Molise economia a rotoli

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 141 - venerdì 19 giugno 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Vincenzo Cotugno

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Vincenzo Cotugno. Complimenti al consigliere regionale per l’esito del ricorso presentato dal primo dei non eletti della sua lista e bocciato anche in sede d’Appello. Ci fa piacere che Cotugno resti in Consiglio regionale per la sua ragionevolezza, le sue posizioni sempre garbate e lo spirito costruttivo che è alla base delle sue proposte politiche. In questo momento di grande confusione ci auguriamo che la sua permanenza in Consiglio possa essere motivo di sprone per tanti suoi colleghi.

Il Tapiro del giorno a Pietro Maio

Impietosa analisi della Banca d’Italia

Molise,

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Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. L’assessore comunale di Campobasso ai Lavori Pubblici, non sta dando alcun risultato significativo e apprezzabile. Anzi. L’Acem ancora attende una risposta sulla questione degli appalti perchè, in qualche misura, le imprese locali possano trovare nell’ente comunale una qualche benevolenza, fermo restando la necessaria garanzia di trasparenza. Mentre i cittadini attendono qualche segnale da una struttura, ormai, adagiata.


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2 19 giugno 2015

Costituito un comitato tecnico di coordinamento regionale al quale affidare la predisposizione e la stesura del piano regionale di “risk management”

La tutela della salute nei ricoveri ospedalieri ha fatto capolino

Da definire gli obiettivi finalizzati alla costruzione di un sistema di gestione del rischio clinico all’interno di ogni struttura sanitaria operante nel territorio regionale, per migliorare la sicurezza del paziente Nei ricoveri ospedalieri esiste il cosiddetto rischio clinico, ovvero la possibilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca un qualsiasi danno o disagio, imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza la cui conseguenza e si possono concretizzare dal possibile prolungamento del periodo di degenza, ad un peggioramento delle condizioni di salute o, peggio, alla morte del paziente stesso. Problema serio, che pretende di essere affrontato seriamente. Come tenta di provare la direzione generale della Salute che in proposito nei giorno scorsi ha provveduto a costituire un comitato tecnico di coordinamento regionale al quale ha affidato la predisposizione e la stesura del piano regionale di “risk management”: gestione del rischio clinico e delle infezioni correlate all’assistenza; la promozione e il coordinamento delle iniziative per la sicurezza del paziente nel sistema sanitario regionale; la definizione degli obiettivi finalizzati alla costruzione di un sistema di gestione del rischio clinico all’interno di ogni struttura sanitaria operante nel terri-

torio regionale, per migliorare la sicurezza del paziente; la progettazione, il monitoraggio e l’implementazione di tutte le azioni correlate agli adempimenti dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) in tema di rischio clinico; l’implementazione dell’osservatorio epidemiologico regionale sugli “incident reporting”, sugli eventi avversi ed eventi sentinella, sui sinistri e sul contenzioso giudiziario; l’analisi degli eventi sentinella e l’individuazione delle buone pratiche cliniche ai fini della sicurezza del paziente;

L’intervento di Michele Iorio Non ho alcun timore per il provvedimento, peraltro già annunciato, della Giunta che ha deciso di costituire parte civile la Regione Molise nell’eventuale processo giudiziario che vede imputato me ed altre 22 persone. Sono certo che chiarirò le accuse mosse nei miei confronti nella fase processuale, se ci sarà. Ma un aspetto della delibera approvata dalla Giunta Frattura lo scorso 15 giugno è da evidenziare: si tratta infatti di un atto viziato dal pregiudizio politico, altrimenti non si spiega come mai l’esecutivo regionale decide di costituirsi parte civile solo in alcuni procedimenti giudiziari scartandone altri che, per accuse mosse dalla magistratura, producono un danno peggiore all’istituzione e un sentimento di sdegno su-

la formazione e l’aggiornamento del personale sanitario sui temi della qualità e della sicurezza del paziente; l’analisi e il miglioramento dei flussi informativi tra cui il sistema informatico per il monitoraggio degli errori in sanità, la farmacovigilanza, le schede di dimissione ospedaliera, le cartelle cliniche, i reclami, eccetera. Ne ha pertanto cose da fare, da analizzare, da valutare il Comitato dalla cui capacità a realizzare la propria missione dipende la sicurezza della salute dei pazienti, indipendentemente dalle cause per cui sono rico-

verati, nonché il prestigio della struttura sanitaria e degli operatori. Ad accollarsi quest’onere nient’affatto leggero, sono: Francesco Sforza – Direttore del Servizio di Supporto al Direttore Generale; Riccardo Tamburro – Direttore del Servizio Controllo di Gestione e Flussi Informativi della Regione Molise; Antonella Lavalle – Direttore del Servizio Programmazione e Assistenza Farmaceutica; Gabriella Ruzzi – Dirigente Medico – Responsabile rischio clinico Aziendale dell’Asrem; Paolo Scarano – Dirigente Medico Responsabile Uos a Vd– Medicina Generale dell’Asrem; Carlo Campobasso - Responsabile “Gestione rischio clinico e prevenzione del contenzioso in tema di responsabilità professionale e un funzionario della Direzione Generale per la Salute con compiti di segreteria e di coordinamento. L’intervento della direzione generale della Salute corrisponde alle disposizioni del Piano Sanitario Regionale 2013-2015 che quali presupposti strutturali e funzionali del governo clinico, ha previsto l’efficacia aziendale nella gestione delle risorse e dei servizi, nella promo-

zione di attività di ricerca e sviluppo per il miglioramento dell’attività assistenziale e per la diffusione dellacultura dell’apprendimento dall’errore. Sul punto, ossia sull’apprendimento dell’errore, si dovrà fare affidamento sull’adozione di programmi di miglioramento continuo della qualità assumendo l’Audit Clinico, ch’è lo strumento di funzionamento dei dipartimenti clinici che permette di verificare le capacità di fornire e mantenere livelli assistenziali di qualità elevata, valutando e misurando le differenze riscontrate nella pratica assistenziale rispetto agli standard esplicitamente definiti; la programmazione di una formazione e l’aggiornamento del personale sul campo sulla base di progetti condivisi a livello collegiale; il funzionamento regolare del collegio di direzione con relativo regolamento e verbali delle riunioni svolte; la messa a regime di tutte le iniziative per la gestione del rischio clinico così come individuate nell’atto aziendale. Tutto Ok, dottoressa Marinella D’Innocenzo, ma perché a metà 2015 e non a inizio 2013? Dardo

Atto di pregiudizio politico periore. In questo caso, inoltre, la Giunta è andata in controtendenza persino rispetto alla normale prassi che prevede la costituzione dell’ente dopo la decisione del giudice di rinviare o meno gli imputati a giudizio e non invece in occasione di una udienza preliminare. A questo si aggiunga il fatto che si parla di “Sistema Iorio” senza che questa espressione trovi una connotazione negli stessi atti della Procura della Repubblica di Campobasso. Ormai, in questo panorama, siamo abituati ai pregiudizi politici connessi alle vicende giudiziarie. Non è un caso, infatti, se proprio oggi la Corte di Cassazione si è pronunciata parlando per la prima volta di “sentenza politica” in occasione dell’annullamento della condanna del collega emiliano Vasco Errani


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3 19 giugno 2015

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Molise, precipita il prodotto interno lordo Bankitalia mette a nudo i dati economici regionali. Troppe aziende chiuse e una disoccupazione al limite della tollerabilità CAMPOBASSO. Banca d’Italia ha ufficializzato il rapporto sull’economia del Molise, eccone l’abstract. Nel 2014 l’economia molisana è rimasta debole; le stime di Prometeia indicano una riduzione del PIL del 2,2 per cento. Alcuni segnali di ripresa si sono manifestati sul finire dell’anno sebbene il quadro congiunturale resti nel complesso ancora incerto. L’attività industriale è gradualmente migliorata nel corso dell’anno. Il fatturato è aumentato e gli investimenti, specie quelli delle imprese maggiormente rivolte ai mercati esteri, hanno ripreso a crescere, restando tuttavia su livelli assai contenuti. Sono aumentate le esportazioni dei prodotti chimici e di quelli alimentari; si sono sostanzialmente azzerate quelle del comparto della moda. Il valore della produzione nelle costruzioni si è ancora ri-

dotto, soprattutto nel comparto delle opere pubbliche. Le compravendite immobiliari sono tornate a crescere, in misura più accentuata nel secondo semestre dell’anno, ma rimangono ancora sensibilmente al di sotto dei valori pre-crisi. L’attività dei servizi ha beneficiato dei primi segnali di ripresa della spesa delle famiglie, ai

quali si è però contrapposta la debole dinamica del comparto turistico. Le condizioni del mercato del lavoro in Molise sono nel complesso migliorate. Il numero di occupati è tornato ad aumentare, anche se solo tra i lavoratori autonomi, e il tasso di disoccupazione a calare, seppur di poco; anche la Cassa integrazione

guadagni si è ridotta, dopo sei anni di sostenuta crescita. Restano più difficili le condizioni dei più giovani, che, in mancanza di opportunità lavorative, si trasferiscono sempre più spesso fuori regione. Gli effetti della crisi sull’economia della regione sono stati pesanti. Tra il 2007 e il 2014 il calo del prodotto è stato di oltre 20 punti percentuali, più marcato rispetto al resto del Mezzogiorno. Vi hanno influito soprattutto le difficoltà di alcuni tradizionali settori di specializzazione dell’industria regionale; è stata determinante la caduta degli investimenti. Ciò nonostante, il PIL procapite rimane superiore a quello medio delle regioni meridionali, anche grazie a una quota più elevata di persone occupate; il reddito disponibile delle famiglie molisane è, seppur di poco, superiore a quello

medio delle regioni meridionali e, nel corso della crisi, ha subito una riduzione più lieve. Nel 2014 i prestiti alla clientela residente si sono ancora ridotti, sebbene a un ritmo più contenuto rispetto all’anno precedente. I finanziamenti alle imprese sono diminuiti soprattutto nel comparto delle costruzioni, che ha risentito di un livello di rischiosità ancora elevato. Per le famiglie consumatrici, la dinamica negativa è stata mitigata dalla ripresa delle erogazioni di nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni, in presenza di un moderato incremento degli scambi immobiliari. Il costo dei finanziamenti si è ridotto sia per le imprese sia per le famiglie, anche a seguito delle recenti manovre espansive di politica monetaria. La qualità del credito alla clientela residente in regione ha continuato a peggiorare.

“Split Payement, il rischio è il fallimento” L’Acem denuncia il via libera dell’Unione europea al meccanismo della scissione dei pagamenti

La Commissione Europea ha dato il via libera in questi giorni al meccanismo della scissione dei pagamenti (split payment) per le operazioni tra fornitori privati e pubblica amministrazione, chiesto dall’Italia in deroga alla direttiva 2006/112/CE sull’IVA; meccanismo che avrà efficacia fino al 2017. Sulla posizione dell’Ue, l’ACEM si dichiara fortemente delusa. Già agli inizi dell’anno, l’Associazione aveva sollevato numerose critiche sul provvedimento perché per le imprese che hanno come principale committente la Pubblica Amministrazione si tratta di un ennesimo ostacolo per un settore già in gravi difficoltà: mentre le aziende non ricevono l’iva sulle commesse, hanno comunque l’IVA in pagamento verso i propri fornitori, con un forte sbilanciamento del flusso di cassa e necessità di far ricorso al credito, il cui accesso è proi-

bitivo durante l’attuale fase recessiva. “Speravamo nello stop dell’Europa a questa misura assai dannosa e proprio il fatto che è provvisoria ed è stata varata in un momento così difficile dimostra l’indifferenza delle istituzioni tutte verso le imprese – dichiara il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro – perché continuerà a sottrarre liquidità ulteriore, allontanerà dal mercato delle opere pubbliche e porterà al fallimento numerose aziende ”.

Giunta regionale generosa: 29mila euro per eventi sportivi Giunta regionale particolarmente generosa con il Torneo di calcio giovanile indetto dalle Acli per le festività del Corpus Domini, con il Trofeo automobilistico “ Battistini” e con i Campionati assoluti di 10.000 metri indetti dalla Nuova atletica di Isernia. Mai vista la giunta di Palazzo Vitale così munifica. Buon segno. Vuol dire che hanno cominciato a capire che certi eventi particolarmente popolari hanno anche un ritorno

d’immagine per coloro che quegli eventi riescono a tenerli in vita contribuendo sostanzialmente alla loro realizzazione. Quindicimila euro per il Torneo di calcio; diecimila euro per il “Battistini” e quattromila euro per l’atletica. Questa volta è bastato chiedere. In passato i contributi avevano trafile più complicate. Il rigore “risparmioso” degli esordi di questo finto centrosinistra pseudo moralista se ne sta andando per i rami. A raccogliere consensi.


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4 19 giugno 2015

Petraroia ha attaccato forte lo Stato che si fa mercato, salvato le macroregioni e consigliato il Molise a lasciarsi assorbire

Secondo lui i cittadini molisani non hanno timore di essere inclusi in un’amministrazione più vasta, ma hanno il diritto di sapere, prima e non dopo, su come saranno risolti i loro problemi, a chi dovranno rivolgersi e in che modo. Bella prospettiva, non c’è che dire! Il vice presidente della giunta regionale Petraroia (il presidente Frattura non compare mai nelle elucubrazione del suo vice, e fa bene) c’è l’ha a morte con lo stato accentratore, che dopo aver smantellato le Province combinando un bel guaio sul piano della funzionalità, spinto dai poteri forti, si appresterebbe a smantellare le Regioni, ritenute il cuore dello spreco e della corruzione. I grandi giornali si sono ormai schierati con gli smantellatori, sospettati di essere al servizio non degli interessi dei cittadini ma dei grandi capitali. Se la prede con lo Stato che vuole essere sempre meno tale e sempre più mercato. Evidentemente Petraroia, ma non si mai perché mai nessuno finora lo ha saputo collocare nel Pd, non è renziano, dato che Renzi è con la Confindustria, col mercato, coi grandi interessi economici e finanziari. Lo

CAMPOBASSO. Le Segreterie Regionali della SLC-CGIL e della UILPOSTE esprimono la netta contrarietà al piano di razionalizzazione estiva prodotto da Poste Italiane. Già quando lo stesso piano era stato anticipato, ma non confermato, le due Segreterie scriventi avevano chiesto all’Azienda di non procedere. Purtroppo non c’è stato riscontro e così il Molise si troverà nel periodo estivo con chiusure di vario genere (alcuni uffici chiuderanno una, due o tre volte a settimana, altri non forniranno il turno pomeridiano). L’elenco, (mancano le chiusure pomeridiane di Isernia Centro, Venafro, Bojano e Termoli 1) presenta però alcune situazioni a dir poco grottesche: si razionalizzano, ad esempio, gli uffici di Termoli e di

smantellamento delle Province davvero si va risolvendo in un disastro, con il personale in diaspora e l’Ente in crisi d’identità. Petraroia dice che allo smantellamento non è seguito un atteggiamento coerente e razionale dello Stato , cosa che teme fortemente potrebbe accadere con lo smantellamento delle Regioni. Per consolarsi e consolare chi la pensa

come lui, alle accuse di corruttela e di spreco rivolte alle Regione egli oppone, per contrappeso, la corruzione nei ministeri, quasi che il bilanciamento dei mali fosse, e dovrebbe essere per tutti, un sollievo. Se guardasse allo specchio ciò che non riesce a vedere in prospettiva Petraroia si accorgerebbe che le Regioni sono indiscutibilmente un ordinamento ormai fagocitato dall’autoreferenzialità, dalla diserzione delle risorse, dalla incapacità di spesa e dalla forte capacità di spreco. Il Molise che ha occhieggiato coi signori del vento e dei pannelli solari, che ha rapporti poco trasparenti con il sistema dello smaltimento dei rifiuti, che ha varato la peggiore legge in materia edilizia ed urbanistica (il

Piano Casa regionale) in ossequio alle direttive dei costruttori e dei professionisti/progettisti, che sta mandando in malora la sanità, in crisi l’industria, in apnea l’agricoltura e in difficoltà il commercio, forse riuscirà a sfangarla sul piano della corruzione, ma su quello dell’inefficienza è la quintessenza e, come tale, è uno dei paradigmi che sostengono la necessità di cancellare una classe politica che ha tradito il motivo di fondo che ha sostenuto la nascita e l’affermazione delle Regioni. La difesa delle Regioni così come sono è blanda, di maniera, retorica. E come al solito, equivoca. Perché mentre la critica al Governo alle sua politica di accentramento è forte e pesante, diventa melliflua nel momento in cui, pur di sopravvivere, Petraroia ritiene che il Molise possa (anzi debba) andare verso la composizione di una delle

sette/otto macroregioni di cui si va parlano in Italia. E per consolazione (sua e nostra di molisani) fa sapere che “i cittadini molisani non hanno timore di essere inclusi in un’amministrazione più vasta, ma hanno il diritto di sapere, prima e non dopo, su come saranno risolti i loro problemi, a chi dovranno rivolgersi e in che modo. La soluzione che si prospetta non va demonizzata ma l’esperienza delle Province insegnerà pure qualcosa. O no ?”. A lui finora non ha insegnato a governare. Ma Petraroia è così, e va accettato per com’è, facendolo passare per un accidenti della storia politica del Molise, anzi l’interprete più aderente della facile adattabilità dei molisani all’obiettivo di restare a galla. Lui di fatti ci sta riuscendo. Affermando tutto e il contrario di tutto. Un gioco caleidoscopico che lo diverte moltissimo.

“Poste, così non va. Troppi i tagli in Molise” Duro il giudizio di Cgil e Uil sulla proposta di razionalizzazione aziendale Agnone mentre arriva la stagione estiva con il flusso turistico. E tutto ciò in nome della semplice gestione delle ferie da erogare al personale. Ancora una volta vengono tagliati i servizi ai cittadini molisani ma soprattutto viene offerta un’immagine negativa della Regione. E una regione che non garantisce i servizi è messa all’indice. Ma il discorso è generale perché da noi, con l’estate, il flusso demografico aumenta dovunque. Così anche gli emigranti che rientreranno in vacanza troveranno quest’altra sorpresa e i commenti certo non saranno lusinghieri. E poiché nel Molise i problemi non

mancano, eccone un altro gentilmente fornito da Poste Italiane e, nello specifico, dall’AREA SUD 1

di Bari. Comunque, per la regola che impone non solo di denunciare ma anche di proporre soluzioni, SLC-

CGIL Molise e UIL-POSTE Molise hanno richiesto un incontro urgente all’Azienda per fermare questo piano servendosi dell’applicazione della clausola elastica a tutto il personale part-time così come prescritto da regole che la stessa Azienda ha fissato. Quindi stop alle razionalizzazioni estive e far lavorare per altri quindici giorni il personale part-time in modo da garantire contestualmente l’erogazione dei servizi ai cittadini e delle ferie al personale. Inoltre le Segreterie scriventi chiedono l’intervento urgente del Governatore del Molise e dei Sindaci dei comuni interessati.


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5 19 giugno 2015

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Due progetti alla presidenza del Consiglio di ministri

I Croati e gli Albanesi del Molise difendono e valorizzano la loro identità storica

L’assenza di una matrice originaria condivisa e condivisibile sta portando la regione a essere un’entità considerata solamente sul piano geografico e demografico Due progetti elaborati dalle comunità di origine Croata e Albanese nel Molise inviati dalla giunta regionale alla presidenza del Consiglio dei ministri a Roma, riaprono un capitolo vecchio di secoli di storia ma sempre attuale e ora attualissimo, con il problema delle migrazioni, delle accoglienze e delle integrazioni. I progetti di cui stiamo parlando riguardano i comuni di origine Croata (Acquaviva Collecroce, Montemitro e San Felice del Molise) e quelli di origine Albanese (Campomarino, Montecilfone, Portocannone, e Ururi) e si propongono di salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale e linguistico di cui sono portatori. Una realtà che da secoli, ovvero da quando quelle popolazioni sono approdate nel Molise e si sono insediate, costituiscono una particolarità storica di notevole inte-

resse per la maniera in cui si sono attestate e integrate senza sollevare conflitti e intemperanze. Una dimostrazione felice di integrazione che si avvale soprattutto della costante

I depuratori di Campobasso sono stati realizzati dalla ditta Dondi, impresa del Nord, circa 30 anni fa. D’allora non li ha più lasciati, incaricata di gestirli, quindi di manutenerli e, quindi ancora, di migliorarli tecnicamente. Un primato temporale ed anche la magicità delle formule amministrative applicate. Nonostante questa trentennale dedizione, i depuratori di Campobasso sono una spina nel fianco dell’amministrazione: non depurano come dovrebbero. Forse l’Arpa avrebbe qualcosa da dire in proposito, ma l’Arpa non parla, acconsente. In pieno terzo millennio la depurazione delle acque luride nel capoluogo regionale è di natura chimica e non biologica. Adeguamento mancato. Come pare non siano adeguatamente soddisfatte le pendenze economiche dei lavoratori che si occupano dei depuratori. Spesso, nei contratti dei servizi esternalizzati, la garanzia retributiva è un elemento determinante per tenere in vita o per recidere il rapporto. Probabilmente, nel contratto del Comune con la Dondi, questo elemento fa difetto se, come succede, gli operatori protestano, gli impianti non filtrano come dovrebbero, ma la ditta e l’amministrazione vicendevolmente fanno finta di niente. Deve essere un rapporto davvero speciale il

attenzione che le due isole alloglotte vanno ponendo alla propria origine, alla propria cultura e alle proprie tradizioni, senza peraltro collidere con l’origine, la cultura e le tradizioni

della popolazione molisana. Un modo intelligente di interagire, di convivere, di lavorare. Questi paesi sono una ricchezza per il Molise e fanno da esempio a quanti, non senza difficoltà e tensioni, cercano di realizzare un sistema di convivenza e di integrazione pacifico e produttivo. Il fatto stesso che utilizzando le leggi dello Stato italiano (Legge 15 dicembre 1999, numero 482: “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” ) che difendono e valorizzazione le diversità, i Croati e gli Albanesi del Molise continuino a sviluppare iniziative e progetti che aiutano a mantenere in vita la loro identità di popolo, è dimostrazione di vitalità verso se stessi e le proprie origini. Vitalità che probabilmente manca al resto della realtà molisana che pare essersi votata con sempre

maggiore disponibilità a vedersi assorbita e magari integrata chi con l’Abruzzo, chi con la Campania, chi con la Puglia. Un difetto d’identità che si traduce nel progressivo rilascio delle tradizioni e, con esse, della cultura e del modo di essere (molisani). D’altronde Paolo di Laura Frattura, per darsi una riconoscibilità, è ricorso all’artificio di aderire a un movimento allusivo di un’unità che non esiste (Il Molise di tutti). Questa assenza di una matrice originaria condivisa e condivisibile sta portando il Molise ad essere un’entità considerata solamente sul piano geografico e demografico, e come tale barattabile in tutte le forme e le formule che altri (non i molisani) ritengono applicabili a loro vantaggio. Dardo

I depuratori e la depurazione, una spina nel fianco del Comune loro, con molte sfumature, pochi punti fermi e, purtroppo, qualche inconveniente di gestione. Ce ne occupiamo perché la depurazione è importante sotto l’aspetto igienico e siccome, tra l’altro, è un costo considerevole per il cittadino utente, è giusto pretendere che avvenga secondo le regole. La riottosità dell’amministrazione di Palazzo san Giorgio a prendere di petto la faccenda apre la porta a più di un sospetto sulla capacità e possibilità di farsi valere. Non vorremmo che le carte, i progetti, le concessioni, le autorizzazioni mettano la Dondi su un piedistallo, al riparo da fastidi e condizionamenti. Sarà, ma il problema è aperto, le preoccupazioni amministrative sono evidenti e, peraltro, dichiarate. Al cittadino interessa che la depurazione sia efficiente, gli operatori salva-

guardati nello stipendio e il rapporto contrattuale trasparente. Ciò per quanto attiene la depurazione delle acque luride e i depuratori. Ma è l’insieme dei servizi dati all’esterno (luce, gas, raccolta dei rifiuti, manutenzione del verde pubblico, parcheggi a pagamento, servizio cimiteriale, il trasporto urbano) che avrebbe bisogno di una messa a punto, di una verifica, di un’analisi costi - benefici. Non risulta che l’amministrazione abbia instaurato un ufficio, un gruppo di lavoro, una task-force che si dedichi a controllare se i contratti di concessione vengono ri-

spettati, e i diritti e la soddisfazione dell’utenza garantiti. Parlando di illuminazione, Campobasso nei mesi autunnali e invernali in particolare, ha un aspetto cimiteriale. Una controllata alla intensità della luce, e relativa constatazione, non guasterebbe. Il gas è capitolo a sé: convenzione ampiamente scaduta, prorogata, e lontana, anche per l’accavallamento di norme e di disposizioni governative, dall’essere affrontata. Ma è un servizio cardine, sul quale sono lustri e lustri ch’è calato il silenzio. Tutto va bene signora la Marchesa? Non si può essere, oggettivamente, di questo avviso, anche perché la metanizzazione sul territorio ha diversi vuoti che andrebbero colmati e non avviene. Ciò che vale per luce e gas, vale per i trasporti e per i parcheggi (le colonnine non sono state cambiate tutte, le strisce blu non vengono regolarmente rinfrescate), per i servizi cimiteriali, per la raccolta dei rifiuti e per il verde pubblico. Che andrebbero tenuti costantemente sotto controllo e non già lasciati alla più totale e sconsiderata libertà. Controlli. Sì. Ma valgono per le amministrazioni che non concedono, e non si concedono, pacche sulle spalle.


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Campobasso

19 giugno 2015

I saldi dal 4 luglio Per la Confesercenti potrebbero essere una boccata d’ossigeno per il commercio CAMPOBASSO. Partiranno anche in Molise il prossimo 4 luglio gli attesissimi saldi estivi. La nostra regione, insieme a molte altre, è tra gli ultimi territori a ve-

dere l’inizio degli sconti tanto agognati soprattutto dagli amanti dello shopping. Insieme al Molise i saldi partiranno anche in Emilia, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia,

Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto. Appena un giorno prima lo “start” sarà per Basilicata, Calabria, Cam-

pania e Puglia. La Confesercenti Provinciale di Campobasso spera “che questi saldi possano portare un incremento di clientela ai commercianti

permettendo loro di poter affrontare in modo positivo un periodo economico che, fino ad ora, ancora non è risultato essere dei migliori”.

Arriva in rossoblù un attaccante di primo livello

Ecco Palumbo il gemello di Miani Con Termoli hanno formato una fantastica coppia da gol di Gennaro Ventresca C’è un Palumbo in ogni girone. Tanto è diffuso questo cognome. Specie in Campania. Il nostro club con Palumbo ha avuto già alcune assonanze. Solo due anni fa il ragazzo della provincia di Benevento che Farina faceva giocare a sprazzi si chiamava proprio così, accompagnato da un bel nome, Thomas. Ci fu un momento in cui l’Adelmo, su suggerimento di qualche faccendiere, prese un difensore centrale a nome Palumbo. Non fu una gran scelta, per la verità, visti i piedi, il tempismo e soprattutto il caratterino. Ma non finisce qui. Sempre l’Adelmo, spinto da Paolo Anastasio fece firmare il cartellino a un altro Palumbo (Roberto, classe ‘83), scelto tra gli under. Preferiva il ruolo di attaccante quel ragazzo della periferia napoletana, ma col rossoblù non ebbe fortuna. A rinfrescarci la memoria è stato lo stesso presidente Giulio Perrucci che fu stretto collaboratore dell’Adelmo. Il quale qualche giorno fa, davanti a Lupacchioli, ci ha il possibile ri-

torno in Molise del Palumbo attaccante. Si, proprio quello che fece una toccata e fuga. Ma che nel Molise s’è preso la sua rivincita a Termoli, con Giacomarro allenatore. In coppia con Miani ha fatto scintille, lasciando un incancellabile ricordo nel cuore dei tifosi giallorossi. E’ di queste ultime ore la conclusione della trattativa con il

giocatore che, come si può ben capire, non è più un giovincello. La sua prima apparizione sul nostro territorio risale a 16 anni fa. Ma non modifica le sua attitudini a far gol su gol. Come è stato appena dimostrato a Potenza dove ha totalizzato 22 centri personali. L’arrivo di Palombo in qualche modo fa pensare che ci sarà ancora spazio per Miani nel Campobasso guidato da Cappellacci. In modo da ricostituire quel meraviglioso tandem che ha fatto scintille con Termoli, che ha sfiorato di un nulla il salto in Lega Pro. Prende forma la squadra del capoluogo che per bocca dello stesso direttore Minadeo vuole lanciare il guanto di sfida a tutte le più agguerrite antagoniste del girone ( marchigiano o pugliese?). Se da una parte selezionare gli under è operazione complicatissima sembra certamente più semplice quella di arrivare ai senior più riconoscili. Magari pensando anche a qualche eccellente ex della Civitanovese che ha dato spettacolo a Selva Piana pur in fase di liquefazione.

Il Trail del Matese Anche quest’anno la corsa partirà da Campochiaro ed è diventato punto di riferimento nazionale CAMPOBASSO. Entrato in punta di piedi lo scorso anno nel calendario nazionale ufficiale di Parks Trail, il Trail del Matese che anche quest’anno partirà da Campochiaro il 13 settembre, si è già conquistato un posto di assoluto rilievo tra le manifestazioni di corsa su sentieri di media e alta montagna che si disputano in giro per l’Italia. Un’attenzione frutto della partecipazione popolare che ha contagiato tutti i trailer provenienti dalle tante regioni della nostra penisola che l’anno scorso affollarono in gran numero la piazza del paesino molisano posto alle pendici del Matese e che si è diffusa, in questi mesi, nell’ambiente degli appassionati di questa disciplina. In un panorama sportivo che risulta sempre più ricco di proposte e di gare per tutte le esigenze e specifi-

cità, il Trail del Matese punta sull’essere differente. Sulla differenza che viene fatta dalle passioni e dalla dedizione, dalla collaborazione tra istituzioni (Comune di Campochiaro), associazioni locali (Pro Loco Agorà Giulio Pittarelli di Campochiaro e Lupi del Matese sempre di Campochiaro), e i diversi sponsor che hanno già aderito per supportare un evento capace di diffondere le bellezze naturali e storiche del nostro territorio. Del resto, non tutte le gare possono fregiarsi della possibilità di percorrere sentieri interni a Oasi WWF e proprio la disponibilità del WWF locale e del personale addetto all’Oasi WWF di Guardiaregia e Campochiaro, segnano una prima non trascurabile differenza in positivo rispetto ad altre manifestazioni simili.

La collaborazione tra l’ASD MoviMenti e l’Oasi WWF di Guardiaregia e Campochiaro che già nella scorsa edizione portò centinaia di persone a passare una giornata in giro per l’Oasi con un percorso guidato, quest’anno proporrà agli ac-

compagnatori degli atleti, alle loro famiglie e a tutti coloro che vorranno prendere parte ad un evento interamente outdoor, delle nuove opportunità, già a cominciare dalla giornata di sabato 12 settembre. Insomma, correre il Trail del Ma-

tese vuol dire davvero correre differente e, viste le iscrizioni che già stanno iniziando ad arrivare e che sono aperte online direttamente dal sito www.movimentioutdoor.it, ad accorgersene sembrano essere già in tanti.


Campobasso

7 19 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Scuole sicure, che succede a Campobasso?” Il consigliere regionale, Salvatore Micone, ha presentato un’interrogazione in Consiglio su alcuni plessi CAMPOBASSO. Il tema della sicurezza nelle scuole dovrebbe costituire una priorità per le nostre Istituzioni, vista anche la tragica vicenda della scuola di San Giuliano di Puglia crollata il 31 ottobre 2002 in cui un’intera generazione di bambini fu strappata per sempre al loro futuro ed alle loro famiglie. Dopo quell’evento si pensava che quel dolore che ha lacerato l’intera comunità e tutta la Regione dovesse trovare un senso in una nuova politica della scuola che dovesse mettere in primo piano la sicurezza dei nostri bambini. Sul punto interviene il Consigliere Regionale Salvatore Micone il quale, partendo dagli ultimi episodi relativi alle criticità riscontrate in alcune scuole di Campobasso, ha portato l’attenzione in seno al Consiglio Regionale. “Con la mozione presentata in data odierna, ho inteso fare

luce sulle vicende legate al tema della sicurezza nelle scuole. Penso che uno dei primi diritti dei nostri concittadini sia proprio quello di sapere che i propri figli frequentano scuole sicure. Ed invece mi è pervenuta dal Comitato dei Genitori della Scuola “N. Scarano” una lettera aperta in cui si riferisce che nella riunione del 26 maggio u.s. dei genitori della “N. Scarano” con il Sindaco di Campobasso e con gli Assessori comunali competenti non è stata fornita adeguata informazione circa lo stato reale di rischio in cui versa la struttura della scuola primaria e le misure di mitigazione che l’Amministrazione intende assumere, né il contenuto del documento avente ad oggetto lo studio di vulnerabilità sismica redatto dall’Ingegnere Paolo Guerra ed inerente il patrimonio di edilizia scolastica della Città di Campobasso del febbraio 2011”.

“Nella medesima riunione inoltre gli assessori comunali competenti al ramo hanno al contempo dichiarato la volontà del Comune di Campobasso di intervenire con interventi di ristrutturazione sulla scuola Kennedy, già peraltro chiusa, di destinare il nuovo edificio adiacente la scuola media Colozza alla scuola dell’infanzia di Via San Lorenzo, tralasciando la problematica inerente la vulnerabilità sismica del plesso “N. Scarano” “. Trattasi di atto grave e lesivo dei diritti dei cittadini se si pensa che a riscontro della richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2014, il sindaco di Campobasso, con nota prot. N. 441 del 14 marzo 2014 indicava la scuola “N. Scarano” come prioritaria per un intervento di costruzione di un nuovo edificio”, sottolinea Micone. Mi associo, prosegue Micone, alla

nota del 1° giugno 2015 indirizzata al Comune di Campobasso con la quale il predetto Comitato ha provveduto a formalizzare la richiesta di tutta la documentazione tecnico – amministrativa inerente il fabbricato Palazzina Nord del plesso scolastico “N. Scarano” di proprietà del Comune di Campobasso che farà chiarezza sull’agibilità della s c u o l a . Tutto questo è dovuto, puntualizza Micone, anche all’inadempienza della Regione Molise riguardo all’istituzione dell’Anagrafe Regionale dell’edilizia scolastica prevista dalla legge n. 23/1996. La Regione Molise infatti è una delle sei regioni inadempienti (insieme a Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna e Basilicata) che non hanno permesso la presentazione dell’anagrafe nazionale entro il termine del 22 aprile 2015.

L’istituzione della predetta anagrafe è atto necessario e propedeutico ad una verifica dello stato in cui versano gli edifici scolastici regionali al fine di programmare gli interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza. “Mi rivolgo agli organi competenti a livello comunale e regionale affinché, al primo posto mettano non mere scelte politiche ma la sicurezza dei nostri bambini esortando ciascuno per le rispettive competenze ad una seria e corretta programmazione dei lavori sulle scuole molisane. In particolare, a riscontro della richiesta del Comitato dei Genitori della “N. Scarano” chiedo formalmente all’Amministrazione Comunale di Campobasso di destinare il nuovo edificio adiacente la scuola media “Colozza” alla scuola primaria su più fronti dichiarata a rischio di vulnerabilità sismica.

Consiglio comunale il 22 giugno (se non andrà deserto) S’annunciano fuochi pirotecnici su parcheggi a pagamento, abbattimento dell’Ariston e lottizzazione Parco dei Pini Proposte di deliberazione pari a niente di una giunta che non ha idee da sviluppare e programmi da proporre. Fuochi d’artificio al Consiglio comunale di lunedì 22 giugno, sempre che non vada deserto, come pare sia ultimamente di moda a Palazzo san Giorgio. Dovesse tenersi, a fronte di proposte di deliberazione ancora una volta di nessun peso amministrativo, la solita messe di interrogazioni, interpellanze e mozioni, di cui alcune con un contenuto esplosivo, tale, appunto, da far supporre che ci potrebbero essere fuochi d’artificio tra la maggioranza e l’opposizione e nella stessa maggioranza. Dicevamo, proposte di deliberazione pari a niente: l’acquisizione di un tratto della strada di bonifica montana “Colle Leone” a titolo gratuito dalla disciolta e in liquida-

zione Comunità Montana “Molise centrale”; il regolamento per l’istituzione della consulta dei cittadini migranti e del consigliere straniero aggiunto; il regolamento per il conferimento della cittadinanza onoraria e benemerita; modiche all’articolo 3 del regolamento interno del consiglio (orario delle adunanze); una variante parziale al Prg per la riclassificazione di un’area a Via Giambattista Vico; il regolamento per l’uso del marchio comunale “Welwcome Heritage” e del marchio “Molise Food Heritage”, nonché l’accertamento dei residui passivi. Robetta. Espressione di una giunta che non ha idee da sviluppare e programmi da proporre. Che non ha riferimenti politici e amministrativi per entrare nelle politiche nazionali ed europee e, a quanto pare, neanche nelle politiche

regionali. A loro volta tributarie di quelle nazionali ed europee. C’è attesa dei contenuti delle proposte che sta elaborando il city-manager Antonio Iacobucci che, dicono, potrebbe aprire un varco nel muro delle inefficienze comunali. Che sono evidenti, fino a rasentare lo scandalo. Per questo presupponiamo, a ragion veduta, fuochi d’artificio al consiglio comunale del 22 giugno, se non andrà deserto. Citiamo tre argomenti con una carica esplosiva: i parcheggi a pagamento (consigliere Ambrosio), la demolizione dell’Ariston (consigliere Praitano) e la lottizzazione Parco dei Pini (consigliere Ambrosio). Ciascuna con un bagaglio di problemi gestionali da far rizzare i capelli in testa, e interrogativi inquietanti nei confronti della dirigenza municipale e degli amministratori. Gli uni e gli altri, ad esempio, non hanno preso alcuna

iniziativa e70 provvedimento in difesa degli interessi collettivi là dove il gestore dei parcheggi a pagamento ha accumulato un debito verso l’amministrazione che oltrepassa i cinquecentomila euro; che non ha completato il cambio dei parchimetri; che non ripassa, come da convenzione, le strisce blu; che gli sarebbe capitato nella giornata di san Giorgio, patrono della città, giorno festivo, di non disattivare il tiket. Ce ne sarebbero motivi per rescindere il contratto, e per riflettere sulla disastrosa decisione che ha indotto a suo tempo l’amministrazione comunale a disfarsi della Sea che assicurava entrate per milioni di euro e certo non i mancati pagamenti per mezzo milione di euro. A chi, e a cosa, è servito? Bene, dinanzi a una così evidente disattesa degli obblighi contrattuali la dirigenza comunale se ne rimane a braccia conserte ed altrettanto

fanno gli amministratori. Omissione di atti d’Ufficio? L’interrogazione non potrà pertanto non creare motivi di allarme e di apprensione per la leggerezza con cui si tutelano gli interessi collettivi. Problemi di gestione e di responsabilità anche per l’applicazione del Piano Casa regionale che nella demolizione dell’Ariston e la realizzazione di un mastodonte edilizio al suo posto, si manifesta in tutta la sua devastante dotazione derogante. Da chiarire, seppure con speranze uguali a nulla, anche la vicenda della lottizzazione Parco dei Pini, che tutti ritengono ormai prevalente su ogni valutazione di opportunità e di buona amministrazione: una filiera edilizia lungo Via 4 Novembre con l’occultamento del più bel paesaggio storico della città. Tutti, tranne il consigliere Ambrosio. Dardo



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Isernia

19 giugno 2015

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Vigili urbani in sciopero il 28 giugno A proclamare l’agitazione il sindacato Csa che parla di violazioni delle norme contrattuali IsErNIA. Il sindacato CSA regioni autonomie locali, Premesso che il Comune di Isernia ha preteso e continua a pretendere dal personale che opera nel settore Polizia Municipale attività lavorativa extra, che in base alle norme contrattuali vigenti deve essere pagata; Il Comune, in palese violazione di tutte le norme contrattuali non paga sin dal 01.01.2013; Inoltre non ha fornito e non fornisce al personale

la divisa al completo e ciò in violazione della legge della Regione Molise n. 12/90 e del Regolamento dello stesso Comune di Isernia; Il Comune di Isernia è un Ente con Dirigenti, però, da anni non ha preposto alla guida del Settore Polizia Municipale il Dirigente competente, determinando così una struttura acefala, con evidenti penalizzazioni per i lavoratori; con Delibera n. 81 del 08.07.2014 il

Comune ha adottato il nuovo organigramma, però, ancora una volta ed in palese violazione di legge, non ha previsto per il personale dell’area di vigilanza la figura dirigenziale. Considerato altresì che il Comune è stato più volte diffidato, sono stati attivati stati di agitazione, si sono svolte numerose assemblee, a fronte delle quali sono state fatte promesse dai vari Amministratori ma, fino ad oggi, tutte

cadute tutte nel vuoto, perché il personale non viene pagato, non gli vengono fornite le divise, non viene dato il riassetto conforme a legge alla struttura ed il personale continua ad essere penalizzato. Tenuto conto che le predette anomalie/irregolarità/illegittimità/omissio ni penalizzano i lavoratori, sia sul piano economico che su quello funzionale, organizzativo e giuridico, proclama lo sciopero del personale

che opera nel settore Polizia Municipale del Comune di Isernia, per la giornata del 28.06.2015 e per l’intera giornata. Qualora vi fossero limiti a detto sciopero stabiliti dalle vigenti norme contrattuali in materia di garanzia dei servizi minimi essenziali il Comune in indirizzo è pregato di comunicarlo tempestivamente per gli eventuali adempimenti conseguenti e per assicurare detti servizi”.

“L’immigrazione non può essere la soluzione allo spopolamento” Per Casa Pound, che replica al sindaco di Agnone, “i fondi vanno spesi per il rilancio economico” IsErNIA. Il movimento CasaPound Italia replica alle dichiarazioni del sindaco di Agnone Carosella in merito all’accoglienza dei clandestini sul territorio molisano. “Ci chiediamo come di fronte al palese fallimento del modello di accoglienza proposto dal governo, testimoniato dalle inchieste che hanno fatto emergere il giro di interessi ruotante attorno ai centri di accoglienza, o le scene cui quotidianamente si assiste di immigrati accampati nelle stazioni o ammassati ai valichi di frontiera, il sindaco di Agnone possa insistere con la retorica buonista secondo cui i critici dell’immigrazione sarebbero persone ‘carenti di umanità’” Così Agostino Di Giacomo, responsabile CasaPound per la provincia di Isernia, in una nota. “Il nostro movimento – prosegue la nota – è stato il primo a protestare contro la decisione di trasformare la nostra Regione, piccola, gravemente impoverita dalla crisi, scarsamente popolata ed essa stessa terra da cui giovani partono per cercare lavoro altrove in un luogo di immigrazione, e recentemente ha organizzato una mobilitazione presso la prefettura di Isernia contro l’apertura di nuovi centri. La decisione delle autorità di sospendere almeno temporaneamente nuovi arrivi di immigrati in Regione ha dimostrato chiaramente come fossimo nel giusto in questa nostra protesta”. “Quanto all’idea che l’immigrazione possa rappresentare una soluzione allo spopolamento del Molise – continua Di Gia-

como – ci sembra assolutamente da rifiutare. Si tratterebbe a tutti gli effetti di promuovere una vera e propria ‘sostituzione etnica’ con l’insediamento sul territorio di una popolazione del tutto differente per lingua, usi e costumi rispetto agli attuali abitanti. Gli stessi soldi ora utilizzati per l’accoglienza potrebbero benissimo essere spesi per iniziative volte a rilanciare l’economia, così da evitare nuove partenze, o far tornare

i tanti che si sono visti costretti ad abbandonare la propria terra per mancanza di lavoro. Se poi il sindaco di Agnone non riesce a teorizzare soluzioni all’attuale crisi che mettano al primo posto i cittadini italiani nella loro nazione, forse sarebbe il caso per lui di valutare un passo indietro, per permettere ad un nuovo primo cittadino di farsi carico del compito di difendere gli interessi dei cittadini.

Le serenate sbarcano a Macchiagodena Dopo il successo di Sepino la rassegna si terrà questa sera in piazza Castello MACCHIAGODENA. Dopo il successo dell’anno passato, le serenate da Sepino sbarcano a Macchiagodena, paese vincitore della passata edizione. Una rassegna unica nel suo genere che coinvolge gruppi folkloristici e non dell’intera regione all’insegna di una sana “ Serenata alla Amata” che raccoglie il frutto affacciata ad un balcone. Quest’anno il balcone sarà

ancora più bello ed ambito. Infatti la manifestazione si terrà in Piazza Castello in quel di Macchiagodena , luogo suggestivo che vide suggellarsi l’amore con la serenata dei signori “ Centomani , ultimi inquilini dello splendido maniero. Un tuffo nella storia per un presente proiettato al futuro a salvaguardia di una tradizione che vede nel Molise un baluardo inva-

licabile. La Rassegna si terrà questa sera, a sfregio della cabala, a partire dalle ore 17,00. Patrocinata dal Comune di Macchiagodena che, con in testa il suo sindaco, Felice Ciccone, ha felicemente accolto l’invito ad ospitare la rassegna, coinvolgendo l’intero paese che si cimenterà nel preparare agli ospiti della serata ,una polentata finale DOC.


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Termoli

19 giugno 2015

“Ospedali, i sindaci del basso Molise si dimettano” Il Comitato Larinascita torna a ribadire la necessità di un’azione forte a difesa della sanità LARINO. Dopo aver appreso le disposizioni riguardanti la sospensione dell’attività del reparto di chirurgia generale dell’ospedale Vietri di Larino nonché quella dei ricoveri, il movimento LARINascita vuole intervenire poiché non comprende il comportamento dell’amministrazione comunale di Larino di fronte a tale increscioso accadimento che solo oggi non riesce a fare altro se non preoccuparsi di popolare giornali e televisioni, unitamente al Comitato Civico Frentano, per scagliarsi moderatamente contro qualcosa che era noto da tempo. L’amministrazione Notarangelo, già nello scorso mese di marzo aveva incontrato, seppur nel chiuso delle stanze, il Direttore sanitario ASREM, il quale aveva fatto capire chiaramente che non vi sarebbe stata alcuna possibilità per l’ospedale di Larino di essere riconosciuto come presidio di base, riconoscimento che amministrazione e Comitato hanno da sempre chiesto. Inoltre, in quella stessa sede, il Direttore sanitario aveva confermato che, con l’entrata in vigore del Decreto Balduzzi, l’ospedale larinese sarebbe stato a tutti gli effetti convertito in poliambulatorio, con la perdita del pronto soccorso, sostituito dal 118 e dalla guardia medica, la definitiva chiusura delle unità operative complesse di chirurgia ed oculistica e l’azzeramento di tutti i posti letto per acuti.

Anche il presidente della Regione Molise Paolo di Laura Frattura nel corso della conferenza stampa di qualche settimana fa, tenutasi in occasione della presentazione della nuova idea di riorganizzazione sanitaria, con la creazione di due aziende sanitarie separate, intervenendo sul futuro della sanità basso molisana intravedeva la riconversione del Vietri in ambulatorio strettamente collegato all’attività del presidio di base del San Timoteo di Termoli. Risulta incomprensibile, alla luce dei fatti accaduti, la linea portata avanti da Notarangelo e Palmieri, con l’ausilio del Comitato visto che continuano imperterriti ad avversare il singolo provvedimento dirigenziale ma mai hanno neppure tentato di mettere seriamente in discussione, attraverso posizioni politiche e gesti

di protesta significativi, le manovre di riorganizzazione sanitaria discusse e decise a Roma ma approntate dal governo di sinistra del Presidente Frattura. Per il Movimento LARINascita, come già proposto nel mese di aprile, al di là delle marce funebri e delle fiaccolate di solidarietà, peraltro neanche realizzate, sarebbe stata necessaria una presa d’atto della drammaticità della situazione sanitaria nel basso molise e soprattutto che l’amministrazione comunale in primis, i partiti, i comitati e le forze sociali si fossero uniti nell’organizzazione dell’attività di protesta, sempre assente finora, che avesse potuto portare a quelle azioni eclatanti e manifestazioni di dissenso, non chiacchiere e documenti inutili, a Campobasso presso la sede del con-

siglio regionale. Nessuno si è sentito di raccogliere quell’invito impegnato come era a comparire davanti alle telecamere e tutti gli altri attori del panorama politico e sociale si sono ben guardati dall’affrontare la questione ad alta voce. Il silenzio rende conniventi. Questa è la lotta per la difesa del Vietri che riesce ad esprimere il tessuto sociale di Larino? Evidentemente sì, poi sarebbe bello magari anche chiedersi il perchè… E’ ovvio che la linea del dialogo con le istituzioni, della mediazione, delle trattative politiche portata avanti finora dal Comitato Civico Frentano, da Palmieri e da Notarangelo è fallita e essi non sono che in balia degli eventi. Chi è ancora dalla parte dei cittadini e dalla parte di quanti la verità la ac-

cettano per quella che è e non la indorano od alterano come fa più comodo a questo o quel politico locale o regionale o al proprio tornaconto personale, non può che aderire alla richiesta di dimissioni rivolta all’amministrazione Notarangelo già da qualcuno, magari in attesa che l’opposizione in consiglio comunale voglia raccogliere e replicarla nelle opportune sedi. Quando si decide di strumentalizzare una tematica come quella sanitaria per ragioni di visibilità, di immagine e ricerca del consenso a fini politici, poi sono necessari dei risultati che vanno oltre i documenti, i ricorsi e gli incontri pubblici. Con la determinazione di sempre, il Movimento LARINascita ritiene che l’unica strada ancora percorribile per tentare di recuperare qualche possibilità per l’ospedale frentano e per la conservazione di un livello di servizio sanitario adeguato nel basso Molise rimane legata ad una ferma presa di posizione politica e ad una decisiva contrapposizione popolare alle scelte di riorganizzazione sanitaria organizzate sui tavoli politici e nell’occasione propone come gesto inequivocabile a difesa estrema dei servizi essenziali, che tutti i sindaci del territorio basso molisano, gli stessi che hanno già aderito alla causa del Vietri ed altri, rimettano nelle mani del Prefetto, massima istituzione governativa sul territorio dello Stato, la fascia tricolore.

Cittadinanzattiva, sportello riattivato a Termoli Anche una delegazione della cittadina adriatica a Roma del 35esimo anno di attività dell’Associazione TERMOLI. C’era anche una nostra delegazione a Roma in occasione del 35esimo anno di attività dell’ormai noto “Tribunale del malato”; una iniziativa fruttuosa dell’associazione Cittadinanzattiva che ormai da anni e anni s’impegna nella tutela dei degenti e dei suoi diritti. Riattivato anche a Termoli da sei mesi, il servizio si adopera sul territorio non senza difficoltà e senza scontrarsi con quanto grava, ad oggi, sull’intera regione: la crisi e la riorganizzazione sanitaria. Ad ogni modo, a sei mesi dalla sua istituzione a Termoli, pare non essersi riuscito

a radicare sul territorio il servizio di Cittadinanzattiva che opera all’interno del San Timoteo. Complice anche il tempo ristretto e la crisi sanitaria, sono comunque decine e decine le segnalazioni che settimanalmente giungono ai volontari dell’associazione. Per la referente territoriale di Cittadinanzattva: “c’è tanto ancora da fare per chi ancora non sa come curarsi e come risolvere i vari problemi. Noi ci siamo, siamo qui a Termoli il martedì dalle 9.30 alle 11.30 e il mercoledì pomeriggio, dalle 17.30 alle 19.30, proprio per dare un aiuto,

qualche informazione e un serio appoggio ai cittadini e pazienti che intendono segnalarci ciò che non è stato risolto o non effettuato”. Obiettivo della giornata è stato non solo “la celebrazione di trentacinque anni di impegno del Tribunale per i diritti del malato nell’affermazione e nella tutela dei diritti delle persone, ma una ripartenza per proteggere, rilanciare ed ammodernare il Servizio Sanitario Pubblico al fine di renderlo più forte, più accessibile e più vicino ai bisogni dei cittadini. La prima richiesta che poniamo al Go-

verno è quella di abrogare il super ticket di 10 euro sulla ricetta, una vera e propria tassa sulla salute”. A dichiarare quanto sopra, nella relazione finale della Conferenza, è Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, che in Campidoglio ha aperto lo scorso 14 giugno, la manifestazione simbolica sui 14 diritti della Carta europea dei diritti del malato, come sostegno del Ssn bene comune sotto il Patrocinio del Ministero della Salute, Senato della Repubblica e Conferenza delle Regioni.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

19 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Furti di auto a Porticone La contrada ha conosciuto un’ondata di colpi da parte di ignoti TERMOLI. Parcheggia il suo lussuoso suv sportivo Porsche Cayenne in garage al termine di una delle intense giornate che lo vedono operare come imprenditore nel ramo commerciale e al risveglio, dopo una notte di riposo, non lo trova più. E’ accaduto nella notte tra martedì e mercoledì

a Termoli e il furto con scasso, con estrema destrezza, ha procurato un danno ingente al proprietario del veicolo. I malviventi sono riusciti a intrufolarsi nel box e a mettere in moto il Cayenne, portandoselo via in un battito di ciglia. Non solo il Porsche Cayenne del facoltoso imprenditore, anche il consigliere regionale del

Movimento 5 Stelle Patrizia Manzo, che risiede a Termoli in contrada Porticone, ha avuto l’amara sorpresa al risveglio di trovare al posto dell’auto solo un mucchietto di vetri, che testimonia l’effrazione con cui i ladri hanno portato via la sua macchina. I malviventi non fanno sconti, nemmeno a chi

restituisce o impiega diversamente dall’uso personale le indennità di funzione a Palazzo Moffa. “Questo è ciò che ho trovato davanti casa al posto della mia macchina: un mucchio di vetri…L’amara scoperta questa mattina! …e si va avanti!!”, il commento postato sul proprio profilo Facebook.

Parte l’operazione mare sicuro La campagna stagionale è stata illustrata dal capitano di corvetta, Francesco Cillo TERMOLI. Operazione mare sicuro pronta per salpare anche nella stagione estiva 2015. La Capitaneria di Porto-Guardia costiera di Termoli, guidata dal comandante (capitano di Fregata) Antonio Nasti, impiegherà da qui a settembre 80 militari e cinque mezzi, tra navali e terresti, per pattugliare e garantire la sicurezza e il rispetto delle norme lungo la costa molisana e alle Tremiti. La campagna stagionale è stata illustrata anche dal capitano di Corvetta Francesco Cillo e dal sottotenente di Vascello Angela Alampi. Novità dell’occasione la presenza dei delegati delle associazioni balneari: Massimo Balante, Pietro D’Andrea e Nico Venditti, a dimostrazione della volontà di fare squadra di Nasti, che non a caso è stato confermato anche per il terzo anno come faro della locale Guardia costiera.

Una operazione che si fonda sul decalogo del bagnante e sull’ordinanza balneare, oltre che sulle norme che regolano le immersioni, il diporto nautico e la pesca sportiva. Dai balneatori è venuta anche la richiesta che la Regione Molise e i comuni di riferimento possano anticipare la presenza del salvamento sulle spiagge libere già dal primo giugno. Per la Capitaneria di Porto il 2015 sarà un anno molto importante, in loco e non solo. In primis poiché il 20 luglio si celebrerà la ricorrenza dei 150 anni dalla fondazione del Corpo, in seconda istanza perché a Termoli partirà il dragaggio del bacino portuale e perché entro fine luglio ci sarà l’inaugurazione della nuova sede.

Scuola e lavoro nel centro storico Cinquanta studenti hanno visitato il borgo vecchio di Termoli come formazione TERMOLI. Cinquanta studenti appartenenti a “Scuola e Lavoro”, accompagnati dai loro insegnanti, hanno visitato questa mattina il borgo vecchio di Termoli guidati dal presidente dell’Archeoclub Oscar De Lena, che ha raccontato loro gli avvenimenti storici più importanti avvenuti nella nostra città. La visita si è conclusa con il passaggio dei ragazzi attraverso

l’ormai famosa “Rejiecelle” e una visita al Castello. Scuola e Lavoro nasce a Termoli nel 1992, dapprima come sede locale del Consorzio Scuole Lavoro di Torino e, dal 1997, come sede autonoma. E’ accreditata tra gli organismi di formazione della Regione Molise e, grazie ad una struttura dinamica e competente, rappresenta oggi un punto di riferimento per aziende e

giovani. “Fare per capire” è lo slogan che sintetizza il metodo di insegnamento con cui Scuola e Lavoro realizza i propri percorsi formativi. Molto soddisfatti di questa visita gli studenti che, provenienti quasi tutti dall’hinterland termolese, non conoscevano gli avvenimenti e i fatti storici legati a Termoli

Servizio civile, la graduatoria dei giovani Il Comune di Termoli ha reso pubblico l’elenco degli ammessi al colloquio TERMOLI. Pubblicata la graduatoria del Comune di Termoli per quanto concerne il progetto ‘Servizio civile’ inserito in Garanzia giovani 2015 ‘I giovani per gli anziani’. L’elenco dei candidati ammessi al colloquio di selezione contempla: Carmine Coppetta (1990); Ilaria Capria (1994); Cristian Ciarrocchi (1995); Maria Assunta Codianni (1991); Ilde D’Addario (1991); Andrea Di Cesare (1992); Maria Corinne Farinelli (1995); Marco Fusco (1992); Kamran Khalil (1989); Luca Maltese (1992); Chiara Martinelli (1989); Rosalba Roggia (1993); Oleh Vasylyshyn (1994).

Saracino e Silvano Stellari.

Esclusi per carenze o vizi documentali: Rossella Cannarsa, Michele De Laureto; Carmine Di Carlo; Antonio Di Palma; Andreola Daniele Fiore; Giorgio Marangi; Laura Salvatore; Marco

Esclusi sempre per ragioni formali: Gianfranco D’Aversa; Claudia Ferrante; Houcine Ghaouar; Alessia Mascia; Mohamed Najwa Mahomud; Michele Pio Nardella; Maria Carola Palmieri; Sara Scrascia; Alessio Tarchino e Valeria Tarchino.

Per l’altro filone, ‘I giovani per l’edutainment’, ammessi: Danilo Ciarrocchi (1990); Carmela Coppola (1998); Marica Cordisco (1998); Annarita D’Addamio (1987); Teresa Di Cesare (1994); Silvano De Gregorio (1991); Chiara Di Felice (1995); Adel Youssouf Kassim (1996); Gaetano Liberatore (1991); Morena Lizzi (1987); Nunzia Maria Mascia (1991); Federica Peluso (1988); Valentina Vigilante (1987) ed Elvira Vignale (1985).



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Opinioni di Gennaro Ventresca Piccolo e nero, come Calimero. Il pulcino dalla lunga coda corona un sogno. Le cronache lo accreditano come nuovo attaccante del Pescara che si è affidato a Oddo, dopo aver tentato di riportare all’Adriatico Zeman, la creatura calcistica per antonomasia della strada moderna e del tumultuante mondo dei calci d’angolo che ogni giorno si rinnova. Sto scrivendo di Vittorio Esposito furetto nato a San Martino dove è diventato più famoso della pampanella. Esposito ha avuto alcune prelibate occasioni per farsi valere ad alti livelli, ma vuoi per carattere e per problemi di famiglia non le ha saputo mai cogliere. I suoi agiografi lo danno in prova alla Juventus, ma improvvisamente lascia il gruppo di ragazzi con cui condivide l’alloggio per tornare al suo paesello, per seguire la Carrese. E poi quella breve apparizione nel

di Pasquale Di Lena Non pochi dei miei vecchi e cari amici, che da anni mi seguono lungo il percorso del vino, dell’olio, della gastronomia e dell’agroalimentare in generale, mi hanno chiesto se vado a Expo 2015, che ha aperto il primo maggio a Milano, e cosa penso della Xylella o, meglio, quale sarà il futuro dell’olivicoltura del Salento. Per quanto riguarda l’Expo non credo di andarci. Per non creare equivoci dico subito per più di una ragione, non ultima quella che a dominare la sua immagine sono le multinazionali, cioè i grandi affari che stanno affossando l’agricoltura contadina, i nostri territori più fertili e più vocati al cibo di qualità, e, cosa ancora più grave, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del pianeta. Ritengo, però, davvero un peccato la messa in bocca di queste consorelle affamate di profitti; campi fertili; semi; tradizioni, soprattutto quelle gastronomiche; qualità e biodiversità, un messaggio fortemente incisivo come“Nutrire il pianeta”. Un messaggio bello, incredibilmente vero, visto che il pianeta ha bisogno di essere nutrito, soprattutto con amore, che, con la presenza delle multinazionali, si contraddice, ed ecco che non ha più la stessa forza. Lo stesso discorso vale per le montagne di cemento buttato, quando gli organizzatori potevano fare proprio il suggerimento di Slow food, cioè la sua sostituzione con costruzioni in legno. Strutture possibili da riciclare in ogni luogo dove nasce e cresce la voglia di stare insieme, insegnare e fare agricoltura, in pratica “nutrire” la speranza e il sogno del domani. Un suggerimento che, se preso in considerazione, poteva diventare un esempio stupendo per il mondo intero, una vera e propria semina di speranza per il futuro e un monito proprio per le multinazionali che hanno bisogno urgente di curarsi di questa loro bulimia per ridare spazio alla ragione.

19 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Si apre una strada spianata per l’attaccante di San Martino

Campobasso acciaccato dalle sue infinite radiazioni. Per non dimenticare la permanenza ad Andria, in C1, con Cosco. Buttate via queste opportunità Esposito con le sue finte si è spostato, come un globtrotter, sui

campi minori molisani e su quelli non proprio esaltanti abruzzesi. Ma qui, nella regione confinante, l’attaccante che danza con la maglia neroverde del Chieti ha avuto l’occasione di mettersi in mostra anche a Pescara. Poteri della tv. Nella città di D’Annunzio sono abituati ai geni zeppi di sregolatezza e forse per questo hanno puntato qualche migliaio di euro sul nostro conterraneo che, sia pur a velocità bassa, sa fare cose che solo i grandi calciatori hanno nelle

loro corde. A Campobasso, nonostante la spinta di molti, Vittorio non ha trovato dirigenti disposti a vestirlo di rossoblù. La sua anarchia non è andata a genio a chi ha avuto il compito di ricostruire non solo una squadra, ma addirittura un club. Così le strade si sono divise. A Selva Piana, però, il Calimero di San Martino ha fatto mirabilie. Se fosse stato più cinico, probabilmente, avrebbe potuto segnare tre-quattro reti. Invece, preferì gigioneggiare, facendo ammattire Dragone e compagnia. Quella sfida fu trasmessa in diretta da Rai sport, su scala nazionale. E forse proprio attraverso quella prova folgorante Esposito ha conquistato il consenso dei pescaresi. Che si aspettano ricami, anche se sanno benissimo che per vincere il campionato di B ci vogliono elementi di maggior sostanza.

Xylella e il futuro dell’olivicoltura

Ecco due le due ragioni che mi portano a dire che l’Expo, la grande vetrina sul mondo, è una grande occasione, in parte persa. Infatti, non posso non tener presente, in questa mia critica, un elemento fortemente positivo di questo grande evento internazionale che rende l’Italia protagonista. Dovendo esso parlare di cibo, non può fare a meno di mettere in luce il valore ed il significato del territorio e delle sue fondamentali risorse. Prima fra tutte la ruralità con la sua agricoltura, l’attività che, da oltre diecimila anni produce cibo, cioè mette a disposizione dell’uomo l’energia vitale. Expo 2015, una magnifica opportunità per un rilancio culturale dell’agricoltura e la sua campagna, ha pensato bene di mettere ai margini, ridurre a ben poca cosa, con l’abbandono dell’agricoltura e l’abuso di territorio. Un abbandono prima di tutto culturale. Ho avuto l’opportunità di vivere

una lotta, qui nel Molise, e di dare il mio contributo, soprattutto politico, a far vincere il territorio contro l’idea e il progetto, fatti propri dalla classe politica e dirigente locale, di una multinazionale del latte, la Granarolo, di voler cementificare (non essendo più possibile in Emilia e Lombardia), un chilometro quadro di suolo fertile per realizzare una stalla industriale capace di ospitare 12.000 manze. Rispondendo alla seconda domanda che mi è stata posta, la questione Xilella, l’insetto diventato famoso suo malgrado, rientra in questa logica di occupazione del mezzogiorno per fare quello che non è più possibile fare altrove. In tal senso ho espresso il mio parere in tempi non sospetti, lo scorso anno, quando è cominciata a circolare la notizia della Xilella. Questo insetto, da sempre noto perché fastidioso, rappresenta, a mio parere, una grande opportunità

per nuove speculazioni, di ogni tipo, che possono essere bloccate solo da scelte capaci d’ intaccare gli interessi del capitalismo dominante e di mettere in crisi quella sua logica di distruzione e di spreco, in primo luogo dei valori e delle risorse propri del territorio, o meglio, dei territori che fanno parlare di mille meridioni. Territori, oggi, racchiusi in quella parte del Paese per lungo tempo considerata arretrata, marginale, che ha colto l’attenzione di illustri studiosi e di forze politiche fino a qualche decennio fa. Penso alla “questione meridionale”e a quella agraria, entrambe, però, messa da parte, come se risolte per sempre, quando si sa, invece, che queste due fondamentali questioni si possono risolvere solo se ci sarà una svolta capace di lottare contro un modello che, con la crisi, ha mostrato non solo il proprio fallimento, ma anche di essere la colpa dell’abbandono. Oggi il Meridione, e così l’Appennino, con i loro territori, la loro ruralità e la ricca agricoltura contadina, sono oggetto di desiderio di chi ha bisogno di territorio per appagare la propria bulimia. Vanno difesi, tutelati perché, se non distrutti dall’avidità imperante, possono diventare davvero strategici per avviare il nuovo modello di sviluppo di cui ha bisogno il Paese, cioè quello che parte dal patrimonio che uno ha per spenderlo e valorizzarlo, che è poi il modo più sicuro per preservarlo e tutelarlo. Penso alla cultura e alla storia, all’ambiente ed al paesaggio, alle attività legate all’agricoltura, alla pastorizia, ai boschi, alle tradizioni che rappresentano l’anima di una comunità. La Xylella che da fastidiosa è diventata cattiva, sarà ancor più cattiva, anzi criminale, se si dà continuità a un modello di sviluppo di cui sembra non se ne possa a fare a meno come se fosse l’unico possibile. La verità è che non lo è, ce ne sono altri.


Hotel “Le Cupolette�

Riparte la stagione estiva Sabato 13 giugno 2015 riapre la piscina

C.da Santa Maria delle Macchie, sn - 86019 Vinchiaturo (CB) Italy Info: +39 0874 340043 Fax +39 0874 340038 www.lecupolette.com - lecupolette@gmail.com


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