TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno x - n° 235 - MarTedi’ 18 noVeMbre 2014 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Raffaele Pagano
Le acrobazie post sisma
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Raffaele Pagano. Il nuovo questore di Campobasso ha dato immediatamente il senso della sua presenza riuscendo in una vasta operazione di riordino interno. Non è poca cosa di poco conto considerata la situazione in essere. E non è cosa di poco conto considerando anche che qualche sigla sindacale ha inteso manifestare qualche perplessità sul riordino interno. Invece il questore ha ritenuto prioritario risistemare le cose interne per una maggiore funzionalità e garanzia per il cittadino. Oscar meritato.
Il Tapiro del giorno a Bibiana Chierchia
Servizio a pagina 3 Il Tapiro del giorno lo diamo a Bibiana Chierchia. La commissione urbanistica, placidamente, fa passare il provvedimento che recepisce il Piano casa regionale, con il quale sarà possibile realizzare migliaia di nuovi metri quadrati in città, e l'assessore all'Urbanistica al comune di Campobasso sfila al convegno sulla riqualificazione promossa dai tecnici molisani. Si rende conto che di Campobasso, in piedi, resta ben poco? Si accorge che il rischio maggiore deriva proprio dall'occupazione di sempre nuovi spazi?
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 18 novembre 2014
Piano strategico territoriale, una presa per i fondelli Non si può rimanere inerti dinanzi alla dilapidazione di risorse finanziarie pubbliche, all’indebito arricchimento di professionisti e società di progettazione, al dissolvimento di programmi ed impegni istituzionali Al tavolo intorno al quale si discuteva del Piano strategico territoriale, con l’allora sindaco di Campobasso, Di Fabio, e i consulenti e i progettisti, hanno preso parte i rappresentanti della Proger Spa, la società che aveva redatto il progetto preliminare della metropolitana leggera urbana e extraurbana sulla tratta ferroviaria Matrice-Campobasso-Boiano; i rappresentanti della società Proma, incaricata di redigere il master plan per la sistemazione delle aree d’ingresso alla città e dell’area edilizia corrispondente all’ex campo sportivo Romagnoli indicata ad accogliere la nuova sede della Regione Molise; i rappresentanti della Società di Trasformazione Urbana (Stu), incaricata di elaborare la sistemazione edilizia ed urbanistica della fascia compresa tra via S. Antonio Abate e via Garibaldi; e il rappresentante della Regione Molise, Massimo Pillarella, incaricato di coordinare i progetti e gli interventi contenuti nell’Accordo di programma quadro sottoscritto dalla Regione Molise e dal Comune di Campobasso con l’obiettivo di migliorare la viabilità, l’ambiente e la funzionalità della città per una diversa migliore qualità della vita. Intanto una domanda. Trattandosi di incarichi retribuiti, quanti sono costati al cittadino molisano? Eppoi: quale accidente tecnico e/o amministrativo ha fatto di quel tavolo l’ennesimo fallimento? Se queste due domande continueranno a non avere risposta, ora che al vertice della Regione sono subentrati gli uomini della chiarezza, della trasparenza, della concretezza, c’è davvero da mettersi l’anima in pace e rassegnarsi a subire quest’affronto e quelli che verranno. L’opinione pubblica molisana d’altronde è abituata ad essere considerata un’astrazione e come tale a restare tagliata fuori da ogni forma di controllo sulla spesa pubblica che pure, per destinazione, gli apparterrebbe di
diritto. Tagliata fuori, in quanto gli organi che a suo nome sono destinati a rappresentarla e a garantirla dai fallimenti in serie dei tavoli di lavoro, dagli incarichi assegnati, pagati, e non portati a termine, si guardano bene dal farlo. Il perché di una tale vistosa distrazione rimane invischiato nel groviglio delle ipotesi, né può trovare soluzione dalle colonne di un giornale, nonostante il tentativo di arrivarci. Le contiguità politiche, amministrative, professionali, ordinamentali sono tali e tante, e per di più in un ambito territoriale ristretto, che combinandosi tra loro riescono vicendevolmente ad annullarsi. Col risultato di assistere inerti alla dilapidazione di risorse finanziarie pubbliche, all’indebito arricchimento di professionisti e società di progettazione, al dissolvimento di programmi ed impegni istituzionali senza colpo ferire. Col risultato di voltare pagina con assoluta disinvoltura; di buttare alle spalle ogni ipotesi di responsabilità e avviare nuove e improbabili prospettive con annessi progetti, incarichi e finanziamenti. Un gioco caleidoscopico che molti, nella loro irresponsabilità, ritengono finanche divertente, ma che nella sostanza si riduce al progressivo impoverimento socio-economico e culturale del Molise e dei molisani. Il presidente Frattura conosce la Proger Spa: ciò può aiutarlo a venire a capo delle cause per cui la metropolitana leggera e il Piano strategico territoriale sono falliti e di tanto può informare l’opinione pubblica molisana che non è affatto un’astrazione, alla quale, peraltro, era stato detto che il Piano strategico territoriale sarebbe stato l’elemento di saldatura tra la programmazione regionale e quella comunale. Difatti lo è stato. Peccato però che abbia saldato due fallimenti e un ingente danno erariale. Che i molisani hanno il diritto di conoscere nella sua formazione e formulazione. Dardo
l’ intervento
Il Molise sotto attacco da due nemici Il Molise è, probabilmente come altre regioni italiane, sotto attacco di due nemici tra loro intrinsecamente collegati: l’ignoranza dei più e la colpevole mala gestione di pochi che invece di tutelare e valorizzare correttamente il bene comune, agiscono in maniera opaca, ambigua, prepotente per interessi di ristretti gruppi. Abbiamo già in altre occasioni manifestato dubbi, richieste di chiarimento, proteste sulla politica di gestione della Direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici del Molise, non ottenendo mai un sincero e aperto confronto. Ora una nuova inquietante scelta di politica culturale della suddetta Direzione regionale desta il nostro allarmato interesse. In data 15 ottobre 2014, senza alcun comunicato stampa e quindi nel disinteresse totale degli organi di stampa, è stato pubblicato sul sito della Direzione il “Bando per la concessione di spazi entro siti, istituti e luoghi della cultura”. Tale bando destinato alla concessione di spazi all’interno di siti e musei, favorisce di fatto una gestione monopolistica dei maggiori siti di interesse culturale della regione, nello specifico del: Comprensorio di Isernia Comprensorio di Venafro Comprensorio di Sepino Comprensorio di Campobasso Comprensorio di Larino Il male non è tanto che un ufficio territoriale del MiBACT preposto alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali abdichi alla propria precipua funzione e che sia incapace di svolgere il suo lavoro tanto da ritenere di dover affidare a privati (fondazioni, società o associazioni) tutte le azioni necessarie a porre in essere la propria missione. La collaborazione tra pubblico e privato è infatti auspicabile, anche se sempre sotto un rigoroso controllo del rispetto della competenza dell’operato e della qualità del servizi realizzati dal privato. A tal proposito nel bando non è previsto né un monitoraggio dell’operato del vincitore né tantomeno norme di revoca o addirittura penali in caso di inadempienze o scarsi risultati. Il male vero è che esiste una precisa volontà della Direzione dei BB.CC. di affidare in blocco la gestione dell’intero patrimonio culturale molisano ad un solo soggetto.
Una strada percorsa già in passato utilizzando di fatto un unico canale operativo avvalendosi di un’unica impresa, uno spin-off universitario, G.A.I.A. s.r.l., soppiantata da poco da una associazione di promozione sociale Me.Mo. Cantieri Culturali con sede operativa in via Chiarizia 14 (stessa sede della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise). La preoccupazione che nutriamo resta quindi la tutela del principio della democrazia, della meritocrazia e della trasparenza della gestione dei beni pubblici, ma è anche una preoccupazione con risvolti pratici, perché l’eventuale affidamento esclusivo di tutte le possibili istanze di ricerca e valorizzazione ad una sola associazione (invece che a diverse associazioni che, attraverso un corretto procedimento di valutazione, si dimostrino meritevoli), potrebbe di fatto portare all’annullamento delle altre iniziative già attive sul territorio. Come se non bastasse tutto ciò, il valore della concessione è di 3.400 euro annui. In pratica la Soprintendenza spiega nel bando che durante l’anno tutti i beni culturali sopra menzionati fruttano allo casse statali poco più di 17 mila euro, pertanto ne viene data la concessione per un costo pari al 20% quindi 3.400 euro, per farvi capire la proporzione, due stanze del Castello Pandone costeranno, all’aggiudicatario del bando, meno di un alloggio popolare. Sorge naturale la domanda del perché scegliere una gestione monopolistica dell’intero patrimonio culturale regionale, invece di favorire la creazione di una rete di una pluralità di soggetti (già esistenti sul territorio) che operino secondo criteri democratici ed in base ad una trasparente valutazione di merito. Il bando aperto il 15 ottobre e chiuso il 5 novembre era rivolto solo ad associazioni con sede in Molise nate prima del 30 settembre con il 90% dei soci con meno di 40 anni, con il 60% dei soci con dottorato o scuola di specializzazione e che abbia gia’ operato in collaborazione con la soprintendenza. Il bando è scaduto ora, il dado è tratto. Movimento Cinque Stelle Molise
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Tutto quello che gli altri non dicono
18 novembre 2014
senza alcun finanziamento pubblico
Ricostruzione post terremoto alla stretta finale: 346 milioni di euro da impegnare entro la fine dell’anno
Forzati i confini della legittimità Gli importi progettuali, non più contenuti nella loro misura tecnica, bensì in quella finanziaria disponibile secondo Ciocca e Frattura La mistura politico – tecnica - amministrativa composta dal presidente della giunta regionale Frattura, dal consigliere regionale delegato da Frattura alla ricostruzione post terremoto, Ciocca, dalla responsabile della Protezione civile, Scarlatelli, dai sindaci dei comuni interessati e dai tecnici progettisti, ha il sapore acre della illegittimità. Certamente non aiuta, anzi affossa, la parte più sostanziosa della ricostruzione, quella dei fabbricati inseriti nella categoria A, fatti sgombrare e lasciati alla deriva per oltre un decennio, in attesa della riabilitazione. Per la fregola di dimostrare che l’impostazione data da Michele Iorio era sballata, infarcita di errori di valutazione, e segnata da decisioni che hanno allargato il cerchio degli interventi incautamente fino ad Isernia, riducendo così la capienza finanziaria dei 346 milioni di euro del Cipe, la suddetta mistura non è andata per il sottile nello stringere la cinghia e nel serrare i tempi della progettazione e degli appalti. Il tutto in modo vistosamente forzato, presupposto incontrovertibile di futuri possibile contenzioso. Ciò perché, stando alla decisioni del Cipe, i 346 milioni di euro devono essere definiti entro il 31 dicembre 2014. Una data capestro, che il duo Frattura/Ciocca non è riuscito a dilatare per fare in modo che fosse sufficiente ai tecnici di riprogettare e ai comuni di appaltare rispettando i termini di legge. Di certo, non nei pochi giorni concessi “minacciosamente” agli uni e agli altri, per tentare di concludere la vicenda entro fine anno. Con l’aggravante di tagliare gli importi progettuali, anche qui con un atto d’imperio che forza i confini della legalità mettendo a re-
L'intervento
Protezione civile allo sbando di Giovanni Muccio*
pentaglio, se qualche autorità di controllo va a ficcarvi il naso, i tecnici comunali e i sindaci per l’accettazione, così e semplicemente, degli ordini regionali a contenere gli importi progettuali, non più nella loro misura tecnica, bensì in quella finanziaria disponibile secondo il parere di Ciocca e Frattura. Che ci sia di logico, di legale, di accettabile in questo miscuglio di atteggiamenti e di provvedimenti è un arcano che prima o poi, comunque, verrà svelato, e allora potremmo vederne delle belle. Anche alla luce della corrispondenza intercorsa tra gli Ordini professionali e il duo “acrobatico” Paolo di Laura Frattura - Salvatore Ciocca, sugli aspetti funzionali e procedurali non privi, a quanto pare, di condizionamenti, di minaccia di responsabilità e di risarcimento danni. A rendere Ciocca e Frattura (fittiziamente, si badi) salvaguardati all’occhio della gente, è la loro abilità a fare delle incongruenze fattuali della gestione Iorio, nonostante la bontà delle procedure tecnico-amministrative che aveva impostato, un male assoluto. La cui correzione per Ciocca e Frattura può valere il superamento delle norme, delle leggi, delle disposizioni ministeriali. Una concezione autarchica, con un sottinteso di violenza politica e amministrativa niente affatto arginato da chi avrebbe avuto il diritto, l’interesse, e il dovere di contrastarlo, ossia i sindaci dei comuni interessati e i tecnici progettisti. Che fine farà la ricostruzione? Varrà per tutti o per una sola parte degli aventi diritto? Con quale garanzie per le centinaia di famiglie interessate a rientrare in possesso delle abitazioni per tornarci a vivere? Qualcuno ne dovrà rispondere. Tempo al tempo. Di solito, è galantuomo. Dardo
Il Movimento regionale del Guerriero Sannita, ritiene la Protezione civile un organismo importantissimo a garantire l’incolumità delle persone e/o dei beni e dell’ambiente rispetto all’insorgere di qualsivoglia situazione o evento che comporti agli stessi grave danno o pericolo di un danno e che per loro natura o estensione debbano essere fronteggiate con misure straordinarie. Il Molise come tutti sappiamo è un territorio fragile, soggetto a calamità naturali e su questo versante ha pagato un prezzo pesantissimo anche in termine di vite umane. E’ fondamentale, quindi, l’importanza del contributo che la Regione Molise offre al fine di garantire la sicurezza dell’intera comunità nonché la gestione ed il fronteggiamento delle calamità naturali che dovessero verificarsi nell’ambito dei propri confini, ciò si può leggere sul sito regionale della Protezione Civile del Molise. Alla luce di quanto detto, ascoltare solo dagli organi di stampa, che la nostra protezione civile regionale non esiste più: mezzi non revisionati, attrezzature fuori uso, reti di monitoraggio ambientali inefficienti, sala operativa cancellata,
personale e volontari dell’Agenzia allo sbando, ricostruzione post-terremoto completamente bloccato, lascia il Guerriero Sannita allibito, meravigliato, stupefatto, in breve senza parole. Possibile che siamo arrivati a questa situazione di deterioramento, di una struttura così importante? D’altronde le notizie giornalistiche spesso non vengono smentite e conoscere la realtà vera, diventa difficile anche per il Movimento, considerato che il tavolo regionale del Centrosinistra in cui dovrebbero essere discusse anche queste situazioni per capire come stanno realmente i fatti non si è mai riunito, per cui si resta sempre all’oscuro degli indirizzi programmatici di una parte del Centrosinistra che detiene il potere. Il Movimento regionale del Guerriero Sannita, si augura che si cambi il modo di gestire e programmare questo nostro territorio e soprattutto che le forze politiche più piccole della coalizione, vengano messe nelle condizioni di capire dove si sta andando, non si può essere corresponsabile di scelte che nemmeno si conoscono! *Presidente Regionale del Guerriero Sannita
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TAaglio lto
4 18 novembre 2014
“Che fine fatto il regolamento?
Il consigliere Micone sottolinea l’assenza del nuovo dispositivo CAMPOBASSO. Il consigliere regionale Salvatore Micone evidenzia un’alta criticità dell’attuale maggioranza consiliare. “Con l’approvazione nello scorso mese di aprile del nuovo Statuto, la Regione Molise si dotava, in linea con l’orientamento nazionale, di uno strumento più moderno e flessibile ma soprattutto di uno strumento che avrebbe permesso di conformarsi ai tagli della spesa pubblica” sottolinea Micone”. “La legge di approvazione dello Statuto doveva essere seguita dall’approvazione del proprio regolamento di attuazione da adottare, secondo la lettera legislativa, entro due mesi dalla pubblicazione dell’atto legislativo”, aggiunge Micone. “A distanza di sei mesi tuttavia,
“Anas Molise e precari, un disastro” il regolamento ancora non viene nemmeno licenziato dalla I Commissione Consiliare. Questo significa che siamo ancora lontani dalla sua approvazione in seno al Consiglio Regionale. Ma soprattutto significa che il nuovo assetto istituzionale, più economico per il bilancio regionale, è lontano da venire. E’ paradossale che la
Regione Molise debba lavorare con un nuovo Statuto e con un vecchio regolamento”, conclude Micone. Micone quindi denunciando la lentezza della macchina amministrativa regionale, invita i competenti organi ad approvare il più presto possibile il nuovo regolamento di funzionamento del Consiglio regionale.
"Termoli-Lesina sul buon binario" Per il segretario della Filt Cgil, Simonetti, gli ultimi risultati fanno ben sperare CAMPOBASSO. Cgil Molise soddisfatta, a nome di Giorgio Simonetti, leader regionale della Filt, sull’iter per il progetto di raddoppio ferroviario Termoli-Lesina. “La frequenza delle missioni dell’assessore regionale ai trasporti Pierpaolo Nagni, al Ministero di Piazza della Croce Rossa, ci porta a ritenere, con estremo favore, che l’iter per l’adeguamento della infrastruttura ferroviaria tra Termoli e Lesina, sia oramai vicino ad un felice epilogo. Seppur non siano ancora determinati i dettagli tecnici per le note, controverse vicende che accompagnano la definizione del progetto, rispetto al quale si animano interessi locali legittimi che reclamano aggiustamenti finalizzati ad una perfetta aderenza tra l’ innovazione infrastrutturale e le necessità e le aspettative di sviluppo dei Comuni rivieraschi molisani, possiamo intendere che una intesa tra Regione Puglia, Regione Molise, Ministero dei Trasporti e Rete Ferroviaria Italiana, sia verosimilmente raggiungibile. Possiamo allora tranquillamente dire, che gli sforzi dei Soggetti sociali ed istituzionali delle Regioni interessate al raddoppio, che hanno capito l’importanza strategica del progetto, stanno
concorrendo al suo positivo compimento che come possiamo ricordare si trascina da decenni e che ipotizzabili atteggiamenti rinunciatari e di completo disinteresse degli ultimi Governi centrali; atteggiamenti attuati nel corso degli anni, che hanno colpevolmente ritardato lo sviluppo della economia delle Regioni del Mezzogiorno d’Italia rispetto alle Regioni del Nord del nostro Paese, trascurando così la possibilità di realizzare il potenziamento di infrastrutture che ci avrebbero consentito di avvicinare le consolidate economie mitteleuropee. Ma aldilà delle considerazioni economiche, ci piace sottolineare il metodo attuato dalle Amministrazioni molisane interessate alla realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria, che hanno voluto coinvolgere, attraverso momenti di democrazia partecipata, tutti i cittadini dei Comuni attraversati dalla linea ferroviaria, che hanno potuto esprimere la loro opinione su un tema che riguardava il futuro e le possibilità di sviluppo del loro territorio, nonché le condizioni di fruizione di un servizio pubblico di trasporto viaggiatori e merci che tutti chiedono di potenziare”.
I lavoratori sollecitano la Regione ad intervenire nella complessa vicenda
CAMPOBASSO. Una consistente parte del Personale di Esercizio (Cantonieri e Operai) del Compartimento Anas Spa di Campobasso ha rappresentato, al presidente della Giunta regionale, Paolo Frattura, la propria preoccupazione per l'atteggiamento ostativo assunto dalla stessa Direzione Generale della Società fin dalla trasformazione del loro rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, avvenuta a seguita di ripetute Sentenze giudiziaria di primo grado. I Lavoratori lamentano una insolita ostinazione da parte dell'Anas Spa nell'impugnare le Sentenza di primo grado, pur avendo dimostrato che la loro opera, oltre a essere indispensabile per garantire un adeguato livello di manutenzione delle strade, ai fini della sicurezza della circolazione, ha prodotto notevoli risparmi per la stessa Anas Spa. QAppare quindi singolare il comportamento della Società che se da una parte necessità dei servizi effettuata dai Lavoratori, dall'altra opera
nei confronti degli stessi con atteggiamento ostile, ricorrendo alle aule giudiziarie affinché questi ultimi siano di fatto licenziati. Tale atteggiamento appare ancora più singolare se si tiene conto che in mancanza di detto Personale, l'Anas sarà costretta ad appaltare i servizi ora svolti dai predetti, con sicuro aggravio di spese per lo Stato, unico azionista della Società. Per tali motivi si chiede a Sua Eccellenza di convocare un tavolo tecnico, cui invitare la Direzione Regionale dell'Anas Spa Molise e, per competenza, gli Assessori regionali al Lavoro e dei Trasporti, al fine di intraprendere, unitamente alle organizzazioni sindacali regionali, cui la presente viene trasmesse per conoscenza, un percorso che possa garantire serenità di rapporti tra l'Anas e i propri Dipendenti, al fine di assicurare il normale livello di servizio delle Strade Statali della Regione Mouse e garantire, nel contempo, notevoli economie gestionali a vantaggio della Collettività”.
TAaglio lto
5 18 novembre 2014
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Dalla lista dei 39 soggetti idonei a ricoprire le cariche di direttore generale e di segretario del consiglio regionale
E’ Marinella D'Innocenzo il primo coniglio uscito dal cilindro di Frattura Titolare della direzione generale per la salute al posto di Antonio Lastoria I dirigenti in servizio alla Regione Molise sono sì dotati dei titoli di studio confacenti (la laurea), ma non vantano alcuna attitudine manageriale! La giunta regionale presieduta da Paolo di Laura Frattura, l’8 novembre scorso ha conferito l’incarico di responsabilità, in posizione di titolarità, della Direzione generale per la Salute alla dottoressa Marinella D'Innocenzo perché, a parere dell’esecutivo, possiede lo specifico requisito di legge della “dimostrata attitudine manageriale” (Sic ! –Ndr). La D’Innocenzo è stata scelta dall’elenco dei 39 idonei a ricoprire le cariche di direttore generale e di segretario del consiglio reso pubblico ed approvato solo qualche giorno prima. Oplà: il primo coniglio è stato tirato fuori dal cilindro. Vedremo chi saranno gli altri due. Dal curriculum della D’Innocenzo la giunta ha rilevato “una lunga e qualificata esperienza lavorativa nel settore della sanità, maturata con incarichi particolarmente qualificati, svolti in ambiti regionali diversi, con conseguente acquisizione di conoscenza approfondita di modelli programmatici ed organizzativi diversi. Tra le esperienze maggiormente considerate ai fini della scelta , quella di direttore generale maturata nell'azienda ospedaliera della Regione Piemonte e quelle maturate nella Regione Lazio in aziende ospedaliere, specificatamente preposte alla
gestione della rete delle emergenze/urgenze del 118 regionale (solo per inciso vogliamo ricordare che la sanità laziale è in aperta concorrenza con quella molisana per quanto riguarda inefficienza e debiti accumulati – ndr). Probabilmente la scelta ha tenuto conto della specifica maturazione dirigenziale delle emergenze/urgenze che nel Molise costituiscono il pane quotidiano. A di là di queste estemporanee considerazioni , c’è da sottolineare che la giunta prima di indicare nella D’Innocenzo la figura dirigenziale adatta ad occuparsi della direzione generale della Salute, ha valutato che i dirigenti in servizio alla Regione Molise sono sì dotati dei titoli di studio confacenti (la laurea), ma non vantano alcuna attitudine manageriale! Ammissione scritta del piattume dirigenziale in essere oltre che della insussistenza nell’organizzazione regionale di una possibilità in cui siano riconoscibili ed esprimibili attitudini manageriali. La Regione, vale a dire, è così priva di progetti, di azioni, di programmi qualificativi che nessuno dei dirigenti può vantarsi di essere o di poter essere un manager. Vedremo pertanto cosa succederà con i prossimi incarichi di direttore generale (si profila la riconferma
di Di Mirco) e di segretario del consiglio regionale. La lista dei 39 idonei è il pozzo da cui attingere. Il primo attingimento ha favorito un soggetto estraneo alla realtà molisana in quanto ai fini del conferimento di ciascun incarico di funzione dirigenziale la Regione deve tener conto, in relazione alla natura e alle caratteristiche degli obiettivi prefissati ed alla complessità della struttura interessata, delle attitudini e delle capacità professionali del singolo dirigente, dei risultati conseguiti in precedenza nell’amministrazione di appartenenza e della relativa valutazione, delle specifiche competenze organizzative possedute, nonché delle esperienze di direzione eventualmente maturate all’estero, presso il settore privato o presso altre amministrazioni pubbliche, purché attinenti al conferimento dell’incarico. Bene, queste qualità, questi
elementi e queste condizioni, stando al giudizio della giunta, non erano rinvenibili nel lotto dei dirigenti regionali. E né, dobbiamo credere, nel lotto degli altri idonei di cui all’elenco dei 39 più volte menzionato. Nella lista dei 39 la D’Innocenzo era in compagnia di altre donne che come lei ambivano magari all’incarico. Le vogliamo ricordare: Gabriella Santoro, Laura Scioli, Claudia Tarascio, Paola Belfiore e Lorella Palladino. Peccato che costoro, pur avendo particolare e comprovata qualificazione professionale, peraltro non rinvenibile nei ruoli dell’amministrazione regionale, fossero prive di una “dimostrata attitudine manageriale”. La D’Innocenzo prende il testimone lasciato da Antonio Lastoria. Dardo
Industria, senza Piano tutto bloccato trebbero mettere un pensierino sul Molise. Anche alla luce della sbandierata e manifesta volontà di ridurre, finalmente, i Nuclei industriali da tre a uno. Da qui l'idea dell'elaMentre la crisi continua a mordere borazione di un Piano con al suo interno manca la riforma dei Nuclei concetti chiave per lo sviluppo dei settori regionale di sviluppo econo- produttivi da fare emergere mico. Ovvero ad uno stru- dagli ambiti di intervento e remento, elaborato dalla lativi obiettivi operativi fissati direzione generale Sviluppo dallo stesso piano. Tanto per economico, con il quale la Re- fare qualche esempio: innovagione pianifica l'attuazione zione e trasferimento tecnolopromozione ed delle politiche economiche per gico, il prossimo quadriennio in ma- internazionalizzazione, competeria di industria, artigianato, titività, integrazione/aggregae certificazioni commercio, cooperazione, turi- zione smo e settore secondario e ter- ambientali e sociali delle imziario. Un documento agile, prese. Il tutto, però, senza fafondato su quattro punti strate- raonici e irrealizzabili propositi gici capace di dare delle diret- ma guardando, piuttosto, alla tive e fornire linee d'azione realtà, alla situazione in essere tanto per quanti già operano sul e da qui ripartire per garantire territorio, tanto per quanti po- sviluppo. CAMPOBASSO. Mentre la crisi continua a 'mordere' con forza il sistema produttivo regionale, non sarebbe male pensare a un vero e proprio Piano
E' chiaro e evidente che il Piano dovrà essere stilato in stretta correlazione con le politiche di sviluppo e le politiche strutturali della Commissione europea e concentrare i propri interventi di sostegno e di revisione delle proprie politiche nell ' i n n o v a r e l'industria, il sistema turistico e il sistema commerciale, per accrescere la competitività delle produzioni e del territorio molisano nel mercato internazionale. Si tratterebbe, oltremodo, di una sfida necessaria in questo momento di grave crisi congiunturale. Il Piano, quindi, do-
vrebbe essere capace di assicurare quell'articolata rete di azioni e progetti per rilanciare la produzione e assicurare alle imprese che operano sul territo-
rio i necessari punti d'appoggio. E' questa la sfida che si impone in un momento di massima difficoltà del mondo imprenditoriale molisano.
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Campobasso
18 novembre 2014
“Quel Registro va cancellato” Il capogruppo dell’Udc Ambrosio minaccia l’uscita dell’Udc dalla maggioranza a Palazzo San Giorgio CAMPOBASSO. “L’approvazione della mozione per la istituzione del registro per il testamento biologico, rappresenta un atto illegittimo dal punto di vista amministrativo, inaccettabile stante il profilo etico e provocatorio sotto l’aspetto politico, che porrebbe una seria riflessione sul proseguimento del percorso di alleanza elettorale da parte dell’Udc qualora il sindaco e la giunta municipale dovessero dare seguito al pur semplice
invito rivolto da una esigua minoranza di consiglieri (12 su 33) nella seduta dell’11 novembre”. Lo sostiene il capogruppo dell’Udc in Consiglio comunale a Campobasso, Michele Ambrosio che sottolinea come qualora non si dovesse giungere alla rivisitazione di tale passaggio l’Udc potrebbe uscire dalla maggioranza. “Una discussione strumentale - prosegue Ambrosio - avallata peraltro dall’assenso e dall’assenza del sindaco che nulla
ha fatto né al momento della proposizione della mozione avvenuta senza alcuna valutazione d’opportunità, né successivamente in sede di dibattito non invitando al ritiro della mozione, né in fase di votazione legittimando di fatto l’indirizzo pilatesco della libertà di coscienza. Come capogruppo dell’Udc al comune di Campobasso, invito pertanto il primo cittadino a soprassedere da qualsiasi decisione in merito, evitando ulteriori strappi che
sul tema già hanno lacerato il suo stesso partito e gli altri della coalizione (sia con le assenze di disapprovazione sia con i voti contrari) invitando altresì l’assessore Massimo Sabusco ad assumere ogni iniziativa possibile e tutte le determinazioni del caso nel contrasto ad una eventuale deliberazione in tal senso”.
L’intervento
Registro biologico, nessun valore giuridico quindi illegittimo di Marialaura Cancellario* Stiamo parlando di un argomento molto dibattuto nel nostro Paese, che vede come protagonisti le coscienze delle persone; e senza voler entrare nel merito della questione, in quanto ogni individuo ha per me la libertà di decidere sulla propria vita, mi limiterò a fare alcune considerazioni di carattere esclusivamente legale sui motivi che mi hanno portata ad esprimere un voto sfavorevole alla mozione presentata dai colleghi di maggioranza. I REGISTRI per la raccolta dei testamenti biologici istituiti da diversi Comuni italiani non hanno alcun valore giuridico e sono illegittimi, in quanto l’unico a poter legiferare sulla materia è lo Stato. Lo hanno ben chiarito in una circolare, relativa ai REGISTRI per la raccolta delle dichiarazioni anticipate di trat-
tamento, i vari Ministeri competenti, che correttamente sono intervenuti sull’argomento. Occorre inoltre considerare che la materia del “fine vita” rientra nell’esclusiva competenza del legislatore nazionale e non risulta, ad oggi, da questi regolata. Detto ciò, l’intervento del Comune in questi ambiti appare pertanto esorbitante rispetto alle competenze proprie dell’ente locale e si traduce in veri e propri provvedimenti privi di alcuna efficacia giuridica. I registri attualmente istituiti presso le pubbliche amministrazioni rispondono alla fondamentale finalita’ di attribuire certezza giuridica a specifiche situazioni (provenienza e data di deposito di un determinato documento, dati identificativi di una persona, ecc.). Di conseguenza, nes-
suna norma di legge abilita il Comune a gestire il servizio relativo alle dichiarazioni anticipate di trattamento. Non a caso è auspicabile una legge dello Stato, fondamentale anche in quanto in questo argomento vengono racchiuse altre materie come la tutela della salute, della famiglia e della privacy, nell’ambito delle quali il Comune non puo’ certamente agire in assenza di una disciplina statale che ponga principi e definisca la competenze di vari soggetti pubblici coinvolti. Quindi, così come ben evidenziato dalla circolare ministeriale, “non si rinvengono elementi idonei a ritenere legittime le iniziative volte alla introduzione dei REGISTRI per le dichiarazioni anticipate di trattamento. In tale quadro si potrebbe,
anzi, ipotizzare, nel caso in cui si intenda dar comunque corso ad iniziative del genere, un uso distorto di risorse umane e finanziarie, con eventuali possibili responsabilita’ di chi se ne sia fatto promotore”. Poste queste considerazioni è evidente che ci troviamo di fronte ad una indubbia situazione di ‘vacatio legis’, riconosciuta anche dalla circolare del Governo che, negando ogni valore giuridico ai REGISTRI comunali ammette la necessita’ di un intervento legislativo. Ma tale intervento legislativo non può essere certamente colmato dalle “arbitrarie” iniziative messe in campo dai comuni che a mio modesto parere creano solo delle false aspettative nei confronti dei cittadini. Ritengo, altresì, che lo stallo in cui è incappato il legislatore vada neces-
sariamente superato in tempi brevissimi, con una legge chiara, unitaria e che vada a disciplinare in maniera dettagliata l’eventuale concreta attuazione di tali REGISTRI.Concludo dicendo che per me un diritto nasce dalla legge, e se una legge non c’è si rischia di cadere nella sopraffazione e nella prevaricazione dei ruoli. Non è tra l’altro possibile pensare che l’etica morale venga disciplinata tramite una mozione consigliare, devono essere il Parlamento e gli organi preposti a legiferare nel merito a riempire di contenuti giuridici le dichiarazioni Anticipate di Trattamento in modo da creare uno strumento davvero utilizzabile da tutti.” *Consigliere comunale di Democrazia Popolare
L’intervista
Poco umano, troppo poco umano Una deriva di morte sta lentamente invadendo le aule dei nostri consigli comunali. Si moltiplicano le mozioni per l’istituzione dei Registri contenenti le “D.A.T.”, dichiarazioni anticipate di trattamento. Le dichiarazioni anticipate di voler morire con l’eutanasia. Con il margine di soli due voti anche il Consiglio Comunale di Campobasso ha dato il via libera, l’11 novembre scorso, alla mozione che impegna la Giunta comunale in tal senso. In un terribile frangente storico dove c’è bisogno di un supplemento di speranza, soprattutto per i giovani, un tarlo di nichilismo e di rassegnazione penetra e corrode l’impianto dei rapporti umani. Le persone con una malattia in fase terminale hanno bisogno di un supplemento di umanità, di rapporti, di cure mediche per affrontare in maniera dignitosa l’ultimo tratto della vita. Ma solo un popolo che ha desiderio di vita e di futuro può esprimere, anche in questi frangenti, la bellezza del vivere, distillando una umanità autentica.
Sta circolando sul web un servizio televisivo dove viene apertamente denunciata la pericolosa deriva che ha assunto l’eutanasia legale in Belgio e Olanda, primi paesi europei ad aver legiferato in materia. Vi trovano la morte, in maniera assurda e arbitraria, anche persone che non lo avevano chiesto. Il Movimento PER si è battuto contro questa deriva, arrivando ad un soffio dall’esito positivo. E continuerà a farlo. È mancato l’apporto di alcuni cattolici che hanno preferito per ragioni politiche e di stabilità della maggioranza, assumere decisioni che hanno portato all’approvazione della mozione. E suonano paradossali le parole di Papa Francesco pronunciate all’Associazione Medici Cattolici Italiani pochi giorni dopo: «Il pensiero dominante propone a volte una “falsa compassione”: quella che ritiene sia un aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica “produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre. La compassione evangelica invece è quella che accompagna nel momento
del bisogno, cioè quella del Buon Samaritano, che “vede”, “ha compassione”, si avvicina e offre aiuto concreto». Papa Francesco ha poi continuato in maniera da non lasciare adito a dubbi: «È un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma, senti, nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”. Lo stesso vale per l’eutanasia: tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia nascosta. Ma, anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio io, come io voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo». Quanto è lontano il 5 luglio, quanto distante quella visita del Papa “venuto dall’altra parte del mondo”. MOVIMENTO “PER” – POLITICA, ETICA E RESPONSABILITÀ CIRCOLO DI CAMPOBASSO
Campobasso
7 18 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Tranciano il dito a un morto Ignoti hanno dileggiato il corpo di un 74enne nella sala mortuaria del Cardarelli . Indaga la Mobile CAMPOBASSO. Tagliano il dito ad un defunto prima del funerale. E’ la macabra vicenda verificatasi questa mattina, 17 novembre, nell’obitorio dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. La salma dell’uomo, un anziano 74enne di Vinchiaturo deceduto per cause naturali, era nell’obitorio del nosocomio di contrada Tappino in attesa dello svolgi-
L’intervento
mento del rito funebre che si sarebbe dovuto svolgere alle 11.00 di oggi. Ma la scoperta da parte dei parenti, già affranti per la scomparsa del caro, ha gettato ulteriore sconforto sulla questione. Sembrerebbe infatti che qualcuno si sia introdotto nell’obitorio ed abbia amputato un dito all’anziano defunto. Tempestiva la denuncia dei familiari alla Poli-
zia di Stato, intervenuta sul posto con la Squadra Mobile, diretta dal dott. Iasi, e con la Scientifica che stanno effettuando i dovuti rilievi. Aperto un fascicolo contro ignoti per vilipendio di cadavere. L’ipotesi più gettonata sarebbe quella che a commettere il vile gesto sia stato uno squilibrato, ma gli inquirenti non escludono altre piste. La Polizia sta attual-
mente ascoltando diverse persone tra cui il responsabile dell’obitorio dell’ospedale per capire come sia possibile che estranei si siano potuti introdurre all’interno della struttura. Un fatto grave alla luce del fatto che nell’obitorio sono presenti anche corpi sui quali vengono effettuate autopsie
Terminal autobus, questi i passi dell’Amministrazione di Lello Bucci*
In merito alle discussioni avutesi nel consiglio comunale di Campobasso dello scorso 4 novembre, relative alla gestione del Terminal cittadino, giovano alcune precisioni in quanto chi scrive, essendo delegato dal Sindaco alla mobilità urbana, è anche l’unico incaricato a vagliare tutte le soluzioni idonee a restituire alla città un Terminal strutturato modernamente e dotato di servizi degni di una citta capoluogo. In via di principio la mozione proveniente dai consiglieri comunali di opposizione conteneva idee condivisibili ma troppo generiche e comunque attuabili solo in seno ad un progetto complessivo, ad ampio respiro, che possa prevedere la riqualificazione dell’intero sito. Chi scrive già da molte settimane è al lavoro per realizzare quanto detto , che potrebbe essere uno degli obiettivi principali dell’amministra-
zione comunale. Si dovrà vagliare tutta la documentazione tecnico-giuridica esistente, proveniente dalle vecchie amministrazioni per predisporre uno strumento contrattuale, probabilmente un progetto di finanza privata, che intervenga sul manufatto esistente nell’area. Avendo visionato i locali, essi contengono gli spazi sufficienti per svolgere all’interno varie attività commerciali, dalla ristorazione, al commercio o all’artigianato. Tutto dipenderà dalle scelte che attuerà l’amministrazione che valuterà al meglio le varie soluzioni. Il dato incontrovertibile è che il terminal-bus ha un’importanza fondamentale per la città in quanto, ubicato in zona centrale, rappresenta un importante smistamento della mobilità su autobus urbani ed extraurbani, con conseguente transito di un numero elevato di utenti giornalieri. Sicura-
mente occorreranno degli interventi per mettere in sicurezza alcuni ambienti ed assicurare servizi di qualità. A titolo di esempio potrebbero citarsi la realizzazione di un’area dotata di adeguati servizi igienici, strumenti per la raccolta differenziata dei rifiuti, punti ristoro, adeguata illuminazione, ripristinare la funzionalità di strutture esistenti ma oggi in stato di degrado , abbattere le barriere architettoniche ed assicurare la fruizione dell’area anche ai soggetti diversamente abili. A tal proposito occorrerà adeguare una scala mobile esistente all’interno. La cittadinanza aspetta da circa venti anni un’opera funzionale e moderna che dia risposte concrete, in termini di efficienza, all’accoglienza dei viaggiatori che transitano nella zona. Lo scrivente pertanto, dopo aver terminato la fase di studio della documentazione esistente e dopo aver
acquisito ogni altro elemento ritenuto idoneo, valuterà con i gruppi di maggioranza e con la commissione competente lo strumento giuridico da utilizzare per la gestione del Terminal e gli obiettivi da perseguire, per giungere ad una soluzione definitiva il più possibile condivisa con l’intera amministrazione. Probabilmente lo strumento tecnico-giuridico più idoneo per l’interesse dell’Amministrazione sarà l’affidamento ai privati e in tal caso bisognerà predisporre un bando di gara con la massima attenzione al fine di evitare contenziosi che rallenterebbero in maniera inesorabile la realizzazione dell’opera. Ed in questo senso ha intenzione di muoversi l’amministrazione. La gestione del Terminal comprenderà anche la realizzazione di ulteriori parcheggi nell’area, di proprietà comunale che va verso l’edifico delle Poste in via S.
Giovanni, alle spalle di quelli attuali già esistenti. Con finanziamenti regionali si procederà invece al completamento del collegamento con via Mazzini, opera già quasi ultimata e che risolverà anche i problemi di sicurezza dei passeggeri che attualmente escono dalla zona Terminal e si dirigono in città. Quest’ultima opera non è giuridicamente e tecnicamente collegata alla gestione del Terminal , nel senso che un’eventuale affidamento a privati riguarderebbe solo quest’ultima opera e non anche il collegamento con via Mazzini. Ciò non toglie comunque che entrambe le opere si armonizzeranno fra loro per creare un collegamento efficiente e veloce fra la zona viaggiatori e il centro città. * Consigliere Partito Democratico (delegato alla mobilità)
Una pistola illegale e scatta la denuncia La Squadra mobile ha rinvenuto e sequestrato una calibro 8 detenuta da una donna CAMPOBASSO. La Polizia di Stato di Campobasso nell’ambito dei servizi di intelligence finalizzati alla prevenzione e repressione di reati, ha effettuato una perquisizione d’iniziativa ai sensi dell’art. 41 del testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, diretta alla ricerca
di armi, munizioni ed esplosivi detenuti illegalmente. In un appartamento di questo centro cittadino, la Squadra Mobile ha rinvenuto e sequestrato una pistola WAFFENFABRIK STEYR cal. 8, considerata arma comune da sparo, perfetta-
mente funzionante, detenuta abusivamente. La predetta arma era in uso all’esercito imperiale austriaco, con il nome di “1912 Selbstladepistole Steyr” (cioè Pistola automatica Steyr 1912). Il personale della Polizia di Stato intervenuto,
ha denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Campobasso una donna, classe 1965, per detenzione abusiva d’arma. A carico della predetta è stata richiesta l’adozione del provvedimento del divieto detenzione armi, munizioni ed esplosivi.
Cassa integrazione Gam, sentenza decisiva Troppe illegittimità, sul piano civilistico, per quanto attuato nel tempo CAMPOBASSO. Con una approfondita sentenza il giudice del lavoro di Campobasso,dottoressa Laura Scarlatelli, ha detto una prima, importante parola sulla questione della gestione della cassa integrazione nella Regione Molise, nel caso di specie nella Gam/Solagrital di Bojano. Chi ci segue sa benissimo che siamo stati gli unici a sollevare lo scandalo cassa integrazione: una montagna di soldi pubblici versati nelle casse di aziende locali spesso senza le adeguate verifiche, in alcuni casi soldi erogati grazie a vere e proprie truffe. La pronuncia del giudice del lavoro è solo di natura civile ed è relativa ad una impugnativa di un lavoratore della Solagrital nei confronti del provvedimento di posizionamento in cassa integrazione da lui ricevuto. Cionondimeno la sentenza è molto interessante e molto chiara. La messa in cassa integrazione del lavoratore viene dichiarata “illegittima” dal giudice che articola in profondità tale illegittimità. Citando numerose pronunce della Cassazione la dottoressa Scarlatelli precisa come nella scelta dei lavoratori da porre in cassa integrazione “tali criteri debbono essere connotati dal requisito della specificità, ovvero, dalla “idoneità …. ad operare la selezione e nel contempo a consentire la verifica della corrispondenza della scelta ai criteri”. Inoltre, il suddetto requisito “non individua una specie nell’ambito del genere criterio di scelta, ma esprime la necessità che esso sia effettivamente
tale, e cioè in grado di operare da solo la selezione dei soggetti da porre in cassa integrazione”, infatti “un criterio di scelta generico non è effettivamente tale, ma esprime soltanto un generico indirizzo nella scelta, non un criterio di scelta”.Insomma l’azienda non può scegliere i lavoratori da porre in cassa integrazione in modo discrezionale ma solo appoggiandosi a criteri oggettivi. Criteri oggettivi che nel caso di specie sono del tutto mancanti. “Nella comunicazione di attivazione della procedura- continua la sentenza- la società si limita ad indicare che la scelta dei lavoratori da collocare in CIGS sarà operata in conseguenza delle necessità derivanti dalle esigenze tecnico-produttive ovvero dalla possibilità di poter utilizzare i lavoratori in organico in più o diverse postazioni lavorative. Il criterio appare privo della specificità richiesta dalla norma in quanto rimette alla scelta discrezionale del datore l’individuazione dei lavoratori peraltro sulla scorta di eventi futuri genericamente ricondotti ad esigenze tecnico-produttive”. Il valore di questa pronuncia va oltre il singolo caso. Come si sa sulle vicende della cassa integrazione è stato acceso un faro da parte della procura della repubblica di Campobasso, che sta indagando su due specifiche vicende. Una è proprio quella che ha visto coinvolto il polo avicolo di Bojano. Alla base di questa indagine ci sono le denunce di alcuni lavoratori ma anche i no-
stri articoli che dettagliarono alcune palesi incongruenze nella concessione dei benefici all’azienda di Bojano (un caso su tutti: 11 avventizi messi in cassa integrazione lo stesso giorno che firmarono il contratto di lavoro). Un’altra indagine, potenzialmente esplosiva, riguarda un gruppo di aziende facenti capo allo stesso soggetto economico, peraltro un noto soggetto del mondo associativo e rappresentativo molisano. In questo caso la concessione della cassa integrazione sarebbe avvenuta producendo documenti e dati contabili artefatti, tali da indurre alla concessione dei benefici (oltre 200.000 euro di contributi pubblici) sulla base di una situazione non veritiera. L’ente associativo metteva in cassa integrazione discrezionalmente lavoratori considerati scomodi e provvedeva nel contempo a fare nuove assunzioni di persone più malleabili tramite un gioco di scatole cinesi. In questo caso è coinvolto un responsabile di un importante ente pubblico economico molisano, già chiacchierato per precedenti gestioni contabili poco lineari. La pronuncia della dottoressa Scarlatelli ha il pregio di sentenziare, sia pure nel solo ambito civilistico, che la gestione della cassa integrazione presenta illegittimità palese ed eclatanti. Una illegittimità che, evidentemente, può costituire un importante fattore di accelerazione anche per quanto riguarda le inchieste della Procura .
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Isernia
18 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Brasiello, sei un disastro”
Il Movimento del Guerriero Sannita sottolinea le negative posizioni del programma ISERNIA. Il Movimento Regionale del Guerriero Sannita ritiene che un programma elettorale di un candidato ad un Ente rappresenti un vero e proprio contratto con gli elettori e che lo stesso, una volta avvenuta l’elezione, vada rispettato. “Nel programma elettorale del Sindaco Brasiello, al paragrafo “tariffe legate al reddito”, si prevedeva ,in linea di principio, per le fasce più disagiate e per quelle che vivono con grande difficoltà economica, di agire, anche sul versante delle entrate, attraverso
l’esenzione da ogni tipo di tributo comunale, e si puntava sul recupero dell’evasione”, lo sostiene Giovanni Muccio presidente del Movimento il Guerriero Sannita. “A tal riguardo, non risulta al Movimento che tale linea di principio nei confronti delle fasce più disagiate sia stata seguita dall’Amministrazione Brasiello, nel momento in cui si è provveduto ad approvare le aliquote delle imposte comunali TASI, TARSU e addizionale Irpef. Il Guerriero Sannita ritiene che non si abbia
un quadro preciso di quante siano le famiglie a Isernia che hanno difficoltà a mettere un piatto in tavola o che hanno luce e gas staccati per morosità incolpevole. Questo Movimento è convinto che la politica dell’Amministrazione Brasiello deve concentrasi, così come da programma, ad affrontare il recupero dell’evasione contributiva, attraverso l’incrocio dei dati catastali con quelli dei proprietari degli immobili, la TARSU e l’analisi dei dati di “valenza fiscale” di diversa provenienza, di
Comune, Agenzia delle Entrate, Camere di Commercio ed altri enti, ai fini di contrastare l’evasione dei tributi sia locali sia erariali. A parere del Guerriero Sannita, l’impegno programmatico sulle fasce deboli va mantenuto, esentando le famiglie isernine in gravi difficoltà economiche. Caro Brasiello, come diceva Lucio Anneo Seneca: “mantenere i propositi fatti richiede più impegno che concepire onesti propositi”.
Lo storico Maniero tra “I luoghi del cuore”. Ecco perché…
Il “cuore” di Macchiagodena pulsa nell’antico Castello di Filippo Ungaro (Cultore di Patrie Memorie) Nel “Chronicon Vulturnense”, di Giovanni di S. Vincenzo del Volturno, si attesta che la nobile Maria, figlia del Conte longobardo Roffrid e vedova di Potrefid, fece dono all’Abbazia “Vulturnense”, tre anni dopo il Mille, della preziosa Chiesetta di S. Apollinare (riservata a feudatari e prelati d’alto rango), ubicata nel “…Castello quod vocatur Macclagodini…”, toponimo, quest’ultimo, di Macchiagodena. L’atto del beneficio attesta, indirettamente, che il poderoso Maniero fortificato (forse, già esistente dal IX secolo ed eretto per tenere sotto controllo eventuali invasioni nemiche dalla sottostante piana di Bojano e, anche, il transito delle greggi lungo il tratturo Pescasseroli-Candela, nel tratto tra Cantalupo del Sannio e Campochiaro) aveva tale importanza e rilevanza strategica da essere degno di citazione nella predetta donazione della Chiesetta “Sancti Apollinaris Martyris”. Macchiagodena, “illis temporibus”, era compresa nella Contea longobarda di Bojano, parte non irrilevante, a sua volta, del “Ducatus Beneventanus”, di cui erano stati titolari, “haud multo ante”, i potenti Principi di Benevento (Pandolfo I, “cognominatus Capodiferro”) e di Capua (Landolfo II), i quali, nell’A.D. 964, cinque del mese di maggio, avevano donato a Landolfo d’Isernia la Contea “aeserniensis”, estesa fino alle “… maccle qui dicuntur de godini”. La concessione feudale fu riportata, nel suo tenore di base, dal Dottor Giovanni Vincenzo Ciarlanti (1539 ?- 1654), Arciprete della Cattedrale d’Isernia, nelle sue interessanti “Memorie Historiche del Sannio”, edite in quella Città nel 1644. Al-
l’uopo, cito dal testo del Ciarlanti il passo ( in un latino molto approssimativo per evoluzione storico-etimologica) che segue. “Pandolfus,… Landolfus divina ordinante prudentia Langobardorum gentis Principes… concederemus… confirmaremus integram Civitatem Yserniensem cum tota pertinentia sua per has fines… De prima parte a vertice de Monte Mateso… in vertice de monte Ianni grande… De secunda parte a maccle qui dicuntur de godini usque in fluvio qui dicitur Trinto maiore”( passim, op. cit. di G.V. Ciarlanti). Prosegue l’Arciprete isernino: “… concedimus… confirmamus tibi supra nominato Landolfo Com. dilecto fratre nostro predictam Civitatem Ysernie cum omnibus territorijs… cum castellis”( “passim”, op. cit.). Tra i castelli dell’atto di concessione, il principale era proprio quello di Macchiagodena, maestoso nei suoi bastioni ed ancor più alto e superbo che mai, il quale, per la sua funzione di controllo territoriale, potrebbe ascriversi addirittura al periodo che va dal sesto secolo all’ottavo. O, ancor prima, come ha sostenuto in una sua pregevole ricerca il benemerito Pasquale Terriaca, studioso macchiagodenese, di cui riporto un sintetico passo. “Tornando un poco indietro, e precisamente, all’ipotesi dell’esistenza, in epoca sannitica, di un’imponente fortezza tra Castelpetroso e Sepino per il controllo del territorio e, soprattutto, della piana di Bojano, si potrebbe ritenere che… L’origine potrebbe essere antecedente al periodo longobardo o romano, poiché tutti i documenti
attestano già la presenza del Castello” (cfr., passim, Pasquale Terriaca, “Appunti per una storia di Macchiagodena”, Ed. Sigmastudio d’Isernia, 2007, pag. 131). Il passo, da me citato “breviter et summatim, exiguitate spatii imperante”, è, tuttavia, sufficiente per comprendere l’eccellenza storicoarchitettonica del Maniero di Macchiagodena, dovizioso di tante preziose testimonianze, le quali vanno emergendo, “progrediente tempore”, dalle nebbie di un lontano passato, denso di gloria e d’illustri Figure, artefici delle forti radici identitarie della gente laboriosa del Molise, “autentico cuore d’Italia”, pronto ad accogliere il Castello tra “I luoghi del cuore”! Ricco di cunicoli, anfratti segreti, sistemi difensivi all’avanguardia per quei tempi, fossati, sale della corte criminale e della tortura, e, “ut primum scripsimus”, della Cappella gentilizia di S. Apollinare, il Maniero,“de quo agimus”, vide alter-
narsi, nel corso dei secoli, numerosi Signori (dal francese Barrasio de Barrasio, nel sec. XIII, alla Famiglia dei Ciocchi-de Salvio, dai quali è ultimamente passato, nel 2010, alla Regione del Molise). Ben venga, dunque, l’iniziativa lodevole, da parte del Sindaco e del Comitato “Riprendiamoci il Castello”, per inserire il Maniero ( che trasuda di leggende fascinose e di storia con le sue torri cilindriche, tipiche del periodo angioino-aragonese, quando la Fortezza iniziò lentamente ad evolversi come Palazzo residenziale) tra “I luoghi del cuore”, sponsorizzati dal F.A.I. e, al contempo, ottenere in prestito d’uso, senza oneri, il vasto ed affascinante Edificio, che da quattro anni è chiuso. Esso potrebbe divenire, in caso di successo dell’iniziativa, una “location” per vari progetti culturali (non escluse varie “fiction” televisive o cinematografiche), i quali sarebbero tesi a valorizzare non la sola
Macchiagodena (di cui il Maniero è insostituibile “cuore pulsante” del pittoresco “borgo antico”, d’ineffabile bellezza ed unico nel suo genere), ma, anche, l’intero Molise, che ha bisogno di “rinascere” all’insegna di una cultura rinnovata e vitale, foriera di benefìci economici e nuovi posti di lavoro per eventuali Cooperative, addette ad un settore in crescita notevole. E’ dal Castello di Macchiagodena che deve partire la riscossa della Regione molisana: non si tratta di una questione di superficiale e velato campanilismo, come potrebbe sembrare di primo acchito. Ve lo assicura, o pazienti lettori, un molisano che vive in Trani (“Perla di Puglia” e sede, tra l’altro, del Maniero Svevo di Federico 2°, visitato da migliaia di persone e fonte d’ispirazione di un “thriller” di successo dello Scrittore tranese Domenico Valente) e che qualche “cosetta” in merito la conosce, soprattutto in termini di sviluppo turistico-culturale. Facciamo sì che anche Macchiagodena diventi “Perla del Molise” (senza nulla togliere alle referenze di Bagnoli del Trigno) e “cuore” della rinascita molisana. Del resto, il motto dello stemma paesano (“sub se omnia”) ci sprona a farlo. Il Santuario di Castelpetroso, “cuore” della “pietas” dell’Addolorata( e della conseguente venerazione popolare verso la Vergine ) ed il Castello di Macchiagodena, “cuore” stupendo e pulsante di novella vita tra “I luoghi del cuore”, diventino, dunque, i centri propulsori della rinascita dell’intera Regione molisana, ch’è, a sua volta, piccolo e grande “heart of Italy”. E non è cosa di poco conto…
L’intervento
Quell’autovelox va rimosso immediatamente di Feliciantonio Di Schiavi
Tutti ricorderanno che il sottoscritto Di Schiavi Feliciantonio, responsabile dell’Associazione Sindacale F.I.A.D.E.L., fu il primo a scoprire che l’Autovelox sito lungo la SS. 85 direzione Napoli, in agro del Comune di Sesto Campano era illegittimo. Infatti il sottoscritto sin dal 09.11.2013 segnalò le illegittimità dell’Autovelox al Prefetto di Isernia ed al Sindaco di Sesto Campano. Voi pensate che il Prefetto ed il Sindaco hanno rimosso l’autovelox? Da allora ad oggi è accaduto che il Comune ha continuato a verbalizzare – con l’autovelox abusivo – e chi osava ricorrere presso il Prefetto di Isernia veniva condannato a pagare il doppio della sanzione. E’ accaduto altresì
che in data 10.02.2014 il Giudice di Pace di Venafro annullava anche l’Ordinanza Ingiunzione della Prefettura di Isernia che aveva dato torto ad un ricorrente e gli aveva raddoppiato la sanzione, ma la Prefettura non ha tenuto in alcuna considerazione quella sentenza del Giudice perché successivamente ha continuato a respingere i ricorsi dei poveri malcapitati cittadini e ha continuato a raddoppiargli le sanzioni. Ora, in data 11.11.2014 anche il Giudice di Pace di Isernia ha annullato l’Ordinanza Ingiunzione della Prefettura di Isernia che aveva respinto un legittimo ricorso di un cittadino ed ha sentenziato il Giudice, ancor meglio di prima,
che quell’autovelox è illegittimo.A questo punto si chiede alla Prefettura di Isernia di ordinare la rimozione dell’apparecchiatura immediatamente e senza indugio alcuno, in analogia all’esemplare comportamento del Prefetto F.F. Dott.ssa Caterina Valente che come tutti ricorderanno, nell’anno 2011, quando accertò che l’Autovelox installato dal Comune di Cantalupo nel Sannio lungo la SS. 17 per Campobasso era illegittimo, immediatamente ne dispose la rimozione. Diversamente si potrebbe determinare anche una certa discriminazione per avere operato in modo diverso per situazioni uguali.
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Termoli
18 novembre 2014
“Più giudici che cancellieri” Il presidente dell’Ordine forense interviene sulla situazione al tribunale di Larino LARINO. Dopo aver deliberato lo scorso 13 novembre, lanciando di fatto un monito ai vertici della giustizia frentana e molisana, il presidente dell’Ordine forense di Larino, Antonio De Michele, si è lasciato andare a un vero e proprio sfogo sul profilo Facebook personale, titolato come ‘Mi sembra di abbaiare alla luna’. “Sono mesi che sia in pubblico, che nelle sedi istituzionali, il Consiglio dell’Ordine degli avvocati segnala come la carenza del personale che opera presso il Tribunale di Larino finisce per mettere in discussione la stessa sopravvivenza della sede. Il momento è paradossale, in quanto, mentre da una canto il numero dei magistrati assegnati ha riempito l’organico (mai tanti giudici a Larino e altri dovrebbero
arrivare nei prossimi mesi), di contro, il personale di Cancelleria è ridotto all’osso. Quasi nessuno dei dipendenti che operavano presso la sede di Termoli ha accettato di trasferirsi a Larino presso il Tribunale; i dipendenti che operavano presso la sede di Larino, in parte hanno ottenuto il trasferimento presso altre sedi, in parte sono andati in quiescenza. Allo stato il numero dei Giudici è quasi superiore ai numero degli addetti alle cancellerie. Se poi si fa il conto dei dipendenti, limitandolo agli addetti che possono ricevere gli atti ed escludendo i commessi e gli autisti (che invece sono a pieno organico) il numero dei giudici operanti è superiore al numero degli addetti abilitati ad avere contatti con il pubblico.
Le nostre denunce sono rimaste inascoltate e ora si congelano le cause. Non credo che questa situazione possa essere tollerata; non è facile dire al cliente ‘la sentenza che aspettavi, non può essere emessa, la tua causa è stata messa nel freezer’. Certo le difficoltà ci sono, certo manca il personale, certo è anche colpa (in minima parte) degli avvocati i quali piuttosto che fare le file davanti alla cancellerie civili, per chiedere quello che sta succedendo delle proprie cause ben potrebbero ricercare le stesse notizie tramite lo strumento polisiweb, o inoltrare gli atti utilizzando il processo civile telematico. Sarei tentato di invitare ad alzare i toni della protesta, ma questa è una decisione di non poco conto, in quanto da
essa qualcuno potrebbe trovare il destro per riattizzare le volontà di riforma della geografia giudiziaria che porterebbe a decretare la morte certa del Tribunale. Una decisione sulle modalità della protesta, perché a questo punto non bastano le segnalazioni e i lamenti, dovrebbe essere presa dall’assemblea degli iscritti all’ordine degli avvocati, Io ho la mia idea: Non vorrei che il Tribunale di Larino facesse una triste fine. Il Consiglio dell’Ordine opererà, senza che ne abbia i poteri e Il diritto per cercare di dare funzionalità al Tribunale, ‘inventando’ anche i dipendenti, ma se si deve morire preferisco morire lottando, piuttosto che morire per auto-strangolamento”.
Ritardo diagnostico, il dentista paga Il caso è stato discusso dinanzi il tribunale di Larino che ha condannato il professionista Il dentista aveva effettuato la devitalizzazione di un molare con successiva ricostruzione del dente di un paziente studente universitario. A distanza di un mese questi inizia ad accusare fortissimi dolori e gonfiore in corrispondenza dell’intervento. Dopo una cura antibiotica il dentista effettua il secondo intervento di decostruzione, devitalizzazione e ricostruzione del dente. Niente da fare ancora fortissimi dolori, gonfiore e febbre alta. Sta di fatto che sopravviene un ascesso con linfonodi vistosi. Il paziente è stato cosi costretto ad un intervento chirurgico urgente con escissione del linfonodo e a seguito di ulteriori complicazioni è stato costretto a estrarre il dente per debellare definitivamente ogni disagio biologico e ogni complicazione per l’assenza dagli studi universitari. Il tutto con evidenti pregiudizi estetico e funzionale. Lo studente dopo aver tentato vana-
mente di ottenere il risarcimento dei danni in via stragiudiziale si è rivolto all’avv.Vincenzo Iacovino del Foro di Campobasso e dopo una lunga battaglia legale ha visto
riconosciute le sue ragioni. Il Tribunale di Larino dopo aver premesso che la ortodonzia sia ormai una scienza ampiamente sperimentata e dai principi conso-
lidati e che il medico-chirurgo risponde anche per colpa lieve, quando per omissione di diligenza o per inadeguata preparazione provochi un danno nell’esecuzione di un intervento operatorio o di una terapia medica, ha ritenuto che l’indirizzo terapeutico da seguire a fronte della situazione clinica specifica del paziente non può certo costituire una situazione di particolare difficoltà. Il Tribunale ha precisato che l’esimente della responsabilità per colta grave si concretizza, diversamente, solo quanto il caso clinico è di particolare complessità o non ancora sperimentato o non studiato a sufficienza o perche non ancora dibattuto con riferimento ai metodi terapeutici da seguire. Il Tribunale dopo aver determinato la difficoltà clinica del caso ha sancito che il medico chirurgo nell’adempimento delle sue obbligazioni contrattuali inerenti la propria attività professionale è
tenuto ad una diligenza che non è solo quella del buon padre di famiglia ma anche e soprattutto quella specifica del debitore qualificato con conseguente rispetto di tutte le regole e gli accorgimenti che nel loro insieme costituiscono la conoscenza della professione medica. Su tali presupposti il dentista è stato ritenuto responsabile del ritardo diagnostico nel processo infettivo del paziente ed è stato condannato al risarcimento dei danni tutti subiti dallo studente. Il dentista è stato cosi condannato risarcire allo studente le spese mediche necessarie per combattere lo stato infiammatorio, il danno da inabilita temporanea parziale per euro 700, il danno biologico permanete nella misura di euro 8.000 e infine i danni morali ed esistenziali, ivi compresa l’incidenza negativa dello stato patologico sul rendimento universitario per circa 6.000 euro oltre le spese legali.
A fuoco la discarica A Guglionesi incendio doloso all’impianto di raccolta rifiuti elettrici GUGLIONESI. A fuoco ieri mattina il centro di raccolta per Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche di Guglionesi che ha avviato le sue attività l’estate scorsa. Secondo una prima ricostruzione potrebbe esserci il dolo alla base dell’innesco delle fiamme. L’allarme è stato lanciato a metà mattinata, intorno alle 9.30. Immediato l’arrivo sul posto da parte dei Vigili del fuoco e dei Carabinieri che stanno svolgendo tuttora le
operazioni per porre in sicurezza l’intera area. Per quanto concerne l’ipotesi del dolo, il condizionale è d’obbligo, almeno finchè non saranno sciolti tutti i dubbi ma resta lo sdegno per un gesto assurdo che, senza dubbio, ha provocato il diffondersi nell’aria di sostanze tossiche in quanto a bruciare sarebbero stati perlopiù rifiuti elettrici ed elettronici. A finire nella morsa delle fiamme è stato
così un container carico di grandi elettrodomestici quali lavatrici, frigoriferi e televisori che giacevano in attesa d’essere portati via per lo smaltimento. Ricordiamo che nel Basso Molise esistono solo due centri di raccolta per Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, meglio noto come centro Raee, l’uno a San Martino in Pensilis e l’altro appunto a Guglionesi, gestito appunto dalla ditta Tekneko. A intervenire, data la vastità dell’incendio,
anche i Vigili del fuoco di Santa Croce di Magliano. I danni potrebbero aggirarsi intorno ai centomila euro, ma ovviamente non è quantificabile ancora il quantitativo di sostanze tossiche che si sono propagate nell’atmosfera. Sul fatto indagano i Carabinieri di Guglionesi. Data l’essere intatta la rete di recinsione si suppone che l’eventuale autore del gesto abbia scavalcato il cancello. L’area non è sottoposta a videosorveglianza.
Comune-Unioncamere, sportello impresa La struttura servirà a fungere da contatto tra il pubblico e l’attività imprenditoriale TERMOLI. È stato siglato ieri mattina l’accordo tra il Comune di Termoli, Unioncamere, Fin Molise e Sviluppo Italia per la costituzione di uno Sportello Impresa che avrà sede al piano terra del Comune di Termoli. Lo Sportello fungerà da punto di contatto con i consulenti e gli esperti dei diversi Enti che, gratuitamente, porranno la loro esperienza e professionalità al servizio di tutti coloro che desiderano intraprendere un’attività imprenditoriale o chi ha già un’impresa e desidera avere un tutoraggio o un supporto tecnico.
Presente stamane in sede di conferenza stampa Pasqualino Piersimoni di Unioncamere che ha precisato l’ottima risposta che lo stesso ufficio ha restituito su Isernia dove, da quando è attivo, ha intercettato più di 500 contatti e restituito ottimi risultati, riuscendo “a dare le risposte che i cittadini e le aziende volevano”. Soddisfazione diffusa e condivisa anche dal sindaco cittadino Angelo Sbrocca, che avrebbe preso contatti per questa attuazione già una settimana dopo la vittoria elettorale, e da Clau-
dio Pian di Sviluppo Italia che ha evidenziato il loro essere riusciti, nell’ultimo anno, “ad accompagnare alla nascita circa settanta nuove aziende”. A chiusura di conferenza, l’assessore al ramo Vincenzo Ferrazzano ha evidenziato la sua soddisfazione per il buon esito dell’accordo. Un “mettersi a servizio di aziende e cittadini” che è “dovere della nostra amministrazione”: ha concluso il sindaco Angelo Sbrocca.
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Termoli
18 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Sbrocca, solo tasse” L’aumento indiscriminato delle tariffe è stato oggetto delle critiche del consigliere Di Brino TERMOLI. Ha convocato gli organi di stampa questa mattina, l’ex sindaco Antonio Basso Di Brino, per denunciare “l’aumento delle tariffe smisurato” in tema tassazioni per i cittadini termolesi. L’esponente di Nuovo Centro Destra impugna il bilancio di previsione varato dall’amministrazione Sbrocca e annuncia esposti alla Corte dei Conti del Molise. “Il primo esposto – si legge nella nota di Di Brino – lo abbiamo inviato intorno alla metà di ottobre ed è rivolto alla Corte dei Conti del Molise, alla procura Regionale della Corte dei Conti del Molise e per conoscenza anche al Prefetto di Campobasso. Tale esposto riguardava le modalità di approvazione del bilancio di previsione anno 2014 e il bilancio pluriennale del triennio 2014 – 2016. Il motivo di tale esposto risiede quindi nell’illegittimità relativamente agli atti di giunta”.
era n. 50 del 28/08/2014, proponeva al consiglio comunale in data 28/08/2014 gli stessi allegati e di approvare il bilancio annuale di previsione 2014 e pluriennale (triennio 2014-2016). Vi è quindi una chiara violazione del suddetto articolo, un vizio di illegittimità relativo all’atto di giunta comunale, proprio perché l’art 174 del D.lgs. n. 267/2000 recita che “Lo schema di bilancio annuale di previsione, la relazione previsionale e programmatica e lo schema di bilancio pluriennale sono predisposti dall’organo esecutivo e da questo presentati all’organo consiliare unitamente agli allegati ed alla relazione dell’organo di revisione””. Il secondo esposto, invece, riguarda le modalità di approvazione del piano triennale 2014 – 2016 in tema di alienazione e valorizzazioni immobiliari.
Nello specifico, la denuncia riguarda l’approvazione da parte della Giunta Comunale, con delibera n. 218 del 21/08/2014, dello schema di bilancio di previsione.
Nello specifico, si fa riferimento alla delibera n. 49 del 28/08/2014 che approvava il piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari per il triennio di riferimento 2014 – 2016.
“Secondo gli art 172 del D.lgs. 267/2000 e l’art 174 del D.lgs. n. 267/2000 – sostiene Di Brino – doveva contenere già i relativi allegati inerenti gli eventuali emendamenti presentati dai singoli consiglieri. Pertanto il consiglio comunale con una proposta di delib-
Ciò introduce la questione relativa alla scuola media Albert Schweitzer, che svolgendo tuttora le sue funzioni istituzionali non può essere inserita nel piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari, a differenza dell’ex Istituto Nautico, il quale in data odierna e
da qualche anno, ha spostato le proprie funzioni istituzionali presso il plesso ITNG “Ugo Tiberio” di Termoli sito in Via Alcide De Gasperi n. 28/A. “Ultima – ha affermato il consigliere di minoranza – ma non ultima considerazione, vista la delibera di consiglio del 28/08/2014 n. 49, vi è la stima effettuata dal dirigente del settore ai lavori pubblici (LL.PP.) in riferimento ai beni immobili presenti in Allegato A, in quanto non vi è una perizia asservata e/o modello di asseveramento. Infatti l’art. 5 del R.D. (regio decreto) n. 1366 del 09/10/1922, ancora in vigore come disposto dall’art. 1 co.1 del D.lgs. n. 179 del 01/12/2009, prevede che: “gli atti notori e i verbali di giuramento di perizia stragiudiziali, sono ricevuti dal cancelliere, eccettuati i casi nei quali le disposizioni in vi-
gore riecheggiano che l’atto notorio sia formato davanti al magistrato”. L’asseverazione è quindi un atto pubblico di competenza del Cancelliere e il giurare senza la presenza del pubblico ufficiale non ha alcun significato giuridico poiché il giurante non assume da se stesso, per il solo fatto di giurare, la figura di pubblico ufficiale”. Un preambolo già ricco di suo che cela nuovi momenti di discussione passando al tema relativo all’imposizione fiscale, ed in particolar modo la IUC (Imposta Unica Comunale), la quale comprende IMU, TASI e TARI. Qui, sostiene Di Brino, “occorre precisare che l’amministrazione Sbrocca anziché agire sul risparmio e quindi garantendo il ceto medio, ha previsto un piano di aumento della Tari sia per le utenze domestiche, sia per le utenze non domesti-
che. Premesso che, per l’imposta Tasi essa poteva non essere applicata, proprio in virtù dell’autonomia che ha il Comune di applicare o meno determinate imposte, l’amministrazione Sbrocca ha addirittura aumentato l’imposizione di quest’ultima senza prevedere addirittura nessun tipo di detrazione. Infatti se un amministrazione è virtuosa, cerca in tutti i modi di non incidere negativamente sul “portafogli” delle singole famiglie, così come avvenne anni fa nel comune di Isernia, il cui sindaco non tassò i cittadini dello stesso comune”. In tema “Tari”, Di Brino intende fare memoria del suo operato e ricorda che per non appesantire ulteriormente l’imposizione fiscale sulle famiglie, aveva previsto delle decurtazioni: “nello specifico vi erano detrazioni per famiglie con persone diversamente abili e per famiglie con studenti universitari a carico: questo perché la TARI va applicata anche nei confronti degli affittuari (universitari fuori sede); pertanto le famiglie avrebbero pagato due volte la tassa: la prima volta per i figli fuori sede, e la seconda volta per il nucleo familiare risiedente nel Comune di Termoli. L’attuale amministrazione invece, non solo ha posto al massimo il costo del servizio, ma non ha previsto nemmeno delle detrazioni di vario genere, aumentando così il “peso fiscale” per il ceto medio”.
Rubano motorini, denunciati I carabinieri scoprono la refurtiva a Campomarino. I due sono minorenni TERMOLI. Pensavano di averla fatta franca, dopo aver sottratto, a Termoli, qualche giorno fa, ai legittimi proprietari, all’interno di un casolare di campagna, due motocicli marca Honda, ma l’attenzione dell’Arma, in particolare nei confronti di questo genere
di reati predatori e’ sempre alta, infatti i militari del nucleo operativo e radiomobile, della compagnia carabinieri di Termoli, ponendo in essere una rapidissima attivita’ info-investigativa, hanno scoperto la malefatta, rinvenendo a Campomarino i motocicli ru-
“Il concordato non è eseguibile” Lo Zuccherificio del Molise, quello in concordato preventivo, rischia il fallimento TERMOLI. Lo Zuccherificio del Molise spa, quello in concordato preventivo, rischia il fallimento e stavolta senza potersi rifugiare in zona Cesarini in una procedura alternativa. Con una raccomandata ufficiale a mezzo pec, la struttura commissariale, formata dalla dottoressa Mirella Mileti e dall’avvocato Nicolino Musacchio ha comunicato ai creditori che con provvedimento del 9 ottobre scorso
(deposito avvenuto nel giorno successivo) il giudice delegato ha dato mandato a loro stessi di informare i creditori in ordine alla sopravvenuta insussistenza delle condizioni di eseguibilità del piano concordatario. “Tanto per dovere d’ufficio affinché possiate assumere le determinazioni ritenute opportune secondo le vostre valutazioni di convenienza”, la nota a chiosa della comunicazione.
bati. Gli autori del furto sono stati individuati in f.a. sedicenne e m.l. quindicenne, del posto, entrambi deferiti alla procura della repubblica presso il tribunale dei minorenni di Campobasso, per il reato di furto aggravato in concorso.
Fogne Via Udine, ci pensano i cittadini Vista l’inoperosità dell’amministrazione comunale a pulire il tratto tutti con la ramazza TERMOLI. Prosegue la campagna d’informazione social del comitato di Via Udine che, giorno per giorno, arricchiscono la propria pagina facebook di quel che realizzano per la propria zona di residenza e ieri sera hanno aggiornato il “sistema” con questo status: “Oggi i Componenti del direttivo del comitato e molti residenti hanno continuato le laboriose operazioni di pulizia del condotto fognario; all’uopo sono state rimosse tutte le sterpaglie e l’immondizia gettata ed accumulatasi negli anni. Il grande, proficuo ed encomiabile impegno profuso dai
partecipanti ha permesso, come si evince dalle foto, di rendere la linea fognaria completamente visibile ed ispezionabile. Ancora una volta grazie a tutti, e spero che ciò sia di sprone per tutti i residenti che vorranno partecipare alle nostre iniziative. Ringraziamo la Teramo Ambiente per il supporto logistico fornitoci”. Se è vero che il detto opportuno è “di necessità virtù”, lo è anche che vuoi o non vuoi, questi messaggi sono chiari richiami ad evidenziare l’azione “sonnecchiante” dell’amministrazione,
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Opinioni
18 novembre 2014
di Vincenzo Cimino* Sembra di rivedere un vecchio film in cui, in tempi non sospetti, un giovane Totò trattava la vendita della Fontana di Trevi ad un turista straniero. Signori miei adesso è tutto vero: in Molise, piccola ed ignorata XX regione d’Italia, la Direzione Regionale ai Beni Culturali (emanazione dello Stato) sta brigando per dare in gestione, per la modica somma di € 3400,00 annui, tutto il patrimonio culturale (musei, pinacoteche, aree archeologiche – anche inaccessibili e non visitabilicastelli …..) ad un unico affidatario per la durata di 6 anni iterabili, cosa che sarà interminabile se prendiamo ad esempio altre simili realtà italiane in cui si va avanti all’infinito di proroga in proroga. È cosa nota che in tutta la penisola alcuni settori del patrimonio culturale siano stati parzialmente esternalizzati mediante i cd servizi aggiuntivi, d’altra parte il Ministero non ha più le capacità numeriche (speriamo solo queste), relativamente al personale, per gestire l’immane patrimonio esistente. Tali servizi generalmente riguardano una minima parte delle attività specifiche delle Soprintendenze e dei luoghi di proprietà. Ma in Molise si va ben oltre! I rappresentanti del Ministero hanno pensato di fare cosa buona per la regione, offrendo dei servizi aggiuntivi che investono la quasi totalità dei settori di competenza e che, direttamente o indirettamente, interferiscono in vario modo in un
L’assurda svendita del patrimonio culturale molisano ampio settore lavorativo che gravita intorno ai beni culturali. Infatti oltre ai servizi base di accoglienza e di biglietteria, se ne aggiungono altri al fine, almeno teoricamente, di permettere una migliore fruizione da parte dell’utenza. Parliamo ad esempio del book-shop che ormai è essenziale in ogni sito che si rispetti. Ma in questo Molise fermo alla preistoria, per cul-
tura e turismo, la Soprintendenza ha effettuato solo per brevi periodi vendite dirette o consegna gratuita di materiale divulgativo, per poi interrompere tale sana abitudine con grande dispiacere dei poveri turisti. Questa idea di servizi aggiuntivi è sicuramente cosa buona e giusta……. Ma poiché in Molise le cose o si fanno in grande stile o no, la Direzione Regionale –sempre
lei-, ha pensato bene di offrire anche servizi di visite guidate, laboratori didattici, studio ed editoria, servizi di accoglienza e di intrattenimento per l’infanzia (…asili nido, scuole per l’infanzia, ludoteche…..?????? di grazia potremmo capire cosa avete intenzione di fare?). A questi vanno associati altri servizi aggiuntivi con la possibilità di intervento economico del-
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
l’Amministrazione BACT: aggiornamento del catalogo, catalogazione delle opere, prospezioni geofisiche, indagini archeologiche, studi specifici, organizzazione di mostre manifestazioni e iniziative promozionali. Per fare tutto ciò il bando si rivolge a “…… istituzioni, fondazioni e associazioni che siano state costituite, senza scopo di lucro, entro il 30 settembre 2014 ….”. I titoli richiesti ai concorrenti sono chiari e sembrano denotare volontà di dare un tono culturalmente e professionalmente elevato alla futura gestione del patrimonio, per questo vanno obbligatoriamente e sinteticamente elencati: “sede operativa nel territorio della regione; 90% da associati o partecipanti di età inferiore ai 40 anni; almeno il 60% degli associati o partecipanti dotati di titoli di formazione postuniversitaria in materie afferenti al bando (dottorato di ricerca, diploma di specializzazione e titoli equipollenti); una esperienza almeno triennale degli associati nello svolgimento di attività di valorizzazione e di educazione al patrimonio culturale per il MIBACT o per Enti pubblici territoriali; una esperienza almeno triennale degli associati nello svolgimento di attività aventi ad oggetto la promozione della cultura materiale del territorio; possesso, da parte di almeno il 30% degli associati o partecipanti, di una esperienza almeno triennale nello svolgimento di attività di sorveglianza archeologica e di verifiche preventive dell’interesse
archeologico (attestate dal MIBACT); una esperienza almeno triennale, da parte di almeno il 30% degli associati o partecipanti, in progetti di studio del territorio da parte di almeno il 30% degli associati; una esperienza almeno triennale nello svolgimento di attività di catalogazione e digitalizzazione di schede di materiale archeologico, storico-artistico, architettonico ed etnoantropologico, secondo le normative ICCD. Bisogna dire in verità, che non si era mai visto un tentativo di salvaguardia e tutela così vasto e ben organizzato, tendente a custodire, preservare e promuovere il territorio ed il patrimonio dello stato. Ma…. Ci sono diversi ma che è d’obbligo esporre, per chiarire bene le idee a quanti non fossero bene addentro al farraginoso sistema cultura, che è e resterà sempre elitaria e nelle mani di pochi e non sempre i migliori. Le Soprintendenze in Molise non sono state eccessivamente latitanti, come sembrerebbe dalla lettura del bando, infatti le attività summenzionate sono state sempre svolte anche con solerzia e competenza, seppure in maniera discontinua a seconda delle gestioni. Come mai adesso si sente la necessità di demandarle ad altri? Ma poi di quali altri stiamo parlando? Non c’è il rischio di creare una struttura parallela che si affianchi, o nel peggiore dei casi si contrapponga all’ente preposto, che in genere è ben attento che ciò non avvenga? *Consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti
Il sito paleolitico di Guado San Nicola La presentazione dell’area si avrà da domani all’Internationale Archeulan conference di Parigi Il sito preistorico di Guado San Nicola a Monteroduni (in provincia di Isernia) verrà presentato a Parigi in occasione della conferenza internazionale EuropeanAcheuleansNorthern vs Southern Europe: Hominins, technicalbehaviour, chronological and environmentalcontexts, che si terrà dal 19 al 21 novembre 2014 pressoilMuséumnational d’histoire naturelle. Il congresso, organizzato da MarieHéleneMoncel (Muséumnational d’histoire naturelle di Parigi) e Danielle Schevre (RoyalHollowayUniversity di Londra),si qualifica come un prezioso momento di discussione e riflessione sull’origine, sui tempi, sulle modalità di diffusione e sviluppo della cultura acheuleanain Europa, tramite la presentazione e il confronto dei dati relativi ai siti a bifaccialidatati tra 600.000 e 350.000 anni fa. Il sito preistorico di Guado San Nicola a Monteroduni (IS), indagato sistematicamente dal 2008 da
un’equipe di ricerca internazionale con la direzione scientifica del prof. Carlo Peretto dell’Università degli Studi di Ferrara, si inserisce a pieno titolo nel dibattito sulla natura e diffusione del fenomeno acheuleano. Guado San Nicola, datato tra 400.000 e 350.000 anni fa, per la ricchezza della documentazione e l’attestazione di elementi innovativi dal punto di vista culturale quale la padronanza del metodo di scheggiatura Levallois, costituisce un sito chiave nell’ambito del dibattito sull’origine dei complessi culturali del Paleolitico medio e delle sue relazioni con i complessi precedenti, in grado di apportare un contributo alla comprensione delle dinamiche insediative, comportamentali e tecnologiche relative al panorama preistorico italiano ed europeo. Per maggiori informazioni sul congresso e per il programma completo, consultare il sito: https://sites.google.com/site/europeanacheuleans/home
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