Nagni il demolitore

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tutto quello che gli altRi non dicono anno xi - n° 257 sabato 21 noveMbRe 2015 - distRibuzione gRatuita

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Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino - Rootostampa Molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail Redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

L’OSCAR DEL GIORNO

Salvatore Colagiovanni

IL TAPIRO DEL GIORNO

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Mauro Pirazzoli

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Salvatore Colagiovanni. L’assessore comunale al Commercio ci prova a movimentare un tantino un capoluogo di regione che stenta a trovare una propria strada per il rilancio economico e sociale. Una serie di iniziative quelle avviate dall’esponente di Giunta nel tentativo di ricreare, almeno, un clima di vitalità in città pur non avendo specifici fondi nel bilancio del suo assessorato. Forse, bisognerebbe prevedere qualche fondo per coadiuvarne le iniziative.

Il Tapiro del giorno lo diamo al direttore dell’Asrem, Mauro Pirazzoli. Nè si sente, nè si vede mentre la sanità molisana sta andando a fondo. Eppure, toccherebbe proprio allo strapagato manager trovare il tempo per dare risposte plausibili ai cittadini molisani. O, questo, è chiedere troppo? Sta chiudendo tutto e quello che resta aperto stenta a potere garantire servizi mentre altre e nuove nubi si profilano all’orizzonte. E il direttore generale, tace.

L’edilizia molisana è allo stremo L’Acem: “La Regione non paga. A casa mille operai”

servizio a pagina 3 ATTUALITA’

POLITICA

Forza Italia riparte da De Girolamo

In Molise il partito è stato affidato alla parlamentare campana per ripartire.

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SANITA’

A Campobasso si paga la Tari più alta E’ stata la Uil a sottolineare come proprio a Campobasso si paghi la Tari più alta.

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Totaro: “Le Rsa abbandonate dalla Regione” E’ stato il capogruppo del Pd, Totaro, a chiedere lumi sulle Rsa regionali.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

21 novembre 2015

Sempre più lunghi i tempi per un esame specialistico all’interno degli ospedali

Liste di attesa da guinness dei primati Non è giustificabile che il mancato riordino della sanità pesi, ingiustamente, sui cittadini CAMPOBASSO. Tornando a scorrere il monitoraggio che la Asrem periodicamente redige sui tempi di attesa stimati tra la prenotazione e l’effettivo svolgimento di esami e prestazioni sanitarie presso le strutture pubbliche molisane, sono parecchie le considerazioni che, amaramente, vengono alla mente. Cosa giustifichi il fatto che per un’ecografia alla mammella (codice esame 88.73.2) all’ospedale di Isernia sia sufficiente attendere 15 giorni, mentre al Cardarelli di Campobasso siano necessari sette mesi, per esempio. Eppure è tutto scritto, nero su bianco. Senza che nessuno si senta in dovere di spiegare, innanzitutto e, poi, di provvedere. Senza perdere un minuto. Sette mesi di differenza per lo stesso esame in una regione grande come un fazzoletto e abitata poco più che un grande quartiere metropolitano. Probabilmente nessuno s’azzarda a prendersi una responsabilità, a provare a spiegare il perché di tanta negligenza proprio perché l’incredibile è, per sua stessa natura, inspiegabile. Mentre per noi tutti che ne patiamo, semplicemente insopportabile. Ma andiamo avanti. Altro esame delicatissimo, sulla cui tempestiva esecuzione (e quindi diagnosi) si traccia la linea sottile tra una battaglia vinta ed una persa. Per una colonscopia (codice esame 45.23) all’ospedale Vietri di Larino la prima data utile è il 10/01/2016, al San Timoteo di Termoli 04/02/2016. Fateli voi i conti, lettori de La Gazzetta, cercatela voi una ragionevole motivazione al perché di una tale, macroscopica differenza, perché noi ne siamo totalmente incapaci. E se siete di Campobasso e mentre leggete queste righe la rabbia dovesse portarvi ad un’eccessiva fibrillazione, vi consiglieremmo di prendere un bel respiro e darvi una calmata; per una visita cardiologica all’ambulatorio

L’intervento

Totaro: “Sulle Rsa troppi ritardi”

di via Petrella la prima data utile è il 16/2/2016. Al cospetto di questi dati un briciolo di onesta intellettuale dovrebbe portare tutti noi a ragionare su quale strategia di fondo (se c’è) si poggia una tale realtà. Piuttosto che giocare letteralmente sulla pelle delle persone, chi ha responsabilità di governo, locale certo, ma anche a livello nazionale, dovrebbe dirci cosa intende fare della sanità pubblica. Quello che manca, infatti, a tutte le latitudini della politica è il coraggio. Il coraggio di portare fino in fondo a compimento delle scelte. Si sceglie di puntare, per motivi etici, culturali, sulla sanità pubblica? Bene da domani bisogna mettere sul piatto azioni che non permettano sette

mesi di differenza di attesa per uno stesso esame tra Isernia e Campobasso. Neanche in un incubo di quelli da sudori freddi. Altrimenti si dica chiaro e tondo che la sanità pubblica è un lusso che non possiamo più permetterci, che si punta, strategicamente, ad un altro modello. Ma fare ciò implicherebbe un coraggio ed una determinazione che, storicamente, sono sempre mancati alla classe dirigente italiana (e molisana). Molto meglio il tirare a campare. A Roma, come in via Genova. Perché tanto, chi può, spende e va dal privato e chi non può, evidentemente, non ha mai occupato i pensieri o disturbato il sonno dei governanti di ogni stagione.

CAMPOBASSO. “Nei giorni scorsi ho provveduto a presentare all’attenzione del Presidente della Giunta Regionale del Molise, un’interrogazione riguarante lo stato di attuale inutilizzo di 20 dei 40 posti letto assegnati all’Ospedale Vietri di Larino nella sua funzione di RSA e come mai quelle di Venafro e Agnone ancora non vedono il loro benché mi nimo utilizzo”. E’ la domanda che pone il capogruppo regionale del Pd, Francesco Totaro. “Difatti, così come stabilito dal Piano Operativo Regionale 2010, con cui è stata approvata la ristrutturazione della rete ospedaliera e la riorganizzazione della rete delle Strutture Residenziali, si sarebbe dovuto procedere con l’istituzione di complessivi 120 posti letto di RSA, ripartiti all’interno degli ospedali di Agnone, Larino e Venafro, tutti dotati di 40 posti letto. Ad oggi, invece, nel nosocomio larinese risultano attivi soltanto 20 dei 40 posti letto prestabiliti, nonostante la richiesta per l’utilizzo di quei posti sia elevata, mentre all’interno degli altri due presidi non risultano proprio attivi. Auspico, a riguardo, che il Presidente Frattura, anche nella sua veste di Commissario ad Acta, intervenga sulla questione, informandoci sul perché non ancora vengono attivati i posti letto di Agnone e Venafro, e di procedere all’implementazione degli altri 20 di Larino, così da andare incontro alle continue e numerose richieste provenienti dagli utenti”.

Il partito in Molise affidata alla parlamentare campana

Forza Italia riparte dalla De Girolamo CAMPOBASSO. Si riorganizza anche sul territorio molisano il partito Forza Italia con Silvio Berlusconi che ha appena nominato l’ex Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Letta Nunzia Di Girolamo a coordinatrice della Regione Molise. Dopo l’addio al Ncd di Angelino Alfano e al gruppo di Area Popolare (Ncd-Udc) Nunzia De Girolamo è tornata nei mesi scorsi in Forza Italia ed ha subito raccolto ampio consenso grazie a questa no-

Va ricostruita la base del movimento in abbandono mina.La deputata campana, la Di Girolamo ha trascorso più volte le vacanze a Termoli ed oggi guiderà proprio quel Molise che dichiarò di

ammirare.Ringrazio il presidente Silvio Berlusconi per la fiducia con la quale ha voluto onorarmi dell'incarico di coordinatore del partito in Molise. “Intendo mettermi subito a disposizione del partito e lavorare affinché in una regione dinamica e giovane possa rapidamente tornare quell'armonia che da sempre rappresenta un sinonimo di buon governo. Occorre che tutti comprendano che la prima cosa da fare è azzerare incomprensioni del passato e provare a ricucire par-

tendo da ciò che ci unisce e non da ciò che ci divide. Esattamente ciò che serve all'intera coalizione di centrodestra a livello nazionale per proporre agli italiani un'alternativa di buon governo rispetto alla politica degli annunci e delle false illusioni del premier Renzi . Da questo punto di vista anche il Molise può costituire un laboratorio di rinascita se sapremo e vorremo riscoprire i valori liberali dei quali oggi più che mai l'Italia ha bisogno per rinascere”.


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3 21 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ultimatum dell’Acem: “Sblocco dei pagamenti o un migliaio di licenziamenti prima di Natale”

Il tristissimo ballo del mattone

Il settore edile tenuto fuori dalla cabina di regia per la modulazione delle risorse dell’area di crisi Nel Molise di tutti se non minacci soluzioni estreme i soldi che legittimamente devi incassare dalla Regione puoi anche dimenticarteli. E’ il caso delle aziende concessionarie del trasporto pubblico, come saprete, costrette a minacciare le vie di fatto per vedersi, poi, centellinare con dispotica arroganza somme sudate; ed ora registriamo l’ultimatum dell’Acem (Associazione Costruttori Edili del Molise): “Se i pagamenti alle imprese non saranno sbloccati nel giro di qualche settimana, a dicembre saranno licenziati all’incirca un migliaio di dipendenti di aziende iscritte alla nostra Associazione.” Ecco a cosa s’è (è stato) ridotto un settore che un tempo dava dignità e sostanza all’intera economia regionale. Un settore dove la parola “lavoro” poteva essere spesa con semantica quasi epica; un settore segnato dalla fatica e dall’orgoglio; dalla burbera sapienza di maestranze dalle mani grosse così. Pietra e cemento; acciaio e ferro; per case, strade, ponti, stadi, dighe, moli, scuole, ospedali, auditorium, palestre; per tutte le opere che consegnano al tempo la prosperità di una comunità, il suo viaggiare verso il futuro camminando su fondamenta gettate

L’intervento di Stefano Testa Un Presidente di regione e la sua giunta mai e poi mai dovrebbero poter fare una programmazione relativa alla distribuzione di risorse economiche senza che ci sia stato un dibattito, all’interno del consiglio regionale, all’interno degli apparati di partito e senza interpellare i rappresentanti territoriali della cittadinanza. Questo è tanto più vero ove si consideri che tale distribuzione di ricchezze non deve e/o non può favorire una singola persona o una singola area territoriale, pertanto al dibattito devono partecipare tutti i parlamentari, tutti i consiglieri regionali e provinciali oltre all’intera struttura partitica regionale. Oggi, invece, assistiamo al sacco della provincia di Isernia senza che ci sia una vera e propria sollevazione dei politici

in profondità. Ed ora? “Le imprese hanno bisogno di liquidità immediata essendo ormai a ridosso del Natale – scrive il presidente dell’Acem Corrado Di Niro – ma siamo meravigliati perché abbiamo

la percezione che il nostro settore non sia tutelato proprio dall’Assessore ad esso preposto, ossia l’Assessore ai Lavori Pubblici (Pierpaolo Nagni n.d.r.), come dimostrano i dati della Banca d’Italia diffusi qualche giorno, fa che parlano di un ulteriore calo del comparto costruzioni; la non inclusione nella cabina di regia sull’area di crisi; i pagamenti degli appalti si-

stematicamente bloccati.” Già. Il settore delle costruzioni non incluso nella cabina di regia (esisterà un’espressione meno ridondante e vuota, inutilmente e fintamente pseudo tecnica, in tutta la lingua italiana?) che dovrà modulare ed assegnare i cento milioni in arrivo dal Governo con il riconoscimento dell’area di crisi. Sembrerebbe uno scherzo da preti ed invece è una dolente realtà. Fuori, quindi, nell’idea di ripresa che i nostri amministratori dovranno tradurre in decisioni da qui a breve, il settore edile dal-

l’ultima scialuppa di salvataggio che ci è stata inviata. Buttate a mare imprese, lavoratori, indotto. Con tanti ringraziamenti dalle imprese di fuori regione, cinture nere di gare d’appalto al ribasso. E alle accuse a di essere stato una iattura, lui e tutta la sua maggioranza, lui e chi ha pensato bene di farne un candidato alla poltrona di governatore della Regione Molise, Paolo Frattura risponde con sprezzante alterigia. “Accuse ridicole”, sembra abbia sentenziato. Cornuti e mazziati, a quanto pare. Assisteremo, quindi, come nel caso delle aziende di trasporto, al solito, degradante (per la Regione) braccio di ferro, da chiudere con pagamento in extremis di quanto dovuto da tempo (ovviamente gonfiando il petto come se si trattasse di un magnanimo gesto di generosità)? Vorremmo sperare di si; per il Natale dei lavoratori e delle loro famiglie. Ma, detto sinceramente, è così insopportabile il grado di arroganza di questa amministrazione che saremmo tentati di tifare per il tanto peggio, tanto meglio; perché la corda, così tanto tesa, si spezzi d’un colpo, azzerando ogni scusa, ogni alibi; mettendoci tutti di fronte ad un realtà senza ritorno. Un po’ come quegli incendi che tutto distruggono per permettere alla vita di rinascere. Finalmente.

Viabilità e gli errori della Giunta che ci rappresentano, senza che gli stessi (intenzionalmente) riescano a mobilitare l’opinione pubblica e si avvertono flebili proteste che vengono fatte tanto per far vedere che esistono, ma rappresentano quel gioco delle parti di cui dovrebbero vergognarsi. La ripartizione dei 100 Ml di € per la viabilità, che il governo ha messo a disposizione della regione, è un vero scandalo: al territorio della provincia di Isernia, con superficialità e spregidicatezza, è stato attribuito circa il 10 per 100 dell’intero finanziamento non tenendo in nessuna considerazione che l’Alto Molise rappresenta una delle zone d’Italia più devastate e con importanti arterie, anche nazionali, che da anni sono chiuse a causa di frane e smottamenti. Devo riconoscere, mio malgrado, che il segretario provinciale del PD, Alfonso Di Iorio, ha protestato denun-

ciando che “…ancora una volta siamo stati ignorati dal governo regionale …”. L’accusa fatta dal più autorevole rappresentante del PD della provincia ha una doppia valenza; da una parte denuncia il gravissimo provvedimento contro Isernia messo in atto da Frattura, e dall’altra evidenzia quell’ “… ancora una volta ….” che sancisce l’azione negativa che il governo regionale ha avuto finora verso la provincia di Isernia. Sarebbe significativo ed importante se i rappresentanti della pseudo-opposizione di centrodestra, che trovano unità di intenti solo su accordi indicibili, facessero corpo unico e portassero avanti un’azione di contrapposizione chiedendo equità e giustizia per questa parte della regione che degrada ogni giorno di più in ogni settore tanto che si avverte fisicamente che il calo demografico, per via dei tra-

sferimenti in posti più incentivanti, è in atto con conseguenze che comportano l’abbandono del territorio e, quindi, l’ulteriore degrado che lo stesso subirà. Spero che l’opinione pubblica, disillusa da tutti quelli che si sono succeduti nella gestione

del governo regionale, anche senza clamori e/o ostentazione si ribelli finalmente a questo sistema facendo sì che le prossime scelte elettive vengano fatte selezionando i propri rappresentanti con l’unico principio che ci può salvare: la meritocrazia.

REGIONE MOLISE GIUNTA REGIONALE SERVIZIO CENTRALE UNICA DI COMMITTENZA Procedura aperta - C.I.G. 63489528ED – per l’appalto del Servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani nel Comune di Vinchiaturo. SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE APPALTANTE: la Regione Molise – Servizio Centrale Unica di Committenza - Via Genova 11 - 86100 – Campobasso – Italia – Tel. 0039 0874.429810, fax 0039 0874.429813, pec: regionemolise@cert.regione.molise.it ; indirizzo internet: www.regione.molise.it SEZIONE II: OGGETTO DELL’APPALTO: servizio di raccolta differenziata “porta a porta” e altri servizi di igiene urbana e ambientali nel Comune di Vinchiaturo. Durata appalto: 6 anni. Quantitativo appalto: € 1.229.073,00 IVA esclusa. SEZIONE III: INFORMAZIONI DI CARATTERE GIURIDICO, ECONOMICO, FINANZIARIO E TECNICO: Si rinvia alla documentazione di gara. SEZIONE IV: Criteri di aggiudicazione: procedura aperta e offerta economicamente più vantaggiosa. Termine ricezione offerte: 16/12/2015 ore 12:00. Apertura offerte: il giorno 21/12/2015 alle ore 10:30. SEZIONE V: ALTRE INFORMAZIONI: Informazioni di carattere amministrativo: Il bando, il disciplinare e la restante documentazione di gara sono pubblicati sul sito www.regione.molise.it - Responsabile del procedimento è il Geom. Carlo Maddaluni, Resp. dell’Ufficio Tecnico del Comune di Vinchiaturo, e-mail: urbanistica@comune.vinchiaturo.cb.it tel.(+39)0874.34132 - fax (+39)0874.34765 Data di invio del Bando alla G.U.U.E.: 04/11/2015 Data di pubblicazione in G.U.R.I. 13/11/2015


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21 novembre 2015

Le condizioni di molti molisani sono, ormai, agli sgoccioli. La politica non resti a guardare

Servizi sociali, il classico pateracchio La legge regionale 6 maggio 2014, numero 13 “Riordino del sistema regionale integrato degli interventi e servizi sociali e il regolamento di attuazione, consentono di approvare il Piano sociale e l’effettiva realizzazione sul territorio del sistema integrato di interventi e servizi. Il Piano Sociale Regionale è lo strumento di governo del sistema dei servizi e delle attività sociali e definisce gli Ambiti territoriali sociali (Ats), il raccordo tra la pianificazione regionale e quella zonale, gli obiettivi di benessere da perseguire, le caratteristiche qualitative e quantitative dei servizi e degli interventi, le priorità di intervento, le modalità di ripartizione delle risorse economiche, le modalità per l’integrazione socio-sanitaria, gli indicatori per la verifica di efficacia ed efficienza degli interventi. Sotto l’aspetto formale, nessuna eccezione; poche volte è possibile per la Regione partire col piede giusto. Questa sarebbe da non perdere, anche perché agli aspetti formali si uniscono anche quelli sostanziali: i fondi disponibili e gli obiettivi pre-

fissati. Così stante le cose, la giunta di Palazzo Vitale è stata posta nella condizione di approvare il Piano sociale per gli anni 2015/2018 con la felice prospettiva di sollevare tantissima gente da condizioni di disagio e di difficoltà sia economiche che sociali. Gli obiettivi del Piano, così come è stato allestito e proposto, investono e descrivono l’evoluzione che il sistema regionale di welfare ha avuto negli ultimi tre anni; riportano il fabbisogno econo-

CAMPOBASSO. L’erba del vicino è sempre più verde. Ma anche più sicure le sue scuole, le sue fabbriche meno chiuse, il suo turismo più fiorente e la sua sanità decisamente più virtuosa. Il nostro vicino in questione è l’Abruzzo. Nel 2015 la Regione Abruzzo ha incassato 371 milioni da destinare alla sanità. 228 dallo Stato ed i restanti 143 derivanti da saldi positivi nella gestione degli ultimi quattro anni del fondo sanitario regionale. Si, saldi positivi: questi sconosciuti. Noi, invece, la stessa somma, più o meno, siamo stati in grado di metterla insieme alla voce: buco. O deficit, o disavanzo. Fate un po’ voi. Chissà come avranno fatto i nostri vicini. Chissà se si sarebbe potuto, avendo l’umiltà e l’intelligenza necessarie, chiedergli qualcosa a riguardo, prendere qualche spunto. No, evidentemente. Dal 2007, invece, la sanità molisana è commissariata. Da allora sono sfilati 5 sub commissari, due direttori regionali alla salute, cinque, dicasi cinque, direttori generali dell’Asrem; si sono elargiti fior di milioni ad un advisor (quando la finiremo con questi anglicismi così provinciali?). Tutti soggetti rigorosamente venuti da fuori regione, probabilmente molto ben introdotti in ambiti romani. Risultato? Un lento, inarrestabile decadimento dell’intera offerta sanitaria regionale. Sotto ogni punto di vista: servizi, standard di qualità, risorse economiche, prospettive future. La rete ospedaliera è rimasta sostanzialmente la stessa del 2007 ma il personale sanitario dedicato è sensibilmente diminuito. Non è difficile immaginare cosa ciò significhi in termini di servizio reso all’utenza. In otto anni di commissariamento, tavoli tecnici, incontri al ministero e tutta la pleonastica liturgia burocratico amministrativa che il caso impone, sono stati prodotti pochi atti, tutti, inesorabilmente, impugnati dal Tribunale Amministrativo Regionale. Un ruolino di marcia così disastroso da far venire

mico e finanziario consolidato per l’erogazione dei servizi sul fabbisogno del territorio; definiscono, per ciascuna area d intervento, i “Livelli essenziali delle prestazioni” che s’intendono garantire a tutti i cittadini del Molise; per ogni livello essenziale definiscono gli obiettivi di servizio delle prestazioni garantendo agli Ambiti territoriali sociali (Ats) che conseguiranno il raggiungimento di obiettivi predefiniti, un meccanismo premiale; individuano

i meccanismi programmatici necessari al consolidamento ed al potenziamento del sistema di accesso ai servizi ed alle prestazioni e mirano ad implementare l’azione amministrativa e la capacità gestionale degli Ats. Inoltre gli obiettivi del Piano puntano a perseguire, a consolidare e potenziare il sistema dei servizi e degli interventi di sostegno alla capacità di cura della famiglia ed al benessere psico-fisico del minore. Nell’area d’intervento in favore degli anziani, quale misura alternativa alla istituzionalizzazione e alla riduzione dei loro ricoveri, soprattutto non autosufficienti, il Paino prevede di consolidare e potenziare la presa in carico territoriale nel proprio contesto di vita, così anche per i disabili. Per fronteggiare lo stato di disagio negli adulti e per contrastare la povertà, il Piano individua l’attivazione ed il consolidamento della rete territoriale dei servizi e delle strutture per far fronte alle situazioni di emergenza sociale nonché l’attivazione di percorsi di inclusione e reinserimento sociale e lavorativo per i sog-

getti a rischio di esclusione sociale. Un’attenzione è stata posta anche ai migranti, ai richiedenti asilo e agli apolidi. Per costoro si ritiene necessario consolidare e potenziare il sistema del loro accesso ai servizi rafforzando gli sportelli tematici e i servizi di mediazione culturale. Il ventaglio degli interventi, dunque, è particolarmente ampio. A quanto abbiamo detto vanno infatti aggiunti l’assetto organizzativo e gli aspetti di gestione degli Ambiti territoriali, le politiche sociali integrate, il sistema informativo sociale socio - sanitario, l’integrazione socio-sanitaria e, soprattutto, le risorse finanziarie per il triennio 2015/2018 provenienti dal Fondo nazionale per le Politiche sociali, da fondi propri della Regione e da ulteriori risorse che concorrono alla realizzazione dei servizi e degli interventi del Piano. Il 2015 è agli sgoccioli; il 2018 è prossimo, per cui sarebbe un delitto perdere tempo. Le condizioni sociali di molti molisani sono al limite della sopportabilità. Provveda pertanto la politica a fare il proprio dovere.

A chi i commissari e a chi la soluzione dei problemi Le differenze tutte nel settore della sanità con il vicino Abruzzo

Da noi si taglia mentre in altre realtà regionali si costruisce e si fortifica l’esistente alla mente sinistri interrogativi: sono davvero così tecnicamente incapaci, questo fior fior di commissari ed alti dirigenti, oppure si sabotano con le loro stesse mani, per chissà quale recondito motivo? E’ ammissibile, comprensibile, giustificabile una tale sfilza di insuccessi, senza malignare, senza abbandonarsi a frustranti retro pensieri? Una risposta chiara a queste domande non c’è. Come non esiste spiegazione ad una tale differenza di qualità nella gestione della cosa pubblica rispetto al nostro vicino dai verdi prati. Con i soldi, con i milioni cui accennavamo in apertura, la Regione Abruzzo costruirà altri cinque ospedali (ovviamente serviranno altre cospicue risorse, che comunque troveranno), tra cui quello di Vasto, destinato a diventare DEA di primo livello. Eppure sono qui, affianco a noi. Chissà quale sarà la loro magica pozione? Loro costruiscono, noi ingrassiamo le tasche di commissari e mega direttori galattici, senza cavarne un maledetto ragno dal buco. Questa

è la verità. Ci sarebbero gli estremi per chiedere i danni al ministero, per questo commissariamento etero diretto. Sarebbe bello che la gente molisana potesse organizzarsi, unirsi, e finalmente chiedere conto (ed il conto) per

questa gestione. E per quelle precedenti, va da sé. Sarebbe bello potersi ritrovare come popolo a rivendicare diritti e dignità che, nel più pigro, ignavo disinteresse, ci stanno scappando dalle mani. Ma quando si usano troppi condizionali i buoi, di solito, sono già scappati dalla stalla.

La Molisana, il premio DM Awards CAMPOBASSO. Ancora un prestigioso riconoscimento per il pastificio La Molisana che giovedì sera ha ricevuto a Milano il premio DM AWARDS 2015 per miglior campagna di comunicazione sui social network. L’azienda campobassana ha primeggiato nelle categorie Industria e Distribuzione a poche settimane di distanza dall’altro successo degli Anuga Awards. Un momento particolarmente favorevole per La Molisana che premia il lavoro del Gruppo Ferro. Il concorso, quest’anno alla sesta edizione, premia i migliori progetti di web marketing realizzati dalle aziende del retail e del largo consumo. L’edizione 2015 ha registrato un grande successo sul piano della partecipazione: settantadue i candidati, 52.000 i votanti per un totale di preferenze espresse che ha sfiorato le 68.000 unità.


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5 21 novembre 2015

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Turismo sempre più in crisi: l’Albo delle Associazioni turistiche invece di crescere si assottiglia

Turismo: di male in peggio. L’assunto ormai è ratificato. Mancava che dopo la chiusura degli Enti per il Turismo di Campobasso e Isernia e il commissariamento (una pezza politica) dell’Azienda di soggiorno di Termoli con un nome altisonante giusto per fare da specchietto per le allodole, ora è il turno delle Associazioni turistiche a “denunciare” l’assenza di iniziative, di programmazione, di una politica turistica. La nebbia che avvolge i cervelli della giunta regionale non permette di percepire segnali di resipiscenza né di intravedere un segnale, un gesto, un sussulto che faccia intendere che comunque non tutto potrebbe essere perduto e che nel residuo di legislatura si potrebbero creare i presupposti per rimettere lo sviluppo del territorio e di una buona parte dell’economia utilizzando le risorse naturali, ambientali, storiche, architettoniche e archeologiche in chiave turistica. Finanche il Giubileo potrebbe magari suggerire al solerte (per molti aspetti della sua missione pastorale) vescovo Bregatini di dare uno scossone alle membra intorpidite degli amministratori regionali emulando il vescovo di Trivento che non ha mancato di mettere in fila il presidente Frattura e il presidente dell’Abruzzo D’Alfono perché si occupassero della vallata del Trigno. Bregantini che dia una voce a quelli di Palazzo Vitale potrebbe essere un’ipotesi praticabile qualora il vescovo di Campobasso ritenesse che il turismo religioso con l’Abbazia di S. Vincenzo, le cattedrali di Isernia, Larino e Termoli, le chiese romaniche di S. Maria della Strada e di Canneto, il santuario di Castelpetroso, il passaggio e la permanenza di Padre Pio nel Molise potrebbero ritenersi elementi d’interesse storico e religioso di portata tale da meritare un percorso giubilare. Dovesse accadere, potremmo ritenere che come abbiamo accennato non tutto è perduto. Occorre che qualcuno dia avvio al volano del turismo. Anche la proposta di un’Agenzia regionale per il turismo che vada a coprire il vuoto amministrativo e programmatico degli Enti del Turismo po-

L’intervento

Il presiedente del“Consorzio Molise Promozione” Aida Romagnuolo ha chiesto la cancellazione

Il Giubileo potrebbe magari suggerire al solerte (per molti aspetti della sua missione pastorale) vescovo Bregatini di dare uno scossone alle membra intorpidite degli amministratori regionali trebbe essere una soluzione praticabile anche per gente turisticamente sprovveduta e indifferente come coloro che siedono a Palazzo Vitale. Non avrebbero altro da fare che copiare, trasferire le esperienze altrui alle proprie. Frattanto anche le Associazioni turistiche che altro non sono che la manifestazione di uno spirito turistico localistico quanto si vuole ma efficace,

vanno perdendo mordente. La Regione non le finanzia né le considera interlocutrici. Le ignora. Probabilmente a questo atteggiamento riottoso della Regione ha deciso di manifestare il proprio dissenso il Presidente del “Consorzio Molise Promozione” Aida Romagnuolo. Lo ha fatto nell’unica maniera possibile, ovvero chiedendo la cancellazione del consorzio dall’Albo delle

Associazioni Turistiche della Regione Molise. Nell’atto amministrativo di cancellazione non si rilevano le ragioni né le cause che hanno indotto la Romagnuolo, peraltro persona particolarmente attiva e intraprendente, ad uscire dall’albo regionale. Probabilmente verranno fuori se sarà necessario. Come crediamo. Dardo

Il dimensionamento scolastico regno dei retroscena

di sergio genovese Appare legittimo il rigurgito sociale che tutta la Società civile molisana sta mettendo in campo per scongiurare la chiusura della Corte di appello. Tuttavia mi sarei aspettato analogo comportamento per difendere i tagli indiscriminati che nell’ultimo decennio hanno detronizzato il contesto scuola. L’enfasi usata è immediatamente ed iconograficamente comprensibile se si pensa che mentre cinquant’anni fa si decideva di costruire le Scuole in campagna e nei sobborghi più reconditi, oggi con l’idea dei poli scolastici siamo arrivati a chiedere ai bambini dell’Infanzia di mettersi sulle strade con il caldo e il freddo, per raggiungere la Scuola del paese più vicino a posto con i numeri. Una volta si diceva : una Società che non rispetta prioritariamente i bambini

Va bene cercare di salvare la Corte d’appello ma parimenti si lotti anche per le scuole è una Società destinata al fallimento. Proprio questo assunto se configurato con le realtà di oggi, ci stimola a comprendere quale sia il livello sociale raggiunto. Per questo scenario non si sono costituiti comitati, i politici dei piani alti che ci rappresentano a Roma non hanno indetto conferenze stampa, tutto è scivolato e scivola nella totale indifferenza. C’è poi un secondo livello che caratte-

rizza queste operazioni di tagli che intervengono entro la fine dell’anno. La scena è rappresentata dalle conferenze di servizio nelle quali sono ascoltate tutte le parti in causa, una sorta di “contestificio” tout court, dove Sindaci e Assessori vari difendono ad oltranza la propria Scuola. A volte ce la fanno altre volte no.

Ma questi incontri collegiali hanno spesso una parte solo formale perché il dimensionamento si realizza nel pernicioso sottoscala di quei retroscena in cui amicizie, forze e colori politici, fanno da traccia a questa o a quella decisione. Consiglieri Comunali, Provinciali e Regionali vengono tirati per la giacca così

che le decisioni prese non rispondono quasi mai ad una linea di coerenza. Anche quegli Amministratori che premettono e promettono di restare con la barra dritta, si inclinano. C’è poi la rappresentanza interna della Scuola che non è da meno. Una parte di dirigenti scolastici ritiene di essere titolare di feudi inattaccabili e indivisibili e quando si paventa la cessione di piccoli appezzamenti di terreno, per dare vita e forza a qualche altra Istituzione, raduna genitori , studenti e politici, vendendo fumo per sostanza, intellettualismo per sete di potere e di grandezza. Come il lettore potrà intuire, in questo guazzabuglio è finita la Scuola. Ma denunciarlo serve solo ad ingigantire i commenti al negativo dei frequentatori abituali delle lussuose stanze dei retroscena. E’ lì che si decidono le sorti. Evviva, chi ha più polveri spari..


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

21 novembre 2015

I Guerrieri della Luce incontrano gli alunni del Liceo Pedagogico Delegato regionale Fispic, Umberto Anzini. Alunni ed insegnanti sono stati “rapiti” dagli interventi sia dei giocatori sia del tecnico Procaccini. Una mattinata di sport che come ben sottolineato anche dagli stessi Guerrieri, ha avuto come scopo primario si quello di conoscere un nuovo sport, ma soprattutto di comprendere quali e quanti valori positivi possa portare con se la pratica sportiva sia per un normodotato sia per un disabile. Ovviamente la parte più simpatica e divertente è stata quella che ha visto gli alunni scendere in campo la fianco de I Guerrieri in una dimostrazione pratica di torball.

CAMPOBASSO – Con l’incontro tenutosi questa mattina con gli alunni del Liceo Pedagogico “Galanti” di Campobasso si è conclusa la settimana di promozione sportiva targata Cip Molise rientrante nel progetto nazionale denominato “Un altro modo di vedere il Mondo” che ha visto alcuni Istituti scolastici del capoluogo di Regione impegnati in dimostrazioni di bocce, tennis e tennis in carrozzina, torball e showdown. Protagonisti della mattinata di sport sono stati i giocatori de I Guerrieri della Luce accompagnati dal loro tecnico, Mariella Procaccini, dal presidente del Cip Molise, Donatella Perrella, e dal

Sindaco Battista, e gli alberi? Egregio signor sindaco, Trovo il coraggio di scriverle questa missiva nel turbinio di eventi che sta devastando l’Occidente. Ho appreso che l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg ha piantato un milione di alberi. Questo mi riporta alla mente le sue dichiarazioni in campagna elettorale, secondo le quali si sarebbe dovuto piantare un albero per ogni nuovo nato. Proprio oggi sono passato in via Garibaldi (di fronte all’Inail) e viale Elena, e da lì mi sono reso conto della mancanza di corrispondenza fra quanto detto e quanto realizzato. Non riesco sinceramente a comprendere, e le chiedo lumi senza alcuna polemica, cosa rappresenti aver designato un assessore con delega al verde se poi il verde rimane in una condizione di completo abbandono. Alberi che muoiono e non vengono ripiantati, quelli che vivono non vengono

mai innaffiati o curati. Sembra che Campobasso abbia paura di voltare pagina e di riappropriarsi della sua bellezza, ma con l’immobilismo si è destinati a soccombere. Quando viene eletto un nuovo sindaco, hai sempre la speranza che i cancri pluriennali della tua città vengano spazzati via da chi subentra, ma con il passare dei mesi e il grigiore di sempre, ti prendi in giro per aver nutrito quella speranza. Non credo si possa imputare questi mancati interventi alle scarse risorse a disposizione, perché un albero e la sua manutenzione sono fra le opere meno impattanti per un comune a livello economico. Dopo più di un anno ci si può sentire in diritto di esigere un cambiamento almeno in questo senso? La risposta non può che essere affermativa. Senza pregiudizio alcuno Massimo D’Alessandro

La riflessione

Non sono un conservatore ma... di Luca Praitano* Sono sempre stato contrario a politiche repressive per far fronte ai problemi della nostra società ma non accorgersi o semplicemente sminuire i chiari segnali che ci stanno arrivando dalla cronaca campobassana è un lusso che non possiamo permetterci. Solo per citare alcune delle notizie apparse sugli organi d’informazione basti pensare al tentato stupro di una minorenne in un parcheggio, ai disordini nei pressi della Questura, alla violenza sessuale di 4 balordi su un ragazzo di 16 anni e finanche lo sdoganamento della prostituzione per le strade cittadine in pieno giorno. A mio avviso, è un errore madornale liquidare i vari casi come fatti sporadici o addirittura di secondo piano, riferendomi ad alcuni commenti di cittadini che hanno sorriso alla notizia delle

due signorine avvistate nella zona industriale. E’ evidente che a Campobasso sta venendo meno la percezione della sicurezza per le strade, mentre, al contempo, sta prendendo piede l’idea dell’impunità e oserei dire la cultura del-

l’illegalità. Fermo restando che si auspicano misure di intervento da parte degli organi preposti al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica che vadano ben oltre il controllo del tasso alcole-

mico degli automobilisti, credo fermamente che l’Amministrazione comunale debba adottare dei provvedimenti che aiutino a recuperare quella sensazione di sicurezza che regnava nel capoluogo fino a qualche anno fa. Secondo una teoria sociologica maturata a seguito dello studio delle città americane nel periodo della “restaurazione conservatrice” operata da Reagan, «il degrado urbano indurrebbe nella comunità un senso di abbandono, di mancata attenzione da parte dell’autorità, destinato a facilitare comportamenti devianti. Il degrado eleva la soglia di indifferenza della comunità urbana verso varie forme di devianza, con la conseguenza di produrre il consolidamento di culture criminali» [sintesi della teoria del vetro rotto tratta da: Alessandro De

Giorgi, Zero Tolleranza. Strategie e pratiche delle società di controllo, Derive e Approdi, Roma 2000, pag. 106]. Questo significa, tra le altre cose, che bisogna combattere il degrado dilagante che sta inghiottendo il capoluogo molisano non solo dal punto di vista dell’immagine e del decoro ma soprattutto perché una città abbandonata a se stessa rischia di implodere per effetto dei crescenti fenomeni di micro criminalità. Ai miei concittadini sento invece di consigliare di non lasciarsi vincere dalla rassegnazione perché se accettiamo la delinquenza come la normalità avremo già perso e della proverbiale tranquilla cittadina che è Campobasso ne rimarrà solo il ricordo. *Consigliere comunale


Campobasso

7 21 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Aumenti spaventosi della tariffa sui rifiuti” La denuncia, per Campobasso, è della Uil. “E non stiamo sereni per quanto ci aspetta“ CAMPOBASSO. Tra il 2012 e il 2015 in Italia la Tassa sui Rifiuti (TARI) è aumentata mediamente del 32,4% (72 euro in più), mentre nell’ultimo anno l’aumento è stato del 3,3% (10 euro medi in più), passando da una tariffa annua di 224 euro a 296 euro medi a famiglia. E’ quanto ha calcolato il Servizio Politiche Territoriali della UIL che ha elaborato i costi in 103 Città capoluogo di provincia, per una famiglia di 4 persone con una casa di 80 mq. “L’aumento, per quanto riguarda il Molise, è addirittura spaventoso! – evidenzia con forza

Tecla Boccardo, Segretario generale della UIL - Nello specifico tra il 2012 e il 2015 a Campobasso l’aumento medio è stato del 76,7 %, a Isernia del 64,7 %, praticamente il doppio della media nazionale. Certo, non siamo a livello di altri capoluoghi dove l’aumento percentuale è stato a tre cifre (Matera, Pescara, Avellino, L’Aquila e Nuoro) ma comunque siamo ben lontani da quei luoghi dove la tariffa è addirittura diminuita (Belluno, Varese, Bergamo, Udine e Gorizia). Anche le grandi città hanno registrato aumenti, ma sempre ben più con-

tenuti dei nostri: Palermo del 37,5%, Milano del 31%, Firenze del 30,6%, Bari del 22,5%, Torino del 21,9%; ed ancora Napoli + 1,8%, Roma +2,3%, Venezia +2,9%.” “In soldoni - ha spiegato Boccardo - questi aumenti hanno comportato un esborso in più, a famiglia, pari a 114 euro a Campobasso e 63 euro ad Isernia. Anche qui, in alcuni capoluoghi gli esborsi sono ancor più consistenti, mentre in altri si è addirittura risparmiato. Nel corso dell’ultimo anno nessun aumento a Isernia (avevano già talmente aumentato negli anni

scorsi…) ed invece un bel 3,4% i più Campobasso. Rimane una grande differenza fra la tariffa media del capoluogo regionale (263 euro) e quella del capoluogo pentro (160 euro), forse anche questo un segno della diversa realtà socio economica.” “I dati sopra esposti - ha concluso Boccardo - sono una ragione di più per non stare sereni, nonostante le norme previste nella Legge di Stabilità e i proclami del Presidente del Consiglio che afferma che il prossimo anno la pressione fiscale non aumenterà. Questo perché la TARI (così come le tariffe degli asili

nido, delle mense scolastiche, del trasporto pubblico) non è oggetto del blocco dei tributi previsto per l’anno prossimo. Tra l’altro, gli aumenti della tassa dei rifiuti non sempre si accompagnano con una migliore qualità del servizio.” Il Sindacato si ripropone di aprire una grande vertenza anche nella realtà regionale nei confronti di tutti i comuni alle prese con la redazione dei loro bilanci: come si vogliono far tornare i conti? Quale qualità dei servizi si vuole assicurare alla cittadinanza? A quale costo? Ne riparleremo presto.

Allo stato dell’arte il Campobasso è a un guado ma la stagione è compromessa

“Apprima” i punti e poi il mercato Le sfide contro Fano e Matelica chiariranno meglio le cose di Gennaro Ventresca Picciotti, allegria, tra un po’ potremo prendere la Metropolitana Leggera e farci scorrazzare sulla linea “veloce” Ripalimosani-Bojano. Ma, intanto, se per caso dovete andare nei pressi di Benevento armatevi di pazienza e di gomme termiche per superare i tre cantieri aperti (dove nessuno però sta lavorando), altrettanti semafori e, tanto per gradire, potrete farvi una puntatina entro il piccolo comune di Fragneto Monforte, diventato famoso per le mongolfiere, ma soprattutto per i due autovelox che hanno castigato decine di migliaia di automobilisti molisani nella lunga discesa che lambisce il paesello. *** Picciotti, animo, il nostro patron, dico Edoardo Falcione ha promesso : “Interverremo”. E, per caduta, il suo amico fidatissimo, il debuttante Tonino Minadeo,:ha risposto: “Obbedisco”. Intanto c’è da giocare a Fano contro lo squadrone che era dato favoritissimo per la vittoria finale. Poi, tre domeniche bestiali lo hanno inaspettatamente azzoppato, prima del rilancio di domenica scorsa, in esterno, con uno scoppiettante 4-2. E, tanto per gradire, dopo lo scomodo viaggio marchigiano, il calendario assegna ai

nostri colori un altro confronto niente affatto agevole, contro il Matelica in cui spiccano le geniali trovate di Vittorio Esposito, l’uomo dalle infinite bandiere. *** Picciotti, tocchiamo pure legno, ma se dovessero andare male le prossime due partite sarà necessario tornare obbligatoriamente sul mercato, per tirarsi fuori dalla deficitaria classifica. Se, come mi auguro, invece, le cose dovessero andar meglio, dico quattro punti su sei, si potrebbe agire in altro modo: tagliare gli stipendi più costosi e immettere qualche giovane talentuoso in organico. Promuovendo come titolari le molte riserve che sino a oggi sono rimaste a guardare. *** Picciotti, la stagione è ormai compromessa. Le prime sono a distanza siderale, semmai c’è da non sottovalutare le ultime. Come dimostra la classifica: se il campionato si fosse chiuso domenica saremmo stati chiamati a giocare i play out. E poi, toccate ciò che volete, bisogna dare uno sguardo serio alla storia: per due volte, sempre in C2 (la prima con Molinari e l’altra con l’Adelmo), in estate furono costruite due squadre per vincere facile il campionato. Purtroppo le cose andarono diversamente, in entrambe le occasioni arri-

vammo ultimi. E a bocce ferme arrivarono anche due radiazioni. *** Picciotti, non so se ci avete fatto caso: la massiccia presenza di under imposto dalla Lega non solo ha abbassato il livello tecnico del campionato, ma non ha prodotto un solo giocatore importante. Gli spettatori, in mezzo a tanto grigiore e alle numerose proposte televisive di livello internazionale se ne stanno a casa. Restano invece troppi i soldi da investire ogni anno. Per una squadra di primo livello (noi, sulla carta, siamo tra queste) si sfiora il milione. *** Picciotti, ricordate Boldrini? Si, proprio quello che per un referto mendace da parte di un arbitro scarso, ancor più scarso di un portiere del nostro girone, fu espulso per proteste (e ci poteva stare) e si vide squalificare per otto partite. Il direttore di gara scrisse nefandezze sul suo referto, fantomatica spinta ricevuta dal nostro centrocampista, smentita clamorosamente dalle immagini tv che evidenziarono la cattiva fede. Ebbene, Boldrini dopo aver scaldato la panchina domenica scorsa, durante la scialba prova contro il Monticelli, potrebbe tornare in formazione a Fano. Per dare un senso al nostro debole centrocampo.

Virgo Fidelis, la festa dell’Arma CAMPOBASSO. Ieri, alle ore 10,30, nella cappella della Caserma M.O.V.M. “E. FRATE”, sede del Comando Legione Carabinieri e della Scuola Allievi, è stata celebrata una Santa Messa in onore di Maria “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma alla quale hanno presenziato il Comandante della Legione, Generale di Brigata Vito Paparella, il Comandante della Scuola Allievi, Ten. Col. Antonio Renzetti, l’Ispettore Regionale dell’ANC, Ten. Vincenzo Evangelista, i Presidenti delle Sezioni delle Associazioni Nazionali Carabinieri ubicati nella Provincia di Campobasso, numerosi Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Carabinieri, familiari delle “Vittime del Dovere”, familiari dei militari dell’Arma nonchè gli Allievi frequentatori del 134° Corso Carabinieri M.O.V.M. “alla memoria” Corazziere Calcedonio Giordano.

Al termine della funzione religiosa è stato commemorato il 74° anniversario del termine della “Battaglia di Culqualber”(Africa Orientale), ove fra il 06 agosto e il 21 novembre 1941 il 1° Battaglione Carabinieri mobilitato, composto da militari dell’Arma e Zaptie’, prima di essere annientato dalle soverchianti forze britanniche, combatte’ valorosamente immolandosi fino all’ultimo uomo nonchè celebrata la “Giornata dell’Orfano”, a sostegno dei tanti figli di militari dell’Arma caduti, assistiti fino al completamento degli studi dall’Opera Nazionale Assistenza Orfani dell’Arma dei Carabinieri. Nella circostanza, al giovane neo-laureato Romano CANNITO, orfano dell’App. Francesco CANNITO, è stata consegnata una targa d’argento celebrativa dell’evento offerta dalla stessa Opera Nazionale.





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Isernia

21 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Viabilità, per Isernia una mazzata” Anche il sindaco di Roccamandolfi critica le scelte fatte dalla Regione Molise nell’esecutivo regionale di un rappresentante di tale territorio non è casuale né accidentale, ma tutt’altro. L’Accordo sulla viabilità regionale del Molise stanzia fondi da destinare alla riapertura di tratti stradali gravemente compromessi da eventi franosi. Nell’elenco ci sono sicuramente interventi meritevoli di interesse e di intervento – continua ancora lombardi – ma ci sono altrettanti interventi la cui dimenticanza è assolutamente ingiustificata e assurda. Mi riferisco in particolare ai lavori riguardanti il valico del Macerone(cancellato da una frana nell’aprile 2013) e alla galleria di Fonte Vallone a Belmonte del

ISERNIA. Non continuano a placarsi le polemiche per l’Accordo di programma quadro sulla viabilità, che ha visto ancora una volta seriamente penalizzata secondo alcuni la Provincia di Isernia. La provincia di Isernia è stata per l’ennesima volta pesantemente mortificata – afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi –dall’accordo di programma quadro relativo alla viabilità, poiché solo 11 milioni su un totale di 99 milioni di opere da realizzare saranno destinati alla provincia pentra corrispondenti ad un misero 8% e poco più. La provincia di Isernia continua ad essere ulteriormente danneggiata – continua ancora lombardi – del resto la mancanza da mesi

Sannio chiusa ormai da diversi mesi, eppure nonostante gli interventi puntuali delle rispettive amministrazioni locali niente è stato fatto in tal senso: il primo intervento avrebbe messo fine al calvario giornaliero di molte famiglie tra Isernia e Forlì del Sannio; il secondo avrebbe consentito la riapertura dell’unico collegamento tra Abruzzo e Molise su quel versante e favorito il collegamento con l’spedale di Agnone. La nota positiva - conclude Giacomo Lombardi - è quella che in queste ore al di là del palazzo, si sono alzate diverse voci libere e fuori dal coro a favore del bene comune e degli interessi dei cittadini.

“Ospedale di Venafro, si mantengano le promesse” E’ l’ex assessore Massimiliano Scarabeo ad intervenire sulla questione sanitaria VENAFRO. “Una delle tante frasi della politica regionale, molto ricorrenti a proposito della sanità regionale è stata: “Ovviamente sarà nostro impegno mantenere sul territorio i servizi per i cittadini, migliorarli ed attuare una generale politica di controllo dei costi e di eliminazione graduale delle spese inutili”. Oggi, sono in molti a chiedersi cosa sia effettivamente cambiato in meglio e quali delle promesse siano state veramente mantenute, soprattutto per Venafro che vede “chiudere” il proprio presidio ospedaliero. Un ulteriore problema per il territorio e la popolazione che soffre già della debole economia e dei tagli di alcuni importanti servizi”. Lo sostiene l’ex assessore regio-

nale, Massimiliano Scarabeo. “Eliminare, indiscriminatamente, l’assistenza sanitaria, non è condivisibile e la scelta di “chiudere” il S.S. Rosario non si giustifica: la struttura è adeguata per una seria riorganizzazione nel rispetto del diritto alle prestazioni e alle cure della persona, garantito non soltanto ai cittadini di Venafro, ma anche a quelli del bacino territoriale della Valle del Volturno e dell’hinterland extraregionale contiguo che porterebbe anche benefici economici alle casse regionali. Tutto quanto è stato detto e quello che si è fatto o non si è fatto sulla sanità, in questa regione, non deve nascondere gli impegni precisi che sono stati assunti nei confronti della città , circa

la rimodulazione dei servizi del Santissimo Rosario non più tardi di qualche mese fa, ridando a questa struttura sanitaria un pezzo di dignità che in questi ultimi anni gli è stata tolta in nome di una riorganizzazione che ha portato esclusivamente problemi e disagi. La battaglia per il mantenimento dell’ospedale di Venafro, io l’ho sempre portata avanti, senza nessuna forma di campanilismo o di particolari interessi, ma esclusivamente perché venisse tutelato il diritto alla salute di tanti cittadini, in un contesto il più organico possibile, cercando il modo di ottimizzare i costi di gestione e migliorare i servizi esistenti, se necessario anche in forma collaborativa

con le realtà sanitarie private presenti, seppur evidenziando, questo si, che esse abbiano, rispetto alla sanità pubblica, un rapporto di sussidiarietà e non di prevalenza. Ora è tempo di rispettare gli impegni assunti per l’ospedale di Venafro, così come concordato e pubblicizzato in più occasioni e per questo condivido le preoccupazioni esternate sulla questione dal Comitato Santissimo Rosario e non ultime, dal Sindaco Sorbo. L’Ospedale di Venafro rappresenta una risorsa da valorizzare e per questo è giusto manifestare sdegno verso decisioni che lo vogliono chiudere rendendo vani tutti gli sforzi fatti finora perché venissero garantiti alla città, almeno i servizi minimi di assistenza“.

Tecniche di primo soccorso Un team di istruttori dell’Associazione “l’Albero della Vita” ha incontrato l’Arma dei Carabinieri ISERNIA. Presso il Comando Provinciale Carabinieri di Isernia, un team di istruttori dell’Associazione “l’Albero della Vita” – Centro di Formazione Salvamento Academy, coordinato dal dottor Gabriele Boccia del “118” di Caiazzo in provincia di Caserta, ha incontrato i Carabinieri in servizio presso il Comando Provinciale e presso le Compagnie e le Stazioni dipendenti, per tenere un seminario teorico-pratico sulle tecniche di primo soccorso, con l’obiettivo di addestrare al meglio il personale alle corrette manovre che possono salvare delle vite e allo stesso tempo cambiare e diffondere la cultura del primo soccorso in tutta la comunità, senza distinzione alcuna. In casi di particolare gravità, in cui spesso il Carabiniere si trova ad intervenire, il tempo diventa un elemento essenziale, e se corretta-

mente formato, ciò può fare la differenza tra la vita e la morte. In pratica, il team di istruttori ha illustrato le manovre salvavita con l’ausilio di manichini di alta for-

mazione e informazione, e nello specifico le manovre da praticare nel caso un bambino o un lattante manifestasse i segni dell’ostruzione delle vie aeree, con un

pronto e tempestivo intervento. La filosofia alla base dell’iniziativa è molto semplice e fondata sull’assioma del centro di formazione “chi salva un bambino, salva il

mondo intero…” . A conclusione del seminario a tutti gli Ufficiali e ai militari intervenuti, è stato rilasciato un attetato di partecipazione.


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Tutto quello che gli altri non dicono

Termoli

21 novembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Termoli calcio, il sindaco non stia solo a guardare” L’ex giallorosso Luciano Germinario, chiede il pieno coinvolgimento dell’amministrazione comunale TERMOLI. Lasciare il Termoli Calcio al proprio destino oppure tentare di salvarlo con ogni mezzo possibile? E’ questa la domanda che si sta facendo strada tra i tifosi all’indomani della conferenza stampa tenuta dai dirigenti del Termoli Calcio nella quale la società ha messo in evidenza lo stato debitorio ammontante a 150mila di euro. E tra coloro che più di tutti hanno seguito la storia del Termoli Calcio c’è Luciano Germinario, lo stesso che ha giocato con la maglia giallorossa, ha gioito e sofferto, ha pagato e in alcuni frangenti è stato anche maltrattato. Nonostante tutto, però, se c’è da dare una mano non si tira mai indietro. Ecco allora il pensiero di Luciano Germinario su tutta questa vicenda. Allora Luciano lo scorso anno, di

questi giorni, eravamo qui a parlare delle stesse problematiche sul Termoli Calcio. Che idea ti sei fatto di questa ennesima e uguale situazione in seno al Termoli calcio? “L’idea che mi sono fatto è che per prima cosa bisogna ringraziare questi ragazzi di Gente di Mare a cui, però, mi sento di muovere solo un piccolo rimprovero: secondo me prima di buttarsi a capofitto in questa storia avrebbero fatto meglio ad avere un quadro più preciso ed indagare su quello che avevano realmente intenzione di fare quelli della cordata pugliese e poi eventualmente buttarsi nel gioco. Quando abbiamo saputo che era pronta una cordata pugliese, io e un amico ci siamo precipitati a Nuova Cliternia per parlare con Rainone, un dirigente della Cliternina, per poter cer-

care di portare il titolo qui a Termoli. Non ci siamo riusciti subito e non ci siamo risentiti perché a Termoli avevano già fatto tutto con questa cordata pugliese. Non ci sono certo rimasto bene perché pensavo che avrebbero dovuto quantomeno avvisarmi. La mia, comunque, non vuole essere una critica e neanche una polemica perché comunque Brandolini, Petriella e gli altri di Gente di Mare sono tutti amici e continuano ad esserlo. Il calcio non è solo armiamoci e partite. Il calcio, soprattutto oggi, è un argomento da prendere molto seriamente e si porta avanti avendo disponibilità economiche, e diventa ancora più serio e difficile da mandare avanti se queste disponibilità economiche non ci sono. Con questo mio amico ci eravamo resi conto

che sarebbe andata a finire così già in estate quando contestammo, con il direttore sportivo, il fatto di non vedere in campo neanche un giovane giocatore termolese mentre erano tutti provenienti da fuori. Quest’anno dovevamo cercare di formare una squadra con giocatori locali per poter riportare un po’ di gente in campo. Mi auguro solo che quelle cose che hanno detto ieri non si avverino e che il Termoli non finisca domenica perché, se il Termoli fallisce, fanno un favore all’amministrazione comunale che non vedrebbe male una eventualità del genere. Io, nel mio piccolo, finché ne avrò la possibilità non permetterò questo affronto al Termoli. L’amministrazione si deve prendere le proprie responsabilità, il sindaco e i suoi collaboratori non si possono

presentare con la fascia solo ad inaugurare. Il sindaco è il primo cittadino di tutti. Allora io consiglio ai ragazzi di Gente di Mare di riconsegnare tutto nelle sue mani e lasciare che sbrighi lui questa patata bollente. Cosa riuscirà a fare visto e considerato che ormai il calcio a Termoli non conta più nulla? Però se si tratta di pallacanestro si fanno cose eclatanti come quella di pochi giorni fa nella sala consiliare. Non ho nulla contro il basket, ci mancherebbe altro, ma vorrei attenzione anche per il calcio che tanto ha contribuito alla crescita non solo turistica della città ma anche su molti altri aspetti. Mi sento preso in giro da tutta questa vicenda. Anche il calcio merita considerazione e rispetto dai politici e da tutti in genere”.

Dall’acqua alle Carresi, i problemi di Ururi Il prefetto ha fatto visita all’amministrazione comunale basso molisana URURI. L’obiettivo è quello di trovare delle soluzioni ai problemi grandi e piccoli che attanagliano la cittadina di Ururi. Dal flusso idrico che da due giorni è praticamente assente nel paese bassomolisano a causa dei ‘soliti’ problemi all’acquedotto, passando per il plesso scolastico “per il quale abbiamo solo un’aggiudicazione provvisoria dopo 13 anni”. Tra le ‘questioni irrisolte’ anche i 24 alloggi popolari “con altrettante famiglie che si trovano senza casa” e una ricostruzione post-sisma “per la quale abbiamo bisogno ancora di 20milioni di euro”. E su tutto la questione che più sta a cuore alla popolazione di Ururi: la battaglia per la salvaguardia delle Carresi, per regolamentare le quali “abbiamo redatto anche un disciplinare che è stato inviato all’attenzione del procuratore capo di Larino” e da cui nasce la richiesta di “trovare soluzioni che arrivino nel più breve tempo possibile, altrimenti rischiano di non vedere la manifestazione

neanche nel 2016”. Sono queste alcune delle problematiche che il sindaco Luigi Plescia ha rivelato all’attenzione del Prefetto di Campobasso, Francescopaolo Di Menna, che ieri mattina ha effettuato una visita ufficiale al Comune bassomolisano. “Sono sicuro – ha affermato Plescia nel corso del suo in-

tervento – che grazie all’aiuto di sua eccellenza il Prefetto riusciremo a colmare queste problematiche”. Il Prefetto, dal canto suo, ha preso ufficialmente l’impegno di “occuparsi di queste situazioni che il sindaco mi ha segnalato e per quello che è nelle mie competenze cercherò di dare una mano al

Comune”. D’altronde il Comune di Ururi ha fatto e sta facendo dell’accoglienza una delle sue politiche di sviluppo. I fatti di Parigi, però, non hanno potuto non potare all’attenzione quella che è la problematica relativa alla sicurezza. Su questo il Prefetto Di Menna ha spiegato quelle che sono le iniziative organizzate dalla Prefettura. “Sono stati fatti dei comitati per l’ordine e la sicurezza pubblici tesi a potenziare la macchina della prevenzione verso qualsiasi tipo di problematiche connesse a questi eventi tragici. Mi sento di dire alla gente – ha affermato Di Menna – di stare tranquilli in quanto si è al sicuro e siamo pronti a ogni evenienza predisponendo tutti i piani necessari a che questi eventi non ci tocchino”. Al termine della manifestazione il sindaco e il Prefetto hanno consegnato anche una onorificenza a Italo Cammisa in quanto, nella sua vita, si è sempre distinto per la sua grande dedizione al lavoro.

Trasparenza e anticorruzione nel pubblico L’Anutel ha organizzato il corso di tre giorni riservati ai dipendenti e amministratori TERMOLI. Reale interesse o come avveniva una volta a scuola le iniziative extracurriculari servivano per far trascorrere prima il tempo in cui si era obbligati a stare sui banchi? Chissà, questo non lo sapremo mai, ma la prima giornata del corso di formazione in materia di trasparenza e anticorruzione, organizzato dall’Anutel in sala consiliare al comune di Termoli (primo di 3 incontri) ha registrato il tutto esaurito, sia riguardo ai dipendenti dell’ente, che chi è venuto da fuori. A relazionare Pietro Alessio Palumbo, che ha affrontato i primi 4 cardini del programma: legge 190, aspetti giuridici e metrici, commistione delle regole giuridiche e tessuto aziendalista d’ispirazione. Lo slogan dell’Anutel (associazione nazionale uffici tri-

buti enti locali) è ‘La nostra forza è la tua forza’, come un team sportivo di fatto, realtà che ha 21 anni di vita già. Il Seminario si pone come fortemente innovativo nel suo genere in quanto di ampio respiro ed interdisciplinare. Accanto agli aspetti normativi, pone attenzione agli aspetti organizzativo-aziendali, sociologici e psicosociali del fenomeno della corruzione e su come tale fenomeno abbia pregnanza e status nel nostro Paese. Saranno illustrate le criticità del sistema anticorruttivo italiano attraverso metafore di immediato impatto e riportati gli studi statistici della Corte dei Conti ponendosi a paragone con le politiche (vittoriose) anticorruzione degli altri Paesi. Si passerà ad una analisi degli aspetti definitori sul piano giuridico, ponendo

una concentrazione interpretativa sulla metrica redazionale adottata dal legislatore della L.190/2012. Sarà analizzata la scelta dialettica della commistione di regole giuridiche ed organizzativo-aziendali e analizzate le singole fasi delle azioni anticorruttive, tenendo particolare attenzione quindi alla ratio sottesa alle stesse. Si aprirà dunque l’analisi dettagliata dell’articolato della L.190/2012. Sarà analizzata inoltre l’operazione di drafting normativo “esterno” che il legislatore della Legge 190 ha operato sulla normativa “vivente”. Si porrà attenzione alle fattispecie di reato e alle condotte punibili introdotte e/o riformulate dalla Legge 190/2012 e dalla L. 69/2015. La prospettiva di analisi del fenomeno corruttivo sarà dunque allargata, dai protagonisti istituzionali a quelli sociali, di tale fenomeno.


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Termoli

21 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Sbrocca e le 29 incompiute” Il Nuovo centrodestra elenca le opere pubbliche l’amministrazione non ha realizzato o completato TERMOLI. Il Nuovo Centro destra e il loro capogruppo in Consiglio comunale Basso Antonio Di Brino tengono alta la tensione politica rispetto all’operato dell’amministrazione Sbrocca. Vuoi perché è il naturale contendere, visto il ruolo di opposizione, vuoi perché la traumatica interruzione della sua giunta e la caduta dell’amministrazione comunale hanno di fatto provocato il trasferimento dei programmi e dei progetti in itinere dopo il passaggio commissariale proprio alla compagine di centrosinistra. Per questa ragione il Ncd ha voluto fare il punto della situazione, redigendo un volantino che elenca le 29 incompiute di cui a loro dire si macchierebbero giunta, sindaco e maggioranza, illustrate stamani in conferenza stampa nella saletta destinata alle minoranze in municipio. A presentarsi accanto a Di Brino i due alfieri giovani come il coordinatore cittadino Christian Zaami e Rocco Fiorilli. Sono trascorsi quasi due anni da quel fatidico 21 febbraio 2014, allorquando taluni cons. comunali dell’allora maggioranza di centrodestra, decretarono, inopinata-

mente, ad un anno dalla scadenza del mandato, la caduta dell’amministrazione Di Brino. Da quel giorno, dapprima con il Commissario e successivamente con l’amministrazione Sbrocca, si è assistito ad una lenta e graduale paralisi della città con il blocco di tutte le iniziative già intraprese. Giova ricordare che l’amministrazione Sbrocca ha ereditato una situazione assolutamente favorevole, grazie alla risoluzione dei numerosi contenziosi in essere presso il Comune nel 2010 e ad

una situazione di bilancio senza disavanzi, ma con 7 milioni di € in cassa, grazie, anche, alla definizione della questione Edison (piattaforme a mare). I fatti dimostrano l’idea plastica del fallimento dell’amministrazione Sbrocca in questo primo scorcio di mandato. Partendo dalle incompiute inserite nella locandina ed iniziando dal settore lavori pubblici, affinché tutto non cada nell’oblio, iniziamo dall’emblema di questa nefasta amministrazione comunale, cioè dal -2

corso nazionale e lungomare Nord C. Colombo. Tra queste: Corso Nazionale: Progetto appaltato, modificato con oltre quattro varianti in corso d’opera e con l’eliminazione della fontana a raso, pubblica illuminazione, verde e panchine, con la sostituzione della pavimentazione e colore della stessa e con l’ assunzione di un aspetto funereo del nostro centro cittadino. 2Lungomare Nord: Così come per il corso nazionale, le numerose varianti di progetto in

corso d’opera, hanno consegnato alla città in due anni, un lungomare modificato ed attualmente simile ad un cantiere aperto piuttosto che al lungomare Civitanovese da cui il progetto aveva preso spunto. Il secondo tratto con lavori che dovevano essere già ultimati la scorsa estate e con gara di appalto bloccata dall’attuale amministrazione, con la modifica della commissione e l’inserimento dell’ ing. Matteo Caruso; 3- 4 – 5: Marciapiedi S. Maria degli Angeli; Chiusura Anello via degli Aceri e cabina Enel; Sistemazione Via Mincio Via Trigno Via Sangro: Lavori la cui consegna era prevista per fine 2014; 6Pensiline fermate Autobus: Dopo anni di contenzioso era stato firmato l’atto transattivo con la società HICOM per l’installazione entro fine 2014 di 48 nuove pensiline; 7Project Financing cimitero: Iniziativa bloccata di cui si attende ancora l’avvìo della procedura; 8-0 mila € a 700 mila €. I lavori dovevano essere completati entro fine 2014. Ad oggi non ancora iniziano per problemi di aggiudicazione della gara di appalto;

Abusivismo demaniale, interviene la Finanza Intervento del Reparto operativo navale sulla costa molisana TERMOLI. Prosegue, da parte delle fiamme gialle del R.O.A.N. di Termoli, l’attività di controllo sulla costa molisana, finalizzata al contrasto dell’abusivismo demaniale. L’attività info-operativa dei militari, coordinati dal Comandante del Reparto, Ten.Col. Roberto Di Vito, svolta con la collaborazione degli Ispettori dell’Agenzia del Demanio, ha portato, nel corso dei controlli e delle verifiche effettuate sul corretto utilizzo di aree appartenenti al Stato, all’accertamento dell’omessa rimozione di opere strutturali presso 5 (cinque) stabilimenti balnearisiti sul litorale del Comune di Campomarino (CB). Le violazioni riscontrate,scaturiscono dall’obbligo in capo ai concessionari della rimozione, al termine della stagione estiva, delle pertinenze e delle opere realizzate sul demanio. L’intera operazione si è conclusa con il sequestro preventivo di un area di circa3000 metri quadri, ed il contestuale deferimento dei 5 titolari della concessione stagionale all’A.G. di Larino per “aver di fatto occupato abusivamente il suolo demaniale pubblico”.

Tutti sul Frecciarossa Il 13 dicembre, prima fermata del treno a Termoli e l’intera amministrazione farà un giro fino a Pescara TERMOLI. La notizia della futura sosta del treno Frecciarossa a Termoli ha raccolto un bel pò di entusiasmo in città per una “conquista” che ha visto combattere maggioranza e minoranza al comune, ma anche i vertici della Provincia e della Regione verso la stessa direzione.

E così, pronti a “battezzare” il primo viaggio del treno veloce di Trenitalia, Sbrocca e l’amministrazioen tutta sta pensando di realizzare un viaggio sino a Pescara per celebrare la giornata storica per la città dopo che, sempre più spesso, si dice che il Molise non sia considerato.

L’amministrazione comunale di Termoli, quindi, è in procinto di organizzare un viaggio sul Frecciarossa conj un tour che è ancora in fase di organizzazione ma, stando a quanto noto, sindaco, consiglieri e assessori hanno deciso di salire a bordo del treno di nuova concezione nel

giorno del suo primo passaggio in città che avverrà il prossimo 13 dicembre. Un viaggio che, è bene dirlo in tempi di Spending Review, sarà a spesa di ogni singolo esponente dell’amministrazione che deciderà di comprare il biglietto mettendo le mani nelle proprie tasche

e non in quelle della collettività. Il tour comprenderà l’andata e ritorno da Pescara per ‘salutare’ l’arrivo in città del moderno treno ad alta velocità. Sicuramente un modo singolare di festeggiare una vera e propria “conquista”… Appuntamento quindi per il prossimo 13 dicembre!



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Opinioni

21 novembre 2015

di Claudio de Luca LARINO. Nella quotidianità politica molisana non vi è più chi discuta di programmi che un tempo costituivano un biglietto da visita per chi militava nei vari schieramenti. Oggi, salvo eccezioni, non esiste chi, per trionfare sugli amici e sugli avversari interni, faccia conto soltanto sulle proprie idee. Questo accade perché, quando non si abbiano meriti propri, si può mirare soltanto a sfruttare difetti e debolezze degli altri. In quanto ai programmi, i lettori più attempati ricorderanno le pianificazioni dei La Penna e dei D’Aimmo che fecero nascere in Molise una corposa fabbrica di faldoni riempiti dai cervelloni della Dc. Analogamente in casa-Pci, i cui esponenti elaboravano le contromosse. Fu proprio in quel periodo che qualcuno ebbe a scrivere “il Molise è il Nord del Sud” perché in quei progetti era possibile rinvenire lo sforzo gestionale di un’intera classe dirigente che meditava l’industrializzazione, lo sfruttamento del metano delle Piane di Larino, la salvaguardia delle aree interne ed il libero mercato locale. Quanta differenza con i silenzi e con i “gossip” odierni! Solo 30 anni fa, in Molise, avanti che si cominciasse con il rimpiangere i tempi andati, bisognava essere giunti per lo meno agli 80 anni. Oggi un 20enne, dopo di avere votato, indifferentemente, per il Centrodestra o per il Centrosinistra, già rimpiange i politici che ieri l’altro aveva vilipeso. E non solo per una questione di programmi. La verità è che, nei comportamenti di ciascuno, non è più riscontrabile moderazione od equilibrio; e, quando si fosse moderati, si verrebbe subito “strapazzati” da chi conosce bene la convenienza di alzare i toni dello scontro. Oggi sono in tanti quelli che, per guadagnare voti, sono disposti a man-

di Pasquale Lena

Di

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

In politica non vale più chi ha le idee

dare all’aria la sana virtù dell’equilibrio. Risultato, il suono dell’arpa non potrà mai essere ascoltato, se l’avversario continui a pestare su di un tamburo. Questi comportamenti vengono bene in luce quando “Lor signori” decidono di intimorire i giornalisti, minacciando di citarli in sede civile. Più è alto l’indennizzo reclamato più si viene gratificati da un titolo di apertura sulla prima pagina di testate amiche. E così l’eccesso premia sempre, seppure si debba riconoscere che – pure dalla parte degli “scribi” – operi chi dà corpo ad offese inutili pur di salire sui gradini più alti della

“gazzetteria” locale. Chi pensa di potere riuscire premiato polemizzando ad alta voce, riesce ad arraffare titoli di apertura ed a guadagnare una insperata attenzione mediatica. Invece, per un politico, la cosa peggiore che può capitare è quella di scomparire dai “media”; ma il gioco delle presenze vale la candela almeno sinché non si siano esaurite le iperboli. Dopo si rimane costretti al silenzio. Per concludere, il futuro dovrebbe riacquistare certe antiche tonalità, magari il color “seppia” delle vecchie fotografie che rievocano i tempi in cui i Partiti costituivano

gli autentici motori della politica locale. Oramai la morte di tutti gli antichi simboli (scudocrociato e falce e martello) ha lasciato intendere che la Società locale ha perduto irrimediabilmente i suoi riferimenti. Oggi esistono soltanto gli schieramenti del Presidente (sinché tira!) e quelli dell’avversario (sempre che il cavallo non cada!) ed è venuta meno la funzione didattica dei vecchi Partiti, quando – per la loro porta – si entrava prima per frequentare la Sezione, poi per accedere al Direttivo, quindi per aspirare alla Segreteria, infine per farsi eleggere Assessore o addirittura Sindaco per poi ascendere al soglio di consigliere provinciale o regionale. La Sezione era una scuola, cosicché ne sarebbe uscito dirigente preparato soltanto chi avesse praticato il suddescritto “cursus honorum”. Oggi, invece, è d’uso designare alla carica di primo cittadino persino chi non abbia mai leggiucchiato il testo unico degli enti locali. Ed ecco perché si finisce col “giocare” a chi urla di più, per potere prevalere sull’avversario, contrapponendo i “decibel” alla forza degli argomenti. In sostanza si grida perché certe teste non hanno mai contenuto un programma.

La Xylella e il futuro dell’olivo

Non pochi dei miei vecchi e cari amici, che da anni mi seguono lungo il percorso del vino, dell’olio, della gastronomia e dell’agroalimentare in generale, mi hanno chiesto se vado a Expo 2015, che ha aperto il primo maggio a Milano, e cosa penso della Xylella o, meglio, quale sarà il futuro dell’olivicoltura del Salento. Per quanto riguarda l’Expo non credo di andarci. Per non creare equivoci dico subito per più di una ragione, non ultima quella che a dominare la sua immagine sono le multinazionali, cioè i grandi affari che stanno affossando l’agricoltura contadina, i nostri territori più fertili e più vocati al cibo di qualità, e, cosa ancora più grave, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del pianeta. Ritengo, però, davvero un peccato la messa in bocca di queste consorelle affamate di profitti; campi fertili; semi; tradizioni, soprattutto quelle gastronomiche; qualità e biodiversità, un messaggio fortemente incisivo come“Nutrire il pianeta”. Un messaggio bello, incredibilmente vero, visto che il pianeta ha bisogno di essere nutrito, soprattutto con amore, che, con la presenza delle multinazionali, si contraddice, ed ecco che non ha più la stessa forza. Lo stesso discorso vale per le montagne di cemento buttato, quando gli organizzatori potevano fare proprio il suggerimento di Slow food, cioè la sua sostituzione con costruzioni in legno. Strutture possibili da riciclare in ogni luogo dove nasce e cresce la voglia di stare insieme, insegnare e fare agricoltura, in pratica “nutrire” la speranza e il sogno del domani. Un suggerimento che, se preso in

considerazione, poteva diventare un esempio stupendo per il mondo intero, una vera e propria semina di speranza per il futuro e un monito proprio per le multinazionali che hanno bisogno urgente di curarsi di questa loro bulimia per ridare spazio alla ragione. Ecco due le due ragioni che mi portano a dire che l’Expo, la grande vetrina sul mondo, è una grande occasione, in parte persa. Infatti, non posso non tener presente, in questa mia critica, un elemento fortemente positivo di questo grande evento internazionale che rende l’Italia protagonista. Dovendo esso parlare di cibo, non può fare a meno di mettere in luce il valore ed il significato del territorio e delle sue fondamentali risorse. Prima fra tutte la

ruralità con la sua agricoltura, l’attività che, da oltre diecimila anni produce cibo, cioè mette a disposizione dell’uomo l’energia vitale. Expo 2015, una magnifica opportunità per un rilancio culturale dell’agricoltura e la sua campagna, ha pensato bene di mettere ai margini, ridurre a ben poca cosa, con l’abbandono dell’agricoltura e l’abuso di territorio. Un abbandono prima di tutto culturale. Ho avuto l’opportunità di vivere una lotta, qui nel Molise, e di dare il mio contributo, soprattutto politico, a far vincere il territorio contro l’idea e il progetto, fatti propri dalla classe politica e dirigente locale, di una multinazionale del latte, la Granarolo, di voler cementificare (non essendo più possibile in Emilia e Lombardia), un chilometro quadro di suolo fertile per realizzare una stalla industriale capace di ospitare 12.000 manze. Rispondendo alla seconda domanda che mi è stata posta, la questione Xilella, l’insetto diventato famoso suo malgrado, rientra in questa logica di occupazione del mezzogiorno per fare quello che non è più possibile fare altrove. In tal senso ho espresso il mio parere in tempi non sospetti, lo scorso anno, quando è cominciata a circolare la notizia della Xilella. Questo insetto, da sempre noto perché fastidioso, rappresenta, a mio parere, una grande opportunità per nuove speculazioni, di ogni tipo, che possono essere bloccate solo da scelte capaci d’ intaccare gli interessi del capitalismo dominante e di mettere in crisi quella sua logica di distruzione e di spreco, in primo luogo dei valori e delle risorse propri del territorio, o meglio, dei territori che

fanno parlare di mille meridioni. Territori, oggi, racchiusi in quella parte del Paese per lungo tempo considerata arretrata, marginale, che ha colto l’attenzione di illustri studiosi e di forze politiche fino a qualche decennio fa. Penso alla “questione meridionale”e a quella agraria, entrambe, però, messa da parte, come se risolte per sempre, quando si sa, invece, che queste due fondamentali questioni si possono risolvere solo se ci sarà una svolta capace di lottare contro un modello che, con la crisi, ha mostrato non solo il proprio fallimento, ma anche di essere la colpa dell’abbandono. Oggi il Meridione, e così l’Appennino, con i loro territori, la loro ruralità e la ricca agricoltura contadina, sono oggetto di desiderio di chi ha bisogno di territorio per appagare la propria bulimia. Vanno difesi, tutelati perché, se non distrutti dall’avidità imperante, possono diventare davvero strategici per avviare il nuovo modello di sviluppo di cui ha bisogno il Paese, cioè quello che parte dal patrimonio che uno ha per spenderlo e valorizzarlo, che è poi il modo più sicuro per preservarlo e tutelarlo. Penso alla cultura e alla storia, all’ambiente ed al paesaggio, alle attività legate all’agricoltura, alla pastorizia, ai boschi, alle tradizioni che rappresentano l’anima di una comunità. La Xylella che da fastidiosa è diventata cattiva, sarà ancor più cattiva, anzi criminale, se si dà continuità a un modello di sviluppo di cui sembra non se ne possa a fare a meno come se fosse l’unico possibile. La verità è che non lo è, ce ne sono altri.



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