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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 184 - sabaTo 8 agosTo 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Pasquale Di Lena

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L'Oscar del giorno lo assegniamo a Pasquale Di Lena. Si batte da tempo per il settore agricolo molisano anche se viene ritenuto nei Palazzi personaggio scomodo e messo da parte. Solo perchè sta cercando di fornire un quadro veritiero dell'agricoltura molisana. Pochi dati ma significativi per capire i cambiamenti in atto e la pesantezza della situazione aldilà dei proclami. Forse, gli uomini di Palazzo invece di dare voce e forza a chi non sa niente del settore farebbe bene a riconsiderare Pasquale.

Il Tapiro del giorno a Marinella D’Innocenzo

Il Tapiro del giorno lo diamo a Marinella D'Innocenzo. Il direttore generale dell'assessorato regionale alla Sanità, sta facendo passare in sordina tutti i suoi piani e programmi per un settore delicato come quello per il quale è stato lautamente chiamata a dirigere. Con tagli lineari e senza dare prospettiva di riorganizzazione funzionale al settore, la manager a spese dei molisani, ci sta privando di servizi e strutture. Possibile, che la politica abbia delegato tutto senza alcun ritegno?

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

8 agosto 2015

Piano Garanzia Giovani: a Pietraroia nessuno gli crede ed egli ha chiamato in causa Massimo Pillarella

La voce del padrone

La intonazione politica della relazione del coordinatore è scopertamente asservita allo scopo di allentare le critiche che sono piovute e piovono sul Piano Garanzia Giovani Siccome l’assessore Petraroia non ha finora raccolta molta credibilità sulla gestione del Piano garanzia Giovani, nonostante abbia sciorinato a più riprese dati e notizie al riguardo, pagando, forse, uno scotto maggiore di quello dovuto alla sua oggettiva vocazione a magnificarsi, ecco che gli è venuto in soccorso Massimo Pillarella, l’amico di Frattura al quale è stata data la responsabilità dell’Area Seconda dell’Ente e una serie di incarichi di coordinamento tra cui, appunto, anche del Piano Garanzia Giovani. Per dettato istituzionale a Pillarella bisogna credere, non fosse altro perché di ciò che dice e afferma è direttamente responsabile. E di cose sul Piano Garanzia Giovani ne ha dette, ne ha forniti di dati, ne ha fatti commenti glorificativi del datore di lavoro, impastati in una relazione magniloquente che abbiamo trovato oggettivamente difficile sintetizzare. Motivo per cui riteniamo meglio rispondente alla conoscenza dello stato dell’arte del Piano GG pubblicare il report edito dal ministero del Lavoro, che riportiamo integralmente: “I giovani iscritti alla Regione Molise, al netto di tutte le

cancellazioni, sono pari a 4.480 unità. Il numero degli aderenti che invece risultato preso in carico dai servizi competenti con Patto di servizio è pari a 1.329 unità. Dall’analisi della programmazione attuativa del Piano Operativo Nazionale si evince che sono state avviate misure che rappresentano circa il 72 per cento del totale della dotazione finanziaria della Regione (altre Regioni veleggiano tra l’80 e il 90 per cento – ndr). Più precisamente, sono

state avviate: la misura 1 (“Accoglienza, presa in carico, orientamento e orientamento specialistico o di secondo livello), la misura 5 (“Tirocinio extra curriculare, anche in mobilità geografica), la misura 6 (“Servizio civile”), la misura 7 (“Sostegno all’auto impiego e all’auto imprenditorialità) e la misura 9 (“Bonus occupazionale). E’ stata sottoscritta una convenzione con l’università del Molise (destinataria di 1.050.500 euro delle risorse di

Garanzia Giovani) per attivare azioni specifiche per il target dei laureati. La Regione Molise sta lavorando inoltre alla definizione dei prossimi provvedimenti che interesseranno la misura 2 (“Formazione mirata all’inserimento lavorativo”), la misura 3 (“Accompagnamento al lavoro”) , la misura 4 (“Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale”). Inoltre è prevista l’implementazione delle misure avviate: accoglienza, tirocinio, auto

“Conti della Regione, ora siamo pronti a ripianare” Il presidente della Giunta Frattura interviene sulal situazione finanziaria CAMPOBASSO. “Dopo un lavoro lungo, complesso, per noi fondamentale per dare sostanza al nuovo corso della Regione Molise – non a caso lo abbiamo avviato all’indomani del nostro insediamento –, oggi abbiamo il quadro reale della situazione finanziaria dell’Amministrazione. Con delibera di giunta abbiamo approvato, contestualmente al rendiconto 2014, così come prescrive la legge, il riaccertamento straordinario dei residui attivi (entrate iscritte in bilancio che non rappresentano crediti certi) e residui passivi (spese impegnate che non rappresentano debiti): l’operazione verità è terminata. Tale operazione è stata tesa a restituire, da un lato, la necessaria trasparenza dei dati contabili, dall’altro ad acquisire consapevolezza e coscienza, a livello decisionale, della reale situazione finanziaria della Regione, ereditata dalle passate gestioni: il disavanzo complessivo ammontava ad oltre 286 milioni di euro, di cui 60 certificati con il rendiconto 2013 e 226 milioni

derivanti dal lavoro di ricostruzione dei conti. Ovviamente toccherà a noi ripianare tutto, siamo pronti. Dei 60 milioni in soli due anni abbiamo recuperato, con una seria politica di riduzione degli sprechi, oltre 36 milioni di euro come è certificato dal disavanzo accertato al 31 dicembre

2014, di poco superiore a 24 milioni di euro. Il resto, 226 milioni di euro, scaturisce dalle operazioni di riaccertamento, prevalentemente dei residui attivi, ossia crediti esposti nei bilanci degli anni precedenti ma privi, purtroppo, di corrispondenza reale. Risultato: poste in bilancio che abbiamo dovuto cancellare e registrare come disavanzo. Tralasciando commenti scontati, forse vale la pena evidenziare qui che la più importante concentrazione di presunti residui attivi che abbiamo dovuto cancellare corrisponde in prevalenza al periodo 2006-2013. All’operazione verità abbiamo lavorato con tutti i Servizi regionali, gli ispettori del Ministero dell’economia e la Corte dei conti. A fronte dell’autorevolezza degli organi intervenuti, sarà difficile dire non è così”. Lo dichiara il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, in merito alla delibera di giunta regionale 420/2015.

impiego e auto imprenditorialità”. E’ un riassunto oltremodo comprensibile e inappuntabile, anche là dove indica l’implementazione delle misure avviate. Sulle quali s’è soffermato Pillarella nel dare a Petraroia, perché a sua volta potesse darne conto ai consiglieri di minoranza Fusco Perrella, Giuseppe Sabusco e Michele Iorio che lo hanno interrogato, i dati numerici e qualificativi di ciò ch’è stato fatto, in corso d’opera e da fare. Una relazione la cui intonazione politica è scopertamente asservita allo scopo di allentare le critiche che sono piovute e piovono sul Piano Garanzia Giovani e di creare un clima di fiducia oltremodo ottimistico se i dati snocciolati vengono comparati e messi in relazione al grave stato di crisi dell’intera economia regionale. Le misure avviate, implementate e in fase di elaborazione sono pannicelli caldi, piccoli assaggi per le bocche affamate di lavoro stabile, concreto, misurabile dei giovani disoccupati. Il fatto stesso che su 4.480 iscritti solo 1329 unità risultano prese in carico con Patto di servizio, dice pure qualcosa. Dardo

L’Acem scrive a Renzi “Bandi di gara umilianti per le imprese edili” Con una nota firma del Presidente Corrado Di Niro, l’ACEM si è rivolta questa mattina al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ed al Presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, in merito a bandi di gara per l’affidamento di lavori pubblici a dir poco umilianti per le imprese dell’edilizia intenzionate a concorrervi. Nella nota l’ACEM, facendo proprie le doglianze delle imprese associate, ha contestato le statuizioni contenute in alcuni bandi che subordinano il pagamento dell’impresa esecutrice al previo finanziamento dell’opera facendo sempre salvo l’adempimento a carico dell’Ente alla disponibilità finanziaria connessa alla materiale erogazione del finanziamento e svalutando ciò che costituisce l’aspetto più importante, ossia il finanziamento, quasi ad una mera eventualità. Per l’ACEM tutto ciò è avvilente ed inconcepibile oltre che gravemente lesivo degli interessi legittimi delle imprese concorrenti, tanto più che nel mentre viene esplicitata una tempistica di erogazione del finanziamento spalmata su diverse annualità ed articolata in specifiche percentuali di riparto annuali, dall’impresa si pretende l’esecuzione dei lavori tempi molto ristretti. “Oltre a tanti dubbi sulla legittimità di questi bandi – spiega il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro – noi non possiamo accettare questo modus operandi perché rappresenta una umiliazione per un’impresa, dalla quale si pretende veramente tutto e troppo, alla quale si addossano tutte le responsabilità connesse ad un appalto, ma a cui non si garantisce non solo il tempo del pagamento, ma finanche il “se” sarà realmente pagata”.


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3 8 agosto 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, rispondendo ad un cittadino molisano che le aveva scritto, svela il piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria presentato dal commissario Paolo Frattura: Cattolica e Neuromed penalizzate

Eccellenze bastonate e tagli indisciminati: la sanità di Frattura Un’estate da cinema. No, non quello di livello di Molise Cinema, una delle pochissime manifestazioni davvero qualificanti per l’intera Regione, ma piuttosto da commedia anni ‘70, scollacciamenti esclusi. Dopo l’episodio surreale della corrispondenza tra curia di Trivento, segreteria della presidenza della Repubblica e ufficio di presidenza della giunta regionale, di cui vi abbiamo dato conto nell’edizione di ieri, la puntata di oggi è davvero da commedia, se non fosse che non c’è niente da ridere. Di sanità, di decreto Balduzzi, del destino dei presìdi ospedalieri regionali, dei posti letto da tagliare, delle eccellenze da tutelare e di tanto altro sono state riempite colonne su colonne, cercando di capire dove andasse a parare l’enigmatico commissario alla sanità regionale, governatore Paolo Frattura. Ma niente, un muro di gomma. Solo congetture, ipotesi, dietrologia più o meno informata e/o consapevole. E pure la soluzione era semplice: scrivere al ministro della salute, Beatrice Lorenzin. E così ha fatto Natalino Stocco, intraprendente corregionale, chiedendo al ministro di salvare il reparto di oculistica dell’ospedale Vietri di Larino. Con inattesa efficienza mittleuropea il ministro non tarda a rispondere al sig Stocco ed allega alla sua mail anche la proposta di programma straordinario sulla riorganizzazione complessiva dell’offerta ospedaliera presentata dalla Regione Molise al suo stesso ministero. Una bomba: nero su bianco le sforbi-

ciate senza criterio che il commissario Frattura intende portare al sistema sanitario regionale. Il sacro graal di ogni giornalista che si sia occupato della questione in questi

mesi. Che scemi, bastava scrivere al ministro! La Fondazione Giovanni Paolo II passa da 130 posti letto (116 per acuti e 14 di riabilitazione) a 63 (51 e 12), Il Neuromed di Poz-

zilli, invece, da 145 (100 acuti e 45 riabilitazione) a 90 (65 e 25), tagli che praticamente ne sanciscono la fine, piuttosto che valorizzarne l’offerta d’eccellenza (vedi box in pa-

Quel Piano ci farà chiudere Nei giorni scorsi alcuni organi di informazione hanno reso noto alcuni documenti in cui viene descritta la riorganizzazione dell’offerta ospedaliera. Nel piano, che sembra sia stato presentato dalla gestione commissariale della Regione al Ministero della Salute, la nostra struttura subirebbe una riduzione di circa la metà degli attuali posti letto. Auspichiamo che non siano queste le vere intenzioni della Regione, che ha sempre manifestato grande apprezzamento per la nostra attività. Ricordiamo che la Fondazione nel 2011 ha già subito una riduzione di 60 posti letto, cosa che non è avvenuta per altre realtà ospedaliere. Non vogliamo entrare nel merito di scelte politiche che non ci competono, ma appare evidente che bisognerebbe premiare la qualità e l’eccellenza e ridurre strutture che, anche in riferimento ai parametri nazionali, non hanno i requisiti necessari per

di Pasquale Guarracino La UILTuCS Molise, è costretta a denunciare l’ennesima bruttura di mezza estate: il 15 di agosto, giornata nella quale perlomeno i capoluoghi molisani si svuotano, le attività commerciali resteranno aperte. A cosa serve un centro commerciale aperto a Ferragosto a Campobasso e ad Isernia, quando non ci sarà nessuno, solo i lavoratori costretti a sacrificare l’ennesima giornata festiva, a discapito dei rapporti familiari ed interpersonali? Si pensa, per caso, di poter risollevare il settore del commercio, uscito a pezzi dalla crisi, col sistema delle aperture selvagge, che, fino ad ora hanno portato zero risultati? Dov’è il rispetto per i lavoratori del settore, che non vivono certo in una zona ad alta densità turistica e che si trovano, loro malgrado, costretti ad andare ad animare un’attività commerciale che si preannuncia già più o meno desolata? Non dimentichiamo che stiamo parlando di strutture commerciali che distribuiscono pro-

poter operare. Ricordiamo che circa la metà dei nostri pazienti non sono molisani e quindi sono a carico delle regioni di provenienza e che la maggior parte dei servizi offerti non vengono erogati da altri ospedali del territorio. Appare evidente che se davvero ci dovesse essere una riduzione di 60 posti letto, quasi la metà degli attuali, la Fondazione non riuscirebbe a raggiungere l’equilibrio economico necessario per poter sopravvivere con drammatiche conseguenze. Auspichiamo che la Regione Molise sia consapevole del ruolo che abbiamo all’interno del Sistema Sanitario Regionale e che farà di tutto per metterci in condizione di poter continuare ad operare, magari nell’ottica di una integrazione. Fondazione Giovanni Paolo II

gina). L’ospedale del capoluogo di regione al momento ha 324 posti, 315 per le acuzie e 9 di riabilitazione. In base alla bozza di piano straordinario, diventano rispettivamente 282 e 22 (304). Sono 139, oggi, i posti al Veneziale e diventeranno 149 (129 per le acuzie, 20 per i post acuti). Infine, al San Timoteo l’incremento maggiore: dai 182 attuali, tutti per acuzie, si passa a 230 (160 per acuti, ben 70 per post acuzie); scompaiono il Ss Rosario di Venafro e il Vietri, di Larino (con buona pace del signor Stocco) con riassorbimento, si spera, degli eventuali posti letto per post acuzie nei presìdi ospedalieri più grandi, quelli di Isernia e Termoli. L’argomento è di grande complessità, meriterebbe un saggio, non un articolo giornalistico. L’evidenza che non può essere taciuta è che in questa manovra non c’è uno straccio di programmazione funzionale che abbia lo scopo di riorganizzare il sistema, certamente ipertrofico, salvando, per quanto possibile, competenze, strutture, servizi essenziali. Una mannaia cieca si abbatterà sul sistema sanitario regionale. Punto e basta. L’unica cosa positiva è che non potrà esserci propinato il pianto ipocrita del coccodrillo.Grazie all’inattesa trasparenza del ministro Lorenzin, sappiamo già da ora da quale mente il capolavoro è stato partorito. Con un minimo di decenza, a questo punto, ci verrà risparmiato l’atto tragico del Molise vittima della cieca furia di un ministero lontano ed insensibile. La mano che ci bastona ce l’abbiamo in casa.

No alle aperture il 15 agosto delle attività commerciali dotti alimentari, abbigliamento, accessori, tecnologia e che di sicuro non svolgono servizi di pubblica necessità; le esigenze della collettività non possono essere senza dubbio soddisfatte nel giorno precedente alla festività, consentendo in tale maniera a tutti di godere della giornata successiva? L’apertura anche in tale giornata rappresenta un fatto privo di ogni logica, che si risolverà in un esclusivo danno per i lavoratori coinvolti anche perché, ci si chiede: che vantaggio economico può comportare l’apertura durante la suddetta festività? È davvero così importante ed economicamente vantaggioso tenere aperte le porte dei centri commerciali il giorno di Ferragosto o non si determinerà esclusivamente una frammentazione di un lavoro e di un consumo che ben si potrebbe svolgere

complessivamente nelle giornate precedenti, cosicchè ognuno possa poi trascorrere la giornata di festa dedicandola al riposo ed alla famiglia? È giusto privare i lavoratori, che già stanno attraversando un periodo difficile sotto molteplici aspetti, anche della possibilità di godere di un giorno di riposo il 15 di Agosto? È opportuno mercificare ogni occasione, amplificando il messaggio che nulla ha più valore e dignità della società dei consumi? Tutti i soggetti, istituzionali e non, gli imprenditori, le associazioni di categoria e l’intera popolazione dovrebbero soffermarsi su questi interrogativi ed intervenire in maniera forte per evitare questo ulteriore danno e scempio a carico dei lavoratori molisani. *Segretario Generale UILTuCS Molise


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4 8 agosto 2015

Rivoluzione in vista alla Regione Molise: varato il Piano di Rafforzamento Amministrativo (Pra)

Angelo Fratangelo, direttore dell’Area Prima, referente unico

La giunta regionale ha fatto ricorso al meglio delle energie intellettuali e professionali di cui dispone. Il massimo dell’aspirazione sarebbe poter associare al rafforzamento amministrativo un salto di qualità dell’apparato politico C’è voluto quasi un anno di lavoro per redigere il Piano di Rafforzamento Amministrativo (Pra) e mai tempo alla Regione Molise è stato così utilmente finalizzato. Col Pra, si esce dall’approssimazione amministrativa e gestionale pagata a caro prezzo con gli esiti incerti e ritardati dei fondi europei collegati alla programmazione 2007/2013. Soprattutto viene allestita una struttura, un’organizzazione, una impalcatura efficiente per la gestione dei Fondi Strutturali Europei di Investimento della Programmazione 2014–2020 (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo, Fondo di coesione, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). In questo adattarsi agli standard ottimali secondo le linee guida trasmesse dal ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per lo sviluppo e la Coesione, le raccomandazioni della Commissione europea e le osservazioni espresse dagli esperti e valutatori della Commissione Europea, la giunta regionale ha fatto ricorso al meglio delle energie intellet-

tuali e professionali di cui dispone. Infatti, quale responsabile tecnico del Pra ha nominato Angelo Fratangelo, direttore dell’Area Prima, che in qualità di referente unico ne curerà, monitorerà e valuterà l’attuazione per l’Amministrazione. Per svolgere questo delicatissimo compito istituzionale, per promuovere e sostenere i cambiamenti organizzativi che si renderanno indispensabili, gli sono stati dati adeguati poteri e una specifica unità organizzativa formata da personale interno. La scommessa da vincere è quindi,

Dopo esattamente due anni di sacrifici economici e speranze di ritrovare un briciolo di serenità, i dipendenti della 3g Spa tornano a fare i conti con il licenziamento collettivo dichiarato dal proprio datore di lavoro. Infatti la 3g Spa, in data 01 agosto 2015, ha avviato nuovamente la procedura di riduzione di personale, prevista ai sensi della legge 223 del 1991, per le unità organizzative di Campobasso, Sulmona, Chieti, Roma e Milano. Il duro bilancio di questa procedura prevede il licenziamento di un organico di molto superiore a quello dichiarato solo due anni fa, quando, per mezzo di un accordo siglato con le organizzazioni sindacali di Abruzzo e Molise, UGL TLC, UILCOM UIL, FISTEL CISL e SLC CGIL, il licenziamento fu scampato grazie ai contratti di solidarietà, attraverso i quali i dipendenti della 3g hanno potuto, fino allo scorso 31 luglio 2015, mantenere il posto di lavoro. Ad oggi parliamo di 232 famiglie dichiarate in esubero su un totale di 601 dislocate in tutte le sedi coinvolte nella procedura. Parliamo, solo nelle sedi di Campobasso e Sulmona, rispettivamente di 103 famiglie su un organico complessivo di 225 e di 101 famiglie su 324 attualmente in servizio. Questi dati sono a dir poco drammatici non solo perché il perimetro occupazionale a rischio, in regioni come Abruzzo e Molise, rappresenta un patrimonio inestimabile e prezioso per l’eco-

questa volta, tutta racchiusa nella dotazione dell’organico regionale e, come ribadiamo, nella accertata volitività di Fratangelo. Il salto di qualità sul piano organizzativo pare decisamente significativo e importante, vedendo cosa compete da fare attraverso il Piano di rafforzamento amministrativo per assicurare al Molise una prospettiva diversa e migliore, disponendo dei fondi europei del settennio 2014/2020. Il massimo dell’aspirazione sarebbe poter associare un salto di qualità dell’apparato politico regionale. Anche in conside-

razione del fatto che il presidente Frattura del Pra è il responsabile Politico. Questa ipotesi però la vediamo dura, anzi durissima. Ma può accadere che i meccanismi serrati del Piano, le attribuzioni, le responsabilità ben individuate e definite, creino le condizioni idonee per una sinergia tecnico/politica più rapida e scorrevole. Tornando a Bomba, cioè a cosa spetti soprattutto al responsabile tecnico del Pra, Angelo Fratangelo, annotiamo: che egli presiede le sedute del Tavolo tecnico interfondo che ha il compito di rafforzare l’integrazione delle strategie dei vari fondi europei e dell’allocazione delle relative risorse, il mantenimento di un livello coordinato e condiviso di informazioni, criticità ed opportunità durante l’avanzamento dei programma, Tavolo peraltro coordinato dal direttore dell’Area II “Programmazione Regionale, Attività produttive, Agricole, Forestali e Ittiche e Politiche dell’ambiente” in qualità di Autorità di Gestione del Programma operativo regionale / Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo e Fondo europeo

agricolo di sviluppo rurale, Massimo Pilarella. Che di riffe o di raffe sta dappertutto, longa mano di Frattura. Per le sue necessità, Fratangelo si può avvalere dell’expertise per l’attività di valutazione on going del Piano stesso, nonché provvede - come previsto dalle Linee Guida diffuse dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione - all’aggiornamento, al monitoraggio e controllo del Pra che può aggiornare sulla base delle valutazione going e delle risultanze della valutazione indipendente al termine del primo biennio. I direttori di Servizio quali responsabili delle azioni di miglioramento sono tenuti ad impegnarsi a realizzarle nei modi e nei tempi stabiliti e il direttore del Servizio responsabile delle Azioni di miglioramento, ad assicurare un costante flusso informativo finalizzato al monitoraggio e controllo dell’attuazione del Pra. Che Fratangelo abbia le spalle larghe è risaputo, ma considerata la vastità degli impegni che deve fronteggiare, avrà certamente bisogno di irrobustirle ulteriormente. Dardo

Noi operatori della 3G lasciati da soli e senza lavoro

nomia locale ma soprattutto perché, su Campobasso in particolare modo, la 3g Spa è forse la seconda realtà più grande attualmente esistente. Non si può non evidenziare gli innumerevoli sacrifici ai quali i dipendenti si sono sottoposti, soprattutto negli ultimi anni, per permettere alla società di affrontare le complicate dinamiche che ad oggi caratterizzano il

mercato dei call center e la contrazione dei volumi di attività affidati. Evidentemente, 3g non è stata in grado di sfruttarli, vanificando gli sforzi dei propri dipendenti. Le parti sindacali, già nell’incontro tenutosi il 22 luglio e nuovamente nella giornata del 06 agosto 2015, hanno incontrato la società invitando la stessa a rinnovare, per altri 12 mesi, i contratti di so-

lidarietà o, in alternativa, a trovare una tempestiva soluzione sul tavolo ministeriale con la comune mission di salvaguardare l’intero perimetro occupazionale senza perdere alcun lavoratore. La 3g non solo ha avuto una chiusura sui contratti di solidarietà evidenziando chiaramente una non volontà a proseguirli, ma ha anche ribadito, nonostante i vertici aziendali abbiano concordato con le organizzazioni sindacali sull’importanza di rivolgersi al tavolo del Ministero del Lavoro, che l’apertura di questa procedura di licenziamento collettivo è necessaria per arginare la grave situazione da loro prospettata. L’incontro si è chiuso con una raccomandazione da parte delle organizzazioni sindacali verso la società 3g Spa. Per il prossimo incontro, che a giorni verrà definito, le parti sociali hanno invitato la società a tornare al tavolo con un atteggiamento più propositivo, valutando, soprattutto, tutti i difficili scenari che tale azione, da loro intrapresa, potrebbe causare di qui a pochi mesi. Le Rsu dello stabilimento di Campobasso


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5 8 agosto 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sindaco e assessori hanno fatto finta di nulla

Il documento/denuncia dell’Ordine degli architetti sulle scuole per l’infanzia sommerso dal silenzio Le osservazioni se lette e considerate alla luce delle ultime disposizioni di legge sul contenimento energetico, la più oltraggiata dalla progettazione e dall’appalto, potrebbero determinare l’annullamento della gara Un documento sulle scuole, elaborato dalla Commissione Lavori pubblici dell’Ordine degli Architetti presieduta Maria Carmela Fracassi, discusso ed approvato dal Consiglio dell’Ordine prima della sua divulgazione, da qualche settimana è nelle mani del sindaco e degli assessori comunali, consegnato a conclusione dell’incontro col Presidente dell’Ordine, il vicepresidente ed un consigliere. Quel documento avrebbe dovuto generare una serie di reazioni e d’iniziative. Insomma, se possibile, un ballo di San Vito, tanto puntuale nei rilievi, nelle considerazioni e nelle valutazioni. Invece, nonostante sia un documento puntigliosamente analitico e critico sulle scuole d’infanzia in corso di esecuzione per renderle in qualche modo più vicine al nuovo concetto di scuola in particolar modo di quella destinata ai più piccoli, finora è stato bellamente ignorato. Il garbo e la cortesia dell’Ordine sono stati ripagati nella maniera sbagliata, con la più totale indifferenza, come se non fosse altro che un esercizio professionale, un pagina di prosa urbanistica e architettonica, un divertissement. Vo-

gliamo credere, e sperare, che tanta spocchia, tanta sicumera nelle proprie certezze amministrative, spingano l’Ordine a consegnare in altre mani quel documento, che delle scuole d’infanzia in corso d’esecuzione, mette in risalto non poche distorsioni (per andarci leggeri) tecniche e procedurali. Che a loro volta, se lette e considerate alla luce

Si dice che le aree sciabili di Campitello Matese non siano ancora delimitate in maniera ufficiale. Un particolare che rischia di rallentare l’iter di sganciamento della Regione Molise dalla società Funivie, che si somma ai dubbi circa una gestione fallimentare degli impianti e che mette a rischio la sicurezza degli utenti. Inoltre restano aperti gli interrogativi sulla reale posizione debitoria della Funivie spa e sulla conclusione dell’iter di liquidazione della società consortile Campitello Matese. Proviamo a cercare un po’ di refrigerio parlando di Campitello Matese e impianti sciistici, ma non c’è niente da fare: anche in questo caso il futuro prossimo si preannuncia bollente come questi giorni d’agosto, anche perché la scadenza per il fitto di ramo d’azienda della Consortile è sempre più vicina. Innanzitutto cerchiamo di rinfrescarci almeno la memoria. La Regione detiene il 100 per cento di Sviluppo Montagna, che ha la finalità di “intraprendere una serie di iniziative per la promozione dello sviluppo delle località di Campitello Matese, di San Massimo e più in generale dell’area montana del Matese” e che è proprietaria di Funivie Molise. Ora l’ente regionale, dovendo dismettere le Partecipate, deve sganciarci da Funivie. Il percorso è già cominciato ed è certificato dalla delibera di Giunta regionale numero 321

delle ultime disposizioni di legge sul contenimento energetico, la più oltraggiata dalla progettazione e dall’appalto, avrebbero ben altro esiti che l’assordante silenzio di Palazzo san Giorgio e delle forze politiche di maggioranza e di opposizione che, restando inerti, al silenzio si sono associate. Fuori da circonlocuzioni, quel documento così puntuale nei ri-

lievi e così generoso nei suggerimenti, se posto all’attenzione, chessò, del magistrato Raffaele Cantone che presiede l’Autorità nazionale anticorruzione, potrebbe determinare addirittura l’annullamento dell’appalto, tanto gli sembrerebbe macroscopia la scelta di utilizzare fondi destinati all’efficientamento energetico per realizzare

strutture che quell’efficientamento non lo tiene in considerazione. Neanche la resa pubblica di quel documento, che in altri ambiti tecnici, professionali, sociali e politici diversi dai nostri avrebbe creato un terremoto, e mosso inevitabilmente la magistratura inquirente, è valso a dargli il peso e la considerazione che merita. Probabilmente avrà diversa fortuna un convegno che a quanto se ne sa in giro verrebbe organizzato per informare l’opinione pubblica delle scuole in fase di realizzazione a Campobasso, delle esperienze fatte in Italia “da un certo parallelo in su” e cosa fanno gli altri per la scuola e per i ragazzi. Dicono che la politica non sarà invitata, volendo evitarle “una passerella di ovvietà”. Se i politici vorranno partecipare lo potranno fare sedendo tra i cittadini a cui il convegno, come dicevamo, è destinato. Con la sottesa speranza che l’eco dei lavori possa raggiungere orecchi sensibili alle violazioni di legge e al conformismo strumentale. Dardo

Funivie, la fuoriuscita della Regione un miraggio estivo

del 30 giugno 2015. Il documento, in pratica, chiede di realizzare una perizia di stima che accerti il valore dei beni e degli impianti, già acquisiti in affitto d’azienda dalla Campitello Matese scarl, per darli in gestione a privati sperando che almeno loro garantiscano un rilancio dell’area turistica.

Insomma, sono cominciate le grandi manovre per l’abbandono di Funivie, ma prima c’è da accertare il suo ‘patrimonio strutturale’, diciamo così. Tuttavia si profilano intoppi all’orizzonte. Stando ai rumors, le aree sciabili non sarebbero ancora state circoscritte con delimitazione topografica: materia che coinvolge Regione e Comune. Non è un problema di poco conto. Mancando questa sorta di certificazione, Funivie Molise rischia di essere poco appetibile per qualsiasi compratore. E’ come se si mettesse a disposizione la gestione un bar che non ha licenza di somministrare bevande e alimenti. Di più. Se è vero che mancano le aree sciabili, vuol dire che manca una mappa delle zone dentro e fuori pista, con conseguente inadempienza alla legge nazionale in tema, dunque con pericolo per l’utenza. Il Movimento 5 Stelle, quindi, vuole sapere se mancano davvero queste aree sciabili. Di mezzo ci sono diversi aspetti, legati all’assicurazione infortuni, visto che nelle aree ‘non

riconosciute’ c’è il rischio di non esser risarciti in caso di incidenti, e legati agli espropri ai privati. Ma vogliamo anche sapere se la questione possa rallentare la fuoriuscita da Funivie, una scusa per continuare con una gestione degli impianti fallimentare, fatta di clientele passate e inefficienze presenti. Sono domande legittime, suggerite anche da migliaia di cittadini che ogni anno affollano le stazioni molisane. Già in passato il Movimento 5 Stelle ha chiesto chiarezza sulle Partecipate ‘Sviluppo Montagna Molisana’ e ‘Funivie del Molise’ con atti consiliari. Domande che ancora non ricevono una risposta in aula. I dubbi esposti allora sulla gestione Caruso, durante la quale era assessore Scarabeo, sono ancora in piedi. E giova anche ricordare che proprio su queste presunte irregolarità fu presentato formale esposto da parte degli Organi di controllo. Noi non dimentichiamo. Movimento Cinque Stelle


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Campobasso

8 agosto 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Un App per il turismo che non funziona” Il consigliere Michele Ambrosio pone nel mirino i 5mila euro stanziati per la funzionalità del sistema CAMPOBASSO. Era il 4 giugno quando il sindaco Antonio Battista e il consigliere delegato al turismo Michele Durante presentarono la cosiddetta ‘Tourist app’, l’applicazione scaricabile sui telefoni cellulari per conoscere news, punti d’interesse, B&B, ristoranti, negozi, itinerari ed eventi in programma in città. Venne realizzata dall’azienda Next e lanciata a pochi giorni di distanza dalla sfilata dei Misteri con propositi mirabolanti di promozione turistica della città capoluogo. Obiettivi rimasti sulla carta: la app, scaricata solo da un centinaio di utenti, non è stata più aggiornata. Un fallimento, dunque, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, nonostante sia costata più di 5mila euro. Di questi 3mila per il format tecnologico e altri 2.500 euro per i contenuti (ad esempio, le traduzioni in lingua). “Dopo la presentazione in pompa magna e fanfara, francamente

ci si aspettava di più. Della serie passata la ‘festa’, passato il ‘santo’”, è il primo siluro scagliato dal consigliere comunale Michele Ambrosio contro il delegato al turismo Michele Du-

rante. L’applicazione, per il capogruppo dell’Udc, non è servita ad attirare turisti da fuori regione e quella vivacità che ci si aspettava è stata drasticamente delusa. “E’ sceso il sipario mediatico – l’affondo dell’esponente centrista – la ‘Tourist app’ del Comune è sempre più un ‘Tourist flop’ visti i download (poco più di cento) e il mancato inserimento degli eventi come l’estate campobassana (su cui non entriamo nel merito delle iniziative). Finalmente saremo meno isolati dal mondo, si diceva in conferenza stampa, con uno sguardo addirittura all’Expo, ma evidentemente non sono sufficienti neanche le vie della rete rispetto alla totale assenza di pianificazione e programmazione e così i turisti preferiscono altre strade”. Infine, le valutazioni politiche e la sostanziale sfiducia nei confronti dell’operato di Michele Durante: “Se questa è la promozione del turismo nel capoluogo, non ci resta che piangere e con noi i turisti (ahimè sempre meno e sempre più in altri comuni) e i cittadini di Campobasso. A noi resta l’App di una città isolata e male governata”.

Lettera aperta

Un’amministrazione senza programmazione Spett. Redazione, L’iniziativa del consigliere di Campobasso Michele Durante è lodevole. A Campobasso, considerate le dimensioni, sono ancora efficaci i manifesti affissi sui muri per rendere note le manifestazioni che si tengono in città, ma il futuro è nell’uso di tablet e smartphone. I turisti, nelle città d’arte usano questi mezzi di informazione. Il limite, nel nostro caso, è rappresentato, come evidenziato dalla stampa, dal mancato aggiornamento delle notizie, cioè da un problema di

gestione. Il manifesto viene affisso è la sua funzione termina lì. Si è fatta una spesa e ci si attende un risultato. Su di esso, a scadenza, verrà affisso un nuovo manifesto e così via. Il sistema informativo delle App per smartphone ha bisogno di gestione puntuale e continua, è come un “giornale on line”, attento alla notizia dell’istante. Ecco, quando si fanno nuovi progetti, occorre tener conto dei costi di gestione, altrimenti si rischia di fare belle cose che non servono.

La mente va alla “metropolitana leggera”. Si abbelliscono stazioni, dimesse da tempo, si realizzano pensiline e parcheggi. Ma chi deve gestire questi impianti?. Ci si dimentica che la linea ferroviaria è vecchia e che, in mancanza di un ammodernamento, non può essere competitiva. E poi c’è il Terminal degli autobus di Campobasso, ancora senza gestione. Penso al sovrappasso che dovrà portare gli utenti a via Mazzini e soprattutto alla manutenzione degli ascensori (quando ci saranno!), consi-

Appalusi per “Le spose di ieri” A Sepino tripudio per gli 80 capi nuziali dei primi del ‘900 SEPINO. Nella splendida cornice offerta da Piazza Nerazio Prisco, il 5 luglio a sera, si è tenuto l’evento “Le Spose di Ieri”, sfilata di abiti da sposa organizzata dalla Proloco di Sepino. S u l red carpet allestito per l’occasione, hanno sfilato oltre ottanta capi nuziali, indossati da cinquanta modelle, tutte sepinesi, che hanno mostrato, con ironia a classe, al folto pubblico presente l’evoluzione della moda dai primissimi del ‘900 a oggi, in un settore che, per fortuna, non conosce mai crisi.

La vera chicca, della serata, però, è stata rappresentata da un abito del 1870, gentilmente concesso dalla famiglia Meoli (e, in particolare, dalla Signora SimonettaValente), appartenuto a Giovannina, sposa si Santa Croce Del Sannio, giunta a Sepino in carrozza per unirsi in matrimonio, nella locale Chiesa Madre di Santa Cristina, a Francesco Tiberio. L’abito in questione, cucito da una sarta di Santa Croce, in origine era color bois de rose (rosa antico. Con il passare del tempo, ha assunto una tonalità più scura, vicina al bronzo.

La gonna è decorata con un nastro mille righe verde scuro e con il fiocco. Della stessa tinta è il merletto a uncinetto che rifinisce il tutto. I bottoncini applicati sulla parte anteriore sono di ottone. Inutile dire che l’abito è realizzato a mano in ogni suo dettaglio. Stupore tra i presenti, alla vista di un capo che costituisce, certo, un patrimonio culturale di grande valore e che, finora, in molti avevano potuto ammirare solo sullo schermo televisivo, tra i frames di qualche pellicola in costume.

derato il notevole flusso di passeggeri. Un sottopasso, a pendenza contenuta (vista l’altezza degli utilizzatori) che conduca verso l’ ARSIAM e quindi verso la stazione ferroviaria, potrebbe essere una soluzione ottimale, anche per quanti diretti all’università. Per la manutenzione basterebbe una semplice pulizia giornaliera, un sistema di videosorveglianza e un po’ di luci a basso consumo. Distinti Saluti Michele Rocco


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

8 agosto 2015

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Top of Form 1 il consiglio Pilone e Cancellario contestano la delibera per il riordino degli uffici comunali In relazione alla Delibera di G.C. n° 161 del 07.8.15 circa la modifica della struttura organizzativa dell’Ente, i Consiglieri Comunali di Democrazia Popolare, Francesco Pilone e Marialaura Cancellario, intendono avanzare alcune considerazioni di merito e di metodo in relazione ad una argomento assai delicato (quello della riorganizzazione del personale) che di fatto rappresenta il punto nodale dell’intero assetto amministrativo comunale. “Con la Delibera in esame di fatto si mette sotto tutela il Sindaco, la Giunta ed il Consiglio Comunale visto che al punto h) del dispositivo di delibera, come nelle premesse, si stabilisce che “tutte le proposte di deliberazione di competenza della Giunta e del Consiglio devono essere trasmesse al dirigente dell’area Organizzazione, Indirizzo e Controllo per essere visionate e vistate per attestarne la coerenza con gli indirizzi della programmazione comunale e con gli obiettivi assegnati alla struttura burocratica e che lo stesso provvederà al successivo inoltro alla Segreteria Generale o alla Presidenza del Con-

siglio per l’approvazione degli organi di competenza” La coerenza degli indirizzi programmatici non può essere una funzione di controllo e di regolarità tecnica in capo ad un dirigente. La programmazione è in Capo al Sindaco che l’ha redatta in virtù del mandato ricevuto dal popolo, ed in capo al Consiglio Comunale che l’ha votata all’inizio del mandato. Non solo!!! L’art. 5 ter comma 1 dello Statuto Comunale, in ottemperanza a quanto stabilito dal D.lgs. 267 del 2000 e succ. modificazioni, stabilisce che “Il consiglio concorre a definire annualmente l’attuazione delle linee programmatiche da parte del sindaco e dei singoli assessori con l’approvazione della relazione previsionale e programmatica, del bilancio preventivo e del bilancio pluriennale che nell’atto deliberativo sono espressamente dichiarati coerenti con le predette linee”. C’è di più!!! E’ il Consiglio Comunale l’organo preposto alla verifica degli indirizzi

della programmazione. Recita sempre l’art. 5 ter comma 2 dello Statuto “La verifica da parte del consiglio dell’attuazione del programma avviene nel mese di settembre di ogni anno, contestualmente all’accertamento del permanere degli equilibri generali di bilancio previsto dall’art. 36, comma II, del D.L.vo 25 febbraio 1995, n. 77 e successive modifiche ed integrazioni”. Sempre la delibera stabilisce che la segreteria del Sindaco e l’ufficio di staff del Sindaco, confluiscono all’interno dell’area Organizzazione diretta dal Dott. Iacobucci. Il nucleo di valutazione idem, mentre il servizio affari generali del Sindaco è soppresso. Come si evince, quindi, stiamo all’assurdo!!! Va specificato, come già fatto in precedenza, che stiamo parlando di un’area creata appositamente, deliberata con atto giuntale n. 256 del 16/12/2014 al di fuori della dotazione organica. E va chiarito che in base al d.lgs 267/2000 i dirigenti sono equi ordinati sia dal punto di vista funzionale che retributivo. Se proprio si vuole ricercare una figura di co-

ordinamento, così come previsto dalla legge, questa è da attribuire al Segretario Generale ed infatti l’art. 97 d.lgs 267/2000 comma 4* espressamente recita: “Il segretario generale sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e ne coordina l’attività…..” Fatto ancora più grave è che gli organismi consiliari preposti erano all’oscuro di tutto ciò nonostante l’art. 35, comma 2, sempre dello Statuto Comunale reciti testualmente “La Giunta comunale, sentita la competente Commissione e nel rispetto della contrattazione con le organizzazioni sindacali, propone acquisito il parere dei Dirigenti: La dotazione organica dei settori funzionali, dei servizi, delle unità obiettivo; l’assegnazione del personale ai settori funzionali” La Commissione non è stata mai sentita. I sottoscritti Consiglieri Comunali sin da ora si impegnano ad approfondire la questione senza escludere la possibilità di iniziative che rientrano nel loro esercizio amministrativo“.

Ti ricordo ancora

IL MENESTRELLO DI PIAZZA S. LEONARDO di sergio genovese I tifosi del Campobasso, quelli ormai scarsi criniti, non faranno fatica a resettare la pellicola dei ricordi per mettere a fuoco la figura di Umberto Annuario, in arte “Godzilla”. Quando le truppe dei tifosi esterni al Vecchio Romagnoli irrompevano con prepotenza, Umberto li riconduceva velocemente alla ragione. Spalle larghe, deltoidi e pettorali in grande spolvero, la domenica oltre alle ugole donava ai rossoblù anche la sua forza che metteva in uso all’occorrenza e sempre per difesa mai per attacco, per questo ne parlo. Solo la domenica si distraeva per quei colori così bene assortiti. Nel resto della settimana, assieme ai suoi fratelli gestiva un avviatissimo forno rilevato dalla famiglia Gianfelice, nella gloriosa Via Marconi. Le levatacce alle tre di mattina erano servizio ordinario, mentre il giorno non serviva per riposare ma per trasportare il pane con un indistruttibile tre ruote, per i vari punti di rivendita. Insomma una vitaccia piena di sacrifici che ha temprato Umberto e lo ha guidato fino a farlo diventare marito e padre di sicura affidabilità. In quegli anni incuteva un po’ di timore perché la sua prima risposta era sempre incazzata come quei cani che abbaiano pure se il vento sposta l’aria. Ma poi si ammorbidiva fino a diventare persino simpatico. Oggi Umberto, da qualche anno in pensione decisamente meritata, presidia notte e giorno la piazza più famosa di Campobasso dove tutti prima o poi si incontrano o si rincontrano: piazza S. Leonardo.

Si è autonominato referente del Centro Storico. Fa di tutto! Il vigile con tanto di fischietto in tasca, il giardiniere, l’informatore e il suggeritore. Ma dove si esalta e gode a più non posso è nella veste di menestrello. Canta e recita ( le poesie di

Totò in particolar modo). In tutte le ore da’ sfoggio di tale vis, per certi versi insolita. Un vero uomo/ artista di strada, in cerca di consenso e di applausi che riporta a casa con una discreta costanza. Ma ad Umberto gli facciamo un elogio grandissimo perché in questo mondo anonimo pieno di mezze calzette, lui tiene viva la piazza regalandosi il ruolo di personaggio di strada di cui Campobasso era piena quando era una città con la sua identità dove la gente si incontrava per strada e non nei Centri Commerciali. Cari lettori fatevi un giro per Via Cannavina per conquistare largo S. Leonardo. Incontrerete di sicuro Umberto che vi accoglierà con una poesia. Niente a che vedere con quel nerboruto che faceva retrarre i tifosi del Benevento nelle storiche sfide del Sannio. Meomartini e Vecchio Romagnoli docet…

Ingotte, fermata per Ripa possibile Anas e Regione procederanno alla messa in sicurezza del punto autobus RIPALIMOSANI. Dopo aver impedito la realizzazione del forno crematorio nel quartiere San Giovanni di Campobasso, arriva un’altra importante vittoria per i comitati spontanei nati per guidare le lotte delle popolazioni dell’area del medio Molise. Per i cittadini e lavoratori pendolari di Ripalimosani i disagi legati agli spostamenti termineranno a breve. La

buona notizia è arrivata a conclusione del tavolo tecnico tenutosi ieri mattina al Comune di Ripalimosani tra l’amministrazione civica, rappresentata dal vice sindaco e assessore delegato Luca Mitri; l’assessore regionale ai lavori pubblici e trasporti Pierpaolo Nagni; i tecnici dell’Anas e una delegazione del comitato spontaneo “Bus Democratico” rappre-

sentata da Fabio D’Ilio. Il comitato poche settimane fa aveva inscenato una protesta in zona viadotto Ingotte a difesa dei cittadini di Ripalimosani, rimasti da tempo senza fermata autobus con prevedibili disagi legati agli spostamenti per necessità di lavoro. La soluzione condivisa all’unanimità prevede sostanzialmente due step. Anas e Regione si faranno

carico della messa in sicurezza della fermata di Santa Lucia, ritenuta allo stato attuale insicura. I tecnici hanno valutato che per il completamento dell’opera e per la risoluzione definitiva del problema occorrerà all’incirca un anno, Nel frattempo, il Comune e l’assessorato regionale ai trasporti si sono impegnati a mettere da subito a disposizione di cittadini e

pendolari una navetta che li condurrà dal centro del paese fino all’area del Mulino, strada Ingotte dove si trova il bivio per Termoli. Una soluzione quest’ultima con la quale si pone finalmente termine ai disagi della popolazione ripese, in attesa del ripristino e messa in sicurezza della fermata bus di Santa Lucia.



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Isernia

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8 agosto 2015

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“Il Veneziale non si tocca” L’amministrazione comunale di Isernia ribadisce la decisione espressa dal Consiglio comunale ISERNIA. L’amministrazione comunale di Isernia ribadisce il proprio continuo impegno, presso le giuste sedi politico-istituzionali, al fine di accompagnare la riorganizzazione del sistema sanitario regionale, con specifico riferimento alla salvaguardia del presidio ospedaliero “Ferdinando Veneziale” di Isernia. Ribadisce, quindi, i contenuti dei documenti deliberati, alla unanimità, dal Consiglio

comunale il 2 aprile, alla presenza del Presidente della Giunta Regionale Paolo di Laura Frattura, e del 29 luglio scorso, entrambi riguardanti la situazione dell’ospedale isernino. Tale presidio è vitale non solo per Isernia ma per l’intero territorio provinciale, risultando fondamentale per l’efficace tutela della salute dei molisani, una tutela che si basa su un diritto costituzionale insopprimibile e che

verrà difeso con energia e determinazione, considerata anche della necessità di riequilibrare i servizi socio-sanitari in funzione delle esigenze delle popolazioni che vivono nelle aree interne e periferiche. Quindi, il Comune di Isernia assicura che si sta agendo incessantemente per scongiurare ogni depotenziamento del locale presidio ospedaliero. In particolare, in questo frangente, è preoccupato per il Pronto Soccorso del nosoco-

mio, costretto a fornire un servizio in situazione di estrema difficoltà e in condizioni di precarietà d’organico. In argomento, l’amministrazione comunale sta seguendo l’attività della Direzione Generale dell’Asrem che, in ragione della mole dei carichi di lavoro del nostro Pronto Soccorso, chiederà al Tavolo Tecnico Nazionale una deroga, in modo da poter avviare le procedure per l’assunzione di personale.

Il Comune vieta l’uso di acqua per irrigare ma il Consorzio si sente escluso dall’ordinanza VENAFRO. Un tema su cui cittadini e gli stessi dipendenti comunali di Venafro si dividono. Trattasi dell’innaffiamento del verde pubblico attingendo dalle condotte idriche comunali, nonostante che queste siano a corto d’acqua se è vero com’è vero che dalla casa municipale qualche settimana addietro è arrivato perentorio -e giusto- il divieto di usare l’acqua potabile per innaffiare piante e giardinetti privati. “Il Comune però -fanno presente in molti- innaffia regolarmente e per ore il verde pubblico attingendo dalle condotte idriche municipali. Pare esserci una sorta di contraddizione tra il divieto ai privati di innaffiare con l’acqua della rete idrica e la determinazione dello stesso ente ad attingere sempre dalla rete idrica comunale per innaffiare il verde sulle piazze”. L’osservazione popolare è stata girata agli uffici municipali preposti. “Creare il verde pubblico attrezzato -è stato detto dal responsabile del servizio- è risultato oneroso per le casse comunali, per cui appare opportuno a questo punto non sciupare ogni cosa, lasciando le aiuole senz’acqua e facendo seccare verde e piante. Vorrà dire che regoleremo diversamente l’orario di emissione dell’acqua per non disperdere inutilmente le risorse idriche tanto necessarie nel periodo di siccità”. Ancora i cittadini : “Notiamo che il verde pubblico attrezzato della nostra città non è trattato tutto allo stesso

modo. Alcune aiuole pubbliche hanno acqua, irrigazione, recinzione ed arredi, altre versano in tutt’altro stato. Belle, innaffiate e ben tenute sono quelle alla confluenza di corso Molise con la Colonia Giulia, in piazza D’Acquisto e in piazza Vittorio Emanuele II. Tutt’altro aspetto hanno le aiuole al Monumento ai Caduti di tutte le guerre e in piazza Marconi intorno alla Madonnina, dove non c’è irrigazione, il verde è un optional e manca qualsivoglia protezione. Solo

grazie all’impegno degli addetti al verde pubblico cittadino vengono tenute in stato decoroso”. Le spiegazioni dai settori comunali preposti : “Al Monumento ai Caduti c’era l’impianto di irrigazione, ma è stato più volte rotto e reso inservibile. Torneremo comunque ad aggiustarlo, sperando nell’educazione dei cittadini. Esamineremo poi la possibilità di creare un impianto irriguo exnovo alla Madonnina di piazza Marconi”. La chiusura dei dipendenti municipali circa i comportamenti della gente : “Una cosa è innaffiare da parte del Comune per un tempo limitato il verde pubblico, altro è farlo per ore ai giardinetti di casa o davanti l’uscio della propria abitazione da parte dei privati ! Questi sono comportamenti assolutamente da rivedere”. La replica della gente : “D’accordo, ma l’irrigazione del verde pubblico non dura minuti bensì tantissimo. Infatti a distanza di ore dall’innaffiamento le piazze D’Acquisto e Vittorio Emanuele II e la confluenza tra Corso Molise e via Colonia Giulia risultano ancora bagnate e piene d’acqua”. La risposta precisa dell’addetto al servizio : “Vorrà dire che ridurremo i tempi di emissione dell’acqua per evitare inutili sprechi”. Acqua, bene preziosissimo, assolutamente da preservare e non solo nel periodo ! Tonino Atella

Fornelli, una consulta per il centro storico Sarà Pasquale Lombardi a garantire il funzionamento della struttura per la valorizzazione del territorio FORNELLI. Importante decisione quella portata a termine dal Consiglio comunale di Fornelli che nei giorni scorsi ha nominato ufficialmente i componenti dell’innovativa consulta per il centro storico. L’assise civica guidata dal primo cittadino Giovanni Tedeschi e dal presidente del Consiglio Antonio Ottaviano ha deciso di puntare fermamente sullo sviluppo del territorio avvalendosi della collaborazione di tutte le associazioni locali, quelle che operano giornalmente sul territorio fornellese. Il Consiglio di Fornelli ha selezionato attentamente le domande pervenute per l’ammissione all’interno della nuova consulta nominandone anche il presidente, che sarà l’ex amministratore comunale e noto giornalista Pasquale Lombardi. La consulta lavorerà per migliorare e proporre iniziative per valorizzare, ancor di più, il centro storico di Fornelli, che rientra nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia. Si tratta di un organo

di vitale importanza e di grande prospettiva futura nato con l’idea del coinvolgimento più totale di tutte le realtà territoriali. <La consulta per il centro storico rappresenta un nuovo passo verso lo sviluppo del territorio. Il sodalizio – conclude il sindaco di Fornelli

Giovanni Tedeschi – è sinonimo di collaborazione e di coinvolgimento totale di tutte le realtà associative presenti sul territorio. Proprio quello che la nostra amministrazione va predicando giorno dopo giorno>.


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Termoli

8 agosto 2015

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Presenze turistiche, a giugno ottimi risultati I primi dati sono rassicuranti sulla ricettività e l’accoglienza in città per l’estate 2015 del giugno 2014. Sono stati 5.866 gli ospiti censiti singolarmente, di cui 826 stranieri. Sulla tipologia di ricettività gran balzo degli esercizi alberghieri, che hanno accarezzato quasi il 30% di aumento del volume d’affari, mentre in affanno gli extralberghieri. Considerando la ristrettezza di posti letto dell’hotellerie, grande merito va soprattutto all’albergo diffuso, con B&B e residenze che hanno fatto probabilmente la parte del leone. Uno sguardo sul dato tendenziale dell’anno, con arrivi e presenze in incremento dell’8 e del 6.7%. Nei primi sei mesi del 2015 17.872 sono stati gli ospiti delle strutture ricettive termolesi e hanno soggiornato per 48.316 pernottamenti.

TERMOLI. Quando il maltempo non incide, o incide pochissimo, i risultati si vedono. Grazie al meteo più accondiscendente di questa estate rispetto al 2014, arrivano notizie positive sull’afflusso turistico a Termoli ed erano almeno 3 anni che si avevano statistiche così lusinghiere, che si proiettano anche sul primo semestre dell’anno. Nello scorso mese di giugno, arrivi e presenze sono state in aumento del 15,3% e del 15,9% rispettivamente, con un trend ancora superiore per gli stranieri, (+ 22,7 e 23,1), con gli italiani anche loro in incremento (+14,1 e 14,9). Uno split considerevole, che ha portato a sfiorare i 16mila pernottamenti (15.799) cifra tutt’altro che disprezzabile, oltre duemila in più

Ex cinema Adriatico, lo studio di fattibilità Il protocollo d’intesa rappresenta un primo passo verso la conclusione del problema TERMOLI. A seguito dell’attività di mediazione dell’assessorato all’Urbanistica del Comune di Termoli fra la Proprietà dello stabile ex ’Cinema Adriatico’ e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Molise, la società proprietaria dell’ex ‘Cinema Adriatico’ ha presentato all’assessore Giuseppe Gallo uno studio di fattibilità relativo al risanamento e recupero dell’edificio. Lo studio così come presentato, verrà ora sottoposto all’analisi della Soprintendenza che dovrà esprimersi sulla fattibilità del progetto. Va comunque detto che in fase di elaborazione dello studio, il progettista si è interfacciato con i funzionari della Soprintendenza stessa; questo al fine di superare tutte quelle

problematiche che sin dal 2004, data di presentazione del primo progetto di recupero dell’ex ‘Cinema Adriatico’, erano emerse impedendone l’attuazione e la realizzazione. Qualora la Soprintendenza si pronuncerà positivamente sullo Studio si procederà entro e non oltre il 31 ottobre 2015 alla definizione del progetto esecutivo sul quale gli Uffici del Settore Urbanistico del Comune di Termoli esprimeranno il parere definitivo. Tutto questo è contenuto in un Protocollo di intesa sottoscritto dall’assessore Giuseppe Gallo e dall’Amministratore della società proprietaria dell’edificio e regolarmente protocollato presso l’Ente comunale. “Il protocollo d’intesa stipulato con la Pro-

p r i e t à dell’ex Cin e m a Adriatico – afferma l’assessore Giuseppe Gallo – rappresenta un primo passo importante verso la conclusione di un’annosa questione che potrebbe aver intrapreso il suo iter risolutivo definitivo. Qualora non venissero rispettati gli accordi e i tempi prescritti nel

Protocollo d’intesa, l’Amministrazione provvederebbe ad attivare tutte le procedure previste dalle norme per la tutela dei Beni artistici vincolati”.

Nona edizione di “una serata con Bacco” Oggi alle 18 la presentazione del libro “La leggenda del modesto bevitore”, dell’ambasciatore Mario Palma MONTENERO DI BISACCIA. Si terrà oggi pomeriggio a partire dalle ore 18 presso la Cooperativa Sociale Cantina San Zenone in C.da Piana dei Pastini, la presentazione del libro “La leggenda del modesto bevitore“, scritto dall’ambasciatore Mario Palma. L’evento, inserito nel cartellone dell’Estate Montenerese, all’interno della nona edizione di “Una serata con Bacco”, si annuncia ricco di spunti di riflessione e di aneddoti legati al mondo della produzione e del consumo consapevole di vino nel mondo. Dopo le presentazione del libro, seguirà uno spettacolo musicale, il cabaret di Santino Caravella da “Made in Sud” e tanta gastronomia locale. Mario Palma è ambasciatore italiano in Bangladesh, sinologo e attento conoscitore della cultura orientale. Nato nel 1955 a Montenero di Bisaccia, nel 1985 inizia la carriera diplomatica. Ha vissuto e lavorato in Germania, in Cina, in Giappone, in Turchia e a Taiwan. Mario Palma è un diplomatico di origini contadine: conosce fin da bambino il gusto del vino «genuino» prodotto dai con-

tadini prima dell’avvento dell’industria vitivinicola. Con sapiente abilità nel mescere narrazione autobiografica e conoscenza enologica di base, racconta le cause e le ragioni del suo avvicinamento, a partire dai primi anni ’80, ai movimenti del vino biologico e, successivamente, anche a quelli del vino biodinamico e naturale, la cui produzione si ispira a tecniche naturali, cioè non invasive, da applicare sia nei vigneti che nelle cantine, fuori dalle logiche della produzione industriale di massa e standardizzata. Il racconto è intessuto d’incontri con tanti protagonisti dell’evoluzione intervenuta nel mondo della produzione e della commercializzazione del vino; con i vari vignaioli - da Stefano Bellotti a Nicolas Joly, da Alfredo Roagna a Emidio Pepe, a Giampiero Bea e a Manuel Valenzuela - interpreti, ciascuno a suo modo, della lunga stagione di riscoperta e valorizzazione della cultura dei territori, del “terroir” come usa dire oggi; e con paladini del vino naturale e del bere consapevole come Jonathan Nossiter e Giovanni Bietti. Il percorso esistenziale dell’autore è, in questo senso, una testimonianza dei cambiamenti epocali avvenuti nelle produzione e nel consumo del vino, in Italia e nel mondo.


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Termoli

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“I metodi di Sbrocca non ci convincono” Il Comitato sorto contro il tunnel chiede maggiore democrazia e confronto TERMOLI. Tunnel si o tunnel no, questo è il dilemma. Al di là delle battute e delle citazioni letterarie riviste, il problema in questione è tremendamente attuale ed inizia a far discutere l’intera città. A Termoli se ne parla da tempo ed il tunnel in questione è quello che dovrebbe collegare il porto con il lungomare nord. Stimolare la discussione in merito e portarla all’interno del consiglio comunale è il compito che si è preposto un comitato cittadino denominato “Termoli decide”. Lo stesso nome scelto è un chiaro richiamo ad una forma di democrazia partecipata, anzi schiettamente parlando, quello che si chiede in maniera esplicita è un referendum consultivo, previsto dallo statuto comunale, per chiedere, e quindi far

decidere, ai cittadini circa la realizzazione dell’opera in progetto. «Tralasciando i seri dubbi sull’effettiva utilità del tunnel – dichiara il presidente del comitato Valerio Fontana – l’obiettivo principe del nostro comitato è quello di istigare l’amministrazione comunale alla discussione, tralasciando ogni divergenza di stampo politico. Bisogna cercare, al contempo, una forma di partecipazione diretta dei cittadini che dovrebbero avere diritto di parola su questioni di primaria importanza come questa. Abbiamo attivato infatti tutto l’iter burocratico necessario per indire un referendum popolare consultivo per chiedere al Comune di Termoli di annullare la delibera di giunta numero 50 del marzo di quest’anno

che prevede la realizzazione del tunnel. Non siamo espressamente contrari alla sua realizzazione, anche se sorgono delle grandi perplessità se si

guarda al costo che sta lievitando al ritmo di tre milioni di euro al mese (dai 5 iniziali siamo arrivati ai 15 attuali), ma chiediamo che a decidere sia la popolazione che lo do-

vrebbe subire. Abbiamo raccolto per questo cento firme e stiamo ancora attendendo una risposta da parte del comune nonostante la scadenza sia stata prevista per oggi».

INCIDENTE ALL’INCROCIO (42° Nord e 15° est) di Simone Coscia* Siamo nel pieno della stagione turistica ed anche se non è ancora momento di bilanci per la valutazione delle politiche di promozione turistica del nostro comune, c’è da rilevare un grande ed incomprensibile danno in questo campo. Questa amministrazione ha scelto di posizionare il tradizionale luna park agostano a lato del porto turistico, soluzione che dal punto di vista logistico, dei parcheggi e di un’ordinata circolazione stradale ha comportato diversi vantaggi. La cosa più sconcertante e fondamentale è però un’altra. In quell’area giace un’unicità termolese che potrebbe essere una vera risorsa a livello di promozione e di destagionalizzazione del movimento turistico della nostra città; l’incrocio del 42° parallelo nordcon il 15° meridiano est (che, ricordiamo, è quello che dà

l’ora all’intera Europa centrale). Un po’ di storia. Quando l’associazione nazionale topografi propose la donazione di un monumento commemorativo alla nostra città, propose nel progetto originale di posizionarlo al centro della spiaggia, nel punto esatto, dotando lo stesso anche del vialetto d’accesso dal marciapiede. La precedente amministrazione Di Brino per fretta o, peggio ancora, per ignoranza lo fece erigere ai bordi della passeggiata, senza dotarlo di alcun cartello informativo e inaugurandolo incompleto; era infatti prevista l’installazione di un binocolo nel foro predisposto al suo interno che puntasse sul punto esatto al centro della spiaggia dove doveva sorgere un cippo di identificazione dell’icrocio geografico. Per rimarcare questo punto accuratamente calcolato dai topografi, in attesa del cippo definitivo, fu lasciato un tondino di ferro piantato nella sabbia con un nastro bianco e rosso

legato alla sua cima. Bene, veniamo ai nostri giorni. Cosa ha pensato la geniale mente dell’amministrazione Ferrazzano-Sbrocca? Di dare il via libera alle ruspe senza premurarsi di proteggere il significativo punto, o quanto meno di dichiararsi disponibile alla sua protezione a termine di questa stagione estiva; dopotutto il luna park è qualcosa di molto più importante !!! Così ora, invece del picchetto provvisorio e del “cippo” definitivo, lì sorge il nuovo simbolo che questa amministrazione vuole evidentemente utilizzare nei prossimi anni per la promozione turistica di Termoli: l’autoscontro!!! Radendo al suolo un’unicità che avrebbe distinto Termoli, in qualsiasi campagna pubblicitaria, da qualunque altra località turistica l’Amministrazione comunale ha inteso erigere a simbolo l’autoscontro, metafora di una maggioranza che in campo turistico va in

tante direzioni diverse, senza un obiettivo chiaro e come le automobiline di questa giostra non potrà far altro che andare a sbattere contro un ammasso di inconcludenza. Sintesi perfetta della confusione e del pressapochismo di chi dichiarando di voler portare Termoli al livello delle migliori e più conosciute località turistiche, per farlo sceglie di distruggere un luogo simbolo. Tutto lascia presagire che, dopo una spianata degna del precursore Attila, sarà destinato a chissà quale uso e consumo di qualche solito amichetto, che di qui ad un anno chiederà ed otterrà forse la gestione privata di un’attrazione turistica sottratta ai cittadini ed ai turisti di Termoli. Si spera pertanto in un ripensamento di utilizzo di quell’area così unica che se valorizzata a pieno potrà essere vera fonte di rendita turistica. *SEL Sez. di Termoli

“Campi da tennis, vince l’incuria” Numerose le lamentele di quanti frequentano il parco comunale di Termoli TERMOLI. Il parco della discordia. La villa comunale intestata a Girolamo La Penna non vive di buona salute, né amministrativa visto il contenzioso in essere tra gestori privati e Comune di Termoli, tanto meno per le condizioni oggettive e reali. Ora si leva il grido di allarme per i campi da tennis. “Questa è una lamentela di tutta la gente che frequenta quotidianamente il parco comunale e le strutture sportive presenti. Ormai sono passati 3 anni da quando il parco é in mano ad un privato e la situazione continua a peggiorare con il passare del tempo. La lamentela è sopratutto sulle strutture sportive ormai in un totale stato di abbandono, basta farsi un giro per rendersene conto…l’unica strut-

tura tennistica termolese sta cadendo letteralmente a pezzi. il campo coperto frequentato ogni giorno dalla scuola tennis e dai suoi corsisti, prevalentemente da ragazzi e bambini versa in stato di incuria e sporcizia. La manutenzione non è mai stata fatta così come la sua pulizia. Basta entrare nel suo interno per notare lo squarcio causato dall’incendio dell ex pressostatico, riparato con uno ‘striscione pubblicitario’ che ormai si è staccato a causa dal caldo, una rete ridotta a brandelli, polvere e ragnatele ovunque. La molta gente che frequenta la struttura tennista ha fatto richiesta di pulizia, manutenzione e sostituzione della rete ma questo non è mai avvenuto. Una rete da tennis costa su per giù 70 euro e il privato avrebbe dovuto investire la bellezza di 1,6 milioni di euro. Quanto altro tempo dovrà passare per riavere un parco pulito e funzionante?”.



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Opinioni di Nicola Felice Da diverso tempo camminando per strada, riconosciuto come componente del Comitato San Timoteo, vengo fermato da comuni cittadini che chiedono notizie sul servizio sanitario, sugli ospedali, in particolar modo sul San Timoteo di Termoli. Sono molte le persone che si mostrano preoccupate, amareggiate, arrabbiate nel sentire, da tempo e da più parti, i rischi che l’ospedale corre di perdere ulteriori reparti nell’imminente futuro. Persone che chiedono cosa si può fare, pur riconoscendo la loro impotenza in quanto, ormai da tempo, sempre più non vi sono occasioni e luoghi per poter manifestare e rappresentare il proprio dissenso a chi è stato eletto nelle varie istituzioni ricevendo onore ed onere di rappresentarli, tutelarli, salvaguardando gli interessi e i beni comuni. E’ facile riscontrare che tutto ciò è vero! In più occasioni si è fatto appello ai vari rappresentanti di ogni ordine e grado nelle varie istituzioni, con l’unico risultato che fino ad oggi si è registrato un assordante silenzio: sembra quasi che nessuno voglia disturbare il “manovratore”. Eppure, in ogni campagna elettorale non vi è candidato che non strombazzi a “mari e monti” che con la sua elezione si avranno “palazzi e case di vetro, porte aperte” e totale disponibilità! Una volta eletti, in qualsiasi istituzione, quanto preannunciato puntualmente viene smentito e crescono le difficoltà per il cittadino ad avere un confronto o un semplice ascolto. Difficilmente gli eletti si incontrano in ambienti aperti: strade, piazze, mercati. Solo a pochi intimi che costituiscono i cosiddetti “cerchi magici”

di Claudio de Luca “Posso rendere felici tutti gli amici. Basterà che possa legiferare e questa o quell’altra categoria, la tale o la tal’altra comunità, potranno fare passi da gigante. Votatemi. Potrete trascorrere anni degni d’essere vissuti. Ma fate bene attenzione: so pure gettarvi nella disperazione più nera ove non sovveniste ai miei desideri elettorali”. Se solo potesse farlo apertamente, c’è da credere che un politico molisano esternerebbe proprio così. Per il momento, glielo inibisce la decenza e la paura dei sentimenti di rivalsa avvertibili anche tra le fila degli “aficionados”. Che così la vedano i “potenti” nostrani è “comprensibile”; ma meno giustificabile è che ci credano gli stessi elettori. Se vi capita di parlare con qualcuno che conti, valutate il suo ed il vostro atteggiamento. Dall’alto della supponenza sembra ricordarci:”Sta’ attento perché non c’è foglia che possa muoversi se io non voglio”. E’ così che questa genìa di politicanti (con le dèbite eccezioni) si guadagna da vivere rivolgendosi al cittadino con la sicumèra dei prepotenti. Muovendosi tra le pieghe delle regole, e grazie alla collaborazione di burocrati che hanno abdicato dalla propria funzione notaril, possono erogarti un finanziamento, un contributo a fondo perduto, magari affidarti una consulenza oppure diminuire l’importo di un tributo, sovvenzionare la cultura “amica” e sabotare quella di chi sia “cliente” di un avversario. Per di più, possono far lievitare le tariffe dei trasporti pubblici ed addizionare il costo della

8 agosto 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ah! quella politica di un tempo

tutto è possibile, mentre i cittadini comuni sempre più stressati dalla crisi economica ed occupazionale, si vedono impossibilitati a penetrare ambienti chiusi “ermeticamente”, sistemi filtranti “segretarie”… costruiti, forse, artatamente per evitare contatti personali. Da qualche decennio siamo stati guidati da una classe dirigente miope, carente di progettualità, incapace persino di conservare e salvaguardare quello che nel passato è stato costruito e demandato alle nuove generazioni. Si registra la continua crescita dell’egoismo e del disinteresse ai problemi della “povera gente”, che oggi

appare essere prerogativa solo di Papa F r a n c e s c o . Come non rimpiangere i tempi andati, con quei luoghi (sedi dei partiti, associazioni di categorie, ecc..) e quella classe dirigente che non lesinava mai il confronto, il contatto, l’ascolto dei cittadini che avveniva non solo nelle sedi istituzionali, ma anche nelle abitazioni e studi privati, persino nei giorni festivi, occasione quantomeno per un sostegno morale e di speranza a quanti vivevano momenti di difficoltà.

loro “verbo” tramite il “comunicato stampa” per qualsiasi occasione, giornaliero e più delle volte inutile, quasi solo a dimostrare di “esserci”. Questo non ha fatto che produrre sempre più disaffezione della gente alla politica; lo dimostra anche l’astensione alle ultime elezioni circa del 50%, aumentata negli ultimi sei anni di oltre il 30%. Ritengo che una delle causa di ciò è l’assenza, ormai datata, di partiti “veri” utili a formare e selezionare una classe dirigente capace, onesta, eticamente e moralmente indiscutibile. Oggi la politica, per i più, sembra non svolgere quell’arte nobile ma essere stata relegata a stipendificio, erogatore di benefit, o peggio ancora a palestra del “malaffare”. Occorre con urgenza superare l’attuale sistema regolato da partiti (contenitori vuoti), club, “clan”… rappresentati da pochi e soliti soggetti che impossessatesi di timbri e carte intestate partecipano ai “tavoli” di coalizione con lo scopo principe di garantire posizioni e interessi personali, loro e degli intimi, nei vari enti e istituzioni. Per uscire da questo stato occorre da subito, in primis, un atto di orgoglio e di rivalsa con presenza e impegno diretto di tanti cittadini capaci e onesti, che disinteressandosi della politica, ritenendola “sporca”, hanno lasciato spazio a soggetti non all’altezza del compito e raggiungere il degrado, di ogni forma, che tristemente registriamo. Questo lo si deve soprattutto alle future generazioni.

Molti dell’attuale classe dirigente ritiene assolto il proprio operato diffondendo il

Votatemi perchè devo poter campare benzina. Si trovano nella condizione di riconoscere (o meno) ai cittadini il diritto alla salute, e quindi quello di vivere meglio, oppure di negarglielo nascondendosi dietro il Governo nazionale, applicando questo moralismo (da sagrista post-democristiano e da opportunista ex-comunista) con grande “nonchalance”. Un Signore della Politica, se ti prende in simpatia, può addirittura far crescere nella piccola area verde posta sotto casa tua, alberi di zecchini d’oro come fece Carlo Collodi nel libro di Pinocchio. Un politico, dotato com’è di superpoteri, può fare: 1) dei suoi “clientes”, tante persone realizzate; 2) dei lavoratori in genere, dei soggetti assicurati contro ogni sventura dell’economia; 3) di un padre di famiglia, un uomo sereno. Infine, può rendere felice uno studente e far apparire il futuro più roseo ad un imprenditore. Un sacerdote in vena di predicozzi direbbe ch’egli è “il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola”. Insomma colui che Tu hai votato può tutto, persino innalzarci ad un livello di poco più inferiore al suo, premiandoci come Calìgola fece col suo cavallo. Tutto ciò posto, resta da capire perchè gli elettori continuino a prenderli sul serio ed a votarli, quando è evidente che i politici – almeno durante la campagna elettorale – non hanno affatto i superpoteri di cui si vantano (perché saremo noi a conferirglieli, accedendo in cabina). Dopo, coi loro interventi, con le loro “regolamentazioni”, con i congressi di

partito, con le loro incompetenze e le loro fabbriche dei programmi provvederanno solo a rallentare ciò che un tempo – con brutta espressione e con esagerato ottimismo – veniva chiamata “la marcia del progresso”. Ascoltare i politici che si lodano e che s’imbrodano, nelle tivvì locali e nelle interviste ai giornali, nei manifesti murali ed ovunque appaiano un taccuino o un microfono, è un’esperienza sempre più surreale. Fanno peggio che mentire. Sono pomposi, e cantano come i galli, beccandosi l’uno con l’altro (fatte le dèbite eccezioni). Questi Signori usano i punti esclamativi, mai quelli interrogativi. Perciò,

diffidate. Non può essere brava una persona non abituata a porsi domande. Scrivono con le maiuscole; non si accontentano di temere la crisi, di chiedere giustizia, d’essere preoccupati per il futuro dei giovani. “Vogliono” la Giustizia, “temono” la Crisi, sono preoccupati, ma solo a parole, per il futuro dei figli nostri. Mai di quelli partoriti grazie ai colpi dei loro magnanimi lombi perché il sangue del proprio sangue l’hanno spedito da tempo a studiare all’estero. In Molise ritornano solo per mangiare le “brioches” della Regina Maria Luisa, perché loro possono tranquillamente astenersi dal pane.


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