TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 18 - Venerdì 23 gennaio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
giornale saTirico
30.000 copie in omaggio
www.lagazzettadelmolise.it | redazione@lagazzettadelmolise.it resTa aggiornaTo, seguici anche su Facebook
L’Oscar del giorno a Luigi Brasiello
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Luigi Brasiello. Il sindaco di Isernia, di colpo, ha azzerato la Giunta e facendo esplodere le contraddizioni interne alla sua stessa maggioranza. Ben dieci i consiglieri che hanno sottoscritto un duro documento nei suoi confronti. Il Sindaco, però, ha cancellato l'esecutivo in attesa di una "riorganizzazione dei servizi dell’ente". Cosa significherà questo, al momento, nessuno lo sa. Sta di fatto, però, che Brasiello è andato avanti come un treno anche a costo di mandare all'aria tutto mettendo a nudo questo centrosinistra.
Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia
Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L'ineffabile assessore e (vice) presidente della Giunta regionale ora che si è visto praticamente bocciato il Piano garanzia Giovani cosa riterrà di fare? Si tratta di un documento del valore di circa 8 milioni di euro e che potrebbe interessare, potenzialmente, 15mila giovani molisani anche se la risposta non è stata di quelle corpose. A Roma il suo Piano ha conosciuto un sonoro schiaffo in faccia. Cosa farà, ora, l'assessore alle Politiche sociali del suo assessorato?
Metropolitana leggera progettata da chi? Paolè, non sai niente? Servizio a pagina 4
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 23 gennaio 2015
A lavar la testa all’asino si perdono tempo e sapone Se ne faccia una ragione l’assessore regionale ai lavori pubblici e ai trasporti Pierpolo Nagni: chi fa sbaglia; solo chi non fa non sbaglia. Tra gli assessori regionali è colui che fa o tenta di fare. Quindi candidato a sbagliare. Solo chi non fa non sbaglia e, ironia della sorte, ha la libertà di criticare colui che fa e sbaglia. Un coacervo. Matassa intricata, per sbrogliare la quale occorrerebbero le quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Non si vendono al mercato. Sono rarissime, soprattutto di questi tempi. Ma servirebbero a stabilire un minimo di equilibrio nella maggioranza di centrosinistra che staziona nei Palazzi Moffa e Vitale e in cui la sarabanda degli umori, dei pareri, dei giudizi, delle richieste dei contenti (pochi) e degli scontenti (tanti) non rende leggibile e interpretabile la situazione politica, quella amministrativa e, peggio che andar di notte, quella programmatica. Lo spettacolo cui assistiamo è deprimente: situazioni di crisi ancora aperte; nessuna attività che si muova nella direzione giusta; nessun investimento; sviluppo? neanche a par-
larne; occupazione? men che mai; una irritante manifestazione di inadeguatezza e di sconclusionatezza; una mortificante politica di sopraffazione se non addirittura di persecuzione; un corollario di stolte prepotenze nei riguardi di chi esercita la libertà di pensiero e tiene in piedi la fatica dell’informazione. Se se ne fosse stato con le mani in mano, al pari dei colleghi dell’ese-
Biomasse, annullate le autorizzazioni CAMPOBASSO. Il Servizio programmazione politiche energetiche della Regione Molise, diretto dall’avvocato Angela Aufiero, ha annullato con determinazioni dirigenziali, n.3 e n.4, le due autorizzazioni, n.23 e n.24 del 23 giugno 2014, relative rispettivamente alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di energia elettrica da biomassa-pollina della potenza di 5 Mwe nel comune di San Polo Matese rilasciata alla ditta Di Zio costruzioni meccaniche spa e alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di energia elettrica da biomassa vegetale legnosa della potenza di 0.999 Mwe nel comune di Campochiaro rilasciata alla ditta Civitas srl. Tali provvedimenti giungono a conclusione del procedimento di riesame avviato a seguito, tra l’altro, dell’invio da parte del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, al Servizio politiche energetiche dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale ad oggetto “annullamento in autotutela delle autorizzazioni agli impianti a biomasse ricadenti nei comuni di Campochiaro e San Polo Matese” e successivamente alla revoca delle stesse già disposta dal presidente della Regione. I provvedimenti hanno rilevato carenza documentale con vizi che attengono alla procedibilità, alla completezza e alla regolarità delle istanze e dei progetti e vizi di istruttoria.
cutivo, oppure, avesse praticato l’arte facile della favella, non sarebbe nell’occhio del ciclone in cui è finito per le questioni del trasporto su gomma e su rotaia e dei lavori pubblici che attengono alla viabilità. Se se ne fosse stato con le mani in mano, si sarebbe posto al riparo dalle critiche (inevitabili per l’incompletezza delle scelte e delle decisioni) e avrebbe vissuto di rendita.
CAMPOBASSO. Importante vittoria nelle aule di giustizia romane per gli ex dipendenti dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile, difesi dall’Avv. Giacomo Papa dello Studio Legale Associato “Giallonardi – Papa & Partners”. Il Consiglio di Stato, infatti, con sentenza n. 168 del 20 gennaio 2015, ha riformato la decisione del TAR Molise, che rinviava la soluzione della questione al Giudice del Lavoro, ed ordinato che l’annosa vicenda ritorni dinanzi al Tribunale Amministrativo. La diatriba giudiziaria, nello specifico, è iniziata diversi mesi fa quando alcuni lavoratori dell’Agenzia Regionale, scaduto il proprio contratto di lavoro a tempo determinato, sono rimasti senza impiego ed alcuna garanzia per il futuro. Altri loro colleghi, viceversa, dopo pochi giorni, sono tornati regolarmente al proprio lavoro in virtù di alcuni provvedimenti con cui il Direttore dell’Agenzia ha concluso con gli stessi un nuovo contratto. I lavoratori non ricontrattualizzati, dunque, hanno fatto valere le proprie ragioni e presentato ricorso al TAR, evidenziando l’assoluta illegittimità dell’operato dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile. I ricorrenti ritengono, nello specifico, che i “neo” assunti siano stati ricollocati al proprio posto in assenza del pur necessario confronto dell’Ente con gli uffici della Regione e con le Organizzazioni Sindacali, nonché in base ad una precedente graduatoria seguita ad un concorso del 2012 e che ha già esaurito i suoi effetti proprio a se-
Come di rendita (e che rendita!) vivono i colleghi di giunta e il presidente. Diciamolo, non ha fatto certo una bella figura nel fornire ai consiglieri Cotugno e Ciocca, che non sono estranei a interessi imprenditoriali e professionali, le motivazioni che hanno escluso il primo dalla ripartizione delle risorse finanziarie lasciate sciattamente in eredità da Michele Iorio in materia di viabilità, e il secondo dalla mancata presa in esame dei problemi di mobilità che gli sono più familiari e …. clientelari: Riccia e d’intorno. A lavare la testa all’asino si perdono tempo e sapone. Prendendoli in considerazione, li ha legittimati nella difesa del loro particolare. L’assessore invoca la buona fede. Ma taluni vorrebbero fosse
posta in discussione non potendo immaginare che nella maggioranza di cui fa parte possa essere un patrimonio disponibile e praticabile. Il sospetto di faziosità che l’accompagna nasce largamente da queste condizioni di approssimazione politica, di dilettantismo amministrativo e di particolarismo imprenditoriale e professionale che vivono, vegetano e s’ingrassano nella maggioranza, oltre che dalla rassegnata, sonnolenta, impalpabile, inconsistente e controproducente pattuglia dell’opposizione. Un insieme, il vostro e il loro modo di fare, che non si lega alla realtà, anzi la distorce e la rende irriconoscibile. Un insieme che si muove solo per se stesso e per nessun altra valida ragione. Il trasporto su gomma e su rotaia che non arriva a conclusione; i fondi della viabilità recuperati e parcellizzati con il difetto della incompletezza; il suo stare al gioco delle parti, fanno massa critica e insoddisfazione. Se ne faccia una ragione. Ne tragga motivo per recuperare la possibilità di distinguersi. Almeno quella.
Protezione civile, la Regione ha sbagliato Sulla questione precari illegittimo l’operato dell’Agenzia
guito delle pregresse assunzioni. “L’operato dell’Azienda Regionale di Protezione Civile – sottolinea l’Avv. Giacomo Papa – appare assolutamente illegittimo e contrario ai principi basilari di uguaglianza tra i cittadini, trasparenza e buon andamento della Pubblica Amministrazione sanciti dalla nostra Carta Costituzionale. L’Agenzia, infatti, avrebbe dovuto procedere alla selezione dei nuovi lavoratori mediante apposito concorso pubblico, consentendone la partecipazione a tutti coloro che, compresi i ricorrenti, avessero i requisiti per l’accesso all’impiego indicati in un bando appositamente predisposto. La vicenda –
prosegue l’Avv. Papa – è ancora alle battute iniziali in quanto il TAR Molise aveva statuito che ad occuparsene dovesse essere il Giudice del Lavoro. Con la recente decisione, viceversa, il Consiglio di Stato ha accolto le nostre argomentazioni e sostenuto che l’azione dell’Ente, comportando scelte totalmente discrezionali, debba essere sottoposta al vaglio del giudice amministrativo. A questo punto, dunque, non ci resta che attendere, fiduciosi per l’importante riconoscimento da parte dei Giudici di Palazzo Spada, e far valere dinanzi al TAR le nostre ragioni anche sul merito della questione”.
Dardo
TAaglio lto
3 23 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il governo boccia il Piano Giovani “Frattura ci porta all’anno zero” Le opposizioni denunciano i ritardi della Regione e l’inadeguatezza politica della Giunta CAMPOBASSO. “Piano Garanzia Giovani, siamo all’anno zero grazie alla gestione dell’attuale Governo regionale sul quale, oltretutto, adesso si è abbattuta anche la scure del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha mosso dei rilievi sostanziali attraverso il Direttore Generale”. A parlare la consigliera Angiolina Fusco Perrella, che ha stilato una nota sottoscritta anche dai consiglieri Iorio, Sabusco, Cavaliere e Micone. “Si fa sempre più arduo e difficoltoso l’iter attuativo del Piano di attuazione della Garanzia per i Giovani – continua il documento - sul quale l’esecutivo regionale aveva puntato per dare una risposta in tema di occupazione ai circa 15 mila giovani individuati come possibili destinatari della misura. Se da un lato la bassa percentuale di adesioni di ragazzi molisani rispecchia in fondo un trend piuttosto generalizzato su tutto il territorio nazionale, dall’altro il ritardo nel
recepimento degli atti formali, nelle modalità di attuazione, nella firma degli accordi di partenariato e nella predisposizione e seguente pubblicazione dei bandi sono risultato della gestione del governo regionale. A tutto questo – continua - ora si vanno ad aggiungere i rilievi mossi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che, con una nota a firma del Direttore Generale per le politiche attive e passive del Lavoro, non ha concesso l’autorizzazione alla rimodulazione PAR (programma attuativo regionale) Regione Molise, adottata con deliberazione di Giunta regionale n. 660 del 2 dicembre 2014, poiché: 1) non è possibile procedere alla rimodulazione del -75% della misura “Bonus”, in quanto le risorse sono giuridicamente vincolate a seguito della sottoscrizione del Decreto con l’INPS che riprende le informazioni presenti nella Convenzione sottoscritta dalla Regione Molise e dal Ministero; 2) non è percorribile la rimodula-
zione della misura “Servizio civile nazionale” del -49% in quanto le risorse sono entrate nella disponibilità di un altro Organismo Intermedio e pertanto non sono rimodulabili; difatti la Convenzione tra il Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale e il MLPS sottoscritta in data 22 settembre, dove sono riportate le risorse finanziarie suddivise per Regione, è già operativa; 3) le rimodulazioni di cui sopra comportano un incremento del 167% della misura “Sostegno all’autoimpiego”, ma facendo riferimento a quanto riportato nel PAR, ovvero all’attivazione di altre forme di finanziamento a valere sul FESR, viene ricordato che per l’integrazione tra i fondi, la Commissione prevede il mantenimento della c.d. “complementarietà”, con un margine di flessibilità del 10% della dotazione di ciascun
asse. L’ammonimento finale è chiaro: dare attuazione al Piano trasmesso al Ministero in data 17 luglio 2014 e approvato con delibera n. 311 del 14 luglio 2014, altrimenti l’Autorità di Gestione sarà costretta a far ricorso alla Task Force per supportare la Regione nel corretto e celere svolgimento delle misure e delle attività previste. Per questo - terminano i consiglieri - vorremmo porre un paio di domande che crediamo siano più che lecite anche perché la risposta ‘la meritano i giovani molisani e le loro famiglie’: quali sono gli intendimenti del Governo regionale? Quali risposte sono state date ai rilievi sollevati dal Ministero? Come si pensa di superarli e con quali procedure? Si riuscirà a dare attuazione al Piano Garanzia Giovani?”
Fisiomedica: l’Asrem non molla, “dismette” L’azienda sanitaria regionale impugnerà la sentenza del Tribunale: i ventuno pazienti sono stabilizzati e non meritano assistenza Che tra l’Asrem e le famiglie dei ventuno degenti finora ospitati presso il Centro di Riabilitazione convenzionato Fisiomedica Loretana sarebbero volati gli stracci lo avevamo, purtroppo, scritto solo pochi giorni fa. E puntuali ci stanno arrivando i segnali di una guerra senza quartiere, lo ripetiamo, giocata sulla pelle degli ultimi, dei più esposti, dei più sofferenti. Come previsto, infatti, l’Asrem impugnerà la sentenza del Tribunale di Campobasso che lo scorso 15 gennaio ha accolto il ricorso delle famiglie dei pazienti della Fisiomedica che l’Asrem voleva (letterale) “dismettere” (ci vorrebbe un po’ di umanità anche nel redigere documenti istituzionali spesso scritti in una lingua tragicomica) dalla struttura perché ritenuti “stabilizzati”. Le loro condizioni, cioè, non sono più suscettibili di peggioramento e non ne giustificano più, secondo la relazione di un’unità tecnica di valutazione della stessa Asrem, che ha proceduto a visitare i pazienti,
L’intervento di mons. Giancarlo Bregantini “Esprimo un profondo rammarico per la decisione di affidare questi 21 pazienti molisani alla sola assistenza sociale, anziché alla Assistenza sanitaria della ASREM. Analizzando ogni cosa, esprimo la mia non condivisione netta, nell’etica cristiana, della valutazione data al caso. Non è infatti condividisile la tesi che chi non è migliorabile, va abbandonato dalla struttura
l’assistenza sanitaria ma solo l’accompagnamento sociale. Da ambienti vicini alla Direzione generale dell’Asrem filtra la decisa volontà di insistere su questa linea. Si impugnerà la sentenza, si provvederà a far visitare di nuovo le PERSONE in questione, anche alla presenza dei medici di famiglia (cosa che non era avvenuta durante la visita dell’unità di valutazione, anche se prevista). Si continuerà, pervicacemente, a
voler “dismettere”. Una linea di assoluto rigore; lo stesso che ci sarebbe voluto nei decenni che sono passati per evitare che la sanità regionale si autofagocitasse in una voragine spropositata di clientelismo, pressappochismo, maldestra incapacità. Da qualunque sponda politica si voglia guardare la questione. Lo stesso rigore che ci vorrebbe nel ridurre sprechi e prebende che ancora indecorosamente fiottano dalle casse regio-
nali (con il solo stipendio del direttore dell’Arsem si pagherebbe un terzo delle spese per i ventuno in questione, su base annua). Senza rispedire a casa o presso le derelitte strutture dei servizi sociali dei Comuni di appartenenza queste ventuno PERSONE che da vent’anni ricevono assistenza sanitaria ventiquattro ore al giorno per sette giorni la settimana perché afflitte da sindromi, morbi e malattie che li rendono totalmente incapaci di provvedere alle loro basilari necessità. E’incredibile che nel bilancio della sanità regionale, che ammonta a quasi seicentocinquanta milioni, siano i settentomila euro che “costano” queste ventuno PERSONE a rappresentare un insormontabile problema. E’ increbilibe che non si voglia trovare una maniera meno disumana per operare al capezzale di un altro malato cronico: il sistema sanitario regionale. Ma c’è la ciliegina sulla torta. A Termoli c’è un centro, sempre convenzionato
Ricoverati alla Fisiomedica, rammaricato per la decisione Asrem sanitaria, per lasciarlo alle sole famiglie, spesso precarie per anzianità dei familiari o per povertà sociale. Per questo, invito la ASREM a dialogare con le istituzioni regionali, per una più allargata partecipazione dei costi sociali, che consentano di garantire quell’assistenza sanitaria a cui questi pazienti hanno bisogno e diritto. Si tenga infatti conto che questi pazienti sono insieme ormai da oltre 20 anni e sono tra di loro
Asrem, che si chiama VATMA. Il centro ospita bambini vittime di violenza o che hanno assistito a gravi violenze familiari, mandati li per ordine del Tribunale. Bene dallo stesso VATMA ci fanno sapere che potranno continuare solo fino a fine mese, in quanto anche in questo caso, la Regione ha deciso di tagliare i fondi. Non ci è dato sapere, evidentemente, a quale sorte, struttura alternativa o altro misterioso destino, questi bambini siano destinati. L’unica cosa che sappiamo è che la Regione ha deciso anche in questo caso di usare rigore finanziario. Si taglia. Eh già, il rigore. O meglio i rigori. I rigori di un tempo freddo e buio come quello che viviamo; dove i primi a pagare sono sempre i più deboli; quelli senza santi in paradiso; quelli che una retta a vita in clinica se la sognano; quelli che purtroppo sono nati malati o nella famiglia sbagliata; quelli che purtroppo sono nati nel tempo in cui lo Stato Sociale soccombe. Al rigore dei tempi.
come fratelli e sorelle. Non va poi sottovalutato che i pazienti ivi ricoverati, provenienti da altre regioni limitrofe, continuano a ricevere regolare Assistenza sanitari dalle rispettive ASL. Infine, invito fortemente la stessa struttura di Toro a farsi sempre più aperta alla società esterna, in un dialogo di reciprocità sociale, perché questi malati diventino crescita etica per tutti, favorendo così il miglioramento anche strutturale della loro assistenza nella Fisiomedica”.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico CAMPOBASSO. Così, la Metropolitana leggera diventa il punto nodale del trasporto molisano. Oltre 23 milioni di euro per un sistema che non potrà funzionare. a fronte di una contraddizione. La valutazione positiva da parte della Soc. RFI, sulla cosiddetta “Metropolitana di superficie”, e la paventata chiusura della Campobasso-Termoli. Come sarebbe possibile attuare questo progetto di Metropolitana, se il tratto iniziale della linea che si vuole sopprimere, è parte integrante del progetto stesso? E di chi porta la firma la progettazione? Questa la storia. Con Decreto 9 novembre 2005, n. 681 il Presidente della Giunta Regionale -Commissario Delegato, al fine di procedere ad
TAaglio lto
4 23 gennaio 2015
Metropolitana leggera e la progettazione che richiama post-sisma e Presidente un unico appalto per la “Progettazione preliminare e definitiva di un sistema di metropolitana leggera urbana ed extraurbana sulla tratta ferroviaria Matrice -Campobasso –Bojano”, ha disposto, tra l’altro, di far convergere i singoli finanziamenti (€ 350.000,00 + € 300.000,00 + € 225.000,00) per un totale complessivo di € 875.000.00. Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale -Commissario Delegato 26 luglio 2006, n. 156 è stata aggiudicata in via defi-
nitiva la gara all’Associazione Temporanea d’Imprese Proger S.p.A. (Capogruppo), Architecna Engineering s.r.l., Architecna Associazione Professionale, per l’importo netto pari a € 765.000,00, comprensivo di I.V.A. ed ogni onere di legge. Il progetto preliminare, consegnato in data 10 agosto 2007, è stato sottoposto “a verifica” ed approvato da parte della Giunta Regionale con Deliberazione 10 maggio 2010, n. 365. In data 25 maggio 2010 è stato comunicato di
dar corso al progetto definitivo . I costi per la realizzazione dell’intervento previsti nel progetto preliminare ammontano ad € 29.676.111,55 ed escludono la fornitura di materiale rotabile. Ma non è che c’è chi già pensa di potersi sostituire a Rete Ferroviaria italiana per gestire, a spese dei molisani, l’intera tratta? L’interrogativo è d’obbligo dopo quelli che, nel passato, sono stati posti sull’opera dall’Italia dei Valori e da un articolo su La Stampa.
“Quella discarica va chiusa” Il sito di Montagano deve passare dalle 12mila alle 50mila tonnellate di rifiuto umido MONTAGANO. Il Comitato intercomunale per la Salvaguardia dell’Ambiente e della Salute, costituitosi a dicembre 2014, per l’emergenza della discarica in località Colle Santo Ianni in agro di Montagano, torna a riunirsi per decidere le azioni concrete da mettere in agenda La discarica di Contrada Colle Santo Ianni a Montagano nasce nel ’95 come sversatoio di rifiuti ordinari per iniziativa della Comunità montana Molise Centrale per risolvere il problema delle discariche abusive sparse sul territorio. La gestione della discarica viene affidata alla Giuliani Environment s.r.l. di Campobasso, società nata nel ’98 . Il sito era nato per servire in principio a 5 comuni e nel corso degli anni si è arrivati a 57, alcuni dei quali anche della provincia di Benevento, corrispondenti a circa 131 mila cittadini. Si è paventata negli anni anche la possibilità della costruzione di un inceneritore o un termovalorizzatore. Intanto è stata data l’autorizzazione allo stoccaggio di rifiuti pericolosi (acido solforico e solforoso, idrossido di calcio, carbone attivo e filtri dell’olio, pitture e vernici contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose, soluzioni di industrie fotografiche ed altri rifiuti contenenti mercurio), e non pericolosi che vanno dalle batterie, ai fanghi e rifiuti acquosi contenenti adesivi, sigillanti, pitture, vernici e inchiostro, ai
liquidi antigelo, toner per stampa esauriti, pastiglie per freni, miscele bituminose, scarti in gomma, pneumatici fuori uso, olio e grassi commestibili. Il 28 dicembre 2013 poi la Giunta regionale ha approvato con delibera n. 714 un “ cofinanziamento regionale a carico del Fondo per lo Sviluppo e Coesione per valorizzare l’impianto di trattamento della funzione organica di compostaggio” di 10milioni di euro.
La riunione si è tenuta a Petrella Tifernina, martedì 20 gennaio, con la presenza di cittadini del posto, di Montagano, di Matrice di Campobasso e la presenza e partecipazione attiva dell’Osservatorio Molisano sulla Legalità e Libera Molise. Quella della discarica è una problematica che si protrae da troppi anni, e nel corso dei quali è aumentato il numero dei comuni che conferiscono l’ umido in loco. Il “progetto” di passare dalle at-
tuali 12 a 50mila tonnellate di “rifiuto umido” nel sito non piace, come non piace il “progetto” di modificare il deposito già esistente, ossia passare dallo stoccaggio di rifiuti pericolosi al trattamento degli stessi, e la mancanza di informazione istituzionale. L’emergenza ambientale è emergenza sociale e soprattutto, ormai acclarata, esiste una correlazione tra nanoparticelle, polveri sottili, gas, inquinamento e salute. A riprova l’aumento in regione di patologie tumorali ed altre patologie legate all’inquinamento. L’obiettivo principale che il Comitato si prefigge è quello di informare, scuotere le coscienze della gente, far capire che la nostra salute, quella dei nostri figli è a rischio, che l’ambiente, il territorio in cui viviamo è a rischio, che il nostro territorio sta diventando la pattumiera d’Italia. Le prime azioni del Comitato in agenda sono : - chiedere agli Enti preposti risposte in ambito di valutazione di impatto ambientale - se esistono specifiche criticità riguardanti i corsi d’acqua e il suolo, dovuti a possibili dispersioni di percolato di sapere se esiste un rilevamento geologico in loco, in quanto il sito è interessato anche da una frana, trovandosi su un versante. Il Comitato ha espresso durante la riunione la volontà di aderire al ricorso
del Codacons per l’appello al Consiglio di Stato (dopo la bocciatura del Tar) per annullare il progetto di ampliamento della discarica montaganese destinata a passare dalle attuali 12 a 50mila tonnellate di rifiuto umido. Il comitato, attraverso la partecipazione attiva, vuole confrontarsi con i cittadini e tutte le istituzioni, a partire da quelle comunali, per questo verrà fatta una azione capillare di informazione nei comuni limitrofi interessati dall’impianto e non, infatti se come si pensa, ma va accertato, ci sono dispersioni di percolato nei torrenti che arrivano al fiume Biferno, allora anche altri comuni sono interessati. La posizione del Comitato è chiara: arrivare alla chiusura della discarica di Montagano. Una gestione intelligente dei rifiuti, può creare posti di lavoro e ridurre la spesa per lo smaltimento, e di conseguenza le tasse. Il Comitato, a scanso di equivoci o polemiche, non si pone in contrasto nè con associazioni nè con istituzioni, ma cosciente dei rischi che si corrono, sarà vigile, impegnato nella divulgazione di informazioni e proposte. Non dimentichiamo che in Molise sono pochi i comuni che effettuano la raccolta differenziata, manca un Piano Regionale Energetico, manca uno studio epidemiologico dei luoghi nei pressi di tali siti e, dopo l’annunciata Istituzione del Registro Tumori a che punto sono i rilevamenti?
Dopo la decizione del Tar Lazio, il senatore Roberto Ruta sollecita un’azione governativa sulla questione
“Imu agricola, il Governo ritorni sui suoi passi”
CAMPOBASSO. Il TAR del Lazio ha confermato il pagamento IMU sui terreni agricoli per il prossimo 26 gennaio 2015. Non ha, infatti, trovato accoglimento l’istanza di sospensione dell’efficacia del D.M. 28 novembre 2014 presentata dalle ANCI di Umbria, Liguria, Veneto e Abruzzo. I proprietari di terreni agricoli, a distanza di cinque giorni dalla scadenza e fatta salva l’ipotesi di un intervento normativo last minute, dovranno pertanto procedere al versamento dell’imposta, con applicazione delle modalità stabilite dal citato DM 28 novembre 2014, con cui sono stati ridefiniti criteri di esenzione in attuazione dell’articolo 22, comma 2, D.L. n. 66/2014.
In base al nuovo provvedimento, l’esenzione totale dall’IMU è limitata ai soli Comuni con altitudine superiore ai 600 metri sui livelli del mare, mentre in presenza di un’altitudine compresa fra i 281 e i 600 metri l’esclusione è limitata ai coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola e gli imprenditori agricoli professionali. Il punto di riferimento per la verifica dei requisiti in questione è rappresentato dall’Elenco comuni italiani, pubblicato dal’ISTAT. Alla luce della sentenza del Tar del Lazio il capogruppo del Pd, Roberto Ruta, della commissione Agricoltura a Palazzo Madama chiede al Governo “di emanare immediatamente un decreto
per prorogare il pagamento dell’Imu agricola e comunque per ripristinare l’esenzione per i terreni agricoli montani avendo come base di riferimento l’elenco dei comuni della cosiddetta ‘montagna legale’ elaborato dall’Istat ai sensi della legge 991/1952”. “Vanno poi esclusi dal pagamento gli agricoltori professionali nei comuni parzialmente montani ai sensi della già citata legge e delle zone svantaggiate. Chiedo - conclude il sen. Ruta- al Governo di cogliere l’occasione per ampliare
l’ambito dell’esenzione in favore delle piccole imprese agricole e di quelle condotte da giovani che hanno intrapreso l’attività produttiva per rafforzare le filiere agroalimentari italiane.”
TAaglio lto
5 23 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La metamorfosi di Ciocca Da martello pneumatico all’interno della maggioranza di centrosinistra (ha sfasciato l’Erim e la Protezione civile) ad ammortizzatore delle cadute di stile e di contenuto sue e del governo che sostiene Non vorremmo che il consigliere regionale di (estrema, una volta) sinistra, Salvatore Ciocca, martello pneumatico all’interno della maggioranza di centrosinistra (ha sfasciato l’Erim e la Protezione civile), a lungo andare, assaporati i piaceri del potere, perda energie e si trasformi in un sorta di ammortizzatore per attutire le cadute di stile e di contenuto sue e del governo che sostiene. Gli rimane intonsa l’avversione a Michele Iorio e alla sue scelte programmatiche, ai suoi deliberati, alle sue leggi. Una sorta di avversione di natura psicologica più che strettamente politica. Iorio egli lo vede come una sorta di Totem che nessuno, nonostante le traversie giudiziarie e gli attacchi di cui è stato ed oggetto, riescono a scalfire. Il rischio che si trasformi in ammortizzatore della sue azioni politiche e amministrative e del governo di Palazzo Vitale, lo si può cogliere nel cambio di tono e di contenuti su alcuni problemi che egli, da oppositore a Iorio, all’inizio della legislatura, ha sollevato perché fossero oggetto di attenzione e di risoluzione. Ricordiamo a esempio una serie interessante di rilievi, di estrapolazioni di atti amministrativi e gestionali di cui ha segnalato situazioni e condizioni al limite della liceità politica e della legalità amministrativa. Una su tutte: le spese folli
che la Regione Molise da circa 50 anni sostiene per il fitto di appartamenti e di fabbricati privati. Ne ha fatto un ricaccio minuzioso, analitico, puntuale, portato alla luce allo scopo preminente di dimostrare come i soldi pubblici da circa 50 anni stanno arricchendo oltremisura un gruppo di fortunati locatori. Una esumazione accompagnata da commenti all’acido solforico nei confronti di coloro che da decenni hanno dilapidato circa tre milioni di euro all’anno, dimenticando che anche la sua maggiorana e il suo governo sono della compagnia. Inter-
rogativo di Ciocca: “Spendendo 2 milioni e 737mila euro ogni 12 mesi solo per gli affitti, quante sedi della Regione Molise avremmo potuto realizzare?”. Riflessione più che pertinente. Che solo a distanza di 50 anni, e dopo incisive campagne di stampa, ha trovato modo di realizzarsi col bando-concorso d’idee in fase di svolgimento. Vista la virulenza della denuncia di una spesa pubblica sospettabile di manica larga nei confronti dei locatari, era d’aspettarsi che Ciocca, senza riguardo per alcuno, facesse denuncia alla Corte dei Conti. Ci saremmo
“Subito in aula la legge sulla casa” Il consigliere Cavaliere incalza la maggioranza “Organizzerò una manifestazione di protesta” CAMPOBASSO. “Sollecito l’immediata discussione in Consiglio regionale della Proposta di legge sulla Casa approvata in Commissione tre mesi fa. Perché si perde tempo e si rimanda inspiegabilmente l’approvazione definitiva della legge?”. A parlare è il Consigliere regionale Nicola Cavaliere, che punta il dito contro la maggioranza: “La ripresa del settore edile, fondamentale per dare nuovo impulso all’intero sistema economico locale, è una priorità per tutti, ma a quanto pare solo a chiacchiere. Perché poi coloro che hanno la responsabilità di guidare la Regione fanno crescere la polvere sulle carte e i buoni propositi vengono spazzati via alla prima folata di vento. Gli annunci - tuona l’esponente di Forza Italia - non bastano più, servono azioni concrete”. “Nel 2013 - spiega il Consigliere azzurro - proposi la proroga del cosiddetto Piano Casa, approvata in Aula nel dicembre dello stesso anno. Nel 2014 la Commissione ha fatto un buon lavoro, in stretta collaborazione con le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Ma si
sta rivelando uno sforzo inutile, a causa dell’atteggiamento passivo e inconcludente di una maggioranza che alle parole non fa seguire i fatti. Basta guardare al Consiglio regionale e al suo ormai noto livello di “produttività”: tra lunghe sospensioni (che sono divenute una costante e una pessima abitudine) e discussioni che non vanno oltre il minimo sindacale delle mozioni e delle interrogazioni, mentre atti, norme e leggi importanti come questa finiscono nell’oblio”. “Sollecito - conclude Cavaliere - il presidente della III Commissione e il presidente del Consiglio regionale a portare in Aula il testo alla prossima seduta in programma in calendario. Non ci sono più scuse. Altrimenti - annuncia l’esponente di Fi - organizzerò a Palazzo Moffa una manifestazione di protesta che vedrà il coinvolgimento di tutte le parti interessate a questo delicato argomento: associazioni di categoria, ordini professionali, lavoratori del settore, rappresentanti sindacali e semplici cittadini”.
aspettato che fosse coerente con la sua nuova e diversa posizione di amministratore di maggioranza con l’uzzolo della legalità e della trasparenza. Avremmo voluto sperare che rileggendo le sue dichiarazioni, i suoi vindici propositi moralizzatori, avesse trovato lo spirito critico e l’autonomia necessari per mettere in discussione uno stato di fatto semplicemente scandaloso. Per tradurre in pratica il modo e la maniera praticabili per intervenire senza indugio alcuno sulle spese “pazze” dei fitti passivi: quello mensile che la Regione Molise paga per lo stabile che
ospita l’assessorato alle Attività produttive: 46mila e 113 euro al mese! (Attività più produttiva di questa, per chi li incassa, francamente, non crediamo vi sia); 18mila euro mensili per il fitto degli uffici del Consiglio regionale in Via Colitto cui vanno aggiunti i 12mila euro per i locali di Palazzo Moffa (il garage è a parte: altri mille e 320 euro al mese) e gli 11mila 929,72 euro al mese per altri locali sempre in Via Colitto. Gli assessori regionali (vecchi e nuovi) pare abbiamo fatto sempre a gara nello spendere per le loro sistemazioni di comodo. L’assessorato all’Agricoltura vince con i suoi 25mila e 440 euro al mese. Mentre per gli uffici della Regione a Termoli vanno via ogni mese 14mila e 848 euro; a Isernia, invece, gli uffici regionali dislocati sui quattro piani dello stabile di via Farinaccio al contribuente molisano costano (solo!) 12mila 698 euro e 68 centesimi ogni trenta giorni. Un milione e mezzo inoltre se ne va all’anno per “pulizia, illuminazione, riscaldamento locali, spese condominiali, passi carrabili, fornitura acqua e rifiuti solidi urbani”. Riusciranno il consigliere e il governo regionali a dare una prova di responsabilità e di resipiscenza? E le magistrature (amministrative e contabili) a guardarci dentro? Dardo
Sport, lustrini ma niente soldi La Regione Molise ha organizzato la Giornata dello Sport ma non ha un piano d’investimenti CAMPOBASSO. Alla Gil di Campobasso è andata in scena la seconda edizione della Giornata dello Sport organizzata dallaRegione Molise. Non c’è che dire: lustrini tanti, atleti medagliettati molti e tantissime foto con i personaggi che hanno dato vita allo sport nazionale. Il costo è ancora tutto da quantificare. Ma andrebbe pure bene qualora la Regione Molise avesse dimostrato un minimo di reale interessamento per lo sport molisano in termini di presenza finanziaria e di un piano programmatico. A partire da quello per l’impiantistica di base, Cioè, per favorire i più giovani nella pratica sportiva. E non campi ancora ondulati e in terra battuta, palestre che ci piove dentro, impianti mai completati. E’ bello farsi fotografare con l’ex campione del mondo o con il presidente pro tempo del Coni nazionale. E’ bello far avvicinare i ragazzi alla conoscenza di questo mondo. E, poi? Quale la realtà che li accompagnerà alla pratica sportiva? Dove sono le
piste di atletica, campi regolamentari, palestre degne di questo nome, piscine pubbliche utilizzabili? E con le società che fanno sacrifici di ogni genere senza più ricevere un piccolissimo contributo pubblico. E’ questo lo sport che promuove la Regione Molise? In queste strutture vuole che i ragazzi si preparino e svolgano le loro gare agonistiche? Ai lustrini, noi, preferiamo il sudore, la tenacia, lo sfrozo dei tanti dirigenti che in silenzio garantiscono la sopravvivenza dello sport molisano. Alla politica lasciamo i lustrini e le foto di rito.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
6
Campobasso
23 gennaio 2015
“Stiamo riorganizzando i servizi” Il sindaco Battista, sul caso Giarrusso, replica a una parte dell’opposizione CAMPOBASSO. “Il recente tentativo di alzare “polveroni” intorno alla scadenza del comando dell’Arch. Giarrusso presso il Comune di Campobasso, mi consente da un lato di portare, per il tramite degli Organi di stampa ed in attesa di farlo personalmente, il mio ringraziamento all’architetto per il servizio svolto presso l’Amministrazione comunale di Campobasso e, dall’altro, di fornire alla città le informazioni che sulla vicenda obiettivamente sfuggono ai più”. Così il sindaco di Campobasso, Antonio Battista. “E’ bene riba-
dire che il rapporto di comando dalla Regione Molise al comune di Campobasso ha avuto termine regolarmente il 16 gennaio del 2015, che non esistono obblighi dell’Amministrazione in merito a possibilità di rimettere sotto contratto il professionista né, tantomeno, lo scrivente si è mai impegnato in alcun modo nei suoi confronti in termini di “rassicurazioni”. Esiste invece il disegno politico di una profonda e doverosa riorganizzazione della struttura amministrativa che deve essere rimotivata e resa di nuovo efficace in relazione alle ri-
sposte che la città di Campobasso necessita; che promuova, nei prossimi mesi, azioni che generino un potenziamento dell’efficienza dei servizi pubblici in rapporto alle nuove sfide che il territorio si appresta ad affrontare per la individuazione delle possibili soluzioni riguardo alle difficoltà che la comunità patisce. Risposte che devono essere articolate in modo comprensibile e trasparente. Come stiamo facendo, ad esempio, per la sostituzione di alcuni Dirigenti che in questi mesi hanno lasciato il servizio presso il Comune di Cam-
pobasso: l’Amministrazione ha attivato bandi pubblici regolarmente pubblicati e pubblicizzati secondo la normativa vigente, come quello di ieri, 21 gennaio 2015, per il conferimento dell’incarico dirigenziale dell’area 5 – Urbanistica. Rimanendo nell’ambito della gestione ottimale delle risorse umane fondamentale per il raggiungimento dei risultati che ci siamo prefissi, continueremo a percorrere tale strada con rispetto e con l’obiettivo del bene comune e non alimentando il “fuoco” della polemica, che mortifica la dignità”.
“Non ricordo nulla di quanto fatto” Così la risposta fornita al Gip dal 43enne di Castropignano che ha accoltellato la sua ex compagna CAMPOBASSO, Non ricordo nulla di martedì, so solo che sono salito in macchina e ho cominciato a correre a tutta velocità”. Le risposte fornite al gip Teresina Pepe da M.C., 43enne di Castropignano, che martedì mattina ha ridotto in fin di vita la sua ex compagna in un’abitazione di Busso dopo averle inferto 4 pugnalate, si sono ridotte a semplici ‘Non ricordo’, lasciando ancora in ombra i motivi che lo hanno spinto a compiere un simile gesto. Nel corso dell’interrogatorio di
garanzia all’interno del carcere di Campobasso e in presenza del suo avvocato difensore Angelo Piunno, l’uomo non ha fornito una spiegazione alla sua furia omicida che per fortuna non ha causato vittime, di fatto non ammettendo però la sua colpa. Secondo i Carabinieri, stando agli elementi raccolti – un sacchetto con indumenti puliti, 700 euro prelevati poco prima dell’aggressione e l’uso di un coltello che non apparteneva all’abitazione, – ci sarebbe stata premeditazione nel
colpire la donna, 32enne di origine romene, nel tentativo di ucciderla, anche se questa resta un’ipotesi su cui gli inquirenti stanno lavorando. Il gip dopo essersi consultata col sostituto procuratore Nicola D’Angelo ha convalidato l’arresto e confermato la misura cautelare in carcere. Al momento la difesa non ha presentato istanze di scarcerazione, ma nei prossimi giorni potrebbe essere valutata un’istanza di perizia psichiatrica sull’indagato. “Ho bisogno di leggere tutte le carte,
poi prenderemo una decisione”, ha dichiarato l’avvocato Piunno. A questo punto la testimonianza della donna, attualmente ricoverata presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso, risulterà decisiva ai fini dell’inchiesta, anche per capire cosa sia successo esattamente appena prima dell’aggressione. Il 43enne, che è stato fermato dopo il fatto sulla Bifernina quando aveva ancora i vestiti sporchi di sangue, ha dei precedenti di Legge per droga.
False email dell’Agenzia delle entrate Si tratterebbe di linee guida che contengono virus. “I file non vanno aperti” CAMPOBASSO. Attenzione alle false email di “Aggiornamento” che circolano in queste ore e che si presentano come Linee Guida dell’Agenzia delle Entrate per evitare i controlli sul redditometro. Il file allegato contiene un virus che può compromettere la sicurezza del computer del destinatario. L’Agenzia raccomanda di non aprire il file, di non collegarsi al sito indicato nel testo della email e di non utilizzare per
nessun motivo il link presente nel messaggio. Il collegamento, infatti, rimanda a un sito (www.agensiaentrate.it) dal nome molto simile al dominio istituzionale delle Entrate, proprio con lo scopo di trarre in inganno i cittadini. Queste email, oltre a contenere virus dannosi per il computer, hanno lo scopo di ottenere illecitamente dati personali dei cittadini. Nel testo, infatti, viene precisato che la consultazione delle istru-
zioni allegate è consigliata “specialmente” a coloro che utilizzano i servizi di “Internet Banking”. Le Entrate, quindi, invitano i contribuenti che stanno ricevendo questa mail a non inoltrarla e a eliminarla senza aprire l’allegato, potenzialmente dannoso per il proprio computer, e a non connettersi per nessuna ragione al link indicat
Neoplasie della mammella, le nuove terapie Le patologie sono state trattate nel corso di un incontro tenutosi alla Fondazione Giovanni Paolo II CAMPOBASSO. Neoplasie della mammella valutazione clinico-radiologica pre e post-trattamento” è stato il tema dell’incontro scientifico che si è svolto presso la Fondazione “Giovanni Paolo II” martedì 20 gennaio 2015. L’evento, coordinato dalla dottoressa Cinzia Digesù, rientra nel percorso scientifico “Agora” promosso dall’Unità Operativa di Radioterapia. Negli ultimi anni le possibilità di curare con successo il tumore della mammella sono aumentate e oggi questa malattia può essere guarita. E’ cambiato radicalmente il percorso terapeutico grazie al miglioramento delle tecniche diagnostiche e chirurgiche, all’introduzione di nuovi farmaci e di nuove tecniche radioterapiche e soprattutto all’ottimizzazione dei trattamenti integrati. Le diverse competenze in Radiologia, Chirur-
gia, Oncologia Medica, Radioterapia e altre specializzazioni coinvolte nella gestione della persona con tumore al seno lavorano insieme per definire l’approccio migliore in ogni singolo caso. La personalizzazione della diagnosi, delle cure e del follow-up è la strategia che permette di ottenere il massimo dei risultati in termini di guarigione, controllo della malattia, qualità della vita. Il corso è stato focalizzato sulla valutazione clinico-strumentale pre e posttrattamento con lo scopo di migliorare l’integrazione delle diverse figure professionali nell’ottica del trattamento multimodale in modo da ottimizzare sempre di più il percorso del paziente con tali neoplasie.Hanno partecipato con profitto al convegno chirurghi, radiologi e oncologi della Fondazione e di altriospedali molisani, medici di medicina generale, infermieri professionali e tecnici sanitari di radiologia medica.
Campobasso
7 23 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Tocca alla curia smontare la “capanna” che ha ospitato Papa Francesco La struttura, costata quarantamila euro, abbandonata all’incuria, rende ancora più disarmonica l’area del vecchio Romagnoli punto a breve, a scrivere una cortese missiva agli uffici del Vescovo ma, sinceramente, sui tempi … come dire: gratis et amore Dei. Sei mesi e mezzo, oggettivamente, rappresentano un bel lasso di tempo; probabilmente ad organizzare tutta la giornata di Francesco in Molise non ci sarà voluto lo stesso tempo, ma per smontare la capanna, evidentemente, non sono stati sufficienti. A voler essere onesti diciamo che l’impatto visivo non è proprio il massimo, rendendo la già non scintillante zona “del vecchio Romagnoli” ancora più caotica e disarmonica dal puto di vista urbanistico; si aggiunga che la struttura, comunque costata
Dite la verità, ci avreste scommesso, lo avevate previsto anche voi. Chissà quanti, infatti, durante la febbrile attesa dell’arrivo di Papa Francesco all’inizio dello scorso luglio avranno pensato: “ Sarà pure carina sta capannuccia, ma ora chissà per quanto tempo resterà piazzata lì!?!?!?”. Detto, fatto! Quasi sei mesi e mezzo dopo l’interrogativo si ripropone, chiaro come il sole di luglio. Quando la smonteranno la capanna? Ma, soprattutto: a chi compete? Sentito in proposito, il Sindaco Antonio Battista almeno l’ultimo punto ce lo ha chiarito: lo smontaggio dell’asciutta struttura tocca alla Curia. L’amministrazione provvederà, a questo
quarantamila euro, è stata lasciata in balia dell’incuria e degli agenti atmosferici, dando un segnale non proprio edificante in fatto di attenta gestione delle risorse. Risorse che un’istituzione come la Curia potrebbe davvero utilizzare per infondere un po’ di sollievo in un tessuto sociale provato come quello che ricade nei territori della Diocesi. Ora attendiamo composti che finalmente le sfere celesti si allineino nel giusto verso, facendo passare un illuminante raggio di sole nel cielo grigio di questi giorni. Un raggio che illumini le menti di chi può disporre di questa faccenda in modo che lo faccia senza ulteriori indugi, liberandoci da un male, urbanistico.
“Tre lottizzazioni e nuova colata di cemento” Il Movimento Cinque Stelle denuncia le nuove iniziative urbanistiche in Comune a Campobasso CAMPOBASSO. Il Movimento 5 Stelle a Palazzo San Giorgio, attraverso una nota stampa, ha ESPRESSO il proprio disappunto sulla politica di lottizzazione nel capoluogo, lanciata dall’attuale governo di centrosinistra, con tre nuove lottizzazioni pari a circa 50mila metri cubi di cemento. “Campobasso è la nostra città e l’amiamo nonostante i suoi difetti, i problemi, le inefficienze e le carenze – si legge nella nota stampa –. Questo però non può giustificare la superficialità o l’inedia che contribuiscono a peggiorare le cose. Ci sorprendiamo di come un piccolo centro come il nostro possa essere diventato così caotico e disordinato senza riuscire ad intuirne le ragioni. Bene, uno dei motivi portanti di questo abbrutimento è senz’altro da attribuirsi alla gestione dell’urbanistica. Un termine affascinante che racchiude una miriade di aspetti della nostra quotidianità. Un concetto molto complesso, non solo nel senso che è regolamentato da norme di difficile comprensione, ma anche e soprattutto per il fatto che è un mondo interdisciplinare. Il decoro è il primo punto che viene in mente ma anche la sostenibilità, la viabilità e persino ilsistema produttivo, solo per citarne alcuni, sono condizionati dalle scelte urbanistiche. Campobasso ha vissuto una bella stagione in cui lo sviluppo cittadino avveniva secondo un filo conduttore, con una consequenzialità che tesseva un’immagine ben precisa e piacevole. Purtroppo quel tempo è oramai lontano e le decisioni che si prendono,
già da più decenni, non sono più figlie di un progetto d’insieme armonioso che mette al centro l’uomo e la sua dimensione. No. Ormai si prediligono altre logiche, prima fra tutte quella speculativa. Allora succede che i terreni rimasti indenni dall’aggressione edilizia pian piano cedono sotto il colpo delle lottizzazioni favorite dalla legislazione vigente, che non piace a nessuno, salvo poi approfittarne all’occorrenza. Succede che, osservando la nostra città, non si riesca più a godere di un dipinto di pregio ma sulla tela sono sempre maggiori e più evidenti gli obbrobri che lo deturpano a mo’ di “sputazza”. Crediamo che la difesa del territorio non abbia colore politico e comprendiamo bene il periodo di crisi che imperversa, specialmente nel settore edilizio. Per questo ribadiamo ancora una volta che bisognerebbe puntare su politiche che favoriscano e incentivino interventi di ristrutturazione, di efficientamento energetico e di adeguamento per la sicurezza degli edifici dal punto di vista sismico, anziché continuare a costruire. Per questo nella commissione Urbanistica, in Comune, il MoVimento 5 Stelle ha votato a sfavore circa la realizzazione di tre nuove lottizzazioni che interesseranno la nostra città. Si tratta, almeno per due delle tre, di ulteriori 50 mila metri cubi di cemento concentrati nella zona di Porta Napoli. Infatti, ad eccezione di una che è poco impattante, le altre due andranno ad elevare palazzi fino a 25 metri circa di altezza per “sopperire all’insufficienza di
edilizia economica o convenzionata o agevolata”, così recita la norma. Le imprese beneficeranno di un coefficiente maggiore di edificazione grazie all’art. 6 della Legge Regionale 30 del 2009 (cosiddetto Piano Casa) e per questo ci troveremo, se il Consiglio comunale di Campobasso dovesse ratificare, molte migliaia di metri cubi in più di cemento. In commissione abbiamo manifestato le nostre numerose perplessità a riguardo e alcune delle nostre richieste che ritenevamo pregiudiziali ai fini di una valutazione non sono state soddisfatte. Pensiamo sia logico, infatti, prima di autorizzare interventi di tale portata, comprendere qual è la reale esigenza abitativa di Campobasso, soprattutto per quella tipologia di edilizia, e in tal senso abbiamo richiesto una relazione da parte dell’ufficio urbanistica. Invece si è ritenuto di licenziare con una certa celerità i progetti affinché approdino quanto prima in Consiglio. Sebbene riteniamo doveroso dare una risposta alle imprese che attendono da molto tempo che l’Amministrazione si esprima, si poteva benissimo votare contrari e rinviare al Consiglio comunale la decisione finale. Il centrosinistra ha voluto far passare i progetti con voto favorevole e questo la dice lunga su quali possano essere le intenzioni che verranno espresse in futuro. Chi vivrà vedrà. Per capire di cosa si stia parlando, si sappia che le abitazioni che verranno realizzate avranno un costo obbligato di circa 1400 euro a metro quadro. Tuttavia il mercato immobiliare è
fermo. Facendosi un rapido giro ci si potrà rendere conto che quel prezzo, che dovrebbe essere “agevolato”, in realtà è all’incirca il prezzo di mercato (rilevato sia attraverso il supporto OMI dell’Agenzia delle Entrate che presso alcune agenzie immobiliari del capoluogo), per cui far costruire, e per giunta con coefficiente maggiore (si parla del 50% in più!), servirebbe soltanto a gonfiare le tasche degli imprenditori. Qualcuno si è detto scettico che, una volta incassata la ratifica del Consiglio, le imprese realizzino davvero a causa delle attuali difficoltà finanziarie delle stesse, ma noi dobbiamo ragionare in virtù di un’idea di città e non in base alla convenienza delle imprese. E poi, soprattutto per la lottizzazione di via De Pretis, in una zona molto appetibile e a ridosso di Contrada Cese il cui valore è noto, non crediamo che il costruttore si lasci scappare l’occasione di proporre un’offerta edilizia molto concorrenziale rispetto al patrimonio immobiliare cittadino, oggi invenduto. Con il risultato che a Campobasso aumentano i palazzi vuoti a testimonianza di una politica poco attenta alle reali esigenze del territorio. Forse perché, molto probabilmente, ci si dovrebbe sforzare di riscontrare quanto la crisi abbia inciso sull’onorabilità dei mutui o degli affitti. Forse andrebbe verificato chi, attualmente nel capoluogo, possa permettersi di sborsare 1400 euro a mq, magari scoprendo che “tariffa agevolata” è un concetto molto relativo.
“Via Toscana, una corsa di autobus” Il segretario cittadino del Psi, Fabio D’Ilio, chiede al Comune un intervento CAMPOBASSO. I progetti di metropolitana leggera e di autobus integrati e altri in cantiere , sono di sicuro dei punti di partenza utili per un nuovo sviluppo del trasporto urbano nel capoluogo di regione. Perché è vero che lo strumento migliorerà i collegamenti con i comuni limitrofi ma è vero anche che ci sono quartieri importanti della
città che dovrebbero essere serviti meglio dal trasporto pubblico urbano ma ‘ un collegamento importante non puo’ aspettare i tempi tecnici e politici . A sottolinearlo è il segretario cittadino del Psi Fabio D’Ilio. “E’ il caso della “città nella città” di via Toscana- ha dichiarato D’Ilio – che a tutt’oggi non ha una fermata del mezzo pubblico pro-
prio nel piazzale più importante della strada. Dove si trovano la Asl, 118, la Guardia Medica, l’antitubercolare, le poste, i vigili urbani, l’assessorato regionale al lavoro centro “peter pan” Una via dove non passano autobus e che è frequentata da persone malate e disabili che hanno bisogno di collegamenti efficaci e puntuali e che non riescono ad af-
frontare la salita molto ripida che porta a via Lombardia dove ci sono le fermate dell’autobus che collegano la zona periferica al centro”. La richiesta del segretario cittadino è quella di introdurre una deviazione e inserire una fermata dell’autobus che transita in via Lombardia nei pressi delle poste di via Toscana.
Promo valide fino ad esaurimento scorte STAMP. LASER B/N AL-M200DN
HP OFFICEJET 6600
EPSON WF-5620WF
+
TONER FINO A 2500 PG
Scheda di rete - Duplex
€ 149,00
TANICA FINO A 4000 PG.
+ Fronte/Retro Autom.
€ 339,00
€ 139,90
APPLE MacBooK Air MD760T
NB ACER EXTENSA
ACER SWITCH 10 NT.L4TET.016
13,3’’
€ 1033,00 iPad Air 2 WIFI + CELLULAR
€ 299,00
ZenFone 4
€ 619,00
KRAUN Wireless Headphone Beanie € 29,90
€ 139,00
Computer Discount Campobasso Via Garibaldi, 44 Tel. 0874 484426 cdcampobasso@computerdiscount.it
Prezzi unitari iva inclusa – salvo esaurimento scorte - salvo errori e omissioni
11
Isernia
23 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Brasiello azzera la Giunta e scoppia il caos Intanto, dieci consiglieri comunali di maggioranza sottoscrivono un documento contro il Sindaco ISERNIA. Nessuno se lo attendeva. Nella seduta di ieri del Consiglio comunale di Isernia, il sindaco Luigi Brasiello ha azzerato, ad horas, le deleghe agli assessori della propria giunta ed ha contestualmente ritirato anche le deleghe assegnate ad alcuni consiglieri comunali. Il sindaco ha dichiarato di aver assunto tale decisione per tre fondamentali ragioni: la prima di carat tere
politico; la seconda allo scopo di rideterminare e ricalibrare le deleghe revocate; la terza per dare nuovo impulso e rilancio all’attività amministrativa. Brasiello ha inoltre affermato che riasse gnerà le deleghe solo dopo la concreta attivazione e il definitivo perfezionamento della riorganizzazione dei servizi dell’ente. Intanto, dieci consiglieri comunali di maggio-
ranza hanno sottoscritto un duro documento contro l’operato del sindaco reo di non ascoltare i componenti il Consiglio e di assumere le decisioni da solo. Rischia, ora, di aprirsi uno scontro politico all’interno della maggioranza che, a distanza di poco tempo, sta manifestando inadeguatezza amministrativa e assenza di prospettive programmatiche.
Ittierre, tutto riparte dall’inizio Dopo la rinuncia di Max Company, si resta in attesa di nuovi imprenditori IsernIa. “Il ruolo di chi è impegnato per definire la questione ITH, attraverso la disponibilità a valutare ogni possibilità perché la vertenza si concluda positivamente al più presto, deve essere prevalente rispetto a posizioni che non consentono di raggiungere questo obiettivo”. Così scrive l’assessore Scarabeo. “E’ ciò che perso-
nalmente ho sempre chiesto, all’Istituzione che rappresento e a chi, come nel caso dell’Amministratore straordinario della ex Ittierre, l’Avvocato Chimenti, in merito al nulla osta per un sopralluogo agli stabilimenti di Pettoranello, a imprenditori interessati ad operare e investire in questo settore.
Posto che più volte è stata richiesta l’autorizzazione ma mai è stata concessa, ho ritenuto utile, nonché doveroso, inoltrare una nuova richiesta, ovvero un ulteriore sollecito allo stesso Amministratore straordinario, affinché consenta, finalmente, l’effettuazione di visite tecniche e, soprattutto, collabori con l’Istituzione regionale,
per evitare ulteriori disagi alle centinaia di lavoratori che si aspettano altri e migliori risultati, certamente diversi da quelli fin qui ottenuti. Spero che la nota abbia il tempestivo e dovuto riscontro, meglio se positivo, considerato che anche i lavoratori sono in attesa di risposte per il loro futuro occupazionale.”
La Società Operaia di Carovilli ripeterà la pesca di beneficienza Nello spirito del “mutuo soccorso” un aiuto alle famiglie in difficoltà CarOVILLI. Da alcuni anni a questa parte la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Carovilli organizza una pesca di beneficienza mediante la quale devolve il ricavato in favore di organizzazioni che effettuano attività di ricerca scientifica nei settori di malattie molto rilevanti dal punto di vista sociale. Questa iniziativa, che caratterizza il periodo delle festività natalizie e che è entrata nella tradizione di questa Associazione, risponde ad una delle finalità studiate dagli illuminati fondatori che nel lontano 9 gennaio 1887 concepirono ed organizzarono il “mutuo soccorso” tra operai, artigiani e contadini, sulla scia della cultura e delle esigenze dell’epoca. Proprio con lo spirito di partecipare ad una “gara di solidarietà per gli altri” molte persone offrono oggetti di buon valore ed alcune aziende loro prodotti da metter in palio per la “pesca”. Lo stesso spirito anima tutti coloro, soprattutto giovani, che allegramente fanno la fila sperando di ottenere il premio di loro interesse, ma comunque
con la consapevolezza di partecipare ad un’iniziativa che ha lo scopo benefico come principale obiettivo. Quest’anno il Consiglio di Amministrazione della Società Operaia ha preso una decisione diversa perché si è reso conto che la situazione di crisi economica e soprattutto del lavoro ha creato molte difficoltà a numerose famiglie carovillesi. Perciò è valsa l’opinione, manifestata all’unanimità, che la somma ricavata dalla generosità dei carovillesi non esca dal paese, ma rimanga a disposizione di coloro che più ne hanno bisogno. La decisione è stata resa nota anche al Sindaco ed al Parroco che si sono detti totalmente d’accordo, anzi compiaciuti perché si è saputo trovare una soluzione in favore dei compaesani. La somma raccolta non è eclatante, certamente molto inferiore alle necessità reali, ma si tratta pur sempre di un modesto aiuto che andrà ad alleviare qualche sofferenza sia mediante la fornitura di prodotti di prima necessità sia attraverso il pagamento di qualche bol-
Truffa alle macchinette con soldi fac-simile Un campano immetteva 50 euro falsi nei cambia soldi. Fermato dalla Polizia IsernIa. Ha ora un nome e un volto l’autore dei numerosi colpi messi a segno a Isernia e Provincia con la tec-nica delle banconote ‘fac simile’. Come illustrato in conferenza stampa dal procuratore capo del Tribunale di Isernia, Paolo Albano, si tratta di un cinquantenne pluricensurato residente nel quartiere napoletano di Poggioreale. Il cinquantenne è stato individuato quale responsabile di molti furti aggravati effettuati ai danni di attività
commerciali in cui erano presenti le macchinette per cambiare i soldi. Tra le attività più colpi- te, ci sono state prevalentemente sale giochi e distributori di benzina, ma anche altre tipologie di esercizi commerciali. Il modus operandi utilizzato dal cinquantenne campano era sempre lo stesso. L’uomo utilizzava delle banconote del taglio di 50 euro dichiaratamente false su cui era ben visibile la scritta ‘fac-simile’.
letta per il riscaldamento tanto necessario in questa stagione. Ora il problema principale è quello di rispettare la riservatezza e la dignità delle persone perché è assolutamente doveroso che non venga reso di dominio pubblico l’elenco delle famiglie che riceveranno il contributo. Anzi la stessa Società Operaia vuole rimanere all’oscuro di tutto e perciò si è affidata
con piena fiducia alla Parrocchia e alla persona che in passato ha svolto questo stesso ruolo per la Croce Rossa Italiana, avendo la certezza che l’incarico sarà svolto nel migliore dei modi e con la piena soddisfazione di tutti coloro che hanno partecipato e potranno constatare la buona riuscita dell’iniziativa benefica. “Ma la Società Operaia – sostiene il
Presidente Angelo Di Ianni - dopo questo primo tentativo sta guardando avanti: stiamo studiando il modo di ripetere la raccolta anche nel corso dell’anno (forse a Pasqua) sapendo che potremo ancora contare sulla generosità e l’altruismo dei carovillesi e che le somme disponibili potranno ancora crescere”.
Fornelli come uno dei più belli Borghi Intanto vanno a chiudersi i lavori di riqualificazione dell’intero centro storico FOrneLLI - Importante iniziativa pubblica quella programmata dall’amministrazione comunale di Fornelli guidata dal sindaco Giovanni Tedeschi che questa sera, alle ore 19:30, incontrerà i cittadini e tutti gli interessati, per discutere dei progetti di rilancio del borgo medievale. L’incontro, si svolgerà all’interno
del locale “La Vecchia Torre”, ubicato proprio nel borgo medievale. Vista l’imminente conclusione dei lavori che stanno cambiando l’intero volto del centro storico di Fornelli, l’amministrazione intende coinvolgere tutti per proporre e lanciare nuovi progetti per sfruttare al meglio le potenzialità e le risorse del borgo
di Fornelli, soprattutto quelle turistiche. Si tratta di un incontro rivolto alla cittadinanza dal quale emergeranno sicuramente numerose idee future da applicare al borgo di Fornelli, che a breve , al termine dei lavori, si rilancerà completamente a livello turistico, essendo già uno dei Borghi più Belli d’Italia.
12
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Termoli
23 gennaio 2015
Bambini maltrattati, finita l’assistenza Chiuderà per mancanza di fondi il Centro Vatma di Termoli TERMOLI. Chiuderà i battenti a fine gennaio il centro Vatma di Termoli e lascerà senza assistenza, senza ascolto e senza terapia venticinque bambini abusati o vittime di maltrattamenti in famiglia. Inaugurato ventiquattro mesi fa, a seguito di un finanziamento del Dipartimento per le Pari Opportunità nell’ambito dell’Avviso Pubblico “per la concessione di contributi a favore di progetti pilota per il trattamento di minori vittime di abuso e sfruttamento sessuale”, nonché della Regione Molise, il centro Vatma è diventato riferimento per la cura e il sostegno psicoterapico di tanti bambini vittime di abuso. Il Tribunale per i Minorenni del Molise in primis si ritroverà dall’1
febbraio a fare i conti con un sistema socio-sanitario che difficilmente potrà sostenere un bisogno di assistenza e cura che i dati del Vatma evidenziano con estrema chiarezza. Alcuni genitori, alla luce di quanto detto, riportano un certo nervosismo tra i giudici del Tribunale del capoluogo e tra gli assistenti sociali degli Ambiti territoriali di Campobasso e Termoli per le conseguenze che la chiusura del Centro comporterà nell’assistenza sociosanitaria dei bambini del Centro termolese. Ad oggi se ne contano ben sessantacinque che in Regione hanno dovuto ricorrere all’ausilio di psicologi e assistenti sociali del
Vatma (venticinque ancora in trattamento) perché nel tempo hanno subito violenze sessuali, fisiche o verbali e, non in ultimo, sono stati “canale di sfogo” e spettatori di separazioni e disagi familiari di ogni tipo. Maltrattamenti, abusi e trascuratezze gravi di rapporti genitoriali conflittuali, questi piccoli (di età compresa dai 4 ai 17 anni) non saranno più assistiti perché i fondi al progetto sono cessati e non ne sarebbero previsti altri. Una sorta di “terremoto” per un’assistenza importante che diventa determinante alla crescita di questi perlopiù bambini che, attraverso i genitori, reclamano l’intervento della Regione affinché possa realmente es-
sere scongiurata la chiusura del presidio. Mancano scarsi dieci giorni e i presupposti per un riavvio del progetto non ci sarebbero anzi, ci sarebbe il silenzio intorno alla questione. Un silenzio che fa male perché la perdita della continuità terapeutica graverebbe ancor di più su questi “piccoli pazienti” e potrebbe degenerare causando un vero e proprio shock. La speranza è che a prendere in mano la situazione possano essere gli psicologi della stessa Asrem eppure, alla luce dei conti, sorge la semplice e lecita domanda del se “l’azienda sanitaria regionale sia in grado o meno di prendere in
carico le cure di venticinque pazienti, in sedute settimanali, dando un continuum determinante e necessario alla terapia”. Diverse le domande odierne che cercano risposte: la Asrem sarà in grado di garantire una presa in carico globale dei bambini e dei loro genitori? Saranno in grado i servizi sanitari pubblici di rispondere in tempi brevi a una domanda di aiuto che per ventiquattro mesi è stata soddisfatta dagli operatori del Vatma? A queste domande cercheremo di rispondere nelle prossime settimane seguendo la vicenda che si va caratterizzando, sul piano umano, di toni sempre più drammatici.
Incidente alla Fiat, chiesti chiarimenti Intanto la Fiom rilancia il tema della sicurezza degli impianti e chiede vigilanza TERMOLI. Maurizio Marcelli, responsabile nazionale Fiom per l’Ufficio Salute, Ambiente e Sicurezza, e Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per Fca e Cnh, hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta. «Un grave incidente è avvenuto questa mattina nello stabilimento della Fca di Termoli. Mentre stava lavorando, un ergonomo
aziendale passando nella corsia riservata ai pedoni è scivolato su una macchia di acqua e olio, procurandosi una fortissima contusione alla colonna vertebrale con paralisi degli arti inferiori.» «Questo grave infortunio svela una volta per tutte la continua disinformazione di Fca riguardo la condizione di lavoro nei propri stabilimenti.»
«La Fiom ha più volte denunciato casi di infortuni sul lavoro che vengono trasformati dall’azienda in incidenti avvenuti a casa del lavoratore o in malattia, questo avviene anche per l’assenza e la complicità delle altre organizzazioni sindacali che, pur avendone la possibilità, non hanno in questi anni agito attraverso i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza per tutelare efficace-
mente la sicurezza e la salute dei lavoratori di Fca. Soggetti che ancora oggi tentano di impedire ai lavoratori di Fca di eleggere i rappresentanti sindacali della Fiom.» «Augurando una pronta guarigione al lavoratore, chiediamo nel contempo ai servizi di vigilanza della Asl di Termoli e alla Procura di verificare le ragioni di questo infortunio”.
A Ururi scoperte tre sepolture del IV secolo I reperti saranno esposti al Museo sannitico di Campobasso il 14 febbraio URURI. E’ un’area sepolcrale, uno dei siti archeologici più interessanti del centro-sud nella fascia a ridosso dell’Adriatico. Si trova a Ururi, dove è stata scoperta alcuni mesi fa durante i lavori per fare il metanodotto Larino-Chieuti. Ma il luogo dove si trovano i preziosi resti, datati tra il III e il IV secolo a.C., non è stato mai rivelato per evitare l’assalto dei tombaroli. Ora però la scoperta arriva al grande pubblico con l’esposizione, a partire dal 14 febbraio prossimo, nel Museo sannitico di Campobasso. «Siamo rimasti stupiti e senza parole – dicono dalla Sovrintendenza – perché mai nessuno in questa terra aveva trovato reperti archeologici». La terra in questione è quella di Ururi, appunto, un tempo ricca di vegetazione ma col passare degli anni spogliata dai numerosi boschi che crescevano rigogliosi nelle alture. I terreni in pochi decenni hanno subito arature selvagge, cancellando tutte le aree archeologiche emergenti per far spazio a semine, tanto che oggi rimangono solo coltivazioni a grano e a girasoli. Ecco perché la scoperta archeologica acquista il sapore di un evento sensazionale. Il resto lo fa la tipologia di resti
scoperti, in una zona in cui finora non erano noti insediamenti di alcun genere. Sono tre le sepolture: una maschile a incine-
razione in uno stamnos di bronzo purtroppo danneggiato dai lavori agricoli, databile al IV secolo a.C.; una sepoltura femminile a semi-
camera con ricco corredo vascolare, databile all’ultimo quarto del IV secolo a.C.; una sepoltura maschile a inumazione con cinturone di bronzo, databile al III secolo a.C. Al Museo Sannitico, nel giorno di San Valentino, saranno esposti i reperti delle tre tombe, quasi tutti di provenienza apula. «La tomba femminile a semicamera – spiegano dalla Sovrintendenza - era realizzata con conci in pietra lavorata con un ricchissimo corredo: ritrovati preziosi balsamari e brocchette in vetro a reticello colorato di provenienza Fenicia, un importante carro in terracotta con le ruote di legno, diverso il vasellame a vernice nera e crateri a campana e a volute quest’ultimai di pregevole fattura su fondo nero a figure rosse di grandi dimensioni alta sui 70 centimetri con le anse a volti umani e scene del dio Dionisio il quale era sempre legato al dio Bacco e con temi sempre orgiastici». Nelle tombe maschili invece è stato rinvenuto, in quella ad inumazione, un grande cinturone in bronzo del III sec. a.C. assieme al suo corredo, mentre quello a cremazione, più antico, del IV sec. a.C , un vaso in bronzo “lo stammnos”, vaso a balaustro a dune.
13
Termoli
23 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Lavori al Corso, ingranata la quarta L’impresa sta forzando i tempi per restituire l’area allo sviluppo della città TERMOLI. Le ruspe sono entrate in campo e da ieri mattina hanno innescato la quarta gli operai della ditta De Francesco che in tal modo hanno stretto la morsa intorno ai lavori e avviato la fase di “smantellamento” dell’ultimo tratto del corso Nazionale e piazza Monumento. A dire il vero, l’intera area parrebbe sotto l’egida degli operai perché anche nell’adiacente via XX Settembre, questa volta da parte di un’altra ditta, sono in corso dei lavori ma si tratterebbe di quelli di sistemazione della fibra ottica. Tantissimi i passanti, e gli amanti
dello struscio, che si sono soffermati a osservare il via vai dei mezzi e degli operai: vedere assumere, dopo tantissimi anni, un volto per adesso stravolto e fra qualche mese nuovo in una zone più caratteristiche della città chiama all’attenzione decine e decine di cittadini. In molti, lo si capisce dalle chiacchiere ai margini del cantiere, comprendono che stanno assistendo a un cambio storico e radicale della città e con un po’ di nostalgia iniziano a stilare nella mente i ricordi legati a questo luogo così “sempre lo stesso” e a breve rivoluzionato che renderà
pedonale la strada principale del comune di Termoli. Intanto resta l’incertezza sul termine dei lavori ma v’è comunque la protesta dei commercianti che lamentano i mancati incassi e soprattutto il fatto di non esser stati convocati o chiamati in causa circa i tempi e la ricezione di delucidazioni sui lavori stessi. Ad ogni modo, aprile o giugno che sia, il lavori vanno spediti e senza dubbio daranno un volto nuovo alla città, un volto che speriamo possa piacere e rilanciare a tutti gli effetti il turismo e il commercio termolese.
Raddoppio ferroviario, ne discute il Pd Confronto aperto all’interno del partito prima di un dibattito pubblico sull’accordo raggiunto TERMOLI. Dibattito aperto sul raddoppio ferroviario a Termoli e ad animare una sorta di sfogatoio ieri pomeriggio è stato il circolo Pd nella sede dedicata a Enrico Berlinguer.
A prendervi parte l’assessore con delega al Territorio Pino Gallo, il presidente del consiglio comunale Manuela Vigilante e i vertici del locale circolo, col segretario Antonio Sciandra e il presidente Oscar
Scurti. Un dibattito interessante, che ha dato modo agli iscritti di esprimersi come liberi cittadini interessati da un progetto che potrà mutare parte dei destini urbanistica della città adriatica. Tra gli interventi più
articolati e incisivi quelli di Carmela Sica, che come referente del comitato di quartiere Sant’Alfonso sono oltre dieci anni che contrasta con la linea portata avanti dalla Rfi, e l’ex capogruppo Franco Scurti.
Notizia interessante, l’amministrazione Sbrocca entro la prossima settimana organizzerà un incontro pubblico in cui illustrerà i termini dell’intesa raggiunta settimane or sono in sede ministeriale
A dieci anni dalla morte di Lapenna Gli amici e la famiglia lo hanno voluto ricordare con una Santa Messa a San Timoteo TERMOLI. All’interno della chiesa di San Timoteo c’erano tutti: dal sindaco di Termoli, Angelo Sbroccam all’ex presidente della Regione Molise, Michele Iorio, a Gianfranco Vitagliano. E ancora Giuseppe Astore, Gino Velardi, il presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, Antonio Chieffo, Francesco Di Falco e Fernanda De Guglielmo. Tutti insieme per ricordare la memoria di Girolamo La Penna nel decimo anno dalla sua scomparsa. A ce-
lebrare il rito il parroco di San Timoteo don Benito Giorgetta. La chiesa era affollata per onorare la memoria di un grande politico ma anche un grande uomo che ha dato e fatto tantissimo per Termoli, la sua città, ma anche per tutto il Molise e per la nazione con il suo impegno politico. Tanti i personaggi e colleghi politici dell’onorevole scomparso ma soprattutto amici e gente comune che lo hanno conosciuto
come concittadino onorario. L’onorevole La Penna, infatti, anche da sindaco di Termoli ha avuto modo di farsi apprezzare e voler bene da tutti. E tutti erano presenti all’interno della chiesa per stringersi accanto ai familiari seduti in prima fila. Don Benito, dal canto suo, durante l’omelia, ha ricordato quella che è stata la storia politica e umana di La Penna che tanto ha fatto per il suo Molise.
“Via Udine passi al Comune” Le opposizioni richiamano il sindaco Sbrocca sulla delicata questione TERMOLI. Da via degli Aceri a via Udine, nuovo intervento di carattere urbanistico dell’opposizione di centrodestra estesa ai grillini, stavolta sulla messa in sicurezza e collaudo per acquisizione al patrimonio comunale di via Udine. “I sottoscritti Consiglieri Comunali, PREMESSO CHE Via Udine è un anello di congiunzione stradale tra via del Mare – via Venezia e viale Pertini; Il manto stradale è al limite del collasso e determina disagi e danni agli automobilisti e motociclisti; Negli ultimi giorni si è verificato uno sversamento dalla condotta fognaria di acque nere, con grave nocumento per l’ambiente circostante; ATTESO CHE Nell’incontro tenuto il 17.06.2013, giusto verbale n.12 del progetto obiettivo sulla ricognizione, messa in sicurezza ed eventuale acquisizione delle strade di lottizzazione, tenuto tra l’Amministrazione Comunale ed i residenti di via Udine si conveniva di realizzare quanto previsto dal dispositivo della Delibera del Consiglio Comunale n. 87 del 27.11.2012; Con delibera di Giunta Comunale n482 del 05.12.2013 di approvazione del programma triennale ed annuale delle opere pubbliche 2013/2015 venivano stanziati 800.000,00 euro per interventi di messa in sicurezza delle strade di lottizzazione; Il Gruppo di lavoro intersettoriale ha provveduto alla progettazione della messa in sicurezza di via Udine, prevedendo un costo di circa 150.000,00 euro tra lavori e somme a disposizione; VISTO CHE Il Consiglio Comunale il 29.09.2014 ha approvato il programma triennale ed annuale delle opere pubbliche 2014/2016, confermando lo stanziamento di 800.000,00 euro per interventi di messa in sicurezza delle strade di lottizza-
zione, Nel medesimo Consiglio Comunale è stata ratificata la delibera di Giunta Comunale numero 214 del 18.08.2014 che ha, tra le altre cose, ha istituito la TASI come tributo per i servizi indivisibili, intesi anche come manutenzione e messa in sicurezza delle strade, del servizio di pubblica illuminazione ecc.; Che tali servizi devono essere erogati dall’Amministrazione Comunale come corrispettivo del nuovo tributo a prescindere se i cittadini risiedano su strade di PRG oppure
di lottizzazione; Tutto ciò premesso, evidenziato ed argomentato si impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a voler porre in essere tutte le attività finalizzate a risolvere l’annoso problema di Via Udine attraverso l’intervento di messa in sicurezza della strada e la successiva acquisizione al patrimonio Comunale”.
15
Opinioni
23 gennaio 2015
Di Giorgio Scarlato Nell’attuale situazione di crisi nazionale, e questo da anni, c’è il settore agricolo colpito in modo grave e particolarmente preoccupante che sempre più si affossa. Non è facile fare il contadino oggi in Italia e in modo particolare in Molise. Vessazioni fiscali (gli ultimi appesantimenti : l’IMU sui terreni e l’abbattimento delle agevolazioni sul gasolio agricolo); “credit crunch”, la stretta creditizia (che ha colpito in modo particolare il Sud Italia ) che ha ridotto l’accesso al credito ( rating agricolo basso, ossia la classificazione del rischio finanziario) a causa del maggior costo sugli interessi e dalla assenza di meccanismi di garanzia efficienti; la concorrenza, europea e mondiale, accanita e senza un minimo di parità concorrenziale ( prodotti chimici vietati in Italia ma consentiti da leggi-deroga in altre nazioni) con le relative derrate importate e quindi vendute legalmente nel nostro Paese. Ciò è scoraggiante.Ma che mondo è, che modo di confronto commerciale si applica in Italia? Evidente che è una guerra ad armi impari e la catastrofe agricola è sotto gli occhi di tutti. Perché per il contadino italiano c’è il divieto di usare tale prodotto chimico (se nuoce alla salute è giusto che lo si vieti) e poi si importano produzioni agricole, spagnole, canadesi o americane che siano, trattate con quei prodotti vietati in Italia mentre le nostre derrate marciscono sugli alberi, nei campi? ? E’ lecito? Che prodotti si importano? Di che qualità? Perché non si usano identici parametri per tutti?Questo è il modo, la maniera di tutelare il lavoro agricolo, la salubrità alimentare, tutelare il consumatore e quindi la sua salute? Aggiunti alla concorrenza sleale ed accanita basata da agricolture industriali latifondiste, dallo sfruttamento della manodopera, dalla mancanza di diritti civili porta a far sì che le aziende agricole nostrane chiudano. A questo punto il quadro è chiaro: è un problema di scelte politiche, non di risorse (“stimolano “ le importazioni ed affossano il prodotto nazionale).O peggio: scelte di politiche nazionali miopi volute o dettate da imposizioni delle multinazionali, dai “poteri forti” e quindi di scelte obbligate alla “loro” sottomissione, al “loro” asservimento? Il reddito agricolo italiano, diminuisce di anno in anno. Ad esempio l’11% in meno solo nel 2013. I ricavi dalle vendite delle derrate non compensano mini-
Agricoltura bistrattata Vale ancora la pena? mamente i costi sostenuti per produrle. Territori irrigui che prima erano interessati a colture di pregio quali barbabietole da zucchero, pomidoro da industria, finocchi, produzioni sotto le serre, etc. ora sono ricoperti da colture povere quali grano duro, favino, pisello proteico, girasole se non addirittura incolte. Ed anche qui entrano i costi alti delle gabelle dei consorzi di bonifica. Ogni tre minuti un’azienda agricola italiana chiude i battenti: o perché fallita o perché svenduta. Nei tribunali, specialmente quelli del Meridione, di elenchi ce ne sono. Basti pensare che tantissime aziende nel Mezzogiorno, compreso il Molise, non sono più in “bonis” ben 700 mila su 980 mila. 700.000 aziende sono “incagliate” (con problemi di pagamento) o in “sofferenza” (soggette a procedure concorsuali tipo fallimento, liquidazione).Le colpe? Dello Stato, assente e per qualche verso folle, istituzionalmente parlando, che da decenni non protegge il settore agricolo nazionale con leggi e regolamenti seri, atte a tutelare le produzioni nazionali; anzi barattato con tutto e dai tanti governi succedutisi negli ultimi 25 anni.
Il “made in Italy”? Solo parole non supportate da concretezze. Si parla ma non lo si tutela. E’ di qualche settimana fa che (forse in occasione dell’Expò 2015?), per bocca del ministro delle Politiche agricole Martina, grazie ad un apposito decreto, è stata istituita la “Cabina di regia sulla pasta” per promuovere e sostenere la competitività dell’intera filiera, dalla produzione primaria del frumento fino alla trasformazione della pasta attraverso l’incentivazione, lo stimolo e il supporto ad accordi di filiera tra coltivatori di grano e produttori di pasta per il sostegno alle coltivazioni di grano duro di qualità. Sarà la volta buona? Potrebbe essere altrettanto per il comparto lattiero-caseario, per quello bovino, per quello suino, etc..? Anche in Molise il Comitato agricolo “Uniti per non morire”, nel suo piccolo, in modo costante, lo ribadisce da ben 5 anni; da ben 3 assessori regionali al ramo. Si è cercato di aprire un tavolo di confronto, stimolando le Istituzioni regionali, per un accordo di filiera tra cerealicoltori aggregati, mugnai, pastai e panificatori della regione per ridare valore alla
Possibile credere ancora al “lupo cattivo”? Di Corradino Guacci Come Società di Storia della Fauna seguiamo con molto interesse le vicende, non solo passate ma anche attuali, collegate a quegli animali che da secoli incrociano il nostro cammino. Una attenzione particolare è rivolta all’Orso e al Lupo, due specie dalla considerevole carica simbolica che hanno influenzato fortemente l’immaginario collettivo, entrando spesso in conflitto con le attività economiche dell’uomo. In questi ultimi mesi stiamo assistendo a una recrudescenza di certa stampa sensazionalistica che riempì le cronache degli anni ’60 e ’70 del secolo
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
materia prima regionale attraverso la produzione di paste e pani tradizionali ottenuti solo con grano locale. Inutilmente. Scarso interesse privato o disinteresse pubblico? La realtà è che ad oggi nulla c’è di concreto. Diversamente, nella vicina Puglia, la Regione si è fatta garante tra le parti, contribuendo nella concretizzazione dell’accordo con qualche industria pastaia locale. Per far in modo che il nostro Molise si risvegli da questo lungo letargo, bisogna far sì che cresca anche l’indotto agricolo. Il nostro territorio, la ricca biodiversità, il rispetto delle regole e dell’ambiente, sono fondamentali a produrre la materia prima di qualità che occorre affinché ciò possa avvenire. Bisogna dare gli stimoli giusti, indirizzi, regole da rispettare e coalizzazione. L’industria di trasformazione locale di conseguenza potrà così fregiarsi realmente dei suoi prodotti trasformati. Ci saranno vantaggi, anche economici, per tutti. Solo così potranno unirsi la tipicità legata alla regionalizzazione, la genuinità, la qualità, la salubrità dei prodotti trasformati. Valorizzazione che porterebbe ad un connubio vincente tra il settore agricolo e quello agroalimentare e al definitivo sviluppo del settore turistico. Solo così il contadino con la sua terra, la sua cultura e le sue tradizioni potrà e sarà in grado di svolgere in modo completo il suo compito: la sostenibilità ambientale, la sovranità alimentare, la dignità sociale e la difesa dell’occupazione. Caso contrario e di esempi reali già ce ne sono, scenderanno in campo i ”prenditori”, e non gli imprenditori, che compreranno a prezzi stracciati, le nostre aziende. Quali? Criminalità organizzata, capitali finanziari e multinazionali. I loro interessi? Sfruttamento delle terre in modo scriteriato, senza rispetto per l’ambiente e vantaggi economici immediati. Il resto non conta. Il “land grabbing”. Il “land grabbing” o meglio l’accaparramento delle terre che, come un tarlo, ha già iniziato ad entrare pure nella nostra regione. Fermiamolo: siamo ancora in tempo per farlo. Come? Con una programmazione seria, reale e funzionante; calata sulle effettive necessità e realtà del territorio. Diversamente, entreremo anche noi a far parte di quella grande schiera di emigranti ma, questa volta, in casa nostra. Altri non aspettano che questo. Sta ad ognuno di noi adoperarsi affinché ciò non avvenga.
scorso quando, con il lupo sull’orlo dell’estinzione, WWF e Parco nazionale d’Abruzzo lanciarono la storica “Operazione San Francesco” che li vide impegnati in una campagna di informazione tesa a smitizzare pregiudizi e luoghi comuni. Tra questi, il più “incredibile” era quello che si riferiva ai ripopolamenti di lupo ovvero alla credenza che un soggetto, il Parco d’Abruzzo o il Corpo Forestale dello Stato, ne avesse liberato sul territorio delle coppie, per scopi di riequilibrio ecologico. Sottolineiamo “incredibile” perché una simile operazione avrebbe presentato aspetti economici e operativi tali da renderla impercorribile e con dubbie aspettative di successo. Per smontare questa fandonia si dovette arrivare a stampare e far affiggere migliaia di manifesti in cui si spiegava la realtà dei fatti. Circolava anche un’imperdibile vignetta che raffigurava l’allora direttore del Parco d’Abruzzo intento in un lancio di lupi siberiani
aereo-paracadutati. Grande è stata perciò la nostra sorpresa quando questa mattina abbiamo letto una notizia sulla Nazione, cronaca di Siena, dove l’articolista tra le altre cose cita testualmente “Le iniziali 320 coppie di lupi immesse nella nostra Regione intorno agli anni Ottanta si sono quintuplicate”. Non è certo nostro compito smontare questa “bufala” d’annata perché vi sono Istituzioni, come l’I.S.P.R.A., il Corpo Forestale dello Stato, Dipartimenti universitari ecc., in grado di farlo con maggiore autorevolezza. Ovviamente tutta la nostra solidarietà per la categoria degli allevatori il cui nemico principale purtroppo non è il lupo ma l’incapacità di programmare serie politiche che tutelino e incentivino il settore specie nelle aree marginali. Massimo rispetto va inoltre all’azione della Magistratura anche se iniziamo a chiederci se non sia il caso di aprire qualche fascicolo per “procurato allarme”.