Pd,frittata molisana in salsa fanelli

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 206 sabaTo 19 seTTembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a giuseppe Cecere

Mentre la Regione è a rischio seRvizio a pagina 3

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Giuseppe Cecere. L'ottimo chirurgo dell'ospedale "Cardarelli" di Campobasso è stato chiamato a presiedere il Gruppo specialistico regionale per l’attuazione del programma "Screening oncologici" e per l'assolvimento di ogni correlato debito informativo, nonché responsabile scientifico dello screening oncologico regionale relativo al colon retto. Conoscendo la serietà e la professionalità del medico, riteniamo che sia stata fatta una scelta giusta. Come giusta la decisione di dare vita al Gruppo specialistico con Giovanni Della Valle, Carla Giammaria e Loredana Paolozzi

il Tapiro del giorno a salvatore Ciocca

Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Ciocca. Ci saremmo attesi dall'eclettico consigliere delegato per laProtezione civile di conoscere il suo parere in merito ai ritardi dei pagamenti alle imprese molisane dopo avere strombazzato immediati interventi. Purtroppo, registriamo il silenzio. e, ancora: parla giustamente dei lavori necessari atti a riqualificare definitivamente la fondovalle del Tappino all'altezza di Pietracatella. E' vero che deve intervenire l'Anas ma non avrebbe dovuto chiedere lumi anche all'assessore regionale ai Lavori pubblici?

Pd, frittata molisana in salsa Fanelli


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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2 19 settembre 2015

Istituito il Gruppo specialistico regionale per l’attuazione del programma “Screening oncologici”

Nel mare magnum del disastro sanitario un raggio di luce per i malati di tumore

Sotto osservazione la mammella, il colon retto e la cervice uterina Per l’attuazione del Programma “Screening oncologici”, il direttore generale per la Salute Marinella D’Innocenzo, ha provveduto a costituire il Gruppo specialistico regionale. Una decisione attesa ed opportuna per dare una riposta organizzativa ai problemi sanitari e di gestione a un settore, quello dei tumori, estremamente delicato, importante per la salute, e impegnativo sotto il profilo professionale. La decisione rientra a pieno titolo nel Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018, all’interno del quale, appunto, c’è il Programma “Screening oncologici”, ovvero: mammella, colon retto e cervice uterina. Sul piano organizzativo viene pertanto compiuto un concreto passo avanti, che certamente aiuterà al meglio l’applicazione degli interventi, delle cure e dell’assistenza. Nel mare magnum della sanità molisana investita da polemiche, insoddisfazioni, inefficienze, difficoltà di ogni genere, con ridu-

zioni drastiche di reparti, di servizi e di personale, questa decisione della D’Innocenzo è un piccolo squarcio di luce, accompagnato da una lunga scia di speranze da parte dei malati oncologici. Importante, inoltre, è

lettera aperta Spett. Redazione

E’giusta l’indignazione di noi molisani per l’esclusione di Termoli dalle fermate del Frecciarossa. Questo dimostra, ancora una volta, in che considerazione ci tiene Trenitalia, ricordando tutti gli altri problemi relativi alla tratta per Roma. Per il Frecciarossa pare sia un problema di numeri di utenza. Apparteniamo ad una piccola regione e le città che il Frecciarossa attraversa valgono da sole l’intero Molise, ma questo non giustifica la mancata fermata, che non è riferibile alla sola Termoli ma a Campobasso e al Molise. Per questo Termoli non va considerata come una semplice stazione costiera, con utenza limitata al solo suo territorio, ma la porta del Molise dall’adriatico. Voglio fare, però, alcune considerazioni in merito alla mobilità pubblica in Molise e alla difficoltà, per un comune utilizzatore

sapere che il Gruppo specialistico regionale opererà in stretto raccordo con la Unità operativa complessa (Uoc) di oncologia e con il responsabile della costituenda Rete oncologica regionale. Fare rete, creare sinergia è un altro

punto cardine da valorizzare e, come si può constatare, tutto sta andando in quella direzione quantomeno per ciò che riguarda l’oncologia, soprattutto quando, e si spera velocemente, verrà costituita la Rete oncologica regionale. Tra

tante notizie deprimenti in materia di sanità pubblica una notizia sollevatrice. Ad assumersi il compito di dare anima, cuore e professionalità al Gruppo specialistico regionale saranno Giuseppe Cecere quale referente regionale per l’attuazione del Programma “Screening oncologici” di cui al decreto del commissario ad acta 50/2015, e per l’assolvimento di ogni correlato debito informativo,nonché responsabile scientifico dello screening oncologico regionale relativo al colon retto; Giovanni Della Valle quale responsabile scientifico dello screening oncologico regionale relativo alla mammella; Carla Giammaria quale responsabile scientifico dello screening oncologico regionale relativo alla cervice uterina; infine Loredana Paolozzi quale responsabile amministrativo delle attività degli screening oncologici. Dardo

Frecciarossa, passa e va

di mezzi pubblici, di avere servizi locali che siano integrati con quelli nazionali a lunga percorrenza. Per viaggiare verso il Nord Italia, come è intenzione della maggior parte degli utenti, partendo da Campobasso in pullman, l’unica possibilità per prendere il Frecciabianca delle 7.21 per Milano è partire alle 4.35. Qualche possibilità c’è per il Frecciabianca delle 9.26, partendo alle 7.45 da Campobasso. In ogni caso si scende al terminal autobus di Termoli e da qui in navetta o a piedi si dovrebbe raggiungere la stazione ferroviaria in tempo utile! Stesso disagio per il Frecciabianca in partenza alle 11.26. Di ritorno dal Nord, nel pomeriggio, vi è un’analoga situazione, a cui si aggiunge il ritardo di qualche minuto del treno. E’ necessario che i servizi locali siano ben integrati per favorire il raggiungimento della stazione di Termoli in tempi certi ed invogliare l’utenza. Potremmo avere

qualche viaggiatore in più sul treno e far valere le nostre richieste sulle fermate. Mi viene in mente un aneddoto (frutto di una ricerca personale). Quando si doveva dare un nome al famoso Regio Liceo di Campobasso (metà ottocento) fu scelto

quello di Mario Pagano (molisano? No). Alle rimostranze dell’ élite del tempo, sulla mancata intitolazione a Vincenzo Cuoco, il Ministro del Regno di Napoli rispose che nel paese dello storico ed in tutta la provincia non si è trovato “un sasso” che lo ricor-

dasse. Pretendiamo la fermata, ma facciamo in modo che ci siano i viaggiatori per il Fercciarossa. Distinti Saluti Michele Rocco


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3 19 settembre 2015

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L’affondamento della giunta brasiello al Comune di Isernia aggiunge un ulteriore tassello alla battaglia di uomini e posizioni che si svolge all’interno del Partito Democratico. Battaglia di sempre più difficile lettura e comprensione

Lotta senza quartiere a spese dell’intera regione Prima una questione formale, poi, magari, passiamo alla sostanza. Cosa pensare di un amministratore, di un uomo di partito, che, per parlare di sé stesso, usi la terza persona? Prendete Danilo Leva, deputato del Partito Democratico, ad esempio. Nella sua estenuante battaglia contro Micaela Fanelli, scrive: “ Il precedente segretario regionale del PD…”; ma parla, con tutta evidenza, di sé stesso. Così, a spanne, si dovrebbe avere molta più empatia ed affinità elettiva verso chi, molto più umanamente e schiettamente, avrebbe scritto: “Io, Danilo Leva, in qualità di segretario regionale del PD, prima dell’elezione di Micaela Fanelli…” o qualcosa di simile; pare anche voi? A volte la forma si fa sostanza, purtroppo per l’onorevole Leva. Sbrigato questo passaggio, che pure ci sembrava doveroso, andiamo pure, dolorosamente, alla sostanza. Quella di un Partito Democratico molisano all’interno del quale le lotte si stanno facendo sempre più (politicamente) cruente e, cosa ancora peggiore, di sempre più difficile lettura e comprensione. Il caso dell’affondamento della giunta Brasiello al Comune di Isernia è davvero emblematico. Pur essendo onestamente evidenti movimenti di correnti e schieramenti, è anche vero che il risultato finale è stato ottenuto fuori dall’abituale schema: sinistra interna contro renziani. Sicuramente perché all’ex

Stefano Buono* La crisi politica di Isernia , che ha determinato la caduta dell’amministrazione Brasiello, ha mandato in scena un teatrino spiacevole, nel quale, i protagonisti si sono impegnati a scaricare l’uno sull’altro qualsivoglia responsabilità senza essere capaci di fare un’analisi politica oggettiva. Il vero nodo è l’assenza totale di una classe dirigente capace di amministrare , a tutti i livelli, portando a termine il mandato e producendo effetti positivi sulla qualità della vita dei cittadini. Bisogna cominciare a ragionare sulla lancetta delle ore e non sempre su quella dei secondi se vogliamo che la situazione cambi radicalmente. Questo è ciò che chiedono i territori e i cittadini, oramai abbandonati a loro stessi . A questo dovrebbe servire il ruolo di un partito che sia degno di essere chiamato tale. Certamente non va in tal senso l’azione (?) di Micaela Fanelli , segretario fantasma del PD Molise, che dimostra puntualmente , non solo di non saper dare una prospettiva politica , ma di non avere il benché minimo controllo del suo partito. Ma ragioniamo sulla lancetta dei secondi . Il

di Giovanni Muccio* In tempi non sospetti il Movimento regionale del Guerriero Sannita, aveva fatto sentire la propria voce sull’andamento politico-amministrativo che non rispecchiavano gli impegni assunti con il Popolo pentro nell’ambito del programma elettorale della coalizione di Centrosinistra, dopo la vittoria ci si è mossi in egual misura come la politica regionale del “Molise dei pochi”. Impegni programmatici non mantenuti e scelte politiche non condivise, non ultimo la nomina di due assessori esterni usciti dal cilindro e l’appello in extremis del Presidente del Con-

sindaco viene contestata, di base, una pessima amministrazione quotidiana e una posizione più che succube rispetto a dinamiche di partito a livello regionale, ma, probabilmente, anche perché a furia di rincorrersi col coltello tra i denti l’intreccio dei torti e delle ragioni diviene inestrica-

bile; il monte dei rancori invalicabile. “Il precedente segretario regionale del Pd – diceva, quindi, Danilo Leva, riferendosi a se stesso - ha impiegato molti anni per costruire un’alleanza credibile che portasse il centro-sinistra alla guida della città di Isernia. Mentre, l’attuale segretario regionale

solo qualche mese per distruggere tutto. Nella gestione di questa crisi è mancata una direzione politica, una visione complessiva. Per mesi il segretario regionale ha alimentato, ha assecondato i dissidenti, pur di non perdere qualche consenso in assemblea regionale, senza però, poi, essere capace di ricondurre il tutto ad una sintesi unitaria. E il giorno dopo il disastro ho atteso invano qualche parola ma ho trovato solo considerazioni sulla bellissima festa dell’uva del suo comune.” E meno male che tra Regione, Comune di Campobasso e Comune di Isernia, il Partito Democratico poteva affacciarsi ad una stagione di leader indiscusso delle sorti a tutto tondo di questa regione. Quando il consigliere regionale Massimiliano Scarabeo andò incontro ai suoi giorni , politicamente, più sfortunati, il segretario regionale Fanelli in meno di ventiquattro ore riuscì a convocare l’assemblea regionale per chiederne la testa, seduta stante. Nel caso della crisi al Comune di Isernia, invece, il più eloquente dei silenzi, il più insondabile disinteresse. Certamente anche queste faccende hanno armato la penna del deputato Danilo Leva. A livello più generale possiamo solo riscontrare che il partito monopolista delle sorti istituzionali, economiche e sociali della regione assomiglia più ad un fight club metropolitano che ad un’accolita di eletti.

Isernia, metafora di una degenerazione politica giorno dopo il disastro di Isernia il Segretario Dem commenta sostenendo che la segreteria regionale ha lavorato molto affinchè si trovasse una soluzione : peccato che parte dei dissidenti fossero del PD e alcuni proprio Fanelliani ! Dovrebbe dimettersi o dovrebbe , quantomeno , chiedere chiarimenti ai dissidenti . Ma, invece, ha preferito attribuire esclusivamente a dinamiche locali la caduta del governo comunale. Oramai si è compreso quale sia la vera linea politica di Micaela Fanelli : ottenere a tutti i costi un seggio in parlamento, un assessorato regionale , un paracadute personale (nucleo di valutazione investimenti regione Molise ad € 400.000,00 in cinque anni ). A costo di non avere più il controllo della maggioranza del partito che in

Molise sta naufragando , a costo di non preoccuparsi dei problemi dei molisani ,dei precari , dei disoccupati , delle imprese che quotidianamente chiudono , a costo di non prendere mai una vera posizione pur di non scontentare qualcuno in assemblea. Insomma un grande segretario riformista. E’ evidente come non sia oramai un interlocutore politico.Se vogliamo dare vera discontinuità, abbiamo oggi la necessità di prendere atto che le politiche regionali sono fallimentari perché prive di alcun respiro progettuale , non solo perché declinate da personaggi non all’altezza.Per questo il mero appuntamento con il rimpasto di giunta regionale non ha senso e nessuna possibilità di invertire la rotta. .Solamente se vi fosse la capacità di operare un atto

Siamo al Molise di pochi siglio Capone al Centrodestra per mantenere in piedi una amministrazione moribonda, hanno portato all’implosione di una coalizione e la conseguente caduta del Sindaco Brasiello. Il Movimento non condivide i vari appellativi di “Kamikaze, folli, incapaci ecc”, rivolti nei confronti di coloro i quali con il loro voto contrario hanno fatto cadere l’Amministrazione comunale, al contrario, per il Guerriero Sannita rappresentano degli eroi in questi tempi dove il politico in generale è attaccato alla poltrona.

Infatti gli isernini nel bene o nel male rappresentano sempre l’innovazione politica regionale, non ricordo che consiglieri comunali di maggioranza e in particolare di capoluoghi di provincia, abbiano deciso con il proprio voto di andarsene a casa anticipatamente e non parliamo di qualche mese, ma di anni interi, rinunciando al proprio ruolo e perchè no, anche alle indennità economiche. E’ evidente che tale gesto è stato sofferto da ognuno di loro, così com’è vero è stato meditato e convinto. A parere del Movimento regionale del Guerriero

formalmente coraggioso di azzeramento della giunta e superamento della crisi sulla base di un nuovo programma condiviso su pochi grandi temi che oggi affliggono la regione ( sanità, lavoro, deindustrializzazione, sviluppo ambiente, moralizzazione della politica), affidato a uomini e donne credibili, si può sperare di non gettare l’ultima parte di legislatura. Questa è l’unica e seria partita giocabile.Vedremo se Micaela Fanelli e il presidente Frattura saranno all’altezza della sfida oppure, come sempre, giocheranno una partita al massacro per il PD e per l’intera regione Molise cercando di salvaguardare soltanto i propri interessi. Molise Democratico

Sannita alle prossime amministrative comunali d’Isernia, non basta certamente un vestito nuovo per ricrearsi la “verginità” perduta, questo potrebbe servire solo se il “Molise di pochi” a livello regionale, si siede intorno ad un tavolo e con tanta UMILTA’ cominci a porsi delle domande di dove stanno andando e portando questo Molise. Ottobre è prossimo, gli impegni si avvicinano, le nomine politiche e amministrative sono in scadenza, il “Molise di pochi” decida se continuare ad essere tale o invertire la rotta, ricostruendo un vero Centro-sinistra. * Presidente regionale del Guerriero Sannita


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19 settembre 2015

20 settembre 2015 a Napoli: giornata nazionale in difesa del diritto all’Acqua e contro ogni forma di privatizzazione delle fonti e della gestione del servizio idrico integrato La mobilitazione popolare è un chiaro segnale che la democrazia in Italia è ormai manipolata, gestita e realizzata in chiave autoritaria e speculativa da un presidente del consiglio dei ministri nominato e giammai eletto Se i referendum hanno un senso e sono la vera espressione di volontà del popolo, bene, domenica 20 settembre, a Napoli, daranno la loro dimensione a quella parte della politica e al Governo Renzi che del referendum contro ogni formai di commercializzazione e privatizzazione dell’acqua del 12 e 13 giugno 2011 ha deciso di farne carta straccia. A Napoli il popolo sovrano e i sindaci di buona volontà per ribadire, in perfetta sintonia con il la recente risoluzione del parlamento europeo, che l’acqua non può essere oggetto di trattati internazionali né, soprattutto, oggetto di commercio, di speculazione, di privatizzazioni ma bene inalienabile a disposizione di tutti. A Napoli, con popolo che avverte il pericolo di vedersi sottratto un diritto vitale, una notevole rappresentanza sociale, politica e culturale per dire al presidente del Consiglio dei mini-

stri e al suo decreto “ Sblocca Italia” di aver imboccato la strada sbagliata, quella che porta l’acqua alle multinazionali. Faranno sentire la loro voce e spiegheranno le loro ragioni in difesa dell’acqua “bene pubblico inalienabile” padre

Alex Zanotelli, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, le istituzioni e i sindaci d’Italia che sono per il rispetto referendario, la rete dei sindaci “No Gori”, il commissario straordinario dell’Azienda speciale Abc Napoli, Maurizio

Montalto, il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, i comitati e i coordinamenti territoriali e regionali, le associazioni, i lavoratori, gli attivisti, i cittadini. Naturalmente, per il Molise non potrà mancare il sindaco di Campodipietra Peppe Notartomaso che della battaglia in difesa dell’acqua “bene pubblico inalienabile” e dell’autonomia delle amministrazioni locali è indiscutibilmente il paladino. A lui lo scettro della controversia con la Regione per l’istituzione dell’Ente per la gestione dell’ambito Molise (Egam), in attesa del pronunciamento del Tar sulla legittimità di quell’Ente e sulla assurda obbligatorietà di aderire da parte dei comuni. Un aborto logico sicuramente, un atto politicamente surrettizio e giuridicamente discutibile. La manifestazione napoletana è un ulteriore segno che la politica del Governo nazionale sulla mancata intangibi-

lità delle risorse idriche ormai è completamente sballata, fuori dalla sensibilità popolare, dai valori universali ribaditi da Papa Francesco, e sfacciatamente rivolta a soddisfare le fauci degli speculatori, dei distruttori dell’ambiente, dei grandi capitali. A Napoli per dire No a tutto questo. A Napoli sarà sottoscritta una dichiarazione per il Diritto all’Acqua e sarà costituita una rete nazionale a difesa dei Referendum 2011, figlia delle esperienze dei territori. Verrà condivisa, e ulteriormente approfondita, la Carta d’Intenti redatta 13 giugno 2015 in previsione di una ulteriore grande manifestazione nazionale. La mobilitazione popolare è un chiaro segnale che la democrazia in Italia è ormai manipolata, gestita e realizzata in chiave autoritaria e speculativa da un presidente del consiglio dei ministri nominato e giammai eletto.

“Più risorse alle politiche sociali” Si è svolto presso la Quarta Commissione Consiliare presso la sede del Consiglio Regionale nella giornata del 14 settembre 2015, l’audizione sul Piano Sociale Regionale 2015-2018, durante il quale si sono esaminate le proposte provenienti da tutti i soggetti interessati al provvedimento che a breve dovrà essere licenziato in Consiglio Regionale. Tra i partecipanti, Pino Aurisano, Segretario Generale molisano della Uil Pensionati che a margine della riunione ha dichiarato “Abbiamo chiesto che le indicazioni provenienti dalle Organizzazioni sindacali siano tenute in giusta considerazione, puntando esse al miglioramento dei servizi nei confronti delle classi più deboli. Ad oggi, infatti, non riscontriamo ancora finanziamenti sufficienti a garantire dei servizi minimi a favore delle categorie in difficoltà, quali quelle dei malati e degli an-

La Uil e la Uil Pensionati tornano a battere il tasto sulla cassa ziani e a riguardo chiediamo di integrare le economie destinate alle politiche sociali ed al fondo sull’autosufficienza. Bisogna, dunque, aumentare le poste sulle attività previste nei piani delle politiche sociali, rinforzando al meglio il Piano Sociale con quello Sanitario, considerato che i due documenti molto spesso hanno l’unico obiettivo di tutelare e sostenere le medesime categorie di persone. Così facendo, poi, si accantonerebbero delle risorse, difatti con un Piano Sociale attento che miri alla prevenzione ed al benessere degli anziani e dei malati, si andrebbero a generare risparmi sulla spesa sanitaria che spesso è chiamata a sopperire anche a lacune e mancanze di carattere sociale generate da disattenzione e

negligenza verso i più deboli. È ormai un dato certificato, infatti, che aumentando i servizi sociali a favore degli anziani,

diminuiscono le richieste di prestazioni ospedaliere spesso legate a disagi di carattere umano e sociale.”

“Inoltre, hanno aggiunto dalla segreteria Generale, chiediamo con forza di sostenere maggiormente le case per anziani e non autosufficienti visto che il numero degli utenti è in continua crescita ma l’offerta ad essi riservata spesso non è adeguata a sopperire tali richieste. Così come riteniamo non più differibile l’istituzione del servizio di telesoccorso che in diverse Regioni d’Italia è attivo e contribuisce anche a salvare delle vite. La Uil, comunque, sarà sempre attenta a questo tema fondamentale del viver quotidiano e del benessere delle categorie svantaggiate restando aperta al dialogo con tutte le parti coinvolte ma ferma sulle sue posizioni in materia di sostegno ad anziani e fasce deboli.” a


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5 19 settembre 2015

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A Palazzo san Giorgio è iniziata la fase di cambiamento organizzativo

Il fatto nuovo: dirigenti e funzionari collocati in base alle competenze rispetto alle funzioni

Tocca ora agli amministratori fornire idee, programmi e progetti da impostare e realizzare avendo a disposizione le strutture necessarie Le solite stucchevoli manfrine politiche che aprono e chiudono ipotesi di crisi, polemiche, contrasti, che rendono una rappresentazione abbastanza deprimente della pochezza politica dei protagonisti, sta letteralmente fagocitando, sottraendolo all’occhio del cittadino utente, il processo di riorganizzazione dei servizi e delle strutture municipali. A Palazzo san Giorgio sta avvenendo una sorta di rivoluzione, un rivolgimento destinato a produrre cambi e spostamenti di uomini e di funzioni e con essi una diversa concezione del lavoro e un diverso atteggiamento di fronte al concetto base di servizio pubblico nella Pubblica amministrazione, che al Comune di Campobasso aveva ceduto il passo ad un esercizio di potere, peraltro fine a se stesso. Viene rimossa una situazione decennale, stagnante e, nella sua stagnazione, ripetitiva, per fare luogo a un nuovo modello gestionale e comportamentale. La genesi di questo mutamento di mentalità è racchiuso nella relazione di Antonio Iacobucci alla sua proposta di riorganizzazione che la giunta presieduta dal sindaco Battista ha accolto e fatta propria. Uno dei pilastri su cui poggia la riorganizzazione è l’implementazione di gruppi dotati di notevole autonomia ed organizzati volta per volta in funzione degli obiettivi e risul-

tati da raggiungere. Si esce quindi dalla standardizzazione del lavoro, dai compartimenti stagni, per creare interattività e corresponsabilità. “In questa prospettiva – ha scritto Iacobucci – i dipendenti della nuova organizzazione dovranno imparare a lavorare in team, inseriti nelle strutture organizzative e non collegati a livello direttivo attraverso le tradizionali linee gerarchiche”. Gli obiettivi da raggiungere hanno 4 punti fermi cui attenersi per il successo. Sono: la missione, ovvero l’applicazione

dell’istituto della delega da parte dei dirigenti; la competenza, ovvero l’organizzazione operativa dovrà essere costruita sulle persone, sul contributo personale e specifico di ciascun collaboratore: in altre parole sulla competenza appunto; l’informazione, ovvero le conoscenze devono essere comunicate a tutti e non devono essere più esclusivo appannaggio del vertice o del titolare del procedimento amministrativo; la cultura, ovvero il tasso di responsabilità del personale nell’assumere i compiti affi-

dati e lo spirito di iniziativa che lo distingue. Coesione soprattutto, e capacità della dirigenza di motivare il personale posto costantemente nella condizione di avere le informazioni necessarie per operare con tranquillità. Prova decisiva quindi per Vincenzo De Marco che nella giostra delle rotazioni dirigenziali ha lasciato l’Urbanistica e la Polizia municipale per prendere i Servizi alla persona, il Commercio e l’Informatizzazione; Matteo Iacovelli al quale è stata confermata l’avvocatura cui

si sono aggiunti i Servizi generali e la Polizia urbana; Nicola Sardellla che si occuperà del Personale, dei Tributi, del Settore patrimonio e delle attività economiche (patrimonio e farmacie); Giovanna Iannnelli destinataria dell’Urbanistica e dei Lavori pubblici. Antonio Iacobucci che cura e coordina l’applicazione delle linee d’indirizzo e il controllo, almeno per una prima fase di avvio e di rafforzamento, curerà ad interim la Ragioneria e il Bilancio la cui titolarità è nelle attribuzioni di Nicola Sardella. Il segretario generale i compiti glieli assegna la legge. Di notevole e significativo è anche il movimento che vede coinvolti i funzionari Salati che lascia la gestione delle Gare d’appalto per andare ai Servizi demografici, Pisani che lascia l’Ufficio contratti ed economato destinato al Commercio e Macchiarola che lascia l’Ambientee va al posto alle Gare d’appalto e ai contratti. Tocca ora agli amministratori fornire idee, programmi e progetti da impostare e realizzare avendo a disposizione le strutture necessarie, le competenze opportunamente selezionate e motivate. Soprattutto se finiranno le manfrine politiche e il senso di responsabilità riuscirà a prevalere nella misura giusta per esprimersi a tutto tondo. Dardo

l’intervento

CAMPOBASSO. Nel secondo trimestre 2015 cresce il numero degli occupati in Molise di circa 1.700 unità rispetto allo stesso periodo di un anno fa (+1,6% in termini percentuali), attestandosi quindi ad un valore di circa 105.495 unità al 30 giugno 2015. Sono questi gli ultimi dati pubblicati dall’Istat nell’ambito della rilevazione sulle Forze Lavoro e che riguardano la regione Molise. L’aumento dell’occupazione interessa in particolar modo la componente maschile (+4,9% su base annua), mentre la componente femminile risulta ancora quella più penalizzata (-3,0%). All’aumento dell’occupazione corrisponde un aumento del tasso di occupazione che passa dal 49,8% del secondo

I dati dell’Istat Occupazione, qualche margine di miglioramento trimestre del 2014 al 50,9% del secondo trimestre del 2015. Resta ancora qualche preoccupazione per la situazione occupazionale regionale, se paragonata alla media nazionale. Se da un lato, infatti, aumenta il numero degli occupati e cala leggermente quello dei disoccupati, dall’altro il tasso di occupazione (50,9%) resta inferiore al dato medio nazionale (56,3%), mentre il tasso di disoccupazione, che pure diminuisce nell’ultimo trimestre, resta ancora maggiore di circa un punto e mezzo rispetto alla media nazionale (12,1%). In Molise, nel secondo trimestre 2015, si nota che il 46,8% degli occupati lavora nel settore Altri servizi (trasporti, attività finanziarie, attività immobiliari, ricerca,

servizi alle imprese, servizi alle persone, amministrazione pubblica ecc.) il cui numero degli occupati resta sostanzialmente stabile tra secondo trimestre 2014 e secondo trimestre 2015; il comparto che mostra la crescita percentuale maggiore è quello delle costruzioni, che assorbe circa il 7% degli occupati totali in regione: l’aumento è dell’11,5% che equivale a circa 800 occupati in più. Aumento del 9,1% anche nel commercio, alberghi e ristoranti (circa 1.000 occupati in più). Di contro il settore primario, che assorbe circa il 5,3% degli occupati, registra una diminuzione del 21,3% (-1.500 occupati in meno). Nel secondo trimestre 2015 il numero di persone in cerca di occupazione (16.650

nell’ultima rilevazione), come si diceva in precedenza, è stimato calare leggerm e n t e (-0,7% su base annua), a sintesi di un leggero aumento dei maschi (+0,3%) e di un calo per le donne (-2,1%). A beneficiarne è anche il tasso di disoccupazione che in Molise passa dal 13,9% al 13,6% di fine giugno 2015. I dati occupazionali di fonte Istat certificano il miglioramento anticipato nei movimenti occupazionali previsti dalle imprese molisane realizzati dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro e pubblicati lo scorso agosto.


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Campobasso

19 settembre 2015

Cappellacci incassa la fiducia del club, perde Gattari ma recupera Dimas Ma serve vincere per avviare la riscossa

di Gennaro Ventresca Pensavamo di avere un’auto sportiva, invece dopo tre scialbe giornate

di campionato abbiamo scoperto di aver portato a Selva Piana un diesel. Uscendo di metafora: Cappellacci ha spiegato che le sue squadre (come

quelle di Allegri) partono lente, ma poi finiscono in grande spolvero. Non ci resta che credere a questa versione. I tifosi, si sa, sono bambini mai cresciuti. Per accontentarli e far loro allontanare i cattivi pensieri basta il lecca lecca o uno steck ammantano di zucchero filato. E vai col diesel. Ma, per carità, a Jesi bisogna vincere. Altro che fandonie. Perché se Cappellacci vuol dire fiducia, una non vittoria dei rossoblù potrebbe aprire anche inquietanti scenari. E’ stato detto e scritto che i vertici societari hanno dato piena fiducia al mister che somiglia (esteticamente) a Socrate. Ma si sa che sono sempre i risultati a decidere le sorti di un tecnico. Non rischia invece di essere “ta-

gliato” Gattari, al quale una intelligente corrente di pensiero sarebbe propensa alla perdita della fascia di capitano. Come punizione per l’espulsione e le conseguenti tre giornate di squalifiche. E’ chiaro che nella città del Verdicchio che si sposa bene con le portate di pesce il capitano dovrà essere un altro. Magari Todino che contro la Samb è stato tra i migliori, ma alla fine del primo tempo è stato sostituito da Danilo Fusaro, per sistemare la difesa. Aveva fatto tremare i polsi anche Dimas, uscito sorretto dai medici del Campobasso, con la faccia sgualcita dal dolore. Sembra invece che le cose non sia poi così gravi. Domani, tanto per spiegarsi meglio, il brasiliano che sembra la controfigura di Puma Emerson, potrebbe scendere

in campo già con l’undici di partenza. Ma in questo caso Cappellacci si vedrebbe costretto a fare fuori nuovamente Todino, il beniamino dei tifosi (e dei cronisti), o a cambiare modo di giocare. Che poi non sarebbe un’ingiuria, visto come sono andate le cose al Napoli contro il belgi in Uuropa League: Sarri ha rivisto il modulo e per incanto si è ritrovato con una squadra più ordinata e, soprattutto, meglio attrezzata in difesa. Reparto in cui anche la nostra formazione ha mostrato più di una lacuna. I lapsus sono stati troppi nelle tre uscite ufficiali per dare la colpa solo ai singoli. Cinque reti subite in tre partite, contro le quattro segnate, sono la somma dei dolenti mal di pancia rossoblù.

Ruba denaro e vivande alle guardie ecologiche Il giovane è stato arrestato dai carabinieri stodite all’interno di un bar della stessa sede. Allertati i Carabinieri con una chiamata al 112 immediato l’intervento dell’Arma che ha sorpreso il 22enne il quale era ancora all’interno del bungalow e che ha candidamente ammesso che era sua intenzione rimanere lì a dormire ma essendosi anche appropriato di denaro ed alcuni generi alimentari è stato tratto in arresto. Sottoposto al rito direttissimo l’arresto del giovane è stato convalidato ed allo stesso è stata comminata la misura del divieto di dimora nel Capoluogo. Dopo essere stata recuperata, la refurtiva veniva riconsegnata ai proprietari mentre il CARUSO veniva giudicato con rito direttissimo presso il Tribunale di Campobasso.

Si era introdotto in una struttura ricettiva del corpo nazionale guardie ecologiche ambientali sito in Campobasso localita’ Tappino bosco Faiete dove forse aveva intenzione di impossessarsi di quanto trovava e bivaccare all’interno di un bungalow ma è stato sorpreso dai Carabinieri della Compagnia di Campobasso e tratto in arresto. Nella notte di Giovedì 17 i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, nell’ambito di servizi finalizzati alla repressione dei reati predatori ed incrementati negli ultimi tempi al fine di prevenire la perpetrazione di quei reati, hanno sorpreso C.M. classe 1993 che si era introdotto abusivamente all’interno di un bungalow in località Bosco Faiete forzando la porta di ingresso danneggiandone la serratura e si era impossessato di alcune vivande ed una piccola somma di denaro cu-

Open day in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer CAMPOBASSO. Lunedì 21 Settembre 2015 dalle ore 09.00 alle ore 19.00, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, l’Associazione AMMA e la Cooperativa Sociale Ricerca & Progetto organizzano una giornata “open day” presso il Caffè di Enrichetta sito in C.da Colle dell’Orso n.69, a Campobasso. In particolare alle ore 11.30 verrà presentato il programma “Alzheimer Molise”. “Sarà una giornata all’insegna della condivisione e della solidarietà” così afferma il Presidente dell’Associazione AMMA Antonio D’Ambrosio, il quale sottolinea “come siano importanti in Molise strutture come

quella del Caffè d’Enrichetta per offrire un’ulteriore possibilità ai pazienti e ai loro familiari di far fronte alla malattia”. “Iniziative come queste” - continua D’Ambrosio - “sono un monito a far sempre meglio anche in virtù degli ultimi dati sull’Alzheimer, una malattia che purtroppo colpisce sempre di più la nostra popolazione (il Molise si caratterizza per una percentuale di popolazione anziana tra le più elevate a livello nazionale, proprio per questo motivo le ultime statistiche stimano circa 7000 casi) e che non ancora ha a disposizione strutture adeguate per farvi fronte. L’obiet-

tivo è quello, infatti, di allargare l’operato del Caffè di Enrichetta anche a Termoli e Isernia. Naturalmente è importante avere un riscontro positivo dalle istituzioni, le quali possono contribuire a mantenere attivi progetti di questa importanza”. Il Caffè d’Enrichetta, promosso dall’Associazione AMMA e dalla Cooperativa Sociale Ricerca & Progetto e finanziato dall’UniCredit Foundation, è aperto dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle 13.00, e il Mercoledì e il Giovedì dalle 16.30 alle 18.30 in C.da Colle dell’Orso n.69, a Campobasso.


Campobasso

7 19 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Via Genova, la pulizia di Fare Verde La pinetina è nel pieno degrado. Troppi i rifiuti abbandonati CAMPOBASSO. La pinetina di via Genova è uno dei siti naturalistici più belli della nostra città, in particolare per la presenza di numerosi cedri che costituiscono un habitat pregevole e certamente meritevole di maggiore cura manutenzione. L’area verde invece si presenta in evidente stato di abbandono e degrado, con vegetazione incolta, piante infestanti che compromettono la sopravvivenza degli alberi, residui di rami e tronchi caduti nelle ultime nevicate, ma soprattutto rifiuti di ogni tipo disseminati dappertutto.

Per restituire attrattiva e fruibilità all’area, Fare Verde promuove per domenica 20 settembre una giornata ecologica per bonificare l’intera pineta dai rifiuti e restituire al sito, ed all’intero quartiere, la bellezza ed il decoro che meritano. La manifestazione si inserisce nell’ambito del “Azione e integrAzione”, le giornate ecologiche che Fare Verde svolge oramai da diversi mesi in collaborazione con i migranti del Centro Temporaneo di Accoglienza di Campobasso, sempre ben disposti a collaborare ad opera-

zioni di volontariato a tutela dei beni comuni. Fare Verde invita tutti, cittadini residenti nella zona e non, alla massima partecipazione, per trascorrere qualche ora all’insegna dell’impegno civico, della convivialità, della tutela dell’ambiente; armati di sacchi, rastrelli e guanti da lavoro (chi li ha li porti !), l’appuntamento è per le ore 9.45 presso la pineta di via Genova a Campobasso, poche decine di metri dopo l’ingresso della sede della Giunta Regionale (nei pressi dell’ex Anas).

Ti ricordo ancora

“Il negozio aggrappato alla sua storia di sergio genovese Erano gli anni sessanta, i ragazzi che vivevano al Centro di Campobasso, con il sole o con la neve, prendevano di assedio la Villa del Municipio. C’ ero anch’io. Si correva a piedi e in bicicletta, si giocava con i tappi delle bottiglie e con le figurine Panini, le gassose ci ristoravano, ma soprattutto eravamo impazziti per il pallone. Già il pallone, vero incanto per i ragazzi di ogni epoca. Le scarpe che usavamo erano quelle di complemento nel senso che erano le stesse con cui andavamo a Scuola e con cui sognavamo, appunto, di emulare Omar Sivori. I palloni, però, cambiavano di giorno in giorno perché in serata inevitabilmente o finivano distrutti sotto una macchina o venivano requisiti dal vigile di turno che tornando al comando passava per la villa. La materia prima era sempre nella lista degli acquisti urgenti. Giornalmente si rovistava nelle tasche per trovare la cinque o la dieci lire fino a raggiungere la massima quota da poter offrire alla ditta Muzio che era lì a due passi. Dopo contrattazioni estenuanti si entrava in possesso della sfera magica, è proprio il caso di dirlo. Il rito av-

veniva in un negozio che per i ragazzi di allora era come un Santuario.

vendeva di tutto, palloni appunto, ma pure cappelli, coltelli, ombrelli, stivali, gabbie per gli uccelli. Un

rimasto tutto intatto, vetrine, interni e merci ma la clientela è sempre più ridotta.

Dal millenovecentosessantadue, cioè da cinquantatre anni, insiste su quel marciapiedi e su quella strada che un giorno erano un vero crocevia per i passeggeri che scendevano dai pullman con il muso a schiena d’asino. Quell’emporio

vero grande magazzino in versione del boom economico e degli incassi a mantice. Quando scomposti entravamo nel locale, ci dovevamo fare spazio tra i clienti. Non ricordo di averlo trovato qualche volta vuoto. Oggi più o meno è

Dietro al bancone non ci sono più Alberto e la moglie Rosalina ormai in pensione da un po’ di anni e neanche le figlie Maria e Raffaelina. Al timone sono rimasti i figli Antonio e Peppino che avendo più tempo da dedicare alla gente,si

fanno trovare in assetto costante davanti alla porta del negozio e sono felici di ricordare gli anni d’oro. Oggi non hanno da contrattare il prezzo del pallone perché i ragazzi per strada giocano poco. Nonostante il grigiore dei nostri tempi, la ditta Muzio non si arrende e noi siamo super felici. Quelle vetrine ormai superate, con quelle luci sempre più deboli, comunque ci riportano indietro nel tempo per rispolverare storie semplici ma con emozioni concentriche. Se quella luce si dovesse spegnere sarebbe un colpo duro da assorbire. Non possiamo rassegnarci a pensare che dura solo ciò che produce guadagno. Ci sono altre ricchezze sociali che sono comunque importanti. Peppino e Antonio Muzio si devono convincere che per la città essi rappresentano un valore di storia come il Cinema Ariston o il Mercato Coperto di Via Monforte Grazie a loro tanti ragazzi hanno sognato e vissuto giorni indimenticabili. In quei palloni di plastica si racchiudevano tante speranze che oggi sono come le luci fioche delle vetrine. Se si spengono per sempre sarebbe un definitivo atto di resa. Di tutti!

Una mostra di abiti antichi Al Circolo Sannitico il progetto di interesse storico culturale CAMPOBASSO. L’Associazione Artistico Culturale Talenti e Artisti Molisani ha inteso realizzare una mostra di interesse storico culturale proseguendo un progetto intrapreso da qualche anno, di diffusione della cultura e della tradizione, con eventi che riportano indietro nel tempo rivivendo quelle che erano le antiche origini della città. Da un’idea del Presidente dell’Associazione Michele Falcione si è inteso realizzare una mostra dal titolo “Le Carte raccontano, il costume di Campobasso dal 1500 al suo disuso”, avvalendosi della preziosa collaborazione dell’Associazione Arti e Tradizioni “Fontana Vecchia”, nell’ottica di un lavoro certosino sviluppatosi tra le due Associazioni che da diversi mesi hanno lavorato, in simbiosi, per

allestire una mostra particolare nel suo genere sia nei contenuti che nelle forme. L’inaugurazione della mostra avverrà martedì 22 settembre alle 18 nel salone principale del Circolo Sannitico e rimarrà aperta, con ingresso gratuito, sino al 30 settembre con orari di ingresso: 10.30-13; 17-20. Precederà l’inaugurazione un interessante convegno al quale parteciperanno oltre ad esponenti dell’Associazione Talenti e Artisti Molisani, anche tutti coloro che hanno allestito la mostra coordinati da Antonio Scasserra, esperto dei costumi molisani.L’esposizione di documenti, costumi, corredi e gioielli rari e antichi relativi alla città di Campobasso renderanno la visita alla mostra sicuramente interessante per l’intera citta-

dinanza che potrà tornare indietro nel tempo, immortalando le scene di vita quotidiana sia tramite abiti e documenti che con scene realizzate dal vivo. Un particolare ringraziamento da parte dell’Associazione Talenti e Artisti molisani alla Provincia di Campobasso che ha voluto ospitare questo importante evento in uno dei luoghi simbolo della “Campobasso di una volta” ovvero il Circolo Sannitico in Piazza Pepe. Ulteriori ringraziamenti per le collaborazioni determinanti per la riuscita dell’evento vanno all’Associazione Centro Storico di Campobasso e all’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria di Campobasso che si occuperà della vigilanza degli oggetti esposti.



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Isernia

19 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“La Prefettura non si tocca” Anche il sindaco di Roccamandolfi scende in campo per la difesa della struttura ISERNIA. Dopo i sindacati confederali e parlamentari ed europarlamentarimolisani, anche alcuni comuni della provincia di Isernia esprimono la propria contrarietà alla bozza del decreto governativo, che prevede la soppressione di ben 23 prefetture tra le quali Isernia. “Per la nostra provincia – afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi – sarebbe un

ulteriore impoverimento della presenza periferica dello Stato con il conseguente depauperamento del territorio e con la perdita di ulteriori posti di lavoro. Inoltre – continua il sindaco lombardi – tutto ciò avviene in un momento di massima emergenza in materia di gestione dell’immigrazione e della sicurezza e quindi un arretramento della presenza

dello Stato sul territorio di fatto rappresenterebbe un inaccettabile segno di debolezza lasciando cittadini e enti locali nel caos più assoluto. La riorganizzazione dei servizi sul territorio non può essere realizzata smantellando un ente di governo importante come quello della prefettura, che rappresenta fondamentalmente un baluardo della legalità oltre che il simbolo dello Stato sul

territorio. La sensazione e la paura vera – conclude il sindaco Giacomo Lombardi – è che quello della prefettura possa essere solo il primo di una serie di tagli rispetto ad un disegno legislativo più ampio, che poi a cascata potrà interessare anche vigili del fuoco, questura e carabinieri decretando di fatto la morte di Isernia e della sua provincia“.

“Isernia, va cambiata la fisionomia” Dopo lo scioglimento del Consiglio comunale, si apre la campagna elettorale ISERNIA. A pochi giorni dalla caduta dell’amministrazione comunale di Isernia guidata dal Sindaco Lugi Brasiello, si è già aperta la campagna elettorale all’insegna dello scontro politico e delle proposte per rilanciare una città morente, tenuto conto del progressivo depauperamento di servizi e del ruolo marginale nel quale la città è stata rilegata, in particolare negli ultimi due anni e mezzo di governo regionale a guida Paolo Frattura. E proprio sul terreno decisivo delle idee e delle proposte concrete che è nata la sfida del coordinamento “Molise 2020” e del Forum regionale della Sinistra Giovanile; una

sfida sulla quale punta con forza Roberto Colella, che ha lanciato delle proposte concrete che verranno molto presto sottoposte all’attenzione della comunità e delle forze politiche che decideranno di misurarsi con l’entusiasmo crescente che si respira intorno a Molise 2020. Ecco in sintesi le quindici proposte per il buon governo della città di Isernia, incentrate prevalentemente sui settori del turismo, della cultura e dell’anogastronomia per il rilancio dell’occupazione, in particolare giovanile: una nuova segnaletica turistica, QR Code e Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica;

agricoltura civica, terreni ad uso civico destinati a cooperative di giovani; maggiori aree verdi per una città troppo cementificata e poco urban green city; vicoli del centro storico senza auto ma resi caratteristici da addobbi floreali; un “interporto” ecologico per le merci dirette al centro storico; recupero del chiosco della villa nell’ambito del progetto Borghi della Lettura; adesione a Molise Home Cooking, un progetto di social cooking per attirare flussi turistici; recupero dei vecchi capannoni per trasformarli in incubatori per start-up creando impresa. Viste le recenti scoperte è d’obbligo poten-

ziare lo sviluppo del Museo Nazionale del Paleolitico ... E poi centri di aggregazione giovanili; Corsi serali all’ex lavatoio convenzionati con vari enti; Riqualificazione degli importanti edifici storici; la realizzazione di una casa delle culture, spazio per promuovere e valorizzare la presenza di comunità straniere, con percorsi di confronto, condivisione e scambio culturale; Isernia sotterranea e Nuovo terminal green con le dovute modifiche. Insomma un vero e proprio cantiere di idee sul quale si punta per cambiare la città e proiettarla verso il 2020.

Dopo il successo dell’edizione 2014, l’I.R.C.C.S. rilancia con tre giornate

Presentata la Notte dei Ricercatori Neuromed 2015 Giovedì 24, venerdì 25 e sabato 26 settembre la grande festa della scienza aperta a tutti Saranno tre le giornate che Neuromed dedicherà alla manifestazione “Notte europea dei ricercatori”, presentata oggi nel corso di una conferenza stampa nell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Pozzilli (IS). Studenti e cittadini saranno invitati a entrare in contatto con tanti aspetti diversi della scienza e della medicina, tutti accomunati da un unico concetto: la scoperta, e con essa la curiosità verso il mondo. E’ su questa base che ricercatori e medici Neuromed apriranno le porte dei loro laboratori, porteranno fuori tra i visitatori le loro apparecchiature. E così proporranno esperimenti da condurre insieme, oppure semplicemente scambieranno opinioni, o racconteranno di come hanno cominciato questo mestiere. Infine, forse l’aspetto più importante, racconteranno ai giovani studenti che il mestiere della scienza è prima di tutto avventura e meraviglia. Sullo sfondo il tema scelto per questa edizione: la luce. Un tema che richiama direttamente la deci-

sione ONU di intitolare proprio il 2015 “anno internazionale della luce”. “Il successo dello scorso anno – ha detto durante la conferenza stampa il dottor Mario Pietracupa, Presidente della Fondazione Neuromed – ci ha spinti non solo a ripetere l’esperienza (che ricordiamo ci accomuna con centinaia di altri centri di ricerca in tutta Europa), ma a rilanciare su tre giornate. Per accogliere meglio studenti e cittadini, avere più tempo con loro, avvicinare ancora di più la scienza alla gente. Le richieste sono già tantissime, e siamo entusiasti di questa risposta da parte della popolazione”. Il Neuromed, come gli altri I.R.C.C.S. italiani, ha la particolarità dell’essere contemporaneamente centro clinico di eccellenza e centro di ricerca. E la Notte dei ricercatori conterrà entrambi gli aspetti. “La clinica – ha dichiarato il dottor Edoardo Romoli, Direttore Sanitario del Neuromed – porterà l’entusiasmo dei nostri medici, perché è nella natura stessa di un Istituto come il nostro il volere una forte osmosi continua tra laboratorio e società. La buona comunicazione tra scienza e cittadini facilita un avvicinamento che, con lo scambio di conoscenze che ne deriva, aiuterà anche la salute della gente”. “Scienza e tecnologia – è stato il commento del Professor Luigi

Frati, Direttore Scientifico del Neuromed – fanno parte della vita di tutti i giorni. Eppure la nostra società ha un contatto modesto con la ricerca e l’innovazione. Ecco lo scopo principale della Notte dei Ricercatori: far in modo che la gente capisca che scienza e tecnologia sono qualcosa con cui conviviamo continuamente, e può essere alla portata di tutti. Il pubblico è spesso chiamato a fare scelte importanti nel campo dell’innovazione, ed è giusto che sia correttamente informato”. Il programma della manifestazione è vario e articolato. Le mattine di giovedì 24, venerdì 25 e sabato 26 settembre saranno dedicate esclusivamente agli studenti. Una vera e propria invasione annunciata, visto che si attendono oltre quattromila giovani provenienti da scuole di ogni ordine e grado del Molise e delle regioni vicine. Per loro una ampia offerta di conoscenza e curiosità, fatta di esperimenti, approfondimenti e piccole lezioni. Il pomeriggio e la sera delle tre giornate saranno momenti per tutti, giovani e adulti. Ancora i laboratori a fare da protagonisti, ancora i ricercatori, soprattutto i giovani, a disposizione del pubblico. E nella serata di venerdì uno sguardo al cielo, con telescopi e un planetario dove si svolgeranno lezioni di astronomia.

Arrestati due pregiudicati isernini. Nel tardo pomeriggio di ieri 17 settembre, personale della Polizia di Stato della Questura di Isernia ha arrestato nel capoluogo due isernini, già noti alle Forze dell’ordine in quanto gravati da numerosi precedenti penali. Il primo, S.E., di anni 27, sottoposto precedentemente dalla Questura alla misura della

sorveglianza speciale ed attualmente in regime di detenzione domiciliare, dovrà scontare la pena di 9 anni e 5 mesi per reati continuati contro il patrimonio (furto ed estorsione) e per reati contro la persona (violenza sessuale). L’altro, F.G. di anni, 52, sul quale già gravavano le misure di prevenzione sia del-

l’Avviso Orale che della Sorveglianza Speciale in quanto, in base alla sua condotta di vita, era stato considerato pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica, dovrà scontare una pena detentiva di 2 anni e 8 mesi di reclusione per reati contro il patrimonio, in materia di sostanze stupefacenti e anche, proprio, per la violazione delle prescrizioni

impostegli dalla misura della sorveglianza speciale I predetti risultano destinatari di due distinti Ordini di Esecuzione Pena emessi dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Campobasso che sono stati debitamente notificati loro prima della traduzione in carcere.


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Termoli

19 settembre 2015

Zuccherificio, mancano le barbabietole Parte la manutenzione dell’impianto ma troppe le incognite TERMOLI. Il duo di vertice dello Zuccherificio del Molise, la curatrice fallimentare Mirella Mileti e l’amministratore unico della Newco Fabio Marone hanno sciolto la riserva sulla campagna saccarifera 2015 nella tarda serata di lunedì e da allora hanno consegnato, di fatto, il testimone della fabbrica di contrada Pantano Basso ai quattro capifabbrica, che in pochi giorno devono tentare e portare a casa, anzi in azienda, il miracolo di una manutenzione sprint nel 30% dei luoghi di lavoro che saranno ripristinati per bruciare le barbabietole da zucchero seminate in tardissima primavera, ma pare non bastino quelle dei terreni di proprietà della Regione Molise. Sì, perché le voci di fabbrica dicono che solo un quarto e cioè 15 ettari su 60 hanno effettivamente risposto alla crescita, per cui sarà necessario con-

ferire in loco anche le bietole seminate e cresciute nei terreni contrattualizzati da Aria Food. Né ieri e né martedì i due manager si sono affacciati in stabilimento, che come detto per meno di un terzo tornerà a funzionare e alimenterà uno solo dei forni calce a disposizione. Intanto, ieri mattina, dopo quasi un anno, i dipendenti sono tornati in blocco (o quasi, 61 su 79) a calcare il pavimento dello Zuccherificio, certamente con un piglio diverso da quello che avevano come cassintegrati cronici, prima a rotazione e poi la prospettiva a zero ore. Tuttavia, intorno a questo progetto c’è silenzio. Ancora troppe le incognite.

Gruppo azione locale, il via libera Previste nuove azioni per la piena valorizzazione della costa molisana TERMOLI. Il Gac, gruppo di azione costiera del Molise si farà. A stabilirlo nel corso di una riunione presieduta questo pomeriggio dall’assessore alle Attività Produttive del Comune di Termoli Vincenzo Ferrazzano è stata la volontà comune delle quattro Amministrazioni della Costa dei Delfini presenti all’incontro con i sindaci Gabriele La Palombara di Petacciato, Nicola Travaglini di Montenero e il presidente del Consiglio di Campomarino Paola Cantelmi oltre alla dott.ssa Nadia Barile responsabile dell’Istituto zoo profilattico ‘Caporale’. C’era anche il capogruppo Pd Antonio Sciandra. Presente al tavolo anche l’assessore della Regione Molise Vittorino Facciolla “Per la Regione è fondamentale promuovere azioni che consentano agli Enti pubblici di collaborare con i privati per lo sviluppo del territorio, il

Gac quindi viene riconosciuto come strumento utilissimo per promuovere la costa”. L’assessore Ferrazzano ha aperto la riunione ripercorrendo le tappe che fino ad oggi sono state fatte nell’iter di costituzione del Gac: “Inizialmente solo Il Comune di Termoli e il Comune di Montenero hanno intrapreso il cammino per la realizzazione del Gac poi si è aggiunto anche Comune di Campomarino e infine Petacciato.

Sostanzialmente quindi ritroviamo il gruppo dei Comuni della Costa dei Delfini intento a porre in essere altre azioni mirate a valoriz-

zare la costa molisana fermo restando che questo tipo di attività porterà sviluppo anche all’interno”. Il motivo dell’incontro odierno è stato quello di avere un momento di riflessione e confronto con la struttura regionale al fine di verificare che l’iter seguito fino ad oggi fosse conforme al nuovo piano di sviluppo 20142020. Le attività principali del Gac vedranno come trainante il settore della pesca e dell’acquacoltura, e mireranno al turismo puntando su tutte le attività che tendono a migliorare la filiera delle pesca. La Regione Molise si impegnerà a seguire il percorso di creazione del Gac e ad offrire supporto tecnico necessario.

“Comune ed ex cinema, quali rapporti?” Un’interrogazione è stata presentata dal consigliere Cinque Stelle TERMOLI. In data 17-09-2015 il consigliere portavoce Nicolino Di Michele ha protocollato un’interrogazione a risposta scritta finalizzata a conoscere i rapporti autorizzativi intercorso tra Comune di Termoli e la proprietà dello stabile denominato ex cinema teatro Adriatico. Nello specifico si richiede con quale

Atto il Comune di Termoli abbia autorizzato, in passato, la demolizione e il conseguente svuotamento interno del fabbricato e se il medesimo atto sia stato rilasciato antecedentemente o successivamente all’imposizione, da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, del vincolo di tutela.

Inoltre si richiede se siano stati rilasciati i permessi autorizzativi alla posa in opera dei ponteggi ad oggi presenti intorno al fabbricato e se sia stata applicata e riscossa la relativa TOSAP ( tassa occupazione suolo pubblico) così come previsto dal regolamento comunale.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

19 settembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Meglio assumere manager molisani“ Di Brino apre una polemica sul Consorzio industriale di Termoli TERMOLI. Si rianima la polemica sul Cosib e dopo gli interventi del Movimento 5 Stelle e del sindaco di Guglionesi Leo Antonacci, a prendere la parola – per iscritto – è l’ex sindaco di Termoli Basso Antonio Di Brino. “Prendendo a motivo gli articoli apparsi in questi giorni sulle vicende del Cosib e, considerate anche le affermazioni dell’amico Leo Antonacci, colgo l’occasione per esprimere alcune riflessioni. Leo Antonacci, pugliese di origine e guglionesano di adozione, persona che stimo molto, ha una visione della gestione del Cosib ed evidentemente del ruolo e della presenza dei politici al suo interno che, pur legittima, è diametralmente opposta alla mia. Difatti, al di là del giudizio sulle indennità e sui gettoni di presenza che pure risulta rilevante ma rimanda a riflessioni personali etico/morali, la questione vera è, in questo mo-

mento storico, riflettere sulla opportunità o meno, che rappresentanti politici abbiano la gestione di un Ente Economico come il Consorzio Industriale. Il mio convincimento è che, diversamente da quanto sostenuto dall’amico Antonacci, gli oltre centotrentamila euro l’anno, spesi

per le indennità e/o i gettoni di presenza (milleseicento per Componente e quattromila mensili per il Presidente), potrebbero essere utilizzati per contratti a manager o consulenti, magari giovani, semmai disoccupati, meglio ancora se molisani. A supporto di quanto affermato, ri-

chiamo quello che per me dovrebbe essere il ruolo della politica, cioè ricercare risorse finanziarie e creare condizioni di sviluppo, che per i Consorzi industriali, oggi, rispetto a trenta, quaranta anni fa, competono a livelli politici regionali, nazionali se non addirittura Europei e non sono alla portata di amministrazioni locali, anche se organizzate in livelli sovracomunali. Oggi il nostro Consorzio ha bisogno di una guida manageriale che riduca i costi dei servizi delle aziende, che svolga una azione propositiva di attrazione per nuovi insediamenti e che, insieme alla politica, faccia scelte strutturali ed infrastrutturali per velocizzare il trasporto di merci e prodotti a costi più bassi. Per concludere, mi permetto di dissentire sulla affermata imposizione dall’alto, durante la mia sindacatura, per la scelta del rappresentante di Termoli; imposizione che non c’è stata e ne ci poteva essere, viste le

considerazioni da me fin qui espresse e supportate dalla mia personale rinuncia alla Presidenza, offertami insieme agli altri Sindaci ed anche dallo stesso Antonacci. Ho ritenuto allora e confermo oggi che il ruolo di Sindaco di una Città come Termoli non consenta distrazioni e richieda un impegno costante e continuo sia in termini di tempo che di risorse psico-fisiche; cercare di fare più cose per soddisfare il proprio desiderio di prestigio, può gratificare il proprio Ego ma rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi richiesti ad un politico dagli elettori. Certo, ci vuole coraggio a rinunciare ad un incarico da quattromila euro al mese e ancor più a dimettersi dal Consiglio del Consorzio Industriale per affermare una propria idea e supportarla con un gesto cosi eclatante. Io l’ho fatto in onore e nel rispetto di quelli che per me sono valori inalienabili: la dignità e la coerenza.

“Biometano, nessun impianto” Il sindaco di Campomarino, Cammilleri, smentisce le notizie su probabili progetti CAMPOMARINO. Riceviamo e pubblichiamo la nota dello staff del Sindaco Gianfranco Cammilleri sulle voci che negli ultimi giorni sono circolate in città riguardo alla realizzazione di due impianti a biometano. “Alla luce di inutili allarmismi che alcuni soggetti stanno diffondendo utilizzando diversi mezzi di comunicazione, si rende noto alla popolazione che l’Amministrazione Comunale di Campomarino non ha firmato nessun atto che autorizzi l’installazione di centrali a biometano nel territorio di Campomarino. E’ vero che una società privata ha indirizzato al Comune una proposta inerente il biometano alla quale è stato risposto che il soggetto competente a ricevere tale tipologia di richiesta era il SUAP; al fine di comprendere e

far comprendere l’argomento a chiunque potesse essere interessato, nel mese di dicembre 2014 è stato organizzato un convegno,

purtroppo poco partecipato. Se e quando un argomento di tale delicatezza ed importanza dovesse interessare il nostro

Comune, prima di ogni decisione, sarà interpellata e coinvolta tutta la cittadinanza per decidere la soluzione migliore per tutti”.

L’organo a canne è realtà Nella Chiesa di San Matteo a Montenero di Bisaccia MONTENERO DI BISACCIA. Quando in paese si diffuse la notizia, nonostante l’evidente grandiosità e il costo del progetto, nessuno dubitò che alla fine don Claudio D’Ascenzo ce l’avrebbe fatta. La conferma non ha tardato ad arrivare e il 21 settembre ci sarà la tanto agognata inaugurazione. E’ realtà l’organo a canne nella chiesa madre di san Matteo apostolo. Opera monumentale, è il più grande organo di tutto il Basso Molise, riceverà la benedizione del vescovo Gianfranco De Luca in occasione della festa patronale. A seguire la messa, che sarà accompagnata dal coro “Giovanni D’Onofrio” di Atri e dal maestro Giampiero Catelli. Intanto ciò che chiamare strumento musicale è riduttivo, fa già bella mostra di sé in chiesa. Fedeli e curiosi hanno potuto seguire passo per passo le fasi del montaggio, durato molti mesi e curato dagli artigiani-maestri della ditta costruttrice, la Catelli Organi di Atri (Te). Si accennava in apertura che la firma del progetto è di don Claudio D’Ascenzo. Difatti è stata sua l’idea di ridare alla chiesa madre di Montenero l’organo a canne, dopo che il precedente – risalente al 1747 – fu smontato in occasione della ricostruzione dell’edificio nel 1947 e, in maniera piuttosto maldestra, conservato alla meno peggio in più locali del centro cittadino. Risultato: in breve il legno della cassa armonica e della struttura divenne inservibile a causa dell’umidità. E così, dopo quasi settanta anni, tornerà a suonare un organo a canne ancora più maestoso del predecessore.



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Opinioni di Pasquale Di Lena

La degustazione, come il corretto abbinamento cibo-vino, non è una novità. Anzi, è una pratica sempre più diffusa che permette di scoprire e capire i caratteri organolettici di un vino, pregi e difetti. Nel 2003, grazie all’Enoteca italiana di Siena, è uscito un libro “Sensi di vini – Il segreto del cervello nella degustazione “ che riporta, per la prima volta, il punto di vista di neurologi di fama mondiale con i risultati di una ricerca mediante risonanza magnetica, che hanno fatto capire il fondamentale ruolo di quella macchina meravigliosa che è il cervello. “Questi risultati – scrive, nel suo saluto di presentazione, il premio Nobel Rita Levi-Montalicini, che ho avuto la gioia di conoscere – pongono in evidenza la straordinaria proprietà del cervello umano di registrare un processo così altamente differenziato nella degustazione di una bevanda complessa quale quella del vino”. In pratica dal confronto di due gruppi di soggetti, sette sommelier, cioè esperti, e sette senza esperienza di tecniche degustative, è venuto fuori che vengono attivate aree diverse, nel caso del primo gruppo, più ampie. Il libro pensato da Benigna Mallebrein, giornalista tedesca in Italia, e illustrato da un grande artista, Michael Auth, è stato curato da un grande scienziato tedesco, Prof. Jürgen Mai, relatore al congresso mondiale sul cervello umano, che si è tenuto, nel 2002, a Roma presso la Fondazione Santa Lucia e che ha visto protagonista l’Enoteca italiana con i suoi grandi vini italiani Doc e Docg.Un libro fortunato, uscito in italiano e tedesco e, lo scorso anno – come mi ha subito informato il prof. Mai – anche in russo, che mi viene richiesto

di Claudio de Luca LARINO. Giocare d’azzardo è una delle manie dei Molisani. Secondo i contenuti di uno studio dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa, su 40mila studenti, la percentuale di 15-19enni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno sarebbe lievitata rispetto al passato, soprattutto tra le ragazze. Quasi un adolescente su due (compresi gli infradiciottenni) si sarebbe lasciato prendere la mano da giochi come il “Gratta e vinci”, il “Superenalotto”, i “videopoker” e le puntate “on line“. Lungo lo Stivale, questi giochi vengono praticati da giovani e da adulti e sarebbero cresciuti al ritmo del 13% ogni anno. Ammonterebbero a poco meno di 60 i miliardi di euro puntati. Tutto questo è accaduto (e continuerà ad accadere) nonostante si sappia che, sui tempi lunghi, finisce col perdere sempre chi gioca. Una constatazione sicuramente poco allettante per gli incalliti praticanti dell’azzardo. La Dea bendata non esiste; ma, seppure Madama Fortuna fosse un’entità reale, bacerebbe raramente gli audaci. A dirlo non è un esperto di psicologia, e manco un educatore impegnato in una campagna contro siffatta tipologia di dipendenza, quanto piuttosto gli èsiti di un principio elaborato da alcuni matematici. Grazie ad una moltiplicazione, dal meccanismo difficile da esplicitare dai non addetti ai lavori, pure un “jouer” inarrestabile potrebbe conoscere in anticipo – e con estrema esat-

19 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La degustazione è vera e propria arte del vivere

da molti ricercatori, soprattutto nel campo filosofico, di Università del mondo, ultima la prof.ssa Giorgia Cecchinato, insegnante di filosofia presso l’Università di Belo Horizonte in Brasile. Di questo stupendo libro riporto quanto è scritto in quarta di copertina “Gustare il vino è un’arte, che va sviluppata nel tempo con un approfondimento costante. Il sapere del sapore, infatti, aumenta il sapore del gusto”. Un pensiero che mi trova perfettamente d’accordo e che mette in luce il ruolo fondamentale di quanti professano con grande passione

quest’arte della degustazione. Una verità di cui si era occupato qualche decennio prima uno studioso si Storia economica, il prof. Federigo Melis, che si definisce “un modesto dilettante, in materia” e racconta .”Il mio interesse per il vino – il gusto del quale, in me innato, mi è piaciuto di educare – si può riassumere nel termine oggi di moda: un hobby, che mi aiuta a sollevarmi dalle sudate carte della disciplina di mia specializzazione – la Storia economica – dalla quale ho, tuttavia, tratto qualche elemento alle mie indagini, alle mie riflessioni sui temi vitivinicoli: se non altro, perchè io localizzo i miei studi nel basso Medioevo, che è il periodo in cui rinasce il vino, così come rinascono tanti aspetti salienti dell’alimentazione”. L’ illustre studioso, autore di un libro stupendo, edito dalla Casa editrice, Le Monnier di Firenze, “Il vino nel Medioevo”, è un “dilettante” che conosce molto bene il vino, la sua storia e, di essa, uno dei periodi più importanti quando il vino, con la rivoluzione dei trasporti, si apre a nuovi mercati e, quindi, a nuovi consumatori

soprattutto per stare a tavola e combinarsi con i cibi, che educa il proprio gusto e prova gli abbinamenti stabilendo che “è proprio il vino che agisce da fattore di allacciamento, di coesione e connessione …secondo regole precise ed in maniera da formare un sistema”. Un sistema che deve trovare la sua realizzazione in ogni zona d’Italia e, visto come sono andate le cose in fatto di globalizzazione, anche nel mondo, tenendo presente un dato, e cioè, che “in moltissime località, il vino sembra fatto apposta per taluni piatti e viceversa. Una correlazione che riporta al concetto dell’origine, il territorio. E il territorio, straordinario bene comune solo dal quale è possibile programmare il futuro di un Comune, di una Regione o di un Paese, merita rispetto, soprattutto se l’intento è di valorizzarlo e promuoverlo e non di schernirlo e maltrattarlo. Una regola fondamentale, che i professionisti della degustazione e degli abbinamenti conoscono molto bene, è quella di un crescendo che fa divieto di tornare indietro nella sequenza dei piatti e dei vini, e questo per dare risalto al gusto, o meglio, al piacere del gusto. In pratica partire da un vino bianco per poi passare al rosato e al rosso; da un vino giovane a un vino invecchiato; da uno a bassa gradazione a uno a più alcolico. Non a caso, parlando di abbinamento, si dice “si sposa” molto bene con questo piatto, cioè esprime armonia nel senso che si lega bene ed esalta il gusto, senza soluzione di continuità, appunto in un crescendo di piacere, del cibo, del vino e della tavola.

I molisani e il gioco d’azzardo tezza – quanto danaro avrà perduto dopo mesi (od anni) di assidua pratica del tavolo verde. Gli esperti nel calcolo delle probabilità sono stati chiari: ”Per sua natura, ogni gioco rimane organizzato allo scopo di portare guadagni al banco che, quasi sempre, fruisce di un margine fisso e sicuro”. Dunque, sui tempi lunghi, la sconfitta rappresenterebbe soltanto un dato da calcolare; e, “ciò che uno perde costituisce il prodotto del margine di guadagno del banco moltiplicato per la somma messa in palio nel tempo”, dal momento che ogni trattenimento (“roulette“, “Superenalotto”, “Win for life” od altro che sia) ha una sua percentuale di vincita sicura. Ciò nonostante è stato calcolato che un’aliquota di adolescenti, pari all’11%, una volta coinvolta, rischia di diventare vittima della cosiddetta “patologia dello scommettitore”. Sulla scorta degli ultimi dati pubblicati, in testa alla classifica della gioventù che gioca si trova la Campania (57,8% di studenti); seguono la Basilicata (57,6%) e la Puglia (57%) ed il piccolo Molise conferma il suo 50%, unitamente a Sicilia, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Calabria e Umbria. Per quanto riguarda i luoghi adibiti a siffatte attività ludiche, ai primi tre posti si trovano i locali pubblici, sia pure non dedicati espressamente al gioco (come bar, tabaccherie, “pubs“: 32%; case private: 20%; sale-scommesse: 12%). Il gioco virtuale viene utilizzato nel 7% dei casi; ed una quota

di quello praticato nelle dimore rimane effettuato tramite “internet” ed appare destinato a lievitare. Rispetto alla frequenza, cresce il numero di coloro che ammettono di avere giocato più di 2 volte in un anno (transitati dal 43% al 45%). Invece chi riferisce di avere giocato oltre 20 volte è parte di un’aliquota che oscilla tra il 13 ed il 14%. Infine, diminuiscono i soggetti che si sono impegnati 1 o 2 volte (dal 44% al 41%), mentre rimane pressoché stabile l’importo delle poste. In proposito, il 6,5% degli studenti dichiara di aver speso oltre 50 euro nell’ultimo mese. In molti casi il vizio del gioco è tracimante; e

chi arriva a concretare una vera e propria dipendenza può essere paragonato tranquillamente ad un tossicodipendente che accusi una compulsione, vale a dire una necessità irrefrenabile che lo spingerà ad impegnarsi sempre di più, ed una sorta di astinenza nel caso in cui non riuscisse a prodursi nella “performance“. Gli psicologi descrivono tali soggetti (che nei Paesi molisani abbondano soprattutto fra gli adulti di sesso femminile) come abbisognevoli di forti emozioni, presumibilmente perché non riescono a ricavare scosse emotive dagli affetti familiari e dai rapporti con gli altri.



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