La regione molise sta ammazzando il futuro dei suoi giovani

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 179- domenica 2 agosTo 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Rosario De Matteis

SERVIZIO A PAGINA 3

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Rosario De Matteis. Dopo tanto, finalmente, il presidente della Provincia di Campobasso riesce a dire qualcosa. Lo ha fatto sulla questione autostrada dopo la volontà del governo regionale di abbandonare questo progetto per smistare i fondi stanziati ed eventualmente ancora in bilancio per altre opere. Il presidente ha sottolineato la gravità della decisione adottata che condanna il Molise all'isolamento.

Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L'assessore al Lavoro avrà, forse, letto con superficialità i dati dello Svimez che vedono proprio il Molise con gli indici peggiori. Non si sta accorgendo di quanto sta accadendo d'intorno per l'assenza di una qualsiasi strategia programmatica capace di dare una prospettiva a questa terra. Le mezzi misure, le pezze a colori non servono più. Occorre che la politica torni ad avere strategie per segnare nuovi destini.

La Regione Molise sta ammazzando il futuro dei suoi giovani Solo palliativi e fumose promesse


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 2 agosto 2015

Non bastano 10 anni per l’Ersam e 5 per le Comunità montane

Anche per la liquidazione degli Istituti autonomi delle case popolari occorre la proroga

Sono processi lenti e complicati ma anche remunerativi per il liquidatore che, magari, ha tutto l’interesse acché la “missione” cui è stato chiamato vada avanti “ad libitum” Da mettere in liquidazione, immaginiamo con sommo gaudio dei molisani, sarebbe la Regione Molise. Invece è la Regione Molise che ha messo in liquidazione l’Ersam, le Comunità montane e gli Istituti autonomi per le case popolarti (Iacp). Restiamo a queste tre sigle. La liquidazione dell’Ersam ha raggiunto e crediamo superato il decennio; le Comunità montane stanno per raggiungere il quinquennio; gli Iacp s’avviano a raggiungere l’anno. Le liquidazioni evidentemente sono processi lenti e complicati ma anche remunerativi per il liquidatore che, magari, ha tutto l’interesse acché la “missione” cui è stato chiamato vada avanti “ad libitum”. Forse è una malignità. Forse, è davvero necessario una così larga fascia di tempo per risolvere le complicazioni amministrative, oltre che economiche e finanziarie, degli enti da liquidare. E ce ne devono essere di problemi da risolvere per l’Ersam se Antonio Ventresca non li ha risolti in circa 9 anni e Antonio Iacobucci tarda a risolverli, da quando è subentrato a Ventresca. Non stanno facendo meglio i liquidatori Marinelli e D’Alete

a mettere la parola fine ai titoli di coda delle Comunità Montane che, a differenza dell’Ersam, tengono ancora a libro paga decine di dipendenti. La Regione avrebbe dovuto assorbirli ma lo sta facendo col contagocce. Frattanto volano milioni di euro per soggetti che non hanno compiti istituzionali da svolgere, costretti a inventarsi il modo e la maniera di passare le giornate. Qualche difficoltà deve averla incontrata

Forse perché punti sul vivo, visto che il progetto dell’autostrada del Molise aveva un non so che di simbolico su tutta la loro stagione di governo; forse perché ogni tanto bisogna battere un colpo; ma sull’annuncio dell’abbandono definitivo, da parte della giunta Frattura e dell’Anas, dell’idea di realizzare la Termoli - San Vittore il centrodestra molisano mostra una certa reattività, seppur al momento solo verbale. “Romperemo l’isolamento storico del Molise”, “Ci impegneremo a migliorare il servizio ferroviario”, “Velocizzeremo l’accesso al sistema Alta velocità”. Queste le cartucce da campagna elettorale sparate da Paolo Frattura e fin troppo facile sarebbe fare il paio con la realtà dei fatti che ne è seguita. Mettendo queste dichiarazioni insieme all’annuncio della metropolitana leggera (progetto francamente quanto meno fumoso) e al funerale dell’autostrada (infrastruttura questa si decisamente necessaria o, almeno, il raddoppio delle corsie da Campobasso verso San Vittore) pare sia venuto il momento per i consiglieri Iorio, Sabusco e Fusco Perrella di mettere qualche puntino sulle “i”: “In

anche l’ingegnere Nicola Lembo nel liquidare gli Iacp se, anche per lui, per l’opera affidatagli, la Regione Molise ha dovuto ricorrere alla proroga. Per decenza, come del resto è stato fatto con il direttore generale Di Mirco, in questi casi le proroghe sono di pochi mesi alla volta. Così facendo però, il direttore generale ha superato abbondantemente l’anno in regime di “prorogatio”, e,come abbiano accennato, s’avvia a raggiun-

gerlo anche Lembo, al quale, infatti, la giunta regionale ha allungato fino al 31 dicembre prossimo l’incarico di liquidatore degli Iacp di Campobasso e Isernia. E’ appena il caso di ricordare che il consiglio regionale del Molise il 2 dicembre 2014 ha varato la legge 21 relativa all’istituzione dell’Ente regionale per l’Edilizia sociale e che la giunta il 13 gennaio 2015 ha deliberato di mettere in liquidazione gli ormai inutili

e obsoleti Iacp, ricorrendo all’opera di un liquidatore, successivamente individuato nel profilo professionale dell’ingegnere Nicola Lembo. Che, per quanto risulta agli atti, s’è messo subito all’opera per stare nei tempi che gli erano stati assegnati con scarsa analisi della situazione e della complessità che gli Iacp si portano dietro. Sta di fatto che il 5 maggio, l’8 giugno e il 7 luglio 2015 il liquidatore Lembo con tre specifiche relazioni sull’andamento dell’incarico avuto, ha rappresentato alla Regione anche la necessità che l’incarico fosse prorogato. La richiesta è stata dapprima valutata dal direttore del Servizio edilizia pubblica e residenziale, Giuseppe Giarrusso, quindi dalla giunta. Entrambi gli organismi si sono detti favorevoli , tant’è che l’esecutivo regionale il 27 luglio scorso ha deliberato “di rinnovare fino al 31 dicembre 2015 l’incarico di Commissario liquidatore degli Istituti autonomi delle Case popolari di Campobasso e Isernia affidato all’ingegnere Nicola Lembo”. Appuntamento alla prossima proroga. Dardo

“Infrastrutture da terzo mondo” Iorio, Sabusco e Fusco Perrella: “La metropolitana leggera non è la soluzione”

questo contesto già fortemente critico l’addio definitivo al progetto dell’Autostrada del Molise, certificato dal Governo Frattura e dall’Anas, in

maniera quantomeno incauta, segna un ulteriore duro colpo per la ripresa economica e produttiva di un territorio che oramai da mesi si trova in uno stato di difficoltà dal quale non sembra più riuscire a riemergere. Un’opera fortemente voluta dall’allora Governo di centrodestra per permettere al Molise di uscire dallo stato di isolamento, un finanziamento da 171 milioni che il Presidente Frattura ha deciso di riprogrammare per la realizzazione di opere non strategiche, tra tutte la nuova sede della Regione e la metropolitana leggera. Oppure si pensa che la risposta a tutti i problemi della viabilità molisana e ai reali bisogni di mobilità urbana ed extraurbana dei cittadini sia la metropolitana leggera? Soprattutto come si concilia l’idea di rilancio economico della nostra regione, di rottura dell’isolamento, con questa opera, della quale non si comprende la reale uti-

lità?” E non meglio vanno le cose se il discorso si muove su rotaie: “E’ possibile che a oggi il Molise sia tra le poche regioni ancora prive del sistema dell’Alta velocità? È possibile che la tratta per Napoli abbia una frequenza molto ridotta, quando invece potrebbe essere un’importante via di collegamento? È possibile che la tratta Campobasso – Roma sia soggetta a continui disservizi, a fermate prolungate, a scarse condizioni igienico-sanitarie, a un livello di decoro e pulizia inadeguati, a condizioni di trasporto da terzo mondo? In proposito l’Assessore Nagni ha detto di aver sollecitato Trenitalia a rispettare gli standard previsti dal contratto di servizio. Ci chiediamo se in questo caso, più che un sollecito, il Governo regionale avesse potuto fare un’azione più incisiva per portare presso i vertici di Trenitalia.”


TAaglio lto

3 2 agosto 2015

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La segreteria del Pd del Medio Molise e i Cristiano sociali tra i più solerti a magnificare

Piano Garanzia Giovani: sono spuntatati come funghi i cantori

I cittadini non asserviti alla greppia del centrosinistra sanno perfettamente i dati resi dalla Banca d’Italia, e dallo Svimez, dell’aumento della disoccupazione, dell’aumento della povertà, delle famiglie sfrattate Spuntano come funghi o, se si preferisce un’altra immagine, come bucaneve al primo sole di primavera, i cantori politici e sociali del Piano Garanzia Giovani che, come sanno anche le pietre, sta viaggiando con non meno di un anno di ritardo e sommando anche qualche denuncia di scarsa trasparenza. Il primo squillo di tromba l’ha emesso Pietro Maio, della segreteria provinciale del Pd del Medio Molise. Uno squillo forte, che se si fosse fermato ad annunciare gli ultimi provvedimenti deliberati per le attività formative e per il servizio civile, non avrebbe dato fastidio più di tanto alle orecchie per l’enfasi che l’ha accompagnato, essendo conosciuta la sua origine di comunista che non riesce a sfumarsi nella componente ex democristiana che vive nel Pd. Invece, come al solito, niente e nessuno lo può privare della soddisfazione di attaccare chiunque si conceda il lusso di criticare Frattura, figurarsi la reazione se la critica va a lambire l’altro comunista che non scolora, l’assessore alle Politiche sociali Michele Petraroia, che del Piano Garanzia Giovani s’è accollato l’onere e qualche scarso onore. Copiando pappagallescamente Matteo Renzi, Maio ha fatto ricorso anch’egli alla metafora dei gufi, a coloro, ovvero, che a parere del presidente del Consiglio dei ministri e del segretario del Pd del Medio Molise, godrebbero vedendo andar male l’Italia e il Molise. Una sciocchezza che la stampa non asservita ha giudicato una pesante caduta di stile del presidente e, di

di Davide Vitiello* Piano Garanzia Giovani: da opportunità a vero e proprio flop Il Piano Europeo Garanzia Giovani mostra sempre più criticità e pochi, pochissimi lati positivi per coloro ai quali la misura dovrebbe essere rivolta: i giovani NEET tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. In Molise, va ricordato, sono oltre 16 mila a trovarsi in questa condizione di marginalità, se non di vera e propria esclusione sociale. In riferimento alla misura riguardante i tirocini extracurriculari (sono 780 quelli finanziati dalla Regione Molise con 2.496 mila euro) i problemi che molti ragazzi molisani stanno riscontrando sono prevalentemente: i troppi passaggi burocratici e

riflesso, di chiunque, quella caduta di stile l’ha fatta propria. A proposito di gufi, Maio s’è chiesto “A chi dà fastidio che oltre 2 mila giovani molisani hanno avuto ed avranno un’opportunità formativa, di tirocinio o di servizio civile? Perché tanto astio contro il Piano Garanzia Giovani che con i fondi ministeriali ha assicurato a 277 ragazzi dodici mesi di servizio civile, ad altri 800 sei mesi di tirocinio a cui si andranno a sommare altri 550 tirocini di carattere generale ed ulteriori 250 tirocini solo per laureati? Se si considerano gli avvisi per l’autoimprenditorialità, i bonus occupazionali e i progetti formativi, ci saranno altri 400 giovani che potranno beneficiare in Molise delle ricadute straordinarie del Piano Garanzia Giovani, con un risultato che colloca la nostra regione tra le dieci più virtuose d’Ita-

lia come è facile da verificare in tutte le statistiche ministeriali nazionali”. La risposta se l’è data, accusando i gufi “che remano contro e si impegnano allo spasimo per parlare male del Molise e dei Molisani”. La faziosità e la cecità sono difetti insanabili. La risposta che invece si sono dati gli spiriti liberi, gli osservatori equidistanti dalle simpatie per questo o per quel personaggio della politica nostrana, è che anche in questo pacchetto di provvedimenti transitori e temporanei c’è solo una panacea clientelare, un supporto fragile e inconsistente al dramma della disoccupazione e alla carenza di offerte di lavoro. Il Servizio civile, i sei mesi di tirocinio sono provvedimenti tampone, che procurano oltretutto facili illusioni e drammatiche disillusioni nei giovani che assaporano l’approccio con il lavoro, che vanno a

formarsi credendo di trovare immediata occupazione e invece si renderanno conto che la realtà che li circonda è arida, insensibile e cinica. Sul tema di Maio, sono spuntati anche i Cristiano Sociali, altra spalla di supporto a Pietraroia, che in quanto a prosa enfatica e, purtroppo illusoria, non gli sono stati da meno. Ecco alcuni stralci del comunicato dato alla stampa da Piera Liberanome. Riguardano il Molise che i Cristiano sociali vedono coi loro occhi incantati, con le loro certezze accreditate, con la sicumera di essere per destinazione dalla parte della ragione: “Un Molise che non dimentica di valorizzare i propri giovani offrendo risposte importanti a oltre 2000 ragazzi fino a 29 anni attraverso un Piano Garanzia Giovani che si colloca tra i più virtuosi d’Italia inserendosi tra le buone pratiche

nazionali portate ad esempio dal Ministero del Lavoro. Migliaia di cittadini molisani tra anziani fragili, diversamente abili e giovani tra i 16 ed i 29 anni, trovano risposte concrete, utili, operative e solidali da parte delle Istituzioni locali e della Regione Molise. Risposte che superano ogni maldicenza dei soliti uccelli del malaugurio (versione cristiano sociale dei gufi) troppo tetri e spettrali per sorridere alla vita o troppo dispiaciuti che non c’è più la mangiatoia bassa dei tempi che furono e che utilizzano l’olio di ricino dei tempi moderni come bastone mediatico. I cittadini conoscono i fatti e sanno che la fase economia è tristissima ma non per questo non apprezzano i risultati di un’operosa e solidale attività sociale, istituzionale e amministrativa”. I cittadini non asserviti alla greppia del centrosinistra sanno perfettamente i dati resi dalla Banca d’Italia, e dallo Svimez, dell’aumento della disoccupazione, dell’aumento della povertà, delle famiglie sfrattate. Sanno che non c’è un programma regionale di sviluppo approvato e/o avviato. Sanno soprattutto dell’indecente perseveranza degli amministratori regionali a non mollare il malloppo di diecimila euro e passa al mese. Infatti non hanno avuta alcuna incertezza a bocciare la proposta di legge d’iniziativa popolare che mirava al dimezzamento dell’indennità, come del resto Frattura aveva promesso in campagna elettorale. Col complice silenzio di Maio e dei Cristiano sociali. Dardo

Piano Garanzia Giovani, da opportunità a flop l’estrema farraginosità delle procedure, incentrate su un estenuante rapporto tra tirocinante, soggetto ospitante e soggetto promotore; l’enorme mole di moduli cartacei da riempire e consegnare tra un ufficio e l’altro; la non adeguata organizzazione e la mancanza di dialogo tra le strutture pubbliche interessate, che si traduce spesso nella ritardata o mancata corresponsione delle indennità previste ai tirocinanti. Quando parliamo di indennità, parliamo di appena 450 euro lordi al mese per un totale di sei mesi. Inoltre, molti ragazzi che si sono registrati al portale www.garan-

ziagiovani.gov.it, unico elemento richiesto per poter accedere alle misure finanziate, lamentano di aver atteso anche 7 mesi prima di essere chiamati dai CPI per l’accoglimento, la presa in carico e la successiva profilazione. Tutto ciò quando il tempo massimo previsto per l’attivazione e’ stato fissato in 4 mesi. La eccessiva burocrazia ha un’unica spietgazione: buona parte dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea non finisce nelle tasche vuote dei giovani nei confronti dei quali il piano in teoria è rivolto, ma a soddisfare questo perverso meccani-

smo che va dalla presa in carico, alla stipula del patto di servizio, fino alla profilazione del ragazzo. In questo percorso entrano in gioco enti, agenzie interinali, aziende private che dovrebbero facilitare l’accesso all’occupabilità del giovane ma, al contrario, sono essi stessi a beneficiare di una quantità nient’affatto trascurabile di risorse. I soli a restare a bocca asciutta sono proprio i cosiddetti NEET, quelli che dovrebbero avere i maggiori benefici in termini di occupabilità e remunerazione ma che, dopo aver attraversato i gironi infernali della burocrazia, devono accontentarsi

delle briciole per poi, dopo sei mesi di esperienza (formativa?), far ritorno nuovamente a casa. *Responsabile Regionale “Rifare l’Italia – Giovani Turchi PD”


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4 2 agosto 2015

L’Istat e lo Svimez hanno certificato le gravi problematiche delle zone

Aree interne, una povertà sistemica

di Umberto Berardo Secondo l’Istat negli ultimi due anni non ci sarebbe stato un aumento dell’indice d’indigenza degli italiani e tale dato è stato valutato con una certa positività da alcuni politici di area governativa che evidentemente dimenticano che in sette anni di recessione economica l’Italia non ha messo in atto alcuno strumento serio di superamento della povertà assoluta che in tal modo sembra purtroppo essere considerata dalla classe dirigente un fatto sistemico. In realtà i dati dell’Istat, se analizzati con una certa attenzione, sono drammatici. Le persone che vivono in povertà assoluta, cioè prive di uno standard minimo accettabile di vita, sono 4 milioni ed interessano il 16% delle famiglie italiane ed il 23% di quelle composte di soli stranieri. Ci sono ancora otto milioni di italiani, pari al 12,9%, che vivono in condizioni di povertà relativa. Se si analizzano i dati in relazione al territorio della Penisola, la povertà assoluta va dal 4,2% del nord al 4,8 del centro fino all’8,6% del sud. La povertà relativa poi si sposta dal 3,9% dell’Emilia Romagna fino al 28% della Sicilia e della Basilicata, mentre per il nostro Molise dal 2007 si è passati dal 13,6% al 24,4% anche per effetto di tante chiusure di

aziende e di un’assoluta mancanza di programmazione culturale, economica e sociale della regione. È dunque il Mezzogiorno, come sempre, che vive la situazione più tragica. Se la povertà ha smesso di crescere, è altrettanto vero che la situazione di vita di tantissime famiglie, soprattutto in questi anni di pesante crisi economica, continua ad essere davvero drammatica. Rispetto ad essa l’inerzia dello Stato sembra totale, perché, se si esclude l’idea del progetto di legge del Movimento5Stelle sul reddito di cittadi-

nanza, le sole iniziative sono quelle assistenzialistiche legate ai concetti di carità e beneficenza che possono essere tollerate sul piano momentaneo della lotta alla miseria, ma che non rappresentano certo lo strumento necessario per un contrasto alla povertà capace di eliminarla da una società che invece ne fa uno strumento sistemico per creare strutture economiche molto lontane dal principio di fratellanza ed eguaglianza e sempre più protese all’arricchimento di pochi a danno dei più. Costruire uno strumento nazio-

nale o europeo di contrasto serio alla povertà in un sistema neoliberista che prevede lo sfruttamento sempre più massiccio della manodopera ai fini di un profitto spropositato ed immorale è pressoché inutile, perché si tratterà sempre di un surrogato alla vera soluzione del problema che è quella di una piena occupazione, come scriviamo da anni. Sì, perché è la garanzia del diritto ad un lavoro equamente retribuito che può dare dignità ad esseri umani che oggi sono ancora costretti ad elemosinare sussidi o a ricorrere al mondo del volontariato. Certo, rispetto alle difficoltà anche di natura alimentare di tante famiglie, la solidarietà di tanti enti ed associazioni sta avendo un ruolo utile, ma lo Stato o le grandi organizzazioni internazionali non possono demandare al volontariato un ruolo di sostegno ai poveri che, pur necessario, dovrebbe essere transitorio, mentre questa società sembra non aver mai preso in seria considerazione l’idea dell’eliminazione della stessa povertà, perché nella logica del sistema finanziario e capitalistico essa è funzionale al modo di produzione, come dimostrano i processi di globalizzazione e delocalizzazione.D’altronde possiamo forse nasconderci che gli stessi fenomeni migratori che attraversano i continenti sono figli della

miseria e sfruttati dagli imprenditori per avere manodopera a basso costo? Rispetto alle necessità dell’inclusione anche il piano di “Garanzia giovani” si è dimostrato un ennesimo programma di assistenzialismo nelle mani delle forze politiche. Rispetto ad una classe dirigente nazionale ed europea che è ormai al servizio del mondo finanziario fa da contraltare un’assoluta incapacità di strutturazione e di operatività di quella che un tempo è stata la “Sinistra” e che per tanti è diventata anch’essa oggi una gabbia di potere, sia pure minimo o fittizio. Della lotta alle tentazioni dell’egoismo e dell’inclusione sociale dei poveri per il bene comune si occupa forse in perfetta solitudine un uomo come papa Francesco che ha posto tali temi in due documenti molto profondi quali sono la “Evangelii gaudium” e “Laudato sì”. Noi siamo convinti che anche su tali temi e sugli sviluppi delle soluzioni ai problemi che pongono si giocherà il futuro di progresso dell’idea di Europa Comune che oggi sembra vivere difficoltà insormontabili a causa del risorgente nazionalismo che poi è sempre figlio di interessi particolaristici e non certo utile all’aggregazione paritaria di popoli e culture.

Il movimento politico “Possibile” il 16 luglio ha depositato 8 quesiti in Cassazione Siano le Regioni che si affacciano sull’Adriatico a dare voce alle popolazioni perché gridino forte e chiaro il “NO” alle trivellazioni in mare alla ricerca di idrocarburi: una decisione scellerata del Governo, autore del decreto “Sblocca Italia” che consente, appunto, questo progetto mortifero per tutte le capacità e le aspirazioni turistiche di cui si nutrono i territori regionali da Nord a Sud. Siano le popolazioni ad esprimersi con un referendum. Cosa possibile, peraltro senza la raccolta delle firme canoniche, se a promuoverlo sono, all’unisono, cinque Regioni sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda. Cosa possibile. A Termoli, nei giorni scorsi si sono dati appuntamento i rappresentanti istituzionali delle Regioni Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria per valutare questa possibilità, come impostarla, quali quesiti porre per creare un barriera costituzionale al disegno scellerato di rendere la costa adriatica una sequenza di piattaforme petrolifere e il fondale marino una gruviera. Il danno all’economia turistica è incalcolabile. L’incontro termolese ha aperto la porta ad un’azione di contrasto tra cui, come diciamo, la possibilità di indire un referendum collettivo. Tra i quesiti

Un referendum popolare contro le piattaforme petrolifere lungo la costa adriatica A Termoli, nei giorni scorsi, si sono dati appuntamento i rappresentanti istituzionali delle Regioni Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria per valutare questa possibilità, come impostarla, quali quesiti porre per creare un barriera al disegno scellerato del Governo da porre al popolo perché si esprima potrebbero trovare posto la richiesta di abrogazione dell’articolo 35 della legge 134/2012 e dell’articolo 38 della legge 164/”014, ossia le trivellazioni in mare e il loro carattere “strategico”, formula, questa, inventata dal Governo Renzi per scansare l’opposizione delle comunità locali. Il referendum, a sua volta, sarebbe lo strumento costituzionale per far conoscere al Governo il giudizio e al volontà delle popolazioni interessate. Il movimento politico “Possibile”, che fa capo all’onorevole Civati, ha creato in ogni Regione coinvolta, ovvero nelle Marche, in Abruzzo, in Molise, in Basilicata, in Calabria e in Puglia, un comitato a sostegno dell’azione referendaria. Nel Molise se ne occupa il consi-

gliere provinciale Michele Durate che tiene a sottolineare come due degli otto quesiti depositati in Cassazione dal “Movimento” il 16 luglio, e sui quali è iniziata la raccolta delle firme, ci sono quelli che riguardano le trivellazioni. Questa concomitanza potrebbe essere un ottimo incentivo alla possibilità che a sostegno del referendum si muovano i consigli regionali avendo, tra l’altro, la prerogativa di poterlo indire senza passare per la raccolta di firme, se sono minimo in cinque. A Termoli, come abbiamo accennato, c’è stato un primo abboccamento alla ricerca di una linea comune. Il che potrebbe favorire proprio l’indizione di un referendum, evitando la raccolta delle firme.


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5 2 agosto 2015

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Grazie a Dio le Regioni vanno perdendo potere nei confronti del Governo

Con l’Agenzia nazionale Politiche attive del lavoro la materia del lavoro passerà allo Stato

Alle Regioni spetterà la gestione operativa delle politiche attive e la responsabilità delle articolazioni territoriali pubbliche ad esse preposte Cambiano le politiche del lavoro (il Job Act) ma il lavoro in Italia, immaginarsi in Molise, non cambia. Nel senso che non cresce, e con esso non cresce l’occupazione. Però Governo nazionale e Regioni si dicono impegnati a cambiare lo stato delle cose, a migliorare appunto le politiche attive del lavoro, a gestire la transizione da una condizione all’altra, come è stato reso noto dall’assessore regionale alle politiche sociali (quindi al lavoro), ex sindacalista diventato politico nel senso pieno del termine, Miche Petraroia. Tavoli istituzionali si susseguono a ritmo incalzante a Roma e a Campobasso, e ogni tanto dai tavoli scaturiscono intese, accordi, progetti e ipotesi future. E’ di qualche giorno fa l’intesa in Conferenza unificata a Palazzo Chigi sull’accordo quadro in materia di Politiche attive per il lavoro, che vuol dire tutto e vuol dire niente. Per il momento vuol dire ch’è prevista una fase transitoria in cui il Governo si impegnerà a coprire i due terzi dei costi di funzionamento dei Centri per l’impiego e a istituire l’Agenzia nazionale Politiche attive del lavoro, con l’attribuzione esclusiva della materia del lavoro allo Stato. Un processo di centralizzazione progressivo, dopo l’orgia sconclusionata del decentramento amministrativo aggravato dalla

di Rosario De Matteis “In merito all’animato dibattito estivo sull’ipotetica e fumosa autostrada del Molise, tra esponenti politici e qualche sindacato, credo che si stia perdendo ancora un’occasione per sviluppare il Molise, per dare finalmente un collegamento rapido ed efficace tra il Tirreno e l’Adriatico e non ultimo, si stia dimostrando di giocare con le aspettative della gente e su chi sperava vivamente su tale opera viaria. E di questo argomento mi pare che se ne discuta da oltre 15 anni, ma concretamente, dall’intesa Iorio – ministro Antonio Di Pietro, firmata a Campobasso nell’allora Palazzo Santoro, con lo stanziamento dei fondi e ancor prima con l’inserimento dell’autostrada, se non ricordo male, tra le grandi opere del

modifica del titolo V della Costituzione. Le Regioni, grazie a Dio, perdono potere, avendo dato prova di inconcludenza e di essere centri di spreco. Pertanto spetterà al Governo, per iniziativa del ministero del Lavoro, previa intesa con le Regioni, la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) in materia di politiche attive per il lavoro, validi per tutto il territorio nazionale (questa storia dei Livelli essenziali evoca pericolosamente ciò che accade coi Lea - Livelli essenziali d’assistenza – nella sanità);

spetterà inoltre alla costituenda Agenzia per le politiche attive del lavoro (Anpal) le funzioni di coordinamento su scala nazionale della rete degli Enti attuatori delle politiche attive, di monitoraggio dell’efficacia delle stesse, di surroga in caso di malfunzionamento, e di sviluppo del sistema informativo unitario delle politiche attive. Spetterà alle Regioni la gestione operativa delle politiche attive e la responsabilità delle articolazioni territoriali pubbliche ad esse preposte. Frattanto, Governo e Regioni cerche-

ranno di garantire, congiuntamente, la continuità di funzionamento dei Centri per l’impiego, considerandoli l’infrastruttura pubblica indispensabile per lo sviluppo delle politiche attive. A tale fine saranno individuate le modalità opportune perché il personale possa continuare ad operare: i due terzi dei costi di funzionamento dei Centri per l’impiego a carico del Governo, e un terzo a carico delle Regioni. Come sempre in Italia, sono i propositi ad essere costantemente in agenda e pubblicizzati. Le soluzioni verranno. Ma quando? Il Job Act finora ha prodotto la stabilizzazione dei precari, ma con nuovo lavoro non ha niente da spartire. Tant’è che i disoccupati in Italia aumentano. Pertanto, la nuova bandiera da sventolare qualunquisticamente è: “Politiche attive del lavoro”. Senza conoscerne gli strumenti e i contenuti. Dardo

Autostrada, il Governo Renzi e Frattura stanno distruggendo il Molise secondo governo Berlusconi. L’autostrada Termoli – San Vittore come concetto, idea e risposta ai problemi legati alla viabilità ed allo sviluppo turistico industriale, è indispensabile, ma in alternativa, se proprio si corre il rischio di perdere quei fondi, possiamo pensare almeno ad una superstrada che colleghi se non altro Campobasso con

San Vittore. Noi abbiamo bisogno di una arteria a doppia corsia, di una strada di 100 km appena, in grado di condurci oltre il confine cassinate. D’altro canto, indipendentemente dai colori politici, che questa terra meriti una strada normale è scontato, come credo la meritino i contribuenti del Molise, i quali avrebbero diritto di raggiun-

gere il Lazio comodamente. Se questa classe politica che mi pare abbia un unico colore a Roma come in Regione, alla Camera come al Senato e come in molti enti locali molisani, si renda responsabile di questo grave mal torto, allora vorrà dire che le responsabilità su tali scelte saranno messe in evidenza, come già qualcuno si sta

adoperando a fare. Mesi fa, senza sentirmi un gufo, avevo anche preannunciato che gli effetti del ministro Del Rio si sarebbero fatti sentire. Continuiamo dunque ad assistere ai risultati del “Molise di tutti” e del governo Renzi, che “ci sta facendo uscire tutti dalla palude”.


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Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

2 agosto 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Il sindaco Battista chiamato a trovare soluzioni

Mal di pancia all’interno della maggioranza I capigruppo a Palazzo san Giorgio dell’Udc, del P.p.I. e del C.d. (Ambrosio, Colarusso e Madonna) si sono di nuovo affacciati al proscenio politico e amministrativo ponendo al sindaco una lista di problemi che intendono vengano discussi e affrontatati con la necessità di arrivare ad una conclusione, non escludendo gli equilibri di presenza e di rappresentanza tra i gruppi che formano la maggioranza di centrosinistra. Leggendo “i dieci comandamenti” consegnati a Battista è chiara la natura strettamente politica della richiesta e, quindi, nessuna interferenza con l’iniziativa pubblica del 14 pomeriggio (malignità chiarita). I consiglieri di estrazione moderata questa volta sono essenziali, determinati e convincenti nella loro capacità di sostenere le ragioni che sollecitano una messa a punto della maggioranza e la riattivazione delle motivazioni che l’hanno fatta prevalere in campagna

elettorale a danno del centrodestra. Chiedono la qualificazione del programma elettorale (uscire dalla genericità e puntare su obiettivi di crescita e di sviluppo precisi e qualificati); l’azzeramento delle deleghe agli assessori; la revoca degli incarichi ai consiglieri comunali; l’impegno a tempo pieno degli assessori; il potenziamento, a costo zero, della compagine di giunta (aumentare il numero degli assessori senza aumentare il costo delle indennità); l’’istituzione di una cabina di regia sindaco – capigruppo; l’interazione degli assessori coi capigruppo; il coordinamento dei livelli istituzionali; il rafforzamento del raccordo del sindaco col presidente del consiglio comunale; la condivisione dei pre consigli e delle pre - giunte. Una rivoluzione copernicana; un modello istituzionale di vasta apertura politica e mentale, oltre che comportamentale, con la sottesa, quanto

evidente, necessità di bilanciare il peso politico tra il Pd e i tre gruppi moderati: Udc, P.p.i. e C.d.. Presi uno ad uno i “comandamenti” dicono che la convivenza all’interno della maggioranza è abbastanza compromessa ed il difetto maggiore sarebbero la interazione, il confronto e la partecipazione, oltre l’opportunità di ampliare la giunta per dare proprio all’intergruppo (Udc, P.p.i. e C.d.) una diversa e maggiore incidenza ( l’assessore Sabusco ormai è

considerato un corpo politico totalmente asservito al Pd). Che dire delle partecipazione preventiva alla giunta. Sarebbe una forma di partecipazione diretta alle decisioni dell’esecutivo e non più, come capita, quando capita, una informazione indiretta. Cambierebbe un modo inveterato di essere e si aprirebbe uno scenario totalmente differente, in cui il senso della coalizione prende forma e sostanza, oltre la condivisione di responsabilità. Da vedere

però se il sindaco e la maggioranza terranno conto dei “comandamenti” e cosa seguirebbe ad una loro eventuale mancata applicazione. Non crediamo all’apertura di una crisi; tutt’al più assisteremmo ad un appoggio esterno dell’intergruppo alla giunta Battista e alla maggioranza di centrosinistra. Il modo peggiore di stare in bilico. Ciò che conforta il cronista, comunque, è il giudizio critico sul primo anno di governo. La valutazione ormai è unanime: il programma approvato non ancora trova una benché minima attuazione. Il 14 saranno i cittadini a prendere voce su fatti e problemi che interferiscono con loro appartenenza alla città e quale l’impegno dell’amministrazione. Ciò che non manca, a quanto sembra, è la volontà di dare un senso compiuto e una possibilità concreta alla partecipazione democratica: a livello amministrativo e popolare. Dardo

A Baranello il matrimonio dell’800 Oggi, a riproporre le scene sarà il gruppo folcloristico Le Bangale BARANELLO. Da 24 anni Le Bangale di Baranello organizzano la rasegna con scru-

svolto il rito dell’apprezzamento del corredo, il controllo scrupoloso della suocera che darà

polosa coerenza e rigore. Un appuntamento atteso dai cultori delle tradizioni popolari e da tutti gli appassionati che vogliono rivivere l’emozione forte di ripercorrere antichi rituali beneauguranti e celebrativi della figura della donna che si prepara a diventare moglie e mamma. Ieri, davanti alla bellissima fontana di Cerere in piazza Santa Maria, alle ore 18.30 si è

il via al trasferimento della sposa alla futura casa solo se il patto prematrimoniale ‘Il doddario’ è stato scrupolosamente rispettato. All’assenso della suocera ha fatto seguito il corteo del trasporto del corredo fatto da tutti coloro, in costume e non, che preparato il cesto con il corredo delle nonne vorranno sfilare per rivivere la storia. Il corteo si è fermato nella splendida atmosfera dell’ex

lavatoio di Baranello per assistere e partecipare al rito de ‘Lu Prime liette’: l’allestimento del lettto matrimoniale. A seguire alle 21 la serata animata dai ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Baranello che, partecipando ad un progetto scolastico frutto anche della collaborazione con Le Bangale, che hanno vita a canti dell’antico patrimonio baranellese. Oggi, la trasposizione storica continuerò con ‘il matrimonio ottocentesco Baranellese’. Alle 18.30 nella chisa di San Michele Arcangelo ci sarà il caratteristico corteo nuziale accolto da ‘I ponti’ beneauguranti di Baranello. La serata del 2 sarà animata dal brio delle coreografie del gruppo folk ‘La Pliocca’ di Roccamandolfi e dall’allegria del colorato gruppo folk di Mirabello ‘I Mattacchini’ che accompagneranno Le Bangale nell’animazione della serata. Sia il primo agosto che il due, dalle 16 in poi, sarà possibile effettuare visite guidate al Museo Civico di Baranello.

Moria di pesci a San Polo Matese Legambiente Molise: «E’ necessario fare chiarezza su quanto sta accadendo. Non è accettabile un attacco così grave alla biodiversità e ai cittadini» «La moria di pesci nel fiume Biferno, in agro di San Polo Matese, è un esempio chiaro di disastro ambientale. Chiediamo alle istituzioni di tutti i livelli di spiegare al più presto come mai, nonostante la denuncia di numerosi cittadini da molti anni, il riversamento di sostanze tossiche nel fiume sta diventando una prassi sempre più diffusa».Con queste parole Legambiente

Molise si schiera a sostegno degli associati Fipsas, che hanno di recente segnalato il grave fenomeno. «Sono necessarie delle forme di tutela per la biodiversità e in particolare la difesa delle trote presenti nell’area - ha detto l’associazione ambientalista- Come più volte abbiamo sottolineato, una strategia efficace per la salvaguardia di molte aree matesine

si può ottenere soltanto con l’istituzione del Parco nazionale del Matese, una risposta a quei fenomeni di inquinamento che minacciano la bellezza dei territori. Nei prossimi giorni ci rivolgeremo agli organi competenti per fare chiarezza su ciò che sta accadendo. Non è più accettabile un simile attacco ai cittadini molisani».



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Isernia

2 agosto 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sicurezza sui luoghi di lavoro e lotta allo sfruttamento del lavoro nero, otto titolari di imprese denunciati dai Carabinieri Nel corso di un’attività di monitoraggio predisposta per tutelare la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro e contrastare il fenomeno dello sfruttamento di lavoratori in nero, una task force dei reparti territoriali del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia e del Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma, hanno passato al setaccio numerosi cantieri edili e altre attività imprenditoriali tra Isernia e comuni limitrofi. Otto sono state le persone denunciate per inosservanza alle norme previste per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e sulla regolarità occupazionale dei lavoratori. Si tratta di un 30enne di San Giuseppe Vesu-

viano, in provincia di Napoli, un 33enne ed un 29enne di Venafro, un 60enne di Castel di Sangro, un 44enne ed un 45enne di Isernia, un 57enne ed un 33enne di Vairano Patenora, in provincia di Caserta. Nel corso dei controlli sono state riscontrate numerose violazioni quali la mancata presenza di adeguate impalcature o ponteggi, la mancata presenza di idonee protezioni atte ad evitare la caduta dei lavoratori, la presenza di materiali vari posizionati in ma-

niera disordinata in modo da intralciare il passaggio con elevato pericolo per i lavoratori, gravi carenze relative ai livelli di sicurezza degli impianti elettrici, la mancata presenza di idonei dispositivi di protezione individuale e la non corretta o mancata redazione di tutta la documentazione prevista dal piano operativo di sicurezza del cantiere, nonché assenza delle prescritte autorizzazioni della Direzione Territoriale del Lavoro. Durante le ispezioni, si è proceduto anche alla identificazione di quattro lavoratori in nero, per i quali sono state contestate relative sanzioni amministrative a carico dei datori.

Droga, truffe e guida in stato di ebrezza, arresti, denunce e sequestri da parte dei Carabinieri A VENAFRO, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, hanno arrestato una 34enne del luogo, resasi responsabile di una serie di truffe tra le provincie di Isernia, Caserta e Napoli. Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno accertato tra l’altro che, a Roccamonfina, in provincia di Caserta, mediante l’utilizzo di documenti contraffatti, sostituendosi al reale beneficiario, incassava presso l’Ufficio Postale, assegni relativi a

rimborsi dell’INPS di cui era venuta illecitamente in possesso. Fatto analogo, la truffatrice, lo ha commesso a Volla, in provincia di Napoli, dove ha incassato un assegno di maternità, emesso in favore di una giovane donna del posto. Ed ancora ad Aversa, in provincia di Caserta, dove produceva documenti attestanti falsamente rapporti di lavori con extracomunitari, al fine di fargli ottenere permessi di soggiorno, dietro compenso. La 30enne, è stata trasferita in carcere,

ed in virtù dell’ordine di carcerazione eseguito, dovrà scontare una condanna alla pena detentiva di circa quattro anni di reclusione. A Miranda, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Isernia, hanno invece denunciato un 30enne del posto, che sul terrazzo della propria abitazione aveva allestito una piccola piantagione di “marijuana”. Le piante alte circa mezzo metro sono state sottoposte a sequestro unitamente a un bilancino

di precisione e altro materiale utile per la coltivazione ed il confezionamento delle dosi. Il 30enne dovrà rispondere di produzione illegale di sostanze stupefacenti, mentre le indagini proseguono per accertare a chi fosse destinato il “prezioso raccolto”, che una volta immesso sul mercato locale dello spaccio, avrebbe fruttato svariate migliaia di euro. Infine, a Castelpetroso, gli stessi militari, hanno denunciato un 28enne di Isernia, in quanto sorpreso alla guida della

propria autovettura completamente ubriaco, mettendo così in gravissimo pericolo la circolazione stradale. Dagli accertamenti eseguiti mediante l’apparato etilometro in dotazione alle pattuglie dell’Arma, è risultato che il tasso alcolemico superava di ben cinque volte il limite previsto dall’attuale normativa. Nei suoi confronti è scattata la denuncia per guida in stato di ebrezza alcolica, il ritiro della patente di guida e il sequestro del veicolo.

Recuperato un motorino rubato Gli uomini della Polizia di Stato fermano il mezzo. Denunciati due minori ISERNIA. Nella nottata del 30 luglio u.s., giungeva una chiamata al 113 della Questura di Isernia con cui un cittadino segnalava la presenza di due persone a bordo di uno scooter con una tanica di benzina nei pressi della propria autorimessa di mezzi da lavoro. Il richiedente l’intervento, dopo aver messo in fuga i malintenzionati, forniva agli uomini della Polizia di Stato precise indicazione

sulla via di fuga di costoro. Non potendo escludere intenti incendiari o, semplicemente, un tentativo di furto del carburante dai mezzi parcheggiati nell’autorimessa, prontamente, una Volante della Questura pentra si portava nei pressi del luogo indicato e predisponeva un posto di controllo finalizzato ad intercettare ed identificare le persone sospette. A distanza di pochi minuti, lo scoo-

ter giungeva nei pressi del posto di controllo e, nonostante l’alt imposto dagli uomini della Polizia, i due dapprima deceleravano e, poi, riprendevano velocità tentando di darsi alla fuga. Così facendo, però, urtavano l’auto della Polizia di Stato e cadevano rovinosamente a terra. Gli uomini della Volante prestavano i primi soccorsi e facevano giungere anche un’autoambulanza del

118 dell’Ospedale di Isernia. I fermati, portati in Pronto Soccorso, venivano affidati alle cure dei sanitari, dimessi con una prognosi di 7 giorni ciascuno ed affidati ai familiari perché minorenni. Il giorno seguente, gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Isernia, dopo un’accurata attività di indagine, ricostruivano l’accaduto e denunciavano alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei

Minorenni di Campobasso i due minorenni isernini per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, avendo forzato il posto di controllo. Inoltre, completati tutti gli accertamenti del caso, gli agenti della Polizia di Stato accertavano che la targa apposta sul ciclomotore era provento di furto e, per tale ragione, denunciavano il conducente del motorino anche per il reato di ricettazione.

Tari, Imu e Tasi, invariate A Roccamandolfi l’approvazione da parte del Consiglio comunale ROCCAMANDOLFI. Si è riunito il consiglio comunale di Roccamandolfi Dopo l’approvazione dei verbali della seduta precedente si è passati ad approvare due piccole modifiche al regolamento IUC(imposta comunale unica). Nella stessa seduta il consiglio comunale ha proceduto all’approvazione del piano finanziario e delle

tariffe per l’applicazione della tassa sui rifiuti(TARI) per l’anno 2015, rimasta invariata rispetto all’anno precedente e alla conferma delle aliquote IMU(0,4% - 0,96%) e TASI(1 per mille) anche queste rimaste invariate rispetto all’anno 2014. La buona notizia per i cittadini di Roccamandolfi è arrivata invece

dalla diminuzione dell’addizionale comunale IRPEF, che passa dallo 0,38 allo 0,20 subendo una riduzione di quasi due punti percentuali. L’amministrazione comunale - dichiara il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi - ha voluto dare, in un momento assai delicato, un piccolo, ma significativo e con-

creto segnale ai propri cittadini con l’auspicio di poter fare sempre di più e meglio per l’immediato futuro. La speranza - sostiene l’amministrazione comunale - è che il governo centrale finalmente riconosca l’importanza e la centralità dei piccoli comuni, che rappresentano da sempre l’istituzione più

vicina ai reali bisogni dei cittadini. Oggi, invece - conclude Giacomo Lombardi - gli amministratori locali sono diventati di fatto dei meri esattori per conto dello Stato in virtù di una politica, che anziché tagliare ed eliminare gli sprechi ed i veri privilegi, scarica sugli enti locali tutta la sua attuale inadeguatezza.



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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

2 agosto 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Tassa sui rifiuti, positive le aliquote” Casartigiani di Termoli plaude alla decisione assunta dall’amministrazione TERMOLI _ T.A.R.I. più leggera per le imprese artigiane di Termoli. Il Consiglio Comunale della città adriatica, nella seduta del 29 luglio 2015, ha stabilito infatti le nuove aliquote della tassa sui rifiuti che, dunque, per le imprese costerà circa il 25% in meno rispetto all’anno precedente. Il risparmio, così come annunciato dall’Amministrazione Comunale, verrà tradotto in una riduzione della T.A.R.I. 2015 a favore delle imprese del territorio. Dopo gli incontri e i tavoli di confronto su tale tematica avvenuti nel mese di Giugno tra il Sindaco di Termoli Avv. Sbrocca, l’Assessore alle Attività Produttive Dr. Ferrazzano e la Direzione di CASARTIGIANI

Molise, si è arrivati a garantire al sistema imprenditoriale locale una boccata di ossigeno. Tale “manovra correttiva”, chiesta a gran voce dalla base associativa di CASARTIGIANI Molise, è stata vista di buon occhio anche dall’Amministrazione

Comunale che ha formalmente sposato la causa, venendo così incontro alle esigenze delle P.M.I. artigiane che stanno soffrendo un lungo periodo di difficoltà economica e finanziaria. Il Presidente dell’Associazione Artigiani, Errico

Russo, ha appreso con piena soddisfazione la notizia, “una riduzione degna di rilevanza sul nostro tessuto imprenditoriale e di piccolo artigianato. Un primo passo importante, che dovrà essere accompagnato da una sensibilità più forte da parte degli amministratori, specie per quelle imprese della meccanica e del manifatturiero che sono già gravate da ingenti costi per lo smaltimento di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi ritirati e smaltiti da aziende autorizzate”. La questione della tassazione alle imprese è un problema sempre più sentito, visti anche i fortissimi cali di fatturato che non consentono più al nostro sistema imprenditoriale di crescere adeguatamente e opportu-

namente sul mercato. Il problema per le imprese, soprattutto per quelle di nuova costituzione, è innanzitutto capire quale tributo pagare e quanto pagare, districandosi nel labirinto delle imposte tra IMU, TASI, TARI; ma anche capire come vengono utilizzate le risorse versate. Ogni anno le Amministrazioni locali possono decidere se aumentare, abbassare o confermare le tariffe e le aliquote: monitorare queste variazioni e i relativi regolamenti – chiedendo come in questo caso interventi correttivi – permetterà all’Associazione di confermare ancora una volta la sua “mission”, ovvero di tutelare le imprese del territorio ed offrire assistenza e servizi dedicati.

“TRADITO IMPEGNO CON AGRICOLTORI“ Duro il giudizio del consigliere comunale di Campomarino, Saburro CAMPOMARINO Nel consiglio comunale del 30 luglio, l’Amministrazione comunale conferma, per il 2015, tutte le aliquote del 2014. “A nulla è servito il buon senso e la mia disponibilità nel cercare di dare soluzioni alla maggioranza sul contenimento della spesa pubblica (la famosa spending review), ancora una volta ho assistito ad una chiusura da parte del Sindaco e della sua maggioranza. La conferma delle aliquote era già nell’aria da alcuni giorni, in effetti il Sindaco dopo il penultimo consiglio, in TV e sui quotidiani locali affermava che : nonostante il mancato introito di una parte dell’ agricola 2014, non aumenteremo le tasse. E’ così è stato. Grazie Sindaco, grazie consiglieri di maggioranza, grazie per non aver preso in considerazione le mie proposte per arrivare ad una tassazione più giusta e sostenibile dei tributi locali. Le aliquote IRPEF, TARI, TASI e L’IMU sono rimaste tutte invariate, compresa l’aliquota sull’IMU agricola, nonostante l’ impegno preso dal Sindaco con i coltivatori a inizio anno. A questo punto posso dire tran-

quillamente che il Sindaco ha tradito un impegno. Il 10 marzo 2015, a margine di una riunione indetta dal comitato spontaneo per la difesa dell’Agricoltura nel basso Molise nella sala consiliare del Comune, il Sindaco prendeva un impegno ben preciso, quello di portare per il 2015 l’aliquota Imu dei terreni agricoli al minimo stabilito dalla legge, o meglio al 4,6 per mille. Quando a gennaio affermavo sui quotidiani locali, che da parte del Sindaco Cammilleri vi era solo uno spot del momento sulla questione Imu agricola, non dicevo nient’altro che la verità. In effetti oggi, il Sindaco e la maggioranza riconfermano l’aliquota al 7,6 per mille. Tra qualche mese, gli agricoltori che non hanno versato l’Imu 2014 (per necessità), si vedranno arrivare a casa cartelle per il recupero delle somme dovute con tanto di interessi e sanzioni. L’evasione non si combatte affidando necessariamente la riscossione a ditte esterne (importo a base d’asta pari a 285.000 euro), ma l’evasione la si può arginare con una tassa-

zione più sostenibile e magari contemporaneamente applicando il cosiddetto “Baratto amministrativo” da me proposto alla maggioranza e che già altri Comuni in Italia hanno deciso di applicare. Dal 2011 al 2014, le entrate nelle casse comunali (grazie alle tasse pagate dai cittadini) sono aumentate del 36 %, circa 1.800.000 in più di entrate all’anno, per arrivare al 2017 con circa 2.200.000 di tasse in più (prendendo come riferimento l’anno 2011). Io credo, che con un maggior controllo sugli appalti pubblici (cercando di capire il perché i ribassi sono sempre con percentuali bassissime e magari fare bandi di gara invitando più ditte rispetto al minimo consentito per legge), un dimezzamento o azzeramento delle indennità di funzione di tutto il consiglio comunale, un minor ricorso ad incarichi professionali esterni, una maggior oculatezza nel dare i contributi ad associazioni presenti sul territorio, una migliore gestione dei parcheggi a pagamento a Campomarino Lido, una convenzione con quota fissa annuale per incarichi legali, un taglio delle assunzioni a tempo, e tanto altro ancora, si sarebbe potuto arrivare

sicuramente ad una minore tassazione. La verità è che quando si tocca qualcosa che ci appartiene (come per esempio le indennità di funzione) forse è meglio restare insensibili e dire che nulla si può fare. Infatti, il solo azzeramento delle indennità di funzione avrebbe consentito l’abbattimento dell’aliquota IRPEF allo 0,4 e anche più. Invece, è meglio far restare l’aliquota allo 0,5 (come avviene sistematicamente dal 2008) che dare un segnale di concretezza e reale volontà di abbassare le tasse. Se la spesa del personale non diminuisce, se quella degli incarichi esterni aumentano, se la maggior parte delle gare di appalto finiscono con ribassi minimi e tanto altro ancora, è normale che le tasse non riusciremo mai ad abbassarle. E allora, è più semplice e comodo dire che si è fatto il massimo sforzo per farle restare come quelle del 2014, che cercare soluzioni alternative ad una tassazione per molti diventata oramai insostenibile. Pertanto, non ho potuto fare altro che confermare il mio voto contrario su tutte le imposte deliberate“.

Polizia, vasto controllo del territorio Per la sicurezza dei turisti in ferie sul lungomare molisano TERMOLI. Le note criticità legate alla stagione estiva in corso, che vedrà il suo apice nel mese di agosto con il massimo afflusso di villeggianti nelle maggiori località turistiche del litorale molisano attratti, anche, dalle numerose iniziative programmate, sono state oggetto di specifica valutazione in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica riunitosi presso la Prefettura di Campobasso. Il susseguente tavolo tecnico, convocato presso la Questura, che ha visto il coinvolgimento coordinato della Polizia di Stato, dell’Arma Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato oltre che della Capitaneria di Porto e delle Polizie Municipali, ha predisposto, sulla base delle direttive e dell’indirizzo fornito,– lungo la fascia costiera molisana – il rafforzamento dei dispositivi di prevenzione generale e controllo mediante la programmazione di servizi straordinari del territorio.

Tali servizi, messi in atto già da fine luglio, proseguiranno sino alla metà di settembre p.v. nei comuni di Termoli, Campomarino, Montenero di Bisaccia e Petacciato e saranno finalizzati, in particolare, a fronteggiare le seguenti criticità: circolazione stradale sulla SS 16, in relazione all’afflusso agli stabilimenti balneari ed alle spiagge in generale; presenza di cittadini extracomunitari e comunitari in posizione irregolare; esercizio di commercio abusivo; disturbo della quiete pubblica; incendi; abbandono di rifiuti; eventi di richiamo.

Pattuglie impiegate Persone identificate Extracomunitari controllati Posti blocco Esercizi pubblici controllati Controlli amministrativi Documenti ritirati Contravvenzione C.d.S. Veicoli controllati Veicoli sequestrati Sequestri Campobasso, 1° agosto 2015

Si riporta, di seguito, un primo bilancio dei risultati conseguiti con l’espletamento di tale coordinata attività:

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