Non si vergogna nessuno

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 23 - gioVedì 29 gennaio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Aldo Patriciello

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Aldo Patriciello. E' la classifica delle presenza pubblicate sul prestigioso Corriere della Sera a rendere merito all'europarlamentare molisano per l'assiduità a Bruxelles nonostante qualche voce contraria fatta girare localmente. Patriciello è, infatti, il primo parlamentare di Forza Italia più presente in Europa e il sedicesimo tra tutti gli europarlamentari. Dati che confermano la bontà dell'azione politica dell'esponente molisano e respingono al mittente le gratuite asserzioni di assenteista fatte circolare in Molise.

Il Tapiro del giorno a Michele Scasserra

L’Asrem non paga e brodaglia ai pazienti

Non si vergogna nessuno? Servizio a pagina 3

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Scasserra. Si erge a capo dell'opposizione civica al Comune di Campobasso ed ha ritenuto di chiedere l'indizione di un Consiglio comunale sulle opere pubbliche finanziate dalla Regione. Evidentemente, non riesce ad alzare l’asticella delle attese e delle necessità e abbandonare il vecchio e frusto modo di fare politica contrapponendosi meccanicamente agli altri. Di questo passo, la vita amministrativa e la collettività cittadina rimarranno inesorabilmente invischiate nel pressapochismo o, peggio ancora, nel parassitismo.

Il Molise e la Grande Guerra in edicola e libreria


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29 gennaio 2015

Finalmente un po’ d’ordine nel campo della ricettività

Approvato il regolamento di attuazione per la istituzione e per l’attività dell’albergo diffuso Al solito nessuna chiarezza su chi debba esercitare il controllo e garantire il pieno rispetto delle regole Tecnicamente, l’albergo diffuso è una struttura ricettiva che si traduce nell’offerta di case e appartamenti ubicati in piccoli borghi e in centri storici, il cui scopo è recuperare e valorizzare vecchi edifici inutilizzati e offrire al turista, oltre ai normali servizi alberghieri, la possibilità di soggiornare in un contesto ambientale autentico, a contatto con una piccola comunità a cui l’attività turistica può garantire opportunità di sviluppo economico e di crescita socio-culturale. La qualità dell’accoglienza prevale su tutto, così come sono importanti e sostanziali gli aspetti ambientali, strutturali, architettonici in cui l’ospite verrà accolto. Non è una forma di ricezione semplice, tutt’altro. Anche perché non ha canoni precisi, interagendo, come abbiamo detto, con molti fattori che esulano dalla tipicità dei servizi alberghieri classici. L’albergo diffuso vive di tipizzazioni, di qualità, di valori umani. Per questo è una formula che sta crescendo e raccoglie apprezzamenti soprattutto dove l’attività ricettiva viene svolta con particolare cura e attenzione, con un sottofondo di familiarità che mette a proprio agio il turista e lo invita ad approfondire l’insieme circostante (usi, costumi, gastronomia, tradizioni eccetera) in cui è venuto a trovarsi. Il Molise ha borghi e centri

storici particolarmente interessanti, e tutti esprimono anche il carattere e la cultura di chi li abita. Il ventaglio delle possibilità di dare impulso agli alberghi diffusi è pertanto molto ampio e variegato. Difatti è una formula ricettiva che sta trovando sempre maggiori motivazioni per affermarsi. Il Molise è stato sede di una delle ultime assemblee nazionali e i partecipanti hanno decretato che il territorio regionale è particolarmente vocato a sviluppare le correnti turistiche che fanno capo agli alberghi diffusi. In quella occasione,

però, è stata rilevata negativamente l’assenza della Regione Molise ai lavori assembleari e, soprattutto, l’assenza di una legge regionale di riferimento e la regolamentazione di questa particolare attività ricettiva. Nata in forma spontanea (a volta naif), sulla scia di quanto accadeva in altre regioni d’Italia, a lungo andare rischiava di compromettersi mancando appunto di una legge ad hoc e di un indirizzo normativo che definisse in modo puntuale quali le caratteristiche, quali gli obblighi verso l’ospite, quali le garanzie,

quali i servizi, quali i periodi di apertura. Il buco legislativo è stato colmato dal consiglio regionale con la legge 7 del 25 marzo 2014; il buco normativo, quantunque in ritardo rispetto ai sessanta giorni previsti per l’adozione dalla data di approvazione della legge, è stato di recente colmato dalla giunta regionale che ha approvato il regolamento di attuazione della legge che disciplina appunto l’istituzione e l’attività ricettiva dell’albergo diffuso. Regolamento che però dovrà passare al vaglio del consiglio per l’approva-

zione definitiva. In esso sono statati definiti in modo inequivocabile le caratteristiche strutturali e i requisiti minimi obbligatori, tra cui la localizzazione presso centri storici o contesti rurali che devono essere abitati per offrire al turista la possibilità di cogliere l’autenticità e la tipicità dei luoghi; la dotazione e i servizi di tipo alberghiero, la presenza di un ufficio di ricevimento e di uno spazio comune per ospiti che garantiscano i comfort della ricettività “classica” alloggiando in case e camere che distano non più di 300 metri in linea d’aria o 400 pedonali dall’edificio nel quale sono collocati i servizi; il numero minimo di unità abitative (sette) distinguendole in camere e alloggi, e i requisiti dimensionali dei locali che formano la struttura ricettiva. Nonché la coerenza architettonica e la riconoscibilità delle unità abitative nell’ambito del contesto urbano o rurale. L’apertura può essere annuale e stagionale. C’è la legge, tra poco ci sarà il regolamento ma, al solito, nessuna chiarezza su chi eserciti il controllo e garantisca il pieno rispetto delle regole. Elementi indispensabili per non cadere facilmente nell’anarchismo e nel turismo “fai da te”. Negativamente. Dardo

“I pazienti dalla Fisiomedica non si toccano” CAMPOBASSO. Il ConsigliererRegionale Salvatore Micone interviene sull’annosa e critica querelle che ha investito un altro ambito della sanità molisana. Si tratta della situazione in cui versano molti pazienti presenti presso la struttura sanitaria Fisiomedica Loretana di Toro che presentano gravi handicap psico fisici e che, grazie alle CONTINUE cure ricevute in regime di degenza presso la struttura, hanno avuto un netto miglioramento delle proprie condizioni di salute, sostiene Micone. Ma tutto questo, continua Micone, stava per essere cancellato con un colpo di spugna dall’ASREM che a metà dicembre con una fredda

Lavoro giovanile, assunzioni in netto calo solo in Molise

Il consigliere Salvatore Micone respinge la tesi del direttore dell’Asrem nota comunicava che tali pazienti non potevano più ricevere assistenza presso la struttura di Toro. Comincia un’odissea per loro e per le loro famiglie che si chiedono come e dove possono trovare assistenza; quale sarà il futuro dei propri cari che hanno avuto la sfortuna di non avere un bene primario quale la salute; quali ulteriori colpe devono espiare persone già duramente colpite dalla vita? Aggiunge Micone. E così su ricorso di alcune famiglie, la questione viene portata in Tribunale che in via d’ur-

CAMPOBASSO. Il primo trimestre del 2015 segnerà in Italia un ‘boom’ di assunzioni di giovani, ma non in Molise. Questa è la previsione del gruppo di studio Datagiovani, elaborato sulla base del sistema informativo Excelsior di Unioncamere. In regione è prevista l’assunzione tra gennaio e marzo di appena 120 ’under 30’, con una diminuzione dell’11,7% rispetto al primo trimestre 2014. Un dato negativo, ancor più se raffrontato con il resto

genza sospende il provvedimento d e l l ’ A S R E M . Quello che mi ha portato a presentare una dura e sentita interrogazione in Consiglio Regionale, sottolinea Micone, non è legato ad una arida questione basata sulla ripartizione delle competenze in materia, su chi abbia l’onere di gestire tali pazienti; ma vuole essere un input all’Istituzione regionale a trovare una soluzione a questi concittadini che vada aldilà di sterili impasse burocratiche. Il diritto alla salute è un diritto costituzionalmente riconosciuto e garantito

e i cittadini, soprattutto quelli che vivono situazioni maggiormente disagiate non ne possono essere privati, perdipiù senza un’attività di preventiva programmazione ed organizzazione da parte degli organi competenti. “Nel settore sanitario, più che in ogni altro, non si può lasciare spazio ad improvvisazioni; bisogna invece seguire una politica di programmazione mirata che tenga conto delle criticità e delle priorità che emergono dal tessuto sociale”, conclude Micone.

d’Italia dove invece si attende una crescita sensibile delle assunzioni di giovani: 36.490, in aumento del 21,9% rispetto a dodici mesi fa. Oltre al Molise, Datagiovani prevede un calo solo in Val d’Aosta, Calabria e Sicilia mentre in Friuli Venezia Giulia è previsto un aumento addirittura del 53,3% ed anche in Cam-

pania (50,2), Liguria (43,8), Emilia Romagna (37,4) e Umbria (37,2) è atteso un ‘boom’. Queste le figure più richieste in Italia: cuochi e camerieri (4.250), commessi (3.680), personale di segreteria (3.580), informatici e ingegneri (2.890), operai metalmeccanici (2.470), operai elettromeccanici (2.060), tecnici amministrativi e bancari (1.950), magazzinieri (1.790), tecnici marketing e vendite (1.400).


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L’Asrem non paga, pazienti “dismessi” o alla fame! Tra il San Timoteo di Termoli e la Fisiomedica Loretana la politica regionale offre il peggio di se stessa. E la società civile muta se ne sta La soluzione stavolta è stata un brodino vero, non metaforico. Un brodino per niente ristoratore né tantomeno salutare e corroborante. Una minestrina insipida, ma allo stesso tempo molto amara da mandare, giù per i pazienti del San Timoteo di Termoli. Chiusi da cinque mesi i rubinetti dell’Asrem per la società pugliese Ladisa che, in subappalto dal 2013, provvede alla preparazione e somministrazione dei pasti presso l’ospedale termolese, la stessa si è vista costretta a rendere il suo menù ancora più ospedaliero, rendendo, se possibile, la permanenza dei degenti ancora più triste; aggiungendo beffa al danno. Minestrina in brodo a pranzo e cena, una fetta di prosciutto cotto di quello buono, industriale, per secondo (sempre a pranzo e a cena). Come la solita fettina di formaggio. Non manca mai la frutta, è vero; immancabilmente acerba o troppo matura. Come è possibile inquadrare una situazione del genere senza trascende in brutali considerazioni? Davvero difficile. Può

davvero la Politica, la stessa politica che negli anni ha reso la sanità molisana un buco nero super massiccio (meraviglia brutale della natura capace di attrarre e distruggere tutto ciò che lo circonda; capace di intrappolare persino la luce, e quindi la speranza), in virtù di opere di risanamento che da tutt’altra parte dovrebbero rivolgere

L’INTERVENTO di Massimo Saluppo A distanza di oltre un anno ritorno volentieri sulla questione Ittierre prendendo spunto dalla precisa, attenta e condivisibile spiegazione data dall’assessore Massimiliano Scarabeo in ordine alle proposte avanzate da diversi imprenditori per il rilancio dell’area di Pettoranello. Come più volte ho avuto possibilità di evidenziare, tramite le pagine di questa gentile testata, la storia della ITTIERRE, targata Tonino Perna, e di come la stessa sia diventata la multinazionale per eccellenza del “luxury goods”, operante con oltre 40 controllate operative nel mondo e quotata alla Borsa Italiana segmento STAR, deve necessariamente partire dalla fotografia della sua realtà aziendale composta da: 4 branch estere –Francia-Germania-USAHong Kong; 10 show-room; 32 negozi gestiti direttamente; 217 negozi in franchising; 78 corner personalizzati; 2.500 negozi circa multi marca; 1.500 dipendenti; 4 marchi di proprietà; 8.000.000 c.a. di capi ideati, prodotti, distribuiti e venduti. Questa era ITTIERRE. È evidente che merito di tutto questo non è solo derivante dal management aziendale,

La lettera Egregio Direttore, concordo ancora una volta con Sergio Genovese su quanto ha scritto sulla giornata dello sport ..Ma ci sono degli elementi negativi che non vanno sottaciuti. La presenza di Sara Simeoni, che spesse volte e’ venuta nel Molise e di Pasqualino Gravina.Glorie dello sport trascorso e va bene ma non si puo vivere sulla gloria passata. Il presente conta e conta

il loro sguardo, mettere letteralmente alla fame i cittadini molisani? Con quale coraggio? Messa a fare il paio con la dolorosa vicenda dei ventuno degenti cronici della Fisiomedica Loretana che la l’ASREM vorrebbe “dismettere” (un briciolo di umanità anche quando si redigono documenti istituzionali non guasterebbe), questa

storia trasmette frustrazione ed impotenza. Frustrazione ed impotenza cui, per fortuna, i familiari dei pazienti del San Timoteo non si sono abbandonati, provvedendo loro a portare da casa qualche pasto che possa sostenere il corpo ma ancor più lo spirito. Ma per quelli che questa fortuna non ce l’hanno tocca soltanto acconten-

Ittierre, il Molise non sia una terra di conquista ma anche e soprattutto della elevata professionalità del personale dipendente; del know-how acquisito dagli stessi nel settore; dalla filiera e dall’elevato grado di competenze dei façonisti; dalla trazione anteriore garantita dall’Ufficio Commerciale, e dalla perfetta macchina aziendale della logistica. Se, come riportato sui forum, gli imprenditori presuntivamente interessati al rilancio, abbiano posto alla Regione Molise delle condizioni per “atterrare” in Molise, il messaggio dell’assessore Scarabeo è pienamente condivisibile anche per le ragioni anzidette. Infatti pensare di rilanciare la Ittierre, facendo solo leva sulla richiesta di finanza pubblica e senza minimamente tenere in considerazione il patrimonio rinvenibile nel know how aziendale, è follia. E la storia della Ittierre post Perna ce lo ha insegnato, purtroppo, sulla pelle dei Molisani. Anche la proposta lanciata dal sottoscritto prevedeva un accompagnamento della Regione Molise in termini fi-

nanziari, ma non già quali meri spettatori paganti, ma partner a sostegno di un progetto industriale concreto; progetto che non basava la sua riuscita sulla mera richiesta di finanza o di siti produttivi a basso canone locativo, bensì sulla consapevolezza che solamente coniugando TUTTI i fattori e gli attori aziendali, pubblici e privati, si arrivava alla meta. Il chiarimento offerto dall’assessore rientra in quella politica con la “P” maiuscola che piace alla gente perché trasparente e diretta: se gli imprenditori che vogliono atterrare in Molise e rilanciare un determinata area, partano facendo dichiarazioni del tipo “………….la Regione non si rende assolutamente disponibile..…..si aggiungono i noti problemi logistici del territorio…………quale imprenditore a queste condizioni possa decidere di investire in Molise”, allora è bene che continuino a fare impresa nei loro territori di origine. La Ittierre targata Perna è nata e cresciuta nel Molise non facendo dichia-

tarsi e…masticare amaro. Questa è la risposta che i molisani meritano alla domanda di una politica più vicina. Questa la politica del “Molise per tutti” che ci tocca digerire. Lo ripetiamo: la sanità è il più grave dei malati nel panorama amministrativo molisano (e la sconfitta, come si sa, ha molti padri) ma perchè, sempre più spesso, la cura è peggiore del male? La toppa sempre più piccola del buco? Ma è ancor più grave registrare che, a fronte di tali scempi, la risposta della società molisana è muta. Nessuna manifestazione di protesta, nessun coro di sdegno, nessuna mente illuminata che si alzi e illumini anche gli altri; nessuna azione, ovviamente all’interno dei confini della legalità, che dica a coloro che di noi dispongono, quanto tutto ciò sia ingiusto, inaccettabile; che dica a coloro che di noi dispongono le parole che meriterebbero ma che, evidentemente, ben pochi hanno il coraggio di pronunciare. Citando Flaiano: la situazione molisana è grave ma non è seria.

razioni, ma solo facendo impresa e basando la propria crescita e la propria affermazione mondiale attraverso l’elevato standard qualitativo offerto dal lavoro del personale Molisano. Vero è che la politica deve essere al fianco in ogni modo a tutti gli imprenditori, ma altrettanto vero è che questa deve proporre soluzioni e progetti e non essere solo considerata ente pagatore. Su questo argomento è anche più volte ultimamente intervenuto l’onorevole Aldo Patriciello, che ha indicato le molteplici soluzioni offerte dai programmi di finanziamento comunitari fornendo, agli imprenditori, l’indicazione della strada da percorrere: siamo all’anno zero per il programma 2014/2020 e la sfida, per vincerla, deve essere giocata in anticipo. Le opportunità di finanziamento europee ci sono a condizione che esistano progetti concreti e non mere prebende: se vogliamo difendere la competitività del nostro Paese e della nostra Regione e riportare le aziende a produrre sul Territorio, affinché queste abbiamo a rimanere in vita e non cessare dopo pochi anni, dobbiamo credere di investire attraverso idee progettuali e non attraverso solo mere richieste o imposizioni.

Giornata dello Sport, e le gare studentesche? poco. La dimenticanza di Bussone, Risi e Mancini e’ grave da parte delle alte sfere in quanto sono persone - al di la’ degli ospiti -che hanno contribuito non poco allo sport molisano. Per ultimo vorrei solo ricordare che negli scorsi decenni erano organizzate le gare studentesche che apportavano nuova linfa allo sport molisano in quanto erano interessate - al limite del campanile - tutte le scuole della regione con uno spirito go-

liardico che ben faceva poiche era di stimolo ,cosa che oggi non c’e’ piu’. Domanda : perché chi si riempie la bocca di sport ha dimenticato , forse non ha l’eta’,la bellezza di stare sugli spalti o in campo - ex Romagnoli - a fare tifo per la propria scuola e per gli atleti che la rappresentavano. ed erano fior di atleti che davano l’anima per la propria scuola.Il passato non torna. Un saluto. A.A.


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“Esattorie, una vicenda irrisolta” La Uiltucs torna a denunciare i ritardi della gara d’appalto regionale che sta ponendo i lavoratori in seria difficoltà CAMPOBASSO. La UILTuCS Molise, nella persona del Segretario Generale Pasquale Guarracino, richiama ancora una volta l’attenzione sull’ormai annosa questione dei lavoratori di Esattorie. Certamente un bando di gara per appaltare la riscossione dei tributi locali, non è una cosa semplice… ma nel Molise pare che sia quasi impossibile. Ebbene, dopo due anni di lunghe attese, colloqui e tavoli tecnici per risolvere la questione della riscossione dei tributi locali nel Molise e la vertenza dei settanta lavoratori di Esattorie finiti in mezzo la strada, finalmente la Regione Molise, ad Ottobre, ha pubblicato un bando di gara. Nulla che risolvesse la questione, perché come i sindacati fecero notare a suo tempo, il bando non prevedeva nessuna garanzia di riassunzione per i lavoratori del settore, ma solo una possibilità, a discrezione delle aziende partecipanti

alla gara, di essere chiamati a titolo preferenziale in caso di assunzioni. Ebbene, per pubblicare il bando ci sono voluti solo sei mesi, contro i 20/30 giorni promessi! Sei mesi in cui i lavoratori (allora in

cassa integrazione) sono stati licenziati, non avendo potuto accedere ulteriormente agli ammortizzatori sociali in quanto nel mese di agosto ancora non c’era una riga nero su bianco. Poi ad Ottobre finalmente il

bando viene pubblicato. Sembrava ci si stesse avviando verso una risoluzione della vicenda e, invece, si imboccava l’ennesimo tunnel senza via d’ uscita. Prima viene prorogata la scadenza per la presentazione delle offerte. Poi comincia la il tira e molla per nominare la commissione esaminatrice, proprio sotto le festività natalizie. Successivamente, dalla Regione giungono rassicurazioni circa la tempistica di definizione degli adempimenti, che dovevano essere ultimati entro E NON OLTRE, la prima decade di gennaio. Si arriva a metà gennaio e finalmente si riesce a nominare una commissione. Tra rinunce dei membri nominati e rinvii passano i giorni e nessuna comunicazione ufficiale permette di stabilire la data in cui si potranno finalmente aprire le buste con le offerte. Intanto è finito anche gennaio: notizia ufficiosa di ieri è che un altro membro avrebbe rinunciato.

Conclusione: bisogna procedere ad una nuova nomina, sperare che venga accettata, fissare una data per la convocazione e forse, si potrà sapere quando si procederà all’apertura delle offerte e all’aggiudicazione ( provvisoria ovviamente!) della gara. Come al solito - ma ormai non è più una novità - ci si trova in una situazione di totale confusione: la convenzione con l’ACI è stata disdettata ed i cittadini ancora una volta non sanno a chi rivolgersi per qualunque problematica inerente il bollo auto, i lavoratori sono sempre attaccati a quel filo che prima o poi li strangolerà, e la nostra classe politica non riesce a sbloccare una situazione che si trascina ormai da anni, non solo nei confronti dei cittadini e dei lavoratori, ma anche nei confronti di quelle aziende che hanno deciso di partecipare alla gara ed investire nel Molise. Ogni altra considerazione diventa superflua”.

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore regionale ai Trasporti, Pierpaolo Nagni

“Termoli-Lesina, il sì al primo lotto della ferrovia”

CAMPOBASSO. Ottime notizie per la questione del raddoppio sulla Termoli – Lesina; il Cipe ha infatti approvato la delibera per i lavori del primo lotto del tratto ferroviario Lesina-Ripalta, contenente le nostre prescrizioni. A farlo sapere l’assessore regionale ai LL.PP. Pierpaolo Nagni di ritorno dalla riunione presso Palazzo Chigi. Una riunione nell’ambito della quale è stato garantito l’avvio rapido alla procedura per la valutazione dei progetti definitivi del II e del III lotto. “E’ di fatto passata la linea portata

avanti in questi mesi dalla Regione Molise, ed è passata anche con qualcosa in più – ha dichiarato soddisfatto l’assessore Nagni – ora abbiamo, infatti, la possibilità concreta di intervenire sui progetti definitivi e, passati i 30 gg previsti per il Ministero competente e RFI, per indicare la data di presentazione degli stessi, ci metteremo subito al lavoro affinchè, nell’ambito del II e del III lotto, possano essere inserite tutte le prescrizioni utili a garantire vantaggi per il territorio molisano. Si conclude così, in ma-

niera favorevole, il percorso avviato dal Ministro Lupi per la realizzazione di un’opera di indubbia utilità al Paese. Una battaglia non facile, quella per il raddoppio della Termoli Lesina che solo qualche tempo fa sembrava già persa. Bene abbiamo fatto a portare avanti con caparbietà le nostre ragioni in questo complesso iter – ha concluso Nagni – che è stato aiutato anche dalle ini-

ziative messe in campo dalla Gazzetta del Mezzogiorno e dal giornalista Franco Giulano al quale la Regione Molise rivolge il suo plauso”.

Perchè in Molise impossibile Autovelox Trignina, le strategie di lotta alla corruzione? partito il maxi processo di Vincenzo Musacchio* Prima di approdare in Commissione Giustizia e poi in Parlamento come disegno di legge, il progetto sulle strategie di lotta alla corruzione di Co.Re.A. sarà vagliato dal giudice Piercamillo Davigo (punta di diamante nel pool “Mani pulite” a Milano, attualmente, magistrato di Cassazione). In questo modo, il lavoro avrà una valenza non solo teorica ma anche pratica rappresentando un parametro di salvaguardia e garanzia nella fase esecutiva. L’intervento del giudice Davigo - afferma Vincenzo Musacchio - per noi è importantissimo perché garantisce il monitoraggio e il controllo del nostro progetto verificando che gli obiettivi prefissati siano praticabili e realistici. Questo ci consentirà di

individuare possibili azioni correttive per avere un prodotto finale completo ed efficace. Dopo un avvio claudicante in Italia (all’estero il progetto è una realtà consolidata), il progetto comincia ad avere consensi anche tra i massimi esperti di lotta alla corruzione. Una sintesi della ricerca sarà pubblicata in anteprima nazionale sulla Rivista Giuridica del Mezzogiorno a cura dello Svimez (n. 04/2014). C’è anche l’interesse al progetto da parte della Regione Lazio. Quest’ultima notizia ci fa particolarmente piacere - ha dichiarato sempre Musacchio - in quanto, dopo la totale indifferenza della Regione Molise, arriva una manifestazione di interesse da una regione e da un governatore, Zingaretti, tra i più graditi d’Italia. *Presidente Corea Molise

di Antonio Turdò* Si è svolta la seconda udienza ad hoc del maxiprocesso sui gestori degli autovelox della Trignina. Sono stati ascoltati i testimoni Cervellini Giuseppe,comandante della sottostazione della Polizia stradale di Vasto, all’epoca dei fatti in contestazione, Masciulli Aureliano Nicola gestore del Bar Ristorante Il Girasole e l’Avvocato Giangiacomo Nevio, difensore del comune di Fresagrandinaria contro i ricorsi dei cittadini. Nella prossima udienza fissata per le ore 15.00 del 24 febbraio 2015 saranno ascoltati diversi vigili e amministratori , soprattutto del comune di Cupello. Il Presidente del

Tribunale ha revocato la precedente ordinanza ammissiva dei testi ed ha ammesso le istanze istruttorie della difesa. Sempre agguerrita è stata la difesa delle parti civili, rappresentate nell’udienza , per quanto riguarda quegli automobilisti del Comitato PROTRIGNINA dagli avvocati Isabella Mugoni e Pasquale Lollino. La corte composta dal Presidente Dott.Radoccia Italo, e i giudici a latere dott. Fabrizio Pasquale e Michelina Iannetta, la procura era rappresentata dal procuratore capo dott. Ciani Giancarlo. “Il Presidente è fiducioso nell’azione della magistratura ed invita gli automobilisti ad essere presenti in udienza.” *Presidente Comitato


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Le leggi se applicate e rispettate, contengono e superano ogni forma di potenza (o prepotenza?)

Peppe Giarrusso, il dirigente che ha portato in Tribunale la Regione, dal 17 gennaio è il direttore del Servizio Edilizia pubblica Se l’architetto Giuseppe Giarrusso, dirigente regionale, sale agli onori della cronaca non è per il suo bel viso, per gli occhi azzurri, per l’oltre metro e ottanta di altezza, per la circonferenza del torace, ma perché è assurto ormai a emblema di quella parte della dirigenza che interpreta con assoluta autonomia il proprio ruolo e affronta le proprie responsabilità, pronta sempre a opporsi ad ogni forma di ingerenza, costrizione, o prepotenza del potere politico. Per essere stato fatto oggetto di un forte condizionamento da parte della presidenza della giunta regionale, che lo aveva rimosso dalla direzione della Protezione civile, è riuscito a vedersi dare ragione dal Tribunale di Campobasso e, quindi, a tornare a testa alta, dopo essere stato con rigorosa applicazione alla direzione del settore Lavori pubblici del Comune salvo poi a non essere ringraziato per il compito svolto e non gratificato di una stretta di mano da parte del sindaco, sospettato, nella circostanza di essere ossequioso più al presidente della giunta regionale che al galateo. Dal 17 gennaio Giarrusso è di nuovo nell’organico della Regione con l’incarico di direttore del Servizio Edilizia pubblica. “Ob torto collo”, lo ha dovuto sancire la giunta regionale sotto la presidenza di Frattura, cosa, crediamo, che gli abbia procurato quantomeno un eccesso di acidità di stomaco. Ma le leggi, se applicate e rispettate, contengono e superano ogni forma di potenza (o prepotenza?). L’architetto Giarrusso, quindi, dal 17 gennaio è titolare del nuovo incarico con la postilla che “abbia termine in conformità con la comune scadenza

di tutti gli incarichi di direzione dei Servizi della Giunta regionale conferiti e prorogati con le deliberazioni 700 del 20 dicembre 2013 e 643 del 25 novembre 2014”. Il che non modifica di una virgola la sostanza dell’atto e la sua sottomissione al diritto e non al potere politico. Seppure nella fredda e arida prosa burocratica, nel documento istruttorio, sui presupposti del quale la giunta ha potuto deliberare, è riportata la vicenda Giarrusso che a nostra volta riportiamo ai lettori così come riassunta nell’atto istruttorio a firma Vincenzo Rossi : “Premesso che la Giunta regionale, con deliberazione 700 del 20 dicembre 2013, ha provveduto a conferire, tra gli altri, al dirigente regionale architetto Giuseppe Antonio Giarrusso, la titolarità della responsabilità del Servizio “Tecnico sismico per le costruzioni”, nonché l’incarico di supplenza per il Servizio “Pianificazione e gestione territoriale e paesaggistica”, strutture

L’INTERVENTO 91 milioni di euro per la viabilità in Molise. Tutti contenti? Certo, ma prima vogliamo capire il metodo di scelta dei Comuni beneficiari dei fondi e, soprattutto, il ruolo di Frattura in merito a uno dei lavori previsti, la metropolitana leggera (23,5 mln). Non vorremmo trovarci davanti all’ennesimo conflitto d’interessi. Già presentata interrogazione in Consiglio regionale “…Gruppi di potere, gruppi criminali appoggiano politici con pacchetti di voti e con quattrini a sostegno delle loro campagne elettorali. Il politico una volta che entra nelle istituzioni restituisce il favore (grazie ad appalti gonfiati, tanto li paghiamo noi) agli stessi criminali che hanno sostenuto le loro campagne elettorali. Questo è il circolo vizioso della Repubblica Italiana… Il silenzio è mafia!” Nel suo intervento in Parlamento, giorni fa, il deputato del MoVimento 5 Stelle Alessandro Di Battista denunciava il “sistema” che ha dato vita a vari scandali nazionali come Mose, Expo, fino a Mafia Capitale. Casi da tenere in mente non solo quando le indagini certificano l’esistenza di intrecci

dirigenziali ricadenti entrambe nell’ambito dell’Area Quarta della Direzione generale della Giunta regionale; che con nota acquisita in data 10 gennaio 2014 al protocollo n. 812/14 del Servizio “Risorse umane e organizzazione del lavoro” della Regione, il Sindaco del Comune di Campobasso richiedeva il nulla osta all’attivazione dell’istituto della utilizzazione temporanea del dirigente regionale architetto Giuseppe Antonio Giarrusso, che con nota acquisita in data 13 gennaio 2014 al protocollo n. 913/14 del medesimo Servizio esprimeva la propria disponibilità all’utilizzo temporaneo presso l’Amministrazione Comunale di Campobasso; che la Giunta regionale, con deliberazione n. 01 del 14 gennaio 2014, ha formalizzato il nulla osta all’attivazione del rapporto di utilizzazione in posizione di comando del dirigente regionale architetto Giuseppe Antonio Giarrusso per la durata di

dodici mesi dalla data di effettiva presa di servizio presso l’Amministrazione Comunale di Campobasso;che la Giunta regionale, con deliberazione 39 del 10 febbraio 2014, ha preso atto dell’avvenuta decorrenza in data 17 gennaio 2014 dell’utilizzazione in posizione di comando del dirigente regionale Giuseppe Antonio Giarrusso presso l’Amministrazione Comunale di Campobasso, provvedendo, per l’effetto, a revocare, da pari data, l’incarico di direttore in posizione di titolarità del Servizio “Tecnico sismico per le costruzioni”, nonché l’incarico di supplenza per il Servizio “Pianificazione e gestione territoriale e paesaggistica”, strutture dirigenziali ricadenti entrambi nell’ambito dell’Area Quarta della Di-

rezione generale della Giunta regionale; dato atto che con propria nota in data 17 gennaio 2015, acquisita al protocollo n. 4687/2015 del 19 gennaio 2015, il nominato dirigente ha fatto presente che il Comune di Campobasso non ha inteso prorogare, per un ulteriore periodo, il rapporto di utilizzazione in posizione di comando; atteso, dunque, che il periodo di comando presso l’Amministrazione Comunale di Campobasso del dirigente regionale Giuseppe Antonio Giarrusso è terminato in data 16 gennaio 2015; tenuto conto dell’automatico rientro nei ruoli della Regione Molise, avvenuto a far data dal 17 gennaio 2015, e dell’obbligo di conferire allo stesso un incarico di funzione dirigenziale; considerata l’esigenza di provvedere nei tempi strettamente necessari alla copertura dell’incarico, senza porre in essere, pertanto, le procedure di pubblicità previste dall’articolo 2, comma 3, della direttiva regionale concernente l’attribuzione degli incarichi dirigenziali approvata con deliberazione 548 del 26 maggio 2008, trattandosi di iniziativa organizzativa dovuta e avente carattere di urgenza; DELIBERA di conferire al dirigente regionale. Giuseppe Antonio Giarrusso l’incarico di Direttore di uno dei Servizi disponibili, compresi nell’ambito delle Strutture dirigenziali della Giunta regionale e delle ulteriori strutture di nomina giuntale”. Ovvero del servizio Edilizia pubblica. Naturalmente nessuno accenno alla sentenza del Tribunale e al perché della stessa. Dardo

Frattura e quella passione per la metro leggera politico-criminali che tramite mazzette garantiscono appalti gonfiati, ma anche davanti alla programmazione di svariati milioni di euro in tema lavori pubblici. Il Molise non è indenne da indagini giudiziarie che, in qualche caso, hanno messo in luce un sistema simile, fatto di appalti diretti verso i ‘soliti noti’, a volte legati al potente di turno per amicizia, parentela o per appoggio politico-elettorale. Ecco perché, da sempre, il MoVimento 5 Stelle Molise segue con attenzione gli appalti in Molise affinché siano gestiti in maniera legittima e con modalità trasparenti. Lo ha fatto attraverso varie azioni portate in Consiglio regionale che, spesso, hanno messo in luce un sistema fatto di procedure di urgenza e senza gara. E lo fa anche ora. Con nota stampa dell’8 gennaio scorso il Presidente Paolo di Laura Frattura ha reso noto che, attraverso il recupero e la riprogrammazione delle risorse Fsc 2007-2013, sono stati individuati ben 55 interventi finalizzati al potenziamento della viabilità in tutta la regione, per un totale di 91 milioni di euro.

Secondo quanto si apprende nelle dichiarazioni di Frattura e dell’Assessore Nagni, il finanziamento è diretto a tutte le ‘incompiute’, “coniugando, grazie al confronto diretto con gli amministratori locali, emergenze e necessità territoriali al potenziamento per noi prioritario della rete ferrata, tra elettrificazione e metropolitana leggera”. Ma di fronte a questi 91 milioni di euro, per prima cosa bisogna chiarire le modalità e i

criteri secondo i quali sono stati individuati gli interventi. E bisogna spiegare i dettagli di quel “confronto diretto” con le amministrazioni locali annunciato dai vertici regionali. Insomma, bisogna rendere pubblico il metodo di scelta delle opere per dissipare ogni dubbio circa l’eventuale arrivo dei fondi, magari, in quei Comuni ‘politicamente vicini’ alla maggioranza regionale. Ma il MoVimento 5 Stelle, in particolare, chiede al Presidente Paolo di Laura Frattura di chiarire il proprio ruolo in merito a uno dei lavori previsti: la metropolitana leggera per la quale la sola realizzazione del primo lotto (tratta Matrice-Bojano) ha una spesa prevista di 23 milioni e 500mila euro. Il tutto anche e soprattutto per scongiurare qualsiasi ipotesi di conflitto di interesse del governatore nell’esecuzione e nella programmazione del progetto. Movimento Cinque Stelle


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

29 gennaio 2015

“Vogliono chiudere la linea per Termoli” La denuncia della Rsu per la tratta ferroviaria prossima alla riapertura e chiusa, nuovamente, fino a giugno CAMPOBASSO. A pochi giorni dalla prevista riapertura della tratta ferroviaria Campobasso-Termoli, attualmente funzionante dal capoluogo fino a Larino, veniamo informati che tale linea chiuderà integralmente fino a giugno 2015 arrivando così ad oltre 12 mesi di interruzione continuativa; senza contare che la stessa è stata oggetto di chiusure totali o parziali più o meno prolungate da 10 anni a questa parte”. La denuncia arriva dalle Rsu e da un gruppo di utenti, in riferimento al prolungamento della chiusura della tratta Campobasso-Termoli. “La tratta viene interrotta ormai sempre più spesso e per un periodo sempre maggiore ma i lavori che la interessano perdurano senza soluzione di continuità. Posticipare la riapertura significa prolungare i disagi per cittadini e utenti (pendolari, lavoratori, studenti) che continueranno ad essere costretti ad utilizzare i servizi sostitutivi con tutti gli in-

condividiamo è la modalità di attuazione. Crediamo infatti che i lavori, così come appresi, possano essere realizzati senza interrompere il servizio ferroviario. Ci domandiamo: “Perché tali lavori non possono essere eseguiti in esercizio come avviene per interventi simili su altre tratte?” Segnaliamo, inoltre, che tali lavori non comporteranno alcun aumento della velocità commerciale pertanto il millantato ammodernamento della tratta non sarà neanche questa volta realizzato, perdendo così un’altra occasione di reale miglioramento del servizio. Riteniamo dunque che le due esigenze, manutenzione tratta e trasporto su ferro, si possano realizzare assieme. Inoltre siamo fortemente allarmati riguardo le ripercussioni occupazionali che la chiusura prolungata ha creato (personale in esubero e spostamento di lavoratori a sedi lavorative

comodi da questi derivanti. Si sottolinea che la viabilità della S.S. 87 presenta, soprattutto nei mesi invernali, maggiori criticità rispetto al trasporto su ferro, in considerazione delle variazioni altimetriche. Inoltre, è da tener presente che l’alternativa stradale alla S.S. 87 è la fondovalle 647 – la “Bifernina” – che tutti ormai sappiamo essere in crisi sia dal punto di vista strutturale che della sicurezza. L’aumento degli autobus che imperverserà sulle strade e sulla città di Campobasso graverà pesantemente sullo stato attuale dell’inquinamento acustico e ambientale, andando quindi nella direzione opposta rispetto alle politiche comunitarie su tali materie. Autobus dappertutto, vittime del traffico caotico, ma anche essi stessi generatori, fanno pensare che la situazione non potrà andare avanti così all’infinito. Fermo restando che la messa in sicurezza della tratta è un obiettivo condivisibile, ciò che non

diverse da quelle assegnate) e che continuerà a creare. Viste le considerazioni di cui sopra non vorremmo che tali scelte facciano parte di una strategia che sia preludio non tanto ad un miglioramento e potenziamento del collegamento ferroviario con l’Adriatico quanto di una chiusura definitiva della linea, dopo circa 130 anni di esercizio. In tal caso una domanda viene istintiva: è stato davvero necessario elargire milioni di euro per porre in essere lavori che mai saranno collaudati? Tali fondi potevano essere meglio utilizzati sulla tanto discussa tratta Campobasso-Roma?Crediamo che le Istituzioni debbano rispondere in maniera adeguata alla domanda di mobilità interna della Regione e che i cittadini, utenti tutti e lavoratori abbiano il diritto di conoscere le motivazioni delle scelte fatte e portate avanti, finora, con poca chiarezza”.

Da una Galleria all’altra d’Italia l tour dell’artista molisano Piero Perrino a Udine dal primo al quindici febbraio Da Palermo a Udine, passando per Perugia e Venezia, nella città lagunare nella grande collettiva a latere della prossima Biennale d’Arte, è la più recente e prossima peregrinazione delle opere pittoriche di Piero Per-

rino, l’artista campobassano stabilmente presente nelle maggiori esposizioni e gallerie italiane. La sua storia d’artista è ricca di aneddoti e, per la sua notorietà e felicità, oltre che per il prestigio molisano, ricca di

successi. Estemporaneo, creativo, sorretto dall’innato senso cromatico, la sua arte è una forte espressione di vitalità che si trasmette naturalmente al visitatore e diventa una forte attrazione per i suoi collezionisti.

La prossima mostra di Piero Perrino dal primo al quindici febbraio, come abbiamo accennato, si terrà a Udine, curata da patria Cocchi, presso la Galleria ArtTime (vicolo Pulesi, 6).

Parte il progetto Cyber Friends Voluto dalla Provincia di Campobasso nel solco della lotta al bullismo CAMPOBASSO. Il Presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis e l’Assessore all’Istruzione, Rita Colaci, presentano il progetto “Cyber Friends” presso l’Aula Magna dell’Istituto “Pilla” di Campobasso, in Via Veneto, questa mattina alle ore 10:00. Per l’occasione i ragazzi seguiranno dei laboratori in/formativi con la

Polizia Postale del Molise e verrà proiettato in anteprima lo spot realizzato dal partenariato progettuale contro il cyberbullismo. L’iniziativa progettuale nasce in risposta al bando “No Bulls Be Friends” che rientra nell’ambito del Programma Azione “ProvincEgiovani 2014” promosso dall’Unione delle Province Italiane e dal Dipartimento della

Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il bando nazionale, nato al fine di sensibilizzare i giovani sul fenomeno del bullismo, vede come beneficiari diretti gli studenti degli Istituti Superiori delle province partecipanti che saranno coinvolti, attraverso un concorso, in laboratori di approfondimento sul tema del bullismo e attività teatrali, pro-

muovendo la cultura del rispetto e dell’accettazione, così da stimolare, altresì, la creatività dei giovani, la loro capacità di comunicare e favorire l’aggregazione giovanile nel rispetto dei principi di uguaglianza e fratellanza. La proposta progettuale della Provincia di Campobasso intende far luce su un fenomeno sociale in forte ascesa tra le nuove gener-

azioni: il cyberbullismo. Il cyberbullismo è un fenomeno molto grave perché in pochissimo tempo le vittime possono vedere la propria reputazione danneggiata nel mondo virtuale (ad esempio attraverso i social network), anche perché i contenuti, una volta pubblicati, possono riapparire a più riprese in luoghi diversi..

Giornata diocesana della Pace e della Vita Domenica 1 Febbraio 2015 “Portate l’abbraccio di Dio” Campobasso. “L’Anno della vita consacrata, che papa Francesco ha indetto a cinquant’anni dal decreto conciliare Perfectae caritatis, acquista una singolare risonanza nella prossima Giornata mondiale della vita consacrata, che celebriamo il 2 febbraio”. Da questa introduzione al Messaggio della Cei per la 19a Giornata mondiale della vita consacrata nasce l’input per raccogliere e condividere pienamente il Messaggio della Chiesa Universale. La comunità diocesana di Campobasso –Bojano ha inteso dedicare, domenica 1 febbraio 2015 una giornata di preghiera, di riflessione e di marcia, per tenere sempre nel cuore l’impegno per la Pace, la Solidarietà per la Vita e l’Accoglienza degli Emigrati. “Abbiamo ancora negli occhi la Giornata Nazionale per la Pace celebrata nella nostra città per il capodanno del 2014, e le parole che il Papa ci ha rivolto il 5 luglio, lungo le vie della nostra accogliente città – ha detto l’arcivescovo Bregantini- Per questa ragione, proponiamo alle nostre comunità parrocchiali e civili, alle scuole e alle istituzioni, una feconda iniziativa per il pomeriggio del primo febbraio, suddivisa in tre tappe, a cui tutti siamo invitati. Il senso della giornata celebrativa per la vita consacrata accompagnata dalla marcia per la Pace è anche occasione di verifica su alcuni orientamenti che il mondo socio-politico sta affrontando attorno al tema del lavoro, in risposta alla precarietà giovanile, poiché senza lavoro non c’è né pace e né vita!

Partenza ore 15.00 dalla Chiesa di San Giuseppe artigiano (via Gramsci) con un momento di preghiera e di riflessione sul messaggio della CEI per la giornata della vita consacrata. La tappa è affidata alla parrocchia di San Giuseppe, alla pastorale familiare e all’azione cattolica.

Programma A partire dalle ore 15,00 l’itinerario che si svolge nel cure della città sarà il seguente accompagnato dalle relative tematiche: Tappa dedicata alla VITA: “Solidali per la Vita”

Dall’auditorium il corteo proseguirà verso la Cattedrale della Ss. Trinità di Campobasso per la Celebrazione Eucaristica, alle ore 18.30, presieduta dal Vescovo ed animata dai canti giovanili e dai segni liturgici.

Tappa dedicata all’ACCOGLIENZA: “Chiesa senza Frontiere – Madre di Tutti” La sosta sarà alla Mensa della Caritas “Casa degli Angeli papa Francesco”, ricordando la presenza straordinaria di Papa Francesco che l’ha benedetta. Riflessione sul messaggio del Pontefice per la Giornata delle Migrazioni. La tappa è affidata alla Caritas, in collaborazione con l’Ufficio Migrantes e con l’animazione giovanile della Gi.Fra. Tappa dedicata alla PACE: “Non più Schiavi ma Fratelli” Presso Auditorium Celestino V, in via Mazzini, 80 a Campobasso, l’Arcivescovo commenterà il messaggio del Papa sulla Giornata Mondiale della Pace 2015 anche alla luce dei tremendi fatti di Parigi e della Nigeria, per ricavarne impegni concreti per la nostra comunità civile e religiosa. Gli Scout racconteranno la loro esperienza estiva concretizzata nella “Carta di Coraggio”.


Campobasso

7 29 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Consiglio monotematico chiesto e ottenuto dall’opposizione di Palazzo san Giorgio sulle scelte programmate

Gesto politico di rilievo ma viziato di episodicità per essere un segnale di mutazione

Rendersi protagonisti di una contro-programmazione in cui sia definito il progetto della Campobasso del Terzo millennio e su di esso basare il confronto per denudare il carico demagogico e strumentale della maggioranza di centrosinistra Soprassalto della minoranza a Palazzo san Giorgio, in condizione di chiedere e ottenere per il 6 febbraio la convocazione straordinaria del consiglio per aprire un dibatto sulle 55 opere pubbliche programmate e finanziate dalla Regione tra cui il completamento della tangenziale nord, la realizzazione di un sottopassaggio per oltrepassare i binari ferroviari all’altezza dell’imbocco di Via san Giovanni, e il completamento del percorso perdonale dal terminal alla città. I consiglieri di opposizione vogliono discutere ma non si sa con quale spirito e a quale scopo di fronte ad una concessione di opere e di risorse da parte della Regione per interventi alcuni dei quali stazionano da decenni nei programmi comunali. Il sottopasso di Via San Giovanni, ad esempio, considerato (e lo è) un nodo scorsoio

che strozza la mobilità interna cittadina, finalmente può essere eliminato ma, come diciamo, è tra i punti che il gruppo dei consiglieri di minoranza vuole discutere. Così per la tangenziale Nord, onde chiudere o tentate di chiudere l’anello viario esterno alla città e, inutile ribadirlo, per il percorso pedonale che lega il terminal a Via Mazzini: anche questo un progetto che data i primi anni Novanta. Se c’è un commento da fare è come sia possibile che opere pubbliche durino 20 anni senza essere completate e una volta previste di essere completate entrano a far parte di un confronto politico/amministrativo. C’è da sperar che l’opposizione sia intenzionata a entrare nel merito di queste opere per migliorarne lo scopo, e, soprattutto, per ampliare il ventaglio degli interventi programmatici che servono per

creare a Campobasso condizioni di vivibilità degne di appartenere a un capoluogo di regione. E’ il ruolo che le appartiene, la missione da svolgere, l’obiettivo da non perdere di vista. Anche perché, mai come in questa tornata amministrativa, l’opposizione annovera consiglieri con spiccate doti tecniche, con riconosciuti attributi manageriali e conoscenze specifiche nei settori produttivi e organizzativi e gestionali. Vederli affrontare di volta in volta, in contrapposizione, gli atti, le scelte e le decisioni della maggioranza, e non rendersi protagonisti di una contro-programmazione in cui sia definito il progetto della Campobasso del Terzo millennio e su di esso (progetto) basare il confronto per denudare il carico demagogico e strumentale della maggioranza, dà l’impressione di non essere essi per

primi convinti delle proprie qualità e possibilità. Se fosse, sarebbe l’ammissione di un grave difetto di autostima, probabilmente di carenza di volontà a sostegno di un impegno, quello di creare un programma alternativo alla maggioranza, che chiede certamente molto di più di quanto finora hanno dato. Si dirà, ma in questa circostanza l’opposizione vuole mettere in discussione anche il modo arrogante di fare e di muoversi della Regione Molise nel momento in cui decide - sua sponde - di riprogrammare 91 milioni di euro dei fondi europei non spesi nel settennio 2007/2013, tra cui la Metropolitana leggera, con un investimento di 21 milioni, che vede il capoluogo direttamente interessato. Non ci sono precedenti significativi in cui una minoranza consiliare a Campobasso abbia chiesto e otte-

nuto di mettere il becco nelle scelte della Regione che riguardano la città, denunciandone l’autoritarismo peraltro sistematicamente accettato dalla maggioranze di turno, questa compresa, di Palazzo san Giorgio. Per cui l’iniziativa andrebbe meglio valutata e soppesata politicamente. D’accordo, il gesto politico ha un suo rilievo ma, ribadiamo, troppo viziato di episodicità per essere annoverato segnale di mutazione. Se non viene deciso di alzare l’asticella delle attese e delle necessità e di abbandonare il vecchio e frusto modo di fare politica contrapponendosi meccanicamente agli altri, la vita amministrativa e la collettività cittadina rimarranno inesorabilmente invischiate nel pressapochismo o, peggio ancora, nel parassitismo. Dardo

Appalti al Comune di Campobasso, l’Acem non molla il sindaco Battista replica l’Associazione dei costruttori vorrebbe più tutelate le aziende locali, le procedure ci sarebbero Appalti, bandi di gara “aperti”, procedure negoziate. Si incardina attorno a queste fondamenta (è proprio il caso di dirlo) il botta e risposta che in questi giorni sta avendo per protagonisti l’ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise) e l’amministrazione comunale di Campobasso. Una corrispondenza a mezzo stampa che, per una volta, si libera da sterili polemiche e strumentali prese di posizione per svolgersi tutta intorno a precise e motivate richieste da parte dei costruttori ed altrettanto chiare aperture (e chiusure) da parte di Palazzo Sa Giorgio. Proviamo a riavvolgere il nastro:. L’ACEM lamenta soprattutto il fatto che, allo stato dell’arte, non si sia ancora provveduto da parte del Comune di Campobasso ad istituire un elenco di imprese locali da cui attingere per gli affidamenti di appalti mediante procedure negoziate e cottimi fiduciari, al di sotto delle soglie consentite della normativa. Questa procedura permetterebbe di favorire le imprese locali (come sarà più facile capire dalla successivamente riportata re-

plica dei costruttori ed una prima risposta del Sindaco Battista), rispetto a quelle di fuori regione che, partecipando a bandi di gara aperti, con ribassi mostruosi, avrebbero praticamente campo libero. Con una nota del sindaco Antonio Battista, l’Amministrazione Comunale del capoluogo replica che la stessa“…sta procedendo ad una elaborazione del citato elenco e che, non appena pronto, lo stesso verrà utilizzato per le finalità richieste sempre e qualora ne ricorrano i presupposti previsti dalla normativa vigente.”. Aggiungendo peraltro che“…spazi per aiuti concreti da parte del Comune ce ne

possono sicuramente essere. Resta inteso, così come già chiarito in altre occasioni, che tutto l’aiuto deve rispondere a principi di legalità, trasparenza ed economicità. Quindi in rapporto a tali considerazioni il Comune presterà attenzione ai suggerimenti dell’associazione, ma guardando sempre anche al “quantum”, che è un altro principio ispiratore delle politiche attuali di risparmio. Il ripetere procedure negoziali e/o fiduciarie, sebbene consentite dalla norma, non deve costituire un sistema, altrimenti lo stesso risulterebbe facilmente attaccabile e non rispondente a criteri di

massima imparzialità.” Bisogna, a questo punto registrare la replica dell’Associazione dei costruttori, soprattutto per il respiro pratico e concreto che contiene, soprattutto per i riferimenti alla normativa vigente in materia che costituisce l’unico vero praticabile confine entro cui le parti possono e debbono venirsi incontro: “L’ACEM in merito alla replica del Sindaco di Campobasso Antonio Battista, prende atto dell’accoglimento della richiesta di istituire un elenco di imprese per gli affidamenti in economia, ma precisa che la formalizzazione dei necessari provvedimenti rischia di giungere tardiva, visto che nel frattempo vanno in appalto interventi di modesto importo (90, 60 e 70mila euro), che appare ridicolo oltre che antieconomico affidare con gare pubbliche che comportano oltre al rischio di aggiudicazione ad imprese di fuori regione, maggiore dispendiosità ed onerosità. Si rammenta che la normativa vigente (articolo 122 del codice degli appalti), nel rispetto dei principi di

trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione, consente la procedura negoziata con invito a 5 operatori per lavori di importo fino a 500mila euro e con invito a 10 operatori per importi da 500mila euro fino ad un milione di euro e l’articolo 125 dello stesso codice, che disciplina gli affidamenti in economia ed il cottimo fiduciario, per talune tipologie di interventi consente l’affidamento diretto per importi fino a 40mila euro e l’invito a 5 operatori fino ad euro 200mila, individuati tramite indagine di mercato o apposito elenco.” Inutile sottolineare quanto un proficuo abboccamento tra le parti sarebbe strategico per restituire al settore edile molisano l’importanza e l’incidenza che ha avuto per l’intero tessuto economico regionale. Magari continuando a confrontarsi con la stesso limpido pragmatismo, sia l’ACEM che il Comune di Campobasso (e, di riflesso, le altre istituzioni omologhe) possano riuscire a trovare un’accettabile compromesso da cui ricavare mutuo giovamento. La speranza è sempre l’ultima a morire.

Inseriti nel portale del ministero del Turismo “VeryBello” premia il Molise con il Festival dell’Astronomia e Molisecinema Due eventi che si terranno in Molise prossimamente, il Festival dell’Astronomia (primo marzo – trentuno maggio) e Molisecinema, sono stati inclusi nel portale internet istituito dal ministero del Turismo per promuovere le bellezze d’Italia in concomitanza con l’esposizione internazionale di Milano “Expo 2015”. Due dei milletrecento eventi programmati e immessi in rete in uno, per dire, con Umbria Jazz e la Biennale di Venezia.

Ma è tutta l’Italia della musica, della pittura, dell’archeologica, delle tradizioni, delle novità, della creatività, della suggestione che si ritrova su www.verybello.it. Che ci siano due eventi particolari che raccontano un Molise non sempre ammirato e apprezzato è un segnale di attenzione che lascia ben sperare. il Festival dell’Astronomia è stato promosso dall’Istituto nazionale di astrofisica e vedrà impegnate le istituzioni locali, in particolare

S. Pietro Avellana e Castelmauro, che nel loro territorio, in virtù della particolare limpidezza del cielo, hanno due osservatori di astronomia, e le scuole. Sarà un evento d’interesse scientifico con una forte appendice culturale e turistica. Tale da meritare, appunto, di essere inserita su VeryBello. L’iniziativa esalta le meraviglie del cosmo (previsto anche un premio fotografico tributo all’astrofisica Margherita Hack). L’immagine virtuale uti-

lizzata dal portale é un frame video del flashmob con il quale il Festival che si svolgerà in Molise, anche attraverso il saluto all’astronauta Samantha Cristoforetti, é stato presentato a Milano. Un video di pregevole fattura che sviluppa la magia delle stelle tra giochi di luce e musica spacerock. Uguale attenzione è stata rivolta a Molisecinema ,che da anni da Casacalenda promuove interessanti rassegne cinematografiche.



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

29 gennaio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Brasiello lavora per una maggioranza allargata Per non essere ostaggio del Pd il sindaco potrebbe dare vita ad un governo per la città ISERNIA. Potrebbe virare a destra Luigi Brasiello, dopo i recenti accadimenti che hanno visto la segreteria del Partito Democratico dichiarare ufficialmente che in lui è ancora riposta fiducia, ma che allo stesso tempo i problemi son suoi e lui deve risolversi. In altre parole, Gigì fai un pò come credi!!. Dunque, alla luce di questo sommario abbandono, il primo cittadino di Isernia ha davanti a sé l’eventualità di aprire anche a consiglieri di opposizione, così da creare una nuova e più solida maggioranza, sotto

l’egida di un governo di emergenza sociale. Tra i dieci dissidenti, infatti, pare che alcuni siano pronti a fare dietro front pur di conservare il ruolo di consiglieri di maggioranza ed eventualmente godere di qualche incarico a titolo di riconoscimento. Tra le fila del centro destra, invece, qualche individualità sta sondando l’aria e sta mettendo a disposizione il proprio voto qualora dovesse essere necessario a salvare l’amministrazione. Difatti, è opinione diffusa, che tutto può accadere, meno che la caduta an-

ticipata del governo cittadino, poiché, di questi tempi, le urne potrebbero tirare brutti scherzi a chiunque. Nessuno è infatti salvo a prescindere dal giudizio del popolo, in special modo in una fase socio economica così devastata e che vede la politica essere al centro delle responsabilità di tutto il peggio che circonda la cittadinanza. Quindi, strategicamente, Brasiello potrebbe essere in una posizione favorevole che gli permette di ridisegnarsi una nuova maggioranza, anche con i favori del Governatore

Frattura che ha l’opportunità di porre un suo distinguo netto dalla Segretaria Regionale del Partito, Micaela Fanelli, additata come responsabile della crisi isernina. Una cosa resta certa; Brasiello sta lavorando su tutti i fronti e sicuramente a breve offrirà al sua soluzione che potrebbe anche avere risvolti politici interessanti a livello regionale, riaprendo un forte confronto del Partito Democratico e rimettendo al centro della discussione diversi asset della politica regionale.

Crisi al Comune, un coacervo di interessi personali di Celeste Caranci Tutti i soggetti protagonisti della crisi apertasi al Comune di Isernia dichiarano che “non è una crisi politica, ma amministrativa”. Tranne qualche giovane segretario, ancora non sufficientemente esperto, dai 10 firmatari del documento che ha aperto le danze, al Sindaco che ha ritirato le deleghe ai suoi Assessori, alla Segretaria Regionale del PD che finge di cadere dal pero, fino al parlamentare Danilo Leva che recita la parte del “responsabile” che ha a cuore gli interessi della città, del suo partito e del Sindaco da lui fortemente voluto è tutto un coro intonato e concorde: “non c’è nessuna ragione politica all’origine di ciò che è accaduto”.In effetti, la politica, che è una visione organica che guida e indirizza gli atti e le decisioni della Giunta Comunale, del Sindaco e dell’intero Consiglio, è stata ed è totalmente assente dalle azioni e dal pensiero dei nostri Amministratori.L’attuale crisi non è determinata dallo scontro tra idee contrapposte su come affrontare la decadenza di Isernia che, da cittadina capoluogo di Provincia, ricco di molteplici e variegate potenzialità, corre

il rischio, nel giro di poco tempo, di tornare ad essere il semplice “paesone” che era negli Anni Sessanta. Qual è invece il senso della critica dei dissidenti ? Qual è il loro bersaglio e, soprattutto, quali sono le soluzioni che mettono in campo per la città?Leggendo il loro documento, oltre a delle critiche generiche, non emerge alcun rilievo specifico o riferimento a fatti o decisioni prese dalla Giunta e dal Sindaco che evidenzi un’ analisi matura e articolata sull’operato, né viene esposta alcuna idea alternativa o un abbozzo di progetto che dia un segno di rottura, o perlomeno di discontinuità, tale da giustificare l’abbandono del Consiglio Comunale. Non c’è la denuncia dell’aumento delle Tasse Comunali portate al loro massimo storico; non si parla del pessimo funzionamento della macchina amministrativa denunciata dal documento dei dipendenti comunali; non vi è alcun cenno ai disagi derivati dalla mancata ristrutturazione della S. Giovanni Bosco e dalla chiusura del plesso scolastico S. Pietro Celestino portato alla luce dalla petizione dei genitori dei bambini. E che dire della

questione dell’Università e di come è stata affrontata? O della cementificazione di parte della Villa Comunale che tante proteste ha provocato? O, ancora, della pessima gestione dell’Auditorium? Per non parlare del Centro Storico che, secondo la retorica profusa in campagna elettorale, doveva essere il perno della rinascita cittadina e invece langue nel degrado e nell’abbandono. Potremmo continuare a lungo. Non c’è settore in cui l’attuale Amministrazione abbia brillato per lungimiranza, non vi è una strategia politico-amministrativa complessiva, ma solo piccoli stratagemmi conditi da presenzialismo e superficialità, improvvisazioni ed estemporaneità, alla ricerca continua di visibilità da parte dei vari Assessori, delegati senza portafoglio, componenti e dirigenti di Commissioni Consiliari o semplici Consiglieri. Tutto ciò abbiamo potuto constatare ad un anno e mezzo dall’insediamento della attuale maggioranzaDopo una difficile ed inquieta convivenza, dopo la guerriglia incessante per l’allargamento della Giunta, le scaramucce per l’assegnazione di

Caro sindaco Sorbo, sui baraccati hai toppato Gentilissimo Sindaco, voglio premettere che, mentre le scrivo, non sono a conoscenza dell’appartenenza politica della sua Giunta né conosco lo schieramento del Consiglio Comunale. Immagino che “amministrativamente” non sia facile per un sindaco prendere posizione in situazioni come queste in oggetto e, per tale motivo, evito critiche nel verificare che due persone possano vivere dentro un container, senza corrente elettrica, né servizi igienici. Certo, storie come queste stridono con una realtà che registra proteste, a pochi km. di distanza da Venafro, di immigrati che non si accontentano di abitare in un hotel, riscaldato con ogni servizio, in pensione completa e con una retta giornaliera! Sarebbe troppo semplice chiedersi: “Perché il Sindaco, il Presidente della Regione, il Prefetto, non offrono almeno lo stesso trattamento a chi, essendo molisano, si trova in una situazione di disagio come quella di Pasquale e Paola?”. Perché, piuttosto che lasciare una coppia nell’indigenza più assoluta, non si

offre anche a loro una stanza d’albergo, senza avere nulla di più (ma nemmeno di meno) di quello che con grande umanità tutti noi offriamo ai nostri fratelli immigrati? Comprendo, anzi no, immagino, che un amministratore debba essere corretto con tutta la comunità e non possa lasciarsi coinvolgere emotivamente, prendendo decisioni sulle sensazioni e sugli entusiasmi del momento. Ma anche la concretezza dovrebbe essere, a mio avviso, una delle prerogative di un’Amministrazione comunale. Questa concretezza, caro Sindaco, sabato mattina è venuta a mancare a Lei, alla sua Giunta e al suo intero Consiglio Comunale perché, me lo lasci dire, arrivare a Venafro e non vedere presente NESSUN AMMINISTRATORE locale alla consegna della caravan, è stata una delusione grande ed una caduta di stile che, francamente, non mi sarei mai aspettato in comune nel quale si ha la fortuna di conoscersi tutti. Quando si offre la propria disponibilità, aiutando chi è in difficoltà, si agisce spontaneamente, senza cal-

coli o secondi fini, mossi dal cuore che, grazie a Dio, per qualcuno è ancora caldo e pulsante. Non ci sono scopi reconditi né lo si fa aspettandosi ringraziamenti o gratificazioni, perché il solo scopo è quello di vedere la felicità negli occhi di chi ha avuto meno fortuna. Gli occhi, caro Sindaco, sono lo specchio dell’anima e, senza alcuna polemica, sabato mattina, al momento della consegna della Caravan a Pasquale e Paola (offerta da un imprenditore partenopeo che a malapena conosce Venafro e trasportata da un imprenditore di Roccaravindola), avrei voluto vedere gli occhi dei politici venafrani. A mio avviso, avevate l’obbligo morale di essere presenti ad un “momento” così importante per la vita di una coppia di VOSTRI concittadini. Quello sguardo, che io avrei voluto vedere nei vostri occhi, non avrebbe risolto i problemi di Pasquale e di Paola ma, ne sono certo, li avrebbe convinti di non essere soli. Ivan Perriera Presidente Isernia Camper Club

nuove deleghe ai Consiglieri, sono scoppiate ufficialmente le ostilità. Si sono manifestate alla luce del sole, tutti contro tutti.La maggioranza che va da SEL a esponenti di Destra è deflagrata.Al momento è difficile anche solo capire quale sia il posizionamento degli attori in campo: Fanelliani contro Leviani, ex-allievi di Michele Iorio contro i rivoltosi, exConsiglieri di Destra contro il Sindaco che viene dalla stessa area culturale, amministratori scafati che hanno cambiato diverse casacche contro giovani di belle speranze, etc etc. Come abbiamo denunciato sin dal suo debutto, il Centro-Sinistra-Destra isernino è un coacervo di interessi personalistici, un assemblaggio mal riuscito senza indirizzo né guida autorevole né tantomeno coesione interna, con personalità interscambiabili con il Centro-Destra come già avvenuto nel passato. Due anni fa definimmo questa accozzaglia politica un incesto mal riuscito!Alla luce di quanto sta avvenendo, si capisce ancora meglio il motivo per il quale fu copiato integralmente il programma elettorale di un altro Comune, nel tentativo di

darsi un tono e una dignità, in mancanza di proprie idee e progettualità originale. I nodi stanno emergendo sempre più chiaramente. Ora questo inetto e piccolo ceto politico locale sarà impegnato a cercare nuovi equilibri, in una bagarre che avrà come obiettivo il collocamento e il riposizionamento dei vincitori nei posti migliori, ridisegnando la geografia interna con nuove ripartizioni di poltrone, poltroncine e sedioline a disposizione. La migliore collocazione per se stessi, in spregio e a scapito del Bene Comune. Questo è il motivo dell’attuale crisi. Probabilmente, per la paura di perdere eventuali elezioni a meno di 2 anni dall’insediamento, riusciranno a salvare la consiliatura, rispolverando metodi spartitori che ben conosciamo, in continuità con le precedenti Amministrazioni. In quest’ ottica possiamo concordare che quella che stiamo vivendo al Municipio di Isernia non è una crisi politica, ma solo una guerra intestina per il potere locale tra le varie fazioni, clan, correnti e sottocorrenti del Centro- Sinistra- Destra di Isernia e del Molise.

Vuono è il nuovo Questore A Isernia cambio di guardia dopo la promozione dell’uscente Nanei

ISERNIA. Vincenzo Vuono è il nuovo Questore di Isernia. Ieri mattina, il nuovo vertice della Questura pentra ha incontrato gli organi di stampa porgendo ufficiali saluti. In passato Vincenzo Vuono ha ricoperto diversi incarichi tra cui Ispettore Generale presso l’Ufficio Centrale Ispettivo.


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Termoli

29 gennaio 2015

Sequestrati reperti archeologici ad un professionista Operazione della Guardia di Finanza nello studio di un termolese In azione la Compagnia di Termoli: sequestrati 4 reperti di epoca greco-romana – Erano custoditi presso lo studio di un professionista che risponderà di ricettazione ed omessa denuncia – Salgono a 39 i beni di interesse storico ed archeologico complessivamente sequestrati dal Reparto adriatico negli ultimi mesi . Indagini condotte a ritmi serrati,

hanno consentito alla Compagnia di Termoli di individuare 4 reperti di epoca greco-romana custoditi presso lo studio di un professionista termolese. I beni, si aggiungono ai 35 reperti sequestrati nella prima metà del dicembre scorso presso alcune abitazioni della cittadina adriatica. Un’anfora (di altezza pari a circa 90 cm.), due vasi ed una ciotola,

che ornavano una struttura destinata a studio professionale, sono stati sequestrati nelle ultime ore dalle Fiamme Gialle di Termoli. Il responsabile risponderà dei reati previsti e puniti dall’articolo 648 del C.P. (Ricettazione), nonché dagli articoli 175 lett.b e 176 del Decreto Legislativo numero 42/2004, riconducibili, questi ultimi, all’omessa denuncia di beni

di interesse storico-artistico entro i termini di Legge, ed alla conseguente ed arbitraria presa di possesso degli stessi. Il contesto operativo è al vaglio della competente Procura della Repubblica di Larino, che ha altresì disposto ogni opportuno raccordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, al fine di datare e classificare i re-

perti sequestrati. Lo specifico filone investigativo in materia di prevenzione e repressione degli illeciti nel comparto della tutela del patrimonio artistico nazionale, proseguirà di pari passo con le molteplici e variegate attività di polizia economica e finanziaria coordinate e condotte dalla Compagnia di Termoli nell’area bassomolisana.

Settore saccarifero, chiesto un tavolo all’Ue Un dibattito europeo per venire incontro alle problematiche della produzione di zucchero TERMOLI. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che l’Italia, in sede di Consiglio europeo dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca, propone di attivare, nell’immediato, un dibattito ad “alto livello” per trovare soluzioni che possano accompagnare il settore saccarifero in un momento particolarmente delicato. Il Sottosegretario alle politiche agricole, Giuseppe Castiglione, a Bruxelles per partecipare

ai lavori, spiega: “Il settore sta attraversando un momento particolarmente complesso e difficile. In particolare, la cessazione del regime delle quote nel 2017 e uno scenario di mercato molto negativo stanno generando forti tensioni. La liberalizzazione delle produzioni avvierà una nuova fase che si presenta con numerose incognite, con forti preoccupazioni tra gli operatori”. “Come rilevato dalla stessa Commissione ed

anche da altre autorevoli Organizzazioni, in primis la FAO – aggiunge Castiglione – i prezzi dello zucchero hanno registrato una diminuzione negli ultimi due anni di quasi il 40%. Il rischio concreto è che si registri un abbandono dell’intero settore in vaste aree dell’Unione tradizionalmente legate alla bieticoltura, senza possibilità di adeguate soluzioni alternative. Castiglione spiega quindi come sia “assolu-

tamente necessario approfondire e dibattere queste problematiche per trovare possibili soluzioni che possano accompagnare il settore saccarifero in un momento così particolarmente delicato. Per questo, chiediamo alla Commissione, di valutare la necessità di attivare, nell’immediato, un dibattito ad ‘alto livello’”.

Pane in attesa come il caffè pagato L’iniziativa della Caritas proseguirà ancora finalizzata ai meno abbienti Termoli. Proseguirà ancora l’iniziativa “Pane in attesa” promossa dalla Caritas diocesana di Termoli – Larino in collaborazione con i panificatori termolesi. Dopo una prima fase di sperimentazione dal 30 novembre scorso, gli organizzatori hanno deciso di continuare, vista la buona riuscita del progetto nato. “Pane in attesa” prevede che chi vive una situazione di disagio può ritirare gratuitamente nei panifici della città il pane che qualcun altro ha lasciato pagato. «Positiva la risposta dei cittadini termolesi – commenta don Marcello

Paradiso, direttore della Caritas diocesana -. Il buon andamento del “Pane in attesa” ci ha spinto a far proseguire l’iniziativa rendendola così ordinaria e non solo legata ad un tempo forte dell’anno. Siamo certi che tanti nostri concittadini continueranno a compiere piccoli gesti quotidiani di solidarietà nei confronti di quanti, purtroppo sempre più frequentemente, non riescono a portare il pane in tavola». Sul sito www.caritastermolilarino.it è possibile scaricare l’elenco dei forni aderenti all’iniziativa.

Via Udine, si cercano soluzioni I residenti cercano di sbrogliare una matassa assai intrigata TERMOLI. Entra (nuovamente) nel dibattito prioritario dell’amministrazione comunale la questione “strade di lottizzazione” con lo spunto offerto proprio da via Udine i cui residenti, più di tutti, da sempre si battono nell’acquisizione dei propri diritti che li vedono da troppo tempo vivere in una strada immersa in buche e diatribe, scartoffie e incertezze, promesse e attese. Lo avevamo anticipato ieri e, come volevasi dimostrare, alla riunione odierna della commissione consiliare per i lavori pubblici hanno preso parte anche i delegati al patrimonio per snocciolare i temi e, rileggendo le CARTE, cercare di sbrogliare il bandolo della matassa. Obiettivo complesso, quello citato, perché le carte da leggere e analizzare sono davvero tante e, partendo dalle fidejussioni, vanno agli atti, alle delibere, alle nuove disposizioni dello Sblocca Italia e alle tante istante cui reclamano “chiarezza” i residenti. Cosa si è fatto? Si è parlato e discusso con la voglia di “chiudere” quanto prima la que-

stione, non dimenticandosi ovviamente delle altre strade cittadine che versano nella stessa situazione e qui parliamo di ben 19 realtà … C’è, di contro e di certo, l’esigenza di trovare il percorso giusto, quello che non espone a illeciti i tanti consiglierei e che tuteli anche tutta la cittadinanza per non creare né un precedente, né un errore irrimediabile. Ed ecco che scappa per i corridoi del Palazzo di via Sannitica la possibile volontà dell’amministrazione di chiedere un parere alla stessa Corte dei Conti anche perché, qualora via Udine fosse annessa alle strade comunali senza averne tutti i requisiti, sarebbe proprio la Corte dei Conti a poter intervenire nei confronti dell’operato dell’amministrazione comunale. Un rischio da scongiurare. E qui, nell’attesa che il labirinto di via Udine diventi un rettilineo, sorgono strade e stradine senza uscita, contesti viari forse non pensati o trascurati in passato che oggi emergono chiamandosi problemi. Quante chiacchiere, troppe chiacchiere. La soluzione per ora si cerca, si

agogna e si attende; intanto resta sospesa la questione Tasi anche perché, se le strade non sono comunali, va da sé che la Tasi debba essere scontata. Intanto il dibattito si è spostato su facebook con il consigliere del MoVimento 5Stelle, Nicola Di Michele, che ha postato il proprio pensiero sulla questione Tasi. “In audizione – si legge nel post – il responsabile del patrimonio la quale, per mancanza di documenti esaustivi, non riesce a dare i giusti chiarimenti. Per la questione Tasi – specifica Di Michele – la commissione ufficialmente non ne ha mai parlato; è una suggestione che non trova riferimento normativo. Terremo informati i cittadini sullo sviluppo della inestricabile quanto dolorosa faccenda”. “Ufficiale”: è questa la parola chiave. Ufficialmente, infatti, se ne parla e come. Lo “sconto”, in un modo o nell’altro, sarebbe diretta conseguenza anche allo status di una strada privata che, ovviamente, non avrebbe da pagare la tassa comunale. “Mi risulta diffi-

cile – ha asseriti Di Brino – pensare a una possibile esenzione della Tasi, come emerso a margine della seduta della quarta commissione consiliare dopo la conclusione della stessa, propenderei invece per l’obbligo da parte dell’amministrazione a garantire i servizi e la messa in sicurezza anche delle strade di lottizzazione”. Ma una luce si accende … ed è una legge del 1925, certamente datata ma una sorta di appiglio su un testo legislativo ‘rispolverato’ per l’occasione da uno dei consiglieri comunali della IV Commissione Lavori pubblici e, adesso, è questo stesso contenuto a finire sotto la lente di ingrandimento dei colleghi rappresentanti comunali. Assise aggiornata a venerdì, mentre gli operai a via Udine sistemano il disagio della scorsa settimana. Ad oggi, ad ogni modo, resta la necessità di verificare quanto fatto dalle amministrazioni precedenti per cercare questa ‘scappatoia legale’ atta ad annettere via Udine a patrimonio comunale.


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Termoli

29 gennaio 2015

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“Pesca, l’Ue distrugge il settore” Per l’onorevole Venittelli le regole europee rischiano di distruggere le imprese italiane “Ancora una volta le regole dell’Unione europea creano difficoltà a un settore dell’ittica nel nostro Paese. Le nuove norme riguardo le vongole, col divieto di pesca al di sotto delle 0,3 miglia dalla fascia costiera e i nuovi minimi a 25 millimetri come taglia ammessa per poterle commercializzare rischiano di minare sviluppo e sopravvivenza di un comparto che vale 60 milioni di euro con 706 aziende attive”. L’allarme giunge dall’onorevole molisana del Pd Laura Venittelli, che ha voluto sottolineare la gravità di questa novità regolamentare. “Nell’Adriatico abbiamo consorzi che operano nella raccolta dei molluschi bivalvi che riescono a coniugare

qualità e rispetto dell’eco-sistema marino, ma con questi parametri disposti in sede comunitaria si mettono a rischio redditività e competitività, con la prospettiva di un ridimensionamento anche dei livelli occupazionali – prosegue l’onorevole Venittelli – confidiamo in un risolutivo intervento del sottosegretario alla Pesca Giuseppe Castiglione, che proprio a Termoli lo scorso 6 dicembre garantì d’impegnarsi anche per la valorizzazione del bacino della pesca del Medio Adriatico”. In conclusione, il parlamentare molisano si dichiara in palese disaccordo con questa politica europea e sin d’ora farà voti al governo italiano affinché si batta per

salvaguardare un settore che, come quello ittico, già in crisi in Italia e nell’Adriatico. Un malcontento dilagante e altisonante, quello dei vongolari che chiedono migliori condizioni per lo svolgimento del loro mestiere. Un malcontento accumulato che ha preso forma in tutt’Italia e nella fattispecie nelle località in cui la pesca delle vongole e dei molluschi in generale rappresenta una risorsa fondamentale per l’economia locale. Tutto inizia nel dicembre del 2006, quando l’UE approva il reg CE 1967/2006, che impartisce delle regole circa la pesca dei molluschi, penalizzanti fin da subito. Regole come quella che impone la taglia minima del pesce a 25

mm e quella che vieta la pesca a meno di 300 metri di distanza dalla costa e a una profondità inferiore a 5 metri. Questi vincoli, che come si è detto precedentemente, hanno cau-

sato un blocco che il settore non è ancora riuscito a superare, sono stati veicolo di ascesa nel mercato ittico per la Turchia, a tutto svantaggio di paesi come il nostro.

Albanese è il nuovo comandante dei Vigili La giunta comunale di Termoli ha sbloccato il provvedimento di nomina TERMOLI. Come anticipato la scorsa settimana, sarà Massimo Albanese il nuovo comandante della polizia municipale di Termoli. La giunta Sbrocca ha dato mandato al dirigente al Personale di formalizzare il contratto con chi andrà a guidare il corpo dei vigili urbani di Termoli. Una procedura che va a buon fine addirittura dopo otto anni e mezzo, perché il concorso venne deciso dalla

giunta Greco nel luglio del 2006. Le prove si conclusero però solo nel 2009, con al 22 dicembre l’approvazione della graduatoria che individuò in Antonio Valente il vincitore. Posizione che venne impugnata proprio dallo stesso Albanese, che contestava alcuni requisiti in possesso del primo classificato. Il contenzioso amministrativo ha allungato sensibilmente i tempi e portato la vecchia

giunta Di Brino a revocare in autotutela il bando stesso, ma con la caduta del centrodestra e l’avvento del centrosinistra bis, targato Sbrocca, si è riesumata quella graduatoria. Tuttavia, con ancora in itinere il ricorso in Consiglio di Stato di Valente, quest’ultimo non si è presentato a rispondere alle numerose chiamate formali effettuate dall’amministrazione di Termoli e per questo, dopo

l’ultimo telegramma che lo invitava il primo dicembre, l’esecutivo ne ha dichiarato la decadenza, con scorrimento della graduatoria, procedura che ha permesso l’individuazione di Massimo Albanese nella funzione di comandante della polizia municipale. Manca solo di conoscere la data di inizio del rapporto di lavoro.

Urbanistica, tre nuovi assunti

In Comune, nel settore strategico, ingresso a breve di nuove unità lavorative TERMOLI. Novità salienti all’assessorato all’Urbanistica del Comune di Termoli, ma solo di stampo amministrativo, con l’ingresso a breve di nuovo personale. C’è bisogno di rimpinguare quella che è la dotazione degli impiegati, coloro che ordinariamente e quotidianamente prendono in carico

le pratiche da esaminare e semmai velocizzarne l’iter, laddove tutto sia a posto. Già con la fusione avvenuta due anni fa, decisa dall’allora sindaco Di Brino, si cercò mettendo insieme le risorse umane di Urbanistica e Lavori pubblici di ovviare a una penuria di dipendenti che complice il blocco del turnover

nella pubblica amministrazione si faceva anno dopo anno più emergenziale. Ora, come avvenuto per la vicenda del comandante della polizia municipale, l’amministrazione Sbrocca ha deciso di correre ai ripari, sfruttando delle graduatorie di selezione per personale esterno che erano state validate anni fa.

Tre sono gli istruttori amministrativi che saranno chiamati con lo scorrimento della graduatoria medesima, di livello D, il cui compito sarà quello di rendere più efficiente l’assessorato all’Urbanistica, quello chiave per la giunta Sbrocca, che punta a rilanciare l’intero territorio comunale.

Rischio idrogeologico, occorrono investimenti I responsabili dei Consorzi di bonifica lanciano l’allarme sugli argini dei corsi d’acqua TERMOLI. Occorre investire adeguatamente negli interventi di mitigazione dei rischi idrogeologici, e le strutture dei Consorzi di Bonifica rappresentano uno strumento efficiente per predisporre e realizzare i progetti di intervento, sui quali occorre creare le adeguate sinergie istituzionali, anche attraverso l’utilizzo dei fondi comunitari 2014-2020, insieme ad interventi innovativi mirati ad opere ambientali ed idriche quali: tutela della biodiversità, “rinaturazione” dei corsi d’acqua, creazione di invasi, infrastrutture per l’utilizzo delle acque reflue depurate, interventi per la fitodepurazione ecc.. E’ la posizione espressa dalla delegazione dei Consorzi di Bonifica del Molise, guidata dal presidente dell’Unione Molisana Giorgio Manes, alla Conferenza Interregionale dei Consorzi di Bonifica che si è svolta a Bari, a cui ha partecipato anche l’assessore Regionale all’Agricoltura del Molise, Vittorino Facciolla. Durante l’incontro a Bari, la delegazione molisana ha sottolineato che il territorio del Molise,

come ormai si registra diffusamente in Italia, vede l’aggravarsi di problemi, causati anche dai cambiamenti climatici, che portano al susseguirsi irregolare ed anomalo di sempre più gravi periodi di siccità, che colpiscono le coltivazioni proprio nei momenti in cui hanno maggior bisogno di acqua, alternati a periodi di piogge violente ed alluvioni, così

che aumentano le aree ad elevata vulnerabilità idrogeologica. L’erosione sistematica, che vede la continua e pericolosa diminuzione della superficie agricola utilizzata, accentua ulteriormente i rischi ambientali. Giovedì 5 Febbraio, l’Associane Nazionale dei Consorzi di Bonifica presenterà ufficialmente, nella sala della Presidenza del Consiglio a Roma,

i dati dell’annuale report sulle opere necessarie per ridurre il rischio idrogeologico nel Paese. Sarà la testimonianza del quotidiano lavoro dei Consorzi di Bonifica per una Italia sicura ma, soprattutto, sarà una sollecitazione a far fronte alla necessità di scelte indifferibili per il futuro dell’Italia, la cui ripresa è penalizzata anche da scelte urbanisti-

che dissennate e dalla piaga dell’abusivismo edilizio. La tutela del territorio, ha sottolineato Giorgio Manes, non è alternativa, ma complementare allo sviluppo economico nel nuovo modello di Paese, che vogliamo contribuire a realizzare. L’assessore Regionale all’Agricoltura del Molise, Vittorino Facciolla, ha evidenziato l’impegno della Regione Molise a predisporre ed attivare, sia all’interno della nuova programmazione 2014/2020 sia utilizzando possibili risorse nazionali, progetti per la adeguata gestione delle acque e per la mitigazione del rischio idrogeologico, attraverso interventi che vedono nei Consorzi di Bonifica affidabili attuatori. L’esigenza di adeguati interventi di manutenzione e sistemazione delle reti idriche molisane si è stratificata nel tempo, ma l’attenzione della Regione Molise ad innescare attività virtuose in una logica di gestione attenta delle risorse economiche reperibili, a livello nazionale come con la nuova programmazione europea, è tra le priorità.



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Opinioni

29 gennaio 2015

di Vincenzo Di Giacomo* n questi ultimi anni, l’Associazione Nazionale Magistrati del Molise ha conseguito una serie di importanti obiettivi. Vorrei ricordare, da ultimo, quello proteso a scongiurare la soppressione della locale Corte di Appello, che avrebbe trascinato con sé tanti altri Uffici giudiziari e non giudiziari, dal che sarebbe tra l’altro conseguito un ulteriore gravissimo danno per l’economia dell’intera regione, che già sta vivendo momenti drammatici. Abbiamo dato il nostro contributo, unitamente all’Ordine Forense distrettuale, anche attraverso tempestivi interventi personali presso il Ministero della Giustizia, siamo stati i primi a muoverci in Italia, e poi si sono mossi anche altri soggetti ed altri distretti, così che allo stato attuale il discorso è rimasto sospeso e speriamo che venga abbandonato del tutto. Un altro importante obiettivo conseguito dalla nostra ANM/Molise è stato quello di ottenere, probabilmente per la prima volta nella storia di questo distretto, il sostanziale pieno organico dei magistrati che operano presso i vari Uffici giudiziari della nostra regione. Ed anche in questo caso, per ottenere tale risultato, abbiamo avuto una serie di contatti e ci siamo recati ripetutamente a Roma, unitamente ai rappresentanti dei vari Ordini degli avvocati. Purtroppo, però, il pieno organico dei magistrati non basta a risolvere i gravissimi problemi che affliggono il sistema Giustizia nel nostro Paese. E ciò perché questo organico andrebbe necessariamente incrementato (a parte la risicata aggiunta dei giudici onorari attualmente in servizio), visto che la pianta organica dei magistrati è rimasta pressocché immutata da oltre mezzo secolo, mentre la popolazione è aumentata di milioni di unità e così pure i processi sono aumentati in maniera esponenziale. Per cui, pur essendo i nostri magistrati come dirò oltre tra i più produttivi in Europa, le cause durano a lungo e molti processi cadono in prescrizione. A ciò aggiungasi che i concorsi per il personale ausiliario sono bloccati da oltre 15 anni (dal

La Giustizia 1999) e quindi si registrano gravi carenze di questo personale, le strutture (uffici, aule, mobilio, ecc.) sono assai fatiscenti, le cancellerie restano spesso persino senza carta e penne e le strutture informatiche continuano a presentare farraginosità legate a problemi di sistema. Se non si risolvono questi problemi, non si riuscirà a sanare quella che oggi è una delle piaghe più evidenti del sistema giudiziario: la lunga ed irragionevole durata dei processi, che tra l’altro allontana gli investimenti, perché solo se la Giustizia civile funziona velocemente e bene i crediti vengono prontamente riscossi e quindi gli investimenti stranieri vengono attirati, mentre, in caso contrario, non solo gli investimenti stranieri non vengono attirati ma i capitali nazionali vengono esportati. Per non parlare poi dell’altra grave piaga, co-

stituita dalla violazione dei diritti umani dei detenuti specie per via del sovraffollamento delle carceri, che tra l’altro espone il nostro Stato alle condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ed infine, c’è la questione ricorrente e che a breve tornerà probabilmente sul tappeto della separazione delle carriere. Si tratta di una riforma che a mio sommesso avviso potrebbe anche condividersi in linea di principio, ma dietro la quale si cela un grave pericolo, quello di giungere in ultima analisi all’obiettivo (più o meno sottinteso) della subordinazione del P.M. al potere esecutivo (e cioè al Governo, o al Ministro della Giustizia) o magari al potere legislativo (ossia alla maggioranza parlamentare), il che significherebbe che l’azione penale verrebbe bloccata in caso di coinvolgimento dei poteri forti, direttamente o indirettamente col-

senza alcun finanziamento pubblico

legati alla politica. I corrotti ed i corruttori resterebbero così di regola impuniti, come lo resterebbero i grandi evasori fiscali, i bancarottieri, i grandi truffatori, i ladri di Stato e la stessa criminalità organizzata, per via dei suoi non infrequenti legami col potere politico. Perciò, per tutte le cose sin qui esposte, attenzione a porre mano in un modo o in un altro al principio dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura, che è un principio che i nostri Padri costituenti posero non quale privilegio per i magistrati, ma quale garanzia per tutti i cittadini e specialmente per le fasce sociali più deboli, per le classi subalterne e per le grandi masse che rappresentano la stragrande maggioranza del popolo italiano, perché solo un giudice autonomo dai poteri forti ed indipendente dai poteri forti è un giudice veramente terzo e quindi veramente imparziale, che giudicherà dunque con la dovuta terzietà ed imparzialità i casi che gli vengono sottoposti, senza il pericolo di favoritismi delle parti più forti in danno di quelle più deboli, senza il pericolo di realizzare una giustizia forte con i deboli e debole con i forti, un sistema in cui i cittadini non sono tutti uguali di fronte alla legge, a tutto discapito dello stesso principio di democrazia, a tutto discapito dello Stato di diritto. Ecco, noi operatori del diritto queste cose abbiamo il dovere morale di dirle ed anche di denunciarle, abbiamo il dovere di mettere i cittadini in guardia dai tentativi ricorrenti di riformare la magistratura subordinandola ai poteri forti, anziché di riformare la Giustizia, perché è di quest’ultima riforma, sinora sostanzialmente inattuata, che invece il Paese ha assoluta necessità. Dopodiché, ovviamente, chi fa le riforme in rappresentanza del corpo elettorale sono il Parlamento ed il Governo, e, alla fine del discorso, la conclusione resta sempre quella che ogni popolo ha i politici che si merita ed ha i giudici che si merita. *PRESIDENTE ANM Molise

Il mistero della Tavola Osca Pietrabbondante e le sue ricchezze Nel 1848 comparve sul “Bullettino dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica” di Roma, esattamente nel numero di ottobre, la notizia del ritrovamento di una tavoletta di bronzo, incisa su ambedue le facciate, recante scritte in lingua osca, la lingua dei Sanniti Pentri. La notizia proveniva da un agnonese, il “dottore fisico” Francesco Saverio Cremonese, che risulta essere stato anche sindaco della fiorente cittadina altomolisana dal 1841 al 1846, ed era corredata da molti elementi descrittivi del luogo e delle condizioni del ritrovamento, ma non dell’autore. Prendendo spunto da questi elementi, due attenti studiosi della storia molisana, principalmente di quella sannitica, hanno voluto approfondire le conoscenze su quella che da sempre viene chiamata la “Tavola di Agnone” ed hanno raccolto tanti elementi da pubblicare in un libro che hanno intitolato: “Gli enigma - La tavola osca e Pietrabbondante”; gli autori sonoPaolo Nuvoli e Bruno Paglione. Nuvoli, laureato in giurisprudenza e docente di materie giuridiche ed economiche, ha scritto vari libri sulla storia sannitica, oltre ad aver fatto una brillante carriera politica; Paglione, profondo conoscitore del territorio molisano, ha collaborato con le università del Molise, di Roma

e di Ferrara ed è stato negli anni scorsi Ispettore Onorario per i beni archeologici della Provincia di Isernia. In occasione della interessantissima ed affollata presentazione del libro, che si è tenuta ad Isernia nell’aula magna dell’ITIS,gli autori hanno premesso che hanno voluto guardare alla storia del nostro territorio con occhi diversi da quelli ormai entrati nella consuetudine. “Scopo del libro – ha spiegato Nuvoli - non è quello di imporre una diversa “verità”, ma di sollecitare altre ricerche ed approfondimenti partendo da ele-

menti che contrastano con quanto è stato detto e scritto finora”. L’aspetto più eclatante che è emerso riguarda la “Tavola Osca”: gli autori hanno avanzato il sospetto che non sia stata trovata tra Agnone e Capracotta, in contrada “Macchia” ed esattamente nel luogo chiamato “Fonte del Romito”, come vuole la tradizione, ma che provenga da Pietrabbondante e varie vicende confermano questa conclusione. In particolare gli autori del libro analizzando le descrizioni del luogo del ritrovamento e perlustrando attentamente il terreno hanno trovato che quanto scritto a suo tempo dal Cremonese risulta in gran parte fantasioso e non rispondente alla realtà. Nessun tempio è mai esistito in quel luogo, nessun muro al quale avrebbe dovuto essere appesa la Tavola, nessuna pietra concava particolare all’interno della quale si conservasse perfettamente. Inoltre, le ricerche in molte biblioteche, tra cui quella di Agnone, hanno fatto scoprire che anche molti altri studiosi avevano maturato gli stessi dubbisenza che questo riuscisse a modificare l’opinione corrente ormai radicata. Insomma il mistero circonda la Tavola Osca, mistero che si scioglierebbe se venisse indicato come

luogo del ritrovamento Pietrabbondante, cioè il luogo dove sorge il grande centro religioso e politico dei Sanniti. Ma non si fermano qui le convinzioni degli autori, essi ritengono che, poco dopo il ritrovamento, della Tavola sia stata fatta una copia perfetta da qualcuno dei raffinatissimi artigiani di Agnone e che questa, non l’originale, sia stata venduta nel 1867 all’antiquario di Roma, Castellani, e da questi nel 1873 al BritishMuseum di Londra. Nel libro si parla anche diffusamente del sito archeologico di Pietrabbondante, in proposito l’architettoAlberto Sposito, docente presso l’Università di Palermo, ha sollevato forti perplessità sulla ricostruzione del luogo suggerendo che “la ricerca archeologica continui, ma con un approccio interdisciplinare che aiuti a ricostruire la storia del territorio ed eviti irrimediabili errori interpretativi”. In effetti Nuvoli e Paglione presentano un’attenta ricostruzione storica, valutando gli avvenimenti che si sono succeduti negli anni, ed arrivano a concludere che il sito religioso di Pietrabbondante in realtà fosse l’antica Herculaneum, perché lì era particolarmente attiva la devozione nei confronti di Ercole, come dimostrano i ritrovamenti di

una grande statua in pietra edi molte statuette votive in bronzo raffiguranti quel dio. Inoltre ritengono che si possa dimostrare che la mitica BovianumVetussi trovasse nel territorio che oggi è del comune di Campochiaro, dove sono presenti i resti di un grande edificio di culto e di un importante insediamento sannitico con numerose sepolture. Lo storico, Natalino Paone, ha sollecitato un grande sviluppo dell’archeologia orientata ad ampliare le conoscenze sulla storia dei Sanniti. “Non possiamo accontentarci – ha dichiarato Paone – delle poche cose che ha scritto Tito Livio perché questi era romano ed ha raccontato i fatti da vincitore. E’ indispensabile, inoltre, un museo nazionale sannitico che raccolga tutti i reperti riguardanti quel grande popolo oggi distribuiti in modo disorganico in tantecittà”. Le conclusioni del Prof. Nuvoli sono amare: egli parla di una vera e propria colonizzazione culturale attuata dallo Stato. “Lo Stato nulla depreda – sostiene – anzi tutela e conserva, e lo fa tanto bene che gran parte del materiale resta invisibile, ben riposto in vere e proprie arche la cui stessa ubicazione è misteriosa”. “Per i cittadini, per i fruitori, molisani e non – aggiunge – Pietrabbondante rimane un luogo irrisolto, pressoché sconosciuto e desolato. I Giornali di scavo, gli inventari, la documentazione topografica, fotografica e progettuale non risultano pubblicati, solo qualche lavoro monografico non sempre reperibile”.



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