TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 34 - Mercoledì 11 Febbraio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Franco Mancini
La pazienza ha un limite, io mi fermo qui
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Franco Mancini. L'avvocato tributarista ha presentato un ricorso alla Commissione tributaria, tesa a fare riconoscere l’illegittimità costituzionale dell’applicazione dell’addizionale regionale Irpef nella misura massima, a carico dei contribuenti molisani, a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi di rientro dal disavanzo sanitario. L'avvocato ha riscontrato profili di incostituzionalità, non sussistendo alcun collegamento logico tra il deficit sanitario e la capacità contributiva di tutti i cittadini molisani.
Il Tapiro del giorno a Pierpaolo Nagni
No gasolio.... no parti
Il Tapiro del giorno lo diamo a Pierpaolo Nagni. L'assessore ai Trasporti ha provato, ancora una volta, a balbettare qualcosa sulla questione posta dall'Atm. Sono, ormai, due anni che è alla guida dell'assessorato ai Trasporti. E l'unico fatto prodotto l'annullamento della gara d'appalto per l'individuazione del gestore unico dei trasporti. Poi, nessun altro passaggio programmatico. Non è possibile, per un amministratore, rispondere solo pensando di fare ricorso ai magistrati.
Nagni, se sei così bravo ti cedo il mio posto Servizio a pagina 3
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 11 febbraio 2015
Dimissioni? Ma quando mai!!! Nel colpevole silenzio di opposizione, sindacati, imprese, e società civile la politica regionale offre il peggio di sé Intanto l’assessore Petraroia e il dirigente Pillarella restano incollati sulle loro sedie Un muro di gomma. Seguire l’attività amministrativa del Governo regionale, monitorarne le (non) scelte, giudicarne le (non) strategie, valutarne i (non) risultati e sperare di avere un qualsiasi tipo di riscontro, di reazione, anche di giustificato orgoglio, è diventata un’utopia, venata di ingenua passione, per chi svolge il nostro lavoro. Tutto rimbalza sul muro di gomma. Giornalisticamente la bocciatura del Piano di modulazione delle risorse, presentato dalla premiata ditta Petraroia-Pillarella, e respinto dal Ministero, nell’ambito del programma “Garanzia Giovani” (7 milioni e mezzo rimasti al palo, così come la possibilità per alcune migliaia di giovani molisani di poter accedere a sei diversi strumenti di inserimento attivo nel mondo del lavoro), ha tutte le caratteristiche per poter diventare un “caso”; per appassionare e vedere finalmente all’opera, coinvolti, i protagonisti del tessuto sociale, economico, politico ed intellettuale della regione: c’è il tema del contrasto alla disoccupa-
zione giovanile, giustamente indicata dagli osservatori di alto profilo, come una delle vere emergenze nazionali; c’è l’approssimazione e la faciloneria della casta e dei suoi vassalli, incapaci entrambi finanche di usare gli strumenti che gli vengono
messi a disposizione per poter dare (finalmente) un senso alla loro esistenza, inanellando l’ennesimo disastro amministrativo; c’è il danno procurato al già provato sistema economico molisano, che tanto avrebbe potuto giovarsi di questo
strumento disupporto all’inserimento nel mondo del lavoro e dell’autoimpiego. Ed invece tutto tace. Miserevolmente. Tacciono gli involontari protagonisti, Petraroia&Pillarella, speriamo per una
forma di pudore, ma pensiamo più per plateale strafottenza. Tacciono i colleghi della maggioranza, molto chiassosi, però, specie i “partitini”, quando si tratta di reclamare una poltrona qui, una gratifica là. Tace, di un silenzio loffio, l’opposizione, dimostrando di non avere grinta, energia, volontà sufficienti per invocare ed ottenere le dimissioni dei fautori di tanta pochezza. Tacciono, beatamente addormentati, i sindacati; probabilmente giovani disoccupati tra i 15 ed i 25 anni, non sono la loro platea d’elezione. Tace il mondo dell’impresa che pure si lamenta della crisi, delle attività che chiudono, dei giovani che non lavorano e bla bla bla. Tace, con misera colpa, la cosiddetta società civile, le associazioni, gli indignati sbandieratori di mille proteste e contestazioni passate, probabilmente ingenuamente confusi dalla connotazione di centrosinistra di questa Giunta; connotazione falsa come una moneta da tre euro.
Incapacità politica regionale a investire sui giovani di Giovanni Muccio* Il Movimento Regionale del Guerriero Sannita lancia un grido di dolore, per la pochezza e l’incapacità politica di investire sui giovani molisani. In riferimento alla Garanzia Giovani un piano europeo per combattere la disoccupazione nella fascia di età 15-29 anni, il Molise è l’unica regione d’Italia che ancora non parte è ferma, mentre in altre regioni d’Italia già rappresenta misure di politiche attive per il lavoro, per riavviare l’occupazione e tentare la ripresa economica. Oltre 7.5 milioni di euro le risorse Garanzia Giovani destinate a oltre 15.000 giovani residenti in Molise, a cui vanno ad aggiungersi altri 2 milioni di euro, provenienti da risorse comunitarie e nazionale, per un totale di circa 10 milioni di euro. A tal riguardo gli importi aggiornati assegnati alle misure offerte dal Molise sono: “Acco-
aaSi svolgerà a Campobasso presso l’Auditorium della Fondazione Molise Cultura (ex GIL) il 20 febbraio 2015, con inizio alle ore 9,30 e termine alle ore 13,30, l’incontro formativo organizzato dall’Ance Molise sul bando-tipo dell’ANAC per le gare di appalto di lavori pubblici con il prezzo più basso. Il Bando-tipo costituisce il quadro giuridico di riferimento sulla base del quale le stazioni appaltanti devono redigere la documentazione di gara per l’affidamento di appalti di opere pubbliche di sola esecuzione. “E’ particolarmente importante che le stazioni appaltanti molisane tengano uniformità di comportamenti – sottolinea Umberto ULIANO, Presidente dell’Ance Molise – perchè, secondo le dichiarazioni della Regione
glienza, presa in carico, orientamento: 823.400,00 euro; Formazione: 1.200.000,00 euro; Accompagnamento al lavoro: 250.000,00 euro; Apprendistato: 150.000,00 euro; Tirocinio extra curriculare, anche in mobilità geografica: 3.000.000,00 euro; Servizio civile regionale:1.750.340,00 euro; Sostegno all’auto-impiego e all’auto-imprenditorialità: 300.000,00 euro; Bonus occupazionale: 200.000,00 euro”. Non solo siamo fermi in questo piano europeo, che potrebbe riavviare l’occupazione giovanile, con la probabile ripresa economica, per quando il Ministero del Lavoro con una nota inviata alla Regione Molise, sollecita l’attuazione del piano e ricorda altresì che l’Autorità di gestione sarà costretta a far ricorso alla Task Force per supportare la Regione nel corretto e celere svolgimento delle misure e del piano Operativo “Iniziativa Occupazione Giovani”. In poche parole la Regione Molise per le sue
inadempienze rischia di essere affiancata per incapacità da una Task Force ministeriale. Siamo l’unica Regione d’Italia a non avere ancora un sito Internet dedicato alla Garanzia Giovani per potevi aderire e dobbiamo far riferimento al portale nazionale , pur avendo una struttura come la Molise Dati al servizio della Regione Molise. E’ convinzione del Movimento che così non andiamo da nessuna parte, illudiamo solo i giovani con annunci e promesse a cui poi non seguono i fatti e infine chiedo di chi è la colpa, esistono responsabilità politiche o am-
Le gare d’appalto per evitare ‘furbate’ M o lise, nei prossimi mesi saranno appaltate opere pubbliche per oltre 91 milioni di Euro. La Regione, inoltre, sta trattando con il Governo centrale per ottenere la riprogrammazione delle risorse originariamente stanziate per la realizzazione dell’Autostrada del Molise per 171 milioni di euro per realizzare alcuni interventi di primaria importanza”. L’obiettivo del convegno è quello di guidare e
semplificare la complessa attività di predisposizione della documentazione di gara da parte delle stazioni appaltanti e di ridurre la disomogeneità fra i diversi bandi, oltre che il contenzioso connesso, soprattutto, alla previsione nei bandi di gara di cause di esclusione che non trovano fondamento normativo. “Meno discrezionalità negli appalti pubblici di lavori oltre i 150.000 euro con il bando-tipo
ministrative di tale situazione, possibile che nessuno paghi per tale eventuale inefficienza, incapacità, negligenza, disattenzione, sbadataggine è mai possibile che a pagare siano i soliti noti, la povera gente, i bisognosi e i giovani in cerca di lavoro? *Presidente Regionale del Guerriero Sannita
dell’Anac per i contratti da affidare con procedura aperta al prezzo più basso – aggiunge Uliano - Nel disciplinare di gara sono ricomprese le indicazioni che le stazioni appaltanti dovranno seguire sulla qualificazione delle imprese, sulle verifiche dei requisiti, sul pagamento delle imprese e sul costo del lavoro”. Al convegno, dal titolo, “Il bando-tipo dell’ANAC per le gare di appalto di lavori pubblici con il prezzo più basso”, parteciperanno quali relatori l’Avv. Bruno URBANI, dell’Area Opere Pubbliche dell’Ance nazionale e l’Avv. Ruggiero Dipace, Professore associato di diritto amministrativo presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi del Molise.
TAaglio lto
3 11 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Trasporti, il disastro di Nagni La disfatta del sistema generato dall’assenza di una programmazione e da una gara inopinatamente cancellata CAMPOBASSO. La disfatta in corso del sistema del trasporto pubblico in Molise è una delle poche cose che destano ancora meraviglia in una regione oramai avvezza alla cattiva gestione del territorio, all’assenza di programmazione e alla mancanza di priorità nelle cose da fare a fronte di una congiuntura economica sfavorevole. Se ne sarà accorto l’assessore Nagni? Da politica-simbolo dell’efficienza programmatoria dell’ente regionale, il trasporto pubblico si è quasi d’improvviso trasformato, senza una spiegazione plausibile che non si nasconda dietro la coperta troppo corta della crisi, in un groviglio insolubile: riduzione delle corse, soppressione di linee ritenute “non essenziali”, cronica carenza di manutenzione dei mezzi, di blocco di tutti i progetti, alcuni già finanziati, e persino dell’arresto insensato di cantieri già pienamente in corso. Senza dimenticare l’inopinata decisione di cancellare la gara per il gestore unico già ultimata a marzo 2013 e che la nuova Giunta Frattura ritenne di dovere revocarla. Con una illogica distinzione da tutte le altre regioni italiane, ma anche da tutte le altre nazioni europee, in Molise si è ritenuto sensato provare a riequilibrare i bilanci e i rendiconti in rosso agendo sul trasporto pubblico, come se si trattasse di un accessorio utile, ma non indispensabile. Il Rapporto della Fondazione Cittalia, tanto per citare una fonte indipendente, mette in evidenza come il rafforzare la mobilità di tipo pubblico sarebbe una delle poche cose da fare in tempo di crisi, quando diventa necessario razionalizzare le risorse e ridurre i costi e le pressioni sulla società. Come, inevitabilmente, rileva Cittalia, infatti, il
la lettera Per i mancati pagamenti, finite le scorte di carburante di Paolo De Matteis Larivera*
trasporto pubblico ha ricadute dirette sull’accessibilità ai servizi pubblici urbani, sulla qualità dell’ambiente, sull’efficienza e la competitività delle aree urbane, sulla qualità della vita dei cittadini, dei lavoratori, delle fasce più deboli. I costi sociali, in termini economici e ambientali, di una sua irrazionale riduzione, soprattutto nelle fasi di crisi, ricadranno sulla collettività in misura amplificata e sempre meno sostenibile. L’assenza di programmazione e l’attuale confusione generata da chi è salito al potere in regione, sta trasferendo direttamente sui cittadini e sui pendolari, non solo il costo più elevato in termini economici per l’aumento costante delle tariffe, ma soprattutto il disagio e le difficoltà di ritrovarsi, quasi d’improvviso, in un territorio meno interconnesso, frammentato, dove persino il percorso casa-lavoro non pare più garantito. Un risultato sbalorditivo e in gran parte legato non tanto alla difficile congiuntura economica,
quanto molto di più a politiche regionali mediocri e finalizzate, di concerto con il governo centrale, a non spendere danaro, per ora, in attesa di tempi migliori. Un progetto che, oltre al risultato più visibile della riqualificazione urbana, si proponeva di ridare logica, come si legge nei documenti ufficiali, alla mobilità nelle sue diverse componenti, cresciute quasi esclusivamente per logiche settoriali, attraverso la definizione di un sistema di servizio unitario per l’intera regione, integrato, attrattivo per qualità e livelli di servizio, accessibile dal territorio nella sua interezza e, quindi, competitivo con il mezzo di trasporto individuale. Di tutto ciò, nelle inedite e poco comprensibili azioni dell’attuale governo regionale è rimasta ben poca traccia, sostituito da non si sa bene quali altre priorità, da quali altre politiche strutturali di rilancio dell’economia, da quali altre forme di sviluppo del territorio. Insomma, dal nulla.
Il segretario nazionale della Uil Carmelo Barbagallo nel Molise
Visita ai lavoratori in difficoltà e presenza all’assemblea regionale in un clima denso di preoccupazione e paura per il futuro economico e occupazionale La Uil regionale si conferma la sigla sindacale più dinamica, presente, attiva, concludente sui maggiori problemi socio/economici e sulle dilazioni programmatiche del governo regionale. Cgil e Cisl sonnecchiano non potendo, per eccessiva contiguità funzionale alla presidenza dell’esecutivo di Palazzo Vitale, esprimersi in termini critici (come dovrebbero) nei confronti della maggioranza di centrosinistra che sul fronte del lavoro è latitante in termini allarmanti. L’Uil ne sta scoperchiano gli arcani e non si risparmia. Oggi darà un saggio dell’impegno che la distingue nel corso dell’assemblea regionale in programma alle ore 15 presso l’università (edificio polifunzionale di Viale Manzoni). Il prologo è forse il piatto forte della giornata del segretario nazionale Carmelo Barbagallo invitato a prendere parte ai lavori assembleari e, soprattutto, a prendere contatto con le realtà lavorative e occupazionali entrambe in forte regressione e su cui il sindacato intende giocare tutte le carte di cui dispone per muovere le acque, ovvero il sistema produttivo, il sistema amministrativo e il sistema politico molisani. Barbagallo sarà di buonora nel Molise. Fa fede il programma che gli è stato preparato: intorno alle 9 incontrerà una delegazione di lavoratori Ulpa Anas, che vogliono sottoporgli la loro precaria ed instabile situazione lavorativa, quindi gli operai dello stabilimento Colacem di Sesto Campano; alle 10 e un quarto quelli della azienda Mp di San Polo Matese (magari darà uno sguardo anche al sito in cui si sono avviati i lavori di scavo per far posto alla centrale a biomasse particolarmente cara alla presidenza regionale ma fortemente osteggiata dalla popolazione matesina), mentre un’ora dopo, intorno alle 11, incontrerà una rappresentanza dei lavoratori della Grande distribuzione presso il Centro commerciale Monforte a Campobasso. Richieste di altri incontri nelle ultime ore si vanno affollando alla segreteria regionale ma sarà difficile che potranno essere tutte soddisfatte. Comunque sono lo specchio della drammaticità in cui versa l’economia molisana e la voglia matta di avere, da parte dei lavoratori, un confronto, un conforto, un’assistenza di rango. Comparti diversi, lavoratori e problemi diversi ma tutti in fase di allarme. Quindi, con questo bagaglio di umori, di notizie, di condizioni in cui campeggiano preoccupazione e paura, prenderà parte ai lavori assembleari per fissare gli obiettivi più urgenti da mettere a fuoco e da centrare con la presenza dinamica, attiva e concludente con cui finora la segreteria regionale si sta muovendo. Dardo
zioni in materia di copertura degli oneri contrattuali “lo Stato traRiscontriamo per esprimere il sferisce alle regioni delle risorse grande disappunto con il quale a destinazione vincolata, delle ATM si è trovata a leggere una quali le Regioni non possono dicomunicazione che nuovamente sporre al fine di utilizzarle per mette in discussione la serietà e esigenze diverse, ma devono util’affidabilità di questa impresa, lizzarle esclusivamente per lo paventando pretese sovra com- scopo individuato dallo Stato”, pensazioni di cui la scrivente vale a dire il pagamento alle imavrebbe beneficiato - addirittura prese degli importi corrisposti ai - per milioni di euro e, in ultima propri lavoratori per il CCNL. analisi, ritenendo che le difficoltà Questo significa che, rifiutandosi finanziarie sottolineate nel prean- di pagare ad ATM gli importi nuncio di interruzione dei servizi in q uestione codesta Regione siano del tutto strumentali e non si sta appropriando indebitacorrispondenti alla realtà. In re- mente di somme a destinaz ione plica alle considerazioni da Voi vincolata. Quanto detto, oltre a espresse c1 limitiamo sintetica- configurare un grave inadempimente ad osservare quanto mento sul piano contrattuale, cosegue: Al momento non esiste stituisce un reato che sarà nostra alcun atto che accerti , in via cura denunciare dinanzi alla definitiva, che ATM abbia be- competente Procura della Repubneficiato di sovra compensazioni, blica. Venendo, da ultimo, alla né per il 2012, né, tantomeno, per questione dei debiti verso le banil 2014. Per quanto attiene al che, elemento che ha determinato 2012, infatti, la correttezza degli il preannunciato blocco dei seresiti delle Vostre verifiche sarà vizi, risulta più che evidente che valutata nelle sedi più oppor- questa Società, dopo il modo a dir tune. Sul punto la Società ha poco fallimentare in cui la quegià evidenziato che dette stione è stata affrontata dall’Amverifiche sono state effettuate in ministrazione regionale, non è chiara violazione delle nelle condizioni di atprevisioni dettate dal La Regione tendere che la Regione contratto di servizio m continua se ne faccia carico in essere - ancora efficace a trattenere sede di redazione del e che, rappresenta, bilancio previsionale quindi, l’unica fonte di partite certe del 2015. Anche in queregolazione dei rapdi credito sto caso, infatti, codeporti esistenti tra le sto Ente continua a parti - e attraverso un’applica- trattenere partite di credito certe e zione a dir poco distorta del Re- di un’entità non più sostenibile golamento n. 1370/2007ICE. Tale per un’impresa che continua ad Regolamento in nessun caso at- operare senza accesso al credito tribuisce all ‘Ente, una volta fis- bancario . Vi ricordiamo, infatti, sato un corrispettivo conforme ai che per i soli interessi già corriparame tri dallo stesso dettati e sposti alle banche ATM è credirecepito in un contratto valido e trice di oltre 800.000 €. pienamente produttivo di effetti, il Desideriamo, anche, evidenziare potere di ri vedere anno per anno che oltre ai crediti di cui innanzi, detto corrispettivo con metodolo- questa Società è ancora in atgie francamente discutibi l i. tesa che le vengano corrispoQuanto detto vale ancora di più sti circa 200.000 € per costi per il 2014, visto che lo “studio relativi all ‘assolvimento di oneri D’Abate-Persechillo” cui si fa ri- di servizio pubblico (vedi, ad ferimento nella nota in riscontro esempio, il pagamento dei peneanche è mai stato trasmesso ad daggi per accesso ai terminal), ATM. A fronte di sovra compen- tutti regolarmente provati e fattusazioni tutt’altro che certe, rati, e che non sono stati ancora quindi, codesta Regione continua liquidati solo per l’inerzia della a trattenere somme di sicura spet- struttura regionale.Nelle "minactanza di questa Società, innanzi- ciate" sedi amministrative e petutto per quanto attiene al CCNL, nali sarà, poi, accertato su chi in relazione al quale ATM risulta gravino le responsabilità di tale creditrice di un importo pari ad blocco: se su un'impresa in evioltre 1.300.000 €, coperto da una dente stato di difficoltà finanziapolizza assicurativa da Voi accet- ria per cause alla stessa non tata e per il quale è stato anche imputabili o, invece, cosa che apemesso dal Tribunale di Campo- pare pi ù probabile, su di un Ente basso un decreto ingiuntivo prov- che continua ad appropriarsi invisoriamente esecutivo. Sul punto, debitamente di somme che donella recente sentenza 6205/2014 vrebbero essere trasferite ai il Consiglio di Stato ha chiarito gestori di TPL. che in attuazione delle disposi- *Amministratore delegato Atm
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
11 febbraio 2015
Da accorti e pressanti stimolatori della politica a desaparecidos
Gli Ecologisti democratici (Ecodem) hanno dato forfait
Tornano alla mente per essersi fatti portavoce di una verifica politica all’interno della maggioranza regionale e, soprattutto, interpreti delle urgenze da affrontare per aiutare il Molise ad essere meno reietto e abbandonato a se stesso Date sempre per imminenti e necessarie, le verifiche politiche all’interno della coalizione di centrosinistra sono costantemente evaporate lasciando le cose alla “stato quo”, ovvero con la maggioranza frastagliata e alla continua ricerca di coesione. La parte dei figuranti la svolge la galassia dei partitini che ha portato acqua al mulino di Frattura che macina a pieno ritmo, ma solo le faccende che lo riguardano da vicino (le biomasse) e da lontano (la metropolitana leggera). Non solo i partiti e i partitini, però, affollano le verifiche politiche mancate o lasciate cadere. Vengono in mente anche talune sigle particolarmente attive a sostegno del governo regionale, in particolare del vice presidente Petraroia. Chi infatti può negare l’apporto critico e dialettico degli EcoDem, a esempio? Ricordiamo nitidamente la voluttà con quale avevano immaginato si procedesse alla verifica politica sul rispetto del programma elettorale per individuare le priorità strategiche su cui investire la credibilità della coalizione di centrosinistra. Un fallimento. Il programma elettorale è stato uno specchietto per le allodole, e si sta rivelando tale anche l’acGrande soddisfazione, in Consiglio Regionale da parte del consigliere Vincenzo Cotugno per l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno di sua iniziativa riguardante la situazione di “Poste Italiane”. E’ di questi giorni la conferma che Poste Italiane vorrebbe chiudere circa 500 piccoli uffici e razionalizzarne altri 600 in attuazione di un piano industriale che punta alla riorganizzazione dell’ente sull’intero territorio nazionale. Al riguardo, l’azienda Poste Italiane ha comunicato che prossimamente nell’Area Sud 1, ovvero quella relativa alle regioni Puglia, Molise e Basilicata, saranno razionalizzati ben 26 uffici, di cui 19 interessano la Regione Molise. Significa che gli uffici postali dei Comuni di Campochiaro, Campomarino Lido, Casalciprano, Cercepiccola, Larino, Macchia Valfortore, Monaciglioni, Montelongo, Morrone del Sannio, San Giovanni in Galdo resteranno aperti a giorni alterni. Ad aprire per soli due giorni a settimana, invece, sarebbero quelli di: Sant’Angelo Limosano e Trivento, mentre sparirebbe definitivamente l’ufficio postale di Monteverde di Bojano. Sempre una razionalizzazione a giorni alterni, ovvero tre aperture settimanali su sei, riguarderebbe i comuni della Provincia di Isernia: Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Roccasicura, l’ufficio della città di Isernia localizzato a Castelromano e quello di San Pietro Avellana. Scenderebbero, infine, a tre su quattro le aperture di Acquaviva di Isernia e Castelpetroso. “Ora, considerato che gli organi di informazione hanno ampiamente denunciato nei giorni scorsi lo stato di disagio
cordo a due sbandierato in Piazza Prefettura mesi fa dal senatore Ruta e dal presidente Frattura, anch’essi sul programma e sulle priorità da realizzare. Un altro fallimento. Il governo regionale vive pertanto la sua autarchia nella più complessa e articolata incapacità a stabilire una linea programmatica, le urgenze, le necessità tecniche/amministrative per venire fuori dalla confusione in cui è finito, molto per insipienza politica e per inesperienza amministrativa. Di fronte a questo quadro avvilente
per chiunque abbia un briciolo di dignità di cittadino, gli Ecologisti Democratici tornano alla mente per essersi fatti portavoce di una verifica politica all’interno della maggioranza regionale e, soprattutto, interpreti delle urgenze da affrontare per aiutare il Molise ad essere meno reietto e abbandonato a se stesso. Erano sembrati determinati, ma non lo sono stati; erano sembrati autonomi, e non lo sono se, come possiamo dimostrare, dopo aver indicato alla maggioranza regionale
una serie di interventi e provvedimenti, sono caduti in catalessi. Avranno perso la memoria oppure avranno valutato mortificante la loro adesione acritica alla maggioranza regionale e, in particolare, al vice presidente Petraroia. Motivo per cui delle cose che stavano loro a cuore, in nome e per conto dei molisani, non hanno più fatto cenno né le hanno mai riproposte. Eppure erano sembrate sensate e per taluni versi provvidenziali. Evocativamente, chiedevano a Frattura e alla maggioranza di centrosinistra, quantunque inerti e devitalizzati nella loro fissità di amministratori, di ripartire dalla valorizzazione dei beni culturali, paesaggistici e ambientali adottando provvedimenti a tutela del territorio con un piano dei rifiuti appropriato, con una legge quadro in materia urbanistica, con incentivi al risparmio energetico, alla bio-edilizia, al recupero dei centri storici e del patrimonio immobiliare esistente utilizzando soluzioni che riducano il consumo di suolo agli interventi assolutamente necessari. Chiedevano a Frattura di investire risorse finanziarie su scuola, università, innovazione tecnologica, ricerca scientifica, formazione e servizi avanzati attraverso la
banda larga, la connessione veloce, e il cablaggio. Chiedevano a Frattura lo sviluppo dell’economia verde, del turismo di qualità, della filiera corta, del trasporto su ferro e delle aree protette a partire dal Parco del Matese. Non paghi, chiedevano anche d’incentivare la riconversione ecologica delle imprese, l’eco-sostenibilità ed il recupero, il riuso, il riciclo ed il risparmio da applicarsi ai diversi settori e, dulcis in fundo, una politica sobria, dai costi contenuti, che riduca sprechi e tagli alle indennità, capace di dialogare, di progettare e di confrontarsi con le associazioni, i movimenti, gli enti locali e le forze sociali. Argomenti, proposte, e problemi di spessore, che vagano nell’aria. Hanno chiesto senza avere riposta e alcun provvedimento, tra quelli richiesti, è stato affrontato e realizzato. Quindi si sono zittiti e continuano a stare zitti. Nella più ordinaria delle compiacenze al potere. Rimangono invece drammaticamente aperti i problemi posti, la loro attualità, la necessità di essere affrontati. Rimangono soprattutto l’assenza del governo regionale e la sua perdurante inadeguatezza. Dardo
“Le Poste non devono chiudere” Il consigliere regionale, Vincenzo Cotugno, ha presentato un ordine del giorno che le popolazioni dei nostri territori sono già costrette a subire a causa della politica di razionalizzazione degli orari degli Uffici Postali; che la logica del solo contenimento dei costi penalizza i lavoratori e i livelli occupazionali già molto precari, oltre che creare ulteriore disagio ai cittadini delle aree interne; che la politica industriale dell’azienda vuole concentrare la propria presenza sui territori più ricchi e sembra del tutto dimenticare il rapporto molto forte che ha legato da sempre i cittadini molisani “all’Ufficio Postale” nella raccolta del risparmio soprattutto nei piccoli centri e non
solo, dimenticando di fatto l’enorme opportunità che la rete degli sportelli, una volta presente, offre in tutti i comuni anche di piccole dimen-
sioni; che diversi comuni molisani, da Venafro a Petacciato, stanno già sperimentando da mesi forti disservizi a seguito della lentezza con cui
“Una politica aziendale inopportuna” Nuova denuncia della Cisl Poste per i tagli adottati dall’azienda CAMPOBASSO. Dopo le diverse segnalazioni, alle Istituzioni e Amministrazioni Locali, da tutto il Territorio Nazionale, la Segreteria Nazionale della CISL Poste ha avviato dei contatti con ANCI, UNCEM e AGCOM in merito alla decisione di Poste Italiane di chiudere circa 500 piccoli uffici e di razionalizzarne altri 600, in Molise 1 chiusura e 19 razionalizzazioni. È stato fatto il punto in un colloquio tra l’On. Enrico Borghi, Presidente dell’UNCEM, e il Segretario Generale della CISL Poste Mario Petitto. Al termine del colloquio si è
convenuto di affrontare la questione nelle competenti commissioni parlamentari anche attraverso l’audizione dei soggetti interessati. “Infatti – precisa il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro – l’azioni contenute nel prossimo piano industriale rischiano di avere un impatto negativo nei confronti delle comunità locali. Il riferimento è alla volontà assunta da Poste italiane di ridurre ulteriormente la presenza degli uffici postali sul territorio, concentrando la presenza - dice il sindacalistanelle zone più redditizie, peccato
che tutto Molise, secondo l’AD Caio, non risulta fruttuoso in nessuna parte. La preoccupazione – precisa Antonio D’Alessandro - è che la politica aziendale non colga l’enorme opportunità che la nostra rete (fisica e infrastrutturale) potrebbe offrire ai cittadini e all’intera economia del Paese. Noi abbiamo già espresso tutta la nostra contrarietà e le nostre perplessità verso un progetto che penalizza fortemente parte del territorio con pesanti ricadute anche occupazionali”.
la posta viene smistata e distribuita sul territorio, con utenti che da mesi non ricevono più le bollette o altre comunicazioni e che, a loro insaputa, diventano morosi nei confronti delle società che somministrano forniture primarie (come Enel e gas) subendo del tutto ingiustamente l’aggravio di costi per sanzioni e ammende quando non addirittura il distacco delle utenze domestiche. E’ necessario agire con un equilibrio maggiore offrendo anche servizi con caratteristiche diverse da quelli tradizionali (ad esempio poter diventare lo sportello della pubblica amministrazione con una vera rivoluzione digitale). Per Cotugno, Poste Italiane devono ocnfrontarsi anche con gli organi di vertice della Regione Molise aprendo un tavolo che coinvolga la nostra rappresentanza parlamentare, i Comuni e i sindacati di categoria al fine di scongiurare quello che è un vero e proprio smantellamento degli uffici postali sul nostro territorio”.
TAaglio lto
5 11 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Come rimettere in moto i meccanismi produttivi della società di Boiano dopo che la Società Aria Food Spa ha ritirato in via definitiva la propria proposta
Indagine preventiva di mercato per la gestione provvisoria della Gam tramite una manifestazione di interesse Il tentativo sa tanto di disperazione ma è augurabile che riesca ad aprire orizzonti meno foschi di quelli che si intravedono e, soprattutto, una capacità operativa della Regione molto diversa da quella finora espressa tra polemiche, incertezze, marce avanti e retromarce Procedura negoziata (ex art. 57 comma 2 lett. c del decreto legislativo. 163 del 2006), per arrivare entro pochi giorni alla acquisizione di una manifestazione d’interesse (con allegata offerta) al subentro temporaneo (10 mesi) nella gestione della filiera avicola molisana, in particolare della gestione provvisoria (in affitto) dei Centri di allevamento di proprietà Gam e, a titolo di sub comodato, dello stabilimento “Incubatoio” per un corrispettivo non inferiore ad 50.000 euro (oltre Iva), con l’impegno di assumere, con le modalità previste ex lege, almeno 30 unità lavorative tra quelle attualmente in forza alla Gam. E’ questo il succo della deliberazione della giunta regionale del 4 febbraio con cui si tenta di rimettere in moto i meccanismi produttivi della società di Boiano, partendo dalle cose più facilmente attivabili, ma utili a capire quale può essere la misura dell’interresse di soggetti esterni a sollevare dall’impasse produttiva la filiera avicola, soprattutto dopo che la Società Aria Food Spa ha ritirato in via definitiva la propria proposta. Allegata alla delibera del 4 febbraio c’è il testo dell’avviso cui fare riferimento per esprimere la manifestazione d’interesse nonché la scheda
relativa all’incubatoio e la perizia di stima della svalutazione della Gam. Tutto su basi di provvisorietà, d’accordo, come accennavamo, ma si cerca di aprire spiragli a soluzioni di spessore industriale e fattibilità. Nelle pieghe del provvedimento giuntale si legge che è intenzione della Regione Molise, anche in adesione alla volontà della exit Strategy (uscita di scena), programmare appositi percorsi che prevedano l’erogazione di contributi a valere su fondi europei e nelle misure previste dalla vigente programmazione, che possano aiutare la realizzazione di
un progetto di rilancio dell’intera filiera avicola molisana attraverso un importante piano di investimenti per la completa trasformazione, rinnovo e/o realizzazione ex novo, dei siti produttivi con annessi impianti e macchinari idonei a raggiungere i migliori standard di rapporto tra efficienza, sicurezza e qualità. Questi sono gli obiettivi di fondo in prospettiva per il raggiungimento dei quali vanno stabiliti successivamente gli apporti finanziari rispetto ai quali il potenziale partner che dovesse configurarsi dovrà assumere formale impegno a concorrere. Frat-
tanto ecco l’idea di allestire la fase transitoria che riguarda la gestione delle strutture produttive nella attuale disponibilità della Gam con un ritorno economico per la Regione (il corrispettivo di 50mila euro per l’incubatoio e il canone di gestione). Ritorno economico diretto a salvaguardare i valori patrimoniali esistenti, fanno sapere da Palazzo Vitale. Per comporre questo percorso bisogna tener conto dei principi comunitari di libera concorrenza, non discriminazione, parità di trattamento, trasparenza e massima partecipazione. Ciò ha im-
Dardo
l’esercizio del diritto di difesa viene menomato, visto che il giudizio di congruità dei piani di rientro non viene fatto in contraddittorio e con la concreta conoscenza degli addebiti da parte del contribuente; all’art. 97 Cost., che stabilisce il principio di buon andamento ed imparzialità della Pubblica Amministrazione, dal momento che i contribuenti molisani pagano le tasse più alte d’Italia a causa di disfunzioni od inefficienze ascrivibili proprio alla P.A. nella gestione del servizio sanitario; al Titolo V della Costituzione ed alla Legge Costituzionale n. 3, del 18 ottobre 2001, sul decentramento amministrativo e fiscale, posto che la determinazione delle aliquote, ordinariamente rimessa alle regioni dalla legge istitutiva dell’addizionale, viene invece fissata in automatismo dal governo centrale. Questioni di grande e sicuro interesse generale che, se vagliate positivamente dalla CTP di Campobasso, saranno rimesse alla Corte Costituzionale, che potrebbe statuire l’incostituzionalità della norma, dando diritto a tutti i contribuenti molisani di richiedere il rimborso delle maggiori somme pagate. Dal 2014, solo il Molise soggiace a tale disciplina, mentre per il 2013 anche la Calabria e, per il 2012, anche la Campania. La CTP di Campobasso, presieduta dal Dott. Giuseppe Di Nardo, già Consigliere e Procuratore Generale della Corte di Appello di Campobasso e Consigliere della Corte di Appello di Napoli, si è già distinta, oltre che per lo smaltimento del contenzioso, che, secondo le riviste specialistiche, la pone ai primi posti d’Italia, anche per la raffinatezza giuridica con la quale ha affrontato altre questioni di rilevanza costituzionale, come quella riguardante il reclamo/ricorso per mediazione.
Si apre il fronte dell’incostituzionalità sull’addizionale regionale: depositato il ricorso
CAMPOBASSO. L’avv. Franco Mancini ha presentato alla Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso l’atteso ricorso, preannunciato negli scorsi mesi e diretto a fare riconoscere l’illegittimità costituzionale dell’applicazione dell’addizionale regionale Irpef nella misura massima, a carico dei contribuenti molisani, a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi di rientro dal disavanzo sanitario. Essendosi formato il silenzio-rifiuto sulla domanda prodotta dal legale campobassano (la Regione Molise non ha risposto nei 90 giorni), il tributarista ha potuto impugnare il diniego dinanzi alla Commissione Tributaria che, una volta fissata l’udienza, dovrà decidere se ritenere rilevanti e non manifestamente infondate le questioni di incostituzionalità sollevate dall’avv. Mancini nei confronti dell’art. 2, comma 86, della legge n. 191/2009. Per effetto di questa disposizione, l’accertato verificarsi, in sede di valutazione annuale da parte dei Tavoli Tecnici e del Comitato permanente per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, del mancato raggiungimento degli obiettivi del piano di rientro, con conseguente determinazione di un disavanzo sanitario, comporta automaticamente l’incremento dello 0,30 % dell’aliquota dell’addizionale regionale all’Irpef. L’avv. Mancini individua nella norma profili di incostituzionalità in rapporto all’art. 53 Cost., non sussistendo alcun collegamento logico tra il deficit sanitario e la capacità contributiva di tutti i cittadini molisani; all’art. 3 Cost., vedendo violato il rispetto del principio di uguaglianza e ragionevolezza, laddove l’aliquota massima viene applicata, d’imperio ed in automatismo, in virtù delle condizioni sociali dei molisani (il disavanzo dei conti sanitari); all’art. 23 Cost., perché la maggiorazione viene fatta discendere dalla valutazione discrezionale di organismi tecnici, in sostanziale inosservanza del principio della “riserva di legge”; all’art. 24 Cost., in quanto
posto alla giunta di effettuare, come stiamo raccontando, una preventiva indagine di mercato tramite l’avviso di manifestazione di interesse. Che consente a tutti gli operatori economici in campo regionale, nazionale, ed europeo interessati a partecipare alla procedura negoziata. La scelta del contraente comunque non potrà prescindere da una valutazione della peculiarità del caso Gam e della complessità del pubblico interesse che si trascina. Ma stando l’urgenza a reperire una soluzione saranno giustificate metodologie in deroga a quelle ordinarie a carattere selettivo e ad evidenza pubblica. Insomma, non si andrà per il sottile. E di questo si occuperà il direttore dell’Area seconda, Angelo Frantangelo di cui sono note, per fortuna, la competenza, l’accortezza, e la elasticità mentale. Il tentativo messo in essere sa tanto di disperazione ma è augurabile che riesca ad aprire orizzonti meno foschi di quelli che si intravedono e, soprattutto, una capacità operativa della Regione molto diversa da quella finora espressa tra polemiche, incertezze, marce avanti e retromarce.
L’avvocato Franco Mancini non sussiste alcun collegamento tra il deficit sanitario e la capacità contributiva di ogni cittadino
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Campobasso
11 febbraio 2015
“Imprese molisane, il Comune non le tutela” Per l’Acem: “Totale insensibilità nell’affidamento dei lavori con procedure di gara aperte” I dialoghi tra sordi, si sa, non portano lontano. Purtroppo sembra essere questa la piega presa nel rapporto tra l’Associazione Costruttori Edili del Molise (ACEM) ed il Comune di Campobasso. Eppure, nelle scorse settimane, dovendo rendere conto del botta e risposta a mezzo stampa tra i due soggetti, ci era parso di intravedere un barlume di concretezza e di pragmatica reciproca apertura negli argomenti portati. I costruttori lamentano sostanzialmente che, per bandi relativi a lavori di piccola entità, l’amministrazione comunale del capoluogo continui a servirsi di
procedure “aperte”, mentre la normativa di settore consentirebbe affidamenti a seguito di procedure negoziate. Nella prima fattispecie le imprese di fuori regione, più strutturate, con più potere contrattuale risultano decisamente avvantaggiate e, grazie a ribassi impraticabili per le imprese locali, fanno incetta di questi affidamenti. L’ACEM si aspettava che la richiesta, già da tempo avanzata, di istituire un elenco di imprese da cui attingere per gli affidamenti mediante procedure negoziate e cottimi fiduciari al di sotto delle soglie consentite dalla normativa, venisse
seriamente presa in considerazione (e così pare che non sia) da Palazzo San Giorgio; da cui per la verità era arrivata anche una prima concreta apertura a riguardo. “Quanto sta accadendo è la dimostrazione della totale insensibilità sia alle esigenze del territorio, delle imprese e dei tanti operai disoccupati, sia alle istanze presentate dalle categorie produttive e se queste risorse andranno fuori regione, si avrà contribuito solo ad impoverire lo società molisana” chiosa il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro. Insomma pare si sia raggiunto l’ ennesimo impasse
tra realtà produttive e amministrazione locale. A buon diritto il sindaco Battista, nelle repliche delle scorse settimana, oltre alle suddette aperture, ha continuato a riferire di essere vincolato da normative ferree che tutelano i dei principi di rotazione, trasparenza e concorrenza nell’affidamento degli appalti, mentre dall’altro canto ribattono che è proprio la legge a consentire le procedure negoziate per importi entro una certa soglia e da qui nasce il corto circuito di cui siamo costretti a rendere conto. Certo è che diventa sempre più raro e difficile riuscire a scrivere,
per una volta, di rapporti scorrevoli e proficui, nel reciproco interesse delle comunità locali e delle amministrazioni. Il livello di conflittualità tra rappresentanze datoriali e/o sindacali, realtà produttive dei più vari generi e livelli, organizzazioni ed associazioni di cittadini-utenti e i vari livelli dell’amministrazione politica è divenuta intossicante, insopportabile. Si fa fatica a trovare un percorso virtuoso, un esempio vincente, una realtà progredita che restituisca un po’ di sollievo a questa comunità. Ma non perdiamo la speranza….
510 mila euro alla SEA per la gestione del Piano Neve e locali chiusi a Capodanno Mozione del consigliere di Forza Italia Pascale sulla chiusura dei locali da ballo nella notte di San Silvestro Presentata ieri in Consiglio comunale a Campobasso una mozione, a firma del consigliere di Forza Italia Alessandro Pascale, sulla forzata chiusura dei locali da ballo lo scorso 31 dicembre, a causa della copiosa nevicata di cui tutti abbiamo memoria. Capitata certo nel giorno più sbagliato, giorno deputato a dimenticarsi di ogni annosa faccenda legata all’anno che se ne va, per celebrare, sotto il segno della speranza, quello che si appresta ad entrare. Speranze che dovevano aver nutrito anche i titolari delle attività in questione. Ed è proprio su questo danno che si fonda la mozione di Pascale. Possibile, sostiene infatti il consigliere, che a fronte dei 510 mila euro assegnati alla SEA per la gestione del Piano Neve, che la stessa SEA non sia stata in grado di gestire, con un’operatività più spinta, il pur
intenso fenomeno meteorologico? Possibile che una tale dotazione finanziaria non sia stata in grado di mettere a disposizione della città tutta e degli operatori economici che in essa si muovono mezzi e uomini sufficienti per permettere agli operatori della movida di San Silvestro di tenere aperti i loro locali ed ai cittadini campobassani di vedersi garantita la capacità di spostamento nella serata dell’anno? Domande cui dovrà rispondere l’amministrazione comunale. Soprattutto circa il danno procurato alle attività interessate. Siamo a Campobasso la neve ci accompagna da sempre, un’amministrazione che si rispetti dovrebbe farsi trovare pronta, anche e soprattutto in caso di eventi di significativa rilevanza. I cittadini, in primis, ma anche le attività commerciali devono aver sempre garantita la loro
capacità di spostamento e la possibilità di tenere aperte le saracinesche. Le dotazioni finanziarie, gli uomini ed i mezzi servono a questo e devono essere impiegate per il raggiungimento dell’obiettivo. C’è poco da fare, la gestione del piano neve rappresenta per le amministrazioni che si sono succedute a Palazzo San Giorgio una vera e propria spina nel fianco. Toccherà rispondere con ogni attenzione da parte di Antonio Battista e della sua maggioranza. Del resto la nevicata del 31 dicembre 2014 è stata davvero impressionante, ma la varità è che su neve e ghiaccio sono inciampate e cadute rovinosamente tutte le amministrazioni.E sempre a dire che hanno fatto il massimo, che di più non si poteva fare. Cosa questa che la mozione presentata ieri in Consiglio intende appurare nei fatti. C’è da dire
che nei successivi eventi, gli ultimi davvero recentissimi, la risposta dell’amministrazione è stata più pronta, magari più rodata; anche se ad ogni passo in città lamentele ed imprecazioni si sprecano. Un pò il Generale Inverno non fa sconti a nessuno; un pò quella del 31 dicembre è stata davvero una nevicata intensa; un pò la macchina organizzativa con Antonio Battista a capo andava messa a punto; fatto sta che la chiusura dei locali proprio il 31 dicembre è una faccenda di non poco conto e bene fanno le opposizioni a fare pressing. Chi amministra deve avere tutti gli onori, questo si sa, ma il “potere” porta con sé soprattutto onoeri. Dimostrare di aver agito al massim,o delle possibilità e di non aver commesso errori che tanto avrebbero danneggiato locali da ballo e ballerini è solo uno dei tanti.
Furto da 12mila euro alla profumeria Lorella Ignoti hanno forzato la saracinesca dell’attività facendo razzia dei prodotti CAMPOBASSO. Hanno agito indisturbati nel cuore della notte appena trascorsa, approfittando del poco traffico in strada limitato, oltre che per la tarda ora, anche per la neve e per ghiaccio presenti sulle carreggiate. Alcuni malviventi hanno preso di mira la Profumeria Lorella di via Kennedy a Campobasso per mettere in atto il proprio piano criminale. Dopo aver forzato il dispositivo per alzare la saracinesca elettronica, i ladri sono entrati nel negozio facendo razzia dei costosi prodotti e profumi presenti sugli scaffali. Precisi e rapidi
nell’operare (probabilmente si tratta di professionisti) prima di andare via hanno portato via anche la cassa e l’intero impianto di telecamere di sicurezza. Il valore della refurtiva ammonta ad oltre 12.000 euro. L’amara scoperta da parte della titolare dell’attività commerciale solo questa ieri mattina, al momento dell’apertura. Sul posto gli agenti della Squadra MOBILE della Polizia di Stato di Campobasso insieme ai colleghi della Squadra Volante e della Scientifica che hanno effettuato i rilievi.
Verde pubblico, parte il censimento degli alberi monumentali L’iniziativa è stata promossa dal consigliere delegato del Comune, Antonio Molinari CAMPOBASSO. Il verde pubblico rientra tra le priorità dell’amministrazione Battista che in campagna elettorale ha promesso di restituire una città giardino ai campobassani. Impegno che Battista ha mantenuto tanto che tra le cosiddette minideleghe che ha assegnato c’è anche quella specifica al
verde pubblico affidata al consigliere del Pd Antonio Molinari. Tante le idee che in questi mesi sono diventate progetti e poi realtà. In una delle ultime giunte comunali è stato approvato il protocollo d’Intesa tra il Comune di Campobasso, l’Università degli Studi del Molise e l’Istituto di Istruzione
Secondaria Superiore ‘L. Pilla’, sede associata I.P.S.A.S.R., per il censimento degli alberi monumentali e dell’intero patrimonio arboreo che ricade nell’area urbana di Campobasso. Un censimento che permetterà di conoscere e quindi valorizzare e proteggere un patrimonio che finora non è mai
stato preso in grande considerazione. Ma per raggiungere l’obiettivo che l’amministrazione si è prefissa occorre anche l’aiuto dei cittadini, o meglio la loro collaborazione. Privati, associazioni, istituti scolastici ed altri enti possono segnalare gli alberi da censire.
Campobasso
7 11 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Incrocio via XXIV Maggio, si cambia La precedenza dovrà essere data da quanti provenienti da via XXIV maggio CAMPOBASSO. Durante il Consiglio comunale, il consigliere Michele Ambrosio ha posto un’interrogazione, sollevando il problema dell’alta pericolosità dell’incrocio tra via IV Novembre e via XXIV Maggio: “La situazione di particolare criticità dell’incrocio in questione, teatro di
incidenti a cadenza ormai quotidiana con conseguenze anche pesanti per pedoni, automobilisti e veicoli, e dello scorrimento fin troppo veloce delle auto che transitano su via IV Novembre, si avvierebbe a soluzione”. In risposta all’interrogazione, il Comando polizia municipale ha di
fatto definitivamente chiarito la questione della classificazione delle due arterie in argomento che risultano essere entrambe strade urbane e dunque senza alcun privilegio di via IV Novembre su viale XXIV Maggio. “La situazione attuale, infatti, cozzava contro le più elementari
norme di buon senso imponendo, unico caso forse in Italia, che gli automobilisti dovessero dare la precedenza a sinistra e non a destra come da codice della strada” ha continuato il consigliere Ambrosio: “L’anomalia, tutta locale, dopo la risposta ufficiale del Corpo di Polizia Municipale verrà
risolta con la predisposizione di idonea segnaletica verticale e orizzontale che disciplinerà in modo corretto la circolazione automobilistica e la precedenza che dovrà dunque essere data al flusso veicolare proveniente da viale XXIV Maggio“.
“Il vino ambasciatore del territorio” Dopo le elezioni, l’Onav riparte con la sua professionalità per la crescita del prodotto molisano Non dobbiamo mai perdere di vista le motivazioni statutarie e non che sono alla base della nostra organizzazione e su questo dobbiamo continuare a lavorare. Il mondo del vino è una realtà estremamente complessa dove i forti elementi della tradizione territoriale si contrappongono al processo continuo di innovazione e sviluppo globale. Il vino possiede un’importante aspetto culturale, legato al territorio, ma allo stesso tempo svolge un’importante funzione economica nello scenario regionale e nazionale e, soprattutto internazionale. Costituisce, quindi, una risorsa fondamentale per lo sviluppo della cultura e dell’economia del nostro territorio. Come Onav - ha chiuso il delegato abbiamo lavorato negli anni addietro su queste specificità e, ritengo, che alla luce dei risultati maturati e raggiunti sia questa la strada da seguire perchè il vino è significato, emozione, valore, socialità, e, naturalmente, territorio”.
CAMPOBASSO. Dopo le elezioni per la delegazione provinciale di Campobasso dell’Onav,l’Organizzazione nazionale assaggiatori vino, sono stati eletti: Carolina Iorio, Lucia Sorella, Sabrina Cataudella, Daniela Simone, Remo Manoni, Pasquale Minicucci, Giancarlo Trentalange, Siria Tavaniello e Francesca Sciurti. Dopo la proclamazione degli eletti, si è tenuto il primo Consiglio direttivo che ha riconfermato Carolina Iorio a delegato provinciale. Pasquale Minicucci è stato eletto segretario; Daniela Simone, tesoriere; Siria Tavaniello, responsabile web. “Rafforzeremo la nostra azione sul territorio – ha dichiarato il delegato provinciale Carolina Iorio - per la conoscenza e la valorizzazione del vino molisano come ambasciatore del territorio regionale. E’ lo spirito che ci ha animati negli anni passati e con questo andremo ad affrontare le nuove tematiche che intendiamo mettere in campo con un costante confronto con i produttori.
Don Alessandro Porfirio, ad un anno dalla scomparsa In onore del parroco di Roccaspromonte nasce un’Associazione a lui dedicata E’ passato un anno. Un anno senza don Alessandro Porfirio, parroco per 50 anni della Chiesa di S. Maria della Pietà a Roccaspromonte, in Molise, morto improvvisamente il 14 febbraio 2014 all’età di 76 anni. “Come vuole il Signore” le sue ultime parole di una vita intera al servizio della Chiesa e dei bisognosi che lo ha visto dedicare tutto se stesso alla crescita spirituale e sociale della sua comunità. Una comunità che in questo anno non ha mai smesso di ricordarne l’opera infaticabile e la figura di sacerdote mite, umile ma dalla spiritualità profonda in grado di conquistare chiunque gli stesse davanti. Un sacerdote tutto d’un pezzo, d’altri tempi, le cui azioni erano impregnate, tutte, dal suo entusiastico e generoso sì detto a Cristo. In ogni occasione, pubblica o privata che fosse, metteva sempre al centro la sua missione pastorale di insegnamento della parola del Signore. Era così “don Alessandro”: sapeva conquistarti sin da subito con umiltà, garbo e discrezione dall’alto della sua inesauribile forza morale. Don Alessandro stava realizzando a Roccaspromonte, sulla collina dove egli ha creato Il Santuario all’aperto dedicato alla Madonna del Peschio, un’opera molto importante: la costruzione di una Chiesa ed una struttura religiosa dedicata a Fra Immacolato Brienza, di cui oggi è in atto il processo di beatificazione e della cui santità don Alessandro è stato il più fervido sostenitore e divulgatore. Dopo la morte di Don Alessandro è sorta un’Associazione, a lui dedicata, con lo scopo di raccogliere la sua eredità spirituale e con l’intento di operare nel solco da lui tracciato e portare a termine la sua opera religiosa. Ma cosa rimane della figura di don Alessan-
dro, ad un anno esatto dalla sua scomparsa? Lo ricorda così Monsignor Domenico Angelo Scotti Vescovo di Trivento alla vigilia della messa in suffragio di don Alessandro che verrà celebrata a Roccaspromonte il 14 febbraio, nel primo anniversario della sua scomparsa: “ “Don Alessandroè stato l’uomo della preghiera: diciamo grazie a lui per tutte le ore trascorse in chiesa, anche nei lunghi e freddi inverni, supplicando il Signore e la Vergine per le famiglie e gli anziani, per i malati e i poveri, per i giovani e gli emigrati. Invito tutti a conservare gelosamente i cari ricordi dei suoi gesti, delle sue parole, dei suoi sorrisi, mentre auspico che l’opera della costruzione del Santuario possa realizzarsi in tempi brevissimi, proprio come lui sperava”. Andrea Logoteta
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Isernia
11 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Ittierre, i sindacati lanciano l’Sos Una lettera aperta al presidente Frattura sulla questione dei dipendenti ISERNIA. Le segreteria Regionali di Filctem CGIL, Femca CISL, Uiltec UIL e UGL Tessili, hanno scritto una lettera aperta al presidente della Giunta regionale, Paolo Frattura, sulla questione dei dipendenti Ittierre. “Caro Presidente, Venerdì 13 febbraio rischia di consumarsi l’ultimo atto al Ministero del Lavoro che può autorizzare, anche senza l’accordo con i sindacati, la Procedura Concorsuale a licenziare gli ultimi 247 dipendenti dell’Ittierre. Nel frattempo ci sono 4 offerte, tra cui il socio di minoranza, per rilevare O.T.I. o semplicemente il 51% di essa, ma i problemi sono tanti….. Qualsiasi offerta si scontra con tempi tecnici che ne porteranno la definizione dopo il 3 aprile 2014 e quindi dal 4 aprile 2014 tutti i dipendenti Ittierre saranno disoccupati; Il concordato preventivo in corso ha pochissime probabilità di rimanere tale perché ci sono capitoli di spesa non preventivati (vedi mancati preavvisi che costeranno più di 800000 euro) e quindi, molto probabilmente, si trasformerà in fallimento; Il fallimento di Ittierre porterà ad una procedura di eventuale assegnazione ad imprenditori interessati e comunque si arriverà a superare il 3 aprile 2014; Il fallimento non
converrebbe neanche ai fasonisti che si vedrebbero assegnate somme inferiori a quelle preventivate con il concordato; Le conseguenze sociali di una sparizione definitiva dell’Ittierre sarebbero di portata insopportabile per la Provincia di Isernia e per l’intera Regione Molise.
E’ necessario che vengano messe in campo azioni straordinarie di livello Ministeriale per tenere in vita il concordato fino a definizione dell’assegnazione dell’azienda ad imprenditori che possano farla ripartire. E’ chiaro che gli interventi straordinari devono essere tarati sulla straordinarietà della situazione del Molise,
sulla condizione di vita delle persone e sulla condizione economica del territorio. Sono questioni che non possono e non devono essere risolte attraverso la mera applicazione delle regole. Queste azioni possono anche essere agevolate da un intervento sindacale unitario ma, per essere davvero efficaci, c’è bisogno che la Regione Molise, così come concordato nero su bianco al Ministero del Lavoro, debba “verificare tutti gli strumenti utili alla salvaguardia occupazionale dei lavoratori della ittierre S.p.a. in liquidazione ed in concordato preventivo, anche tenuto conto del riconoscimento, da parte del M.I.S.E., dello stato dell’area di crisi del territorio di Isernia”. Per questi motivi Sig. Presidente, la invitiamo a mettere in campo tutte le azioni politicamente possibili per traghettare la gestione dell’Ittierre nelle mani di imprenditori che, pur essendo interessati, oggi non possono prenderne in mano la gestione. Lunedì 16 gennaio, quando ci incontreremo di nuovo alla Regione, vorremmo parlare di futuro per l’Ittierre e non parlare di nuovo di ciò che le abbiamo scritto oggi”.
Nevica – Dissidenti ladri!!! di Stefano Testa* Non voglio essere facile profeta ma, analizzando le dichiarazioni pubbliche e non fatte dagli esponenti della residua maggioranza, viene d’istinto fare alcune valutazioni. V’è in atto una inversione di tendenza per la quale se finora tutte le inefficienze dell’amministrazione erano state dagli stessi addebitati all’eredità avuta dall’ amministrazione Melogli, da adesso in poi tutti i problemi irrisolti saranno esclusivamente colpa di chi ha causato la crisi e che, quindi, ha paralizzato il comune. Nevica. Le scuole non sono state tempestivamente chiuse: è colpa dei 10 consiglieri che hanno chiesto all’amministrazione un cambio di marcia; Le strade non sono state ripulite
dal manto di neve: è colpa di coloro che non si allineano con le indicazioni del Sindaco; il commercio è in crisi: è colpa di chi non permette all’amministrazione di porre in essere tutte le strategie più opportune per la risoluzione di questo problema; Isernia è devastata da frane, buche stradali, assenza di manutenzione generale: è colpa di alcuni contestatori che hanno frenato la straordinaria attività amministrativa che l’amministrazione capeggiata da Brasiello aveva programmato. Isernia ha perso l’Università, ebbene anche questo è colpa di chi non ha permesso al Sindaco ed all’amministrazione di fare battaglie epocali per evitare questo autentico dramma cittadino (sic!). Il bilancio comunale anche quest’anno prevederà tasse ai mas-
simi livelli e sarà approvato con notevole ritardo nonostante la promessa di approvazione entro Marzo, è sicuramente colpa di chi ha distratto il sindaco-ragioniere rispetto alla predisposizione del documento programmatico. Per non parlare delle altre emergenze quali lavoro, aree sportive, auditorium, raccolta differenziata ecc. Questo è il leit motiv che accompagnerà l’ostracismo verso coloro che, dopo aver tentato in ogni modo di sensibilizzare il Sindaco sui due anni di inerzia generale, sono stati costretti ad illustrare pubblicamente un documento che analizza tutte le inefficienze dell’amministrazione Brasiello. Il sindaco Brasiello, rispetto a tutto questo magma che bolle nel cratere di un Vulcano che ancora non esplode, che cosa fa? Prima
blandisce i consiglieri che non vogliono sottostare ai suoi voleri; poi minaccia le dimissioni alle quali nessuno crede, poi convoca i segretari dei partiti della variegata maggioranza comunale: cioè mette in pieni solo meccanismi ritorsivi che mirano ad intimorire quie consiglieri che avevano avuto l’ardire di analizzare l’attività amministrativa realizzata in due anni. Non v’è una sola parola, una sola frase che faccia capire la volontà di togliere dalla giunta quegli assessori che, con i loro autoreferenziali provvedimenti che non coinvolgevano il consiglio, hanno determinato la situazione attuale. Se questo atteggiamento del Sindaco è voluto significa che siamo difronte a due ipotesi: la prima che vede il sindaco che, al grido di …muoia Brasiello con tutta la
giunta, diventa lo strenuo difensore di tutti gli assessori assumendosi così la responsabilità di tutti gli accadimenti e di tutte le inefficienze lamentate; oppure la seconda che è tipico dei “tentenna” dove il Sindaco sa che deve cambiare qualcosa ma non è in grado di fare quelle analisi politiche capaci di portarlo alla soluzione. Insomma in ambedue i casi siamo in presenza di atteggiamenti da condannare perché incidono negativamente su tutta la collettività e, comunque, visti i risultati di due anni di amministrazione Brasiello sarebbe opportuno ridare voce al popolo isernino che è stremato da una crisi socio/economico/politica senza precedenti. * CONSIGLIERE COMUNALE ISERNIA
Una proposta per rilanciare il distretto turistico del Volturno Sabato la presentazione con una iniziativa pubblica a Pizzone PIZZONE. Verrà presentata sabato 14 Febbraio, a partire dalle ore 11:00 nella Sala Consiliare del Comune di Pizzone , nel corso di un incontro pubblico con Sindaci e amministratori della Valle del Volturno, l’idea progettuale che nasce sotto lo slogan “Rivivere la nostra storia sviluppando il settore turistico” e che punta al recupero e alla valorizzazione dell’area del Volturno attraversata dalla linea difensiva tedesca, la cosiddetta
“linea Bernhardt”, fortificazione costruita durante la campagna d’Italia della seconda guerra mondiale allo scopo di fermare l’avanzata dell’esercito angloamericano. La proposta è stata ideata del Centro Studi Storici “Fusco” di Campobasso, diretto dai giovani giornalisti Roberto Colella e Davide Vitiello, e ha la finalità di far rivivere in chiava turistica la memoria storica della guerra che sul territorio lungo il Volturno e le
Mainarde, costituisce un tessuto di forme e di opere ancora straordinariamente leggibili, che una volta valorizzate possono divenire un prezioso codice interpretativo delle vicende della nostra storia. Sono diverse le finalità del progetto, tra le quali: conservare e rendere leggibili i connotati riconoscibili della vicenda storica del territorio; ricercare la qualità dell’ambiente storico, naturale e antropizzato, favorendo la sua
corretta fruizione collettiva; individuare le azioni necessarie alla valorizzazione turistica mediante la messa in atto di specifici piani; organizzare le forme di gestione del sistema con l’ausilio di guide turistiche e strutture ricettive; inglobare il recupero della linea Bernhardt in chiave turistica facendola rientrare in una rete nazionale già esistente e collaudata. All’iniziativa in programma sabato a Pizzone, insieme al Sindaco
Letizia Di Iorio, parteciperanno gli ideatori del progetto, il consigliere regionale con delega al turismo Domenico Di Nunzio, il Senatore Roberto Ruta, i sindaci e amministratori di Venafro, Conca Casale, Filignano, Rocchetta al Volturno, Castelnuovo al Volturno, Scapoli, Colli al Volturno. Sarà presente per l’occasione anche una delegazione di amministratori del Comune abruzzese di Scontrone.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Termoli
11 febbraio 2015
Cita in giudizio la testata giornalistica Zac, tribunale di Roma condanna maggiore dei carabinieri Fabio Muscatelli aveva chiesto un risarcimento di 52 mila euro al Direttore Responsabile della testata giornalistica abruzzese ROMA - Si era sentito diffamato e voleva dal direttore responsabile della testata giornalistica Zac, Patrizio Iavarone, un risarcimento di 52 mila euro per un articolo di cronaca giudiziaria che lo vedeva protagonista, in qualità di imputato, in una causa (ancora in corso) per abuso edilizio davanti ai giudici del Tribunale di Sulmona. La richiesta di Fabio Muscatelli, maggiore dei carabinieri di origine sulmonese, è stata non solo rigettata, ma lo stesso ricorrente è stato condannato dal
tribunale civile di Roma a pagare le spese di giudizio e quelle legali: circa 4 mila e 500 euro per i costi della pratica e l’onorario dell’avvocato della difesa Daniele Di Bartolo. Il tribunale, in particolare, ha riconosciuto “pienamente operante la scriminante del legittimo esercizio del diritto di cronaca” e riconosciuto la perfetta rispondenza dei requisiti richiesti da tale diritto: verità della notizia, continenza espressiva e, soprattutto, interesse pubblico della stessa, criterio, que-
st’ultimo, che Muscatelli aveva invocato su tutti gli altri per sostenere il contenuto diffamatorio dell’articolo. ”Contrariamente a quanto assume lo stesso ricorrente – si legge nella sentenza – la vicenda penale di cui il medesimo è stato protagonista in qualità di imputato, lungi dal rivestire la valenza di vicenda personale, assume in quanto tale interesse pubblico avuto riguardo alla peculiare qualifica dell’imputato che, in quanto preposto alla tutela dell’ordine pubblico e conseguen-
temente alla prevenzione e repressione dei reati, è un soggetto nei confronti del quale si nutre da parte della collettività un’aspettativa di particolare trasparenza ed integrità”. Tanto più che, per questa vicenda processuale legata all’imputazione per abuso edilizio di Muscatelli, lo stesso maggiore dei carabinieri aveva denunciato mezza procura della Repubblica di Sulmona e mezzo corpo di polizia municipale, tutti, tra l’altro, prosciolti dal tribunale di Campobasso.
Una vicenda che vede il maggiore dei carabinieri Fabio Muscatelli imputato di abuso edilizio per la realizzazione di una casa ai piedi del monte Morrone in località Le Marane. Secondo l’accusanel realizzare l’abitazione sarebbero state eseguite opere in maniera difforme al progetto originario violando le norme paesaggistiche in un’area sottoposta a vincolo.
All’impianto Fiat di Termoli 3 un nuovo magazzino La dirigenza aziendale ha chiesto al Comune l’autorizzazione per nuovi motori TERMOLI. La dirigenza dello stabilimento Fiat di Termoli ha ottenuto dal Comune di Termoli (dopo averne già acquisito l’autorizzazione da parte del Consorzio di sviluppo industriale ValBiferno) il permesso di costruire per realizzare un nuovo magazzino motori all’interno del fabbricato di Termoli 3,
quello per intenderci che ha ospitato (e continua a farlo) per 31 anni le linee del mitico motore Fire 8 valvole, quello che ha segnato la rivoluzione per le piccole cilindrate. Un segno tangibile dei riattrezzamenti che in fabbrica si stanno programmando per adeguare gli spazi all’esigenza delle future
produzioni, quelle che serviranno a equipaggiare le vetture di nuova concezione e che potranno rilanciare anche l’occupazione e i destini produttivi in Basso Molise.
Termolese in manette per droga Operazione dei Carabinieri in zona Porticone a Termoli sorpreso con cocaina e hashish TERMOLI. Fine settimana di controlli dei Carabinieri sulla costa e nell’entroterra, con numerose persone controllate e una persona tratta in arresto ed una denunciata per reati in materia di stupefacenti ed una persona deferita per rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. A Termoli i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, nella serata di sabato, hanno tratto in arresto un quarantenne del luogo per detenzione ai fini dello spaccio di 30 grammi di cocaina e 40 grammi di hashish.
L’uomo è stato fermato, in zona Porticone, a bordo della propria autovettura e, a seguito di perquisi-
zione personale, è stato trovato in possesso di una bustina in cellophane contenente circa 30 grammi
di cocaina. I Carabinieri però hanno proseguito l’attività perquisendo anche l’abitazione del Termolese e qui hanno rinvenuto un mezzo panetto di hashish del peso di circa 40 grammi oltre ad un coltellino con evidenti tracce dell’utilizzo per il taglio dello stupefacente. Per l’uomo è scattata la denuncia in stato d’arresto e dopo le formalità è stato trasferito presso il carcere di Larino in attesa della convalida con l’accusa di violazione dell’art. 73 del DPR 309/90 per detenzione ai fini dello spaccio di sostanza stupefacente.
Sempre a Termoli i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile nella notata di domenica hanno fermato due giovani termolesi a bordo di una vettura, dalle perquisizioni hanno rinvenuto sul primo, un trentacinquenne, 3 grammi di cocaina mentre il secondo, un trentatreenne, circa 5 grammi di marijuana occultati sulla persona ed ulteriori 5 grammi detenuti presso la propria abitazione. In questo caso i giovani sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica e dovranno rispondere di detenzione ai fini dello spaccio..
“Dopo tre anni gli stessi problemi” La protesta dei residenti di Riovivo dal sindaco Sbrocca TERMOLI. Non si placa la protesta dei residenti di Riovivo che ieri mattina si sono recati in via Sannitica per portare il loro dissenso al cospetto del sindaco cittadino Angelo Sbrocca. Il loro grido è relativo alla quasi storica e annosa questione legata alle abitazioni di via del Germano Reale a Rio Vivo dove, ad ogni levata di vento e ad ogni acquazzone, si ripropone la solita “canzone” che recita le parole “allagamenti” e “danni d’ogni tipo”. Una decina i nuclei familiari residenti nella strada citata che hanno inteso mostrare tutta la propria stanchezza verso un problema che da tempo si ripropone senza trovare alcuna soluzione. “Si protesta perché dopo tre anni noi abbiamo ancora lo stesso problema in quanto nessun sindaco che è stato a Termoli ha fatto qualcosa per noi”, afferma Sara Caruso che ribadisce: “il Comune non ha fatto niente e dopo tre anni ancora abbiamo lo stesso problema e cioè che quando il vento va a più di 60 chilometri orari
a noi arriva l’acqua a casa. Chiediamo che si provi a mettere in sicurezza il tutto. siamo consapevoli che contro la natura forse non esiste una soluzione vera e propria, ma visto che hanno condonato le case e ci hanno permesso di viverci, e considerato che paghiamo l’Imu, le tasse dell’immondizia e tutto quello che c’è da pagare, almeno speriamo si provi in qualche modo a mettere delle barriere di scogli.
Trovare una soluzione è responsabilità delle persone competenti, ne siamo certi; non io, ma almeno un domani se dovremo andare via dalle nostre case che abbiamo pagato, magari potremmo dire che ci abbiamo provato e non è stato fattibile riuscire a risolvere il problema, cosa che attualmente ci è negata e dopo tre anni siamo ancora a piangere per lo stesso problema”. “Dopo che abbiamo già rifatto gli impianti
elettrici, aggiustato i cancelli che si sono rotti e fatto tutto quello che c’era da fare – continua Caruso – dobbiamo rifare nuovamente tutto perché dopo ieri sono tante le cose distrutte: tutto quello che abbiamo fatto è stato perso … e allora veramente vorremmo riuscire a trovare una vera soluzione o almeno a provare a trovare una soluzione”. Ricordiamo che ad ogni mareggiata, o anche al semplice levarsi del vento, gli appartamenti dei residenti della strada citata diventano “piscine” con circa 20 centimetri di acqua; la cronaca, dal canto suo, ha fatto registrare nel 2013 la criticità più grande ma anche ieri i problemi si sono visti ed è per questo che si chiede ascolto e un intervento concreto da parte dell’amministrazione. “Ci aspettiamo – afferma Sara Caruso – che qualcuno ci ascolti e faccia qualcosa. Che finalmente qualcuno si muovi perché un nuovo sindaco magari ci dia ascolto e faccia qualcosa per noi”.
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Termoli
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Parco comunale, un disastro” I cittadini indignati per lo stato di abbandono e di degrado nell’area della città un tempo verde TERMOLI. Giochi vecchi e “tutti rotti”. Una piscina ridotta in uno stato di totale abbandono, ben lontana da come appariva nelle foto di tanti anni fa. Siringhe abbandonate a terra e un laghetto trasformato in ricettacolo dell’immondizia: è questo il parere che i cittadini di Termoli hanno del parco comunale “Girolamo La Penna”. Dopo i servizi e le interviste pubblicate su termolionline.it sullo stato in cui versa quello che dovrebbe essere il polmone verde della città, abbiamo deciso di fare un sondaggio tra i cittadini che tutti i giorni usufruiscono di quegli spazi e quello che ne esce è davvero sconfortante. “Mia figlia mi chiede sempre perché non mettono dei nuovi giochi perché
quelli attuali sono tutti rotti – ha affermato Annalisa Scrascia – personalmente mi da una fitta al cuore vedere come è ridotta la piscina della quale ho dei ricordi meravigliosi. E poi mi piacerebbe che si tenesse più pulito e curato il verde”. Dello stesso avviso è anche Basso Fiorilli. “Non c’è solo una cosa. Quelle che adesso mi tornano alla mente sono la cura dello spazio
verde, le strutture per lo svago di grandi e piccini e il controllo dei tossicodipendenti. Spesso – ha affermato ancora Fiorilli – troviamo delle siringhe abbandonate. Per non parlare dello stato in cui versa il laghetto con quelle povere bestie abbandonate a loro stesse. E’ solo il buon cuore di qualche cittadino a dare loro da mangiare”. “E’ inutile che le stia qui a elencare
tutte ma quando mi capita di andarci – ha affermato Annamaria Pistilli – si vede ad occhio nudo che al momento manca proprio tutto, e quel poco che ancora c’è o è rotto o non utilizzabile e praticabile. Per non parlare dello spazio verde di cui ormai c’è solo il ricordo dopo i tanti alberi che sono caduti da soli perché secchi e sono anche un pericolo per la sicurezza dei cittadini”. Un coro unanime di cose che non vanno viene anche da Angela Costantiello. “Ci sono stata l’altra mattina dopo diverso tempo che mancavo e mi ha fatto davvero male vedere come sia caduto ancora di più nel degrado. Ha bisogno di tantissima manutenzione”. “Per descrivere quello che serve dovremmo stare qui 3 ore perché oc-
corre tutto – ha affermato Ira Alberico – i giochi sono davvero diventati vecchi, rotti e pericolosi, per il laghetto non ho parole. Do sempre da mangiare alle povere oche che ancora resistono lì perché altri non se ne occupano ma soprattutto il controllo dell’area che non c’è. E questi sono i risultati”. E chiude Bruno D’Onofrio che afferma: “Tutto è terra di nessuno! Io rimetterei anche il guardiano oltre ad una bella sistemazione; la pista di pattinaggio è fatiscente perché c’era una pista di pattinaggio e oggi è interrata. Giochi rotti e spazzatura …. per non parlare del laghetto … potrei continuare ancora e poi vogliamo parlare che sotto il ponte è diventato rifugio dei senzatetto”.
Gtm, slittano gli stipendi I tagli della Regione e i ritardi nell’accreditamento dei fondi all’azienda alla base del problema TERMOLI. I sindacati del trasporto pubblico ancora in attività per la vertenza Gtm. Il delegato della Filt-Cgil Cristino Lepore ha inviato una richiesta al sindaco Angelo Sbrocca e all’assessore competente Enzo Ferrazzano, nonché ai vertici regionali, al presidente Frattura e all’assessore Nagni, per chiedere un incontro tra
le parti, per la definizione delle problematiche che ancora non sono risolte. La nota è stata inviata anche all’Azienda. “Vista la comunicazione della Gtm di Termoli ai propri dipendenti, con cui viene reso noto il differimento del pagamento degli stipendi di gennaio con riscossione in febbraio e in considerazione del pro-
trarsi di una vicenda che sarebbe utile chiarire e che attiene a responsabilità amministrative che non riusciamo a individuare – scrive Lepore – da alcuni mesi il personale dipendente vive una situazione di incertezza che obiettivamente crea un disagio ingente”. Per questo è stato chiesto l’incontro congiunto, anche per conte-
nere vicende che potrebbero sfociare in eclatanti azioni, delle quali si inizia a percepire possibilità nell’ambito dei lavoratori. “I dipendenti sentono la loro estraneità in ordine alla mancata regolarità del pagamento delle spettanze”
“Il Termoli ha bisogno dei suoi tifosi” Il presidente Calarco terrà oggi una conferenza stampa per chiarire l’attuale momento TERMOLI. Il presidente del Termoli calcio Francesco Maria Calarco interviene a margine della sconfitta interna con la Maceratese. “Sento il dovere di fare un primo comunicato a cui seguirà una conferenza stampa estremamente esaustiva che sarà convocata al mio arrivo. Continuo a leggere insulti e falsità sul mio operato. Chiariamo alcuni primi aspetti. Senza il mio intervento il Termoli Calcio era fallito, can-
cellato, sparito. Non mi sembra che alcun termolese o altro imprenditore abbia tentato di acquisire il Termoli Calcio. Mi si accusa di fare e pensare ai miei interessi. Quali ? Si scrive che io non ho tirato fuori un euro, che non ho pagato i calciatori e la struttura che li ospita. Falso. I calciatori hanno avuto l’anticipo al momento della firma. Il primo mese al Martur è stato pagato con un anticipo per il corrente mese In Banca ho versato una cifra importante per coprire diverse
spese che spiegherò in conferenza stampa. I tifosi come loro diritto hanno disertato la partita odierna pensando così di non alimentare l’incasso. Neanche commento poichè gli incassi sono sempre stati modesti. Ho intorno persone che si professano amanti del Termoli Calcio ma poi assumono atteggiamenti poco chiari. Io ho preso un impegno, ho un programma ed ho le idee chiare. Purtroppo non posso certo negare che ci siano
e ci sono problemi nell’organigramma. Ora mi trovo a Bucarest per sostenere gli esami del Dottorato di Ricerca Scientifica Europe. La prossima settimana sarà fatta chiarezza. Sono una persona stimata in tutta Europa e non permetto che si infanghi la mia dignità. Prima di scrivere è bene informarsi. Ci vediamo presto. Termoli ha bisogno dei suoi tifosi. Il Vostro Presidente”.
Open day al Boccardi e al Tiberio Due istituti scolastici in crescita che fanno il bene del sistema scolastico termolese TERMOLI. Dopo la maratona degli open day scolastici di due sabati fa, con cinque istituti in contemporanea, abbiamo vissuto un altro Open day, quello dell’Istituto Tecnico Commerciale “G. Boccardi” e dell’Istituto Tecnico Nautico “U. Tiberio”. Abbiamo iniziato con il Boccardi e ogni anno che arriviamo a conoscere i P.O.F. di questo istituto ci accorgiamo che vanno sempre a migliorare le sue offerte formative, con la dirigente Ida Iuliani che ne ha ben donde di esserne fiera. Il Boccardi si conferma una scuola a passo con i tempi ed è fornita di registri elettronici multimediali, numerosi laboratori, tra i quali quello di fisica, chimica e il linguistico, tutto supportato dai metodi tradizionali. La scuola ha quattro indirizzi attivi, quello turistico, per programmatori di sistemi informativi aziendali, il tradizionale corso Igea, il corso RIM (Relazioni Internazionali per Marketing, novità assoluta, dove si approfondiscono ben quattro lingue: francese, inglese, spagnolo e tedesco). Il Boccardi è una scuola che guarda molto verso l’Europa e in questo contesto punta in alto, avendo conseguito attestati e riconoscimenti di alto valore come il prestigioso LABEL “l’Europa cambia la scuola”; insomma, l’istituto Boccardi è una scuola che permette di realizzare i propri sogni.
Spostatici di qualche metro, entriamo all’Istituto tecnico Nautico “U. Tiberio” e anche qui,
seppur un po’sacrificata come sede da quella originale di via Trieste, ci sono tante prospettive di opportunità future e lavoro. La scuola poi fornisce materiale e strumenti altamente professionali per intraprendere strade lavorative future che hanno a che fare con il mare, risorsa principale della
nostra città. Il piano degli studi che ha la durata di cinque anni, è suddiviso in due bienni e in un quinto anno al termine del quale gli studenti sostengono l’esame di stato per conseguire il diploma di Istruzione tecnica; perito per il trasporto marittimo (opzione conduzione del mezzo navale) e perito per gli apparati ed impianti marittimi. I diplomati possono accedere a qualsiasi facoltà universitaria, alle accademie militari (Accademia aeronautica e a quella di Guardia di Finanza), all’Accademia della marina mercantile e possono anche far parte della Guardia Costiera, ma i diplomi consentono altresì di intraprendere altri sbocchi professionali che possono assicurare un futuro di vita lavorativa molto soddisfacente non solo sul lato pratico ma anche quello mentale. Il Nautico è dotato delle seguenti strutture: sala proiezioni, biblioteca, palestra, laboratori di chimica, fisica e d’informatica, laboratorio di disegno computerizzato (cad), laboratorio di elettrotecnica, elettronica e automazione industriale; laboratorio di macchine utensili, di navigazione, planetario Galileo, una unità navale; tre barche a vela e due lance a remi.
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Opinioni Non fanno rumore, non si lamentano in maniera evidente ma hanno bisogno di cure. Sono coloro che vivono in stato vegetativo. Pazienti che come tutti, spesso più degli altri, hanno bisogno di un’assistenza diretta e specialistica; un’assistenza che si estende ai familiari che dovranno, una volta fuori dall’ospedale, continuare a ‘curare’ il proprio caro. E’ pensando a loro che l’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed ha condiviso il messaggio e l’obiettivo della Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi del 9 febbraio 2015, continuando nella sua opera di sensibilizzazione, informazione e formazione delle famiglie dei pazienti in stato vegetativo e dell’opinione pubblica. Istituita cinque anni fa dal Ministero della Salute, la Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi ha lo scopo di porre all’attenzione dell’opinione pubblica la necessità di garantire sostegno alle famiglie e ai Centri che si fanno carico di questa difficile condizione clinica, senza rinunciare alla speranza di una ripresa nell’ottica di un’assistenza garantita e completa. Per questo motivo l’I.R.C.C.S. Neuromed ha inaugurato l’anno scorso, in collaborazione con l’Associazione Amici di Eleonora
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Al Neuromed la giornata degli stati Vegetativi Onlus, il Punto Coma che assiste a 360 gradi le famiglie dei pazienti in stato vegetativo. Un aiuto concreto ed indispensabile a coloro che spesso sono soli nella ge-
stione della problematica a causa della carenza di servizi dedicati. “Ci sono poche strutture in Italia che curano questi pazienti ed assistono le loro famiglie in maniera
eccelsa come fa il Neuromed - spiega Claudio Lunghini dell’Associazione Amici di Eleonora - e purtroppo diversi territori del nostro Paese non garantiscono un
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servizio adeguato. L’Istituto Neuromed con le sue attività copre tutto il Centro Sud Italia, e questo dovrebbe già farci pensare al sacrificio che fa una famiglia del Sud nello spostarsi per curare il proprio caro”. “Poi c’è il dato sull’assistenza domiciliare. – continua Lunghini - Questi malati sono particolarmente gravi e sensibili, bisognosi di un’assistenza domiciliare costante che ancora non viene garantita in tutto il Paese. È chiaro dunque che c’è da fare un grande lavoro di sensibilizzazione non solo dell’opinione pubblica, ma anche delle Istituzioni affinché vengano realizzate il maggior numero di strutture dedicate”. La formazione del familiare è un aspetto cardine dell’assistenza e della gestione del malato, soprattutto quando torna a casa. Una conoscenza delle pratiche sanitarie di base e di emergenza che deve partire dall’ospedale tramite il continuo rapporto tra medico, paziente e familiare/caregiver. Neuromed inizia il percorso educativo dei familiari proprio in reparto, quando il malato è ancora in ospedale. “Riuscire ad accudire il proprio familiare e a svolgere alcune attività mediche, – continua Lunghini – come ad esempio manovrare un ventilatore, è di vitale importanza. E’ soprattutto a
casa che possono presentarsi momenti di emergenza da gestire nell’immediato, e se il caregiver ha fatto percorsi adeguati è ovvio che riesce a far fronte all’emergenza ancor prima che arrivino i sanitari. L’Associazione Amici di Eleonora Onlus è nata proprio perché alcuni familiari, io e mia moglie compresi, incontravano non poche difficoltà, trovandosi completamente isolati e abbandonati. In dieci anni di attività possiamo dire di essere in grado di aiutare le famiglie nell’individuare strutture adeguate alle loro esigenze. Oggi, con il punto coma inaugurato l’anno scorso al Neuromed, diamo tutti i tipi di supporto, che vanno dal disbrigo di una pratica di assistenza alle richieste di attrezzature. E’ una trafila burocratica infinita che gestiamo noi al posto della famiglia, partendo dall’ospedale. Il nostro impegno per il futuro va tutto verso la garanzia di un’assistenza domiciliare adeguata, che sia la più completa possibile”. E’ un impegno che parte dal ricordo della piccola Eleonora e che intende aiutare chi vive in funzione di un ‘risveglio’. Risveglio che deve intendersi soprattutto morale affinché l’assistenza sanitaria sia finalizzata ai reali bisogni dei cittadini.
I molisani e il benessere passato di Claudio De Luca Dopo alcuni dati Istat i Molisani si chiedono se possano fronteggiare le esigenze della vita in tutta tranquillità dopo che si era radicata un’immagine di benessere originata da chi affolla le spiagge, frequenta gli alberghi e pratica le discoteche. Poiché la situazione non appariva tragica, se non per i giovani senza lavoro, costretti ad emigrare, c’era l’ottimista ed il pessimista; ma la realtà è che tutti tirano a campare, riuscendo a vivere decentemente. I corregionali hanno sempre tribolato, però l’economia “domestica” ha sempre tenuto.Secondo l’Istat, un Italiano su 4 rischierebbe di finire in povertà. L’Istituto lo ha ribadito in una analisi da cui emerge una conclusione: la Penisola sarebbe scivolata, sia pure lentamente, nelle secche del “disagio”, ma ora comparirebbe all’orizzonte un barlume. Per tale nuovo ottimismo di fondo gli esperti rilevano che, ove ci si fosse soffermati contestualizzando, storicizzando e comparando i vecchi dati, già i vecchi numeri avrebbero dovuto disporre ad una diversa connotazione. Perciò va “considerato” il pensiero di chi si mantiene ottimista, seppure una gran parte di Molisani (quelli i cui redditi sono ben noti per derivare quasi totalmente dai trasferimenti pensionistici), è di-
ventata più “povera”. Il qualificativo, rapportato ai giovani senza reddito o alla generazione 1.000 euro, diventa relativo.Però le sinecure risultano più elevate rispetto alla media italiana ed europea. Insomma la discesa verso un più accentuato disagio economico sarebbe solo presunta. Tendenza analoga si riscontra per un altro indicatore: quello della popolazione, in famiglie a rischio di povertà o di esclusione. Il dato italiano è di poco superiore a quello medio;
e, analizzando, i singoli numeri risulterebbero meno sensazionali quando posti a confronto con quelli delle Nazioni consorelle. Secondo l’Istat, un elevato valore, associato ad uno ridotto riferibile ad una grave deprivazione, indicherebbe una marcata disuguaglianza nella distribuzione del reddito, ma “standard” di vita comunque accettabili, anche per i meno agiati. È questo il caso dell’Estonia, della Spagna e del Regno unito, ma soprattutto quello dell’Italia e del Molise dove le persone gra-
vemente deprivate sono circa il 10%, valore superiore alla media dei Paesi dell’area-euro (6%), ma comunque cònsono a quello calcolato sull’Unione (8%). Infine, l’indicatore di esclusione dal mercato del lavoro mostra che in Italia quasi il 10% degli infrasessantenni vive in una famiglia ad intensità lavorativa molto bassa. Questo dato è prossimo a quello delle medie europee, e valori simili si osservano in Danimarca, a Malta, in Francia e nei Paesi Bassi. Per il Molise la situazione si fa di-
versa sotto altri aspetti: 81,6 comunità su 100 potrebbero sparire e la maggior parte degli agglomerati in predicato di estinzione trova ubicazione nelle aree interne. La stessa Larino, nel giro di qualche decennio è scesa da poco meno di 8.500 ab. a 6.900. La “miopia” dei politicanti ha sempre privilegiato Campobasso, Isernia e Termoli, lasciando nel più nero disagio tutte le altre Comunità. Perciò, l’immagine che ne è fuoriuscita è stata quella di un Molise sostanzialmente autarchico, dove si campa anche con i prodotti dell’”orto di guerra” di casa propria; di un luogo dove si vive di una economia pressoché curtense, in territori tagliati fuori da ogni concetto di globalizzazione. Un’area cosiffatta non può che permanere lontana dai flussi degli investimenti legali; cosicché tutti i soldi ricevuti dallo Stato, mese dietro mese, sotto forma di vitalizi, finirebbero nel pozzo bancario oppure disperdendosi nei mille rivoli della solita gestione amministrativa pubblica corrente, ponendo in essere interventi ben lontani dal permettere il raggiungimento di risultati produttivi. (Claudio de Luca)