Molise, addio alla sanita' pubblica

Page 1

tuttO quellO che gli Altri NON dicONO

www.lagazzettadelmolise.it

ANNO xi - N° 279 SAbAtO 19 dicembre 2015 - diStribuziONe grAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk CAMPOBASSO

CALCIO

A Isernia il derby molisano

L’OSCAR DEL GIORNO

Francesco De Bernardo

IL TAPIRO DEL GIORNO

Servizio a pagina 7

Carmelo Parpiglia

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Francesco De Bernardo. In onore del padre, Angelo, ha istituito una borsa di studio destinata ai giovani atleti molisani. Il riconoscimento è stato attribuito agli studenti-atleti che si sono distinti e per meriti sportivi e per la media conseguita nel corso dell'anno scolastico 2014-2015. 21 i ragazzi che hanno ricevuto l'ambito premio.

Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Carmelo Parpiglia. Il delegato regionale allo Sport è prenzialista nelle manifestazioni di premiazione atleti o altro, ma cosa è stato fatto, realmente, per lo sport molisano in termini di finanziamento di attività e impiantistica? Possibile, che di sport ci si ricordi solo in occasione delle premiazioni e delle manifestazioni?

San Giovannello cementificato?

IL CASO

Dubbi tecnici e funzionali per il progetto della sede della Regione Molise

pagina 5 Servizio a pagina 2

Al Cardarelli tagliati Cardiologia, Oncologia e Oculistica Al Veneziale, Ginecologia. Venafro e Larino, ospedali chiusi

Molise, addio alla sanità pubblica Servizio a pagina 3

Per il tuo regalo di Natale Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio

Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 19 dicembre 2015

Nuova sede regionale: nel mondo professionale degli architetti e degli ingegneri lievita la curiosità e il desiderio di conoscere e penetrare le opere progettuali, soprattutto quella che ha sbaragliato il campo

Meraviglia di un’analista che a vincere il concorso internazionale sia un’idea progettuale che mostra un edificio con “quattro prospetti (Nord/ Sud/ Est/Ovest) uguali, stesse aperture e stesse tipologie”

La necessità di passare d alla genericità giornalistica alla puntualità delle valutazioni e delle circostanze che la nuova sede promuove Dalle ipotesi di defaillance nella valutazione dei progetti partecipanti al concorso internazionale d’idee per la realizzazione della sede regionale alle contestazioni, il passo è stato brevissimo. Pochi giorni, e le incursioni sul sito regionale del gruppo 5 Stelle in cui sono pubblicati i progetti di cui sopra, si sono trasformate in valutazioni tecniche, in rilievi professionali e in punti interrogativi, e tutto l’insieme il preludio a un dibattito che chiarisca i dubbi e metta l’opinione pubblica nella condizione di giudicare l’operato della Regione Molise, della commissione giudicatrice, il risultato del concorso. Di mezzo c’è un int e r v e n t o edilizio/architettonico/urbanistico di rilievo, anche finanziario (50 milioni di euro). Servendoci del sito del gruppo regionale 5 Stelle abbiamo aperto un varco nel quale sono entrati tempestivamente analisti puntuti, a guardare il già fatto e l’ancora da fare. Intanto la Regione, stando al bando, avrebbe dovuto pubblicare da un pezzo il progetto vincitore e gli altri 82 che hanno preso parte al concorso internazionale d’idee. Non l’ha fatto e, indirettamente, ha favorito che nel mondo professionale degli architetti e degli ingegneri lievitassero la curiosità e il desiderio di conoscere e penetrare le opere

CAMPOBASSO. “La notizia dell’avvenuta firma del contratto tra la Regione Molise e la Rti Ica-Creset per la gestione dei servizi connessi ai tributi regionali e locali ha riacceso la speranza dei lavoratori ex Esattorie ad una soluzione positiva della vertenza che li interessa, dopo mesi e mesi di attesa infruttuosa, ma allo stesso tempo ne ha alimentato le paure vista l’indeterminatezza delle notizie in loro possesso sui tempi e sui modi”. Lo sottolinea l’Ugl.

progettuali, soprattutto l’opera progettuale che ha sbaragliato il campo e che, come si sa, appartiene alla studio dell’architetto molisano (di Mirabello) Nicola Guglielmi, ulteriormente noto per aver firmato con l’architetto Paolo di Laura Frattura, oggi presidente della giunta regionale, l’intervento edilizio di maggiore impatto strutturale ed architettonico in Campobasso: il complesso edilizio “La città nella città”. Ebbene, come sospettavamo, siamo stati destinatari di una serie di appunti “tecnici” perché - c’è stato detto - passassimo dalla genericità del discorso sulla sede regionale alla puntualità delle valutazioni e delle circostanze che essa promuove. Siamo

sinceri: per noi diventa ostico dare un taglio giornalistico al materiale di cui siamo stati forniti, ma certo non possiamo sorvolare sulla meraviglia di un analista che a vincere il concorso internazionale sia un’idea progettuale che mostra un edificio destinato a uffici con “quattro prospetti (Nord/Sud/Est/Ovest) uguali, stesse aperture e stesse tipologie, e quando si parla di aperture, si tratta di finestre a nastro alte 50 centimetri” che, stando al rilievo, non garantirebbero neanche la luce necessaria per legge a una civile abitazione, figurarsi per un ufficio. Particolare tecnico, viene ancora fatto notare, che una commissione informata sulla sostenibilità, non avrebbe dovuto

ignorare, né potrebbe trincerarsi dietro l’eventuale ignoranza in architettura. Ancora la commissione avrebbe dovuto sapere che Piazza Savoia è soggetta a vincolo ambientale, “a tutela e salvaguardia della preservazione della sua conformazione storica”, e pertanto in alcun modo alterabile, diversamente da quando prevede il progetto Guglielmi. Allarme anche per il fatto che all’articolo 4 del bando è prescritto e raccomandato che il progetto vincitore debba essere il meno impattante impossibile e invece presenta una “monumentalità” di 10 livelli al di sopra di Piazza Savoia, più tre al di sotto, “nonché 4 piani al di sopra del già impattante palazzo dei ferrovieri”. Ri-

lievo questo, accompagnato da una dissertazione sulla integrazione del nuovo coll’esistente, compreso le villette liberty che lambiscono la Piazza, oltremodo difficile giornalisticamente da compendiare in poche righe. Ciò che trattiamo sarà certamente materia e motivo di dibattito, di confronto, di polemica che, come abbiamo fatto fin dall’inizio nell’occuparci del divenire storico e cronachistico della nuova sede regionale (dal 1985 ad oggi, per l’esattezza), intendiamo portare avanti nella maniera più oggettiva possibile. La stessa oggettività che l’analista di cui ci avvaliamo, pone nel dare del “clamoroso” alle disattenzioni in materia di prevenzione incendi là dove l’idea progettuale vincitrice è basata sulla “scenografica costruzione di un atrio centrale completamente cavo che si sviluppa per tutta la profondità dell’edificio”. Uscendo dal tecnicismo, risulta sempre più impellente che la Regione Molise metta le carte in tavola, e della idea progettuale vincitrice se ne parli a cuore aperto, come dell’operato della commissione valutatrice. Per sgombrare soprattutto il cumulo di rilievi e di sospetti che si vanno generando. Dardo

“Esattorie, cruciale l’intervento della Regione” Per l’Ugl, l’assegnazione della gara è solo l’inizio di un percorso per il riassorbimento del personale “La situazione e’ sicuramente delicata, considerato che la formalizzazione dell’affidamento con la firma poteva essere considerata un presupposto per avviare le relazioni sindacali e sciogliere i dubbi che inevitabilmente attanagliano i lavoratori e chi li rappresenta. Innanzitutto non si e’ ancora a

conoscenza dei piani aziendali e dei criteri di riassorbimento, posto che l’obiettivo ultimo resta la salvaguardia di tutti i lavoratori i quali dal giugno 2013 hanno fatto innumerevoli sacrifici per resistere fino alla soluzione della vertenza (senza nessuna fonte di reddito da sette mesi, da quando hanno terminato

gli ammortizzatori sociali), il tutto al fine di difendere le proprie professionalità che seppur elevate sono talmente specifiche da non lasciare speranza di una diversa collocazione. Su questo punto l’UGL, esprimendo apprezzamento per l’avanzamento ad una fase successiva, ai fini della vertenza

considera cruciale l’intervento della stessa Regione sia nell’intermediazione tra le sigle sindacali e l’azienda ma soprattutto per sorvegliare il rispetto degli impegni assunti in fase di offerta, quando la società ha formalizzato l’impegno di riassorbimento con funzionamento a regime”.


TAaglio lto

3 19 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Movimentato incontro tra medici, operatori sanitari, il governatore Frattura ed il direttore dell’Arsiam

Ad Isernia non si nasce più

Chiudono i reparti di ostetricia, pediatria e neonatologia all’ospedale di Isernia, quelli di Larino e Venafro diventano Case della Salute Giovedì scorso c’è stata un’assemblea pubblica tra medici ed operatori sanitari del Cardarelli da una parte e il governatore Paolo Frattura e il direttore dell’Asrem, Pirazzoli, dall’altra. Un incontro in cui, secondo quanto ci viene riferito, si sono toccati fortissimi momenti di tensione, contestazioni vibrate contro Frattura e Pirazzoli, i quali pare abbiano reagito in maniera scomposta, mettendo momentaneamente su “off” l’interruttore della modalità di comportamento istituzionale. Di seguito vi descriviamo l’organizzazione della sanità pubblica regionale per il triennio 2015-2018 emersa dall’incontro. Nella nostra personale interpretazione la cosa più grave ci pare la chiusura dei reparti di ostetricia, pediatria e neonatologia presso l’ospedale di Isernia. Innanzitutto perché sembra sia subordinata al raggiungimento di 500 nascite entro pochi mesi (mercanteggiamento incredibile davvero) e secondo perché pensare che un capoluogo di provincia non possa più registrare nascite e curare bambini in strutture pubbliche mette davvero i brividi. Segna il passo di un arretramento delle condizioni generali

di vita oltre i limiti dell’accettabile. Due le soluzioni per le future puerpere pentre: o venire a partorire a Campobasso (e si spera che i geni che hanno voluto tutto ciò abbiano pensato a come gestire l’aggravio di mole di lavoro da gestire per i re-

parti campobassani) oppure andare a Vasto, innalzando l’indice della cosiddetta mobilità passiva che comporta un costo elevatissimo per le casse regionali molisane a tutto beneficio di quelle abruzzesi. Comunque se tutto ciò si dovesse dav-

vero realizzare non ci saranno più ragazzi e ragazze con scritto: nato/a a Isernia sui documenti. Da non credere. Il Cardarelli verrà integrato alla Fondazione Giovanni Paolo II, anche fisicamente pur rimanendo due entità ben distinte; alla Fondazione restano tutte le attuali attività con l’aggiunta di un favoloso regalo: le Unità Operative di Cardiologia e di Oncologia che spariscono dal Cardarelli insieme a tutti i medici ora presenti i quali verranno dislocati su Termoli e Isernia; di fatto l’oculistica di Campobasso, pur restando come attività, sparisce nelle funzioni chirurgiche confluendo nel reparto di Chirurgia. Gli ospedali di Larino e Venafro riconvertiti a case della salute (sostanzialmente ambulatori di Medicina Generale e Specialistica ambulatoriale), a Larino resta Oculistica; l’ospedale di Agnone è salvo; l’ospedale di Termoli è salvo. Su Neuromed si sfrutteranno gli accordi di confine, in base alla mobilità attiva che confluisce dalle altre regioni a Pozzilli. I posti letto, come stabilito dal Ministero della Salute, verranno elargiti, quindi, dalle altre regioni che si sommano alla convenzione speci-

fica con la regione Molise, con accordo già siglato. Nessuna notizia di Villa Maria e Villa Ester. Nessuna notizia su cure primarie e strutture territoriali (a parte le case della salute). Gli effetti di questa riorganizzazione potranno essere valutati, con onestà intellettuale, solo dopo un ragionevole lasso di tempo dalla loro introduzione. Ma la reazione avuta da coloro che in ospedale vivono, oltre che lavorare naturalmente, ci fa pensare al peggio. Ci fa pensare alla classica toppa peggiore del buco, così tipica dell’azione, perennemente in emergenza e vissuta sempre in un clima di grande conflittualità con tutte le altre parti in causa, del commissario alla sanità Paolo Frattura e delle strutture dell’Asrem, con in testa il direttore Pirazzoli. Perché, a ben guardare, la realtà dei fatti non è mai così come ci viene raccontata da chi gestisce il potere e prende le decisioni; la verità viene a galla con sua spontaneità inarrestabile ma, purtroppo, quasi sempre quando l’urgenza della cronaca è passata da un po’. Proprio come la storia (o favola) della stabilizzazione dei lavoratori precari della sanità.

Il senatore Ulisse Di Giacomo parla dei tagli pesanti agli ospedali pubblici da parte di Frattura L’intervento

“Un architetto di paese che sta distruggendo la sanità”

CAMPOBASSO. “Qualcosa, ma solo qualcosa, comincia a venir fuori sui famigerati Programmi Operativi in Sanita’ che, a detta dell’ architetto di paese, rappresentano “il nuovo modello di Sanità del Molise”. Io lo avevo anticipato“. Duro è il giudizio del senatore Ulisse Di Giacomo sul presidente Frattura. “Gli Ospedali di Venafro, Larino e Agnone ( con buona pace di Sindaci e Comitati che qualche anno fa sfilavano per strada…) scompariranno e verranno sostituiti dalle cosiddette Case della Salute, che non sono altro che dei Poliambulatori con qualche decina di posti letto per lungo degenti. Nessun pl per acuti, che verranno di volta in volta trasferiti all’Ospedale più’ vicino, niente Pronto Soccorso, che verrà sostituito da un Punto di Primo Soccorso gestito dal personale del 118. – Gli Ospedali di Campobasso, Isernia e Termoli saranno ridimensionati, perdendo molte delle specialità’ attualmente presenti. Ad Isernia, per esempio, saranno chiuse le Unità’ Operative di Ostetricia – Ginecologia, Pediatria con il Nido, ORL, Neurofisiopatol o g i a . Al Cardarelli di Campobasso chiuderanno le U.O. Di Cardiologia e di Oncologia. A Termoli chiuderanno le U.O. Di Ostetricia – Ginecologia e di Pediatria. Sul territorio non è’ prevista nessuna nuova struttura assistenziale. Questo il quadro che finora si conosce, ma che si appalesera’ in tutta la sua drammaticità’ quando finalmente tutti potranno

conoscere analiticamente i Programmi Operativi che per adesso sono coperti dal segreto di stato. E si capisce anche perché’ il Tavolo Tecnico li ha approvati, visto che azzerano l’ assistenza sanitaria del Mol i s e . Ma i cittadini devono conoscere anche alcuni particolari sulle palle sparate quotidianamente da Frattura: – L’ elemosina del fondo di solidarietà’ che tutte le altre Regioni hanno deciso di fare al Molise non è giustificata, come “spara” Frattura, dal fatto che “condividono il nuovo corso della sanità’ molisana” ( figuriamoci, immaginate la Lombardia, la Toscana e l’Emilia-Romagna che plaudono Frattura….), bensì’ al fatto che il Molise, negli ultimi tre anni, e’ l’ unica Regione in Italia a non aver presentato nessun Programma Operativo. E questo spiega anche la fretta con la quale sono stati firmati i contratti con i Privati, contratti che entrano a far parte dei Programmi Operativi stessi.. Si tratta di una vecchia delibera che la Conferenza delle Regioni ha redatto alla fine del 2014, e indovinate chi mancava alla riunione? Frattura!!. Vi lascio immaginare i commenti dei Presidenti delle altre Regioni, il più’ benevolo dei quali fu:” Ma come, noi diamo i soldi e questo

Il Molise non ha presentato per 3 anni nessun Piano operativo non si presenta nemmeno…..” – L’ eventuale assunzione dei precari deriva da un emendamento che il Governo ha presentato alla Legge di Stabilita’ in seguito ad una infrazione della UE sugli orari del personale sanitario e coinvolge tutte le Regioni. Verranno assunti in tutta Italia , a tempo determinato, 6000 tra medici e infermieri, alcuni dei quali sarà successivamente stabilizzato nel 2017, sempre che si trovi la copertura finanziaria al provvedimento. In tutto questo Frattura, la Fanelli e la delegazione parlamentare del PD c’ entrano come i cavoli a merenda. – Negli anni 2014 e 2015, Frattura imperante, il deficit della Sanita’ del Molise ( unica tra tutte le Regioni !) e’ aumentato di circa 50 milioni per anno. – Nel 2014 e 2015 la spesa del Molise per

pagare la mobilità’ passiva ( cioè’ per pagare le prestazioni sanitarie che i molisani vanno a praticare fuori regione ha raggiunto il massimo storico nella storia di questa Regione). – Al Tavolo Tecnico Frattura dovrà’ firmare prossimamente un mutuo di circa 300 milioni di euro per azzerare il deficit attuale, mutuo che metterà’ definitivamente in ginocchio il Molise per i prossimi trenta anni. Questa è’ la verità, altro che le palle sparate da Frattura. Architetto di paese, dai retta a me: dedicati alle torri, alle centrali a biomasse e alle metropolitane leggere, che ti riesce meglio. Ma lascia perdere la Sanità. E’ troppo difficile per un architetto di paese”.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

4 19 dicembre 2015

Le case cantoniere dell’Anas elette a “simbolo positivo di un’identità italiana diffusa di accoglienza e di relazione tra le persone” L’idea è interessante, anche intrigante, ma essendo un’idea italiana è ridondante di orpelli dialettici, di ipotesi di sviluppo, e di applicazioni. Insomma, chi la vuole cruda e chi la vuole cotta. L’idea è di fare delle case cantoniere dell’Anas, dall’inconfondibile colore rosso pompeiano, visibili lungo le statali alcune in disuso o parzialmente utilizzate, “un simbolo positivo di un’identità italiana diffusa di accoglienza e di relazione tra le persone”. Cosi è stato commentato l’accordo che i ministeri dell’Industria e dei Beni culturali hanno sottoscritto con Anas e Demanio “per la riqualificazione e il riuso di beni pubblici, a partire appunto dalla case cantoniere, a supporto di nuovi piani di valorizzazione turistico-culturali del territorio italiano”. L’idea dovrebbe inizialmente concretizzarsi nell’allestimento di un progetto/pilota, una sorta di sperimentazione, per poi passare ad una seconda fase più consistente ed organica. Inizialmente verrebbero individuate 30 case cantoniere tra quelle meglio mantenute e particolarmente significative sotto l’aspetto della posizione sul territorio. Indubbiamente sono preferite quelle inserite (e inseribili) in percorsi o circuiti culturali/turistici, ancorché contraddistinte anche da una viabilità che può favorire una mobilità lenta, godibile, sicura, tipica di alcune statali in Italia. Un patrimonio edilizio da rivitalizzare, da sottrarre al disfacimento, come nel caso, a noi vicino, della casa cantoniera tra Gildone e Jelsi, tra le più interessanti fin quando è stata utilizzata. Di case cantoniere in buono stato che potrebbero diventare, com’è

L’intervento di sergio genovese Ogni epoca si annuncia sempre migliore della precedente ma gli iscritti al club del “ si stava meglio quando si stava peggio” non hanno mai mostrato decrementi numerici. Sulla Scuola, senza indugi, il mio pensiero è coerente con la premessa: migliore quella di prima. La mia generazione ha avuto il maestro unico, la Scuola Media dove si studiava il latino ma dove grande importanza veniva data a discipline come il disegno, la musica, le applicazioni tecniche e l’Educazione Fisica, la Scuola Superiore dove se eri bravo prendevi otto se non lo eri venivi di sicuro rimandato a Settembre, oppure bocciato. Era una Scuola più rigida senza dubbio, più inclinata sulle conoscenze, ma più educativa. Nella pedissequa applicazione dei programmi ministeriali si incuneava, ramifi-

La notizia dovrebbe muovere l’interesse della Regione e fare in modo che nel progetto pilota, tra le 30 case cantoniere più significative, vi sia almeno una del Molise da valorizzare

In programma anche l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, situate in aree di particolare pregio: musica per le orecchie di quanti da anni si vanno battendo per il rilancio della Carpinone/Sulmona nelle intenzioni del governo nazionale, ostelli, ciclofficine, punti di ristoro «per tutti quei viaggiatori che vogliono scoprire l’Italia al giusto ritmo», come ha sottolineato il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, che alla case cantoniere ha riconosciuto anche la qualità di «un brand formidabile». Il Molise potrebbe rientrare nel progetto pilota essendo un territorio attraversato dalla Via Francigena, il percorso dei pellegrini, nel medioevo, per raggiungere Roma da Canterbury e da Gerusalemme, nel tratto compreso, risalendo lo stivale, da Brindisi fino alla capitale. In questo tracciato c’è molto territorio molisano e molta storia da rivalutare sull’abbrivo della Via Francigena. Qualcosa già s’è mosso, per poi rientrare, purtroppo, nell’anonimato. Qualcosa potrebbe di nuovo muoversi prendendo spunto da questo accordo e dal modo progressivo di realizzarlo. Dal punto di vista dell’Anas, l’Azienda statale proprietaria delle case cantoniere, si tratta

di un’opportunità di rilancio di un patrimonio consistente in 1.244 case cantoniere (di cui 607 sono utilizzate a vario titolo – uso istituzionale o di supporto alle attività di esercizio) di cui il 35% indisponibile per valorizzazione perché sedi istituzionali, il 55% parzialmente disponibili sulla base delle analisi dei flussi di clienti, il 10% ad alto potenziale turistico. Per il presidente Gianni Vittorio Armani «Le case canto-

niere sono il simbolo tangibile dell’impegno e della presenza costante di Anas sul territorio. Una presenza che la nuova Anas vuole rilanciare ampliando i servizi dedicati all’utenza stradale, che sono e restano la loro finalità, con l’offerta di nuovi funzionalità in grado anche di sviluppare delle sinergie con il territorio in cui si trovano». Ogni dichiarazione, come si può constatare, corrisponde ad un concetto condivisi-

bile ma bisogna renderle armoniche e univoche. E, come accennavamo, la notizia dovrebbe muovere l’interesse della Regione e fare in modo che nel progetto pilota, tra le 30 case cantoniere più significative, vi sia almeno una del Molise da valorizzare. Parallelamente all’iniziativa che stiamo raccontando, pare che vada prendendo corpo anche l’idea, trasferita in una proposta di legge, della istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione, situate in aree di particolare pregio: quasi 800 chilometri di ferrovie storiche che non solo fanno viaggiare tra le grandi bellezze dell’Italia, ma diventano esse stesse il <viaggio>, per il loro intrinseco fascino. Musica per le orecchie di quanti da anni si vanno battendo per il rilancio della Carpinone/Sulmona, una tratta appenninica mozzafiato: da incanto. Ma il Molise si deve svegliare. Dardo

La Scuola del passato migliore del futuro

candosi, una formazione di vita in cui si distinguevano nettamente i valori dai disvalori. Sarebbe presuntuoso dire che quella gioventù era più rassicurante ma non è avventuroso sostenere che il respiro di quelle comunità educative, non lasciava perplessità: si percepiva senza tentennamenti chi e cosa potessero fare quei giovani del futuro. Docenti, Presidi e Genitori avevano un altro passo e forse un’altra classe morale e sociale. Lo Stato era riconoscente a

quelle persone che con alto senso del dovere si dedicavano, magari con metodologie poco creative, alla formazione dei ragazzi per farne una vera ragione di vita. Poi è stato sempre di più un declino su ogni fronte, poiché quell’esempio di quegli educatori ( Presidi, Insegnanti e Genitori) si è mano a mano drogato dentro una serie di rivoluzioni che per troppo intellettualismo hanno creato confusione ma soprattutto dispersione di concretezza nelle proposte che venivano messe in campo. Al resto ha pensato il degrado delle Società che si sono succedute, l’autonomia che è stata concessa alle Scuole, le razionalizzazioni e i dimensionamenti che hanno dequalificato colonnelli, sotto capi e soldati semplici, per consegnarli ad una corsa deprimente all’accaparramento degli iscritti e dei feudi da

conquistare o conservare. E’ questo, oddio, l’ unico valore per stabilire o meno la qualità di una Scuola! Quando la politica e per certi versi i Sindacati, hanno voluto estendere i tentacoli su quel mondo prima immacolato ora zeppo e zuppo di contraddizioni in termini, è iniziata la fine. Questo quadro, del tutto personale, viene fuori da un osservatorio lungo cinquantatre anni ( la somma della mia presenza a Scuola nelle varie vesti). Pur contestabili la mie opinioni, sicuramente non sono improvvisate. Oggi, la frenesia di mettersi in mostra a volte per vendere fumo, unita all’edonismo che ci ammanta fino a non farci respirare, hanno lanciato le Scuole sul mercato: un giorno si vende cultura ( teorica) l’altro invece serve per vendere il prodotto. C’è anche chi rimprovera qualcuno di non sa-

persi proporre poiché la commercializzazione scolastica è diventato un valore. Non è importante fare le cose per i ragazzi è fondamentale farlo sapere agli altri! Invece che educatori, starlette e ballerine con il reggicalze bene in vista. Quel grande Maestro Antonio Polcini che portava i suoi ragazzi a casa nel pomeriggio per favorire apprendimenti più sostanziosi, non è finito mai sui giornali e non è stato mai in televisione, ma è stato uno straordinario, grandissimo, maestro. Quell’insegnante che ci portava alla finestra per farci osservare la bellezza del cielo e i suoi colori, con quel passo emotivo, oggi non basterebbe. Dovrebbe dare altre risposte. E quei genitori che convocati dal Preside indossavano il vestito della festa, non ci sono più. Viva il futuro che sa di passato.


TAaglio lto

5 19 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Con il Piano Casa e gli accordi di programma vecchi e nuovi vandali in azione

Pronti a devastare anche la Collina di S. Giovannello

Campobasso s’è candidata ad essere la capofila dei movimenti manomissori, inquinatori e predatori tra l’indifferenza generale di chi non ha più anima né memoria Difficile fermare la mano vandalica dell’amministrazione sul territorio urbano ed extraurbano; anzi impossibile. Il vandalismo urbanistico ed edilizio si autoalimenta con una voracità spaventosa, e s’ingrossa a dismisura. Il tempo di osservarlo nella sua famelicità che già inizia un altro banchetto a colpi di miglia di metri cubi di cemento. A giorni il consiglio comunale di Campobasso delibererà interventi edilizi in Via delle Frasche, in località san Vito e in Via Depretis in dispregio di ogni logica che faccia riferimento alla razionalizzazione del territorio, al rispetto dei luoghi, alle esigenze comprovate di abitazioni, alla coesione urbana, agli effetti sullo sviluppo demografico della città e della mobilità. Il disprezzo gli viene consentito e giustificato dal cosiddetto Piano Casa, una furbata regionale, un cedimento verticale alle pressioni degli speculatori fondiari e delle imprese (qualcuno dirà, anche dei cittadini che amano ampliare il posseduto, ma sono bazzecole), una violenza tecnica e amministrativa cui è stato dato l’abito di una legge regionale, come diciamo, tra le peggiori immaginabili partorite da una mente umana, in assenza di conclamata demenza. Il Piano Casa aveva il timbro dell’eccezionalità e della temporaneità; nel

L’intervento di Massimo Dalla Torre “Ner modo de pensà c’è un gran divario: mi’ padre è democratico cristiano, e, siccome è impiegato ar Vaticano, tutte le sere recita er rosario; de tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano è socialista rivoluzzionario; io invece so’ monarchico, ar contrario de Ludovico ch’è repubbricano. Prima de cena liticamo spesso pe’ via de ‘sti principî benedetti: chi vô qua, chi vô là... Pare un congresso! Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma ce dice so’ cotti li spaghetti semo tutti d’accordo ner programma”. Abbiamo voluto prendere in prestito, uno dei tanti sonetti scritti dal grande Trilussa, il poeta dialettale romano che, attraverso la satira fustigava i potenti, par cercare di analizzare, se pur sommariamente, la situazione politica molisana. L’ho abbiamo fatto perché, leggendo i

Molise, grazie agli amministratori regionali, ha preso il timbro della normalità. In nome e per conto di questa legge, il Molise rischia la definitiva sua compromissione su più fronti: sul consumo anomalo del territorio, sullo sfiguramento del paesaggio, sul deperimento dell’ambiente naturale. Campobasso s’è candidata ad essere la capofila di questo movimento manomissore, inquinatore, predatorio. Una leadership cui darà un corposo contributo con i tre interventi sopra detti e che, in successione temporale, provvederà ad incrementare con maggiore intensità, brutalità, e rozzezza amministrativa andando a riprendere

un abbozzo di accordo di programma molto caro al già sindaco Di Bartolomeo, del 29 agosto 2011, e caro, a quanto sembra, non fosse altro per appartenenza territoriale, anche al sindaco Battista che quell’accordo intende riprendere e realizzare. Regalando alla città altri 46.057 metri cubi di cemento in un ambito cittadino delimitato superiormente dai fabbricati posti a valle di Via De Gasperi e, inferiormente, dalla linea ferroviaria per Termoli, a Sud delle aree costruttive dell’Istituto autonomo delle case popolari, e a Nord da un’area contigua alla Colline di S. Giovannello: paesaggisticamente e panoramica-

mente una zona interessante e come tale, per i novelli distruttori di Palazzo San Giorgio, una ragione in più per essere deturpata. In via di cancellazione, tra l’indifferenza generale di una città che non ha più anima né memoria, il più bel panorama storico di Campobasso: il profilo del Monti, col Castello Monforte, le chiese romaniche di san Giorgio e san Bartolomeo e la fascia alta del borgo medioevale. L’accordo di programma avviato da Di Bartolomeo, che si appresta ad essere ripreso dal sindaco Battista (sul piano distruttivo l’un sindaco vale l’altro ed entrambi sottoscrivono la cementificazione del ter-

ritorio), secondo il dirigente istruttore del 2011, l’architetto Paola Lozzi, conterrebbe gli elementi necessari per la valutazione dell’interesse pubblico. Ma senza specificarli. Così, sulla parola, nonché garantiti dagli incontri interlocutori coi rappresentanti privati, giusto per meglio individuare le esigenze dell’amministrazione sotto il profilo dell’utilità complessiva dell’intervento. Sarà cura, dobbiamo credere, del sindaco Battista farsi carico di questa sottile incombenza, amorosamente assistito non più dalla Lozzi ma dalla nuova responsabile del settore urbanistico, Giovanna Iannelli, fortemente voluta, che però ha già un occhio che guarda alla pensione e l’altro a Benevento, suo luogo di residenza. Immaginare che possa mettersi di traverso, che possa ricordare agli amministratori che c’è una legge d’indirizzo in Italia che invita le amministrazioni locali a salvaguardare il territorio, a contenere l’utilizzazione dei suoli in favore del recupero edilizio, è una pia illusione. Sarà invece la validazione tecnica alla paranoia distruttiva dei luoghi della memoria della città, in ossequio al Dio cemento, al Dio denaro, al Dio della sempre più evanescente utilità pubblica. Dardo

Politica molisana...aveva ragione Trilussa giornali e ascoltando le notizie di questi giorni sugli scossoni che scuotono i palazzi della politica locale, ci sono venute alla mente proprio le parole del vate dell’Urbe. Le quali, spiegano appieno il significato della parola “politica”, ma soprattutto come questa trasforma chi, dopo essere approdato nelle stanze dei bottoni, ignora totalmente le promesse fatte agli elettori, alla comunità, ai cittadini. Chi scrive non è un politico e tanto meno un esperto della materia, ma semplicemente un osservatore, per giunta ignorante, di questo pianeta che ammalia, affascina, attrae anche chi non mastica di cose inerenti alla politica. Materia che coinvolge e che quando capita l’occasione, il che quasi quotidianamente, permette di fare lunghe elucubrazioni mentali che alla fine portano tutte alla stessa

conclusione: di non politica si può anche vivere. Vedete, quello che sta accadendo è stato largamente anticipato da chi conosce i “fatti e soprattutto gli atti che avvengono nella pignatta”, il che avvalora un altro detto: dove ci sono molti galli non fa mai giorno. Un detto che fa da pendant con il sonetto usato in

apertura di articolo che la dice lunga di come si usa la politica per “aggiustare i fatti di casa propria”. Con questo non vogliamo assurgere al ruolo di “fustigatori delle anime prave” come scrisse il padre della lingua italiana perché le continue dichiarazioni rilasciate alla stampa sono la prova provata di chi

vorrebbe, ma non lo fa, altrimenti sarebbe la debacle, che le parole pesano più dei fatti, anche perché in politica le parole, e in primis i proclami, se le porta via il vento, e di conseguenza hanno il valore dello “specchietto delle allodole” che attira e non si concretizza se non apparentemente. Parole che, invece, potrebbero avere peso e valenza solo se si ragionasse e non si parlasse a vanvera. Non sta certo a noi cronisti di provincia insegnare la difficile arte della politica e tanto meno dare dritte di come si deve amministrare la cosa pubblica. Una cosa però consentiteci di scriverla lavorate per il bene della comunità altrimenti il sonetto di Trilussa peserà sulle coscienze e questo per chi si professa innovatore che si è prefissato di voltare pagina, cosa che non è accaduto fino a questo momento, non è bene.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

6

Campobasso

19 dicembre 2015

Individuati 4 operatori economici sconosciuti al Fisco L’operazione è della Guardia di Finanza di Campobasso CAMPOBASSO. Attività investigativa condotta dal Nucleo Polizia Tributaria di Campobasso nell’intera Provincia – Individuati 4 operatori economici sconosciuti al Fisco – Redditi non dichiarati per oltre 20 milioni di Euro – Due segnalazioni di reato inoltrate alla competente Magistratura del Ca-

poluogo per violazioni al D.Lgs. 74/2000 in materia di infrazioni di natura penale-tributaria. 4 operatori economici totalmente sconosciuti al Fisco, sono stati individuati e sottoposti ad ispezione dai finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Campobasso. Due di essi esercitavano nel set-

tore relativo all’allevamento del pollame ed altrettanti si occupavano invece di rivendita al dettaglio di autoveicoli usati. Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle, hanno consentito una minuziosa ricostruzione dei singoli volumi d’affari riconducibili alle imprese coinvolte,

quantificando in oltre 20 milioni di Euro la base imponibile sottratta a tassazione. Violazioni anche in materia di Imposta sul Valore Aggiunto, con importi mai dichiarati superiori ad un milione di Euro. Accertate anche infrazioni di natura penale-tributaria a carico di due

titolari, segnalati all’A.G. del Capoluogo per le violazioni previste e punite dal D.Lgs. 74/2000. Avviate le procedure di recupero delle somme evase, anche con la richiesta di applicazione di misure cautelari patrimoniali (cd. sequestro conservativo).

“E la strada franta in via Maiorano?” L’intervento dei consiglieri del gruppo “Ora per Jelsi” Francesco Maiorano e Massino Tatta JELSI. “Abbiano depositato, durante l’ultimo consiglio comunale, una interrogazione urgente a risposta scritta al Sindaco di Jelsi in merito ai lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza ed adeguamento dell’edificio scolastico sede della scuola elementare e media in Via G. D’Amico e al relativo al crollo del muro di contenimento nonché di un tratto della strada comunale di Via G. Maiorano avvenuto in data 13 novembre 2015“. Così, i consiglieri comunali di Jelsi, Francesco Maiorano e Massimo Tatta.

L’interrogazione è finalizzata a far chiarezza sulle responsabilità relative al crollo che ha determinato la chiusura della strada Giuseppe Maiorano. Crollo avvenuto durante i lavori di ampliamento del parcheggio della scuola Media ed Elementare di Jelsi, poco distante dalla strada in questione. “I danni subiti dalla viabilità, e dalle altre infrastrutture come la rete idrica, sono da, un primo sopralluogo effettuato, ingenti. La strada è crollata per diversi metri, unitamente al terrapieno che la separava dal piazzale della scuola, durante i lavori di

ampliamento del piazzale stesso. È necessario che il Comune di Jelsi accerti le responsabilità e verifichi se vi sia stato un errore di progettazione o un errore di esecuzione dei lavori per agire di conseguenza, onde evitare che i costi del ripristino della viabilità siano a carico dei cittadini. Confidiamo, in questo caso, che l’Amministrazione agisca a tutela della sua cittadinanza adendo anche le vie legali, come non ha mancato di fare, anche di recente, per situazioni meno gravi rispetto al crollo di una strada centrale del paese“.

Le borse di studio “Angelo De Bernardo” Cerimonia toccante al Coni provinciale di Campobasso per la premiazione degli atleti CAMPOBASSO. Puntuale come ogni anno, da venti anni a questa parte, torna l’appuntamento con la premiazione degli studentiatleti con la borsa di studio intitolata alla memoria di “Angelo De Bernardo” promossa dalla ditta Gioca Giò di Campobasso in stretta collaborazione con il Coni Molise e il Miur. Autorità politiche, scolastiche, sportive, istituzionali e delle Forze dell’Ordine, genitori, parenti, allenatori, presidenti di federazioni e società sportive hanno riempito la sala conferenze del Coni Molise per rendere omaggio ad un gruppo di studenti-atleti, quest’anno ben 21 i premiati, che rappresentano quanto di meglio può offrire la nostra regione per ciò che concerne il valore sportivo e il valore scolastico. Esempi da seguire ed imitare per l’elevato livello raggiunto sia nel campo scolastico

sia in quello sportivo, come ben sottolineato dal presidente del Coni Molise, Guido Cavaliere, che con grandi sacrifici sono riu-

sciti ad eccellere in ambedue i campi. Giovani, atleti, studenti, dall’indubbio futuro roseo e ricco di soddisfazioni che rappresentano in pieno ciò che di positivo lo sport può dare a chi si impegna con dedizione ed abnegazione. Tale riconoscimento è stato attribuito agli studenti-atleti che si sono distinti e per meriti sportivi e per la media

conseguita nel corso dell’anno scolastico 2014-2015. 21 i ragazzi che hanno ricevuto l’ambito premio: Enrico Sciulli,Cristiano Hantjoglu e Andrea Brandimarte i migliori. Ad aprire i lavori il prof. Guido Cavaliere che, dopo aver salutato e ringraziato le autorità presenti, si è congratulato con le famiglie dei ragazzi per il sostegno dato ai medesimi, con gli insegnanti e con i tecnici che hanno traghettato i giovani verso risultati così prestigiosi. Un plauso speciale ad Andrea Brandimarte portacolori della Fly Sport Inail Molise Termoli e studente del-

l’IISS Alfano sempre di Termoli. Con una media scolastica pari a 7,91 e con un punteggio sportivo pari a punti 6,00 ottenuti grazie al titolo di vice campione d’Italia conquistato ai campionati paralimpici di tennistavolo di Lignano Sabbiadoro nel singolo maschile giovanile, Andrea Brandimarte è salito sul gradino più basso del podio per la grande gioia di amici e parenti, soprattutto del nonno Giulio Simpatico che è apparso notevolmente emozionato durante la premiazione del nipote. Andrea, come ben sottolineato anche dal presidente del Coni Molise, Guido Cavaliere, ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia che, a partire dal nonno Giulio per terminare ai genitori Giorgio e Sabrina, ha saputo infondere nel suo animo più profondo tutti quei valori positivi dello sport e della disciplina scolastica che hanno reso possibile far maturare e crescere un giovane completo sotto ogni punto di vista che saprà affrontare la vita nel modo migliore, con la grinta di un atleta di razza e con la maturità e la preparazione di un talento scolastico.


Campobasso

7

Tutto quello che gli altri non dicono

19 dicembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

In casa del Lupo si cerca la terza vittoria consecutiva proprio nella tana dei Pentri

Il risveglio del tifo darà la carica ai nostri ragazzi

Gabrielloni pronto per l’attacco, Cianci invece ha cambiato maglia di Gennaro Ventresca Il popolo rossoblù non sa galleggiare sulla schiuma, deve cavalcare l’onda. La nuova vecchia storia dell’ “Io c’ero”. Solo così si spiega il repentino risveglio di una tifoseria che aveva già messo nel comò sciarpe e bandiere, ma che in tutta velocità è andata a riprenderle, per farne drappi e mantelli nel giorno tanto atteso del Lancellotta. “Niente più passato, solo futuro” aveva taggato una mano intelligente su FB. Come dire: basta con le ciabatte, mettiamoci le scarpe e forza a scarpinare. Per una vita nuovamente da braccio di ferro. C’erano tanti santini nei favolosi Ottanta, ma che serve ricordarlo

anche col profumo del capitone e il bagliore delle luci natalizie? Oggi il nuovo si chiama Alessandro Gabrielloni, centravanti che il tecnico Favo ha avuto a Macerata e l’anno scorso a Taranto. Uno se lo immagina come Lukaku

(Everton), muscoli d’acciaio e sedere grosso uno con un nome così. In verità il vostro cronista d’antan non vi può aiutare nella descrizione del nuovo acquisto, non so se sia arrivato per far differenza o solo per completare l’organico. C’è stato un tempo che sui campi della C1 girava un centravanti bello, svelto e col vizietto del gol. Si chiama Gabriellini e militava nella Salernitana il suo nome faceva il paio col suo fisico da quattrocentista. Non so, almeno per il momento, a chi paragonare il nostro Gabrielloni. Ma, come ricordavo, non mi dispiacerebbe ritrovarmi in casa una specie di Bobo Vieri e non Lukaku, visto che il Nostro è bianco e non di colore come l’attaccante belga che

gioca nella Premier. Di certo Gabrielloni non è un prodotto liofilizzato, messo lì tanto per far numero. Lo garantisce Favo che in questi due mesi molisani si sta mostrando attento e lungimirante. Che sa benissimo che l’ultimo arrivato non è uno che sfonda le reti, a Taranto ne ha segnate 8, altrove anche un po’ meno. So con certezza che Aquino partecipa al gioco, anche se è un po’ ingordo, come ha mostrato settimana scorsa contro la Folgore. Aquino è svelto e rapace, sembra un po’ il Miani prima maniera, quello che in rossoblù non ha fatto scintille, ma ha fatturato lo stesso i suoi gol pesanti. Come si conviene a un vero attaccante d’area di rigore.

Per chiarezza va anche ricordato che il campobassano Francesco Cianci s’è trasferito a Isernia. Farà il pendolare e con lui, verosimilmente, il padre Nello che non ha mai perduto un solo allenamento del figliolo. Il duo Cianci spera di avere finalmente le prime gioie di stagione proprio nell’altra provincia, con la quale quelli del capoluogo non hanno avuto mai un rapporto troppo cordiale. Certi papà a volte sono un po’ ossessivi. Farebbero meglio a lasciare a briglia sciolte i propri ragazzi quando praticano lo sport. Ma non sempre ciò è possibile, specie quando in casa, come nel caso di Nello, c’è una lucente storia calcistica da far rivivere.

Anno Santo della Misericordia Luoghi Giubilari: Apertura delle Porta Santa Basilica minore di Castelpetroso, antica Cattedrale di Bojano, Mensa della Carithas Campobasso Castelpetroso – Bojano- Campobasso. «Porte sempre aperte per compiere meraviglie sempre più grandi: giubiliamo perdoniamo e amiamo» lo ha detto l’arcivescovo di Campobasso –Bojano S.E. mons. GianCarlo Bregantini a conclusione dell’omelia per il rito di apertura della Porta Santa nella Catte-

drale di Campobasso. «La Porta Santa si aprirà come spazio di Misericordia - ha soggiunto il Presule di Campobassoanche nella Basilica minore di Castelpetroso e nell’antica Cattedrale di Bojano. Ma apriremo la Porta Santa anche nella Casa degli Angeli papa Francesco – mensa della Caritas – in forma semplice,

ma di grande significato, per dar vigore alle iniziative fatte in questi giorni per venire incontro alle nuove emergenze dell’emigrazione. La Caritas va sempre più sostenuta, anche culturalmente e spiritualmente!» Luoghi giubilari: Apertura delle Porte Sante - le date

Domenica 20 dicembre 2015 ore 12,00 Basilica minore dell’Addolorata di Castelpetroso; Domenica 20 dicembre 2015 ore 17,00 antica Cattedrale di Bojano; Lunedì 21 dicembre 2015 ore 18,00 Mensa caritas “Casa degli angeli papa Francesco”

Alla Cattolica di Campobasso innovativa metodica cardiochirurgica “salva vita”, possono essere curati pazienti altrimenti inoperabili.

Solo pochissimi Centri in Italia praticano questa metodica La malattia della valvola aortica del cuore (stenosi aortica) è causa di morti improvvise e riduce significativamente la qualità della vita, provoca problemi di ridotta tolleranza allo sforzo (affanno) perché il cuore non ha forza di mandare ossigeno a sufficienza a tutti gli organi. Fino a una qualche anno fa in questi casi si ricorreva alla chirurgia tradizionale che comportava un intervento con apertura del torace e arresto del cuore. Una metodica innovativa sta cambiando il panorama degli interventi cardio chirurgici. Una tecnologia che risponde al nome di TAVI (TranscatheterAortic Valve Implantation), un impianto transcatetere della valvola aortica. TAVI è una protesi valvolare che non richiede l’uso del bisturi, è un’operazione di microchirugia, decisamente meno invasiva. Viene applicata attraverso un catetere inserito in un foro nell’arteria femorale, a livello inguinale, si entra dentro la valvola aortica nativa e si inserisce dentro la vecchia una nuova valvola in materiale autoespandibile oppure montata su un Pallone dilatatore.Nei casi per i quali non è possibile la sostituzione per via percutanea, viene utilizzata un nuovo tipo di protesi che non viene suturata al cuore. Non è necessaria l’apertura completa del torace. Alla Fondazione “Giovanni Paolo” l’equipe del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, diretto dal dottor Carlo Maria De Filippo, ha eseguito questo tipo di impianto su pazienti altrimenti inoperabili (anche ultraottantenni). Con una piccola incisione, come per una normale coronarografia, è stato inserito un catetere nell’arteria fe-

morale. Gli interventi sono stati fatti in alcuni casi senza anestesia. Non si è avuta alcuna complicanza e i pazientisono già stati dimessi. Questa tecnica è indicata per i soggetti in età avanzata che, senza trattamento, avrebbero una prognosi infausta e le cui malattie associate determinano un aumento del rischio di mortalità per l’intervento. Il Parco tecnologico particolarmente avanzato e in continuo aggiornamento presente in Fondazione permette l’utilizzo di metodiche all’avanguardia, infatti, questo tipo di impianto è stato eseguito in Sale cosiddette ibride, che possono, in casi di emergenza, consentire l’intervento car-

diochirurgico, senza trasporti rischiosi e con un risparmio preziosissimo di tempo. La Cattolica è tra i pochi Centri in Italia a praticare questa innovativa tecnica ed l’unico Presidio in Molise. I traguardi raggiunti sono stati possibili anche grazie al costante rapporto istituzionale con Policlinico “Gemelli” e in particolare con il “Polo Apparato Cardiovascolare e Toracico” diretto dal professor Filippo Crea, e l’ “Area Cardio-Vascolare”, diretta dal professor Massimo Massetti. Preziosa anche la collaborazione con l’equipe di emodinamica del Fatebenefratelli di Benevento, diretta dal Prof. Bruno Villari. In questi anni il Dipartimento di Malattie Cardiovascolari ha partecipato a numerosi Progetti di Ricerca internazionali con i migliori Centri al mondo. Il percorso di innovazione tecnologica è stato possibile anche grazie alla costante formazione, che ha visto il Centro di Campobasso protagonista di importanti meeting ed eventi a cui hanno partecipato esperti di fama internazionale. Il Dipartimento, che comprende la Cardiochirurgia, l’Emodinamica e la Riabilitazione, garantisce un approccio integrato ed un percorso clinico individualizzato e sicuro. I risultati lo dimostrano: dal Programma Nazionale Eventi 2014 AGENAS è emerso che la Cardiochirurgia si trova ai primissimi posti nel panorama nazionale. Grazie all’innovazione tecnologica ed all’eccellenza dei risultati clinici, è quindi un punto di riferimento non solo per il territorio molisano ma pertutto il centro sud come dimostrano i dati dell’affluenza dei pazienti dalle Regioni limitrofe.





11

Isernia

19 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sanità: il faraone Frattura e lo sterminio dei Pentri di Emilio Izzo Così come il faraone egiziano ordinò di uccidere tutti i nati maschi per sterminare gli ebrei, il faraone molisano, non riuscendo a zittire le voci libere in regione, soprattutto nell’area isernina, decise di abbatterne il luogo dove le lodevoli mamme si riunivano di notte per mettere al mondo i loro figli, nuova linfa per combattere lo strapotere e l’arroganza del dittatore di turno! Decise di servirsi della corte al suo servizio per studiare le strategie più subdole al fine di concepire un mostruoso progetto definito “Lo sterminio dei pentri”! In modo particolare, chiamò a sé una dirigente generale, fornita dell’attestato dell’antica e nobile professione di assistenza agli infermi (parificato alla laurea per non diminuirne il valore) e la cercò fuori dei confini del regno, in considerazione del fatto che, i vigliacchi predatori della sanità pubblica in Molise, avevano già dato o altro da fare! E così, per dare avvio alla fase seconda del suo stramaledetto progetto di sterminio totale, si servì dei più aristocratici militanti della fazione

di maggioranza, chiamata PD, della quale la magnifica dirigente era fiera componente. Si scoprirà più tardi che, in considerazione delle pregevoli iniziative messe in atto in campo sanitario, il faraone promosse a direttrice generale di tutti i dissidi molisani proprio l’infermiera professionale venuta dalla confinante terra delle orripilanti spade del dio vento, che, ormai da tempo, avevano preso possesso anche del Molise. Ma come si esplicitava nei parti-

colari il progetto di sterminio degli oppositori pentri? Bene, nulla di più semplice, banale, elementare, infantile che si potesse immaginare! Ecco, il faraone e la sua visir, senza sforzarsi troppo (ma anche facendolo non avrebbero saputo fare di meglio), decisero di recidere a dare alle fiamme il luogo dove, appunto, le donne pentre si erano ritrovate fino ad oggi per dare al mondo le loro creature e dove, alla bisogna, potevano curarsi in caso di so-

praggiunte difficoltà, disegnando quella nuova mappa del regno, che maledice l’area pentra negandole una progenie! E così, senza sapere né leggere e né scrivere (come dicevano gli antichi che non sbagliavano mai!), questi due soggetti, fanno sparire i reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia dell’ospedale Veneziale di Isernia, rendendo impossibile alle mamme far nascere i propri figli a Isernia, loro terra da sempre, castigandole a viaggi continui per la

cura dei piccoli e per la propria salute e cancellando definitivamente il diritto alla cittadinanza, perché mai più taluno potesse scrivere sul proprio cartiglio “nato nella terra dei Pentri”! Ma il faraone molisano, che a differenza delle grandi opere realizzate dai faraoni d’Egitto, ha saputo solo emularne le porcherie, la parte più subdola e cattiva (metropolitana leggera a parte), non ha fatto i conti con i vecchi e i sopravvissuti i quali, con animo libero e indomito, hanno deciso di arrestare questo processo di sterminio e di ricacciare il tiranno verso i luoghi a lui più cari, magari nella terra della sua infermiera professionale dove magari avranno la possibilità di fare altri danni (ma se sono qui da noi, magari lì non la voleva nessuno!), Emiliano permettendo! Difesa ad oltranza dell’ospedale, dei suoi reparti e di tutta la Pentria! Ovviamente la difesa va fatta dell’intero Molise ma l’emergenza ci spinge ad occuparci della salute. A giorni riunioni operative e strategie comuni!

Tentata estorsione ai danni di un imprenditore Ad Agnone, due pregiudicati arrestati dai Carabinieri AGNONE. Un altro duro colpo è stato assestato nelle ultime ore dai Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia nel contrasto alla criminalità. Due pregiudicati A.D., 54enne di Casalnuovo di Napoli, con precedenti per estorsione e reati in materia di stupefacenti, e F.A., 52enne di Portici, in provincia di Napoli, con pre-

cedenti per reati di minaccia e sequestro di persona, sono stati arrestati dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Agnone, in quanto avevano tentato una estorsione ai danni di un imprenditore, titolare di una struttura ricettiva del centro alto molisano. I due si sono presentati all’imprenditore, e mi-

nacciandolo prima di morte e poi di eventuali danneggiamenti alla struttura, chiedevano una ingente somma di denaro. La vittima, ha però immediatamente segnalato l’episodio ai Carabinieri, che sono tempestivamente intervenuti bloccando i due malviventi. Accompagnati presso il Comando dell’Arma, dopo le formalità di

Maxi sequestro di botti illegali A Isernia, blitz dei Carabinieri del Nucleo Investigativo ISERNIA. Il blitz dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Isernia, è scattato questa mattina all’alba, quando all’interno dei locali di una attività commerciale ubicata nella periferia cittadina, sono stati trovati circa mezzo quintale di botti, di genere vietato, che sarebbero stati messi in commercio senza alcun tipo di autorizzazione e con grave pericolo per l’incolumità pubblica. Per questi motivi i materiali esplodenti sono finiti sotto sequestro, mentre il titolare dell’attività, di origine cinese, 35enne residente ad Isernia, è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per il commercio illegale degli artifizi pirotecnici. Secondo i primi accertamenti i botti sarebbero

stati confezionati in un centro dell’alto casertano, per poi essere messi in vendita nella provincia di Isernia. Quest’ultimo blitz, si inquadra in una vasta operazione che si prefigge lo scopo di evitare che con l’approssimarsi delle festività Natalizie e di fine anno, si possano verificare incidenti con gravi conseguenze e con effetti talvolta mortali, provocati da botti o marchingegni più simili a vere e proprie bombe che a giochi pirici. I controlli quindi proseguiranno per accertare la regolarità delle licenze e autorizzazioni per la vendita di fuochi pirotecnici in negozi ed eventuali bancarelle sparse sul territorio. In queste ore vengono anche verificate le misure di sicurezza obbligatorie per chi tratta con questo tipo di

materiale e che non venga ceduto ai minori di anni 14. Ovviamente la finalità principale dei militari è quella di rintracciare e togliere dal mercato ordigni confezionati artigianalmente con grandi quantità di polvere pirica, definiti comunemente “Botti Killer”. Un capillare monitoraggio attuato anche con perquisizioni presso abitazioni dove si sospetta vengano nascosti pericolosi materiali esplodenti. Con questo tipo di operazioni gli uomini dell’Arma puntano soprattutto alla prevenzione per scoraggiare al massimo la vendita e l’utilizzo di botti proibiti, e mettere in guardia soprattutto i più giovani dai pericoli cui vanno incontro nel maneggiare i fuochi di artificio, anche quelli apparentemente più innocui.

rito, sono stati trasferiti in stato di arresto presso la Casa Circondariale di Isernia con l’accusa di concorso in tentata estorsione. In queste ore sono in corso ulteriori indagini al fine di meglio delineare i contorni della vicenda e se i due arrestati siano coinvolti in altre analoghe azioni criminose.


12

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

19 dicembre 2015

“Trivellazioni in mare? Ancora ombre”

Per i comitati, gli emendamenti presentati dal governo non ricalcano i quesiti referendari TERMOLI. L’accusa è diretta: “gli emendamenti presentati dal Governo alla legge di stabilità ricalcano solo apparentemente i quesiti referendari”. Lo affermano senza troppi giri di parole i rappresentanti del Coordinamento nazionale No Triv. Sotto la lente è andato a finire l’emendamento che riguarda le perforazioni in mare che, secondo il Coordinamento, presenterebbe delle modifiche che “tra abrogazioni e aggiunte normative, dissimulano in modo subdolo il rilancio delle attività petrolifere in terraferma e in mare e persino entro le 12 miglia marine, eludendo con ciò gran parte degli obiettivi del referendum No Triv. I passaggi normativi del disegno governativo – si legge in una nota stampa – sono riassunti nell’abo-

lizione del ‘piano delle aree’ (strumento di razionalizzazione delle attività Oil & Gas) e nella previsione per cui si fanno salvi tutti i procedimenti collegati ai ‘titoli abilitativi già rilasciati’ all’entrata in vigore della legge di stabilità 2016 “per la durata di vita utile del giacimento”. Un mix esplosivo, che avrebbe

effetti devastanti sul referendum e sul futuro dei mari italiani, atteso che ‘l’obiettivo principale del Governo è mantenere in vita e a tempo indeterminato tutti i procedimenti attualmente in corso entro le 12 miglia marine. La soppressione del ‘piano delle aree’ costituisce, poi, il vero ‘cavallo di Troia’ del Governo”. E’

per questo motivo che il Coordinamento Nazionale No Triv aveva formulato per l’occasione alcuni sub-emendamenti volti a correggere le proposte dell’Esecutivo che però sono stati bocciati alla Camera dei Deputati in Commissione Bilancio. “Il Coordinamento Nazionale No Triv è stato da sempre chiaro sul punto. Delle due l’una: o con le modifiche si accolgono tutti i quesiti referendari senza tradirne lo spirito o si va a referendum. Nessuno è autorizzato a mediare rispetto a questa alternativa, cercando un punto di incontro e accontentando, con un compromesso al ribasso, le Regioni e i loro delegati, attraverso la facile promessa di un maggiore loro coinvolgimento nelle scelte che in materia lo Stato effettuerà

d’ora in avanti. Una promessa del tutto evanescente, destinata ad essere tradita dopo le elezioni amministrative del prossimo anno e dopo il referendum sulla revisione costituzionale, che com’è noto, riconduce nelle mani esclusive dello Stato ogni scelta in fatto di energia. Gli emendamenti proposti dal Governo – concludono i rappresentanti del No Triv – costituiscono un autentico atto di sabotaggio e uno schiaffo alla democrazia nel nostro Paese. Per questo chiediamo ai delegati delle Regioni di rispettare il mandato ricevuto loro dai rispettivi Consigli e a alle cittadine e ai cittadini italiani che hanno a cuore la proposta del referendum di percorrere assieme a noi e fino in fondo la strada referendaria”.

“Il Polo fieristico si farà” A Larino l’annuncio su Facebook del sindaco Notarangelo LARINO. “Una vittoria che da ragione all’Amministrazione Comunale di Larino e permette la realizzazione delle tanto attese strutture fieristiche larinesi”: sono le parole postate questa mattina al sito del Comune di Larino dove si anticipa quella che per molti è già una storia decisione capace, tra le altre cose, di avviare

ufficialmente una “nuova stagione per la tradizionale fiera” e porre fine a una diatriba durata diversi anni. “Infatti – prosegue il post – nella giornata di ieri, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), si è pronunciato sul ricorso numero 9807 del 2015, proposto dal Comune di Larino, ritenendo che “nella con-

trapposizione degli interessi debba darsi prevalenza all’interesse del Comune di Larino al completamento a breve dell’opera intrapresa”. L’iter per la realizzazione del polo fieristico da ora andrà avanti celermente e contiamo di iniziare i lavori già nelle prime settimane del nuovo anno”.

Sociale e qualità della vita La mission della cooperativa è quella di garantire pari opportunità a chi ha disabilità TERMOLI. La mission è quella di promuovere la qualità della vita, le pari opportunità, l’integrazione nel tessuto sociale e favorire i processi di cittadinanza attiva e consapevole. Obiettivi che hanno spinto i rappresentanti del Centro Sociale Lavorativo a organizzare in via Adriatica un gazebo con i lavori natalizi creati dagli ospiti di Termoli che ha sede in via del Molinello 1, in collaborazione con “Il Mosaico”, Società Cooperativa Sociale Onlus di Casacalenda. Il centro sociale lavorativo ha l’obbiettivo di fornire aiuto a persone con disagio psichico affinché esse possano esprimere potenzialità e abilità specifiche che permettono di sperimentarsi con successo e soddisfazione nell’ambiente in cui

lità della vita, le pari opportunità, l’integrazione nel tessuto sociale, in definitiva favorire processi di cittadinanza attiva e consapevole. Il centro è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 13,00 e aspetta chiunque voglia conoscere le attività svolte e i principi che le indirizzano.

hanno scelto di vivere, imparare, lavorare. Gli interventi sono principalmente finalizzati alla valorizzazione delle risorse e alla riacquisizione di competenze lavorative, molto spesso

andate perdute. Per molti il CSL rappresenta, infatti, una fase intermedia e preliminare rispetto al lavoro vero e proprio. La vera mission è quella di promuovere la qua-


13

Termoli

19 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Larino, Imu e Tasi alle stelle Aumentati i tributi locali al massimo. Protestano i cittadini per l’improvvisa decisione LARINO. Clemente Pascarella, già Assessore nella ConsiliaturaGiardinno, ha informato troppo tardi l’utenza. Ha postato l’argomento su di un “social” avvertendo che, dopo l’imu, l’Amministrazione comunale di Larino, aveva aumentato pure la tariffa della “Tasi” sui servizi indivisibili offerti (?) da Palazzo ducale ai cittadini sulle abitazioni principali, sulle relative pertinenze, sulla polizia locale, etc. Cosicché l’aliquota 2015 è transitata dall’1,5 al 2 per 1.000. Sicuramente devo essermi perso qualcosa. Per quanto mi riguarda, ero fermo al Governo nazionale che non aveva validato i ritocchi disposti dai Comuni dopo il 30 luglio 2015. A tale proposito, era intervenuto un emendamento alla “Legge di stabilità”, approvato nella Commissione camerale al bilancio, che abrogava “la sana-

toria delle deliberazioni 2015 relative a regolamenti, aliquote e ta-

riffe di tributi adottati dai Comuni” dopo quel termine. E così

solo all’ultimo momento ho appreso, “scartabellando” tra i vari

oggetti del Sito “web” dell’Ente che gli aumenti a cui faceva cenno il già Assessore c’erano stati in “zona Cesarini”, approvati dal Consiglio nella tarda serata dell’ultimo giorno utile. Naturalmente questo non depone bene per i nostri “fabbricatori” che – facendo lievitare gli “impegni” dei cittadini (ricalcolo di quanto dovuto, ricorso al commercialsta, file a cui sottoporsi …) – mostrano di impiparsene delle loro esigenze, inferendo un danno pure a sé stessi, considerato che una cosa è incassare soldi sull’unghia un’altra far cassa con maggior fatica. Insomma è stato fatto l’esatto contrario della procedura statale sulle “multe” quando è stato offerto uno sconto del 30%, a chi avesse pagato entro 5 gg., proprio per evitare lungaggini e ricorsi. Praticamente la “Fabbrica” c’è; le “idee” no

Daniele Di Vito vince il braccio di ferro Accolto il ricorso dell’ex dirigente del comune di Termoli sull’indennità di risultato TERMOLI. Caduta l’amministrazione Di Brino ormai da quasi due anni, ancora si fanno sentire gli effetti di strascichi e decisioni che hanno riguardato quel periodo, ma gestiti dall’attuale governo locale. Con sentenza n. 272/2015 pubblicata in data 02/12/2015 il tribunale di Larino, sezione Lavoro, ha accolto il ricorso dell’ex dirigente del Comune di Termoli, avvocato Daniele Di Vito, relativo alla mancata corresponsione da parte del Comune di Termoli dell’indennità di risultato per l’anno 2013 condannando l’Ente al pagamento della complessiva somma di 10.741,40 euro oltre interessi legali e l’eventuale ulteriore somma spettante a titolo di differenza tra questi ultimi e il maggiore importo della rivalutazione monetaria dalla maturazione al saldo, oltre competenze legali. Nello specifico la sentenza ha ritenuto che “la retribu-

zione di risultato presuppone necessariamente non già solo lo svolgimento, secondo l’ordinaria diligenza, delle attività in cui consiste la posizione apicale occupata, per la quale è previsto l’elemento accessorio della retribuzione di posizione, ma la valutazione del raggiungimento degli obiettivi fissati con l’attribuzione della posizione. Si tratta, quindi, di un emolumento accessorio di natura premiale ed incentivante a carattere speciale, in un’ottica di gestione per obiettivi del personale di livello direttivo. In altri termini, il dipendente cui è assegnata la posizione apicale, se chiamato dalla sua Amministrazione a raggiungere determinati obiettivi, ha anche diritto, secondo le previsioni contrattuali, all’elemento retributivo accessorio costituito dalla retribuzione di risultato, che quindi di per sé sfugge all’ambito di protezione della retribuzione proporzionata e sufficiente di cui

all’art. 36 della Costituzione. La valutazione dei risultati è, allora, condizione necessaria per l’attribuzione dell’indennità ed occorre, prima ancora, che un obiettivo venga assegnato al dipendente e che questo venga raggiunto. Le modalità di verifica del conseguimento del risultato attengono alla regolamentazione del processo valutativo in un’ottica di trasparenza, perseguita dalle parti sociali in sede di contrattazione decentrata, della gestione del personale. Ma non introducono certo una condizione meramente potestativa per cui se l’Amministrazione in concreto non rende operativo il nucleo di valutazione non si dà luogo all’attribuzione del beneficio economico della retribuzione di risultato, altrimenti si trasformerebbe un emolumento incentivante in una sorta di discrezionale premio di produzione.

De Luca in Municipio per la benedizione Dopo dieci anni di episcopato la manifestazione voluta in Comune a Termoli TERMOLI. Sta divenendo importante in termini di permanenza il mandato del vescovo diocesano Gianfranco De Luca in Basso Molise. In attesa di tagliare il traguardo del decimo anno di episcopato, nella prossima primavera, De Luca si avvia a celebrare il suo decimo Natale, dal 2006. Come di consueto, nelle more delle festività natalizie, ormai distanti sono una settimana, il presule si è recato in municipio per offrire benedizione, saluto e augurio per tutti i dipendenti e gli amministratori. Alla presenza del sindaco Angelo Sbrocca, a cui ha regalato una massiccia ma contenuta candela, degli assessori Enzo Ferrazzano, Pino Gallo e Filomena Florio, del presidente del Consiglio comunale Manuela Vigilante e di alcuni consiglieri (sarebbe stato

meglio ci fossero tutti e in merito si è registrata una piccola polemica tra maggioranza e opposizione a latere delle sedute di Commissione), De Luca ha introdotto il tema di questo Natale, che ci fa volgere lo sguardo con misericordia verso il prossimo, essenza dell’anno giubilare voluto da Papa Francesco, consapevoli che in società si allarga la componente dei poveri e che occorrerebbe dare maggiori risposte a chi soffre. Nutrita la partecipazione dei dipendenti, impiegati, funzionari e dirigenti. Anche se il numero di persone che lavora in municipio decresce ogni anno. Nessun esponente delle minoranze, dicevamo, nonostante qualche seduta di Commissione fosse finita pochi minuti prima della cerimonia in sala consiliare e del centrosinistra presenti Anto-

nio Giuditta, Timoteo Fabrizio, Francesco Di Giovine, Maria Grazia Cocomazzi, Oscar Scurti, Antonio Sciandra, Salvatore Di Francia, Giovanni Di Tella, Mario Orlando e Sebastiano Di Campli. Il sindaco Sbrocca, rivolgendosi ai dipendenti, al vescovo, ma anche a tutta la comunità termo-

lese amministrata ha sottolineato come il 2015 sia stato un anno duro, “ma importante, durante il quale abbiamo cercato di fare tutto quello che si poteva fare. Sono certo che il Comune di Termoli viene considerato un bene comune per tutti noi e sono certo della massima collaborazione e

professionalità all’interno di tutti i procedimenti in corso, voglio fare gli auguri, fare i migliori auguri per un buon Natale e un felice anno nuovo alle vostre famiglie, figli e tutti quelli che avete vicino, speriamo che l’anno prossimo sia migliore di quello passato”.



15

Opinioni

19 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

di Stefano Fioretti Il nostro Paese non ci fa mancare mai stranezze, polemiche e prese in giro più o meno velate ai danni dei suoi stessi cittadini. Nel giorno di Pasqua, ad esempio, il signor Primo Ministro ci ha allietati con un discorsetto sulle tasse e sull’intenzione (inesistente) di evitare l’aumento dell’Iva, previsto dalla famosa clausola di salvaguardia, che invece scatterà di sicuro perché di certo la nostra politica non andrà a tagliare le spese delle caste. Nella nostra città la polemica del momento è quella deflagrata dopo l’approvazione, ora “congelata”, dell’ampliamento dell’industria chimica Momentive. Tale potenziamento sta tenendo letteralmente “per il bavero” e spalle al muro la cittadinanza. Non è mancata sul tema una interrogazione al Ministero della Salute ad opera del Senatore Ulisse Di Giacomo. Armiamoci di pazienza e cerchiamo di tenere i piedi ben piantati a terra. Commentare ed affrontare la vicenda non è semplice soprattutto se ci si arma di buon senso, praticità e realismo. Nel pomeriggio di sabato 11 aprile si terrà al cinema S. Antonio un dibattito promosso da tutte le associazioni possibili ed immaginabili e di certo l’incontro non risulterà noioso. Perplessità invece nascono sulla reale utilità dell’appuntamento, che si paleserà solo se sarà servito a maturare alcune riflessioni riguardanti il futuro, lo sviluppo e le scelte che segneranno le sorti non solo e non tanto di Termoli ma del Basso Molise e della regione. L’industria chimica è considerata, non senza ragioni, un’economia “nociva” per il territorio. Al di là di tutte le considerazioni possibili riguardanti i rischi reali, il rispetto delle normative di sicurezza e dell’ambiente bisognerebbe finalmente rispondere alla inevitabile domanda: perché dalle nostre parti abbiamo insediamenti industriali di questo tipo e non una

conto: Cosa facciamo della nostra bella terra? Mandiamo via, ammesso che siamo in condizioni di farlo, quel che c’è e restiamo mani in mano provando poi a spiegarlo alle famiglie che resterebbero puntualmente in mezzo ad una strada? Non sono amante del dissesto idrogeologico, del degrado ambientale e delle attività rischiose per la sal u t e . Semplicemente credo che senza creare un progetto, attivare un’economia “non nociva” ed allestire un tessuto produttivo in modo organico e misurato sulle nostre risorse, che non sono certo poche, sia impossibile guarire il malato. Se la società civile e la politica riuscissero a coalizzarsi lavorando per pensare, stendere e varare un piano di sviluppo senza guardare solo al profitto ed al “tornaconto passivo” potrebbero finalmente compiere scelte decise, avere forza contrattuale e scatenare una serie di cambiamenti importanti. La difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini sono questioni serissime ma fino a quando saranno ostaggio di speculazioni e strumentalizzazioni politiche non ci sarà nulla da fare. Ben vengano quindi mobilitazioni, proteste e raccolte di firme ma non limitiamoci a contestare: dobbiamo pretendere con voce poderosa una politica capace di costruire un “organismo sano”, autosufficiente e forte.

Industria chimica, tra polemiche e prospettive forte caratterizzazione cogrande malessere, senza diBisogna avere menticare gli altri impianti che struita su doti e propensioni il coraggio possono essere altrettanto rinaturali della zona e dunque agricoltura, pesca, turismo, di chiedere schiosi. Paragoniamo poi il servizi di vario tipo ed indu- una nuova politica territorio ad un organismo: stria “sana”? Non dimentiquando quest’ultimo viene inper l’industria festato da malattie e “virus”? chiamo che proprio e il progresso Quando è debole, le difese iml’agricoltura può benissimo assumere una dimensione inmunitarie latitano e per giunta dustriale, tanto per dirne una, magari scarseggiano anche con tutti i benefici che ne derivereb- cure e medicinali. bero. Tornando al “nodo”, diciamo pure Monta ora la protesta di tutti coloro che che non siamo nati ieri e il perché forse vogliono “cacciare” la chimica che, lo conosciamo, ma proviamo a ragio- giova ribadirlo, probabilmente non è nare senza condizionamenti o cattivi l’unico insediamento pericoloso e dipensieri. fendere l’ambiente e la salute, propoDiamo per scontato che la chimica sia sito quest’ultimo decisamente nobile. davvero il “diavolo”, una sorta di Sorge però un problema non di poco

Investimenti di pedoni in Molise, incidenti aumentati del 3,8% Tra il 2013 e il 2014 in Molise gli incidenti con investimento di pedone sono aumentati del 3,8%, mentre gli incidenti stradali sono aumentati dello 0,8%. A Campobasso vi è stato un aumento degli incidenti con investimento di pedone (7,7%). A Isernia, invece, vi è stato un calo del 7,1%. L’incidenza degli incidenti con investimento di pedoni sul totale in Molise era del 10,5% nel 2013 ed è passata al 10,8% nel 2014, con una crescita di 0,3 punti percentuali. Sempre tra il 2013 al 2014 in Italia gli incidenti stradali con investimento di pedone sono aumentati del 2,8%, mentre gli incidenti stradali in generale sono diminuiti del 2,3%. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati Istat. Già lo scorso anno il Centro Studi Continental aveva elaborato e diffuso i dati sugli incidenti con investimento di pedone dal 2008 al 2013, evidenziando che tali dati erano pericolosamente in crescita nonostante il calo generale degli incidenti stradali. Come si è visto questa crescita è continuata anche nel 2014, ed anche in questo caso è in controtendenza rispetto all’andamento generale degli in-

cidenti stradali. E’ doveroso ricordare che i pedoni sono gli utenti più deboli presenti sulla strada e che per questo devono essere tutelati efficacemente sia con provvedimenti legislativi ad hoc sia con l’utilizzo sempre più diffuso delle più recenti tecnologie di cui i veicoli possono essere dotati, con particolare attenzione ad una frequente e corretta ma-

nutenzione di tutti i componenti di sicurezza, in primis gli pneumatici. E’ opportuno, inoltre, che anche i mezzi di comunicazione pongano la dovuta attenzione a questa problematica, con campagne di sensibilizzazione rivolte agli automobilisti per promuovere una maggiore coscienza del problema e favorire una maggiore attenzione a tutela dei pedoni. L’elaborazione del Centro Studi Continental fornisce anche un prospetto regionale dei dati. Ne risulta che tra il 2013 ed il 2014 la regione in cui vi è stato il maggior aumento del numero di incidenti con investimento di pedoni è la Lombardia (+10,6%), seguita da Piemonte (10,4%) e Campania (6,3%). Così come è giusto evidenziare i dati negativi, però, è altrettanto importante rendere note le esperienze positive. A questo proposito è da sottolineare che vi sono alcune regioni in Italia in cui il numero di incidenti che coinvolgono i pedoni fra il 2013 e il 2014 non è aumentato, ma anzi è diminuito. In particolare sono da citare Lazio (-3,9%), Sicilia (-4,4%), Puglia (-5%), Abruzzo (-5,2%), Sardegna (-9,7%), Marche (10,2%), Valle D’Aosta (-13,5%) e Basilicata (-22%).


INFO: 339.2733334 - 334.2739180


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.