Loro magnano e il popolo boccheggia

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 139 - mercoledìì 17 giugno 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Francesco Giardullo

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Francesco Giardullo. E’ uno dei tanti studenti che da questa mattina affronteranno l’esame di Stato. Abbiamo scelto lui a nome di tutti i suoi coetanei che sosterranno l’esame per cogliere il traguardo del Diploma di scuola secondaria superiore. Ad ogni buon conto, si tratta di un momento importante della vita di ciascuno di questi ragazzi a coronamento dei cinque anni di studio. Per questo, abbiamo inteso assegnare a tutti loro l’Oscar.

Il Tapiro del giorno alla Stampella di Paoletto

Loro magnano e il popolo boccheggia SERVIZIO A PAGINA 3

Il Tapiro del giorno lo diamo alla stampella. La stampella politica di quanti ritengono di dovere restare in piedi a tutti i costi e si pongono, di volta in volta, a sostegno del governo Frattura nonostante che in due anni non sia stato capace di risolvere un solo problema. Anzi, alla luce dei dati e dei fatti, la situazione economica e sociale è andata impoverendosi. La stampella, però, continua a funzionare per quanti, pur consapevoli che le cose non vanno sono lì a garantire il sostegno. Non c’è peggior cosa, però, di chi è consapevole ma fa finta di non vedere.


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2 17 giugno 2015

Aumentano le richieste di concessioni e di derivazione per l’impianto di centrali elettriche. La mano pubblica rimane a guardare

L’energia idroelettrica è tutta per i privati

Ciò che fanno i privati potrebbero farlo i Comuni, le Province e finanche la Regione, se fossero enti meno burocratici e imbalsamati, e meglio attrezzati mentalmente per concepire in senso economico il governo delle risorse naturali Società private produttrici di energia idroelettrica. Il Molise si va punteggiando di impianti che, utilizzando l’acqua delle condotte o dei fiumi e i dislivelli naturali (salti), producono elettricità da immettere sul mercato. Potrebbero farlo i comuni, le Province e finanche la Regione, se le istituzioni molisane fossero meno burocratici e imbalsamati, e meglio attrezzati mentalmente per concepire in senso economico il governo delle risorse naturali. Capita, quindi, che il direttore del Servizio competitività dei sistemi produttivi e sviluppo delle attività industriali ed estrattive, nonché delle politiche della concorrenza e internazionalizzazione delle imprese e del marketing territoriale, Gaspare Tocci, debba guardare gli altri fare ciò che potrebbe fare egli stesso in nome e per conto del governo regionale se alla spalle avesse una classe politica intraprendente, dinamica, competente e pronta a misurarsi col mercato. Ma siamo nel Molise, e l’imprenditorialità pubblica ogni qualvolta ha varcato il confine dell’immobilità ha dato

prova di pessima capacità organizzativa e gestionale, colpevole di aver fatto sempre leva su professionalità e rappresentanze inadeguate nei consigli di amministrazione e tra gli amministratori delegati. Qualora si volesse continuare negli investimenti e nelle partecipazioni, le esperienze negative (Gam, Ittierre, Zuccherificio, per restare ai casi più eclatanti) potrebbero aiutare a comprendere la lezione e a modificare scelte e atteggiamento. Qualora si

Si è tenuto presso la sede dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Molise un incontro tra le rappresentanze sindacali nazionali e territoriali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, le Rsu del Nuovo Zuccherificio del Molise con l’assessore Vittorino Facciolla e l’amministratore unico dello stabilimento di Termoli Enrico Cianciosi. L’incontro è stato richiesto dai sindacati a fronte dello stato di preoccupazione generato dal recente fallimento dello Zuccherificio del Molise Spa, a cui la newco è collegata. Le rappresentanze sindacali hanno richiesto, all’assessore quanto all’amministratore, precise informazioni sul percorso da seguire per tutelare uno dei presidi produttivi e occupazionali più importanti della regione Molise. Il recente fallimento disposto dal tribunale di Larino aggrava una situazione che più volte le OOSS hanno denunciato essere allarmante e preoccupante per il destino dei 79 lavoratori fissi e degli avventizi, nonché della filiera agricola collegata. Ancora non vi sono certezze in merito alla programmazione della campagna 2015 e persistono incertezze per il futuro, visto che anche l’ultimo bando per la vendita dello stabilimento è andato deserta. In questo contesto, le OOSS e le rappresentanze presenti, hanno ribadito la necessità di garantire lavoro e occupazione, a partire da una programmazione certa della campagna, che ancora non è stata garantita. Allo stesso tempo è stata manifestata una forte preoccupazione relativamente

volesse dare attenzione alle iniziative private che, come nel caso dello sfruttamento delle risorse idriche (per non dire del vento e del sole con i pali eolici e i pannelli solari), vanno dritte a cogliere il lato produttivo degli interventi, in assenza, peraltro, di iniziative simili e/o concorrenziali, basterebbe volgere lo sguardo attorno e prendere spunto. A fronte di questa realtà, abbiamo il permanere di una classe politica abbarbicata a modelli gestionali obso-

leti, a scelte programmatiche roboanti ancorché condizionate da specifici interessi categoriali, che non fanno economia e nemmeno occupazione. Anzi, peggio. Fanno sospetto di connivenza, cedimento di potere, interessi privati in atti d’ufficio, come nel caso delle centrali a biomasse, come nel caso delle manze della Granarolo e come nel caso delle autorizzazioni oltre ogni limite dei Poli eolici e dei pannelli solari al di fuori delle necessità energetiche regionali. Il caos è talmente largo e profondo, che diventa un’impresa ricapitolare il discorso e dargli una prospettiva concreta. Non rimane che riportare gli atti amministrativi che sanciscono l’attivismo produttivo dell’iniziativa privata e la pedissequa adesione della burocrazia regionale. Eccone l’ultimo esempio. Il 24 settembre 2014 Luigi Mannocchi, in qualità di amministratore unico della società Italbon Srl, con sede legale in Pontedera (PI), Via Salvo D’Acquisto n. 40, ha chiesto alla Regione Molise la concessione

per derivare una portata media di 2,905 metri cubi al secondo, e massima di 5,50 metri cubi al secondo, di acqua pubblica ad uso idroelettrico, dal fiume Cavaliere, in località “Quadrella”, in agro del comune di Isernia per realizzare, sul salto legale di metri 1,68 un impianto della potenza nominale media di 47,87 kw. Il 21 luglio prossimo, alle ore 10,30, con ritrovo presso la Regione Molise -Servizio Competitività dei Sistemi Produttivi, Ufficio Acque Pubbliche, sito in Isernia, è in programma la visita sopralluogo di cui all’articolo 8 del Testo unico sulle acque, cui potrà intervenire qualunque interessato. Acqua molisana per imprenditori del Nord. Ormai una regola standard. Forse sarebbe stata cambiata, se il già direttore di Molise Acque, Marone, fosse riuscito a rendere esecutivo il bando pubblico predisposto per 13 punti di derivazione tra i più interessanti tecnicamente per produrre energia. Dardo

Zuccherificio, ora ci vogliono i fatti

alla possibilità di far retrocedere il fitto del ramo d’azienda dalla Srl alla Spa, che aggraverebbe la già precaria condizione dei lavoratori del sito di Termoli. Qualora si decidesse per tale opzione, i lavoratori non avrebbero accesso ai pochi strumenti di tutela ancora disponibili, a partire dalla cassa integrazione straordinaria. Per tale motivo le OOSS e le rappresentanze presenti hanno chiesto l’istituzione di una task force per la difesa dell’occupazione in Molise, a partire proprio dal presidio produttivo rappresentato dallo stabilimento di Termoli, che da 44 anni rappresenta l’unico punto di riferimento per la filiera bieticola-saccarifera per l’intero centro sud. Inoltre è stata sottolineata l’esigenza di proseguire il con-

fronto presso il Ministero delle Politiche Agricole, con l’obiettivo di dare seguito all’intento condiviso nell’incontro dello scorso 14 Maggio, ovvero la costituzione di un tavolo permanente di monitoraggio sulla crisi del settore, a partire proprio dalla condizione drammatica in cui versa il sito molisano. Il tavolo permanente, presso il Ministero quanto presso la Regione Molise, è fondamentale anche per le prospettive future e la difesa del presidio occupazionale. La prossima asta per la vendita dello stabilimento chiarirà se è possibile immaginare un futuro diverso dalla dismissione, e volto alla difesa dell’occupazione e alla tutela del lavoro. Le OOSS e le rappresentanze hanno valutato positivamente la disponibilità dell’Assessore Facciolla, ma contestualmente hanno ribadito che bisogna passare dalle parole ai fatti e che il salvataggio dello zuccherificio, o di una sua diversa dimensione produttiva, è possibile solo se gli impegni presi in questi mesi verranno concretizzati, a partire dalla programmazione della campagna bieticola 2015, tutt’altro che certa. Infatti ancora non è stata data risposta alla richiesta di incontro fatta dalle Rsu all’amministratore dello zuccherificio, per capire le modalità di attuazione della campagna, informazioni che dovevano essere fornite circa un mese fa. Rsu Cgil, Cisl e Uil


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3 17 giugno 2015

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La classe operaia e il paradiso che non c’è La classe politica, invece, giace beata ed immobile ed i suoi eletti si sfidano a colpi di tweet su quello che non va La classe operaia (e/o lavoratrice) in paradiso ci va solo nei film. Anzi in un solo film (del 1971 diretto da Elio Petri, vincitore del Grand Prix per il miglior film al Festival di Cannes). Nella realtà, specificatamente quella molisana, ad un eterno limbo di precarietà, riflussi e riorganizzazioni spesso si alterna solo la definitiva discesa verso la dannata disoccupazione. Le sei storie racchiuse nel box che pubblichiamo in pagina saranno solo una goccia nel mare, è vero; ma altrettanto vero è che il mare è fatto da una moltitudine di gocce. E’ la somma che fa il totale, avrebbe chiosato il principe De Curtis. Così mentre la classe politica si trastulla (tra spese pazze, processi in sordina, votazioni notturne, permalosità infantili, più che mature incapacità), quella dei lavoratori si torce le budella, fa i conti con gli spiccioli, stiracchia alla bell’e meglio quella che era una decorosa normalità. Il conto alla rovescia verso lo scadere della cassa integrazione è in servizio permanente effettivo, gli altri strumenti di integrazione e sostegno al reddito si stanno fatalmente esaurendo, il riconoscimento dello stato di crisi viene sbandierato come un successo politico invece di suscitare pudico imbarazzo, sulla sanità c’è chi protesta per strada per servizi elementari che potrebbero sparire e

chi immagina poli di eccellenza previa ovvia liberalizzazione. Non c’è altro da aggiungere dire: decadenza senza limiti. Il governo regionale del due volte candidato (non eletto) per Forza Italia, Paolo Frattura, asceso poi alle altissime sfere e unto come renziano, si barcamena tra dichiarazioni roboanti e bellicose e beghe molto spesso da cortile (come dimenticare certe rea-

zioni degne di quello cui hanno rubato il pallone alla fine della partitella). Ma altre volte molto più serie ed indicative. Come quelle che si accendono dentro la stesso Partito Democratico, ad esempio. I rapporti con la delegazione parlamentare solo da qualche settimana sono apparentemente rientrati nell’alveo quanto meno di una certa cortesia di toni (nella sostanza, al

contrario, resta più di qualche frizioncella, diciamo così…) mentre si sono accesi di una bella fiamma viva quelli tra le diverse anime rappresentate nel partito. Prima con la ruvida corrispondenza a mezzo social network (tempi moderni) tra Danilo leva (deputato, sinistra PD) e Micaela Fanelli (segretario regionale, unta anche lei dal signorino di Firenze), passando per l’ultima

Eravam LETTERA o APE voro) p otto lavorato ri di ser RTA AL PAPA E er A vizi Osp izzando una decision edalier MONSIGNOR BR e della il serviz i EGANTI C (rimas a c ostret t io t oli di ster to la so ilizzazio ca di Campob ti in sei senza NI cietà a indicib asso ch lane deg licenzia ile e, in li st rci,obb nomica . La Cattolica ligando rumenti oper ternal, ha de del nos a ci ad in finito p oc facevan iziare u tori, ha iù volte o crede omio di Camp n critica re, ovv obasso dello st la situa ’odissea ero “pa , tanto esso da z ventav è l mese nostro v e r o che s ione ecoano”, a di genn servizio u ll d a a stam io u na imm e situazio 2015 se pa inente ne e leg licenziare sei . . . . . . . . ch . p gere a in acqu marzo c adri e madri d . E’ bastato eli iusura e più tr minare i famig he la Ca anquille Se tutt lia per il ttolica . o ciò è r ib s i altare la v era ripr er Offriam esa e v o il nos o, basta così eleggia p tro ser mente va vizio co oco per ribalt il nostr a m o r e partcosto m e i bila Se anch nci? time, c af e osì dim come P le strutture ric ateci sfamare ezziam i nostri apa Fra onducib o ulter figli! il ncesco multina iore Mons i alla Chiesa e zionale d , ig allora, In fede a n o d r u e Br e a chi ci :A dobbiam egantini, ragio minenti figure D’Avers ceto Luciano , n o a ano co a f f idare? , Ciar Antone me una amella lla Laura, Cicche lla Lucia,

zuffa verbale tra il governatore in persona e quelli che poi sarebbero diventati i fautori della corrente “Molise Democratico”. Gli stessi che: “..c’è bisogno di un’inversione di tendenza delle politiche locali e regionali, mal interpretate dal PD regionale e dalle istituzioni.” Son due anni (ma in buona sostanza tre decenni) che sentiamo solo le trombe di quelli che saprebbero cosa fare (che governino oppure no) senza poter vedere qualcuno passare finalmente ai fatti. Avrebbero tutti la ricetta giusta ma, fatalità, c’è sempre qualcuno che si mette di traverso. Gufi, giornalisti, agguerriti padri e nonni Indignati, comitati e, a volte, giudici. Ma mentre su in alto, nell’empireo degli eletti o aspiranti tali, si va alla guerra delle chiacchiere, si fanno risse a colpi di tweet, si apparecchiano tavoli per altri infiniti menù a base di parole, giù tra i mortali c’è gente che continua a scrivere ai giornali, al presidente di questo e di quello, al vescovo e ora pure al Papa; che, a naso, ci sembra l’unico ad aver capito davvero che aria tiri, qui sulla terra. Sarà pur vero che gli ultimi saranno i primi ma una piccola rimonta ci starebbe tutta, diciamoci la verità. Perchè tra un giorno da leone e cento da pecora sono sempre meglio cinquanta da orsacciotto (cit.).

“Appalti pubblici, spese contrattuali troppo alte”

L’ACEM denuncia l’eccessiva onerosità delle spese contrattuali sostenute dalle imprese aggiudicatarie di lavori pubblici che in alcuni casi sfiorano percentuali tanto elevate da configurarsi sproporzionate rispetto all’ammontare dei lavori e fa appello alle stazioni appaltanti a far ricorso alla scrittura privata che secondo la stessa Autorità di vigilanza (oggi ANAC) rimane comunque ammissibile in forma cartacea o nelle forme equipollenti previste dall’ordinamento. Non appare concepibile da parte dell’Associazione che dinanzi alle tre possibilità previste dalla normativa per la stipula dei contratti d’appalto (atto pubblico notarile informatico, forma pubblica amministrativa elettronica a

L’Acem torna a denunciare il peso oneroso sulle imprese cura dell’Ufficio rogante e scrittura privata), gli Enti appaltanti si ostinino ad applicare sempre quella più onerosa per le imprese, manifestando totale insensibilità verso le sorti dell’economia locale. L’ACEM condanna la prassi spropositata di voler far cassa in tutte le maniere sempre e solo sulle imprese, le quali però a causa della crisi di liquidità e dei mancati pagamenti non sono più in condizione di sopportare tutte le vessazioni. “Non possiamo più accettare di fare da bancomat alla Pubblica Amministrazione – dichiara il Presidente dell’ACEM Corrado Di

Niro – perché la liquidità è finita e se gli Enti pubblici pensano di fare affidamento sugli introiti provenienti dalle aziende presto si renderanno conto di non avere più le risorse per reggersi e non ce ne sarà più per nessuno ”.


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17 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

La mancata approvazione sottrae ai cittadini molisani, specie ai cittadini indignati, ogni possibilità di esercitare i diritti civili e costituzionali che la nuova Carta regionale ha previsto e sancito

Il nuovo Statuto regionale c’è (e quanta fatica per averlo) però manca il regolamento di attuazione

La riottosità del presidente Frattura, della giunta e della maggioranza di centrosinistra che governano il Molise fa che lo Statuto non diventi uno strumento di democrazia e di partecipazione del popolo molisano Decisamente allergico, il presidente Frattura, alle regole costituite. Se solo ricordiamo ciò che c’è voluto per indurlo a prolungare il nuovo Statuto regionale approvato in via definitiva il 20 dicembre 2012, ci rendiamo conto di nuovo della sua idiosincrasia a sottostare: in questo caso alla forma più democratica possibile di amministrare l’ente Regione. Pressioni giornalistiche, sollecitazioni politiche e finanche il ricorso all’articolo 126 della Costituzione che dice: “Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”. Non promulgando lo statuto, consiglio e il presi-

dente sarebbero rientrati bellamente nel disposto del 126. Tant’è che questa minaccia, accompagna da un serrata interrogazione del senatore Di Giacomo al Governo, si sono rivelati risolutivi. Ma il vizio di considerare le regole, le norme, le

disposizioni un fastidio, se non peggio, un impedimento al suo libero agire e pensare, lo dobbiamo ancora una volta ricondurre allo Statuto regionale e, nello specifico, alla mancata approvazione del regolamento di applicazione. In assenza del quale

è come se lo Statuto non esistesse. Per cui il tanto affannarsi del legislatore regionale a darsi e a dare ai molisani una Carta regionale moderna, aperta, democratica e partecipativa, si va risolvendo in un buco nell’acqua. Ciò unicamente per la riottosità del presidente Frattura, della giunta e della maggioranza di centrosinistra che governano il Molise a fare in modo che lo Statuto diventi uno strumento di democrazia e di partecipazione del popolo molisano. Che, però, dell’esercizio dei suoi diritti ha talmente perso l’abitudine, che non li reclama. Ma ciò che davvero muove preoccupazione in ogni spirito libero e democratico è il comportamento della tremolante opposizione che siede a Palazzo Moffa. Se non fosse tale, ovvero tremolante, si sarebbe dovuta rendere

conto che il comportamento di Frattura incide su due fronti: su quello politico, per l’autoritarismo con cui esercita le sue prerogative; e su quello amministrativo, per il modo con cui opportunisticamente omette di procedere all’approvazione del regolamento di applicazione dello Statuto, incurante che così facendo, si pone a ridosso del reato di omissione. Il mancato esercizio dello Statuto a causa della mancata approvazione del regolamento sottrae ai cittadini molisani, specie ai cittadini indignati, ogni possibilità di esercitare i diritti civili e costituzionali che la nuova Carta regionale ha previsto e sancito. Il referendum, ad esempio. Dardo

Chi tenta di cambiare la politica è destinato ad uscirne Mettere la testa fuori dal sacco delle convenienze personali e politiche è sembrato anche un atto di coraggio, un segnale di autonomia che poteva lasciare sperare attecchisse e si sviluppasse all’interno dei partiti di appartenenza per creare il fermento necessario verso il rinnovamento, lo svecchiamento degli uomini e delle idee. Quelle teste emerse dal sacco con la disinvoltura tipica di chi aveva una maledetta voglia di cambiare, probabilmente sono rientrate (nel sacco) o, peggio, sono state metaforicamente “tagliate”. Difatti, sono sparite. Noi le vogliamo ricordare una ad una perché quel loro gesto di indipendenza e autonomia non finisca nel nulla, non venga infossato e ricoperto dal peggiore materiale di risulta che i partiti diventatati potentati, producono a dismisura: servilismo, compiacenza, ossequio, sottomissione, lecchinismo. Le ricordiamo, infatti, con l’implicita speranza che, se non le stesse, altre teste possano riemergere ed avere diversa fortuna. A chiedere che si facesse spazio ai giovani per realizzare il rinnovamento dei quadri politici e amministrativi sono stati Aldo Fabio Venditto, Luca Mitri, Luigi Di Lallo, Stefano Mancinelli, Bledi Plaku, Giuseppina Cristinzio e Mario Cifelli dell’Italia dei Valori; Andrea Vertolo, Fabio Barca, Michele Testa, Alessia Trasmundi e Gian Piero Cesario del Partito dei Comunisti italiani; Antonella Mainelli, Gianluca Caiazzo e Alessandra Fiorella di Sinistra Ecologia e Libertà e Davide Vitiello, Luca Iosue, Francesca Di

Cristofaro e Antonio Tomassone del Partito Democratico. Giovani di ottima caratura intellettuale e professionale oltre che decisamente volitivi e impegnati in questa loro rincorsa al cambio generazionale in politica. Abbiano passato in rassegna i partiti di appartenenza sperando di trovarli collocati nei gangli vitali oppure investiti di responsabilità amministrative e/o di funzioni che alludano o preludano al rinnovamento. Insomma, visti e considerati una risorsa, un patrimonio ideale, un inve-

stimento. Tentativo, il nostro, che non ha dato risultato. Quei nomi che per un giorno hanno rappresentato una piacevole novità, una speranza, una promessa, non sono inseriti in nessun quadro politico, non hanno alcun incarico riconoscibile, né alcuna investitura di responsabilità. Niente di niente. Sono stati una cometa, e chi tra loro ha avuto un qualche effimero riconoscimento (Tomassone?), ha dovuto immediatamente disilludersi. Portatori di idealità, ciascuno di essi ha dovuto rendersi conto del potere oligarchico e leaderistico che “dispone senza confrontarsi e che demolisce senza proporre”. Nel momento in cui hanno gettato la pietra nello stagno politico, avevamo creduto che quell’azione avrebbe generato una imprescindibile esigenza di partecipazione fondata sulla passione politica e non sul servilismo coatto. Niente di più sbagliato. I partiti sono governati e gestiti da vecchie cariatidi e da nuovi apprendisti stregoni. Sono una parodia di se stessi, una rappresentazione di avanspettacolo, un palcoscenico di spregiudicati arrivisti e affaristi. Quei giovani dell’Italia dei valori, del Partito dei comunisti italiani, di Sinistra ecologia e libertà e del Partito democratico: chi li ha visti?


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5 17 giugno 2015

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Il trasporto su rotaia al centro del progetto di sviluppo del Molise

Il primo cittadino di Campobasso allo scoperto

Sulle Ferrovie non ha lezioni da prendere, semmai le può dare: priorità all’elettrificazione della linea Campobasso - Roccaravindola con possibili rettifiche di tracciato e l’eliminazione di alcuni passaggi a livello La carica di primo cittadino di Campobasso gli consente maggiore libertà di pensiero e di espressione sulle Ferrovie, cosa che non gli veniva facile in precedenza per ovvie e comprensibili ragioni: il coltello dalla parte del manico l’ha sempre il datore di lavoro. Ma di problemi di mobilità su rotaia il sindaco Antonio Battista non ha lezioni da prendere, semmai le può dare. Come nel caso in cui appena qualche tempo fa, prima di raggiungere la poltrona sindacale di Palazzo san Giorgio, ha provato a mettere sul tavolo dell’assessore Pierpoalo Nagni, responsabile regionale dei Lavori pubblici e dei Trasporti, una larga e generosa (di notizie e riflessioni) analisi su ciò che sarebbe utile al Molise e cosa dovrebbe realizzarsi in accordo con le Ferrovie dello Stato e con Trenitalia. Le intenzioni all’assessore Nagni non fanno difetto, tant’è che con Trenitalia l’assessorato di Viale Elena ha avviato un giro d’orizzonte su come poter continuare, e su che basi, ri-

viste e corrette, la convenzione in atto, pur riservandosi di andare , se necessario, ad una gara pubblica. Fintanto all’assessorato ai Trasporti c’è stato l’ingegnere Cocozza le cose sono andate avanti; in pensione l’ingegnere, è in atto un colpevole rallentamento, anche perché in Via Elena non hanno risorse umane in grado di fare da contraltare alle richieste e alla impostazioni di Trenitalia su come migliorare i collegamenti ferroviari

l’intervento di Pierpaolo Nagni* Condividendo l’idea del ministro Del Rio che i tempi di realizzazione delle opere pubbliche rappresentino un tema legato alla democrazia, alla credibilità delle istituzioni, alla cultura della rendicontazione ai cittadini di ciò che si fa, al controllo sociale e civico, è necessario che anche gli sforzi delle pubbliche amministrazioni procedano di pari passo nell’intento di poter garantire la qualità di grandi lavori da realizzare attraverso finanziamenti pubblici”. In un momento in cui le linee dettate dal governo nazionale vanno nella direzione di un auspicabile miglioramento in termini di tempi di realizzazione e di qualità delle opere pubbliche, e ne è un esempio la revisione del Codice dei Controlli, l’analisi territoriale su tutto il territorio nazionale evidenzia un forte divario tra le prestazioni delle aree settentrionali e quelle meridionali. Tra le regioni più veloci ed efficienti, l’Emilia Romagna, il Trentino Alto

con Roma e Napoli e viceversa. Con le Ferrovie i rapporti pere siano meno problematici, e le possibilità di realizzare un programma di miglioramento e potenziamento della rete lo si può oggettivamente impiantare. Diventa opportuno pertanto riaprire e riconsiderare gli “appunti” del sindaco Battista che sono frutto di esperienza diretta e di valutazioni comparate, per creare un trasporto su rotaia all’altezza dei tempi, delle esigenze di mobilità,

dell’economia, del turismo. Per Battista, si dovrebbe pensare in termini di fattibilità alla elettrificazione della linea Campobasso Roccaravindola con possibili rettifiche di tracciato e l’eliminazione di alcuni passaggi a livello. Sarebbe il primo passo verso la modernizzazione di una tratta ferroviaria di notevoli potenzialità se resa davvero efficiente e veloce, mentre rasenta i rami secchi, se dovesse permanere nelle condizioni attuali. Il sindaco di Campobasso è dell’avviso che un servizio ferroviario Campobasso Boiano - Isernia - Venafro Roma/Napoli articolato in due sottosistemi con treni veloci ad orari cadenzati, e treni “metropolitani” Campobasso - Venafro, possa costituire il nucleo di un nuovo modo di differenziare la mobilità interna e quella esterna, entrambe calibrate sulla velocità e la sistematicità. In altri termini, anche il primo cittadino di Campobasso è decisamente orientato a sostenere ciò che per molti anni è stata chiamata Metro-

politana leggera, oggi elevata a sistema di collegamento. La bilancia del trasporto sembrerebbe pendere decisamente verso Roma e Napoli, ma nella proposta di Battista c’è attenzione anche al lato Termoli e alla Carpinone – Sulmona. La velocizzazione dei treni la si potrebbe ottenere subito con gli scambi a 60 chilometri orari: oggi procedono a passo d’uomo. Naturalmente non manca l’accenno al miglioramento dell’accesso ai binari della capitale (i molisani sono declassati a livello dei pendolari del Lazio) e la richiesta di riattivare l’officina per la manutenzione dei rotabili diesel a Campobasso e, in attesa dell’elettrificazione, la introduzione di nuovo e moderno materiale rotabile. Il sindaco del capoluogo è per destinazione un’autorità amministrativa abilitata a intervenire sulla programmazione regionale; in questo caso, anche un esperto competente. Dardo

Opere pubbliche, guardiamo ad altre regioni Adige, la Lombardia e il Piemonte, tra quelle più lente la Sicilia e la Basilicata. I dati confermano anche che le fasi preliminari, specie quelle legate alle prime progettazioni, sono quelle più complesse e quelle in cui gli elementi di incertezza tecnici, amministrativi ed economico-finanziari rendono più lunghi i tempi di attuazione e più difficili le previsioni sull’avanzamento dell’opera. Ecco allora che il recente aggiornamento del codice dei Controlli può, in questo senso, dare una nuova linea di indirizzo rafforzando l’azione di vigilanza e di monitoraggio dei vari aspetti degli interventi. In pratica, oltre alle già previste attività di controllo, potranno essere individuati degli orga-

nismi terzi, accreditati secondo la norma ISO 17020 e riconosciuti dal MIT, dal sistema bancario e da quello assicurativo, utili a portare avanti questo orientamento. Si tratta, dunque, di una verifica del progetto aggiuntiva finalizzata ad accertare la conformità della soluzione progettuale prescelta alle specifiche disposizioni funzionali, prestazionali, normative e tecniche contenute nello studio di fattibilità, nel documento preliminare alla progettazione ovvero negli elaborati progettuali dei livelli già approvati. Lo stesso sistema di verifica servirà inoltre ad accertare la completezza della progettazione; la coerenza e completezza del quadro economico in tutti i suoi aspetti; l’appaltabilità della

soluzione progettuale prescelta; i presupposti per la durabilità dell’opera nel tempo; la minimizzazione dei rischi di introduzione di varianti e di contenzioso; la possibilità di ultimazione dell’opera entro i termini previsti; la sicurezza delle maestranze e degli utilizzatori; l’adeguatezza dei prezzi unitari utilizzati. Infine, la manutenibilità delle opere, ove richiesto. Un passo di modernità rispetto al quale, anche la Regione Molise sta guardando con interesse. L’idea è quella di cogliere e rilanciare l’invito ad alzare il livello, almeno per le opere di una certa entità, prendendo ad esempio le esperienze delle altre regioni, per lo più del nord, che hanno già sperimentato con ottimi risultati questo sistema d’ausilio alle verifiche già previste, calandolo anche nella nostra realtà al fine di ottenere migliori risultati dal punto di vista della tempistica e della qualità delle infrastrutture e degli edifici pubblici. *Assessore regionale ai Lavori Pubblici


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Campobasso

17 giugno 2015

Altro successo, altro primato, altro traguardo scientifico del presidio sanitario privato che rende alla sanità molisana una buona quota di prestigio

Il Centro Potito Medica è stato autorizzato all’esercizio dell’attività sanitaria di procreazione medicalmente assistita (Pma) di I° livello A fronte delle inefficienze della sanità pubblica non deve meravigliare che la sanità privata emerga con eccellenze una dietro l’altra Il “Centro Potito Medica srl”, con sede in Campobasso alla Via Conte Verde 7, è stato autorizzato all’esercizio dell’attività sanitaria di procreazione medicalmente assistita (Pma) di I° livello, ai sensi dell’articolo 8 della legge regionale 18/08, così come chiesto dalla dottoressa Ida Iole Antinolfi, legale rappresentante del Centro. Altro successo, altro primato, altro traguardo scientifico di questo presidio sanitario privato che rende alla sanità molisana una buona quota di prestigio, che ha realizzato una Fondazione al proprio interno per dare maggiore incisività e costrutto alla sua attività anche sul piano sociale e che, in prospettiva, in virtù delle sue potenzialità organizzative e gestionali, traguarda ulteriori soluzioni

di rilievo. Un contrappunto (purtroppo) alla sanità pubblica che rimane nel pantano delle difficoltà finanziarie, della rete sindacalizzata delle prestazioni, della mancata riduzione delle inefficienze, della mancata razionalizzazione dei servizi e delle strutture. La situazione è nota sulla pelle dei cittadini, che pagano pesanti condizioni di disagio e la difficoltà ad essere degnamente assistiti. E’ noto anche il cumulo delle colpe politiche e programmatiche che hanno ingigantito il settore sanitario oltre misura, del clientelismo applicato alle corsie, dei favoritismi carrieristici, dei comparaggi che hanno drasticamente abbassato il livello prestazionale. Il tentativo di risalire la china, di immettere una dose di buonsenso nella

riorganizzazione e nella razionalizzazione di cui si parla ormai da anni senza venirne a capo; il tentativo di lasciare al Cardarelli di Campobasso il Dea di secondo livello e di salvaguardare gli altri presidi ospedalieri con una loro specializzazione (senatore Roberto Ruta) sta patendo l’improprietà al ruolo di commissario ad acta e di presidente della Regione dell’architetto Frattura. Dal che non deve meravigliare che dal fronte della sanità privata emergano eccellenze una dietro l’altra e tra essere quelle che, come il Centro Potito, eccellono di più arrivando, come stiamo dando notizia, a realizzare l’attività sanitaria di procreazione medicalmente assistita di I° livello in aggiunta al nutrito elenco di prestazioni specialistiche di cui

dispone, aumentando la già notevole capacità di attrazione di pazienti da ogni dove del Centro/Sud. L’autorizzazione è stata data “in considerazione dello stato dei luoghi alla data dell’accesso ispettivo, vista la documentazione agli atti, verificate le evidenze sulle conformità previste e vista la legge regionale 18/08 nonché per “ i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi atti all’esercizio dell’attività di procreazione medicalmente assistita di 1° livello in regime ambulatoriale”. La specifica attività sanitaria è stata affidata al dottore Antonio Maselli - laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Napoli il 27.02.1980 , specializzato in Ostetricia e Ginecologia nell’anno accademico 1984/1985 presso

l’Università Federico II -. Va detto e ricordato che le strutture pubbliche e private presenti nel territorio regionale, interessate all’esercizio delle attività di procreazione medicalmente assistita debbono possedere i requisiti previsti dalla Legge 19 febbraio 2004, numero 40, come integrati dall’Accordo tra il Governo e le Regioni le Province autonome di Trento e Bolzano sancito in sede di Conferenza Stato Regioni il 15 marzo 2012 concernente i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle strutture sanitarie autorizzate “per la qualità e la sicurezza nella donazione l’approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di cellule umane”.

A Campitello il raduno dei camperisti Da venerdì a domenica la 29esima manifestazione nazionale degli amanti del camper SAN MASSIMO. Sarà CAMPITELLO MATESE la sede del 29° raduno Nazionale Camperisti che si svolgerà dal 19 al 21 giugno, a cura dell’ISERNIA CAMPER CLUB. “Sono certo che la splendida cornice del Matese – ha dichiarato Ivan Perriera, presidente dell’Isernia Camper Club, e Coordinatore di 118 associazioni di campeggiatori su tutto il territorio nazionale – assieme alla lungimiranza del Comune di San Massimo e della professionalità degli imprenditori coinvolti (in particolare abbiamo avuto una grande collaborazione dall’Hotel Miletto), ci permetterà di bissare il successo avuto

nell’edizione del 2004. La promozione turistica del Molise è indispensabile per la nostra regione la quale, non potendo contare su nuove industrie, non potrà che investire sulla promozione turistica delle straordinarie bellezze naturali del Molise. Fino ad oggi – conclude Perriera – nonostante gli sforzi del Consigliere con delega al Turismo, Domenico Di Nunzio, non sembra che la Giunta regionale, abbia colto questa necessità ma se si vuole offrire qualche opportunità ai nostri giovani, non possiamo che puntare anche nello sviluppo turistico del Molise, che sarebbe cer-

tamente agevolato dell’enorme serbatoio di turisti che possono arrivare dalle grandi regioni limitrofe”. L’occasione sarà importante anche per l’adesione di Campitello Matese (e quindi del comune di San Massimo) al progetto nazionale “MONTAGNA AMICA DEL TURISMO ITINERANTE”; Progetto al quale aderiscono stazioni sciistiche come Sappada (BL) e San Martino di Castrozza (TN). Al raduno, come ogni edizione passata, parteciperanno turisti provenienti da ogni parte d’Italia.

“Maturità, inutili le bufale delle buste” La Polizia Postale invita gli studenti prossimi all’esame a non perdere ore sulla Rete CAMPOBASSO. Ogni anno in occasione della Maturità si rincorrono puntualmente voci incontrollate sulle anticipazioni delle tracce ministeriali provenienti da Internet. Ed ogni anno si diffondono le consuete leggende metropolitane secondo cui sarebbe possibile venire a conoscenza dei compiti d’esame prima della fatidica apertura delle buste provenienti dal Ministero dell’Istruzione. Leggende che assumono il carattere di certezza per molti ragazzi che perdono ore intere in Rete alla ricerca di anticipazioni sulle tracce. La conferma si trova nella ricerca realizzata da Skuola.net, per la Polizia di Stato, su un campione di circa 2.500 studenti del quinto anno. Ben 1 su 5 crede di poter trovare su internet le tracce delle prove d’esame e quasi altrettanti sono convinti che la Polizia controlli i telefonini degli studenti per scoprire chi sta copiando. L’opinione è totalmente falsa: il controllo della rete non avverrà su questa scala. Ma il campionario delle false credenze non termina qui: ben il 45%, poi, teme di poter essere letteralmente “perquisito” dai prof di commissione e circa il 18% crede che la scuola sarà “schermata” per impedire ai cellulari di connettersi ad internet. Non meno rilevante il dato di quel 10% dei maturandi che, invece, si aspettano di trovare in dotazione dei commissari d’esame strani dispositivi di rilevamento magnetico contro i

telefonini. Se poi gran parte dei ragazzi è cosciente, tuttavia, che essere trovati ad usare il telefonino equivale all’espulsione dalle prove d’esame (95%), rimangono le incertezze per quanto riguarda ciò che è ammesso o vietato durante la maturità. Per ben 2 ragazzi su 5, infatti, non costituisce reato ricevere le soluzioni delle tracce dall’esterno mentre la prova è in pieno svolgimento, convinzione pericolosamente sbagliata. Così per il settimo anno consecutivo la Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il portale degli studenti Skuola.net, si appresta a lanciare la campagna di sensibilizzazione “Maturità al sicuro”, con l’obiettivo di debellare il fenomeno ed evitare che gli studenti, oltre a perdere del tempo prezioso, possano anche rimetterci del denaro alla ricerca della soffiata giusta. Rispetto al 2014 si può notare una migliore conoscenza dei maturandi delle regole del gioco: infatti 12 mesi fa ben 1 su 3 era convinto che su internet si potessero trovare le tracce di Maturità in anticipo, mentre 1 su 4 temeva che i telefonini degli studenti fossero sotto controllo. Questo trend conferma la bontà delle campagne informative svolte precedentemente. L’iniziativa “antibufale” si serve delle forme di comunicazione e degli strumenti preferiti dai giovani per veicolare i messaggi

di sensibilizzazione, ed è finalizzata ad aiutare i ragazzi ad affrontare l’esame con maggiore serenità, confidando nei propri mezzi e nella preparazione che hanno ricevuto durante gli anni passati a scuola, senza cercare scorciatoie truffaldine che comporterebbero solo l’esclusione dalla prova d’esame. Tutte le bufale vengono esaminate e rivelate attraverso un video informativo (https://www.youtube.com/watch?v=OSDAk-nJnu8). Si pensi che la notte che precede l’esame, tantissimi ragazzi coinvolti negli esami di maturità perdono il proprio tempo sulla rete nella speranza di conoscere le tracce con qualche ora di anticipo, ed è proprio per questo che gli operatori del Commissariato di P.S. on line sono a disposizione dei maturandi per rispondere a tutti il loro quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in rete nelle ore immediatamente precedenti la prima prova d’esame. “L’esame di maturità è uno dei primi banchi di prova per i nostri giovani – afferma Roberto Sgalla, Direttore Centrale per le Specialità della Polizia di Stato - , pertanto quello che mi sento di consigliare ai ragazzi è di non inseguire sulla rete le false notizie relative alla diffusione anticipata delle tracce d’esame. Altrimenti, conclude Sgalla, si corre il rischio di perdere tempo prezioso e la concentrazione necessaria per affrontare una prova così importante”.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

17 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Perchè la discarica non è stata bonificata” Interrogazione del gruppo Cinque Stelle per la situazione in essere a Trivento TRIVENTO. “Una sentenza della Corte di Giustizia Europea ci ricorda ancora una volta della disattenzione dell’Italia verso le tematiche ambientali e, in particolare, nei confronti delle tante discariche ancora in attesa di essere bonificate. Tra queste se ne evidenzia una tutta molisana a dimostrazione della inefficienza e della lentezza amministrativa della Regione Molise. Si tratta dell’ex discarica del Comune di Trivento, un caso che ci parla di ambiente, di dissesto idrogeologico e di artifici gestionali per intrecciarli insieme, ma che finora sono risultati alquanto fallimentari”. Lo sostengono i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle. “ La discarica del Comune di Trivento in località Macchia Laccavone è in disuso dal 2000 ma mai bonificata. È

inserita nell’elenco, aggiornato a febbraio 2015, delle discariche abusive oggetto di una procedura di infrazione definita con due sentenze

della Corte di Giustizia Europea, per il mancato adempimento, da parte dell’Italia, degli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti.

La sentenza della Corte di Giustizia Europea 26 aprile 2007, in primo luogo, dichiarava, anche per la discarica molisana, che la Repubblica italiana (e la Regione subordinata) “non aveva adottato tutti i provvedimenti necessari per assicurare che i rifiuti fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza uso di procedimenti che avrebbero potuto recare pregiudizio all’ambiente, e per vietare l’abbandono, lo scarico e lo smaltimento incontrollato dei rifiuti”; La sentenza della Corte di Giustizia Europea 2 dicembre 2014, in secondo luogo, condanna e sanziona l’Italia per non aver rispettato la sentenza del 2007 per inadempienza in materia di rifiuti, rifiuti pericolosi e discariche. Non avendo adottato tutte le misure necessarie per con-

formarsi l’Italia deve versare oltre a una somma forfettaria di 40 milioni di euro, anche una penalità di 42.800.000 euro per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie e fino al momento in cui avrà dato piena esecuzione alla sentenza del 2007. Certo non bisognava aspettare la Commissione europea per sapere che la Regione Molise e il Comune fossero direttamente interessati agli adempimenti in questione. Ci sono già un decreto nazionale e una legge regionale che normano questi casi”. Ora però il caso ha una valenza più ampia e i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle Patrizia Manzo e Antonio Federico hanno ritenuto importante richiederne trasparenza attraverso una regolare interrogazione alla Giunta.

Punto e virgola

Le colpe dei campobassani di Gennaro Ventresca Se non amassi la mia città come la amo, e la amo più a morsi che a baci, più a graffi che a carezze, me ne sarei andato da quel dì. Magari in una città più calda, col mare che si perde a vista d’occhio, in un luogo spianato favorevole alle pe-

dalate, in un angolo in cui si rispetti l’ambiente e il decoro. Invece, sono rimasto e, tutto sommato, non me ne pento. Perché la propria città la si ama, a prescindere. Come si ama un figlio che viene al mondo con le cose belle, ma anche con quelle brutte. E si accettano tutte e due. Ciò che mi è rimasto sul gozzo

della mia città non sta solo nel modo dissennato di come venga amministrata da troppi anni, di cui sono arcistufo, ma è il comportamento dei miei concittadini che parlano parlano, ma poi non fanno niente per migliorare le cose. Anzi, si danno molto da fare per peggiorarle. Come nel caso dei volantini

che la maggior parte degli automobilisti toglie dal tergicristallo per buttarli a terra. Per tacere dei condomini in cui vengono sparpagliati gli opuscoli del supermercato. Non posso tacere dell’aspetto più sciatto: reti da letto, materassi, mobili vecchi e sgangherati, boccioni di vetro e rifiuti di magazzino che

vengono depositati accanto ai cassonetti della spazzatura. La gente continua a fare il comodo proprio pur sapendo che funziona (bene) l’isola ecologica di Santa Maria de Foras. Contribuendo a rendere più sporca la nostra città. A cui professa amore, ma poi la tradisce in questo stucchevole modo.

Discarica, l’incontro con il Comitato Questa sera a Montagano si discuterà della problematica inerente la struttura di Colle Santo Ianni MONTAGANO. Questa sera alle ore 19,00 presso il Comune di Montagano il Comitato Intercomunale incontrerà la cittadinanza. L’occasione sarà utile per continuare ad informare e ragionare sullo stato attuale della problematica inerente la Discarica di Colle Santo Ianni, ma anche per fare una panoramica generale della emergenza inquinamento – ambientale in Molise. Ricordiamo che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Codacons, appoggiato dal Comitato – per il tramite dei propri avvocati Ruta, Rienzi e Giuliano oltre che per il tramite del proprio presidente regionale, avv. Massimo Romano – avverso la sentenza del Tar Molise n.588/2014 e dopo l’udienza tenutasi ad aprile siamo in attesa della sentenza. Ma nel frattempo il Comitato ha continuato a monitorare la situazione, anche alla luce di due conferenze di servizi tenutesi nel mese di maggio e della relazione rilasciata dall’Arpa Molise, la nuova legge sugli ecoreati, altre tematiche di cui si discuterà nella serata di domani. Al Comitato hanno aderito cittadini, oltre che di Montagano, anche di Petrella, Matrice e Campobasso, pertanto l’invito alla partecipazione viene esteso anche alle comunità limitrofe, oltre che al Codacons ed alle associazioni in difesa dei dìritti e della legalità, dell’ambiente e della salute.



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

17 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Polizia municipale, personale in agitazione La Cisl del Comune di Isernia ha chiesto l’avvio della conciliazione su punti specifici del Corpo ISERNIA. La Cisl, su mandato della Assemblea dei Lavoratori e delle Lavoratrici in servizio presso il Comando della Polizia Municipale di Isernia avvia la procedura del tentativo obbligatorio di conciliazione in ordine ad una serie di richieste. “Riconoscimento autonomia Corpo Polizia Locale; . Nomina urgente di un Comandante in possesso dello status e dei requisiti previsti dalla legge; Mancata corresponsione degli emolumenti relativi al salario accessorio ed allo straordinario ef-

fettuato fino al 31/12/2014 nonostante la sottoscrizione dell’accordo da parte di questa O.S. e di alcuni componenti RSU; instaurazione di un tavolo tecnico per un protocollo di intesa Comune/Prefettura per i servizi in concorso con Forze Polizia Statali; riconoscimento indennità O.P. e buoni pasto; armamento ed equipaggiamento (manette, spray al capsicum e distanziatore con relativa formazione) per i servizi di istituto a salvaguardia della sicurezza degli operatori e per ampliare la capacità

di intervento al contrasto dei reati; Revisione dei carichi di lavoro a seguito diminuzione del numero di personale con abolizione di attività amministrative non rientranti nelle funzioni di polizia locale; Rispetto della ripartizione dei proventi di cui all’art. 208 del Cds compresa la previdenza integrativa; totale assenza di idonei D.P.L. e di strumenti di tutela del personale; totale assenza di formazione e preparazione teorico/giuridica e pratico/operativa; taglio delle risorse per il vestiario, la

manutenzione dei mezzi e delle attrezzature; mancata riorganizzazione dei servizi ed adeguamento della sede del Comando alle norme sulla sicurezza e per la sala operativa; mancanza di programmazione triennale del fabbisogno del personale della polizia municipale adeguato ai compiti assegnati dalle Leggi e Regolamenti vigenti nonché alle aspettative ed esigenze della cittadinanza. “La Cisl invita, pertanto, a convocare le parti con cortese sollecitudine, al fine di svolgere il ten-

tativo di conciliazione di cui al comma 2 dell’art. 2 della Legge n. 146 del 12/6/1990, come modificato dal comma 4 dell’art. 1 della Legge n. 83 dell’11/04/2000. Non esclude, in quanto già in programmazione, la proclamazione di SCIOPERO della POLIZIA MUNICIPALE e degli AUSILIARI DEL TRAFFICO nel caso di mancato accordo in sede di conciliazione nelle date da individuare per i prossimi 27-28-29 e 30 giugno 2015 e nel corso dei prossimi mesi di luglio e di settembre”.

“A rischio la qualità dell’aria” Il Movimento Cinque Stelle torna sulla questione Energonut VENAFRO. Gli effetti dello Sblocca Italia in Molise non tardano ad arrivare. Gli inceneritori, dopo la conversione del decreto, sono diventati ‘strategici’, come anche le trivellazioni petrolifere e le infrastrutture per il gas, e sono inoltre autorizzati a sfruttare la massima potenza dell’impianto. Più rifiuti, più soldi, più diossine. Politiche energetiche e gestione dei rifiuti discutibili, che riportano l’Italia indietro nel medioevo a vantaggio di speculatori e lobbisti che non guardano al futuro ma calpestano le future generazioni e la nostra terra a vantaggio dei loro profitti. Tutto questo accade anche nei pressi di Venafro, la città più inquinata del Molise (dati Arpa), dove l’Energonut, nata come centrale a biomasse per bruciare gusci di noccioline, arriva oggi a bruciare circa 100.000 tonnellate annue di CDR (combustibile derivato da rifiuto). E’ notizia recente che l’attuale società che gestisce l’impianto di Pozzili, la HeraAmbiente spa, evidentemente non sazia, ha trasmesso alla Giunta regionale due comunicazioni per inserire una nuova tipologia di rifiuto da incenerire e per aumentare l’impianto al carico termico massimo. Queste modifiche, che inizialmente la società ha

provato a far passare come non sostanziali, quindi non soggette a nessuna procedura di autorizzazione o di V.I.A. da parte delle autorità competenti, permetteranno all’impianto di bruciare oltre il 50% in più delle tonnellate di rifiuti che già lo alimentano attualmente. Fortunatamente la procedura in corso per ottenere l’autorizzazione ambientale integrata (A.I.A.), necessaria e obbligatoria per garantire la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, ha di fatto sospeso il consenso della Regione alle richieste di modifica dell’ex Energonut, nonostante il Servizio Tutela Ambientale avesse preliminarmente acconsentito, come prova la delibera regionale 231/2015. L’A.I.A. probabilmente servirà all’azienda con sede a Pozzilli a vedersi riconosciuto in automatico il passaggio da impianto di “incenerimento” per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (D10) a impianto “a recupero di energia” (R1): l’articolo 35 dello Sblocca Italia permette agli impianti R1 la saturazione del carico termico incenerendo anche i rifiuti urbani provenienti da altre Regioni, così come i rifiuti speciali pericolosi. Prima era vietato. Il MoVimento 5 Stelle è contrario agli inceneri-

tori e a qualunque modifica di ampliamento, per di più se l’Italia avesse veramente intenzione di rispettare le direttive europee, portando la quota attuale di raccolta differenziata al 65% dei rifiuti solidi urbani, i nuovi inceneritori, più che strategici, potrebbero diventare obsoleti. La decisione sta alla Regione, autorità competente in materia, che, anche se forzata dalle recenti norme nazionali, può impedire che le modifiche richieste da Herambiente possano aggravare la situazione ambientale nella zona di Venafro, soprattutto in mancanza di un Piano di risanamento della qualità dell’aria da più parti invocato e di una stima sulla valutazione di impatto sanitaria. Dal verbale della prima riunione della Conferenza dei Servizi (13mag2015), concernente il procedimento di AIA in corso, si evince che le due argomentazioni sono ancora al vaglio dell’autorità competente, si parla anche di una probabile ulteriore VIA. Pretendiamo che nella prossima riunione (29giugno), conclusiva della procedura, alla quale chiederemo di partecipare come uditori, si tenga conto delle criticità già poste all’attenzione e che il Comune di Pozzilli e il Consorzio industriale di Venafro non risultino

nuovamente assenti perché il loro voto potrebbe risultare fondamentale. Un ultimo aspetto che vogliamo porre in evidenza agli organi regionali preposti, di cui pensiamo si debba tener conto prima di rilasciare autorizzazioni, è la lacuna normativa che di fatto persiste sul tema inceneritori. A mancare è ancora il decreto attuativo del Ministero dell’Ambiente, così come, entro 90 giorni, il decreto Sblocca Italia prevedeva. Nel 2008 una direttiva europea stabilì i parametri per il calcolo dei livelli di efficienza di recupero del contenuto energetico dei rifiuti urbani, ma l’Italia, nel recepire la direttiva Ue, ha modificato i parametri di calcolo a proprio vantaggio. Il decreto attuativo ormai prossimo, per evitare anche probabili procedure di infrazione, sembra infatti che introduca i correttivi richiesti da Bruxelles. Dati inconfutabili dimostrano che gli inceneritori aumentano l’inquinamento e la mortalità, rappresentano una mera speculazione finanziaria a danno dei cittadini e assolutamente non un modello di sviluppo sostenibile: per questo il MoVimento 5 Stelle Molise si opporrà in tutte le sedi a qualunque tipo di ampliamento

Arrestato per furto in strutture sanitarie Operazione dei Carabinieri nei confronti di un 40enne isernino di origini napoletane ISERNIA. I militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Isernia, ieri mattina all’alba, hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione nei confronti di un 40enne isernino, con origini napoletane, il quale è stato riconosciuto responsabile di alcuni furti commessi in provincia nel recente passato. In particolare il furto di un’autovettura Lancia Y 10, poi rinvenuta a San Pietro Infine, in provincia di Caserta, un furto commesso in un esercizio commerciale e un furto commesso all’interno di una

struttura sanitaria. Inoltre a carico del 40enne vi è anche un’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “eroina”. Ora il pregiudicato si trova rinchiuso presso la Casa Circondariale di Isernia. A Macchiagodena, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 30enne ed un 25enne, della provincia di Bari, in quanto resisi responsabili del furto di alcuni attrezzi agricoli, asportati all’interno di un capannone privato. La refurtiva, del valore di alcune centinaia di euro, è stata interamente re-

cuperata e restituita al legittimo proprietario. L’autovettura, su cui viaggiavano i due malfattori è stata sottoposta a sequestro insieme ad alcuni arnesi atti allo scasso utilizzati per commettere il furto. Infine, sulle arterie principali del territorio, sono stati istituiti numerosi posti di controllo, nel corso dei quali sono stati sottoposti ad accertamenti settanta veicoli in transito, identificate ottantacinque persone, e nei casi sospetti eseguite perquisizioni per la ricerca di armi, droga e refurtiva.


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Termoli

17 giugno 2015

Vietri, bloccata la Chirurgia Non sarà possibile effettuare ricoveri ordinari nel reparto fino al 31 agosto LARINO. Scendono in campo un po’ tutti all’ospedale Vietri di Larino dove da lunedì è diventato attuativo il provvedimento adottato dalla direzione aziendale che prevede, fino al prossimo 31 agosto, la sospensione dei ricoveri ordinari al reparto di Chirurgia generale di-

retto dal dottor Giovanni Fabrizio. Ciò significherà che il personale medico non potrà accettare pazienti sia per ricoveri programmati che per le urgenze. Ogni caso, infatti, sarà trasferito direttamente presso l’ospedale San Timoteo di Termoli. Già nei giorni scorsi il provvedi-

mento aveva sollevato le proteste del Comitato pro Vietri e della stessa amministrazione comunale che stamane ha raggiunto l’ospedale per verificare l’esecutività dell’atto aziendale. Alla base del dissenso vi sarebbe il fatto che la struttura è stata già pe-

nalizzata dai tagli e sulla stessa aleggerebbe lo spettro della chiusura. Unanime il disappunto condiviso dal presidente del Comitato Pro Vietri, Pardo Spina, dal sindaco di Larino Vincenzo Notarangelo e dall’assessore al ramo Michele Pal-

mieri. Alla base della disposizione, che ha comunque un carattere temporaneo, vi sarebbero motivi gestionali e di organizzazione del personale nel periodo estivo che hanno portato i vertici dell’azienda a bloccare le attività nel reparto.

“Lungomare Nord, le colpe di Sbrocca” Il Nuovo Centrodestra rilancia la questione e parla di ritardi nei lavori inconcepibili TERMOLI. Lungomare Nord Cristoforo Colombo a Termoli. La delegazione del Nuovo centrodestra, a parlare oltre al capogruppo Basso Antonio Di Brino, il coordinatore cittadino Christian Zaami e Rocco Fiorilli, mentre in corso d’opera si è anche affacciato, ma non intervenendo, il capogruppo dei Popolari per Termoli, Annibale Ciarniello.

mento, il mercato di via Inghilterra che doveva essere completato da più di un anno che sta subendo anche lì terza o quarta variante in corso d’opera, l’auditorium che ormai completato da un anno non ancora apre evidentemente lì ci sono problemi tutti interni di destinazione d’uso perché chi vuole la biblioteca e chi l’auditorium.

“La modifica e la variante in corso d’opera di tutti i progetti che erano stati da noi già appaltati e finanziati – afferma Di Brino – a nostro modo di vedere crea delle difficoltà, vedi la situazione del primo tratto del Lungomare che è la terza o quarta variante in corso d’opera e il primo tratto sembra ancora un cantiere aperto, vedi Corso Nazionale in cui è stato modificato completamente il progetto, sostituito il materiale, tolti gli arredi, la pubblica illuminazione, le panchine, il verde, una fontana che era stata prevista a Piazza Monu-

Stiamo in un pantano amministrativo e anche se volete istituzionale e politico mi dispiace perché anche per il secondo tratto del Lungomare Nord solo ora è stata fatta la gara di appalto i lavori potevano iniziare già dall’anno scorso e quest’anno Termoli avrebbe avuto un Lungomare completo perché oggi ci sono molte critiche perché è un’opera a metà mi dispiace perché lì sono stati reperiti milioni di euro per migliorare Termoli per avere una città più bella e mi sembra che questi lavori così come si stanno facendo, con le modifiche

progettuali, abbiano peggiorato l’immagine della città e questo mi dispiace”. In data 05 Giugno 2015 è stata protocollata la Mozione, pari oggetto, formulata dal Capogruppo NCD Antonio Basso Di Brino e, le motivazioni che hanno portato alla presentazione della Mozione, fanno riferimento ad al-

cune problematiche emerse già lo scorso anno, precisamente durante la stagione estiva 2014. Pertanto è opportuno innanzitutto illustrare i contenuti della Mozione presentata e, analizzare l’operato dell’Amministrazione Sbrocca ad un anno dal suo insediamento in merito all’idea che la stessa ha sul turismo e sviluppo della Città.

Liceo “Jacovitti”, da oggi la IV mostra Gli elaborati degli studenti in esposizione in un percorso didattico e culturale TERMOLI. La mostra, allestita dal Liceo Artistico “B. Jacovitti”, espone le esperienze didattiche realizzate dal 2010 al 2015, a conclusione del primo quinquennio dall’entrata in vigore della riforma della scuola secondaria superiore. In questo periodo si è attuata una progressiva trasformazione dei metodi didattici ed operativi, che sono stati indirizzati, dall’acquisizione di una professionalità tecnica, verso una metodologia progettuale delle arti. Gli elaborati proposti rappresentano, infatti, il momento conclusivo di un processo formativo che armonizza la base culturale, fornita dalle discipline umanistiche e scientifiche, con l’idealità e la conoscenza artistica. I lavori prodotti, inoltre, esulano dalle categorie affermate e standardizzate

del “bello”, per sperimentare tecnologie innovative, attraverso il confronto con gli attuali programmi di rappresentazione, orientati ad individuare ed esprimere significativi aspetti della contemporaneità. In particolare dai lavori realizzati in DISCIPLINE GRAFICO-PITTORICHE, PLASTICHE E SCULTOREE nel primo biennio emerge l’abilità nell’uso dei materiali, delle tecniche e degli strumenti tradizionali, ma anche la consapevolezza che il disegno e il manufatto artistico sono forme di conoscenza delle realtà che costituiscono il mondo e delle loro relazioni reciproche. Gli elaborati attuati nel LABORATORIO ARTISTICO, inoltre, evidenziano la pratica e la manipolazione dei materiali, attraverso i quali gli studenti

sono avviati all’intreccio tra astratto e concreto che è alla base dell’intelligenza creativa e dell’elaborazione personale. Gli elaborati del secondo biennio e del quinto anno di DISCIPLINE PITTORICHE, PLASTICHE E SCULTOREE e del LABORATORIO DELLA FIGURAZIONE rilevano la conoscenza e la gestione autonoma dei processi progettuali e operativi inerenti la pittura e la scultura: gli studenti infatti hanno individuato, nell’analisi e nella produzione, gli aspetti estetici, concettuali, espressivi, comunicativi, funzionali e conservativi che interagiscono e caratterizzano la ricerca pittorica e scultorea; hanno impiegato in modo appropriato, inoltre, le diverse tecniche e tecnologie, gli

strumenti ed i materiali più usati, scegliendoli con consapevolezza. Nelle tavole di DISCIPLINE GEOMETRICHE del primo biennio emergono la comprensione della struttura geometrica della forma, della sua costruzione e rappresentazione, la conoscenza delle convenzioni e della terminologia tecnica e l’uso degli strumenti e dei metodi proiettivi fondamentali. Attraverso gli elaborati di DISCIPLINE PROGETTUALI e LABORATORIO DI ARCHITETTURA gli studenti dell’indirizzo Architettura e ambiente hanno dimostrato di conoscere e saper gestire, in maniera autonoma, i processi progettuali ed operativi, tradizionali e contemporanei, inerenti l’architettura ed il contesto ambientale, indi-

viduando, sia nell’analisi sia nella produzione, gli aspetti estetici, concettuali, espressivi, comunicativi, funzionali e conservativi che interagiscono e caratterizzano la ricerca architettonica. Nei lavori di DISCIPLINE GRAFICHE sono state approfondite le fondamentali procedure progettuali ed operative della produzione graficovisiva, prestando particolare attenzione alla recente produzione e agli aspetti estetico-funzionali del graphic design. Gli studenti hanno sperimentato tecniche e materiali, tradizionali e contemporanei, e hanno mostrato di essere consapevoli delle interazioni tra tutti i settori del graphic design e della “contaminazione” fra i vari linguaggi.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

17 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Rapina al furgone dei Monopoli di Stato Ieri mattina il mezzo è stato fermato da un commando armato all’uscita della Statale 87 TERMOLI. Torna l’incubo della rapina ai Monopoli di Stato di Termoli, il deposito delle sigarette di via Giulio Pastore a Termoli. A distanza di alcuni anni dall’ultima volta, ieri mattina, all’alba, intorno alle. 6.30, un commando armato è entrato in azione nei pressi dell’uscita sulla statale 87 dal nucleo industriale della città adriatica. I malviventi hanno puntato il furgone che doveva rifornire le rivendite e le tabaccherie della Puglia, hanno affiancato e circondato il mezzo, costretto a scendere il conducente e svuotato presumibilmente l’autocarro in un capannone abbandonato nelle vicinanze, per recuperarle in seguito, forse mansione svolta da altri complici. L’autista è stato di fatto sequestrato, portato con loro oltre il confine con la Puglia e poi liberato nelle campagne adiacenti. Sul posto sono intervenuti sia i Carabinieri che gli agenti del commissariato, ma l’indagine è in mano all’Arma.

Sbrocca presidente del Cosib A sorpresa il rientro di Termoli all’interno del Consorzio industriale TERMOLI. Il sindaco di Termoli è il nuovo presidente del Cosib. Non è uno scherzo, d’altro canto non siamo più nell’era Greco contro Del Torto e nemmeno in quelle Iorio contro Di Giandomenico e Di Brino contro tutti.

L’avvocato Angelo Sbrocca, che da sempre aveva come obiettivo il rientro della città e delle sue istituzioni nei ruoli che contano, è il nuovo vertice di contrada Pantano Basso. Il primo cittadino adriatico si è avvalso dell’asse tra Cam-

milleri-Bucci e Antonacci, che così ha determinato una maggioranza ‘politica’, obbligando di fatto gli altri sindaci Plescia, lo stesso Mascio – presidente uscente – e Caravatta a seguire il nuovo corso almeno formalmente.

A Termoli ritrovati i due giovani fuggiti da Luino Dopo otto giorni i giovanissimi sono stati rintracciati dalla polizia ferroviaria TERMOLI. Otto giorni di angoscia e poi quella telefonata che stavano attendendo trepidando. Si è risolta a Termoli, fortunatamente senza alcuna conseguenza, la fuga d’amore di due giovanissimi della provincia di Varese. Entrambi studenti delle superiori, lui 19enne e lei appena 16enne e quindi minorenne. Decisero l’8 giugno di sparire da Luino per sottrarsi alla con-

trarietà delle famiglie che non volevano che stessero insieme, scegliendo il modo più spontaneo, scappare via. Una storia approdata la scorsa settimana anche in televisione, a Chi l’ha visto?, su Rai Tre. Un giallo terminato grazie al controllo certosino effettuato dagli agenti della polizia ferroviaria in stazione, che dopo aver acquisito le loro generalità, hanno

verificato eventuali notizie a loro carico, venendo a conoscenza della duplice denuncia di scomparsa per allontanamento volontario. Immediatamente sono stati contattati i genitori, che si sono messi in viaggio e sono venuti a recuperare i due ragazzi.

Concorso scolastico europeo, vince Perlino L’alunno è della classe III sezione D del Liceo Scientifico “Alfano” di Termoli TERMOLI. L’alunno Michele Perlino, della classe III sez. D del Liceo Scientifico “Alfano da Termoli”, è risultato uno dei vincitori al XXVIII Concorso Scolastico Europeo 2015 proposto, nel triennio delle scuole medie superiori italiane e nelle università, dal Movimento per la Vita. L’alunno ha sviluppato il tema proposto: “Essere figli, una sfida, un’avventura”, scegliendo la modalità del CD- Rom e parteciperà al viaggio premio, visita al Parlamento Europeo. La finalità del concorso è mettere a disposizione degli insegnanti uno strumento educativo che colleghi la dignità

umana, il diritto alla vita, l’eguaglianza, la famiglia, la pace e l’unità dei popoli. Complimenti al vincitore e apprezzamento agli alunni Maria Bortone e Daniel Stefanese Daniel che, pur non essendo risultati vincitori, hanno, tuttavia, partecipato con entusiasmo ed impegno.



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Opinioni

17 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Comune di Ripalimosani organizza il terzo concorso “Leonardo Tartaglia” Il Comune di Ripalimosani, in collaborazione con la Pro Loco Ripa, organizza il terzo concorso fotografico “Leonardo Tartaglia – LEFRA”, in omaggio al fotoreporter scomparso nel 2013 che, in oltre un cinquantennio di instancabile attività, ha fissato nei suoi scatti gli innumerevoli aspetti delle comunità molisane, con le loro caratteristiche, tradizioni, evoluzioni. Il tema del concorso è “Ripalimosani: le tradizioni, i luoghi e gli eventi”. La partecipazione al concorso è aperta a tutti i fotografi dilettanti di qualsiasi età e nazionalità. Le di Claudio de Luca “Forche Caudine”, l’Associazione dei Molisani che vivono a Roma, ha riferito che la 20.a regione occupa il primo posto per il numero percentuale di migranti ospitati (36,5 per ogni 10mila residenti). Segue la Sicilia (33,3), la Calabria (22,8) e la Basilicata (17). Chiudono tre regioni del Nord: Lombardia (6,4), Veneto (5,9) e Valle d’Aosta (4,8). I dati utilizzati sono del Ministero dell’Interno e dell’Istat. Naturalmente, parlando in termini numerici, è la Sicilia ad ospitarne di più (16.968), seguita dal Lazio (8,418) e dalla Lombardia (6.425); Il picolo Molise quota 1.145 e la Valle d’Aosta appena 62. Ma, se i numeri dicono questo, rimane in piedi il dibattito sui 150 migranti di Campomarino lido che il Sindaco Cammilleri vorrebbe acquisire dopo l’estate. Il guanto prefettizio non è certo di velluto ove i pensi ai Comuni a cui pervengono numeri di persone da accogliere ed ai molti Sindaci, che ambirebbero di essere coinvolti per evitare modificazioni alla demografia locale tale da pregiudicare un’intera Comunità. Sono anni ormai che, lungo le strade cittadine, accade di incappare in soggetti intenti a chiedere soldi quando si sia parcheggiata l’auto (come per esempio accade a Termoli ed a Campobasso). Capita pure che, accanto agli tzigani, vivacchino giovanissimi suonatori di fisarmonica che spesso si producono in esibizioni estemporanee, contribuendo a delineare una sceneggiatura cittadina oramai diventata parte degli usi e dei costumi quotidiani. Ciò dovrebbe far pensare che il mondo cambia e che i Sindaci non possono più pensare di gestire la cosa pubblica come ai vecchi tempi. Al Sud questa mentalità stenta a farsi largo, e restiamo tuttora attaccati ad invocare l’opera delle Forze dell’ordine statali che – però – non dovrebbero essere le sole a vigilare per restituire sicurezza e pace sociale. Oggi come oggi, chi si candidi ad ascendere al soglio di primo cittadino ha l’obbligo di mutare approccio con la realtà e di essere meno tollerante persino verso la “piccola” criminalità. Perciò non potrebbe essere più definito uno “sceriffo” chi intendesse comportarsi in conformità agli esiti delle tante (giuste e puntuali!) indagini sociologiche elaborate, secondo cui – alla lunga – riuscirebbero

In ricordo del mitico Lefra

immagini partecipanti al concorso dovranno essere presentate entro e non oltre le ore 12.00 del 10 settembre 2015. I risultati del concorso saranno resi noti sul sito internet istituzionale del Comune di Ripalimosani (www.comune.ripalimosani.cb.it) e sul sito www.ripalimosanionline.it; la premiazione avverrà nel mese di settembre 2015, nel corso di una serata dedi-

cata; la data sarà tempestivamente comunicata non appena verrà individuata dall’organizzazione. Saranno premiati i primi tre classificati; la giuria si riserva di dedicare una menzione speciale a opere particolarmente meritevoli. Tutti i dettagli sono nell’avviso pubblico reperibile sul sito istituzionale www.comune.ripalimosani.cb.it.

Migranti ospitati, il primato del Molise infinitamente perniciosi gli effetti delle azioni dei microcriminali, sia che certi episodi avvengano a Campobasso (dove, però, subito si attiva il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica) sia che abbiano interessato comunità minime, quali quelle di Morrone del Sannio o di Montelongo (delle cui sorti pare che agli organi competenti importi di gran lunga meno). Vero è che ogni piccola trasgressione, ove dovesse non essere sanzionata (come quasi sempre accade), trasmetterebbe un segnale negativo, raccolto da altri soggetti disposti a ripetere il gesto, senza sentirsi limitati da freni inibitori e senza tema di correre pericoli di sorta. Se un Sindaco tollera determinati comportamenti, non ci si può meravigliare. Ogni infrazione non perseguìta giustifica, ed incoraggia, la commissione di altre violazioni; e l’immotivata negligenza di tante Autorità comunali (che non dovevano tollerare l’assottigliamento dei ranghi della Polizia locale) sta permettendo all’area dell’illegalità e della scostumatezza di lievitare ogni giorno di più. Perciò, se è pur vero che in Molise la delinquenza sia micro (e non macro), comunque crescono i delitti ed i reati contravvenzionali. La 20.a regione viene descritta come una delle più tranquille; ciò nonostante la sua popolazione comincia a sentirsi insicura, soprattutto in ordine alla commissione di illeciti penali che lo stesso Ministero dell’interno definisce “di forte allarme sociale”. Insomma si dovrebbe cambiare registro. Ancora oggi il Molisano, incontrando qualcuno, allunga il braccio e tende la mano in segno di saluto. Qui non si ha paura del nuovo; però la percentuale di chi teme la criminalità è lievitata consistentemente nel corso degli anni, al punto che si finisce con il parlare – sempre di più – dei furti negli appartamenti, degli immancabili raggiri che si concretano ai danni

degli anziani, dei “pentiti”, dei “collaboratori di giustizia” che vengono condotti in questo territorio per esservi “nascosti”, dell’usura e del traffico illecito di rifiuti pericolosi. Non è certo un caso se la Stampa locale ha cominciato con l’affrontare certi temi e se sono diventati molti i politici che – almeno a parole – hanno introdotto nella discussione quotidiana i temi della sicurezza, soprattutto raffrontando quella odierna al quieto vivere passato delle province di Campobasso e di Isernia. La domanda è: sono esagerate le tesi dei giornalisti oppure i loro scritti delineano quella sindrome sociale che gli esperti chiamano “crime complex“? Questo fenomeno non è caratterizzato da indici preoccupanti; però, è altrettanto vero che – a seguito delle centinaia di furti in appartamenti (quasi sempre rimasti impuniti) – si sia originato un investimento emotivo comprendente paura, rabbia e risentimento, nel convincimento che la Giustizia penale sia ina-

deguata e poco efficace a debellare il fenomeno. Poi iniziano a diffondersi nella popolazione atteggiamenti e strategie difensive per accrescere la sicurezza personale (casseforti nascoste, sistemi anti-intrusione …); ed il discorso sarebbe incompleto se non si citassero gli interventi delle Pubbliche amministrazioni (Bojano, Termoli …) e della Regione che – assieme alla Prefettura – hanno deciso di collocare telecamere a circuito chiuso lungo le strade cittadine. Se la situazione è questa, non è bene alimentare la tensione ed è inutile cercare capri espiatori, che spesso non sono gli extracomunitari. Occorre valutare il fenomeno per collocarlo nella sua giusta dimensione. Se poniamo in essere tanti accorgimenti per esorcizzare la paura, vuol dire che qualcosa non va e che non possono bastare le interessate rassicurazioni, provenienti dagli Uffici stampa delle Forze dell’ordine, a tranquillizzare la comunità molisana.


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Riparte la stagione estiva Sabato 13 giugno 2015 riapre la piscina

C.da Santa Maria delle Macchie, sn - 86019 Vinchiaturo (CB) Italy Info: +39 0874 340043 Fax +39 0874 340038 www.lecupolette.com - lecupolette@gmail.com


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