TuTTo quello che gli alTri non dicono
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L’Oscar del giorno a Aldo Patriciello
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Aldo Patriciello. L'europarlamentare molisano sta cercando di ricucire le fila del centrodestra dopo le disavventure elettorali del recente passato. Sta spingendo, anche, molto sulla presenza dei giovani proprio per un discorso in prospettiva. Lo ha ribadito ancora in vista della manifestazione di Neve Azzurra in svolgimento a Roccaraso. Del resto, si sente il bisogno della ricomposizione di un quadro politico chiaro e con i relativi punti di orientamento per riprendere il cammino del confronto politico.
Il Tapiro del giorno a Vittorino Facciolla
Il Tapiro del giorno lo diamo a Vittorino Facciolla. L'assessore regionale all'Agricoltura è apparso assai 'impacciato' dalle interviste rilasciate alle emittenti televisive locali sulle questioni spinose di Gam e Zuccherificio. La gente molisana si attendeva da un membro dell'Esecutivo regionale la definizione di un piano, di un programma in prospettiva e non già un arrampicarsi sugli specchi. Da una classe politica ci si attende la definizione di una strategia e di una prospettiva e non le solite pezze da mettere a come capita.
Volpe Diego Pasini dice di voler investire 1.200.000 di euro per la GAM poi chiede 1.000.000 di euro di contributo di soldi pubblici a Frattura Fino ad oggi ha speso solo 17.000 euro come 10% per l’acquisto del marchio ARENA
Mamma mamma mi sto a cucinà i polli molisani Servizio a pagina 3
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2 10 gennaio 2015
Il Terminal delle autocorriere racchiude il caos che ha regnato e regna a Palazzo San Giorgio
Campobasso è la città delle cose che sarebbero dovute essere e non sono state Basta aprire a caso un capitolo qualsiasi del bilancio per trovare sotto le voci “Asse città”, “Urban”, “Pisu” et similia, lo stupidario comunale Tra le righe della determinazione dirigenziale del settore avvocatura di Palazzo san Giorgio con cui è stato preso atto dell’avviso dell’Agenzia delle entrate relativo al pagamento di 10.489,50 euro quale imposta di registro relativa alla sentenza del tribunale di Campobasso emessa in favore della Seac, per inadempimento dell’Amministrazione comunale, ha sancito la risoluzione del contratto per la “gestione dell’autostazione di partenze e transito di tutti gli autoservizi pubblici facenti capo alla città di Campobasso, nonché tutti gli impianti, le attrezzature e servizi utili e quant’altro ritenuto necessario per assicurare la migliore funzionalità del servizio”, è racchiusa una delle vicende amministrative che rappresentano il caos che ha regnato e regna a Palazzo san Giorgio. C’è, ovvero, la storia del Terminal delle autocorriere, del suo ancora mancato collaudo tecnicoamministrativo, del permesso provvisorio rilasciato dal sindaco Massa nel corso del 2000 e, soprattutto, del fallimento del bando pubblico che avrebbe dovuto assicurare all’impianto finalmente una degna e completa funzionalità. A 14 anni di distanza dal rilascio dell’esercizio provvisorio, il Terminal della autocorriere è la quintessenza della provvisorietà e molte delle sue funzioni, a cominciare dal mancato pagamento degli stalli da
CAMPOBASSO. “Quanto accaduto mercoledì a Parigi non è soltanto un vile attentato terroristico ma un vero e proprio attacco alla nostra idea di libertà e democrazia. In momenti come questi credo non debba esserci spazio per considerazioni che non siano di ferma ed assoluta condanna per atti criminali di tal genere: la libertà di espressione è un presidio di civiltà da difendere ad ogni costo”. Così Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia, commenta l’attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo avvenuto mercoledì scorso a Parigi. “È necessario quindi che l’Europa apra una riflessione seria sulle politiche da mettere in campo per frenare i rischi derivanti dal pericolo terrorista, senza per questo cadere nella trappola dello scontro culturale o peggio ancora religioso. Bisogna però segnare con forza i confini invalicabili dei nostri diritti e delle nostre conquiste democratiche: l’Europa deve essere
parte dei concessionari, per finire all’assenza di servizi igienici, sono palesemente illegittime. Un bando fatto male, finito male (per l’amministrazione comunale e per gli utenti), che la Seac ha scoperchiato impietosamente. La gestione dell’autostazione di partenze e transito di tutti gli autoservizi pubblici facenti capo alla città di Campobasso, nonché tutti gli impianti, le attrezzature e servizi utili e quant’altro ritenuto ne-
cessario per assicurare la migliore funzionalità del servizio è sostanzialmente fallita e, come ha sancito il Tribunale, per inadempimento dell’amministrazione cui, infatti è toccato di pagare oltre 10mila euro per la registrazione della sentenza che, a sua volta, ha risarcito il danno subito dalla Seac. Ma, dicevamo, al di là del dato di cronaca, che non è irrilevante nel complesso dell’intera vicenda “Terminal”, rimane
aperto il problema dell’adeguamento alle norme in vigore sui trasporti, all’agibilità dei servizi essenziali che fanno di un Terminal un impianto a regola d’arte. Quattordici anni non sono bastatati ai sindaci Massa, Di Fabio, Di Bartolomeo e Battista a mettervi ordine, a trovare le soluzioni tecniche e amministrative per dare alla città capoluogo, all’utenza, alle ditte concessionarie un impianto pienamente funzionale. Il
“Parigi, quell’attacco è alla nostra libertà” L’uroparlamentare Aldo Patriciello interviene sui fatti accaduti in Francia e torna a parlare di immigrazione fiera dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia che è riuscita a creare nel suo lungo e tortuoso percorso politico. Sono convinto che, prima ancora che con le armi, il terrorismo vada sconfitto sul piano culturale, economico e politico, togliendo l’acqua al mulino dell’odio e della violenza fine a se stessa. L’Unione Europea, tuttavia, non può continuare ad ignorare l’enorme flusso migratorio che alcuni Stati membri – Italia in primis – sono costretti a gestire con grande difficoltà. Affrontare dunque in un’ottica euro-
bando che avrebbe risolto il problema della gestione non è andato a buon fine e l’amministrazione ci ha rimesso dei soldi e, al solito, non c’è mai un colpevole, uno al quale addebitare il danno. Paga Pantalone! Storia vecchia. Ma ciò che non si riesce a capire, è l’ostinazione dell’amministrazione a tenere il Terminal nello stato di provvisorietà o, meglio, la sua incapacità a utilizzare i 700mila euro che si sono resi disponibili dalla ri-contrattazione con la Regione Molise degli 11 milioni di euro che sarebbero serviti alla realizzazione della galleria che avrebbe dovuto collegare il Terminal con Via San Lorenzo. L’assessore regionale ai Lavori pubblici Pierpolo Nagni nel corso della sua recente conferenza stampa ha dato assicurazione sul finanziamento di tutte le opere e gl’interventi necessari alla completa agibilità del Terminal. Ma ciò non toglie che Campobasso è la città delle cose che sarebbero dovute essere e non sono state. Si contano a decine e i progetti finanziati e non realizzati, gli Accordi programma sottoscritti e non onorati. Basta aprire a caso un capitolo qualsiasi del bilancio per trovare sotto le voci “Asse città”, “Urban”, “Pisu” et similia, lo stupidario comunale. Dardo
pea il problema dell’immigrazione regolare e clandestina sarebbe certamente un passaggio importante sotto il profilo della sicurezza e della cooperazione internazionale. Dobbiamo aiutare i nostri partner mediterranei a catturare e punire i mercanti di schiavi; ad aumentare i loro flussi commerciali, la loro capacità produttiva; a gestire al meglio il percorso delle riforme politico-economiche necessarie al consolidamento delle istituzioni democratiche. Come ho avuto modo di ribadire in tutte le sedi comunitarie, i confini dell’Italia sono i confini dell’Europa e pertanto non è possibile che uno Stato membro affronti da solo le emergenze migratorie: dall’Unione Europea ci aspettiamo uno scatto di reni su questa questione, a cominciare dalla modifica del regolamento di Dublino su cui, già in passato, ho chiesto più volte l’intervento della Commissione Europea”.
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3 10 gennaio 2015
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Gam, di scena il solito copione Aria Food, intanto, ha acquisito il marchio Arena mentre da sempre assente il Piano regionale per la rigenerazione e lo sviluppo del settore avicolo da monte a valle CAMPOBASSO. In Consiglio regionale è andata in scena la recita a copione sulla questione Gam. Con il consigliere regionale Michele Iorio a sostenere la bontà dell’azione del suo governo regionale per mantenere in vita l’azienda per, poi, cercare di venderla al migliore offerente. “Oggi, invece, assistiamo ad una svendita strategy dopo avere chiuso da un anno l’azienda, averle fatto perdere le quote di mercato ed averla portata alla chiusura”. Dal canto suo, il presidente Frattura ha rimarcato come il governo Iorio ha dilapidato su questa azienda 50 milioni. “Un’azienda che vedeva un passivo di 12 milioni di euro l’anno”. La verità, però, è che nessun governo regionale ha mai posto in essere un Piano regionale per la rigenerazione e lo sviluppo del settore avicolo da monte a valle per un processo completo dall’incubatoio alla macellazione. Oggi, invece, Aria Food, per appena 170mila euro si è aggiudicato il Marchio Arena. Ma se il marchio, che è l’unico ‘bene’ aziendale che abbia un residuo valore economico, viene acquistato in modo ‘scollegato’ dal resto della filiera produttiva locale, c’è il rischio
CAMPOBASSO. “A seguito dell’incontro di ieri mattina presso il Ministero del lavoro con il Sottosegretario Cassano e successivamente con il direttore generale per le politiche attive per il lavoro e la formazione ing. Pirrone si è giunti per ciò che concerne la vertenza riguardante gli operatori della formazione professionale del Molise alla conclusione di dare pieno e tempestivo seguito all’intesa raggiunta in Molise tra la Regione, gli enti di formazione e i rappresentanti dei
concreto che quel marchio non sarà utilizzato o possa non essere utilizzato per commercializzare il ‘pollo’ molisano, bensì qualsiasi altro, prodotto e lavorato chissà dove. Ad Avellino o in qualsiasi altra parte d’Italia. Visto che la Regione ha investito negli anni qualche decina di milioni di euro di soldi pubblici per la filiera avicola e considerato che ha ancora un credito di qualche decina
di milioni verso quello stesso privato ormai in procedura concorsuale, il ‘valore’ di quel marchio non è argomento di cui la stessa Regione possa disinteressarsi (o fingere di disinteressarsi) con disinvoltura. Anzi, dovrebbe proprio occuparsene come obiettivo prioritario di politica agroindustriale, perché la sorte dei marchi è tra le pochissime, o forse la sola, ‘arma’ contrattuale che alla Re-
gione è rimasta per (tentare di) vincolare la futura produzione avicola al nostro territorio, con ogni ricaduta socio-occupazionale che altrimenti andrebbe vanificata per sempre. Del resto, a Natale il Governo Renzi ha varato un provvedimento straordinario ad hoc per l’Ilva di Taranto: in sostanza, un investimento pubblico a carico dello Stato di “almeno 2 Miliardi di euro” per salvare il polo siderurgico e realizzare interventi di bonifica ambientale e infrastrutture strategiche. In Molise abbiamo la più perfetta filiera politico-istituzionale di tutti i tempi, con la Regione a guida PD, il Presidente e la segreteria renziana, e ben tre parlamentari su quattro del PD, ma per le crisi delle nostre filiere produttive (con migliaia di lavoratori a spasso) non sembra esserci alcuno spazio. Per salvare la filiera avicola, ad esempio, basterebbe una cifra ridicola (rispetto a quella prevista per Taranto), ma invece di promuoverne e rivendicarne il rilancio, anche magari con un minimo investimento pubblico dello Stato, da noi si segue l’orientamento opposto: i crediti pubblici milionari restano saldamente nel portafoglio della procedura concor-
suale dei privati debitori (e nessuno, a quanto si legge sui giornali, si è sognato di chiederne conto), mentre si consente ad altri operatori privati di concorrere all’aggiudicazione degli asset strategici, accaparrandosi ad esempio il marchio aziendale che ha ancora un significativo valore sul mercato (a che prezzo è stato rilevato? Chi ha deciso che non vi dovesse concorrere anche la Regione, magari a costo zero mediante conversione dell’originario credito vantato dal privato?), e che pertanto potrà anche essere delocalizzato altrove e senza alcuna ricaduta socio occupazionale ed industriale per il Molise? Sulla questione Zuccherificio, poi, si resta in attesa del pagamento, entro il prossimo 15 gennaio, dei costi dell’energia elettrica e del gas da parte della stessa società Aria Food che, nel frattempo, ha proceduto alla vendita del prodotto. In sede di Consiglio regionale, sarà fatta, almeno, chiarezza? Almeno, di restare in guardia dopo quanto accaduto per la Ittierre con l’inchiesta della Procura di Milano sullo stesso concordato preventivo con la società scesa in Molise per ‘rilanciare’ l’azienda.
“Formazione professionale, risolte le perplessità dei fondi” Soddisfazione è stata espressa dal senatore, Roberto Ruta lavoratori”. E’ quanto dichiara il senatore Roberto Ruta. “In tal senso, preso atto della proroga della cassa integrazione in deroga per ulteriori tre mesi e del progetto di orientamento professionale per ulteriori tre mesi, è stata confermata la piena disponibilità ad operare con progetti
nazionali sia del Formez, sia di Italia Lavoro con assorbimento di 25/30 unità lavorative oltre ad attivare il percorso per l’esodo incentivato. Inoltre e non secondariamente si è proceduto ad esaminare la richiesta di rimodulazione dei fondi POR FSE 2007/2013 così come richiesta dalla
Regione e che aveva avuto un parere negativo proprio dal Ministero del lavoro. Dopo aver discusso delle perplessità avanzate si è raggiunta un’ampia condivisione per ottenere il parere positivo e quindi il via libera all’utilizzo dei fondi in favore della regione Molise.
L’intervento di Mario Barbuto* Signor Presidente,
Frattura, perchè hai tolto i soldi destinati al sociale?
i nostri dirigenti regionali e provinciali dell’Unione mi hanno informato dell’ammontare del sostegno finanziario riconosciuto dalla Giunta all’Associazione per il 2015, pari a 11.700 Euro, manifestandomi nel contempo la sorpresa, lo sconcerto, l’indignazione, la disperazione, per il gravissimo taglio di risorse, prossimo al 40% rispetto al 2014. Nel mio ingrato quanto prestigioso ruolo di Presidente Nazionale dell’Unione, preposta per legge a rappresentare e tutelare gli interessi morali e materiali dei ciechi e degli ipovedenti italiani, oltre un milione di cittadini elettori e contribuenti, desidero rivolgere a Lei un appello accorato, oserei dire una preghiera, perché possa essere riconsiderata questa terribile decisione e si possano erogare risorse più adeguate a sostegno della nostra Associazione che opera sul territorio molisano, spesso in condizioni molto difficili, facendo sentire la propria presenza e portando il proprio conforto a tante famiglie e a tante persone sfortunate, fin nelle località più remote.
Come ho avuto modo di illustrare recentemente al Presidente Renzi, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti è oggi di fatto la più grande organizzazione di promozione sociale operante sul piano nazionale, regionale e locale, nella quale sono gli stessi associati a fare da guida e da sostegno per gli altri associati, in un rapporto di reciproca solidarietà che costituisce l’essenza originale del nostro “stare insieme”, senza alcun compenso monetario personale.Il Governo e il Parlamento nazionale hanno compreso questa originalità e hanno voluto offrire un supporto continuativo, sufficiente ad assicurare alla nostra struttura centrale quelle risorse minime, indispensabili a perseguire la propria missione e a esercitare il proprio ruolo. Perché, signor Presidente, proprio sui meno fortunati deve sempre abbattersi la scure dei tagli e delle penalizzazioni? Perché, inoltre, proprio sui più penalizzati tra i penalizzati, i
ciechi e gli ipovedenti molisani, deve infierire maggiormente il rigore della contingenza finanziaria, colpendo quanti già pagano un prezzo altissimo per guadagnarsi una esistenza normale, a partire da condizioni punitive di svantaggio che li accompagnano per tutta la vita? Signor Presidente, parliamo qui di poche migliaia di Euro! Una somma che non arrecherà di certo particolare disagio alle casse del bilancio regionale, ma che invece riporterà un po’ di luce, di calore e di fiducia nelle nostre operose sezioni provinciali molisane e tra i nostri generosi dirigenti regionali che operano con spirito di servizio in una silenziosa, quanto aspra quotidianità. Pur consapevole delle difficoltà finanziarie nelle quali vive oggi il Paese intero, pronti a sopportare, come ciechi e ipovedenti, la nostra quota di sacrifici nell’interesse generale e per il bene comune, sono qui a chiederle con particolare fervore e con fiduciosa speranza, in
nome e per conto di tutti i ciechi e ipovedenti molisani che mi onoro di rappresentare, che venga portata almeno a 35.000 Euro annui la somma prevista dalla Regione per il 2015 in favore dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, considerato che nel lontano 2008 essa ammontava a ben 50.000 Euro. La somma richiesta rappresenta il livello minimo necessario per consentire a questa nostra Associazione di continuare a esistere e a svolgere il proprio compito sociale e solidale che riguarda e coinvolge migliaia di persone sul territorio regionale. Nella certezza che Lei, signor Presidente, saprà ascoltare il nostro appello con cuore grande, individuando prontamente le vie più idonee per offrire il necessario sostegno alla nostra cara Unione, con la speranza di vedere presto soddisfatte le legittime attese dei ciechi e degli ipovedenti della regione Molise, mi è gradita l’occasione per ringraziarla sentitamente e per porgerle i più distinti saluti. *Presidente Nazionale Unione italiana Ciechi
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4 10 gennaio 2015
“Bonus assunzioni, imprese non pagate” Il consigliere regionale, Filippo Monaco, interviene sulle dichiarazioni dell’assessore Petraroia CAMPOBASSO. “Leggo la nota stampa dell’assessore alle Politiche sociali riguardo la buona riuscita dell’iniziativa sui BONUS assunzionali 2014, dove si registra, da una parte l’assunzione di 159 unità a tempo indeterminato e, dall’altro lato, un incentivo da 2 a 5 mila euro per le aziende molisane che hanno contrattualizzato stabilmente i lavoratori. Se questa iniziativa viene registrata positivamente, non posso non sollevare un dubbio sulla reale erogazione del contributo alle aziende” – è quanto afferma il consigliere regionale Filippo Monaco che già lo scorso agosto aveva presentato una interrogazione per chiedere chiarimenti sui BONUS assunzioni 2012. “Nel 2012 la Regione mise in atto una pari iniziativa registrando diverse assunzioni
TERMOLI. L’onorevole molisana del Partito democratico Laura Venittelli in qualità di coordinatrice del tavolo di raccordo tra i comitati e i consiglieri regionali del Basso Molise su richiesta del comitato San Timoteo ha convocato un incontro per discutere della riorganizzazione sanitaria nella rete ospedaliera molisana con particolare riferimento ai nosocomi di Termoli e Larino. L’assemblea avrà luogo oggi alle 10.30 presso i locali della parrocchia di San Timoteo in via Gabriele Pepe a Termoli.
da parte delle imprese sempre secondo il metodo dell’incentivo a chi stabilizzava i lavoratori e, ad oggi, a distanza cioè di ben tre anni, nessuna impresa ha ancora ricevuto il bonus assunzionale!” “Della questione non sono stato il solo ad occuparmene, e dopo diverse richieste formali rivolte all’assessore, la situazione giace nello stallo della riorganizzazione degli uffici regionali: cambiano i dirigenti, cambiano gli amministrativi, ma la situazione resta immutata. Abbiamo quindi imprese che hanno creduto nel sostegno da parte della Regione, che hanno contribuito alla regolarizzazione del mercato del lavoro, e che però si trovano a dover affrontare economie che non riescono più a sostenere. Prima di annunci gaudi rispetto ad una
importante iniziativa regionale, chiederei quindi all’assessore Petraroia di dare spiegazioni a tutte quelle aziende che da tre anni aspettano gli incentivi assunzionali.” “Come si può credere che una iniziativa del genere possa avere ricadute positive se ancora non si ha idea di come pagare aziende che parteciparono ad un bando praticamente identico ma tre anni fa? Siamo sicuri che si riesca a dare una boccata d’ossigeno al lavoro, ai lavoratori, ai datori di lavoro e all’economia molisana? Prima di annunciare alla stampa la lieta novella, l’assessore ha il dovere di rispondere a tali quesiti istituzionalmente, considerando che la mia interrogazione al riguardo è datata agosto 2014, quando, del nuovo bando, ancora non c’era nemmeno l’idea!”.
Sanità, in campo Venittelli Il timore della parlamentare termolese per i nuovi tagli che sono all’orizzonte “E’ dovere di tutti essere presenti a questo incontro, poiché dal confronto e dalla discussione possono nascere sinergie e idee utili alla causa del consolidamento del diritto alla salute che dobbiamo necessariamente continuare a garantire a tutti i cittadini”, ha affermato la parlamentare molisana del Pd. I timori, infatti, di nuovi
tagli indiscriminati al settore hanno messo in allarme la parlamentare del Pd mentre, invece, non si riescono a conoscere i passi che la classe politica regionale intende fare rispetto alla delibera già approvata dal direttore dell’Asrem e dalle decisioni che saranno assunte dal Governo dopo il Tavolo tecnico ministeriale.
Forza Italia con Neve Azzurra punta sui giovani Per la segreteria regionale giovanile un appuntamento per rilanciare le azioni del centrodestra CAMPOBASSO. “Il coinvolgimento delle giovani generazioni è fondamentale se si vuole dare al partito quella spinta fatta di innovazione ed idee necessaria a risalire la china. La tre giorni di Roccaraso è il momento giusto per dare ognuno il proprio contributo e discutere insieme sulle nuove linee strategiche da mettere in campo. Noi ragazzi saremo in prima fila per dimostrare che solo una partecipazione attiva può sconfiggere il clima di antipolitica che purtroppo si sta diffondendo negli ultimi tempi”. Commenta così il coordinatore provinciale dei giovani Forza Italia, Alessandro Patriciello, l’iniziativa di Forza Italia “Neve Azzurra”, in programma dal 9 all’11 gennaio a Roccaraso, presso la sala “G. Spataro” del palazzo del Municipio. Un evento, quello in programma il prossimo week end, in cui si discuterà in varie sessioni dei principali temi di attualità politica, economica e sociale: un dibattito a cui parteciperanno parlamentari e consiglieri regionali di tutto il centrodestra, da Maurizio Gasparri ad Antonio Tajani, dal leader della Lega Matteo Salvini a Renato Brunetta, da Paolo Romani a Giovanni Toti e tanti altri ancora. “Le tantissime adesioni pervenute in
questi giorni – spiega Alessandro Patriciello– sono la testimonianza più diretta della voglia di tanti ragazzi nel volersi impegnare per l’avvio di una nuova stagione politica. Come coordinamento provinciale dei giovani Forza Italia stiamo lavorando per fare in modo che questo entusiasmo non vada perso e diventi col tempo la base su cui costruire un nuovo orizzonte politico per Forza Italia e per tutto il centrodestra”. “Dobbiamo ripartire da un confronto franco e diretto sulle idee
ed i programmi da mettere in campo per creare un’alternativa valida e credibile all’attuale governo della sinistra. Una sfida alla quale Forza Italia e tutto il centrodestra non possono sottrarsi se si vuole davvero infondere nuova linfa al nostro progetto politico”. Queste le parole di Aldo Patriciello, parlamentare europeo di Forza Italia, alla vigilia di “Neve Azzurra”. La tre giorni abruzzese prevede una serie di incontri e dibattiti sui principali temi dell’attualità politica ed economica, a cui
parteciperanno, oltre all’eurodeputato molisano, molti tra i big del centrodestra italiano. “Roccaraso è l’occasione giusta per definire insieme un comune quadro strategico in vista dei prossimi appuntamenti elettorali – spiega Patriciello. Prima però, è necessario stabilire una piattaforma programmatica comune, affrontando con serietà le questioni politiche più spinose. Dobbiamo, perciò, comporre con i nostri partner di centrodestra e con il nostro elettorato una visione comune sulla ri-
forma elettorale, sulla regolamentazione del mercato del lavoro, sulla scelta del nuovo Capo dello Stato, sulle misure da attivare per il rilancio dell’economia, sulla nostra idea di Europa. C’è bisogno, insomma, spiega l’europarlamentare forzista – di una discussione approfondita che, partendo dalle idee e passando per l’azione partecipativa, riaccenda la passione e l’entusiasmo dell’intera area di centrodestra e di tutta la famiglia dei moderati. Un ringraziamento particolare va dunque a Sabatino Aracu e a suo figlio Davide, per aver non solo istituito questo fondamentale momento di riflessione e confronto, ma anche e soprattutto per aver garantito la sua continuazione nel corso degli anni, contribuendo in maniera concreta al rinnovamento culturale e politico del partito attraverso un’iniziativa che, organizzata quest’anno da Nazario Pagano, ha il grande merito di volere e sapere innovare il linguaggio ed i temi del dibattito politico odierno. L’attuale momento di profonda crisi economica e politica in cui versa il Paese – conclude Patriciello – ci impone di trovare rimedi e soluzioni all’altezza del nostro compito: ripartire dalla forza delle idee è un percorso obbligato non solo per Forza Italia ma per tutto il centrodestra.
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5 10 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Consorzi industriali e Arsarp: si comincia da loro Un Molise meno abborracciato, più equilibrato e razionale, più volitivo e operativo avrebbe qualche possibilità di sollecitare l’interesse di federarsi con le Marche e l’Abruzzo. Così com’è, è un peso morto. Destinato ad essere cancellato e riunificato sussidiariamente all’Abruzzo Nuovi investimenti, grazie al recupero delle risorse finanziarie della programmazione 2007/2013 non utilizzate e dall’Europa concesseci di riprogrammare e di spendere entro il 31 dicembre 2015, hanno aperto l’anno con qualcosa di concreto. La Regione Molise vorrebbe proseguire sulla stessa linea cominciando, dopo due anni di allegra vacanza istituzionale da parte del consiglio, delle commissioni, della giunta e della presidenza, a riorganizzare il carrozzone, a dargli un minimo di razionalità e a parlare di riforme. L’avvio di questo annunciato (quanto, tra l’altro, agognato) nuovo corso, dovrebbe esserci a cominciare dal 12 di questo mese, giorno in cui la Prima commissione regionale metterà mano alle proposte di legge che mirano a conformare i consorzi industriali e l’Arsarp (ex Ersam) al loro scopo istituzionale e per procedere alla cancellazione degli enti provinciali per il turismo e dell’azienda autonoma di soggiorno di Termoli per aprire (verosimilmente) un nuovo capitolo nella formazione di nuovi strumenti operativi a sostegno della crescita turistica del Molise di cui, però, non c’è traccia in
giro. Per il vice presidente della giunta, Michele Petraroia, saremmo di fronte ad un riordino strutturale e funzionale assimilabile a un primo esempio di riforma regionale. Ma egli è noto per essere spesso iperbolico e fantasioso. Ciò che la Prima commissione regionale s’avvia ad affrontare è il minimo sindacale dopo due anni di sostanziale inoperosità. La revisione dei Consorzi e
CAMPOBASSO. “Un ’cocktail’ di pesticidi e sostanze chimiche e’ presente nelle acque di fiumi, laghi e corsi d’acqua e nelle falde idriche. Sostanze di cui non si conoscono ancora gli effetti e che “preoccupano” per la loro “persistenza”. A dirlo e’ la nuova edizione del rapporto nazionale ’Pesticidi nelle acque’ dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sulla base dei dati forniti daregioni e agenzie regionali per individuare “eventuali effetti negativi non previsti in fase di autorizzazione delle sostanze””. La fonte di questa notizia è l’Ansa che comunica i dati del report ed evidenzia che gli stessi non sarebbero pervenuti dalle regioni Molise e Calabria. La nota, ad oggi, appena 24 ore dalla pubblicazione, sta facendo il giro del web per le proteste di tanti attivisti lamentanti la mancata ricognizione delle acque in regione Molise. “Anche se la vendita di questi prodotti – prosegue la nota – usati perlopiù in agricoltura ma non solo, e’ in diminuzione, le concentrazioni nelle acque superficiali e sotterranee sono spesso al di sopra dei limiti di qualita’ ambientale (che fa riferimento a un nuovo quadro normativo sulla protezione dei corpi idrici e degli organismi acquatici per le acque superficiali mentre per quelle sotterranee i limiti coincidono con quelli di potabilita’). Sono 175 le sostanze trovate (nel biennio 2011-2012 sono stati esaminati 27.995 campioni per 1.208.671 misure analitiche). In testa alla lista delle contaminazioni per le acque ci sono gli erbicidi, ma rispetto al passato e’ “aumentata anche la presenza di fungicidi e insetticidi”. Secondo l’Ispra, “l’uomo, gli altri organismi e l’ambiente sono esposti a un ’cocktail’ di sostanze chimiche di cui non si conoscono adeguatamente gli effetti, per l’as-
dell’Arsarp avrà senso e valore solo se sarà inserita in una diversa e rinnovata politica industriale e agroalimentare. Cosa che non si vede all’orizzonte. Comunque, è un primo passo verso il cambiamento. Che sul piano strettamente istituzionale non può prescindere dall’applicazione del nuovo Statuto regionale che, come sanno anche le pietre, è stato tenuto bloccato per oltre un anno dal
presidente Frattura (che aveva intenzione di portare la giunta da quattro a cinque assessori), e da circa un anno è privo del regolamento di attuazione. Senza il quale è sostanzialmente inapplicabile. Altro che storie. Per cui deve ritenersi una sciocchezza l’avvio, da parte delle Prima commissione regionale, dell’ l’istruttoria del regolamento interno del Consiglio Regionale conforme
Pesticidi nelle acque, e i dati del Molise? All’Istituto nazionale per la ricerca ambientale non sono stati inviati i dati relativi alla nostra regione
senza di dati sperimentali”. Le concentrazioni misurate sono “spesso basse ma la diffusione della contaminazione e’ molto ampia”: sono stati trovati pesticidi nel 56,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali con “il 17,2%” che “presenta concentrazioni superiori ai limiti di qualita’ ambientali” (33,7% limiti acqua potabile); sono stati rilevati pesticidi nel 31% dei punti di monitoraggio di quelle sotterranee con “il 6,3%” che “supera i limiti” di qualità (9,5% per quelli di acqua potabile). I dati comprendono 19 regioni e province autonome; la copertura nazionale e’ incompleta e disomogenea soprattutto per le regioni centromeridionali (da Molise e Calabria non e’ per-
venuto nessun dato). La presenza di pesticidi e’ “piu’ diffusa nella pianura padano-veneta”, sia per l’intenso uso agricolo e le caratteristiche idrologiche sia perche’ le indagini sono piu’ efficaci. In ogni caso nel periodo 20012012 c’e’ stata “una sensibile diminuzione delle vendite di prodotti fitosanitari, passati da 147.771 a 134.242 tonnellate (meno 9,1%), con un calo maggiore (meno 30,2%) dei prodotti piu’ pericolosi (molto tossici e tossici)”. Ma quello che “preoccupa” l’Ispra e’ “la persistenza di certe sostanze, che insieme alle dinamiche idrologiche molto lente rende i fenomeni di contaminazione ambientale difficilmente reversibili”. [Fonte Ansa]
alla carta statutaria, e non l’avvio del regolamento applicativo del nuovo Statuto. Sono questi segnali di scombinamento programmatico e funzionale che privano le commissioni di professionalità e di credibilità. Se i consiglieri fossero professionali e credibili andrebbero per gradi, seguendo una linea retta e non zig-zagando in evidente confusione tra le proposte di legge alla rinfusa. Un consiglio regionale regolamentato sui contenuti statutari aperti alla partecipazione democratica e a un funzionamento più snello e veloce delle strutture, potrebbe certamente aiutare a velocizzare i procedimenti di spesa, gli investimenti, e a dare finalmente efficienza agli apparati burocratici. Probabilmente, un Molise meno abborracciato, più equilibrato e razionale, più volitivo e operativo avrebbe qualche possibilità di sollecitare l’interesse di federarsi con le Marche e l’Abruzzo. Così com’è, è un peso morto. Destinato ad essere cancellato e riunificato sussidiariamente all’Abruzzo. Dardo
Scuola, il Molise impoverito di alunni e studenti CAMPOBASSO. La rivista Tuttoscuola ha recentemente prodotto un voluminoso dossier sulla dispersione scolastica in Italia. Da esso emerge che negli ultimi 15 anni quasi 3 milioni di ragazzi italiani iscritti alle scuole superiori statali non hanno completato il corso di studi. Rappresentano il 31,9% dei circa 9 milioni di studenti che hanno iniziato in questi tre lustri le superiori nella scuola statale. Tra le regioni, l’Umbria con un tasso di dispersione del 18,2% ha la situazione migliore, seguita da Marche e dal Molise con il 21,1%, tradizionalmente poco dispersiva. Sono 715 gli alunni molisani che, nel quinquennio, hanno smesso di frequentare le scuole superiori. Per questi ragazzi è stata una svolta negativa nella propria vita (anche nel caso in cui ricominci un nuovo percorso formativo). Il dramma molisano, invece è che la regione si sta sempre più impoverendo di alunni, ridotti –lo ricordiamo- di altri 307 rispetto allo scorso anno scolastico. E tutto questo anche in assenza di una specifica legge regionale in materia di diritto allo studio.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Campobasso
10 gennaio 2015
Nessuna proroga ai 15 lavoratori della biblioteca Albino Tutti rimasti senza lavoro. La denuncia della Cgil CAMPOBASSO. Lo aveva promesso la Provincia di Campobasso che i lavoratori della Biblioteca provinciale Albino non sarebbero rimasti a casa. Promesse peró disattese con l’arrivo del nuovo anno. Le due società che si occupavano della gestione della biblioteca non hanno avuto la ricontrattualizzazione e i 15 dipendenti sono rimasti senza lavoro. A portare avanti con grande difficoltà l’intera
biblioteca,.dal servizio archivio, catalogazione prestito libro sono tutte a carico dei 4 dipendenti provinciali che quotidianamente devono barcamenarsi tra il loro lavoro consueto e quello ereditato dai 15 addetti rimandati a casa. Ieri in consiglio regionale una delegazione capeggiata da Franco Spina della Cgil tenta l’exit strategy, ovvero dialogare con la re-
gione sperando che possa farsi carico dell’ennesima situazione disastrosa. Peripezie acrobatiche quelle dei dipendenti della biblioteca che nei mesi scorsi sembravano trottole,.rimbalzando da una situazione all’altra e vivendo l’ipotesi cancellazione province come uno dei peggiori incubi. ma al peggio non c’é mai fine. Non solo senza soluzione ma dimenticati questi proprio non se
lo aspettavano. Si credeva che la proroga per altri mesi sarebbe arrivata nei primi giorni dell’anno, ma ad oggi non c’é ombra di contratto e non c’é ombra di volontà. Grande delusione quella palesata dai lavoratori a cui era stato promesso un futuro e che invece si é rilevato un grande bluff. Café
A Jelsi il museo della Festa del grano Si tratta di una struttura di comunità capace di raccontare la storia del paese JELSI. Nasce a Jelsi il museo comunale denominato MuFeG – Museo di Comunità della Festa del Grano. Il primo “Museo di Comunità” della regione Molise e tra i pochissimi in Italia, ma che cos’è un Museo di Comunità? Il museo è una raccolta, pubblica o privata, di oggetti relativi ad uno o più settori della cultura. Lo statuto dell’International Council of Museums lo definisce: “ un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”. Una comunità invece è un insieme di individui che condividono lo stesso ambiente fisico e tecnologico formando un gruppo riconoscibile unito da legami organizzativi, linguistici, religiosi economici e da interessi comuni. La fusione di queste due definizione fa comprendere meglio il significato di “Museo di Comunità”, si tratta quindi di un luogo o più luoghi dove sono raccolti oggetti, manufatti e artefatti artigianali e artistici, saperi, ideali e obiettivi condivisi, tradizioni, costumi, valori, religione, una storia comune e opere, proprie di una comunità e che appartengono e identificano la
comunità stessa. Ogni aspetto materiale che siano ad esempio traglie, sculture in grano, trecce, sapere o conoscenze immateriali come
le tecniche costruttive, la devozione per Sant’Anna che saranno mostrati nel Museo di Jelsi, sono tutti e indistintamente riconduci-
bili alla comunità. Il MuFeG di Jelsi raccoglierà quindi quei beni materiali riconducibili alla Festa del Grano. Ma anche quelli che Alberto Cirese definiva “Beni Volatili” ovvero «[…] canti o fiabe, feste o spettacoli, cerimonie e riti che non sono né mobili né immobili in quanto, per essere fruiti più volte, devono essere ri-eseguiti o rifatti, […] I beni volatili sono insieme identici e mutevoli e vanno perduti per sempre se non vengono fissati su memorie durevoli» (Cirese 1996: 251). Le opere in grano di Jelsi hanno questa caratteristica, di essere fisicamente materiali ma espressione di un patrimonio immateriale straordinario che resiste nell’ animo di ogni jelsese e ri-vive ogni anno il 26 luglio. Il Museo si propone di essere una mappa, uno strumento comune che ciascuno dovrà e potrà utilizzare per compiere il proprio viaggio, in “rete” intergenerazionale, facendo della diversità culturale un valore non negoziabile ricco di straordinaria forza creativa; patrimonio fondamentale, indispensabile, attorno al quale una comunità nasce, nel quale si identifica e si rafforza. L’amministrazione fa sapere che sta lavorando in sinergia con l’intera comunità per giungere ad un’apertura agli inizi della stagione primaverile, ed a breve sarà presentato il logo del MuFeG e il nuovo sito web.
“Il Sit in Comune già era attivato” I consiglieri Cancellario e Pilone intervengono sulla questione urbanistica CAMPOBASSO. Si oppongono alla cementificazione selvaggia “che negli ultimi anni è ormai nota nella città di Campobasso” così Francesco Pilone e Marialaura Cancellario, consiglieri di Democrazia Popolare chiedono una pianificazione qualificata del territorio che rispetti le norme di base del decoro urbano.
Questo, secondo loro, non significa avere una posizione contraria allo sviluppo dell’edilizia, settore in crisi negli ultimi anni, ma “regolamentare autorizzazioni considerando l’aspetto “finalistico” dell’intervento, l’utilità sociale di un’edilizia residenziale supportata da uno studio sociologico alla base, in grado di motivare giustamente
l’intervento stesso”. Inoltre le nuove costruzioni dovrebbero tener conto dell’aspetto ecocompatibile con tutto quello che li circonda così come specificano i consiglieri: “In fase di pianificazione urbanistica che occorre, attraverso valutazioni scientifiche pluridisciplinari e ponderate scelte politiche , individuare i limiti da
non oltrepassare e i fattori di vulnerabilità da rispettare, le risorse naturali, storico-architettoniche e paesaggistiche da tutelare, i requisiti qualitativi, energetici e di corretto orientamento bioclimatico su cui plasmare il progetto edilizio”. A conclusione i consiglieri Pilone e Cancellario sottolineano: “solo per la cronaca, ma senza polemica, in
riferimento alle dichiarazioni fatte lo scorso 4 Gennaio dall’Assessore all’Urbanistica circa l’istituzione del Sistema, va specificato che il S.I.T. è stato istituito nel Comune di Campobasso, con una cerimonia ufficiale di presentazione, lo scorso 8 Giugno 2011. Ed è da allora che funziona”.
Prevenzione oculare, parte il progetto “Occhio ai bambini” è il tema della manifestazione che coinvolgerà diverse scuole della Primaria CAMPOBASSO. L’iniziativa della Prevenzione delle malattie oculari “Occhio ai bambini”, svolta dalla Lapb, in collaborazione con le Sezioni Provinciali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, èsenz’altro quella che più di tutte riscuote successo. Si pensi, infatti, che, solo nell’ultimo anno,essa ha permesso di effettuare un check up della vista a circa
8000 bambini, di età compresa fra i tre e gli undici anni, in oltre cinquanta province italiane. L’obiettivo dei controlli agli occhi è quello di individuare in tempo eventuali patologie prima che esse possano interferire con il processo di acquisizione dell’immagine e, dunque, compromettere uno sviluppo normale dell’apparato visivo. Effettuando, ad esempio, ai piccoli
pazienti dei semplici esami sulla motilità e sull’acuità visiva, si può scongiurare un <<occhio pigro>>,cioè non correttamente adoperato. La cultura della prevenzione risulta essere ,dunque, un’arma vincente e la Sezione Provinciale di Campobasso sostiene, anche quest’anno, con entusiasmo il progetto “Occhio ai bambini”. La campagna nella nostra Provincia partirà da Campo-
basso il giorno 9 gennaio e si concluderà il 29 gennaio. L’operazione sarà davvero importante poiché verranno esaminati un migliaio di bambini circa, distribuiti tra le scuole della primaria e dell’infanzia di Campobasso, Campodipietra, S.Giuliano di Puglia, Toro, Bojano, Spinete, Colle D’anchise, Monteverde, San Massimo, Campochiaro, Castellone.
Campobasso
7 10 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Contrada Polese, le periferie si attrezzano Aree attrezzate nelle contrade per migliorare la vivibilità delle zone. Si comincia con il restyling di contrada Polese , la prossima quella di Feudo. Campobasso. Campo di calcio, centro sociale, aula polivalente e parcheggio. Sono questi gli interventi che l’amministrazione comunale di Campobasso guidata dal sindaco Antonio Battista ha messo in atto. Un progetto che è piaciuto al consiglio tant’è la votazione unanime in assise civica. Dopo quasi un decennio si è chiuso l’iter che riguarda l’utilizzo del suolo pubblico alla parrocchia di San Giovanni Battista. Lavori che presto saranno appaltati per garantire ai residenti della zona servizi ad uso quotidiano per ogni fascia di età. I giovani potranno utilizzare il rettangolo di gioco e il centro sociale , ma anche gli anziani avranno uno spazio a loro dedicato per le attività all’interno del centro sociale. Pianificazione strategica è quella a cui sta puntando Palazzo San Gior-
gio. Dopo contrada Polese i prossimi interventi sono la rete fognaria al servizio di contrada Feudo ma anche altre zone periferiche saranno raggiunte dal servizio migliorato “Animare i centri sociali per gli anziani” è questo uno dei punti fondamentali dell’agenda 2015 dell’amministrazione Battista. “Proprio l’altro giorno- spiega il primo cittadino- abbiamo stretto patti di alleanza con le associazioni di volontariato per collaborare e lavorare in sinergia, unica arma vincente”. Grande impegno quello del consigliere Colarusso che ha vissuto il traguardo di contrada Polese come una sfida positiva. I risultati si stanno raggiungendo e questo dimostra quanto sia efficace un’amministrazione propositiva. Cafè
Prostituzione e droga, chiuso un locale La Polizia ha posto i sigilli ad un circolo privato di Bojano BOJANO. Incessante e proficua continua l’attività della Polizia di Stato volta ad incrementare e rendere più incisivi i controlli nei confronti di pub, bar e locali pubblici notturni ubicati nel Capoluogo e nei comuni limitrofi, spesso ritrovo di pregiudicati e teatro di attività illecite quali lo spaccio di stupefacenti e la prostituzione. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati predisposti ulteriori, specifici servizi di controllo del territorio posti in essere con l’azione sinergica di personale della Squadra Mobile,
della Polizia Amministrativa e Sociale, della Polizia Scientifica, dell’Ufficio Immigrazione nonché del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara. Nell’ambito di tali servizi, la Polizia di Stato di Campobasso ha emesso un provvedimento di immediata cessazione dell’attività non autorizzata a carico del presidente di un circolo privato sito in Bojano. Il personale di Polizia preposto al controllo accertava che il suddetto circolo, ubicato tra l’altro nei pressi di una scuola, svolgeva
un’attività di vero e proprio esercizio pubblico di bar e sala giochi gestito in forma imprenditoriale, eludendo la normativa sulle attività commerciali, quella fiscale e di tutela dei diritti d’autore (mancati pagamenti dei diritti SIAE). Il locale risultava, pertanto, gestito senza alcuna regola: era, infatti, consentito liberamente di fumare con grave pregiudizio per la salute pubblica e gli avventori, tra i quali sono risultati diversi pregiudicati, facevano uso smodato di bevande alcoliche ben oltre
l’orario consentito, presentando evidenti segni di ubriachezza. Considerati i pericoli che sarebbero potuti derivare per la pubblica incolumità, causati da persone che dopo aver abusato di sostanze alcoliche si mettono – in ore notturne - alla guida di veicoli e l’inopportunità che un locale del genere fosse ubicato nei pressi di una istituzione educativa frequentata da minori, è stata dichiarata la cessazione dell’attività non autorizzata e comminate le relative sanzioni amministrative.
L’Unità Mobile di Soccorso Molise tira le somme Per il presidente dell’associazione, Candido De Lisio, positiva l’attività svolta nell’arco del 2014 CAMPOBASSO. “L’associazione – spiega il presidente Candido De Lisio – ha svolto attività prevalente nel settore del Primo Soccorso e Protezione Civile su tutto il territorio regionale, nazionale e internazionale. Tale attività consiste nel portare soccorso e aiuti alla popolazione utilizzando strutture e mezzi propri o in comodato da parte degli enti Regionali e Nazionali quali: Regione Molise A.R.C.P. o Dipartimento Nazionale di Protezione Civile.
Per lo svolgimento di tale specifica attività sono stati rilasciati all’organizzazione/ai componenti di essa i permessi/autorizzazioni/nulla osta, prescritti dalla legislazione vigente di settore. Le attività svolte riguardano principalmente Assistenza sanitaria e socio assistenziale alla popolazione: Trasporto dializzati, dimissioni e ricoveri programmati; Supporto agli enti territoriali: Regione Molise A.R.C.P. e Comuni, per l’emergenza migranti 2014; Attività di soccorso e ricerca dispersi n collaborazione con A.R.C.P. Regione Molise, V.V.F., Soccorso Alpino Regionale; Attività di soccorso e vigilanza territoriale nei giorni in cui si sono verificati eventi calamitosi: Alluvione, Emergenza Terste la neve faceva ancora bella remoto, Emermostra di sè. Come nel caso del genza Neve; plesso in via D’Amato dove a freCorsi di Formaquentarlo sono i più piccini e, per zione: Corsi di giunta, la scuola è ubicata in un Primo Soccorso pericoloso e stretto incrocio. Un e Protezione Cipo’ di raziocinio non sarebbe stato vile; Campo superfluo. Estivo: Anche io
Ma la neve non andava tolta dalle scuole? La Sea ha provveduto a togliere i cumuli di neve in alcune zone della città di Campobasso. Nessuno immaginava che potessero essere tolti in ogni angolo del Capoluogo. Raziocinio avrebbe voluto, però, che ad essere privilegiate fossero le scuole. Al contrario, dinanzi a molte di que-
sono la Protezione civile, al campus hanno partecipato 30 ragazzi minori e la durata del campus è stata di 30 giorni”. Oltre alle attività, l’Ums ha portato avanti, nel corso del 2014, anche una serie di prog e t t i . “L’U.M.S. MOLISE – continua De Lisio – nell’ambito delle proprie competenze e potenzialità ha attivato una nuova sede logistica /operativa nel comune di San Giovanni in Galdo. L’amministrazione comunale ha concesso in comodato all’associazione dei locali ubicati presso la ex scuola elementare del comune di San Giovanni In Galdo. L’associazione a proprie spese e con il lavoro costante di alcuni volontari ha provveduto a ripulire e tinteggiare i locali che sono stati cosi suddivisi: Segreteria Associativa: punto di riferimento per i volontari e sede operativa in caso di emergenza; Sala Primo Soccorso: stanza allestita a punto di primo soccorso per piccole medicazioni e prima assistenza, con possibilità di n.2 postazioni per medicazioni e assistenza. Magazzino Associativo: magazzino per
stivaggio viveri di prima necessità, e per le attrezzature di proprietà dell’associazione. L’associazione, inoltre, possiede un’Ambulanza adibita al primo soccorso e trasporto disabili e un’autovettura 4×4. A breve potrà dotarsi di una nuova ambulanza allestita con defibrillatore automatico. L’associazione è composta da n° 22 soci e da n° 11 volontari operativi. Tra i membri dell’associazione emergono figure professionali quali: Medici, Infermieri, personale Oss., Ingegneri, Geometri, Forestali non che Soccorritori con abilitazioni e specializzati in campo sanitario e di protezione civile. L’associazione ha svolto solo attività con fine istituzionale e statutario, fine per il quale sono stati impiegati tutti i relativi utili”.
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Isernia
10 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“L’ospedale di Agnone non deve essere toccato” Dall’amministrazione comunale la sottolineatura proprio a seguito dell’ultima nevicata AGNONE. L’Alto e Altissimo Molise sono senza dubbio i cunei territoriali più svantaggiati dall’ondata di maltempo e dall’emergenza neve. L’assessore alla Protezione civile del comune di Agnone Daniele Saia è intervenuto per sottolineare quanto occorra potenziare la sanità in quei comprensori. “Di queste ore le notizie sugli interventi di vigili del fuoco, carabinieri e forestale per soccorrere dializzati nei comuni dell’Alto Molise. Una donna incinta di Pescopennataro, invece, ha impiegato circa tre ore a bordo di un fuoristrada-ambulanza del presidio di Agnone per raggiungere il nosocomio di Isernia. Un infarto o una ischemia sarebbero stati fatali per i pazienti, considerati i tempi impiegati. La sala operatoria del ‘Caracciolo’, dove era programmata la sessione operatoria, è entrata in funzione grazie alla polizia stradale di Agnone, che ha prelevato l’anestesista a Isernia. Gli episodi ripropongono il tema della Sanità
nelle aree interne della provincia di Isernia, le più lontane dai principali centri di cura. Bensì dei ‘diritti’ di un territorio che subisce i disservizi, ma anche gli extra costi rispetto agli altri residenti: pensiamo solo alle addizionali pagate per l’energia e la mobilità. Questo per dire che bisogna andare oltre le politiche per le urgenze prospettate nel piano sanitario. Una sanità strutturata, non quella che impacchetta il paziente e lo trasporta in ospedale dopo un viaggio di oltre un’ora, deve qualificare l’attenzione regionale verso chi vive in Alto Molise. Alla popolazione di questa area non si può continuare a chiedere tasse e poi negare servizi, infrastrutture, politiche per il lavoro e la vivibilità. Se è vero che il Sud abbandonato rischia di trascinare il Paese verso l’altra sponda del Mediterraneo, le zone deboli della regione devono essere sostenute, prima di danni irreparabili alle persone e all’assetto istituzionale”
I baraccati ‘invocano’ Petraroia A Venafro diventano disumane le condizioni di alcune persone accampate in casette di legno VENAFRO – “Chiediamo, in via straordinaria e nelle more dell’assegnazione definitiva in base a graduatorie e requisiti, l’assegnazione di un alloggio di edilizia popolare a Venafro. Dal 17 gennaio del 2014 viviamo in condizioni impossibili e disumane in una baracca metallica (gelatissima in questo periodo, tanto da aver toccato anche i – 8°), tra gli oliveti del Campaglione dove, tra l’altro, non disponiamo nemmeno di un wc e di energia elettrica. Mia moglie Paola, 53enne, è invalida e cieca civile, mentre personalmente ho necessità di sottopormi
ad operazione d’ernia. Facciamo appello al Prefetto d’Isernia, all’assessore regionale alle politiche sociali, Michele Petraroia, alla Diocesi d’Isernia/Venafro ed a tutte le istituzioni pubbliche preposte perché finalmente si risolva il nostro dramma abitativo. Dato il gelo del periodo non riusciamo più a fronteggiare la situazione, per cui chiediamo aiuto. Per il resto non staremo a sollecitare nessun altro tipo d’intervento riuscendo ad andare avanti con le nostre pur modestissime risorse, rappresentate dagli assegni d’invalidità di mia moglie e dal mio personale la-
voro nell’uliveto del Campaglione”. Sono le esplicite affermazioni del 57enne Pasquale, affinché finalmente le istituzioni tolgano lui e la moglie dall’impossibile condizione di vita nella baracca alle spalle della Cattedrale di Venafro, dove si ritrovano a sopravvivere ormai da un anno. Parole che non hanno bisogno di commento alcuno, data la loro portata socio/umanitaria.
Sniffa e va in ospedale, individuati gli spacciatori Brillante operazione della Squadra mobile di Isernia che ha denunciato gli spacciatori ISERNIA. Prosegue l’attività di prevenzione dello spaccio di sostanze stupefacenti nel territorio di Isernia da parte degli uomini della Questura di Isernia. Gli agenti dopo che un giovanissimo ragazzo del capoluogo è ricorso alle cure del Pronto Soccorso per un malore avuto a seguito del-
l’assunzione di una dose di cocaina, hanno iniziato una indagine. La Squadra Mobile della Questura di Isernia, nell’arco di poche ore, grazie ad una puntuale attività di indagine, ha individuato ed identificato gli spacciatori, eseguendo una perquisizione domiciliare all’in-
terno delle abitazioni di entrambi nella zona di San Leucio. Sono stati ritrovati 10 grammi di cocaina già suddivisa in 12 bustine pronte per lo spaccio ed occultate all’interno di un calzino riposto in un armadio. Per entrambi i pregiudicati, è scattata la denuncia.
“Consorzio, basta con i balzelli” E’ il movimento dei consorziati di Venafro che chiede la cancellazione degli elenchi VENAFRO – Torna a “bussare” ai media regionali il movimento libero ed autonomo dei “Noi Consorziati Nostro Malgrado” di Venafro che da anni chiede di non versare gli inutili ed impropri balzelli al Consorzio di Bonifica della Piana dell’estremo Molise occidentale, quali tributi per presunti servizi consortili che di fatto non vengono fruiti. La storia: l’ente di bonifica venafrano puntualmente ogni inizio anno chiede ai propri consorziati di Venafro, Sesto Campano, Pozzilli, Montaquila, Capriati al Volturno ect., iscritti negli elenchi consortili quali proprietari di terreni e beni ricadenti in zone agricole e quindi fruitori di migliorie agricole e servizi erogati dal Consorzio di via Colonia Giulia, chiede il versamento di tributi in ragione delle rispettive proprietà, tributi utilizzati dall’ente per assicurare ai consorziati le prestazioni finalizzate a bonifica, migliorie agricole ect. Tale raccolta arriva a diverse centinaia di migliaia di euro
annui, oltre 600.000 euro (!), ed investe praticamente tutti, anche chi -e veniamo a “Noi Consorziati Nostro Malgrado” di Venafro- non ne avrebbe affatto l’obbligo, ricadendo i loro terreni o altre proprietà in aree urbanizzate da decenni e come tali non più nelle condizioni di ricevere alcun tipo di prestazioni della bonifica. “Per questo e solo per questo -ribadiscono con assoluta convinzione quelli di ” Noi Consorziati Nostro Malgrado”-chiediamo la cancellazione dagli elenchi consortili, non avendo più alcun tipo di legame o collegamento con le finalità istituzionali della bonifica né con le prestazioni rese dal Consorzio. Si badi, stiamo parlando nel nostro caso di poche decine di euro l’anno, ossia di autentici balzelli, che però da fastidio versare in quanto a nostro parere non sono dovuti e quindi assolutamente gratuiti per quanto appena spiegato. Da anni continuiamo a chiedere per iscritto, sia al Comune di Venafro che
dovrebbe modificare i propri ambiti territoriali per rendere possibile quanto da noi richiesto e sia al Consorzio di Bonifica atteso a prendere atto della innovazione, la cancellazione dei nostri nominativi dagli elenchi consortili. Ciononostante non veniamo ascoltati né riceviamo risposte nel merito. Stiamo parlando di diritti disattesi, di tributi di fatto non dovuti ma ugualmente impostici per legge, eppure nessuno si muove ! Si tratta, lo ribadiamo, di balzelli, che però riguardano diverse centinaia di contribuenti loro malgrado, i quali ogni anno si ritrovano tra le mani gli odiosi ed odiati bollettini di c/c da effettuare, pur non ricevendo alcunché in cambio ! Si riuscirà finalmente, tra Comune e Consorzio di Bonifica di Venafro, a dare ascolto alla voce dei contribuenti, intervenendo una volta per tutte e difendere le tasche di tanti cittadini ? In tutta sincerità ce lo auguriamo, perché trattasi di diritti disattesi e calpestati”.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Termoli
10 gennaio 2015
Avvocati alle urne per il presidente Si voterà a fine mese per il successore dell’uscente Antonio De Michele LARINO. Col ritorno alla normalità e le festività natalizie in archivio da domani, mese speciale quello di gennaio per l’avvocatura bassomolisana. La scadenza dei termini per il direttivo del consiglio dell’ordine forense di Larino e la contestuale nomina del delegato molisano al Cnf, consiglio nazionale forense, nella persona del presidente
uscente Antonio De Michele, apre i giochi per una successione. I paletti organizzativi sono stati fissati già dallo scorso 2 dicembre, allorquando i nove componenti del consiglio dell’ordine larinese convocarono l’elezione di categoria per il 27 e 28 gennaio prossimi, con inizio delle votazioni dalle 9 alle 13.30. Le candida-
ture potranno essere presentate entro e non oltre le 12 di sabato 17 gennaio. Il numero dei consiglieri da eleggere anche in questa circostanza è di 9 e tra maschi e femmine almeno un terzo per la categoria meno rappresentata, che dunque non necessariamente sarà quota rosa. Tra le candidature ipotetiche, ci sa-
rebbe quella dell’avvocato Ida Campanella, segretario uscente, ma potrebbe non essere l’unica. Chiunque si aggiudicherà il ruolo che ha ricoperto De Michele in questo triennio, si dovrà battere contro i propositi di riforma delle circoscrizioni giudiziarie, che potrebbero d’incanto spazzare via anche il tribunale di La-
rino e la Corte d’Appello di Campobasso, oltre a sgranare le questioni già emergenziali come l’ufficio del giudice di pace di Termoli e gli effetti dilatori nella gestione delle cause al palazzo di giustizia frentano che ancora non esaurisce l’accorpamento dell’ormai ex sede distaccata adriatica di piazza Olimpia.
Termoli calcio, tutto da rinnovare Dopo le dimissioni di alcuni dirigenti il presidente Calarco rafforza la scelta di andare avanti TERMOLI. “I sottoscritti Diego Recino, Angelo Carrella, Alfredo Padovano, Vincenzo Drago e Valerio Viero, comunicano di aver rassegnato al presidente Francesco Maria Calarco con decorrenza immediata le proprie dimissioni dalle varie cariche ricoperte nell’Asd Termoli Calcio 1920. Una decisione difficile, tormentata e sofferta ma oramai inevitabile. Abbiamo sempre anteposto a tutti i problemi il bene della città, della maglia e la nostra passione sportiva per rispetto della tradizione di questa gloriosa e storica maglia. Non ci siamo mai arresi di fronte alle difficoltà, vo-
lendo dimostrare attenzione e deferenza agli sportivi termolesi. Ci abbiamo creduto fino alla fine in questa pur breve esperienza, per la salvaguardia e la protezione della dignità sportiva di questa città. I nostri sacrifici, nostro malgrado finiscono qui, nella consapevolezza di aver dato tutto e condiviso molte battaglie, lavorando nel rispetto dei ruoli e delle persone. Ringraziamo tutti, sia per l’affetto e la stima ricevuti, sia per le critiche costruttive che ci sono state mosse. Oggi non è il tempo degli “avevamo ragione o avevamo torto”, oggi col nostro disimpegno abbiamo preso atto che il
Termoli Calcio 1920 non ha più bisogno dei nostri servigi. Auguriamo alla società di rialzare la testa e tornare più forte di prima”. Il presidente del Termoli Calcio 1920 Francesco Maria Calarco prende atto delle dimissioni di Angelo Carrella, Alfredo Padovano, Diego Recino, Vincenzo Drago e Valerio Viero e li ringrazia per il lavoro fin oggi svolto. “Prendo atto della decisione di dimissioni dei dirigenti Drago, Recino, Viero, Carrella e Padovano sicuro che è stata lungamente ponderata visto lo spessore delle persone prima e
dei dirigenti poi. Sono stato onorato di aver lavorato anche se per poco tempo con dei professionisti da me stimati. La vita ci porta a volte a vivere situazioni non previste ma il dovere e le responsabilità ci invitano a guardare avanti. Oggi è importante che società, dirigenti e tesserati con grande professionalità e responsabilità lavorino uniti verso il percorso da fare con tutta la città di Termoli. Grazie Vincenzo, Diego, Valerio, Angelo e Alfredo. Vi auguro ogni bene.
I Cavalieri di Termoli dopo il Papa “Un entusiasmante giornata vissuta in Vaticano il giorno dell’Epifania” TERMOLI. Come ci avevano promesso, gli aderenti dell’associazione “I Cavalieri di Termoli” con il loro padre fondatore in testa, Timoteo Antonetti, ci hanno mandato il resoconto fotografico della loro magnifica e significativa giornata trascorsa in Vaticano, al cospetto di Papa Francesco nella ricorrenza della Epifania. “Una giornata fantastica ed emozionante”, ci ha confermato Antonetti evidenziando “la grande emozione nello sfilare con tutte le associazioni d’Italia per via della Conciliazione e piazza san Pietro, in mezzo a due ali di folla plaudente”. Una cosa che non è solita accadere e che suggerisce a Timoteo di “ringraziare chi ha permesso di essere a Roma” come ad esempio “Pino e Simone di un’associazione equestre capitolina che spesso vengono a Termoli, alla famiglia Cascioli, e hanno permesso tutto questo”. “Vogliamo ringraziare la Pro Loco di Termoli – ha aggiunto Antonetti – che ci ha fornito i costumi con i quali
abbiamo sfilato, ma anche il comune di Termoli e l’amministrazione tutta”. Unica nota “stonata” è il fatto di non aver potuto avere il contatto ravvicinato con Papa Francesco perchè martedì non stava tanto bene di salute; per questo motivo la sicurezza ha preferito
non farlo sforzare più di tanto visto anche il freddo. “Per il resto – conclude Antonetti – tutto eccezionale per una giornata da incorniciare, racchiudere e conservare nello scrigno dei ricordi più belli ed emozionanti che nel corso della vita le persone hanno”
Il progetto Martina dei Lions A Termoli la riproposizione di uno dei momenti più importanti dell’associazione TERMOLI. “I Lions tornano a Termoli con uno dei service più apprezzati, il progetto Martina appunto, che è un appuntamento che non possiamo tralasciare e dimenticare”. Lo afferma Enzo Fauzia che a partire da ieri ha avviato presso gli istituti secondari il progetto Martina teso all’educazione nella prevenzione dei tumori. “Ritorniamo a parlare ai ragazzi degli istituti superiori – ha aggiunto – cercando di rompere il silenzio verso le malattie tumorali e questo perché vogliamo che tutti i ragazzi abbiano la possibilità e la capacità di conoscere il nemico, di difendersi e di attuare strategie per evitare una infezione virale che possa portare alla malattia e se purtroppo la malattia dovesse
in qualche modo colpirli dargli un aiuto per capire come meglio affrontarla e capire in tempo utile quale è il male perché molte ricerche hanno stabilito che prima si comincia questa battaglia molte sono le possibilità di uscirne fuori vincitori”. Il progetto si compie somministrando un test teso a capire quali sono le conoscenze nei ragazzi e quali sono i canali che occorre sviluppare, ma non solo, si punta, infatti, anche a capire quali sono le battaglie per vincere la malattia contro i tumori. “Non se ne parla nelle scuole, nelle famiglie, ma il tumore è sempre una bomba che ti cade addosso o accanto e sconvolge intere nuclei, generazioni di ragazzi. Bisogna capire che il tu-
more è una malattia come tutte le altre, occorre conoscerla per poterla combattere e vincere”. Un’attività davvero proficua per gli aderenti al Lions club Tifernus che non si ferma certo qua ma compie molteplici attività tra cui quella che nelle prossime settimane vedrà gli stessi consegnare “alle famiglie di Termoli che hanno necessità particolari quanto abbiamo raccolto da una lotteria esterna”; inoltre, ricorda Fauzia, “abbiamo fatto tantissime altre cose, il progetto per quanto riguarda il poster per la pace, la festa degli auguri premiando delle eccellenze e tantissime altre attività che caratterizzano sempre il lavoro e l’impegno dei Lions”
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Termoli
10 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Differenziata, si pensa al nuovo bando di gara Sopralluoghi da parte dell’assessore Florio per mettere a punto norme più ferree TERMOLI. Il centrodestra prima in opposizione e poi al governo della città di Termoli lo definì contratto capestro, quello secondo cui il regime di gestione della nettezza urbana siglato tra la vecchia giunta Greco e la TeAm (associazione temporanea d’imprese costituita da Teramo ambiente e Puliservice) nel 2008, della durata di 7 anni, introduceva la raccolta differenziata porta a porta. Le critiche erano riferite alla privatizzazione dei profitti e alla socializzazione delle perdite, ossia dal vantaggio ricavato nella vendita di materia prima seconda riciclata dalla stessa differenziata e gli oneri per il servizio, che costa quasi 6 milioni di euro l’anno. Ulteriore elemento di insoddisfazione l’organizzazione dello spazzamento, ma anche il numero dei ritiri
delle frazioni, specie di umido, progressivamente salite nel corso degli anni. Da sottolineare come siano state inaugurate le isole ecologiche, sia divenuto operativo l’eco-centro di via Arti e Mestieri, ma non tutto fila liscio, anche per il comportamento mai ligio fino in fondo dei residenti, che cullatisi sul fatto che di controlli veri e propri in maniera accurata non ne siano stati promossi, men che meno azionato il livello sanzionatorio per gli errati conferimenti, hanno provveduto di loro a minare la qualità totale del progetto. Il contratto è in scadenza nella prossima estate e allora occorre mettere mano ai correttivi per far sì che il bando di prossima pubblicazione non abbia dei nervi scoperti o vulnus che divengano alibi di chi non com-
pie il proprio dovere, ad esempio andrebbe definita anche la pulizia delle aree verdi, così come in regime di convenzione andrà disciplinato il protocollo dei controlli e delle sanzioni, per evitare di lasciare questa incombenza a un nucleo di vigili urbani che mai potrebbe coprire l’intero territorio. L’amministrazione Sbrocca e l’assessore all’Ambiente Filomena Florio, col supporto dell’architetto Salvatore Marinucci, hanno operato e stanno operando dei sopralluoghi nelle zone
di maggiore delicatezza e criticità della città, sia le isole ecologiche che i vari quartieri, proprio per mettere a punto quelle che saranno le preroga-
tive del futuro bando di gara, dove ingabbiare il cattivo costume di chi non rispetta e viola il regolamento dell’igiene urbana comunale.
La piazza, nuovo slancio per l’estate I lavori sono ripresi di gran lena e la città potrebbe ritrovare i suoi luoghi storici Ad oggi si tratta solo di avvio chiusura perché i lavori veri e propri partiranno lunedì 12 gennaio; non è prevista, inoltre, la piena interdizione del corso per cui le attività, in questo tempo di saldi, non dovrebbero subire ulteriori flessioni d’incasso. Si ha fiducia, soprattutto perchè un prudente De Francesco, titolare della ditta, interpellato in merito alla conclusione dei lavori, afferma: “Entro l’estate” ma gli auspici sono quelli di riavere il corso e piazza Monumento entro Pasqua, magari come una vera e propria sorpresa alla città di Termoli.
TERMOLI. La ditta De Francesco fa sul serio e pare davvero pronta a impegnare gli operai anche in orari meno usuali. In pratica, secondo quanto si apprende dopo aver colloquiato con il responsabile della ditta appaltatrice dei lavori di restyling di corso Nazionale e piazza Monumento, per completare l’opera del primo tratto si potrebbe lavorare di “notte” o, per meglio dire, nell’orario chiusura delle attività. Questo quantomeno per tutelare i commercianti che già lamentano da diverse settimane un calo di incassi dovuto proprio alla chiusura, seppur mai totale, dell’arteria principale cittadina per shopping e passeggio.
Azzardo? Non ne siamo certi, la ditta, ad oggi, ha lavorato bene per cui se il tempo reggerà (come ha fatto sinora) non è certo un salto nel vuoto l’immaginare questa tempistica. Un nuovo slancio all’estate termolese potrebbe così essere alle porte … nell’attesa,
Lunedì si riparte, quindi, lo si farà per gli interventi (già in programma) di buiaccatura, ovvero la fase finale di allocazione della pavimentazione che, come noto, è composta di materiale di pietra lavica e travertino.
Innovazione digitale, parte il progetto Il Comune ha sottoscritto il contratto con società PA digitale Adriatica TERMOLI. Si apre con i primi giorni del nuovo anno una nuova era digitale per il Comune di Termoli, parte da oggi la collaborazione con la società PA Digitale Adriatica, che propone il software URBI Smart già in uso in oltre 900 Comuni e Pubbliche Amministrazioni in tutta Italia ed Enti quali la Regione Molise, l’Asrem, la Provincia di Campobasso, il Quirinale, l’Istat e AVCP (Autorità di vigilanza dei contratti pubblici). In un incontro che si è tenuto questa mattina nella Sala Consiliare del Comune di Termoli il sindaco Angelo Sbrocca ha pre-
sentato il percorso di innovazione tecnologia che si sta per intraprendere: “E’ volontà di questa Amministrazione rendere attuale il fare amministrativo di tutti i settori di questo Comune – ha detto il sindaco Sbrocca -. Il sistema di PA Digitale consente una maggiore interrelazione tra tutti i settori e permette di scavalcare muri che spesso vengono innalzati a causa di sistemi vecchi”. Tra le novità salienti del sistema Urbi, unico nel panorama italiano per ciò che attiene la tecnologia ASP web nativa ci sono: i servizi online completi di sezione pubblica e sezione riser-
vata così che ogni cittadino potrà interagire con l’Ente, il cruscotto degli amministratori per il controllo gestionale dell’Ente anche a distanza, la gestione delle performance dei funzionari e dipendenti comunali, la Giunta digitale, la completa dematerializzazione attraverso processi di digitalizzazione documentale, sistemi di protocollo automatico PEC, controllo di gestione economico-patrimoniale dell’Ente, nuovo sito istituzionale rispettoso degli obblighi nazionali in termini di accessibilità, navigabilità, indicizzazione e trasparenza, istituzione del così detto “fascicolo digitale” del personale
Furto alla tabaccheria, indagano i Carabinieri I ladri si sono introdotti nel locale forzando una finestrella del retro bottega TERMOLI. Furto nella serata alla Tabaccheria Pinti in via Maratona a Termoli. I ladri, sicuramente più di uno, si sono introdotti forzando una finestrella del retro bottega che si affaccia nella via parallela di via Maratona e dopo aver rotto il vetro e delle mattonelle, si sono fatti scivolare all’interno del locale attraversando ap-
punto lo sgabuzzino. Una volta dentro, per loro è stato un gioco da ragazzi fare razzia dagli scomparti dove erano posate di tutte le stecche di sigarette e dall’altra parte del locale di tutti i gratta e vinci presenti nel locale stesso. La sorpresa spiacevole, l’ha avuta il proprietario che come,
ogni mattina intorno alle 7, si è recato ad aprire la tabaccheria. Una valutazione dell’importo approssimativo del furto parla di un valore di circa sei o settemila euro. Su questo ennesimo episodio malavitoso indagano i Carabinieri.
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Opinioni
10 gennaio 2015
di Pasquale Di Lena L’incoscienza di chi governa sta nelle decisioni prese senza rendersi conto delle conseguenze. L’esempio dell’azzeramento delle Province o del loro ridimensionamento, dà il segno dell’improvvisazione e dei rischi che corre l’assetto istituzionale, in mancanza di una serie analisi e un’altrettanta seria riflessione sugli aggiornamenti da apportare per rilanciare il ruolo fondamentale di ogni istituzione in uno più stretto rapporto tra le stesse. Quella del cuci e scuci è la peggiore operazione che si possa fare, soprattutto quando non si tiene conto del quadro generale. Ce lo dice proprio questa operazione smantellamento province quando, dopo aver messo in moto azioni che hanno impegnato gli amministratori in carica, impaurito i dipendenti e bloccato le iniziative programmate da ognuna delle istituzioni coinvolte, fa capire che si è perso solo tempo e creato tanta di quella confusione che ha portato ancor più a peggiorare la situazione. Di queste riforme non ha bisogno un Paese che, a conclusione di un anno fatto solo di annunci o di scelte sconsiderate come quelle sopra riportata, non sa come deve sbarcare il lunario e, c’è di più, con un nuovo anno che, a meno di dici giorni dal suo inizio, parte con dati allarmanti riguardanti il reddito, il Pil e l’occupazione (quasi il 15% dei disoccupati, che è il dato record registrato dal dopoguerra, con il 44% dei giovani senza lavoro). Una lievitazione pericolosa quella della situazione sempre più precaria del lavoro, che va ad aggiungersi alla precarietà delle aree interne e del meridione, soprattutto del territorio delle stesse, che, grazie a politiche scellerate, continua a registrare la riduzione della sua superficie, con quella che resta in gran parte inquinato. Politiche o provvedimenti come Sblocca Italia che, ancor più del passato, favoriscono solo gli speculatori e i pochi ricchi sempre più ricchi. Dentro questo quadro l’iniziativa di chi dice che il Molise non esiste (No) aaSepino e Santa Cristina: un binomio indissolubile da 900 anni. La presenza di S. Cristina a Sepino risale al 1099, quando due pellegrini giunsero a Sepino con le reliquie della Santa. Erano due pellegrini francesi diretti in Terra Santa. Percorrendo la via Francigena giunsero a Bolsena, dove dal IV secolo era perpetuato il culto verso la martire locale Cristina. I pellegrini si accostarono alla tomba della Santa e in loro nacque il desiderio di trafugarne il corpo. Dopo aver trafugato i resti della martire si incamminarono verso le pianure pugliesi, per potersi imbarcare su qualche nave diretta in Oriente. Tuttavia, nessuna nave era in partenza per cui furono costretti a tornare nell’entroterra, giungendo così a Sepino. Come essi cercavano di allontanarsi dal paese, una forza misteriosa li respingeva all’interno del centro abitato. La bisaccia che conteneva le reliquie divenne inamovibile. Solo dopo che il popolo di Sepino fece voto di dedicare tre festività in onore della Santa, si riuscì a spostare i resti della martire nella chiesa: era il giorno 10 gennaio del 1099. Circa settanta anni dopo, vennero donate le reliquie al vescovo di Palermo. A Sepino rimase la reliquia del braccio della Santa. La solennità è preceduta, il giorno 8 gennaio dalla tradizionale “crianzola”, originariamente una riunione dei capifamiglia, nella quale i produttori offrivano un assaggio del vino nuovo. Questa tradizione con il passare del tempo ha iniziato a subire alcune modifiche, infatti da di-
Molise sì, Molise no
o, anche, di chi, invece, è convinto che c’è (Sì) ed è, però, altrettanto convinto che non serve ed è meglio riagganciarlo all’Abruzzo. La gran parte di questi sostenitori di un sano e utile (secondo loro) ripensamento giustificano questa necessità dando la colpa alla classe politica molisana, di ieri e di oggi, per le sue incapacità. C’è da credere che i convinti della bontà di un ritorno a braccetto con l’Abruzzo non conoscono o fanno finta di non sapere dei problemi che hanno colpito, nel recente passato, i vertici delle istituzioni e i rappresentanti della politica abruzzese. Altro che incapacità! Una motivazione, quindi, che non ha senso così come posta. Se il destino amaro delle aree interne considerate fosse tutto da addebitare
alla separazione che ha portato alla nascita del Molise nel Novembre del 1963, non staremmo a parlare della pesante crisi e del sistema che ha fallito quando ha considerato “sottosviluppate”, “arretrate”, non solo l’Altosannio, ma tutte le aree interne, il sud e le isole, con l’aggiunta dell’abbandono culturale e politico dell’agricoltura. Ultimamente, non più “sottosviluppate” o “arretrate”, ma “ma “marginalizzate”, come dire che hanno addolcito la pillola perché, vedi il discorso avviato su l’Appennino, stanno lavorando, in mancanza di altro, per un loro sfruttamento. Ne hanno estremo bisogno! Sono, l’Appennino e le regioni del sud e delle isole, le uniche aree rimaste e, come tali, fanno gola agli speculatori, alle mafie e a quanti hanno interesse di co-
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
prirle con pali eolici, biomasse, discariche, pezzi di autostrade, industrie pericolose, approfittando di una classe politica e dirigente troppo distratta da altri pensieri, cioè che pensa più al proprio tornaconto e alla propria sopravvivenza politico/amministrativa che al bene comune. Ecco perché non sono fantasie i dati dello Svimez, quando, dopo aver dato un quadro drammatico della situazione con 600mila posti di lavoro persi e il raddoppio delle famiglie povere, parla, se non si attivano politiche per rilanciare il meridione e non deprimerlo ulteriormente, di un esodo di 5milioni di persone nei prossimi anni. Non so chi lo diceva, ma è una sacrosanta verità, l’Italia è il Meridione. Ascoltare questi dati porta subito a pensare all’annunciata perdita di 100mila abitanti per il Molise, cioè quasi un dimezzamento. Questo fa dire, con grande forza a chi prova a creare confusione e a trovare scorciatoie che non ci sono, che il problema non è abbattere i confini geografici o fare dell’incastro delle regioni il gioco del puzzle, ma quello che non porta a dare speranze ai giovani, che evidenzia la mancanza di programmazione e di progettualità, la fine del primato della politica e, cioè, la possibilità di governare solo eseguendo gli ordini e i condizionamenti della finanza e delle multinazionali o della criminalità. Questi hanno ben altri pensieri e riguardo a un confronto-scontro “Molise sì” “Molise no”, o “Regioni sì” “Regioni no” si può essere certi del loro pieno godimento. La verità è che questo governo, con le sue riforme, sta dando risposte solo a quanti vogliono, per i loro sporchi interessi, ridurre davvero a poca cosa questo nostro Paese. C’è da credere che, visto quello che hanno fatto nel corso si questi ultimi decenni, ne sono capaci. C’è da dire, d’altra parte, che Il silenzio delle Regioni e delle altre istituzioni stanno solo a dimostrare che non contano più niente. Perché, allora, non dire che è da ritenere un atto davvero grave questa rottamazione gratuita e senza senso del quadro istituzionale, e non solo?
Sepino e Santa Cristina
versi anni è aperta a tutti gli uomini del paese e si suole incontrarsi presso le terme Tre Fontane. Il giorno 9 gennaio, quando le campane suonano a vespro, presso il palazzo comunale si radunano genitori e bambini. L’amministrazione comunale dona a tutti i bambini e bambine il tradizionale “cartoccio”, colmo di dolciumi, e una candela che poi sarà offerta alla Santa. Tante bambine incoronate di fiori fanno la fila: sono “le verginelle”. Le campane continuano a dare il loro suono
ad intervalli regolari per richiamare i cittadini alla festa. Dopo la quarta suonata il sindaco, le autorità, gli amministratori, le bambine vestite di bianco e il popolo in corteo si recano in chiesa, portando in mano un cero, alla cui sommità è legato un ramoscello di ulivo. Viene esposta alla venerazione la reliquia e la statua di S. Cristina, che con un marchingegno ad argano è posta in alto nel presbiterio, al centro di una grande stella, in mezzo a un tripudio di fiori. In ogni fedele c’è commozione e pre-
ghiera appena la statua è posta in trono. Inizia la celebrazione solenne dei Vespri a cui segue la celebrazione dell’Eucaristia. Ogni anno il sindaco tiene un discorso di circostanza, a cui segue l’omelia del parroco. Durante la celebrazione, il sindaco offre alla Santa, per le mani del Parroco, un dono in oro, incenso e mirra. L’amministrazione fa anche un dono alla parrocchia che rimane a perenne ricordo. La celebrazione continua con intensa partecipazione. Al termine i genitori portano i loro
bambini che, con una suggestiva cerimonia, vengono benedetti e affidati alla protezione di S. Cristina. Nella sacrestia intanto fervono altri preparativi. Si procede al sorteggio di turni di persone che durante la notte si alternano sul campanile per suonare manualmente le campane, in attesa del giorno festivo. Il sorteggio stabilisce anche i gruppi che, in occasione delle quattro processioni in onore della Santa, porteranno la statua e il baldacchino che la segue. Le campane che dall’alto del campanile dominano il paesaggio iniziano la loro danza e il suono rallegra tutti. Il loro suono si diffonde per tutta la notte. E’ questa una notte dal sapore surreale, densa di fascino e di gioiosa religiosità popolare e il suono dolce e ovattato ha la forza di evocare ricordi profondi e nostalgie, legare insieme passato e presente, vicini e lontani. Quest’atmosfera mistica richiama al ricordo e alla venerazione della Santa Patrona. Il 10 gennaio è festa grande ed è chiamata “intratio”. Si ricorda la traslazione del corpo della Santa dall’ospizio di S. Nicola alla chiesa del Ss.mo Salvatore e il suo patrocinio sulla comunità. In questo giorno, numerosi cittadini e forestieri affollano i confessionali, per disporsi alla comunione in onore della Santa ed anche per lucrare l’indulgenza parziale concessa da Papa Clemente XII. Dopo la celebrazione eucaristica segue la processione fino al rione Canala, seguendo uno dei leggendari percorsi intrapresi dai due pellegrini che portarono le reliquie di S. Cristina.