tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xi - N° 272 SAbAtO 12 dicembre 2015 - diStribuziONe grAtuitA
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GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
Simone Cretella
L’Oscar del giorno lo assegniamo a Simone Cretella. Il consigliere comunale di Campobasso, sempre attento alle problematiche cittadine, sta mostrando anche il pieno attaccamento alla città rispetto a molti suoi colleghi che siedono in Consiglio. Presente nelle tematiche ambientali così come in quelle culturali, sta svolgendo appieno il suo ruolo di consigliere. Gli altri, purtroppo, pensano solo a giochi di poltrone.
pagina 2
REGIONE
Il Consiglio riuscirà a ‘sfornare’ proposte di legge?
IL TAPIRO DEL GIORNO
L’OSCAR DEL GIORNO
reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk
Claudio Pian
Il tapiro del giorno lo assegniamo a Claudio Pian. Il presidente di Molise Sviluppo non è riuscito ancora a mettere in atto un qualche cosa di positivo a favore del territorio molisano. qualcuno si pone la domanda: ma non è un ente per favorire lo sviluppo? Di cosa, guardando la realtà dei fatti in Molise? Troppi interrogativi per un ente che, forse, avrebbe dovuto conoscere la fine per utilizzare al meglio i fondi siponibili.
Può il Comune di Campobasso spendere tale cifra per il direttore generale Antonio Iacobucci?
Il Consiglio regionale è da tempo alle prese solo con mozion e interpellanze. E le proposte di legge?
SINDACALE
pagine 6
I lavoratori 3g rischiano di perdere il posto di lavoro Nessun segnale per i lavoratori della 3g Active che rischiano di perdere il posto di lavoro.
SANITA’
pagine 2
Il settore è ormai al collasso Manca tutto Cominciano a scarseggiare anche medicinali e materiali al settore della sanità molisana.
Campobasso calcio, la firma di Rinaldi pagina 7
Servizio a pagina 3
Per una strenna natalizia Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 12 dicembre 2015
Sono i problemi di sopravvivenza e di posizionamento dei gruppi e dei singoli consiglieri ad avere ragione di ogni altra possibile iniziativa al consiglio regionale del Molise
Finalmente proposte di legge e non più e soprattutto interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno a sfondo dialettico, opportunistico, e strumentale
Esautorato in materia di sanità, il consiglio regionale dovrebbe andare con maggiore incidenza e determinazione ad affrontare i problemi dell’industria, dell’agricoltura, della formazione professionale, dell’artigianato, del turismo, dell’arte e della cultura, e non stare a guardare le belle statuine che siedono al tavolo dell’esecutivo regionale a Palazzo Vitale Ordini del giorno del consiglio regionale sempre più asciutti, in ossequio alla razionalità, e in contrapposizione alla ridondanza dei precedenti. Va preso atto di questo cambiamento che, nella sostanza, obbliga il consiglio a manifestare la propria capacità di lavoro, evitando di andare a pescare gli argomenti che più gli aggradano come accadeva prima, con le richieste d’inversione dei punti all’ordine del giorno e la presentazione di mozioni urgenti “ad libutm” dei gruppi consiliari e dei singoli consiglieri. Va preso atto che finalmente vengono al pettine le proposte di legge e non più e soprattutto le interrogazioni, le interpellanze, le mozioni e gli ordini del giorno a sfondo dialettico, opportunistico, e strumentale. Pare si voglia andare al concreto. A fare in modo che l’assemblea faccia finalmente il proprio mestiere: discutere le proposte di legge e approvarle. Sulla qualità politica, sulle finalità e sulle destinazioni delle leggi che vengono proposte, il discorso è a parte. Dipende dal grado di responsabilità dei consiglieri, dalla
capacità di amministrare della giunta, e dalla volontà politica della maggioranza di stare coerentemente alle indicazioni del programma elettorale dal quale è stato tratto il consenso dalle urne il 24 e 25 febbraio 2013. Su questo punto c’erano e rimangono enormi interrogativi. Finora il consiglio non ha varato alcuna legge di programmazione né ha approvato alcun programma di merito nei settori vitali dell’eco-
nomia e dello sviluppo. Esautorato in materia di sanità da un’assurda legge nazionale, essendo il Molise Regione impegnata nel Piano di rientro dal debito sanitario, il consiglio regionale di fatto è stato privato di una delle sue prerogative. Ciò avrebbe dovuto suggerire di andare con maggiore incidenza e determinazione ad affrontare i problemi dell’industria, dell’agricoltura, della formazione professionale, dell’artigianato,
del turismo, dell’arte e della cultura, e non stare a guardare le belle statuine che siedono al tavolo dell’esecutivo regionale a Palazzo Vitale. Il Consiglio regionale del Molise è vittima della sua irrilevanza politica (piegato alla strategia del Pd nazionale e regionale), della sua evanescente valenza culturale, della strumentalità dei gruppi in prospettiva elettorale, per evitare di essere fagocitatati e/o di scomparire dalla
scena. Sono questi problemi di sopravvivenza e di posizionamento ad avere ragione di ogni altra possibile iniziativa. Dal che un consiglio amorfo, astenico, e molle. Al quale il presidente Cotugno, come abbiamo fatto cenno, ha tolto lo sfizio di andarsene per i rami nella selva degli ordini del giorno pletorici, obbligandolo a considerare i pochi e definiti argomenti in discussione. Questi, martedì 15 dicembre: Proposta di legge d’iniziativa della giunta regionale per l’assestamento del Bilancio di previsione – esercizio 2015; alienazione dell’immobile di proprietà della Regione Molise in Roma alla Via Nomentana 263; Ordine del giorno del consigliere Francesco Totaro sulal sospensione dei ricoveri nel Reparto di chirurgia dell’Ospedale Vietri di Larino; Mozione dei consiglieri Federico e Manzo per dare immediata applicazione all’articolo 5 del Decreto del presidente della Repubblica 207/2010 per il pagamento delle spettanze arretrate ai dipendenti delle Società di trasporto pubblico. Dardo
Ricoverati ma con la biancheria portata da casa; colpiti da ictus e lasciati due giorni al pronto soccorso C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui andare in ospedale, pur nella difficoltà del momento, poteva rappresentare una speranza: troverò qualcuno, si era legittimati a pensare, che ha studiato, è motivato, avrà tutti gli strumenti adatti a risolvere il mio problema, a combattere, insieme a me, la mia battaglia. Vincerla o perderla, poi, la battaglia era un’altra questione; allacciata alle capricciose volontà del destino. Roba troppo potente anche per il più bravo dei medici ed il più lindo e moderno degli ospedali. Oggi siamo costretti a raccontare un’altra storia. La sanità pubblica, e gli ospedali che ne sono la trincea, stanno perdendo la guerra contro i tempi moderni, contro gli speculatori, contro clientelismo, malaffare e pessima politica. Campobasso, ospedale Cardarelli, ieri. Una signora ha appena finito di fare alcuni prelievi. Prevenire è meglio che curare, questo lo sanno tutti. Si alza
C’era una volta la sanità pubblica dal lettino su cui era sdraiata, saluta l’infermiera con gentilezza e fa per andare via. Ma l’infermiera, con palpabile imbarazzo, la ferma sulla porta: “Signora, mi scusi, ma il lenzuolo lo prenda. Lo porti a casa. La prossima volta che torna lo riporti. Glielo dico perché potrebbe non trovarlo, la prossima volta. E dovrà accontentarsi di stendersi sulla gomma o di usare quello lasciato qui da qualcun altro.” Dovete fidarvi, lettori de La Gazzetta. Pur essendo difficile da credere tutto ciò è successo davvero. Ieri, all’ospedale Cardarelli di Campobasso. Ecco il punto in cui siamo, mentre intorno la politica ciancia di piani di rientro, tavoli ministeriali; nomina il commissario cui succederà un altro commissario che lascerà il posto ad un altro commissario ancora. Tutti qualificatissimi. Nessuno dei quali
capace di cavare un ragno dal buco. Ma è successo anche, negli ospedali del Molise, che ad un ricoverato sia stato chiesto di portarsi cuscino, lenzuola e coperte da casa; che un’infermiera si sia rifiutata di fare un prelievo di sangue perché gli aghi erano inadatti allo scopo, che due vecchietti colpiti da ictus siano stati lasciati per due giorni nei locali del pronto soccorso. Ai medici ge-
nerici è stato posto un tetto alla prescrizione dei medicinali. E ci fermiamo qui. E continuano a chiamarlo progresso. La politica, e tutto il corpo di alleati di sistema che ancora la sostiene, continua a raccontarci la favola di impegno profuso per “il bene dei molisani” (non c’è mai espressione più falsa e retorica da decenni). Ci invita a credere che il prossimo cartello eletto-
rale, messo in piedi a tavolino e alla bell’e meglio, con la convinzione che nessuno abbia memoria ed un briciolo di cervello, sarà migliore di quello precedente e che finalmente ci sarà la svolta: finalmente si potrà viaggiare in treno certi di arrivare; finalmente in ospedale si tornerà ad avere il confortante senso di essere in buone mani ed in una società avanzata; finalmente a fine mese tutti saranno pagati, soprattutto quelli che devono essere pagati dalla Regione; finalmente il paesaggio sarà al sicuro, sottratto alle mascelle degli ecospeculatori; finalmente il turismo sarà un risorsa ed i turisti rimpinzati di cibo ottimo, vino buono e potente ed itinerari scoperti per davvero. E la maggior parte di noi, purtroppo, continuerà a crederci.
TAaglio lto
3 12 dicembre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
I consiglieri del M5S contestano la nomina del dott. Iacobucci a manager dell’amministrazione
Manager o direttore generale?
Vorrebbe farsi grande il Comune di Campobasso. Più grande di quanto in realtà sia. Così, probabilmente, si spiega la nomina, da 127mila euro l’anno, di Antonio Iacobucci a manager dell’amministrazione. Manager perché nominarlo direttore generale era impossibile. La legge infatti non prevede questa figura per le città con meno di centomila abitanti. Un bel garbuglio burocratico ed amministrativo che continua a suscitare discussioni a Palazzo San Giorgio. I consiglieri del gruppo del Movimento 5 Stelle hanno per questo presentato un esposto alla Corte dei Conti. In soldoni (a volte la lingua italiana offre sponde d’ironia assai gustose) le mansioni svolte dal dott. Iacobucci presso il Comune capoluogo ricalcherebbero pedissequamente, secondo l’opinione dei consiglieri pentastellati, quelle di un direttore generale. Un direttore generale chiamato manager ma la sostanza non cambia, dicono loro. Peccato solo che la burocrazia ed il diritto amministrativo si cibino di forma, fino a farne sostanza. Per questo
siamo ben lungi da esprimere pareri ed opinioni prima che sia la Corte dei Conti a farlo. Saremo spesso un po’ sfrontati, ma stupidi per fortuna ancora no. Ma la cronaca è un altro discorso. Queste, quindi, le considerazioni espresse
in una nota per la stampa del consigliere del Movimento, Luca Praitano: “Per un comune come Campobasso la legge non prevede la figura del direttore generale all’interno dell’amministrazione. Iacobucci, invece, ha esattamente le
stesse mansioni, mascherate con un altro nome, quello di manager, appunto. Con la delibera numero 161 dell’agosto 2015 – ha proseguito – si sono espresse proprio le competenze affidate a Iacobucci e queste risultano essere in contrap-
posizione con quelle di norma affidate al segretario comunale. Non sono un caso, quindi, le dimissioni dello stesso, che probabilmente non ha accettato di assistere ad un ridimensionamento illegittimo del suo ruolo”. Più nel dettaglio viene contestata a Iacobucci dai consiglieri del Movimento la gestione del controllo della macchina amministrativa (più di quella del riordino della stessa), funzione propria del segretario comunale nei Comuni di grandezza similare a Campobasso. Certo le dimissioni del segretario comunale precedentemente in carica, dott. Di Cicco, non aiutano a fare chiarezza visto che nelle motivazioni date dall’ex dirigente non si fa nessun accenno esplicito alla nomina del dott. Iacobucci, implicando quindi un ridimensionamento del suo stesso ruolo. Resta quindi tutto sospeso in una terra di mezzo dove ciascuno ha campo per piantare picchetti e tende. Il ruolo delle opposizioni è quello di marcare strette le maggioranze e così sia. Investigare la forma per comprendere meglio la sostanza.
“3g Active, lavoratori tutti a casa”
CAMPOBASSO. Alla vigilia del Natale 2015, gli ormai ex dipendenti della 3g active stanno per esaurire i pochi ammortizzatori sociali con- settore, visto che sono in cessi (per chi ne ha potuto Italia circa 80.000 e che usufruire) e si ritrovano qualche primo segnale di tusenza prospettive e senza tela è stato già loro riconoreddito con la sola iscrizione sciuto nel recente decreto alle liste di mobilità, che del ministero del Lavoro, n. però non arreca vantaggio al- 22764, del 12 novembre cuno non essendo state rifi- 2015 e, fiducioso che l’apnanziate già da qualche pello non resterà inascolanno. tato, attende iniziative per la Lo denuncia Valter Andreola soluzione del problema. della UILCOM Molise, il quale aggiunge che nessuno sviluppo ad oggi si registra CAMPOBASSO. “Nel question time , dopo il tavolo svolalla mia domanda su come intendesse tosi in prefettura tamponare l’emergenza sanitaria dovuta alcune settimane alla carenza di personale, il Ministro fa, nel corso del Madia ha dichiarato in Aula di voler prequale erano stati disporre apposito emendamento d’intesa presi impegni precon il Ministro alla salute Lorenzin”. Così, il cisi per il possibile senatore Roberto uta. “Detto, fatto. Questa ricollocamento e mattina il Governo ha presentato l’emendaper l’individuamento con cui si autorizzano gli enti del Serzione di forme di vizio Sanitario Nazionale a riservare posti sostegno al reddito disponibili, nella misura massima del 50% al del personale rimapersonale medico infermieristico in servizio, sto senza lavoro, che abbia maturato alla data del bando alcome sta avvemeno tre anni di servizio, anche non continendo d’altronde nuativi, negli ultimi cinque anni con contratti per altre situazioni a tempo determinato, con contratti di collaanaloghe. borazione o con altre forme di lavoro flessiIl sindacalista Anbile. dreola invoca Ma, in considerazione dell’emergenza sulquindi maggiore l’orario di lavoro, l’emendamento consente attenzione verso i alle regioni di procedere subito a reclutare lavoratori di questo
Il segretario della Uilcom, Valter Andreola, denuncia il silenzio delle istituzioni
Ammortizzatori sociali alla fine il rischio è la perdita del posto di lavoro
“Precari sanità, qualcosa si è mosso”
Il senatore Roberto Ruta sull’emendamento Madia nuovo personale, nel periodo che va dal 1 gennaio al 31 maggio 2016, ricorrendo a forme di lavoro flessibile, nel rispetto della normativa vigente. Queste procedure riguarderanno prioritariamente i servizi di emergenza urgenza, per l’accesso ai quali il personale medico, in servizio con almeno cinque anni di prestazione continuativa, accede ancorché privo di specializzazione. L’emendamento, che il Governo ha presentato, può essere ancora migliorato in sede di esame in Aula, ma è il primo passo importante per rispondere ad un’emergenza che altrimenti in Italia, e in particolar modo in Molise, rischia di assumere connotati drammatici.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
4 12 dicembre 2015
SporTelethon Molise 2015 organizzato dal Comitato regionale del Coni Maratona di solidarietà Telethon: una delle iniziative scientifiche e umanitarie più seguite ed apprezzate nel Paese, in favore della ricerca scientifica. Campobasso, ancora una volta, si pone in scia con un convegno di assoluto rilievo scientifico (SporTelethon Molise 2015) organizzato dal Comitato regionale del Coni allo scopo di far conoscere i problemi legati alle malattie genetiche e per sensibilizzare l’opinione pubblica ad una maggiore e incisiva forma di solidarietà verso le persone colpite da malattie rare. La scienza e la solidarietà a braccetto, in un contesto in cui i due aspetti si fondano e danno vita ad una delle più apprezzate iniziative umanitarie. La scienza, attraverso la parola di illustri personaggi del mondo scientifico, si fa conoscenza, e la solidarietà, con gli sponsor e la gente comune, si manifesta nel sostegno concreto alla ricerca scientifica. Il convegno organizzato da Guido Cavaliere, presidente regionale del Coni, soddisfa pienamente i due obiettivi grazie alla partecipazione di Licia Iacoviello, direttrice del dipartimento di Epidemiologia molecolare e nutrizionale dell’Istituto neurologico Mediterraneo (Neuromed) di Pozzilli, che relazionerà su “Cibo e geni nelle malattie neurologiche”; grazie alla partecipazione di
A braccetto, la scienza e la solidarietà
La scienza si fa conoscenza attraverso la parola di illustri personaggi del mondo scientifico, e la solidarietà si manifesta nel sostegno concreto alla ricerca scientifica con gli sponsor e la gente comune
Silvio Garofalo, professore associato di Genetica medica presso il dipartimento Dimes dell’università del Molise, che tratterà il tema “Genomica –
Big data e piccoli comuni del Molise”, e grazie soprattutto alla partecipazione di Andrea Bacigalupo, professore ordinario di Ematologia all’università
Cattolica del Sacro Cuore di Roma e consulente della fondazione di ricerca e cura “Giovanni Paolo II” di Campobasso, che dirà della “Talessemia: dal trapianto di cellule staminali emopoietiche alla terapia genica”. Al convegno collaborano il coordinamento provinciale Telethon di Campobasso, la Banca Nazionale del Lavoro – agenzia di Campobasso , il consiglio regionale del Molise, l’Ordine dei medici della provincia di Campobasso e l’università degli studi del Molise. L’incontro (alle 9,30) presso la sala convegni del Comitato regionale del Coni in Via Carducci 4, a Campobasso, sarà aperto da Guido Cavaliere, cui faranno seguito Luigi Benevento, coordinatore provinciale di Telethon, e Giovanni Berligerio,
direttore delle agenzie d’area di Lazio sud, Abruzzo e Molise della Bnl. Moderatori Giovanni De Gaetano, direttore del dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’Istituto neurologico Mediterraneo (Neuromed) di Pozzilli, e Sergio Storti, direttore Unità operativa complessa di onco-ematologia presso la fondazione “Giovanni Paolo II” di Campobasso. Dodici dicembre 2015: giornata di assoluto interesse scientifico, con riflessi diretti ed immediati sugli operatori sanitari, sulle famiglie in cui si vive il dramma delle malattie genetiche e rare, e sulla pubblica opinione in generale, chiamata, tra l’altro, a dare un segno concreto e tangibile di solidarietà in favore della ricerca scientifica. Come ogni anno e ogni anno di più.
Partito il Giubileo, la nostra regione non è riuscita a rientrare in alcun percorso religioso Giubileo alle porte, il Molise rimane beatamente assente ad ogni iniziativa che possa valere un interesse religioso da offrire ai milioni di pellegrini che arriveranno a Roma. Il Molise di Papa Celestino V; il Molise dell’Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturo (un unicum storico-documentale in Europa), non una terra qualsiasi, cui potremmo aggiungere le chiese romaniche di Canneto e di Matrice, la cattedrali di Termoli e di Larino, il santuario di Castelpetroso: un itinerario di rilevante interesse religioso e culturale in un ambiente naturale ancora di rara suggestione e bellezza. Questo Molise possibilmente “giubilare” deve pagare il disinteresse di chi lo amministra e la pesante distrazione che vien riservata alle grandi occasioni, che in ogni altro luogo diverso dal nostro, percepite nella loro grandezza e spessore, danno vita ad un fermento d’idee, di proposte, di opere, d’iniziative. Giusto come ha fatto l’assessorato regionale al turismo della Sicilia che per dare la misura dell’impegno affrontato, ha messo in rete ed ha spettacolariz-
Molise, turisticamente all’anno zero La Regione non ha un assessore preposto nè più gli Enti
zato la prima “Borsa internazionale del Turismo delle Religioni”, nonché “La Settimana della Musica Sacra” nella maestosa cattedrale di Monreale. Ciò per promuovere il turismo religioso-naturalistico come segmento significativo per il sistema turistico siciliano, e diverse azioni finalizzate a strutturare un’offerta qualificata da mettere
sul mercato mondiale. La Borsa intenzionale del Turismo delle Religioni ha avuto una lunga fase d’ideazione e di preparazione che l’assessorato al turismo siciliano, avendo piena coscienza dell’importanza dell’iniziativa, e volendosi attribuire un autonomo quanto meritato riconoscimento, ha saggiamente e generosamente messo
i n rete passo dietro passo. Volendo, chiunque altro assessorato regionale al turismo avrebbe potuto prendere spunto e, potendo, installare una iniziativa uguale. Da queste colonne abbiano segnalato il caso agli amministratori regionali, confidando in un loro improvviso risveglio, la comodità di copiare e, quantunque su basi certamente diverse da quelle siciliane, immaginare una iniziativa turistica collegata ai valori religiosi e al Giubileo. Copiare, mica pensare o studiare. Ma il Molise non dispone di un assessorato regionale al turi-
smo. Ha solo un consigliere delegato alla materia che non ha trovato di meglio per viaggiare dentro e fuori i confini regionali, e per rimpinzarsi alle feste patronali. Per cui il suggerimento è andato a vuoto e con esso anche l’idea di copiare e di mettere in atto un progetto. L’assenza istituzionale è tragica (per ciò che lascia per strada) e comica (per gli interpreti e per come si manifesta). Ciò che il turismo religioso è in grado di suggerire e di muovere altrove, soprattutto in concomitanza del Giubileo, nel Molise viene ritenuto forse ampiamente raggiunto con la visita pastorale di Papa Francesco il 5 luglio 2014, le cui tracce residue sono la targhetta commemorativa a ridosso della curva Sud dell’ex Romagnoli e lo striscione di benvenuto dell’Unitalsi sulla fiancata del capannone dell’ex Sam. Si dice che chi si contenta goda. Sarà. Intanto, turisticamente siamo il fanalino di coda delle regioni italiane. Dardo
TAaglio lto Il libro
5 12 dicembre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Successo di pubblico e di critica per l’ultimo volume di Giuseppe Saluppo
Nelle librerie e nelle edicole del Molise per conoscere un pezzo di storia della regione
Il fascismo e i podestà nella storia molisana Il volume è edito nella collana de “I libri de La Gazzetta” CAMPOBASSO. Successo di gente e di critica per il volume di Giuseppe Saluppo “I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio” edito per i tipi de “I libri de La Gazzetta”. Un altro tassello nella lettura della storia contemporanea del nostro Molise, quello che si è concretizzato in questo volume che è il terzo della serie della collana sul Molise contemporaneo dopo quelli su IL Molise nel Ventennio fascista e il Molise e la Grande Guerra. “Sono stati con me, nella presentazione - ha detto l’autore Giuseppe Saluppo - due amici sinceri: Adalberto Cufari e Antonio D’Ambrosio. Dire loro grazie per avere avuto la cura e l’amore di leggere attentamente il mio libro per ricavarne sensazioni, impressioni e di focalizzare queste nei loro interventi mi sembra poco e riduttivo. Confesso che solo dopo avere attentamente ascoltato i loro interventi mi sono sciolto per i tanti dubbi che ancora mi assillavano. Particolarmente grato, poi, ad Antonio D’Ambrosio per la sua lettura e taglio storico dato al suo intervento che ha colto nel segno. Un volume che segue quelli già scritti sul Ventennio fascista in Molise e il Molise e la Grande Guerra. Già, Molise. Ieri uomini fieri di potere sottolineare il distacco da quell’Abruzzo la cui unione appariva antistorica. Fieri di un Molise che si lanciava
su di un percorso di crescita pure conoscendo guerre, situazioni ambientali non felici ma con la volontà di lavorare per prosperare. Questo si legge nel libro appena presentato. Già, un libro. Camon diceva che:” “Chi vive, vive la propria vita; chi legge vive anche le vite degli altri. Ma poiché una vita esiste in relazione con le altre vite, chi non legge non entra in questa relazione e dunque non vive nemmeno la propria vita. La perde. La scrittura registra il lavoro del mondo”, e proprio per questo la lettura attraverso il contatto fisico con la
la beneficenza Applausi al Centro di Cultura dell’università del Molise. Senza riserve. Per aver preso in considerazione l’attività editoriale e la personalità di Enzo Nocera allo scadere del cinquantesimo anno di vita della omonima Casa editrice. Questo riconoscimento prestigioso rende merito a ciò che ha saputo realizzare e al modo coraggioso, volitivo, cocciuto e determinato con cui lo ha realizzato. Antesignano dell’editoria molisana, sperimentatore a tutto campo, generoso nelle intuizioni ed altrettanto nel dare la propria collaborazione e le proprie idee a chi poteva metterle in atto. Si pensi al turismo. Si deve a lui la prima forma di pubblicità turistica, la cui qualità ha fatto storia nell’archivio nazionale del’Enit e in quello degli Enti provinciali del turismo di Campobasso e Isernia, meno, colpevolmente meno, in quello della Regione. Ma tant’è. La storia di 50 anni di lavoro e di 500 titoli pubblicati (dalla saggistica storica alla narrativa, dalla poesia alle tradizioni
pagina, rappresenta un’ancora di salvezza alla dispersione di sé , uno strumento di crescita personale, di conoscenza. Perchè si possa immaginare, ancora, un Molise migliore”. Il passaggio dal liberalismo al fascismo attraverso le lotte amministrative e, quindi, la nomina dei podestà per ricostruire un pezzo della storia del Molise. Per cercare di capire i tentativi, pure, fatti per spezzare la logica dei cosiddetti partiti amministrativi, per non dire personali, che avevano da sempre primeggiato nella lotta per la conquista dei Comuni. Antichi equi-
libri che per il primo fascismo dovevano essere modificati attraverso la mano dello Stato. Da qui il progetto di legge che individuava, nel podestà, la figura amministrativa capace di racchiudere Sindaco, Giunta e Consiglio comunale e nominato con Regio decreto da parte del ministero degli Interni su proposta dei rispettivi prefetti. Spasmodica, così, diventava la ricerca di uomini capaci di potere bene amministrare. Da una prima fase, caratterizzata dalla necessità di fare ricorso a vecchi sindaci o, comunque, figure legate alla società politica preesistente, ad una seconda caratterizzata dall’irruzione sulla scena delle nuove leve cresciute negli anni del Regime. Una ricerca tesa ad individuare quegli uomini capaci di rapportarsi alla politica nazionale del fascismo. Politica nazionale che significò, in Molise, la realizzazione di numerose opere pubbliche e, in specialmodo, di scuole che mancavano del tutto. Mentre il dibattito si incentrava sulla necessità di garantire l’igiene degli abitati e la costruzione di acquedotti. Non più, dunque, un Podestà capace solo di sciogliere nell’acido totalitario le lotte delle fazioni e i veleni di personalismi ma una figura capace, anche, di essere elemento propulsivo dell’attività programmatica del proprio Comune.
Il Molise che non dimentica. Saranno celebrati al Centro di cultura dell’Unimol martedì 15 dicembre alla Sala della Biblioteca d’Ateneo alle ore 16,30
I 50 anni di attività di Enzo Nocera popolari, all’arte, alla gastronomia) lo hanno posto su un piedistallo, per giunta in una realtà sociale e culturale in cui è un’impresa arrivarci e, soprattutto, restarci. Enzo c’è, meritatissimamente. Il Molise lui lo ha saputo illustrare, raccontare, promuovere sempre con intelligenza e originalità. I molisani che hanno avuto la fortuna di seguirlo nella sua poliedrica attività gli sono riconoscenti. Gli autori che hanno pubblicato con la sua Casa editrice gli sono grati. Dagli Stati Uniti, certamente Antonio Cirino, che ha firmato la prima pubblicazione (Sottbosco), e Giose Rimanelli; nel Molise tantissimi altri. Nutrito l’elenco dei giornalisti che si sono avviati alla professione sotto la sua guida e con le sue testate giornalistiche. Gli uomini di cultura hanno avuto in Nocera un costante refe-
Il diagramma editoriale è il segno grafico di una passione, di una forza di volontà, di una personalità creativa rente, aperto a tutte le manifestazioni intellettuali. Nutrita la schiera dei collaborati che con lui hanno condiviso pene e successi. Il diagramma editoriale è il segno grafico di una passione, di una forza di volontà, di una personalità creativa che ha pochi eguali nel Molise, e non solo. Che sia stato il Centro di
Cultura dell’università del Molise a farsi carico di indicare al colto e all’inclita l’editore e l’uomo Enzo Nocera, per un verso eleva il livello simbolico del riconoscimento, dall’altro conferma l’ottusità del sistema politico e istituzionale. Ad Enzo, conoscendolo, farà certamente piacere essere gratificato di attenzione da parte del direttore del dipartimento di Scienze umanistiche, sociali e della formazione,
Enzo Di Nuoscio, e dalla direttrice del Centro di Cultura dell’università del Molise, Ilaria Zilli, ma soprattutto dell’affetto da parte Giorgio Palmieri, Antonio Santoriello, Norberto Lobardi, Renata De Benedittis e Franco Valente che lo rappresenteranno a tutto tondo alla platea della Sala Enrico Fermi della biblioteca di Ateneo in Viale Manzoni, martedì 15 dicembre 2015, alle ore 16,30. Dardo Post scriptum- Nell’occasione sarà presentato il volume, finanziato dall’Associazione Culturale Trediciarchi di Riccia, Enzo Nocera Editore. Catalogo storico 1965-2015 (a cura di Maria Bucci, Giorgio Palmieri e Antonio Santoriello), da cui sarà possibile ricavare informazioni circostanziate sull’intera produzione cinquantennale di Enzo Nocera.
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Campobasso
12 dicembre 2015
Un ricordo dei tempi del vecchio e caro Romagnoli
La tribuna come il giardino di casa
di Gennaro Ventresca Piccoli e fieri, frequentavamo il Romagnoli come se fosse il giardino di casa. Finito di mangiare, ancora prima di fare i compiti, facevamo una puntatina al vecchio campo sportivo (stavo per scrivere stadio). C’era sempre qualche squadra impegnata in una sfida. E, se proprio mancava la gara ufficiale, eccolo l’allenamento dei giocatori rossoblù. Indossavano divise un po’ così i nostri eroi, per tacere di quelle tute larghe e gonfie, in inverno portavano il cappellino di lana infilato sino alle sopraciglie, per vincere il freddo che spaccava le ossa. In tribuna, nell’unica tribuna coperta del nostro piccolo e sgangherato impianto, si intavolavano interminabili discussioni più ricche e più dotte di una raffinata tesi di laurea. Il nostro termostato interno funzionava a meraviglia. Non c’era temperatura rigida che ci tenesse nelle nostre case, scaldate con la
stufa a legna e il braciere che veniva infilato sotto il tavolo del tinello. Non c’era bisogno che qualcuno ci mettesse frutta e biscotti da becchettare per passare felici ore in quel posto. Paradossalmente sempre pieno, l’andirivieni era continuo, non c’era mai uno spazio vuoto. Poi siamo stati ipnotizzati da un dolore senza nome né destino. La perdita di quel luogo tanto caro ci ha provocato un dolore lungo come l’insonnia, una vecchiaia di secoli, l’inferno. Credo che sia questo uno dei motivi che ha spento i sogni rossoblù. La mancanza di quelle interminabili conversazioni in via Albino sono diventate una perdita insostituibile. Poi ci sono state altre scintille in grado di spiegare cosa era successo, ma non è stata la stessa cosa. E poi, quei capannelli davanti al Bar Centrale dove le vogliamo mettere? Dove sono finiti quei professori di Calci d’angolo che ne sapevano più di Italo Allodi? Che dire di quei
maestrini che sapevano -a parole- spiegare il 4-4-2, senza mai incorrere nel grottesco errore di Oronzo Canà, maestro del 5-5-5? C’era poi una bella ragazza i cui balconi affacciavano sul terreno da gioco: occhi di miele e labbra di rugiada. Era il tormento dei
più giovani calciatori, ma a cuccarsela, mi sembra di ricordare che sia stato uno di quelli venuti da fuori, con la macchina sportiva e il cappotto arricchito dal collo di pelliccia. E’ stata quella la nostra giovinezza. Poi siamo finiti dentro un
pozzo di disperazione per tutto ciò che abbiamo perduto. Soprattutto gli anni garruli. Le prime rughe, gli acciacchi, la nostalgia canaglia. E il ricordo, neanche troppo ingarbugliato, di quei giorni che non torneranno più.
Fede e scienza, confronto a tema Il convegno si è tenuto a Campobasso per la salvaguardia dei valori etici CAMPOBASSO. Si è svolto presso la sala conferenze dell’Hotel San Giorgio di Campobasso l’atteso convegno dal titolo “Fede e Scienza”, organizzato dal Centro Studi Molisano e dall’Università degli Studi del Molise. Nel corso dell’incontro è stato consegnato al prof. Luiz Roberto Evangelista il premio “Centro Studi Molisano - San Giorgio”, edizione 2015. Come ricordato dal Prof. Giuseppe Reale dell’Università degli Studi del Molise, Presidente del Centro Studi Molisano, il Premio San Giorgio viene attribuito annualmente ad una persona - molisana, di origine molisana o comunque che abbia svolto parte della sua opera in Molise o a favore del territorio e della popolazione molisana - che si sia particolarmente distinta in uno o più dei diversi campi della conoscenza umana, in particolare in campo artistico, storico, giuridico, economico, sociale, musicale, scientifico o per l’impegno dimostrato nella salvaguardia dei valori etici, della legalità e della formazione culturale. Il prof. Luiz Roberto Evangelista, insignito ieri del premio, è un fisico e un illustre accademico di fama internazionale di origini molisane. E’ nato a Maringá, Paraná, Brasile, il 2 marzo del 1958. I suoi bisnonni
erano molisani. Arrivarono in Brasile verso la fine dell’ottocento (1897) e si dedicarono alla coltura del caffè. Luiz Roberto Evangelista si è laureato in fisica nel 1979 presso l’Università di Maringá, Dal 1985 al 1988 si è trasferito a San Paolo per il dottorato presso l’Istituto di Fisica dell’Università di San Paolo, dove ha ottenuto il titolo di Doctor of Science (D.Sc. o Ph. D.) nell’area di fisica teorica delle particelle elementari. Nel 1991 è diventato professore associato e, successivamente, nel 2001 è diventato professore ordinario di fisica teorica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Maringà, dove attualmente lavora. Da oltre
venticinque anni ha stabilito una intensa collaborazione scientifica con alcuni dei più importanti centri di ricerca internazionali, sia in Italia che in altri Paesi. La laudatio del Prof. Evangelista è stata brillantemente curata dal Prof. Gianmaria Palmieri, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi del Molise, che ha ripercorso con grande attenzione e dovizia di particolari i momenti più importanti della vita personale e della carriera accademica dell’illustre scienziato. Dopo la consegna del premio hanno avuto inizio i lavori del convegno in cui si è lungamente discusso del delicato e controverso rapporto fra Fede e Scienza che da sempre è al centro di un ampio e complesso dibattito, a partire dagli albori della scienza sperimentale fino ai padri della fisica contemporanea e ai nostri giorni. La questione del rapporto tra Fede e Scienza nel corso dei secoli ha suscitato il vivo interesse di alcune fra le più importanti personalità di ogni tempo (teologi, scienziati, filosofi, ecc.) che molto spesso hanno preso posizioni assai diverse su questa cruciale tematica.
Le onorificenze in Prefettura Mercoledì la consegna dei riconoscimenti per i meriti della Repubblica CAMPOBASSO. Mercoledì 16 dicembre p.v., alle ore 10.30, presso i Saloni di Rappresentanza di questo di questo Palazzo del Governo, avrà luogo la cerimonia di consegna delle onorificenze. Saranno insigniti della “Medaglia della Liberazione” i Signori Lucio DE SANTIS, residente a Campobasso, e Vincenzo TORELLI, residente a Casacalenda e delle onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” otto meritevoli cittadini della provincia di cui si riporta l’elenco: Ufficiale Gen. B. Vito PAPARELLA residente a Campobasso; Ufficiale Ing. Felice DI PARDO residente a Guardiaregia;
Cavaliere Sig. Giovanni DI IOIA residente a Campobasso; Cavaliere Sig.ra Mariamichela FASOLINO residente a Campobasso; Cavaliere Sig. Gennaro PALLOTTA residente a Limosano; Cavaliere Sig. Marco PANNUNZIO residente a Termoli; Cavaliere Sig. Antonio PASCUCCI residente a Termoli; Cavaliere Sig. Luigi SOLDO residente a Termoli. Sarà, inoltre, consegnato il diploma di autorizzazione a fregiarsi dell’onorificenza pontificia di Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro al Sig. Giuseppe Pierantonio STERLICCHIO, residente a Campobasso.
Campobasso
7 12 dicembre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Ha giocato nel Como e preferisce il ruolo di centrocampista
Ecco Rinaldi da non confondere con Ronaldo di Gennaro Ventresca
soli, senza l’ausilio del vostro cronista d’antan: quando si parla di un tesserato nuovo ti pubblicizzano sempre i suoi trascorsi migliori. Così aggallano gol su gol segnati cinque anni prima, categorie alte intraviste negli anni giovanili, presenze nelle serie professionistiche in club retrocessi e decotti che nelle ultime giornate hanno avuto l’abilità di far giocare qualche ragazzino promettente del vivaio. Vale lo stesso per i mister. Come del resto è successo con Cappellacci che ha ri-
Questione di vocali. Roba da niente, solo un semplice refuso. O, invece, no. Rinaldi non è Ronaldo. E così abortisce il sogno e trionfa la realtà. L’ultimo acquisto in ordine di entrata è quello del centrocampista Alessandro Rinaldi. Già del Como dove, dicono, ha fatto ben, nelle dieci presenze in Lega Pro. Ma sarà vero? Visto che tutti quelli che si sono presentati con la bella carta d’identità hanno fatto fetecchia appena il campionato si è messo in moto. Certamente lo avrete capito da
cordato a tutto il Molise di calci d’angolo di aver vinto due campionati, dimenticando gli esoneri e le retrocessioni. Ora, per carità, non sto qui a fare le pulci a Rinaldi, un centrocampista, che ha la sola colpa di non chiamarsi Ronaldo. E soprattutto di non essere né il funambolico campione brasiliano né quello che contende da anni a Messi l’oscar di miglior calciatore al mondo. Non lo conosco e stop. Spero che sia funzionale alle esigenze tattiche di Favo il quale si sta adoperando con tutta la sua esperienza per tirarci fuori dalla sgualcita classifica.
So solo che domani con gli spigliati ragazzi della Folgore la nostra squadra ha l’esigenza di tornare a vincere in casa. L’ultima volta che l’ha fatto, se non ricordo male, fu contro la Fermana, gol di Valentini e poi tutti dietro, a proteggere la prodezza del centrocampista. C’è poco da girarci intorno: la stagione è saltata. A questo punto bisogna essere abili a sfoltire al massimo l’organico, e trovare qualche ragazzo motivato che possa dare una mano d’aiuto. Per creare le basi per disputare l’anno prossimo una stagione coi fiocchi.
“Natale in Movimento”
I Cinque Stelle organizzano per domenica e la prossima il mercatino del giocattolo usato CAMPOBASSO. Domenica 13 e 20 dicembre 2015, dalle ore 10.30 alle ore 20.00 torna a Campobasso, in Corso Vittorio Emanuele II, l’iniziativa “Natale in MoVimento”, organizzata dagli attivisti e dai portavoce consiglieri del M5S. Dopo il successo degli anni passati riproponiamo, per il quinto anno consecutivo, questo
progetto. Coinvolgeremo anche quest’anno tutti i cittadini! Riutilizzare, prima che vengano conferiti in discarica, oggetti e cose di tutti i giorni è importantissimo e si può fare, anche in maniera divertente ed educativa. Per questo vogliamo rivolgerci soprattutto ai più piccoli
con l’iniziativa “Giocattolo in MoVimento”, nata per stimolare la loro naturale propensione alla salvaguardia ambientale e alla riduzione dei consumi, attraverso il gioco, lo scambio e la solidarietà. In queste due giornate, alla presenza di Babbo Natale, tutti i bambini potranno portare al nostro stand un loro giocattolo usato ma ancora in buone condizioni e scambiarlo con uno donato allo stesso modo da un altro bambino. E’ una pratica molto educativa perché insegna ai più piccoli a dare il giusto valore alle cose e a pensare che un oggetto che non si usa più può ancora piacere o essere utile ad un’altra persona. Un giorno divertente ma anche un momento di informazione e sensibilizzazione per i più grandi che potranno scambiare libri e addobbi natalizi: il tutto espressamente pensato per spingere il cittadino verso una migliore e più oculata gestione delle risorse, prima ancora che diventino rifiuti e che vengano smaltiti. Lo scambio rappresenta anche un piccolo aiuto per essere vicini alle famiglie in questo momento di difficoltà in cui è necessario coltivare sentimenti di solidarietà, condivisione e soprattutto spirito di comunità
Open Day al Pertini-Montini
Domani si rinnova il tradizionale appuntamento della scuola a Campobasso CAMPOBASSO. Domani,dalle ore 9.30 alle 13.00, la scuola spalancherà le porte per accogliere genitori, potenziali iscritti e tutti quanti vorranno conoscere l’istituto dall’interno. Sarà una giornata speciale per il “Pertini – Montini Cuoco”, che quest’anno riunisce 3 istituti di istruzione secondaria superiore di Campobasso: l’ITAS Pertini, l’IPC Cuoco e l’IPIA Montini. Un’istituzione complessa e articolata, che,però, l’intera comunità scolastica considera un’opportunità per poter rispondere ai bisogni diversificati del territorio e per mettere in campo un’offerta formativa di ampio respiro: liceale, tramite l’indirizzo linguistico, tecnica, tramite l’indirizzo biotecnologico, e professionale, tramite gli indirizzi per l’industria e l’artigianato e per i servizi commerciali e socio sanitari. Nelle varie sedi,quindi, docenti e studenti illustreranno le strutture ed i luoghi in cui si svolge l’attività didattica,forniranno informazioni dettagliate sui piani di studio dei diversi indirizzi eapriranno i loro laboratori. L’Itas, inoltre, terrà aperti i suoi il 12 Gennaio dalle 15.30 alle 18.30 per uno speciale Open lab, che coinvolgerà i “visitatori “in simulazioni di attività laboratoriali. La “ scuola aperta” sarà replicata, infine, con le stesse modalità e negli stesi orari Domenica 24 gennaio 2016.
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
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Isernia
12 dicembre 2015
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L’apertura della Porta Santa
Verrà aperta domattina a Venafro sulla destra dell’ingresso principale della Cattedrale VENAFRO. Verrà aperta domani mattina (h 12,00) la storica Porta Santa di Venafro, situata sulla destra dell’ingresso principale della Cattedrale. Ad aprirla provvederà il Vescovo Diocesano Mons. Ca-
millo Cibotti, che procederà subito dopo alla solenne concelebrazione nello stesso luogo di culto. Precederà il tutto la processione penitenziale che partirà alle 11,30 dalla vicina Chiesa del Carmine per conclu-
dersi dinanzi alla Cattedrale cittadina. Notizie sulla storica Porta Santa di Venafro, secondo le iscrizioni marmoree in cima alla stessa. Una prima volta l’aprì nel 1576, mentre a Roma c’era Papa Gregorio XIII, il Ve-
scovo Orazio Caracciolo, quindi nel 1826 provvide all’ennesima apertura il Vescovo di origini spagnole Deodato Gomez Cardosa dell’allora Episcopio Borbone del Regno delle Due Sicilie con Leone XII
Papa, mentre l’ultima apertura risale al 25 dicembre del 1999 nell’anno del grande giubileo per il bimillenario della nascita di Cristo e ne fu protagonista il Vescovo Andrea Gemma.
“ Venafro avrà la propria caserma dei vigili del fuoco”
La comunicazione è stata fatta dal senatore Roberto Ruta dopo il decreto approvato VENAFRO. “Con decreto del sottosegretario del Ministero dell’interno, on. Giampiero Bocci, è stato istituito il distaccamento volontario dei Vigili del Fuoco di Venafro, dipendente dal Comando provinciale di Isernia“. Lo sostiene il senatore Roberto Ruta. “La proposta avanzata dal Comandante
provinciale dei Vigili del Fuoco unitamente all’impegno e alla disponibilità del comune di Venafro hanno trovato così accoglimento, in quanto il sottosegretario Bocci ha riconosciuto i rischi naturali ed antropici esistenti nel territorio, tenuto conto della natura dei luoghi e della distanza da altre sedi di servizio antincen-
dio. Nel ringraziare il sottosegretario Bocci per la tempestività e per l’approfondito lavoro svolto, l’occasione mi è gradita per sottolineare come l’opera in sinergia tra il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Isernia e il sindaco di Venafro abbiano portato un risultato encomiabile
che garantisce alla comunità di Venafro e ai comuni limitrofi una caserma dei Vigili del Fuoco, necessaria per la tutela della pubblica incolumità e dello straordinario patrimonio ambientale che impreziosisce l’intero territorio venafrano“. Roma, 11 dicembre 2015 Sen. Roberto Ruta
Sicurezza sui luoghi di lavoro e sfruttamento del lavoro nero
Trentacinque persone denunciate e oltre sessanta imprese ispezionate durante una vasta operazione dei Carabinieri Nel corso di una vasta e articolata indagine predisposta perprevenire il cosiddetto fenomeno delle “morti bianche” e garantire così la tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, econtrastare inoltre il triste fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori in nero, spesso costretti a turni di lavoro massacranti, non adeguatamente retribuiti e ridotti quasi in uno stato di schiavitù, una task force dei reparti territoriali del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia e del Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma, negli ultimi giorni hanno passato al setaccio numerosi cantieri edili e altre attività imprenditoriali tra Isernia e altri comuni della provincia.In totale sono state trentacinquele persone denunciate per inosservanza alle norme previste per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e sulla regolarità occu-
passaggio con elevato pericolo per i lavoratori, alle gravi carenze relative ai livelli di sicurezza degli impianti elettrici, dalla mancata presenza di idonei dispositivi di protezione individuale alla non corretta o mancata redazione di tutta la documentazione prevista dal piano operativo di sicurezza del cantiere, nonché assenza delle prescritte autorizzazioni della Di-
rezione Territoriale del Lavoro. Durante le ispezioni, si è proceduto anche all’identificazione di venti lavoratori in nero, alla contestazione di quaranta violazioni in materia prevenzionistica e all’emissione,nei casi di irregolarità considerati di maggiore gravità, di provvedimenti di sospensione nei confronti di quattro delle imprese controllate.
pazionale dei lavoratori. Nel corso dei controlli sono state riscontrate irregolarità in oltre la metà della sessanta imprese a carico delle quali sono state eseguite ispezioni, si va dalla mancata presenza di adeguate impalcature o ponteggi, alla mancata presenza di idonee protezioni atte ad evitare la caduta dei lavoratori, dalla presenza di materiali vari posizionati in maniera disordinata in modo da intralciare il
Neuromed e la sanità digitale E’ stato Mario Pietracupa a presentare l’importante convegno scientifico POZZILLI. Sanità digitale e di fondi europei insieme a specialisti, amministratori regionali, piccole e medie imprese, associazioni di categoria e ricercatori alla Neuromed. “Condivido il progetto della Rete della Sanità digitale promosso insieme a “e-Sanit@” e ritengo che questo incontro sia stato un segnale di presenza”. Così, Mario Pietracupa. “La tecnologia e l’innovazione rappresentano oggi una speranza per tutti coloro che affrontano una patologia devastante, ma anche un’opportunità di sviluppo per le nostre Piccole e Medie Imprese e per i giovani. Promuoviamo insieme ad e-sanit@ un momento di condivisione che abbia un prosieguo in futuro, al fine di dare vita
alla rete di imprese della sanità digitale. Il nostro obiettivo è anche quello di promuovere un approccio concreto, lontano dalle lungaggini burocratiche e dagli errori affrontati unicamente con la matita rossa. Un impegno che portiamo avanti insieme a chi si confronta da sempre con le aziende del nostro tessuto imprenditoriale, verso nuovi processi e nuovi finanziamenti. Non dobbiamo dimenticare che se restiamo fermi le nostre piccole realtà rischiano di scomparire, non lasciamo quindi trionfare l’egoismo e camminiamo su un percorso di eccellenza. Conosciamo le nostre potenzialità e sappiamo di avere le capacità per rendere il nostro un territorio di sperimentazione per lo sviluppo”.
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Termoli
12 dicembre 2015
Zuccherificio, è fumata bianca Per la mobilità volontaria c’è stato uno spiraglio dopo l’incontro in assessorato TERMOLI. Posizioni composte e molto positive di Azienda e sindacati hanno permesso grazie all’opera della struttura del Terzo settore della Regione Molise, nella sede dell’assesso-
rato al Welfare in via Toscana, a Campobasso, di volgere a buon fine l’esame per la mobilità volontaria allo Zuccherificio del Molise srl. Grazie alla mediazione e alla
competenza del direttore Alberta De Lisio, del funzionario ferocino e del consulente di Italia Lavoro Poleggi che hanno guidato sindacati, rsu, l’amministratore unico Marone e Cri-
stofano a mettere in sicurezza le 10 unità lavorative interessate secondo quanto previsto dalla legge 223/91. Gli aspetti relativi alle procedure fallimentari in corso non
intaccheranno comunque il diritto maturato al tfr e comunque questo non era tema da poter affrontare in sede di esame congiunto.
“No alle trivellazioni in mare” Prosegue la battaglia delle associazioni per evitare la messa in opera dei progetti TERMOLI. Una battaglia, quella contro le perforazioni, che va avanti lungo tutta la fascia adriatica e che questo pomeriggio vedrà il dibattito pubblico a Campomarino organizzato dalla Fondazione “Lorenzo Milani”, dal comitato “Trivelle Zero Molise” e dall’associazione “La Bottega delle Idee Campomarino” al quale interverranno anche il sindaco di Campomarino, Gianfranco Cammilleri, l’assessore regionale all’Ambiente e all’Agricoltura, Vittorino Facciolla, il presidente dell’associazione “La Bottega delle Idee Campomarino”, Michele Rendina, Daniele De Lellis di “Trivelle Zero Molise” e Concetta Chimisso della Fondazione “Lorenzo Milani”. Nel frattempo va avanti anche l’iter del ricorso presentato a fine ottobre dalla Regione Abruzzo contro il pro-
getto di realizzazione di Ombrina Mare, anche alla luce del Manifesto di Termoli nel quale si ribadiva il “no” delle Regioni ai progetti di perforazione sia per mare che per terra, lo stesso che poi è stato approvato all’unanimità nella Conferenza delle Regioni a Roma. Nel testo del ricorso si richiede l’annullamento del decreto del Ministero dell’Ambiente relativo allo sviluppo del giacimento Ombrina e l’autorizzazione integrata ambientale per l’esercizio della piattaforma presentata dalla società Medoilgas Italia, ora Rockhopper Italia Spa, nonché l’annullamento di tutti gli atti presupposti, connessi e consequenziali. Solo il prossimo 22 giugno si saprà quale sarà la decisione del Tar Lazio che si esprimerà sulla richiesta di sospensiva ed entrerà anche nel merito
della questione. Mentre la Regione Abruzzo e i movimenti contro le trivelle dicono no al progetto, a favore della società si è schierata Confindustria Chieti-Pescara che ha avanzato un ricorso “ad opponendum” contro la Regione e a favore della società proprietaria di Ombrina sul procedimento al Tar Lazio. E nel frattempo sono gli operatori turistici, insieme al Coordinamento No Ombrina che aveva organizzato e partecipato alla grande manifestazione di maggio scorso a Lanciano, a chiedere al presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, di uscire dall’ambiguità e di fare una scelta chiara e definitiva su quale futuro deve avere l’Abruzzo. Un futuro che, gioco-forza, riguarderà anche il vicino Molise.
Metanodotto, tutti a dire no L’opera progettata attraverserà l’Abruzzo e il Molise. Per i Cinque Stelle è distruttivo e pericoloso LARINO. Si tratta di un investimento che parte nel 2015 per finire nel 2021 pari a 120 milioni di euro. ’L’opera progettata sfiora numerosi centri abitati e nuclei abitati’, commenta la Consigliera regionale Sara Marcozzi’, nonostante la scelta progettuale sia a norma di legge, riteniamo utile
sione in prossimità della condotta stessa. L’innesco del gas rilasciato produsse un’esplosione che lambì alcune abitazioni, provocando gravi danni e il ferimento di undici persone che vivevano in prossimità della Condotta”. “Il Metanodotto Larino Chieti è l’ennesima opera contro gli abruzzesi. Il Presidente D’Alfonso non perda tempo, il metanodotto può essere fermato”. Il M5S abruzzese ne è convinto e questa
evitare la localizzazione del tracciato nella distanza minima consentita. L’esplosione del Gasdotto di Mutignano a Pineto dello scorso 5 marzo 2015 sembra non aver insegnato nulla alla classe dirigente di questo Paese – continua Marcozzi – cosa sarebbe accaduto se l’esplosione fosse avvenuta in un punto dalla densità abitativa più elevata?’. È doveroso ricordare che lo scoppio avvenne a causa del cedimento della condotta e di un traliccio dell’alta ten-
mattina ha spiegato a Pescara nel corso di una conferenza stampa le ragioni della battaglia che intendono portare avanti. Secondo il M5S il progetto del metandonotto “La-
rino- Chieti” presentato dalla Società Gasdotti Italia un anno fa attraverserà due regioni (Abruzzo e Molise) coinvolgendo 3 province (Chieti, Pescara e Campobasso) e 26 comuni in Abruzzo e 9 in Molise per una linea lunga 113,7 Km. La linea, sarà in gran parte parallela al già contestato ’Elettrodotto Villanova-Gissi’. L’opera connetterà tracciati già in funzione e si pone l’ulteriore obiettivo di connettere siti di stoccaggio già esistenti con altri in fase di progettazione, come ad esempio l’impianto in progetto ’Poggiofiorito’ in San Martino sulla Marrucina della Gas Plus o quello di S.Benedetto del Tronto a Nord e quello di Cupello a Sud. [AdnKronos]
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Termoli
12 dicembre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Polizia Municipale, il consuntivo Conferenza stampa di fine anno del comando della struttura di Termoli TERMOLI. Una grande attività quella svolta dal Corpo della Polizia Municipale di Termoli alla guida del Comandante Massimo Albanese. A tracciare le linee del bilancio relativo all’attività del 2015 e, con particolare riferimento ai mesi estivi, è stato questa mattina, 11 dicembre 2015, il Comandante Albanese affiancato dal Tenente Giuliani e dal Tenente Persich. Dal 1 gennaio al 30 settembre 2015 sono state elevate 15.051 violazioni al codice della strada per un totale di 366.315,78 euro che verranno utilizzati per incrementare le attività volte alla sicurezza del territorio. “Gran parte delle violazioni – ha spiegato il Comandante Albanese – sono state elevata a causa della mancanza delle cinture di sicurezza e per l’uso del telefonino mentre si è alla guida”. 113 è il numero dei sinistri rilevati dalla Polizia Municipale di Termoli con un totale di 61 feriti, 1 vittima, 6 patenti segnalate e 14 sospensioni della patente. 76 è il numero delle sanzioni amministrative relative all’ambiente o alla violazione di ordinanze sindacali quali, il conferimento irregolare dei rifiuti, la
cattiva gestione di animali d’affezione (cattiva custodia di cavalli), le sanzioni per le deiezioni canine. “Questo genere di attività – ha spiegato il comandante Albanese – ha dato buoni risultati al punto che si è sensibilmente ridotto l’imbrattamento del suolo”. Il Tenente Persich ha fatto il punto sulle violazioni amministrative legate al commercio. “La Polizia Municipale ha svolto una grande attività – ha spiegato il Tenente Persich – in particolare nel periodo estivo quando in città c’è il maggior afflusso turistico e, di conseguenza aumenta la presenza di commercianti abusivi. Sono stati sequestrati 3179 tra capi di abbigliamento e oggetti.
Molta di questa merce è destinata ai bambini, giocattoli e gonfiabili, e sono tutti prodotti non a marchio CE ma marchio cinese quindi, oltre alla violazione esiste anche il pericolo per la salute a causa dei coloranti di questi oggetti che non sono controllati dalla rigida filiera prevista dalla Comunità europea. Il consiglio è quello di non acquistare questi prodotti oltre che per non incrementare il commercio abusivo, anche ai fini di tutelare la salute dei bambini”. In relazione alle sanzioni amministrative legate al commercio la Polizia Municipale ha sequestrato circa 11.000 sacchetti di plastica non conformi alla normativa sulla
biodegradabilità e compostabilità. Il Corpo di Polizia Municipale di Termoli, sotto organico di 30 unità, costituto attualmente da 26 agenti e 10 operatori stagionali, ha anche svolto un’intensa attività di controllo del territorio (con 72 interventi nei mesi di luglio, agosto e settembre 2015) e di pubblica sicurezza con 69 interventi solo nei mesi di luglio, agosto e settembre 2015. Sono stati effettuati inoltre 158 presidi viabilistici di cui 71 finalizzati a garantire la fruibilitá del centro storico dove sono arrivati a circolare fino a 100.000 utenti nei mesi estivi. Per quanto concerne le attività di Polizia Giudiziaria la Polizia Mu-
nicipale ha condotto e continua a lavorare a diverse indagini in materia di cyber bullismo. Al momento la Polizia Municipale sta portando avanti un progetto relativo all’installazione di autovelox in punti strategici e si continua con il controllo del territorio “Perché – ha aggiunto il comandante Albanese – abbiamo riscontrato come una maggiore attività di controllo ha già sensibilmente ridotto il numero di incidenti stradali sul territorio”. Il Tenente Giuliani ha inoltre aggiunto che “La Polizia Municipale di Termoli, insieme alla Polizia di Stato e all’Arma dei Carabinieri e alla Regione Molise sta sviluppando un Progetto Sicurezza che prevede l’incremento della videosorveglianza quindi l’installazione di 80 telecamere che verranno dislocate in punti strategici del territorio per garantire maggiore sicurezza ai cittadini”. Il Comandante Albanese ha esp resso gratitudine per l’attività svolta dal Corpo di Polizia Municipale e si è detto soddisfatto della risposta da parte dell’utenza che chiedeva maggiore incisività nelle azioni.
Rio Vivo, puliti i canali di scolo Ora bisognerà garantire la continuità della pulizia per evitare altri disastri TERMOLI. Passata la tempesta, qualcuno finalmente ha deciso di pulire i canali di Rio Vivo. Se il detto “prevenire è meglio che curare” fosse stato ascoltato, forse il numero dei disagi e degli allagamenti sarebbe stato minore. Questo però rimane sempre un discorso a posteriori. La realtà dei fatti invece ci fa affermare un altro famosissimo modo di dire: “Meglio tardi che mai!”. Si apprezza la buona volontà degli addetti ai lavori ma è giusto anche
sottolineare come sarebbe opportuna una manutenzione ordinaria degli stessi per non farli riempire nuovamente di vegetazione spontanea che, alla prossima alluvione (ci si augura non accada mai, ma con Madre Natura è meglio non scherzare) impedirà nuovamente il deflusso dell’acqua con tutte le conseguenze che già si conoscono. Giusto per chiudere con un altro detto, questa volta tutto termolese: “Sparagneme e cumparime!”, risparmiamo per fare bella figura.
E la qualità della pulizia della città? di Nicola Felice Una “buona” Amministrazione comunale per essere tale deve, principalmente, fornire ai propri cittadini e agli ospiti, servizi efficienti ed efficaci. Tra i principali servizi ci sono: l’idrico e fognante, la manutenzione e pulizia delle strade ed aree pubbliche, la raccolta e smaltimento dei rifiuti. Questi servizi, con contratti da tempo scaduti, continuano ad essere prestati, in regime di proroga, rispettivamente dalla CREA Srl e dalla Teramo Ambiente S.p.A, Sembra che ci sia sentore di una buona notizia da molti attesa: la pubblicazione (imminente?) di un nuovo bando di gara per assegnare, almeno, il servizio di spazzamento, raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Quello idrico integrato resta in attesa della definizione del nuovo ente (EGAM) unico di governo del Molise. In più occasioni cittadini e organi
di stampa, hanno denunciato disservizi per lo spazzamento delle aree pubbliche e per la raccolta dei rifiuti. Ogni amministrazione, quasi sempre, ha giustificato il “cattivo servizio” con la carenza, gli errori e/o omissioni del capitolato speciale di appalto che regola il servizio assegnato con gara pubblica. La conferma del servizio inefficiente prestato viene, anche, dai dati ufficiali, sui rifiuti urbani, pubblicati dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) per il quinquennio 2010-2014. In questo periodo per Termoli si riscontra una costante diminuzione della raccolta differenziale, passando dal 52,4% del 2010, al 41,1% del 2014. In cinque anni l’11,3% in meno, allontanandosi dalla soglia minima del 65% che si sarebbe dovuta raggiungere nel 2012, imposta dal Testo Unico dell’Ambiente ( Dlg. 152/2006).
Nel dettaglio per il periodo 20102014, si registra: la diminuzione del 26,3% per la frazione organica (umido) e per la carta-cartone, del 9,6 % per il vetro; risulta invece una lieve crescita del 2% per la plastica, ed un forte incremento del 211% per il materiale tessile. Credo che questo “non glorioso” risultato sia frutto, soprattutto, di un inadeguato sistema di controllo, praticato dai preposti verso i cittadini ma in modo particolare verso l’azienda (TE.AM) titolare del servizio. Nello stesso periodo Termoli ha registrato un aumento di popolazione del 2,1%, e una diminuzione dei rifiuti procapite prodotti passando da 496 (Kg/Ab.Anno) del 2010 a 459 (Kg/Ab.Anno) del 2014. Credo che a questo positivo risultato (minor rifiuti prodotti) abbia molto inciso la crisi economica che da anni affligge i cittadini e le
attività produttive, con la conseguente diminuzione degli acquisti, consumi, e quindi minor rifiuti. Penso che l’effetto crisi si è accentuato maggiormente in questo territorio, da sempre dedito in attività produttive, diversamente da altre aree e centri urbani del Molise in cui prevalgono attività e servizi prodotti, nella quasi totalità, da strutture ed enti pubblici, che meglio salvaguardano i livelli occupazionali e retributivi. Il nuovo bando di gara deve essere occasione per invertire la rotta, con un servizio di spazzamento, raccolta, e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, efficiente e rispondente alle aspettative dei cittadini. L’auspicio è che nel nuovo progetto e relativo capitolato di appalto sia previsto per la maggior parte delle aree pubbliche lo spazzamento meccanico. Inoltre và potenziata la raccolta diffe-
renziale “porta a porta”, e previste iniziative che facilitano e invogliano i cittadini a conferire i rifiuti differenziati, per esempio ubicando nei vari quartieri una o più “casa-riciclo” per: cartacartone, plastica,vetro, metallo. A questo, per meglio raggiungere gli obiettivi preposti, và inoltre abbinato un “premio” per i cittadini: sconto sulla tassa dei rifiuti, buoni per acquisti nei negozi e/o aziende locali, a Km zero, generando un ulteriore beneficio economico e ambientale. Altro effetto benefico si potrà avere con la crescita del senso di appartenenza e la formazione civica dei cittadini. Ciò però non basta, và realizzato anche un “tassativo” sistema di controllo del rispetto delle regole da parte di tutti: cittadini, aziende, e impresa esecutrice del servizio. Avremo una Termoli pulita? Fate presto, basta proroghe!
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Opinioni di Claudio de Luca
12 dicembre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il Molise politico mordi e fuggi
Per semplificare l’attività della Pubblica amministrazione furono partoriti un centinaio di decreti legislativi. Atti (con valore di legge) emanati dal Governo, previa delega conferita dal Parlamento. Sarebbero dovuti servire a semplificare; ma, per provare ad arginare la mole delle norme vigenti, si sarebbe dovuta imporre la produzione di nuovi provvedimenti. Eppure le riforme Bassanini e Bersani sono stati gli unici tentativi di lotta alla burocrazia. Ne furono punte di diamante la realizzazione dello sportello unico e l’abbattimento di un esorbitante numero di certificati e di autorizzazioni. Oggi lo scoglio maggiore rimane rappresentato dal numero dei Comuni (8.103), soprattutto minidimensionati (il 95% è inferiore ai 20mila ab.; il 73% è pari a 5.903 enti e ne conta meno di 5mila). Si pensi pure che, nei 7.848 Comuni fino a 20mila ab., vivono quasi 27 milioni di persone, rappresentative del 47% dell’intera popolazione, mentre nei restanti c’è la maggioranza degli Italiani e risiede la maggior parte delle imprese. L’avere pensato che i nuovi strumenti dell’antiburocrazia potessero attecchire in simili realtà poteva significare soltanto volere troppo. Ragguagliando i dati suesposti alla realtà molisana, si otterrebbe un quadro sconfortante, fatto di Comuni–polvere, con una sola certezza: quella per cui, entro il 2020, se l’andamento demografico ed economico dovesse mantenersi costante, potremmo avere dieci comunità in meno per sopravvenuta estin-
zione. Nell’arco degli ultimi anni, è stato registrato un calo della popolazione pari allo 0,6%, peraltro insorto a causa di un’inedita ondata migratoria giovanile che – nel solo 1999 – superò le 1.000 unità. Se accoppiamo questo dato a quello legato alla denatalizzazione, diventa impossibile vedere spiragli di luce per il futuro. Perciò, quando nelle campagne elettorali le varie parti politiche (Destra, Sinistra e Centro) illustrano le sorti magnifiche e progressive della 20.a regione, occorrerebbe esprimersi con una pernacchia edoardiana per interrompere certi enfatici eloqui e poi rappresentare al caporione di turno (senza colore) che la buona sorte incontrerà magari soltanto il suo portafogli. Per di più bisognerà rammentargli
che il Contado, quand’era amministrato dai Borboni, contava 331.000 abitanti, mentre nel 2010 (quando a fronte di ogni bambino ci sono stati sei anziani) ha “vantato” meno di 300mila effettivi, con una popolazione in età lavorativa calata di migliaia di unità rispetto ad un decennio fa. Oggi si assiste in tutt’e due le province ad una netta diminuzione del numero degli occupati, soprattutto in agricoltura. Tuttavia, mentre una parte di questa apparirebbe assorbita dal settore industriale e dal terziario, nel territorio pentro la variazione si è fatta praticamente nulla nella prima ipotesi mentre, nella seconda, è scesa sotto il segno “meno”. In totale, nell’intera area moli-
sana, sin dagli Anni ‘90, il contingente di occupati è diminuito di quasi 6mila unità, uscite per la gran parte dal settore agricolo. Per di più, alla diminuzione degli occupati ha fatto riscontro l’aumento del numero delle persone in cerca di occupazione. Tutti questi dati sono sfornati, anno dietro anno, dalle Camere di commercio, ma non fanno molta impressione sulla classe politica locale cui, forse bisognerebbe augurare l’immortalità. Probabilmente, soltanto così, chi ne fa parte maturerebbe aspettative di più alto profilo (dismettendo quelle praticate al presente), senz’altro dovute alla perseguita filosofia oraziana del “carpe diem” (“Tanto oggi sto qua, domani chissà!”). Ciò premesso, come si sono organizzati i nostri Comuni a fronte di cotanto sfacelo sociale ed economico? Con i mezzi suggeriti dal legislatore, vale a dire partorendo pochissime Unioni di enti locali che, di sovente, si rivelano soltanto cartacee e nate al solo scopo di poter gestire meglio (fruendo di più cospicui fondi di finanza derivata) quell’una, o due, legislature che toccano oggi in sorte al nostro politico mordi e fuggi. Una scelta obbligata, dal momento che nessuno ha il coraggio di cancellare, magari riducendoli a municipi, neppure quei Comuni da 300-500 anime dove, visivamente, non si sa come tirare avanti, dal momento che occorre comunque elargire ai propri amministrati gli stessi servizi offerti all’utenza da enti ben più grandi, mentre la cassa piange, piena com’è di ragnatele.
Politica minima e acquari comunali virtuali
Realtà e rappresentazione. Il gioco potrebbe farsi duro, perciò sarà meglio cercare di capire. Avevo un amico considerato “scafato” al punto che sarebbe stato difficile “sgamarlo”. Oramai lontano dal mezzo del cammino di sua vita, questi si comportava ancora come un ingenuo di tre cotte e non sarebbe mai riuscito a capacitarsi se l’”acquario” (vale a dire quella struttura che stava, nel salone di casa, di fronte alla sua abituale poltrona, e su cui lui “vigilava” sui movimenti dei suoi “abitatori” subacquei) e lui stesso erano due cose distinte oppure fossero parte del medesimo spettacolo. Ma che fai, “babbìi!”?, gli domandavo quando me ne parlava, esprimendomi nel colorito volgare di Andrea Camilleri. Però lui faceva sul serio e quel dubbio lo tormentava ogni dì che il buon Dio mandava sulla Terra. Continuava a chiedersi: ma sono io che me ne sto a guardare i pesci o sono loro ad osservare me che persevero nell’occupare lo spazio di fronte? Tutto questo andirivieni mentale si animava per lui soprattutto la domenica mattina quando, al risveglio, si ricordava di avere appena finito di sognare una folla in uno zoo da cui ogni aria d’allegria era assente. In quel luogo imperversavano solo musi lunghi. In pratica le due scene (quelle del salotto e dell’acquario e quella del sogno zoografico) erano analoghe perché pure per gli animali e per i pesci, noi potremmo sembrare semplicemente gli occupanti degli spazi di fronte.
La verità è quella per cui tutto si svolgeva in lui come avviene in un immaginario “trasfert“. Gli animali che sognava erano un po’ come le ragazze più belle del Paese (non più belle tra poco!) che, come le tigri ed i leoni dello zoo, ripetono, almeno sinché saranno sane e snelle, i medesimi atteggiamenti dei dì di festa, percorrendo su e giù lo spazio ristretto della “main street” cittadina. In certe condizioni si potrebbe anche finire col deprimersi, seppure con foga minore di quella di un animale. In definitiva, un uomo, nei più segreti recessi della sua anima, può sempre covare la speranza di incappare in un cambiamento; ma i poveri animali come possono pensare, se non in grazia del con-
cretarsi di un evento imprevedibile, di mutare uno stato che li rende malconci fin nei precòrdi? Questi “fratelli” vivono solo nel presente e, quindi, certe stasi temporali possono soltanto evocare qualcosa di eterno, forse l’eternità stessa. In quel benedetto sogno ricorrente dell’amico poteva pure essere che gli animali dello zoo (o nel salotto di casa i pesci dell’acquario), un po’ come i nostri politici e politicanti terragni, non fossero stati solamente annoiati quanto piuttosto disperati. Come il leone, la tigre, l’ippopotamo e l’elefante (che alzava finanche la proboscide), sbadigliavano anche il Sindaco, gli Assessori e le Assessoresse che, da tempo, si erano autoposti tutti in quaran-
tena. Parevano nutrire il disperato desiderio di “morire”, metaforicmnte s’intende, vista l’autoconsunzione gestionale di cui mostravano di patire. Ma si trattava solo di una manfrina recitata ad arte perché poi, quando qualcuno si fosse avvicinato alle “gabbie” da loro occupate, il portamento appariva piuttosto indisponente e le occhiate alquanto apatiche, distratte e sinanche altère. Sembrava quasi che volessero intimorire gli “aficionados“. Ed io, che mi ero addolorato, fingendomi nel pensiero la dignità di chi doveva mostrarsi dietro le sbarre quando – da politico navigato – avrebbe saputo esternare ben altro che l’”ossequio” alle usuali iniziative di qualche misero capo-condòmino navigante nell’ombra, non mi ero reso conto di tutta l’impotenza che essi provavano. Nella mia ingenuità non mi rendevo conto che si esibivano soltanto in una recita male interpretata. Al contrario di me, da qualche ora, un poco ingenuo bambino non guardava gli animali-politici con la mia stessa circospezione. Piuttosto pareva serbare per loro ben altra tipologia ammirativa. Alla fine, volendo far fuori tutto il mio entusiasmo e vincere quella mia palese accondiscendenza (quasi che avesse compreso qualcosa che invece – a me – continuava a rimanere oscuro), aveva alzato gli occhi e mi aveva ammonito:”Senti, andiamocene che è meglio. Tanto questo muro di gomma non batterà mai un chiodo!“.
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