Molisani svegliamoci mandiamo a casa sti magna magna

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 43 - sabaTo 21 Febbraio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Pasquale Guarracino

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Pasquale Guarracino. Il sindacalista della Uil, nei giorni scorsi, aveva lanciato la possibilità di occupazione della sede della Regione Molise dinanzi all'assenza di programmazione e strategia politica della Giunta. I problemi, infatti, non trovano risposte e soluzioni. E l'idea lanciata dall'esponente sindacale è, purtroppo, attuale e necessaria.

Molisani svegliamoci... Mandiamo a casa sti magna magna

Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L'assessore non ha ritenuto di doversi dimettere dopo la frittata combinata per il Piano Garanzia Giovani. Dei suoi tavoli di confronto non è mai uscita una sola soluzione. Solo chiacchiere e aziende chiuse. Il sociale, poi, è meglio non entrare in merito perchè la situazione sfiora il dramma. Possibile che non si avvede cosa accade in Molise?

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2 21 febbraio 2015

Confessioni a cuore aperto del vice presidente della giunta Michele Petraroia di ritorno da Roma

Il Molise avrà una sola Camera di Commercio e poche speranze di migliorare il servizio sanitario

Dietro le quinte si muovono gli interessi forti della Sanità privata e dell’Industria farmaceutica Di ritorno da Roma dove ha preso parte alla Conferenza Stato-Regioni, del fallimento di sette anni di commissariamento della sanità molisana che hanno visto peggiorare la qualità dei servizi, aumentare la mobilità passiva verso altri territori, e penalizzare i cittadini con aumenti di imposte inaccettabili parla il vice presidente della giunta regionale del Molise nonché assessore alle Politiche sociali e del Lavoro Michele Petraroia, non osiamo immaginare con quale apprezzamento da parte del presidente/commissario alla sanità Paolo di Laura Frattura. Lo dice, e tanto vale a dare un attestato di serietà e responsabilità alla cronaca giornalistica locale che questa denuncia la va ripetendo fino alla nausea, in attesa che il presidente/commissario alla sanità getti finalmente la spugna. Ancora Petraroia racconta e dice che l’entrata in vigore del decreto Balduzzi (ministro alla Sanità con Mario Monti) rischia di assestare il colpo definitivo al Sistema sanitario pubblico regionale, e che la pretesa dei ministeri dell’Economia e della Salute di abrogare la legge regionale

sui trapiantati e sulle malattie rare, con la conseguente soppressione delle prestazioni sociosanitarie domiciliari e territoriali considerate extra i Livelli essenziali di assistenza (Lea), “umilia la dignità di un’intera comunità e nega di fatto la parità di trattamento tra tutti i cittadini italiani sancita dalla Costituzione”. Di questa intera comunità che verrebbe umiliata e alla quale verrebbe di fatto negata la parità di trattamento

Il problema della sfiducia dei molisani nei confronti della classe politica è recentemente ritornato di attualità in seguito a varie notizie apparse sulla cronaca nazionale. Alcuni politici hanno confermato l’esistenza del problema. Altri tacciono. Il fatto è che tanti molisani non hanno più fiducia nell’operato delle istituzioni. Il problema deriva in buona parte sia dagli stessi personaggi politici, sia dalle principali promesse elettorali troppo spesso non mantenute. E’ inutile negarlo i politici ispirano poca fiducia perchè sono troppo attaccati alla poltrona, ricevono stipendi esageratamente alti in un momento di grande crisi economica, sono spesso al centro di episodi di natura penale, sono lontani dai problemi del territorio, sono spesso litigiosi senza essere propositivi e costruttivi. Il sistema regionale spesso fa sì che nomine e incarichi di rilievo siano determinati dai partiti, togliendo qualsiasi potere decisionale e di controllo ai cittadini e derogando spesso ai criteri meritocratici. Più volte, mi sono immaginato al loro posto ed ho pensato cosa potrei fare. Mi sono fatto alcune idee su come operare per riacquistare la fiducia dei miei corregionali. Per prima cosa ridurrei ancora il numero dei consiglieri re-

assicurata dalla Costituzione a tutti i cittadini italiani, Petraroia è il vice presidente della giunta regionale. Ancora dalla sua bocca questa ulteriore considerazione: “Bloccare il turn-over e non prevedere delle deroghe al decreto Balduzzi per disporre di un Dea di secondo livello al Cardarelli di Campobasso, un Presidio Sanitario di area disagiata ad Agnone, segna l’ottusità dei Tavoli tecnici che pensano di risanare i bi-

lanci negando i diritti ai cittadini.” Il grado dell’indignazione è notevole e in un pubblico amministratore non può limitarsi ad essere espresso bensì mostrato e fatto valere nelle sedi opportune. Non ci risulta. Quantunque il Coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di “Cittadinanzattiva”, Tonino Aceti, pare abbia condiviso e rilanciato le questioni di principio costituzionali poste da Petraroia, e

La gente non crede più alla politica perchè non alimenta idee

si sia “impegnato a sostenere la richiesta di revoca della diffida ministeriale della legge regionale sui trapiantati e sulle malattie rare onde evitare che le aree svantaggiate e le regioni commissariate siano discriminate e rimangano schiacciate tra le proteste popolari e le rigidità dei ministeri dell’Economia e della Salute”. Tutte cose auspicabili e auspicate ma di là da venire. Di concreto, invece, c’è la conferma che il Molise avrà una sola Camera di Commercio e che le Regioni si sono presentate al confronto con lo Stato decise a chiedere una diversa distribuzione dei tagli di 5,3 miliardi di euro previsti dalla legge di stabilità 2015. Sarà dura, lascia capire Petraroia, che non si fa scrupolo di rilevare e rivelare che “Dietro le quinte si muovono gli interessi forti della Sanità privata e dell’Industria farmaceutica, penalizzati dalla proposta delle Regioni che non intendono azzerare i capitoli dei trasferimenti nazionali sul diritto allo studio, sul sociale e su altri bisogni delle comunità locali”. Uno dei tanti lati sporchi della politica.

gionali e soprattutto il loro stipendio, istituendo contemporaneamente un incentivo economico per quelli che propongano una effettiva programmazione e più provvedimenti che arrivino alla definitiva approvazione. Vorrei che i consiglieri regionali rispondessero direttamente ai cittadini e dagli stessi potessero essere sfiduciati in ogni momento. Questo farebbe in modo che gli stessi si interessassero concretamente alla cittadinanza, con la logica conseguenza di conoscere approfonditamente i loro problemi. Sarebbe necessario trovare una soluzione immediata ed efficace per la programmazione dei prossimi anni, al fine di spianare il campo alle nuove generazioni. Un altro aspetto importante è quello di modificare la comunicazione tra istituzioni e cittadini. Occorrerebbe una informazione più tecnica e, da parte dei politici, meno interviste propagandistiche e più concretezza sulle attività poste in essere. Per iniziare, credo che questi provvedimenti potrebbero aumentare la fiducia dei molisani nelle istituzioni e darebbero risposte alle problematiche più sentite dagli stessi (lavoro, sanità, salute pubblica, territorio, mondo giovanile) che in concreto sono ciò che più determina quella fiducia ormai perduta.


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21 febbraio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Focolai di contestazione sorgono nel Molise contro la mala gestione amministrativa

Gli Indignati a raccolta con i Comitati territoriali per realizzare un fronte comune

Previsto per il 25 febbraio un incontro organizzativo e programmatico per ribadire l’inadeguatezza del governo regionale di fronte ai gravi problemi della collettività molisana C’hanno provato, ci provano, e ci proveranno ancora, se necessario, fintato non riusciranno a smuovere le coscienze dei molisani che non sono debitori alla politica e ai politicanti, ma creditori. La coscienza civile dei molisani che aspirano alla giustizia sociale, all’etica pubblica, alla trasparenza dei comportamenti dei pubblici amministratori, alla necessità di sentirsi liberi e, quindi, padroni della propria vita. Non di meno la coscienza dei molisani che non sopportano oltre l’occupazione delle istituzioni pubbliche da parte di un potere politico e amministrativo ingordo e arrogante e chiedono che venga sloggiato. C’hanno provato gli “Indignati” e continueranno a provarci a sfondare il muro della indifferenza e della rassegnazione dietro al quale si nasconde la maggioranza dei molisani per portarli allo scoperto. Non solo più soli gli “Indignati”, se da Isernia s’annun-

cia un’altra sollevazione popolare contro la mala gestione sanitaria, gli impegni disattesi, le bugie elargite, l’incapacità a gestire il bene comune. Nemmeno i promotori isernini sono soli se dappertutto nel Molise nascono focolai d’insofferenza, voglia di ribellione e di partecipazione. Non vorremmo cadere

nell’eccesso di un ottimismo che ha già patito delusioni e perdita di valori ogni qualvolta s’è spinto oltre la constatazione dei fatti e degli avvenimenti. Oggettivamente, però, qualcosa sta davvero cambiando nel cuore della società civile dinanzi allo spettacolo di inanità che giornalmente viene rappresentato nelle

istituzioni. Da qui, da questa presa di coscienza, l’opportunità largamente condivisa di allargare il fronte dell’indignazione, della insoddisfazione, della ribellione, del riscatto sociale e culturale da mostrare con piena e assoluta metodologia democratica. Manifestare democraticamente per dire basta ai soprusi, agli abusi, agli indebiti arricchimenti, alla radicalizzazione della privatizzabilità del bene pubblico. Sono queste le motivazioni di fondo che il 25 febbraio dovrebbero coagularsi in un unico cartello se prevarranno, come sperano gli “Indignati”, i valori ideali della indignazione e della insoddisfazione alla permanenza in carica di un governo regionale che in due anni di amministrazione non ha affrontato e risolto alcun problema collettivo, dedicando il suo tempo e il potere che detiene in direzione di alcuni noti, chiari, e individuati obiettivi d’interesse privato.

Il popolo (non bue) si domanda cosa abbiano di interesse generale le centrali a biomasse a ridosso del Massiccio del Matese, con un organigramma di tre unità lavorative? Cosa la destinazione urbanistica delle Torri di Vazzieri? Cosa la realizzazione della Metropolitana leggera per mettere in relazione il cittadino di Matrice con quello di Campobasso e di Boiano? Cosa le 10mila manze della Granarolo nella Piana di Larino? Eppure sono due anni che questi argomenti troneggiano nella discussione e nel confronto politico e amministrativo nel mentre cresce la disoccupazione giovanile, cresce la povertà, cresce l’ampiezza della crisi economica e cresce il numero delle saracinesche abbassate. Fortunatamente cresce anche l’indignazione e la volontà di reagire. Dardo

interventi: la regione che non va

La logica dei valori e delle urgenze del Consiglio regionale Rassegniamoci. Il consiglio regionale del 24 non sarà diverso da tutti gli altri precedenti: chiacchiere, discussioni di lana caprina, mozioni, interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno a prevalere sulle rade e misconosciute proposte di legge. Quella relativa alla riduzione del costo della politica veleggia al trentaquattresimo punto; la legge sull’editoria, che pure ha un suo valore sociale, al trentaseiesimo. Al primo punto l’Imu sui terreni agricoli, di cui si sta occupando il governo di Roma, ma cui non vuole rinunciare di discutere (fare chiacchiere) il consiglio regionale. Fa scalpore vedere al terzo punto la

di Nicola Palombo* L’incontro al Ministero dello Sviluppo sull’avvio degli adempimenti per la stipula dell’Accordo di Programma sull’Area di Crisi convocato dal Vice-Ministro Claudio De Vincenti, rappresenta una straordinaria opportunità per il Distretto Bojano – Isernia – Venafro che

discussione sulla istituzione del laboratorio di tossicologia, mentre una mozione classificata urgente presentata per affrontare il destino dei 15 nuovi disoccupati a seguito della messa in liquidazione della società regionale Korai, da parte dei consiglieri Iorio, Fusco Perrella, Micone e Cavaliere, è stata sistemata, pensate un po’, al quarantesimo punto. Non dilugandoci oltre, la mozione dei consiglieri Manzo e Federico che punta a rimuovere la posizione del personale direttivo (D1-D3), ovvero a mettere ordine, a fare giustizia e a ridurre le spese, al trentottesimo punto.

Occupiamo il Molise...blocchiamolo I lavoratori della GAM,ex Esattorie ed altri si stanno mobilitando per la soluzione delle vertenze singole (speranze ormai inesistenze)ma quando meno per capire”se”e “quando”si firmerà a Roma ed in Regione un nuovo periodo di cassa integrazione……Ci sono i medici della sanità pubblica che si stanno mobilitando e chiedono la mobilitazione dei cittadini contro il DDL”Balduzzi” che qui da noi avrà effetti catastrofici……da” the end”ci sono gli indignati ad occupare di nuovo la “piazza” e questa volta in modo più forte per la mancata discussione in Consiglio Regionale della proposta di legge di iniziativa popolare dei tagli dei costi della “casta” ……..insomma il “pentolone “ della rabbia e della protesta stà cominciando a bollire………….tutte ragioni sacrosante per carità……. Ma che alla fine hanno tre responsabili da combattere:questo centro sinistra,il

presidente Frattura ed il governo regionale. Ma allora tanto per “semplificare “e parlare alla “pance” non è meglio indire un vasta mobilitazione PERMANENTE per cacciare sti soggetti e tornare al voto…… mi sembra l’unica vera protesta reale è possibile: CACCIARE FRATTURA DALLA REGIONE in fin de conti sono altrettanti degni di “protesta” temi fondamentali quali conflitti d’interesse l’incapacità amministrativa dimostrata e l’assoluta mancanza di buon senso,che ogni amministratore dovrebbe avere. E allora sono d’accordo con chi vuole “occupare” il Molise…….. blocchiamolo……. Lanciamo una protesta forte, civile ma determinata magari ad oltranza e facciamo capire a Roma che meritiamo un vero Governo regionale e non un circolo:”(E NON VI) pare“ A.I

Frattura non si è mai confrontato sui problemi del lavoro potrà vedersi attribuiti risorse nazionali aggiuntive finalizzate alla ricollocazione lavorativa dei dipendenti della GAM, dell’ITTIERRE e delle aziende metalmeccaniche e dell’indotto dell’auto di Pozzilli. Tutto il partenariato ha condi-

viso con il Patto del Lavoro del 7 agosto scorso il diritto del Molise a vedersi riconosciuto uno strumento di sostegno per lo sviluppo locale e tutta la comunità regionale auspica una rapida conclusione dell’iter procedurale aperto presso il MISE, ma è

importante non tralasciare i 5 mila licenziati dell’edilizia ed i lavoratori del Basso Molise che hanno perso l’impiego in questi anni. Per questa ragione sollecitiamo la Regione Molise a non prestare attenzione solo alla GAM perché

ci sono migliaia di disoccupati, cassintegrati e operai edili in difficoltà da anni e che non hanno mai avuto alcuna possibilità di confrontarsi con il Presidente della Regione e con la Giunta Regionale. *Coordinatore Regionale SinistraDem - Assemblea Nazionale Partito Democratico


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4 21 febbraio 2015

“Edilizia, non sia la cassa della Regione” L’Acem chiede a Frattura che i soldi del settore non vengano utilizzati per altri scopi CAMPOBASSO. Il comparto dell’edilizia, con particolare riguardo agli esecutori di opere pubbliche, è stanco di finanziare gli altri settori e le imprese sono stanche di essere pagate solo tre mesi all’anno (da marzo a maggio) e con ritardi insopportabili. E’ il grido d’allarme dell’ACEM, che ha inoltrato al Presidente della Giunta Regionale del Molise, all’Assessore Regionale ai Lavori Pubblici, al Presidente del Consiglio Regionale ed al Servizio Risorse Finanziarie, Bilancio e Ragioneria Generale, il testo di una proposta normativa istitutiva di un conto dedicato, inamovibile ed impignorabile per i finanziamenti relativi ai lavori pubblici, richiedendone ufficialmente l’approvazione in seno alla Legge finanziaria 2015 della Regione stessa, in fase di elaborazione.Se-

condo l’Associazione, che l’ha proposto infruttuosamente anche in passato, il conto dedicato è l’unica garanzia per essere certi che le risorse destinate alle opere

pubbliche, non siano utilizzate dalla Regione per finanziare altri settori e dagli enti locali per fronteggiare le esigenze del momento o le deficienze di cassa, costrin-

Vietri, le chiacchiere elettorali di Frattura

Mentre Frattura scongiura il suo stesso commissariamento, eventualità che a Roma è sempre più realtà, considerando le sonore bocciature che il presidentecommissario ha incassato in due anni di mandato sui tavoli interministeriali al vaglio della spesa pubblica sanitaria prodotta dalla Regione Molise, come è stato reso noto, in base al decreto Balduzzi, perfino l’ospedale di Termoli, rischia lo smembramento con almeno quattro reparti che potrebbero essere cancellati. Infatti, le unità operative di urologia, otorino, pediatria e ginecologia verranno definitivamente trasferite dal San Timoteo di Termoli presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso, eliminando così di fatto la possibilità di nascita in un territorio tanto vasto come quello del basso molise che conta oltre un terzo della popolazione regionale. E’ consequenziale pensare che l’emigrazione sanitaria verso le regioni limitrofe è destinata a crescere e quindi a creare ulteriore debito. Per quanto riguarda la struttura del Vietri di Larino, chiuso il reparto di oculistica, chiuso anche l’ambulatorio di ginecologia, con zero posti letto per acuti e sempre in attesa di una riconversione di quello che era un ospedale forse in casa della salute, perchè questa è la realtà che non raccontano, prosegue incontrastato lo smantellamento dei reparti che ancora r-esistevano. Nei giorni scorsi, infatti, i primari di chirurgia e pronto soccorso sono stati invitati a fornire la loro prestazione professionale presso la struttura sanitaria di Isernia. E’ chiaro a tutti che a Larino non si opererà più e non sarà più attivo neppure il pronto soccorso? D’altra parte non occorre più alcuna dimostrazione del fatto che i piani di riorganizzazione sanitaria di matrice commissariale e dirigenziale, hanno già cancellato l’ospedale di Larino e l’interruzione del servizio di assistenza sanitaria, prima garantito con efficienza e qualità, i dati lo testimoniano, è ormai imminente. Ciononostante, ci tocca ancora assistere a chi, pur di strappare anche solo un minuto di visibilità, crede di poter continuare a prendere in giro la popolazione, ormai disinteressata perché esausta e per lo più disinformata, raccontando ovvietà sul sistema politico amministrativo malato nel quale è finito l’intero Molise e quindi anche Larino. Senza scomodare la sig.ra

Ibarruri Gòmez, che si sarà rivoltata nella tomba quando si è trovata paragonata a chi, urla a parte, non sa neppure cosa significhi il “no pasaran!” che ha fatto la storia de “la pasionaria”, tant’è che solo ora, a ospedale praticamente chiuso, insieme al Comitato, facendo scudo sull’amministrazione e ben coprendo le annunciate chiusure dei reparti, dopo aver fatto parte e sostenuto quel circolo vizioso targato PD, si ricorda di denunciare che il Molise è degenerato ulteriormente grazie alla gestione Frattura. Quando si preferiva credere al millantatore candidato presidente Frattura, quando lo si invitava nelle cene per la campagna elettorale per garantirgli un sostegno larinese in vista delle elezioni regionali, quando si dava fiducia a quel progetto politico mentre i tagli ai reparti del Vietri proseguivano, quando negli incontri pubblici Frattura veniva incensato come salvatore dell’intera sanità molisana, non si sceglieva anche di dargli credito, di stare a quelle condizioni, di mantenere quell’omertoso silenzio infranto soltanto dagli inutili ricorsi alla giustizia amministrativa? Aver partecipato alle trattative in vista delle amministrative del 2013, pur di trovare una collocazione ad un membro illustre del comitato pro Vietri Michele Palmieri, e successivamente sostenerlo unitamente alla lista di centrosinistra imposta dalla fabbrica delle idee, non è servito ad eleggere l’amministrazione guidata da Notarangelo, quella stessa amministrazione che solo ora accusano di immobilismo e con la quale sono capaci solo di montare becere scaramucce da prime donne? Dove sono le manifestazioni con la piazza piena? Oggi, perchè non si chiedono le dimissioni di Notarangelo e Palmieri e del presidente Frattura a voce alta come quando si chiedevano quelle di Giardino e Quici nonché di Iorio? LARINascita può porre questi interrogativi perchè non ha mai celato la sua posizione di contrapposizione, non si è mai nascosta dietro gli inciuci tanto cari a più di qualche politico nostrano. I partiti di sinistra, SEL, PD e IDV su tutti, quelli di centrodestra, le associazioni o fantomatiche tali, il Comitato di difesa (della propria visibilità) cosa fanno? Abbaiano come i cani mentre la carovana passa? Movimento LARINascita

gendo le imprese ad aspettare anni ed anni e con il rischio di perenzione dei fondi non spesi, come accaduto a varie aziende associate. Per questo, “se fino ad oggi abbiamo tollerato che i soldi spettanti alle imprese fossero utilizzati per gli altri settori, ora non siamo più disposti e vogliamo l’istituzione di un conto dedicato sia a livello regionale, sia presso gli enti locali appaltanti, che non deve essere utilizzato per altre finalità ed abbiamo presentato un articolo da inserire nella finanziaria” commenta il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro.L’Associazione avverte che se anche quest’anno la proposta del conto dedicato non sarà approvata, saranno avviate iniziative eclatanti per tutelare le imprese molisane, le uniche che possono rianimare l’economia locale.

“Imu agricola, nessuna sanzione entro 60 giorni” Così il sen.Di Giacomo “Martedì’ prossimo arriva in Aula del Senato il DDL di conversione del DL sulla esenzione dell’ IMU sui terreni agricoli. In Commissione Bilancio siamo riusciti a far si che il relatore Fornaro facesse proprio l’ emendamento da me presentato che elimina le sanzioni, per i pagamenti dell’ IMU relativa al 2014, effettuati entro i 60 giorni, cioè’ entro il 15 marzo prossimo. A questo punto siamo certi che verrà’ approvato. Un piccolo ma importante risultato, a fronte di improbabili annunci di esenzione”. Così il senatore Ulisse Di Giacomo.

“Best program, e i giovani volano” Il programma è stato presentato dal consigliere Cotugno CAMPOBASSO. “L’esperienza diretta del mercato americano non può far altro che arricchire ed affinare menti e abilità dei nostri giovani ricercatori, studenti e imprenditori che, partecipando al Best Program 2015, potranno formarsi nelle università e nelle imprese degli Stati Uniti sfruttando il programma di scambio offerto nella Silicon Valley, punto chiave di questo bando”. Così il Consigliere Vincenzo Cotugno, delegato alla Programmazione, informa sulle opportunità offerte da Invitalia - l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa - che in collaborazione con l’Ambasciata USA, il consolato italiano a San Francisco e la Fulbright Commission, da pochi giorni ha aperto le iscrizioni per aderire alla borsa di studio per la frequenza di corsi intensivi in Entrepreneurship and Management applicati al settore scientifico e tecnologico della durata di sei mesi: tre presso Santa Clara University, in California, ed ulteriori tre per lo svolgimento di una internship in un’impresa operante nella Silicon Valley. Al bando possono partecipare tutti i giovani laureati e ricercatori italiani fino a 35 anni di età che hanno un’idea imprenditoriale innovativa e vogliono svilupparla con un’esperienza di formazione intensiva nelle università e nelle imprese degli Stati Uniti per acquisire la capacità di lanciare e gestire una propria azienda. “Una grande opportunità di crescita – spiega ancora Cotugno – che in media finanzia per ogni borsa di studio circa 35 mila euro ed il cui successo è testimoniato dai numeri: il Best Program è giunto infatti alla sua ottava edizione e fino ad ora ha premiato ben 63 ragazzi che con le loro idee progettuali sono riusciti a creare ben 37 start up in Italia creando circa 320 mila posti di lavoro. Un programma serio a cui possono aderire anche le Start Up”. Il bando scade il 27 marzo 2015 e per partecipare gli interessati dovranno inviare la propria candidatura a BEST@fulbright.it compilando l’apposito form disponibile sul sito di Invitalia che all’indirizzo http://www.invitalia.it dedica al Best Program una particolare sezione.


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5 21 febbraio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Un patrimonio librario e documentale di almeno di 15 milioni euro, a dir poco, e un patrimonio strutturale altrettanto notevole oltre che funzionale (l’immobile e le pertinenze) rischiano di finire in mani private

La politica da bassifondi di Palazzo Moffa tarda colpevolmente a incardinare la Biblioteca “Albino” nell’assessorato regionale alla cultura

Sempre più probabile che nella mente certamente non lineare e trasparente dei regionali, si faccia largo l’idea di esternalizzare il servizio Il problema relativo al destino della Biblioteca provinciale “Albino” e del personale dipendente (che non corrisponde al personale delle cooperative che hanno svolto alcuni servizi all’interno dell’istituzione) va avanti a folate, sospinto di volta in volta dalle iniziative sindacali, dalle ipotesi d’intervento, dagli interessi strumentali della politica, sia sul versante provinciale che regionale, che sul destino della Biblioteca vorrebbe evitarsi rogne e trarre vantaggi elettorali. La situazione denuncia una serie di gravi inadempienze e di altrettanti gravi responsabilità a fronte di una istituzione di assoluto valore culturale, che traduce l’identità e la storia del Molise. Un presidio culturale che non ha paragoni, che non trova contraltari, che non ammette di essere relegata tra le questioni (molte di lana caprina) nella quali si agitano e si rivelano all’opinione pubblica gli attuali amministrati regionali. Una realtà culturale e documentale del genere dovrebbe muovere l’entusiasmo, la voglia e la utilità di possederla, di farne uno strumento di qualificazione, di valorizzazione della storia locale, uno veicolo di ammirazione agli occhi di quanti vogliono guardare al Molise per capirne storicamente il divenire e la sua affermazione. Tutto ciò è nella

struttura e nei servizi della Biblioteca “Albino”: un patrimonio librario e documentale di almeno di 15 milioni euro, a dir poco, e un patrimonio strutturale altrettanto notevole oltre che funzionale (l’immobile e le pertinenze). Motivi ulteriori per indurre la Regione, che per legge è tenuta a riordinare il settore delle biblioteche, a decidere il da fare. Che non dovrebbe essere diverso dall’incardinazione nell’assessorato regionale alla cultura della Biblioteca, così com’è, con i suoi 6 dipendenti che ne conoscono le pieghe e i dettagli per poter essere rimessa in carreggiata (da oltre un anno e mezzo non si comprano libri

“Sanità, scendiamo in piazza” Michele Iorio preoccupato per il decreto Balduzzi CAMPOBASSO. “Bisogna fare subito un Consiglio regionale per opporci a questo provvedimento, bisogna chiedere a Renzi di non firmare il decreto attuativo e se dovesse essere firmato, questo va impugnato perché è incostituzionale”. E’ quanto ha chiesto nel corso di una conferenza stampa l’ex governatore di centrodestra Michele Iorio secondo il quale l’applicazione del decreto Balduzzi scatterebbero una serie di tagli “drastici” negli ospedali molisani. “Ad agosto dello scorso anno – ha spiegato – in Conferenza Stato-Regioni le regioni hanno dato il loro assenso a questo provvedimento, compreso il Molise, probabilmente non immaginando cosa poteva accadere. Solo la Basilicata si è resa conto e

ha presentato emendamenti”. L’ex presidente ha quindi elencato tutta una serie di tagli che si concretizzerà con l’applicazione del decreto “decapitando” di fatto la sanità molisana: “Il regolamento che rende effettivo il decreto sta per essere firmato dal Presidente del Consiglio. A causa dei bacini di utenza insufficienti in Molise ci saranno pesanti tagli al Cardarelli, che perderà il Dea di secondo livello, e poi tagli a Isernia e Termoli che saranno presidi ospedalieri di base, moltissimi i reparti che saranno cancellati. Per tanti casi dunque non ci si potrà più curare qui, ma sarà necessario essere trasferiti fuori regione. E non è tutto perché il decreto tocca anche la sanità privata”.

né si aggiornano le dotazioni) e ridiventare ciò ch’è stata e ciò che potrebbe ulteriormente essere: il braccio operativo della Fondazione Molise cultura per le attività diverse da quelle proprie della Fondazione; la fonte amministrativa e il vertice della rete di coordinamento delle biblioteche territoriali; il luogo della conoscenza e del sapere; la fonte storica di ciò ch’è il Molise nel novero dell’interesse culturale nazionale. Ignorare questa situazione e questa realtà delle cose e dei fatti sarebbe l’affermazione di una presenza amministrativa e politica da bassifondi a Palazzo Moffa dove risiede l’insieme della volontà popolare

di Massimo Dalla Torre

espressa dalle urne nel febbraio 2013. Al momento, sul destino della Biblioteca “Albino” è calato il silenzio. Carico di tensioni, che alcuni interpretano come un segnale di vigliaccheria della Regione che per legge dovrebbe invece occuparsene essendo, per legge, come detto e ribadito, destinataria del riordino e della gestione del settore biblioteche; altri invece lo interpretano come l’ennesimo segnale di strafottenza. Deve occuparsene delle biblioteche, dice la legge, ma a tutto la Regione Molise sembra disposta, tranne che ad occuparsene. Da qui il silenzio dopo essersi avventurata a sostegno delle cooperative con soluzioni tampone che non trovano possibilità di essere poste in atto in quanto “contra legem”. E nel silenzio, si sospetta covi l’idea di arrivare alla soglia dello sfacelo per poi giustificare una qualche soluzione che torni utile non al destino della Biblioteca quanto al grumo degli interessi che intorno alla Biblioteca si sono nel tempo creati e si vanno consolidando. Diciamola tutta. Nel novero del personale utilizzato dalle cooperative che hanno svolto alcuni servizi all’interno della Biblioteca pare ci sia qualcuno che vanti ascendenze parentelari di assoluta e totale rilevanza nella volontà della giunta

regionale. Probabile, quindi, che nella mente certamente non lineare e trasparente dei regionali, si faccia largo l’idea di esternalizzare il servizio oggi reso dalla “Albino” come istituto pubblico, per essere passato ad un sistema privatistico. Di esempi sgradevoli, di decisioni strumentali la Regione ne ha dati tanti finora, ma questo, per le ragioni sopra accennate, è assolutamente da evitare anche perché rimane appesa la possibilità avanzata dalla direzione regionale dei Beni Culturali di trovare assieme al ministero una soluzione vantaggiosa e praticabile per tutti (non va dimenticato che il Palazzo Mazzarotta dove c’è il museo sannitico e ci sono gli uffici della Soprintendenza è un bene patrimoniale della Provincia al pari dello stabile della Biblioteca). L’idea del Polo culturale in combinazione con gli uffici periferici del ministero è assolutamente da coltivare. Ma, incredibile a credersi, la Regione Molise, alla lettera ufficiale della direzione regionale dei Beni Culturali (novembre 2014), non s’è degnata di rispondere. E’ provato: la presunzione, unita all’ignoranza, è una mistura micidiale per accoppare qualsiasi barlume di logicità. Ma la misura si va colmando. Dardo

Quanta voglia di crescere ha questo Molise?

La domanda potrebbe sembrare scontata, perché da più parti si parla della necessità di un rilancio a trecentosessanta gradi di questa regione Una realtà che pochi conoscono. Una realtà che spesso e volentieri è mortificata da chi ci considera, anzi non ci considera, perché ci giudica sterili e non produttivi. Una realtà che è invece propositiva e che offre a chi sa cogliere l’occasione quello che altri giudicano arduo e di difficile applicazione, ecco il perché della domanda utilizzata quale titolo che è torna prepotentemente e ciclicamente a ridondare nel corso dei vari convegni, tavole rotonde e confronti. Una domanda che, se ci si sofferma a pensare seriamente sul ruolo che cerchiamo di gio-

care a certi livelli, è più che mai pertinente. Una domanda che, purtroppo, mostra come i dubbi ancora una volta non lasciano spazio alle certezze e questo è negativo per chi vuole affacciarsi al nuovo e di conseguenza intraprendere esperienze propositive che riscattano agli occhi del Paese. Tuttavia, a remare contro sono i localismi. I quali, sono il volto più deleterio del provincialismo, da cui siamo affetti nostro malgrado. Localismi in cui ci siamo abbandonati perché “il pietismo” fa gioco senza sapere che chi intraprende iniziative fuori dalla consuetudine alla fine è ripagato degli sforzi intrapresi. Eppure, nonostante questi segnali, c’è ancora qualcuno che cerca in tutti i modi di allontanare il concetto di cre-

scita. Un concetto che si paga a caro prezzo e di conseguenza è meglio rimanere “astanti alla tavola dei poveri”. Una condizione che cozza violentemente con quello che è l’animus ispiratore dello sviluppo, specialmente ora, in cui tutto è estremamente dinamico e necessita dell’input giusto per il rilancio in tutti i campi. Piangersi addosso non serve perché è quanto mai rischioso. Molti guardano con interesse a quello che lo sviluppo porta. Molti s’inerpicano su sentieri giudicati dai detrattori non sicuri. Molti hanno capito che se si vuol crescere bisogna abbandonare “il vecchio modo di pensare e il Molise nonostante le voci dissonanti ha iniziato a crederci; almeno si spera…


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Campobasso

21 febbraio 2015

Anci, i giovani amministratori a Milano Assemblea nazionale 2015 per un momento di confronto sui temi amministrativi CAMPOBASSO. “È un orgoglio per noi rappresentare la Regione Molise all’Assemblea nazionale giovani amministratori ANCI 2015. Un motivo di crescita e di confronto con tutte le grandi e piccole realtà territoriali che muovono e promuovono la nostra Italia”. Lo affermano imembri dell’ANCI Giovani che dal Molise sono arrivati a Milano per partecipare e attivarsi nei tavoli di lavoro della VI Assemblea nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani che si tiene oggi e domani. Appuntamento annuale in cui gli amministratori under 35 dei Comuni italiani si ritrovano per discutere del loro ruolo nell’azione amministrativa di oggi ma soprattutto del futuro prossimo. In particolare, quest’anno l’appuntamento

si focalizza su alcuni temi di stretta attualità dell’azione amministrativa, dalle smart city all’Esposizione universale, passando per

quel ricambio generazionale che ha animato il dibattito pre-assembleare di tanti Sindaci e amministratori.

All’assemblea di Milano partecipano Ministri, Sottosegretari di Stato, Eurodeputati, sindaci di grandi città italiane e tanti giovani amministratori. Tra quelli regionali ci sono: Marialaura Cancellario(Campobasso), Mariateresa Di Florio e Daniele D’Aversa (Cercemaggiore,) Gabriele Paolone (Cerro al Volturno), Saverio Nonno (Fossalto), Andrea Galasso (Isernia), Mariapina Santopuoli, Gabriele Maglieri e Giada Reale (Riccia), Marco Giampaolo (Ripalimosani), Corrado Zara (San Felice del Molise) e William Ciarallo (Sant’Angelo Limosano). Presente anche il vice sindaco di Campobasso, Bibiana Chierchia. Tanti gli argomenti oggetto dei lavori dell’Assemblea: la ‘Rete dei

giovani amministratori europei’; l’‘Innovazione sociale nei Comuni: la sfida dell’occupazione giovanile’; ‘Urbanitas: lo sviluppo urbano sostenibile. Le città e le aree interne’ ; ‘Identità territoriali: il patrimonio immateriale dei Comuni. Produzioni d’eccellenza, iniziativa privata e governance dei campanili nell’anno di Expo2015’. “Siamo consapevoli – affermano i membri dell’ANCI Giovani - che anche e soprattutto esperienze collettive e condivise come queste arricchiscono il bagaglio politico per arrivare consapevoli e da protagonista in Europa. E’ per tutti noi motivo di crescita non soltanto la rete virtuale e fattiva che così andiamo a costruire, ma anche la coinvolgente esperienza umana di condivisione e socializzazione”

Rubavano auto in Molise per rivenderne i pezzi Cinque persone della provincia di Foggia sono finite in manette per un’operazione dei Carabinieri CAMPOBASSO. Raggiungevano le città di Abruzzo e Molise a coppia con l’intento di rubare auto di media cilindrata che venivano poi smontate per finire a pezzi sul mercato parallelo. E’ l’esito di una operazione congiunta dei carabinieri e degli agenti di polizia di Foggia e San Severo che all’alba di oggi, 20 febbraio, hanno dato

esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura, nei confronti di cinque persone tutte gravemente indiziate, a vario titolo, di furti di autovetture, ricettazione e riciclaggio. A finire in manette sono Luigi Donato Colio e Fabio Sordillo, entrambi di 39 anni,

Michele Limosani di 28, Aristide Carmine Mastrone di 49 e Giovanni Pio Orlando di 33. Gli episodi contestati riguardano un elevato numero di furti di autoveicoli commessi tra il luglio e il novembre del 2013, in particolare in Abruzzo e Molise. L’attività investigativa ha permesso agli inquirenti di ricostruire le modalità con cui i soggetti in-

dividuavano gli obiettivi, commettevano il furto e successivamente trasportavano i veicoli tra San Severo e Torremaggiore dove venivano letteralmente fatti a pezzi per poi essere rivenduti illegalmente. Le indagini degli inquirenti proseguono per capire se nel gruppo di malviventi vi siano altri complici.

Riccia si colora per la tolleranza Tantissimi hanno partecipato alla manifestazione in piazza RICCIA. Sorrisi, ascolto, gioia. La “Giornata della tolleranza” è stata istruttiva, colorata, vivace e riuscita in pieno. Un flash mob durato un’intera mattinata a Riccia, in piazza Umberto I, fortemente voluto dal preside Umberto Di Lallo e da tutto il corpo docente dell’Istituto Omnicomprensivo, con il pieno sostegno dell’amministrazione comunale. Felicissimi il sindaco Micaela Fanelli e gli insegnanti per la riuscita dell’iniziativa e per il messaggio di tolleranza e speranza condiviso con i bambini. In occasione della Giornata della memoria e di quella di commemorazione della strage delle Foibe, si è ritenuto infatti opportuno dare la possibilità agli studenti e agli insegnanti di riflettere sul concetto di tolleranza, non applicato esclusivamente alla commemorazione delle vittime di questi drammatici eventi storici, bensì inerente alle difficoltà e alle opportunità di oggi con chiunque sia diverso sul piano religioso o etnico. Con un messaggio-obiettivo che i bambini e i ragazzi insieme agli adulti hanno recepito: l’apertura, la disponibilità emotiva all’altro. Si è partiti nella mattinata, con gli studenti dell’IPSASR che hanno affisso in piazza i disegni dei bambini della scuola dell’infanzia, mentre gli stessi bambini hanno fatto volare palloncini e intonato dei canti. Subito dopo i bambini hanno liberato i palloncini sulle note della canzone “L’Arcobaleno”. Ancora, la canzone mimata “Il Treno della pace”, e i propri pensieri scritti su cartoncini appesi, mentre sulle note della canzone “Girotondo Colorato” hanno formato girotondi concentrici. I ragazzi hanno cantato insieme “La canzone del bambino nel vento” di Guccini e “La città dei bambini”. E ancora la canzone “W la gente”, inno dell’organizza-

zione statunitense Up With People, “Il pescatore” di Fabrizio De Andrè, “Soldato” dei Nomadi e “Imagine” di John Lennon, mentre altri ragazzi incidevano sui cartoncini i propri messaggi di pace, solidarietà, tolleranza. Infine, musica dal vivo degli studenti IPSASR, Roberto Ciocca, Simone Iapalucci, Sara Cricca (V A), insieme a Jacopo Di Criscio (IV A) con la colla-

borazione e l’accompagnamento del Prof. Gennaro Continillo hanno presentato un omaggio a Bob Marley: “Could you be loved”; “No woman, no cry”; “Don’t worry, be happy”. In chiusura, sulle note dell’ultima canzone, tutti gli studenti IPSASR si sono disposti nel centro della piazza formando la parola PACE. Una parola di cui Riccia oggi si è colorata


Campobasso

7 21 febbraio 2015

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Le due facce della medaglia comunale

Debiti politici da saldare e favori al cemento Durissimo attacco del consigliere Michele Ambrosio alla gestione privatistica e personalistica della maggioranza di centrosinistra a Palazzo san Giorgio “La chiusura al traffico di piazza Pepe è una autentica carognata politica perpetrata da Sindaco e Giunta. Una vera azione di bullismo ideologico consumata nell’ombra di qualche riunione carbonara. Un volgare atto con cui si deve pagare il conto elettorale ai “verdi” per lo struscio, così come analogo tributo, all’inverso, ci sarà a breve, a favore del cemento e della speculazione edilizia. Due facce della stessa medaglia, quella della gestione privata e personalistica della politica”. La denuncia del consigliere Ambrosio è di quelle cosiddette “apodittiche”, non ammettono repliche, tanto sono nette e circostanziate. Ed è talmente incisiva sul piano politico che crediamo avrà ricadute di non poco conto e rilievo all’interno della maggioranza comunale dove, come dice Ambro-

sio, ci sono conti politici da saldare, favori da elargire, e speculatori edilizi da accontentare anche su pressioni e interessi professionali (ingegneri e architetti all’interno del consiglio) e imprenditoriali. Non solo le dichiarazioni di Ambrosio, quanto gli atti amministrativi sono a testimoniare come Campobasso sia oggetto di inveterati gruppi di potere che di volta in volta, attraverso le maggioranze consiliari, riescono ad affermare i propri vantaggi. Ad Ambrosio va dato atto di non aver mai avuto peli sulla lingua, di non aver mai camuffato il proprio pensiero dietro il paravento dell’ipocrisia. Naturale che reagisca ogni qualvolta sia costretto a misurasi con la propria coscienza e con la convivenza politica all’interno di una coalizione che in campagna elettorale ha elar-

gito assicurazioni e rassicurazioni sulla volontà di creare e realizzare i presupposti per una crescita ordinata e uno viluppo economico sostanziale. Nelle pieghe del programma del sindaco Battista ancora si rivengono affermazioni e indirizzi che vorrebbero andare in quella direzione. Ma alla resa dei fatti stiamo avendo una dimostrazione di preoccupante parallelismo tra la spregiudicatezza politico/amministrativa della maggioranza di centrosinistra alla Regione (il Piano Casa come caso limite), con quella di Palazzo san Giorgio. In entrambe le condizioni stanno prevalendo i circoli affaristici, e le convenienze settoriali e professionali, i comparti e i blocchi socio/economici ai quali interessa unicamente l’ingrossamento dei rispettivi tornaconti. Di

rilevante sotto il profilo sociale, della trasparenza, della pianificazione, della programmazione in proiezione dello sviluppo collettivo non c’è un dato, un esempio, un numero, una testimonianza. Fin troppo evidente, inoltre, e inaccettabile, tra l’altro, l’ossequio del sindaco Battista ai condizionamenti che gli vengono da Palazzo Vitale o anche dal senatore Ruta in attesa che realizzino le loro strategie elettorali ( Campobasso intesa quale bacino elettorale). Se Ambrosio può permettersi un linguaggio politico della durezza di cui sopra, lo deve al fatto che nella sua presenza a Palazzo san Giorgio hanno avuto il primato le questioni sociali, le proposte d’interesse generale, anche se all’apparenza minimali (come taluni potrebbero aver inteso

l’apertura al transito di Piazza prefettura , il riordino della toponomastica, l’introduzione del ticket per limitare e ordinare il traffico in città eccetera), in aggiunta però alla necessità argomentata di contenere il consumo del territorio e la speculazione edilizia, e alla richiesta rivolta ai consiglieri che hanno dirette connessioni con il mercato edilizio e fondiario, di farsi da parte. Se però anche questa volta la denuncia di uno stato di fatto censurabile scivolerà come acqua sul vetro, ci sarà da pensare seriamente sulle conseguenze della “gestione privata e personalistica della politica” sulla città. Salvo che il confronto non sia obbligato a spostarsi in altre aule. Dardo

“Urbanistica, proposte errate” La denuncia è del consigliere comunale, Michele Coralbo, dopo l’ultimo Consiglio CAMPOBASSO. “Squadra che vince non si cambia”, cosi il consigliere di Palazzo San GIORGIO, Michele Coralbo, commenta quanto accaduto durante la seduta dell’ultimo Consiglio comunale a Campobasso al momento della discussione dello spinoso argomento riguardante l’urbanistica. “Sembra – continua Coralbo - che la particolare abitudine di portare proposte di delibera composite ed architettate quasi per poter essere impugnate e contestate, continui ad essere lo sport principale di un assessorato per definizione molto complesso. Anche in quest’ultima occasione infatti, in Consiglio comunale, è approdato un provvedimento che nelle premesse chiedeva una riclassificazione di un’area a ridosso di una recente lottizzazione collocata nell’area dello Scarafone, ma nei fatti sanava una strada abusiva, una cessione di aree, e un’ancora più machiavellica operazione di plusvalenze in una fitta

telenovela di espropri contestati e compravendite tra privati cittadini, ditte esecutrici e amministrazione comunale”. “Ma se è vero come è vero – ribadisce Coralbo – che la storia si ripete, se da un lato si continua il valzer delle delibere incomplete, errate, o contestabili, dall’altro, ovvero dai banchi dell’opposizione continua il perseverante lavoro di chi non abbraccia il partito del ‘NO’ a tutti i costi ma il più romantico e quanto mai attuale criterio del così detto bene comune. E’ assurdo - prosegue il capogruppo di Polo Civico – che la pubblica amministrazione cada in tranelli che di fatto scavalcano le volontà del Consiglio comunale. E’ grave che a fronte di una riclassificazione urbanistica concessa non si chieda alla Ditta beneficiaria del provvedimento di sanare gli abusi in essere e soprattutto di garantire i requisiti minimi di vivibilità a quei cittadini che hanno acquistato un bene frutto probabil-

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mente dei sacrifici di un’intera vita. E’ assurdo che ad oggi si paghino ancora gli errori dell’amministrazione Di Fabio che a colpi di commissariamento è stata capace di far realizzare sul territorio comunale decine di abitazione prive addirittura di un semplicissimo accesso. Questa amministrazione - chiude l’ingegnere Coralbo - non può assumere il ruolo di ratificatore degli errori del governo Di Fabio, ha il dovere di traghettare questa città e questo territorio fuori da una crisi economica, fuori da una crisi politica, fuori da una crisi culturale e sociale. Per il futuro è bene tenere a mente quanto sancito dall’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana che recita: ‘La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

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Isernia

21 febbraio 2015

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“Fondi perenti, era ora” Il presidente della Provincia di Isernia, Brasiello, soddisfatto per il trasferimento dei soldi IsERNIA. Il presidente della Provincia di Isernia Luigi Brasiello, dopo aver appreso la notizia del trasferimento dei fondi perenti a favore delle casse dell’ente di via Berta, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Esprimo viva soddisfazione per la notizia dello sblocco dei fondi perenti a favore delle Province, e quindi anche della Provincia di Isernia, da parte del Ministero dell’Economia e Finanza. Dopo mesi di battaglie, a colpi di CARTE bollate, e

dopo che il Tribunale di Campobasso ha emesso un decreto immediatamente esecutivo per gli arretrati che il Governo e il Ministero dovevano alla Provincia di Isernia per un importo di 15 milioni di euro, più interessi, è arrivato finalmente il definitivo sblocco da parte del MEF. Tali importi – prosegue il presidente Brasiello – si riferiscono ai trasferimenti a favore della Provincia di Isernia dal 2007 al 2011, per i quali si è fatto affidamento per pervenire al pareggio dei bilanci degli

anni a cui si riferiscono. Sicché in tale modo, oltre l’equilibrio della competenza, già accertato in precedenza, viene ristabilito l’equilibrio di cassa con immediata possibilità di far fronte ai debiti pregressi per circa 3 milioni di euro ma soprattutto per garantire gli stipendi a favore dei propri dipendenti e degli operatori che hanno instaurato un rapporto contrattuale con l’Amministrazione Provinciale di Isernia. Il risultato raggiunto anche in considerazione dell’impegno costante del-

l’Amministrazione e dei propri dirigenti nei confronti dei Ministeri dell’Economia e Finanze e dell’Interno segna sicuramente un passo avanti importante per la sistemazione del quadro di finanza locale della Provincia di Isernia in previsione dell’approvazione del Bilancio preventivo del 2015 che avverrà nei prossimi mesi facendo anche leva sugli interessi riconosciuti dal Tribunale di Campobasso per circa 2 milioni e mezzo di euro.”

Forestale: scoperto un altro abuso edilizio con l’eternit PEsCHE – Nell’ambito degli ordinari servizi di vigilanza e controllo del territorio nelle aree rurali e montane, finalizzati a prevenire e reprimere gli illeciti ambientali, una pattuglia del Comando stazione forestale di Isernia si è imbattuta nell’ennesimo abuso edilizio in cui era ancora l’eternit al centro dell’attenzione. L’opera abusiva, individuata in località “San Sebastiano” del Comune di Pesche, è costituita da un piccolo fabbricato con tetto a due falde

realizzato su una piattaforma di cemento e con una superficie di quasi venti metri quadri, in condizioni di semi-abbandono, con all’interno materiale di varia natura. Gli Agenti hanno accertato che si tratta di una costruzione abusiva, realizzata senza nessun titolo autorizzativo alla fine degli anni ‘80, per la quale era stato già emesso il provvedimento di demolizione, purtroppo mai eseguito dal proprietario ormai defunto.

Tuttavia a destare preoccupazione per la situazione di degrado, e per le possibili ricadute dirette sulla salute dei cittadini, è la presenza delle lastre di eternit con cui è realizzata l’intera struttura, che manifestano segni di degrado e potrebbero disperdere nell’aria delle polveri. Il fatto è stato immediatamente comunicato all’Autorità Giudiziaria e agli Enti competenti, tra cui l’Amministrazione comunale,

al fine di porre in essere tutte le misure per limitare i rischi per la salute pubblica. L’episodio mette in evidenza come danni all’ambiente, ed alla salute dei cittadini, si possono verificare anche nelle aree poco antropizzate e non solo nelle città o nelle aree industriali, con pesanti conseguenze anche sugli ambienti meno inquinati. Anche per questo sarà intensificata l’attività di vigilanza e controllo.

Carabinieri in azione per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico Operazione dell’Arma per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Scattano denunce e sequestri Nell’ambito di un’attività finalizzata al contrasto dell’abusivismo edilizio e la salvaguardia del patrimonio paesaggistico, nonché per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, reparti territoriali del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia e personale del Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma, hanno passato al setaccio varie località della Provincia particolarmente sensibili sotto il profilo ambientale. A Cerro al Volturno, un 50enne del posto, è stato denunciato per abusivismo edilizio in quanto era intento alla realizzazione di un fabbricato, ad uso abitativo, in assenza delle prescritte concessioni edilizie e in

luoghi sottoposti a severi vincoli paesaggistici. La struttura è finita sotto sequestro. Tra Isernia e Venafro, sono stati sottoposti ad accertamenti numerosi cantieri edili e attività commerciali, nel corso degli stessi sei persone, per lo più titolari di imprese edili, sono stati denunciati per inosservanza alle norme previste per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e sulla regolarità occupazionale dei lavoratori. Si tratta di un 51enne di Ciorlano, in provincia di Caserta, un 36enne ed un 32enne di Isernia, un 31enne di Acquaviva di Isernia, un 43enne di Sesto Campano ed un 54enne di Pesche. Durante i controlli sono state

riscontrate diverse violazioni quali la mancata presenza di adeguate impalcature o ponteggi, la mancata presenza di idonee protezioni atte ad evitare la caduta dei lavoratori, la presenza di materiali vari posizionati in maniera disordinata in modo da intralciare il passaggio con grave pericolo per i lavoratori, la mancata presenza di idonei dispositivi di protezione individuale e la non corretta o mancata redazione di tutta la documentazione prevista dal piano operativo di sicurezza del cantiere. Cinque sono stati in totale i lavoratori a nero identificati durante le ispezioni.

“Luogo del cuore”, vince Macchiagodena Il castello del comune in provincia di Isernia ha ottenuto 2.049 consensi MACCHIAGODENA. Con 2049 voti, il Castello di Macchiagodena vince la gara regionale ed è primo “Luogo del cuore” del Molise nella classifica Fai (Fondo Ambiente Italiano). Sul podio anche per il secondo posto con la promozione dell’area di Vallefredda, amena località boschiva nella parte alta del comprensorio macchiagodenese. Per il castello una mobilitazione che ha visto al voto non solo gli abitanti del paese ma anche gli emigranti e molti appassionati della cultura; tra i tanti l’ex ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, tra i primi firmatari. L’obiettivo era superare quota mille, risultato abbondante-

mente bissato. «Grazie alla mobilitazione popolare – spiega Felice Ciccone, sindaco del borgo -, Macchiagodena è entrata nei siti che potranno presentare una richiesta di intervento diretto al Fondo Ambiente Italiano sulla base di specifici progetti d’azione. Una commissione interna, in collaborazione con la Direzione Regionale del Mibact, valuterà le domande pervenute e selezionerà i luoghi idonei. Siamo grati a quanti ci hanno sostenuti in questa battaglia, ora abbiamo ancora più voce, quella dell’intero paese e di altre duemila persone, per chiedere alla Regione Molise di riavere le chiavi del castello e restituirlo alla

collettività». Nella raccolta delle firme grande impulso è stato dato proprio da Bray, direttore della Treccani, che dalla sua pagina facebook aveva invitato a visitare il borgo molisano e il suo maniero. «Macchiagodena – aveva scritto – è un affascinante paesino molisano, inserito nella rete dei Borghi Autentici d’Italia. Per lo straordinario rapporto visivo con i rilievi montuosi che dominano questa parte di Valle del Sannio, è detto “la terrazza sul Matese”. Da uno sperone roccioso, il borgo è dominato da un castello di fondazione longobarda, risalente al X secolo, uno degli edifici medievali meglio conservati del Molise.

Grazie a un’opportuna decisione del Consiglio Regionale, dal 2009 questo luogo è pubblico. I cittadini ora chiedono a gran voce che il castello venga messo a disposizione della collettività, che si dia data a tutti la possibilità di fruire di un bene comune così importante per la comunità, che si identifica con esso. Grazie alla passione e alla voglia di fare dei cittadini, sono certo che presto anche il castello di Macchiagodena sarà un luogo in cui trovare #laculturachevince». Già, #laculturachevince è il motto che sta unendo migliaia di cittadini di tutta la nazione che hanno a cuore la sorte dei beni culturali e dei beni comuni.

«Siamo certi – conclude il sindaco Ciccone – che il Fai ci darà una mano e che la Regione Molise, da cui attendiamo di essere ricevuti da un momento all’altro, sappia dare seguito a questa mobilitazione con la consegna alla collettività delle chiavi del castello affinché questo diventi un luogo di aggregazione del paese e dell’intera regione. Noi ne faremo un centro di promozione culturale e valorizzazione di tutto il territorio. Abbiamo progetti già pronti, aspettiamo solo di essere accolti e di essere ascoltati. Siamo certi che l’appoggio che il sempre ministro Bray ha voluto accordarci sarà per noi uno speciale portafortuna».


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Termoli

21 febbraio 2015

Zucchero, arriva la busta blu Le nuove confezioni anche per rilanciare l’impianto saccarifero di Termoli TERMOLI. Arrivate le nuove confezioni che permetteranno allo zucchero prodotto a Termoli nello stabilimento di contrada Pantano Basso di tornare dopo anni sul mercato. Sembra incredibile, ma di quelle bustine e dei pacchi da chilo di zucchero sfuso che avevano l’effigie della fabbrica che sorge sulla statale 87 Sannitica e le foto dei monumenti simbolo della città adriatica, se ne

erano perse colpevolmente le tracce. D’ora in avanti e la produzione potrebbe partire anche già domani, dopo una manutenzione ai locali di confezionamento. Zuccherificio del Molise che tenta di risalire la china, dunque, anche perché il primo reale abboccamento, contatto, tra il management della Newco rappresentato da Francesco Fusco e Dario Poltronieri e il gruppo Aria

Food di Diego Volpe Pasini ci fu proprio nello scorso autunno per il progetto di rientro sugli scaffali dei supermercati e per tornare ad adornare le tazzine da caffè nei bar del Centro-Sud e non solo. Tempo fa venne immortalata una scena ai tempi meno recenti con le bustine servite in un briefing aziendale di proprietà e commercializzazione di un produttore concorrente. Ma le novità come

ha fatto intendere il nuovo patron non finiscono qua, poiché l’obiettivo numero uno è salvare la stagione bieticola. Non avere ettari seminati alla fine della seconda decade di febbraio pone una prospettiva drammatica per il futuro immediato, specie se pensiamo alla volontà di interrompere il tradizionale canale di mediazione con le associazioni interprofessionali.

Contattare singolarmente i coltivatori è improbo, ma ad Aria Food questo importa relativamente rispetto all’economia di un progetto di rilancio complessivo della filiera saccarifera e allora per sabato sono attesi in azienda rappresentanti dei bieticoltori delle Marche, che dovranno discutere sulla eventuale forniture delle loro barbabietole primaverili.

Via Udine, una scappatoia per l’acquisizione La strada ancora non è stata accorpata al demanio anche se è ad uso pubblico TERMOLI. La scappatoia legale all’acquisizione di via Udine come strada comunale c’è ed è lo stesso Comitato a renderla nota all’amministrazione comunale. Si tratta, stando a quanto pubblicato sul profilo Facebook del Comitato, dell’articolo 33 comma 21 della Legge Finanziaria 448 del 23 dicembre 1998 secondo che prevede infatti che “in sede di revisione catastale, è data facoltà agli enti locali, con proprio provvedimento, di disporre l’accorpamento al demanio stradale delle porzioni di terreno utilizzate ad uso pubblico ininterrottamente da oltre venti anni, previa acquisizione del consenso da parte degli attuali proprietari”. Nella sostanza, quindi, via Udine potrebbe essere annessa a strada comunale perché “sussiste – scrivono i componenti del Comitato – il requisito dell’uso pubblico ininterrotto da oltre

venti anni” considerando il fatto che c’è “il transito di n. 4 autolinee pubbliche, allaccio delle linee elettriche e fognarie, ininterrotto utilizzo da parte di tutta la cittadinanza della strada per raggiungere via Sandro Pertini e Via del Mare”. E ancora sotto la lente il fatto che “la norma inoltre non pone limiti relativi allo stato di fatto delle strade (non a caso utilizza la parola “terreno”) e delle infrastrutture. Riteniamo inoltre che con l’applicazione della norma il Comune non incorrerebbe in alcuna responsabilità erariale, in quanto i benefici derivanti dall’acquisizione sarebbero certamente superiori alle attuali spese (es. cause di risarcimento del danno da insidia stradale)”. E ancora tra gli aspetti evidenziati anche il fatto che “le particelle di Via Udine sono catastalmente intestate alle Società Euroinvest Srl, Edilpaolitto Srl e – a detta delle SS.VV – non risul-

tano essere gli effettivi proprietari”. Uno strumento normativo che secondo il Comitato sarebbe stato utilizzato già in altri Comuni come quello di Pisa, Cortona, Dolo (VE), Rimini, Valeggio sul Mincio (VR), Novara e nel vicino Comune di Pescara. “In particolare – affermano ancora dal Comitato – in una relazione allegata alla delibera n. 1249 del 3 novembre 1998 del comune di Pescara è dato leggere che “tale disposizione costituisce un impulso di straordinaria importanza che sblocca, nell’ambito della rete viaria cittadina locale e nazionale, il contrasto esistente tra lo stato di fatto delle strade esistenti e la loro posizione giuridica” e che “l’opportunità concessa dalla normativa sopra richiamata risulta pertanto propedeutica per lo sviluppo della città di Pescara”. Siamo certi che all’amministrazione sta a

cuore lo sviluppo della città di Termoli, così come sta a cuore la salute e la sicurezza dei cittadini. Siamo consapevoli del fatto che la legge attribuisca al comune una mera facoltà e non un obbligo giuridico di acquisire una strada, ma noi riteniamo che il comune di Termoli lo debba ai cittadini di Via Udine che da quarant’anni vivono incolpevolmente il degrado, ai cittadini che hanno dovuto ingiustamente sborsare soldi per la riparazione di una fognatura che serve gran parte della nostra città e a tutti coloro che nella nostra strada hanno letteralmente versato il sangue. Le responsabilità sull’attuale situazione di Via Udine probabilmente non potranno più essere giuridicamente accertate, ma resta forte e vivo nei cittadini i desiderio che il comune si accolli finalmente la responsabilità morale di questa situazione non più tollerabile”.

Imu agricola, il Comitato non demorde Nel Basso Molise timori e pericoli per la nuova tassazione del Governo CAMPOMARINO. Concluso il lavoro preparatorio per il documento sull’Imu agricola frutto del partecipato convegno di sabato scorso a Campomarino, dove nella sala consiliare si radunarono amministratori, cittadini e agricoltori. “Finalmente uno spiraglio di speranza. Il grido di sofferenza e l’allarme lanciato da noi è stato raccolto dal Senatore Roberto Ruta, il quale in commissione Finanze del Senato ha presentato sei emendamenti per il d.l. relativo all’IMU agricola; emendamenti tutti mirati ed in favore degli agricoltori. Come già più volte ribadito è necessario riportare una equità fiscale sull’argomento IMU agricola, anche al fine non tartassare coloro i quali sono esclusi perché operanti in comuni definiti non montani. Il documento che abbiamo stilato, a seguito della partecipata riunione

tenutasi la scorsa settimana a Campomarino e consegnato alle alte sfere romane, ha visto quale paladino il senatore molisano, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti per essersi fatto carico e portavoce di queste necessità e per avere fatto sentire con tempestività la vicinanza agli operatori agricoli. Come da lui stesso affermato, nel serrato confronto con il Governo, quale Capogruppo PD in Commissione Agricoltura, ha fatto presente l’importanza delle filiere agroalimentari, il ricalcolo della tassa rispetto alla redditività dei terreni e la necessità di non indebolire le esportazioni italiane in questo settore importante per la nostra economia. Inoltre, valutando attentamente il sesto emendamento presentato, ci si rende immediatamente conto come, in caso di accoglimento, da solo è in grado di sopperire al mancato introito dell’Imu agricola. Infatti ri-

ducendo da 90 ad 87 l’acquisto dei bombardieri F35, si potrebbe destinare quel “risparmio” alla copertura di cui sopra. Il sen. Ruta ha abilmente trovato una soluzione fattibile e non dispendiosa e il Governo dovrebbe accogliere questa proposta semplice, ma soprattutto di buon senso. Siamo certi che solo con la collaborazione tra parte politica, quella

vera e seria, amministratori attenti e sensibili, addetti ai lavori e di categoria, vi è la possibilità di rimuovere e/o rimodulare, se non per intero ma almeno parzialmente, questo balzello retroattivo che agisce anche in presenza di mancata redditività o di annate con raccolti deludenti. Ecco perché concordiamo, e auspichiamo, con la possibilità di quel

confronto pubblico che anche il Sen. Ruta invoca. Insieme vi è la possibilità di far mutare idea al Governo, affinché il “cambiare rotta” non sia usato solo come slogan ma che corrisponda alle vere necessità di quella parte di Paese (Italia tutta) che lavora e non può essere tartassato solo perché ricadente in altimetria al di sotto dei 281 metri”.


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Termoli

21 febbraio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Cartelle pazze, rimborseremo le somme”

Avvisi di pagamento errati recapitati alle famiglie dal Consorzio di Bonifica Trigno-Biferno TERMOLI. Decine di famiglie che abitano nella zona di Porticone (ma non solo) si sono viste recapitare un avviso di pagamento da parte del Consorzio di Bonifica Trigno e Biferno. La ‘cartella’ è arrivata il 18 febbraio e molti cittadini sono caduti dalle nuvole: undici euro di contributo consortile da pagare entro due giorni con il bollettino allegato, il 20 febbraio. «Possibile?» si sono chiesti tutti coloro che abitano in una zona residenziale. Fatto sta che gli uffici di via Cairoli sono stati presi d’assalto dagli «ignari» contribuenti per chiedere lumi sulla spiacevole vicenda. Altri, invece, sono andati a pagare anche perché sull’avviso una dicitura contornata non lasciava spazio a troppe interpretazioni: «In caso di mancato pagamento entro la scadenza indicata si procederà alla riscossione coattiva con

aggravio di diritti e spese». La vicenda delle ‘cartelle pazze’ si è risolta in giornata. Al Consorzio hanno spiegato che si trattava di un errore e un addetto ha provveduto ad annullare i provvedimenti e quindi a dispensare da un balzello che nessuno si aspettava. Case e garage di contrada Porticone ma anche di altre zone della città non hanno nulla a che vedere con il contributo consortile. «Abbiamo sbagliato, c’è stato un errore» in sostanza questa la versione dell’Ente di bonifica che, è proprio il caso di dirlo, questa volta ha dovuto ‘bonificare’ decine e decine di avvisi. Questo per chi è andato direttamente agli uffici e ha chiesto chiarimenti. Ma chi ha pagato? «Rimborseremo le somme».

Borse lavoro assegnate dal Comune E’ stata pubblicata la graduatoria di assegnazione agli aventi diritto TERMOLI. È stata pubblicata ieri sera la graduatoria di assegnazione delle quaranta Borse lavoro al comune di Termoli. Consultabile sia nella sezione “Albo Pretorio” del comune che presso gli uffici amministrativi preposti, le graduatorie sono state definite al termine della riunione della Commissione che ha avuto luogo ieri pomeriggio proprio al Comune di Termoli.

Secondo i dati ufficiali, sarebbero oltre 300 le domande che sono state presentate in Comune e le risultanze sono state distribuite seguendo i numeri di dieci borse lavoro riservate a soggetti disoccupati da un minimo di 9 mesi e di età compresa tra i 18 e i 29 anni, 20 per quelli tra i 30 e i 49 ani e altre dieci alle persone risultate disoccupate e che corrispondono a una fascia di età tra i 50 e i

60 anni compiuti. Nella graduatoria pubblicata sono stati riportati anche i punteggi ottenuti per ogni singolo criterio di scelta: dai mesi effettivi di disoccupazione, al reddito Isee, passando per la composizione del nucleo familiare fino allo status personale dei destinatari degli interventi. I cittadini assegnatari della Borsa lavoro

svolgeranno vari servizi: dalla tutela del verde pubblico, al servizio manutenzione stradale, al servizio raccolta differenziata, ai servizi di asilo nido, ai servizi di tipo socio assistenziale, minori, diversamente abili e anziani e ai servizi di assistenza alla persona dove lavoreranno per sei mesi per un contributo di 500 euro al mese.

Territorio e turismo, un confronto sul futuro Il convegno del Rotary per un’opportunità di sviluppo della cittadina adriatica TERMOLI. Ha suscitato grande interesse il convegno su territorio e turismo del Rotary club e per questo torniamo sui contenuti dell’evento ospitato nell’aula Adriatico della sede Unimol di via Duca degli Abruzzi, a Termoli, dove non solo gli addetti ai lavori, ma anche cittadini incuriositi dal tema hanno visto nell’evento un’opportunità di conoscenza delle strategie da mettere in campo per valorizzare le risorse della cittadina adriatica. Argomento importante e di grande attualità quello della rigenerazione urbanistica e delle ricadute di quest’ultima sul turismo che ha visto confrontarsi numerosi docenti specializzati nel settore. Il primo a portare il suo contributo è stato il professor Rossano Pazzagli, docente di Storia del territorio e ambiente e di Storia Moderna all’Unimol, con un intervento dal titolo “Il patrimonio territoriale: eredità storica e risorsa per il turismo”. L’intervento dello storico si è focalizzato sulla mancanza di identità della città di Termoli definita ironicamente “bella città storica cresciuta male”; in conflitto tra la dimensione storica, quella industriale e quella infrastrutturale, che rende difficile catalogarla

con una precisa identità. Partendo da questa incertezza bisognerebbe andare alla ricerca del nostro patrimonio territoriale, ritrovare l’identità collettiva, riscoprire le risorse turistiche per creare un’offerta efficace. Molto importante per il professore il concetto di partecipazione: un po’ alla Renzi, sprona i cittadini a tornare ad essere protagonisti delle trasformazioni, senza lasciare spazio alla rassegnazione. Intervento molto concreto quello del professor Angelo Presenza, docente di organizzazione e gestione delle aziende turistiche all’Università degli studi D’Annunzio di Chieti-Pescara, che si è soffermato sulla pianificazione strategica del turismo. Il docente di origini termolesi ha presentato delle linee guida per la creazione di un’offerta turistica di tipo esperienziale, che deve andare incontro al viaggiatore che “non vuole scoprire un posto, ma viverlo”, evitando soprattutto di creare percorsi diversi per residenti e turisti. È la volta del professor Stefano Panunzi, docente di Progettazione Architettonica e Urbana all’Unimol, che affronta la tematica della riconquista del mare. Di origini romane, ma di-

chiaratamente innamorato della cittadina adriatica, il professore romano mostra al pubblico come, con opere urbanistiche non troppo dispendiose, si può mettere in contatto il turista con il mare, che attualmente all’arrivo a Termoli si trova disorientato. Non poteva non accennare al lungomare di Termoli il docente dell’Unimol che conclude il suo intervento lanciando una sfida a ingegneri e architetti lo-

cali che potrebbero presentare dei progetti di riqualificazione tramite il Rotary Club. Ultimo intervento quello del professor Gianluigi Mondaini, docente di Composizione Architettonica e Urbana all’Università Politecnica delle Marche e direttore del Corso di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura del medesimo ateneo, che si è occupato di “Ricettivi-Citta’. Riusi e nuovi turismi”.



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Opinioni

21 febbraio 2015

di Claudio De Luca Qualcuno ha scritto che “La casa di tutte le guerre”, ultima fatica di Simonetta Tassinari , “è un romanzo che fa bene al cuore di ogni età perché tratta dei sentimenti che sono cibo per l’anima”. La scrittrice, molisana di adozione, oramai “stagionata” da una lunga residenza a Campobasso (dove vive in campagna con la famiglia, con tre gatti ed un cane), è romagnola di origine, essendo nata – sul finire degli Anni Cinquanta – tra Cattolica e Rocca San Casciano, un paese appenninico del Forlivese posto a cavaliere con la Toscana. Dopo di avere frequentato le Aule dell’”Alma mater” di Bologna, si è laureata in Lettere classiche per poi accedere al prestigioso “Mario Pagano” quale docente di Storia e di Filosofia. Due materie che ha coltivato pure al di fuori dell’àmbito scolastico, dedicandosi persino all’antropologia e pubblicando diversi romanzi, alcuni saggi e piacevoli racconti. Prima di dare alle stampe (per “Corbaccio”) “La casa di tutte le guerre”, la sua penna è transitata attraverso vari generi, letterari e non: dalla sceneggiatura radiofonica alla saggistica storico-filosofica, dal romanzo storico a quello brillante. Oltre che per il citato Editore, la Tassinari ha pubblicato per “Giunti” e per “Einaudi scuola” ed ha collaborato con vari giornali e con diverse riviste.. Ha vinto alcuni premi, tra cui “Il Pungitopo” e quello per la “Narrativa italiana inedita”. La scrittrice Sveva Casati Modignani ha definito la sua più recente fatica “Una storia sorridente e rassicurante che ci riporta ai mitici Anni Sessanta”. E, per la verità, il lettore che ne segua le pagine, si vedrà passare dinnanzi un mondo che è rimasto per sempre anche dietro la propria vita, collocato in un tempo lontano, Il lavoro nelle campagne è diventato oggetto di numerose inchieste (tv, giornali ed A.g.). Di recente l’Unione dei lavoratori agroalimentari è stata contattata da un Sindacato norvegese che vuole boicottare i pelati in scatola, pretendendo una certificazione sul rispetto delle normative sul lavoro. In Europa ne ha parlato “France 2” e “Der Spiegel”. In Italia è stata “Terre libere” a chiedere trasparenza. Molti ritengono che lo sfruttamento del bracciantato sia solo una piaga del Sud, ma il fenomeno è ben presente anche al Nord. Si va dal pomodoro in Puglia alle arance di Rosarno ai vini piemontesi. La Capitanata parrebbe detenere il “record” dell’imbroglio contributivo ma altri territori vantano “Guinnes” specifici: il Veneto per il vino e le fragole; il Piemonte per l’utilizzo dei minori per la vendemmia e la Sicilia per l’uso dei bracciant-fantasma che incassettano le arance. “Terre libere” conferma la costituzione di cooperative di carta, apparentemente legali, un po’ dovunque. Somministrano salari decurtati ad extracomunitari che non

“La casa di tutte le guerre”, il libro di Simonetta Tassinari denso di una luce che non è più nostra. Seppure fuggano, certi momenti non potranno mai essere dimenticati perché ciascuno li porta ognora dentro di sé, ritornandovi costantemente con la fantasia. Il periodo descritto nel romanzo è quello della

Tassinari-bambina; i nostri ricordi saranno senz’altro diversi, ma è possibile riconoscersi tranquillamente nel suo racconto, rivedendoci in certi episodi comuni a quella età; cosicché, alla fine, si abbandonano le pagine del libro con una commozione in cui

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

ritorna a fare capolìno la timidezza d’allora. Nella casa rievocata dalla scrittrice, gli occhi suoi di bambina acuta e sensibile riusciranno a rievocare le tracce scomposte di un passato che “i grandi” cercavano di nascondere ed a ricostruire la storia di una famiglia con gli affetti, i rancori, i pregiudizi e le aperture generose, scritti con toni che vanno dal comico all’umoristico. Questo libro fa pensare e, contemporaneamente, ti distacca dalla realtà per farti immergere nel mondo dell’Autrice e nei pensieri che ha voluto condividere con il lettore. Qualcuno ha scritto su “Face book” che si tratta di un “romanzo sorprendente, pieno di tenerezza e di profondità. Bella la ricostruzione famigliare; ma ciò che incanta è soprattutto l’amicizia tra le due ragazzine protagoniste, capace di operare miracoli”. La professoressa “molisana” ha pubblicato altre opere:”La notte in cui sparì l’ultimo pollo”; “Mexica, la bambina-serpente”; “Era il migliore dei tempi possibili”; “Gente di pietra”; “Il Carnevale a Cercepiccola. I mesi, storia, tradizioni”. Un altro romanzo (“Che fine ha fatto Susy Bomb?”, edito da Giunti) è una divertente commedia, ambientata nel Molise, in cui si racconta la vita minima di una provincia meridionale. Ne è protagonista Susanna Manara, professoressa di liceo con un marito dirigente, due figli ed una bella casa. Questa, nel suo immaginario, pensa di essere sempre la bombasexy capace di far girare la testa ai giovani di mezza città. Però ha 47 anni; ed a quella età si comincia a scoprire la paura di invecchiare. Di qui una serie di avventure imprevedibili (l’improvvisa attrazione per un aitante supplente di ginnastica con 20 anni di meno); e, dipanandole, cercherà di ritrovare se stessa riuscendo a mantenere insieme famiglia e carriera.

Agroalimentare, da rivedere possono permettersi manco un’abitazione in affitto, vivendo un tuguri orrendi e l’accoglienza degli stagionali è diventata un costo sociale che origina pesanti situazioni di ordine pubblico, deteriorando l’immagine dell’agroalimentare italiano in Europa. Pure nella 20.a regione i braccianti sarebbero i protagonisti di giornate virtuali con il notevole corollario di assunzioni inesistenti, di contributi mai versati e di INDENNITÀ di disoccupazione percepite senza titolo. Insomma una sorta di mercato di carta che fonderebbe la propria vivacità sul meccanismo degli assegni spillati alla Previdenza sociale sulla semplice scorta del numero di giornate di lavoro solo dichiarate. Qualcuno sostiene che, a gestire il tutto, sarebbero delle aziende campane, ramificate sul territorio molisano. Queste utilizzerebbero in nero centinaia di extra-comunitari, lucrando

successivamente il frutto delle attestazioni fatte rendere da braccianti locali. Il fenomeno sarebbe d’importazione e si sarebbe affacciato nella Pastria di Cuoco solo di recente perché il Molise è ritenuto, a tale proposito, un territorio vergine. Queste aziende otterrebbero dall’INPS importi incongrui se rapportati alla scarsa entità della classe bracciantile locale. In sostanza pure nella 20.a il fenomeno sarebbe analogo a quello scoperto in molte altre

regioni dove i campi sono seminati a raggiri cartacei, se non addirittura piantumati ad alberi che fruttano evasioni fiscali per milioni di euro. Il meccanismo è semplice. Chi lavora davvero sono gli immigrati stagionali di colore, sottoposti a turni massacranti, alloggiati in baracche degne dello zio Tom ed assoggettati a versare la tangente al “caporale”. Poiché il lavoro è in “nero”, all’INPS non giunge alcun importo contributivo. Ma, successivamente,

subentrano “i braccianti di carta” che permettono di scaricare i costi di quei compensi evasi come se fossero stati corrisposti per davvero. Dopo di che questi soggetti vengono velocemente trasferiti altrove per rendere operativo il gioco in un’altra regione. Un’azienda, per assumere braccianti, ha soltanto il problema di procurarsi un terreno incolto. Con i documenti ottenuti, l’INPS fornisce l’armamentario burocratico che pone l’imprenditore nella condizione di accedere al prelievo dei quattrini pubblici. Addirittura, si redigerebbero contratti falsi, di affitto o di proprietà, con riferimenti catastali imprecisi, riutilizzati più volte, per terreni affittati a soggetti diversi, in modo da lucrare più volte sul medesimo campo. In definitiva, accanto a titolari di aziende-fantasma, che sottoscrivono moduli, vi sarebbero terreni inesistenti (o addirittura di proprietà altrui) e “braccianti” di cui vengono utilizzate solo le generalità, mentre, nella realtà, sarebbero gli extracomunitari a lavorare per un pugno di centesimi.



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