Nagni paga i lavoratori dei trasporti

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno a Paolo Di Laura Frattura

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Paolo Di Laura Frattura. Il presidente della Giunta regionale si è reso positivamente protagonista nel volere e finanziare la tappa del Giro d’Italia a Campitello Matese. Una grossa vetrina per l’intero territorio regionale che deve fare riflettere e spronare tutti ad investire in manifestazioni e siti molisani capaci di attrarre gente e, di conseguenza, farci conoscere ed apprezzare all’esterno dei confini geografici. Questa volta, un plauso gli va fatto.

Il Tapiro del giorno a Micaela Fanelli

Un milione di euro

Nagni paga i lavoratori dei trasporti SERVIZIO A PAGINA 3

Il Tapiro del giorno lo diamo a Micaela Fanelli. Nonostante le ‘bacchettate’ prese dai parlamentari molisani del suo partito, non ha posto per niente il callo tanto da non convocare la direzione del Pd per esaminare i grossi problemi che stanno attanagliando la regione. Possibile, che i temi come l’occupazione, la sanità, il fallimento di aziende non interessi il primo partito in regione? Possibile, che la Fanelli, come segretaria regionale, sia assente dal dibattito politico?


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

19 maggio 2015

L’opposizione a Palazzo Moffa? Fa ridere, anzi piangere! Chi ha creduto i “Grillini” Manzo e Federico oppositori “duri e puri” crediamo debba fare ammenda tirando le somme dei due anni passati da costoro a Palazzo Moffa, contraddistinti da posizioni e atteggiamenti di routine, da politica vecchia, stantia e compromissoria. Chiaramente assorbiti dal sistema delle contiguità, degli opportunismi, delle mezze verità, delle mezze bugie, del “non facciamoci del male”. Di fatti non ne hanno fatto, né lo hanno subito. Della loro presenza non rimane niente di veramente significativo sul piano di una politica volitiva, incisiva, determinata, convinta, perseverante, che li avrebbe voluti attori protagonisti. La commedia politica di Palazzo Moffa li ha relegati tra le comparse, né valgono o sono valse a qualcosa le decine di interrogazioni, gli ordini del giorno e le interpellanze presentati, e solo raramente discussi. Nella seduta consiliare del 19 maggio interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno a firma Manzo e Federico sono11 su 22 punti all’ordine del giorno, anche questi connotati dalle chiacchiere. Proposte di legge, ipotesi di programmazione, neanche l’ombra. I satrapi di Palazzo Moffa se la spassano con le parole, le discus-

Non c’è campagna pubblicitaria, testimonial VIP, prodotto (alimentare ma non necessariamente) d’eccellenza che possa raccontare e, di conseguenza, promuovere un territorio meglio di una tappa del Giro d’Italia. Due ore filate in diretta nazionale accompagnando un evento che fa parte della storia di questo Paese; che ha milioni di appassionati e fedelissimi seguaci, la maggior parte dei quali , nelle fasi di calma (molto spesso solo apparente) della corsa, indugiano nel gustarsi lo scenario; per coglierne le sfumature, le particolarità, i cambiamenti che si susseguono. E poi ci sono le riprese dall’elicottero. Idealmente si vola sui picchi, ci si specchia nei laghi, s’ammirano i borghi. Si seguono le strade, ci si perde nel verde dominante. Una meraviglia. Benissimo ha fatto allora la Regione ad investire (si parla di 200.000 euro) per ottenere l’arrivo della corsa rosa a

sioni sul sesso degli angeli e altre amenità. Manzo e Federico hanno tentato di incalzare il governo regionale sulle leggi “vergogna” - la numero 30 del 2005 e la numero 33 del 2006 - con le quali sono stati creati uffici e capiufficio a centinaia, e vengono elargite aggiunte stipendiali niente male. Un bubbone politico e amministrativo che non ha pari in Italia, per quanto sia espressione di favoritismo, clientelismo e mancanza di equità. Hanno tentato di incalzare il governo re-

gionale, poi hanno mollato il pappafico. Rientrando nella logica del tiriamo a campare. Alla bene e meglio, come credono, con il profluvio di interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno che non approdano a niente. Nella notte in cui, come ladri che sentono il fiato sul collo, i consiglieri regionali hanno bocciato la proposta di legge d’iniziativa popolare per la riduzione delle vergognose indennità che percepiscono, i “Grillini” non sono stati diversi, per debolezza dialet-

tica e determinazione politica, dai mestieranti del calibro di Iorio, Cavaliere, Sabusco, Fusco Perrella e Micone. Un’opposizione meno labile e inconsistente, dinanzi alla imperizia amministrativa, alle illegittimità degli atti amministrativi della giunta, dinanzi alla caterva di critiche che alla giunta viene dal popolo, dai sindacati, dalle categorie produttive, avrebbe fatto saltare il banco in quattro e quattr’otto. Ma ciò avrebbe significato rischiare la poltrone e le migliaia di euro al mese. Quindi sotto con le pantomine, come quelle che si annunciano il 19 con l’interrogazione di Cavaliere, pensate un po’, in merito al Piano sgombro neve, presentata il 2 gennaio 2014. Siamo all’assurdo. Dello stesso Cavaliere è l’interrogazione sull’interruzione del servizio dello sportello Agea, e quella sull’emergenza idrica e i problemi di potabilità in Basso Molise. Il consigliere Micone, in versione pendolo (una volta di qua una volta di là), vuole informazioni urgenti circa la governance e la gestione amministrativa ed economica delle società partecipate presso Campitello Matese; informazioni sulla struttura sanitaria Fisiomedica Lauretana di Toro e sul servizio di trasporto emer-

genziale. Basterebbe informalo, e lui sarebbe felice. In combutta tra loro, la Fusco Perrella, Iorio e Sabusco provano ad avere finalmente una risposta alla angosciata domanda sul perché del mancato coinvolgimento del consiglio regionale nella fase di programmazione europea 2014/2020. Se si guardassero allo specchio, capirebbero da soli il perché vengano derisi e snobbati. Ciò che questo fatiscente pseudo gruppo di oppositori riesce a determinare nelle scomposte falangi della maggioranza, è da ridere. Scusate, da piangere. Poi però, di tanto in tanto, riflettendo su se stessi, sul perché si trovino a Palazzo Moffa e a cosa fare, per tacitare i rimorsi, vanno dai colleghi di maggioranza (e viceversa) e insieme firmano qualcosa che vada bene agli uni e agli altri. Eccoli infatti mischiati alla rinfusa (Micone, Fusco Perrella, Totaro, Sabusco, Cotugno, Ioffredi, Ciocca, Iorio, Cavaliere, Monaco, Lattanzio e Parpiglia) invocare la bontà nascosta di Frattura perché proroghi i servizi per il lavoro. Dardo

Il Giro d’Italia mette in mostra il Molise La Regione investe nell’arrivo di Campitello, per una volta segnando un buon punto

Campitello. Per una volta (gaudemus) alle parole, agli annunci sperticati, alle coniugazioni al futuro

prossimo, si sono preferiti i fatti; il tempo presente. E’ così per due ore gli italiani hanno potuto fare il loro

viaggio in Molise, accompagnati dai sinceri (almeno così sono sembrati) moti di apprezzamento dei telecronisti difronte agli scorci che la nostra terra ha saputo offrire. 200.000 mila euro finalmente ben spesi; spesi con intelligenza. Il Giro d’Italia è un inno itinerante al nostro bellissimo Paese e averne fatto parte, per una misura, è stata cosa assai buona. Dalla nostra abbiamo la terra, il paesaggio (tutto il paesaggio, dalla costa alla montagna, passando per aree interne ancora da scoprire, alle volte anche per noi molisani); dobbiamo imparare a venderlo con intelligenza, a promuoverlo attraverso i canali più giusti. Attrarre in Molise, così, non il turismo mordi e fuggi, ma quello consapevole. Il turismo fatto dalle persone, motivate e

curiose, che di una terra vogliono scoprire il più possibile e non fermarsi alle insegne luccicanti. Affidarsi al Giro è stata una mossa indovinata, non c’è che dire. Bisogna insistere su questa strada, ci permettiamo sommessamente di aggiungere. Bisogna fare in modo che quella di sabato scorso non sia stata una tappa isolata. Lo sport va, spessismo e benissimo, a braccetto con la natura. Promuovere alcune manifestazioni, alcune discipline (ciclismo, mountain bike, snowboard, sci, podismo, arrampicata, rafting, vela, surf…) promuove contestualmente il territorio che le ospita, permette che lo si visiti, che se neparli, che ce ne si possa innamorare. La strada è giusta, ora pedalare!


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3 19 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Per ATM e SATI è lieto fine Si chiude positivamente la vertenza con le due aziende di trasporto pubblico, pagati gli arretrati ai dipendenti Le buone notizie viaggiano veloci, su gomma! S’è trovata, alla buon’ora, l’attesa composizione della burrascosa vicenda che ha interessato l’assessorato regionale ai trasporti e le due aziende convenzionate che svolgono attività di esercizio pubblico, l’ATM e la SATI. Durante l’inverno i toni s’erano fatti davvero accesi tra Pierpaolo Nagni, titolare della delega ai trasporti, e l’amministratore delegato dell’ATM, Giuseppe Larivera, che arrivò a fermare le sue macchine per un giorno pur di sollevare pubblicamente il ritardo nella riscossione dei finanziamenti regionali e, conseguentemente, le difficoltà nel pagare le spettanze ai lavoratori. Si arrivò ad un passo dalle denunce penali, minacciate dall’una e dall’altra parte. Con in mezzo i pendo-

lari molisani, proditoriamente appiedati per un giorno, e i dipendenti, lasciati senza retribuzione per diversi mesi. Finalmente sono stati accreditati

500 mila euro all’ATM e 400 mila alla SATI. Le due aziende non potranno utilizzare questi fondi se non per pagare gli stipendi arretrati attesi dal per-

sonale e saranno tenute a dare prova dell’avvenuto accreditamento delle somme entro cinque giorni dal conferimento dei suddetti finanziamenti. “Abbiamo definitivamente archiviato il problema degli stipendi arretrati e dei mancati pagamenti ai lavoratori– ha commentato l’assessore regionale ai trasporti Pierpaolo Nagni – Abbiamo portato a compimento un percorso che per la delicatezza e per questioni burocratiche non era propriamente facile – ha specificato – ma con grande caparbietà, aiutati dall’azione precisa e puntuale dei sindacati di settore e, bisogna riconoscere, dalla grande disponibilità delle aziende interessate, siamo riusciti a risolvere una situazione che si trascinava da tempo e che andava inevitabilmente a penalizzare ed esasperare i

lavoratori.” Tutto bene ciò che finisce bene. Lavorare senza percepire stipendio è una delle situazioni più frustranti in cui una persona possa trovarsi; fa sentire la terra franare sotto le scarpe ad ogni passo; si perde fiducia nel prossimo e nel futuro. Ci si alza ogni mattina con il piede sbagliato. Per i lavoratori delle due aziende in questione questo scenario da incubo, da insonnia garantita, è arrivato alla fine. La fase dell’emergenza si chiude qui. Ora dovrà necessariamente venire quella della corretta programmazione tra Ente Regione e aziende. Ritrovata la necessaria serenità è quindi il caso di non interrompere gli incontri, le riunioni. L’esperienza non è che la somma degli errori e se sbagliare una volta è umano, ripetersi sarebbe sciocco.

Di Martino al posto di Rosato Sanità, i problemi delle sale operatorie Frattura: “E’ una discontinuità” Dopo il “Cardarelli” ora le situazioni riguardano anche il “Veneziale”

CAMPOBASSO. Il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ha deliberato la nomina del dottor Gerardo di Martino a subcommissario per la prosecuzione degli adempimenti previsti dal Piano di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Molise. Gerardo di Martino subentra al dottor Nicola Rosato che cessa dal medesimo incarico rivestito dal 2012. Ne dà notizia il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, che questa mattina ha partecipato a Roma alla riunione del Consiglio dei ministri, durante la quale è stato adottato il provvedimento. “La struttura commissariale si arricchisce di un professionista che, ne siamo certi, ci aiuterà a portare a termine il processo di riordino del nostro servizio sanitario regionale. Ringrazio il presidente Renzi per l’opportunità che offre alla nostra azione politica condotta con l’obiettivo finale di assicurare a tutti i cittadini molisani una sanità efficiente, appropriata e di qualità”, il commento del governatore Frattura. L’individuazione del dottor di Martino, individuazione che sancisce e rafforza il percorso di discontinuità con il passato assicurato anche dal Governo alla Regione, è stata condivisa dal Ministero della salute e dal Ministero dell’economia con il commissario Frattura.

di sergio genovese

CAMPOBASSO. L’ospedale Cardarelli è andato in tilt. La situazione per la gestione delle urgenze è ormai fuori controllo perché, con una sola sala operatoria a disposizione (a causa della mancanza del personale medico e paramedico), è impossibile correre ai ripari. La regola, vista la situazione, è quella del “chi arriva prima finisce prima sotto ai ferri”. Così si scopre che ieri all’ospedale di Campobasso, prima struttura sanitaria in Molise, c’era una sola sala operatoria con sei urgenze da trattare suddivise per vari campi: parti cesarei, interventi di chirurgia generale, vascolare e neurochirurgica. Un collasso annunciato, di cui gli stessi medici erano a conoscenza quando è stata presa la decisione di chiudere le altre sale operatorie. La fisiologica contrazione dell’attività chirurgica, si scontra con la possibilità di salvare vite umane. I parenti dei pazienti in attesa hanno fatto, per tutto il giorno, una sola domanda ai medici di turno: “Quando si opera?”. In fondo, se un ospedale

non garantisce neppure la gestione dell’urgenza, a che serve che l’ambulanza porti in ospedale i cittadini che si sentono male e che hanno bisogno di un intervento chirurgico immediato? Ora, assodato che la responsabilità non è di direttori

sanitari o dei medici in generale, resta un’unica certezza: l’assenza o il menefreghismo della politica. E ora i problemi si spostano anche sull'ospedale "Veneziale" di Isernia. Possibile che in Molise si parli solo di tagli?

La strana cultura per la salute dei nostri figli

Per fortuna si infittiscono le sensibilità rispetto ai vari inquinamenti ambientali che per anni hanno intossicato le persone. Le malattie cancerogene sono in crescita esponenziale. In ogni latitudine della nostra regione mignon , nascono Comitati e attenzioni su un versante, quello della salute, che uomini ( o bestie?) attraverso loschi traffici camorristici, hanno insultato per anni. Ogni qual volta che si tenta di realizzare qualche

insediamento che mette a rischio l’aria che respiriamo, c’è un legittimo rigurgito da parte delle persone che mostrano una sensibilità mille volte aumentata. Fotografi, telecamere e taccuini si prestano a dare voce alle possibili vittime di un insediamento annunciato, per fortuna quasi sempre la spuntano i cittadini. Abbiamo imparato a conoscere le facce delle mamme della piana di Bojano e quelle della Contrada Mascione di Cam-

pobasso. Le abbiamo visto arrabbiate, ostinate, irremovibili e va bene così. Tuttavia da uomo di Scuola sono rimasto sbalordito quando, assieme al Comune di Campobasso e all’Ordine dei Medici, ho convocato i genitori per informarli dei gravissimi rischi che corre la salute dei nostri ragazzi per l’uso smodato di tutte le tecnologie ( cellulari, tablet ecc. ecc.). La partecipazione in tutte le Scuole è stata bassissima, eppure i rischi

sono altissimi. Non c’è stato e non c’è, un sano allarmismo. E’ davvero strano. Qualcosa non torna. I Medici e non il sottoscritto, affermano che tra una canna fumaria di un Industria che sbuffa fumo velenoso e un modem acceso nelle nostre case, non c’è differenza di pericolo. E’ così anche tra cibi conditi di diossina e un cellulare attaccato alle tempie dei nostri ragazzi per un tempo superiore ai venti minuti giornalieri. Sorgono molti

dubbi. C’è un profilo di incoerenza assai evidente. Forse è comodo e strumentale prendersela con il “boia” di turno e non con se stessi. Forse per queste lotte è impossibile costituire Comitati ridondanti di telecamere e flash ? Forse siamo noi stessi che non riusciamo a disintossicarci dall’abuso dei telefonini rimuovendo un pericolo assai incombente ? E’ incredibile! L’ennesima sbandata di un contesto sociale composto da uomini e donne che per vocazione leggono sempre gli altri ma guai a leggere se stessi persino quando riguarda la salute dei propri figli.


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4 19 maggio 2015

Tutte le organizzazioni sindacali di categoria contestano la riforma del governo

Scuola, oggi la protesta in piazza

CAMPOBASSO. Dopo la grande mobilitazione unitaria del 5 maggio, che ha visto un’altissima adesione allo sciopero generale del personale scolastico, dal governo non sono giunte aperture alle tante criticità evidenziate nel testo del DDL n.2259. Gli emendamenti approvati in Commissione istruzione non modificano l’impianto generale, che è quello di una scuola disegnata secondo un modello autoritario, individualista, gerarchico e aziendalista, che discrimina e divide, ponendosi anche in contrasto con i principi costituzionali. Per questa ragione, la mobilitazione continua, con presidi unitari, flash mob, manifestazioni davanti a Montecitorio e davanti alle prefetture di tutta Italia, nei giorni in cui il DDL verrà discusso in Parlamento (18, 19 e 20 maggio). Del percorso unitario di inizia-

tive concordate, le segreterie regionali della FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams, organizzano per oggi, a partire

l’intervento

Una riforma da cestinare A pochi giorni dal voto finale alla Camera sul disegno di legge per la riforma della scuola, continuano le divisioni tra governo, sindacati e parte della stessa maggioranza, a dimostrazione dell’interesse generale nella lotta per la difesa della scuola pubblica e di qualità. Quella parte della società che la pensa diversamente dovrebbe essere vista come alternativa, un’alternativa da ascoltare con attenzione. E’ necessario prendere in considerazione le istanze che vengono dagli insegnanti, dagli studenti, dal personale ATA e dalle Organizzazioni sindacali, per arrivare a una legge di riforma della scuola pubblica condivisa e in grado di dare risposta al rilancio di un settore fondamentale del nostro sistema democratico e assicurare soprattutto “insegnamenti di qualità”. La nuova riforma, secondo quanto era stato annunciato dal Premier Renzi e dal Ministro dell’Istruzione Giannini, non doveva garantire stabilità e meritocrazia nella scuola? La stabilità verrà meno per circa 200mila docenti che saranno ingiustamente esclusi dal nuovo piano di assunzioni, alcuni dei quali sono supplenti da tanti, troppi anni. Il principio della meritocrazia verrà spazzato via dall’opportunità data ai dirigenti scolastici di chiamare in servizio i docenti attingendo dall’albo territoriale, indipendentemente dal punteggio raggiunto in graduatoria. È assurdo accettare la forte concentrazione di poteri lasciati nelle mani dei dirigenti scolastici, elemento quest’ultimo che mina pericolosamente la libertà di insegnamento. La riforma così com’è non eleva i livelli di istruzione, ma crea profonde disuguaglianze e intacca la libertà di insegnamento, riducendo i diritti. Se il governo non tiene conto delle istanze provenienti dalla politica, dalle Parti Sociali e dal mondo della scuola, si rischierà di compromettere e di bloccare la crescita della scuola, negandone l’autonomia e centralizzando tutto nelle mani di pochi. Sezione Pd Campobasso

dalle ore 17.30 fino alle 19.30 un’ASSEMBLEA PUBBLICA CON PRESIDIO davanti alla prefettura di Campobasso e chiederanno un incontro

al Prefetto perché, in qualità di rappresentante del Governo, riporti le considerazioni della scuola molisana sul DDL in discussione in Parlamento. Sarà l’occasione per ribadire: • l’urgenza di un piano di assunzioni per migliorare l’offerta formativa e per soddisfare anche le legittime aspettative di migliaia di precari esclusi dai piani di stabilizzazione. E’ necessario che si faccia un decreto legge per garantire le assunzioni dal 1° settembre e occorre predisporre un piano pluriennale che interessi il personale docente ed il personale ATA, completamente escluso dalle stabilizzazioni, pur avendo maturato il diritto. il rifiuto di un modello di governo della scuola autoritario, gerarchico ed aziendalista, tutto concepito a scapito della collegialità e della dimensione coo-

perativa che deve caratterizzare la progettazione e la gestione delle attività nelle scuole autonome; la salvaguardia delle prerogative contrattuali su materie che investono aspetti normativi e retributivi del rapporto di lavoro, come l’assegnazione di sede, la mobilità, la retribuzione accessoria e la progressione di carriera; la necessità di un ascolto reale e non virtuale, di tutti i soggetti interessati dalla riforma, perché la scuola è un diritto costituzionale e non può essere solo prerogativa di chi sta al governo. All’incontro sono invitati i rappresentanti dei partiti politici e delle istituzioni, che saranno chiamati a confrontarsi con lavoratori, studenti, genitori e quanti vorranno dare il loro contributo per fermare la deriva della scuola pubblica prevista nel DDL in discussione.

Pd in Molise: le due anime diverse tra la Fanelli e Leva CAMPOBASSO. C’è un modo diverso, nella nostra ricchissima lingua italiana, per identificare lo stesso tipo di oggetto, di processo, di dinamica sociale o interpersonale. Si può chiamare “momento imbarazzante” una fragorosissima figura di…niente; si può chiamare “incidente” un grossolano errore; si può chiamare “simpatia” un vero e proprio grande amore; si può, quindi, chiamare “dialettica interna” o “confronto civile” quella che, in realtà, non è altro che una sanguinosissima faida. Come, tanto per fare un esempio, lo scambio di colpi di questi ultimi giorni tra il segretario regionale del Partito Democratico, Micaela Fanelli, ed il deputato dello stesso partito (anche se davvero non sembrerebbe), Danilo Leva. Sotto un velo di ipocrite buone maniere (“con affetto e simpatia, Danilo”; “da amica, da segretario, da molisana ti chiedo ancora una volta: lavoriamo all’unità.”) si cela una sostanza di attualità politica, inquadrabile tanto a livello nazionale quanto locale, che ci restituisce un resoconto abbastanza preciso del perché la politica post Prima Repubblica stia riuscendo nell’incredibile impresa di farla rimpiangere. L’onorevole Leva accusa il segretario Fanelli di non fare sintesi su temi portanti come sanità, politiche per il lavoro, programmazione europea; l’onorevole accusa il segretario di spalleggiare l’operato del governo regionale, per partigianeria renziana, avallandone le macroscopiche mancanze proprio su questi, delicatissimi, temi; l’onorevole accusa il segretario di essere passata, con leggiadria, dalla corrente bersaniana a quella renziana senza scrupoli né,

tantomeno, troppo indugiare. Il segretario accusa l’onorevole di lavorare per lo sfascio; di fare guerriglia interna sempre in obbedienza a quelle correnti interne che, politicamente, non sembrano essere tanto diverse, per modalità di appartenenza, a quelle famiglie per l’onore delle quali non si guarda in faccia a nessuno; figurarsi ad “amici” per cui si nutre “simpatia”. E questo partito governa la Regione Molise, il Comune di Campobasso, quello di Isernia e quello di Termoli. Con maggioranze ad estrazione politica di variopinta, multietnica origine, per così dire. Ma, del resto, il frutto (PD molisano) non può certo cadere molto lontano dall’albero (PD nazionale). Quello che doveva essere un partito riformista d’ispirazione socialdemocratica, nelle intenzioni di Veltroni, non ha

mai superato la primigenia fase di fusione fredda tra due esperienze apparentemente inconciliabili come quelle degli ex democristiani e degli ex comunisti. Le correnti oggi rappresentate da Renzi (e la sua nouvelle vague) e Bersani/Cuperlo (e tutta la minoritaria sponda sinistra) non sono mai confluite nello stesso, unico alveo riformatore; hanno sempre rappresentato (idro)dinamiche tra loro contrastanti. Davvero una pessima riuscita per coloro che, in partenza ed in teoria, potevano contare sul 60/70% del corpo elettorale di tutto lo stivale. Ed in mezzo ci siamo noi, involontari testimoni (e spesso vittime) di questa storia che sembra non voler trovare mai un finale se non lieto, quanto meno sopportabile.


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5 19 maggio 2015

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Piano energetico regionale: seconda tappa

Prevista da De Santoli un’Agenzia per l’Energia In materia di fonti energetiche alternative il Molise è molto avanti. Ma va regolata per farne un fattore di crescita economica e sociale L’illustrazione ai tecnici, agli amministratori ai professionisti e ai semplici cittadini su come va a conclusione il Piano Energetico/ambientale della Regione Molise, impeccabilmente condotta dal curatore del Piano, il professore Livio De Santoli, ieri ha consumato la seconda tappa, trattando del punto più sostanziale e interessante: Le Fonti energetiche rinnovabili. La terza ed ultima, lunedì prossimo, su Le filiere agro energetiche. Il primo incontro, a marzo, ha riguardato i vincoli ambientali, architettonici, paesaggistici e archeologici: ovvero, la rete di salvaguardia del territorio, con la quale misurarsi oggi e domani. Energia: produrla da fonti rinnovabili, consumarla con dovizia scientifica, renderla efficiente: è il tema (e anche il problema) sociale ed economico di maggiore impatto e rilievo per l’immediato. L’opportunità che i cittadini sappiano e valutino, è l’obiettivo più profondo del lavoro “democratico” di De Santoli, al di là degli aspetti e i contenuti tecnici, tecnologici, scientifici ed economici che attraverso il Piano riguarderanno la politica energetica della Regione. Sala affollata e partecipe, quella di ieri in Via Milano, che ha sottolineato con un timidissimo e sparuto applauso il messaggio del presidente Frattura il quale, ormai

ha l’abitudine, dove c’è il rischio di essere contestato, di tenersi prudentemente alla larga. Lo ha sostituito, nella rappresentanza istituzionale e nel contenuto della comunicazione, il consigliere Cotugno che, è parso, in stretta sintonia con le premesse di De Santoli. Un buon segnale. Il Molise ha grandi risorse. Deve saperle utilizzare e farne un fattore di crescita economica e sociale. De Santoli ha ipotizzato una crescita occupazionale

di circa quattromila unità. Ma il salto di qualità ha soprattutto una matrice culturale; necessita di una presa di coscienza collettiva e radicale della necessità di modificare mentalità e stili di vita in favore dell’efficientamento energetico. Il tema è affascinante. De Santoli lo sta sviluppando con acume e competenza, per renderlo appetibile, penetrabile, acquisibile. Attraverso l’elaborazione viene svelato un Molise inedito per ta-

luni aspetti come, ad esempio, quello che dice che in materia di fonti energetiche alternative è molto avanti. Ma va regolata. Constatazione da cui è fermamente intenzionato a realizzare un Piano enegertico/ambientale che possa avere l’ambizione di diventare un modello nazionale. In questa sede, non è agevole riportare in dettaglio gli elementi e gli aspetti energetici/ambientali che presuppongono uno sviluppo positivo per il futuro, ma ci sono. E saranno resi pubblici con un apposito sito in cui ciascun molisano, colto o meno colto in materia energetica e ambientale, potrà sollevare critiche e dare suggerimenti. Che saranno vagliati, valutati, soppesati e considerati. Non a caso dicevamo prima della democraticità del lavoro scientifico da parte del curatore del Piano. Una chiamata alla corresponsabilità che non ha precedenti e che alcuni tecnici particolarmente sensibili alle problematiche energetiche e ambientali hanno apprezzato, decisi a interloquire. Si profila l’avvio di quel processo culturale e di presa di coscienza cui abbiamo fatto cenno. L’ampia intro-

duzione fatta da De Santoli alle successive relazioni, s’è conclusa coerentemente e saggiamente con la proposta, stante le condizioni di vantaggio ambientale del Molise, di istituire un’Agenzia per l’Energia. Le altre relazioni, dopo il saluto del padrone di casa, il presidente della Provincia, Rosario De Matteis, e la lettura del messaggio presidenziale da parte del direttore del Servizio programmazione delle politiche energetiche, Angela Aufiero, sono state tenute da Fabrizio D’Eliea di Molise acque; da Gaspare Tocci, direttore del Servizio competitività dei sistemi produttivi, sviluppo delle attività industriali ed estrattive, delle politiche della concorrenza, internazionalizzazione delle imprese e del marketing territoriale; da Andrea Zaghi, responsabile dell’ufficio studi e relazioni esterne di AssoRinnovabili; da Simone Togni, presidente dell’Associazione nazionale “Energia del vento” (una controparte); da Donatella Cialdea, dell’università del Molise (professore ordinario di Urbanistica); da Giovanni Iannantuono, tecnologo dell’Enea e dal responsabile per i procedimenti di Valutazione impatto ambientale (Via), Alessandra Aufiero. Dardo

Vino e territorio la sfida vincente dell’Onav Molise CAMPOBASSO. Migliore riconoscimento per le attività svolte dalla delegazione Onav Molise, l’Organizzazione assaggiatori vino, non poteva che venire dalla presenza dell’intero Consiglio nazionale dell’Associazione, in occasione di un incontro tenutosi a Francavilla al Mare, sabato 16 maggio 2015. Oltre 80 assaggiatori che hanno potuto raccogliere le attività svolte sul territorio dalla dirigenza regionale per la promozione del vino, del territorio e della cultura molisana. A presentare i risultati di questo cospicuo e proficuo lavoro la delegata regionale Onav Molise, Carolina Iorio. “Apprezzamenti che ci fanno bene ma, soprattutto, ci aiutano a crescere. Ci

Il riconoscimento della crescita organizzativa è venuto dal Consiglio nazionale dell’associazione rafforzano nella nostra azione di promozione, conoscenza e valorizzazione del vino e del territorio molisano. Ci battiamo da sempre per la piena sinergia tra produttori, associazioni e politica per la definizione di una strategia capace di definire azioni e prospettive per centrare l’obiettivo del pieno inserimento del vino molisano nel panorama vitivinicolo italiano. La possibilità che ci è stata offerta, alla presenza del Consiglio nazionale e del presidente nazionale Onav, Vito Intini, per una giornata di studio, formazione e con una degustazione guidata dei vini molisani è la chiara testimonianza

di un percorso di crescita, di piena maturazione organizzativa e di riuscita credibilità della nostra delegazione regionale. Su questa strada proseguiremo nell’intento di dare maggiore forza alla nostra presenza sul territorio consci di un disegno di crescita importante della vitivinicoltura molisana strettamente correlata alla qualità ambientale della nostra regione”. Al termine dell’incontro, al quale hanno partecipato anche i consiglieri delle delegazioni Onav di Campobasso e Isernia, il presidente nazionale, Vito Intini, ha assicurato la sua presenza in Molise a breve.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

19 maggio 2015

Punto e virgola

A noi gli spareggi vanno sempre di traverso Negli anni perduti ben più decisivi scontri: con Monopoli, Lazio e Sora di Gennaro Ventresca Mi sto ancora chiedendo che fine ha fatto il “vero” pubblico del Romagnoli. Scrivemmo e commentammo che la fuga da Selva Piana era stata solo colpa di FC, acronimo di Ferruccio Capone e, tanto per dire le cose con più esattezza, del di lui figlio Gaudiano e della pulzella Anna Favi che mi sono divertito a chiamare “Zarina”. Cambiati gli attori fummo un po’ tutti convinti di ritrovarsi non solo con altri testi, ma soprattutto con una miriade di spettatori. Non è stato così: dopo le prime fiammate i fuochi si sono abbassati e, nel finale di stagione, con la testa della classifica ormai lontana, la gente è rimasta nel guscio. Rinviando ogni appuntamento alla prossima occasione. STORICAMENTE si sa che la gente del capoluogo, calci d’angolo a parte, preferisce delegare. Le piace stare alla finestra e aspettare il momento opportuno per poter dire “C’ero anch’io”. Quel che è peggio che domenica, nella sfida play off col piccolo San Nicolò, non c’erano loro, i no-

stri ragazzi. Che sono andati in ferie con una settimana d’anticipo. Vullo si è visto costretto a dover mettere in campo una formazione d’emergenza che ha avuto bisogno dell’intervento, a partita in corso, del 118 visti gli infortuni dei due centrali e

poi di Pani e , quindi, dell’espulsione del portiere. Sono queste giustificazioni forti, ma quel lassismo intravisto sin dai primi tocchi ha fatto chiaramente capire che gli abruzzesi teramani alla fine avrebbero avuto comunque ragione. Anche se al nostro club sarebbe bastato anche un pareggio, per via del miglior piazzamento nel girone. I PLAY OFF in Serie D valgono poco, niente per la maggior parte delle 36 partecipanti. Ma fare una bella figura, dal momento che il regolamento li contempla, non sarebbe stata brodaglia. A noi gente di Molisia gli spareggi ci sono andati sistematicamente di traverso. Ne abbiamo persi di più determinanti: a Catanzaro col il Monopoli; a Napoli con la Lazio; a casa nostra col il Sora. Insomma a noi le code non ci piacciono proprio. Meglio quelle alla vaccinara.

TONINO MINADEO Minadeo che, conti alla mano, ha messo insieme, in quattro distinti momenti, ben 240 presenze in rossoblù ha salutato, venendone affettuosamente ricambiato, lo scarso pubblico del Romagnoli. Data la circostanza ci sarebbe voluta altra platea, ma così vanno le cose dalle nostre parti. E ci dispiace per il “capitano” che è stato capace di farsi voler bene forse più dello stesso Scorrano. FIORDALISO, intanto, continua a cantare “Non voglio mica la luna”. Ma, a quanto pare, dalle nostre parti nessuno le presta attenzione. Noi, popolo dei calci d’angolo, la vorremmo e come la luna. Sotto forma di una squadra forte e vincente. Che ci facesse tornare agli d’oro di Gigino Falcione, Tonino Molinari e Adelmo Berardo. Ma lo scenario è cambiato. I soldi sono pochi ed è già un miracolo che nella nostra città ci sia ancora un Falcione capace di reggere il palcoscenico, pur rimanendo, come stile familiare, quasi sempre fuori quadro.

I volontari puliscono il lago A Guardialfiera in azione Fare Verde e il Corpo guardie ecologiche GUARDIALFIERA. Quella che doveva essere una giornata piovosa e di temporali, si è trasformata in una splendida giornata soleggiata che ha accompagnato l’evento ben riuscito, “ECOLOGI-AMO il lago, promosso da giovani del comune di Guardialfiera, con la fattiva collaborazione delle associazioni CO.N.G.E.A.V. (Corpo Nazionale Guardie Ecologiche Volontarie Decretate) FARE VERDE , Con Simone Cretella, WWF MOLISE, e AGRIAMBIENTE. Tutti di comune accordo hanno preso parte alla bellissima giornata di impegno e volontariato presso il lago di Guardialfiera, accomunati dalla volontà di passare all’azione contro il degrado che regna sulle sponde dell’invaso. Armati di guanti, sacchi e pinzoni, i tanti volontari intervenuti hanno rastrellato buona parte della riva del lago, nonchè le pinete solitamente utilizzate dai gitanti per i pic-nic. Lo scenario è apparso subito allarmante: nascosta tra la fittissima vegetazione di questo periodo primaverile, una valanga di rifiuti di ogni tipo deturpa e compromette la bellezza del luogo. A fine operazione oltre

60 sacchi di rifiuti raccolti, oltre a tanti ingombranti, tra cui un divano, copertoni, batterie,ecc… Da un censimento del materiale rinvenuto e recuperato, appare chiaro che i frequentatori più assidui del sito sono i pescatori e gli amanti delle gite fuori porta; le innumerevoli lattine di mais (generalmente utilizzato come esca per la pesca in lago) nonchè lattine di birra, bottiglie e stoviglie ben occultate nei rovi e nei cespugli, non lasciano scampo e delineano un impietoso identikit dei pescatori, evidentemente poco rispettosi dell’ambiente che li ospita per la pratica della loro attività sportiva. Superfluo ribadire che non si può generalizzare condannando l’intera categoria, ma le massicce tracce del loro passaggio sull’intero perimetro del lago, sono una prova lampante che tali cattive abitudini sono molto diffuse e non certo riconducibili a pochi casi isolati. Del resto anche sulle spiagge marine accade la stessa cosa, così come puntualmente rilevato ogni anno durante l’operazione di pulizia dei litorali “Il mare d’inverno”. Altra piaga, purtroppo anche questa una triste conferma, è quella

dell’abbandono dei rifiuti a termine di bivacchi e pic-nic; non si contano le lattine, le bottiglie di ogni tipo, piatti e bicchieri di plastica, il più delle volte nascosti negli anfratti più irraggiungibili e nascosti della vegetazione, come a farli sparire per lavarsi la coscienza. Un segnale preoccupante di inciviltà e di assoluto disprezzo per l’ambiente, spesso inteso come luogo da sfruttare per i propri comodi senza alcuna preoccupazione di lasciarlo nelle medesime condizioni di come lo si è trovato, così come dovrebbe invece essere per ogni bene comune. La nota veramente positiva della giornata è stata vedere all’opera un numeroso gruppo di ragazzi che ha dimostrato straordinario amore per la natura ed attaccamento per il proprio paese; lanciato quindi un fortissimo segnale alle istituzioni sulla necessità di una maggiore attività di controllo e prevenzione sull’intera area del lago, certamente bisognevole di radicali interventi di bonifica dalle tante discariche a cielo aperto presenti nel circondario.

Marcia dei Misteri, tutto è pronto

Si avvicina la manifestazione che interesserà il capoluogo di regione CAMPOBASSO. Ci siamo. Meno di una settimana al via della Marcia dei Misteri, la corsa non competitiva di 3,5 km della Polisportiva Molise, divenuta un appuntamento fisso e irrinunciabile per la città di Campobasso. Il giorno della manifestazione è ormai alle porte e l’attesa cresce, non solo tra i bambini e gli adulti che prenderanno parte a questa giornata di sport e di sano agonismo, ma anche all’interno dello staff

organizzatore: c’è la volontà, da parte della Polisportiva Molise, di regalare alla cittadinanza un sabato di gioia e divertimento. Tutto dovrà essere perfetto e “per raggiungere questo scopo, “sottolinea il “presidentissimo” Franco De Lellis, “c’è bisogno della collaborazione di tutta la società, dagli atleti più piccoli fino ai dirigenti di vecchia data”. Presidente De Lellis, per voi questo

non è un problema. Di certo no. La Polisportiva Molise è la più antica società di atletica leggera in regione. Per noi parla non solo la storia, ma anche i numeri. I nostri tesserati sono oltre 200 e, con la fattiva collaborazione di ognuno, riusciamo a mettere in moto una macchina organizzativa efficiente per garantire il successo della manifestazione. Tra pochi giorni prenderà il via la

quinta edizione della Marcia Dei Misteri. Cos’è che vi spinge da cinque anni a questa parte a profondere i vostri sforzi per garantire la riuscita di un evento di tale portata? Di base c’è una grande passione per l’atletica: Un “contagio” che parte dai bambini del settore giovanile fino al sottoscritto, ed è quello il vero motore della Marcia Dei Misteri. E poi, l’idea di portare avanti una manifestazione di

carattere popolare che diventasse un punto di riferimento per Campobasso è sempre stato un nostro pallino: un sogno divenuto realtà grazie all’impegno di tutti. La Marcia dei Misteri sta pian piano entrando nei cuori della cittadinanza, ed è diventata un appuntamento irrinunciabile per bambini e adulti. Lavoriamo duramente da mesi per regalare a tutti i partecipanti un giorno di festa e di sano divertimento.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

19 maggio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Aggiudicati alla Idrosfera srl i servizi tecnici specialistici per il controllo dell’acquedotto comunale

Gli appalti di opere e servizi Palazzo san Giorgio sono sempre singolari L’assegnazione nonostante fosse stata presentata una sola offerta. Vanificati lo spirito e la lettera del bando laddove è scritto che l’aggiudicazione “avverrà secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa” A Palazzo san Giorgio gli appalti sono materia sempre interessante per la cronaca e, crediamo, anche per gli organi inquirenti, qualora volessero occuparsene. Nel campo dei lavori pubblici e delle infrastrutture c’è un fattore, corrispondente alla Z, che da anni la fa da padrone vincendo la quasi totalità degli appalti, anche di fronte ad una concorrenza di centinaia di competitori. Un fenomeno da studiare, da approfondire, da capire per la sua originalità, specie se posto in relazione ai sospetti e alle inchieste che da un capo all’altro dell’Italia riempiono pagine e pagine di giornali. Brava sicuramente l’impresa; bravi

forse anche i funzionari comunali che predispongono i bandi. Per queste peculiarità il “fattore Zeta” lo abbiamo elevato a paradigma di funzionalità a fronte dei disastri amministrativi e giudiziari, oltre che d’immagine, che gli appalti (soprattutto i mega appalti, per la verità) vanno procurando al Paese. L’appalto ultimo che forma l’oggetto di questo articolo, ossia l’affidamento dei servizi tecnici specialistici per il controllo dell’acquedotto comunale, rientra anch’esso nella singolarità di Palazzo san Giorgio. E’ singolare, infatti, che l’aggiudicazione sia stata decisa nonostante alla gara avesse ri-

sposto un solo concorrente e fosse stata presentata una sola offerta. Una ed una sola. Che in sostanza ha vanificati lo spirito e la lettera del bando, laddove è scritto che l’aggiudicazione “avverrà secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Mancando un termine di paragone, un raffronto con altra o altre offerte, non si capisce come possa essere stata ritenuta economicamente più vantaggiosa per l’amministrazione comunale quella fatta dalla Idrosfera srl Unipersonale. D’altronde, da nessuna parte nella relazione redatta dalla commissione aggiudicatrice (Matteo Iacovelli presidente,

Antonio Abbazia e Angelo Di Soccio componenti, Piacentino Salati segretario verbalizzante) viene detto e specificato che l’aggiudicazione sarebbe stata effettuata anche in presenza di una sola offerta. Ma aldilà delle scappatoie interpretative dei bandi e, quindi, delle aggiudicazioni, un servizio della rilevanza del controllo dell’acquedotto comunale avrebbe meritato una comparazione tecnica ed economica. Soprattutto a conferma della specificità professionale e organizzativa che va attribuita alla Idrosfera e alla sua concorrenzialità anche sul piano economico. Di questo avviso non è stata la commis-

sione, e di questo avviso non è l’amministrazione comunale che non ha sollevato eccezioni. Probabilmente, dovendo rispondere all’interpellanza avanzata su questa faccenda dal consigliere Udc, Michele Ambrosio, non potrà evitare di esprimersi. Sarà interessante conoscere il punto di vista dell’amministrazione non solo sul caso specifico, quanto sulle vicende che, come abbiamo detto, fanno di Palazzo san Giorgio un singolare “modello” di procedure e di aggiudicazioni di opere e servizi pubblici. Tali da meritare menzione ed attenzione. Dardo

“Un’istituzione da tutelare”

La Uil torna sulla questione del Conservatorio di musica “Perosi” La Uil Rua, Unione Italiana del lavoro – Ricerca Università Afam, promuove per mercoledì 20 maggio, alle ore 10:30, un incontro-dibattito al Conservatorio ‘Perosi’ di Campobasso. Nella sala dell’Auditorium di viale Principe di Piemonte riflettori puntati sul Comparto dell’Afam, l’Alta Formazione Artistica e Musicale, e le prospettive future. Il futuro dell’Alta formazione artistica e musicale, governance,

reclutamento dei docenti, ripensamento dell’offerta formativa: questi alcuni dei nodi all’interno del cosiddetto ‘cantiere Afam’, lanciato dal Miur per la riforma delle Accademie e dei Conservatori e che punta a creare i Politecnici delle Arti. In particolare, sul destino dell’importante istituzione come il Conservatorio ‘Lorenzo Perosi’ di Campobasso, il segretario generale della Uil Rua del Molise, Andrea Cutillo, sottolinea:

“E’ l’unica realtà del comparto dell’Alta formazione artistica e musicale della regione. Per questo motivo, tutti gli attori coinvolti, comprese le Istituzioni locali, devono fare ‘corpo unico’ e remare nella stessa direzione, magari elaborando attivamente una eventuale proposta, per non disperdere tale patrimonio culturale, tutelare l’istituzione e i suoi lavoratori che tanto concorrono alla crescita culturale della nostra regione”.

Scuola aperta, l’attività formativa Gli studenti da vicino raccolgono le esperienze degli operatori della Polizia CAMPOBASSO. Continua l’attività formativa di educazione alla legalità posta in essere dalla Polizia di Stato di Campobasso mediante l’iniziativa denominata “SCUOLA APERTA”, fortemente voluta dal Questore Pagano in piena e proficua collaborazione con vari Comuni ed Istituzioni scolastiche del territorio. Dopo i positivi riscontri ottenuti lo scorso mese di aprile presso le scuole secondarie di primo grado dei Comuni di Petrella Tifernina, Ripalimosani, Limosano, Montagano e Castellino del Biferno, da domani prenderà il via la seconda fase del progetto che interesserà gli istituti scolastici di Riccia, S. Elia a Pianisi, Tufara e Pietracatella. Anche in questa occasione, gli operatori della Polizia di Stato (Squadra Mobile, U.P.G.S.P., Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica per la Questura e Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni – Molise) aiuteranno i ragazzi ad affrontare importanti tematiche come la comprensione del concetto di

legalità, l’importanza del rispetto delle regole e della necessità di conoscere e riconoscere i comportamenti e le prassi illegali, la promozione di stili di vita improntati alla legalità, senza tralasciare temi di grande attualità come quello della conoscenza e della prevenzione del bullismo e l’educazione ad un uso consapevole di internet. In questa seconda fase di “Scuola Aperta” gli studenti potranno avvalersi anche dell’esperienza e della professionalità degli operatori del Compartimento della Polizia Ferroviaria Puglia, Basilicata e Molise in servizio a Campobasso che illustreranno un’altra importante iniziativa finalizzata alla diffusione della cultura della legalità e della sicurezza tra gli adolescenti in ambito ferroviario. Si tratta del progetto ideato dal Servizio di Polizia Ferroviaria del Dipartimento della Pubblica Sicurezza “TRAIN…TO BE COOL”, dove la parola “TRAIN” è intesa non solo con il classico significato di “treno” ma anche come formazione, allena-

mento, educazione per essere “COOL” e cioè forti, in gamba, alla moda, secondo il linguaggio giovanile. In tale contesto, gli operatori sensibilizzeranno gli studenti ad assumere consapevolezza dei rischi presenti nello scenario ferroviario, adottando comportamenti responsabili per la propria ed altrui incolumità. Partendo da fatti di cronaca realmente avvenuti e che hanno visto coinvolti giovani rimasti vittime di vari incidenti, saranno analizzati i rischi derivanti dall’adozione di comportamenti o di gesti irresponsabili ed imprudenti quali l’attraversamento dei binari, la distrazione derivante dall’utilizzo delle cuffiette per ascoltare la musica durante la loro permanenza in stazione, i tentativi di salita a bordo con treno in movimento, il lancio di oggetti in direzione dei convogli in transito, la posa di ostacoli sui binari, l’introduzione abusiva in aree interdette, l’imbrattamento ed il danneggiamento del materiale e delle infrastrutture ferroviarie.



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Isernia

19 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Area Stazione, come cambia il centro città La riqualificazione della zona segnerà un punto a favore della vivibilità ISERNIA. Sono iniziati i lavori per la riqualificazione ambientale dell’area della stazione ferroviaria, finalizzata alla realizzazione d’un parco urbano. Il sindaco Brasiello ha fatto visita al cantiere, dove le maestranze erano al lavoro, e si è intrattenuto brevemente con i tecnici dell’impresa incaricata dalle Ferrovie Italia (Sistemi Urbani). Si ricorda, infatti, che l’accordo con-

trattuale con Sistemi Urbani prevede la ces sione al Comune di 34mila mq di superficie, allo scopo di far nascere un Parco che possa ricucire le aree a nord della città, e che l’intesa include la bonifica totale dell’area, con spese interamente a carico delle Ferrovie, per un importo di circa un milione di euro. «Dopo questi primi lavori, – ha detto il sindaco – con le risorse

finanziarie dei Pisu, l’area della stazione acquisterà una più efficace centralità per ef fetto d’un progetto innovativo che darà risposte a vari problemi urbanistici e sociali. Il risultato sarà una città capace di offrire tecnologie per la mobilità, la produzione di energie alternative e l’ottimizzazione delle risorse; senza dimenticare la creazione di spazi pubblici e di ag-

gregazione, attraverso il potenziamento degli attrattori culturali e ambientali». Sulla scorta di tali peculiarità, il progetto della riqualificazione del Parco urbano della stazione ferroviaria di Isernia è stato selezionato tra quelli finalisti del premio nazionale ‘Smart Communities’, che intende riconoscere le proposte più all’avanguardia fra le cosiddette

‘città intelligenti’, ossia quei luoghi in grado di valorizzare il proprio patrimonio storico e culturale, coniugandolo con la sicurezza e l’efficienza. Il concorso si inserisce all’interno d’un grande evento dedicato agli enti locali. I migliori progetti riceveranno un riconoscimento durante le premiazioni che si terranno a Bologna all’inizio del prossimo mese di giugno.

“Perchè chiudere il centro Cad?” Interrogazione al presidente Frattura sulla soppressione della struttura destinata alle violenze su donne e minori ISERNIA. Dal 15 maggio è stato chiuso il centro Cepam-Cad della Provincia di Isernia, sembra per mancanza di fondi, togliendo un punto di riferimento importante per le donne e i minori in difficoltà e vittime della violenza di genere. Perché nessuno si muove per impedirlo?”. A parlare i consiglieri regionali di centrodestra Angiolina Fusco Perrella e Giuseppe Sabusco che hanno presentato in merito un ordine del giorno. “Perché l’Esecutivo regionale, di

concerto con la Provincia, non intraprende nessuna azione in merito e non pone in essere iniziative per mantenere operativo il centro Cepam – Cad? Parliamo di un centro di accoglienza che nel corso del tempo ha rappresentato un fiore all’occhiello per il nostro territorio, un punto di forza che, nonostante le notevoli difficoltà, ha sempre garantito l’erogazione dei servizi, con il personale esiguo che spesso si è sottoposto a turnazioni estenuanti per garantire l’ope-

ratività del centro di accoglienza. Si può decidere di interrompere in questa maniera le azioni a favore di queste categorie? Al di là della ridistribuzione delle competenze assegnate a Regione e Province dalla Legge Delrio riguardo il settore delle politiche sociali, perché questo Governo regionale, conscio delle difficoltà a rifinanziare il centro, non ha previsto un concreto aiuto al fine di assicurare un servizio fondamentale e che solo in questo ambito può essere garantito?

Per tutte queste ragioni, con questo ordine del giorno, sollecitiamo il Presidente Frattura a trovare soluzioni idonee ad assicurare la prosecuzione delle attività svolte negli ultimi 15 anni dal centro Cepam – Cad e ad intensificare le attività da realizzare sul territorio a tutela delle vittime di violenza, dando altresì piena attuazione alla Legge Regionale del 10 ottobre 2013, n. 15 “Misure in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere”.

Il piccolo borgo di Pizzone rinasce grazie alla cultura Intanto la rete si allarga per i centri di lettura

Dopo Scontrone, Casacalenda, Guardialfiera, Baranello e Cerro al Volturno, anche il piccolo e incantato borgo di Pizzone, situato ai piedi della catena delle Mainarde, è entrato ufficialmente a far parte della rete dei Borghi della Lettura, il progetto nato dall’idea di Roberto Colella e Davide Vitiello e incentrato su un marchio culturale che pian piano sta prendendo piede anche fuori dai confini regionali. Ieri si è tenuta l’iniziativa inaugurale alla presenza del giovane Sindaco di Pizzone Letizia Di Iorio, dei due promotori del progetto e delle persone che fin dal primo momento hanno sposato l’iniziativa: Francesca Carnevale, Presidente AIB Molise (Associazione Italiana Biblioteche); Rocco Cirino, analista territoriale; Gianni Spallone, docente dell’Università La Sapienza di Roma. Tra i curiosi e interessati presenti ieri in sala anche Gigino D’Angelo, Sindaco di Montefalcone del Sannio. Unitamente alla presentazione del marchio, il Sindaco di Pizzone ha illustrato la proposta di vendere case a 1€ agli scrittori. Si parte da una piccola abitazione di proprietà del Comune. I soggetti interessati dovranno evidentemente assumersi gli oneri della ristrutturazione e possedere lo status di scrittori. Si tratta di un’iniziativa già messa in pratica in altri comuni italiani, tra cui Salemi (Trapani), Gangi (Palermo), Carrega Ligure (Alessandria) ma che in Molise non ha precedenti. Merito senz’altro dell’intraprendenza del Sindaco Di Iorio, che in que-

sto modo intende dare un deciso segnale contro il progressivo spopolamento di Pizzone, elemento per la verità comune alla stragrande maggioranza dei centri molisani. Una risposta, quella che arriva da Pizzone, che parla di una politica semplice, vivace, bella, propositiva, che intende sconfiggere la rasse-

gnazione e la convinzione diffusa che nulla possa cambiare in una regione, come il Molise, in preda a una drammatica crisi economica e occupazionale. Ieri è stata scritta una pagina di rinascita e di riscatto, per effetto di buone pratiche che nascono dal basso e da giovani molisani che hanno deciso di restare nella loro terra per lottare e affermare un nuovo modello di sviluppo, un modello in cui la cultura assume un ruolo fondamentale per il rilancio del territorio. Il progetto Borghi della Lettura va avanti. Il 30 Maggio il marchio verrà presentato a Civitacampomarano, altro meraviglioso centro del Molise che unisce storia, cultura, natura incontaminata e dal quale provengono personalità illustri come Vincenzo Cuoco e Gabriele Pepe.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

19 maggio 2015

Fermati due corrieri della droga L’operazione è stata condotta dagli uomini della Guardia di Finanza. Sequestrati 400 grammi di Un altro colpo inferto dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza di Campobasso al traffico di sostanze stupefacenti in basso Molise a pochi giorni da analoga operazione antidroga portata a termine nell’area costiera. Al termine di un’operazione antidroga, condotta lungo la dorsale adriatica della regione, gli uomini del comando provinciale di Campobasso della Guardia di Finanza, traevano in arresto due corrieri di sostanze stupefacenti, entrambi termolesi, giovanissimi incensurati, nonche’ sequestrati 400 grammi di marijuana e l’autovettura utilizzata per il trasporto dell’illecito carico: una prestazionale

volkswagen golf 2000 cc di cilindrata. Il capillare dispositivo operativo approntato dagli uomini del comando provinciale di Campobasso, ha permesso loro di intercettare due trafficanti lungo il tratto molisano dell’autostrada a/14, mentre viaggiavano ad altissima velocita’ in direzione sud. Difatti le Fiamme Gialle di Campobasso, attirate dall’elevatissima velocità con cui sfrecciava l’autovettura nel percorrere il tratto autostradale – viaggiante in pratica al centro della carreggiata ed effettuando repentini ed azzardatissimi sorpassi ostacolando e ponendo, oltretutto, in serio pericolo la circolazione degli altri mezzi

che vi circolavano – decidevano di sottoporla a controllo. L’alt di polizia non veniva pero’ rispettato. anzi, l’autovettura sospetta accelerava ulteriormente allungando il passo per sottrarsi al controllo dei finanzieri. Da qui si innescava un’inevitabile e lungo inseguimento, condotto ad altissime velocità nel corso del quale, l’autovettura sospetta effettuava anche manovre evasive che provocavano lo speronamento di una autovettura dei finanzieri e, nonostante il danno subito e solo grazie all’elevata perizia ed abilita’ del conduttore, si evitava il peggio permettendo di raggiungere e fermare l’autovettura sospetta

che, nel frattempo, osservata costantemente nel corso dell’inseguimento dai militari posti sull’auto di servizio, si era liberata dell’illecito carico di droga lanciandolo dal finestrino lungo il ciglio dell’autostrada. Dopo una tempestiva e meticolosa ricerca sul luogo in cui i trafficanti si erano disfatti del narcotico, veniva rinvenuto, sul ciglio del tratto autostradale interessato, il carico di stupefacenti di circa 400 grammi di marijuana. I due giovani corrieri venivano tratti in arresto e sono tuttora ristretti presso la casa circondariale di Larino, a disposizione del p.m. di turno in attesa della convalida del gip frentano.

E nasce la Corsa dei Carretti A Portocannone per la mancanza delle Carresi diversi i festeggiamenti PORTOCANNONE. Oltre 150 persone riunite a Portocannone in vista della festa patronale, quella che il 30 maggio avrebbe visto anche disputarsi anche la Carrese, ma che così non sarà. L’inconto con il parroco Don Michele, il Comitato Festa, le tre associazioni carristiche, l’avvocato Gina Capuano e le antropologhe Letizia Bindi e Katia Ballacchino, era stato convocato dal

sindaco Luigi Mascio. “Ancora una volta la nostra comunità ha dato dimostrazione di civiltà, modernità e fierezza nel difendere la propria identità. Sempre più fiero di rappresentarvi e di affiancarvi in questo cammino costruttivo che restituirà ciò che ci è sempre appartenuto. A tal proposito ringrazio l’Avv. Capuano Gina e le professoresse Katia Ballacchino e Letizia Bindi che ci stanno dando

un grande aiuto in questo percorso. Siamo ormai alle porte dei festeggiamenti dedicati alla nostra Patrona Beata Vergine di Costantinopoli ed il programma stilato dal Comitato Festa si presenta, a dir poco, ricchissimo e di qualità, grazie anche alla grande generosità dei nostri compaesani che non si smentiscono mai in tal senso. Nel lunedì di Pentecoste si svolgerà la Corsa dei Carretti.

Questa è una manifestazione ormai consolidata negli ultimi anni, voluta fortemente dai bambini e dai ragazzi di Portocannone, che si svolgeva nella tarda mattinata del lunedì di Pentecoste. Quest’anno si è deciso di dare giusto spazio e meritata attenzione ad un amore genetico verso la nostra storia che i nostri figli esprimono nella sua interezza con quella genuinità che è propria della loro età. Dopo aver

fatto l’estrazione per l’ordine di partenza dei tre carretti in mattinata, la Corsa si svolgerà intorno alle 16,30, dopo la benedizione dei Carretti davanti al Sagrato della Chiesa. Tutto questo sempre in onore della nostra Patrona Madonna di Costantinopoli. Tutta la comunità è impegnata nei preparativi dei festeggiamenti. Auguro a tutti un sereno lavoro e che la Madonna ci assista”.

Festa del bambino con la Fism A Campomarino una domenica vissuta all’insegna della crescita sana CAMPOMARINO. Domenica vissuta all’insegna della festa del Bambino. Il nostro gancio per eccellenza a Campomarino Luigi Romano ci narra della bellissima manifestazione della Federazione Fism Molise (Federazione Italiana Scuole Materne), presidente Mario Santella, che organizza questo evento ogni anno (questo è il 17°), in un paese diverso del Molise. “Giornata gioiosa, piena di musica e grida di centinaia di bambini giunti da molti paesi del Molise che in mattinata hanno sfilato per le nostre vie accompagnati dai genitori e tanta musica ed allegria dei clown che per tutta la giornata hanno allietato i bambini. Dopo la sfilata per il paese ci si e radunati nel piazzale antistante il Comune (Via Carlo Alberto Dalla Chiesa), dove era allestito un grande palco, sedie e stand che rappresenta-

vano ogni scuola partecipante all’evento, tutt’intorno palloncini e strisce colorate che davano quella piacevole sensazione di festa e di allegria immersi in mezzo a centinaia di bimbi con gli instancabili clown che attiravano l’attenzione con giochi, scherzi musica e tanto altro, con l’incredibile attenzione e partecipazione dei bambini. A tutela di bimbi e astanti la massiccia ma discreta presenza di forze dell’ordine, Vigili Urbani, Vigili del Fuoco, suore, Cvp Campomarino, City Angels e Croce Rossa (spero di aver elencato tutti). Un video e l’intervista fatta al Presidente della Federazione sarà a vostra disposizione il più presto possibile. Un grazie va a tutti coloro che hanno collaborato affinche’ questa bellissima manifestazione sia ben riuscita e sia rimasto un bel ricordo di Campomarino”.


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Termoli

19 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“il Giudice di pace va salvato” Il capogruppi dei Popolari per Termoli, Ciarniello, chiede l’intervento del Sindaco TERMOLI. Il capogruppo dei Popolari per Termoli Annibale Ciarniello impugna per così dire la soppressione dell’Ufficio del giudice di pace di Termoli disposta dal decreto del Guardasigilli Andrea Orlando. Ciarniello si è proposto come primo firmatario di una mozione che impegna il sindaco e la giunta ad attivarsi per il ripristino dell’ufficio del Giudice di Pace di Termoli provvedendo a integrare con un’altra unità la pianta organica dell’ufficio del Giudice di Pace di Termoli; trasferire l’ufficio in una sede comunale per evitare ulteriori costi di locazione; predisporre senza ritardi l’istanza da inoltrare al Ministero onde permettere di ripristinare quanto prima il servizio e la normale attività dell’ufficio (iscrizioni e deposito atti) oltre che permettere il completamento della formazione dei dipendenti. “A mente della legge n. 11/2015 di conversione viene quindi differito al 30 luglio 2015 il termine entro cui gli enti locali possono chiedere con apposita istanza il ripristino degli uffici del Giudice di Pace soppressi. In attuazione della legge citata, la procedura dovrà essere definita in tempi ristretti

essendo previsto che, scaduto il termine per la presentazione dell’istanza di ripristino, entro il 28 febbraio 2016 debbano essere espletate tutte le attività volte alla valutazione dell’impegno di spesa, degli ambiti territoriali, del personale messo a disposizione nonché portare a compimento le relative attività di formazione al fine di predisporre, entro il medesimo termine, il decreto ministeriale che individua gli uffici del Giudice di Pace ripristinati. In particolare l’istanza dovrà necessariamente contenere, oltre l’elenco dei dipendenti comunali da destinare all’ufficio, l’impegno economico dell’ente, la copertura dell’intera circoscrizione quindi la totalità dei comuni che fanno capo all’ufficio del Giudice di Pace soppresso, l’esatta ubicazione dell’immobile prescelto quale sede dell’ufficio oltre l’indicazione del nominativo che dovrà essere designato dagli enti locali richiedenti quale referente per le opportune interlocuzioni con il ministero”. Ciarniello ricorda come ad oggi il personale in distaccamento “forzato” presso l’ufficio del Giudice di Pace è costituito da 5 unità mentre a seguito di richiesta con protocollo n. 11073

del 24.03.2014 a firma del Sub Commissario dott.ssa Francesca D’Alessandro, il coordinatore dell’ufficio del Giudice di Pace di Termoli dott. Giancarlo Casale, rispondeva con nota (prot. n. 12682 del 02.04.2014) nella quale indicava in n. 6 unità il personale utile al funzionamento dell’ufficio e precisamente: 1 funzionario F2, 2 cancellieri F3/F4, 2 operatori giudiziari B e 1 ausiliario F2. In base al D. M. del 10.11.2014 è necessario, oltre che pregiudiziale al mantenimento dell’ufficio, ottenere dai dipendenti in distaccamento la “liberatoria” in favore del Ministero della Giustizia al che gli stessi non possano avanzare alcuna pretesa nei confronti dell’amministrazione della Giustizia. “Opportuno quindi – conclude Ciarniello – che il Comune di Termoli provveda immediatamente ad avviare la procedura interna al fine di presentare quanto prima e comunque entro il termine del 30 luglio 2015, l’istanza su indicata in conformità ai dettami legislativi oltre che l’individuazione di un immobile ove ubicare l’ufficio da ripristinare (possibilmente parte dell’edificio comunale – ex Tribunale – per evitare inutili spese di locazione)”.

Fermo biologico, subito un tavolo A sollecitare l’incontro romano è stato l’onorevole del Pd, Laura Venittelli TERMOLI. Grande entusiasmo e straordinaria risposta in termini di partecipazione da parte delle marinerie abruzzesi al convegno ‘L’economia che viene dal mare – sostenibilità ambientale e futuro della pesca nel Medio Adriatico’, organizzato dal responsabile nazionale del settore Pesca e Acquacoltura del Partito democratico, onorevole Laura Venittelli, in collaborazione col gruppo Pd alla Camera dei deputati. Una manifestazione vissuta su due momenti distinti, prima nella sede del Mercato ittico, ospiti delle associazioni di categoria e quindi in sala consiliare.

L’Abruzzo è pronto a raccogliere la sfida decisiva per la realizzazione del distretto ‘Medio Adriatico’, che insieme a Marche e Molise potrà rilanciare concretamente la filiera ittica lungo la fascia dorsale orientale del Paese. L’evento di sabato 16 maggio ha permesso un vivo confronto tra gli attori dell’economia marittima e della pesca produttiva con i riferimenti istituzionali e politici sia territoriali che parlamentari, proseguendo quel dialogo già avviato nel dicembre 2014 a Termoli. “L’iniziativa di sabato scorso ha evidenziato la necessità di nuove

politiche della pesca integrate e di una programmazione capace di adeguarsi alle riforme comunitarie senza subirle. La marineria abruzzese ha mostrato lungimiranza e disponibilità rispetto al progetto complessivo di creare un distretto competitivo che faccia recuperare redditività e rimuneratività agli operatori, ma consolidando lo sforzo comune verso una pesca sostenibile che punti alla tutela dell’ecosistema marino”, ha affermato l’onorevole Laura Venittelli. Infatti, la marineria si è mostrata critica, ma disposta a costruire insieme alle istituzioni un autentico percorso di concertazione per sce-

gliere come investire le risorse che tra Unione europea e Stato si rendono disponibili. Il dibattito ha riguardato sia temi di portata nazionale, anche per gli interventi del capogruppo Pd alla Camera dei deputati Nicodemo Oliverio, dei parlamentari democratici Vittoria D’Incecco, Gianluca Fusilli, Tommaso Ginoble, Maria Amato, Antonio Castricone, Stefania Pezzopane, del sottosegretario al Mipaaf con delega alla Pesca e del direttore generale del dicastero. Basti pensare al fermo biologico e alla questione del tonno rosso, che però interessa più le flottiglie tirre-

niche di quelle adriatiche, sia locali. Discussione particolareggiata sull’emergenza dragaggio, che come a Pescara riguarda un po’ tutti gli approdi e i porti commerciali insediati su fondali non profondi. “Sono grata agli operatori della pesca abruzzese per aver subito raccolto la sfida del distretto Medio Adriatico – conclude l’onorevole Laura Venittelli – tanto da proporre loro stessi un tavolo blu da costituire entro fine maggio al massimo per rendere univoca e condivisa la proposta per il fermo biologico insieme alle marinerie di Marche e Molise”

Tunnel, l’incarico a tre professionisti Il progetto di collegamento tra via Roma e il Lungomare potrebbe cambiare il volto della città TERMOLI. Fu una delle scommesse urbanistiche della vecchia amministrazione di centrosinistra, quella del sindaco Vincenzo Greco, rottamata dalla giunta Di Brino e ora ripresa dal sindaco Angelo Sbrocca che ne vuole fare l’elemento progettuale principe della sua esperienza politica in via Sannitica. Parliamo del tunnel che dovrebbe (o

dovrà?) collegare via Roma al lungomare nord, creando un asse preferenziale per giungere dal centro storico di Termoli sul viale Cristoforo Colombo. Una di quelle opere destinate a cambiare il volto e le abitudini in una città. Incurante dei dissensi di chi non la consideri una priorità, il primo cittadino va avanti e nella vo-

lontà di voler dotare anche piazza Sant’Antonio dei parcheggi sotterranei (i due elementi si incastonerebbero perfettamente), con tre determine del dirigente ai Lavori pubblici Matteo Faustino Caruso sono stati assegnati altrettanti incarichi per esplorare i vari aspetti a corredo dell’impianto programmatico.

L’indagine topografica è stata affidata al geometra Gianluca Cecchi (2.500 euro l’impegno di spesa); al geologo Vincenzo Marra l’indagine geofisica preliminare (per il medesimo importo) e alla dottoressa Lidia Di Giandomenico l’indagine archeologica, al costo di 1.200 euro. “L’amministrazione comunale ritiene il collegamento sotterraneo

stradale tra il porto e il lungomare Nord un’opera strategica per il riassetto, la razionalizzazione e il potenziamento della viabilità urbana”, ma la stessa giunta ritiene di dover promuovere studi e approfondimenti preliminari volti ad accertare la relativa fattibilità e sostenibilità della stessa



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Opinioni Da parecchi giorni e’ terminata la esposizione di “lectio magistralis” sulla “grande guerra” 15/18. Non so cosa sia rimasto nella mente di chi vi ha partecipato;nella mia c’e’ ancora i racconti di mio nonno che vi partecipo’. Eccome. Egli era contadino e coltivava la sua terra in contrada Calvario a Campobasso.Immaginate cosa era Campobasso nel 1915:una cittadina agricola isolata per mancanza di strade ed altro.Il castello Monforte ed il Santuario si ergevano maestosi sula collina del Montebello non ancora distrutta da due cave di pietra.Mio nonno, come ogni santa mattina, era al lavoro in campagna quando arriva - maggio 1915 -un carabiniere con una cartolina che gli intima di partire per la “guerra”. Mio nonno: ma io ho quattro figli, come faccio? Ed il milite o la guerra o la galera.E,mio nonno parti’.Due giorni di viaggio infernale con il cuore che rumoreggiava su una tradotto di legno che faceva presagire tutte le mancanze di una nazione povera ed impreparata.Dopo due giorni di viaggio arrivo’ a destinazione;il carso.Gli fu data una divisa con scarpe di quasi cartone pressato ed un fucile che pesava moltissimo con baionetta inastata.Gli fecero sparare dei colpi e poi a scavare trincee.Il suo pensiero correva a Calvario non sapendo cosa faceva la sua famiglia.Un cuore avvelenato in attesa degli eventi. In attesa dell’apocalisse moserna. Costo’ aldi Albino Iacovone Il quadro fattuale pacifico relativo ai ruoli TARSU 2008 e 2009, 2010 e 2011, è il seguente: le utenze de qua risultano regolarmente denunciate e registrate dal Comune sia per il 2008, sia per 2009, sia per il 2010 e sia per il 2011 per gli effetti del meccanismo giuridico proprio della denuncia “ultra attiva”, che si applica alla TARSU ,ai sensi dell’art.70 D. Lgs. 507/93. La denuncia viene presentata una volta sola e protrae i suoi effetti nel tempo sino a variazione o cessazione dell’utenza. A far data dal 1/1/2007 al caso di specie si applica Legge del 27 dicembre 2006, n. 296, art.1 comma 163: “Per la riscossione coattiva dei tributi locali il relativo titolo esecutivo (cartella o ingiunzione ndr) deve essere notificato al contribuente, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo”. In mancanza di un atto di accertamento per infedele o omessa denuncia della TARSU, il termine suindicato coincide con la fine del terzo anno successivo a quello nel quale fu presentata la denuncia, o a quello per il quale la tassa è dovuta (Corte di Cassazione, sentenza n. 10590 del 9 maggio 2007, secondo cui “il titolo derivante dalla dichiarazione del contribuente equivale all’accertamento definitivo”, come è nel caso della TARSU con il meccanismo della denuncia “ultrattiva”). Ne derivano le seguenti elementari e pacifiche conseguenze: nel caso TARSU del 2008, 2009, 2010 e 2011 che è trattazione, l’accertamento è divenuto definitivo sin dagli anni 2008,2009,2010 e 2011 (anni per i quali la tassa è dovuta); perciò il termine della decadenza per la riscossione con titolo esecutivo matura al 31/12/2011( per il 2008); in modo analogo la decadenza per la riscossione con titolo esecutivo per la TARSU del 2009 matura al 31/12/2012, del 2010 maturata al 31/12/2013 e del 2011 maturata al 31/12/2014. Il titolo esecutivo, come è noto, è rappresentato dalla cartella di pagamento (nel caso di affidamento al concessionario) o dall’ingiunzione fiscale di cui al R.D. 639/2010

19 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La Grande Guerra nel racconto di mio nonno l’europa oltre dieci milioni di morti ed altrettanto feriti e mutilati che li segneranno per tutta la loro vita e per una guerra di cui non capivano il perché.La tragedia registro’ un ecatombe di giovani fra i 20 e 30 anni, il fior fiore delle nazioni.Impressionante il bilancio italiano, oltre 700.000 morti -tra fronte e malattia -queste ultime causate dall’arretratezza dell’esercito italiano per profilassi ed igiene alimentare, ed inoltre altrettanti 700.000 tra mutilati ee feriti che sanguineranno per il resto della vita. E cosi’ mio nonno che non aveva notizie della famiglia dall’inizio delle ostilita’ inizio’ a vedere le prime vittime di una condotta stupida da parte dei comandanti. Tutti a sfondare e salire sui morti per essere uccisi ed ancora morte sui frisia e se non salivi il comandante sparava alle spalle dei suoi soldati.Ordini superiori e fuoco amico.Una nefandezza. E mio nonno ancora mi diceva che quando dovevano andare all’attacco prima si beveva grappa ed altro e poi....un fischio “per dio all’attacco” e dall’altra parte “per dio all’attacco” ed egli mi diceva che non ci capiva niente e cosi’ il sangue inondava le trincee. morti e feriti. Ancora, mi diceva, quando nelle caverne del carso ,al riparo, gli austriaci bombardavano A noi si aprivano le pac-

che ed una puzza le invadeva.Ancora, a Natale si scambiavano gli auguri con il “nemico” e poi il comandante decideva chi fucilare per “fraternizzazione col nemico. E malediceva Cadorna.Ed ancora, quando dopo Caporetto si trovo’ quasi ad essere fucilato - la scampo per miracolo - insieme ad un migliaio di soldati per la sconfitta ed accusati di vigliaccheria. ed ancora maledetto Cadorna che doveva egli essere fucilato insieme agli altri comandi e non poveri soldati. Quando raccontava, ogni tanto si estraniava e piangeva come un bambino, ricordando. Non ando’ mai in licenza. A fine guerra rientro’ trovo’ la moglie malata e la sua amata terra rovinata e... beffa della vita..fu costretto ad emigrare e rientrare dopo dieci anni all’estero.Aveva sempre il bel viso velato da malinconia e tristezza, stravolto da quel che aveva visto e sopportato.Lui ebbe solo ferite che fisicamente rimarginarono.Ma i mutilati furono segnati per sempre a testimoniare la stupidaggine e poi sorbirsi ancora un’altra guerra, ancora piu’ grande.Povera gente, i nostri nonni che non hanno avuto una giovinezza , ma soltanto tristezza e rimpianti. Aldo Abbazia

Tarsu, gestione e riscossione coattiva, la riflessione (in caso di riscossione diretta come quello in specie). Orbene, il dato fattuale, pacifico , così come correttamente accertato dalla Sentenza della CTP Isernia n.174 del 17/09/2014 “” Devesi premettere che, effettivamente,gli impugnati provvedimenti si presenta illegittimo e vano, perciò annullati. In particolare,la censura della ricorrente relativa alla decadenza risulta pregiudizievole ed assorbente rispetto alle altre. E trattasi di censura fondata, perché nessun titolo esecutivo è stato notificato alla ricorrente/contribuente entro il terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto esecutivo( ossia, rispettivamente entro il 31/12/2011 ed il 31/12/2012)””, è che, nessun titolo esecutivo per la riscossione dei detti tributi è stato notificato ai contribuenti, né per la TARSU 2008 ,né per la TARSU 2009, né per la TARSU 2010, né per la TARSU 2011 ! Insomma non si comprende su quali basi giuridiche il Comune continui a pretendere tributi ormai divenuti inesigibili per intervenuta decadenza già da 3 anni e 5 mesi (TARSU 2008) , 2 anni e 5 mesi (TARSU 2009), 1 anno e 5 mesi(TARSU 2010)e mesi 5 (TARSU 2011) per i quali, comunque, a tutt’oggi non viene ancora notificato il titolo esecutivo (!!!). Infatti, a tutt’oggi, sono pervenuti solo avvisi che non costituiscono titolo esecutivo, peraltro anch’essi sono stati comunque comunicati ben oltre i termini di decadenza suddetti. In merito si precisa che tali avvisi, con riferimento alla TARSU, costituiscono atti atipici, cioè non codificati e previsti dall’ordinamento. Essi sono frutto di una mera invenzione del Comune:” avvisi di accertamento”, “avvisi di accertamento per omessa riscossione”…”avviso di rettifica di accertamento per

omessa riscossione” e via dicendo. Infatti, la disciplina della TARSU prevede solo l’accertamento per omessa o infedele denuncia, non quello per “omesso versamento”, in quanto non si tratta di tributo soggetto al meccanismo dell’autoliquidazione. Ne deriva che i suddetti atti atipici possono anche non essere impugnati, in quanto, a prescindere dalla errata e fantasiosa qualificazione giuridica che ne da l’ente, altro non sono che “avvisi bonari” non inidonei ad eliminare la condizione di decadenza, atteso che essi non sono obbligatori né previsti dalla

normativa con tale valenza, per gli effetti del combinato disposto dell’art.2966 c.c. e dell’art.52 comma 6 del D. Lgs. 15-12-2007, come confermato anche dalla giurisprudenza (v. ad esempio per tutti la Cassazione 17-3-2005 n.5798). Ciò detto, il Comune , fa una errata, per non dire arbitraria e bizzarra “interpretazione” dell’art.1 commi 161 e 163 della L.296/2006 : il Comune, prima si auto attribuisce il termine di sei anni dall’anno in cui doveva essere effettuato il pagamento, per accertare “l’omesso versamento della TARSU”; poi, si prende altri tre anni per procedere con il titolo esecutivo e per finire al 31/12/2018 e così via! Si precisa, infine, che la TARSU, non essendo soggetta ad autoliquidazione come l’IVA, l’IRPEF ecc., bensì alla denuncia ultra attiva, “l’accertamento per omesso versamento” non esiste se non come atto atipico, che, comunque, si qualificherebbe come “avviso bonario” che precede per prassi l’eventuale titolo esecutivo di cui all’ art.1,comma 163, l.296/2006.Il Comune pare che si inventi dal nulla una sorta di “legge comunale”,valida per quel territorio! In sostanza: con tale espediente si cerca solo di aggirare l’intervenuta decadenza triennale, allungandola incredibilmente a nove anni ! Ora posso anche capire, senza giustificare il comportamento, ogni tentativo di eludere responsabilità erariali, però non si possono scaricare sui contribuenti, di pagare in unica soluzione più anni, onde “riparare” ai ritardi derivanti solo dall’ inefficienza del Comune.Naturalmente ogni contribuente , in conseguenza di quanto sopra esposto e della posizione individuale rivestita , può comportarsi come meglio crede.



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