TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 12 - Venerdi’ 16 gennaio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Giancarlo Bregantini
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Giancarlo Bregantini. Ben due volte al vescovo di Campobasso abbiamo assegnato altrettanti Tapiri a seguito dei suoi interventi dopo i fatti di sangue che hanno sconvolto Parigi. L'avere accostato il mitra alla penna o alla matita non ci era piaciuto affatto. Monsignore ci ha fatto pervenire in redazione un suo scritto, che pubblichiamo a pagina 3 e, in ossequio al principio del confronto, oggi gli assegniamo l'Oscar per avere voluto proseguire un dibattito che presenta diverse sfaccettature.
Il Tapiro del giorno a Salvatore Colagiovanni
Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Colagiovanni. Possibile che l'ineffabile assessore comunale al commercio di Campobasso ancora non abbia ritenuto di intervenire sull'anacronistico divieto di qualsiasi alcolico all'interno del bar dello Stadio? Eppure, la legge dello stato italiano parla di vendita di alcolici non superiori ai 21 gradi. Perchè, allora, a Campobasso al bar dello stadio è fatto divieto assoluto di vendita di alcolici? Sarà, forse, qualche legge islamica ad essere stata applicata senza saperlo? L'assessore è chiamato a svelare l'arcano.
L’assessore senza treno e sul binario morto Servizio a pagina 2
Caro compagno Frattura, noi glielo diciamo per il suo bene. Alle ore 15.00 di ieri, giovedì 15/1/2015, correva a circa 100Kmh sorpassando sulle strisce continue in centro abitato a Venafro. Qualcuno Vi potrebbe togliere la patente e poi i molisani dovrebbero pagare un’altro autista. Capiamo i suoi impegni ma PRUDENZA!!!! Frattura da formula uno sul circuito di Venafro
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico CAMPOBASSO. Ci sono molti che dicono che l'assessore regionale ai Trasporti, Pierpaolo Nagni, sia diventato un grande appassionato di modellismo ferroviario e che stia realizzando un bellissimo plastico realistico con tanto di binari morti (come le ferrovie molisane) per poterci "parcheggiare" tranquillamente i treni. Non sappiamo se la notizia risponda a verità ma la verità è che il sistema ferroviario molisano è, per davvero, sul binario morto. L'occasione per una svolta, anch'essa andata perduta, era rappresentata dalla necessità, per Rete ferroviaria italiana, della concessione per il raddoppio della Termoli-Lesina. Perchè, in cambio, non è stato chiesto un investimento infrastrutturale sulla Termoli-Venafro? Il Molise, ci pare, è l'unica regione italiana a non
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L’assessore Nagni e il trenino Lima Nessuna programmazione e assenza dell’efficientamento dei collegamenti ferroviari avere un collegamento diretto e veloce tra l'Adriatico e il Tirreno. Un modo, anche, per uscire dall'isolamento che quel raddoppio comporterà. Così come sul binario morto è finito il Piano per i Trasporti per l'avvio di una nuova fase di un nuovo percorso per investire nella rete ferroviaria. Riaprire una stagione d'investimenti sulle infrastrutture ferroviarie anche utilizzando gli strumenti della programmazione comunitaria, significa investire su un sistema produttivo molisano, scommettere sul futuro produttivo del Molise. Al pari, quello di
collegarci meglio con Roma, puntando sull'efficientamento e su un materiale rotabile migliore per ridurre i tempi di percorrenza con gli obiettivi di una integrazione intermodale e tariffaria verso un gestore unico. Punto qualificante, però, di un cambio di passo doveva essere quello di una visione strategica del nuovo sistema ferroviario molisano. Non è pensabile pensare all'elettrificazione del tratto di rete ferroviaria spostandovi i soldi che, forse, sono rimasti sul capitolo dell'Autostrada. E da Roma nessuno ci mette
niente? Ecco, perchè andavano puntati i piedi sul rilascio dell'autorizzazione del raddoppio ferroviario sulla costa. Così come andavano accantonati i soldi della cosiddetta Metropolitana leggera per la correzione di qualche tratto della linea per recuperare, davvero, del tempo prezioso. Basti pensare al tratto tra Vinchiaturo e Bosco Redole. Nulla di tutto questo. Dobbiamo, allora, credere per davvero che l'assessore si sia dato al modellismo ferroviario per la costruzione di un plastico con i binari morti?
Approvata la risoluzione che impegna il Governo ad intervenire sulla situazione di crisi del Molise
Lo spiraglio di luce aperto sul distretto produttivo Bojano-Venafro non giustifica facili ottimismi nè medaglie di merito al petto dei parlamentari Fintanto non si arriverà ad un Accordo di programma definito nelle opere e nei finanziamenti, è consigliabile stare saldamente coi piedi per terra Uno spiraglio di luce per il futuro prossimo venturo del distretto produttivo che annovera i consorzi industriali di Campobasso - Boiano e di Isernia - Venafro. Lo ha aperto al Molise il viceministro allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti. Appena uno spiraglio, perché siamo alla fase delle promesse e non delle decisioni, che sono tutt’altra cosa. De VIncenti ha promesso ai parlamentari Venittelli e Leva che avrebbe attivato gli strumenti per mettere in campo risorse finanziarie ed interventi per la reindustrializzazione di quell’area non appena riconosciuta area di crisi. Meglio di niente. Ora però c’è da mettersi sotto con la dimostrazione pratica di come e perché quell’area, se opportunamente sostenuta sul piano degli investimenti, potrebbe tornare ad essere un volano importante per l’economia molisana e non solo. Mettersi sotto tutti: imprenditori, istituzioni, sindacati con dati alla mano, e progetti, coi quali rendersi credibili agli occhi di chi dovrà valutarne la legittimità e la fattibilità . Finora dal Molise solo rivendicazioni, proteste, lamenti. In sostanza si tratta di voltare pagina e di dare
costrutto al documento “Il Molise riparte dal Lavoro” redatto e sottoscritto dai rappresentanti regionali, sindacali, e datoriali la scorsa estate che, a loro volta, hanno sintetizzato gli incontri, i dibattiti, le discussioni che si sono sommati intorno al tema dello sviluppo, fino ad approdare alla decima commissione perma-
nente della Camera. Missione dunque parzialmente andata a buon fine se, come diciamo, e come ha tenuto a ribadire con molta linearità e senso di responsabilità Tecla Boccardo della Uil, l’attenzione sul Molise da parte degli organismi governatici comincia a dare segnali di un certo conforto per le esauste speranze dei
lavoratori soprattutto. Anche la sindacalista della Uil è dell’avviso che bisogna passare rapidamente e fattivamente dalla fase della rivendicazione fine a se stessa dei mali molisani alla loro progressiva risoluzione, “senza distrarre risorse attraverso iniziative estemporanee e prive di un quadro complessivo ben
Il leader della Lega sbarca a Termoli TERMOLI. Il leader della Lega Nord Matteo Salvini sarà a Termoli a febbraio. Ad annunciarlo il referente regionale Luigi Mazzuto. Ripartire da quei centomila voti raggranellati nelle urne alle europee di giugno con le insegne della Lega Nord anche nelle circoscrizioni meridionali per portare il movimento che ora si abbina al nome del leader Matteo Salvini a tutto campo, recuperando quella centralità nel centrodestra ma anche in tutto il proscenio politico re-
gionale che oggi né Forza Italia e né Nuovo Centro Destra riescono a garantire. Il processo di radicamento sul territorio partito con l’adesione dell’allora presidente uscente della Provincia di Isernia Luigi Mazzuto (da ottobre senza più incombenza di Palazzo Berta) prosegue dalla terra pentra alla costa e ieri sera in un locale del centro di Termoli Mazzuto ha incontrato lo zoccolo duro del leghismo adriatico, coordinato da Nicola Tedesco. L’obiettivo è quello di far giungere ai
molisani il messaggio della politica leghista, non più schiacciata a vantaggio del Nord ma che vorrebbe curare i mali del Paese. Proprio guardando al verbo salviniano sono stati stampati i volantini che dovranno far entrare nel circuito dei social network partitico quanti più cittadini possibili, con l’invito a partecipare al censimento online di Matteo in 4 mosse, sul dominio www.matteosalvini.com/supporter.
strutturato “. Crediamo varranno parecchio l’orientamento e gli indirizzi programmatici che saranno posti alla base dell’uso delle risorse europee 2014-2020. Finora tutto si sta sviluppando sottotraccia, in forma conventicola, in cui pare stiano prevalendo più gli interressi settoriali e categoriali che la visione globale delle strategie oggettivamente utili al rilancio dell’economia regionale. Per superare il rischio della “parrocchia”, cioè che ognuno dei soggetti del cosiddetto partenariato tiri l’acqua al proprio mulino, sarebbe il caso che la Regione Molise rendesse pubblici gli step (i passi) che da quando è stato avviato il confronto con il partenariato, sono stati realizzati. Bisogna essere con la Boccardo quando dice che il momento resta difficilissimo, per fare in modo che nessuno s’illuda delle parole ottimistiche fatte trapelare da Roma. Insomma, fintanto non si arriverà ad un Accordo di programma definito nelle opere e nei finanziamenti, è consigliabile stare saldamente coi piedi per terra. Dardo
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senza alcun finanziamento pubblico
Penne e mitra non sono la stessa cosa Una discussione si è aperta sui fatti di Parigi alla luce di una riflessione che era stata fatta da Mons. Bregantini Oggi ne pubblichiamo un nuovo intervento anche se riteniamo che cultura e identità non possono essere messe da parte CAMPOBASSO. Nei giorni scorsi, a seguito dei fatti di Parigi, abbiamo ritenuto di assegnare due Tapiri al Vescovo di Campobasso, monsignor Giancarlo Bregantini, per quel suo passaggio “...va fatta anche una riflessione su come utilizziamo non solo il mitra ma anche la penna e la matita”. Abbiamo ritenuto di non essere d’accordo sull’accostamento tra mitra e penna, anche se la satira a volte esagera e travalica il senso stesso della verità alla quale pure non è legata, e lo stesso Vescovo ha ritenuto fornire una sua riflessione per La Gazzetta del Molise che pubblichiamo integralmente. Ribadiamo, che dal luttuoso 11 settembre il terrorismo di marca islamica ha fatto grandi passi. Per quanto l’argomento sia negativo, bisogna riconoscere che questi terroristi hanno messo a fuoco cosa veramente possa abbattere un popolo: la distruzione della loro cultura. Una cultura che sa di penne che scricchiolano e matite odorose di legno. Una civiltà avanza nella Storia con saggezza, circospezione. E scrive; prende appunti con i suoi pezzetti di legno con l’anima di grafite. E con quella stessa grafite fa schizzi e disegna. Hanno voluto spezzarle quelle matite, hanno voluto spezzare la libertà d’espressione che simbolizzano. Si sarebbero sbarazzati anche di Dante Alighieri, visto e considerato che il grande fiorentino a Maometto lo poneva nel canto XXVIII, quello dedicato ai seminatori di discordia. Dante lo immagina nella nona bolgia, squarciato dal mento al-
“Gam, perplessi sul piano industriale” La Flai e la Cgil ribadiscono alla Regione una maggiore trasparenza
l’ano, “infin dove si trulla” (ovvero dove si scorreggia). Alì con la faccia spaccata dal mento alla fronte. Questo perchè, secondo Dante, i seminatori di discordia nell’aldilà erano condannati a subire il contrappasso adeguato, soffrendo nel loro corpo le stesse mutilazioni di cui sono stati artefici in vita. Certo, molta acqua è passata sotto i ponti ma riteniamo che proprio le radici cristiane dell’Europa vanno rispettate al pari della nostra cultura e della nostra identità. Altrimenti, si genera il paradosso per cui tutti possono venire in Europa portandosi dietro la loro cultura e noi che siamo nati in Europa il diritto
alla nostra cultura non lo abbiamo e dobbiamo annullare la nostra cultura, perché se noi affermiamo la nostra cultura sembra un’offesa per gli altri. Se chi viene fra di noi, non è in grado di amare o, almeno, di rispettare la nostra cultura, onestamente, il problema è il suo. Nessuno può chiederci di rinunciare ad avere una cultura, perché viene sentito come un ostacolo per altri. E, allora, non uno spazio vuoto di valori, perché chi viene e trova uno spazio vuoto ha due reazioni: la prima, il disprezzo per una cultura senza valori e, la seconda, il tentativo di riempire lui questo spazio vuoto.
CAMPOBASSO. “Nell’ambito dell’assemblea dei lavoratori tenutasi alla GAM, la FLAI e la CGIL Molise hanno ribadito le perplessità del piano industriale GAM rispetto al piano commerciale e alla tenuta dei livelli occupazionali”. A dichiararlo sono i rappresentanti della Flai Cgil Molise e della Segreteria Cgil Molise. “Sappiamo che vi è l’interesse di un soggetto privato interessato all’affitto temporaneo di un asset (incubatoio) in una prima fase che dovrebbe arrivare fino alla preparazione del bando PSR. Ribadiamo che la prima e la seconda fase di attuazione del piano non debbano essere scollegate, perché la tenuta dei livelli occupazionali – cosa che per noi è di fondamentale importanza – si misura sul medio/lungo periodo. Ribadiamo che su questi punti la Regione Molise debba assumersi le proprie responsabilità e tenere aperto il confronto, qualunque sia il soggetto privato interessato alla filiera avicola molisana”. I dubbi derivano, anche, dalle ultime vicissitudini che hanno coinvolto l’assetto societario con la vendita del marchio Arena e la nebulosa che avvolge le reali prospettive di ripresa produttiva dello stabilimento di Bojano.
L’intervento di Mons. Giancarlo Bregantini Tutti noi abbiamo trepidato, vedendo e seguendo con immediatezza le vicende di Parigi, in questi giorni dal sapore natalizio già svanito. Sento nel mio cuore due sentimenti, immediati: da una parte una grande preoccupazione, ma dall’altra un’intensa riflessione. Si intrecciano, e diventano “lacrime e domande”. Lacrime di sangue che macchiano la terra. Domande che si alzano fino al cielo. Entrambe, generano non paura ma una verifica chiara del nostro modo di gestire in Occidente il grande tema della libertà. E’ il tema culturale e antropologico più decisivo, oggi, anche davanti alle travolgenti sfide che ci pone l’Oriente. Pregare e riflettere sono allora le grandi risorse, per capire “che siamo argilla nella mani tue mani, o Dio e tu colui che ci da forma; tutti noi siamo lavoro delle tue mani!”, come dice Isaia (64,7). Ho ancora nel cuore, vivissima, una decisiva domanda del mio professore di religione, in terza liceo, proprio mentre i carri armati sovietici, nell’autunno del mitico ’68, stavano schiacciando la promettente primavera di Praga. Quel docente acuto, cui devo molto, era don Antonio Mazzi, da tutti ben conosciuto. Ebbene, sulla lavagna aveva scritto due parole centrali per il cuore di ogni ragazzo e di ogni epoca: verità e libertà. Ci chiese appunto se la libertà fosse mezzo o fine. Ed è una domanda che pongo anch’io, oggi, a tutti voi, davanti ai tragici ma eloquenti fatti di Parigi: La libertà è mezzo o fine? Che ne pensate: Cosa mettiamo al di sopra, su quella ideale lavagna? Ricordo ancora il vivacissimo dibattito che ne scaturì. Come sarebbe tra di noi, se potessimo incontrarci. Anzi, con i mezzi di oggi, mi piacerebbe interagire con voi, pur se distanti. La tecnologia ce lo consente. E volentieri po-
Lacrime e domande
tremmo riflettere insieme su questa domanda centrale per la nostra vita e per la nostra civiltà occidentale, così drammaticamente contestata da altre culture emergenti. La risposta che maturammo, adagio adagio, è stata chiara: la libertà è mezzo ed il fine è la verità. Certo, non vanno mai separate le due virtù. I due valori sono inscindibili. Non si può educare, non si può costruire nulla di grande e di vero senza entrambi i valori. Mai dunque contrapporli né separarli. Ma non vanno posti sullo stesso piano. Preziosissima è la libertà, ma non è tutto. A sua volta, è relativa perché va finalizzata alla verità, cioè alla costruzione di una società giusta e rispettosa, capace di creare un cuore di fraternità. Nelle famiglie, nella aziende, nella politica, nel mondo intero. La libertà senza verità è un sentiero cieco, che porta alla morte! Ben analizzava il grande rischio dell’occidente, un vescovo ausiliare di Bagdad, nella
marcia della pace di una decina d’anni fa a Termoli, quando prendeva in considerazione l’invasione disastrosa dell’Iraq da parte degli americani. Ci diceva, con la lacrime agli occhi, che l’occidente era come una grande diga, che conteneva l’acqua preziosa della libertà, necessaria per gli aranceti che aspettavano una irrigazione goccia a goccia, per poter rifiorire dopo anni di dittatura. L’occidente ha conquistato con fatica quest’acqua preziosa della libertà, l’ha maturata con progressività. Ora l’invaso è colmo. Ma ecco l’errore compiuto. Invece di donare l’acqua un po’ alla volta, l’occidente ha aperto tutto d’un colpo le paratie della diga e l’acqua si è riversata con violenza sulle piante sottostanti, devastando tutto! Eloquentissimo! La libertà è preziosa. E’ come il vento in poppa che fa correre la nave sulle onde. Ma non basta il vento, occorre anche il timone, altrimenti la nave girerebbe su se stessa, vanamente. Ecco fuor di metafora, la rifles-
sione su questi giorni, che umilmente vi presento, pronto a condividerla con voi tutti: il vento è la libertà, il timone è la verità. Indispensabili entrambi. Ma con l’unica finalità unica del cammino rapido della nave. Questo è il rischio della satira. Forse ha graffiato con eccessiva libertà, senza preoccuparsi della verità. Cioè di costruire un mondo di stima reciproca, di bene comune, di crescita nella fraternità. Facile è correggere, spontaneo è rimproverare. Lo vediamo anche con i figli nostri, specie oggi. Ma il difficile è costruire, tutti insieme, con valori condivisi, che ci uniscano e non ci separino. E come un rimprovero lo si accetta se si sente che nel tono della voce c’è la amabilità e la stima e non il giudizio cattivo, così è della satira sui giornali. Perciò prego perché l’occidente possa donare la libertà di cui è ricco con quella saggezza che non distrugga ma faccia crescere le pianticelle che attendono, in altri luoghi del mondo, un sorso d’acqua vera e pura. C’è un limite in tutte le cose. Siamo argilla, fragile e feconda. Per questo, mentre condanniamo con forza questa orribile violenza omicida, che non ha alcuna motivazione, come ha espresso papa Francesco, traggo da lui una sua frase nella esortazione Evengelii gaudium (253): “Di fronte ad episodi di fondamentalismo violento che ci preoccupano, l’affetto verso gli autentici credenti dell’Islam deve portarci ad evitare odiose generalizzazioni, perché il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza!” Cioè puntare sull’Islam moderato, che già sta condannando questi infami atti di violenza. Ma poi, riflettere tutti insieme, come civiltà occidentale, su come usare bene il preziosissimo valore della libertà, per la verità!
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Disaster Recovery ha salvato la Regione e la Molise Dati Nessuno poteva immaginare che gli impianti tecnologici della Molise Dati potessero subire danni tali da interrompere i servizi che la società informatica regionale fornisce. Eppure è accaduto e, siccome i danni sono stati limitati e tempestivamente riparati, non ci sono stati problemi nella gestione dei dati e dei servizi regionali. Dobbiamo ritenere che la Molise Dati e la Regione Molise dispongano dei meccanismi e seguano le linee guida del Disaster Recovery, ossia, del sistema che le Pubbliche amministrazioni sono tenute ad avere per mettere al riparo i dati tecnici e amministrativi della propria attività. Un sistema rilevantissimo dal punto di vista funzionale, che nel caso del guasto alla Molise Dati verosimilmente ha fatto in modo che i dati incorporati nel server fossero salvati e, soprattutto, fosse assicurata la continuità operativa. Che altro non è che l’insieme di attività rivolte a minimizzare gli effetti distruttivi, o comunque dannosi, determinati da un evento che possa aver colpito un’organizzazione o parte di essa.
CAMPOBASSO. Ha 41 anni, sposato con due figli ed era un interinale allo stabilimento Fiat di Termoli. Per lui il periodo natalizio è trascorso nella vana, disattesa e disillusa speranza che potesse incassare la mobilità in deroga, indennizzo con cui portare avanti la famiglia, ma così non è stato. “Perché l’Inps ha erogato a persone che hanno fatto domanda il mio stesso giorno la somma già prima di Natale e io debbo aspettare due mesi?”. Un cittadino ed ex precario in Fiat, dunque, residente a Termoli, che alle difficoltà e al disagio di un lavoro perso somma anche l’insopportabile burocrazia. “L’assessore regionale al Lavoro Pe-
Col Disaster Recovery la continuità delle attività viene, infatti, assicurata. La sfera di interesse va oltre il solo ambito informatico, interessando l’intera funzionalità di un’organizzazione, ed è pertanto assimilabile all’espressione “busi-
ness continuity”. La continuità operativa può quindi essere intesa come “l’insieme di attività volte a ripristinare lo stato del sistema informatico o parte di esso, compresi gli aspetti fisici e organizzativi e le persone necessarie per il suo funzionamento,
con l’obiettivo di riportarlo alle condizioni antecedenti a un evento disastroso”. L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) in qualità di ente preposto a garantire la continuità operativa delle pubbliche amministrazioni, fa di tutto per tenerle in al-
lerta. Recentemente, infatti, ha emanato precise disposizioni (come previsto dall’articolo 50-bis del Codice dell’Amministrazione Digitale CAD) frutto di un lavoro congiunto fra l’AgID, le pubbliche amministrazioni e le rappresentanze dei fornitori dei materiali informatici. Sicché, gli interventi di razionalizzazione in questo modo rispettano le evoluzioni delle funzioni dell’Agenzia e del quadro normativo vigente, la normativa in tema di sicurezza informatica, la normativa in tema di tutela della privacy e i provvedimenti del Garante per la protezione di dati personali. Un caso di cronaca, un accidente agli impianti della Molise Dati, a ben vedere alle spalle annovera disposizioni e responsabilità che, applicate correttamente, sono in grado di non fermare le attività e di non perdere soprattutto i dati di tutti gli apparati pubblici. Fortunatamente, il Disaster Recovery non salvaguarda gli uomini della Pubblica amministrazione né i politici. Pere loro nessuna garanzia di continuità.
“Petraroia, senza soldi come mangiamo?” Così scrive una delle 352 unità che non ha ricevuto ancora la mobilità in deroga traroia ha detto in una conferenza stampa che i soldi sarebbero stati trovati sotto l’albero di natale. Si è vero ma non per tutti,
solo per 180 persone. Tutti i giorni sollecito l’Inps ma senza nessun esito. Che facciamo figli e figliastri? Credetemi, non è una bella situa-
zione. Io cosa faccio mangiare ai miei figli? Chiacchiere, chiacchiere e chiacchiere? Il mio vuole essere non solo uno sfogo ma un incitamento verso chi di competenza af-
finché si cerchi di poter risolver al più presto possibile questa situazione che non riguarda solo me, ma altre 352 persone”.
Malattie rare e trapianti, ci vogliono i soldi I consiglieri regionali Fusco e Sabusco hanno presentato una mozione
CAMPOBASSO. “E’ opportuno, anzi necessario, che il Presidente Frattura consideri di prevedere nel prossimo Bilancio di previsione una somma adeguata a garantire per le annualità 2014 e 2015 il
rimborso delle spese sostenute dai pazienti affetti da malattie rare e sottoposti a trapianto di organi”. A parlare i consiglieri Angiolina Fusco Perrella e Giuseppe Sabusco. “Con l’impegno di spesa di € 200.000,00 posto nell’assestamento di bilancio per il 2014, approvato lo scorso 29 dicembre dal Consiglio regionale – continua la nota a firma dei due consiglieri – potranno essere coperte solamente metà delle domande pervenute nell’anno corrente. Già in IV^ commissione avevamo ESPRESSO la nostra contrarietà alla proposta di legge di modifica della Legge Regionale n. 17/2007, con la quale si è intervenuti sul parametro di ri-
ferimento dell’ISEE per il rimborso delle p r e s t a z i o n i . Parere negativo espresso anche nella discussione in aula consiliare, dove altresì abbiamo chiesto al Presidente di garantire la copertura finanziaria necessaria a rimborsare tutte le pratiche attivate presso l’Asrem, perché la Regione deve garantire il diritto alla salute dei suoi cittadini. Una richiesta che abbiamo ripresentato anche nel dibattito concernente l’assestamento di bilancio e che ora rinnoviamo con maggior forza. I dati che ci troviamo di fronte sono significativi: per il 2014 sono state istruite 695 pratiche relative a 443 soggetti per un importo da porre in
liquidazione pari a € 340.156,80; inoltre ci sono altre 187 pratiche pari a 163 soggetti che ancora non sono state istruite e quindi per le quali non si può quantificare l’ulteriore costo. L’Asrem ha già utilizzato i 400.000 euro concessi dalla Regione Molise con D.G.R. n. 229 del 30 maggio 2014 per liquidare i rimborsi relativi al II semestre 2013 e per porre in liquidazione 12 pratiche relative all’anno 2014. Per questo – concludono la Fusco Perrella e Sabusco – è fondamentale intervenire per non lasciare sole queste persone e le loro famiglie, costrette ad affrontare spese ingenti soprattutto in questo periodo di forte crisi economica”.
TAaglio lto
5 16 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Gli incontri, le assemblee, i convegni, le tavole rotonde e i seminari sono il prologo e mai il punto d’arrivo di un programma, di una strategia, di una politica da applicare e da praticare
Il Molise pietrificato Ci mancano il vivere le nostre bellezze e il gusto di scoprire o riscoprire i musei, i monumenti, i siti archeologici per una riflessione sulle origini della nostra storia onde volgerla al progresso economico e culturale Ciò che fa rabbia e mortifica i benpensanti (sempre in numero decrescente, purtroppo), è la constatazione che nonostante si facciano e si organizzino a ripetizione incontri, assemblee, convegni, tavole rotonde e seminari sulle peculiarità ambientali, paesaggistiche, storiche, architettoniche, archeologiche e turistiche, il Molise non fa un passo avanti e, a ben vedere, nemmeno un passo indietro. Sembra pietrificato. La rappresentazione che se ne può fare vale oggi, come sarebbe stata valevole ieri, e come potrebbe essere valevole domani. Andiamo al sodo e domandiamoci: da quando tempo abbiamo coscienza e scienza della realtà storico-culturale legata alla presenza sul territorio di borghi, castelli, chiese rurali, abbazie, paesini medievali, parchi naturali che in ogni altro angolo d’Italia formano la trama del ricco tessuto culturale locale e da noi, invece, si disperdono nel nulla? Da quando ne parliamo in termini di valorizzazione? Da quando, questa realtà, costituisce la trama del tessuto culturale locale? Da decenni a dir poco, e da decenni si dicono e si proiettano le stesse idee e le stesse prospettive. Però nessun dato statistico, nessuna analisi
economica dicono che sia in atto un’evoluzione o che ci sia stata. Ripetiamo: il Molise, nella sua dotazione storico/culturale è pietrificato. Eppure sono proprie la storia e la cultura, se riassunte in un serio programma di sviluppo, le dotazioni per fare del Molise un motivo di studio e un territorio da valorizzare. Purtroppo, gli incontri, le assemblee, i convegni, le tavole rotonde e i semi-
nari sono il prologo e mai il punto d’arrivo di un programma, di una strategia, di una politica da applicare e da praticare. Non a caso, inoltre, i protagonisti dei dibattiti e delle iniziative divulgative del patrimonio storico-culturale sono sempre soggetti estranei alla nostra realtà. Gente che, venendone a contatto, ha colto, spesso con stupore, la bellezza, l’unicità, la peculiarità. Altri -
si badi - non noi molisani. Perché a noi manca la cultura del vivere queste particolarità e il gusto di scoprire o riscoprire i musei, i monumenti, i siti archeologici per una riflessione sulle origini della nostra storia. Né, salvando l’opera e la figura della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggisti, si può dire particolarmente incisiva l’azione della Soprintendenza per i beni archeologici,
Dardo
Addio a Giuseppe Mogavero di Gaspero Di Lisa* Per la seconda volta dall’inizio dell’anno una luttuosa notizia colpisce questa Associazione: la morte di Peppino Mogavero (Chieti 30 agosto 1937 – Campobasso 13 gennaio 2014): componente del Collegio dei Revisori, attivo e assiduo dirigente per gli adempimenti del sodalizio. La sua morte ci ha sorpresi perché sapevamo del male, che lo aveva colpito, ma lo avevamo visto determinato nel combatterlo. Dinanzi alla morte
L’INTERVENTO di sergio genovese Per deformazione professionale, sono sempre molto curioso di individuare nelle persone quel versante che mette in evidenza i lati talentuosi che posseggono. C’è chi ha una memoria straordinaria ( ci sono amici che ricordano tutti i numeri di telefono all’istante, c’è chi ha un orecchio musicale eccezionale, chi una penna sopraffina e via dicendo.) Insomma persone non proprio da premio Nobel ma comunque individuabili per certe inclinazioni che se valorizzate dalla tenera età avrebbero potuto consentire mag-
della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed etnografico, e della Soprintendenza archivistica e degli Archivi di Stato di Campobasso e Isernia nel creare e nel realizzare una forma costante di valorizzazione di ciò che distingue il nostro territorio perché sia considerato un patrimonio importante e interessante. Volendo riassumere, facciamo solo fumo, e anche quando ci sono stati programmi ad hoc per valorizzare qualche elemento distintivo del Molise non s’è venuto a capo di niente. Come col programma informatico “Sbn Unix client server” che avrebbe reso fruibili i servizi bibliotecari, soprattutto quelli della Biblioteca provinciale “Albino” e delle biblioteche che avrebbero intenso adottarlo (Biblioteca dell’Archivio di Stato di Campobasso; Bibliomediateca del Comune di Campobasso; Biblioteche comunali di Guglionesi, Portocannone e Petacciato). La biblioteca Albino è stata destrutturata e delle altre non se ne sente parlare. E’ il silenzio il più inquietante dei comuni denominatori della nostra sostanziale scarsezza culturale.
resta il ricordo del suo impegno di uomo di partito (prima Liberale poi Repubblicano), di studioso dell’economia molisana e di Consigliere regionale con incarichi nell’esecutivo e nelle Commissioni deputate allo sviluppo economico. Anche il Dr. Giusepe Mogavero Mogavero è da annoverare tra i Consiglieri regionali costituenti, in quanto investito del mandato di rappresentanza dalla I legislatura (1970). La sua presenza è stata confermata e riconfermata per altre quattro legislature e quindi ha servito la Re-
gione fino al 1995. Venticinque anni di intensa vita politica nelle istituzioni e per il Molise. Il suo contributo di particolare rilevanza si è distinto nell’azione mediatrice di posizioni di partito spesso contrapposte, mediate nella superiore visione del pubblico interesse. Molte leggi regionali e provvedimenti attuativi conseguenti portano la sua firma. Finanze, patrimonio, artigianato, commercio e industria sono i settori che maggiormente hanno beneficiato della sua attività di legislatore regionale ricco
Quando si nasce con la camicia giori successi sociali. ( per fare solo un esempio). Persone che in un contesto provinciale quale è quello nostro magari avrebbero meritato una visibilità maggiore e un proscenio più giustificato visto e considerato che a volte i nostri punti di informazione ristagnano per mancanza di materia prima. Mi piace ricordare il nostro corregionale Michele Santelia capace di imprese titaniche per quel talento che gli consente di leggere e scrivere al contrario come se ognuno di noi do-
vesse impegnarsi a fare il nodo ai lacci delle scarpe. Ogni giorno dovrebbe finire sui giornali o in televisione per far capire alla gente come mai quei geni ricevuti dalla mamma e dal padre si sono combinati così bene per regalargli neuroni così speciali. Eppure sono sporadiche le sue apparizioni e ancora meno le citazioni. Comunque, come tanti altri che non cito, non è nato con la camicia. I Molisani, giusta una sponsorizzazione senza limiti, al momento conoscono di più Corrado Di Niro,
anche della esperienza per la competente attività esercitata nella filiale in Campobasso di un importante istituto di credito nazionale. Ancora nel pieno della sua vitalità è stato piegato dal citato pernicioso male, lasciando i familiari nel profondo dolore. Alla signora Bianca, alle figlie Anna e Maria Consuelo, ai parenti e familiari, gli associati ex consiglieri regionali porgono le condoglianze più vive ripensando all’esempio che il Dr. Mogavero ha lasciato a tutti noi, per incoraggiarci a continuare sulla via dello sviluppo dell’economia molisana, sviluppo nel quale egli credeva fermamente per le peculiarità del nostro territorio. *Presidente dell’Associazione ex Consiglieri Regionali del Molise
Tecla Boccardo, Giuseppe Giarrusso, Arturo Messere che sono i primi nomi che mi vengono in mente per la considerazione e lo spazio che ottengono dai mass media regionali. Certamente ( lo dico senza ironia) avranno il loro talento, oltre che un ruolo di riferimento da mettere in campo. Mi viene da dire però, che a parità di neuroni speciali sono nati con la camicia. La gente comune conosce più loro che gli altri, anzi solo loro e non gli altri. Ma tant’è, così va la vita. C’è chi ottiene tutto e più di tutto e chi non ottiene nulla o quasi. Appunto c’è chi nasce con la camicia ( di che stoffa?) e chi a petto nudo..
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Campobasso
16 gennaio 2015
L’università del Molise sempre più integrata e valorizzata nel sistema scientifico nazionale
Gli igienisti dell’università del Molise protagonisti nei Gruppi nazionali di lavoro della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica Sono stati definiti di recente i Board ristretti dei Gruppi nazionali di lavoro della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica (S.It.I.) per il biennio 2014-16. Gli igienisti dell’università del Molise si sono rivelati protagonisti, come riportato nel numero 44 di Igienisti on line: (www.igienistionline.it). Infatti, dei 16 Gruppi individuati, tre vedono la partecipazione di docenti della nostra università. Giancarlo Ripabelli, Ordinario di Igiene presso il Dipartimento di Medicina e di Scienze della Salute intitolato da poco a Vincenzo Tiberio, è
stato nominato componente del Gruppo Italiano di Studio di Igiene Ospedaliera (Gisio), che vede tra le sue attività principali la formazione e la ricerca in tema di sorveglianza e controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ica); tali attività si esplicano anche tramite la collaborazione con lo “European Centre for Disease Prevention and Control ” di Stoccolma e la predisposizione di progetti ad hoc con il Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie. Ripabelli è stato, inoltre, incluso nel Board del Gruppo di lavoro “Genomica in Sanità Pubblica”, che fornisce sup-
porto alla governance delle politiche sanitarie in tema di “Public Health Genomics” e mira ad applicare le conoscenze derivanti da studi di epidemiologia genetica nel contesto della medicina predittiva. Inoltre Michela Lucia Sammarco, ricercatrice di Igiene sempre presso il Dipartimento medico Unimol, è stata inclusa nel Board ristretto del Gruppo di lavoro “Alimenti”, che annovera tra le proprie attività istituzionali la valutazione di problematiche scientifiche e organizzative dei Servizi di Igiene degli alimenti e della nutrizione, che fanno capo ai Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali,
come anche la predisposizione di proposte da integrare nel nuovo piano della prevenzione e nei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea). Infine, di particolare interesse saranno le attività tecnico-scientifiche relative all’Expo Milano 2015. Questi riconoscimenti rafforzano e consolidano non solo la qualità degli studi e delle attività di ricerche dell’area medica dell’università del Molise, ma rappresentano anche l’insieme di un traguardo ed un punto di partenza, oltreché un’occasione importante ed una tangibile opportunità di collaborazione, condivisone e visione d’insieme.
L’intervento La strada, il sindaco e la Storia di Raffaele Giannone Egregio direttore, in tempi di dilagante sfiducia nella politica e ancor più grave distacco dei cittadini dalla gestione e trasparenza della cosa pubblica ovvero, per liceale nostalgia, della “Res Publica”, può giovare un sommesso, ma dovuto richiamo non solo alla Storia del territorio, ma anche agli elementi di cittadinanza così estranei al recente articolo del 14/01/2015 con cui il sig. Paolo Manuele, attuale sindaco di Civitacampomarano, è apparso su alcune testate giornalistiche locali relativamente all’ennesimo RI-finanziamento delle opere di completamento della cd. Strada di Bonifica montana “Colle d’ambra” nei Comuni di Lupara e Civitacampomarano. Ad opportuna conoscenza di chi, da amministratore, è chiamato a servire la cittadinanza piuttosto che a “restituirle dignità” in quanto, per diritto naturale, bene estraneo e mai delegabile a nessun consimile, e men che mai ad un transeunte rappresentante politico, una fatale combinazione propone un anniversario che la dice lunga sulla colposa ignoranza della Storia molisana e sull’emblematica validità dei corsi e ricorsi di vichiana memoria. Mancano infatti poche settimane nientemeno che al centocinquantesimo anniversario del 21maggio 1865, allorquando numerosi cittadini di Civitacampomarano, oltre che dei paesi
limitrofi, si riunirono in pubblico consesso presieduto dall’illustre on. Marcello Pepe, al fine di manifestare contro l’imminente spostamento del tracciato ferroviario molisano dalla fondovalle del Biferno al crinale CampobassoLarino, il che avrebbe decretato, fra invidie e rivalità provinciali, per dirla col prof. Raffaele Colapietra, un enorme sperpero di denaro pubblico oltre che l’isolamento e la marginalità irreversibili di buona parte del Molise interno a causa di una linea ferroviaria rivelatasi effettivamente inutile. Tutto questo solo per contribuire ad un’informazione più completa e meno paludata nei pur comprensibili “salamelecchi istituzionali” e nelle trite oltre che tristi elucubrazioni socioeconomiche, che il sig. Manuele perpetra con ineffabile ostinazione. Il dovuto plauso all’attuale compagine regionale e in particolare all’assessore Nagni che hanno confermato l’attenzione verso un collegamento viario così importante per l’intera area interna in sinistra Biferno a cui appartiene il piccolo e nobile abitato di Civitacampomarano, non può far sottacere al lettore attento e interessato un po’ di storia patria. Correva il lontano 1991 quando la Comunità Montana di Casacalenda con circa 1 mld di lire avviava il primo lotto della cd. “Strada di b.m.
Colle d’ambra”, poi rifinanziata nel 1998 per 1,5 mld di lire per il completamento e la pavimentazione. L’opera però ebbe breve vita visto che a poche settimane dal collaudo dei lavori, lo sfortunato tracciato venne subito chiuso al traffico per improvvisi, diffusi e gravi cedimenti franosi. A tracciato abbandonato e in totale rovina, nel 2007-2009 la Regione Molise programmò nuovi fondi APQ, uno di 500.000€ e uno di circa 1,5 mln di euro, entrambi gestiti dalla Provincia di Campobasso, volti a mitigare una situazione geomorfologica particolarmente delicata. Durante il 2008 si beneficiò persino della sistemazione viaria per il passaggio dei pali del parco eolico EDISON di Lucito per circa 1 mln di euro. Dal 2009 ebbe invece inizio la perigliosa navigazione del finanziamento di 2 mln di euro di cui si tratta oggi (APQ Regione Molise), che restò inutilizzato da ben due Amministrazioni Provinciali fino all’inevitabile e sottaciuto disimpegno del 2013 con buona pace del sig. Manuele, già sindaco in carica! Nel 2014 il tracciato è stato interessato da alcuni lavori disorganici affidati direttamente dal Comune di Civitacampomarano nell’ambito dei fondi per la difesa idrogeologica di cui questo territorio continua ad usufruire grazie alla classificazione “R4 ad alto rischio idrogeologico” otte-
nuta da precedenti Amministrazioni comunali. A questo punto e con circa 5 milioni di euro già profusi su un tracciato di 7 km, è chiedersi se finalmente il piccolo Comune di Civitacampomarano potrà, con l’ennesima e ulteriore riprogrammazione dei 2 mln di euro riesumati dalla precedente programmazione regionale, centrare l’obiettivo faticosamente perseguito da Amministrazioni sovraordinate come la Com. Montana e la Provincia di Campobasso. Da buon civitese oltre che da tecnico del settore, sono convinto che la patria dei Cuoco, dei D’Ascanio, dei De Marinis e dei Di Paolo vorrà dare il meglio di sé, ponendo in essere procedure tecnico-amnministrative impeccabili, giuridicamente cristalline, tecnicamente efficaci, finalmente depurate da quelle meschinità e invidie che tanto danno sociale hanno arrecato in tempi più o meno remoti. Non so se la Storia potrà controllare e suggellare l’avverarsi di tale auspicio, ma di una cosa son certo: la dignità dei cittadini civitesi e molisani, resterà indenne e orgogliosamente estranea alle miserie umane e politiche del momento e agli eventuali giochi di potere sempre in agguato in questo nostro piccolo, dimenticato e amato Molise. Civitacampomarano, 15.01.2015
La Biennale dell’Incisione L’ottava edizione del maestro Fratianni sarà inaugurata sabato 17 gennaio 2015 CAMPOBASSO. L’ottava edizione della Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea ‘Città di Campobasso’, dedicata alla memoria di Giorgio Trentin e omaggio a Leonardo Castellani, sarà inaugurata sabato 17 gennaio 2015 alle ore 17, presso la Sala consiliare di Palazzo San Giorgio. La kermesse artistica, promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, sarà aperta da un momento di confronto, introdotto e moderato dal direttore artistico Domenico Fratianni. Si tratta di uno dei più alti momenti culturali del capoluogo
molisano e dell’intera regione. Prenderanno parte all’inaugurazione, nelle vesti istituzionali, il sindaco di Campobasso, Antonio Battista; l’assessore alla cultura Emma de Capoa; il Presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura; il numero uno della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis; e Nico Ioffredi, consigliere regionale, delegato alla cultura, considerando che la mostra avrà sede presso il palazzo dell’ex Gil. Al confronto interverranno il professor Floriano De Santi, Consigliere di Stato e presidente della Commissione Scientifica della Biennale; Maria Antonella Fusco, direttrice
dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma; e il professor Francesco D’Episcopo dell’Università Federico II di Napoli. L’apertura della mostra è in programma alle ore 18 presso il Palazzo della Cultura dell’ex Gil. In esposizione circa 100 opere di artisti italiani, i cui lavori sono stati selezionati dalla Commissione Scientifica della Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea ‘Città di Campobasso’ e inseriti anche nel Catalogo curato dal direttore artistico Domenico Fratianni. Quest’ultimo è ancora protagonista dopo la mostra all’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (marzo – maggio
2014), la personale di Campobasso all’ex Gil (giugno – agosto 2014) e la mostra a Piazzetta Palombo in occasione di ‘Vivi la tua Città nel Centro Storico’ dello scorso 15 novembre. L’appuntamento, dunque, è per il pomeriggio di sabato 17 gennaio 2015, quando la città di Campobasso sarà al centro di un importante momento artistico-culturale. La Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea ‘Città di Campobasso’ resterà aperta fino al 14 febbraio 2015 e sarà possibile visitarla dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. “Il mio invito è rivolto a tutta la cit-
tadinanza – ha affermato Domenico Fratianni, direttore artistico della Biennale – sia all’inaugurazione, che si svolgerà a Palazzo San Giorgio, sia all’inaugurazione della mostra all’ex Gil. È un momento importante per il capoluogo molisano, che parlando di arte e cultura non ha nulla da invidiare alle altre città del Belpaese. All’ottava edizione della Biennale ci saranno importanti firme del panorama incisorio italiano. Non resta che aspettare sabato e sveleremo tutta la bellezza di questa manifestazione, che resiste da ben sedici anni. Un appuntamento fisso per Campobasso e per il Molise”.
Campobasso
7 16 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Tributi, un ufficio da rifare Al Comune la struttura non ha trovato mai le debite considerazioni Campobasso - Si parla sempre meno di federalismo fiscale mentre sarebbe opportuno tenerne conto e muoversi in mondo tale da utilizzarne gli aspetti pratici. Un comune alle soglie del dissesto, qual è il comune di Campobasso, dovrebbe pertanto essere il primo ad avvertire la necessità di tenere sotto controllo tutti i meccanismi che presiedono al reperimento delle risorse. Ma se il dissesto è alle porte, vuol dire che il controllo delle entrate e i meccani-
smi che dovrebbero garantirle nella misura massima possibile non funzionano. E’ un dato di fatto: il servizio tributi di Palazzo san Giorgio è dimensionato in mondo insufficiente e nessuno muove un dito per cambiare lo stato delle cose. Soprattutto ora, con l’introduzione dell’Imu e con il servizio di riscossione dei tributi (acqua e rifiuti solidi urbani) passato direttamente a carico della struttura comunale dopo la traumatica e ancora aperta questione
con il vecchio concessionario , si dovrebbero adottare gli accorgimenti organizzativi e funzionali che possano rendere il servizio l’asse portante dell’economia municipale. Se non si capiscono cose elementari come queste, c’è poco da sperare che gli amministratori in carica e la dirigenza che li accompagna, siano in grado e in condizione di operare in maniera incisiva per evitare il tracollo finanziario. Della rappresentazione politica e amministrativa e
gestionale in essere a Palazzo san Giorgio, manca un regista che sia tale, ovvero dotato della professionalità e dell’autorevolezza necessarie per coordinare lo staff dirigenziale e per elaborare proposte operative. Qualcuno lo ha detto al primo cittadino, il quale la preoccupazione di essere il sindaco di un Comune sull’orlo del dissesto finanziario la vive con molta tensione. Qualcuno glielo ha detto: di muoversi e di muoversi in fretta in dire-
zione di una nuova e meglio ragionata organizzazione dei servizi. Qualch’altro gli ha fatto notare che a Palazzo san Giorgio c’è gente che passa le ore a muoversi da un capo all’altro del corridoio, mentre potrebbe essere chiamata a dare prestazioni adeguate al livello di appartenenza (diplomati e laureati). Ci vuole una profonda, coraggiosa, e inappellabile riorganizzazione dei servizi e dei carichi di lavoro.
Nessun alcolico al bar dello Stadio Un assurdo provvedimento che va anche contro la legge nazionale quindi margini di dubbio ove: da un lato dispone il divieto assoluto di vendita di bevande con gradazione alcolica superiore al 21% all’interno degli impianti sportivi; dall’altro consente, di regola, la vendita all’interno di tali impianti, delle bevande aventi un contenuto alcolico inferiore al 21% salvo poi a consentire al Sindaco di vietarne la somministrazione in via del tutto temporanea ed eccezionale. A Campobasso, invece, un generico divieto esteso in via ordinaria e senza alcun limite temporale con grave restrizione della libertà di iniziativa economica costituzionalmente garantita. Significa, che il bar non potrà vendere nemmeno i cioccolatini ripieni di liquore. Ma non è, dunque, illegittimo il provvedimento con il quale è stato disposto il divieto di vendita di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione all’interno dello stadio comunale durante le partite di calcio?
CAMPOBASSO. Al bar dello stadio di Campobasso non è consentito vendere alcolici fino a 21 gradi seppure la legge lo consenta. E’ mai possibile che possa accadere tutto questo? L’art. 5 comma II della Legge 287/91 espressamente recita che: “La somministrazione di bevande aventi un contenuto alcoolico superiore al 21 per cento del volume non è consentita negli esercizi operanti nell’ambito di impianti sportivi, fiere, complessi di attrazione dello spettacolo viaggiante installati con carattere temporaneo nel corso di sagre o fiere, e simili luoghi di convegno, nonché nel corso di manifestazioni sportive o musicali all’aperto. Il sindaco, con propria ordinanza, sentita la commissione competente ai sensi dell’articolo 6, può temporaneamente ed eccezionalmente estendere tale divieto alle bevande con contenuto alcoolico inferiore al 21 per cento del volume”. La formulazione della norma non lascia
Il Comune di Frosolone informa via sms Il nuovo servizio gratuito è rivolto ai cittadini per tutti i servizi di pubblica utilità
FROSOLONE. Il Comune di Frosolone, nell’ottica di un costante ampliamento dell’offerta di servizi di pubblica utilità, istituisce il servizio gratuito di informazione gratuito via SMS. Il nuovo canale informativo, più diretto e istantaneo è stato pensato per offrire un servizio nuovo e veloce di informazione ai cittadini, con l’obiettivo di rafforzare la comunicazione verso la cittadinanza, me-
diante l’invio di messaggi SMS sul cellulare. Il servizio “SMS DAL COMUNE DI FROSOLONE” permette a tutti i cittadini registrati di ricevere Sms sul proprio cellulare, allo scopo di essere aggiornati in tempo reale sulle comunicazioni di natura istituzionale e di pubblica utilità, come ad esempio l’interruzione del servizio idrico, comunicazioni inerenti la scuola, la viabilità e le iniziative amministrative di particolare rilievo, oltre ad ogni altra comunicazione avente carattere di urgenza. Il Servizio è completamente gratuito per il cittadino. Per ottimizzare l’offerta del servizio, si consiglia di registrare un solo numero di telefono per ogni nucleo familiare. Per iscriversi al servizio basta compilare l’apposito modulo presso gli uffici del Comune di Frosolone oppure complilando il modulo di adesione on-line.
“Al mio Molise nel nome di Francesco” L’opera letteraria di Francesco D’Episcopo verrà presentata e commentata a Guardialfiera il 18 gennaio Domenica 18 gennaio, alle ore 16,30, a Guardialfiera, verrà presentato il libro di Francesco D’Episcopo “Al mio Molise nel nome di Francesco – a cinquant’anni dall’autonomia”, dedicato a sua madre Aurora “che quando parlava pregava e quando sorrideva sognava”. La cerimonia di presentazione, con la guida di Antonio Mucciaccio nella leggia-
dra Sala Conedera, prevede confidenziali letterarie, storiche e critica da parte di Antonio Chieffo e Antonio Crecchia; letture di Michela Cirella e la magìa del pensiero e della voce dell’autore. Verrà anche ricordato, a 12 giorni dalla morte, Nicolan Perrazzelli, intellettuale, presidente del Tribunale di Genova e cittadino benemerito di Guardial-
fiera: uomo libero, maestro di vita, simbolo di libertà e di compostezza ètica. Il M° Nicola Palladino, in omaggio a Pino Daniele, interpreterà capolavori della melodia partenopea anche perché Napoli è la città che Francesco D’Episcopo ama in assoluto.
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Isernia
16 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Armi e munizioni sequestrati dai Carabinieri I militi hanno anche recuperato refurtiva del valore di 30mila euro ISeRnIa. Carabinieri in azione, quattro persone denunciate, sotto sequestro armi e munizioni, recuperata refurtiva del valore di oltre trentamila euro. Nell’ambito di una operazione che ha interessato gran parte del territorio della provincia di Isernia, i carabinieri hanno proceduto con una denuncia in stato di libertà nei confronti di quattro persone resesi responsabili di reati di vario genere. A Castel San Vincenzo, i militari della locale Stazione, hanno denunciato due persone, rispettivamente di 47 e 62 anni, residenti nella periferia del comune di Pizzone, per detenzione abusiva di armi. I due non
avevano mai denunciato il possesso di armi appartenute ad un loro congiunto deceduto da oltre dieci anni. Sono finiti sotto sequestro un fucile calibro 12, un fucile calibro 16, una pistola revolver calibro 38 Smith & Wesson, e relative munizioni. Ad Isernia un 60enne originario di Piedimonte Matese nel casertano, è stato denunciato dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, per guida in stato di ebbrezza alcolica. L’uomo è stato sorpreso nel corso della notte alla guida della propria autovettura completamente ubriaco, mettendo in gravissimo pericolo la propria incolumità e quella degli altri utenti
della strada. Dal controllo eseguito tramite l’apparato etilometro in dotazione, i carabinieri hanno accertato che il tasso alcolemico superava di ben cinque volte quello consentito dall’attuale normativa. Nei suoi confronti è scattato anche il ritiro della patente di guida e il sequestro del veicolo. A Frosolone, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 57enne del luogo per maltrattamenti in famiglia e infine a Pozzilli, militari della Stazione di Filignano hanno rinvenuto un furgone già carico di circa dieci quintali di cavi di rame e vari materiali e arredi d’ufficio, che erano stati asportati all’in-
terno di una ditta ubicata nella zona industriale. Gli autori del furto, vistisi braccati dai carabinieri che erano in zona per un servizio di controllo del territorio, hanno deciso di abbandonare l’intera refurtiva per un valore di oltre trentamila euro. Dopo
i previsti rilievi sul veicolo, sottoposto a sequestro, i Carabinieri hanno restituito tutta la refurtiva al legittimo proprietario. Non si esclude che già nelle prossime ore si possa addivenire all’identificazione degli autori.
“Macchia, autovelox pericolosissimo” Il presidente dell’associazione Pro Trignina, Turdò, interviene sul sistema elettronico maCCHIa D’ISeRnIa. “In questi giorni, specificatamente il 8 gennaio scorso è avvenuto un pericolosissimo incidente stradale sulla SS 85 , cosidetta “Venafrana”, nel tratto da Isernia a Venafro, nel Comune di Macchia D’Isernia nelle
prossimità della postazione autovelox fisso ricadente nel medesimo comune”. Così scrive il Presidente dell’Associazione Protrignina Abruzzo – Molise antonio turdò. “Nell’incidente sono rimasti coinvolti due auto tra cui la Fiat 16 nel
quale viaggiavano Ugo Catalano e la moglie. Il cittadino capracottese è deceduto, si dice per malore. Invece da ricerche e sommarie indagini fatte da questo Comitato , anche in seguito alle riprese tv e altri articoli , pare che la sbandata sia stata pro-
vocata da una frenata improvvisa a causa della presenza dell’autovelox, infatti da mesi riceviamo proteste degli automobilisti che non capiscono quella postazione ad un limite di velocità troppo basso che è palesemente pericoloso. nvitiamo la
Prefettura di Isernia e la Polizia Stradale insieme all’Anas ad intervenire e far rimuovere quella postazione oltre a portare il limite ad una velocità adeguata allo stato dei luoghi”.
“Università, le distrazioni della politica” Sulle vicende della Facoltà di Scienze politiche a Isernia, interviene Forza Italia ISeRnIa. “Le vicende che riguardano il trasferimento delle attività dell’Unimol da Isernia alla sede di Pesche rappresentano, purtroppo, una pagina buia non solo per tutte le istituzioni coinvolte ma anche e soprattutto per la città di Isernia in generale”. Così, Ivan Forte, coordinatore giovanile di Forza Italia. “Resta l’amara constatazione che a pagare il prezzo più alto, come spesso accade, saranno i giovani stu-
denti costretti a far fronte a notevoli disagi nonché ad un ulteriore dispendio economico”. Interviene con queste parole Ivan Forte, coordinatore provinciale di Forza Italia, sulla questione del trasferimento della facoltà di Scienze Politiche dal centro storico di Isernia alla sede di Pesche. Un trasferimento annunciato a dicembre dal rettore dell’università degli studi del Molise, Gianmaria Palmieri, e che sembra essere oramai
in dirittura d’arrivo. “Perdere l’Università – spiega Forte – significa perdere una parte significativa della vitalità del centro storico di Isernia. Un avvenimento di cui non si possono ignorare le future implicazioni economiche e sociali: svuotare il cuore cittadino delle attività studentesche causerà non pochi problemi ai commercianti, ai proprietari di immobili nonché agli studenti stessi che dovranno sottoporsi a continui
spostamenti in un territorio a scarsa densità di mezzi di trasporto. Quello che è mancato in tutta questa vicenda – aggiunge il coordinatore forzista – è la chiara volontà politica di trovare soluzioni adatte a soddisfare gli interessi di tutte le parti coinvolte: le istituzioni del territorio non possono considerare marginali questioni che riguardano le attività universitarie e che costituiscono, invece, il termometro del fervore e del
dinamismo di ogni centro urbano che si rispetti. Mi auguro che il Comune, la Provincia e la Regione sappiano attivarsi per aprire immediatamente un tavolo di confronto con l’Università che scongiuri la chiusura delle sede del centro storico di Isernia e che tuteli sia la sostenibilità dell’offerta didattica che il diritto allo studio dei tanti studenti coinvolti”.
Abusivismo edilizio, una denuncia La Forestale denuncia un uomo anche per violazione del vincolo paesaggistico SeSto Campano – Nell’ambito dei controlli territoriali finalizzati alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio ambientale, una pattuglia del Comando stazione Forestale di Venafro ha proceduto al sequestro penale di due strade, per uno sviluppo lineare complessivo di circa 300 m, e un piazzale, esteso circa 140 mq, realizzati con materiale misto stabilizzato, su un fondo agrario di proprietà privata sito in località “Colle Site” nel comune di Sesto Campano.
Il proprietario del fondo, infatti, a seguito dei controlli documentali da parte degli agenti è risultato sprovvisto del necessario permesso di costruire rilasciato dall’Amministrazione comunale. Le opere hanno comportato un’alterazione sostanziale e definitiva dell’assetto urbanistico-territoriale e, per questo motivo, dovevano essere autorizzate anche dalla Regione ai sensi della vigente normativa paesaggistico-ambientale, ma anche in questo caso non è risultato avviato nessun procedi-
mento autorizzativo. Per le irregolarità riscontrate in materia di abusivismo edilizio e violazione del vincolo paesaggistico, aventi rilevanza penale, gli agenti della Forestale hanno posto sotto sequestro dette opere e deferito l’uomo all’Autorità Giudiziaria. L’abusivismo edilizio è un fenomeno tristemente diffuso nel nostro Paese, che causa non pochi danni al patrimonio paesaggistico e culturale, comportando talvolta un notevole degrado.
La Tavola Osca, il nuovo libro di Nuvoli Sarà presentato giovedì 22 gennaio presso l’Istituto tecnico statale ISERNIA. Una pagina di storia riscritta dalle fondamenta ? Tavola Osca di Pietrabbondante tutta da rileggere ? Si rifà la storia antica del nostro territorio ? Sono le domande, interessanti e che attendono risposte chiare ed esaurienti, alla vigilia della presentazione del nuovo volume di Paolo Nuvoli, già docente dei licei statali e presidente della giunta regionale del Molise ed oggi apprezzato ricercatore, scrittore e storico, il quale assieme a Bruno Paglione è autore di “ Gli enigma,
La Tavola Osca e Pietrabbondante”. Il testo verrà presentato giovedì 22 gennaio (h 16,30) presso la sala multimediale dell’Istituto Tecnico Statale (ITIS) in via dei Pentri ad Isernia. Interverranno il Presidente della Provincia e Sindaco di Isernia, Luigi Brasiello, Mario Discenza che fungerà da coordinatore, l’autore Paolo Nuvoli che dirà di “Francesco Saverio Cremonese e la Tavola Osca”, Alberto Sposito per dire di “Archeologia, Restauro e Valorizzazione per Pietrab-
bondante” e in chiusura, dopo il dibattito tra i presenti in sala, Natalino Paone che trarrà le conclusioni dell’appuntamento storico/letterario. Data la materia e gli argomenti trattati, frutto di approfondimenti e ricerche certosine, c’è quindi attesa negli ambienti culturali dell’isernino per conoscere contenuto e conclusioni del testo di Nuvoli e Paglione per fare piena chiarezza storico/scientifica sulla Tavola Osca e la ricca testimonianza archeologica di Pietrabbondante.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Termoli
16 gennaio 2015
La Regione taglia e ci pensa il Comune A Bonefro la Giunta municipale garantirà il servizio di navetta autobus con il villaggio provvisorio BONEFRO. Con deliberazione n. 3 del 07.01.2015, la Giunta municipale ha concesso a favore dei residenti del villaggio temporaneo 1’abbonamento mensile per ogni nucleo familiare al fine di ridurre i disagi. Lo scorso giugno la navetta che collegava il villaggio temporaneo al
centro abitato e che garantiva servizi essenziali (tra i quali il diritto alla studio ai ragazzi residenti nel villaggio) è stata sospesa, in quanto la struttura commissariale della regione Molise aveva già da tempo sospeso tutte le attività di emergenza e di criticità del sisma 2002. “Si è ritenuto opportuno – dichiara
il vicesindaco Claudia Lalli – garantire ai nuclei familiari che vivono ancora nel villaggio temporaneo, e che sono composti per lo più da persone anziane che vivono sole e senza nessuna rete familiare di sostegno, garantire i servizi di prima necessità, come ad esempio il collegamento con il cen-
tro abitato per visite mediche, farmacia, ufficio postale, banca, uffici comunali ecc”. “Si è ritenuto indispensabile – prosegue il vicesindaco – quindi concedere ad ogni nucleo familiare un abbonamento mensile. Il servizio già era stato attivato in via sperimentale lo scorso giugno e oggi rin-
novato”. “Per concludere voglio fare appello nuovamente al presidente Frattura e all’assessore Nagni di dare seguito agli impegni assunti in Consiglio regionale e di erogare le somme richieste del trasporto navetta alla ditta Silvestri, che fino a giugno 2014 ha garantito tale servizio”.
“Ci vogliono fare chiudere le aziende” L’Imu sui terreni agricoli è deleteria per le imprese. “Il Comune si faccia sentire” TERMOLI. “Siamo disposti a consegnare le chiavi delle nostre aziende, a farvi vedere i nostri estratti conto, con l’Imu agricola davvero si rischia di dare la mazzata finale all’agricoltura in Basso Molise”. Sono parole dell’imprenditore agricolo Giuseppe Masciantonio, che questa mattina ha preso parte alla conferenza stampa organizzata dal gruppo dell’Ncd, in testa il consigliere comunale Basso Antonio Di Brino, per chiedere con forza ulteriore alla giunta Sbrocca di costituirsi immediatamente al Tar del Lazio contro questa gabella. Insieme a Di Brino il collega di opposizione dei Popolari per Termoli Annibale Ciarniello, il gruppo dirigente locale del Nuovo Centro Destra, tecnici agronomi, coltivatori diretti, tutti preoccupati dall’introduzione di novità tributarie che potrebbero costare centinaia di euro a chi già fatica ad arrivare a fine mese. L’obiettivo dell’ex sindaco era quello di portare la mozione in discussione nel consiglio comunale convocato sul raddoppio ferroviario, ma il diniego del presidente Manuela Vigilante ha fatto sì che questa idea tramontasse, da qui la necessità di rinforzare mediaticamente la proposta. “L’amministrazione da noi sollecitata dovrebbe in qualche
modo costituirsi in giudizio al Tar Molise per cercare di ottenere quelli che sono gli effetti laddove anche il Tar Lazio si dovesse esprimere per la sospensione del pagamento di questa tassa assolutamente onerosa, iniqua e ingiusta che a questo punto insiste anche sui terreni agricoli – ha affermato Di Brino – oramai ci hanno tassato tutto, restano solo i terreni agricoli. Per cui la nostra mozione va in questa direzione tra l’altro proprio questa mattina il provvedimento è stato incardinato nel consiglio comunale che si terrà il 19 gennaio alle 16.30. Un eventuale voto favorevole del consiglio determinerà appunto il fatto che il Comune di Termoli si può costituire con un ricorso adesivo così come hanno fatto altri Comuni e l’Anci delle Regioni Abruzzo, Veneto e Umbria per le quali c’è già una prima sentenza anche se con giudizio monocratico del presidente, favorevole alla sospensione. Il 21 c’è la seconda udienza del collegio se dovesse essere confermata quella del presidente quei Comuni e quelle Regioni avranno il beneficio della sospensione. Se anche il Comune di Termoli si costituisce al Tar del Lazio non potrà che dar ragione e seguire la scia della sentenza del Tar Lazio a quel punto
gli agricoltori del territorio termolese si troveranno sollevati da quest’altra gabella iniqua, d’altra parte Svetonio, nel primo secolo dopo Cristo scriveva che è del buon pastore tosare le pecore e non scorticarle. La tassa peserà tanto sugli agricoltori perché a Termoli abbiamo le aliquote più alte non solo sulla prima casa al 2,5 per mille, sulla seconda casa al 10,6 per mille e l’aliquota unica che è del 9,6 per mille. Sviluppando la tassazione con questo coefficiente abbiamo che per terreni con coltivazioni per un ettaro di terreno si arriva a pagare anche più di 300 euro”. Per Ciarniello, è opportuno ribadire che pur non appartenendo a Ncd ha sempre detto che appoggerà quelle mozioni che sono a favore della cittadinanza. “E’ un obbligo e un dovere morale dover difendere queste persone mi metto nei panni di coloro che la mattina si alzano presto e vanno a lavorare con tanti sacrifici e si vedono applicare delle tasse che sono ingiuste per quanto i contribuenti potranno sopportare le tasse che vengono applic a t e ? Il popolo è stanco e non sopporta più le disparità i tempi sono molto ristretti perché la scadenza Imu e il 26 gennaio e il Tar do-
vrebbe sciogliere la situazione il 21 gennaio”. Infine, parola all’agronomo Giovanni Battista Muricchio. “E’ una battaglia di civiltà che interessa una grande fetta della popolazione, non solo molisana. Ho fatto qualche piccolo appunto: sono state fatte tre fasce altimetriche con questo decreto del 28 novembre. I problemi sorgono nella fascia intermedia dove si parla di esenzione per i terreni coltivati da persone iscritte nella previdenza agricola. Mi sono domandato perché questa agevolazione del terreno affittato non viene dato nella prima fascia come nella seconda fascia? Su seimila comuni esenti nel 2014 ci entreranno solo 1578. L’Imu è un furto alle vere aziende agricole, di contro per gli enti locali si calcola che il differenzuiale d’imposta (o meglio la maggiore imposta) da versare in più da parte del contribuente applicando, anziché l’aliquota base del 7,6 per mille, quella deliberata dal comune di Termoli per il 2014 e pari invece al 9,6 per mille. E’ in sostanza quanto devono pagare in più gli agricoltori rispetto allo schema tipo che ho presentato per le varie qualità di coltura, in pratica si può arrivare ad imposizioni anche prossime ai 300 euro per ettaro
I balneatori reclamano parcheggi e arredo urbano La richiesta è stata fatta all’assessore Nagni. La somma preventiva è di due milioni di euro TERMOLI. Balneatori a colloquio con l’assessore regionale ai Lavori pubblici Pierpaolo Nagni per chiedere interventi pari a 2 milioni di euro. Un incontro che ha avuto luogo alla presenza dell’assessore al Demanio e alle Attività produttive Vincenzo Ferrazzano. L’esponente della giunta Sbrocca, che ha ereditato in questa maggioranza spuria anche le deleghe detenute nella precedente compagine di centrodestra si è mostrato particolarmente soddisfatto del modo con cui Nagni approccia i temi afferenti Termoli, sempre improntato a cercare la giusta soluzione. Per questa ragione, dopo un primo incontro solo locale, ieri si è estesa la discussione e Ferrazzano ha evidenziato all’esponente della giunta Frattura come occorra dare risposte sui litorali che sono il polo d’attrazione turistico della costa
molisana, sia in termini di arredo urbano, ma anche di sicurezza e parcheggio. Sì, perché i lavori di riqualificazione portati a compimento sul viale Cristoforo Colombo necessitano di ulteriori ritocchi, ma anche pezzi di lungomare debbono essere messi al riparo con interventi idraulici, per evitare che quando piove copiosamente si possano allagare gli stabilimenti balneari. Stesso copione anche per la zona di Rio Vivo, dove l’unico parcheggio esistente è in degrado e andrebbe attrezzato lo spazio tra l’istituto Zooprofilattico e il circolo della Vela.
Beccati con 40 grammi di eroina Le Fiamme Gialle hanno bloccato due 40enni a bordo di un’auto CAMPOMARINO. Erano in possesso di circa quaranta grammi di eroina che nascondevano sia negli abiti che indossavano che nell’auto sulla quale viaggiavano. Ma il loro fare sospetto non è passato inosservato agli uomini dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza. Beccati con un discreto quantitativo di stupefacenti due 40enni bassomolisani che si trovavano a percorrere un tratto della Statale 16 tra Termoli e Campomarino. I due, nella tarda serata del 14 gennaio, sono incappati in
un posto di blocco dei Baschi Verdi che, in breve, avevano notato un eccessivo nervosismo della coppia. I due hanno così deciso di abbandonare l’auto improvvisando una fuga a piedi nelle campagne circostanti. Immediato l’inseguimento da parte dei finanzieri che hanno bloccato i fuggitivi, rinvenendo poi l’eroina che occultavano. I due 40enni sono stati denunciati per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio mentre l’eroina è finita sotto sequestro.
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Termoli
16 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Corso Nazionale, quando finiranno i lavori? Sono le domande sempre più ricorrenti di cittadini e commercianti TERMOLI. Quando riaprirà Corso Nazionale? Quando finiranno i lavori? Quando inizieranno quelli in piazza Monumento? Sono le domande delle strade del centro, quelle dei bar e dei tanti cittadini e lettori che quotidianamente ci pongono e noi, interpellati i vari interpreti e protagonisti, abbiamo cercato di dare risposta. Se, infatti, la certezza che “i lavori siano più avanti rispetto il rollino di marcia” è dichiarata da tutti, è pur vero che per molti sembrano andare a “rilento”. Andando un pò a ritroso, quindi, traspare una corsa iniziale da pole position cui ha seguito l’interruzione per il periodo natalizio e un riavvio attuale delle operazioni che hanno con sè alcuni piccoli problemi, già preventivati, da affrontare: “Bisogna rifare le reti – ha asserito Pino Gallo – soprattutto quella dell’acqua. Ed è per questo che stiamo concordando con la Crea l’operatività del progetto, ma credo che i mezzi pesanti torneranno a breve in città. A breve, inoltre, comincia il discorso di pi-
azza Monumento con i chioschi e i proprietari vari. Un qualcosa di più complesso perché l’impresa vuole la strada libera proprio per percorrerla, ma anche qui troveremo il modus operandi ideale”. Coinvolgendo anche la Crea e le ditte affini, i lavori della De Francesco proseguirebbero spediti, si spera sempre nel bel tempo, ma la fiducia è piena e lo stesso titolare della ditta pare “far sul serio” ed essere pronto
a impegnare gli operai anche in orari meno usuali. In pratica, secondo quanto si apprende dopo aver colloquiato con il responsabile della ditta appaltatrice dei lavori di restyling di corso Nazionale e piazza Monumento, per completare l’opera del primo tratto si potrebbe lavorare di “notte” o, per meglio dire, nell’orario chiusura delle attività. Questo quantomeno per tutelare i
commercianti che già lamentano da diverse settimane un calo di incassi dovuto proprio alla chiusura, seppur mai totale, dell’arteria principale cittadina per shopping e passeggio. In corso, in queste ore, gli interventi (già in programma) di buiaccatura, ovvero la fase finale di allocazione della pavimentazione che, come noto, è composta di materiale di pietra lavica e travertino; non è prevista, inoltre, la piena interdizione del corso per cui le attività, in questo tempo di saldi, non dovrebbero subire ulteriori flessioni all’incasso anche se le lamentele sono comunque all’ordine del giorno e reclamano anche una tempistica incerta sul termine degli stessi. Si procederà, dopo il posizionamento di alcune passerelle in legno per garantire l’accesso alle attività commerciali (passerelle al centro di polemiche perchè ritenute troppo strette per l’accesso all’area a disabili), quindi lungo il marciapiede di destra, da via Roma in direzione piazza Monumento, per un primo tratto già al centro dell’intervento e
si ha fiducia nei tempi soprattutto perchè un prudente De Francesco, titolare della ditta, interpellato in merito alla conclusione dei lavori, afferma, strappando un sorrisino, che gli stessi potrebbero concludersi entro giugno anche se il sogno resterebbe il periodo pasquale o giù di lì, magari come una vera e propria sorpresa alla città di Termoli. Azzardo? Non v’è certezza perché il contratto vuole il Corso riconsegnato entro giugno, ma la buona sorte e l’ottima gestione del cantiere potrebbe veder risolta la questione entro aprile. In giornata, intanto, dopo l’emanazione di una ordinanza del sindaco Sbrocca, chiuderà al traffico anche la parte di strada tra Corso nazionale e via XX Settembre; infine, sempre in giornata, è prevista l’entrata in vigore della chiusura al traffico nell’area appena citata che avvierà così i lavori di restyling di piazza Monumento. Un nuovo slancio all’estate termolese potrebbe così essere alle porte … nell’attesa, spazio alla speranza.
Sanità, troppi i ritardi Si allungano i tempi per le liste di attesa che rischiano di diventare insopportabili TERMOLI. Ancora una lamentela per l’inefficienza della sanità molisana, stavolta ospitato nel sempre più nutrito gruppo Facebook termolese ‘Afdm’, per volontà di una madre. “I primi di dicembre mi sono recata al Cup di Termoli per prenotare una visita cardiologica con ecocardiografia per mia figlia di 10 mesi. Farla a Termoli richiedeva troppo tempo, circa
34 mesi, così costretta dall’urgenza ho accettato la prima data disponibile (dovevo comunque aspettare un mese!) ovvero per l’otto di gennaio al Poliambulatorio di Santa Croce di Magliano. Il risultato dell’esame? Un nulla di fatto!!! Perchè?? Il cardiologo mi informa che l’ecocardiografia su una neonata va eseguita con la sonda pediatrica e che quel poliambulatorio ne
è sprovvisto! Nonostante tutto il cardiologo gentilissimo ha voluto comunque eseguire l’esame ma purtroppo, come mi aveva avvertito, non è riuscito a verificare bene se il forame ovale pervio si era richiuso…. Ora con chi me la devo prendere? Con l’addetto del Cup che non fa bene il suo lavoro? O con il poliambulatorio che non ha informato
l’azienda sanitaria che non sono in grado di eseguire ecografie su neonati per mancanza di strumenti idonei? Spero di ricevere una risposta dato che presenterò reclamo all’Ospedale di Termoli affinché altri genitori non si trovino in futuro nella mia stessa situazione, sperando che si possa aggiungere altro per migliorare questa nostra sanità”.
Cassa integrazione, 4 giornate a febbraio Alla Fiat c’è però il senso di una strada meno ripida e con nuove prospettive TERMOLI. L’attesa è tutta orientata su Melfi, ma ci sono ancora mini cicli di cassa integrazione da smaltire allo stabilimento Fiat di Termoli, prima che i cosiddetti ‘riattrezzamenti’ possano portare le linee a produrre nuovi propulsori (e magari anche cambi innovativi). Per questa
ragione, non c’è da meravigliarsi se la direzione aziendale abbia comunicato nuove fermate di lavoro per il 9 e 16 febbraio al reparto cambio C510 e 9,10, 16 e 17 febbraio per i dipendenti addetti ai motori 8 e 16 valvole. “Da questa comunicazione rileviamo che la strada che percor-
Luci spente nel viadotto in via Magellano Anche il semaforo è in panne e la pericolosità del tratto stradale preoccupa TERMOLI. Ancora una segnalazione di qualcosa che non vada in città attraverso il nostro portale. Residenti del quartiere Sant’Alfonso, dopo aver voluto porre all’evidenza pubblica lo stato di degrado delle aree verdi di via Germania, hanno lamentato la pericolosità nel transitare sotto il
viadotto in via Magellano, dove le luci sono spente e quando si esce dal tunnel si incrocia un semaforo (uno dei due ancora esistenti a Termoli, insieme a quello di piazza del Papa) che è spento da mesi, con il rischio ogni giorno che qualcuno ci rimetta carrozzerie, meccanica o di peggio.
reremo nel 2015 sarà meno ripida, con un obiettivo di azzerare la Cassa integrazione ordinaria e poi pensare a un futuro prossimo più roseo”, il commento del segretario regionale della Fim-Cisl Riccardo Mascolo.
Pali della luce, si muove Enel Sole L’azienda che gestisce il servizio ha già effettuato 21 interventi in 15 giorni TERMOLI. Dopo numerosi articoli e segnalazioni riguardo i disagi per l’illuminazione pubblica, Enel Sole ha fatto il punto della situazione. “Entra nel vivo la nuova gestione del servizio di illuminazione pubblica del Comune di Termoli, che dal 1 gennaio è affidata a Enel Sole. Nei primi 14 giorni di gestione sono stati effettuati interventi risolutivi per 21 segnalazioni, mentre altre 10 sono in corso di lavorazione, il tutto nel pieno rispetto dei tempi contrattualmente previsti. Sono tre i canali che Enel Sole
mette a disposizione dei cittadini per le segnalazioni: l’indirizzo e-mail sole.segnalazioni@enel.com e i numeri 800.901.050 (telefono) e 800.901.055 (fax). Enel Sole sta inoltre completando l’installazione delle targhette di censimento su tutti i lampioni presenti sul territorio comunale, che permettono ai cittadini di effettuare segnalazioni puntuali e di garantire interventi più rapidi. È comunque possibile segnalare eventuali guasti anche per gli impianti privi di numero identificativo, indicando la
via e il numero civico più vicino. Gli interventi per lampada spenta vengono effettuati entro 24 ore. I riferimenti sono validi anche per segnalazioni relative ad accensioni di lampioni nelle ore diurne, causate da guasti ai sistemi che regolano gli orari di funzionamento. Ricordiamo che in questo caso il relativo consumo di energia non comporta alcun costo aggiuntivo per il Comune. L’azienda invita i cittadini a inviare tutte le segnalazioni attraverso i canali dedicati per poter garantire un servizio di massima qualità ed efficienza”.
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Opinioni
16 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
di Claudio De Luca Nel 1941 Francesco Iovine scrisse, per “Il giornale d’Italia”, una serie di articoli sul Molise tramite cui il Guardiese poté confrontarsi con i miti della sua fantasia e con la memoria dei suoi tempi andati quando ascoltava dal padre l(agrimensore) le vecchie storie di un’epoca passata, prendendo coscienza della realtà sociale vissuta dai “cafoni”. In questi scritti temi, già intravisti nei lavori precedenti, risalteranno illuminati da ben altra forza, e “Ciccillo”mirerà alle cose da un’angolazione tesa al reale, pur rimanendo ancora impregnato delle nostalgie della memoria. E così, mano a mano che procederà nella stesura, dai suoi “pezzi” emergeranno l’ironia, il “pathos”, il mito, la favola, la coralità, il dramma. Iovine procede “on the road”, con l’aria apparentemente svagata dell’inviato speciale che, impegnandosi un po’ meno nell’analisi, pensa piuttosto a prospettare la curiosità erudita, il colore, l’inusitato, “approfondendo” quanto più si sia addentrato nel territorio regionale. E’ allora che, assieme alla rievocazione, emergono analisi lucide della realtà sociale; e qui si staglia netta la figura del contadino e di quell’entità costituita dalla terra, termine fisso di ogni lotta sociale. Su questi argomenti, il Guardiese procede prima per assaggi, poi con una scrittura più poderosa, infine addirittura con un saggio (“Del brigantaggio meridionale”); ed il “climax” dà il segno dell’amore ch’egli nutre per i problemi della sua terra. L’esegèsi storica non è originale perché, in definitiva, non faceva che condividere le vedute dei grandi meridionalisti; ma comunque rivelava lo studioso amoroso, il coscienzioso preparatore del sottofondo storico dei suoi romanzi maggiori. Il contadino comincia ad apparire già nei primi articoli; e, con essa, la terra, vista come “il risultato della fatica di ge-
Jovine, e il Viaggio in Molise nerazioni che hanno dissodato, costruito muri di sostegno, incanalato le acque, trasportato spesso a spalla, per interminabili giornate, la terra fertile su una porca scoscesa e sterile”. Perciò “il contadino molisano è ordinariamente taciturno”; la sua è una fatica improba, esercitata con magri risultati su “di una terra difficile, aspra, scoscesa, rotta, a pendii rocciosi, a sassaie aride”. E’ chiaro allora perché ami tanto quel pezzo di suolo:“Una creatura
che si è nutrita con stento, che si è vista vegetare per la dolorosa lunga fatica. Di qui l’attaccamento fisico alla terra; non a una terra qualunque ma a quella pur stentata ed avara che è nata sotto le sue mani”. Sin dalla fine del ‘700 si erano originati numerosi conflitti per il suo possesso. Di essi Jovine dà conto in articoli e saggi, di cui il più importante rimane quello pubblicato da “Belfagor”. Queste lotte vedono protagonista il
contadino (che alleva la sua terra quasi fosse una creatura) ed il borghese (che intendeva appropriarsene per diventare più potente politicamente). Della terra erano proprietari ancora i nobili ed i feudatari, che la cedevano ai contadini per la coltivazione, gravandola di numerose ed inconcepibili servitù. Ma, in compenso, non vedevano mai i loro padroni ed avevano campo libero nella gestione del podere. Spesso questi feudatari non conosceNel 1941 vano manco lo scrittore l’ubicazione e pubblicò la consistenza dei propri gli scritti fondi, limitansu Il Giornale dosi ad esigere d’Italia i cànoni, tramite fiduciari locali e badando a sperperarne le rendite in località rinomate. Ecco il perché dell’alleanza tra feudatari e contadini, uniti contro una borghesia rapace che, non potendo esercitare quelle professioni liberali a cui era stata avviata, impegnava tutte le sue forze per appropriarsene, distogliendoli con ogni mezzo dalla disponibilità dei feudatari per poi sfruttare meglio, e per angariare, con quelle medesime servitù combattute in nome dei principi liberali. Sono questi, ed altri, i temi che fanno di “Viaggio nel Molise” i prolegomeni di “Signora Ava” (1942) dove i briganti sono contadini male armati e variamente equipaggiati che combattevano gli stessi nemici in nome della terra, sempre speranzosi in un aiuto esterno che non verrà mai, dal momento che, dopo la fuga di Re Francesco a Gaeta e la rotta del suo esercito al Volturno, il Contado di Molise si riempie di camice rosse e di soldati della Guardia nazionale.
Sant’Antonio Abate e i suoi tanti falò di Luigi Pizzuto La Festa di Sant’Antonio Abate è una tradizione che si tramanda da secoli, che trova le sue radici in una profonda fede per questo santo e che coinvolge intere comunità. Antonio era un egiziano che nei suoi 105 anni di vita decise di vivere nella Carità, sfuggendo alle tentazioni di Satana. Egli è considerato il Protettore degli animali per eccellenza e invocato a tutela del bestiame. La Sua effigie,in passato,era collocata sulla porta delle stalle. Nella cultura popolare, Sant’Antonio Abate veniva raffigurato con accanto un porcellino insieme a lingue di fuoco ai piedi e con in mano un bastone alla cui estremità era appeso un campanellino mentre sul suo abito spiccava una croce egiziana a forma di “T”, simbolo della vita e della vittoria contro le epidemie. Anche in Molise, come in molte regioni italiane, il 16 o il 17 gennaio viene organizzata una manifestazione in onore del Santo. Uno dei paesi molisani in cui la tradizione è ancora viva è Colletorto. ” Il 17 gennaio, in onore di San-
t’Antonio Abate, lunghe lingue infuocate di tanti falò, nei vari quartieri del paese, rievocano una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Notte dei fuochi in onore di Sant’Antonio Abate nel “Borgo degli angioini”. L’origine della tradizione si perde tra le pieghe del tempo. Il culto dei falò infatti viene da molto lontano e si mescola ad una serie di ritualità tipiche della cultura contadina. Un tempo l’iconografìa del Santo, protettore degli animali, era diffusa ovunque in campagna. Nelle masserie godeva di una attenzione particolare, espressione di una devozione molto sentita. La sua immagine era pertanto presente nelle stalle, tra gli animali domestici e in campagna, per proteggere il sistema di un mondo povero, animato dalla fatica giornaliera e da tanti sacrifici. La funzione protettrice del Santo, in primo luogo, era destinata al porcello. Non a caso il maiale è presente ai piedi della statua di Sant’Antonio Abate. Nell’area del cratere più profondo, a San Giuliano di Puglia, la sacra statua è custodita ancora oggi all’interno della chiesa dedicata al Santo,
che sorge sull’omonima piazzetta, racchiusa ad emiciclo dall’antica porta ogivale, recentemente restaurata. Una sorta di sacralità, pertanto, veniva affidata al maiale che, nell’accezione odierna, ha decisamente un significato del tutto scomposto ed ingiurioso. Nei secoli passati l’uccisione dell’animale indicava per i gruppi sociali una evidente sicurezza alimentare, non sempre disponibile tra i nuclei delle famiglie. Attività e vecchie figure tradizionali avevano del resto una funzione ben precisa per assicurare il rispetto e la stessa crescita dell’animale. Sulle ali della memoria si ricorda il “porcellino di Sant’Antonio”, accudito da tutti, che girava per il paese con un campanellino legato al collo. Il piccolo animale, una volta ingrassato, veniva messo all’asta e il ricavato era donato alle famiglie più bisognose. Nel cuore del cratere i tanti falò rievocano appunto questo mondo lontano, dove il sacro e il profano danzano insieme, per lanciare non pochi segnali. Un ossimoro che abbandona per un momento le sue contraddizioni, per divenire una realtà autentica, schietta, genuina e spontanea,
consacrata da ogni gruppo sociale. Il linguaggio dei simboli e dei valori religiosi più autentici, dunque, sale in alto, come un vortice. Talvolta sembra riaffermarsi in una dimensione senza tempo. La festa è ancora molto sentita. Un tempo il fuoco aveva un carattere propiziatorio. Serviva per cancellare ogni brutta esperienza, per rafforzare la fede,
l’amicizia, l’identità del vicinato e l’ospitalità”. Un culto autentico, radice forte dell’identità colletortese. Il fuoco, nella sua composizione, ha la forma di un cono, terminante con una lunga punta di legno, per ricordarci appunto l’aldilà. Anche in questo lavoro di composizione l’iconografìa è importante.