L'inutilita' del consiglio regionale

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 215 mercoledì 30 seTTembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a angelo santoro e Corrado Di niro

Mentre ci tagliano tutto, i consiglieri dormono

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Angelo Santoro e Corrado Di Niro. Il primo, è stato confermato nella carica di Vice Presidente dell’ANIEM (Associazione Nazionale Imprese Edili a cui l’ACEM aderisce). Nella stessa seduta dell'assemblea nazionale il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro è stato nominato in seno al collegio dei probiviri dell’ANIEM stessa. Prestigiosi riconoscimenti per i due esponenti dei costruttori edili molisani che, anche, sul territorio regionale si sono imposti per proposte e sollecitazioni alla classe politica.

il Tapiro del giorno a pietro Maio

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. Il segretario del Pd del Molise centrale è sempre il primo ad accorrere in soccorso del presidente della Giunta regionale senza accorgersi dei danni che questa amministrazione regionale di centrosinistra sta facendo al Molise e ai molisani. Eppure, da buon esponente di un partito politico, dovrebbe avere il senso di quanto accade. Così, purtroppo, non è e al pari della segretaria regionale del suo stesso partito contribuisce a rendere la situazione ancor più drammatica. E' proprio da Tapiro pieno.

servizio a pagina 3


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 30 settembre 2015

Una serie di tagli che vanno a stritolare le speranze di un futuro migliore per i molisani

Dalla Regione Molise le strategie sulle società partecipate

Ancora dubbi sulla liquidazione di Autostrada del Molise e fallimento (!) per lo zuccherificio Due storie esemplificative di quanto sia inadeguata la politica industriale messa in piedi dagli amministratori di Palazzo Vitale Nella Gazzetta di eri abbiamo riportato parte degli organismi partecipati dalla Regione Molise di cui sono stati rilevati l’oggetto sociale, la natura dei servizi offerti e il rapporto di strumentalità, i risultati d’esercizio, il valore del capitale sociale partecipato e il patrimonio netto, la composizione dell’organo amministrativo, di controllo e il numero delle unità lavorative, nonché la strategia (ovvero il mantenimento, la dismissione e/o la reinternalizzazzione), le modalità attuative, la tempistica, il risparmio eventualmente conseguito. In questa di oggi proseguiamo nell’informazione trattandosi, peraltro, anche delle maggiori società partecipate finanziariamente dalla Regione (in perdita), alla cui sorte è legata la sorte di migliaia di lavoratori. Dunque. La Regione Molise della Società Autostrada del Molise spa, partecipata al 50 per cento dalla Regione Molise ed al cinquanta per cento dall’Anas Spa, trova la propria missione nel compimento e l’esercizio di tutte le attività, di tutte le funzioni e di tutti i poteri ad essa trasferiti con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al fine della realizzazione e della gestione di infrastrutture autostradali ed in particolare dell’autostrada A14 – A1 “Termoli – San Vittore”.Un’opera strategica quando è stata imposta e progettata; un opera non più strategica ritenuta tale dall’attuale governo regionale. Un opera per la quale la dismissione della quota societaria detenuta sarebbe tecnicamente indispensabile ai sensi della “Legge di stabilità 2015”. Sarebbe, ma il racconto che segue qualche perpolessità la pone. Viene

osservato, infatti, che, con la Delibera CIPE n. 21 del 2014, sono state sottratte alle Regioni le risorse destinate a finanziare gli interventi per i quali l’assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti è stata prevista oltre il termine del 31.12.2015, stabilendo che le risorse già assegnate al Molise, decurtate del 15%, saranno riassegnate nell’ambito della programmazione 2014-2020 a condizione che le opere siano cantierabili entro il suddetto termine. Successivamente la Legge “Sblocca Italia” ha disposto che l’intervento strategico “I° lotto funzionale asse autostradale Termoli - San Vittore”, non avviato entro la data di entrata in vigore del Decreto legge 133/2014, confluisce nella nuova programmazione 2014/2020. La Regione Molise quindi, per non perdere i fondi già stanziati per la realizzazione del collegamento autostradale in questione, per i quali, stante la mancata formale definizione dell’iter di approvazione del relativo progetto da parte del Ministero delle Infrastrutture e dal Cipe, non era oggettivamente possibile confermare le assunzioni delle obbligazioni giuridicamente vincolanti entro la data prevista dai citati provvedimenti, ha dovuto necessariamente riprogrammare gli stessi. Al riguardo, l’Esecutivo regionale ha provveduto alla riprogrammazione dell’importo di 200 milioni di Euro di cui alla delibera Cipe 62 del 3 agosto 2011, somma che verrà riassegnata al Molise a valere sulla nuova programmazione, decurtata nella misura del 15%. Occorre precisare che la riprogrammazione non ha ricevuto alcun riscontro dalle au-

torità competenti. Il 30 dicembre 2014, l’Amministrazione regionale ha riprogrammato anche l’importo di 36.580.00 euro, a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione del Fondo sociale di coesione (Fsc) 2007-2013, già riservato alla parziale copertura del collegamento A14 – A1 “Termoli – San Vittore”, destinando lo stesso ad altri interventi strategici per la mobilità regionale. Pertanto, stante il mancato riscontro da parte del Ministero delle Infrastrutture sulle reiterate richieste già avanzate dalla Società di conoscere i tempi previsti per l’approvazione del progetto e della proposta del Promotore, il Consiglio di amministrazione della Società ha provveduto a convocare l’Assemblea straordinaria per il suo scioglimento anticipato. Allo stato, i soci hanno rinviato l’assunzione di ogni decisione in merito allo scioglimento della società nelle more che si effettuino gli opportuni approfondimenti. Ciò posto, l’attuazione di una eventuale procedura dismissionaria resta ancora subordinata a possibili sopravvenienze strategiche e/o programmatorie, di rango statale, che giustifichino una persistenza delle finalità societarie collegate alla

fattibilità dell’intervento pubblico di cui trattasi. In caso contrario si giustificherebbe lo scioglimento anticipato della società, per impossibilità del raggiungimento dello scopo sociale. L’uso del condizionale non è del tutto casuale. Ma non assolve affatto il racconto nella sua progressiva evenienza. Per ciò che concerne lo Zuccherificio del Molise spa, premesso ch’è una Società per azioni in concordato preventivo, partecipata al cento per cento dalla Regione Molise, che opera nella conservazione, manipolazione, lavorazione, trasformazione e commercio dei prodotti dell’agricoltura, con particolare riferimento alle barbabietole da zucchero, la strategia regionale è stata così prevista e ipotizzata: la Regione Molise, in attuazione delle politiche di “exit strategy” (uscita strategica) dal settore agroalimentare, con la deliberazione di Giunta 388 del 4 giugno 2012, ha disposto l’approvazione di una “proposta di ristrutturazione aziendale – concordato preventivo ex articolo 160 della Legge finanziaria”; il 22 luglio 2013 (delibera 359), invece la messa in liquidazione. Successivamente, il Tribunale di Larino, con decreto dell’8 gennaio 2013, ha

omologato il concordato preventivo legittimando il compimento di un articolato percorso di ristrutturazione aziendale fondato, tra l’altro, sulla genesi di una New-co necessaria per favorire la fuoriuscita della Regione dagli ambiti produttivi. In particolare, la gestione concordataria si è basata sui seguenti punti: costituzione di una New-Co interamente partecipata dallo Zuccherificio del Molise spa; trasferimento alla NewCo della quota di produzione dello zucchero e dei suoi derivati e stipula di un contratto d’affitto di ramo d’azienda; cessione della società controllata e dei cespiti strumentali; abbattimento dei debiti da restituire ai propri creditori nella percentuale fissata con decreto di omologa, che ha accolto una percentuale di soddisfazione nella misura del 22% per i creditori chirografari; crono-programma delle operazioni concordatarie. Successivamente, il Collegio fallimentare presso il Tribunale civile di Larino, con la sentenza del 21 maggio 2015, su ricorso promosso dalla Banca dell’Adriatico per la risoluzione del concordato, con la contestuale dichiarazione di fallimento dello Zuccherificio del Molise, ha ritenuto che sussistessero le condizioni (citazione: …. incapacità di saldare i debiti e nel rispettare il piano concordatario) per la pronuncia di risoluzione del concordato e per gli effetti ha dichiarato il fallimento della società. FALLIMENTO! Della Gam, altro nodo da sciogliere, della Geosat Molise, e della Sviluppo Montagna Molisana spa, dire in seguito. Dardo


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3 30 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Altra seduta surreale del consiglio regionale nella mattinata di ieri: la nomina di Ioffredi e Monaco a delegati nella procedura per il referendum sulla ricerca di idrocarburi ed un minuto di silenzio per la scomparsa di Pietro Ingrao. Come se andasse tutto bene.

La dura giornata di lavoro del consigliere regionale Il martedì, in previsione dell’uscita del numero de La Gazzetta del mercoledì, sta diventando la giornata più attesa per noi che siamo chiamati a dare conto, a voi lettori, dell’attività del consiglio regionale, dell’espressione più alta, in teoria, della democrazia rappresentativa. I migliori, gli eletti, che riuniti in consesso, discutono, modificano e alla fine votano i provvedimenti che la giunta, la summa, la crem de la crem che un territorio possa esprimere in termini di ingegni, personalità e preparazione, ha predisposto per migliorare la vita della popolazione di riferimento. Che li ha eletti e che li paga. Ed alloro eccolo, nel dettaglio, lo sforzo che i migliori hanno compiuto nella seduta di ieri del consiglio regionale del Molise: “Presieduto dal vice Presidente, Filippo Monaco (il presidente Niro, pare, sia in viaggio istituzionale), si è tenuto nella mattinata di ieri il consiglio regionale del Molise che ha provveduto ad eleggere i consiglieri Nico Ioffredi e Filippo Monaco a delegati, effettivo e supplente, (nella procedura di ndr.) richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione, avente ad oggetto “prospezione e ricerca di idrocarburi” deliberato dall’Assemblea lo scorso 22 settembre. I due nuovi delegati sostituiscono quelli precedentemente eletti nella scorsa seduta del Consiglio che, chiamati a concomitanti appuntamenti istituzio-

Il Sole 24 ore del lunedì (del 28 settembre) ha lanciato in prima pagina un ampio servizio (dal titolo “emblematico”: “investimenti a rischio blocco”), corredato di dati e tabelle, da cui si evince , fra l’altro, che con il pareggio di bilancio si riducono ad un terzo i preventivi di spesa pubblica che nel 2016 supererebbero di poco i 4,5 miliardi, rispetto ai 15,8 del 2015 Insomma “rischiano la paralisi gli investimenti pubblici” e “a frenare la spesa in conto capitale per le opere pubbliche non sono solo le coperture da trovare per la manovra. Sui conti di Regioni ed enti locali pesa appunto anche la legge sul pareggio di bilancio che verrà applicata proprio da gennaio 2016. “Nel Def - scrive il Sole 24 ore - è previsto un calo della spesa in conto capitale del 10% per i prossimi 4 anni, mentre le Regioni a statuto ordinario hanno programmato solo 4, 5miliardi di investimenti”. Nelle prospettive della finanza pubblica, sottolinea ancora l’articolo de Il Sole 24 ore, “si nasconde ancora una buona dose di austerità. La si incontra alla voce “investimenti”, ed è quindi tutt’altro che indifferente per le prospettive di crescita effettiva del reddito nazionale. Tradotta dal linguaggio dei conti, la “spesa in conto capitale” significa infatti infrastrutture, strade, edilizia, ma anche opere contro il dissesto idro-geologico e per il rinnovamento energetico, rinnovamento di strutture (per esempio sanitarie) e investimenti per la valorizzazione di immobili”. Un problema ulteriore – ricorda ancora Il Sole 24 ore - è che l’obbligo di pareggio di bilancio “a livello nazionale è stato appena rinviato di un altro anno, al 2018, proprio in

nali, si sono trovati impossibilitati a partecipare alle operazioni di deposito delle proposte di Referendum presso la Suprema Corte di Cassazione. In apertura di seduta, su proposta del Presidente Monaco, l’Assemblea ha osservato un minuto di silenzio in ricordo dell’ex Presidente della Camera dei Deputati, Pietro Ingrao, recentemente scomparso.” Fine. Punto. Tutti a casa. Che bella

la vita del consigliere regionale. Un consiglio a settimana e sono settimane che facciamo resoconti delle sedute del che dovrebbero suscitare scandalo, vergogna, indignazione. Nei consiglieri stessi per primi, certo, ma anche in quel tessuto sociale che invece vive questa situazione con una colpevole, complice indifferenza. Tranne poi trasalire quando scopre nel dettaglio quanto porta a casa ogni mese questa classe dirigente. E pure di temi, di urgenze, di provvedimenti intorno a cui profondere energie senza sosta ce ne sarebbero eccome. L’ultimo in ordine di tempo. Qualche giorno fa il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha presentato l’ultima versione del decreto ministeriale sulle cosiddette prestazioni inappropriate (che poi di veramente inappropriata c’è solo questa definizione del decreto, a ben guardare); prestazioni sanitarie che, in virtù dei soliti tagli a danno dei più esposti, i cittadini ita-

liani dovranno ben presto pagarsi da soli piuttosto che vedersele garantite dal sistema sanitario nazionale. Questi servizi passeranno da 180 a 208 comprendendo anche prestazioni odontoiatriche, radiologiche e di laboratorio. Un altro piccolo matoncino verso la costruzione di un sistema sanitario sempre più “americano”, dove i soldi faranno la differenza anche, se non soprattutto, di fronte alla malattia. Purtroppo il nostro di sistema sanitario, quello che garantiva a tutti, indistintamente, cure efficaci e dignitose lo hanno divorato a grandi bocconi gli squali della speculazione e dell’inefficienza in pochi lustri, ben spalleggiati da un connivente sistema politico ed amministrativo. Bene, di fronte a questa situazione, in consiglio regionale s’è pensato bene di passare inutilmente un’altra settimana senza prendere un posizione ma soltanto mettendo in scena l’ultima di una serie di ridicole sedute. “E la sanità pubblica in Molise? La nostra regione è da otto anni in piano di rientro e, quindi, si va avanti con i tagli continui al personale e del personale, riduzione dei servizi e scomparsa dell’indotto. Nonostante questa “cura”, mentre nelle altre regioni i bilanci si chiudono in pareggio, qui il debito aumenta e si collezionano piani operativi inadeguati, puntualmente bocciati dal tavolo tecnico.” Tecla Boccardo, UIL.

A rischio gli investimenti La Regione Molise al collasso

nome dellaflessibilità contrattata con Bruxelles per dare più spinta alla ripresa, ma per i conti di Regioni ed enti locali l’appuntamento è rimasto in agenda per l’anno prossimo e porta con sé parecchie conseguenze: una complessa griglia di regole ai saldi di bilancio, e una stretta al debito che impedisce ai territori di generare nuovo passivo in misura superiore a quello rimborsato nello stesso periodo”. Certamente “una regola aurea per un Paese super-indebitato come il nostro”, solo che “il 92% del debito pubblico è scritto nei bilanci

dell’amministrazione centrale” e quindi “la nuova austerità, per ora, si concentrerebbe quindi solo sull’altro 8%, che pesa sui conti delle Regioni e, in misura minore, di Comuni e Province. Il rischio, evocato in modo corale da amministratori di ogni colore politico ( e qui è evidente il riferimento al comunicato stampa di inizio agosto dell’ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni) è il “blocco assoluto degli investimenti”, ma sarebbe sbagliato liquidare la questione come la solita cantilena anti-tagli: anche al Governo la preoccupazione è palpabile, soprat-

tutto da parte dei tecnici, ed è intenso il lavorio per provare a smussare un po’ la novità in chiave attuativa”. Nel Documento di economia e finanza (Def) appena aggiornato dal Governo - prosegue l’articolo de Il Sole 24 ore - che nei prossimi quattro anni prevede una flessione del 10,4% della spesa in conto capitale messa in campo da tutta la Pubblica amministrazione, centrale e locale. Ma le cifre più allarmanti si leggono quando si stringe l’inquadratura sui soli conti regionali: il prossimo anno, stando ai bilanci di previsione 2015-2017 delle Regioni, la spesa in conto capitale nei territori a Statuto ordinario supererà di qualche spicciolo i 4,5 miliardi di euro, per scendere ancora di un miliardo abbondante nel 2017. “È un disastro, che può costarci anche oltre un punto di Pil” taglia corto Massimo Garavaglia, coordinatore della Commissione affari finanziari per la Conferenza delle Regioni e assessore al Bilancio della Lombardia, sentito sempre da Il sole 24 ore. “Senza gradualità nell’applicazione delle nuove regole si brucia ogni possibilità di investimento. Le Regioni accettano la sfida dei sacrifici, noi per esempio abbiamo ridotto da 16 a 3 le Asl e tagliato drasticamente organici dirigenziali e non, ma bisogna poter reinvestire per lo sviluppo”.


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4 30 settembre 2015

Alla manifestazione, è intervenuto il segretario generale della Cei, mons. Galantino

“Legalità, gli studenti a confronto”

Lodevole iniziativa organizzata da Paola Sabatini direttore dell’ufficio scolastico Oltre 700 studenti, arrivati da tutto il Molise, hanno preso parte a Isernia all’incontro organizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale sul tema della legalità. L’Auditorium “Unità d’Italia” ha accolto le scuole medie e superiori con un evento indimenticabile: per i numeri delle adesioni, per il livello del dibattito e del confronto e per l’entusiasmo dimostrato da studenti e docenti. Il tema della legalità è stato scelto dall’Ufficio Scolastico Regionale del Molise come il filo conduttore di quest’anno di attività. Sul palco, oltre al direttore dell’Ufficio Scolastico regionale Anna Paola Sabatini, anche il presidente della Regione Paolo Di Laura Frattura, il prefetto di Isernia Filippo Piritore, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni Claudio Di Ruzza. Ospite d’eccezione dell’evento, il Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Nunzio Galantino. Le sue parole, dirette e senza nessuna ipocrisia, hanno colpito gli studenti e i docenti in platea. “La scuola non è presidio di legalità se educa al conformismo – ha esordito – e la legalità deve andare oltre il rispetto delle leggi e tendere alla giustizia”. I Segretario della Cei

ha poi auspicato una scuola che abbia come slogan “meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. Sui migranti ha detto anche che “la vera accoglienza è chiedersi se si possa dare un progetto a chi chiede accoglienza”. “Voi ragazzi testimoniate la vostra determinazione di crescere e confrontarvi – ha aggiunto il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Anna Paola Sabatini questo è per noi un grande stimolo. Il tema della legalità sarà

Il MoVimento 5 Stelle in difesa dell’acqua pubblica pronto a presentare gli atti in Consiglio per stabilire la pubblicizzazione della gestione dell’acqua Nel 2011 ben 27 milioni di persone hanno votato per un’acqua “pubblica”, quindi gestita fuori dalle logiche di mercato. Fino a oggi, però, i governi sono andati in direzione completamente opposta. Hanno dato in mano a un ente garante del mercato la definizione della bolletta e stanno accentrando nelle mani di poche società la gestione dell’acqua attraverso le norme del decreto ‘Sblocca Italia’. Attenzione però, dal 2011 l’attuale classe dirigente non ha mai parlato di “privatizzazione” dell’acqua, ma ha mascherato il concetto dietro eleganti formule come “aggregazione” o “razionalizzazione”. Anche il PD, per quel referendum, era salito sul carro del vincitore, ma non ha mai legiferato in linea con quanto deciso dai cittadini! Ebbene, lo Sblocca Italia ha introdotto nuove norme che modificano il titolo II, parte III, del Decreto legislativo numero 152 del 2006 (Testo Unico ambientale), che è una delle leggi di riferimento, prevedendo una serie di adempimenti per completare l’attuazione della disciplina che regola il Servizio Idrico Integrato e introducendo il concetto di “unicità” della gestione all’interno di ogni Ambito territoriale ottimale. Per questo è stato fissato il termine del 30 settembre 2015. Entro quella data, gli Enti di governo d’ambito dovranno completare gli

inserito nella progettualità educativa di tutte le scuole perché, come evidenziato dal presidente della Repubblica Mattarella, la scuola è il primo presidio di formazione delle coscienza. Voi siete il futuro e siete lo strumento che può portare a una società migliore. La scuola è palestra di valori, dove nessuno è solo, a scuola si impara a relazionarsi. In un momento in cui la società è chiamata a un’integrazione importante, la scuola è il luogo dal

quale i concetti di integrazione possono partire. Il Molise mantiene vivi quei valori genuini di accoglienza e questo è un dato significativo anche della passione che si porta a scuola tutti i giorni. La legalità sia testimonianza pratica, attraverso i comportamenti quotidiani. A scuola nessuno è solo, dove il compito dell’educatore è una missione concentrata nel permettere ai ragazzi di raggiungere il successo personale, svilupparsi al meglio. La scuola

non abbia paura di educare ai valori. Legalità vuol dire anche essere liberi, non avere paura di seguire quei valori”. Durante i lavori sono stati ascoltati anche alcuni interventi degli studenti presenti in sala, tra i quali due alunni del (Cpia) Centro Permanente Istruzione di Isernia che si occupa anche dell’educazione e della formazione di giovani in difficoltà. Un alunno straniero dello stesso Centro ha poi consegnato a Mons. Galantino una campana della Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. L’alunna Martina Castiello della III C del Liceo scientifico “Majorana – Fascitelli” di Isernia ha vinto, invece, il concorso “Un tema per la legalità”, leggendo il suo lavoro in auditorium, mentre il Coro Voci Bianche della Giovanni XXIII di Isernia ha cantato in apertura l’Inno di Mameli accompagnato al pianoforte dall’alunno Lorenzo Marzilli. Sul profilo @scuolamolise dell’Ufficio Scolastico Regionale sono arrivati quasi 300 tweet sul tema della legalità, alcuni dei quali sono stati pubblicati sullo stesso profilo e sono diventati oggetto di dibattito durante l’evento. I lavori sono stati moderati da Maria Antonietta Spadorcia, caposervizio interni Tg2 della Rai.

Acqua pubblica senza se senza ma affidamenti, pena l’intervento sostitutivo della Regione e dello Stato. Sempre entro il 30 Settembre 2015 lo Sblocca Italia chiede a ciascun Ega, di redarre il Piano d’Ambito, di scegliere la forma di gestione e di avviare la procedura di affidamento al gestore unico. Una riforma complessiva del sistema, da molti considerata non necessaria e, tra l’altro, varata poco prima della discussione in Parlamento della proposta di legge sulla ripubblicizzazione dell’acqua a prima firma MoVimento 5 Stelle. Una riforma, quindi, che continua a scuotere i tanti forum nazionali che da sempre si battono per l’acqua pubblica. In Molise cosa succede? Dopo che nel 2009 fu soppressa l’Autorità d’Ambito con disposizione di legge nazionale, passaggio dovuto a causa delle numerose gestioni fallimentari su tutto il territorio nazionale, è stata riproposta una nuova autorità, dotata però di personalità giuridica. La Regione infatti, con unasemplice delibera (per il Movimento 5 Stelle Molise, a forte rischio di legittimità) e in grave ritardo rispetto alle disposizioni di legge, ha istituito l’Egam, l’Ente di governo dell’ATO, che dovrà redarre il Piano e affidare la gestione del Servizio Idrico molisano. A

questo Ente i Comuni dovranno aderire obbligatoriamente attraverso delibera consiliare: qualcuno lo ha già fatto, vedi Termoli e Riccia. In attesa della piena operatività dell’Egam, inoltre, tramite decreto il Presidente della Regione nominerà un commissario straordinario per la gestione ordinaria e straordinaria dell’Ente di governo dell’ambito. Un inciso: siamo ormai abituati a leggere “urgenza” o “straordinarietà” nelle leggi nazionali e regionali, ma riforme in questo settore, per noi, hanno bisogno preventivamente di ponderate riflessioni, partecipazione e condivisione. E’ evidente che le regole della governance del Servizio Idrico Integrato sono molto importanti, perché è da esse che passano gli investimenti presenti e futuri del settore, quindi anche le connesse possibilità di lavoro per professionisti e imprese di costruzione, oltre che un buon servizio per i cittadini. In Molise il fautore della riorganizzazione è l’assessore Nagni, coadiuvato da un gruppo di lavoro lautamente pagato e la cui costituzione già abbiamo denunciato alcuni mesi fa (link). Certo, l’assessore continua a parlare di gestione dell’acqua pubblica, concetto ribadito anche nei principi in una sintetica proposta di legge presentata a sua firma. Ma il Mo-

Vimento 5 Stelle ritiene che questi principi, compreso quello relativo alla partecipazione attiva della cittadinanza alle decisioni sulla gestione del servizio idrico integrato, non debbano restare vuote formule teoriche, ma debbano essere specificati in precise e vincolanti disposizioni. Principalmente, il gestore unico che dovrà assicurare il servizio all’utenza e la realizzazione del programma degli interventi previsti nel Piano d’Ambito, dovrà assolutamente lavorare “in house”, perché purtroppo l’articolo 7 dello Sblocca Italia lascia chiare possibilità a gestori privati di entrare “nell’affare” dalla porta principale. Questo non può e non deve accadere. In conclusione, avremmo preferito che la nuova struttura del Servizio Idrico Integrato venisse decisa direttamente dal Consiglio Regionale e non solo dalla Giunta, ma forse l’Assessore tornerà sui suoi passi portando in assise l’atto istitutivo dell’Ente oppure porterà solo la legge di principio già all’attenzione della Commissione. Una cosa è certa: il MoVimento 5 Stelle darà battaglia in Consiglio regionale e presenterà gli emendamenti adeguati a ristabilire la pubblicizzazione dell’acqua senza se e senza ma.


Tutto quello che 5 aglio gli altri non dicono TA lto 30 settembre 2015 senza alcun finanziamento pubblico La comunicazione istituzionale, l’editoria e l’informazione non sono tabù

Cimino: “Sollevare i veli del Corecom” Nel consiglio d’amministrazione del 12 ottobre all’ordine del giorno è stata iscritta la proposta di ripartizione dei fondi per le Tv che nel Molise sono Telemolise (con due canali), Teletrigno e Teleregione Comunicazione istituzionale, editoria, informazione: un mondo stereotipato, vissuto e fatto trasparire all’esterno levigato e scorrevole e invece qualche ruga ce l’ha, e anche gli intoppi. Le une e gli altri almeno nel Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom) sono state sempre tenute al coperto fintanto nel consiglio di amministrazione l’opposizione in consiglio regionale è riuscita ad inserire un giornalista, Vincenzo Cimino, per contrastare democraticamente il presidente Andrea Latessa e l’altro membro Gioe Mileti, espressione entrambi della maggioranza di Palazzo Moffa. Del Corecom, delle competenze, dell’attività, anche delle residue forme di ossequio alla politica regionale (la Regione lo nomina e lo foraggia), nel settore della comunicazione e dell’informazione (scritta e parlata) ormai se ne parla a libro aperto intorno agli argomenti all’ordine del giorno e alla scelte operative. Dal che n’è sta venendo fuori una realtà che anche in questo campo così forbitamente coperto e trattato dal sistema dell’informazione locale (scritta e parlata), dice che sussistono problemi di agibilità, sottesi interessi di categoria, e strumentalità di genere. Importante, dunque, che se ne parli e che la gente sappia. Cimino all’atto della nomina a consigliere del Corecom ha dichiarato quale sarebbe stato il suo compito di “oppositore” e quali gli atteggiamenti pertinenti per essere in linea con gli interessi generali degli operatori dell’informazione locale. Da questa premessa è scaturita, a esempio, la richiesta al presidente Latessa di sapere se negli anni 2014 e nel 2015 le somme che le amministrazioni pubbliche

o gli enti pubblici anche economici destinano, per fini di comunicazione istituzionale, all’acquisto di spazi sui mezzi di comunicazione di massa, risultano complessivamente impegnate, sulla competenza di ciascun esercizio finanziario, per almeno il 15% a favore dell’emittenza privata televisiva locale e radiofonica operanti, e per almeno il 50 per cento a favore dei giornali quotidiani e periodici, e se è stata data comunicazione all’Autorità delle somme impegnate per l’acquisto, ai fini di pubblicità istituzionale, di spazi sui mezzi di comunicazione di massa. Probabilmente Ciminio, e con lui l’opinione pubblica locale, queste notizie le potranno avere a conclusione del consiglio di amministrazione del Corecom

del 12 ottobre al cui ordine del giorno è stata iscritta la proposta di ripartizione dei fondi per le Tv che nel Molise, in esercizio, sono Telemolise (con due canali), Teletrigno e Teleregione. Sulla ripartizione dei fondi per le Tv il Molise è buon ultimo a deliberare, e questo ritardo lo stanno pagando incolpevolmente le 444 Tv locali in Italia che certo del Molise non hanno una buona impressione. Un altro punto caldo all’interno del Corecom è la trattazione dell’ultima legge regionale sull’editoria che, per mancanza di solerzia e di responsabilità , non è ancora fornita del regolamento di attuazione. Il presidente Latessa vorrebbe che il relegamento lo elaborassero le strutture regionali che, facile intuirlo, starebbero al gradimento “de li superiori”; Cimino invece è dell’avviso che la questione vada aperta al confronto con gli editori e coi direttori delle testate giornalistiche per avere una condivisione e un consenso preventivi. Nessuno ne ha parlato finora ma preme anche la questione della distribuzione dei giornali che non arrivano dappertutto e che non sempre la distribuzione viene garantita, creando dubbi (che Cimino non ha) sulla fornitura alle edicole per almeno il 95 per cento di esse. Un problema per la carta stampata e per la ripartizione dei contributi.

Atm conferma “Il 1 ottobre mezzi fermi” L’azienda di trasporti ATM reclama alla Regione il pagamento degli arretrati, senza i quali è in difficoltà e garantire il servizio. L’ultima circolare pubblicata sul sito della società, l’Atm comunica : “in considerazione di difficoltà momentanee determinate dal mancato incasso dei corrispettivi di esercizio da parte della Regione, i servizi di trasporto gestiti dalla scrivente saranno sospesi dal 1 ottobre 2015 e fino a nuova comunicazione.Ci scusiamo per il disagio arrecato all’utenza, comunque non imputabile alla Società e che ci auguriamo di poter risolvere nel minor tempo possibile”. Possibile che l’assessore Pierpaolo Nagni continui a trincerarsi dietro una malcelata posizione politica che avrebbe assunto l’azienda? Ma se questa attende il pagamento delle spettanze si tratta di questionedi lana caprina oppure di altro? Lo sa l’assessore Nagni che per fare carburante ci vogliono i soldi?

Dardo

Tra calo degli alunni, riduzioni delle classi e assetto del corpo insegnanti Tra gli accadimenti che ciclicamente caratterizzano lo scorrere di un anno, la riapertura delle scuole dopo la pausa estiva e senz’altro uno dei più sentiti. Dai ragazzi, ovviamente, dai loro genitori, sollevati anche se non lo ammetteranno mai, dagli insegnanti, depressi come i ragazzi, anche se non lo ammetteranno mai. Un rito sociale tra i più partecipati. Verrebbe voglia di scrivere un pezzo di colore sulla riapertura di quest’anno. Parlare di come sia cambiata la scuola, dell’invasione di internet anche nell’apprendimento, di quanto siano cambiati i programmi, del senso di rispetto riconosciuto all’istituzione scolastica in sé e a chi la rappresenta. Un articolo leggero, per una volta. Che ci faccia sentire parte di un mondo in movimento, costantemente in progresso, seppure con lentezza. Purtroppo i dati ce lo impediscono. Siamo costretti, come ogni giorno, a fare un report depresso e deprimente del mondo scolastico molisano. Una condanna senza fine,

Scuola, timori per il futuro del sistema evidentemente. Dal 2007 ad oggi la scuola molisana ha perso complessivamente 7000 alunni, 1600 posti di lavoro e il numero folle di 30 scuole. Un’ecatombe. Considerando che i giovani e la scuola rappresentano l’incarnazione materiale e metaforica del futuro, la sua declinazione più immediata, si capisce come questa regione, nel suo complesso, sia destinata inevitabilmente ad un inesorabile tramonto. Dei 1600 precari che popolano le graduatorie dei docenti molisani, soltanto in 249, quest’anno, hanno trovato il loro primo incarico a tempo indeterminato. Nei prossimi mesi di novembre e dicembre altri 569 dovranno preparare la valigia e raggiungere la casuale destinazione che il cervellone (mai sostantivo fu più inadeguato) del ministero ha estratto

per loro dai circuiti, notoriamente senza cuore e, probabilmente, buon senso. Dopo anni, molti anni, di precarietà, ad un’età avanzata,

centinaia di persone dovranno abbandonare, famiglie, affetti, abitudini pur di non aver sprecato un’intera esistenza. Gente siciliana

mandata in Emilia, emiliani mandati in Sicilia, roba così. Ma la chiamano “La Buona Scuola”. Al giorno, d’oggi, evidentemente, con un buono slogan ed un imbonitore all’altezza, che buchi il video, non fa nulla se a furia di reiterate sciocchezze, si può convincere chiunque a fare qualunque cosa. La storia recente ce lo insegna. Solo per la fredda cronaca, che è comunque di gran lunga preferibile ai commenti che saremmo davvero tentati di esprimere, la popolazione di studenti molisani, complessivamente intesa, ammonta a 41200 unità, affidati a 5000 operatori, tra docenti e personale amministrativo, in 54 scuole autonome. Sulla cui solidità strutturale avremmo davvero preferito che fossero stati profusi i migliori sfozi; per una una scuola buona.


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Campobasso

30 settembre 2015

Camere di commercio, partono i tagli Campobasso assorbirà quella di Isernia. Si procederà alla elezione del nuovo presidente CAMPOBASSO. È iniziato il count down per la riforma delle Camere di commercio. È infatti entrata in vigore lo scorso 28 agosto la legge 124/2015 che delega il governo al riordino degli enti camerali. Entro 12 mesi l’esecutivo dovrà adottare un decreto legislativo che riformerà l’organizzazione, le funzioni e il finanziamento della Camere di commercio. Tutti i tagli. Nel dettaglio, il decreto legislativo dovrà essere adottato nel rispetto di sei principi e criteri direttivi. Il primo — il più ostico per i conti degli enti camerali — riguarda la determinazione del diritto annuale a carico delle imprese, che sarà ri-

dotto, rispetto agli importi determinati per il 2014, del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e del 50% dal 2017. Il secondo, quello che probabilmente farà discutere di più dal punto di vista “campanilistico”, prevede la ridefinizione delle circoscrizioni territoriali, con riduzione del numero dalle attuali 105 a non più di 60 mediante accorpamento di due o più Camere di commercio: soltanto con una soglia dimensionale minima di 75 mila imprese iscritte sarà possibile evitare l’accorpamento. Il terzo criterio attiene alla ridefinizione dei compiti e delle funzioni: occorrerà individuare più nel dettaglio gli ambiti di attività nei quali

svolgere la funzione di promozione del territorio e dell’economia locale. Il quarto punto prevede il riordino delle competenze relative alla tenuta e valorizzazione del Registro delle imprese, il quinto la definizione di standard nazionali di qualità delle prestazioni delle Camere di commercio e il sesto la riduzione del numero dei componenti dei consigli e delle giunte. L’autoriforma In diverse regioni le Camere di commercio hanno già avviato una sorta di autoriforma in relazione agli accorpamenti. Che prevedono, per esempio, che in Emilia Romagna si passi da 9 a 4, in Piemonte da 8 a 3,

in Veneto da 7 a 5, nel Lazio da 5 a 2, in Campania da 5 a 4 e in Puglia da 5 a 3. In Abruzzo, Chieti e Pescara hanno già deliberato di andare insieme, come pure in Basilicata Potenza e Matera, in Friuli Trieste e Gorizia ein Molise Campobasso e Isernia. In Calabria è già stata deliberata l’unione a tre tra Catanzaro, Crotone e Vibo così come in Liguria tra Imperia, La Spezia e Sav ona e nelle Marche tra Ascoli, Fermo e Macerata. Tra le regioni più grandi i giochi sono fatti in Sicilia, con Palermo che ha deliberato l’accorpamento con Enna e il matrimonio a tre di Agrigento, Caltanissetta e Trapani e quello a quattro tra Catania,

Messina, Ragusa e Siracusa. Riduzione da 7 a 5 effettuata anche in Veneto con l’accorpamento di Venezia con Rovigo e di Treviso con Belluno. In Piemonte si registra solo l’unione tra Biella e Vercelli e in Toscana quella tra Grosseto e Livorno. Mancano all’appello regioni come la Lombardia e, come si è visto, non tutte quelle che hanno deciso di avviare l’accorpamento hanno già deliberato chi va con chi e chi evita l’accorpamento. Fra dodici mesi il quadro dovrà essere necessariamente più chiaro.

Museo diocesano: iniziano i lavori a Bojano nell’ antico palazzo vescovile BOjAnO (CB). “Il Museo è un segno distintivo di preziosa appartenenza della terra” con queste parole l’arcivescovo di Campobasso – Bojano S.E. Mons. GianCarlo Bregantini, annunciava un anno fa – in conferenza stampa - la presentazione del progetto di realizzazione del museo diocesano nell’antico Palazzo Vescovile di Bojano, antica sede vescovile. Lo scorso giovedì 24 settembre 2015 sono stati finalmente avviati i lavori esterni del corpo museale dell’ edificio dell’antica sede vescovile della diocesi presso la Chiesa dei Ss. Erasmo e Martino, grazie al sostegno economico della Regione Molise, fondi Fsc ex Fondi Fas e con il contributo della diocesi. I lavori del progetto sono curati dall’Architetto Alberto Tommaso direttore dell’Ufficio tecnico diocesano e realizzati dalla ditta Venditti di Vinchiaturo, insieme all’architetto Fabrizio De Rose. L’allestimento sarà curato da un gruppo di esperti guidati dalla commissione diocesana di Arte Sacra, diretta da padre Giancarlo Li Quadri Cassini. Questa opera culturale porterà luce alla ricchezza dell’arte religiosa presente in Diocesi, un potenziale turistico ancora non pienamente valorizzato in regione, intrecciato - nell’idea di Bregantini - ad un percorso che, partendo da Benevento condurrà ad Altilia per toccare Bojano e spostarsi verso il santuario dell’Addolorata di Castelpetroso per giungere, attraverso le montagne del Matese, fino ad Isernia. Ed è proprio la Regione Molise che ha creduto in questo pro-

getto, prendendo a cuore e con serietà questo filone della cultura e del turismo, che può essere potenziato e può essere volano per una economia di nicchia. La scelta della città di

Bojano si colloca in un progetto di valorizzazione del territorio, in questo caso, quello matesino, ricco di bellezze naturali e sede dell’antica diocesi. Ma, tenendo lo sguardo sempre teso al sostegno dei fedeli; infatti proprio questa area è stata colpita in maniera forte dalla crisi e il piccolo segno del museo vuole essere uno stimolo ulteriore a non arrendersi dinanzi alla situazione difficile in cui si trova la gente del Molise. Inoltre, questa nuova iniziativa culturale si pone all’interno della nuova evangelizzazione attraverso la via “della bel-

lezza”, per diventare un “luogo vivace di incontro, di dibattito, di riflessione attuale”. Il museo, da non intendere come luogo freddo e distaccato, può diventare fonte di ispirazione sempre nuova per gli artisti del sacro. Nel museo, dunque, la storia del territorio diventa elemento per “stimare ancora di più la zolla di terra che noi ora abitiamo”, Sarà così polo di progettazione che, oltre a contenere il patrimonio diocesano opportunamente conservato, valorizzato, si propone di organizzare mostre temporanee su argomenti specifici, per stimolare l’attenzione su pezzi di storia e di dolore della terra diocesana. Papa Francesco, il 5 luglio, ha esordito invitando i giovani ad essere creativi, ad uscire e a rompere gli schemi che, troppe volte, ingabbiano l’uomo e lo rendono passivo spettatore di iniziative che vengono dall’alto. Questo investimento culturale rappresenta un piccolo, ma significativo passo, di come poter valorizzare i nostri beni culturali ecclesiastici, riuscendo a creare anche una forma imprenditoriale nuova per questa terra, tutta da progettare. Ci prefiggiamo – ha detto Bregantini- di poter inaugurare il nuovo Museo, il 2016, il 24 agosto – a Bojano - in occasione della Festa di San Bartolomeo Apostolo, patrono della diocesi.

Polizia, festeggiato San Michele Il patrono del Corpo è stato celebrato alla scuola allievi agenti CAMPOBASSO. Ieri mattina, presso l’Aula Magna della Scuola Allievi Agenti, la Polizia di Stato di Campobasso ha festeggiato San Michele Arcangelo, suo Santo Patrono. La prevista cerimonia eucaristica, officiata dal Cappellano della Polizia di Stato Don Giovanni Diodati, si è svolta alla presenza del Vicario del Questore, Alessandra Faranda Cordella, del personale della

Polizia di Stato della provincia e dei loro familiari nonché degli Allievi Agenti frequentatori del 193° Corso di formazione attualmente in atto presso la locale Scuola Allievi Agenti. Alla manifestazione hanno presenziato, inoltre, il Viceprefetto Vicario, Pierpaolo Pigliacelli, le massime autorità regionali e provinciali delle Forze dell’Ordine.


Campobasso

7 30 settembre 2015

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A Palazzo san Giorgio è iniziata la fase di cambiamento organizzativo

Il fatto nuovo: dirigenti e funzionari collocati in base alle competenze rispetto alle funzioni

Tocca ora agli amministratori fornire idee, programmi e progetti da impostare e realizzare avendo a disposizione le strutture necessarie Le solite stucchevoli manfrine politiche che aprono e chiudono ipotesi di crisi, polemiche, contrasti, che rendono una rappresentazione abbastanza deprimente della pochezza politica dei protagonisti, sta letteralmente fagocitando, sottraendolo all’occhio del cittadino utente, il processo di riorganizzazione dei servizi e delle strutture municipali. A Palazzo san Giorgio sta avvenendo una sorta di rivoluzione, un rivolgimento destinato a produrre cambi e spostamenti di uomini e di funzioni e con essi una diversa concezione del lavoro e un diverso atteggiamento di fronte al concetto base di servizio pubblico nella Pubblica amministrazione, che al Comune di Campobasso aveva ceduto il passo ad un esercizio di potere, peraltro fine a se stesso. Viene rimossa una situazione decennale, stagnante e, nella

sua stagnazione, ripetitiva, per fare luogo a un nuovo modello gestionale e comportamentale. La genesi di questo mutamento di mentalità è racchiuso nella relazione di Antonio Iacobucci alla sua proposta di riorganizzazione che la giunta presieduta dal sindaco Battista ha accolto e fatta propria. Uno dei pilastri su cui poggia la riorganizzazione è l’implementazione di gruppi dotati di notevole autonomia ed organizzati volta per volta in funzione degli obiettivi e risultati da raggiungere. Si esce quindi dalla standardizzazione del lavoro, dai compartimenti stagni, per creare interattività e corresponsabilità. “In questa prospettiva – ha scritto Iacobucci – i dipendenti della nuova organizzazione dovranno imparare a lavorare in team, inseriti nelle strutture organizzative e non collegati a livello direttivo attraverso le tradizionali linee

gerarchiche”. Gli obiettivi da raggiungere hanno 4 punti fermi cui attenersi per il successo. Sono: la missione, ovvero l’applicazione dell’istituto della delega da parte dei dirigenti; la competenza, ovvero l’organizzazione operativa dovrà essere costruita sulle persone, sul contributo personale e specifico di ciascun collaboratore: in altre parole sulla competenza appunto; l’informazione, ovvero le conoscenze devono essere comunicate a tutti e non devono essere più esclusivo appannaggio del vertice o del titolare del procedimento amministrativo; la cultura, ovvero il tasso di responsabilità del personale nell’assumere i compiti affidati e lo spirito di iniziativa che lo distingue. Coesione soprattutto, e capacità della dirigenza di motivare il personale posto costantemente nella condizione di avere le informazioni ne-

cessarie per operare con tranquillità. Prova decisiva quindi per Vincenzo De Marco che nella giostra delle rotazioni dirigenziali ha lasciato l’Urbanistica e la Polizia municipale per prendere i Servizi alla persona, il Commercio e l’Informatizzazione; Matteo Iacovelli al quale è stata confermata l’avvocatura cui si sono aggiunti i Servizi generali e la Polizia urbana; Nicola Sardellla che si occuperà del Personale, dei Tributi, del Settore patrimonio e delle attività economiche (patrimonio e farmacie); Giovanna Iannnelli destinataria dell’Urbanistica e dei Lavori pubblici. Antonio Iacobucci che cura e coordina l’applicazione delle linee d’indirizzo e il controllo, almeno per una prima fase di avvio e di rafforzamento, curerà ad interim la Ragioneria e il Bilancio la cui titolarità è nelle attribuzioni di Nicola Sardella. Il segre-

tario generale i compiti glieli assegna la legge. Di notevole e significativo è anche il movimento che vede coinvolti i funzionari Salati che lascia la gestione delle Gare d’appalto per andare ai Servizi demografici, Pisani che lascia l’Ufficio contratti ed economato destinato al Commercio e Macchiarola che lascia l’Ambientee va al posto alle Gare d’appalto e ai contratti. Tocca ora agli amministratori fornire idee, programmi e progetti da impostare e realizzare avendo a disposizione le strutture necessarie, le competenze opportunamente selezionate e motivate. Soprattutto se finiranno le manfrine politiche e il senso di responsabilità riuscirà a prevalere nella misura giusta per esprimersi a tutto tondo. Dardo

Campobasso, interruzione del flusso idrico Per un guasto senza acqua mercoledì numerosi quartieri CAMPOBASSO. L’Amministrazione comunale di Campobasso in- carsi l’interruzione del flusso idrico nelle seguenti zone: forma che, a seguito di lavori urgenti ed in differibili programmati da Molise Acque sulla cabina ad alta tensione di S. Maria delle Mac- Colle delle Api, Zona industriale, San Giovanni in Golfo, Lama chie di Vinchiaturo, mercoledì 30 settembre 2015 potrebbe verifi- Bianca, Coste di Oratino, Calvario, Colle Leone e S. Stefano.

EvEnto sciEntifico

Giovedì alla Biblioteca dell’università lezione magistrale della senatrice Cattaneo alla Giornata del dottorato di ricerca sul tema: “Cellule di emendamenti, dalla parte della realtà”

Ricerca: evocazione scientifica di primo piano. Di ricerca si parlerà all’università del Molise giovedì primo ottobre in occasione della celebrazione della giornata del dottorato di ricerca. E a parlarne una importante ricercatrice italiana, professore ordinario presso l’università di Milano, senatri a vita, Elena Cattaneo. Terra una lezione magistrale sul tema: “Cellule ed emendamenti dalla parte della realtà”. I dottorandi in ricerca dell’università del Molise avranno una interlocutrice di prestigio a stimolarli per l’avvenire. L’appuntamento alla Biblioteca di Ateneo in Viale Manzoni, alla sala Fermi, a cominciare dalle ore 10,30, è da non mancare essendo, come tengono a sottolineare i vertici scientifici, “è uno dei più importanti per

la ricerca scientifica dell’Ateneo ed ha un duplice obiettivo: da un lato ribadire e porre l’accento sul ruolo essenziale che, ancor di più oggi, rivestono i corsi di dottorato di ricerca, il più alto grado di istruzione previsto nell’ordinamento accade-

mico italiano, per le prospettive di sviluppo, e dall’altro rendere partecipe e coinvolgere il tessuto istituzionale, socio-economico e culturale nel processo di valorizzazione delle competenze e dello spirito critico del futuro ricercatore; quello spirito cri-

tico, di partecipazione e di curiosità scientifica, ch’è oltremodo necessario al sistema universitario per affrontare le nuove sfide del progresso e della sempre più pregnante internazionalizzazione della ricerca”. C’è dell’aulico, ma c’è del vero. Soprattutto per una università come la molisana che vuole crescere e affermarsi partendo certo da condizioni ambientali non proprio ottimali, intendendo per condizioni ambientali la scarsità relazionale dell’università con il sistema istituzionale locale, provinciale regionale. Sempre dall’università tengono a sottolineare che la “lectio magistralis” della Cattaneo sul tema “Cellule di emendamenti, dalla parte della realtà” - in un dialogo con i giovani

dottorandi – tratterà argomentazioni certamente improntate sugli aspetti innovativi che vanno caratterizzando sempre più l’attività di ricerca, senza tralasciare i punti salienti su cui occorre intervenire per aumentare le prospettive professionali dei dottori di Ricerca. Ma non è tutto. Infatti quelle stesse argomentazioni dovranno fungere, anche e soprattutto, da sprone in una prospettiva di valorizzazione della personalità e dei talenti dei giovani. L’incontro sarà avviato dagli interventi del rettore Gianmaria Palmieri e del prorettore con delega ai dottorati di ricerca, Enzo Di Nuoscio. I lavori saranno introdotti dal coordinati ore del dottorato in Medicina traslazionale e clinica, Maurizio Taglialatela.





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Isernia

30 settembre 2015

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“ La legge elettorale della Regione Molise va assolutamente cambiata” E’ il sindaco di Roccamandolfi, Giacomo Lombardi, a segnalare la necessità della variazione ISERNIA. “Anche alcuni Comuni della Provincia di Isernia esortano con forza il governo regionale a ripensare alla normativa vigente per garantire la giusta rappresentatività del territorio pentro. La legge elettorale vigente – afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi – va assolutamente modificata per garantire a Palazzo Moffa una giusta rappresentanza della Provincia di Isernia con tutto quello che ne consegue. La Regione Molise ha adottato la legge 43 del 1995 – continua il sindaco Lombardi – ma con la spending review si è pensato esclusivamente alla ridu-

zione a 20 dei membri del consiglio, senza tener conto della geografia del territorio, con conseguente penalizzazione della Provincia di Isernia che sconta senz’altro un vulnus di rappresentatività(che oggi più che mai sarebbe utile considerato che ogni giorno si prefigurano nuovi tagli), che poi a cascata si ripercuote anche sulle amministrazioni comunali, che soffrono della mancanza di riferimenti politici della zona. Allo stato attuale il consiglio regionale risulta essere composto da ventuno consiglieri, inclusi il Presidente della Giunta ed il Presidente

del Consiglio e di questi 21 solo tre(quindi un settimo) sono rappresentanti della provincia di Isernia, allora se è vero come è vero che la Provincia pentra rappresenta un terzo della popolazione molisana senza voler fare sciocchi e inutili campanilismi che non mi appartengono, trovo giusto, normale e direi quasi scontato – continua Giacomo Lombardi – che un terzo dei membri di palazzo Moffa(quindi 7 unità) rappresentino la Provincia di Isernia. Sul tema – conclude Giacomo Lombardi – c’è un silenzio assordante, sia da parte dei partiti, sia da parte degli inquilini dell’attuale consi-

glio regionale, che anziché proporre una modifica che appare giusta e scontata preferiscono con il loro silenzio mantenere posizioni di potere e privilegio senza capire che oggi il corpo elettorale è attento e maturo e pronto anche a punire simili atteggiamenti. Se poi aggiungiamo che da qualche mese in giunta manca un rappresentante del territorio pentro, il dato è tratto e si comprende bene perché la nostra provincia sta lentamente morendo. La speranza è che in questo silenzio assordante ci sia qualcuno che batta un colpo di onestà intellettuale in tal senso.

Ribelliamoci alla morte civile di Isernia di Emilio Izzo Le tristissime vicende che stanno investendo in pieno il territorio della gloriosa provincia di Isernia, ormai ex, e del Molise prossimo ex, preoccupano tutti i settori della vita pubblica. Da quelli ormai scomparsi a quelli in via di estinzione. Enti, fabbriche, attività commerciali, edilizia, università, salute, lavoro, ecc., morti o in agonia. Prima la provincia di Isernia, prossimamente la regione Molise, sono state consegnate o stanno per esserlo a logiche politiche e geografiche che non hanno rispetto di niente e di nessuno! Al presente si allega il volantino dell’evento.

L’eliminazione di un intero territorio non e’ un fatto di cultura, bensi’ ignoranza allo stato puro! Isernia e tutta la sua provincia, con una storia fatta di battaglie e di conquiste, subisce inesorabilmente l’attacco del governo nazionale e regionale, tale da produrre danni inverosimili e forse irreversibili. qui dove la storia piu’ antica ha trovato le sue origini, e ancor prima nella preistoria, dove persino l’impero romano ha dovuto inchinarsi, dove santuari, basiliche, anfiteatri e teatri, cardi e decumani, fiumi leggendari, monti mozzafiato, antiche civilta’ transumanti, luoghi di papi santi, di tradizioni millenarie, i nuovi barbari, gonfi di cultura dell’arricchimento

personale e dell’arrivismo piu’ sfrenato, servi del denaro e dei banchieri affamatori, stanno flagellando l’antica via tracciata da uomini e donne laboriosi che si dannavano per dare un futuro alle nuove generazioni. chiudono le istituzioni, chiudono le attivita’ commerciali, chiude l’edilizia, chiudono le aziende, chiudono le scuole, spariscono i centri di aggregazione, fuggono tutti i giovani e i cervelli, chiudono l’universita’, ridimensionano gli ospedali, cancellano in un sol colpo tutto quanto costruito con sudore, credo ed abnegazione! Impossibile rimanere inermi ed inerti difronte a questa agonia!

Fornelli: in paese è arrivato il nuovo parroco Don Francesco Rinaldi si è insediato nella chiesa di San Michele Arcangelo FORNELLI. Con la santa messa officiata da monsignor Camillo Cibotti, vescovo emerito della diocesi di IserniaVenafro, si è insediato ufficialmente nella serata di lunedì 28 settembre il nuovo parroco di Fornelli Don Francesco Rinaldi. Alla celebrazione eucaristica, che si è svolta nella chiesa di San Michele Arcangelo, hanno partecipato numerosi fedeli che in maniera calorosa hanno voluto salutare Don Francesco proveniente dalla parrocchia di Macchia d’Isernia. In prima fila il sindaco Giovanni Tedeschi accompagnato da alcuni amministratori. Alla cerimonia ha preso parte anche il Questore di Isernia, il dottor Vincenzo Vuono. Il nuovo parroco, che conosce già la

realtà locale, si è detto entusiasta ed emozionato nell’affrontare questa “nuova avventura di vita” a Fornelli. A Don Francesco vanno gli auguri ed il benvenuto del primo cittadino

Giovanni Tedeschi, che ha voluto salutare in tale occasione, il caro Don Francis Tiso, ex parroco di Fornelli, che tanto ben si è distinto per il suo operato negli anni precedenti.

L’appello accorato lo si rivolge a tutti! famiglie, impiegati, lavoratori tutti, commercianti, studenti, sindaci, presidenti di enti, prefetti, forze dell’ordine, clero, associazioni, comitati, emigrati, immigrati, parlamentari Accorriamo! Venerdi’ 2 ottobre 2015, alle ore 18.00, riempiamo la sala convegni della provincia di Isernia ! Per far sentire forte la nostra voce e per dire che non ci stiamo piu’ a questa mattanza! noi siamo per la storia, per il rispetto della democrazia, del territorio, della salute, del lavoro e del Molise!


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Termoli

30 settembre 2015

Zuccherificio, bando deserto Finisce nuovamente deserta l’ennesima asta di vendita dell’impianto TERMOLI. Finisce nuovamente deserta l’ennesima asta per la vendita dello Zuccherificio del Molise. Nessuna proposta, infatti, è pervenuta alla dottoressa Mirella Mileti e all’avvocato Nicolino Musacchio e

così, dagli iniziali circa 28 milioni di euro il prezzo è calato sempre più fino a fissarsi al di sotto dei 10milioni. Si continuerebbe, quindi, a puntare al ribasso del prezzo e, per molti, la

prossima asta potrebbe essere quella giusta anche perché di realtà interessate allo stabilimento di pantano Basso ve ne sarebbero almeno cinque. Tutto in standby comunque, con il

prossimo importo a base d’asta da fissare nelle prossime ore e con la pubblicazione dello stesso che avverrà al sito web dello Zuccherificio del Molise. La scadenza per la nona asta resta

comunque fissata entro la fine dell’anno. Per la corrente campagna saccarifera è invece certo che si utilizzeranno il gas e le bietole fornite da Diego Volpe Pasini.

Romeno picchiato a morte L’uomo è stato malmenato nei pressi di un immobile diroccato MONTENERO DI BISACCIA. Dramma attorno alla mezzanotte in contrada Padula, a Montenero di Bisaccia. Un cittadino di nazionalità romena, il 46enne Ion Sutu è stato picchiato a morte, nei pressi di un immobile diroccato, vicino la casa di riposo San Vitale a San Salvo. Nella decorsa notte, i militari delNucleo Operativo e Radiomobile dellaCompagnia Carabinieri di Termoli, unitamente a quelli della Stazione di Montenero di Bisaccia e della la Stazione di San Salvo (CH), sono intervenuti poco prima della mezzanotte in località Padula di Montenero di Bisaccia, dove era stata segnalata la presenza di un uomo che urlava sulla strada che costeggia la SS Trignina, che segna il confine con la Regione Abruzzo.

La prima pattuglia ad intervenire è stata quella della Stazione di San Salvo, poi immediatamente coadiuvata dagli altri reparti operanti, che ha individuato in un casolare, il cadavere di un uomo di nazionalità rumena

dell’età di 46 anni, con evidenti segni e ferite sul corpo che da subito hanno fatto ritenere si trattasse di un omicidio. Immediate sono state le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Larino,tese a raccogliere tutti gli elementi necessari a far luce sulla vicenda apparsa da subito poco chiara. Sul posto, per i rilievi del caso, sono intervenuti anche i militari del Reparto Operativo Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Campobasso ed i medici dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Fog-

gia, per un accurato sopralluogo. Le indagini condotte incessantemente fino alla mattinata odierna hanno consentito di raccogliere gli elementi chiari, ed utili al Pubblico Ministero titolare dell’indagine ad emettere un provvedimento di Fermo di indiziato di delitto con la gravissima accusa di omicidio aggravato nei confronti di un conoscente della vittima, un uomo di 48 anni di nazionalità rumena. Il sopralluogo ha consentito di raccogliere e sequestrare elementi utili alla prosecuzione delle indagini mentre il quarantottenne dopo l’esecuzione del provvedimento di fermo è stato trasferito presso la casa circondariale di Larino a disposizione della predetta Autorità Giudiziaria.

L’intervento

No alle centrali per biometano nell’area Campomarino-Portocannone

di Pino Gallo Egregio Sindaco, E’ sicuramente di sua conoscenza la presentazione al Comune di Campomarino di due progetti per la messa in esercizio di altrettanti impianti per la produzione di biometano e della richiesta al medesimo Comune, Sportello Unico Attività Produttive, di avvio del Procedimento Autorizzativo Semplificato. Avendo avuto modo di visionare i menzionati progetti, ritengo di doverle esplicitare i miei dubbi circa la totale carenza di approfondimento di tutti gli aspetti d’impatto ambientale che caratterizzano i due impianti di biogas e che saranno realizzati, per la precisione, in prossimità dell’agro del Comune di Portocannone. I due impianti di produzione, sono richiesti da non meglio specificate “Società Agricole” ,in regime di s.r.l, e di cui, tra l’altro, non sono stati forniti elementi utili, ovvero delle visure camerali: Ditta Falisca Società Agricola s.r.l – via Castelfidardo, n. 26 – Roma, per la messa in esercizio dell’impianto nell’area ricompresa tra il “Consorzio Industriale” di Termoli e il depuratore comunale di Portocannone in agro di Campomarino (foglio mappale 22, part. 12 e 19), area pressoché a ridosso dell’abitato di C.da Buccaro; Ditta Azienda Agricola Kamarine s.r.l –

via Castelfidardo, n. 26 – Roma, per la messa in esercizio dell’impianto nell’area ricompresa tra la SS16 ter e la S.P 130 via Madonna Grande (foglio mappale 36, part.44,45,36, 35,2), area vicinissima ai terreni interessati alla partenza della tradizionale “corsa dei carri”. Entrambe le richieste rappresentano casi emblematici di distorsione delle finalità contenute nella legislazione nazionale, trattandosi nella fattispecie di proprietari di suoli agricoli che hanno inteso cederli ad aziende che operano nel settore delle energie rinnovabili, che a loro volta hanno ritenuto conveniente l’investimento a ragione della percezione di incentivi statali. Invero, gli impianti di specie trovano la collocazione ideale a servizio di alcune tipologie di aziende agricole, quali ad esempio quelle de-

stinate all’allevamento di bovini e suini, tenuto conto delle limitazioni imposte dall’art. 12, comma 7, del D. Lgs n. 387/2003. Ciò si evince anche dal recente “Documento Preliminare al Programma Energetico Ambientale Regionale 2015” che, per la migliore collocazione degli impianti di Biogas ( paragrafo 7.5.3), esclude le aree agricole del Basso Molise perché prive di aziende zootecniche. Ciò considerato, la presenza di questi impianti in zone a vocazione agricola, in assenza di qualsivoglia sostegno per l’azienda, rappresenta soltanto un elemento di danno sia per le aziende agricole confinanti che per le iniziative economiche che fanno affidamento sulla conservazione del paesaggio agricolo tradizionale. Inoltre, le istanze

presentate, assolutamente identiche, si limitano a dedicare una sola pagina alla presentazione del progetto tecnico, mentre si dilungano in alquanto inutili notizie al riguardo del territorio di Campomarino con particolare riferimento alla storia, all’archeologia, ai segni antropici, alla morfologia e all’idrografia. In sostanza, sono del tutto scarse o addirittura inesistenti le informazioni circa l’approvvigionamento delle materie prime e quelle concernenti i potenziali elementi di impatto ambientale per: Ed ancora, le istanze presentate con la documentazione a corredo sono assolutamente carenti anche rispetto ai contenuti “minimi dell’istanza” per l’autorizzazione unica, come indicati ed elencati al punto 13 – parte III – delle linee guida per lo svolgimento del procedimento unico di cui all’art. 12 del D.Lgs n. 387/2003, così come approvato dalla Giunta Regionale del Molise con delibera n. 621 del 04.08.2011. Per quanto sopra precisato, i menzionati impianti solo perché collocati in agro del Comune di Campomarino non possono in alcun modo significare silenzio e/o impedimento della sua Amministrazione. Tenga conto che la “giurisprudenza” ha sempre sostenuto che, a fronte di interessi particolarmente sensibili, quali quello della salute delle persone e della tutela della qualità del-

l’ambiente, il confine comunale (nella fattispecie quello tra l’agro di Campomarino e Portocannone) rischia di rilevarsi inadeguato di fronte a fenomeni potenzialmente lesivi e capaci di propagarsi anche a notevole distanza dalla propria fonte. Ciò, pertanto, impone una particolare cautela al Comune di Campomarino nell’esercizio della propria discrezionalità tecnico-amministrativa. In conclusione, l’Amministrazione comunale di Portocannone, unitamente ad altri soggetti, è portatrice di interessi che potranno risultare lesi dal provvedimento finale di autorizzazione per la messa in esercizio degli impianti (art. 7 L. n. 241/1990 e ss.mm.ii), pertanto è necessario che la stessa, mediante la convocazione di apposite “conferenze di servizio” indette dal Comune di Campomarino ovvero da altre Istituzioni, sia posta nella condizione di partecipare e rappresentare le istanze di cui è portatrice. Le chiedo, pertanto, di adoperarsi per esprimere in tutte le sedi preposte il diniego motivato di autorizzazione alla messa in esercizio degli impianti biogas in oggetto indicati, manifestando in ogni sede e/o occasione la più ampia riserva di agire nelle sedi opportune per la tutela dell’interesse della comunità.


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Termoli

30 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Ma Difesa Grande è Termoli?” L’interrogativo è stato posto dai residenti visto il degrado dell’area TERMOLI. Non sempre siamo in grado di garantire il maggior decoro e la maggiore sicurezza possibile ai nostri figli, rendendo luoghi e ambienti a misura di bambino. Non lo riusciamo a fare nemmeno a Termoli, dove diverse sono le situazioni di degrado che vengono denunciate dai genitori, l’ultima delle quali dalla signora Ilaria Conticelli. “Sono la mamma di un bambino che quest’anno ha cominciato a frequentare la scuola dell’infanzia a Difesa Grande.

La situazione delle strade davanti alla scuola è davvero un disastro. Non c’è un attraversamento pedonale, non vi è un passaggio pedonale tra le siepi. L’ingresso al cancello é completamente rovinato. Io ho un altro bimbo di 2 mesi che sta nella carrozzina, per attraversare la strada e andare a scuola dovrei arrivare in fondo alla

strada e fare inversione o andare alla rotonda e attraversare. Insomma non é comodissimo. E la mattina o all’uscita non è presente neanche un vigile urbano per l’attraversamento dei bambini, mamme papà e fratellini al seguito (una volta c’erano i nonni vigili… ndr). Vorrei ricordare che Difesa Grande fa parte ancora del comune di Termoli, per cui la manutenzione di scuole e strade e sicurezza è un vostro dovere e un nostro diritto

“Il Pd appoggi i referendum” Antonella Occhionero richiama l’attenzione del partito sui quesiti posti dai citatdini TERMOLI. “ E’ di questi ultimi mesi la nascita a Termoli dei comitati referendari per far esprimere i cittadini sui temi del tunnel di raccordo tra il porto e il lungomare nord, lo spostamento del tracciato ferroviario e l’acquisizione pubblica dell’ex cinema adriatico, progetti che, se realizzati, cambierebbero il volto della città di Termoli“. Così, Antonella Occhionero componente del direttivo del circolo Pd di Termoli. “In qualità di promotrice di entrambi i comitati referendari e alla luce delle continue adesioni da parte di partiti politici, associazioni e comitati cittadini mi rivolgo al Partito Democratico di cui faccio parte e chiedo che aderisca sia ai due comitati referendari Partecipa Termoli e Termoli Decide sia ai

tre referendum indetti. Ricordo che il Partito Democratico ai tempi della mia segreteria di federazione e con la collaborazione dell’attuale onorevole Venittelli, che si era attivata per la prima proposta, e dell’allora gruppo dirigente, di cui parte siede ora in Consiglio comunale, aveva presentato all’Amministrazione Greco una proposta di regolamento sul referendum, poi ripresa da alcuni consiglieri durante l’Amministrazione Di Brino e votata in Consiglio comunale con il contributo del gruppo Pd sostenuto dal circolo termolese guidato dal segretario Sciandra, ancora oggi segretario e capogruppo Pd al Comune di Termoli.

Vista la vocazione naturale del nostro partito che nasce con le primarie e che fa della partecipazione la sua forza aderisco ai comitati referendari in quanto componente del direttivo del Circolo Pd di Termoli e mi rivolgo a tutti gli organi di partito, al segretario regionale, al segretario Sciandra e al presidente del circolo di Termoli Scurti, al sindaco, ai consiglieri e assessori comunali, ai parlamentari Ruta, Leva e Venittelli, al presidente della regione, ai consiglieri regionali e soprattutto a tutti gli iscritti del Partito Democratico affinchè esprimano la loro adesione in modo da fare della volontà popolare la propria forza di governo, propria del dna del centrosinistra“.

Trivelle in mare, tutti contro lo Sblocca Italia Alle regioni meridionali, pronte per il referendum, si affiancano altre realtà TERMOLI. “I sei quesiti referendari per l’abrogazione di alcune parti dell’art. 38 dello Sblocca Italia e di alcune norme ad esso correlate, e dell’art. 35 del Decreto sviluppo, “promossi unitariamente dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome ed approvati fino ad ora da otto Assemblee legislative regionali (Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto e Calabria)”, saranno depositati mercoledì 30 settembre, alle ore 9.30, presso gli uffici della Corte di Cassazione. Si tratta di disposizioni in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi”. Lo rende noto – attraverso il proprio Ufficio stampa – il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza (Pd), che ha promosso i quesiti e rappresenterà la Basilicata, Regione capofila dell’iniziativa referendaria, con i consiglieri regionali Aurelio Pace (Gruppo Misto) e Giovanni Perrino (M5s). “Siamo di fronte a un fatto di grande rilevanza – ha evidenziato Lacorazza – poichè già otto Regioni, quasi tutte all’unanimità, hanno approvato la proposta di quesiti referendari avanzata dal Consiglio regionale della Basilicata e fatta propria all’unanimità dall’assemblea plenaria dei presidenti delle Assemblee legislative regionali. A queste otto Regioni andrebbe aggiunto anche il voto del Consiglio regionale della Sicilia che si è espresso a favore dei quesiti ma per una manciata di voti non ha raggiunto il quorum previsto, e il pronunciamento della Regione Lombardia che ha impugnato davanti alla

Corte Costituzionale l’art. 38 dello Sblocca Italia. Decisioni di istituzioni che, al di là del colore politico delle amministrazioni regionali, hanno inteso riaffermare un principio: non si può decidere il futuro dei territori escludendo le Regioni e gli enti locali”.

“Oggi, inoltre – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale lucano – altre quattro Assemblee legislative si riuniranno per discutere e deliberare sui referendum: quelle di Campania, Liguria, Emilia Romagna e Umbria. Ma dopo il 30 settembre anche gli altri Consigli regionali, in ogni caso, dovranno discutere dei quesiti, per onorare l’impegno assunto in assemblea plenaria e per rispondere alle sollecitazioni di forze politiche e gruppi consiliari. Un risultato importante se si considera che il percorso referendario è stato costruito in sole due settimane, a partire dall’assemblea plenaria dell’11 settembre che ha formalizzato la proposta. Ringrazio quindi i presidenti delle Regioni, che hanno assunto l’onere di questa iniziativa in un spirito unitario con i presidenti e delle Assemblee legislative, i partiti politici e i gruppi consiliari. Anche così, ne sono davvero convinto, si arricchisce lo spirito di leale collaborazione fra le Regioni e lo Stato. E soprattutto – ha concluso – si ravviva la democrazia, le consapevolezza e la partecipazione dei cittadini”. (Fonte Ansa).



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Opinioni Di Claudio de Luca Riaprono le scuole in Molise e ritornano i “pensieri”. Nel 2003, molte rimasero chiuse per verificare la statica delle strutture. L’evento drammatico di S. Giuliano di P., i concomitanti fenomeni vulcanici in Sicilia, il terremoto registrato nel versante ionico dell’Etna scatenarono una sensazione di paura. Il tema della sicurezza dei plessi divenne un’emergenza nazionale, ma le spinte emotive finirono con lo spegnersi in breve tempo a fronte della limitatezza delle risorse. Ai Comuni, proprietari e manutentori degli edifici, spetta programmare gli interventi e le priorità con strumenti finanziari straordinari sorretti dagli interventi statali. Prima che da Renzi, ciò era stato già previsto dalla l. n. 265/1999 che, nel disporre la proroga di 5 anni per gli enti competenti ad effettuare lavori in osservanza alla legge n. 626 del 1994, aveva imposto un programma di interventi sugli edifici scolastici articolato in piani annuali attuativi, predisposti in relazione all’urgenza. In sostanza, la proroga della messa a norma degli edifici era stata imposta dalle legge dell’economia, ma risultava utilizzata per razionalizzare e distribuire nel tempo gli interventi necessari. I Comuni avrebbero dovuto assolvere il doppio obbligo della programmazione e dei piani annuali attuativi. Il problema del reperimento delle risorse è successivo a quello della individuazione delle situazioni di rischio nonché della relativa intensità. Il reperimento delle risorse non è solo un atto di scelta politico-amministrativa. La legge, che aveva differito fino al 31 dicembre 2004 il completamento degli interventi

Di Claudio de Luca Il “mattone” potrebbe rendere ai Comuni quattrini a iosa, trattandosi di una sorta di ricostituente prodigioso per casse poco pregne quali oramai sono quelle degli enti locali territoriali. Perciò i Sindaci che preferiscono affidarsi al Codice della strada ed ai misuratori di velocità per incrementare le proprie risorse, dovrebbero puntare sugli introiti tributari, soprattutto dopo che, negli anni scorsi, l’Agenzia del territorio ha censito centinaia di immobili abusivi. Purtroppo questi ultimi non sono stati mai tassati proprio quando riordinare fiscalmente il settore urbanistico sarebbe la cosa più giusta; anche se, a fronte delle cifre diffuse sui cosiddetti fabbricati-fantasma, c’è veramente da scoraggiarsi. Secondo la Direzione centrale per la cartografia, il Catasto e la pubblicità immobiliare, persino il piccolo Molise si è rivelato un problema. Già al 30 dicembre 2008, l’Agenzia del territorio aveva potuto verificare che, nel 93% dei Comuni della provincia di Campobasso, erano ben 13.446 le particelle che “ospitavano” fabbricati ignoti all’Autorità competente; e che, nel 100% dei paesi della provincia di Isernia, quelle cementificate irregolarmente erano state 3.487. Anzi, per l’Istat, la Pentria vantava un posto rilevante nella classifica di chi si era dotato di una casa “ignota” (2,5 particelle per ogni kmq). Naturalmente il fenomeno è ben lontano da quello campano e laziale al vertice della classifica per numero di violazioni edilizie. Ma una cosa è certa: nella Patria di Cuoco il problema è giunto al punto di richiedere l’apprestamento di una sfida finale alle case abusive. La veri-

30 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sicurezza nelle scuole e responsabilità dei dirigenti

per la messa a norma degli edifici, aveva consentito ai Dirigenti scolastici di portare a termine entro due anni (31 dicembre 2000) gli adempimenti posti ai fini di prevenzione dalla legge n. 626 del 1994. Ma, scaduto il termine, raramente era stato adempiuto l’obbligo di formulazione del piano-rischi, con la comunicazione all’ente locale di quella parte riguardante lo stato dell’edificio ed i rischi conseguenti. Queste segnalazioni avevano la finalità di richiamare l’ente sulla necessità di attivare accertamenti e verifiche. In sostanza, gli

obblighi relativi restano a carico dell’Amministrazione tenuta – per effetto di norme e convenzioni – alla loro fornitura e manutenzione, sottolineando che solo la richiesta dell’intervento di manutenzione (formulata con riferimento alle situazioni individuate, e non già in forma generica) libera il dirigente dalla responsabilità ipotizzata dalla legge n. 626 del 1994. Insomma la segnalazione ha sicuramente carattere e finalità di prevenzione, ma non esime il dirigente dall’interessarsi dei probabili effetti per il solo fatto di avere richiamato l’attenzione di chi

aveva il compito di attuare l’intervento. Sia nell’immediatezza della segnalazione, sia nelle more della effettuazione dell’intervento, possono (e debbono) essere adottati accorgimenti, o misure (tanto più in situazioni di pericolo imminente), atti a scongiurare gli effetti dannosi. Naturale, però, che tutto ciò può valere per situazioni ed aspetti che presentino margini di intervento preventivo o di attuazione di misure di emergenza, ma ben difficilmente potrebbero riuscire giovevoli con riferimento ai fenomeni straordinari ed improvvisi della natura. Cosa ha pensato di questi assunti l’Associazione nazionale dei Presidi? Solo dopo i fatti di S. Giuliano di P. questa ebbe a formulare considerazioni sul tema della sicurezza, sostenendo che quella assoluta non esiste. Nella migliore delle ipotesi ogni azione di prevenzione si basa sull’esperienza, e quindi sul passato, dal momento che non si può essere in grado di predire o di scongiurare il futuro, se non in quanto certi eventi si presentino come replica. Di questo occorre tenere conto pure quando si parla di sicurezza a scuola, intendendola non divisibile, dacché essa discende dalla contemporanea esistenza di molte condizioni, parte di cui possono essere riferite alle strutture fisiche (edifici, impianti) e parte alle condizioni di esercizio (utilizzo dei locali, segnaletica, addestramento del personale e degli utenti).

Case (cosiddette) fantasma: Comune se ci sei batti un colpo fica portò alla luce l’esistenza di migliaia di fabbricati “ignoti” attraverso l’attività di fotoidentificazione aerea, condotta in collaborazione con l’Agea ed incrociando i dati tra le varie banche. Gli elenchi delle particelle, su cui fu accertata la presenza di costruzioni o di ampliamenti non dichiarati, furono pubblicati sulla Gazzetta ufficiale ed in Molise l’operazione fu dirompente per essersi rivelata un lavacro economico-sociale di imbarazzante verità. Questi immobili-ghost lasciarono capire che una regione, dove esistono tanti immobili non censiti, non è degna di esistere da un punto di vista istituzionale. È solo un apparato burocratico che gestisce un insieme di cose e di persone ben lontane da ciò che dovrebbero essere. Nella fattispecie, i beni sottratti alla conoscenza dello Stato erano (e sono) evidenti dal momento che si presentano fisicamente agli occhi di tutti senza di potere essere né nascosti né esportati. E se si vedono (ma nessuno vuole vederli), vuole dire che gli apparati locali di vigilanza dello Stato e dei Comuni non funzionano. Come si fa a non rendersi conto che intere aree sono abusive? Il fenomeno non è di data recente ma di antichissima e di impunita tradizione. Le cifre molisane dicono che i fabbricati rurali mai accatastati sono rappresentati da quasi 24mila aziende agricole, da una ottantina di cooperative agricole, con al-

meno un fabbricato rurale, e da oltre 47.000 fabbricati rurali. Purtroppo, dopo le conclusioni dell’indagine, partì un’operazione di regolarizzazione che procedette a rilento e fra mille difficoltà, sino ad arenarsi. Eppure persino il pagamento di una somma forfetaria per mettere una pietra tombale sul pregresso avrebbe generato un gettito di milioni di euro, consentendo di potere calcolare nuove entrate strutturali per gli anni a venire. A Larino sarebbero un migliaio i cittadini proprietari di un immobile abusivo abitato od usato per ilweek-end. In altri casi, benché si

tratti di ville, risultano classificazioni ancora da “F 3” (quasi fossero stabili tuttora in corso di costruzione). A Palazzo Ducale, sotto il sindacato Anacoreta, un professionista ebbe a denunciare formalmente la questione, puntualizzando che “la quasi totalità dei fabbricati, presenti in zona agricola (definiti rurali), non risultavano inseriti nella banca-dati del Catasto-fabbricati”, cosicché le situazioni comportavano un notevole ammanco di introiti che incideva sul bilancio dell’ente. Ma quella nota ebbe il medesimo effetto di una lettera mai scritta.



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