Molise impoverito

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tuttO quEllO chE gli AltRi NON DicONO ANNO xii - N° 63 VENERDì 18 mARzO 2016 - DiStRibuziONE gRAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - Rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 E-mail Redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

REStA AggiORNAtO, SEguici ANchE Su FAcEbOOk

L’OSCAR DEL GIORNO

Danilo Leva L’Oscar del giorno lo assegniamo a Danilo Leva. Il parlamentare molisano del Pd è firmatario di un atto di indirizzo al Governo perchè vengano stanziati più soldi alle Università del Mezzogiorno. Le strutture universitarie del Sud, infatti, sono state più penalizzate di quelle del Nord nel corso degli ultimi anni. Ora, è questo il ragionamento, vanno rinforzati i capitoli di bilancio. Per equità.

IL TAPIRO DEL GIORNO

www.lagazzettadelmolise.it

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Antonio Battista Dopo aver sfrattato il segretario generale requisendogli la stanza, si è dotato di un giornalista, sembra, al momento, “a gratis”, con tanto di computer e scrivania e orario di lavoro. L’esordio è stato particolarmente strampalato. La comunicazione istituzionale annovera infatti temi frivoli, come i compleanni dei centenari, e meno faceti. Con la pecca, però, che sia gli uni che altri non dicono sostanzialmente niente. Ma importante è comunicare.

Tutte cifre in negativo per la regione

Servizio a pag. 3

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La sfida più grande

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La Gazzetta del Molise da martedì 22 marzo 2016 sarà in tutte le edicole del Molise Da sempre vicini agli interessi dei molisani ora pronti al cambiamento $ ! "" " "

La credibilità di sempre - la forza di domani


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 18 marzo 2016

L’avviso sull’Area intranet del sito web istituzionale della Regione Molise è una pura formalità Piede sull’acceleratore. Lo tiene pigiato il neo direttore generale della Regione Molise Massimo Pillarella chiamato dal presidente Frattura e dalla giunta di Palazzo Vitale a dare il meglio di sé nell’assecondare i progetti di organizzazione dell’Ente. Di fare, cioè, in poco tempo ciò che non è riuscito a fare in tre anni il già direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco e la facente funzioni (per alcuni mesi) Marinella D’Innocenzo. Sua (di Pillarella) la firma in calce alla determinazione con la quale ha approvato l’avviso interno che sarà pubblicato sull’Area intranet del sito web istituzionale della Regione Molise al fine di consentire ai dirigenti regionali con contratto di lavoro a tempo indeterminato di esprimere le proprie eventuali manifestazioni di interesse per il conferimento dell’incarico di responsabilità, a valere sulle strutture dirigenziali apicali dell’apparato organizzativo della Giunta regionale denominate Dipartimenti (delibera della giunta regionale 72/2016). Una pura formalità (e diremo perché - ndr), svolta ai sensi dell’articolo 20, comma 4, della legge regionale numero 10 del 2010, secondo cui gli incarichi di direttore di Dipartimento (oddio, nel 2010 la legge 10 non poteva prevedere di conferire incarichi di direttore di Dipartimento non essendoci i Dipartimenti – ndr) possono essere conferiti a dirigenti regionali, muniti di laurea, dotati di esperienza pluriennale nelle funzioni dirigenziali e di dimostrate attitudini manageriali. Pillarella ha diligentemente soddisfatto questo dettato, ma sa perfettamente che difficilmente la giunta regionale, cui compete la esclusiva, formale attribuzione degli incarichi, si

di Michele Rocco Spett. Redazione Più che a 52 anni fa, epoca del riconoscimento dell’autonomia regionale del Molise, il nuovo assetto territoriale previsto dai senatori Ranucci e Morassut e ci porta indietro di un paio di secoli, all’epoca del Contado del Molise. Durante il decennio di dominazione francese nel regno di Napoli, nel 1806, vengono riconsiderati gli ambiti territoriali e nasce, anche sotto la spinta del ministro Giuseppe Zurlo, molisano, la Provincia di Molise. Il territorio fu staccato dalla Capitanata ed anche il circondario di Larino venne annesso alla nuova Provincia.

Poche speranze per i dirigenti regionali di porsi a capo dei Dipartimenti

Parallelamente all’avviso interno, la giunta regionale ha deliberato anche un avviso pubblico per la formazione di un elenco di candidati idonei al conferimento dell’incarico di direttore di Dipartimento, esterni alla Regione Molise

servirà del personale interno che, in considerazione dei seguenti parametri valutativi: natura e caratteristica degli obiettivi da conseguire; complessità della struttura interessata; formazione culturale posseduta; attitudini e capacità professionali rilevate dal curriculum vitae; specifiche competenze organizzative possedute;

esperienze di direzione eventualmente maturate, anche all’estero, sia presso il settore privato che presso altre amministrazioni pubbliche, potrebbe ambire ad essere direttore di uno dei quattro Dipartimenti recentemente istituiti. Ciò perché, parallelamente all’avviso interno, la giunta regionale ha deliberato anche un

avviso pubblico per la formazione di un elenco di candidati idonei al conferimento dell’incarico di direttore di Dipartimento, esterni alla Regione Molise, elenco dai quali finora, compreso lo stesso Pillarella, ha sempre attinto la dirigenza di suo massimo gradimento. Difficile credere che voglia cambiare registro e atteggiamento

in presenza dei carismatici Dipartimenti di cui la Regione s’è dotata perché svolgano funzioni “di coordinamento, gestione e raccordo operativo delle attività dei Servizi afferenti ad un complesso di materie, attività o progetti tra loro omogenei, connessi o interdipendenti”. Motivo sufficiente per ritenere che per i dirigenti interni della Regione Molise ci sarà poco spazio e scarsa attenzione da parte della giunta. Come del resto hanno avuto poco spazio e scarsa attenzione nel momento in cui ha scelto Pillarella per la direzione generale dopo aver comparato la brillantezza delle sue doti manageriali rispetto a quelle dei dirigenti regionali muniti di laurea, dotati di esperienza pluriennale nelle funzioni dirigenziali e di dimostrate attitudini manageriali. Essendo la storia maestra di vita, potrebbe mai prestarsi ad essere smentita? Dardo

La Regione del Levante, un passo indietro di 200 anni

Duecento anni fa forse erano più illuminati. L’idea francese era quella di creare delle intendenze nei capoluoghi, con poteri amministrativi, giudiziari e di pub-

blica sicurezza. A questo punto occorreva dare una sede alla istituenda intendenza. Sul territorio molisano vi erano già alcuni centri fiorenti e relativamente

popolosi, come ad es. Agnone (con circa 8.000 abitanti). Anche se quello del numero degli abitanti poteva essere un presupposto, la logica francese mirava a che l’abitato avesse una posizione centrale nel territorio, con criteri di relativa facile raggiungibilità da tutti i comuni della provincia. La scelta cadde su Campobasso (che aveva circa 6000 abitanti) Naturalmente le città di intendenza, ma anche quelle di sot-

tointendenza, come Isernia, essendo sedi di uffici e magistrature, nel giro di pochi anni accrescono la loro popolazione e i traffici. Forse i due senatori avranno visto qualche mappa pre napoleonica o più semplicemente avranno notato che in Molise vi è San Giuliano di Puglia. Nel nuovo disegno di assetto territoriale, con la Regione del Levante, verrebbero cancellati 200 anni di storia e di identificazione con il territorio. In mezzo secolo di autonomia, la Regione ha avuto un notevole progresso ma anche molta fragilità, soprattutto per le scelte e i comportamenti degli anni più recenti.


TAaglio lto

3 18 marzo 2016

Il Molise è una regione per ricchi. Eh già, fa un certo effetto leggerlo, vero? Eppure è proprio così. Lo dice uno studio della CISL molisana, reso noto ieri mattina, sulla crisi economica che dal 2008 ad oggi strangola la nostra regione. Infatti se qualche indicatore comincia ad invertire la tendenza negativa su scala nazionale, a livello locale siamo ancora in piena, pienissima, emergenza. Il reddito pro capite dei molisani è sensibilmente inferiore a quello della media nazionale, questo dato non può che aver causato, quindi, un drastico calo della domanda interna, dei consumi; se si aggiunge l’ enorme flessione degli investimenti, soprattutto pubblici ma anche privati, il quadro di una situazione quasi senza ritorno è bello e fatto. Quattro famiglie molisane su dieci sono a rischio di povertà ed esclusione sociale. Un’enormità. Un dato che dovrebbe far scattare tutti gli allarmi sulle scrivanie che contano e nelle stanze del potere. Ma niente da fare. In Regione si giochicchia, ci si trastulla con le nomine, si polemizza con questo e quello, ci si fa gli scherzi quando perde il Milan, o la Juve. Ma il dato davvero insopportabile che viene fuori dallo studio della CISL è che, invece, il Molise è una regione per ricchi. E’ il paradiso di chi può e che, per questo, continua ad ingrassare. Mentre gli altri impoveriscono. Il 70% percento della popolazione molisana, infatti, non arriva a percepire neanche il 40% del reddito disponibile. E con questo abbiamo fatto tombola. L’in-

l’intervento

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise è una regione per ricchi Il 70% della popolazione regionale non arriva a percepire neanche il 40% del reddito disponibile, quattro famiglie su dieci sono a rischio povertà. E l’intellighenzia tace giustizia si fa sistema. I ricchi si arricchiscono, i poveri impoveriscono. Sarebbe interessante conoscere il pensiero su questo dato di tutti i politologi da salotto, con baffi e/o barba, sandalo Birkenstock e fuori serie; dall’ eloquio tanto fluente quanto inconcludente e un tantino soporifero; che sono la vera anima, l’unica foglia di fico di questo governo regionale. Sono coloro che hanno giustificato, e codificato la giustificazione affinché altri spargessero il verbo, la fusione fredda dell’ex forzista Frattura con i rimasugli della sinistra radicale e gli ammutinati del

Bounty Iorio. Sicuramente direbbero che la colpa è proprio di Iorio e di quelli che venivano prima ancora di lui. E non direbbero, per una volta, neanche una cosa sbagliata. Il disastro, infatti, ha sempre molti padri. La colpa di questa insopportabile ingiustizia, che mandiamo giù tutti i giorni con desensibilizzata disinvoltura, non può certo essere solo di Paolo Frattura e della sua maggioranza. Ma, e su questo non ci piove, è anche colpa di Paolo Frattura e della sua maggioranza, che governano questa regione da ormai tre anni. Tre anni in cui non c’è stato

un solo spiraglio di luce, una sola boccata d’aria fresca, un solo indicatore che abbia segnato cifre di speranza, se non di crescita. Tutto questo condito con un atteggiamento così arrogante e strafottente da aggiungere la beffa al danno, la rabbia alla delusione. Ed qui che si trova la colpa di chi invoca la giustizia per tutti tranne che per i loro corregionali: aver taciuto dinanzi all’evidenza. Non aver avuto il coraggio di ammettere che il loro Frankenstein politico-istituzionale s’è rivelato un aborto. Non aver avuto le palle di esercitare quel pensiero critico che tanto si van-

tano di avere quando si tratta di contestare gli avversari. Se l’avessero fatto, la foglia di fico che permette a Frattura di andare in giro da presidente della giunta, da governatore di una Regione, sarebbe diventata ogni giorno più piccola e più grande l’imbarazzo, quindi. E forse, ma solo forse, qualcosa sarebbe potuta anche cambiare; qualche decisione sarebbe stata più condivisa, qualche vertenza si sarebbe potuta condurre con più criterio. Per l’arroganza e la strafottenza, invece, ci sarebbe stato comunque poco da fare: contro la Natura non c’è partita.

Precari Protezione civile, Frattura e Ciocca tacciono

Sono passate più di due settimane dal mancato rinnovo dei 97 dipendenti dell’Agenzia per la Ricostruzione post sisma, dove, con la chiusura di fatto dell’Agenzia stessa, è rimasto in servizio solo il direttore e, pare, i soliti “crumiri” (senza contratto) in attesa della ricompensa…. Ad oggi, non si hanno notizie di come il Governo Frattura ed il Consigliere Delegato Ciocca vogliano portare avanti la ricostruzione e la risoluzione del problema dei precari, considerato che, oltre a non esserci più una struttura funzionante, non vi è traccia del fantomatico concorso, (che nessuno vuole tranne loro due), e addirittura nemmeno del bilancio dell’ente, mancanza che di fatto paralizza tutto. In questa situazione, la cosa che lascia tutti noi stupiti è la mancanza diqualsiasi forma di reazione da parte di chi aspetta da anni di rientrare nella propria case, delle decine di

imprese, tecnici e dei creditori vari che ormai “falliscono” in religioso silenzio per via dei mancati pagamenti (tranne pochi “fortunati” che non si sa come e in che modo siano stati saldati). Nessuna protesta e nessuno protesta, se non con sporadiche dichiarazioni, nemmeno le associazioni di categoria, che tra l’altro imputavano a noi dipendenti i ritardi nei pagamenti, o le forze sindacali… Sembra quasi di vivere in un regime dittatoriale o, usando un termine caro a qualcuno, di piena “commistione” tra le parti. Il gruppo precari sisma Molise 2002, attraverso questo comunicato, ribadisce la richiesta urgente, tra l’altro inoltrata a mezzo stampa anche da vari Deputati e Consiglieri Regionali, dell’apertura di un tavolo tecnico delle parti teso alla risoluzione del problema necessariamente

prima che la situazione precipiti del tutto, in presenza di sua Eccellenza il Prefetto di Campobasso quale garante, poiché non ci sentiamo rappresentati da alcun sindacato, prova ne è l’esiguo numero di tesseramenti (forse il 20%) in possesso delle varie sigle.Cogliamo, quindi, l’occasione per diffidare i suddetti sindacati ad intraprendere qualsiasi

trattativa se non in presenza di alcuni delegati dei dipendenti (e come è giusto che sia di tutte le sigle sindacali) o ad avvallare soluzioni che non rappresentino appieno la volontà e l’interesse della totalità dei lavoratori (ad esempio riassumere poche persone in attesa di una nuova selezione). In caso contrario,riterremo che eventuali

trattativesiano tese solo e soltanto a tutelare, magari, i propri iscritti anche a discapito della stragrande maggioranza dei dipendenti e ad aiutare, invece, l’amministrazione ad uscire dal “pantano” in cui si è cacciata, snaturando ed avvilendo, così, le finalità del sindacato stesso. Un plauso all’unica voce fuori dal coro (silente) quella del Consigliere Scarabeo, il solo (tra l’altro della maggioranza, mentre i consiglieri di minoranza sono ancora in letargo in attesa della primavera!) che ha fatto sapere di voler conoscere la volontà del governo regionale in merito alla questione e, per questo, presenterà una interrogazione in Consiglio Regionale, senza tralasciare l’interessamento anche della Autorità Giudiziaria. Gruppo precari sisma Molise 2002


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TAaglio lto

4 18 marzo 2016

In corso una serie di giornate dedicate ad illustrare le opportunità offerte dalle 70 borse Erasmus Plus destinate agli studenti Unimol che intendono trascorrere un periodo di studio all’estero

Finalmente l’università sta facendo l’università

Intese istituzionali con la Regione, con le scuole, con gli Ordini professionali, e alle altre ipotesi di collaborazione vanno maturando Stagione particolarmente fertile per l’università del Molise questa che commentiamo dalle pagine de La Gazzetta del Molise, giornale che in tempi di magra non ha mai smesso di sollecitare una sortita dell’Ateneo sul territorio ad incontrare le istituzioni, le organizzazioni, le associazioni, le scuole per creare un raggio entro cui allestire e realizzare collaborazioni e interventi che favorissero il progressivo reciproco avvicinamento e, quindi, un utile scambio di vedute, di analisi, di approfondimenti, di radicamento e di collaborazioni. Questo processo di interazione e d’integrazione si sta realizzando. Preferibilmente con la Regione, che dispone di risorse finanziarie e di fondi specifici da destinare alla ricerca scientifica, ma anche con altri soggetti (pubblici e privati) che dal rapporto con l’università (e viceversa) possono trarre suggerimenti, consigli, e forme concrete di collaborazione. E’ anche vero che si sta uscendo dall’oscurantismo economico e culturale generato dal perdurare della crisi globale e che c’è voglia di “agitare le acque”. L’università ne sta dando prova, obbligando il cronista a prendere nota delle iniziative che va sviluppando e dei progetti che va proponendo. Insomma, l’università sta facendo

Hanno fatto sì che milioni di italiani s’impoverissero, per poi cercare di intervenire a sollievo e a contrasto di questa “epidemia” sociale. In che modo, lo racconta l’assessore regionale alle Politiche sociali, Michele Petraroia, in questi termini: “Il governo ha inserito nella proposta di legge di stabilità per il 2016, seicento milioni di euro per il contrasto alla povertà, elevabili ad 1 miliardo per il 2017, e confermando 400 milioni al Fondo Nazionale per le non autosufficienze e inserendo meritoriamente, per la prima volta, una posta di 90 milioni per i centri socio – assistenziali del <Dopo di Noi>. Sul piano normativo c’è da registrare che le politiche per la famiglia, per i giovani e per il servizio civile, trasferire alla direzione generale delle Politiche sociali del ministero del Lavoro, perseguono un

l’università. Con il rigore scientifico proprio, ma con la necessaria umiltà di capire il contesto in cui vive e opera. Chi legge il nostro giornale sa a cosa ci riferiamo, alle intese istituzionali con la Regione (ultima l’istituzione di un Dipartimento turistico a Termoli), con le Scuole, ultimamente con l’Ordine dei commercialisti, e alle altre ipotesi di collaborazione che vanno maturando. L’università sta pertanto sfumando l’aspetto di un corpo estraneo alla città, di un luogo “eccentrico”, “elitario”, per “soli addetti ai lavori”, per assumere mano a mano la veste di una realtà “familiare”, come possono

esserlo il Comune, la Provincia, la Regione, per stare alle istituzioni, invitando la collettività a frequentarla su impulso di varie iniziative d’interesse generale. In questi giorni, a esempio, ha in allestimento una serie di giornate dedicate ad illustrare le opportunità offerte dalle 70 borse Erasmus Plus destinate agli studenti Unimol che intendono trascorrere un periodo di studio all’estero (le domande si possono presentare sino al 31 marzo 2016). Da rettorato fanno sapere che attraverso il programma Erasmus Plus l’Ateneo molisano è proiettato anche nella direzione di accordi e di esperienze di studio e di ricerca

con paesi al di fuori dell’Unione Europea come Cina, Kazakhstan, Argentina e Brasile. Una grande finestra sul mondo offerta alla popolazione studentesca per dare soprattutto un seguito concreto al processo d’internazionalizzazione da cui ormai non si può prescindere. Per il rettore Palmieri “il programma Erasmus è qualcosa di rivoluzionario che ha cambiato il senso di appartenenza degli studenti europei. Negli ultimi anni, studenti e professori dell’Ateneo molisano hanno avuto l’occasione di rapportarsi con altre realtà europee, di confrontarsi attraverso un interscambio di conoscenze in ambiti

diversi. Questo arricchimento è ancora più significativo in una realtà socio-economica fragile come quella del Molise”. Per il professore delegato all’Internazionalizzazione ,Claudio Colombo ,“quanto più alta è la capacità di attrarre studenti stranieri tanto maggiore è il livello qualitativo dell’Ateneo. Stiamo allacciando nuovi accordi con università estere, specie del nordest Europa, per attirare studenti e docenti e nello stesso tempo, promuovere la mobilità in uscita degli studenti Unimol. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di favorire l’internazionalizzazione dei nostri corsi di studio. Un traguardo importante per la crescita umana e professionale degli studenti molisani, poiché non sono molte le occasioni per studiare all’estero. Il programma Erasmus permette di vivere un’esperienza unica che arricchisce per tante ragioni: aiuta a migliorare le competenze linguistiche, incrementa il bagaglio di esperienze umane e permette di apprendere usi e costumi diversi». Per essere cittadini del mondo in una realtà che stenta a scrollarsi di dosso i vizi del provincialismo. Dardo

In troppi sotto la soglia della povertà obiettivo di armonizzazione degli interventi a lungo sollecitati dalle Regioni e dagli enti locali. In una fase non semplice, per il contenimento della spesa pubblica, va espresso apprezzamento per la parte della manovra finanziaria relativa alle Politiche Sociali, fermo restando i margini di ulteriore miglioramento che possono determinarsi nella discussione parlamentare anche in un’ottica di integrazione tra politiche di contrasto alla povertà e inclusione al lavoro dei soggetti svantaggiati e dei disoccupati di lunga durata, come dallo schema approntato dalla Commissione Lavoro della conferenza delle Regioni. In termini più complessivi, si registra l’esigenza di implementare le ri-

sposte in favore delle aree interne e a sostegno del Mezzogiorno, al fine di assicurare nelle zone con maggiori difficoltà, la possibilità di accedere ai livelli essenziali di assistenza dei principali servizi pubblici e il sostegno allo sviluppo locale, alla crescita e all’occupazione, per accorciare il divario tra il Sud ed il Centro – Nord”. In questo quadro d’assieme le Regioni intendono contribuire a rafforzare la lotta contro la povertà attraverso interventi finalizzati a migliorare la governance, a coordinare l’azione degli attori delle politiche sociali e occupazionali per aumentare l’efficacia dell’offerta di inserimento sociale e lavorativo delle persone in condizioni di estrema povertà.

Le Regioni, dunque. Ma quali, ma come, con quale risorse, in che misura e in favore di chi. La Regione Molise, ad esempio, per essere credibile dica tutto questo e lo metta in pratica. Dica quale saranno le forme di accompagnamento verso l’inserimento al lavoro sostenibile, quali i percorsi integrati multiprofessionali come previsto a livello nazionale. Questi interventi, che coinvolgerebbero una pluralità di misure di sostegno (compresa quelle al reddito) finalizzate a inserimenti integrati socio- lavorativi, mirano all’uscita dalla povertà estrema e all’occupazione per i più vulnerabili. Importante sarà determinare con grande approssimazione queste particolari condizioni. Essere davvero po-

veri e non finti poveri. Varrà il reddito disponibile familiare inferiore alla relativa soglia di povertà e del valore Isee. Tuttavia, ha tenuto a sottolineare Petraroia, la misura che si vuole attuare non è un reddito di cittadinanza, universale ed incondizionato, ma uno strumento basato sulla condizione economica verificata sulla base di adeguati requisiti reddituali e patrimoniali, e sul rispetto di un patto familiare che i beneficiari dovranno stipulare per la fruizione del trasferimento del contributo monetario. La povertà contornata di obblighi e verifiche, fatta diventare materia di analisi e di misure, non sarà un ulteriore argomento della politica in combinazione con la burocrazia?


TAaglio lto

5 18 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Polemica a vuoto tra il primo cittadino e le opposizioni consiliari sulle aree urbane perimetrate

L’urbanistica campobassana: concessioni a costruire e favori da elargire

Che vi siano aspetti particolari e interessi particolari nell’azione municipale lo attesta e lo certifica il numero degli amministratori (sindaco compreso) che non hanno potuto partecipare al voto, in quanto direttamente interessati Il sindaco Battista ha abboccato all’amo della polemica che gli hanno gettato dall’opposizione. Non ha resistito alle critiche sulla recente decisione di intervenire nelle are perimetrate nel 1999 dall’architetto Lucarino, commissario ad acta nominato dalla Regione per inadempienza dell’amministrazione comunale a intervenire là dove si era costruito e non si poteva, quantomeno nei modi e nei termini in cui si era costruito. Ovvero a Coste di Oratino, Macchie, San Vito-Colle Longo, Sant’Antonio dei Lazzari-San Nicola delle Fratte, Sant’Antonio dei Lazzari-Colle delle Api, Colle delle Api-San Giovanni in Golfo, Colle dell’Orso, Colle dell’Orso 2, Limiti, Mascione-Polese, Tappino e Cese. Una enorme fascia periferica contraddistinta dall’abusivismo per la quale, una volta sanati gli abusi, era ora di realizzare i servizi e le infrastrutture necessarie per vivere in modo decente. Di situazioni come queste appena indicate Campobasso ne conta a decine, per le quali, a differenza delle aree perimetrale da Lucarino, non ha mosso un dito né pare sia disposto a muoverlo, pur avendo l’obbligo di farlo. Per l’assessore per all’urbanistica

di Giorgio Simonetti* Apprendiamo dagli organi di stampa, unica fonte a cui le istituzioni regionali hanno affidato negli ultimi mesi la comunicazione istituzionale rispetto alle parti sociali in tema di trasporti, che si sarebbe svolta una riunione tra imprese del settore TPL gomma extraurbano e l’Amministrazione regionale – riunione presieduta dal presidente Frattura – volta a verificare le condizioni per la creazione di un polo consortile tra tutte le aziende attualmente a f f i d a t a r i e dell’esercizio. Senza entrare nel merito della fattibilità del progetto, facendo salve le competenze proprie dell’am-

Bibiana Chierchia che ha annunciato di volere una Campobasso “Città Europea”, sarebbe il caso fosse informata e decidesse di conseguenza per colmare questo vuoto programmatico territoriale. Dicevamo della polemica cui il sindaco non ha resistito ad abboccare. E’ del tutto sterile, non aggiunge e non toglie nulla alla qualità del confronto e alle motivazioni che lo sostengono: per cui, a distanza di 15 anni, il Comune ha ritenuto fosse il caso di mettere un minimo d’ordine in quelle aree perimetrate in cui, va detto a chiare lettere,

dal 1999 s’è continuato a costruire alterando i parametri e i rilievi (volumetrici) eseguiti da Lucarino. Pertanto il lavoro di riordino appena deliberato potrebbe rivelarsi sostanzialmente inapplicabile. Un buco nell’acqua. A differenza dell’effetto propagandistico della proposta di razionalizzazione cui le opposizioni, facendo il proprio mestiere, hanno fatto le pulci, concludendo che sostanzialmente l’amministrazione si dispone a una forma di contrattazione tra il dover dare i servizi e le infrastrutture ai residenti e ottenere in cambio le

superfici necessarie per realizzarli. Un “do ut des” di basso profilo amministrativo che non risolve i problemi che in quelle aree si sono sedimentati, né ipotizza in termini chiari e definiti i recuperi che vengono postulati. Difatti manca in maniera palmare una visione d’assieme, né c’è in giro uno straccio di progetto che indichi cosa manchi e cosa serva per darle dignità urbanistica. Si annuncia (e si paventa) un lunghissimo rosario di incontri, di richieste, di contatti con alla base progetti di ampliamento edilizio e nuove costruzioni.

Tutto al di fuori di uno studio analitico sull’andamento demografico. Anarchia. La madre che ha figliato questo intervento regolatore nelle aree “Lucarino” è fin troppo prodiga di favori e avara di raziocinio per essere una madre accreditabile sul piano urbanistico, come l’hanno intesa (sbagliando) a Palazzo san Giorgio, essendo sostanzialmente e strumentalmente accreditata sul piano edilizio. Stiamo alludendo al famigerato “Piano Casa” regionale. Generatore di volumi edilizi, di soddisfacimenti abitativi, di progettazioni edilizie e di progettisti, e solo di questo. Rifarsi ad esso per razionalizzare quelle aree e le altre che sono ad esse assimilabili non poteva e non può che prestarsi alle critiche e ai rilievi dei consiglieri d’opposizione, specie da parte di quelli che masticano di progetti e di volumi cementizi. E che vi siano aspetti particolari e interessi particolari nell’azione municipale lo attesta e lo certifica il numero degli amministratori (sindaco compreso) che non hanno potuto partecipare al voto, in quanto direttamente interessati. Dardo

Trasporti su gomma, la Regione viaggia a fisarmonica ministrazione e, quindi anche il diritto/dovere di compiere scelte coerenti con l’interesse pubblico da perseguire, riteniamo che resti comunque nostro dovere ribadire la necessità che la Pubblica Amministrazione si faccia garante del progetto, assicurando l’ efficientamento del sistema senza dover ricorrere ad alcuna riduzione dell’attuale consistenza del personale dipendente e senza diminuire i livelli di fruibilità del servizio pubblico. Tale necessità funzionale anche a garanzia di stabilità del progetto, non pos-

sono non passare attraverso un momento di condivisione attiva con le parti sociali ovvero con le organizzazioni sindacali come anche con le associazioni dei consumatori, anche ad evitare che un tema di tale spessore che attiene alla dignità stessa dei lavoratori e degli utenti venga sminuito da episodi di conflittualità spontanea ed occasionale al di fuori del Palazzo. Comunque si ribadisce la contrarietà rispetto a scelte politiche che si traducano nella riduzione dei costi/riduzione delle spese relative al personale. Rifiutiamo

l’idea che si possa ricorrere a provvedimenti di qualunque natura funzionali solo ad una immediata ed apparente riduzione della spesa corrente. Anche perchè il vero problema sociale, anche per le sue ricadute, è rappresentato dal cronico ritardo nel pagamento delle dovute retribuzioni che non può non trovare soluzione proprio nel progetto di riforma, al di là della forma giuridica prescelta per il soggetto gestore“. *Segretario Generale Filt Cgil Molise.


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Campobasso

18 marzo 2016

“Sul Terminal nulla di scandaloso” A replicare alle accuse dei Cinque Stelle è il consigliere delegato alla mobilità, Lello Bucci CAMPOBASSO. “In merito alle notizie apparse recentemente sugli organi di stampa - relative ai presunti favoritismi compiuti dall’amministrazione di centro-sinistra nei riguardi di ditte ‘amiche’ in merito alla gestione del terminal bus oppure alla mancanza di trasparenza nelle procedure di “projectfinancing” - sono doverose alcune precisazioni poiché tali illazioni sono di una sterilità inaudita e denotano l’unico intento di ostacolare la realizzazione di un’opera pubblica che i cittadini campobassani e molisani aspettano da circa venti anni,

un’opera funzionale e moderna che darà risposte concrete, in termini di efficienza, all’accoglienza dei viaggiatori che transitano nella zona“. Lo sostiene il consigliere delegato alla Mobilità, Lello Bucci. “Questo è il dato incontrovertibile: il terminal-bus è fondamentale per la città in quanto, ubicato in zona centrale, rappresenta un importante smistamento della mobilità su autobus urbani ed extraurbani. Pertanto è doveroso per il rispetto della collettività mettere in essere al più presto tutte le procedure per affidare la messa in sicurezza del

terminal e la sua gestione, con la consueta trasparenza, a imprese serie che finalmente consegneranno alla città un opera pubblica in grado di accogliere i viaggiatori in ambienti confortevoli, moderni e sicuri. Le procedure messe in atto dall’amministrazione Battista hanno seguito in maniera pedissequa la normativa prevista in materia dal codice degli appalti (Dlgs. 163 del 2006). Era ormai noto che si volesse seguire la strada della gestione ai privati di tale struttura e quindi chiunque avrebbe potuto presentare un progetto che l’Am-

ministrazione avrebbe obbligatoriamente esaminato. Pertanto l’Amministrazione avrà il dovere di esaminare l’unica proposta arrivata che qualora avesse tutti i requisiti previsti dalla legge erispondesse agli interessi pubblici che necessariamente saranno salvaguardati, verrà messa a bando secondo le procedure previste dal projectfinancing. Vale a dire che altri soggetti con i requisiti previsti dalla normativa, potranno concorrere con offerte migliorative, a tutto vantaggio dell’amministrazione stessa. Altro che mancanza di tra-

sparenza! Tutto il resto sono chiacchiere futili che tentano di demolire o insabbiare qualsiasi iniziativa, volta al benessere della collettività. La cultura del sospetto è fuori moda edannosa. Se poi si intende denunciare qualche illegalità, l’amministrazione stessa sosterrà tale azione. Ma in caso contrario è dovere di tutti, maggioranza e opposizione consiliare, lavorare con l’intento di migliorare lo stile di vita dei campobassani e dei molisani e ciò avverrà anche tramite la fruizione di un terminal bus moderno e efficiente.

Mercato coperto, un nuovo ruolo di Giovanni Muccio* Il mercato coperto di Campobasso è stato l’elemento che ha cementato la città come realtà sociale ed economica, per i campobassani e cittadini dell’ hinterland ha rappresentato e rappresenta la propria storia e cultura. Oggi c’è la necessità di riqualificarlo facendolo divenire “fiore all’occhiello” della città, al fine di attivare iniziative e progetti di sviluppo e promuovere l’imprenditoria, anche giovanile nei settori tradizionali e innovativi, al fine di rivitalizzare il tessuto sociale ed economico della città nell’attuale congiuntura economica sfavorevole, non ché, strumento di riequilibrio urbano, dopo l’avvento della grande distribuzione nella periferia della città. A parere del Movimento è quella di fare del mercato comunale un polo di riferimento della città per gli acquisti alimentari genuini e freschi, artigianato locale ed eventi musicali, teatrali per i giovani e la cittadinanza tutta, oc-

corre dunque ripensare alla nuova funzione del mercato coperto, recuperando la loro storia ma adeguandola ai nuovi tempi. In pratica tutti i prodotti che si possono cercare all’interno di un mercato coperto, dalla frutta e verdura alla pescheria, proponendo accanto ai tradizionali “freschi” alcune eccellenze e particolarità del nostro territorio. Un birrificio che farà nascere in loco la nuova “birra del mercato coperto di Campobasso”, la presenza di una cioccolateria artigianale che produrrà cioccolata sul momento. E poi naturalmente formaggi di ogni genere fatti al momento come la mozzarella, ricotta e bocconcini, pizze con lievito madre e farine biologiche, prodotti senza glutine, botteghe artigiane e diversi punti ristoro innovativi sparsi per il locale per fare in modo di rendere il mercato coperto vivo «dalla colazione all’aperitivo, con

anche eventi musicali e iniziative culturali». Il tutto, anche a prezzi abbordabili, perché deve rappresentare un luogo di ritrovo per l’intera cittadinanza, una vera vetrina sulla città per tutti. A tal riguardo anche l’Unione Europea viene incontro a questi piani di rivitalizzazione dei mercati pubblici e privati e le attività economiche e professionali nei quartieri tradizionali delle città come elemento di rigenerazione urbana e socio-economica della stessa, il tutto inquadrato nell’asse tematico 4: occupazione e competenze (formazione) nell’economia locale, FESR 2014-2020. Il mercato coperto può rappresentare la rivitalizzazione del centro cittadino e occupazione giovanile, non c’è più tempo da perdere. *Presidente regionale del Guerriero Sannita

All’Alphaville: “Amedeo si racconta“ Filmati d’epoca e interviste sul maestro campobassano Amedeo Trivisonno”

CAMPOBASSO. Oggi pomeriggio, alle ore 18.30, presso la sala Alphaville dell’Ex ONMI, in via Muricchio a Campobasso, il Comitato Trivisonno 2015 in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso e la BiblioMediaTeca comunale di Campobasso, proporrà una prima visione esclusiva e irripetibile, ovvero: “Amedeo si racconta. Filmati d’epoca e interviste sul maestro campobassano Amedeo Trivisonno”. Un racconto per immagini e parole che svelerà nuovi particolari della personalità artistica e umana dell’artista molisano del quale, nel 2015, è ricorso il ventennale della scomparsa e che il Comitato Trivi-

sonno, in questi mesi, ha voluto ricordare con attività di studi, ricerche, incontri, visite guidate e altri eventi svolti in numerose località del Molise. Centinaia di persone hanno partecipato in questi mesi alle iniziative del Comitato Trivisonno 2015, scoprendo e apprezzando in maniera più approfondita le opere del maestro e contribuendo in prima persona alla raccolta fondi indetta per finanziare le attività di restauro dell’opera “Gli Evangelisti”, realizzata nel 1937 da Amedeo Trivisonno, nella volta della cappella dedicata all’Addolorata della chiesa di Santa Maria della Croce di Campobasso. Venerdì 18 marzo, sullo schermo della sala Alphaville a Campobasso, verranno proposti documenti d’archivio capaci di stimolare curiosità, interesse ma anche forti emozioni, frutto di un accurato lavoro di ricerca condotto dai rappresentanti del Comitato Trivisonno e dai bibliotecari della BiblioMediaTeca comunale di Campobasso. Grazie alle testimonianze video rintracciate e opportunamente montate, ascolteremo il maestro Trivisonno raccontarci delle sue esperienze in Egitto e della sua attrazione per la cultura e per la so-

cietà araba, per poi sentirlo parlare con passione e coinvolgimento della tecnica pittorica, dell’uso del colore, del legame viscerale con la sua terra e tanto altro ancora. L’appuntamento di venerdì, aperto a tutti gratuitamente come tutte le attività svolte dal Comitato Trivi-

sonno, sarà anche il momento per informare in maniera diretta su quanto fatto fino a oggi e sulla cifra raccolta. Una cifra che fa ben sperare per il raggiungimento dell’obiettivo che ci si è prefissati, in vista dell’atto finale e conclusivo delle attività del

Comitato Trivisonno 2015 che si terrà nel mese di aprile, dal 3 al 10, presso i locali del Circolo Sannitico di Campobasso, con l’esposizione e la successiva vendita all’asta di alcune opere del maestro campobassano donate per la causa da tutti i figli di Trivisonno.


Campobasso

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Dopo la sosta riprende il campionato per tornare al successo e per stabilire chi dovrà rimanere Alessandro ama il dribbling come Balotelli le donne di Gennaro Ventresca Mancano leoni da palcoscenico. Questo uno dei tanti motivi per cui la nostra squadra non ha conquistato i cuori dei suoi tifosi. Sta facendo la parte della foca sapiente un italo argentino che sembra più vanitoso che bravo. Dico Alessandro che ama il dribbling come Balotelli le sue donne, ma segna poco e sciupa occasioni incredibili sotto misura. Stanco e di pessimo umore per l’inizio di stagione catastrofica il pubblico di Selva Piana è andato prosciugandosi, preferendo la poltrona ai duri gradoni del Romagnoli. La strategia adottata da Aliberti è

piaciuta subito, ma è legata al gioco e alla classifica. Il re delle granaglie che s’è tuffato con entusiasmo nell’avventura rossoblù si aspettava il doppio degli spettatori che hanno seguito la squadra. L’idea di far slittare le partite di mezzora e di far pagare il prezzo di un caffè in curva ha soddisfatto sino a un certo punto. L’incontro di domenica contro la Vis Pesaro sarà un altro test per valutare l’indice di fidelizzazione. Per prudenza Aliberti non si è pronunciato apertamente sui play off. Forse perchè non ha ancora ottenuto notizie certe dal Palazzo. Per scaldare il popolo rossoblù

sarebbe un bene tornare in Lega Pro attraverso la porta principale. Le scorciatoie dei ripescaggi piacciono sino a un certo punto. Vincere sul campo è ben altra cosa. In quei frangenti si misura il valore della squadra, si stana l’amico perduto, si riscoprono antiche rivalità con avversari storici o appena incontrati per strada. Dalla bellezza di 16 anni i nostri colori non primeggiano in campionati di portata extraregionale. E’ stato fiammante anche vincere l’Eccellenza, soprattutto la Coppitalia nazionale che, nel suo piccolo, rimarrà scolpita a caratteri scatolari nella storia dei nostri calci d’angolo. Ma la divisione

nazionale è un’altra cosa. Ha importanza e cassa di risonanza diverse. Per riattizzare il fuoco dell’entusiasmo servirebbe altro. In estate, tanto per non perdere di vista il reale, sembrava essersi riaccesa la santabarbara del tifo. Ma da subito la delusione ha contaminato anche i più ottimisti, così la stagione è andata a farsi benedire. Soldi bruciati e risultati deludenti. Le cose si sono aggiustate con l’arrivo tardivo di Favo. Ma non ci sarebbe stato niente da fare per sbarrare la strada allo strapotere della Samb. Si sono mangiati i sogni. Anche con i calci d’angolo. Intanto non

è cresciuta l’ortica sulle poltrone di quei signorini che in politica comandano da sempre e che non hanno alcuna intenzione di lasciare il posto ad altri. Col pallone nessuno ha pregato che crescessero le ortiche sulla sedia presidenziale. Semmai è avvenuto il contrario. Qui i soldi bisogna sborsarli, non certo incamerarli. E c’è di mezzo il vitalizio, fatto di rate da pagare ai creditori, come accadde a quei generosi consiglieri che nel 1975, per contribuire alla vittoria del campionato di Quarta Serie, firmarono impegni bancari, i cui ammortamenti sono durati dieci anni.

Solidarietà, televisori per la Cattolica E’ frutto dei soldi raccolti nel corso del concerto tenuto a dicembre al teatro Savoia CAMPOBASSO. E’ ancora vivo il ricordo della bellissima manifestazione che si è svolta lo scorso 22 dicembre al Teatro Savoia di Campobasso, un concerto di

solidarietà il cui ricavato è stato donato alla Fondazione “Giovanni Paolo II”. Martedì 15 marzo alle ore 15.30 “l’atto finale” dell’evento: la consegna ufficiale di nove

televisori acquistati con l’incasso della serata. Il Presidente dell’Associazione “Talenti e Artisti Molisani” e promotore dell’evento Michele Falcione ha consegnato al Direttore Generale, dottor Mario Zappia, gli apparecchi televisivi che verranno istallati in alcune camere di degenza in sostituzione di dispositivi ormai obsoleti. “Un piccolo gesto, nei confronti di una grande struttura” dichiara Falcione. “Abbiamo scelto la Cattolica perché rappresenta una risorsa insostituibile per il Molise e per tutto il centro sud, se consideriamo che circa la metà dei pazienti sono extra regionali. Un presidio di alta specializzazione nell’assistenza, ricerca e formazione, unico nel suo genere. Abbiamo avuto modo di constatare personalmente che tutte le figure professionali presenti all’interno del Centro lavorano con entusiasmo ed abnegazione e vivono la loro professione come una vera e propria missione. Abbiamo dato voce a quello che pensa la gente, la massiccia partecipazione all’evento è la prova che il popolo molisano è molto legato alla Cattolica. Questo gesto ha anche un valore simbolico per ricordare a tutti, comprese le Istituzioni, l’importanza di questa realtà, da valorizzare nell’ottica del “bene comune

Cittadinanza onoraria a Flavio Bucci Sarà conferita dal Comune di Casacalenda martedì. Presenti anche Gigi Proietti e Giulio Montaldo CASACALENDA. Appuntamento importante lunedì 21 marzo per la cultura a Casacalenda, infatti durante il consiglio comunale sarà approvato il conferimento della cittadinanza onoraria all’attore, doppiatore e produttore cinematografico Flavio Bucci. L’artista, originario di Casacalenda, è noto per sceneggiati televisivi come “I promessi sposi” e “Ligabue”, ma anche per pellicole cinematografiche come “L’Agnese va a morire” , “Cir-

cuito chiuso”, “Il giorno prima” e per l’interpretazione di importanti ruoli in “Il marchese del grillo”, “Il divo” e “Secondo Ponzio Pilato”. La cerimonia si svolgerà martedì 22 alla presenza di due importanti artisti del cinema e del teatro italiano il regista e sceneggiatore Giulio Montaldo e il grande Gigi Proietti. I tre artisti nel pomeriggio saranno a Campobasso per una lectio magistralis all’Unimol.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

18 marzo 2016

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Fiaccolata per il “Veneziale” Il 31 marzo a Isernia il Comitato dei cittadini chiama tutti in piazza per la difesa dell’ospedale IsernIa. Il giorno 31 marzo, alle ore 18 fiaccolata a partire dalla Piazza della Stazione di Isernia fino ad arrivare a piazza

Celestino V, in difesa della sanità pubblica ed in particolare dell’Ospedale F. Veneziale. “Il nostro Ospedale lo stanno fa-

cendo morire per consunzione tagliando mezzi e personale. Invitiamo tutta la popolazione a partecipare per dare un segnale

forte al mondo della politica e per impedire che un bene di tutti venga distrutto per l’interessi di pochi. Intervenite in tanti ed in-

sieme cambiamo queste scellerate scelte politiche. Se non li fermiamo ora, non li fermeremo più!“

Rifiutamoli, la manifestazione di protesta* Comitato Molise, Abruzzo, Campania e Lazio contro le camorre Alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione di protesta “rIFIUTIaMOLI” prevista per il giorno 19 marzo alle 15.30 nel piazzale antistante l’inceneritore di Pozzilli, come ormai da percorso condiviso, hanno preso parte numerosi esponenti di Comitati, Associazioni e persone della società civile, i quali hanno ribadito con forza, unitamente ad esperti ambientali, geologi, chimici, tecnici, la necessità di sollevare le coscienze popolari di fronte all’agonia di un intero territorio, alle numerosissime malattie degenerative e alle copiose morti per malattie tumorali. E’ stato lanciato anche l’allarme per le complicità politiche e gli affari sporchi che tendono, con il loro strapotere economico, di generare una coltre di silenzio e di timore verso quella minima rappresentanza di occupati i quali, prima di ogni altro, potrebbero mettere la parola fine ai loro giorni se non si ribellano alla loro condizione di morti viventi! I

cittadini di tutta la Valle del Volturno, da Sesto Campano fino a Pizzone, primi di ogni altro molisano non esente da ripercussioni per la loro terra e la loro salute, dovranno convintamene partecipare alla protesta per chiedere con fermezza che l’accordo con la regione Abruzzo, stipulato vigliaccamente dai nostri rappresentanti regionali, venga immediatamente annullato e che venga sospesa immediatamente qualsiasi attività di incenerimento nei contenitori di morte di Pozzilli e di Sesto Campano. E’ stato altresì stigmatizzato l’atteggiamento colpevole delle società interessate, nonché delle amministrazioni locali, rispetto ad accordi nient’affatto velati, che vedono spesso sponsorizzazioni o regalie da parte dei primi verso le seconde o verso associazioni locali per lo svolgimento di iniziative, per darsi un’immagine di benefattori che possa coprire invece la loro reale condizione, quella che vede questi magnanimi elargitori di elemo-

sine come “assassini” delle nostre terre senza scrupoli e in mancanza di tutti i requisiti richieste per legge! E per onestà intellettuale! Basta con gli inciuci, basta con le connivenze, basta barare, basta far finta di niente, alla manifestazione aspettiamo tutti, di tutti i colori, di ogni fede politica (se ancora ne esiste una!), di ogni estrazione sociale, di ogni religione, l’ambiente, il territorio, la salute e di tutti e tutti dobbiamo reclamarla a VIVA VOCE! Isernia, 17 marzo 2016 Emilio Izzo * Il presente comunicato vale anche come comunicazione agli organi di polizia competenti per l’ordine pubblico.

Isernia, il fallimento della classe politica di Piergiorgio Biello* L’attuale classe politica ha fallito. Ha fallito nel momento in cui ha progressivamente abbandonato le proprie naturali funzioni, rinunciando a quelle ambizioni di giustizia sociale, di libertà individuale e di partecipazione democratica che hanno rappresentato e rappresentano ancora, l’unica strada percorribile per infondere entusiasmo ad un popolo ormai rassegnato alla consapevolezza di vivere una democrazia malata. I Partiti hanno perso il loro ruolo di selezionatori, perché sospinti unicamente da interessi privati-

stici e da sistemi di potere, ostinatamente radicati all’interno delle istituzioni, tese a perpetuare all’infinito le posizioni acquisite. E così, anche ad Isernia, noncuranti dell’abbandono e dell’isolamento in cui versa il nostro territorio e della marginalità sociale di una consistente parte della popolazione, del commercio in ginocchio, di una sanità a rotoli e di un generale malessere, ci si affanna, in vista delle prossime consultazioni, alla spasmodica ricerca di un candidato; una ricerca che non si fonda su solide basi ideologiche e che sfocia nei soliti

“revival”, in “minestre riscaldate”, che per quanto condivisibili, cozzano con la tangibile richiesta di discontinuità col passato. Assistiamo, quindi, ad un turbinio di nomi, presentazioni, ritiri, rivendicazioni, appelli alla coesione, riunioni, defezioni, travisamenti, chiarimenti etc., che renderebbe schizofrenica persino la mente più savia; in questo carosello, le uniche cose di cui non si parla e di cui non si sente, neanche in lontananza l’odore, sono i programmi, l’anima di ogni competizione elettorale ed il

mezzo attraverso il quale si dimostrano determinazione e volontà; non si confrontano le diverse proposte di amministrare la città, limitandosi a sviscerare unicamente i “numeri” dei diversi schieramenti, per trovare quell’alleanza che non sarà mai politicamente omogenea, con tutte le conseguenze del caso (come l’ultima amministrazione). Comunque – e lo dico da cittadino, sicuro di interpretare la volontà collettiva – sarebbe auspicabile che tutti i partiti politici si rendano più responsabili nei confronti della cittadinanza e

si attivino per lavorare su proposte e idee, atte a rilanciare il nostro territorio e – nel favorire un ricambio generazionale nello scenario politico – incentivare l’ingresso di soggetti nuovi che siano competenti, affidabili e capaci di prodigarsi all’esclusivo perseguimento degli interessi collettivi, con l’assoluta consapevolezza che il voto di giugno potrebbe essere l’ultima occasione per scongiurare il definitivo declino. * PERSONE E IDEE PER ISERNIA

Uova di Pasqua per i bambini disabili A Isernia la raccolta è promossa da CasaPound IsernIa. Avrà luogo domani a partire dalle ore 19 la raccolta di uova di Pasqua da donare ai bambini disabili assistiti presso l’A.Fa.S.E.V., organizzata da CasaPound Italia presso la sede del movimento sita in Via Berta n.106. “Siamo particolarmente contenti di poter invitare la popolazione isernina a questa raccolta di beneficenza, giunta al quarto anno consecutivo“ afferma Agostino Di Giacomo, responsabile isernino CasaPound. “Come ogni anno – prosegue la nota - le uova di Pasqua raccolte saranno da noi personalmente consegnate ai piccoli ospiti dell’A.Fa.S.E.V., struttura di volontariato impegnata nell’assistenza dei disabili e delle loro famiglie.

Siamo certi che anche quest’anno gli isernini mostreranno il loro buon cuore contribuendo ad allietare le festività pasquali di chi è meno fortunato facendo loro il

grande dono di un sorriso grazie al piccolo gesto di solidarietà di acquistare un uovo di cioccolato e di portarlo presso la nostra sede”.


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Termoli

18 marzo 2016

“Sedute di Consiglio inutili” Duro attacco delle opposizioni alla maggioranza a Termoli. “Nessun argomento è stato affrontato” TERMOLI. Il mandato dell’amministrazione Sbrocca, quella del centrosinistra spurio, sta diventando davvero lacerante nei rapporti tra maggioranza e opposizione. Uno dei più focosi esponenti di minoranza è senza dubbio il vicepresidente del Consiglio e portavoce del Movimento 5 Stelle, Nicola Di Michele, autore delle più vibranti proteste (forse assieme all’ex sindaco Basso Antonio Di Brino) nelle sedute dell’assise civica, come quella odierna, quando ha ritenuto ancora una volta di abbandonare l’aula, sbottando e lanciando anche la sua poltrona contro lo

scranno istituzionale da lui ricoperto. In agenda nell’assemblea mattu-

tina la proposta di istituzionale di una commissione consiliare tematica, il problema degli allacci

al servizio idrico integrato cittadino e il piano sociale di zona. Minoranza all’attacco a Termoli.

Non solo l’uscita plateale del portavoce del Movimento 5 Stelle Nicola Di Michele dall’aula consiliare, durante la seduta mattutina del Consiglio comunale. Non essendo stati di fatto affrontati gli argomenti all’ordine del giorno, ma rinviati per successivi approfondimenti, i due esponenti di LiberaTermoli Paolo Marinucci e Daniele Paradisi, affiancati da Michele Marone, hanno organizzato una conferenza stampa lampo per denunciare l’inutilità di queste convocazioni, che costano soldi alle casse dell’ente senza produrre alcunché, se non fomentare polemiche tra maggioranza e opposizione.

“Il temporale scoperchia i tombini” La pioggia torrenziale mette a nudo i problemi di Termoli. “Altro che tunnel” TERMOLI. Temporale con disagi nella serata di oggi a Termoli. Lampi, fulmini, tuoni e tanta pioggia, che si è riversata in modo torrenziale sulla città. I problemi? I soliti quando le precipitazioni sono di questa violenza, con scantinati e seminterrati allagati. In una palestra di via Giappone sono stati chiamati i Vigili del fuoco.

Un lettore-fotografo, invece, l’amico Joe Pipino ci ha inviato scatti di tombini che non hanno retto alla pressione, con l’acqua che ha invaso la strada, quale? Il lungomare Cristoforo Colombo. Ma arriva anche una ulteriore testimonianza, by Antonella Cremonesi. “Poco fa sono passata per la discesa del lido Anna, all’altezza del Panfilo, dove ci sono i mu-

rales, per intenderci, vedo i lampeggianti della polizia in contromano, rallento e vi sono due macchina, una in senso di marcia adagiata su una ruota anteriore, l’altra di traverso alla carreggiata anch’essa adagiata su una ruota anteriore. Ho pensato ad un tamponamento con relativa carambola invece… passando di fianco alle macchine entrambe avevano una ruota anteriore all’interno di due ben distinti tombini il cui coperchio era adagiato sull’asfalto! Ora, non credo sia stato uno scherzo di qualche buontempone di sollevare i tombini dal suo posto, e nemmeno dei lavori in corso visto che non vi era nessuna segnaletica ma, unica soluzione plausibile è che l’acquazzone riversato tra le 19 e le 20.30 abbia caricato gli scarichi stradali di acqua e la stessa abbia fatto “saltare i tombini”… se così fosse, la nostra amministrazione dovrebbe pensare prima al rifacimento degli scarichi idraulici stradali che ad un inutile tunnel che se tanto mi da tanto, potrebbe diventare un bellissimo acquario di macchine alla prima tempesta visto che il suo ingresso/uscita sta proprio in prossimità di quel luogo! Spero tanta prevalga il buonsenso!

Al “Perrotta” la gara di greco Undicesima edizione della manifestazione che ha richiamato in città 38 ragazzi di licei italiani TERMOLI. Come da programma, ha preso il via presso il Liceo Classico “Gennaro Perrotta” l’undicesima edizione della Gara di Greco antico organizzata dal Rotary Club di Termoli e che vedrà impegnati quest’anno 38 studiosi, il doppio dello scorso anno, provenienti da altri licei classici della Penisola. Arrivati in perfetto orario, alle 8 di questa mattina, gli studenti accompagnati da alcuni professori e genitori degli alunni stessi hanno per prima cosa effettuato l’iscrizione accolti dall’entourage del Rotary club con il presidente il professor Lino Bianconi, la dirigente del Classico Concetta Rita Niro e il professore Antonio Mucciaccio, ex dirigente Liceo Classico e presidente del Certament Sofocleo. Tutti e tre hanno preso la parola per esternare un sentimento di benvenuto nei confronti di tanti ospiti giunti nella nostra città. “Siamo enormemente felici di potervi ospitare per questo appuntamento al quale non sapremmo mai dire di no; dato il crescente successo di partecipazione, io sono onorata di essere dirigente di questa scuola che ospita un evento ormai che ha assunto una valenza importantissima nel panorama scolastico nazionale”. Lo stesso presidente Rotary Bianconi si è detto: “entusia-

sta a nome del Rotary Club di Termoli della vostra massiccia presenza nella nostra città e visto anche l’incremento dei club Rotary club che ci hanno mandato tanti studenti, vi pregherei di portare a loro quando tornate nelle vostre sedi abituali i nostri calorosi saluti”.

Stesse parole di benvenuto dedicate dall’ex Preside del Classico Antonio Mucciaccio che si è interessato nel fare anche da Cicerone ai professori e genitori accompagnatori dei ragazzi nel far conoscere le bellezze paesaggistiche termolesi nel borgo.


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Termoli

18 marzo 2016

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Alla Fiat più motori e più assunzioni L’intervento dell’amministratore Marchionne sullo stabilimento molisano TERMOLI. Importante incontro e altrettanto esito, nell’incontro tra l’amministratore della Fca Sergio Marchionne e le organizzazioni sindacali metalmeccaniche, dove il manager italo-canadese ha confermato importanti investimenti anche sullo stabilimento di Termoli. Alla vigilia dell’incontro il segretario generale della Fim-Cisl Bentivogli aveva dichiarato “siamo a Torino per chiedere a Marchionne conferme degli obiettivi del piano 2014-2018 dal punto finanziario ed economico e l’andamento previsto nei primi mesi dell’anno di Fca in Emea (Italia e Europa) sono un aspetto positivo e di prospettiva per il futuro degli stabilimenti. Non dimentichiamo gli anni in cui i bilanci erano caratterizzati da forti perdite tanto da mettere in discussione il futuro del gruppo e degli stabilimenti italiani. Questo grazie all’azione contrattuale della Fim-Cisl che ha vincolato il Gruppo ad investire negli stabilimenti italiani, è una situazione che ci siamo lasciamo alle spalle. Era una sfida che noi abbiamo colto, impegnando l’azienda ad effettuare importanti investimenti

che in particolare nel 2015 hanno portato ad un forte incremento produttivo e occupazionale e ad una condizione di profitto nei bilanci altri sindacati opporsi in maniera miope, non solo quando si è trattato di firmare gli accordi sindacali, ma durante tutta la fase di salita produttiva che accoglie con scioperi che non arrivano mai all’1%. Senza i nostri accordi oggi non si parlerebbe ne di occupazione, ne di investimenti e neanche di “mensa a fine turno”, ma di disperazione e disoccupazione, drammi non risolvibili indicando responsabili sempre lontani da se. Chiederemo la conferma e i tempi

degli impegni di sviluppo dei nuovi modelli illustrati a Detroit nel 2014 destinati agli stabilimenti italiani. Un vero sindacato che fa sindacato, e non altro, ben sa che dietro allo sviluppo di un nuovo modello c’è una crescita produttiva e occupazionale e questo serve per azzerare la Cassa integrazione entro il 2018, che per noi rimane l’obiettivo. Importante è stata la partenza in questi giorni delle produzioni di Giulia e del Suv Levante a Mirafiori. Con la conferma a fine anno della produzione del prossimo Suv Alfa Romeo Stelvio è molto probabile che a Cassino si assorbirà totalmente la Cig

Sicuramente al centro del confronto chiederemo delle prospettive degli stabilimenti che “rischiano di soffrire per un eventuale slittamento dei tempi” sono in particolare Pomigliano e Mirafiori. Ambedue in attesa certamente di un secondo modello per poter soddisfare l’obiettivo della piena occupazione. Sullo stabilimento di Pomigliano ci aspettiamo da Marchionne la decisione di un nuovo modello da affiancare a Panda o su due nuovi modelli se la nuova Panda sarà destinata altrove. A queste priorità chiederemo gli sviluppi e il completamento della gamma della gamma Alfa Romeo, alle future produzioni Maserati in particolare quelle collegate allo stabilimento di Modena dove da alcuni giorni si è iniziato ad effettuare alcuni giorni di Cassa Integrazione. Così, concluso l’incontro con l’ad Fca Sergio Marchionne presso il Lingotto di Torino, è stato reso noto come Marchionne abbia confermato gli investimenti e i nuovi modelli previsti dal piano industriale 2014 –2018. Positivo il calo della cassa integrazione che dal 40% del 2013 è

passata al 12% di quest’anno con incremento occupazionale nel 2015 di 3000 assunzioni stabili. Comunicati altre 200 persone che verranno impiegate in costruzioni sperimentali di Mirafiori per fare versione speciali del Ducato, e altre 200 su Verrone e Termoli perché aumenteranno le produzioni sui motori. Su Alfa Romeo degli 8 modelli previsti per il 2018 a fronte di 5 miliardi di investimenti,confermati due modelli per il 2016 con Stelvio e Giulia. Per gli altri modelli vengono confermati in un arco temporale entro 2020. Gli obiettivi della piena occupazione entro il 2018 sono confermati. Sullo stabilimento di Pomigliano è confermato che parteciperà al progetto Alfa Romeo, insieme a Cassino e Mirafiori. Su Maserati è centrato l’obiettivo del piano industriale che prevedeva la messa in produzione del Suv Levante a Mirafiori, sarà coinvolta anch’essa nel progetto Alfa per la fascia alta. Per lo stabilimento modenese confermate le attuali produzioni e l’impegno in questa fase di ridurre l’impatto della flessione temporanea sui volumi.

Anziani, crescono i truffati A Termoli non si arrestano gli episodi che vedono coinvolte le persone anziane TERMOLI. I truffatori continuano a colpire a Termoli dove negli ultimi giorni si sarebbero verificati diversi episodi nel centro cittadino. I malviventi, stando al racconto fornito dalle vittime, sarebbero entrati in azione in diversi modi. In alcuni casi la vittima, sempre anziana, sarebbe stata avvicinata con la scusa di dover raccontare di un presunto parente in Argentina che, in realtà, non esiste. In altri casi la vittima sarebbe stata contattata a casa con

la scusa di dover consegnare dei libri preziosi che, invece, erano solo un pretesto per entrare nell’abitazione. E in altri ancora i truffatori hanno chiamato a casa fingendosi dipendenti del gas. A entrare in azione, come sempre, dei giovani distinti e di bell’aspetto che con fare educato e modi gentili avrebbero tentato di entrare in contatto con persone anziane. Tutti episodi che, fortunatamente, si sono risolti con un nulla di fatto e in un caso sarebbero stati contat-

La Festa del Papà Ad organizzarla a Termoli è l’associazione Euroclub Molise 92 TERMOLI - L’Associazione Euroclub Molise 92, con il patrocinio del Comune di Termoli e la collaborazione della Caritas diocesana Termoli – Larino, organizza la 1^ Festa del Papà che si terrà sabato 19 Marzo in Piazza Bisceglie nel Borgo Antico a Termoli. Il programma prevede l’inizio alle 17,30 con un dibattito pubblico sulla figura del papà di ieri, oggi e domani; alle 19 appuntamento gastronomico con la distribuzione fino ad esaurimento di un piatto di tubettini e fagioli e un bicchiere di vino. Dalle ore 20 e fino alle 22 musica dal vivo con fisarmonicisti e ballo aperto a tutti.

tati anche gli agenti del Commissariato. Segno che la prevenzione delle truffe messa in atto dalle forze dell’ordine sta avendo i risultati sperati. Le raccomandazioni sono sempre le stesse: non dare credito a chi si presenta come amico di famiglia o conoscente di figli e parenti o come dipendenti di compagnie di luce e gas e, in caso di tentativi di truffe, contattare sempre le forze dell’ordine.



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Opinioni di Giorgio Scarlato L’Italia agricola è danneggiata da tutto e da tutti. E’ sulle sabbie mobili. Così come messa è difficile che possa salvarsi. Questo, visto dal basso, da chi è a stretto contatto con la terra da oltre 40 anni. Da chi vive ancora ed ha vissuto con i patemi d‘animo e le preoccupazioni che questo mondo dà, da sempre. La politica odierna sta prendendo per i fondelli il mondo agricolo nascondendo la verità. I sotterfugi, le imposizioni, che ci provengono dall’UE, avallate dai “nostri” e quelle che ci proverranno dal TTIP imposte dagli USA, mortificano i coltivatori italiani ed acuiscono ancor di più la crisi del settore agricolo. Che siano arance, pomodori, olio d’oliva, grano duro, miele, latte o carne, la vittima predestinata rimane sempre l’economia agricola non più sostenibile o meglio: il mancato reddito. Lo si ripete per l’ennesima volta: la globalizzazione senza regole ha devastato il settore che, oramai, è allo stremo. Non è possibile competere con Paesi dove il costo del lavoro è molto più basso del nostro, si vuole al mancato rispetto delle regole di assunzione; all’uso di fitofarmaci o, almeno di quelli da noi non più in uso; al mancato rispetto delle regole igienicosanitarie; e non per ultimo, al rispetto dell’ambiente e della persona. Questa non può chiamarsi che concorrenza sleale della peggior specie ed a rimetterci sono sempre la salubrità delle derrate, i consumatori ed i relativi produttori delle materie prime. Concorrenza che porta a produrre a prezzi sempre più sottocosto e di bassa qualità. Unita alla burocrazia ed alla fiscalità, che svantaggia il coltivatore italiano rispetto a quelli degli altri Paesi, non solo della UE, rischia di dare il colpo di grazia al settore. Basti pensare che ogni anno, un’azienda agricola per stare in regola

di Amodio De Angelis Agli agricoltori molisani risultano proprio indigesti gli accordi internazionali che vedono, ancora una volta, il settore agricolo trattato come merce di scambio, senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale. Amodio De Angelis, agricoltore di Palata che è stato anche presidente della Camera di Commercio, denuncia la delusione ed il disagio dei tanti coltivatori che subiscono le conseguenze, per esempio, del recente accordo commerciale tra Unione Europea ed il Marocco, che ha provocato l’invasione di pomodori con una crisi senza precedenti della produzione nazionale, o che spalancano le porte dell’Europa alle 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero per il 2016 e 2017. Olio tunisino che, come ben sanno gli esperti, come tutti gli oli di oliva provenienti da climi caldi ha bassissime percentuali di acido oleico libero, che è una delle caratteristiche dell’olio di qualità, garantita nell’extravergine molisano. “Questi attacchi ai prodotti simbolo della dieta mediterranea Made in Italy, che minacciano la sopravvivenza delle aziende agricole italiane – denuncia Amodio De Angelis – sono dei veri colpi bassi, insostenibili per

18 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’agricoltura muore nell’indifferenza della politica

mediamente produce circa 4 chilometri di carta con una spesa di circa 7.000 euro. Tutte queste importazioni, che di anno in anno aumentano sempre più, portano all’abbassamento dei prezzi al coltivatore, prefigurando tre cose: a) il fallimento dell’azienda agricola e quindi la morte delle piccole e medie imprese; b) la fine dei prodotti-simbolo del vero Made in Italy, quelli della dieta mediterranea. c) l’interesse ad acquistare e la fortuna a subentrare di chi si trova in una posizione economica dominante, europeo o no. Fortuna scaturita anche dall’attrattiva del marchio Made in Italy. L’imprenditore italiano ha faticato per farlo affermare...ed ha

corso per 90 metri; Il nuovo acquirente, estero, ...corre gli ultimi 10 metri e “fresco di soldi”.....vince la corsa. Tutto qui. Questa sarà la nuova Italia del futuro: il made in Italy in mano ad altri nel disinteressamento di chi governa. A proposito di importazioni, non si puntualizza, ormai conosciuta da tutti, la faccenda dell’importazione delle 35.000 tonnellate di olio d’oliva tunisino senza dazi. Al Parlamento Europeo dei 500 favorevoli sono stati del PD ben 12; 107 contrari e 47 astenuti. Si sanno i loro nomi. Alcuni, disertano pure i Consigli europei e quando vengono in Italia, per sponsorizzarsi o sponsorizzare l’ amico di turno, nelle varie regioni parlano pure dei PSR 2014-2020!!! Dicono pure di essere “vicini” al mondo agricolo! Di aiutarlo! Ma

quale? Ma di chi? Invece, forse, è passata in silenzio la questione del pomodoro concentrato della Cina che per i primi 11 mesi del 2015 l’Italia ha importato. Ben il 680% in più rispetto all’anno precedente (dati ISTAT). Il prodotto arriva in fusti da 200 kg, viene rilavorato e quindi confezionato come italiano. Al dettaglio vige l’obbligo di indicare solo la sede di confezionamento ma non quello di coltivazione del pomodoro. L’obbligo della etichettatura di origine degli alimenti? Vale solo per la passata di pomodoro ma non per i sughi pronti o il concentrato. E d’altronde, è il “rispetto” delle regole comunitarie! Bisogna vedere con queste regole sopra menzionate e il prezzo del pomodoro da industria che a dir poco , offende la dignità del produttore, (si vocifera, al Nord, di € 7,5 ql... salvo imprevisti) quanti ettari verranno coltivati quest’anno a pomodoro! E dell’acqua che certo non ci regalano i gabellieri consorzi di bonifica cosa ce ne facciamo? O si coltiveranno le barbabietole da zucchero a.... prezzi da fame? O le orticole che addirittura vengono lasciate marcire nei campi? Dov’è la tutela, il rispetto per il lavoro agricolo? Dove sono i benefici? Gli onorevoli, i senatori, gli europarlamentari parlino, ci spieghino, ci delucidino. Basta a questo stillicidio, a questa guerra tra poveri, a questi conflitti all’interno della stessa agricoltura europea, africana, del Centro America, degli USA o del Canada. Basta alla mercificazione del cibo, perché il cibo non è una merce, non è sfruttamento di popoli, chiunque essi siano. Una cosa è certa: il mondo agricolo nazionale muore nell’indifferenza di chi dovrebbe impegnarsi a tutelarlo.

Colpo basso per l’apertura ai prodotti stranieri

gli agricoltori, che non riescono più a coprire con i ricavi i costi di produzione dei prodotti agricoli. Come nel caso del grano, il cui prezzo è ai minimi storici degli ultimi dieci anni, con la pasta italiana, che, a prezzi al consumo crescenti, aumentata sistematicamente la quota di mercato internazionale grazie all’appeal del made in Italy, che però viene prodotto con grano straniero, proveniente da paesi dove addirittura è tollerato l’utilizzo di pesticidi da tempo vietati in Italia e dopo essere stato sottoposto a giorni e giorni di viaggio in stiva, con seri rischi che si formino aflatos-

sine cancerogene.” De Angelis punta il dito verso i politici e rivendica che “i nostri governanti, a partire dal presidente Renzi, non possono prendersi gli applausi solo con dichiarazioni di intenti a favore delle imprese agricole, ma occorre che poi, nei fatti, sappiano rispondere alla necessità di rafforzare i controlli e stringere le maglie della legislatura per evitare frodi e inganni, occorrendo con urgenza uno sforzo aggiuntivo di valorizzazione delle produzioni nazionali, in un momento storico particolarmente favorevole per l’alta qualità.” Amodio De Angelis richiama anche gli stessi operatori

delle filiere, denunciando che: “Occorre chiudere il cerchio delle filiere agroalimentari con le strutture associative gestite dagli agricoltori veri. Il Consorzio Agrario, per esempio, nella nostra regione è ancora fermo al solo stoccaggio del grano (non sfruttando le sue grandi potenzialità di crescita), ma se non attiva dei contratti di filiera con pastifici della regione, realizzando una pasta garantita di grano molisano, sarà sempre succube delle dinamiche di mercato dei grandi numeri e delle speculazioni finanziarie, senza poter garantire il giusto reddito alle imprese agricole. Quando gli agricoltori non garantiscono le filiere corte, si consolidano le alchimie che permettono, come insegnano le frodi scovate dai NAS, all’olio lampante non commestibile di essere deodorato e raffinato all’estero, entrare in Italia, essere miscelato ed arrivare sugli scaffali del supermercato nella bottiglia con la connotazione “made in Italy”. Sarò felice – conclude sarcastico De Angelis - di offrire da bere se, ora che arriveranno le 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino, qualcuno riuscirà a trovare in commercio qualche bottiglia di olio di oliva con l’etichetta che indica prodotto in Tunisia!”



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