello in mano. E sulla nostra terra, derisa e calpestata, restano gli avanzi di quella che fu la società molisana.
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La Gazzetta del Molise da mercoledì 30 marzo 2016 sarà in tutte le edicole del Molise Da sempre vicini agli interessi dei molisani ora pronti al cambiamento $ ! "" " "
La credibilità di sempre - la forza di domani
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 24 marzo 2016
Liste d’attesa nella sanità pubblica: è scoppiata la bagarre L’attacco del presidente della Toscana Enrico Rossi a quella parte della sanità nazionale che consente la professione privata dei medici ospedalieri sul posto di lavoro, sta provocando un terremoto. Commenti a favore e contro si sprecano sulla rete in una commistione di giudizi che dimostra quanto sia complicata la questione, come sia difficile dipanarla secondo logica, quanto siano strumentali le posizioni dei favorevoli e dei contrari. Di mezzo, ancora una volta, il cittadino, colui al quale tocca di attendere mesi e mesi prima di accedere ad un esame diagnostico (le famose liste d’attesa), a differenza di quando si rivolge al sistema sanitario privato cui, secondo Rossi, i medici cosiddetti“extramoenisti” darebbero una mano, costituendo addirittura una “fonte di diseguaglianza e di corruzione”. Parole forti, che la Gazzetta del Molise ha raccolto e commentato titolando “ Il presidente della Toscana, Rossi, s’è detto contrario alla libera professione intramoenia e pronto a presentare una proposta di legge d’iniziativa popolare. Il presidente del Molise, Frattura, non ha idea su come ridurre le liste d’attesa”. Cui ha fatto seguito anche l’intervento di Costanza Carriero, vice presidente dell’assemblea regionale del Pd, in chiave dichiaratamente a favore della posizione di Rossi e quantomeno perplessa su quella del presidente del Molise, Frattura. Liste d’attesa, lavoro intramoenia dei medici ospedalieri: situazioni, viene detto, interconnesse, ma sulle quali, come abbiamo accennato, s’è scatenata la bagarre. Dalla To-
l’intervento La giornata di manifestazione e riflessione organizzata dall’ACEM lo scorso 21 marzo ha riportato al centro del dibattito la gravissima situazione di crisi del comparto edilizio e conseguentemente di tutto l’indotto, un grido d’allarme, l’ennesimo, che abbiamo raccolto presentando la richiesta di convocazione di un Consiglio regionale monotematico per affrontare in maniera organica e precisa le difficoltà dell’edilizia molisana. Un settore che ha pagato a caro prezzo le conseguenze di una crisi largamente diffusa anche a livello nazionale, come peraltro testimoniato anche dall’ultimo rapporto di Movimprese del febbraio 2016 che ha evidenziato come nel settore delle costruzioni ci sia stato nel 2015 un saldo fortemente negativo, nello specifico sono venute a mancare 6.055 imprese in tutto il territorio nazionale. Venendo al caso del Molise, sempre in base ai dati diffusi da Movimprese, a fronte di 4.191 imprese registrate quelle attive sono 3.811 (erano 4.035 nel
I medici ospedalieri si sono ribellati alla accuse del presidente della Toscana che vuole eliminare l’intramoenia
Nel Molise, terra dell’acquiescenza, della rassegnazione, della sottomissione a chiunque eserciti il potere, incombe il silenzio
scana, il presidente non demorde, convinto di aver sollevato una questione che a suo dire merita di essere presa in considerazione dal parlamento italiano. Sarà lui a farsi promotore di una proposta di legge popolare, cosciente di avere l’ampio consenso dei cittadini che delle liste d’attesa e delle altre deficienze della sanità pubblica sono sostanzialmente le vittime. “Abolendo la libera professione intramoenia d’in-
canto spariranno le liste d’attesa. Mi ci gioco la faccia e tutto il resto. Chi lavora nel pubblico deve essere a tutti gli effetti un dipendente pagato dallo Stato e non può né deve aprire bottega in proprio”. Questa è una delle affermazioni che hanno procurato l’orticaria ai medici ospedalieri che operano in regime di intramoenia che, con Marco Scatizzi, coordinatore regionale della Toscana dell’Associazione dei chi-
rurghi ospedalieri, non hanno frapposto tempo a rispondere: “Forse il presidente Rossi ignora che la libera professione regolata dall’intramoenia aggiunge lavoro alla sanità pubblica e il 20% circa delle visite e lo 0,8% di interventi chirurgici. Per non parlare dei 130 milioni l’anno che la libera professione porta nelle casse del sistema sanitario toscano”. Percentuali e contributo finanziario che sarebbe interessante avere del Molise, ma la storia locale insegna che certe curiosità non fanno parte delle esigenze della gente e degli amministratori. Più conciliante e ragionevole la replica di Fucci del CoR: “Rilanciare, anche in campo sanitario, antiche o immotivate contrapposizioni tra pubblico e privato è fuori dai tempi e alimenta conflittualità davvero inutili. Guardiamo semmai alla collaborazione e all’integrazione tra pubblico e privato. Il tutto tenendo come unico punto di riferimento il dovere, che lo Stato e le Regioni devono perseguire, di offrire agli italiani un’ampia libertà di scelta e un’offerta di tutela della salute adeguata”. Secondo il CoR, inoltre,
l’uscita di Rossi “pare poco ancorata alla realtà che vive oggi il sistema sanitario nazionale. Già due anni fa una circostanziata ricerca del Censis spiegava che nel 2013 la spesa sanitaria privata era cresciuta del 3 per cento rispetto al 2007 mentre nello stesso arco di tempo la spesa sanitaria pubblica era rimasta quasi ferma (+0,6 per cento). La stessa ricerca evidenziava l’aumento degli italiani paganti per intero gli esami del sangue, gli accertamenti diagnostici e le visite specialistiche. In crescita era anche la spesa per i ticket. Le liste di attesa nella sanità pubblica erano in crescita evidente. Da allora ad oggi niente è cambiato e la sperequazione, in termini qualitativi, tra sanità pubblica e sanità privata è semmai cresciuta”. Naturalmente a favore di quella privata. Nel Molise, terra dell’acquiescenza, della rassegnazione, della sottomissione a chiunque eserciti il potere, alla questione, tranne la puntigliosa presa di posizione della Carriero, è seguito il silenzio. Eppure le liste d’attesa sono tra le più corpose d’Italia e i tempi tra i più lunghi.
Crisi dell’edilizia, ne discuta il Consiglio regionale primo trimestre del 2013), così ripartite: 1.571 nella sezione della costruzioni di edifici, 82 nell’ingegneria civile e 2.158 nel lavori di costruzione specializzati; 301 le imprese cessate, solo 171 quelle iscritte. Ricordiamo anche le 12 procedure fallimentari aperte nel 2015, il 71,40% in più rispetto al 2014, per un tasso di fallimento del 2,9%. Da questi numeri si evincono bene le difficoltà di un settore al collasso, che in Molise ha perso più cinque mila posti di lavoro e che avrebbe richiesto un intervento forte da parte della Regione, anche perché entrambe le tematiche, ossia quella dei lavori pubblici e dell’urbanistica, sono strettamente collegate al tema occupazionale incredibilmente sparito dall’agenda politica di questa Giunta. Le problematiche evidenziate dall’ACEM e dal comparto degli edili sono sempre le stesse degli ultimi anni: il ritardo nei pagamenti delle imprese, molto superiore ai 60/90 giorni invece previsti dalle norme
nazionali, e la totale mancanza d’investimenti in un settore che, dati alla mano, rappresenta una percentuale molto alta del PIL regionale e che negli anni è sempre stato un traino importante per la crescita del Molise. La diretta conseguenza di quanto sopra rilevato comporta per le imprese non solo la difficoltà ad approvvigionarsi le forniture, ma anche a far fronte al pagamento delle spettanze dei lavoratori e al saldo delle imposte, in una spirale senza fine per le aziende molisane del settore edile, sempre più spesso costrette a chiudere perché attanagliate dalla morsa dei debiti accumulati e riconducibili a colpe non loro. In questo contesto di profonda crisi non si è mai palesata la ripresa del comparto edile molisano, annunciata più volte in pompa magna dal Governo regionale, un settore individuato come “prioritario per l’economia della Regione”, affermazione alla quale non sono poi seguite quelle “pro-
poste concrete e scelte funzionali” annunciate nel primo tavolo di confronto del maggio del 2013. Allo stesso modo ancora non si sono visti gli effetti del tanto sbandierato piano d’interventi per la viabilità, finanziato con fondi della precedente amministrazione regionale, 107 milioni messi in campo per l’avvio di lavori allo stato attuale ancora non ancora aggiudicati e cantierati, con il concreto rischio di perdere una parte importante di questi finanziamenti, per inciso lo scorso dicembre già decurtati dell’1,5%; difatti se entro il 30 giugno 2016 non si partirà con i cantieri un altro 15% dei 107 milioni disponibili andrà perso. Eppure il piano era stato costruito “con serietà nel rispetto delle norme a beneficio anche del settore edile con l’avvio della costruzione di nuove opere”, come presentato pubblicamente dal Presidente Frattura e dall’Assessore Nagni. Senza dimenticare la delicata questione della ricostruzione post
sisma che nonostante le rassicurazioni e le promesse continua ad avanzare a singhiozzo, con il conseguente blocco dei cantieri stante l’impossibilità di lavorare con stati d’avanzamento fermi da un anno e mezzo, e con le stesse imprese che ancora oggi lamentano il mancato ricevimento dei finanziamenti giunti a fine dicembre nelle casse regionali, 26 milioni di euro sui quali la Regione non ha ancora dato garanzie in riferimento ai tempi dello sblocco. Per tutte queste ragioni abbiamo deciso di firmare e presentare la richiesta di convocazione del Consiglio regionale monotematico sulla profonda crisi del settore edilizio molisano, per pervenire all’approvazione un pacchetto di proposte organiche e urgenti che puntino a rilanciare il settore e a impedire che si aggravi maggiormente questa crisi occupazionale del comparto. I consiglieri regionali di Centrodestra Regione Molise
TAaglio lto
E poi capita che succedano alcune cose, a metà tra il pittoresco e l’esplicativo, che spargono un velo di (forse involontaria?) ironia e salutare sarcasmo sulle vicende della politica molisana che, quotidianamente, ci tocca di trattare. L’episodio di cui parliamo oggi è davvero carino, con tutto il suo sapore acidulo. L’assessore regionale all’agricoltura, Vittorino Facciolla, pare abbia mandato una email di auguri per le prossime festività pasquali agli amministratori locali della regione. Un gesto di formale cortesia che scalda il cuore tanto quanto quegli sms che si ricevono in occasioni simili (soprattutto per Natale e l’ultimo giorno dell’anno) e che si capisce subito che sono stati mandati indistintamente a tutta la rubrica del mittente, con frase di cortesia (appunto) buona per tutti, giusta, forse, per nessuno. Il sindaco di Conca Casale, Luciano Bucci, però, non ha gradito. Qui c’è poco da festeggiare, dice lui. Anzi, quelli come l’assessore festeggiano, ed alla grande, continua il sindaco; quelli come lui, amministratore di un piccolo comune e, tra l’altro, vittima della crisi occupazionale che ci massacra, di festeggiare hanno ben poca voglia. Così come di accettare certi auguri. E non le manda a dire neanche un po’ il buon sindaco Bucci: “Caro assessore, sarebbe una buona Pasqua se, nell’ordine: finalmente approvaste il riaccertamento dei residui cosicché possiamo pagare le ditte che aspettano i soldi; finalmente ci liquidaste i vari anticipi che ab-
di Rocco Cirino In risposta a una intervista del nostro Assessore al settore Primario e all’Ambiente nonchè Vice Presidente della Regione Molise Dott. Facciolla noi che il Territorio lo scarpiniamo da anni diciamo GRAZIE alle solite facce che scendono in piazza. Grazie perchè in una Regione dove il Bene Comune non esiste è ancora più importante averle. E’ come la raccolta differenziata della sua San Martino, ha fatto presa nei nostri animi perchè siamo in un Regione dove questo non ha eguali persino nella Campobasso Città Giardino . Scarpinando facciamo anche analisi dei percolati delle di-
3 24 marzo 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
L’assessore Facciolla fa gli auguri ai sindaci, quello di Conca Casale risponde...
“Caro assessore, sarebbe una buona Pasqua se finalmente voi faceste...”
biamo fatto sui bandi regionali che voi ci avete imposto di chiudere entro il 31 dicembre 2015, pagando di tasca nostra; finalmente ci rideste almeno una parte dei soldi che abbiamo speso per l’emergenza neve del 2012; finalmente si possa vedere un serio impegno verso la salvaguardia della salute pubblica (e qui intendo sanità allo sbando, inceneritori selvaggi e traffico bestiale); in ultimo, come desiderio personale, se mi fosse ridata dignità lavorativa visto che gli amici vostri sono rimasti a lavorare ed io, ed altri, siamo stati licenziati da voi. Detto ciò ringrazio del pensiero e le auguro buona Pasqua…” A parte la solidarietà per la vicenda personale che lo vede protagonista, da estendere, con l’occasione, a tutti coloro che vivono un momento analogo, su cui è meglio non lasciarsi andare a commenti,
possiamo solo ringraziare il sindaco Bucci per questa operazione ammazza ipocrisia. Oltre che dai danni materiali della crisi, dai disastri di un’amministrazione regionale che lo stesso Bucci ha perfettamente, ed assai per difetto, descritto, infatti, siamo soffocati da un tale livello di artefatto buonismo, falso come una moneta da tre euro, che diventa quasi difficile difendersi dal male peggiore. Saperlo individuare. Grazie sindaco Bucci, quindi, per aver approfittato dell’occasione ed aver esposto la sua faccia al vento fresco della verità, dello sfogo (assai civile, per altro), dell’onesta intellettuale. Magari non le restituirà il lavoro perso, sicuramente non farà in modo che la Regione faccia, per questo, quello che si ostina (e non capiremo mai il perché) a non fare da anni, ma, ne siamo sicuri,
l’avrà fatta sentire meglio. Molto meglio. La verità non ingrassa né arricchisce ma sicuramente giova alla salute, fa dormire meglio, distende il volto, allunga i sorrisi. Purtroppo però da sola non basta, la verità. In più ci vuole l’impegno degli uomini che hanno il po-
tere affinché si producano effetti benefici per tutta la collettività. E, vista la nostra situazione di molisani, caro sindaco Bucci, è proprio per questo motivo che abbiamo bisogno di tanti, tantissimi, auguri.
Caro assessore, ma non sono già troppe le discariche legittime e abusive? scariche e dei depuratori e le cose vanno male. Ci dicono nelle Strutture private, non all’Arpa, che quelle analisi pagate da noi cittadini sono scientifiche. Persino a Rionero Sannitico contrada Montalto sul Tratturo importante Castel di Sangro Lucera vi è una discarica enorme che percola L’’Abruzzo ha scaricato tanti rifiuti è tempo di bonificarla dott. Facciolla altrimenti le falde ci daranno acqua inquinata. E poi chi l’ha detto che coloro che stanno in silenzio
sono da prendere come paragone con quelli che sendono in piazza . Coloro che stanno in silenzio sono lo schifo del mondo A Cercemaggiore C.da Capoiaccio confine con Santa Croce del Sannio nascono animali malformi. La Montedison ora si chiama Edison ha cambiato nome ma non la maleducazione. Voi non dovete fare come loro che noin rispondono a pochi o alle solite facce dovete anche in presenza di una sola faccia che contesta ascoltarla. Con la consueta cordialità.
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4 24 marzo 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Non è mai troppo tardi mettere riparo agli errori e alle omissioni
Con 12 anni di ritardo la Regione Molise e il ministero per i Beni e le attività culturali si sono accorti che i piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici devono essere elaborati congiuntamente Se poi l’università del Molise volesse finalmente concludere l’attività di ricerca finalizzata alla redazione del Piano paesaggistico regionale, darebbe certamente una mano ad accelerare l’avvio del rapporto tra la Regione e il ministero La Regione Molise nel 2010 ha affidato all’università del Molise di svolgere attività di ricerca finalizzate alla redazione del Piano Paesaggistico regionale. L’università sta ancora ricercando. Meglio così. Diversamente il Piano sarebbe dovuto comunque essere rivisto, rimesso in discussione, rielaborato secondo quanto stabilisce il Codice dei beni culturali e del paesaggio. E il Codice stabilisce che lo Stato e le Regioni assicurino che tutto il territorio sia adeguatamente conosciuto, salvaguardato, pianificato e gestito in ragione dei differenti valori espressi dai diversi contesti che lo costituiscono; che le Regioni sottopongano a specifica normativa d’uso il territorio mediante piani paesaggistici, ovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici e che l’elaborazione dei piani avvenga congiuntamente tra ministero e Regioni. Pertanto sono 12 anni che lo Stato e la Regione Molise pur dovendo interagire “per stabilire le metodologie e le procedure di ricognizione, analisi, censimento e catalogazione degli immobili e delle aree
oggetto di tutela, ivi comprese le tecniche per la loro rappresentazione cartografica e le caratteristiche atte ad assicurare la interoperabilità dei sistemi informativi”, sono venute meno al proprio dovere. Nessuna meraviglia. Siamo l’Italia. Il Paese delle interpretazioni, delle dilazioni, del tutto si può. Infatti la Regione Molise ha potuto lasciare che il proprio territorio fosse manomesso, vulnerato, massacrato, violato nelle sue migliori espressioni paesaggistiche, consentendo di costruire, di scavare, di im-
piantare pale eoliche e pannelli solari là dove non sarebbe stato certamente possibile in presenza di un Piano urbanistico-territoriale che avesse salvaguardato i valori paesaggistici. Purtroppo, tantissima parte di società civile non considera il paesaggio un bene costituzionale e un valore culturale primario. A dirla tutta, neanche l’amministrazione comunale di Campobasso che, autorizzando di costruire, ha consentito di occultare alla vista da via 4 Novembre il paesaggio simbolo della città: il profilo pa-
noramico che include il Castello Monforte, le chiese romaniche di san Giorgio e di san Bartolomeo e la parte alta del borgo medioevale, ignara che la Convenzione Europea sul Paesaggio sottoscritta il 20 ottobre 2000 dagli Stati membri del Consiglio d’Europa, impegna gli stessi Stati a integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione territoriale e urbanistica e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul paesaggio. Ignara che il Codice dei beni culturali e del paesaggio, all’articolo uno stabilisce che la Repubblica tuteli e valorizzi il patrimonio culturale, costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici, in coerenza con le attribuzioni di cui all’articolo 117 della Costituzione, e che lo Stato, le Regioni, le Città metropolitane, le Province e i Comuni assicurino e sostengano la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscano la pubblica fruizione e la valorizzazione. Costituzione e Codice nel Molise, poco più che
carta straccia. Non di meno, lo Statuto regionale. Ma la resipiscenza è virtuosa, ripara gli errori e le omissioni. La resipiscenza nel Molise ha il nome di Francesco Manfredi Selvaggi, direttore del Servizio pianificazione e gestione territoriale e paesaggistica alla Regione Molise, il quale ha riallacciato la propria funzione al rispetto delle leggi e delle norme in vigore inducendo la giunta regionale a deliberare di condurre l’attività di pianificazione paesaggistica congiuntamente con il ministero per i Beni e le attività culturali, di stipulare la convenzione prevista dall’articolo 156 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, e di stabilire la disponibilità alla concertazione, al fine di condurre insieme l’attività di pianificazione paesaggistica. Se poi l’università del Molise volesse finalmente concludere l’attività di ricerca finalizzata alla redazione del Piano paesaggistico regionale, darebbe certamente una mano ad accelerare l’avvio del rapporto tra la Regione e il ministero dei Beni e le attività culturali. Dardo
“Una Corte d’appello in ogni regione” Il Comitato unitario di difesa della struttura molisana sposta il tiro su Roma CAMPOBASSO. Il Comitato Unitario ha accolto la proposta del Presidente Enzo Di Giacomo (propugnata sin dall’inizio anche dal Magnifico Rettore dell’Università del Molise Gianmaria Palmieri) di abbandonare la strada della ricerca di intese con i fori dei tribunali limitrofi ai fini dell’ampliamento del bacino di utenza della nostra Corte di Appello (sarà compito della politica nazionale a questo punto disegnare un eventuale ampliamento dei distretti) e di puntare direttamente a spostare le iniziative sul piano nazionale. A questo punto è giunto il momento di promuo-
vere l’incontro del Comitato Unitario col Ministro della Giustizia, incontro che quest’ultimo, in occasione della sua recente visita al Tribunale di Isernia, si è impegnato pubblicamente a tenere allorché gli fosse stato richiesto. A questo incontro, potrebbe eventualmente seguire anche altro incontro col Ministro Alfano. Nella riunione dello scorso 19 marzo, il Comitato Unitario ha deciso di delegare la Delegazione Parlamentare del Molise (che aderisce in blocco al Comitato Unitario) di richiedere il suddetto incontro al Ministro Or-
lando, cui parteciperanno sia detta Delegazione Parlamentare (ed Europarlamentare) e sia altri rappresentanti del Comitato Unitario. Sempre nella riunione dello scorso 19 marzo, il Comitato Unitario ha altresì impegnato la Delegazione Parlamentare molisana ad avviare quanto prima appositi contatti con i Parlamentari delle altre regioni controinteressate rispetto alla riforma della geografia giudiziaria, al fine di costruire una rete per condurre un’azione comune ed anche un pressing preventivo nei confronti del Ministro della Giustizia e del
Governo nazionale. E, come si è visto, vi sono almeno 14 regioni controinteressate, comprese quelle delle sedi accorpanti i cui Fori si oppongono a detti accorpamenti dato che questi intaserebbero ulteriormente i grandi Uffici giudiziari già ingolfati di lavoro. Nell’Assemblea nazionale dei Presidenti degli Ordini distrettuali Forensi e delle Unioni Interregionali degli Avvocati di dette 14 regioni
d’Italia tenutasi a Campobasso lo scorso 18 marzo, del resto, gli On.li Avv. Roberto Ruta, Danilo Leva e Laura Venittelli hanno assunto l’impegno a muoversi in Parlamento in questa specifica direzione.
TAaglio lto
5 24 marzo 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
I commissari straordinari sono la dimostrazione che alle enunciazioni di riforme da parte degli amministratori di Palazzo Vitale difficilmente seguono gli interventi legislativi e amministrativi necessari
Stefania Passarelli nominata due volte al Consorzio industriale di Isernia/Venafro Tenere a bagnomaria i Consorzi di Boiano e di Pozzili/Venafro nel momento in cui la Regione, con il contributo finanziario dello Stato, si dispone ad affrontare la crisi industriale complessa è oggettivamente incomprensibile Commissari straordinari quanti se ne vuole: all’azienda di soggiorno di Termoli, agli Enti provinciali per il turismo, a Molise Acque, agli Istituti autonomi delle case popolari, all’ex Ersam, alle Comunità montane e via dicendo. Sono così numerosi, che la Regione stessa che li ha nominati ha perso il conto. Non è in grado di seguire lo scadenzario. Tant’è che non s’è accorta che Stefania Passarelli nominata commissario straordinario al Consorzio per lo sviluppo industriale di Isernia-Venafro, il 14 febbraio scorso era scaduta e però, in assenza della proroga, la giunta regionale ha dovuto rinominarla. I Commissari straordinari ai Consorzi industriali sono l’ennesima dimostrazione che alle enunciazioni di riforme da parte degli amministratori di Palazzo Vitale difficilmente seguono gli interventi legislativi e amministrativi necessari. Là dove sono i commissari sono i difetti di un governo regionale che non ha
lettera aperta Spettabile Presidente De Matteis, Papa Francesco ripete spesso :“Non lasciatevi rubare la speranza”. Queste parole sono risuonate tra noi parroci dopo l’incontro con gli amministratori, lo scorso 07 gennaio a Mafalda, sul problema della viabilità nel nostro territorio; siamo grati a lei e agli altri rappresentanti delle istituzioni, per aver accolto il nostro invito e per quanto è stato pubblicamente comunicato sui futuri interventi, sui progetti in atto ed i fondi disponibili. Gli avvertimenti sulla scarsità delle risorse rispetto alle reali urgenze ci hanno lasciato un pò di amarezza; gli stessi amministratori e tecnici, presenti all’incontro, non hanno nascosto il loro senso di frustrazione, di impotenza quasi, di fronte alle enormi difficoltà economico-amministrative che di fatto impediscono di realizzare quanto sarebbe necessario. Tutti concordano nel riconoscere che ormai gli
gli strumenti tecnici, la volontà politica e la determinazione necessari per mettervi mano. Accade per il turismo, per la captazione e la distribuzione delle risorse idriche, per le politiche della casa, per le attività consortili. Un campionario di inefficienze cui però, come ribadiamo, non si trovano le giuste e opportune contromisure. Da qui i commissari straordinari che per il
tempo trascorso nelle funzioni sono diventati commissari ordinari. Il caso della Passarelli è significativo. Tutto origina dal fatto che il completamento dell’iter legislativo di riordino dei Consorzi industriali è talmente lungo, contorto, contraddittorio, tanto da non arrivare mai a conclusione. Interessi economici, interessi politici, camarille locali per accaparramenti di posti e prebende al
solito formano intrecci inestricabili. Di questo pagano dazio anche i Consorzi industriali sulla cui validità organizzativa e gestionale nel corso degli anni si sono avuti innumerevoli discussioni tra chi li ha giudicati necessari e chi, invece, li vorrebbe eliminare. La Regione ha scelto una via di mezzo: la riforma. Ma non sa venirne a capo. Non sa cosa e come riformare per rendere i Consorzi uno strumento tecnico e amministrativo agile, incisivo, con capacità di programmazione e di gestione corrispondenti alle moderne e volubili dinamiche industriali. C’è da dire che non tutti i Consorzi industriali del Molise sono uguali, cioè non tutti hanno dimensioni, industrie insediate e industrie insediabili che possano determinare uno stesso livello di agibilità e di sviluppo. Siccome esistono e, bene o male, hanno maturato esperienza, nel momento in cui la Regione, con il contributo finanziario dello Stato, si dispone
ad affrontare la crisi industriale complessa che ha investito i nuclei produttivi di Boiano e di Pozzili/Venafro, pare del tutto logico che l’iter legislativo di riordino dei Consorzi industriali venga accelerato e portato a termine. Tenerli a bagnomaria nel momento cruciale della loro esistenza sarebbe oggettivamente assurdo. Il rinnovo della nomina di Stefania Passarelli a commissario straordinario del Consorzio industriale di Isernia-Venafro deve essere notificato al Consiglio regionale. Quale migliore occasione per il presidente Cotugno, ch’è di Venafro, per fare in modo che l’iter procedurale della riforma dei Consorzi industriali prenda la corsia preferenziale? Qualora l’idea predominante, magari sostenuta dalle forze sociali e dalle associazioni di categoria, sia quella di farne a meno, bene si abbia il coraggio dalla parti di Palazzo Moffa e di Palazzo Vitale di dichiararlo apertamente. Dardo
Le strade interne sono un colabrodo interventi-tampone sono dei palliativi che non risolvono le gravi criticità; i fondi disponibili sono solo il 10% delle somme necessarie per interventi pesanti, straordinari e definitivamente risolutivi. “Si farà quel che si potrà fare” come pubblicamente è stato promesso. Entro il 30 giugno prossimo saranno appaltati e aperti i cantieri per alcuni interventi sulle nostre strade, pertanto attenderemo perché vengano realizzati per iniziare a migliorare la viabilità. Conveniamo – da quanto si diceva – sull’ottimizzazione delle poche risorse, sull’individuazione delle situazioni più gravi, sul coinvolgimento dei sindaci, sul dialogo ed il confronto come metodo da perseguire con caparbietà, favorendo la collegialità e la condivisione territoriale, superando campanilismi, personalismi e contrapposizioni partitiche. Papa Francesco ancora ci ri-
corda che “l’unità deve prevalere sul conflitto” e che bisogna operare perché gli opposti raggiungano “una pluriforme unità che genera nuova vita”; ci dice ancora che “il tutto è superiore alla parte” invitandoci a coniugare insieme globalizzazione e localizzazione. Siamo convinti che deve partire soprattutto dal basso una nuova modalità di rapporto con il territorio che ci è stato affidato e che dovremmo ”lasciare migliore di come lo abbiamo ricevuto”. La nostra area presenta una fragilità forse la più grave di tutta la regione; questo richiede un’eccedenza di attenzione che non è un privilegio a danno di altre aree. Servire i piccoli comuni costa molto, metterli in rete comporta gestioni costose, ma non si possono abbandonare queste comunità; chiediamo alla politica regionale di privilegiare le realtà più piccole e più emarginate con precise scelte prioritarie. Le
persone non sono semplici numeri, né materiale per statistiche e percentuali; soprattutto gli anziani, gli ammalati, i ragazzi che devono andare a scuola, i lavoratori pendolari, hanno una dignità che va comunque difesa perché esprimono il valore assoluto della persona. Sono di fatto le nostre ‘periferie’; l’attenzione e il servizio a queste misura il nostro grado di civiltà. Occorre una visione strategica sul nostro futuro, oculatezza nelle scelte, una buona dose di cultura del bene comune, un atteggiamento non rassegnato né remissivo, capacità politica per scuotere le coscienze di chi ha più alte responsabilità di governo. L’alternativa è l’inesorabile declino. Noi sacerdoti continueremo ad essere vigili sul nostro territorio, non per giudicare ma per contribuire a costruire, per dare speranza, per sostenere ogni sforzo teso a migliorare le condizioni di vita delle nostre
comunità. Saremo sempre pronti a sollecitare momenti di confronto-incontro tra tutti i responsabili della cosa pubblica, sinceramente interessati al bene delle persone e al futuro dei nostri giovani. Il nostro vuol essere un richiamo ad un metodo democratico che garantiamo di voler favorire e incoraggiare sempre tra tutte le forze politiche e sociali della nostra Regione in virtù della chiamata che abbiamo come parroci di servire le persone con le quali condividiamo ansie e speranze. Nell’augurio di poter insieme collaborare per un mondo migliore, affidiamo lei ed i suoi collaboratori al Dio della Vita, perché possa realizzarsi il desiderio di una fraternità universale che abita e sa prendersi cura del mondo quale casa comune. Buona Pasqua di Resurrezione. I Sacerdoti della zona pastorale di Montenero-Castelmauro
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Campobasso
24 marzo 2016
Scrutatori il sorteggio dei Cinque Stelle I consiglieri grillini al Comune di Campobasso hanno proceduto attraverso l’elenco dei senza lavoro Campobasso. Un sorteggio per evitare ‘bluff’ o scelte clientelari. Avviene in questo modo la scelta degli scrutatori per il referendum del prossimo 17 aprile sulle trivelle. Il Movimento 5 Stelle di Palazzo San Giorgio convoca la stampa per rendere l’operazione “il più trasparente possibile”. “A noi il sistema ‘amici-parenti’ non piace”, dicono. Ogni consigliere, infatti, ha la possibilità di indicare cinque nominativi a proprio piacere. I pentastellati fanno una scelta diversa. “Crediamo che nessuno debba rimanere indietro e dunque abbiamo deciso di sorteggiare i
nostri nominativi privilegiando le persone attualmente disoccupate e utilizzando un criterio di massima trasparenza”, sottolinea Paola Felice. La presa di distanza dei consiglieri da un sistema ‘a chiamata’ si è concretizzata anche nella mozione inserita nell’ordine del giorno dell’assise domani in riunione. I Cinquestelle di Palazzo San Giorgio si sono orientati verso le persone in difficoltà che hanno fatto richiesta di assegnazione delle ‘Borse lavoro’ all’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Campobasso.
Il respiro ecumenico della Settimana Santa nello scambio del Pane e del Vino Bregantini: «Il profumo di olio di letizia, va ora raccolto e portato a pienezza perché divenga uno stile“ Campobasso. Un particolare sacro appuntamento per i Riti celebrativi della Settimana Santa è la Messa Crismale. Con essa si entra nel vivo dei riti della Settimana Santa. Ieri sera, tutto il clero diocesano si è riunito intorno all’arcivescovo, rinnova le promesse sacerdotali mentre i Ministri straordinari –laici e religiose- ricevono il mandato per svolgere il loro compito soprattutto verso le persone malate. «La Messa Crismale – spiega mons. Bregantini - è sempre una grazia ed una benedizione, ma lo è ancor di più nel cammino di questo Giubileo della Misericordia
che, quest’anno, avrà un respiro ecumenico. Nel cammino ecumenico, vista l’attuale impossibilità di condividere da fratelli l’eucarestia, sacramento dell’unità si è pensato di condividere almeno i doni per il santo sacrificio. Per questo noi doneremo ai fratelli della Chiesa Valdese e della Riconciliazione il Pane mentre riceveremo il Vino da loro. Sarà un segno molto espressivo». Lo scambio del pane e del vino che sarà vissuto all’inizio della celebrazione, prende spunto da un episodio riportato dallo storico Eusebio di Cesarea: l’usanza di scambiarsi l’eucaristia tra chiese orientali e occidentali, nonostante la diversità di alcuni riti. «Sappiamo bene che le chiese oggi -– ha soggiunto il presule – sono divise sulla Cena del Signore. Riscoprire l’antica abitudine di scambiarsi, non l’eucaristia, ma almeno qualche elemento che ricordi la comunione, ci aiuta a comprendere che, nella consapevolezza delle tensioni ecumeniche, si può anche ravvisare una reale fraternità, nell’attesa di una piena ospitalità eucaristica. Pertanto, in sintonia con i grandi segni ecumenici che il Signore ha ispirato a Papa Francesco, ovvero la visita del Pontefice alla Chiesa valdese, l’incontro tra il Vescovo di Roma e il Patriarca Kirill I a Cuba, il momento di preghiera vissuto a Loreto da parte delle Chiese ortodosse, e vista l’impossi-
bilità di celebrare insieme l’Eucaristia, di intesa con la sola Chiesa valdese, vogliamo condividere i doni necessari per la “Cena del Signore”. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua domenica 27 Marzo 2016 . Il fascino del Triduo consiste anzitutto nel celebrare quasi in tempo reale (secondo antichi documenti in una sorta di Orologio della Passione) ogni momento vissuto da Gesù a partire dall’Ultima Cena (Messa in Coena Domini, giovedì alle 18,00), passando per la possibilità di vegliare con lui nel Getsemani durante la notte tra giovedì e venerdì, adorazione notturna in tutte le chiese della diocesi, fino ad arrivare alla Passione del Venerdì Santo , con il canto del Passio, l’adorazione della Croce e l’austera solennità che ci introdurrà nel silenzio del Sabato Santo. Oltre ai momenti liturgici ci sarà quello della pietà popolare con la processione del Cristo morto e dell’Addolorata, lungo le vie della città accompagnati dal Canto del “Teco Vorrei, o Signor” del M° De Nigris di Campobasso su versi del Metastasio eseguito da 700 cantori popolari. Il triduo o mistero pasquale nelle sue diverse tappe culmina con la veglia pasquale di Resurrezione di sabato e con le Celebrazioni Eucaristiche di domenica , Pasqua di Resurrezione. “Il Signore della vita, che era morto, ora regna vivo!”.
Nelle scuole di Campobasso si impara a viaggiare in maniera sicura e sostenibile con Michelin Con il progetto Dalla terra alla Luna Michelin stimola gli studenti delle scuole elementari e medie a inventare la mobilità del futuro. A Campobasso e provincia sono 43 le scuole che partecipano al progetto. In palio 1.800 euro in materiali didattici e viaggi di istruzione Arriva nelle scuole di Campobasso Dalla terra alla Luna, il pro-
getto di educazione alla mobilità promosso dalla Michelin Italiana con l’obiettivo di stimolare la curiosità e la voglia di innovazione degli studenti per renderli protagonisti di un futuro di viaggi più sicuri e sostenibili. Essere viaggiatori e utenti dei trasporti non è la stessa cosa. Il viaggiatore ha maturato una vera cultura della mobilità, di cui ha
ben chiare opportunità e responsabilità, ed è capace di rendersi conto che il viaggio è un sistema complesso. Maturare la cultura del “viaggiatore” vuol dire essere capace di cogliere le diverse opportunità di spostamento ed essere informato sulle innovazioni che migliorano ogni componente del sistema mobilità. Un mondo di nuove conoscenze e future op-
portunità professionali che si apre ai giovani. Il diritto alla mobilità va conciliato con il dovere di ridurre emissioni di gas serra, smog, inquinamento acustico, traffico e incidenti. Per farlo serve anche il pensiero sostenibile dei giovani: cioè la consapevolezza che ognuno di loro può contribuire al progresso del “sistema mobilità” con i propri comporta-
menti e con la ricerca di nuove prospettive di miglioramento. 2.000 classi delle scuole elementari e medie italiane riceveranno un kit didattico gratuito con una guida per il docente, ricca di spunti multidisciplinari, un magazine interattivo dedicato a studenti e famiglie e materiali per tutta la classe tra cui le carte Michelin Italia ed Europa.
Campobasso
7 24 marzo 2016
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Confronto a distanza tra il Campobasso di ieri e quello di oggi
Il passato è quel che è stato; il domani cosa sarà?
di Gennaro Ventresca Ogni velocità ha i suoi scatti d’improvviso. Non c’era l’Università a Campobasso, eppure davanti al Bar Centrale eminenti “professori” tenevano dotte lezioni di vita e di calci d’angolo. Era bella e vivace la nostra città, a tutte le ore. Di calci d’angolo si parlava e discettava non solo davanti al Caffè dei fratelli Peppino e Antonio Mastropaolo. C’era un quotidiano raduno, specie dopo le 8 di sera, anche da Rudy, il negozio di scarpe del Corso infilato in un grottino, foderato di moquette. Pierluigi Squilletti, il venditore di scarpe di marca, formidabili le Campanile, sapeva tutto di tutti. Dei nostri ragazzi poi conosceva anche i più intimi segreti. Prese una “cotta” terribile Pierluigi, per Catarci e Alivernini, i due goleador che Ernesto Bronzetti prese, a caro prezzo, dal retrocesso Brindisi. Siccome i due
sedicenti bomber fecero ben poco per ripagare i dirigenti dei ricchi stipendi, c’era la fila da Rudy, non solo per comprare scarpe alla moda, ma anche e forse di più per intavolare accese discussione sul valore dei due giocatori. Il passato è quel che è stato; il domani cosa mai sarà? Certamente vi sarete accorti che nella nostra città del pallone si
parla più volentieri di ieri che di domani. E questo è davvero un brutto segnale. Sta a significare che i ricordi sono sempre vivi, mentre sul futuro non c’è la minima fiducia. Era un ribollir di tifo anche il negozio con le “spalle strette” che faceva angolo con via De Attellis e che un giorno si chiamava GDS, l’acronimo di Guido De Socio, il proprietario del sito
e dell’esercizio commerciale di dolciumi e gelati. Poi quell’angolino da sballo servì soprattutto per la vendita degli abbonamenti e dei biglietti del Romagnoli. Al suo interno c’era in pianta stabile Romano Palange, detto il ragioniere, anche se non ci sono certezze sul suo diploma. Era un piantagrane unico Romano, ogni occasione gli era favorevole per ingaggiare una vibrante litigata
con chi la pensava in maniera diversa da lui. E’ stato un bastian contrario Romano, invece di difendere squadra e giocatori gli dava addosso senza preavviso. Ma fu poi fragile, nello spareggio con la Lazio. Pianse lacrime amare per il gol vittoria di Poli che ci rimandò a giocare in Serie C. Li conoscevamo tutti i nostri giocatori. I quali non facevano in tempo a mettere mano al portafoglio, alla cassa del bar venivano preceduti sempre da qualche tifoso. Erano anche questi segnali importanti, stavano a suggellare il felice rapporto tra sostenitori e atleti. Oggi la stragrande maggioranza del popolo sportivo non conosce la faccia dei nostri giocatori, ma quel che è più grottesco non sa neppure i loro nomi. Facendo qualche eccezione, come per Todino che sta con noi da diversi anni.
Roccaspromonte, si completa la Chiesa Il sogno di don Alessandro Porfirio prosegue nel segno di Fra Immacolato Il sogno di don Alessandro Porfirio - indimenticato parroco per 50 anni della Chiesa di S. Maria della Pietà a Roccaspromonte - di vedere ultimata in loco la realizzazione di una Chiesa ed una struttura religiosa dedicata a Fra Immacolato Brienza, ha trovato nuova linfa lo scorso 19 marzo a Vinchiaturo, nella chiesa di San Bernardino, in occasione della messa celebrata da don Fabio Di Tommaso, postulatore della causa di beatificazione di Fra Immacolato, per il precetto pasquale dei Maestri del Lavoro del Molise. Nel corso degli ultimi anni, grazie al sostegno del Consolato dei Maestri del Lavoro del Molise presieduto da Pina Petta, sono stati numerosi gli incontri itineranti nelle chiese di molti Comuni della Regione dedicati alla presentazione del libro di Anna Di Nardo Ruffo intitolato “Il Carmelitano Scalzo Fra Immacolato Giuseppe Brienza fra Cielo e Terra”. “Un ringraziamento – ricorda l’autrice - va a tutti coloro che hanno messo a disposizione il proprio tempo e le proprie conoscenze al servi-
zio di questa ricerca che non sarebbe stata così articolata e puntale senza il prezioso apporto di don Alessandro Porfirio, fonte diretta, documentata e inesauribile degli anni di vita di Fra Immacolato e di cui voglio ricordare qui oggi, con commozione, la sua spiritualità profonda unita ad una contagiosa forza morale”. L’incontro a Vinchiaturo - avvenuto non per caso nel giorno di San Giuseppe, santo dell’umiltà e del silenzio a cui don Alessandro Porfirio era devoto da sempre e dal quale ha saputo trarre ispirazione durante l’arco della sua intera vita al servizio dei bisognosi e della Chiesa - è servito per fare il punto sulle offerte raccolte per l’acquisto del libro: “Con grande soddisfazione – prosegue Anna di Nardo Ruffo - doniamo oggi la cifra raccolta (8700 euro che si aggiungono ad altri 2 mila euro già raccolti in altre occasioni, ndr) all’associazione dedicata a don Alessandro Porfirio, che ha, tra le proprie finalità, la costruzione a Roccaspromonte di una struttura dedicata proprio a Fra
Immacolato. Ho ancora vivo in me il ricordo degli incontri spirituali con don Alessandro nell’ abitazione di Fra Immacolato pieni di spiritualità e preghiere. Don Alessandro mi ricordava spesso quanto il nostro Servo di Dio gli avesse rappresentato il desiderio di un santo ricovero carmelitano nella nostra Regione. Il sogno di Don Alessandro, che era poi il sogno di Fra Immacolato, spero possa realizzarsi quanto prima”. “Se i lavori a Roccaspromonte procedono è perché noi ci crediamo – fanno sapere dall’Associazione intitolata a don Porfirio. Vogliamo andare avanti nell’opera di costruzione di questo complesso religioso - molteplici sono al riguardo le iniziative messe in campo dalla Comunità di Roccaspromonte e dall’Associazione per raccogliere fondi - con la stessa fede e con lo stesso contagioso entusiasmo di don Alessandro: solo così sapremo raccogliere la sua eredità spirituale, certi di operare nel solco da lui tracciato per portare a termine la sua opera religiosa”.
Dal 4 al 10 aprile esposizione e vendita delle opere di Amedeo Trivisonno per finanziare il restauro di “Gli Evangelisti” CAMPOBASSO. Dopo la bella e riuscita serata del 18 marzo all’Alphaville di Campobasso con la proiezione in esclusiva, davanti a una sala gremita e appassionata, di “Amedeo si racconta. Interviste e filmati d’epoca sull’artista Amedeo Trivisonno”, il Comitato Trivisonno 2015 torna in campo per quello che sarà l’atto più importante dell’iniziativa di raccolta
fondi ideata dallo stesso Comitato al fine di finanziare il restauro dell’opera del Trivisonno “Gli Evangelisti”, presente nella volta della Cappella dell’Addolorata della Chiesa di Santa Maria della Croce di Campobasso. Infatti, da lunedì 4 aprile fino a sabato 9 aprile, presso le sale del Circolo Sannitico, in Piazza Pepe a Campobasso, si terrà l’esposi-
zione e la successiva vendita all’asta di alcune opere di Amedeo Trivisonno che i figli dello stesso artista molisano hanno deciso di mettere in vendita per donarne il ricavato interamente all’operazione di restauro. La vendita delle opere sarà realizzata nella giornata del 10 aprile 2016. L’esposizione delle opere sarà vi-
sitabile tutti i giorni da lunedì 4 a sabato 9 aprile, dalle ore 16.30 alle 20.00. Negli stessi giorni, dalle ore 19.00, sarà possibile anche effettuare una visita guidata dell’esposizione insieme a uno dei rappresentanti del Comitato Trivisonno 2015. Per tutte le informazioni sulla vendita delle opere che verranno
esposte, che come già detto si terrà nella giornata di domenica 10 aprile, si può consultare il sito web del Comitato Trivisonno:(https://sites.google.c om/site/trivisonno2015/) e scaricare anche il catalogo in pdf gratuitamente, oppure contattare telefonicamente i rappresentanti del Comitato ai seguenti recapiti: 347.48.32.683 / 380.18.42.751.
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
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Isernia
Tutto quello che gli altri non dicono
24 marzo 2016
senza alcun finanziamento pubblico
“Isernia, siamo pronti alla sfida” Noi con Salvini lancia il suo programma per le prossime elezioni comunali ISERNIA. Appena 15 giorni dopo la venuta di Salvini ad Isernia, è operativa la prima sede noi con Salvini in Molise, in corso Garibaldi 93, di fronte al liceo classico. Invito tutti gli amici e simpatizzanti a dare la disponibilità e partecipare alla stesura del programma elettorale per Isernia, non solo, ma a dare un contributo per completare la lista dei candidati. Servono alcuni professionisti per completare un quadro omogeneo della società, isernina in questo caso.
Dopo la presenza di Matteo Salvini, adesso tocca a noi, non abbiamo più alibi o scuse da accampare. Questo è il momento tanto atteso. Noi con Salvini siamo quelli delle proposte e non quelli delle proteste sterili e vuote. Avanti a tutta!!!! Non per esserci a tutti i costi ma per il bene del Molise. Siamo consapevoli delle difficoltà del momento ma non ci spaventiamo. Noi con Salvini Molise parte da zero, non ha nulla da perdere o da difendere se non l’interesse comune dei cit-
tadini. La cancellazione degli Studi di settore, la difesa made in italy, l’abrogazione della legge sulle pensioni della Fornero, un’Europa dei cittadini e non dei popoli, la revisione del trattato di Schengen, la riduzione della pressione fiscale con l’approvazione della flat tax al 15%, sono temi sui quali si sta misurando Salvini ed il Partito a livello nazionale, e che naturalmente avranno ricadute positive anche nel nostro bistrattato Molise. Noi con Salvini Molise crede di avere anche qual-
che ricetta per ricostruire il tessuto sociale regionale, ricominciando da Isernia. Non anticipiamo i temi del nostro programma, in fase di stesura, ma l’occasione servirà per tracciare il viatico futuro., in un momento dove, ci pare, tutti stiano rincorrendo posizioni strategiche (!) per chissà quali traguardi. Siamo lontano anni luce da queste azioni. Infine, l’area cosiddetta di crisi, riconosciuta dal “governo” per rilanciare l’economia molisana,
se non riparte da quelle aree che hanno subito la crisi vera e vale a dire: Termoli con lo zuccherificio, Boiano con la Gam, Pettoranello con il tessile e Macchia d’Isernia con l’industria dell’auto, si rivelerà un buco nell’acqua. Rimettere in piedi le migliaia di posti di lavoro legati alle aziende citate deve rappresentare l’obiettivo primario, reale per rilanciare il Molise. La nostra azione per Isernia racchiude anche questo obiettivo.
“Una nuova scuola a Le Piane” Il commissario Saladino è intervenuto sul progetto d’interessamento Inail ISERNIA. In merito alla possibilità di realizzare una scuola in località Le Piane, secondo un progetto di elevata utilità sociale valutabile nell’ambito dei piani triennali di investimento dell’INAIL, il commissario straordinario Vittorio Saladino informa che il Comune di Isernia ha partecipato ad un avviso per manifestazione di interesse e che l’istruttoria da parte dell’Istituto è ancora in una fase interlocutoria. Infatti l’INAIL, con propria nota dello scorso 22 febbraio indirizzata al Comune, ha semplicemente dichiarato “valutabile” il progetto, riservandosi l’avvio d’un successivo iter per la definitiva “ammissibilità”. Con la stessa nota, l’Istituto ha anche comunicato che l’istruttoria seguirà un ordine di priorità secondo tre tipologie di classificazione (A, B, C) e che l’iniziativa proposta dalla Città di Isernia è riconducibile alla categoria di investimento “C” (terza priorità; acquisizione immobile da riqualificare). Saladino precisa, altresì, che alla succitata comunicazione dell’INAIL del 22 febbraio ne dovrà seguire un’altra che sancirà il formale inizio dell’istruttoria, e che conterrà la data in cui il Comune dovrà possedere i requisiti previsti nell’avviso per la manifestazione di interesse, in modo da consentire all’Istituto la verifica della compatibilità tecnica, economica e finanziaria dell’investimento. Da ultimo, il commissario ricorda che la Regione Mo-
lise ha di recente stanziato un finanziamento di 3.200.000 euro per il completamento del polo scolastico
di San Leucio (Progetto Scuola Sicura), i cui lavori sono in corso e che ospiterà oltre cinquecento alunni.
“Inceneritore, è mancato il confronto con la Regione” Il circolo del Pd di Monteroduni, denuncia il silenzio istituzionale sulla decisione presa MONTERODUNI. Il Circolo PD di Monteroduni valuta positivamente l’iniziativa intrapresa dal Consiglio comunale di Monteroduni e di altri comuni limitrofi, successivi al nostro comunicato del 17 febbraio, sulla spinosa questione dell’inceneritore HERA. Iniziativa messa in campo con l’impulso decisivo della minoranza consiliare, sempre attenta ai temi ambientali, che cogliamo l’occasione per ringraziare. Purtuttavia questo non può che considerarsi il primo passo, e sulla questione alcune considerazioni di merito e di metodo continuano a imporsi. L’informazione politico-istituzionale sulla vicenda è stata stroncata da una cortina di ferro e da un preoccupante silenzio, con posizioni contraddittorie e insostenibili sul piano
scientifico assunte dal Partito Democratico e dai suoi rappresentanti istituzionali, e senza il minimo coinvolgimento dei circoli territoriali. Riteniamo, ancora una volta, che le discussioni democratiche con gli iscritti e gli elettori del partito devono essere il cardine di ogni determinazione politica e di governo, e che in loro assenza sarà nostro dovere promuovere e intensificare la lotta politica e il confronto istituzionale, per salvaguardare la salute dei cittadini, e per evitare di lasciare campo aperto a iniziative populiste che hanno l’unico obiettivo di cavalcare la protesta. Chiediamo a tutti gli eletti e nominati nei vari organismi territoriali e tematici del partito democratico, a tutti i circoli terri-
toriali interessati, nonché a tutti i rappresentanti dei cittadini eletti nelle istituzioni, partendo dalla Regione, passando per il Parlamento, per arrivare al Parlamento Europeo di assumere una posizione pubblica su un tema molto sentito e intimamente connesso a scelte profonde di governo del territorio e a politiche di tutela della salute che dovrebbero essere il primo interesse di ogni rappresentante dei cittadini. È del tutto evidente che nella situazione di assoluta urgenza nella quale ci troviamo, determinata dallo stato di avanzata definizione dell’accordo con la regione Abruzzo, se i nostri rappresentanti politici non avvertissero il dovere morale di assumere una posizione netta e chiara senza tentennamenti
sull’accordo con l’Abruzzo, ciò verrebbe ovviamente interpretato come una condivisione tecnica e politica dell’accordo stesso. La nostra provincia e il nostro territorio non meritano di doversi caricare l’ulteriore onere, in termini di contaminazione e inquinamento dell’aria e del suolo, dovuto all’aumento della quota di rifiuti da smaltire nella valle del Volturno. Al fine di scongiurare questa eventualità chiediamo vengano fatti i seguenti successivi passi: che l’accordo con l’Abruzzo sia sospeso e che la Regione provveda a riformulare la propria posizione sull’elaborando Decreto Presidente Consiglio dei Ministri (DPCM), ritirando l’emendamento proposto che consentirebbe accordi fra regioni per
l’incenerimento dei rifiuti; che i comuni della Valle del Volturno si associno tutti per chiedere come atto di minima compensazione ambientale l’installazione di centrali di monitoraggio continuo a carico di Hera Ambiente certificate dall’ARPA, in grado di rilevare il PM2.5 e il PM10 e i metalli pesanti; che l’installazione di tali centrali sia prevista nel piano di monitoraggio dell’aria PRIAMO ora in Valutazione Ambientale Strategica (VAS); che il Partito Democratico promuova un incontro tra i nostri massimi rappresentanti politici e Hera Ambiente da tenersi nel più breve tempo possibile a Monteroduni per discutere con i cittadini di tutti gli aspetti critici della questione.
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Termoli
24 marzo 2016
“biomasse, nessun danno all’ambiente” Sull’impianto di Montenero di Bisaccia interviene l’assessore regionale, Facciolla MONTENERO DI BISACCIA. Per la Regione Molise non ci sono anomalie nei controlli ambientali effettuati nelle scorse settimane nella centrale a biomasse legnose della potenza di 1 megawatt di proprietà della società agricola “Il Quadrifoglio snc” nel comune di Montenero di Bisaccia. È quanto affermato dall’assessore regionale all’Ambiente, Vittorino Facciolla, in risposta all’interrogazione presentata dal consigliere e capogruppo del Molise di Tutti, Cristiano Di Pietro. Per Facciolla «ad oggi non si sono verificati eventi riconduci-
bili al non rispetto di quanto previsto nell’autorizzazione concessa e nella normativa in materia. La centrale è sottoposta a un monitoraggio continuo e il materiale che viene utilizzato come combustibile è costituito da una miscela omogenea composta da pioppo, pino e potature di olivi». Rassicurazioni sono state fornite anche in merito ai livelli di polveri totali emesse, i cui parametri, nel 2015 sono rientrati nei limiti stabiliti dalla legge, stando a quanto riferito in aula stamane, 22 marzo. «La società effettua autocontrolli periodici con affiancamento del personale del-
l’Arpa Molise, e solo in data 17 settembre 2015 è emerso un superamento dei limiti, dovuto a un campionamento risultato falsato da un malfunzionamento del sistema che ha causato un aumento della temperatura del circuito di raffreddamento che, a sua volta, ha prodotto il fermo della turbina e di conseguenza il flusso delle emissioni. Pertanto visto che non sono state rispettate le condizioni di isocinetismo, la stessa azienda ha evidenziato che il campionamento è risultato falsato». Facciolla è intervenuto anche per chiarire su quanto prescritto nella sentenza del Tar Molise che imponeva alla Regione di procedere
nuovamente alla valutazione di incidenza ambientale, in data 6 novembre 2015. «La Regione Molise ha chiesto alla società notizie sullo stato di avanzamento dei lavori per l’adeguamento dell’impianto e dopo la trasmissione da parte della società della notifica della conclusione dei lavori, ha richiesto all’Arpa Molise attraverso il Servizio Programmazione Politiche Energetiche e al Servizio Biodiversità un controllo sulla realizzazione degli interventi di mitigazione. Aspettiamo l’esito». Per Cristiano Di Pietro «fondamentale escludere rischi per la salute pubblica accertando la na-
tura delle emissioni prodotte dall’impianto evitando al contempo di generare inutili allarmismi. Il nostro obiettivo - ha aggiunto il capogruppo del Molise di Tutti era proprio quello di fare chiarezza sia dal punto di vista autorizzativo che ambientale. Una ricerca della verità dovuta ai cittadini, agli amministratori locali e alla stessa ditta interessata. Oggi - ha concluso Di Pietro -, sappiamo che non vi sono pericoli per la salute, che il livello di polveri emesse rispetta le normative vigenti e che le procedure, in relazione a quanto disposto dalla sentenza del Tar, sono state rispettate».
Costa dei delfini: lo schema di convenzione L‘amministrazione di Montenero “pronti per avviare la promozione del territorio” MONTENERO DI BISACCIA. Il sindaco Nicola Travaglini e l’assessore al Turismo Massimo Di Stefano informano che nel corso del Consiglio comunale tenutosi venerdì 18 marzo, è stata approvato lo schema di convenzione tra i comuni di Termoli, Petacciato, Montenero di Bisaccia e Campomarino per l’armonizzazione e l’integrazione dell’offerta turistica e l’identificazione di un logo comune denominato “Costa dei Delfini”, finalizzato alla promozione e alla valorizzazione dei servizi turistici locali. “Con l’approvazione di questo schema di convenzione in
Consiglio comunale - dichiara l’assessore Massimo Di Stefano - e la successiva firma congiunta che i sindaci dei quattro comuni costieri molisani apporranno a breve, potremo procedere finalmente alla programmazione dell’offerta turistica che ci vedrà impegnati nel valorizzare e promuovere con strumenti nuovi il nostro territorio. Da parte nostra metteremo tutto l’impegno possibile per conseguire obiettivi importanti, sia in termini di marketing territoriale, che in termini di crescita delle presenze turistiche nella nostra splendida Costa dei Delfini”. “L’idea della Costa dei Delfini - afferma il sindaco Ni-
cola Travaglini - rappresenta per noi un punto di partenza che ci porterà sicuramente a sperimentare e a mettere in pratica strategie nuove in tema di promozione del territorio. Siamo infatti convinti che un’azione congiunta, portata avanti con gli altri comuni costieri, possa produrre risultati importanti anche per gli operatori turistici della nostra zona, i quali avranno una vetrina ulteriore attraverso la quale poter veicolare le proprie offerte; stiamo studiando formule innovative per arrivare a raggiungere un notevole bacino di utenza, al fine di garantire la massima visibilità sia in Italia che all’estero”.
Quarantana di Santa Croce di Magliano in Abruzzo La Quaresima volge ormai al termine e quelli della settimana santa saranno gli ultimi giorni in cui sarà ancora possibile osservare le Quarantane esposte presso le abitazioni in diversi punti del paese. Ma il rito tanto amato dalla comunità santacrocese quest’anno ha ricevuto un’attenzione particolare poiché è statoal centro di un importante evento svoltosi fuori regione. Il 12 marzo scorso, infatti, a Torrevecchia Teatina (Chieti), nel meraviglioso scenario del settecentesco Palazzo Valignani, si è tenuto il convegno “La festa delle bambole volanti. Un rito antico che rinasce” organizzato da Francesco Giovanni Maria Stoppa e
Angela Cicora. Gli onori di casa sono stati fatti dalla Compagnia Tradizioni Teatine e dal Prof. Stoppa che hanno accolto le delegazioni provenienti da sei regioni del centro sud Italia. L’evento è stato l’occasione di confronto e approfondimento scientifico sulla tradizione delle “bambole quaresima” diffusa in forme diverse in tutta l’Italia meridionale. La delegazione della Campania proveniente da Nola ha relazionato sulla “Quaravesima”, rito rionale, riportando delle interessanti interviste. Per la Puglia la delegazione di Molfetta ha evidenziato i rapporti esistenti tra i riti della settimana santa e la “Quarantana”. Poi è stata la volta
della Basilicata, con Montescaglioso e la “Quaremma e le sue figlie”, le sette bambole della quaresima. Infine è stato esposto il lavoro di ricerca su un ampio territorio della Calabria alla riscoperta delle Curajisime. Presente anche il Dott. Antonello de Berardiniis, direttore dell’archivio di Stato di Chieti, con una relazione circa il reperimento delle fonti per la storia delle tradizioni. Nella tavola rotonda si sono discusse le problematiche relative alla gestione e alla ripresa delle tradizioni. Dopo aver brevemente illustrato il primo incontro nazionale sul tema delle bambole quaresima tenutosi lo scorso anno a Santa Croce di Magliano nell’ambito del progetto “Tra nuvole e balconi”,la Prof.ssa Angela Cicoraha relazionato sulla diffusione della tradizione nel resto del Molise, sulla sua origine, sul suo significato e su come la tradizione sia tramandatanel tempo, sia mutata e, in alcuni casi, scomparsa. La “Quarantana”, infatti, pur trovando la sua più forte espressione a Santa Croce di Magliano (quest’anno sono state confezionate ed esposte dagli abitanti del luogo più di 40 pupattole) è una tradizione ancora rispettata in diversi comuni molisani, sia in provincia
di Campobasso che in provincia di Isernia, dove è designata con nomi leggermente diversi. A Torrevecchia Teatina, inoltre, sempre il 12 marzo, è tornata ad essere esposta per un giorno la mostra “Tra nuvole e balconi” risultato del laboratorio realizzato proprio a Santa Croce di Magliano da Angela Cicora e Gio-
vanni Mucci nel 2014 e nel 2015. I rappresentanti delle delegazioni regionali e tutti i presenti al convegno hanno quindi potuto ammirare i pannelli illustrativi delle ricerche e degli studi svolti sulla Quarantana di Santa Croce e il prodotto del laboratorio fatto in alcune classi dell’Omnicomprensivo “Capriglione”.
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Termoli
24 marzo 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Un’amministrazione a zig e zag” Dura posizione espressa da Antonio Di Brino in merito alla posizione del Comune sui servizi cimiteriali TERMOLI. Per dirla con buonumore, l’ex sindaco Basso Antonio Di Brino accomuna l’attuale amministrazione comunale a chi soffre della sindrome della lanterna, cioè a un ubriaco che non si sposta e si discosta da quell’unica luce, pur avendo perso le chiavi di casa altrove. Una battuta che ha chiuso la conferenza stampa battente bandiera Ncd nella stanzetta (chiamarla saletta è fuori luogo) dedicata alle opposizioni. Angusto lo spazio come il dibattito concesso dalla maggioranza di centrosinistra spuria in Consiglio alle minoranze, vulnus democratico ribadito a chiare lettere anche dal coordinatore cittadino del Nuovo Centro Destra Christian Zaami, che insieme a Rocco Fiorilli sono gli angeli custodi dell’ex primo cittadino.
Una conferenza, quella odierna, che parte dalla proroga dei servizi cimiteriali per estendere la critica a tutto l’operato della giunta e della struttura riguardo i servizi pubblici in concessione
oppure esternalizzati. Un elenco piuttosto significativo a dire dell’ex bi-capogruppo, chi ricorda i fasti di inizio millennio in Forza Italia, che dovrebbe essere monitorato oltre che dal pre-
fetto, anche dalla Corte dei Conti e dall’Anac, la spietata autorità nazionale anticorruzione guidata dal magistrato Cantone. Si parte dai servizi cimiteriali, dunque, in mano alla ditta caser-
tana ‘I Cipressi’, per poi spaziare con la Crea per la rete idrica integrata; la TeAm, per la gestione dell’igiene urbana; Cir Food per la mensa scolastica (e qui ci sarebbe un project financing in embrione); Dr Multiservice per il verde urbano; Gtm srl per il trasporto pubblico, ci limitiamo a quelli più importanti. Tutti servizi affidati illo tempore e ora prorogati anche oltre il consentito a dire della minoranza ‘nuovocentrodestrorsa’. A questo i tre scudieri alfaniani in loco hanno aggiunti le varianti in corso d’opera dei progetti di Lavori pubblici che avrebbero imbruttito gli originali e ritardato le consegne, dall’auditorium al mercato di via Montecarlo, dal Corso nazionale al lungomare Nord per finire con sedi per le associazioni e orti urbani abortiti sul nascere.
“Nuove assunzioni grazie a noi” I sindacati dello stabilimento Fiat di Termoli esprimono soddisfazione per i risultati raggiunti TERMOLI. Dall’annuncio dell’amministratore delegato Sergio Marchionne al comitato esecutivo dei sindacati rappresentati alla Fiat di Termoli. Parliamo di Fim, Uilm, Fismic e Aqcf, che lunedì scorso hanno incontrato la direzione aziendale. “Per quanto riguarda il motore 8V continua la richiesta dovuta all’andamento positivo delle vendite, quindi viene confermata I’attuale struttura organizzativa con tre turni lavorativi sia in lavorazione che al montaggio. Per l’area motore 16 valvole è previsto altresì un aumento produttivo grazie anche agli ultimi modelli lanciati sul mercato. Dove vengono allestiti i nostri propulsori. Per far fronte a questo aumento si rende necessario organizzare il terzo turno produttivo a partire dalla metà di aprile. A fronte di tutto ciò l’azienda ha comunicato che ci saranno nuovi inserimenti di lavoratori cosi suddivisi: a partire da questa settimana verranno assunti 17 lavoratori (15 conduttori e 2 generici); entro il mese di aprile verranno assunti altri 9 conduttori e 14 manutentori, per un totale di 40 nuove assunzioni con contratto di somministrazione (i classici interinali). A questi andranno aggiunti altri 60 lavoratori provenienti in prestito da altri stabilimenti. Anche l’Unità Cambi gode di buona salute, con la produzione del C520 stabile su due turni lavorativi e il C546 che dopo l’aumento produttivo delle setti-
mane scorse e i tre turni nell’area lavorazione vive un momento di stabilizzazione dei volumi. Un’altra buona notizia è che l’azienda ha valutato positivamente i primi 30 lavoratori per il passaggio alla categoria professionale superiore. Infine si rende necessario lavorare sul primo turno sabato 26 marzo nell’area Motori 8V e 16V e C546. Mentre nelle Ute dove si applica il riposo a scorrimento per la manutenzione il sabato secondo turno a considerato riposo settimanale e si rientra lunedì 28 marzo alle ore 22. Da giugno 2015 a marzo 2016 siamo arrivati a circa 200 assunzioni (compresi i primi 55 trasferiti da Melfi) che testimoniano il buono stato di salute dello stabilimento di Termoli (inoltre siamo in attesa del definitivo avvio produttivo dei nuovi motori). Vogliamo ricordare, ancora una volta, che tutto questo è stato possibile anche e soprattutto agli accordi siglati da sindacati che si sono sobbarcati tutte le responsabilità del caso,
che hanno pensato a salvaguardare l’occupazione in questi anni di crisi profonda e gettato le basi per farci trovare pronti ad una ripresa produttiva, che purtroppo e tardata ad arrivare ma che adesso seppur timidamente, sta cominciando a dare i suoi frutti. Rispediamo al mittente tutti i tentativi di quei sindacalisti “scettici” , per usare un eufemismo, che ancora oggi buttano fango mediatico su questo stabilimento e usano le assemblee per risolvere beghe interne alla loro organizzazione sfruttando la buona fede dei lavoratori”.
Zuccherificio, ore di attesa Rinviata l’assemblea del personale mentre si guarda al nuovo bando di vendita TERMOLI. C’è attesa allo Zuccherificio del Molise dove ieri mattina l’assemblea permanente convocata da Rsu e sindacati che si sarebbe dovuta tenere nei cancelli dell’azienda è stata slittata a data da destinarsi. A far rimandare l’appuntamento è l’annuncio della convocazione di un incontro, atteso per martedì prossimo, da parte dell’amministratore unico del Nuovo Zuccherificio del Molise, Fabio Marone, per discutere assieme ai sindacati della situazione che si sta vivendo
in azienda e, soprattutto, della campagna saccarifera di prossimo avvio che è l’ultima con il regime delle quote zucchero remunerate. Sindacati e rappresentanti dei lavoratori, infatti, da sempre chiedono di poter contare qualcosa nelle decisioni riguardanti la campagna e la manutenzione dei macchinari che è anche propedeutica all’avvio della produzione. Nel frattempo, a crescere è anche l’attesa per il dodicesimo bando di vendita con prezzo a base d’asta di 6milioni 500mila euro.
Un prezzo decurtato di ulteriori 500mila euro che si spera possa
invogliare qualche gruppo imprenditoriale a presentare la pro-
pria offerta in modo da rilevare lo Zuccherificio.
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Opinioni
24 marzo 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
di Tiberio Occhionero
GIOVANNI GENTILE, un Grande Italiano a settantuno anni dal barbaro assassinio (Dioràma Storico “proibito” della Guerra Civile in Italia: 1943-1945) Chi fosse Giovanni Gentile, nato a Castelvetrano (Catania) nel 1875, lo si sapeva ben prima che i sicari troncassero la sua terrena esistenza. I suoi meriti culturali, filosofici, politici, morali ne fanno una delle maggiori personalità italiane del XX secolo. Poderosa e soittile mente di Filosofo, rinnovatore della scuola e del pensiero, “facitore di cultura” indefesso ed incessante, portò i segni del suo Genio in vastissimi campi dell’umana attività. L’elenco delle cariche da lui ricoperte basterebbe per illustrare la vita. Ma di là dell’uomo pubblico stava il privato, modesto, amante della famiglia e dell’insegnamento, protettore dei perseguitati politici e razziali, Maestro instancabile di vita prima che di cultura. La sua vita politica pubblica si era andata spegnendo dopo il 1930; ma ritornò in prima linea nel giugno 1943, con un discorso agli Italiani pronunciato al Campidoglio mentre la disfatta della nostra Patria era imminente. Aderì alla REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA, accollandosi l’onere di Presidente dell’Accademia d’Italia: come egli stesso scrisse in una lettera alla figlia, non accettare la carica “sarebbe stata suprema vigliaccheria e demolizione di tutta la mia vita”. Il suo testamento morale sta in poche righe della stessa lettera: “Aspettare, tappato in casa, che maturino gli eventi è il solo modo che ci sia di comprometterli gravemente. Bisogna marciare come vuole la coscienza. Questo ho predicato tutta la vita. Non posso smentirmi ora che sto per finire. Dio ci aiuterà”. Gentile pensò a gettare un ponte fra gli Italiani lacerati dalla Guerra Civile, pre-
giustizia del popolo ha emesso la sentenza: MORTE!”. L’appello non rimase inascoltato: un gruppo di partigiani fiorentini si incaricò della soppressione del filosofo. Il 15 aprile 1944 Giovanni Gentile venne freddato, a colpi di rivoltella, sulla sua automobile, mentre si accingeva a rispondere agli sconosciuti che si avvicinavano. L’impressione suscitata dal crimine fu enorme, al punto che dapprima si cercò di addossarlo all’ala estremista del Fascismo repubblicano fiorentino, e che lo stesso Partito d’Azione deprecò il delitto. Ma il Partito Comunista rivendicò la paternità politica e morale del vile assassinio di Giovanni Gentile. Non vi furono rappresaglie, per espresso desiderio dei familiari del filosofo e per volontà diretta di Benito Mussolini (1883-1945). Gentile venne poi sepolto degnamente in Santa Croce a Firenze, ove tuttora riposa. Gli assassini dell’illustre Figlio della nobilissima Sicilia non furono mai puniti: la loro viene considerata (ancora oggi) una azione di guerra, similmente a tutti gli altri maramaldeschi ed efferati attentati partigiani. Quando la polizia della Repubblica Sociale Italiana credette di aver trovato uno dei colpevoli, e lo stava interrogando, costui (un certo Bruno Fanciullacci di anni 25) preferì suicidarsi gettandosi nel vuoto dalla finestra. Alla sua memoria, of course, venne concessa una medaglia al valor ....... “resistenziale”!
Giovanni Gentile, un filosofo e l’idea vedendo la necessità di una gliamo morire; perché senza di Di alta cultura essa non sapremmo che farci dei pacificazione nazionale che oggi, quattordici lustri dopo, venne freddato rottami del miserabile naufraancora non si è verificata! da un gruppo gio!”. Ma gli appelli alla fratelScrisse ed operò di consedi partigiani lanza lanciati da Gentile non guenza, con l’ostilità degli piacevano ....... ai Comunisti, il 15 aprile avidi del sangue della Guerra Ciambienti fascisti estremisti e del 1944 vile per scatenare nuovi lutti e ovviamente dei comunisti. Pochi giorni prima della nuove rappresaglie. La sentenza morte, il grande filosofo parve venne, a chiare lettere dal periopresagire la propria fine, quando dichiarò, dico del Partito Comunista Italiano “LA commentando il secondo centenario della NOSTRA LOTTA” del marzo 1943, con scomparsa di Giovanni Battista Vico: un articolo anonimo ma attribuito al fa“Oh, per questa Italia noi ormai vecchi moso latinista Concetto Marchesi (1878siamo vissuti: di essa abbiamo sempre 1957), che si chiudeva con queste parlato ai giovani, accertandoli che essa ammonitrici e cainesche parole: “Per i c’è stata sempre nelle menti e nei cuori e manutengoli del tedesco invasore e dei c’è, immortale. Per essa, se occorre, vo- suoi scherani fascisti, senatore Gentile, la
Prodotti lattiero caseari, la scommessa del Molise Latte, latticini e formaggi sono storicamente prodotti per i quali il Molise ha sempre avuto una vocazione particolare, grazie alla sua orografia, circa 2.450 dei 4.438 km² del Molise sono occupati da montagne, al suo clima che agevola le colture cerealicole e foraggere, al suo ecosistema che favorisce il pascolo. La produzione mondiale di latte, come riporta Coldiretti Molise, nei primi sette mesi del 2014 continua ad aumentare, sfiorando il +5% su base annua, nello stesso periodo le consegne dei 28 paesi UE sono cresciute del 5,4%. Ma anche l’export di formaggi e latticini italiani è aumentato del 7,7% in volume e +9,8% in valore nel primo semestre 2014; in calo l’import di latte, sia in cisterna (-3,0%) sia confezionato (-13,3%). La maggiore disponibilità di materia prima è stata impiegata esclusivamente nella fabbricazione di prodotti stoccabili e fortemente richiesti dal mercato internazionale. L’Italia e lo stesso Molise risultano fortemente importatori di latte e derivati. A livello nazionale, riporta Coldiretti Molise, nei primi sei mesi del 2014, l’Italia ha esportato latte e derivati per 1.236 mln di euro, 316 mln di euro verso i paesi terzi e 920 mln di euro verso l’UE dei 27 stati, mentre ha importato 1.967 mln di euro di latte e derivati, 36 mln di euro dai paesi terzi e 1.931 mln di euro dall’UE dei 27 stati, con un saldo negativo per il nostro Paese di -730 mln di euro.
Pensando alla difficoltà di collegamento e di trasporti delle aree del Molise particolarmente vocate alla produzione zootecnica e lattiero-casearia, ed ai costi di trasporto che incidono particolarmente, rispetto ad altre regioni, sul prezzo dei latticini prodotti in Molise con latte straniero, risulta difficile per il consumatore finale capire perché alcune industrie casearie molisane, invece di investire sul proprio futuro creando filiera e sinergie con gli allevatori locali, continuano con autolesionismo a guardare all’estero per approvvigionarsi. Sicuramente sulle scelte di approvvigionamento, denuncia Coldiretti Molise, un peso non irrilevante hanno la
presenza sul mercato dei “semilavorati”. Infatti il consumatore deve tener presente che anche latticini come la mozzarella o il fiordilatte possono aver iniziato la lavorazione molte settimane prima ed aver percorso moltissimi chilometri dopo la prima lavorazione. Per far risorgere certi impasti, infatti, basta trasferire la cagliata congelata o refrigerata in acqua calda, aggiungere sale e, se necessario, un pizzico di acido citrico, filare l’impasto ed infine raffreddare e confezionare. Il sistema è molto rapido, il latte fresco potrebbe anche non servire, ed i costi di produzione si abbassano notevolmente, ma anche la qualità del latticino decade. Un palato sensibile avverte che non ha il sapore tipico di fresco, il colore può tendere maggiormente al giallo, da non confondere con il giallognolo delle mozzarelle da latte fresco di mucca al pascolo in montagna, la struttura è meno succosa e, se si usa cagliata conservata da molto tempo, la mozzarella ha più il sapore del formaggio che non di latte fresco. Sull’etichetta sarebbe corretto magari indicare il termine “cagliata” tra gli ingredienti, ma, poiché la legge non obbliga a farlo, raramente questa parola compare in etichetta. Al consumatore, conclude Coldiretti Molise, per il momento ed in attesa di una legge che finalmente obblighi, anche per formaggi e latticini, all’indicazione in etichetta della provenienza del latte utilizzato, non resta che affinare conoscenze e palato, magari consultando il sapore vero presso i piccoli caseifici delle aziende agricole, dove si sente il muggito delle vacche nella stalla poco distante, o presso gli stand di Campagna Amica.