La dignita' e' per persone inteligenti questo consiglio non ne ha dimettetevi

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 117 - venerdì 22 maggio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Giuseppe Saluppo

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Giuseppe Saluppo. Il nostro collega ha dato alle stampe il volume “Il Molise e la Grande Guerra” che ha avuto un ottimo riscontro avendo venduto oltre mille copie. Un libro, nel Centenario dell’ingresso in guerra dell’Italia, che ha conosciuto apprezzamenti per la qualità della ricerca storica e per quel gusto giornalistico di conoscenza dei perchè che spinsero tanti molisani nelle trincee con la speranza di un domani migliore. E le medaglie ai molisani caduti ne sono una testimonianza e un esempio.

La dignità è per persone intelligenti Questo Consiglio non ne ha Dimettetevi

Il Tapiro del giorno a Michele Iorio

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Iorio. L’ex presidente della Giunta regionale ha manifestato quasi un plauso al progetto di riforma del sistema sanitario regionale così come proposto da Frattura. Non ha ritenuto illogico il passaggio da una Azienda a due; l’ospedale di Agnone deviato nell’Agenzia territoriale; che i debiti dell’Asrem soppressa finiranno con il sommarsi con quelli delle vecchie Asl e via dicendo. E’ pur vero che ha già salvato Frattura in un Consiglio sulla sanità un anno fa. Ora, però, ci si sarebbe atteso ben altra posizione.

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2 22 maggio 2015

Poche luci e molte ombre sul destino delle risorse idriche fatte balenare dall’Assessore Nagni

Il Molise ne ha stupidamente regalata tanta di acqua che ora si trova in difficoltà

Venafro e le sorgenti del San Bartolomeo, Boiano e le sorgenti del Biferno sono la punta dell’iceberg: soffrono di carenza idrica! C’è del sibillino nella comunicazione dell’assessore Nagni sul trasferimento delle risorse idriche molisane alle regioni confinanti, che andrebbe chiarito. In particolare, su che basi, e con quali obiettivi, è stato “avviato il percorso tecnico operativo per il trasferimento delle risorse idriche tra Molise e Campania”. L’assessore usa i termini “tecnico” e “operativo”, non accenna a quello economico. Che da sempre è l’argomento carente nei rapporti interregionali, sul quale inutilmente si batte il tasto. Da sempre, le cronache regionali dicono che l’acqua del Molise vien regalata. Temiamo sia davvero così o, comunque, sia vero che dalla cessione dell’acqua a chi ne vuole, il Molise non ne ricavi niente. Ne ha regalata tanta, fino a ritrovarsi in difficoltà. Pertanto, che Nagni annunci l’apertura di “un percorso tecnico e operativo” è di per sé una buona notizia. Dice che si torna finalmente ad un tavolo per valutare il volume dell’acqua ceduta, il sistema della cessione, e se ci sono correttivi e/o integrazioni da fare. Vogliamo credere che l’assessore aggiunga in agenda anche il punto controverso delle contropartite. Cioè, cosa ce ne viene a noi molisani dalla cessione

di una risorsa naturale di cui abbondavamo e di cui, per dissennatezza politico/amministrativa, rischiamo in futuro di dipendere noi forse dagli altri. Conforta intanto sapere che nel recente incontro avuto con l’omologo della Campania, l’assessore Giovanni Romano, abbia affrontato e messo in risalto le condizioni tecnico – ambientali - amministrative del territorio venafrano che,

TERMOLI. La fine per lo Zuccherificio del Molise è arrivata, aste andate deserte, imprenditori che non hanno di fatto mai acquistato lo stabile, Spa e Srl in contrasto. La notizia è che i giudici hanno decretato il fallimento dello Zuccherificio, i creditori sono sul piede di guerra, ancora essendo fallita la società anche la nuova campagna che doveva iniziare non potrebbe avere inizio. E non è tutto anche l’attuale SRL rischia il fallimento in quanto avanza crediti dalla Spa. Insomma un finale che un pò ci si aspettava. E, intanto, anche gli industriali dello Zucchero non fanno sconti allo Zuccherificio del Molise e alla Regione Molise. “Senza entrare nel merito della conclamata difficile situazione dello Zuccherificio del Molise, non comparabile, peraltro ed in alcuna maniera, con quella dei 3 zuccherifici operativi nel Nord Italia, evidenzia come per la prossima campagna 2015, Coprob e Eridania-Sadam prevedono responsabilmente, e nonostante le fortissime difficoltà di mercato, di lavorare le bietole provenienti da circa 40mila ettari già seminati, garantendo reddito ai lavoratori, agli oltre 8mila coltivatori ed all’indotto. Il contesto dello Zuccherificio del Molise

ironia del destino, pur disponendo delle sorgenti del San Bartolomeo, è venuto a trovarsi a secco d’acqua. Problema, tra l’altro, che s’avvia ad essere diffuso sul territorio (da Venafro a Termoli; da Trivento a Riccia), se non si trovano le contromosse. Venafro soffre la sete in conseguenza delle derivazioni d’acqua verso la Campania: il dato deve far riflettere. La faccenda è tremendamente

seria. Non va presa sottogamba. Nagni ha la possibilità di avvalersi degli errori degli altri per non commetterne di suoi. Difatti, per Venafro saranno analizzate alcune soluzioni tra cui “un’azione di controllo e monitoraggio delle falde acquifere interessate verso la Campania” da bilanciare con quelle del paese. Stesso problema per le sorgenti del Biferno che sui libri di geografia vengono citate tra le più generose dell’Appennino centro - meridionale. E’ il caso che i testi di geografia (benché la materia non sia più nei programmi scolastici, stupidamente) vengano aggiornati. Siamo all’assurdo che il paese simbolo del Molise per abbondanza idrica, Boiano, soffra di carenza. Anche in questo caso questioni di derivazioni che vanno affrontante in una nuova ottica. Sicuramente meno concessoria di quella finora applicata. Tutto da rivedere e da ricontrattare, senza timori riverenziali, senza genuflessioni, senza com-

Zuccherificio, fine della corsa non può non preoccupare fortemente tutta la filiera, sia per le evidenti difficoltà generali del settore che per il rischio che nella campagna 2015 un consistente quantitativo di zucchero prodotto all’estero per conto dello Zuccherificio del Molise e dal medesimo venduto direttamente al produttore estero, venga immesso da questo ultimo sul mercato nazionale, in presenza inoltre di una irrisoria o nulla produzione bieticola sul territorio locale”. E la Regione Molise? Ma questa classe politica si è accorta di avere mandato al macero, dopo 44 anni, l’impianto saccarifero? Nell’apprezzare la conferma, da parte del Mipaaf, “dell’impegno – in Italia come in sede di negoziato europeo – a difendere la strategicità della produzione di zucchero da barbabietola, si ribadisce come questa passa non solo attraverso il rispetto degli impegni assunti dall’esecutivo – recentemente confermati dal Mipaaf – circa il pa-

gamento degli aiuti per gli anni 2009 e 2010 decisi in occasione della riforma del 2006 ed arrivare, insieme ad altri stati membri, ad individuare tempestive azioni da parte della commissione europea idonee a fronteggiare il crollo dei prezzi dello zucchero e nel lungo periodo la probabile volatilità ma anche attraverso “l’effettuazione di rigidi e preventivi controlli, da parte delle autorità nazionali competenti, al fine di assicurare il rispetto della regolamentazione comunitaria, del pagamento del prezzo minimo della barbabietola e dei requisiti normativi per essere considerati ‘operatori riconosciuti’ al fine di mantenere una quota di produzione”. Su queste azioni – conclude Unionzucchero - le imprese saccarifere italiane associate sono al fianco del Ministero e delle istituzioni per arrivare ad avere quei risultati concreti ed urgenti, necessari per fronteggiare la drammatica crisi del settore”.

promessi. Con la Puglia, per le acque del lago di Occhito; con l’Abruzzo per per le acque della diga di Civitanova e del Trigno. Eppoi venga fatta chiarezza una volta per tutte sulle dighe artificiali: quanta acqua raccolgono, a chi viene data e a quale prezzo. Partendo dalla diga di Arcichiaro (costata 90 miliardi di lire) per finire a quella del Liscione. Fuori i dati e i programmi. I questa dichiarazione di Nagni c’è troppa evanescenza e troppa timidezza che non lasciano tranquilli: “Abbiamo posto le basi per aprire un quadro più complesso in materia di risorse idriche. Avviato il percorso con la Regione Campania, siamo pronti a procedere sulla stessa linea anche con la Regione Puglia. Non appena, infatti, sarà eletto il nuovo assessore al ramo, provvederò ad incontrarlo per delineare altri accordi, anche rispetto alla diga di Occhito”. Ha dimenticato l’Abruzzo. Forse per non urtare la sensibilità del presidente Frattura che spera di ricavare molto per sé dall’amicizia col suo omologo Luciano D’Alfonso. Sarà, ma il nodo delle acque all’Abruzzo prima o poi verrà al pettine. Dardo


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3 22 maggio 2015

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Il vice presidente della giunta regionale Michele Petraroia: il miglior cerchiobottista in circolazione Fare massa critica intorno alla ritrovata unità sindacale a tutela dei lavoratori e, soprattutto, di coloro che un lavoro lo cercano Se c’è un protagonista nello sfascio della società civile, nella condivisione della responsabilità politica di chi taglia la sanità e la scuola nei territori piccoli, nelle aree svantaggiate e nelle zone interne (il Molise), questi è l’assessore regionale alle Politiche sociali Michele Petraroia. Il cui trascorso sindacale alla testa della Cgil molisana è ormai un pallido ricordo e un rimando storico che lo dovrebbe mettere in imbarazzo, stante la condizione di vice presidente dalla giunta regionale che nel giudizio proprio dei sindacati e delle associazioni e delle organizzazioni in cui si manifesta il popolo fuori dagli stazzi, è la peggiore della storia regionale del Molise. Bene, anche dinanzi a questa constatazione oggettiva, certificata da due anni di regressione economica e occupazionale, l’assessore Petraroia ha trovato la maniera di sdoppiarsi, di dare un colpo alla botte e uno al cerchio (è il migliore cerchiobottista in circolazione) mettendo assieme i sentimenti del sindacalista che celebra il 45ennale dello statuto dei la-

Dall’Acem, la formazione sul sistema appalti Nell’ambito dell’attività di formazione ed informazione per le aziende iscritte, è stato organizzato dall’ACEM un incontro seminariale per oggi, venerdì 22 maggio 2015, alle ore 17:00, presso la sede sociale (Via Cavour 12/A Campobasso), sull’accesso al credito e sugli interventi di supporto propedeutici al recupero del merito creditizio delle imprese verso le banche. Parteciperanno ai lavori Agostino Mauro Capozzo – A.D. Consorzio CIT SafePartners e Presidente Confidi Rating Italia Mauro Palladino – Area Commerciale Consorzio CIT SafePartners Ing. Daniela Caruso – Area Crediti Consorzio CIT SafePartners Gianni Ciao – cofounder Innovation Factory gestore Circuito di Credito Commerciale SAMEX.

voratori, e del politico/amministratore che quello statuto lo ha visto manomettere e svuotare, dimenticando di essere passato dalla parte dei politici e degli amministratori che lo hanno manomesso e svuotato. Questa dicotomia stridente e inconciliabile in qualsiasi soggetto pub-

blico che avesse un minimo di coerenza, in Petraroia riesce a convivere e a passare, a farsi comunicazione, ad essere messaggio e riflessione. Quando si dice la contraddizione in termini! Per cui, ancora una volta nel suo quotidiano comunicato stampa, tocca leggere la versione del sindacalista Petraroia secondo cui oggi si assiste alla spoliazione progressiva delle conquiste delle grandi battaglie sindacali che hanno segnato il culmine delle conquiste dell’”Autunno caldo” e il punto di partenza per cogliere altri rilevanti obiettivi, quali la legge sulla protezione sul lavoro delle donne, le leggi sul divorzio e sull’interruzione di gravidanza, la legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, la legge Basaglia e tante altre norme di civiltà rincorse vanamente dal dopoguerra e, contemporaneamente, leggere il vice presidente della giunta re-

gionale Petraroia che dice: “La visione generale della società e dei problemi ci fa apprezzare la scelta del Governo sulla restituzione dell’indicizzazione sulle pensioni a 4 milioni di persone con i redditi più bassi” e che “dalla crisi si esce insieme, ispirandosi ai principi di una stagione sindacale (che fu – ndr), in cui centinaia di migliaia di operai del Nord scioperavano per lo sviluppo ed il lavoro del Sud. Quello spirito solidale merita di essere ricordato perché da quelle lotte sociali venne fuori lo Statuto dei Lavoratori e una politica per il Mezzogiorno che consentì al Molise di archiviare la propria arretratezza ed entrare a pieno titolo nella modernità”. Poi sono arrivati loro, i governanti del Molise sotto l’emblema vincente del centrosinistra, per ridurci nello stato in cui siamo. Comunque, della sortita petraroiana, non tutto è contraddittorio e dicotomico. Ce’ qualcosa da apprezzare, da condividere e dal sviluppare, ossia: “La vivacità delle confederazioni sindacali che in questi giorni (unitariamente – ndr) hanno pro-

mosso manifestazioni tematiche di spessore con Susanna Camusso la Cgil, con il seminario do ieri l’altro all’università la Cisl e con il convegno della Uil sull’arte, la musica ed il futuro del Conservatorio Perosi”. Se c’è pertanto un’idea di Petraroia da assumere valida è proprio questa: fare massa critica intorno alla ritrovata unità sindacale a tutela dei lavoratori e, soprattutto, di color che un lavoro lo cercano. Dare forza alla spinta sindacale dovrebbe essere l’obiettivo di fondo di tutte le organizzazioni che con sigle diverse in sostanza si battono per gli stessi obietti: lo sviluppo sociale ed economico. Far crescere e sostenere l’unitarietà sindacale nel Molise sarebbe una prova di intelligenza e … di forza. Di questo avviso, saggiamente, è il presidente degli ex consiglieri regionali Gaspero Di Lisa tra primi a dirsi convinto collaterale dell’azione di Cgil, Cisl e Uil.

Dardo

Formazione professionale: l’unione fa la forza Duro il giudizio degli enti preposti rispetto alla passività della Giunta regionale del Molise L’unione fa la forza, specie in tempi di angustuie e difficoltà. Per questo motivo ben quindici enti di formazione professionale, circa un terzo del totale di quelli accreditati dalla Regione Molise, hanno deciso di federarsi, aderendo lo scorso 18 maggio alla Federazione Autonoma Imprenditori Liberi Professionisti. Un modo di tutelarsi, di fare quandrato per cercare di invertire l’inerzia negativa che da mesi sta interessando il settore, facendogli perdere posizioni nell’ideale griglia dei settori trainanti in Molise. I soli quindici enti in questione valgono un fatturato di 1,6 milioni annui e danno impiego a settantasei addetti. Un piccolo patrimonio da non disperdere evidentemente, ma, come lamenta il presidente regionale della Federazione, Gianfranco Di Bello: “La prospettiva, di questo passo, è la cancellazione di posti di lavoro, la nascita di nuovi disoccupati e la fine di un indotto che autonomamente, e senza alcun sostegno pubblico, porta in Molise risorse economiche, crescita, professionalità.”Solo qualche giorno fa

siamo tornati sulla vertenza della formazione professionale, rimarcando il presidio ininterrotto degli operatori sotto la sede del consiglio regionele e quanto un settore che altrove, specie in meridione, era stato oggetto di più di una speculazione, per il Molise avesse finora rappresentato un attivo strumento di crescita collettiva. “Un caso emblematico

è quello dei corsi di formazione “liberi”, ovvero quelli strutturati e organizzati dagli enti senza alcuna contribuzione o sostegno pubblico.” - continua Di Bello - “Corsi, sia detto per inciso, che portano risorse nelle casse della Regione senza sottrarre un solo centesimo. Bene, da oltre un anno (l’ultima delibera è la n. 141 del 08 aprile 2014) il settore è com-

pletamente paralizzato da inspiegabili lungaggini burocratiche, da un immobilismo organizzativo e da un rimpallo di responsabilità che stanno strangolando e distruggendo ricchezza e posti di lavoro. E’ il caso di segnalare come, grazie alla sola capacità degli Enti, giungano in Molise, provenienti da tutta Italia, corsisti che muovono e portano ricchezza per i settori della ricezione alberghiera, della ristorazione, dei trasporti. Anche a questi comparti, il perdurante immobilismo della Regione sta sottraendo lavoro e ricchezza, sottraendolo così all’’intero Molise.” E così, un mattone alla volta vediamo ogni giorno venire giù quello che era il sistema economico regionale; nient’affatto perfetto, come ogni cosa sulla terra del resto, assolutamente sucettibile di miglioramenti e trasformazioni che però non vediamo profilarsi, non leggiamo nei fatti e nelle intenzioni di chi governa il Molise. Quella a cui ci tocca assistere è una demolizione, un selvaggio, cieco smantellamento.


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4 22 maggio 2015

Prosegue spedito il progetto per il riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità

Tratturi e civiltà della transumanza del Molise protagonisti a Roma L’antica pratica agropastorale, che in forma orizzontale resiste in Italia solo nella transumanza di trecento bovini della famiglia Colantuono di Frosolone, viaggia spedita verso il riconoscimento dell’Unesco. Non ci sono conferme ufficiali in merito, anche perché il procedimento è lungo e complesso, ma il grande gioco di squadra degli interpreti molisani di questa importante sfida sta per portare a casa un risultato straordinario che darebbe tantissimo al Molise, e agli altri territori interessati, in termini di appeal, immagine e credibilità progettuale e attuativa. Il tavolo tecnico ‘sui tratturi’ è composto da Moligal, Regione Molise, Soprintendenza, Unioncamere Molise e da tutti i Comuni coinvolti nella transumanza, che hanno deliberato il proprio sostegno al progetto. Molti di questi partner sono intervenuti a Roma il 20 maggio, nella Sala stampa Estera di

via dell’Umiltà. Con il coordinatore dell’iniziativa, Nicola Di Niro, presente il consigliere regionale con delega al Turi-

No al reddito minimo di cittadinanza

l’intervento di Filoteo Di Sandro* Fratelli d’Italia – AN ha più volte manifestato la propria vicinanza, anche con concrete proposte di modifica all’impianto del famigerato “jobs act” di Renzi, ai cittadini che, in questa particolare congiuntura economica, si trovano alle prese con il gravoso problema della disoccupazione e della ricerca di una fonte di reddito. I dati che emergono, nonostante gli annunci molto fumosi dell’esecutivo, sono drammatici; un tasso di disoccupazione complessivo tra i puù alti d’Europa, un giovane su due disoccupato, una staffetta generazionale interrotta e, di con-

smo, Domenico Di Nunzio – che ha parlato di proposte per la valorizzazione dei tratturi - e la Soprintendente ad interim

della Soprintendenza archeologica del Molise, Jeannette Papadopoulos. Sono intervenuti anche il giornalista Sandro Vannucci, che ha esaltato le peculiarità uniche dei pochi tratturi rimasti intatti, ricordando la sua straordinaria esperienza “lungo le strade dei transumanti e dei pellegrini” (è stato lui, tra l’altro, venti anni fa, con il programma Linea Verde a riaccendere l’attenzione sui tratturi) e l’esperto Unesco, Ottavio Di Bella, che ha spiegato nel dettaglio ‘la procedura immateriale Unesco’. Tanti gli spunti con i giornalisti, soprattutto internazionali, che seguiranno la quattrogiorni che da San Marco in Lamis, percorrendo oltre 180 chilometri, la maggior parte dei quali in Molise, porterà i trecento bovini della famiglia Colantuono, e la carovana al seguito dell’evento, fino a Frosolone.. L’incontro con la stama estera s’è concluso con

seguenza, un PIL che stenta ad agganciarsi alla ripresa internazionale. Il governo è senz’altro chiamato ad intervenire, per restituire slancio alla nostra economia e stimolare la domanda interna ed i consumi, ma la risposta non può essere quella dell’assistenzialismo fine a se stesso. Il reddito minimo, come peraltro ha fatto notare anche Monsignor Bregantini in audizione alla Camera, non costituisce una risposta seria al problema. Chi oggi è in difficoltà, specialmente i giovani in cerca di prima occupazione, non ha bisogno di elemosina da parte dello stato, ha bisogno, per riprendere le parole di Papa Francesco, di dignità che può venire solo dal lavoro.

L’ACEM, con una nota a firma del Presidente Corrado Di Niro, si è rivolta al Presidente della Giunta Regionale del Molise ed alla Direzione Generale Area I, dichiarandosi preoccupata sulla circostanza che alcuni fondi andati in perenzione inerenti i finanziamenti di lavori pubblici, saranno reiscritti con il primo assestamento di bilancio, in quanto considerato che lo stesso avverrà non prima di luglio, si verificherà uno slittamento temporale dei pagamenti che le imprese non sono in condizione di sopportare. Nella nota, l’Associazione – che già in sede di au-

Anche nella nostra Regione la tematica del reddito minimo sembra, infatti, dominare le cronache, ma, a giudicare dalle risorse destinate in bilancio e dalle immense difficoltà del territorio (disoccupazione record tra le regioni italiane) non possiamo che interpretarle come un mero spot di natura pubblicitaria a spese – a fondo perduto – dei contribuenti molisani. Allora provocatoriamente pongo un quesito: se ci sono, come affermano i sostenitori del reddito minimo, le risorse per finanziare questa misura non sarebbe più opportuno impiegarle per rilanciare l’occupazione con sgravi contributivi e fiscali, assistenza alle assunzioni, miglioramento

della rete territoriale del collocamento, voucher lavorativi e sostegno alle piccole e medie imprese? Non sarebbe forse più dignitoso restituire ai nostri cittadini l’impegno sociale di contribuire, con le proprie forze, allo sviluppo dell’intero Paese e, per questo, di avere il riconoscimento economico dello stipendio? Non possiamo impegnarci per trattenere sul territorio le menti migliori, invogliarle a lavorare per la crescita del territorio e creare così le condizioni per un reale sviluppo? Non può il Governo Renzi, quello amico delle banche, spingere affinché ci sia più elasticità nel sostegno all’auto imprenditorialità, o nella concessione di prestiti e mutui?

Lavori pubblici, molti fondi rischiano la perenzione dizione sul bilancio regionale in seno al Consiglio, aveva richiesto che tutti i fondi perenti e non solo alcuni di essi fossero iscritti con il bilancio definitivo 2015 e resi immediatamente liquidabili dopo la sua approvazione - ha rimarcato nella nota odierna

l’enorme danno che ne deriverà per le aziende creditrici già vessate dalla grave crisi, trattandosi il più delle volte di Stati di Avanzamento Lavori maturati oltre due anni fa e di mandati emessi l’anno scorso che avrebbero già dovuto essere liquidati se non

l’assaggio dei prodotti molisani della civiltà della transumanza: pasta artigianale di Domenico Antenucci (Isernia) caciocavallo e stracciata azienda agricola Pallotta (Capracotta), caciocavallo podolico Masserie Colantuono (Frosolone), primo sale azienda agricola di Elisa Vitone (Campodipietra), pane casereccio azienda di Nicola Sabetta (Ripalimosani), vino cantina vitivinicola Catabbo (San Martino in Pensilis), olio azienda agricola Principe Pignatelli (Monteroduni-Venafro). Appuntamento - agli appassionati di trekking, mountain bike e turismo a cavallo - alla Transumanza 2015: partenza il 25 maggio seguendo la famiglia Colantuono sui tratturi, sterrati, integri e affascinanti nella loro originaria bellezza e larghezza. Dardo

Fratelli d’Italia – AN è un partito che vive sul territorio, che costantemente affronta la drammaticità della situazione socio economica, che spesso si è battuto per il sostegno alle fasce sociali più deboli e contro le discriminazioni (specie quelle verso i cittadini italiani) ma non possiamo credere che la risposta a queste difficoltà sia disperdere ulteriori risorse pubbliche con misure straordinarie di assistenza fine a se stessa. Solo con il lavoro, l’impegno e lo sforzo di tutti si può rilanciare la macchina produttiva, il resto sono slogan momentanei che finiranno per pesare ulteriormente sulle spalle dei contribuenti. *Fratelli d’Italia

fosse intervenuta la perenzione. “Sono da evitare tutte le lungaggini – dichiara il Presidente Di Niro - per questo abbiamo chiesto stamattina il pagamento immediato per tutti i fondi andati in perenzione ed ove le più laboriose e dispendiose procedure non siano evitabili perché prescritte dalle regole tecniche di bilancio, abbiamo domandato soluzioni alternative e tampone, eventualmente anche coinvolgendo la Finmolise o studiando altre forme di anticipazione ritenute percorribili”.


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5 22 maggio 2015

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Regione Molise: ennesimo nuovo piano di organizzazione

Direttori titolari e direttori supplenti

Il direttore generale Di Mirco non fa altro che sistemare tessere e caselle nel tentativo (vano) di assestare la capacità dell’Ente di funzionare. I cittadini che lo frequentano sanno come! Sul piano organizzativo la Regione Molise è un cantiere aperto; non c’è giorno, settimana, mese ed anno che non metta mano alle strutture, ai servizi, agli uffici, a nomine, incarichi, trasferimenti: in sostanza un bordello. Il Direttore generale Di Mirco, da circa due anni, non fa altro che sistemare tessere e caselle nel tentativo (vano) di assestare in un qualche modo la capacità dell’Ente di funzionare. I cittadini che lo frequentano sanno come! Come gli amministratori provvedono sistematicamente ad arricchire il portafoglio, non di meno il personale (dirigente, direttivo, funzionario, esecutivo) si preoccupa del problema, per cui in corrispondenza dei movimenti sopra accennati, s’accompagna l’accortezza di mantenere, anzi incrementare, i livelli della retribuzione (il titolo di dirigente vale da solo 37.753,40 euro lordi, sotto la voce “retribuzione di posizione”). Il continuo aggiustamento dell’organizzazione interna sta a dimostrare che non si hanno le ide chiare, né la volontà necessaria per affermare un preciso indirizzo operativo all’Ente. La giunta di Palazzo Vitale aveva creduto che l’approvazione del nuovo atto di organizzazione meno di un anno fa, il 31 dicembre 2014, fosse definitiva. Ma come diciamo, l’8 maggio scorso ha dovuto nuovamente aggiustare il tiro, questa volta con maggiore e, se si può dire, migliore presunzione nella capacità del direttore generale Di Mirco, del direttore generale della Salute, Marinella d’Innocenzo, e del segretario generale dell’Autorità di bacino, Raffaele Moffa, a formalizzare l’elenco delle rispettive strutture dirigenziali oggetto di conferimento di incarico dirigenziale. La

chiamata a raccolta di questi tre vertici ha prodotto un nuovo (per modo di dire) quadro strutturale della Regione che, siamo certi, tra breve, non appena emergerà il provvedimento amministrativo col quale s’è stabilito di sopprimere le Aree per far posto ai Dipartimenti, la giostra ricomincerà a girare. Che ci sia da aspettarselo lo si capisce dalla delibera della giunta dell’8 maggio scorso dove è detto che il provvedimento è stato preso “allo scopo di garantire la piena funzionalità del nuovo apparato burocratico della Giunta regionale e la necessaria continuità dell’azione amministrativa, nelle more della completa attuazione del nuovo assetto organizzativo con la rimodulazione delle unità operative organiche (uffici) e la redistribuzione delle risorse umane, da effettuarsi con provvedimenti del Direttore generale della Giunta regionale”. Il quale, come è noto, è stato prorogato

l’intervento di Emilio Izzo Innanzitutto vorrei precisare che il sottoscritto, fondatore di “Impeachment Popolare”, è solo uno dei tanti portavoce del Coordinamento Frane, giammai il coordinatore come qualcuno erroneamente ha riportato. Precisazione d’obbligo di questi tempi. Detto ciò, vorrei ripercorrere alcuni passaggi della manifestazione del 19 maggio scorso davanti e dentro il Consiglio Regionale. E lo farò perché non mi piace lasciare spazio alle falsità, alle improvvisazioni opportunistiche, alle ambiguità. Le giornate di con-

nelle funzioni fino al 15 agosto prossimo. Quindi dovrà darsi da fare. Tra l’altro, è stato chiarito che gli incarichi di direzione dell’Iresmo e dell’Esu, fanno capo rispettivamente al direttore del Servizio regionale competente in materia di politiche culturali, e al Direttore del servizio regionale competente in materia di politiche per il diritto allo studio universitario. Alla data odierna quindi la Regione Molise annovera questi servizi e questi dirigenti: Servizio di segreteria della giunta regionale: direttore titolare e direttore supplente Mariolga Mogavero (reggente); Servizio logistica, patrimonio, demanio e servizi generali: direttore titolare e direttore supplente Giocondo Vacca e Pietro Notarangelo; Servizio sistemi produttivi: direttore titolare e direttore supplente Marcello Vitiello e Nicola Pavone; Servizio provveditorato e centrale unica di committenza: direttore titolare

direttore supplente Giocondo Vacca (reggente); Servizio statistico e di supporto al direttore generale: direttore titolare e direttore supplente Vincenzo Rossi (reggente); Servizio risorse finanziarie, bilancio e ragioneria generale: direttore titolare e direttore supplente Pietro Notarangelo e Lolita Gallo; Servizio risorse umane e organizzazione del lavoro: direttore titolare e direttore supplente Angela Aufiero e Vincenzo Rossi; Servizio controllo strategico , riforme istituzionali e controllo enti locali e sub - regionali: direttore titolare e direttore supplente Anna Franco e Giuseppe Pitassi; Servizio rendicontazione, controllo e vigilanza: direttore titolare e direttore supplente Giuseppe Pitassi e Anna Franco; Servizio coordinamento e gestione delle politiche europee per l’agricoltura, l’acqua di coltura e pesca: direttore titolare e direttore supplente Gaspare Tocci (reggente); Servizio fitosanitario regionale, irrigazione e bonifica integrale: direttore titolare e direttore supplente Tito Reale e Salvatore Casale; Servizio di sostegno al reddito, condizionalità e territorio: direttore titolare e direttore supplente Salvatore Casale e Tito Reale; Servizio tutela e valorizzazione della montagna e delle foreste, biodiversità e sviluppo sostenibile: direttore titolare e direttore supplente Nicolina Del Bianco e Nicola Di Lisa; Servizio valutazioni ambientali: direttore titolare e direttore supplente Saverio Menanno e Luigi Vecere; Servizio innovazione, ricerca e università: direttore titolare e direttore supplente Alessandro Altopiedi e Claudio Iocca; Servizio sistema integrato dell’istruzione e della formazione professionale: direttore tito-

Noi, Indignati ma non incivili fronto e lotta che hanno preceduto la manifestazione, così come la manifestazione stessa, sono il frutto di lunghe e numerose discussioni all’interno dell’Incubatore Sociale di Campobasso, tenutesi per organizzare e per decidere il da farsi. Ebbene, si aprano le orecchie visto che mancano cronache in tal senso, i poliziotti in quella circostanza ci hanno rappresentato una esigenza del presidente Niro, quella di incontrarci per capire bene dei motivi della nostra protesta. E’ chiaro?! Ci è stato chiesto, non l’abbiamo chiesto, e visto che siamo INDIGNATI E NON INCIVILI abbiamo

acconsentito. Anche se lo stesso metro non viene usato con noi. Ammoniva mio padre di non comportarsi come quelli che giudichi altrimenti sei da giudicare! E come dargli torto! Qualcuno la pensa diversamente?! Viva Dio! E dentro l’aula adiacente quella del Consiglio non eravamo tre, molti, quasi tutti i rappresentanti dei comitati, più gran parte dei consiglieri, più qualche assessore. In quella sede abbiamo, su richiesta, motivato con furore le nostre indignazioni e le nostre richieste. E mentre qualcuno pensando già a qualche polemica del giorno dopo, si distraeva, sul mio petto campeg-

lare e direttore supplente Claudio Iocca e Alessandro Altopiedi; Servizio politiche culturali, di promozione turistica e sportiva, rapporti coi molisani nel mondo: direttore titolare e direttore supplente Maria Relvini e Michele Colavita; Servizio politiche per l’occupazione: direttore titolare e direttore supplente Claudio Iocca (reggente); Servizio politiche sociali: direttore titolare e direttore supplente Michele Colavita e Maria Relvini; Servizio epidemiologico e dei controlli: direttore titolare e direttore supplente (vacante); Servizio controllo di gestione e flussi informativi: direttore titolare e direttore supplente (vacante); Servizio organizzazione, personale dipendente servizio, formazione personale ssr: direttore titolare e direttore supplente (vacante); Servizio risorse finanziarie e infrastrutture sanitarie: direttore titolare e direttore supplente Lolita Gallo; Servizio programmazione e assistenza farmaceutica: direttore titolare e direttore supplente (vacante). Sono vacanti inoltre il Servizio assistenza territoriale; il Servizio ospedalità pubblica e privata; il Servizio prevenzione, veterinaria e sicurezza alimentare; il Servizio politiche socio-sanitarie. Il Servizio promozione e sviluppo delle politiche del lavoro e l’osservatorio del mercato del lavoro sono stati affidati a Domenico Pollice. Restano vacanti il Servizio segreteria amministrativa e il Servizio segreteria tecnica. Un Molise zeppo di servizi, alcuni improbabili e fantasiosi, in fase di divenire, visto il numero dei posti dirigenziali vacanti. Il trastullo per Di Mirco e la giunta è assicurato. Dardo

giava il cartello con su scritto: “UN PRESIDENTE CHE MENTE AI CITTADINI NON HA IL DIRITTO DI GOVERNARLI MA HA IL DOVERE DI DIMETTERSI!”, per tutto il tempo della seduta, quindi chiaro il motivo della nostra protesta, altri si sono soffermati in modo negativo sull’accoglimento degli Stati Generali che noi stessi avevamo deciso e chiesto. Tralasciamo, non si può all’infinito discutere dell’importanza del fatto di aver costretto il palazzo al confronto pubblico, c’è chi la pensa diversamente, amen! Peccato che si tratti di persone, qualcuno a parte, che di confronti e di lotte non ne conosce nemmeno il significato! Amen!


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

22 maggio 2015

Il castello Monforte di Campobasso fra la storia e l’architettura fortificata

Sabato 23 e domenica 24 maggio la Giornata nazionale dei castelli

parlerà Valente. In parallelo, come detto, sabato e domenica si potranno visitare, debitamente guidati, anche il Palazzo ducale di Larino – la Torre di Riccia – il Castello di Tufara – il Castello De Capoa di Gambatesa – la Torre angioina di Colletorto – il Castello svevo di Termoli – il Castello San Felice di Bagnoli del Trigno – il Castello Pignatelli di Monteroduni e il Castello D’Alessandro di Pescolanciano. Un giro d’orizzonte sulla storia medievale e rinascimentale del Molise raramente così ben organizzato e così invitante da fare. Non senza il dovuto riconoscimento al lavoro della Sezione Molise dell’Istituto nazionale dei Castelli, che persevera nella sua incessante opera di informazione e di sensibilizzazione.

Andare per Castelli nel Molise sabato e domenica 23 e 24 maggio si può. Una stimolante esperienza, offerta dalla Sezione Molise dell’Istituto nazionale dei Castelli, presieduta da Onorina Perrella Cavaliere. Sabato inoltre è dedicato principalmente alla storia e all’architettura fortificata del Castello Monforte di Campobasso. Le racconterà con la solita e accattivante capacità di comunicazione l’architetto Franco Valente che del Molise è il più profondo conoscitore e illustratore. Parlerà nella sala Alphaville di Via Muricchio alle 10 e 30 introdotto dalla Perrella e salutato dal sindaco Battista e dagli assessori De Capoa e Chiefchia. Un’occasione da non perdere, per entrare nel vivo della storia dei Monforte e del Castello. Ne ha parlato Benedetto Croce in “Vite di avventure di fede e di passione”. Ne

163° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELLA POLIZIA DI STATO Il prossimo 22 maggio, la Polizia di Stato festeggerà il suo 163° Anniversario di Fondazione, all’insegna del tema celebrativo “Esserci sempre”, volto a sottolineare l’impegno e la presenza costante dell’Istituzione al fianco dei cittadini. L’evento, improntato anche quest’anno alla massima sobrietà, prenderà inizio alle ore 9.00 con la

deposizione, da parte del Prefetto e del Questore di Campobasso, di una corona di alloro alla lapide della Guardia di P.S. Giulio Rivera, ubicata presso la Scuola Allievi Agenti, rendendo doveroso omaggio ai tanti Caduti della Polizia di Stato che hanno sacrificato la loro vita nell’adempimento del dovere.

Si proseguirà, poi, alle ore 11.00, con la cerimonia celebrativa che si svolgerà nell’Aula Magna della Scuola Allievi Agenti. Alla presenza dei poliziotti e delle loro famiglie, dei funzionari, delle rappresentanze A.N.P.S della provincia, di autorità civili e militari, sarà data lettura del messaggio augurale inviato dal

Presidente della Repubblica e il Questore di Campobasso, Raffaele Pagano, porgerà un saluto agli intervenuti. La cerimonia si concluderà con la consegna di riconoscimenti al personale della Polizia di Stato che si è particolarmente distinto in operazioni di Polizia.

A Jelsi, la Scuola del grano Oggi la presentazione in attesa della duo100esima edizione della Sagra JELSI. E’ fissata per venerdì mattina 22 Maggio, alle ore 11,00, nella sala conferenze Giuseppe Santella presso i locali dell’ Annunziata in Jelsi la presentazione al pubblico dell’ edizione 2015 della SCUOLA DELGRANO. Si tratta di un tema molto caro ed importante per la comunità di Jelsi che sta per affrontare la 2100 edizione della Festa del Grano. la Scuola del Grano è, al contempo, il più innovativo e il più tradizionale strumento di trasmissione della memoria e delle abilità acquisite nella lavorazione del grano nel corso del tempo.la Scuola viene divisa in due settori: la “Scuola delle Trecce”, destinata ai ragazzi frequentanti le Primarie, e la “Scuola del Carro” rivolta agli studenti delle Secondarie di I Grado e si svolgerà alla fine di Giugno

fino al 26 luglio, giorno di S.Anna. Gli obiettivi generali sono, per entrambe, quelli di tramandare in forma organizzata e attraverso una osmosi costante con gli attori attuali della Festa, l’Amore per i valori, religiosi e civili, che sono alla base dell’evento devozionale della comunità Jelsese. Da qui il travaso dai più grandi ai piccini, dagli anziani ai giovani, della Tradizione, delle abilità, delle forme di comunione e convivenza, del rispetto per l’altro e della capacità di stare insieme declinati positivamente le finalità specifiche della Scuola -delle Trecce consistono nella trasmissione dell’abilità dell’intreccio del grano, utilizzata per la preparazione, appunto, di chilometri di festoni che addobbano il Paese, dagli anziani ai più piccoli;

mentre gli obiettivi della Scuola del Carro tendono a far acquisire agli adolescenti autonomia organizzativa nonché capacità di ideazione e realizzazione di un carro su tematiche predefinite sotto la guida di tutor. Di questo si parlerà venerdì alla presenza dei ragazzi delle scuole di Jelsi, dei docenti e dei genitori. Dopo i saluti del sindaco Salvatore D’Amico e del Presidente del Comitato Festa Vena Giovanni, in rappresentanza del comitato Valiante Floriana esporrà le linee guida del progetto 2015 e la sua organizzazione che compete, appunto, al comitato festa. A seguire il Preside dell’Istituto comprensivo “M. Teresa di Calcutta” di Campodipietra, prof. Massimo Di Tulllo, traccerà il ruolo della Scuola all’interno del progetto, facendone rile-

vare le finalità didattiche e il prezioso raccordo col territorio.Poi la prof.ssa Michetina Valiante, per la Scuola di Jelsi, proporrà l’esposizione delta tematica scelta per quest’anno “La Divina Commedia vista dai ragazzi della Scuola del Grano” in occasione del 7500 anniversario della nascita di Dante. Infine la dott.ssa lnes Mignogna, Presidente deH’Associazione culturale “Carri in Cantiere” nonché direttrice del MuFeG, Museo della Comunità dI Jels], presenterà

l’anteprima del video “Scrignidella memoria”, realizzato in collaborazione col GALMolise verso il 2000 all’interno del progetto “Borghi Rigenerati”.


Campobasso

7 22 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Maggioranza incapace” I consiglieri di opposizione hanno denunciato la situazione al Comunedi Campobasso CAMPOBASSO. “Questa è una maggioranza divisa, che è incapace di amministrare e governare la città Capoluogo, dopo un anno quali sono i risultati prodotti? Si è solamente peggiorata una situazione che già era allo stremo”. Così i consiglieri comu-

nali di opposizione al Comune di Campobasso, Alberto Tramontano, Alessandro Pascale, Michele Coralbo, Francesco Pilone e Marialaura Cancellario. “Oggi il Consiglio era chiamato a validare un documento importante per l’amministrazione

come il bilancio consuntivo ed allo stesso tempo il momento di verifica dell’attività svolta in questo anno di governo. Denunciamo questo atteggiamento di criticità, ed oggi abiamo avuto l’ennesimo episodio, che da tempo si sta verificando in seno

alla maggioranza Battista. Anche con l’amministrazione Di Bartolomeo abbiamo assistito a mancanza di numero legale ma eravamo agli sgoccioli della legislatura, qui invece siamo all’inizio e già si verificano queste incombenze. La nostra denuncia è anche quella che

non abbiamo ancora visto nulla di costruttivo e serio per questa città. Certo quello che si denota è una profonda crisi di correnti politiche all’interno della maggioranza, compresa quella del PD, sia a alivello centrale regionale che comunale”.

Nessuna crisi nella maggioranza di Antonio Battista* La mancanza del numero legale nella seduta del Consiglio Comunale del 20 maggio mi obbliga ad alcune e brevissime riflessioni. La mancanza del numero dei Consiglieri utile ad aprire la seduta del Consiglio non è un fatto nuovo e non sarà certamente l’ultima volta che accade. Una circostanza non simpatica ma contemplata. Che pur non avendo, come non ha, un significato politico, non deve verificarsi nei momenti importanti come quelli dell’approvazione del Bilancio consuntivo. La responsabilità di costituire il numero legale è della maggioranza, perché è la maggioranza che ha la responsabilità del governo della città. Ma il sovrapporsi di diversi impegni, imprevisti, dei consiglieri, ha generato una situazione che potrebbe essere letta in termini negativi e che ritengo di chiarire. Il bilancio consuntivo, che è un documento di grande rilevanza, adottato già dalla Giunta tornerà in aula per l’approvazione definitiva lunedì dopo l’analisi e il confronto con le

minoranze in assise. Costituirà il momento, dopo la discussione sulle azioni realizzate dall’amministrazione dei mesi passati, anche l’occasione per “registrare” iniziative per la redazione del bilancio di previsione. Non è certamente l’assenza di un Consigliere che mette in discussione l’unità critica del centrosinistra alla città di Campobasso. Senza per questo tuttavia sottostimare le passioni di chi chiede una maggiore incisività politica che stiamo realizzando, però, giorno per giorno, man mano che forniamo maggiore credibilità e organizzazione della struttura amministrativa dell’Ente. È con fatti concreti che abbiamo di fatto rilanciato l’immagine anche istituzionale di Campobasso. La programmazione finanziaria in atto con la Regione Molise, la riprogrammazione di misure di finanziamento, la vivacità che caratterizza la città, il rilancio culturale e sociale sono tangibilmente passi importanti e soprattutto fondamentali per il futuro. I successi duraturi si costruiscono su basi solide, e con fatica e costanza.

Un ultimo passaggio lo dedico alla mancanza in organico del Comandante della Polizia Municipale, prima di tutto per rassicurare sulla compatibilità che un unico dirigente possa assumere la responsabilità della Polizia Municipale e del settore commercio. È una circostanza frequente in tantissime altre città e che dal mio punto di vista ritengo addirittura logico. Diversa, ovviamente, è l’attuale condizione provvisoria di assenza del Dirigente con le funzioni svolte dal Dott. De Marco, legittima, ma che deve trovare soluzione. La circostanza sarà risolta al termine dell’iter relativo all’avviso pubblico per il Comandante della Polizia Municipale. Il primo bando è andato deserto, ne abbiamo riproposto un altro, che è stato già pubblicato. Ora si dovranno solo aspettare i tempi previsti dal bando pubblico e la Polizia Locale di Campobasso riavrà il “suo” Comandante”. * Sindaco di Campobasso

Punto e virgola

Fu Capone tra i primi a lanciare l’allarme delle scommesse pericolose E ora nessuno faccia finta di cadere dalle nuvole di Gennaro Ventresca Brutta storia quella delle scommesse. Ma dai, non facciamo però le verginelle. Se i vertici calcistici e istituzionali accettano di far giocare sulle partite di Lega Pro e, soprattutto, di D, è chiaro che sottotraccia possa serpeggiare il malaffare. A prescindere dal malcostume italico è appena il caso di mettere in evidenza che troppi club non sono puntuali nei pagamenti e altri, addirittura, non pagano proprio. Determinando uno stato di insoddisfazione nei tesserati che, in questo

modo, sono più deboli e se per caso dovessero venire avvicinati per combinare un risultato non opporrebbero poi chissà quale grossa resistenza. Non so se ci siano code di malaffare anche in questi play off e play out, durante i quali si sta decidendo in poche partite, spesso addirittura in una sola gara, il destino di diversi club. Senza tralasciare il sentimento dei tifosi, derubati dei loro sogni. Con questo clima di sospetti e di incredulità che si è venuto a creare è chiaro che l’opinione pubblica si inizi a interrogare su molte vicende. Che forse non hanno nulla a che ve-

dere con ciò che è emerso in questi ultimi frangenti. Mi ritengo un ostinato garantista e quindi non mi passa per la testa un cattivo pensiero sul prepotente mese di maggio del SAN NICOLO’. Che, contro ogni pronostico, ha ingranato marce da Formula 1. Grazie alle quali, a sorpresa, ha raggiunti il quinto posto per poi liquidare, in soli tre giorni, addirittura sui loro campi, due formazioni di rango quali CAMPOBASSO e SAMBENEDETTESE. Nelle due gare, la seconda squadra teramana ha segnato cinque pere, senza subirne alcuna. In con-

trasto col recente passato. In cui gli abruzzesi, tanto per rimanere attaccati ai fatti e non alle congetture, hanno incassato una umiliante “manida” in campionato a Selva Piana. Negli spareggi, però, si sono trasformati. Abbassando la serranda davanti alla loro porta. Per scatenarsi in prima linea. Va ricordato che i tesserati non possono scommettere sulle partite di calcio. Ma non si sa se questo ferreo divieto sino a che punto venga rispettato. E poi, come sostengono gli inquirenti, sembra che al vertice delle scommesse ci siano vere e pro-

prie organizzazioni criminali. CAPONE aveva capito immediatamente il pericolo che le società correvano con la legalizzazione delle scommesse anche in D, e fu tra i primi a lanciare l’allarme. Ma non gli andammo dietro, anche per partito preso: ormai tutto che ciò che faceva e diceva Capone era acqua fresca. Il montelliano aveva annusato con prontezza l’odore di bruciato. Senza però far emergere il pericolo né nella nostra città né nell’intero panorama della categoria. In cui tutti sapevano, ma intanto nicchiavano.



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Isernia

22 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Operazione dei Carabinieri, una persona arrestata, due denunciate L’azione per contrastare fenomeni di criminalità e lo spaccio di stupefacenti ISERNIA. Ancora un’operazione dei Carabinieri ha interessato tutto il territorio della provincia di Isernia, per contrastare fenomeni di criminalità che vanno in particolare dallo spaccio di sostanze stupefacenti ai reati contro il patrimonio e la persona. A Venafro, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, hanno nuovamente arrestato Ciro Avallone,44enne originario di Marano di Napoli, conosciuto come “Ciruzzo o’ napulitano”, il quale alcune settimane fa era finito in manette per evasione dai “domiciliari”, a cui lo stesso si trovava sottopostoperché responsabile di spaccio di stupefacenti. Nel frattempo l’uomo era tornato a scontare la detenzione presso la propria abitazione, ma un’ordinanza emessa dalla competente Autorità Giudiziaria ha disposto la custodia cautelare in carcere,

e per tale motivo i militari lo hanno tratto in arresto e dopo le formalità di rito, trasferito presso la Casa Circondariale di Isernia. A Rionero Sannitico, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 40enne di Castel di Sangro, perché sorpreso alla guida della propria autovettura dopo aver assunto sostanze stupefacenti, mettendo così in gra-

vissimo pericolo l’incolumità dei pedoni e degli altri automobilisti. Nei suoi confronti oltre alla denuncia alla competente Autorità Giudiziaria per guida sotto effetto di stupefacenti, è scattato anche il sequestro del veicolo ed il ritiro immediato della patente di guida. Ad Isernia, con la fattiva collaborazione dei Carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro, si è proceduto alla denuncia nei confronti del titolare di un’attività commerciale, 35enne del luogo, perché

responsabile di violazione alle norme previste per la tutela della salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché sfruttamento di lavoratori in nero. Nei confronti di cinque persone, a seguito di attività condotte dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Isernia e dei reparti territoriali delle Compagnie di Venafro, Agnone ed Isernia, veniva proposta l’applicazione della misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno per la durata di anni tre. I cinque, tutti provenienti dalla Campania, sono stati sorpresi in varie zone sensibili del territorio Isernino, ed a seguito di accertamenti eseguiti tramite la Banca Dati delle Forze di Polizia, sono emersi a loro carico numerosi precedenti di reato.A seguito di ciò, i militari ritenendo con elevata probabilità che gli stessi fossero in zona

proprio per commettere ulteriori azioni criminose, li hanno fermati e accompagnati in Caserma dove nei loro confronti è stata avviata la procedura per l’applicazione della misura di prevenzione. I cinque, sono stati identificati in G. A., 27enne di Napoli, con precedenti per furto aggravato; P. L., 28enne di Benevento, con precedenti di rapina e porto illegale di armi; A. M., 40enne di Acerra, in provincia di Napoli, con precedenti per truffa e ricettazione; G. S., 43enne di Acerra, con precedenti per furto aggravato e contrabbando di sigarette, e infine F. I., 25enne, anch’egli originario di Acerra, con precedenti per falsità materiale, sostituzione di persona e false dichiarazioni sulla propria identità, tutti reati commessi tempo fa ad Alife in provincia di Caserta, dove il pregiudicato tentò di perpetrare una truffa ai danni del parroco.

Fascitelli, domani la protesta Gli studenti in piazza per chiedere l’ultimazione dei lavori di ristrutturazione del Liceo ISERNIA. Domani, i ragazzi del Liceo scientifico Fascitelli di Isernia, hanno organizzato un corteo che partirà da corso Risorgimento sino ad arrivare alla sede dell’istituto in corso Garibaldi. Motivo della protesta, la mancata ripresa dei lavori di ristrutturazione dell’edificio e l’ulteriore rinvio della ‘restituzione’ dell’Istituto agli studenti, promesso da Brasiello a settem-

bre scorso e slittato, invece, a dicembre,durante le vacanze natalizie. Nonostante l’erogazione da parte della Regione di 700mila euro. A settembre 2014 il primo cittadino, durante una raccolta firme degli studenti del classico - che si battono da mesi per ottenere l’impegno delle istituzioni al fine della riapertura dello stabile aveva promesso che, se fosse stato candidato a

presidente della Provincia, la vertenza ‘Fascitelli’ avrebbe fatto parte dei punti salienti del suo programma elettorale. Ma, ora sembra che al momento questa causa non sia più tra le sue priorità. Inoltre la ditta incaricata dei lavori, è ferma da 3 mesi per mancanza di fondi, necessari al completamento delle opere di ristrutturazione. Ma c’è di più: il 13 maggio scorso

sembrava che i lavori fossero riniziati ma appena 24 ore dopo, tutto fermo, ancora una volta. Ragion per cui gli studenti sfileranno per la città,assieme ai ragazzi delle altre scuole che li appoggeranno. Giunti dinanzi al ‘loro’ liceo, poi, aspetteranno Brasiello e i funzionari della Provincia per avere le dovute spiegazioni.

Unionturismo, il punto della situazione A Isernia si sono conclusi i lavori del Consiglio di presidenza nazionale ISERNIA. Si sono conclusi ad Isernia i lavori del Consiglio di Presidenza Nazionale dell’Unionturismo dedicati al tema delle funzioni amministrative attribuite dalla Regione Molise alla Provincia di Isernia con la legge regionale del 29-9-1999 n. 34 in materia di turismo, industria alberghiera e pubblicità dei prezzi dei servizi ricettivi. Il presidente nazionale dell’Unionturismo Gian Franco Fisanotti ha dato lettura del lungo ed articolato messaggio di saluto inviato dal Presidente della Regione Molise Paolo di Laura Frattura che con particolare riferimento alle materie del turismo e cultura ha tra l’altro assicurato che: “l’attenzione che la Regione Molise ha riservato negli ultimi mesi ai due argomenti (Turismo e Cultura) tro-

verà una concreta continuazione nell’azione di riconsiderazione delle materie oggetto di riordino nella riforma delle funzioni delle Province ”. Giustamente il Governatore del Molise ha asserito che: “In sostanza, la sfida che il Legislatore nazionale ci impone, è una sfida che ci mette alla prova come sistema”. La presidenza dell’Unionturismo ha molto apprezzato il messaggio del Presidente Paolo di Laura Frattura perché esso contiene una analisi compiuta delle preoccupazioni generate da alcuni disegni che profilano interventi “imposti dalle leggi statali sulle strutture esistenti dell’apparato politico-istituzionale locale”. Certamente l’effetto combinato dei tagli previsti dal D.L. 24 aprile 2014 n. 66 convertito in

legge 23 giugno 2014 n. 89 e della Legge di stabilità 2015 non consente l’esercizio nemmeno delle funzioni fondamentali che la legge 56/2014 riconosce alle Province e Città Metropolitane con conseguenti disavanzo di parte corrente ed interruzione dei servizi premonitori di un possibile dissesto finanziario. Dopo gli interventi della Dott.ssa Emilia Vitullo, Responsabile del servizio Turismo, Cultura, Musei e Beni Culturali della Provincia di Isernia, del Prof. Cesare Mulè Presidente Vicario dell’Unionturismo già Sindaco ed Ass. Provinciale al Turismo di Catanzaro, del Dott. Vincenzo Ceniti Segretario Generale dell’Unionturismo, del Dott. Luigi Celestini funzionario dirigente della Prov. di Viterbo,

dell’Architetto Dott. Pasquale Zaffina Presidente Nazionale A.C.T.ITALIA e sentito l’intervento nel dibattito del Consigliere Provinciale di Isernia P.I. Giuseppe Di Pilla, il Consiglio Nazionale di Presidenza ha auspicato la revoca della delibera del Consiglio Provinciale di Isernia n. 6 del 31 marzo 2015 richiamando il rispetto del comma 89 dell’articolo 1 della legge Del Rio (“Le funzioni che nell’ambito del processo di riordino sono trasferite dalle Province ad altri Enti Territoriali continuano da esse esercitate fino alla data dell’effettivo avvio di esercizio da parte dell’Ente subentrante ”) e per salvaguardare i livelli occupazionali della compartecipata A.S.T.P.I. Scarl


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Termoli

22 maggio 2015

Morta la donna caduta dal balcone La donna era stata ricoverata in Rianimazione con traumi addominali, toracici e cranici TERMOLI. Quella caduta, da un’altezza di otto metri, le aveva provocato traumi addominali, toracici e cranici. Ha lottato sospesa tra la vita e la morte in un letto del reparto di Rianimazione del Cardarelli di Campobasso per quasi dieci giorni. Ieri mattina, però, il suo cuore ha smetto di battere. Non ce l’ha fatta la donna di 33 anni di origine polacca che lo scorso 13 maggio era

caduta dal balcone dell’appartamento al terzo piano di una palazzina di via Mario Milano. Un ‘volo’ di oltre 8 metri, l’impatto con il terreno e la disperata corsa prima al pronto soccorso del San Timoteo di Termoli e poi, in ambulanza, fino al Cardarelli di Campobasso dove i medici l’avevano anche sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Ieri mattina, però, il tragico epilogo mentre,

stando a quanto trapela, nel suo corpo, batteva anche un secondo cuore, quello del suo secondogenito. E mentre amici e parenti piangono una morte che sa di un crudele scherzo del destino, va avanti anche l’indagine avviata dagli agenti del Commissariato di Polizia di Termoli e dai colleghi della Squadra Mobile di Campobasso che appena qualche giorno dopo la caduta erano tornati nell’appartamento di via

Mario Milano per ascoltare i vicini e i conoscenti della donna. L’obiettivo è quello di di cercare indizi e comprendere nuove sfaccettature della faccenda; ad oggi, però, si tratterebbe di un gesto “disperato”. Già ascoltato nei giorni scorsi, ad ora si cerca di mettere insieme le dichiarazioni del compagno della donna e di alcuni vicini anche se non vi sarebbe alcun testimone oculare.

Gli scout e la giornata della Legalità Il gruppo della parrocchia di Santa Maria degli Angeli ha organizzato l’incontro TERMOLI. Nell’ambito della “Giornata nazionale della Legalità 2015”, il Gruppo Scout Termoli 3 della Parrocchia di S. Maria degli Angeli e la Diocesi di Termoli–Larino hanno organizzato un incontro tematico incentrato sulla figura dello Scout e Sacerdote anticamorra, Don Giuseppe Diana, assassinato il 19 marzo 1994 nella Sacrestia della Chiesa di San Nicola a Casal di Principe. Questo incontro nasce dalla volontà comune della Diocesi e dei

ragazzi del Clan “Archè” del gruppo Scout del Termoli 3 che prendendo spunto dalla “Carta del Coraggio” hanno messo al centro dell’attenzione collettiva il tema della Legalità. La “Carta del Coraggio”, infatti, è un documento che i Rover e le Scolte di tutta Italia hanno stilato nel corso della Route Nazionale lo scorso agosto, ospiti nella tenuta di San Rossore in Toscana. Nella “Carta del Coraggio” uno dei temi principali è proprio la Lega-

lità dove si legge esplicitamente: “…di intraprendere nuove strade di sensibilizzazione, al fine di abbattere il muro dell’omertà e di sradicare la cultura dell’illecito, nell’interesse nostro e delle generazioni future”. Il documento sarà consegnato ufficialmente al Vescovo della Diocesi ed al Sindaco di Termoli, con lo scopo di scrivere una pagina nuova sul tema al fine di imprimere, ancora una volta, nelle coscienze di tutti, il valore della legalità, delle

giustizia e della testimonianza, per costruire con i giovani e per i giovani il futuro dei territori. Nel corso dell’evento interverranno: lo scrittore e giornalista de “La Repubblica”, Raffaele Sardo, che presenterà l’ultimo lavoro editoriale: “Don Peppe Diana. Un martire in terra di camorra”, Simmaco Perillo, Presidente della cooperativa sociale “Al di là dei sogni”, nata successivamente al sacrificio umano di Don Diana, il Vescovo della Diocesi, S.E. Mons.

Gianfranco De Luca e il Sindaco di Termoli, Avv. Angelo Sbrocca. La manifestazione si svolgerà in due momenti distinti. La prima si terrà in mattinata a partire dalle ore 10.30 presso il Cinema S. Antonio e sarà interamente dedicato alle Scuole medie superiori della cittadina; in particolare sono state coinvolte le classi Terze e Quarte degli Istituti scolastici. L’incontro con la cittadinanza, invece, si terrà nel pomeriggio a partire dalle ore 16.00 presso il Cinema S. Antonio.

A Montenero la Festa dello sport La presentazione domani nel corso di una conferenza stampa MONTENERO DI BISACCIA. In occasione della giornata nazionale dello sport ,il Comune di Montenero di Bisaccia, la Provincia di Campobasso,le associazioni Keste Terre,A.S.D. Atletico Bisaccia, il Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche ( FIABA ), in collaborazione con le associazioni dilettantistiche sportive, presentano la “ FESTA DELLO SPORT “ 1^ Memorial Don Nono Zappitelli, in occasione della giornata nazionale dello sport , che si terrà in Montenero di Bisaccia, località Palazzetto dello Sport, Campo Sportivo polivalente, il giorno 2 giugno 2015 anche in onore della festività del 2 giugno. Libertà e Sport con lo scopo di unire in un unico Motto : Insieme si vince !!! Una giornata all’insegna dello sport che vedrà impegnati atleti di ogni disciplina, età e condizione fisica nel pieno rispetto e nell’unità di intento.

Lo sport come salvaguardia della condizione del rispetto reciproco e

dell’abbattimento della diversità. Vi saranno sportivi da ogni dove che

praticheranno sport dalle arti marziali al tennis tavolo, alla pallavolo,

alla scherma, al calcio per finire con una gara ciclistica in ricordo dello scomparso, il tutto in ricordo di Don Nino Zappitelli. E non è tutto… Direttamente da Rai Gulp il magico teatro di strada di “ Pastrocchio “. La giornata vedrà anche suggellare il protocollo di intesa, che vedrà la sottoscrizione nella giornata della presentazione dell’evento, il 23 maggio, tra il Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche ( FIABA ) e la Associazione Keste Terre con sede in Montenero di Bisaccia . Saranno presenti alla manifestazione, oltre ai rappresentanti locali, provinciali e regionali, delle istituzioni, il Presidente Nazionale di FIABA , Gran Uff. Comm. Giuseppe Trieste, già campione paraolimpico, rappresentanti del parlamento Italiano ed atleti di spicco nel mondo dello sport nazionale ed internazionale.


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Termoli

22 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Estate termolese a ritmo di jazz Quasi pronto il calendario della nuova stagione. Per il concertone una band inglese TERMOLI. Il calendario dell’estate termolese è pronto, è alle porte, sarà a breve annunciato … e chi più ne ha più ne metta. Pare davvero certa questa affermazione e così, mentre i rumors annunciano l’uno e l’altro nome in modo quasi infondato e poco noto, ecco che qualche spiffero dai corridoi comunali arriva in piazza. Si tratterebbe solo di indiscrezioni, ovviamente, ma comunque non sarebbero del tutto infondate anche perché confermate, in linea di massima, dagli stessi “referenti” al comune. E così, pare proprio che questo calendario estivo sarà un calendario molto jazz, tarato per età non proprio giovanissime e per palati alquanto fini rispetto le attese e allora, chi si atten-

deva il concertone di San Basso con uno dei grandi nomi della musica italiana può tranquillamente darsi pace e rimanere deluso. A San Basso a Termoli pare che il “mega concertone” non ci sarà e al suo posto ci sarà un altro mega evento (non di più bassa portata per intenderci) ma non nella data del nostro patrono. L’indiscrezione, a onor del vero, propone come genere e giorno una jazz-band di fama internazionale il prossimo 2 agosto, per la buona pace dei festaioli di Difesa Grande che si vedranno “esautorati” della festa estiva di Santa Maria degli Angeli. Di quale band parliamo? Naturalmente degli “Incognito” (manca però la sottoscrizione del contratto eppure pare quasi tutto

fatto), i precursori dell’acid jazz, band inglese nata nel 1979 avente all’attivo ben ventotto album tra live, raccolte e studio. Nomi, indiscrezioni e nulla in più, eppure è paventata l’assenza di voci e musica allineati alle esigenze e alle richieste dei giovani ma sappiamo che il Comune qualche carta nascosta ce l’ha e prima o poi tirerà fuori l’asso. Certa, inoltre, la nuova edizione dello Skamoscio festival che potrebbe svolgersi con non poche novità. Staremo a vedere, intanto ripassiamo un po’ di jazz che pare proprio dovrà servirci nelle prossime settimane. Dulcis in fundo, confermate il “trasloco” delle giostre in piazza del Papa e il concertone nel piazzale del Porto.

Alla Fiat i lavoratori al voto per le Rls Diventa importante l’espressione del consenso per i rappresentanti della sicurezza TERMOLI. Si avvicina l’appuntamento per il voto Rls negli stabilimenti del gruppo Fiat (Fca). Intanto le dinamiche sindacali sono state al centro dell’incontro nazionale dei delegati Fim-Cisl, al quale ha preso parte anche una delegazione di Termoli. “Sette sindacati in Fca sono troppi. Un solo sindacato non è realizzabile ma dobbiamo ragionare sulla possibilità di superare le divisioni storiche fra Cgil, Cisl e Uil”. Marco Bentivogli, segretario generale della Fim, rilancia la proposta di lavorare “per superare la prolife-

razione eccessiva di sigle sindacali”. “Bisogna sconfiggere la sindrome del calo delle poltrone e lavorare sulle cose che tengono insieme. Ci unisce il fatto di non essere scappati negli studi televisivi e di avere permesso gli investimenti salvando l’automotive”, ha sottolineato a Torino dove si tiene l’assemblea dei delegati Fim di Fca e Cnh Industrial degli stabilimenti del Cento e Nord d’Italia in vista delle elezioni delle Rls. Nel suo monitor, Landini, ha Renzi e gli obiettivi di politica interna per la

Cgil, noi invece siamo concentrati sulle questioni del lavoro”. Per Marco Bentivogli segretario generale Fim-Cisl una convergenza con la Fiom “è difficile”. “Le distanze con la Fiom sono al massimo storico”, dice. Bentivogli non lesina critiche al sindaco con cui è in diretta competizione per le prossime elezioni dei delegati della sicurezza (le Rls) nel gruppo Fca anche se nega che siano ” un banco di prova sulla rappresentanza”. Sottolinea polemicamente che anche all’interno della Cgil, il leader della

Fiom Landini è in netta minoranza: “ha preso il 16,5% al congresso, ma pensa che attraverso i talk show si riesca a guadagnare di più. Ma i telespettatori non sono i lavoratori m e t a l m e c c a n i c i ” . “Le lenti della Fiom – prosegue Bentivogli – sono troppo offuscate dallo scontro dell’agone politico attuale e troppo lontane dalla necessità di rinnovamento e di cambiamento del sindacato. Il depistaggio verso la politica della Fiom è l’elemento che ci allontana di più. Spero in un ripensamento

perché i lavoratori si arrabbiano molto quando qualcuno gli dice per chi votare”. Infine risponde alla critiche di una mancanza di discussione per il contratto proveniente sempre dalle file Fiom: “Chi lo dice non sa di cosa parla. – osserva Bentivogli, ricordando i passi in avanti in particolare su partecipazione e pluralismo sindacale – In Fiat il contratto è aperto dal 30 ottobre scorso, è un dato importante in un quadro metalmeccanico dove le aziende stanno disdettando i contratti aziendali”.

Bancarotta, un quadro che porta in America Oltre quattro i milioni di euro girati su conti oltreoceano TERMOLI. Almeno una quindicina di fornitori di materiale per impiantistica elettrica ed elettrotecnica truffati, con uno di loro a trovarsi con crediti inesigibili per un milione di euro e un totale di esposizione di 4 milioni; frode al Fisco ancora da quantificare. Rimesse all’estero su conti oltreoceano per altrettanti milioni di euro, una parte dei quali sequestrati dalle Fiamme Gialle. Sono questi i numeri esposti dalla Guardia di Finanza dal colonnello Paolo D’Amata, comandante provinciale, dal capitano Giuseppe Cristofaro e dai militari del 117, che hanno ricostruito la vita societaria di quasi una decina di aziende, di cui 7 principali, che facevano capo all’ex assessore comunale e imprenditore Luigi Turdò. Immobili montani e barche che componevano il patrimonio aziendale venduti e sottratti alla mole dei creditori, soldi che entravano e uscivano con prestanome e un giro riconducibile ai familiari stretti. Questo il perimetro disegnato dalla Finanza nell’inchiesta che ha portato oltre al carcere per Turdò anche ai domiciliari per 5 persone (tra cui la consorte) e altre due misure cautelari come divieto di espatrio e obbligo di dimora.All’indomani del blitz con cui sono state notificate le ordinanze chieste dal Pm Carrai e accolte dal gip Cappitelli, D’Amata e Cristofaro (assente Vaccaro per un impegno improvviso) hanno ripercorso con l’utilizzo di slide la mappatura di quanto avvenuto dal 1988 ai

giorni più recenti. “”Depauperare una società che ha degli impegni verso i creditori che hanno fornito delle merci, quindi rubare quello che è l’attivo per destinarlo verso altre questioni personali, è quanto accaduto”. “Il vero cancro dell’Iva sono le fatture false – ha proseguito l’alto ufficiale – attestare falsamente un’operazione mai avvenuta, quindi, chiedere tutti i relativi rimborsi afferenti le operazioni Iva ed anche per quanto riguarda le imposte dirette, è

quanto avvenuto. Qui abbiamo un soggetto economico che era totalmente sconosciuto alla compagine societaria, colui che prendeva le decisioni non appariva. Utilizzava vari prestanome per creare delle società, farle operare per un periodo, in parte realmente, in parte fittiziamente, quindi creare nocumento alle persone che si interfacciavano con loro, per poi farla fallire. Tutto ciò che veniva preso dalla prima società veniva riversato alla seconda società che anch’essa viveva per un certo periodo per poi morire e trasferire alla terza. Abbiamo sequestrato tutto il sequestrabile, ammontante a vari milioni di euro sia in Italia che all’estero”. Secondo il colonnello delle Fiamme Gialle inoltre “l’allarme sociale di questo tipo di reato non è compreso fino in fondo. L’allarme sociale di un rapinatore lo si comprende più facilmente – ha sottolineato -. Chi crea, invece, dei debiti che non onora, dei fornitori che hanno sofferenze finanziarie e operai che devono essere pagati, è meno visibile. Il meccanismo dell’Iva è un meccanismo perfetto, ma prevede trasparenza e veridicità dell’operazione. Se si va ad incrinare questo meccanismo è chiaro che si rubano soldi allo Stato ed a terzi ignari”.



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Opinioni di Giuseppe Saluppo

"La nostra provincia, fino a ieri refrattaria e tetragona alle correnti della vita moderna tanto nel campo del pensiero, che in quello dell'azione - scriveva La Riscossa il 4 giugno 1911 - ora va subendo una promettente e progressiva evoluzione delle coscienze civili, si avvia alla formazione delle coscienze politiche". Eppure, come contraltare a questo Molise che si avviava a diventare più attivo e dinamico, ce n’era un’altro dalla natura ben diversa. "Gli uomini di potere, sospinti d'avidità e paura, non rifuggirono da alcun mezzo per disarmare, avvilire, per estenuare i possibili ribelli soffocando ogni singola e personale iniziativa, comprando o ricattando le intelligenze, intimidendo le velleità generose, corrompendo con ogni sorta di frottole e di garbugli illeciti e disonesti la mente e il cuore delle masse". Se dunque sembrava finalmente possibile recuperare il ritardo secolare che il Molise aveva accumulato rispetto agli altri territori italiani, nello stesso tempo, paradossalmente, l’ampiezza stessa delle questioni da affrontare, il tempo ancora lungo per giungere alla fine del percorso, e soprattutto l’inadeguatezza della classe politica, culturalmente incapace di guidare le forze in movimento, rischiavano di trasformare l’attesa in disorientamento, malessere, rabbia e, per i giovani, in senso di frustrazione generazionale. "Le radici del male sono nella classe dirigente della nostra provincia. Essa non si riattacca a nessuna funzione economica normale... Questa classe di persone fuori d'ogni regolare e produttiva attività , costituisce i politicanti di mestiere che della politica vivono, inquinando dappertutto. Per necessità di esistenza diventa una organizzazione brigantesca" tuonava il Molise

22 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise e la Grande Guerra il 27 maggio 1913. E allora occorreva una nuova fase che partisse proprio dai giovani. "Nell'anima delle nuove generazioni molisane - che per innata affettività e per tradizionale sentimento di spagnolismo, s'erano abituate all'adorazione di dei e di semidei, dalla cui generosità s'attendevano a periodi i decreti della loro grazia superiore - non albergano più i sentimenti della cieca obbedienza per le divinità ormai tramontate e che era figlia esclusivamente del lungo periodo di servaggio e di oscurantismo in cui esse furono abbandonate" . I primi segnali di risveglio si erano avuti in occasione del cinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia e della successiva partenza dei soldati per la guerra di Libia. "Malgrado che nello sfoggio della rettorica ufficiale onde furono caratterizzati l'anno scorso i festeggiamenti pel giubileo della patria, la prova della rinata coscienza italica, la manifestazione tangibile della nostra forza e della nostra educazione civile sta appunto in quest'onda di entusiasmo e di fede che ha risuonato nell'aula delle assemblee nazionali per formare le invisibili strofe alate dell'epopea che passa... Al di sopra di tutti i partiti la grande anima riconoscente della patria ringiovanita è con voi nelle acri ore del combattimento, o fratelli nostri che combattete col sole in faccia" . Il conflitto tra due modelli di società sarebbe allora apparso insanabile: il primo, di cui l’esercito sarebbe diventato il prototipo, fondato sull'etica del sacrificio nel nome degli interessi collettivi; il secondo, sul predominio degli interessi personali e del parassitismo sociale, di cui il parlamento veniva considerato come l’espressione istituzionale: "Il Parlamento, in Italia, è stato qualche volta per avventura, ma non è all'altezza della sua dignità e del suo fine" e gli eletti quali l’espressione individuale: "Il Parlamento italiano decade perché la rappresentanza ha perduto il suo rigido significato e lo ha perduto per colpa degli eletti" . A inizio secolo, d'altronde, il potere era ancora in mano agli uomini che si erano formati prevalentemente negli anni settanta dell’Ottocento, con i "costumi politici" che, come si leggeva su Le Battaglie di Lavoro del

31 marzo 1913 "sono scesi molto in basso, inutile nasconderlo, anzi giova manifestarlo senza reticenze". Non era certamente una novità vedere una generazione rimproverare quella precedente di essere diventata ormai inadeguata a governare un paese che nel frattempo si era trasformato. Cos'era restato del magnifico programma con cui Cavour, Garibaldi, Mazzini avevano chiamato gli italiani alla guerra? Non certo una grande eredità: un regime parlamentare degenerato e corrotto, uno scetticismo imperante, una confusione generale nelle menti del popolo, un servilismo crescente. "Rimane rotta così - si leggeva sempre sullo stesso giornale - la linea divisionale dei poteri, fondamento del diritto costituzionale: giacché gli Onorevoli si permettono di esercitare col fatto il potere esecutivo, irresponsabilmente, avendo nel Prefetto il gerente responsabile, cattivo vezzo di vecchie nuove camarille". Una classe politica accusata di essere priva di quelle alte qualità morali che, invece, avevano caratterizzato la generazione risorgimentale. "La frode e l'inganno, il tornaconto e la malafede ed altri mezzi da cui è disgiunto ogni merito personale ed ogni moralità poterono fino a pochi anni addietro trovare facile presa nella mente e nel cuore delle masse abbrutite dall'ignoranza che permise ai più scaltri, ai meno adatti, ai meno intelligenti, ai meno onesti di infeudarsi da padrone nella cosa pubblica" . A rappresentare la figura del politico per eccellenza e di nume tutelare del Parlamento, Giovanni Giolitti, lo statista che aveva improntato di sé il primo quindicennio del secolo. L’antigiolittismo, così, si confuse a volte con l'antiparlamentarismo: "L'on.Giolitti, il capocomico insuperabile, ha riaperto il teatro di Montecitorio", era il

sarcastico commento de Il Giovane Sannio il 25 novembre 1913, e fu un potente collante per molti di coloro che si volsero a contestare la sua abilità nel governare con continui patteggiamenti, compromessi, concessioni, e che divennero le principali imputazioni contro il suo operato. "La pratica democratica seguita negli ultimi dieci anni di politica italiana - duce Giovanni Giolitti - è stata la svalutazione completa del concetto di democrazia. L'opera devastatrice d'ogni idealità, cinicamente livellatrice dell'uomo di Dronero aveva fuso in una informe, grigia maggioranza i colori più disparati dal corpo fiammante al nero, a traverso tutte le gradazioni iridiscenti che l'analisi spettrale...parlamentare ci offre". Fu non di meno accusato sempre più frequentemente di impedire ogni reale dialettica politica basata sui princìpii, sui valori; gli fu rimproverato di corrompere i deputati elargendo loro compensi materiali o poltrone, di svirilizzare la vita politica nazionale. "I partiti domi e proni ai calcoli tortuosi e furbeschi del Dittatore olimpico nell'accettare con rassegnazione la fatalità storica della guerra libica, democratico nel monopolizzare le assicurazioni sulla vita, democraticissimo nel concedere graziosamente il suffragio quasi universale - s'acquietarono in una crisi letargica" . Così la guerra veniva ad essere consi-

derata da molti la scorciatoia più adeguata per unire il paese in un unico slancio rinnovatore, per fargli bruciare le tappe, recuperare il ritardo accumulato e far emergere una nuova classe politica all'altezza delle sfide che ormai incombevano. "La nostra guerra - scriveva Renato Pistilli Sipio su La Provincia di Campobasso il 23 giugno 1915 - è di liberazione e di purificazione: liberazione delle terre che il vecchio squarquoio dai bronchi putridi fiaccava con la bavosa ingordigia; redenzione delle anime dei martiri che l'ignobile casa d'Asburgo volle alla forza...E' guerra di glorificazione perché rende a Roma tutto il suo splendore".


Ci avviciniamo alla data del 24 maggio. Cento anni dall’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Il volume curato dal nostro collega Giuseppe Saluppo: “Il Molise e la Grande Guerra”, offre uno spaccato della nostra regione al cospetto degli eventi bellici e sociali. Immaginiamo una delle tante vallate del nostro Molise. Sembra vedere scendere da una di quelle strade, oggi asfaltate (seppure ridotte a mal partito), cento anni fa bianche e soffocanti di polvere, giovani con in tasca la cartolina precetto per la Grande Guerra. Hanno salutato i loro cari, prima di partire, qualcuno per l’ultima volta, tra silenzi cupi e parole sulla necessità della partenza. Un vocìo a passo a passo tra le fratte di bacche rosse che costeggiano quelle strade e frotte di uccelli che attraversano in alto l′aria. I ponti sul Biferno come sul Fortore o sul Volturno con l’acqua del fiume che pare immobile e metallica. Voci e gesti e in tutti gli animi il terrore superstizioso, le fantasie incolte, commenti, scongiurazioni lamentevoli, preghiere, in un rumorio cupo. “Ieri salutammo i partenti per le arene della Libia con uno slancio di entusiasmo frenetico, domani baceremo in fronte, senza una lacrima, i nostri soldati anelanti di ricongiungere i fratelli delle terre irredente alla Grande Patria Italiana”, si leggeva su La Provincia di Campobasso il 3 aprile 1915. Nulla sarebbe stato come prima. E’ possibile acquistare il libro di Giuseppe Saluppo, “Il Molise e la Grande Guerra”, a Campobasso nelle edicole di Via Mazzini, Piazza della Repubblica, Piazza Vittorio Emanuele e Terminal; a Isernia, presso libreria Della Corte ed edicola Stazione. Oppure presso la redazione de La Gazzetta del Molise, via Normanno 14 a Campobasso o chiedendolo via email: redazione@lagazzettadelmolise.it. Un Molise presente nella storia d’Italia.


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