TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno x - n° 255 - Mercoledì 10 diceMbre 2014 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno al Raffaele Pagano
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Raffaele Pagano. Il nuovo questore di Campobasso ha dato immediatamente il senso della sua presenza riuscendo, innanzitutto, in una vasta operazione di riordino interno per una maggiore funzionalità delle strutture. Contemporaneamente ha potenziato una seri di servizi di controllo del territorio per garantire la massima sicurezza per il cittadino. Passaggio, questo, che è stato particolarmente apprezzato dalla gente per la vicinanza alle forze di Polizia. Oscar, dunque, pienamente meritato.
Mafia-Capitale aveva adocchiato anche il Molise
Il Tapiro del giorno a Mauro Natale
Il Tapiro del giorno lo diamo a Mauro Natale. Mentre timidi tentativi vengono da alcuni esponenti della sua stessa associazione, il presidente di Assindustria Molise resta nel silenzio più totale. Ma non si sta accorgendo che la regione sta sprofondando? Che il mondo produttivo non ce la fa più mentre la classe politica non è in grado di programmare, di indicare una strategia industriale ed economica per il futuro? Il presidente di Assindustria Molise si rende conto di tutto questo? E lo sa che i costruttori sono allo stremo?
Servizio a pagina 4
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 10 dicembre 2014
Finmolise-Gestione agroalimentare Molisana Srl-Spa Zuccherificio del Molise SpaAutostrada del Molise Spa
Il riallineamento finanziario delle società partecipate dalla Regione Molise è finito alla Procura della Corte dei Conti
Una Regione partecipe dell’economia, direttamente coinvolta nei processi di sviluppi e di occupazione, aperta al mercato, responsabile del ruolo primario della mano pubblica nella crescita socio/economica del territorio è stata, ed è, purtroppo, nella disponibilità di amministratori allo sbaraglio Milioni di euro da riallineare, verifiche contabili, addebiti alle gestioni patrimoniali della società in cui la Regione detiene quote azionarie: è il risultato dell’azione svolta dal Servizio strategico, riforme istituzionali e controllo degli enti locali e sub regionali dell’’Area prima della Regione Molise diretta, con tratto umano e professionale di rilievo, da Angelo Fratangelo, a carico di Autostrada del Molise spa; Finmolise Spa; Gestione Agroalimentare Molisana Spa; Molise Dati Spa; Sviluppo Italia Molise Spa; Sviluppo della Montagna molisana Spa; Zuccherificio del Molise Spa; Campitello Matese Scpa (in liquidazione). Sulla scorta delle anomalie rilevate, la giunta regionale ha disposto il ripristino della dovuta rispondenza contabile, provvedendo all’inserimento del valore corrispondente ad ogni operazione finanziaria adottata nel Conto del patrimonio regionale, per un ammontare – come detto – di 47.551.193,82 euro: cioè l’ammontare delle partecipazioni regionali. Fin qui l’azione contabile, le verifiche, gli addebiti. Ma c’è dell’altro. C’è che la giunta ha deliberato di trasmettere il malloppo alla Procura regionale della Corte dei Conti, per cui quest’azione amministrativa avrà una coda giudiziaria.
Visti i precedenti, ovvero l’accanimento con cui la nuova maggioranza politica di Palazzo Moffa è alla ricerca dei punti deboli (possibilmente omissioni, distrazioni, comunque reati) della gestione precedente di centrodestra (dal 2007 fino al 2010), siamo indotti a pensare che lo abbia fatto con una punta di sadismo, comunque allo scopo di creare fastidi ai predecessori. Chi ha analizzato la gestione delle suddette società partecipate, ha rilevato anomalie “concernenti la mancata corrispondenza tra i flussi di finanza regionale posti in essere, con quanto effettivamente registrato nel conto del patrimonio della Regione Molise”. Ad essere in-
teressato a dare una spiegazione, a sciogliere i dubbi, a chiare i fatti e le situazioni, è stato Alessandro Dal Cin già direttore del Servizio Bilancio negli anni passati, cosa che egli ha fatto fin dal 4 dicembre 2013 (nota 36837). Questa che stiamo trattando è materia tecnica, ma abbastanza comprensibile delle finalità perbcui sono state create le società partecipate e quanto esse incidono finanziariamente sulla dote patrimoniale regionale. I dati salienti li trascriviamo così come sono stati riportati nella deliberazione della giunta regionale del 26 novembre scorso, la numero 650: Finmolise Spa “… a seguito della trasforma-
zione in società in house providing (delibera della giunta regionale 413 del 15.04.2009, è stata approvata la sottoscrizione delle restanti 3405 azioni pari al 24,70 del capitale sociale per un valore di mercato complessivo di Euro 7.170.283,05; operazione contabilizzata sull’Unità previsionale di base (Upb) del bilancio 2009”; Gestione Agroalimentare Molisana Srl “… la Regione ha acquisito quote di partecipazione della Gam srl da Solagrital al prezzo definitivo pari al valore nominale delle quote, rispettivamente pari ad Euro 13.725.000 ed Euro 5.600.000,00 per un importo complessivo alla data del 31.12.2009 di Euro 19.325.000; le operazioni di compravendita sono state contabilizzate nell’anno 2009”; Zuccherificio del Molise Spa “… l’operazione di aumento di capitale sociale in data 10.12.2010 per Euro 4.138.164 è stata contabilizzata per Euro 1.031.328,75 nell’anno 2010 e per Euro 3.106.568,25 nell’anno 2011”; Autostrada del Molise Spa “ … la Regione Molise ha acquisito nell’anno 2008 da Finmolise spa la partecipazione della società Autostrada del Molise spa con capitale sociale a valori nominali pari ad Euro 3.000.000,00, il capitale sociale sottoscritto dalla Regione per Euro 1.500.000 è stato versato nel-
Ma il sindaco e segretario del Pd, Fanelli, si accorge dell’agonia della valle del Fortore? di Giovanni Muccio* Il Movimento regionale del Guerriero Sannita lancia un grido d’allarme per le condizioni negative socio-economico in cui versa la Valle del Fortore, un territorio dal potenzialità enorme per qualità agroalimentare, energetico e di piccole e medie imprese. Paesi in cui si avverte tutta la drammaticità di un evidente spopolamento di giovani, costretti ad emigrare per mancanza di vere e proprie opportunità di lavoro. La questione Fortore è un problema atavico mai realmente affrontato, l’unico politico che ebbe negli anni 90, l’intuito e la capacità di un rilancio di tale zona fu l’allora Presidente della Comunità Montana Berardino Vitarelli, che creò un Piano per gli Insediamenti Produttivi, area P.I.P. nel comune di Pietracatella. Un piano che nell’intenzione della politica di allora, doveva e poteva dare centinaia e
centinaia di posti a giovani della Valle del Fortore, con l’insediamento di piccole e medie aziende e che la politica successiva fino ai giorni nostri non ha saputo valorizzare. Oggi quell’area P.I.P. ha le potenzialità perchè possa decollare, purtroppo gli operatori economici attualmente insediati in quell’area, denunciano lo stato di totale abbandono e di degrado in cui versa l’area, dovuto al completo abbandono da parte degli Enti, rendendo particolarmente difficile lo svolgimento delle attività lavorative. A parere del Movimento regionale del Guerriero Sannita bisogna puntare al rilancio di quel Piano per gli Insediamenti Produttivi, che può rappresentare un volano per tutta l’economia della Valle del Fortore con la creazione di centinaia e centinaia di posti di lavoro. Infatti nell’area sono siti capannoni vuoti e lotti di terreno di circa 3000 mq.delimitati e recintati, per l’insediamento di attività pro-
duttive, come ad esempio piccole imprese hightech, cooperat i v e agroalimentare per il rilancio dei prodotti genuini della Valle e rilanciare sempre con una cooperativa un bene prezioso della Valle, il Tartufo che nei nostri territori è il migliore in assoluto, prevedere raccolta ”cavatori” del posto, lavorazione e commercializzazione, a livello nazionale e mondiale. Inoltre a parere del Guerriero Sannita, si può pensare ad un Parco Tratturale del Fortore molisano, individuando la tipicità delle produzioni agro-alimentari della zona (olio, salumi, formaggi, legumi, ortaggi, frutta, etc.) per impostare un programma di promozione e valorizzazione, attraverso la composizione di un “paniere” di prodotti del Fortore Molisano; la classificazione e definizione dei sentieri del territorio per la realizzazione e pubblicizzazione di itinerari turistici; prevedere progetti per il lago di occhitto come risorsa fondamentale nell’ambito del proprio sviluppo socio-economico; sfruttamento dei laghetti collinari con destinazione prevalen-
l’anno 2010 per euro 1.125.000 pari al 75% della quota di partecipazione”; Gestione Agroalimentare Molisana Srl “la Regione Molise ha acquisito quote di partecipazione della Gam srl da Solagrital al prezzo pari al valore nominale delle quote per Euro 1.974.690,40; l’operazione di compravendita è stata contabilizzata nell’anno 2010 sul capitolo 12603 della Unità previsionale di base (Upb), per effetto di tale intervento il capitale sociale della GAM srl al 31.12.2013 è pari ad euro 21.299.690,40”. Questa che potrebbe essere la rappresentazione di una Regione partecipe dell’economia, direttamente coinvolta nei processi di sviluppo e di occupazione, aperta al mercato, responsabile del ruolo primario della mano pubblica nella crescita socio/economica del territorio, letta invece nelle sue pieghe, nel carico di problemi che accompagnano la Gam, lo Zuccherificio, in particolare, ma anche tutte le altre Spa, dice invece di un Molise amministrato da dilettanti allo sbaraglio e, per quanto si può capire, in modo furbesco. Il contrario del necessario. Dardo
temente agricola, ; la valle del Fortore, inoltre, permette la coltivazione di piante officinali, contribuendo ad integrare il reddito delle aziende esistenti e può stimolare la crescita di nuove iniziative vista l’aumentata richiesta di prodotti “naturali” che va oltre quello che può essere considerato un fenomeno di moda; dotare gli ambienti naturali di servizi ed infrastrutture necessari alle attività ritenute compatibili con la tipologia delle singole aree, allo scopo di incrementare le possibilità del turismo e delle attività ricreative della popolazione. A tal riguardo il Guerriero Sannita lancia un accorato appello alla massima Autorità politica della Valle del Fortore, il Sindaco di Riccia Micaela Fanelli Segretaria regionale del P.D., maggior partito della coalizione di Centrosinistra al Governo regionale e con importanti contatti a livello nazionale ed europeo, di adoperarsi personalmente per un rilancio concreto dell’area della Valle del Fortore, prendendo in considerazione le idee progettuali del Guerriero Sannita, che dalla Sua ha solo le idee, ma senza nessun potere concreto di realizzazione, perchè cosi hanno deciso i vertici politici regionale della propria coalizione. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita
TAaglio lto
3 10 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
I gravi problemi della sanità ancora una volta rinviati in Consiglio regionale
Senza Frattura la maggioranza e gli assessori sono nessuno
Con Frattura assente (giustificato) la discussione sullo stato di precarietà della sanità molisana nel corso del consiglio del 2 dicembre è calata molto d’intensità e di verità. Oltre ad essere presidente egli è anche commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro del disavanzo con quale e quanta coerenza è un problema di costituzionalità peraltro in via di definizione. Fintanto Frattura non sarà sollevato dall’incombenza di risanare i conti (che non riesce a risanare) e di assicurare un minimo di funzionalità ai presidi ospedalieri, cosa che lo vede fortemente in difficoltà e particolarmente contestato, volenti o nolenti, egli è il perno intorno al quale devono obbligatoriamente ruotare le iniziative, le proposte, le interrogazioni e quant’altre necessità di chiarezza si vanno sommando e palesando. E quando non c’è, salta tutto l’armamentario. Come nel caso ultimo del consiglio del 2 dicembre che ha visto una delegazione di titolari di aziende fornitrici dell’Asrem a colloquio col presidente del consiglio Vincenzo Niro e con i componenti l’Ufficio di presidenza Monaco, Sabusco e Di Nunzio, per sollecitare il pagamento delle fatture per forniture fatte all’Azienda sanitaria regionale.
Un aspetto tra i tanti, che dimostra come sia vasto e articolato il quadro delle esigenze, delle richieste, delle rivendicazioni che purtroppo rimangono senza risposta o, peggio, senza soluzione. I creditori hanno chiesto anche il rispetto delle normative vigenti in materia di patto di stabilità interno al fine di consentire loro la cessione pro-soluto a Banche o Intermediari Finanziari riconosciuti, come per legge. Purtroppo sono cascati male. Sia Niro che i consiglieri dell’ufficio di presidenza si sono
detti a digiuno di notizie utili da dare e, senza eccessivo rossore, hanno chiesto tempo, riservandosi di fissare al più presto un altro incontro auspicalmente chiarificatore. A digiuno di notizie loro che sono amministratori, figurarsi poi chi nella scala gerarchica delle responsabilità li segue a ruota. Sono questi episodi, queste ammissioni di carenze, di insufficienze, di dilettantismo amministrativo a delineare con sempre maggiore chiarezza il profilo di una Regione naif, approssimativa, rat-
toppata alla meno peggio, e di una classe politica in costante fase di apprendistato. Altrimenti non si avrebbe la difficoltà a rientrare dal disavanzo, come hanno fatto e stanno facendo le regioni che con il Molise si sono trovate in una pesante situazione debitoria; altrimenti non si avrebbe lo stallo in cui sono finite le società a partecipazione pubblica né la falcidia di aziende contrattualizzate con la Regione; altrimenti non si frapporrebbe ancora tempo a definire e ad approvare la programmazione e la destinazione dei fondi europei per il settennato 2014/2020. Ma torniamo alla sanità e alla interdizione degli argomenti e delle proposte che tentano di migliorare il progetto di riordino dei presidi sanitari sul territorio. E’ accaduto il 2 dicembre nel momento in cui si dovevano discutere un ordine del giorno del consigliere Monaco e una mozione di Ciocca e Monaco sulla “questione sanità’”, riguardanti l’Ospedale s.Timoteo di Termoli e le iniziative volte a modificare i programmi operativi 2013-2015 per l’attuazione del piano di rientro del disavanzo. Poi si sono accorti che in assenza di Frattura non valeva la pena parlare. Sarebbero state parole al vento. Quindi la proposta di un or-
Quel documento che ricorda “Basso”
corso dell’ospedale di riferimento, nonché a fornire le prestazioni ambulatoriali mediche e chirurgiche per situazioni di minor criticità. L’Ospedale di Agnone quale Presidio Ospedaliero di Zona particolarmente disagiata prevedendovi un’unica Unità Operativa Complessa clinica. Le scelte di programmazione inserite nel documento non sono sostanzialmente appropriate per la nostra Regione, in ragione delle peculiarità del territorio, della tipologia di popolazione prevalentemente anziana, della nostra economia. Gli ospedali pubblici subirebbero, secondo quanto indicato nel nuovo Piano, un drastico taglio; si assisterebbe, infatti, al totale svuotamento delle Strutture di Venafro e Larino, dove verrebbero conservati solo pochi posti della riabilitazione, mentre gli ospedali di Isernia e
La proposta del direttore Asrem ricalca quella del passato del commissario Filippo Basso CAMPOBASSO. E’ già un vespaio di polemiche sulla proposta di Atto Aziendale n. 136 del 3 dicembre 2014 che deve, ora, essere ratificata dal Commissario ad acta. Un Atto che è una chiara emanazione del Piano Sanitario Regionale di Basso. Le strutture private non vengono proprio citate perché non toccate, ma anzi potenziate, da quel Piano sanitario. Nettamente ridimensionate le strutture pubbliche. Il Presidio Ospedaliero di Campobasso “Cardarelli” quale DEA di II livello - Centro HUB, “da dotarsi di tutte le specialità, comprese quelle di maggior complessità non rinvenibili negli altri presidi
ospedalieri della Regione, ovvero quelle con una diffusione rara sul territorio” e, due Centri Spoke (Termoli ed Isernia) con un ruolo importante per le “specialità di media diffusione sul territorio,” a copertura rispettivamente dei bacini territoriali del Basso e dell’Alto Molise.Per gli Ospedali di Venafro e Larino si prevede una loro riconversione in Presidi territoriali dotati di PPI con personale medico ed infermieristico sulle 24 ore, che dispongano di competenze cliniche e sanitarie adeguate a fronteggiare e stabilizzare temporaneamente le emergenze gravi fino al loro trasporto e presa in carico al Pronto Soc-
dine del giorno di quelli che dicono tutto e niente, che aprono scaturigini dialettiche senza alcuna possibilità di approdare a qualcosa di concreto. Il consiglio, infatti, e per giunta all’unanimità!, ha deliberato di “impegnare il presidente della Regione, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per il rientro del disavanzo sanitario, a riferire in sede di consiglio regionale: - a chi spetta il compito di riorganizzare la sanità molisana, specificando meglio se è compito solo ed esclusivo del commissario ad acta prendere decisioni nel merito della programmazione ed organizzazione del settore sanità, esautorando, de facto, il consiglio regionale; e se lo stesso vale per le direttive che giungono dal governo centrale; -cosa intende fare con i nosocomi presenti sul territorio della regione e, nello specifico, quali presidi ospedalieri tenere in vita e quali condannare alla chiusura; - come garantire lo sblocco del turn-over a beneficio di nuove assunzioni”. Paglia per cento cavalli, nonostante sia stato chiarito quale sia il compito dei commissari ad acta e la totale estraneità del consiglio alle sue decisioni. Dardo
Termoli sarebbero privati di molte discipline con un numero di posti letto riconosciuti sostanzialmente inadeguato rispetto al fabbisogno territoriale. Il Presidio di Agnone, strategico per la popolazione dell’Alto Molise, verrebbe ridotto in maniera sostanziale a soli 10 posti letto di medicina e 20 di lungodegenza pur con la definizione di “Presidio Ospedaliero di zona disagiata”. A fronte di un intervento di tale peso sulle strutture pubbliche i tagli ai privati sono del tutto residuali. In definitiva, questo documento non è da considerarsi né condivisibile né attuabile, perché mina la possibilità ed il diritto fondamentale dei cittadini molisani ad avere un’assistenza sanitaria efficace e mette in seria discussione la possibilità di avere a disposizione un sistema ospedaliero pubblico in grado di soddisfare il bisogno di cure su tutto il territorio.
L’intervento A due anni di governo di centrosinistra, i conti non tornano. Né sono parsi adeguati alla carica lo scatto di nervi del Presidente Frattura alla Gam e la presa di posizione contro ciò che viene definito “assistenzialismo” verso il mondo della produzione: “Non buttiamo più soldi dentro le imprese in perdita e indirizziamo le risorse verso le piccole e medie imprese che non ce la fanno più”. Questo l'assunto della Giunta regionale del Molise. Basta “assistenzialismo”, dunque. E lo dicono, ovviamente pagati, i professionisti che sono diventati tali grazie alla bravura dimostrata nell’indirizzare risorse pubbliche, guarda caso, al privato. Per ipotesi, ma solo per ipotesi, se la ricetta venisse applicata alla lettera, ci troveremmo a non avere più gran parte della base produttiva regionale, perché chiuderebbero oggi aziende come la Gam, la Ittierre, lo Zuccherificio, ( la Fiat teniamola fuori in quanto
vatizzazioni, portando al completo disfacimento intere classi sociali: lavoratori, trasportatori, allevatori, fasonisti, commercianti, artigiani, e intere aree sociali come quella di Boiano, di Pettoranello, del cratere sismico. Prendiamo atto intanto, in termini conclusivi, che dietro le parole di Frattura si nasconde l’assurda sua presunzione di andare oltre, nel campo del decisionismo, nonostante gli appelli all’unità dei “volenterosi” che siedono anche all’interno della giunta; gli appelli antistorici, resi tali dalla sempre maggiore concentrazione gerarchica nella gestione delle imprese surrettiziamente nelle mani di talune individuate e note famiglie (politiche ed economiche) molisane, alle quali, purtroppo, da destra, da centro e da sinistra, si consente impunemente l’uso del conflitto di interessi e la politica le ha consegnato finanche la Regione.
Togliere le risorse alle attività industriali molisane è un errore multinazionale) come già sono chiuse le medie imprese come i Cantieri Navali, la Fonderghisa, l’Itam, la Dr, la Marinelli, la Rer eccetera. Ma andiamo al sodo. Se non intervenisse più la Regione, chi interverrebbe? Quali imprenditori? Quelli che non partecipano alla gara di acquisizione dello zuccherificio? Quelli che hanno fatto fallire la Pop 84, la Gtr, la Dr, la Centrale del Latte, il Frigomacello, il Pastificio Fontanavecchia? Oppure gli altri fallimentaristi, quelli che hanno partecipato alla mission del Partenariato: Camera di Commercio, Acem Molise, Api Molise, Confesercenti Molise, Confcommercio Mo-
lise, Confcooperative Molise,Lega Coop Molise,U.n.c.i. Molise ,I.s.p.e.s.l. ,Ordine degli Ingegneri,Ordine degli agronomi, Agrotecnici del Molise,Università degli Studi del Molise,Coltivatori Diretti, Ama Casa Molise, Confartigianato eccetera? Una gran bella compagnia nella gestione delle risorse derivanti dalle delibere Cipe e dei Fondi Strutturali Europei. Oggi costoro si allontanano dallo Stato, e dalla sue propaggini territoriali, negandogli qualsiasi forma di partecipazione sociale e lo mettono al servizio del recupero della redditività imprenditoriale con politiche di deregolamentazione, competitività e pri-
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
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4 10 dicembre 2014
“Mafia-Capitale” pensava anche al Molise In un’intercettazione telefonica si parlava della possibilità di arrivare al nascente Centro di accoglienza per immigrati di San Giuliano di Puglia CAMPOBASSO. Gli immigrati fruttano più della droga, parola dell’ex terrorista Massimo Carminati. Ecco perché ogni emergenza ed ogni centro di accoglienza era visto come un pozzo di denaro pubblico in cui attingere guadagni. Ecco perchè, nel 2013, il nascente centro di accoglienza molisano di S. Giuliano di Puglia era stato preso di mira DALLA banda mafiosa. Fino ad ora nella maxi operazione ci sono ben 37 arrestati, tutte poltrone dirigenziali della politica romana, e 100 indagati tra cui nomi eccellenti come l’ex sindaco Gianni Alemanno. Il perno della banda mafiosa era Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar ed arrestato. È lui ad attivare la ‘Teoria del Mondo di Mezzo’: “Noi siamo a metà tra il mondo dei vivi e dei morti”, una chiara metafora per spiegare il ruolo di collante tra la sua banda mafiosa e l’imprenditoria e la politica sottomessa. I loro guadagni arrivavano dai soldi che Roma riceveva per gestire l’emergenza rom, per esempio solo 25 milioni di euro per il 2013, ma anche dall’emergenza immigrati e dai centri di accoglienza, affari spor-
CAMPOBASSO. Oltre 1.800 contratti e 9mila aziende coinvolte. Tutto in quattro anni. All’istituito del contratto di rete si ispira un numero sempre crescente di imprenditori e così il recente modello di aggregazione prende slancio con buone carte da giocare anche per il futuro. È quanto emerge da un monitoraggio effettuato da Infocamere su questo tipo di accordi iscritti nel Registro delle Imprese gestito dalle Camere di commercio italiane. In Molise all’inizio di novembre sono 38 le imprese coinvolte in 16 contratti di rete. Che rappresentano uno strumento e un’occasione per rispondere alla difficile congiuntura economica e mantenersi competitive sul mercato. Il Molise da solo rappresenta solo lo 0,41% delle imprese italiane in rete; nonostante il forte sviluppo osservato negli ultimi anni, il grado di diffusione dei contratti di rete è ancora relativamente contenuto rispetto al complesso del tessuto produttivo. Se a livello italiano ci si ferma allo 0,15%, in Molise tale percentuale scende allo 0,11%.
chi gestiti da LUCA Odevaine, ex VICE capo gabinetto di Veltroni. Come entra il Molise in questa cupola? Dalle intercettazioni dei Ros, in una conversazione del 7 maggio 2013 tra Sandro Coltellacci, dirigente di una cooperativa e Salvatore Buzzi, fulcro di questa rete, si parla del nascente centro di accoglienza molisano di S. Giuliano di Puglia. Coltellacci riferisce di aver parlato con Luca Odevaine, lui che s’interessa dei centri, e di avergli chiesto come potersi infiltrate in questa struttura e quindi in Molise ma (per fortuna) non c’è stato nulla da fare. Coltellacci: “Gli ho detto a Luca ‘Ma perché non ce manni in Molise a noi? Perché mo aprono’. E lui m’ha risposto: ‘Eh ma li ce sono i sindaci locali … “ Buzzi : “E chi possiamo trovà come interlocutore, là? In Molise? Eh, niente, non c’amo nessuno… Di Pietro! Annamo da Di Pietro”. Coltellacci: “In Molise c’è Di Pietro che non fa più un cazzo credo, no? Che fa mo Di Pietro? Non farà più un cazzo, pure al paese suo”.
Le Reti di impresa,risorsa contro la crisi In Molise sono 38 le aziende coinvolte in contratti di rete a fronte di 1836 patti sottoscritti su tutto il territorio italiano Nella classifica per provincia considerando il grado di diffusione, Campobasso si pone al 63esimo posto con lo 0,12% (sono 31 le imprese coinvolte in contratti di rete), mentre Isernia è all’81esimo posto con lo 0,08% e con 7 imprese in rete. A livello settoriale in Molise prevale il settore dei Servizi alle imprese (34,3% delle imprese in rete) e in particolare la divisione legata alle realtà specializzate in attività legali, contabilità, direzione aziendale e consulenza gestionale. Il Commercio e l’Industria si collocano al secondo posto entrambe con il 26,3% delle imprese. Il sistema camerale nazionale intende dare una grande spinta allo
sviluppo dei contratti di rete che infatti rappresentano un’importante risorsa per la competitività tra le aziende e anche per la crescita dei rapporti di collaborazione ed interdipendenza tra le stesse. Il vantaggio principale delle reti d’impresa è che, da un lato, non creano necessariamente un nuovo soggetto giuridico e ogni azienda che vi partecipa mantiene la propria identità e autonomia, dall’altro esaltano il valore della collaborazione, assicurano minori costi e maggiori occasioni per crescere e permettono di sviluppare competenze e di esplorare nuovi mercati. Con l’attivazione di un servizio a sportello di prima assistenza e orientamento sulla prefattibilità legale di
“Poste, un’azienda inadeguata” La Cisl torna a denunciare la situazione in essere nella struttura CAMPOBASSO. “Ci risiamo – tuona il Segretario della Cisl Poste Antonio D’Alessandro - memori di quanto accaduto nel giugno di quest’anno con le partite IVA, l’Azienda replica con i privati. La lentezza decisionale nell’applicazione degli adempimenti normativi ricade, con “effetto valanga”, sugli uffici e di conseguenza sui lavorati”. Le liste dei Clienti privi di Questionario di Adeguata Verifica, crediamo, fossero già disponibili da tempo ma l’azienda, con spregio di ogni logica organizzativa, ha ritenuto di proce-
dere all’invio degli avvisi di regolarizzazione solo il 7 novembre, imponendo la scadenza del 30. Milioni di raccomandate sono state inviate ai clienti di Poste che hanno stravolto l’attività degli uffici con un flusso di clientela difficile da gestire. “L’Azienda – accusa Antonio D’Alessandro -, nella sua miopia gestionale, o forse dobbiamo pensare a una strategia autolesionista, ha contestualmente preteso lo smaltimento delle ferie nello stesso mese di novembre con iniziative e pressioni di-
scutibili nel metodo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la paralisi dei servizi, il rallentamento delle attività e discredito nei confronti dei clienti che non ha mancato di esternare la loro insoddisfazione agli incolpevoli operatori. A tutto ciò – afferma il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro - si sommano continue pressioni e minacce giornaliere per i Budget, per le Canvass, per i Tempi di Attesa, per le Ferie da smaltire, per le Convocazioni in Filiale, per i corsi on line, che sovraccaricano di stress Direttori e
eventuali Reti di Imprese (Sportello S.I.RI.) e, parallelamente, con la concessione di contributi (voucher) finalizzati all’abbattimento delle spese sostenute per la costituzione di Contratti di Rete d’Impresa e l’erogazione di servizi di assistenza e consulenza legale di carattere propedeutico alla stipula del Contratto di Rete a cura di un esperto appositamente incaricato, l’Unioncamere Molise è riuscita a favorire e sostenere la nascita nel territorio regionale delle due nuove Reti nel gennaio del 2014 (“Compagnia del Molise” e D.&F.Net”) grazie alle quali le imprese aderenti potranno collaborare e accrescere, individualmente e collettivamente, la propria
forza contrattuale, la capacità di innovazione e la competitività sui mercati nazionali e internazionali. Gli importanti risultati conseguiti al termine delle attività svolte nell’anno 2013 fanno seguito a quelli già conseguiti da Unioncamere Molise nel 2012, allorquando l’Ente favorì e sostenne la nascita di tre Reti di Impresa ( di cui due regolarmente costituite: “LMN”, Rete del settore della meccanica e “Food in Italy”, Rete del settore agroalimentare/prodotti per celiaci) attraverso la messa in campo di tutta una serie di iniziative (in particolare di formazione e informazione) ed incentivi (voucher) volti a favorire la costituzione di Reti d’Impresa.
personale”.
in quest’azienda, procedesse nel solo perseguimento dei propri esclusivi obiettivi, senza considerare la vera priorità: garantire servizi efficienti e di qualità.
Non sappiamo se tutto ciò rientra in un subdolo piano strategico per far saltare il sistema Poste o è frutto dell’incapacità di chi impartisce disposizioni, iniziative senza la reale conoscenza delle attività, di come si opera negli uffici, appesantendo ulteriormente le criticità presenti sul territorio. Gli atteggiamenti di alcuni Capi Area – precisa Antonio D’Alessandro -, che dovrebbero essere più vicini alla realtà dei propri territori, danno ulteriore dimostrazione di comportamenti “assurdi”, volti non all’organizzazione per tamponare le reali difficoltà del personale in prima linea, ma permettendo che ognuno,
Non è quello che l’azienda stessa ha dichiarato su “Spazio 360”. “Se il momento è “straordinario” a causa di disorganizzazione interna – conclude Antonio D’Alessandro -, dovrà essere straordinario tutto quanto ne consegue e pertanto riteniamo imprescindibile un allentamento di pressioni ingiustificate, attraverso iniziative coerenti con l’operatività degli uffici e della situazione attuale. Gli uffici e il personale sono già sufficientemente messi a dura prova”.
TAaglio lto
5 10 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Due giorni di dibattito a Santa Maria del Molise di Legambiente in favore degli Stati generali del Matese
Ma nel Molise permane l’equivoco di voler far convivere l’idea del parco con le centrali a biomasse
L’idea del Parco nazionale è valida perchè supera i confini dialettici regionali, si apre ad apporti scientifici di rilievo, impegna il Parlamento e il Governo centrale Lega Ambiente Molise, quantunque sollecitata da altre sigle ambientaliste, non è mai voluta scendere in campo contro l’apertura del cantiere e l’avvio degli scavi di sbancamento della centrale a biomasse alle falde del Matese, tra Guardiaregia e Campochiarro. Lega Ambiente Molise ha progetti finanziati dalla Regione Molise e lo sanno anche le pietre che all’inizio del percorso autorizzativo della centrale a biomasse ad essere interessato era il presidente, l’architetto Paolo di Laura Frattura: intelligenti pauca! (chi vuol capire capisca!). Detto questo, dobbiamo oggi prendere atto che Lega Ambiente Nazionale, con alla testa il presidente Vittorio Cogliati Dezza, si sta dando molto da fare per istituire il Parco (nazionale, non regionale) del Matese. Sabato e domenica scorsi a Santa Maria del Molise, giusto di fronte al Massiccio, ha tenuto un incontro in cui s’è discusso di andare “verso gli Stati Generali del Matese”, come aiutarlo a nascere e a svilupparsi avendo anche un occhio attento a talune iniziative care alle persone che contano nel Molise. Un discorso ampio, professionale, con
spunti anche passionali, ma, come diciamo, con ampi spazi per conciliazioni economiche per le quali, a detta degli esperti di Lega Ambiente Molise, non ci sarebbero controindicazioni. Discorso per ammorbidire gli ultimi residui di resistenza all’idea del Parco da parte di coloro
che ritengono i vincoli ambientali un limite allo sviluppo dell’area, e una eccessiva compressione della attività produttive. Residui dallo zoccolo duro, verso cui, per renderli arrendevoli, sono state usate argomentazioni lineari, raffronti storici, assicurazioni scientifiche. L’idea del
Parco nazionale è valida perché supera i confini dialettici regionali, si apre ad apporti scientifici di rilievo, impegna il Parlamento e il Governo centrale. Peccato che nel Molise permanga l’equivoco di voler far convivere l’idea del Parco con quella parte dell’area matesina già impegnata da attività produttive (la filiera avicola e, perché no, le centrali a biomasse). In soccorso di questo “pastrocchio” è andato (manco a dirlo) il vice presidente della giunta regionale, Michele Petraroia. Lo ha fatto con la solita lettera complicata a leggerla ed anche a capirla, per la solita abitudine di dare un colpo alla botte e uno al cerchio. Dopo essersi compiaciuto con Vittorio Cogliati Dezza per la serietà con cui sta reintroducendo il dibattito sul Parco nazionale del Matese, non s’è fatto sfuggire l’occasione per difendere, nella stessa area, le attività produttive in atto, e quelle che potrebbero seguire. Difatti secondo Petraroia, con scoperta allusione al punto di vista di Lega Ambiente Molise, i due percorsi, se ben pianificati, sono perseguibili senza elidersi a vicenda. Continuando, poi ha meglio puntua-
Infrastrutture, nessun investimento Le aziende sono stritolate dal fermo lavori. Occorre una svolta CAMPOBASSO. Cinquemila posti di lavoro persi, mentre i mancati incassi dalla pubblica amministrazione sfiorano i 30 milioni di euro. Ecco perchè bisogna far ripartire il settore attraverso lo sblocco dei cantieri e il pagamento dei crediti vantati dalle aziende con gli enti locali: otto milioni di euro solo per gli imprenditori iscritti all’Associazione costruttori edili del Molise. Si tenterà, a breve, di fare partire almeno le opere già cantierate. La Regione deve cominciare a pensare seriamente a investire in infrastrutture. A partire dall’autostrada del Molise. Del resto l’edilizia è il settore più indicato per la ripresa economica della nazione: è un settore anticiclico, ha un grande indotto, rappresenta una fetta importante del Pil, circa l’11% ed è il motore della green economy. Bisogna intervenire con urgenza sulle infrastrutture, anche per permettere di recuperare il gap del sud Italia rispetto al nord e della nostra nazione rispetto al resto dell’Europa. Ma la sola previsione della costruzione dell’autostrada non basta. Oggi l’Europa sta puntando sulla rete ferroviaria e il Molise risulta essere grande assente. Eppure è il tratto più corto di collegamento tra Adriatico e Tirreno. Perchè non sfruttare, allora, questo percorso e far vedere con un progetto reale e credibile che il territorio è appetibile? Anche alla luce della crisi economica che ha coinvolto lo scenario mondiale, si profila un futuro per il nostro Paese in cui tra le linee guida da seguire vi sarà verosimilmente la necessità di programmare investimenti in infrastrutture e tecnologie e richiamare la sensibilità soprattutto delle istituzioni per pianificare, definire normative, sistemi di incentivazione e regole sempre più rivolte a favorire l’intermodalità e la crescita del trasporto ferroviario. E’ anche questa una sfida che la Regione deve portare nelle sedi competenti anche scommettendoci finanziariamente di proprio. Del resto, è ancora bassissima la spesa dei fondi europei che potrebbero trovare collocazione in tale
genere di investimenti. Ecco perchè bisogna ripartire dagli investimenti in infrastrutture per sostenere la crescita economica. Occorre, dunque, riportare le infrastrutture al centro del programma per lo sviluppo della regione, tramite l’identificazione di 5 o 6 opere urgenti, che possano dare un impulso allo sviluppo ed allo stesso tempo influenzare positivamente l’immagine del nostro territorio. Altresì, è necessario chiarire e velocizzare il processo di autorizzazione per queste opere, definire un programma di finanziamento realistico, massimizzando il ricorso al settore privato, ove possibile.
lizzato il suo pensiero duale, avendo cura di allargarlo il più possibile, in modo che da suo venga recepito dall’opinione pubblica fosse anche di altri. Una furbata. Ha detto Petraroia: “Gli studi tecnici approntati rappresentano un riferimento istruttorio importante per superare questo dualismo ma occorre proseguire il confronto con sessioni permanenti in cui con l’aiuto dell’Università, degli Ordini Professionali e degli esperti in materia, si individua una soluzione condivisa che permetta di far riavviare la filiera avicola, la filiera tessile e l’indotto industriale dell’auto, con la contestuale costituzione di un Parco del Matese che rappresenti un valore aggiunto per le comunità locali esaltando le potenzialità paesaggistiche, culturali, turistiche e agricole dell’area”. Ci prova a prendere due piccioni con una fava. Ma non gliene va bene una. Si decida, e con lui anche Lega Ambiente Molise, se stare con il Parco del Matese - tout court - o con le centrali a biomasse. Dardo
“Sicurezza, basta con i continui tagli” Il Consiglio regionale ha approvato la mozione dei consiglieri Di Pietro e Parpiglia CAMPOBASSO. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione intesa a impegnare la Giunta regionale alla sensibilizzazione del Governo e del Ministero dell’Interno rispetto alla carenza di personale e risorse della Polizia in Molise.La mozione è stata presentata dai consiglieri Di Pietrto e Parpiglia. Un’iniziativa sollecitata dalle rappresentanze regionali delle OO.SS. di P. S. (COISP, CONSAP, SAP, SIAP, SILP-CGIL, SIULP, UGL-Polizia di Stato, UIL-Polizia di Stato) ricevute, alcuni mesi fa, presso la sede del Consiglio Regionale dallo stesso Cristiano Di Pietro e dall’on. Antonio Di Pietro. “La questione della sicurezza pubblica - ha dichiarato in assise il consigliere - rappresenta ormai un’annosa problematica ulteriormente aggravata, nel corso degli ultimi anni, dalla mutata situazione socio-economica del territorio. A tale quadro si contrappone un ’attuale pianta organica, risalente agli anni 80; anni in cui la realtà era ben diversa da quella di oggi – ha precisato - gli operatori di Polizia presenti presso la Questura, il Commissariato di Termoli e reparti delle specialità (Polizia Stradale, Postale e Ferroviaria) devono confrontarsi giornalmente con le difficoltà derivanti dall’insufficienza di mezzi e risorse, strumenti indispensabili per garantire livelli ottimali di sicurezza per i cittadini. La dotazione organica degli Uffici investigativi, inoltre, è appena sufficiente a svolgere le sole attività di indagini delegate e la “sofferenza” delle volanti permette a malapena di garantire la presenza sulle 24 ore". Alla luce di tutte le criticità evidenziate – ha continuato - insieme al collega Parpiglia, ho inteso impegnare la giunta regionale ed i parlamentari molisani ad attivarsi per sensibilizzare il Governo e il Ministero dell’Interno affinché venga garantita la permanenza dei Distaccamenti Polstrada di Larino e Termoli e affinché venga riconosciuto un necessario e tempestivo potenziamento di mezzi e uomini nella Provincia di Campobasso.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
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Campobasso
10 dicembre 2014
Con l’Italia e le istituzioni in subbuglio per arresti e indagati
Gli appalti più sicuri e trasparenti? A Campobasso
Un dato ricorrente nelle inchieste sui fenomeni corruttivi e malavitosi nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni d’Italia è che gli appalti vanno spesso in un sola direzione. Per fronteggiare il fenomeno è stato istituita un’Autorità nazionale anticorruzione affidata al magistrato napoletano Raffaele Cantone. A Roma la Procura ha scoperchiato forse l’im-
pasto corruttivo più maleodorante con dentro spezzoni della Pubblica amministrazione, spezzoni della malavita organizzata e spezzoni di estremismo politico (di destra). Anche nella capitale il dato ricorrente è la canalizzazione degli appalti nella stessa direzione, il che ha costretto la Procura della Repubblica capitolina ad emettere decine di mandati di
cattura e ad allungare l’elenco degli indagati. In questo marasma generale che va dalle Alpi alle … Piramidi, c’è un’eccezione: Campobasso. Dove gli appalti pubblici, indipendentemente dal colore delle giunte e delle maggioranze politiche, sebbene vadano prevalentemente in un’unica direzione, appaiono e sono nella perfetta legalità se la Procura non
ha trovato elementi per mettervi mano. Dobbiamo ritenere quindi che le procedure di gara sono inappuntabili, inappuntabili i bandi, inappuntabili le commissioni aggiudicatrici, e per questa loro inappuntabilità, meritevoli di essere presi a modello e, quindi, segnalati alle varie stazioni appaltanti italiane perché ne seguano l’esempio.
STOP ALLE POLEMICHE: CAMPOBASSO ACCEDE L’ATMOSFERA NATALIZIA Di Massimo Dalla Torre Mentre molti concittadini a costo di file interminabili si sono recati a Salerno per ammirare le luci natalizie che da qualche anno richiamano la folla delle grandi occasioni con puntate di presenza che superano i 100 mila nella città che è la porta d’ingresso della costiera Amalfitana. Campobasso nel suo piccolo con una cerimonia semplice ha girato l’interruttore e ha illuminato Corso Vittorio Emanuele e la facciata di Palazzo San Giorgio. Piccola ma grande dimostrazione che il capoluogo di regione, nonostante le polemiche che si sono scatenate nei giorni scorsi finanche a colpi di querele tra le parti politiche, è presente e offre ai cittadini quell’atmosfera che in questi giorni, prima del Natale si può respirare.
Un’atmosfera che ci vuole se si vuole far rinascere una realtà che da troppo tempo langue, specialmente nella parte centrale della città, dove la festa più attesa dell’anno è addirittura passata per anni in second’ordine se non ci fossero gli addobbi che caratterizzano il giardino del Convitto Nazionale Mario Pagano. A dare l’avvio alla Kermesse natalizia il primo cittadino Antonio Battista che con sobrietà e lo stile che lo caratterizza ha dato risalto al lavoro svolto permettendo in questo modo ai presenti che hanno affollato Piazza San Giorgio di godersi la serata. “Dobbiamo essere orgogliosi valorizzando quanto di buono offre la nostra città. Occorre restare uniti e il nostro successo è già vedere centinaia di persone da-
vanti al Municipio, per l’inizio delle festività natalizie. Non ci aspettavamo tutto questo calore, segno che stiamo lavorando bene”. Battista ha poi ricordato le centinaia di persone che, sfidando il freddo e la non clemenza degli agenti atmosferici, hanno reso preziosa la serata, con un clima di entusiasmo che non si vedeva da tempo a Campobasso. Con l’accensione delle luci, si è animato anche l’albero di Natale, realizzato dagli studenti delle classi quarte e quinte, indirizzo arti figurative, del Liceo Artistico ‘Manzù’ di Campobasso, sotto il coordinamento dell’Associazione ‘Campobasso Insieme’ parte attiva dell’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Campobasso. Al termine dell’inaugurazione
caratterizzata da un lungo nastro di tre file di luci azzurre e dagli addobbi posti sulla facciata del palazzo di città i presenti hanno animato le vie centrali e il Mercatino di Natale, organizzato in collaborazione con la Confesercenti, passando poi in Piazza Pepe per volteggiare, per gli amanti del pattinaggio, sulla pista di ghiaccio sul cui fianco fa bella mostra un albero anch’esso azzurro a dimostrazione che le polemiche sono alquanto fuori luogo perché il Natale è pur sempre il Natale e la politica specialmente in questi periodi è bene che lasci spazio all’unione e non ai disaccordi che con la nascita del Salvatore del Mondo non ha nulla a che vedere.
Riapre la provinciale Santa Giusta Domani mattina sarà nuovamente percorribile la strada chiusa per lavori CAMPOBASSO. Il Presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis informa che domani mattina sarà riaperta al transito per entrambi i sensi di marcia, la s.p. 78 Appulo – Chietina che da Palata porta al bivio sulla Fondovalle del Biferno, la cosiddetta “Santa Giu-
sta”. Nel tratto in questione, ad aprile scorso, era stato disposto il provvedimento di divieto di circolazione perché non a norma, ma una volta ultimati i lavori del manto stradale e di manutenzione straordinaria, l’ente ha deciso di riconsegnare la strada agli utenti.
Malattie vascolari, le nuove cure A Bojano il convegno su prevenzione e nuove possibilità di intervento BOJANO. Questo pomeriggio, alle ore 18.30 nell’Antica Cattedrale di Bojano si svolgerà il convegno “Prevenzione e Nuove possibilità di cura per le malattie vascolari”. Dopo l’indirizzo di saluto del Parroco, don Rocco Di Filippo, e l’introduzione del Direttore Generale della Fondazione “Giovanni Paolo II”, Ing. Enrico Zampedri, relazionerà il dottor Pietro Modugno, Responsabile dell’Unità Operativa di
Chirurgia Vascolare della Fondazione “Giovanni Paolo II”. Secondo recenti stime (OMS) le malattie del sistema cardiovascolare, oltre ad essere sempre gravemente debilitanti, sono responsabili complessivamente di quasi il 50% dei decessi nei paesi occidentali (39% maschi, 49% femmine). Fra queste, un peso rilevante hanno le malattie vascolari (quelle che coinvolgono le arterie, le vene, i linfatici ed il mi-
crocircolo) che colpiscono quasi ogni famiglia e rappresentano un problema umano e sociale di estremo rilievo, ma fortemente sensibile alla prevenzione. Una diagnosi precoce e una prevenzione sistematica che favorisca abitudini di vita corrette giocano un ruolo fondamentale nella limitazione delle insorgenze e dell’evoluzione di tali patologie
CONFETTI ROSSI Si è brillantemente laureato in Matematica presso l’Università di Pisa con 108/110 Gianmichele Di Matteo con la tesi :”La congettura di Chebishev negli spazi di Hilbert”. Al neodottore, alla mamma Luciana,al papà Antonio,al fratello Pierluigi ed alla nonna Stella i migliori auguri per un futuro radioso da parte degli zii e dei cugini. Auguri anche dalla redazione de La Gazzetta del Molise.
Campobasso
7 10 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Dissuasori della velocità e piste ciclabili: spese inutili, anzi pericolose Ribadiamo, con ulteriore maggiore convinzione, quanto più volte scritto e riscritto sulla abnormità delle cosiddette strisce pedonali rialzate e su tutte le altre forme d’intervento che rientrano nella categoria dei dissuasori della velocità. Non sono dossi di rallentamento della velocità (se lo fossero avrebbero dovuto ottenere le particolari autorizzazioni degli Uffici preposti del Ministero dei Trasporti) ma una semplice modifica del profilo stradale. Con questi obbrobri, su fondo rosso (quando c’è, e non c’è mai!), l’amministrazione comunale ha dato e vorrebbe ancora dare il peggio di sé. Con l’aggravante che nessuno di questi dissuasori della velocità è corrispondente alle caratteristiche previste dal codice della strada. L’aggravante, nel caso, riguarda anche gli
uffici della Motorizzazione civile che potrebbero chiedere all’ufficio tecnico comunale di rispettare se non il buonsenso quantomeno le regole. A meno che il Comune e gli altri organi competenti non ritengano di trovarsi di fronte a un diversivo cromatico con cui trastullarsi. Invece siamo di fronte a un imbrattamento delle sede stradale, ad un inquinamento visivo, e a
un modo peregrino di spendere il denaro pubblico, ancorché fornito dal Ministero per le Infrastrutture e Trasporti nell’ambito dell’azione 3 del Progetto Pilota sulla sicurezza stradale. L’esperienza maturata dice che gli attraversamenti pedonali rialzati (e colorati) non servono a niente se non a creare imbarazzo a chi guida e danni agli ammortizzatori. Il contenimento
della velocità è sicuramente una componente importante della sicurezza stradale, ma deve essere un provvedimento logico e realizzato secondo le regole. A Campobasso finora è stato un esercizio qualunquistico a soddisfacimento di richieste, le più strampalate, il cui esito pratico è l’aver creato un embrione di pista cittadina di cross. Se le strisce pedonali rialzate (colorate) devono servire al passaggio dei pedoni da una parte all’altra della carreggiata, beh!, esistono soluzioni migliori e meno invasive e criticabili. Così come è stato fatto, e si vuole insistere a fare, siamo ai confini della dabbenaggine. In fatto di scempi urbani, oltre alle strisce pedonali rialzate, continuiamo a segnalare Piazza Savoia, le canalizzazioni del traffico e i parcheggi a ridosso di
uno dei palazzi più belli della città (l’Incis), nonché nelle adiacenze della settecentesca Villa De Capoa, un rarissimo giardino all’italiana del Mezzogiorno che i campobassani, colpevolmente, ignorano e l’amministrazione comunale, colpevolmente, si astiene dal valorizzare. Inoltre, cosa costa togliere quel tabellone elettronico pubblicitario (abusivo!) ormai fuori uso, collocato a suo tempo dalla Sea, che aggrava in maniera irridente l’insensibilità estetica di chi amministra? Le strisce pedonali rialzate (e colorate?) hanno un precedente che ancora grida vendetta: le piste ciclabili, che nessuno ha mai usato e ami userà. Risorse finanziarie spese per il solo gusto di fare qualcosa di vistoso! Imbarazzante. Dardo
“Il Molise e la Grande Guerra”, domani la presentazione Il libro del giornalista Giuseppe Saluppo ed edito nella collana de La Gazzetta, sarà presentato nella sala consiliare del Comune di Campobasso, alle ore 18 nuovi processi sociali con la mobilitazione di vaste masse fino ad allora estranee alla vita dello Stato e finire a Fiume, la vittoria mutilata e giungere alle elezioni del 1919 con i consensi di vasti strati della masse popolari al movimento degli ex combattenti forte proprio in Molise. Il filtro degli anni, di cento anni, certamente serve a decantare la massa di ricordi degli eventi visti o vissuti, disperde e lascia cadere
CAMPOBASSO. “Ieri salutammo i partenti per le arene della Libia con uno slancio di entusiasmo frenetico, domani baceremo in fronte, senza una lacrima, i nostri soldati anelanti di ricongiungere i fratelli delle terre irredente alla Grande Patria Italiana”, si leggeva su La Provincia di Campobasso il 3 aprile 1915. Nulla sarebbe stato come
prima. “Il Molise e la Grande Guerra - Speranze, Racconti, Disillusioni”, è il titolo del libro di Giuseppe Saluppo che sarà presentato giovedì 11 dicembre, alle ore 18, nella sala consiliare del Comune di Campobasso. E’ indubbio che qualsiasi tentativo di spiegazione di quello che sarebbe accaduto dopo deve tenere conto di quanto accaduto tra il
1911 e il 1919. In questo libro non troverete fatti d’armi ma la Speranza di tanti molisani di un futuro diverso, i Racconti di una storia politica e sociale le Disillusioni del dopo. In tredici capitoli si passa dai fattori degenerativi dell’equilibrio liberaldemocratico, alla guerra di Libia, a un Molise da costruire per passare al vissuto della Grande Guerra che avrebbe messo in moto
quelli secondari, appena marginali, li sbiadisce, li scolora, ma esalta la visione del quadro generale nel suo insieme, con le sue linee maestre ben segnate. A volte, può trattarsi di cronache, ma è altresì vero che la storia non di rado nasce con gli abiti dimessi della cronaca, e la cronaca di quei giorni serve a comprendere meglio e interpretare la storia di questa nostra terra.
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Isernia
10 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Spopolamento, l’alto Molise a rischio La situazione della diocesi di Trivento è stata analizzata comune per comune AGNONE. La situazione è drammatica e l’analisi fatta dalla diocesi di Trivento, porta a dati che vanno verso il baratro. I paesi della diocesi di Trivento a cavallo tra Abruzzo e Molise sono destinati a sparire. La causa, o meglio l’effetto, è lo spopolamento. Già, l’effetto, il risultato è lo spopolamento, perché la causa, anzi le cause, vanno cercate altrove, soprattutto nei palazzi della politica. Ma torniamo un attimo ai numeri, quelli non sono opinabili: attualmente
tutti i paesi della diocesi di Trivento arrivano a contare poco più di trentottomila abitanti. Negli anni ‘60 la popolazione totale superava le 110mila unità. L’esodo è iniziato proprio negli anni ‘60, per proseguire fino ad oggi, inarrestabile. La diocesi di Trivento, quaranta paesi più o meno piccoli arroccati sui monti di tre Province e due Regioni, nell’ultimo decennio, fino al 2013, ha perso 4985 abitanti, esattamente l’11 per cento rispetto alla popolazione residente dieci anni
prima. E’ come se Agnone, ad esempio, fosse scomparsa nel nulla con tutti i suoi abitanti. E infatti il Comune che ha perso più abitanti, con un preoccupante meno 596 abitanti, è proprio Agnone, l’Atene del Sannio, patria di esorcisti e santi, manager, letterati e fonditori di campane. A seguire Trivento, con un meno 434 abitanti e Schiavi di Abruzzo con meno 412 residenti. Le nascite crollano ovunque, le morti, al contrario aumentano in ragione dell’invecchiamento
della popolazione, e i giovani e meno giovani continuano ad emigrare perché qui sui monti c’è ben poco da fare. Per quanto riguarda il tasso di natalità la diocesi di Trivento si attesta su valori molto bassi: Frosolone, con 8 nati ogni mille abitanti, è quello più virtuoso e che si avvicina alla soglia dell’8,5 che rappresenta la media nazionale del 2013. Una media comunque bassissima rispetto al resto d’Europa. Seguono Trivento e Belmonte del Sannio.
Un dentista omette di dichiarare redditi Il professionista è incappato nelle maglie della Finanza di Isernia. La verifica fiscale è ancora in corso ISERNIA. Un dentista con avviato STUDIO in provincia di Isernia ha omesso di indicare in dichiarazione i redditi percepiti dall’Azienda sanitaria regionale per il Molise, relativamente all’attività svolta in convenzione. Lo stimato e affermato professionista è incappato nelle maglie
delle fiamme gialle del nucleo di polizia tributaria pentro che hanno incrociato i dati relativi ai redditi percepiti da terzi con quelli derivanti DALLA libera professione. E i conti non tornavano. Avviata la VERIFICA fiscale è stata meticolosamente analizzata la documentazione contabile ed
extra contabile che ha consentito di ricostruire gli effettivi introiti del professionista, ben superiori a quelli dichiarati al fisco. I finanzieri isernini hanno inoltre ottenuto preziose informazioni da circa duecento pazienti a cui sono stati recapitati questionari da compilare.
Tra ricostruzioni contabili, accertamenti bancari ed informazioni dai pazienti, l’attività ispettiva ha consentito di rilevare introiti non dichiarati per oltre trecentomila euro, INVESTITI in parte anche nell’acquisto di immobili in Italia e negli Stati Uniti. Va evidenziato come, in questo
caso, sia stato fondamentale, per la ricostruzione del fatturato del professionista, la collaborazione dei pazienti/clienti, che hanno fornito i dati reali, di fronte ai quali non è stato possibile che ammettere le mancate emissioni delle RELATIVE parcelle/ricevute sanitarie.
‘Ndocciata, un successo nonostante la Regione Tantissima gente ad Agnone per il ‘fiume di fuoco’. Ma dalla politica una manciata di spiccioli AGNONE. Anche quest’anno la ‘Ndocciata è riuscita a riscaldare e incantare come ogni anno i migliaia di presenti giunti da i vari paesi della regione e d’Italia per ammirare il fiume di fuoco. Ad inaugurare la sfilata era presente il Cardinale Paolo Sardi, vicino a Giovanni Paolo II, che nella mattina di ieri ha ufficialmente conse-
gnato una reliquia, un ciuffo di capelli del papa santo, alla chiesa di San Marco Evangelista. Poi nella piazza dedicata al papa tanto caro alla città di Agnone è stata scoperta una targa in bronzo, realizzata dalla fonderia Marinelli grazie a un’idea di Clemente Zarlenga, presidente dell’associazione “Madonna di Sant’Onofrio”, per ricordare il pon-
tefice. Alle 18 il suono delle campane ha dato il via alla sfilata che ha visto i più giovani nelle PRIME file con le ‘ndocce singole poi i portatori di quattro torce, poi otto, dieci, fino ad arrivare a chi ne portava anche venti tra lo stupore dei presenti pronti ad immortalare ogni attimo di questa giornata.
“A Venafro tutto liscio come l’olio”. Ed è curiosità Un manifesto murale affisso sui muri e i tabelloni sta generando non poche perplessità VENAFRO. Un manifesto murale è leggibile da qualche giorno su muri e tabelle di affissioni comunali, suscitando perplessità, interrogativi e tant’altro. Il suo testo : “A Venafro tutto liscio come l’olio”, stampato su fondo nero senza firma, sigle o altro. Ovvie la curiosità e le domande di quanti lo stanno leggendo : “Cosa significa ? E’ una trovata pubblicitaria, per cui a breve ci sarà un seguito che spiegherà il tutto ? Vuole invece alludere a cose malfatte in città senza che niente e nessuno reagisca, dica o faccia alcunché ? O co-
s’altro c’è dietro ? “. Ecco quanto si chiedono i venafrani, senza trovare risposte logiche. Proviamo a spiegare il manifesto. Si, è possibile che trattasi di originale trovata pubblicitaria per reclamizzare un determinato prodotto o un’attività commerciale, per cui tempo qualche giorno e l’arcano sarà finalmente spiegato. Se invece trattasi di enigmatica allusione a qualcosa di malfatto in città senza che nessuno reagisca, si ribelli, allora sarà bene attendere il seguito sia per focalizzare il tema cui il manifesti allude e sia per capire finalmente
il problema, il fatto di cui trattasi. Se tanto è, ci troviamo in presenza di un manifesto/denuncia, per cui a breve dovremmo leggerne e sentirne delle belle. Altro ancora ? Può darsi, ma è più probabile che la spiegazione vada trovata tra le PRIME due ipotesi esposte. Ed allora, qualche giorno di pazienza per capirne cosa vogliano dire gli estensori del manifesto, che è senza firma e senza nome dell’azienda tipografica che l’ha stampato, per cui il mistero al momento resta fittissimo !
Capracotta, elezione del Sindaco del Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze Il 6 dicembre scorso, nella sala consiliare del Comune di Capracotta si sono svolte le operazioni per l’elezione del Sindaco del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze per l’anno 2014/2015. Al termine dello scrutinio è risultata eletta alla carica di Sindaco Ludovica Venditti, che frequenta la quinta elementare presso la Scuola primaria di Capracotta. Vice Sindaco è stato eletto Gianmarco Pallotta, mentre assessore è stato nominato Stefano Conti.
Gli altri componenti del Consiglio sono: Valentina Marcovecchio, Giorgia Paglione, Gabriele Trotta, Concetta Trotta, Alessia Venditti, Giangregorio Vizzoca e Caterina Di Bucci. Va evidenziato che questa è la nona volta che si rinnova il Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze di Capracotta. Un’esperienza che i “giovani amministratori” affrontano con molto interesse, utile ai fini di una didattica operativa. I ragazzi, dal canto loro, vivono sul campo le esperienze degli adulti nella fase delle elezioni degli organi amministrativi. Gli eletti, per un anno, si impegneranno poi nelle loro attività fatte di proposte, suggerimenti e di piccole e grandi cose, non solo nell’interesse del mondo scolastico ma anche in quello sociale e della collettività locale.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Termoli
10 dicembre 2014
“La bieticoltura rischia di sparire” Il vice presidente della Confederazione scrive al ministro Martina per chiedere urgenti interventi termoli. Nicola Saracino, vicepresidente della Cnb del Centro-Sud, sempre più dubbioso sulle reali CHANCE di salvare la filiera saccarifera nel Mezzogiorno, ha scrito una lettera al ministro Maurizio Martina. “Signor Ministro, a nome della Cgbi (Confederazione Generale Bieticoltori Italiani) desidero esprimerle la nostra fortissima preoccupazione per la prossima campagna bieticolo-saccarifera. Oltre allo zuccherificio di Termoli anche lo stabilimento di San Quirico di proprietà del gruppo Eridania Sadam rischia di chiudere. Tutto ciò determinerebbe una scelta irreversibile per tutto il settore che impoverirebbe il nostro Paese con rilevanti
costi economici e sociali. La nostra confederazione, che raggruppa con le due associazioni storiche dei bieticoltori (Anb e Cnb) la quasi totalità dei bieticoltori non appartenenti a COOPERATIVE, si è impegnata da tempo per contribuire ad una soluzione positiva ma siamo consapevoli che da soli non possiamo risolvere il problema. Le chiedo pertanto la convocazione di una tavolo di crisi che, coinvolgendo tutti gli attori, affronti con determinazione le problematiche del comparto”. “Abbiamo consegnato un documento per chiedere un tavolo di crisi URGENTE perché rischia di chiudere Termoli e rischia di chiudere anche la Sadam e l’Italia rimar-
rebbe quasi senza zucchero. E’ uno scandalo. Ci appelliamo alla politica per salvare il comparto. Con il Nuovo Zuccherificio ci sono situazioni in atto e non abbiamo notizie di poter continuare a seminare anche un minimo. Ci sono problemi con la Sudzucker sul fitto delle quote e ci sono problemi riferiti anche sul discorso sul possibile acquirente. Speriamo bene, noi non vogliamo chiudere la bieticoltura ma vogliamo andare avanti con lo Zuccherificio e con i bieticoltori”. La compresenza del governatore Frattura è stata una ghiotta occasione per chiedere lumi a riguardo. “Il problema zucchero è un problema serio, vista la bassa quota-
zione. Siamo riusciti a fare la scorsa campagna grazie alla partecipazione delle altre regioni. Sarà così per il 2015 anche se invece di farla in zona cesarini la programmazione la faremo PRIMA di firmare gli accordi interprofessionali. Non può la Regione Molise da sola caricarsi gli oneri di trasformazione in un settore in crisi, ben vengano il tavolo interministeriale e gli accordi con le altre regioni, però su questo tema i cittadini non possono caricarsi gli oneri dei bieticoltori delle altre regioni. La Sudzucker è sempre vicina allo Zuccherificio, con la cessione di quote importanti di trasformazione la srl in questi tre anni è andato avanti, certo non si può pensare di
fare impresa cedendo il conto lavorazione a terzi. Dobbiamo capire se è arrivato il momento di riorganizzare gli ASSET produttivi dello Zuccherificio facendolo con il territorio, con i cittadini, con gli amministratori per garantire continuità e livelli occupazionali, ma destagionalizzando la produzione. Non si può tenere su un’azienda con 80 e più addetti che lavora due mesi all’anno ma con costi per tutto l’anno è evidente che la destagionalizzazione significa garanzia e sicurezza di continuità del lavoro. Mi auguro che Fusco ritiri le dimissioni perché ha maggior senso una continuità rispetto al lavoro svolto da luglio in poi”.
Sarà abbattuta la cabina Enel di Colle Macchiuzzo Dopo dieci anni di attesa l’intera area vedrà la completa urbanizzazione termoli. Dopo almeno dieci anni di annunci e attese, anche la PARTE più nuova di Colle Macchiuzzo, finalmente, vedrà completata la propria urbanizzazione. Parliamo del lato sinistro rispetto a chi dall’ospedale San Timoteo prosegue diritto da viale San Francesco a via Cardarelli. Almeno 4 le amministrazioni che hanno avuto il dossier sulla scrivania del sindaco di turno e del relativo assessore ai Lavori pubblici, in perfetta rispondenza coi ritardi bi-
blici subiti anche in altre aree, vedi Colle della Torre, via delle Viola, per il lato A di contrada Mucchietti e la stessa via delle Tamerici, che ancora deve essere completata. L’affidamento del cantiere è stato formalizzato lo scorso 2 dicembre, per mano del neo dirigente Matteo Caruso, incurante delle critiche quotidiane sulla scelta di pensionati a capo dell’ufficio tecnico. Per COMPLETARE il programma urbanistico occorrerà abbattere la cabina Enel, manufatto vetusto che
circolazione e nella svolta verso via degli Aceri e via delle Magnolie.
per i residenti è un ostacolo alla vivibilità e alla giusta visuale nella
Quasi 300mila gli euro che l’amministrazione Sbrocca ha deciso di impegnare, sulla scorta di quanto deciso DALLA struttura commissariale a metà
dello scorso mese di aprile, quando fu approvato il progetto esecutivo. In dettaglio l’impegno di spesa ammonta a 279.331,99 euro, assegnato alla ditta G. Z. Costruzioni di Zappone Domenico, con sede LEGALE a Campobasso, che ha offerto un ribasso del 7,05%. Ora, non resta che attendere la firma sul contratto di appalto e la relativa esecuzione delle opere, con centinaia di famiglie che sperano siano celeri, per recuperare il tempo perduto.
“Chiavette magiche”, i dettagli dell’operazione
I Carabinieri hanno sgominato un’associazione a delinquere per violare il sistema di pagamento delle bevande termoli. Carabinieri della Compagnia di Termoli, con l’ausilio di personale del Nucleo Investigativo di Campobasso e delle Compagnie di Foggia, Larino (CB), San Severo (FG), Manfredonia (FG) e Lanciano (CH) hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari, emesso dal GIP del Tribunale di Larino su richiesta della Procura della Repubblica per complessive 15 PERSONE, 8 agli arresti domiciliari e 7 in carcere. Sono state arrestate 6 PERSONE nella provincia di Foggia, 8 nella provincia di Campobasso, nell’area del basso molise e 1 persona a Lanciano, in provincia di Chieti. L’indagine, condotta dai MILITARI della Stazione Carabinieri di Termoli, ha portato alla luce un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed alla
clonazione di chiavette elettroniche. Secondo l’accusa gli arrestati, dopo aver violato il sistema di pagamento con chiavetta elettronica dei distributori automatici di bevande di alcuni stabilimenti Fiat. e Sevel di Termoli, smerciavano le chiavette clonate ad numerosi dipendenti degli stabilimenti. Nel corso delle indagini è emerso che il promotore del-
l’associazione, un cinquantaduenne dipendente dello stabilimento FIAT di Termoli, aveva scoperto il modo di clonare, tramite un dispositivo collegato ad un COMPUTER, le chiavette in uso ai distributori automatici di bevande e snack utilizzati dentro gli stabilimenti Fiat, dalla società gestrice del servizio, la GR (Generale Ristorazione – società del gruppo ELAH-DUFOUR) con sede in Genova. L’uomo si era poi attorniato di un nutrito gruppo di PERSONE le quali procacciavano “clienti” all’interno degli stabilimenti del gruppo FCA (Fiat Chry-
sler AUTOMOBILES), il gruppo dapprima ha operato procacciando utenti nello stabilimento di Termoli, successivamente il “giro di affari” si è esteso agli stabilimenti di Fiat di Pratola Serra (AV), Foggia e in quello della SEVEL di Atessa (CH). Nello specifico gli utenti consegnavano ad uno dei referenti la propria chiavetta scarica e dietro il pagamento di 5 euro gli veniva restituita una chiavetta con un credito di 15 euro. L’attività investigativa, avviata nell’ottobre 2013 ha consentito di stimare un danno, per la ditta denunciante, di circa 300.000 euro. I destinatari della misura cautelare in carcere sono stati condotti presso il carcere di Larino (CB) mentre i restanti otto presso i propri domicili. Per concorso in truffa sono inoltre state denunciate in stato di libertà nr. 107 persone.
Lions Club Termoli Host, grande festa per il 53esimo charter termoli. Numerosissimi amici e illustri ospiti hanno celebrato la 53 charter del Lions Club Termoli Host, sabato 6 dicembre 2014, presso Villa Livia di Termoli. La cerimonia è stata presieduta dal presidente del club ANTONIO Plescia alla presenza del Governatore Nicola Nacchia del Distretto 108A Lions International, del secondo vice governatore Marcello Dassori, del Presidente di zona della 6° Circoscrizione zona B Oreste Campopiano e dei past governatori Raffaele di Vito, Enrico Corsi e Carlo D’Angelo. Tra le autorità presenti: l’Ambasciatore di Albania in Italia Prof. Neritan Ceka, il CONSOLE Generale di Albania in Italia Ermal Dredha, l’on. avv. Laura Venittelli e il sindaco di Termoli avv. Angelo Sbrocca. L’ambasciatore di Albania in Italia Prof. Neritan Ceka ha parlato della vicinanza storico culturale dell’Albania all’Italia e in particolare ai paesi molisani di origine albanese e dell’importanza della collabora-
zione tra le nostre nazioni. Il gemellaggio del mese scorso tra il Lions Tirana HOST e il Lions Termoli host va in questa direzione. Il Prof. Neritan Ceka ha inoltre ringraziato per l’opera di aiuto che il Termoli host, il Termoli Tifernus e il Montesilvano Lions hanno compiuto nel paese delle aquile. L’ ambasciatore è rimasto colpito per la calorosa accoglienza e ha dichiarato di essersi sentito come a casa.
L’avv Oreste Campopiano ha ricordato che la globalizzazione, la rivoluzione operata da internet nelle comunicazioni e la profonda crisi mondiale dei nostri paesi, con le notevoli difficoltà ad integrarsi in questo nuovo contesto, devono rappresentare una sfida per i Lions in modo tale da essere vicini ai bisogni delle PERSONE sempre più in difficoltà, colmando quel grande vuoto che la realtà politica stenta a coprire. Grande è il lavoro da compiere, sempre più necessari i gesti di bontà in una realtà sempre più drammatica. Il nostro impegno in un momento della storia così difficile deve rinvigorire l’azione positiva del Lions International in favore della collettività sia a livello locale che internazionale. L’ing. ANTONIO Plescia ha parlato dei numerosi services a sfondo culturale e sociale realizzati in questi mesi come le conferenze “Nutrire il pianeta, energia per la vita”,“Termoli Città Murata”, il concorso e la mostra fotografica su le mura di Ter-
moli, le dune e il mare. Si è poi soffermato sulle nuove povertà che colpiscono anche i ceti medi e ha ricordato la “Raccolta per il banco alimentare” operata dal Lions Termoli host in collaborazione con la “Croce Rossa” e altre Onlus per sopperire alla mancata opera di redistribuzione che vede sempre più latitanti le istituzioni pubbliche dello stato. Ha rimarcato come sarà sempre più importante l’opera di aiuto del club nei confronti dei ragazzi nelle scuole con visite oculistiche e aiuti alla didattica. Una penna, un quaderno, un libro sono un messaggio di pace che possono cambiare il mondo. In questa direzione deve concentrarsi l’impegno dei Lions Club Termoli Host. Plescia ha ringraziando i soci del club per il lavoro compiuto e ha ricordato che devono essere orgogliosi di appartenere ad un club che cerca, nonostante le sue limitate risorse, di rendersi utile per lo sviluppo sociale culturale della nostra comunità locale, nazionale e internazionale.
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Termoli
10 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Custodivano in casa anfore e reperti archeologici La Guardia di Finanza di Termoli ha denunciato sei persone TERMOLI. Anfore e ciotole antiche custodite in abitazioni termolesi. Le hanno individuate le Fiamme Gialle di Termoli all’esito di un blitz connesso ad una specifica attività d’indagine coordinata dall’Autorità Giudiziaria di Larino. Nel corso di numerose perquisizioni domiciliari eseguite nella cittadina adriatica, i Finanzieri hanno infatti rinvenuto e sequestrato 35 reperti archeologici in sei abitazioni private. 6 persone, risponderanno dei reati previsti e puniti dall’articolo 648 del C.P. (Ricettazione), nonché dagli articoli 175 lett.b e 176 del Decreto Legislativo numero 42/2004, riconducibili, questi ultimi, all’omessa denuncia di beni di
lunga permanenza in mare. L’Autorità Giudiziaria ha altresì disposto ogni opportuno raccordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, al fine di datare e classificare i reperti sequestrati.
interesse storico-artistico entro i termini di Legge, ed alla conseguente ed arbitraria presa di pos-
sesso degli stessi. L’altezza delle anfore varia da 20 centimetri ad un metro; il loro stato
di conservazione appare buono, fatte salve, in alcuni casi, le incrostazioni dovute alla pregressa e
Nelle more delle necessarie catalogazioni, sulla scorta di alcune preliminari e sommarie anticipazioni fornite dagli Organi tecnici, si è appreso che parte delle anfore potrebbe essere riconducibile all’epoca romana, mentre altre sarebbero invece di fattura medievale. E’ verosimile ritenere che i reperti provengano da relitti sommersi di navi onerarie, cui nell’antichità era affidato il trasporto di merci di varia natura e tipologia.
“Termoli distrutta dal raddoppio ferroviario” Le associazioni dei Comitati civici intervengono sul progetto TERMOLI. Il tema del raddoppio ferroviario senza ombra di dubbio resta uno dei temi più discussi in città, non solo per i risvolti politici, ma quanto andrebbe a incidere sul tessuto e sull’economia organizzativa della città di Termoli. Dopo un periodo di silenzio, torna a farsi sentire sull’argomento il Comitato civico termolese. “A proposito del raddoppio dei binari per la tratta Termoli – Lesina, Associazioni, Comitati e cittadini che per anni hanno sollevato perplessità sul progetto presentato da Rete Ferroviaria italiana s.p.a., stanno apprendendo dagli organi di stampa che il Comune di Termoli ha ESPRESSO parere favorevole il 14/11/2014 al progetto. I cittadini chiedono alle Amministrazioni che hanno dato parere favorevole all’accordo: quale STUDIO integrativo e definitivo è stato prodotto, presentato, approvato e divulgato da Rfi e dall’amministrazione xomunale di Termoli circa l’impatto del raddoppio sulla salute pubblica della popolazione termolese, visto che la commissione speciale di valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio a pagina 14 di 17 del 2004 esprime parere negativo al progetto del raddoppio dichiarando testualmente, ‘3.5. componente uomo e salute pubblica: “Nello Studio non viene considerata la componente salute pubblica’? Quale studio integrativo e definitivo è stato proposto, presentato, approvato e divulgato da Rfi spa e dall’amministrazione del comune di Termoli sulla componente “rumore e vibrazioni” visto che al punto 3.6 (che ha poi determinato il parere negativo espresso dalla commissione speciale di valutazione impatto ambientale) è scritto nero su bianco ‘E’ da sottolineare che il Proponente non ha preso in considerazione l’impatto determinato dall’aumento del traf-
fico ferroviario nell’abitato di Termoli”, così come giustamente sottolineato dalla Regione Molise nella nota espressa?’ Il parere positivo 1294 del 12/07/2013 del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Mare e del Territorio riguarda solo la variazione del tracciato per la salvaguardia dell’ambiente fluviale (Biferno, Saccione e Fortore) e costiero (tracciato alternativo alla costa di Campomarino, Lesina, Serracapriola e Chieuti). Termoli rientra nel LOTTO 2. Il LOTTO 2 inizia al Km zero cioè dalla rotonda di Via Corsica (distributore Cannone) fino a immediatamente dopo la stazione di Campomarino per un totale di Km 5+940 m. Nel progetto, a cui è stato dato parere positivo da parte del Comune di Termoli, dal km zero cioè dalla rotonda di Via Corsica (distributore Cannone) per i quasi 6 Km direzione Campomarino, Termoli avrà una barriera di pannelli antirumore di lunghezza m 4.078 al BINARIO dispari e 3.709 m di barriera di pannelli antirumore binario pari (dati pubblicati pagina 196 di 197 del Sia 2013 e progetto Sia_141-1 pdf Barriere dal km zero). A questo punto ci si chiede: ma cosa si è approvato? Chi ha permesso che un unico progetto, altamente impattante e controverso, nelle soluzioni, fosse proposto e approvato a spezzatino e non organicamente? Perché i lotti 1 e 3 del raddoppio sono completi di studio e valutazione,mentre il lotto 2 che interessa Termoli, l’unico centro urbanisticamente impattato, considera solo Termoli Sud e la riempie solo ed esclusivamente di una barriera antirumore? E a 10 metri a Nord del km zero dove iniziano tutti i condomini più alti e abitati di Termoli cosa è previsto? Perché, come minimo, non è stato richiesto a Rfi di presentare un progetto organico e definitivo, che includesse tutti gli interventi previsti su tutto il ter-
ritorio Termolese, per poterne valutare l’impatto totale e non lo spezzatino? I tecnici di Rfi, forse, hanno ritenuto opportuno non presentare in un colpo solo la distesa chilometrica di pannelli fonoassorbenti su tutta la costa termolese Nord, Sud e tutto il centro. I cittadini di Termoli hanno per anni richiesto a Rfi e a tutti i politici che si sono succeduti poche cose: raddoppio del binario; localizzazione della stazione al centro di Termoli; delocalizzazione della sottostazione elettrica di Viale Trieste e della doppia terna di elettrodotti ad altissimo voltaggio per un risanamento elettromagnetico di tutta la città (nessuno accenno alla sua delocalizzazione nel progetto approvato e ci appare tardivo e, quasi imperdonabile, averlo sottovalutato, o peggio dimenticato, nell’unico documento ufficiale di impegno di lavori finanziabili da parte di Rfi). Copertura insonorizzata di tutto il tracciato cittadino interessato dall’aumento del traffico ferroviario in modo da riammagliare urbanisticamente Termoli, risanare acusticamente tutto il centro cittadino, utilizzare la copertura dalla Madonnina al Ponte dell’Università come sedime per parcheggi, spazi verdi, viabilità alternativa. Studio comparativo costi/benefici della soluzione proposta dai cittadini e della soluzione, invece, proposta da Rfi e dai vari amministratori comunali interessati più che altro ad acquisizioni di terreni e proprietà. Non occorrevano altri tavoli e altre trattative: occorreva chiedere che venissero inserite, seduta stante, le richieste di Termoli (delocalizzazione elettrodotti, stazione al centro, copertura di tutto il tracciato cittadino), che solo in tal modo potevano essere valutate e finanziate. Come disse qualcuno “a pensare male si fa peccato ma…” ed è stato così che con un blitz
Rfi s.p.a ci ha rifilato lo spezzatino sfilandosi dalla responsabilità di presentare il progetto organico su tutta Termoli. Nel documento approvato c’è sia lo studio che la valutazione del nuovo elettrodotto ad alto voltaggio di Chieuti, ma dell’eliminazione degli elettrodotti che attraversano tutta Termoli non c’è traccia nel progetto finanziabile, e nessun protocollo d’intesa potrà sostituire né finanziare lo spostamento della sottostazione elettrica se non è inserita ufficialmente in un’opera di interesse strategico nazionale quale il raddoppio ferroviario. Ora occorre attivarsi subito a tutti i livelli politici e istituzionali per correggere, e motivi ce ne sono, un errore di valutazione che i cittadini non vogliono pagare ad Rfi s.p.a e sono pronti a raccogliere firme e ad indire un referendum cittadino (visto che dopo anni di battaglie, del Comitato civico termolese e del Forum delle Associazioni, il regolamento referendario è stato finalmente introdotto nello statuto comunale) per dimostrare che nessun progetto può passare sulla loro salute e sul loro territorio se non è chiaro, organico, conosciuto e condiviso, soprattutto se divide ulteriormente la città. E’ l’ultima opportunità che resta a Termoli e ai Termolesi per poter contribuire al miglioramento del trasporto su rotaia e non subirne solo lo sferragliamento merci. Riflettiamoci PRIMA che altri decidano per noi molisani, perché Termoli è l’unica stazione molisana interessata dal Corridoio Adriatico e per contare non possiamo accontentarci della concessione di qualche area parcheggio e chilometri di barriere antirumore visto che altre realtà urbane a noi vicine (Campomarino, Vasto, Pescara) hanno ottenuto la risoluzione strutturale dei loro problemi viari e di riassetto urbanistico cittadino”.
I Nascondigli di Termoli...con” l’istanza di rilascio” Ci sono vari nascondigli: ci si nasconde in uno sghignazzo oppure in un lamento; ci si nasconde nelle piccole verità meschine oppure nelle grandi menzogne; ci si nasconde nelle fatiche o nella danza, nel vino o nel calcio,nelle barzellette o nelle carte; ci si nasconde come bambini....; ci si nasconde persino nella natura, nei libri immortali, nel lavoro e nell’amore. Lo so, la vita è complicata; ma se in essa c’è qualcosa di male, non ci si deve nascondere, bensì battere. Raccolgo da un testo di un poeta russo contemporaneo questo monito su un tema significativo, quello del “nascondersi”. E’, questa, una tentazione piuttosto diffusa che ha varie forme. La prima si incarna nell’ipocrisia che è una sorta di autoinganno pur di
salvare la faccia(e il successo). Un’altra tipologia, molto comune, è da cercare nel disinteresse, anzi, per dire la cosa in modo netto, nel menefreghismo, per cui non si esita a imbrattare i luoghi pubblici, ad approfittare delle cose altrui, a disturbare e a offendere il prossimo, nascondendosi nella massa e nell’anonimato. C’è, poi, l’evasione nell’egoismo, nell’interesse privato, nel disprezzo degli altri, nell’isolamento altezzoso, nel piacere. Ci si nasconde dietro il paravento del qualunquismo, della trascuratezza, della menzogna. Ebbene, il poeta russo conclude con un appello salutare: nella vita non si deve scappare o celarsi come uno struzzo, ma impegnarsi e battersi. Certo, per far questo bisogna faticare, è necessario addestrarsi, farsi
carico, darsi una mossa, occuparsi e preoccuparsi delle proprie responsabilità e degli altri. Si deve uscire dai comodi nascondigli e vivere alla luce del sole, entrando nel groviglio della vita e della storia(naturalmente quella locale). A Termoli, egregio Sindaco Assessore alla Viabilità Polizia Municipale, ci si nasconde dietro “L’istanza di rilascio” dove? Purtroppo ancora e sempre nell’unico Centro Storico di questa città. Consiglieri Comunali spero che la parola Etica non faccia sempre rima con “menefrechismo”. cappellaroccodettotommaso
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Opinioni
Tutto quello che gli altri non dicono
10 dicembre 2014
senza alcun finanziamento pubblico
Ancora un prestigioso studio degli scienziati Neuromed
Gli antiossidanti prevengono la fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale, caratterizzata da un’attività elettrica estremamente irregolare degli atri del cuore, è una possibile complicanza degli interventi cardiochirurgici, soprattutto nei by-pass e nella sostituzione delle valvole. Ora una ricerca guidata dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) mostra che una dieta ricca di antiossidanti può ridurre questo pericolo per i pazienti. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Thoracic and Cardiovascular Surgery, si è svolta nell’ambito del Progetto Polyphemus, al quale partecipano anche la Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo
II” di Campobasso, e la società di servizi epidemiologici Epicomed Research di Campobasso. I ricercatori del Progetto Polyphemus hanno preso in esame 217 pazienti sottoposti a cardiochirurgia, prevalentemente sostituzione di valvole o interventi di by-pass. Esaminando le loro abitudini alimentari, è stato possibile calcolare la “capacità antiossidante totale”, cioè la quantità di antiossidanti che assumevano normalmente con il cibo. “I risultati – spiega Simona Costanzo, ricercatrice del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed, prima autrice della ricerca – mostrano come le persone con una
alta capacità antiossidante, quindi coloro che hanno una dieta abitualmente più ricca di queste sostanze, abbiano un rischio minore di fibrillazione atriale dopo un intervento chirurgico al cuore”. “Le ricerche condotte negli ultimi anni – commenta Giovanni de Gaetano, Responsabile del Dipartimento – avevano già dimostrato il ruolo positivo di una dieta ricca di antiossidanti nella prevenzione primaria di patologie croniche molto serie, come infarto, tumori e malattie neurodegenerative. Sono cose che sappiamo bene, che occupano continuamente i giornali. Ciò che questo studio ci dice di innovativo è che una corretta alimentazione rappresenta un valido aiuto anche nell’ottimizzare pratiche mediche importanti, come possono essere quelle cardiochirurgiche”.
di Pasquale Di Lena A Trivento ieri sera, alta sul corso del Trigno che sfiora il Santuario della Madonna del Canneto, per seguire la presentazione di un bel libro “ Rompere gli schemi per creare il nostro futuro”, promosso da Don Alberto Conti. Un prete, che io ho sempre stimato per il suo coraggio e la sua lucidità di pensiero, oggi parroco in un paesetto di fronte a Trivento, oltre il Trigno, Castelguidone, dove, grazie anche alla sua responsabilità della Caritas diocesana, continua la battaglia contro i mali che colpiscono gli uomini, soprattutto l’identità espressa dai territori di appartenenza, senza perdere, però, la speranza. Anzi, indicando la strada, quando dice “Rompere gli schemi… a partire dalle Regioni Abruzzo e Molise che in questo hanno il ruolo più importante … ponendo al centro delle priorità il lavoro, la cui creazione dovrà essere il parametro sul quale considerare il valore dei progetti e delle iniziative. Dobbiamo essere pronti, in una parola, a vivere un’epoca in cui il mondo torni con la testa sulle spalle, a guardare le cose per quelle che sono e non come la distorsione ottica della nostra società vorrebbe farci vedere … C’è necessità di studio, di indagine sociale, di ascolto libero da pregiudizio nella consapevolezza che per le nostre comunità la possibilità di cambiare rotta dipende prima di tutto dalla capacità che ognuno di noi ha di portare il proprio contributo di opere e intelligenza per un progetto nuovo di sviluppo che sappia coniugare le nostre tradizioni, le specificità economiche, sociali e culturali del nostro territorio con il futuro”. Parole che personalmente condivido in pieno, ma che hanno bisogno di essere
Rompere gli schemi a partire dalle Regioni Abruzzo e Molise ascoltate e bene interpretate da chi ha la responsabilità del governo, molto spesso indispettito, invece di ringraziare chi ne evidenzia i limiti e gli errori ed ha molto da
dare in termini di idee e progettualità. I collaboratori fedeli che dicono sempre sì e non esprimono giudizi critici, alla fine sono zavorre che ti fanno affondare.
Don Alberto è, non a caso, amico di un altro prete che affronta a viso aperto la realtà, don Luigi Ciotti, che ha firmato la prefazione del libro, sottolineando subito i
La fibrillazione atriale postoperatoria è una complicanza seria, che colpisce dal 30 al 50% dei pazienti sottoposti a intervento cardiochirurgico. Ridurre queste percentuali rappresenta un obiettivo molto importante per la vita e la salute dei pazienti. “Ma attenzione – dice Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di Epidemiologia molecolare e nutrizionale – questo obiettivo non lo raggiungiamo semplicemente migliorando la nostra alimentazione prima di un intervento chirurgico. Il nostro studio propone di mangiare in modo sano come un atteggiamento abituale. L’alimentazione non è una medicina da prendere quando serve. Dobbiamo vederla più come una polizza sul nostro futuro, da stipulare il più presto possibile”. La ricerca è stata condotta con il supporto del Ministero della Salute, Bando giovani ricercatori N. 2008-1146478
problemi comuni (spopolamento, diminuzione delle risorse, smantellamento dei servizi essenziali) che “affliggono questa zona ricca e con grande potenziale agroalimentare e sono una conseguenza di una perdita d’animo della politica, di un suo appiattimento e di un’economia che bada quasi interamente al profitto” . Quel profitto – come scrive Paul Gauthier nella pagina che apre questo “Quaderno della solidarietà n° 11” – che permette a coloro che possiedono dei beni di possederne ogni giorno sempre più, grazie al fatto che il lavoro è insufficientemente protetto e serve da materia prima all’arricchimento degli altri …”. Un giudizio di grande attualità strettamente legato alla discussione riferita all’art.18, il solo che, proteggendo il lavoratore, proteggeva il lavoro, messo in discussione da Renzi e il suo Pd, da tutto il centro destra, che, insieme, hanno tentato di abolirlo totalmente. Un’analisi attenta di un territorio, quella fatta da due bravi studiosi, Roberto Mannai e Michele Fuscoletti, che comprende due Regioni (Abruzzo e Molise) e tre provincie (Campobasso, Isernia e Chieti), abbastanza vasto qual è quello della Diocesi di Trivento. Una serie di ragionamenti che hanno portato ad avanzare proposte concrete, come la scuola, la salute, il dissesto idrogeologico, la viabilità, la sicurezza, l’abbandono dei piccoli centri. la salvaguardia e valorizzazione dei prodotti tipici, la banda larga, la fiscalità di vantaggio, il lavoro. Dieci punti fortemente legati ai problemi globali quali: l’acqua, che vogliono di nuovo privatizzare; i cambiamenti climatici, con il rischio del non ritorno; la biodiversità, che è vita e che ogni giorno ce n’è sempre meno anche grazie ai cam-
biamenti climatici che non sono certo frutto di volontà divina, ma della ingordigia e stupidità dell’uomo, ancor più oggi; la povertà e l’omologazione del cibo con l’omologazione dei semi; la fame e la sicurezza alimentare. C’è bisogno, a mio parere di questa visione globale dei problemi e di partire dal fatto, solo per fare un esempio, che fra venti, trent’anni saremo quasi dieci miliardi di bocche da sfamare, per capire ancora meglio il valore e il significato di quel bene unico e irripetibile che è il territorio, con le sue risorse e i suoi valori. Così come ha cercato di fare Don Alberto e quanti hanno collaborato con lui alla stesura di un documento che, a mio parere dovrebbe essere copiato, non solo nel Molise e nell’Abruzzo, ma in ogni parte dell’Italia, in particolare quella dell’osso e del sud. Sono stati chiamati a discutere dei punti riportati nel libro, i governatori delle due regioni, D’Alfonso dell’Abruzzo e Di Laura Frattura del Molise. Un’occasione d’oro per dire, ma, ancor più, per convincersi davvero che bisogna partire da Trivento se si vogliono dare risposte concrete ai territori molisani e abruzzesi e, così, alimentare il sogno per far nascere le speranze di un futuro che non ruba ma valorizza quello che abbiamo e lo fa con la voglia della conoscenza, del coinvolgimento, della partecipazione degli abitanti dei luoghi. Tutto questo, sapendo però – come dice il libro – che c’è prima di ogni cosa bisogno di rompere gli schemi, e non a parole ma con i fatti, quali la programmazione e la progettualità che solo le analisi, i ragionamenti e le proposte – per riportare il sottotitolo del libro – possono stimolare e produrre per la rinascita di un territorio.
A cento anni dalla Prima guerra mondiale la ricostruzione storica e politica di quegli anni cruciali in Molise
GiovedÏ 11 Dicembre 2014 alle ore 18.00 nella sala consigliare del Comune di Campobasso si terrà la presentazione del volume La partecipazione è aperta a tutti