Per natale campobasso si illumina

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno al Salvatore Colagiovanni

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Salvatore Colagiovanni. Nonostante le critiche, qualche passaggio procedurale non propriamente lineare sta di fatto che è riuscito ad illuminare la città dopo anni di buio nel periodo delle festività. Certo, si potrà sottolineare come ci sia anche la necessità di creare occasioni per il rilancio complessivo del settore commerciale e artigianale a Campobasso di quello, cioè, che lavora tutto l'anno e che paga i tributi. Ed è su questo che bisognerà lavorare e non solo su chi vende da ambulante.

Per Natale Campobasso si illumina

Il Tapiro del giorno a Francesco Pilone

Il Tapiro del giorno lo diamo a Francesco Pilone. L'accensione delle luci in città porta, di conseguenza, ad affibbiare il Tapiro al consigliere comunale di opposizione, Francesco Pilone. Sicuramente qualcosa non sarà stato fatto nei modi opportuni o non è passato per la trafila della commissione. Ma è altrettanto vero che, almeno, non dobbiamo registrare un'altro Natale al buio per le vie cittadine del centro. Certo, c'è anche l'aspetto di altri luoghi della città dove insistono attività commerciali. Ma su questo si potrà lavorare.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 9 dicembre 2014

La proposta di legge d’iniziativa popolare (seimila firme) per la riduzione del costo della politica è stata scritta al 44esimo punto dell’ordine del giorno del Consiglio regionale di oggi

Per i consiglieri di Palazzo Moffa la volontà del popolo è acqua fresca

La casta molisana irride qualsiasi tentativo di essere riportata su livelli di equità, trasparenza, di coerenza e c’è gente che la vota Non hanno ritegno delle proprie furbizie, dei propri limiti morali, dei propri vizi politici e, soprattutto dei proprio interessi personali che, nella fattispecie, equivalgono altri diecimila euro al mese che prendono dall’erario regionale alla faccia di chi nel Molise deve vivere con poco più di 500 euro al mese. Costoro senza ritegno, sono i consiglieri regionali, la casta molisana che irride qualsiasi tentativo di essere riportata su livelli di equità, di trasparenza, di coerenza con lo stato generale dei molisani e del Molise. Non hanno avuto ritegno, soprattutto, di iscrivere al quarantaquattresimo punto all’ordine del giorno, su 45, la proposta di legge d’iniziativa popolare concernente la modifica e le integrazioni alla legge regionale numero 10 del 25 luglio 2013, ovvero la legge con la quale il consiglio regionale del Molise ha assegnato ai consiglieri il massimo degli emolumenti percepiti in Italia, ai quali emolumenti aveva aggiunto anche la vergogna (poi cancellata per effetto dell’in-

dignazione popolate) dei soldi (2.500 euro) per i portaborse che però li intascavano i consiglieri. La proposta di legge d’iniziativa popolare (circa seimila firme) iscritta al quarantaquattresimo punto all’ordine del giorno, su 45, vuole ridurre i costi della politica (in

primis gli emolumenti dei regionali), quindi introdurre misure di razionalizzazione , controllo e trasparenza dell’organizzazione e dei servizi della Regione. A questa urgenza, perché di urgenza si tratta prendere in esame la volontà popolare, il presidente dell’assemblea

Niro e la conferenza dei capigruppo (che hanno deciso l’ordine del giorno della seduta odierna del consiglio), hanno anteposto decine di interrogazioni, di interpellanze, di mozioni, di ordini del giorno che trasudano demagogia, personalismi, favoritismi, parzialità. Pertanto, vengono prima l’interrogazione dei “grillini” sul sottopasso di Campomarino; la mozione di Monaco sulla procreazione eterologa; l’ordine del giorno della Fusco Perrella, di Iorio, di Cavaliere e della Lattanzio sul sistema regionale di orientamento permanente; l’ordine del giorno che vuole estendere ai Vigili del fuoco la convenzione tra le Forze di Polizia e Trenitalia; la nomina di un componente effettivo del Collegio dei revisori dei conti dell’Azienda speciale “Sviluppo economico d’Isernia; l’elezione di cinque membri tra cui il presidente del Comitato regionale per le comunicazioni. Potremmo continuare a lungo nella dimostrazione che prima del taglio ai costi della poli-

tica, per i consiglieri regionali vengono i suddetti argomenti e le decisioni conseguenti. Un affronto al buonsenso comune che i consiglieri si possono permettere perché dinanzi hanno una società civile (tranne gli indignati e i seimila firmatari) ammansita e rabbonita da sterili promesse, una società civile parcellizzata dai favoritismi ottenuti e che aspetta di ottenere, una società civile che si accontenta di sopravvivere mentre assiste, inerte e rassegnata, al banchetto dei satrapi di Palazzo Moffa, di Palazzo Vitale e degli altri Palazzi del potere (politico ed economico). Ciò che avvilisce è che sullo sfondo di questa realtà, alla maggioranza dei molisani non fa alcuno effetto vedere la proposta di legge d’iniziativa popolare retrocessa al fondo degli argomenti di oggi in consiglio regionale e lì rimanervi per tutte le successive, infinite, altre sedute assembleari. Oltre alla furbizia, anche una dose di vigliaccheria. Dardo

Dalla scuola un coro di No alla riforma Renzi CAMPOBASSO. In questi giorni, si stanno svolgendo in tutte le 55 scuole molisane assemblee sindacali volte ad informare i lavoratori sulle problematiche relative alla legge di stabilità e alle politiche governative sull’istruzione pubblica, che continuano nell’ottica dei tagli e del contenimento della spesa, in perfetta continuità con i governi precedenti. In un momento di forte crisi della rappresentanza sociale, in cui il governo insiste nel decidere su tematiche di rilevante importanza (si pensi al c.d Jobs act) con strumenti quali il voto di fiducia e la legge delega, di fatto svuotando il ruolo del parlamento, noi riteniamo che sia prioritario tornare a maggior ragione sui luoghi di lavoro, per discutere insieme ai lavoratori e iniziare insieme a loro un percorso di mobilitazioni, nell’ambito del quale si inserisce lo sciopero generale del 12 dicembre.

Tra le iniziative di mobilitazione, i lavoratori della scuola del Molise, considerato il flop clamoroso del sondaggio on line organizzato dal Ministero e la pantomima del cd “Tour della Buona scuola”, una inutile passerella istituzionale alla quale, per la “tappa” molisana i sindacati non sono stati nemmeno invitati, hanno deciso di dire la loro con specifiche mozioni e documenti, approvati nel corso di assemblee sindacali appositamente convocate. È il caso del documento approvato dall’assemblea d’Istituto dei lavoratori del Liceo scientifico “A.Romita” di Campobasso, che nel documento evidenziano nel piano del governo sulla scuola limiti di metodo (questionario on line riduttivo, mancata consultazione delle parti sociali, banalizzazione della complesse problematiche del mondo della scuola) e limiti di merito (mancanza di risorse aggiuntive, dubbi sulla configura-

zione dell’organico funzionale, superamento del meccanismo degli scatti di anzianità a fronte di una progressione di carriera fumosa che esclude a priori 1/3 di docenti, nessun cenno al personale ATA). Il tutto senza dimenticare lo svilimento del ruolo di Istruzione pubblica (garantito dalla costituzione), considerato l’auspicato ingresso del finanziamento dei privati, che si accompagna al graduale ritiro dello stato dal sistema. “Tale documento, che segna una critica forte da parte di chi la scuola la vive ogni giorno nei confronti di un piano predisposto da quanti parlano e legiferano di scuola senza magari averci messo piede da almeno un ventennio, è stato successivamente discusso ed approvato all’unanimità dalle assemblee sindacali dei

lavoratori dell’ITAS “S.Pertini” di Campobasso, dell’IPIA Montini – Cuoco di Campobasso, dell’Istituto Comprensivo e delI’IPSEOA di Vinchiaturo”, così la segreteria della Flc Cgil. “Il mondo della scuola molisano dice NO a questo sciagurato progetto governativo, e parteciperà compatto allo sciopero generale del 12 dicembre, con manifestazione regionale a Termoli. Sarà uno sciopero volto ad unire i lavoratori, in risposta alle fallimentari politiche governative, che stanno scaricando i costi della crisi sui lavoratori”.


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3 9 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

I gravi problemi della sanità ancora una volta rinviati in Consiglio regionale

Senza Frattura la maggioranza e gli assessori sono nessuno

Con Frattura assente (giustificato) la discussione sullo stato di precarietà della sanità molisana nel corso del consiglio del 2 dicembre è calata molto d’intensità e di verità. Oltre ad essere presidente egli è anche commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro del disavanzo con quale e quanta coerenza è un problema di costituzionalità peraltro in via di definizione. Fintanto Frattura non sarà sollevato dall’incombenza di risanare i conti (che non riesce a risanare) e di assicurare un minimo di funzionalità ai presidi ospedalieri, cosa che lo vede fortemente in difficoltà e particolarmente contestato, volenti o nolenti, egli è il perno intorno al quale devono obbligatoriamente ruotare le iniziative, le proposte, le interrogazioni e quant’altre necessità di chiarezza si vanno sommando e palesando. E quando non c’è, salta tutto l’armamentario. Come nel caso ultimo del consiglio del 2 dicembre che ha visto una delegazione di titolari di aziende fornitrici dell’Asrem a colloquio col presidente del consiglio Vincenzo Niro e con i componenti l’Ufficio di presidenza Monaco, Sabusco e Di Nunzio, per sollecitare il pagamento delle fatture per forniture fatte all’Azienda sanitaria regionale.

Un aspetto tra i tanti, che dimostra come sia vasto e articolato il quadro delle esigenze, delle richieste, delle rivendicazioni che purtroppo rimangono senza risposta o, peggio, senza soluzione. I creditori hanno chiesto anche il rispetto delle normative vigenti in materia di patto di stabilità interno al fine di consentire loro la cessione pro-soluto a Banche o Intermediari Finanziari riconosciuti, come per legge. Purtroppo sono cascati male. Sia Niro che i consiglieri dell’ufficio di presidenza si sono

detti a digiuno di notizie utili da dare e, senza eccessivo rossore, hanno chiesto tempo, riservandosi di fissare al più presto un altro incontro auspicalmente chiarificatore. A digiuno di notizie loro che sono amministratori, figurarsi poi chi nella scala gerarchica delle responsabilità li segue a ruota. Sono questi episodi, queste ammissioni di carenze, di insufficienze, di dilettantismo amministrativo a delineare con sempre maggiore chiarezza il profilo di una Regione naif, approssimativa, rat-

toppata alla meno peggio, e di una classe politica in costante fase di apprendistato. Altrimenti non si avrebbe la difficoltà a rientrare dal disavanzo, come hanno fatto e stanno facendo le regioni che con il Molise si sono trovate in una pesante situazione debitoria; altrimenti non si avrebbe lo stallo in cui sono finite le società a partecipazione pubblica né la falcidia di aziende contrattualizzate con la Regione; altrimenti non si frapporrebbe ancora tempo a definire e ad approvare la programmazione e la destinazione dei fondi europei per il settennato 2014/2020. Ma torniamo alla sanità e alla interdizione degli argomenti e delle proposte che tentano di migliorare il progetto di riordino dei presidi sanitari sul territorio. E’ accaduto il 2 dicembre nel momento in cui si dovevano discutere un ordine del giorno del consigliere Monaco e una mozione di Ciocca e Monaco sulla “questione sanità’”, riguardanti l’Ospedale s.Timoteo di Termoli e le iniziative volte a modificare i programmi operativi 2013-2015 per l’attuazione del piano di rientro del disavanzo. Poi si sono accorti che in assenza di Frattura non valeva la pena parlare. Sarebbero state parole al vento. Quindi la proposta di un or-

Quel documento che ricorda “Basso”

corso dell’ospedale di riferimento, nonché a fornire le prestazioni ambulatoriali mediche e chirurgiche per situazioni di minor criticità. L’Ospedale di Agnone quale Presidio Ospedaliero di Zona particolarmente disagiata prevedendovi un’unica Unità Operativa Complessa clinica. Le scelte di programmazione inserite nel documento non sono sostanzialmente appropriate per la nostra Regione, in ragione delle peculiarità del territorio, della tipologia di popolazione prevalentemente anziana, della nostra economia. Gli ospedali pubblici subirebbero, secondo quanto indicato nel nuovo Piano, un drastico taglio; si assisterebbe, infatti, al totale svuotamento delle Strutture di Venafro e Larino, dove verrebbero conservati solo pochi posti della riabilitazione, mentre gli ospedali di Isernia e

La proposta del direttore Asrem ricalca quella del passato del commissario Filippo Basso CAMPOBASSO. E’ già un vespaio di polemiche sulla proposta di Atto Aziendale n. 136 del 3 dicembre 2014 che deve, ora, essere ratificata dal Commissario ad acta. Un Atto che è una chiara emanazione del Piano Sanitario Regionale di Basso. Le strutture private non vengono proprio citate perché non toccate, ma anzi potenziate, da quel Piano sanitario. Nettamente ridimensionate le strutture pubbliche. Il Presidio Ospedaliero di Campobasso “Cardarelli” quale DEA di II livello - Centro HUB, “da dotarsi di tutte le specialità, comprese quelle di maggior complessità non rinvenibili negli altri presidi

ospedalieri della Regione, ovvero quelle con una diffusione rara sul territorio” e, due Centri Spoke (Termoli ed Isernia) con un ruolo importante per le “specialità di media diffusione sul territorio,” a copertura rispettivamente dei bacini territoriali del Basso e dell’Alto Molise.Per gli Ospedali di Venafro e Larino si prevede una loro riconversione in Presidi territoriali dotati di PPI con personale medico ed infermieristico sulle 24 ore, che dispongano di competenze cliniche e sanitarie adeguate a fronteggiare e stabilizzare temporaneamente le emergenze gravi fino al loro trasporto e presa in carico al Pronto Soc-

dine del giorno di quelli che dicono tutto e niente, che aprono scaturigini dialettiche senza alcuna possibilità di approdare a qualcosa di concreto. Il consiglio, infatti, e per giunta all’unanimità!, ha deliberato di “impegnare il presidente della Regione, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per il rientro del disavanzo sanitario, a riferire in sede di consiglio regionale: - a chi spetta il compito di riorganizzare la sanità molisana, specificando meglio se è compito solo ed esclusivo del commissario ad acta prendere decisioni nel merito della programmazione ed organizzazione del settore sanità, esautorando, de facto, il consiglio regionale; e se lo stesso vale per le direttive che giungono dal governo centrale; -cosa intende fare con i nosocomi presenti sul territorio della regione e, nello specifico, quali presidi ospedalieri tenere in vita e quali condannare alla chiusura; - come garantire lo sblocco del turn-over a beneficio di nuove assunzioni”. Paglia per cento cavalli, nonostante sia stato chiarito quale sia il compito dei commissari ad acta e la totale estraneità del consiglio alle sue decisioni. Dardo

Termoli sarebbero privati di molte discipline con un numero di posti letto riconosciuti sostanzialmente inadeguato rispetto al fabbisogno territoriale. Il Presidio di Agnone, strategico per la popolazione dell’Alto Molise, verrebbe ridotto in maniera sostanziale a soli 10 posti letto di medicina e 20 di lungodegenza pur con la definizione di “Presidio Ospedaliero di zona disagiata”. A fronte di un intervento di tale peso sulle strutture pubbliche i tagli ai privati sono del tutto residuali. In definitiva, questo documento non è da considerarsi né condivisibile né attuabile, perché mina la possibilità ed il diritto fondamentale dei cittadini molisani ad avere un’assistenza sanitaria efficace e mette in seria discussione la possibilità di avere a disposizione un sistema ospedaliero pubblico in grado di soddisfare il bisogno di cure su tutto il territorio.

L’intervento di Francesco Totaro La pubblicazione lo scorso 3 dicembre dell’atto aziendale da parte dell’Asrem, ed attraverso il quale si riforma sostanzialmente l’offerta sanitaria in Regione, ci lascia alquanto insoddisfatti. E non soltanto per una questione di contenuto. Il metodo utilizzato, infatti, rimanda agli anni scorsi quando i predecessori dell’attuale Direttore Generale emanavano atti di questo tipo, in maniera autonoma, nonostante l’intero Consiglio Regionale, organo massimo di rappresentatività dei cittadini, chiedeva incessantemente un coinvolgimento concreto. Dunque, a prescindere da quali siano formalmente le procedure e le competenze, restiamo

Un atto aziendale che penalizza i cittadini su una posizione fermamente contraria rispetto al documento stilato dall’Asrem che, seguendo le solite logiche ragionieristiche, taglia i servizi nelle periferie e nelle zone interne della Regione, non tenendo conto delle caratteristiche territoriali e guardando solo alla calcolatrice. Sui tagli previsti in ogni

dove e luogo, poi, spiccano quelli al nosocomio del Capoluogo, il Cardarelli ed al Vietri di Larino, quest’ultimo di fatto privato della sua eccellenza nel reparto di Oculistica. E tutto ciò senza dimenticare che attraverso questa nuova pianificazione l’offerta privata mantiene parametri molto alti ed in alcuni casi diverrebbe addirit-

tura l’unica soluzione alternativa al sistema pubblico, non sufficientemente sostenuto. E allora bene ha fatto il Presidente Paolo Frattura a porsi in una posizione critica e di incertezza nei confronti dell’atto aziendale dell’Asrem, così che il documento possa essere approfondito e magari rivisto in alcuni punti, sempre tenendo conto delle reali esigenze del Molise e dei molisani, ponendo questi interessi dinanzi a quelli dei bilanci. In quarta Commissione, comunque, già si sta lavorando ad una regolamento che imposti le direttive per un riordino, necessario ed urgente, della sanità in Molise e visti gli ultimi accadimenti, saranno accelerate tutte le procedere già avviate per l’approvazione di una Legge regionale ad hoc.


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TAaglio lto

4 9 dicembre 2014

C’è troppa confusione in giro che ha generato una enorme disseminazione di spazi sul territorio la cui utilizzazione e destinazione non trovano connessione nè giustificazione

La strana affittopoli campobassana targata Palazzo San Giorgio

Il consigliere Ambrosio ha avviato un discorso ampio in cui diventa centrale rimettere ordine, ricucire e, come diciamo in altra parte del giornale, rigenerare la città Nella rigenerazione urbanistica e socio/culturale di Campobasso non è estranea la situazione che vede 24 unità immobiliari (circa 2000 metri quadrati di superficie)data in uso gratuitamente a più soggetti tra cui anche un soggetto pubblico (l’Asrem), alle quali vanno aggiunte altre 11 unità immobiliari (altri 3700 metri quadri di superficie) dati in locazione a canoni si potrebbe dire inesistenti. Oltre al danno economico, alla violazione delle leggi che obbligano la copertura delle spese di mantenimento dei beni patrimoniali, siamo di fronte alla formulazione di un modello d’uso della città che sfugge totalmente agli amministratori e fa aggio unicamente alle necessità dei soggetti che ne traggono vantaggio. Vogliamo dire, anzi lo dice il consigliere comunale di maggioranza Michele Ambrosio, che la situazione nella sua articolazione pone seri problemi, come detto, di natura economica per il Comune (3 unità immobiliari per ulteriori circa 700 mq di superficie sono occupati gratuitamente da associazioni, per i quali il Comune paga circa 35.000 euro l’anno di affitto, oltre ai 140 mq relativi ai locali della far-

CAMPOBASSO. “Viste le note della Provincia di Campobasso in ordine alla materiale impossibilità di sostenere le spese per garantire il riscaldamento negli Istituti Superiori di propria pertinenza, e considerato il disagio degli studenti, dei docenti e del personale tecnico – amministrativo, chiedo l’anticipo del confronto già sollecitato per le vie brevi nei giorni scorsi, al fine di individuare con l’Ufficio Scolastico Regionale, le rappresentanze sociali e con l’Amministrazione Provinciale di Campobasso, possibili percorsi risolutivi”. Così scrive l’assessore regionale, Michele Petraroia, al Prefetto di Campobasso e al ministro della Pubblica istruzione in merito alla situazione venutasi a determinare. “Stante la frammentazione delle competenze in materia di organizzazione scolastica, che con scelte poco oculate attribuiscono ad una miriade di enti la gestione del sistema, è indispensabile raccordare il rapporto tra Organi dello Stato, a cui è demandata la gestione del personale scolastico e delle attività didat-

macia comunale di via Toscana per i quali il Comune versa un canone di 9.000 euro l’anno) ma, soprattutto, pone la necessità di una rimodulazione degli spazi in maniera analitica perché trovino una ragione logica nel contesto generale della città, del modo di viverla e di

renderla efficiente. C’è troppa confusione in giro, anzi c’è stata e, purtroppo, continua ad esserci, nella realizzazione di volumi edilizi alla rinfusa, che ha generato una enorme disseminazione di spazi sul territorio la cui utilizzazione e destinazione non trovano

“Riscaldamento nelle scuole, dobbiamo capirci chi paga” L’assessore regionale, Michele Petraroia, scrive al Prefetto e al Ministro dopo le lamentele dei presidenti delle Province di Campobasso e Isernia tiche, e Provincia, a cui spetta assicurare la funzionalità delle strutture e dei locali adibiti a scuole per gli Istituti Superiori. Tenuto conto che dai recenti provvedimenti di riordino delle province, adottati dal Governo, scaturisce una difficoltà di transizione delle funzioni delegate, con criticità finanziarie che privano tali Enti di margini di agibilità, è necessario accertare, di concerto con i Ministeri dell’Istruzione, degli Affari Regionali e dell’Economia, ogni altra e diversa soluzione che tuteli gli studenti, garantisca l’ordinaria attività didattica ed eviti disagi per il personale scolastico e per gli stessi studenti”.

Violenza sulle donne, finalmente il Piano di Giuditta Lembo* Finalmente la notizia che aspettavamo da anni dal Governo e che ci rincuora: entro gennaio 2015 verrà adottato il nuovo piano nazionale anti violenza sulle donne. Il piano, frutto di un lavoro interministeriale, sarà sottoposto a una consultazione online che verrà aperta il 30 novembre all’indirizzo pianoviolenza@governo.it. La Consigliera del Presidente del Consiglio in ma-

connessione né giustificazione. Ambrosio, seppure prendendo alla larga il problema, con il richiamo a questa sorta di affittopoli, di fatto, avvia un discorso più ampio, in cui diventa centrale rimettere ordine, ricucire e, come diciamo in altra parte del giornale, rigenerare la città. In questo caso intanto rigenerando l’economia comunale, quindi, a seguire, rigenerando gli spazi e il territorio. E’ una fatica enorme introdurre concetti e necessità di questo tipo nell’ambito delle responsabilità degli amministratori comunali, ma è una fatica che va affrontata e portata avanti. Ambrosio pare deciso a sostenerne il peso operando, per adesso a tentoni, alla ricerca del lato morbido, assorbente, e ricettivo dei partiti e dei gruppi consiliari chiamati, come già lo sono stati, alla razionalizzazione dei servizi comunali (la proposta dei due municipi), quindi alla razionalizzazione della cementificazione, quindi ancora alla valorizzazione del territorio, alla ricerca di modelli di vita meno abborracciati di quelli in essere per via della carenza di logica, di raziocinio e di efficienza nella distribuzione dei servizi e delle strutture.

teria di Pari opportunità, Giovanna Martelli ha comunicato che verranno stanziati 10 milioni di euro per il 2014 e 10 milioni di euro per il 2015 che si aggiungeranno ai 17 milioni già stanziati per il 2013 e il 2014 per il potenziamento dei centri anti violenza e delle case rifugio ,ai quali si aggiungono 10 milioni per il 2015 e 10 milioni per il 2016. Tra i punti principali - specifica la Lembo- la prevenzione, la sensibilizzazione degli operatori del settore, la protezione delle

vittime, l’educazione delle scuole,la formazione di personale, il recupero dei maltrattanti, il reinserimento lavorativo e abitativo delle vittime, la creazione di una banca dati nazionale che dia una lettura completa e articolata del fenomeno della violenza sulle donne, la governance dei soggetti coinvolti sul territorio con la regia del Dipartimento delle pari opportunità e con Regioni, Enti Locali e Ministeri. Il Piano antiviolenza si muoverà su diverse direttrici di inter-

vento. Innanzitutto si partirà dalla comunicazione, sensibilizzando i mezzi di informazione a restituire un’immagine femminile corretta. Verranno inoltre contrastati gli spot commerciali che parlano di donne in maniera sessista. Ampio spazio sarà poi dedicato alla formazione di tutte le figure che intervengono nei casi di violenza e abusi: dagli infermieri agli agenti di polizia, fino ai magistrati. Sono poi previsti anche dei corsi per gli insegnanti perché l’educazione a scuola è uno dei punti del Piano, che si concentrerà anche sul reinserimento lavorativo e abitativo delle vittime e sul recupero degli uomini abusanti.

Una novità riguarderà anche il pronto soccorso dove si inserirà il codice rosa per le vittime di violenza domestica e sessuale. L`Italia è tra i primi paesi ad aver già presentato il proprio Piano d`azione nazionale (20102013) in adempimento della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite “Donne Pace e Sicurezza” ed ora, con lo stanziamento di queste risorse - conclude la Consigliera di Parità - può finalmente dare un segnale importante nella direzione della tutela delle vittime. *Consigliera Pari Opportunità


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5 9 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Nelle intenzioni dovrà occuparsi del Piano Garanzia Giovani

‘Resuscitata’ l’Agenzia per il lavoro Era stata accontonata dal governo Frattura come uno dei primi atti della nuova attività Ora, invece, è stata rimessa in carreggiata dal direttore generale della Regione In regime di prolungamento contrattuale fino a metà gennaio 2015, il direttore generale della Regione Molise, Pasquale Mauro Di Mirco, non lesina energie nel dare impulso alle attività regionali che sono state oggetto di decisioni da parte degli organi deliberanti. Gli compete e lo fa. Stando attento, però, ad assecondare i desideri degli apparati politici e amministrativi (presidenza e giunta regionali) che, come racconta la cronaca quotidiana, hanno il vezzo di scegliere nel mazzo degli organismi para, sub e strutturali dell’Ente, quelli che meglio li rappresentano o, meglio ancora, li soddisfano. Tra i preferiti indubbiamente l’Agenzia Molise Lavoro, rimessa da qualche mese in carreggiata e, come diciamo, oggetto di attenzione. Ha provveduto infatti Di Mirco a incaricarla, in via d’urgenza, a svolgere le attività legate alla gestione del Programma “Garanzia Giovani Molise” sotto la direzione e il coordinamento del responsabile regionale della Programmazione, ancorché direttore dell’Area seconda, Massimo Pillarella. Anche quest’ultimo è da annoverare tra i preferiti di Frattura e

company, una sorta di deus ex machina, delegato ad essere ingegnere, dirigente, direttore, manager e ambasciatore del Molise nelle stanze decisionali di Bruxelles. Coordinare i circa 9 milioni di euro che ballano intorno alla “Garanzia Giovani Mo-

lise”, non è certo una diminuzione di ruolo. Tutt’altro. E’ il modo, il più immediato, di accelerare le procedure di spesa, la rendicontazione e la certificazione relative al Programma Operativo dei Fondi Sociali Europei (Fse) 2007 -2013 e degli altri pro-

grammi e delle linee di finanziamento quali, appunto, quelle di Garanzia Giovani, del Piano Integrato Giovani, dei Bonus assunzionali, del Welfare to work, dei bandi ministeriali che gravitano sulle politiche del Lavoro e dell’Occupazione, connesse al riconoscimento in corso da parte del Governo della crisi complessa nell’area Bojano-Venafro. Quadro ampio, elastico, modellabile, adattabile alle esigenze occupazionali (quantunque a tempo determinato), alle consulenze, ai contributi professionali. A Pillarella anche il compito di attivare le procedure di semplificazione e d’informazione sperimentali, utili a traghettare l’attuale gestione dei Fondi europei verso la futura programmazione 2014 – 2020. Molta carne a cuocere, con non poche linee di fuga per renderla appetibile e appetita, secondo gli usi e i costumi della politica molisana: clientela e favoritismi. Speriamo non sia così, anche se il pregresso giustifica appieno la supposizione. Dunque, il braccio operativo di Pillarella sarà l’Agenzia Regionale Molise Lavoro: dalla stalla della precarietà alle stelle. Nel dare all’Agenzia il compito appena

“Tanti sì per il Parco del Matese” Legambiente lancia il manifesto per la nascita della nuova area CAMPOBASSO. E’ stata accolta da tutti gli intervenuti la proposta di Legambiente di istituire il Parco Nazionale su entrambi i versanti del massiccio del Matese, che inglobi in un’unica area l’attuale parco regionale del versante campano e le aree della rete Natura 2000 ricadenti nel versante molisano. Durante l’incontro conclusivo degli Stati Generali del Matese, organizzati stamane da Legambiente a Ripa dei forti a Santa Maria del Molise(Is), ha partecipato anche il senatore Roberto Ruta, che ha proposto all’associazione ambientalista un percorso condiviso, da effettuare tra dicembre e gennaio, su tutte le problematiche relative al perimetro e alle misure di tutela per la conservazione del patrimonio naturale. Proponendo un modello di sviluppo sostenibile e che guarda con fiducia alla green economy. “Sono disponibile ad impegnarmi per definire i tempi e le modalità per realizzare al più presto il progetto del Parco Nazionale del Matese- ha dichiarato il senatore Ruta- Nei prossimi mesi organizzeremo una serie di incontri con Legambiente, l’Università degli Studi del Molise e con i portatori di interesse proprio per approfondire, sia dal punto di vista tecnico-scientifico che dal punto di vista amministrativo ed economico, le strategie da adottare”. In questa giornata l’associazione ambientalista ha presentato una proposta di perimetrazione che include sia le aree matesine molisane, già riconosciute dalla Dir. Habitat (92/43 CEE), che il Parco Regionale del Matese, già istituito nel territorio campano. Tale ipotesi è provvisoria e sarà sottoposta, in seguito all’approfondimento tecnico, a miglioramenti al fine garantire una perimetrazione condivisa dalle amministrazione locali e dalle associazioni interessate alla realizzazione del Parco Nazionale del Matese.

Si conclude così la serie di incontri, organizzati da Legambiente nell’ultimo mese, volti a raccogliere i punti di vista degli stakeholders dell’area matesina che hanno portato alla nascita di un documento che raccoglie la sintesi delle motivazione favorevoli all’istituzione del parco. “Accogliamo con entusiasmo la proposta del senatore Roberto Ruta- hanno dichiarato Legambiente Molise e Antonio Nicoletti, responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente- siamo pronti per la Conferenza regionale, organizzata dai rappresentanti dei territori del Molise e della Campania insieme a Legambiente, dibattendo pubblicamente con tutta la società matesina le ragioni per cui è importante dire si al Parco nazionale. Una sfida che accettiamo volentieri perché coincide con gli obiettivi che stanno alla base del percorso che abbiamo voluto sperimentare con gli Stati Generali del Matese, e perché non abbiamo paura di confrontarci con discussioni concrete, coinvolgendo i sindaci ed i cittadini interessati”.

sopra descritto, che le garantisce di vivere, il direttore generale Di Mirco ha preteso che assicuri un costante flusso informativo di tutti i dati che riguardano la gestione del “Garanzia Giovani” agli uffici dell’Assessorato al Lavoro (alias all’assessore Petraroia; sembrava strano fosse tagliato fuori) e verso i componenti della cabina di regia (tre dirigenti regionali, Gabriella Guacci, Matteo Iacovelli, Marcello Vecchiarelli, Claudio Amicone, Guido Di Ninno, Giovanni Cefalogli, Enrico Staffieri, Lucia Merlo e Piero Brandimarte). Giusto per ricordarle di essere uno strumento nelle mani della politica e dei satelliti che le ruotano attorno (sindacati, associazioni di categoria eccetera). Infine, perché poi tutto si modelli secondo il gradimento della giunta regionale, il factotum Pillarella predisporrà un documento complessivo di rimodulazione del Programma Operativo “Garanzia Giovani Molise” e della governance che lo sottintende, da condividere preventivamente con la cabina di regia, e da sottoporre alla giunta regionale “per gli atti di competenza”. Dardo

Vaccini, ancora tutto bloccato In Molise, dopo le morti sospette, si resta in attesa dell’esito dell’autopsia CAMPOBASSO. È un calo di certo atteso ma a tratti spropositato quello che si è verificato tra i cittadini che, a seguito delle denunce sull’ipotetica correlazione tra l’uso del Fluad e alcuni decessi, hanno deciso di soprassedere alla prassi della vaccinazione. Un calo medio che si assesterebbe su percentuali, su base nazionale, di circa l’80% delle vaccinazioni influenzali, con picchi del 100%. Da Nord a Sud Italia, quindi, dopo la notizia del blocco dei lotti sospettati di aver provocato decessi tra gli anziani, arrivata proprio nel bel mezzo della campagna anti-influenzale. Un dato che fa sì paura ma si associa al fatto che ad oggi a vaccinarsi era già stata una buona parte della cittadinanza per cui, rispetto ai dati relativi allo scorso anno, possiamo parlarle di una flessione negativa di circa il 30%. La stima emerge da un’indagine a campione tra i medici di famiglia del Sindacato Medici Italiani (Smi) realizzata per l’Ansa; c’è da dire che la situazione varia molto da regione a regione. E all’Anda il vice segretario Smi Toscana Franco Fontana, commenta: “Da quando si è iniziato a parlare di decessi ho vaccinato una sola persona, fortunatamente la campagna vaccinale era già a buon punto, questo farà sì che il calo rispetto allo scorso anno non andrà oltre il 30%”. Nel particolare, in Molise è tutto “bloccato dopo la notizia”, mentre la vicina regione Abruzzo segna una flessione del 90%. Meglio in Puglia, con un calo assestato al 50%. Preoccupazione da parte della classe medico ospedaliera perché, con questo trend, il rischio di trovare ospedali sopraffollati per le influenze ad inverno inoltrato sarà davvero possibile


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

9 dicembre 2014

“Una propaganda mediatica senza risvolti concreti” Per il consigliere comunale Enrico Perretta, la proposta del Comune non serve alla città CAMPOBASSO. Non ha peli sulla lingua, il consigliere comunale Enrico Perretta, sulla manifestazione organizzata dal Comune “Natale sotto le stelle”. “A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?” diceva Totò. Pare che questo sfottò non sia passato di moda. O per lo meno questo potrebbe apparire dalla polemica delle luminarie e del cartellone natalizio tanto esaltato dall’assessore Salvatore Colagiovanni. Una storiella fatta di soldi da spendere, con modalità decisionali e atti assai dubbi che dovranno essere chiariti nelle opportune sedi (come evidenziato anche dai miei colleghi di opposizione) e senza alcuna programmazione che abbia un tornaconto serio sulla città. “Natale sotto le Stelle”, che oggi vedrà l’accensione meramente pubblicitaria delle luci mediatiche su Colagiovanni e Battista, sembra un’improvvisazione natalizia che farà

solo apparire, ma non gioverà come dovrebbe ai campobassani né consegnerà a Campobasso il suo ruolo di capoluogo di regione. Segnale che forse la politica è l’unica professione per la quale non si ritiene necessaria alcuna preparazione. Basta decidere un paio di addobbi in perfetta solitudine, inviare una nota stampa per coinvolgere giornali e televisioni immortalando così l’accensione di un interruttore con il sindaco, e voilà, il gioco è fatto. Beh, colgo l’occasione per ricordare all’intera Giunta comunale che oggi, con la situazione economica che c’è, non può più funzionare in questo modo. A Salvatore Colagiovanni, che ha riscoperto la sua “anima sinistra”, ma anche alle vecchie volpi della politica campobassana come il sindaco Battista, vorrei ricordare le parole di Enrico Berlinguer: “Quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora, ci

vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi e intollerabili privilegi”. A me pare che questa nuova amministrazione non abbia nessuna di queste caratteristiche eppure si atteggia come se le avesse in barba al rispetto delle regole e chiedendo sempre più sacrifici ai cittadini. Da amministratore io sarei disponibile a spendere anche 200mila euro per il Natale a Campobasso, purchè però ci siano iniziative che attraggano pubblico dall’esterno che non solo ripopoli la città, ma produca un guadagno effettivo anche al commercio cittadino. Come fare? Basterebbe sedersi e valutare le varie idee, i vari progetti. A meno che non si voglia impedire alla gente, o ai rappresentanti eletti dal popolo, di impicciarsi di fatti che riguardano la collettività”.

L’accensione delle luminarie a Campobasso In piazza Municipio è stato aperto il Mercatino mentre in piazza Pepe la pista di pattinaggio CAMPOBASSO. E’ stato il sindaco Antonio Battista e l’Amministrazione comunale di Campobasso ad inaugurare il ‘Natale sotto le Stelle’ con l’accensione delle luminarie natalizie alle ore 18,00 di ieri lunedì 8 dicembre

2014. L’appuntamento è nell’atrio di Palazzo San Giorgio, dove è stato allestito l’albero di Natale realizzato con bottiglie di plastica (che saranno successivamente riciclate) dagli studenti del Liceo Artistico ‘Manzù’ di Campo-

basso. Un momento atteso, che renderà magico e caratteristico il centro cittadino, durante una festa che deve infondere gioia e serenità. Si ricorda che le luminarie sono presenti in

tutto il centro del capoluogo, che in Piazza Municipio è stato allestito il ‘Mercatino di Natale’, mentre in Piazza Pepe è presente la pista di pattinaggio nell’ambito dell’iniziativa ‘Pattinare nel borgo antico’.

Malattie vascolari, a confronto a Bojano Domani si parlerà di prevenzione e nuove cure nell’incontro promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo II BOJANO. Domani 10 dicembre 2014 alle ore 18.30 nell’Antica Cattedrale di Bojano si svolgerà il convegno “Prevenzione e Nuove possibilità di cura per le malattie vascolari”. Dopo l’indirizzo di saluto del Parroco, don Rocco Di Filippo, e l’introduzione del Direttore Generale della Fondazione “Giovanni

Paolo II”, Ing. Enrico Zampedri, relazionerà il dottor Pietro Modugno, Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare della Fondazione “Giovanni Paolo II”. Secondo recenti stime (OMS) le malattie del sistema cardiovascolare, oltre ad essere sempre gravemente debilitanti, sono responsabili

complessivamente di quasi il 50% dei decessi nei paesi occidentali (39% maschi, 49% femmine). Fra queste, un peso rilevante hanno le malattie vascolari (quelle che coinvolgono le arterie, le vene, i linfatici ed il microcircolo) che colpiscono quasi ogni famiglia e rappresentano un problema umano e sociale di

estremo rilievo, ma fortemente sensibile alla prevenzione. Una diagnosi precoce e una prevenzione sistematica che favorisca abitudini di vita corrette giocano un ruolo fondamentale nella limitazione delle insorgenze e dell’evoluzione di tali patologie

Stati generali delle donne, c’è anche il Molise A rappresentare la regione, la consigliera di parità, Giuditta Lembo

CAMPOBASSO. Anche il Molise

presente a Roma lo scorso 5 dicem-

bre agli “Stati Generali delle donne”, con le relatrici : Giuditta Lembo, Consigliera di Parità della Regione Molise e la Prof.ssa Rossella Gianfagna, Dirigente scolastica. Il summit si è svolto nella sede romana del Parlamento Europeo, dalle 9.00 alle 18,30, quasi dieci ore no stop di incontri tra le Istituzioni e il mondo femminile. Presenti anche Daniel Radcliffe, direttore dell’ Ufficio d’Informazione in Italia del Parlamento europeo che ha portato i saluti di tutto il Parlamento europeo, Daniela Fedeli,Senatrice della Repubblica, Ludovica Agrò, Ministero Sviluppo Economico, Stela Stingaci, Ambasciatrice della Repubblica Moldova, Monica Parrella, Dipartimento Pari Opportunità, Dana Manuela Constantinescu, Ambasciatrice della Romania e tantissime altre personalità. Molti i temi di discussione su cui è stato aperto il tavolo di confronto: demo-

crazia paritaria, lavoro, imprese e start up, donne&politica, confronti tra generazioni, donne&territorio, comunicazione, innovazione, nuove tecnologie, processi di integrazione, leadership, politiche ed azioni intorno al Mediterraneo, cambiamento, creatività, fragilità economica e sociale, sport, formazione ed educazione. “L’Italia continua a non essere un Paese per donne”, questo il tema del summit, che è anche una constatazione amara. L’incontro è stato patrocinato dal Ministero dello Sviluppo Economico e ha raccolto in breve tempo migliaia di adesioni. In programma relazioni e speech di imprenditrici, lavoratrici, studiose, giornaliste, esperte, insegnanti, creative, start-upper, politiche e amministratrici, per parlare concretamente delle istanze delle donne che vivono in Italia. Fra gli invitati anche il premier Matteo

Renzi. In chiusura dei lavori è stato redatto un documento-manifesto, che indica gli interventi concreti da attuare in favore delle donne. Questo sarà la base di dialogo da cui partire durante la “Conferenza Mondiale delle donne. Pechino vent’anni dopo”, che si terrà in occasione di Expo Milano il 26-27 e 28 settembre 2015. Gli Stati Generali a partire da gennaio fino a prima di Expo Milano 2015, faranno diverse tappe regionali organizzate in collaborazione con le referenti individuate a livello territoriale e faranno tappa anche in Molise grazie alle referenti Giuditta Lembo e Rossella Gianfagna. Saranno organizzati momenti di studio per avanzare proposte, analizzare contenuti, costruire relazioni e individuare donne che abbiano voglia di farsi portavoci di un vero cambiamento.


Campobasso

7 9 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Convocata di primissimo mattino a Palazzo san Giorgio La commissione consiliare all’urbanistica si appresta ad essere il viatico del Piano Casa: la mano lunga degli speculatori, dei padroni del cemento e delle aree edificabili Mai vista una commissione consiliare convocata di prima mattina (ore 8 e 15). Evidentemente “maiora premunt”. Anzi, certamente. Perché c’è da decidere (favorevolmente, purtroppo) sulle richieste avanzate da tre imprese locali per applicare sul territorio cittadino l’articolo 6 della legge regionale 30 del 2009, conosciuta come Piano Casa: legge che avrebbe dovuto esaurire la fase di emergenza abitativa per cui era stata pensata (anzi, mal pensata dal governo Berlusconi), che i soloni di Palazzo Moffa hanno deciso di prorogare a piacimento dopo averla ampiamente manipolata nello spirito e nella sostanza. Del Piano Casa come lo hanno gestito, adattato, e confezionato i consiglieri regionali, l’amministrazione comunale di

Campobasso si appresta a dare prova della sua generosità di volumi, della sua incongruenza rispetto alle motivazioni originarie che corrispondevano unicamente alla possibilità di aggiungere una camera, un locale, magari, eccezionalmente, un piano alle abitazioni esistenti, pur di migliorare la ricettività e soddisfare le esigenze logistiche di una famiglia. Sugli effetti deleteri del Piano Caso targato consiglio regionale del Molise si avverano le preoccupazioni, i rilievi, le riflessioni fatte a suo tempo dall’assessore all’urbanistica Nicola Gesualdo, al quale non si potranno mai negare le migliori intuizioni in materia urbanistica, la ragionevolezza di una programmazione territoriale, la urgenza più volte spiegata (al colto e all’inclita) di una nuova

diversa visione (in chiave moderna e attualista) dello sviluppo edilizio e territoriale di Campobasso. I soloni di Palazzo Moffa, d’accordo con gli speculatori, con i padroni del cemento e delle aree edificabili, invece il Piano Casa l’hanno trasformato in un munifico strumento per miglia di metri cubi di cemento da colare in ogni angolo del territorio cittadino. Senza alcun riguardo per l’estetica, la funzionalità e l’architettura. Come dicevamo, la commissione consiliare comunale convocata di primissimo mattino, si appresta a sua volta ad esserne il viatico. La commissione è presieduta da un giovane ingegnere, Massarella, che riteniamo faccia parte della schiera dei tecnici che hanno a loro volta spinto i regionali di Palazzo Moffa perché aprissero il

Piano Casa alle imprese e con esse alle progettazioni rilevanti e alle rilevanti parcelle professionali. Sicché, in barba a quelle pochissime norme che sono rimaste in piedi del vecchio (vecchissimo) Piano regolatore generale della città, in aggiunta a tutti gli accordi e le contrattazioni in materia edilizia, ecco arrivare il cemento del Piano Casa. Gli oppositori non mancano, per fortuna. Anche nella maggioranza di centrosinistra, decisi, come è deciso nella sua azione di contrasto a tutte le forme di speculazione il consigliere Michele Ambrosio, a rendere la vita difficile ai colleghi consiglieri di manica larga, di facile convinzione, di aperta propensione al cemento, soprattutto se per professione, per contiguità culturale, per opportunità di lavoro

avrebbero di che spartire con i colatori di cemento e gli imprenditori. Sua l’emersione del contrasto tra ciò che il sindaco Battista e l’assessore all’urbanistica Bibiana Chierchia hanno scritto nel programma (“La costituzione di un ufficio di piano, il censimento di quanto realizzato in eccedenza, la modifica di interventi non più corrispondenti alle necessità dei cittadini, il miglioramento della qualità urbana nei plessi periferici, ripensando il ruolo che l’ambiente e il paesaggio assumono in un rinnovato concetto di qualità della vita e di benessere, limitando gli interventi in addizione e investendo nella riqualificazione”) e ciò che la commissione consiliare si appresta ad approvare. Dardo

“Il Molise e la Grande Guerra”, giovedì la presentazione Il libro del giornalista Giuseppe Saluppo ed edito nella collana de La Gazzetta, sarà presentato nella sala consiliare del Comune di Campobasso, alle ore 18 nuovi processi sociali con la mobilitazione di vaste masse fino ad allora estranee alla vita dello Stato e finire a Fiume, la vittoria mutilata e giungere alle elezioni del 1919 con i consensi di vasti strati della masse popolari al movimento degli ex combattenti forte proprio in Molise. Il filtro degli anni, di cento anni, certamente serve a decantare la massa di ricordi degli eventi visti o vissuti, disperde e lascia cadere

CAMPOBASSO. “Ieri salutammo i partenti per le arene della Libia con uno slancio di entusiasmo frenetico, domani baceremo in fronte, senza una lacrima, i nostri soldati anelanti di ricongiungere i fratelli delle terre irredente alla Grande Patria Italiana”, si leggeva su La Provincia di Campobasso il 3 aprile 1915. Nulla sarebbe stato come

prima. “Il Molise e la Grande Guerra - Speranze, Racconti, Disillusioni”, è il titolo del libro di Giuseppe Saluppo che sarà presentato giovedì 11 dicembre, alle ore 18, nella sala consiliare del Comune di Campobasso. E’ indubbio che qualsiasi tentativo di spiegazione di quello che sarebbe accaduto dopo deve tenere conto di quanto accaduto tra il

1911 e il 1919. In questo libro non troverete fatti d’armi ma la Speranza di tanti molisani di un futuro diverso, i Racconti di una storia politica e sociale le Disillusioni del dopo. In tredici capitoli si passa dai fattori degenerativi dell’equilibrio liberaldemocratico, alla guerra di Libia, a un Molise da costruire per passare al vissuto della Grande Guerra che avrebbe messo in moto

quelli secondari, appena marginali, li sbiadisce, li scolora, ma esalta la visione del quadro generale nel suo insieme, con le sue linee maestre ben segnate. A volte, può trattarsi di cronache, ma è altresì vero che la storia non di rado nasce con gli abiti dimessi della cronaca, e la cronaca di quei giorni serve a comprendere meglio e interpretare la storia di questa nostra terra.



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Isernia

9 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Personale comunale, troppe vessazioni” Ad affermarlo è l’ex senatore Alfredo D’Ambrosio che si innesta sulla denuncia di un consigliere ISERNIA. “La popolazione isernina esprime forte preoccupazione per il clima di tensione venutosi a creare tra il personale senza che il sindaco intervenga per mettere ordine”. Lo afferma l’ex senatore Alfredo D’Ambrosio, già consigliere comunale di lungo corso, in merito alla questione delle presunte vessazioni subite da parte del personale di Palazzo San Francesco, denunciate pubblicamente da un consigliere di opposizione durante l’ultima seduta consiliare. “Al Comune – dichiara D’Ambrosio – si è creata una spaccatura profonda tra il personale amministrativo e la segretaria, con la regia occulta di qualcuno che si sente tutelato dall’alto e continua imperterrito a spadroneggiare negli uffici dell’ente. Il tutto, con la politica inerme e silente: se infatti l’ex sindaco Melogli aveva nominato una segretaria che, di fatto, poi risultò un generale che

conduce le sue truppe contro il resto del suo stesso esercito, l’attuale primo cittadino Brasiello ha invece conferito l’incarico a un ‘sergente di ferro’, anzi d’acciaio, che di fatto ha assunto il comando di tutto. Mentre Melogli, da uomo di legge dotato di una robusta cultura giuridica, riusciva ad arginare determinati atteggiamenti controproducenti dell’ex segretaria, Brasiello invece non può vantare particolari attitudini in campo giuridico, finendo così per essere il manovrato, e non il legittimo manovratore, e vedendosi costretto a barcamenarsi per tentare di trovare il bandolo della matassa”. “Le tensioni striscianti e le frizioni tra dipendenti, funzionari e figure apicali – prosegue D’Ambrosio – preoccupano non poco, considerando l’andamento dell’attività amministrativa. Ciò comporta sicuramente pregiudizio per l’eroga-

zione dei servizi al cittadino, di fronte al quale il sindaco Brasiello e la sua amministrazione, in particolare coloro che nella passata consiliatura sedevano all’opposizione e giustamente intraprendevano battaglie durissime su questioni inerenti al personale ed altro, correttamente oggi dovrebbero informare la popolazione su cosa intendano fare, per riportare subito l’ordine al Comune di Isernia. Se la situazione di caos dovesse proseguire, l’amministrazione potrebbe trovarsi nell’incapacità di risolvere i molteplici problemi evidenziatisi negli ultimi tempi e quelli invece perduranti già da tempo addietro. Penso, solo per fare un esempio, alla frana di via Occidentale, dove è crollato un antichissimo muro vincolato dalla Soprintendenza, che occupa la quasi totalità della carreggiata all’altezza della casa editrice Iannone. Ma anche e soprattutto al cedimento del

muretto in via Orientale, che rappresenta un vero pericolo per la pubblica incolumità. Distratta da questioni interne, insomma, l’amministrazione rischia di continuare a dimenticarsi dei problemi reali dei cittadini, specialmente quelli più gravi e urgenti, come la povertà, in forte aumento tra le famiglie, senza che il Comune si adoperi per creare occasioni di lavoro. Cosa intende fare in proposito l’amministrazione? Come immagina di affrontare la questione il sindaco? Queste risposte – conclude D’Ambrosio – può anche non darle a me, nonostante io sia stato determinante per fargli vincere le elezioni in prima battuta, ma deve darle alla popolazione di Isernia, che si aspetta la realizzazione di atti concreti e non le consuete e rituali chiacchiere”.

‘Ndocciata? Per la Regione festa padronale Riconosciuta come Patrimonio dall’Unesco, dal Molise solo 11mila euro AGNONE. La ‘Ndocciata di Agnone riconosciuta Patrimonio d’Italia, manifestazione capace di scaldare il cuore di San Giovanni Paolo II in piazza San Pietro, catalizzatrice di migliaia e migliaia di turisti provenienti

in Molise da tutta Italia, evento del fuoco più imponente al mondo, è stata finanziata dalla Regione Molise al pari di una festa padronale. L’importo, poco più di 11mila euro, è riportato sul sito della Regione nella lista

“Eventi nei borghi – Marketing Molise” (allegato A). I fondi assegnati hanno fatto storcere, e non poco, il muso agli organizzatori che da anni e con immani sacrifici ripropongono lo spettacolare fiume di fuoco in occa-

sione dell’8 e del 24 dicembre di ogni anno. Frattura rassicura – un maggiore impegno in termini economici, all’avvocato Giuseppe Marinelli, presidente della Pro loco, l’associazione che insieme al Comune di Agnone

mantiene vivo il rito. In una telefonata intercorsa negli ultimi giorni tra i due, Frattura avrebbe dichiarato di impegnarsi per reperire una somma più consone per un evento di portata mondiale.

Immacolata,una corona di fiori per la Madonna La città di Venafro ha omaggiato la statua in cima al campanile della basilica VENAFRO – La città omaggia l’Immacolata con una corona di fiori sulla statua della Madonna in cima al campanile della basilica. I dettagli nel contributo di Tonino Atella: Venafro rende omaggio all’Immacolata nel giorno della ricorrenza, 8 dicembre. Una corona di fiori verrà infatti apposta a metà mattinata alla statua della Vergine in cima al campanile della Basilica di San Nicandro. A provvedere materialmente all’operazione saranno i Vigili del Fuoco di Isernia, che

con le scale mobili del Corpo saliranno in vetta al campanile per cingere coi fiori l’immagine dell’Immacolata. Il bellissimo rito, seguito dal piazzale da centinaia di persone, venne ideato anni orsono dall’allora Superiore della Basilica e Guardiano dell’attiguo Convento Francescano, P. Antonio Gambale, lo stesso che nel corso della sua lunga e proficua presenza pastorale a Venafro fece realizzare il nuovo portone bronzeo della Basilica del S. Patrono ed il

Monumento a San P. Pio al centro del piazzale antistante il sito religioso, rimanendo nei cuori e negli affetti di tutti i venafrani. Proverbiali ed assai gradite, tra l’altro, le sue puntuali partecipazioni annuali alla solenne processione di chiusura (18 giugno) dei festeggiamenti patronali in onore dei SS. Nicandro, Marciano a Daria. Il tradizionale omaggio floreale alla statua dell’Immacolata, subito dopo la celebrazione religiosa in Basilica.

La zampogna, uno strumento da riscoprire

A Scapoli il museo del prezioso strumento che andrebbe valorizzato pienamente SCAPOLI. La parola zampogna deriva dalla parola ‘simphonia’che compare nell’antico testamento, anche se sembrerebbe già essersi attestata per la prima volta tra i Romani. Per i materiali di cui si compone, la laboriosa manutenzione, nonché per l’autonomia dello strumento che può essere suonato in solitudine, la zampogna appartiene al mondo pastorale. Suonata in solitudine dai pastori nei lunghi periodi dei pascoli fa riferimento ai suoni della natura. Avvicinandoci ai tempi recenti, nel XVII secolo presso le corti francesi, apparvero le ‘sourdeline’, con riflessi della musica colta. Uno strato sociale più basso è quello in cui comparve la zampogna e gli zampognari itineranti che si attestarono a partire dal Medioevo, fino ai nostri giorni. La zampogna è montata con ance doppie e internamente è a sezione conica.

Composta da una pelle intera di capra o pecora, le aperture sono legate saldamente con quattro canne divergenti e di lunghezze diverse, cioè due canne, una ritta per la melodia e l’altra per l’accompagnamento, con bordoni a nota singola. Per suonarla occorre un flusso di aria continua dalla sacca gonfia, fino alle canne, per cui è impossibile interrompere uno stesso suono. Nel Sud Italia ci sono due gruppi di zampogne: quella laziale-molisana e quella campana-calabro-lucana, che si differenziano per il timbro del suono e per la costruzione. Addirittura nella mitologia si riporta ad una gara tra Apollo e Pan a chi meglio suonasse la zampogna, dove come arbitro fu scelto Mida. Quest’ultimo senza pensare alle conseguenze diede la vittoria a Pan, ma fu punito dal dio che gli fece crescere le orecchie in modo talmente smisurato che lo stesso

si affrettò a coprirle, finendo però subito dopo smascherato da suo barbiere. A parte la mitologia che la fa suonare anche ad Apollo, anche la cosiddetta musica colta ha tratto spesso l’ispirazione dalla musica popolare, subendo il fascino della polifonia propria degli strumenti popolari tipici come la cornamusa e appunto la zampogna, la sua variante italiana. Spesso, di questo strumento e della sua musica si trovano citazioni proprio in composizioni di ambientazioni pastorali. Il pastore ha, infatti, un ruolo centrale nella narrazione biblica della natività e viene spesso raffigurato munito di zampogna o cornamusa nelle scene che annoverano innumerevoli dipinti dell’Adorazione dei pastori e in quelli dell’annuncio della nascita di Gesù. Tornando ad oggi invece gli echi delle zampogne ricorrono nel periodo natalizio e in questo tempo gli zampognari

fanno la loro comparsa in molte città italiane per le novene, ovvero i nove giorni in cui si prega per ottenere una grazia, per averla ricevuta o per onorare festività particolari. Nel Cristianesimo è prefigurata, infatti, dai nove giorni che gli apostoli con i primi discepoli dovettero aspettare in raccoglimento e preghiera per l’avvento dello Spirito Santo.

Di solito le due novene, quella dell’Immacolata e del Bambino vengono eseguite da piffero e zampogna sulla musica di Sant’Alfonso de’ Liguori, ‘Tu scendi dalle stelle’, che accompagna le strofe cantate da suonatore di ciaramella. Ormai è però raro che le novene siano eseguite per la mancanza di tempo delle famiglie alle quali erano dirette. In futuro…chissà.

Si lancia dal quarto piano e muore Il dramma all’alba a Isernia dove una 40enne si è tolta la vita ISERNIA – Il dramma si è consumato all’alba. Erano da poco trascorse le sette, infatti, quando la giovane donna, per motivi ancora da accertare, si è tolta la vita lanciandosi dal quarto piano della palazzina dove viveva con i suoi familiari. Sul posto sono prontamente accorsi gli agenti della Polizia di Stato e gli operatori del 118. Medici e volontari, giunti con l’ambulanza del servizio “Isernia Soccorso”, altro non hanno potuto fare che constatare l’avvenuto decesso della 40enne.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

9 dicembre 2014

“In Comune scarsa l’attività” Il punto della situazione amministrativa e politica è stata fatta dal movimento grillino TERMOLI. Cosa è accaduto nel primo semestre in minoranza per il Movimento 5 Stelle? A dircelo è stato il portavoce dei grillini Nicolino Di Michele, che ha riunito simpatizzanti e militanti penta stellati e anche la cittadinanza che ha voluto prendervi parte nell’assemblea pubblica di ieri sera, ospitata nei locali che in primavera furono la sede elettorale del sindaco Sbrocca. Un excursus con slide e documenti per dimostrare l’attività operativa portata avanti, che si frega di un ulteriore doppio passaggio, quello sul giudice di pace e la futura contestazione delle modifiche alla riqualificazione del centro storico. “Nel febbraio scorso, improvvisamente, l’amministrazione capitanata dal sindaco Di Brino è caduta. Il Movimento 5 Stelle di Termoli si è ritrovato dinanzi a un bivio, la soluzione a questo dilemma era legata alla partecipazione o meno alla competizione elettorale che di lì a poco si

sarebbe tenuta. I tempi erano strettissimi, in venti giorni, con l’aiuto di tutti gli attivisti e di molti cittadini siamo riusciti a formare una lista, inviarla allo staff di Beppe Grillo e Casaleggio a Milano e ricevere le autorizzazioni necessarie affinché si potesse partecipare alle elezioni. Non nascondo che in prima persona ho vissuto molti drammi, ma non vi nascondo, altresì, che ho vissuto una esperienza indimenticabile e assolutamente meravigliosa. Dall’insediamento in poi, numerose sono state le iniziative intraprese. Nel primo consiglio comunale abbiamo sollevato l’incompatibilità e l’inconferibilità dell’incarico del vice sindaco nonché assessore e preside dell’Alberghiero Maria Chimisso. La questione è ancora pendente dinanzi al prefetto. Sono stato eletto vice presidente del consiglio comunale (in quota alla minoranza, ndr) e vice presidente della commissione Lavori Pubblici. Il 24 luglio è stata presentata una interrogazione sul plesso

scolastico della Schweitzer, per la presenza di amianto sulla palestra della scuola. La questione ha interessato l’Arpa Molise ed è intervenuto il prefetto per dirimere la questione. Lo scorso 2 agosto è stata inviata una missiva al prefetto anche sull’incompatibilità di Petrosino, tre giorni dopo l’interrogazione al sindaco ha riguardato la tassa di soggiorno. Conoscere la laconica ed inconcludente risposta del primo cittadino. Il 16 settembre nuova interrogazione al primo cittadino, stavolta sugli argini del fiume Biferno, coinvolgendo anche Cosib e Regione Molise. Abbiamo proseguito su questa linea, quasi ogni settimana, fino a richiedere un consiglio monotematico sulla tutela dell’Adriatico e dell’ambiente marino e costiero contro il rischio delle trivellazioni, portando in aula il 16 ottobre la nostra mozione, deliberata all’unanimità. Non ci siamo di certo fermati lì. Il

30 ottobre abbiamo presentato una proposta per istituire il regolamento sulle unioni civili, assegnato in prima commissione. Il 14 novembre è stata presentata la proposta di deliberazione per la modifica del regolamento approvato in consiglio comunale dalla precedente sulla ‘Partecipazione dei Cittadini”; tutt’ora assegnato in prima commissione’. Sono state pubblicate online tutte le buste paga relative ai mesi di agosto (euro 61,25); settembre (euro 153,11); ottobre(euro 673,70); novembre (euro 681,42); versando il relativo 10% al fondo che sarà destinato ad una iniziativa che deciderà un’assemblea aperta a tutti i cittadini; La presenza costante in tutte le 6 commissioni istituite mi ha dato la possibilità di informare i cittadini su ogni iniziativa presa ed intrapresa dall’amministrazione; numerose volte i cittadini in prima persona hanno chiesto di renderli partecipi di quanto accadeva nelle stanze del comune o chiedendo informazioni

sugli argomenti più importanti. Preciso che il presidente del consiglio comunale non ha ritenuto opportuno formare il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle e seppur ho inviato lettera al prefetto per cercare di dirimere in altro modo la questione, la risposta è stata di approvazione a quanto deciso dal presidente del consiglio. Tutto ciò non mi ha creato problemi particolari, poiché da vice capogruppo riesco a districarmi bene Inoltre ho ricevuto delega da altro capogruppo e ciò mi da la possibilità di intervenire in tutte le commissioni con diritto di intervento. In tutti i consigli comunali il Movimento 5 stelle attraverso il suo portavoce non è mai stata presente quale spettatore pagato, ma ha sempre fatto sentire la voce dei cittadini, chiarendo in modo sintetico e sempre preciso quali fossero le idee del Movimento e soprattutto dei cittadini Termolesi. Vedasi consiglio monotematico sulla sanità”.

Trivellazioni in Adriatico, istituzioni a Termoli Venerdì ci sarà l’appuntamento organizzato dal presidente del Consiglio regionale, Niro TERMOLI. La notizia la lancia l’Adnkronos e annuncia di un incontro a Termoli il prossimo venerdì 12 dicembre, che vedrà protagoniste tutte le istituzioni locali dell’Adriatico e dello Ionio,

contro le trivelle “per una tutela condivisa dei mari dal petrolio”. L’iniziativa è del presidente del Consiglio regionaleVincenzo Niro, e proprio lui sarà presente all’appuntamento. al dibattito sono

state invitate alla partecipazione tutte le Regioni italiane adriatiche e ioniche e le venti regioni, contee e municipalità dell’Adriatico orientale, dalla costa dalmata alle isole Ionie.

Obiettivo della riunione è promuovere il dibattito su una linea comune per proteggere l’Adriatico, con una disciplina rigorosa delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di petrolio e

gas sottomarini. La tavola rotonda molisana sarà ospitata nella Sala Consiliare del Comune di Termoli, venerdì 12 dicembre, alle 10.30.

Piano anticorruzione, tanti gli interventi Al Cosib di Termoli importante confronto tra aziende, professionisti e amministratori TERMOLI. Ha riscosso un notevole successo il seminario che si è tenuto al COSIB dal tema “presentazione del modello di organizzazione ex D.LGS. 231/01 e piano anticorruzione ex legge 140/2012”. Organizzato dagli ordini regionali degli Avvocati, degli Ingegneri, dei Geometri e dei Commercialisti, il seminario ha inteso discutere degli strumenti in uso oggi per le aziende e per gli enti pubblici non economici come ad esempio il COSIB. Relatori di livello come il Dott. Giovanni TARTAGLIA POLCINI Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, il Prof. Avv. Nicola MADIA Avvocato del Foro di Roma Dottore di ricerca in

diritto e procedura penale Università di Roma La Sapienza, la Dott.ssa Elena BONAFE’ Dirigente Confindustria Venezia e Dott. Marcello FRANCO Dirigente Confindustria Venezia, hanno esaminato, nei dettagli l’applicazione della legge in tutte le sue sfaccettature, giungendo alla conclusione che questo è uno strumento straordinario e all’avanguardia, se però applicato correttamente. In buona sostanza, hanno sostenuto i relatori “Il Mog è un documento, approvato dal vertice della società, che deve: individuare le attività aziendali nel cui ambito possono essere commessi i reati previsti dal D.Lgs. 231/01; prevedere, per tali attività, modalità di svolgimento idonee a

prevenire la commissione dei reati; prevedere la nomina di un Organismo di Vigilanza; introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle procedure stabilite nel Mog stesso”. Ma perché diventa importante oggi questo strumento? Lo spiega il moderatore del seminario, l’Avvocato Antonio De Michele “da 2001 anche le società possono essere condannate in un procedimento giudiziario, spesso e volentieri causato da comportamenti poco leciti all’interno delle società stesse, da qui l’importanza di dotarsi, come ha fatto il COSIB, di questo strumento che individua dove si cela il malaffare, ma soprattutto pone un freno a

comportamenti illeciti”. Il Presidente del Consorzio invece nel suo intervento di saluto ha ringraziato la Dottoressa Stefania Calabretta, dirigente del COSIB, per il suo impegno profuso nel

far nascere questo strumento ricordando come “il COSIB è stato il primo ente a dotarsi di questo strumento in Molise”. Presente anche l’Assessore regionale Vittorino Facciolla

BIO NDINO aka MADAKILLA Anche a Termoli nasce l’associazione “Tana degli artisti” che si richiama al suono in vinile dei dischi TERMOLI. Il Madakilla Sound nasce a Termoli nel 2006 e ad oggi è rappresentato nella figura di One Man Show da NDINO (all’anagrafe Armando dalla Torre),prima solo mc e collezionatore di vinili del sound, ed ora unico membro presente e assiduo nell’attività di promoter e dj tanto da farlo diventare il suo aka. Formatosi tecnicamente presso il “MusicLab” Audio Productions di Torino e definito “The Good Style Promoter” non solo per la qualità degli eventi organizzati ma anche per le selezioni di musica che promuove,Sin dai primi tempi si è distinto dal resto della scena locale per lo stile influenzato da sonorità Hip-

Hop,Soul,Dance...dedito al fresh style,alle brand new e con una “dubplates box” personale sempre in continuo aggiornamento(partendo da una base culturale di musica “classica” reggae e non solo). Stile che nei primi tempi non ha “ripagato” gli sbattimenti e il lavoro costante,ma ad oggi è apprezzato e richiesto dalla massive locale e non solo. I progetti che Ndino porta avanti da anni,sono tanti e di vario genere, come gli artisti Nazionali e Internazionali Reggae e Dancehall che sono passati a Termoli ospitati dal Madakilla Sound: T.O.K.,Rdx,Busy Signal,Konshens,Darrio,Jigsy

King,Black Chiney,Black Talons,City Lock,Wyclef Refugee’s All Star,Sentinel (A Parma,presso il “MU”),Boom Da Bash,Brusco,Treble, Heavy Hammer,One Love Hi Powa,DanceHall Soldiers,Macro Marco,Mad Kid,Pushman,Rude Massive,Lion D,Bizzarri,Mama Marjas,Zuli,Fido Guido,Ras Pepy e Zu Luciano(TrinaKriù),Kick Side,Fire Burn,Veebrazion,Zisco Fran, Sensi Star,Dynamite Sound,Red Storm e tanti altri che ancora dovranno venire. Contemporaneamente alla Dancehall Ndino promuove anche eventi HipHop,data la sua formazione da B-Boy anni 90’,portando a Termoli artisti dello spessore di:

Kaos,Clementino,Ensi,Raige,Danno E Colle der Fomento,Gente De Borgata,Tony Joz,Ghemon,Kiave e DonGo,Mecna & Dj Dust,Dj Trix,Dj Double S,Dj Tayone,Dope One,Peste Mc,Rocco Hunt,Nazo,GanjaFarm,Shona,Funky Pushertz,Reddog e BoomBuzz,Josagun,Dj Deli,Da BongFatherz,Big Smo & Stewie e con grande soddisfazione personale Pharoahe Monch il 31/10/2011!! Ora con il giusto carico di esperienza nel settore ,si appresta a realizzare un progetto/sogno nella sua città…sempre portato in tasca e sviluppato negli anni… chiamato: “TANA DEGLI ARTISTI”.


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Termoli

9 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Pesca, un patto per il medio Adriatico A Termoli le marinerie della costa per fare il punto della situazione del settore TERMOLI. Con la sola defezione della marineria di San Benedetto del Tronto, sconvolta da una tragedia, la morte di un capitano di un peschereccio, Termoli è diventata ieri per un giorno la capitale della pesca nel medio Adriatico. Regioni importanti, dalle Marche al Molise, per uno scopo comunale, rilanciare l’attività ittica sfruttando le potenzialità di un bacino unico nel suo genere, evitando di subire troppo la tecnocrazia comunitaria e puntando in modo deciso sulla qualità del prodotto e sulla sostenibilità dello ‘sforzo’ di pesca, garantendo la tutela dell’ecosistema marino. Un incontro a due volti, portato in loco dall’onorevole del Pd Laura Venittelli, evento tecnico e politico, ospitato tra la sessione mattutina al circolo della Vela e pomeridiana in una sala consiliare raramente gremita in modo così intenso e partecipato. Convegno nobilitato dalla presenza del sottosegretario Giuseppe Castiglione, che poche settimane fa ha dato l’assenso del governo alla risoluzione in materia ittica presentata proprio dalla Venittelli. Insieme a lei c’era il senatore Ruta, una rappresentanza del gruppo Pd con Nicodemo Oliverio, rappresentanti della Guardia costiera, il sindaco Sbrocca, il governatore Frattura, l’assessore Facciolla e una folta delegazione delle parti sociali, delle marinerie e associazioni di cate-

goria e degli amministratori locali, anche quelli non più in carica. “Giornata di studio finalizzata a individuare di un progetto pilota che metta insieme, in maniera sperimentale, nel settore ittico, le sinergie delle tre regioni, puntando in quest’area ben definita a fissare collegialmente le iniziative della politica comune della pesca, con lo sguardo rivolto verso i paesi frontalieri di Crozia ed Albania, consci del fatto che fino ad oggi le barriere organizzative , legislative e socio –economiche hanno acuito, sul settore ittico più che su ogni altro settore, gli effetti della crisi globale dal 2008 a oggi – ha riferito la Venittelli – l’assenza di collaborazione tra le istituzioni non ha certamente favorito il

nascere di strutture logistiche al servizio degli operatori, di adeguate infrastrutture, di reti di comunicazione efficienti, strutture e strumenti tutti che avrebbero potuto aiutare la crescita delle popolazioni costiere, delle imprese di pesca e, non per ultimo in termine di importanza, salvaguardare l’ambiente marino”. La tavola rotonda, condotta dalla direttrice di Agrapress Letizia Martirano, è stato un momento di confronto utile, dove Frattura ha anche ringraziato la Capitaneria di Porto per l’impegno profuso sul dragaggio, opera fondamentale per il bacino termolese. Per il presidente dell’Agci Agrital, “a Termoli abbiamo chiesto di rafforzare l’azione che ci dovrebbe portare

speriamo presto a formulare i piani di gestione multi annuale tra la sponda italiana e quella croata per rispettare i nuovi obblighi che vengono dalla riforma della politica della pesca. Possibile dialogare con la Croazia, l’abbiamo fatto nel piano di gestione degli scarti che dovrà essere consegnato a Bruxelles entro febbraio e per i piani di gestione di nuova generazione per il raggiungimento della massima cattura possibile per tutti gli stock”. Infine, l’intervento di Castiglione. “Questa è una stagione molto particolare. Se sapremo programmare e utilizzare le risorse comunitarie con un migliore raccordo tra regioni e governo sarà una fase in cui attuare la po-

litica comune della pesca utilizzando le nuove risorse del Feamp per poter voltare pagina. Ci sono le condizioni per dare forza a chi ha scelto di vivere di mare e avviare nuove esperienze. In questo territorio ci sono molti giovani che si sono avvicinati alla marineria e a loro vanno dati strumenti utili per fare pesca, le esperienze ci indicano le vie obbligate per darle in quest’area. Bruxelles ha avviato la nuova politica comune della pesca e dobbiamo valorizzare la piccola pesca con un piano nazionale, dando maggiori strumenti alla grande marineria che rappresenta l’80% della marineria italiana. Più ambiente e sostenibilità e per guardare alla piccola pesca lo faremo prima programmando un nuovo piano della pesca costiera e artigianale e successivamente utilizzando le risorse che sono significative. Investiremo in sette anni un miliardo di euro di risorse che non si regalano ma che l’Italia versa all’Unione europea e che vengono restituite in termine di politiche di sviluppo”. Infine, passaggio importante sul fermo pesca. “E’ da rimodulare, la questione è già stata affrontata e sono convinto che così come formulato va rivisto e già quest’anno qualche piccola variazione l’abbiamo fatta il Governo farà ancora di più dal prossimo anno”.

Liceo musciale, la raccolta di firme

La proposta è ritenuta prioritaria dai proponenti per il territorio basso molisano TERMOLI. Dopo Amnesty international e l’Ail, terza iniziativa pubblica in piazza Monumento. A fare capolino sono stati i promotori della petizione per l’istituzione del liceo musicale a Termoli. Professori e docenti che hanno chiamato a raccolta la cittadinanza, anche brandendo simbolicamente strumenti di pregio a fiato, per far apporre sottoscrizioni e

firme. Una esigenza, quella ritenuta imprescindibile, per un territorio come il Basso Molise e la costa dove sono molte le iniziative orchestrali giovani sin dalle medie, obiettivo evitare la dispersione delle vocazioni e i disagi per quei ragazzi e le loro famiglie che non intenderebbero comunque rinunciarvi, ma affrontano immani sacrifici logistici ed economici.

L’intervento

Sindaco, si possono nominare tre dirigenti già in pensione? di Giovanni Muccio* L’amministrazione comunale di Termoli ha nominato, tra i propri dirigenti, ben tre pensionati, che rappresentano la maggioranza della macchina amministrativa. Quando al Governo c’era il Centrodestra, il Guerriero Sannita amava definire “usciti dalla porta ed entrati dalla finestra” i dirigenti regionali in pensione e poi reintegrati con consulenze o incarichi. E’ proprio vero che, a volte, in politica, cambiano i musicanti ma la musica è sempre la stessa, e che i cittadini, per questo, si allontanano da essa. Condivisibile appare, dunque, la circolare del Ministro Marianna Madia (PD), la cui ratio è agevolare il ricambio e il ringiovanimento del personale nella P.A., vietando consulenze ed incarichi a coloro che sono in quiescenza. Gli amministratori, e in particolare quelli dello stesso partito del Ministro Madia, come il Sindaco di Termoli

Sbrocca, dovrebbero essere i primi a dare l’esempio ed attenersi alle direttive e al pensiero del Ministro, per favorire l’inserimento di giovani “cervelli” all’interno del circuito amministrativo, spesso occluso da dirigenti in pensione, nominati dal potere istituzionale negli enti pubblici. Il Movimento è convinto che a Termoli ci siano giovani che spesso danno lustro alla propria terra, facendo grandi altre realtà con la loro preparazione e professionalità e che, quindi, bisogna su di loro puntare e farli rientrare nella loro regione. I pensionati possono continuare il loro impegno sociale, dedicandosi alla politica, come chi scrive, oppure al volontariato. Numerosi sono, ad esempio, a Termoli, i “nonni vigile”. Largo ai giovani. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita

Capodanno, si balla in piazza Monumento

Il cartellone degli appuntamenti è stato stilato dall’associazione Project TERMOLI. Il Capodanno in piazza, la notte più bella dell’anno, si farà! Ormai è ufficiale, quindi, nel grande contenitore degli appuntamenti entrerà di prepotenza la voglia di divertirsi rigorosamente nella gratuità su iniziativa dell’associazione Project. La conferma era nell’aria e così abbiamo inteso contattare il presidente dell’associazione citata che ci ha confermato tutto. “Sono già al lavoro per organizzare la terza edizione del Capodanno in Piazza – ha confermato Marco Cupido – per un evento che nelle

edizioni passate ci ha già regalato molte soddisfazioni”. L’iniziativa, ricordiamo, nacque da un’idea dell’ex assessore Michele Cocomazzi e fu coordinata per le sue prime edizioni dai membri dell’associazione Madamart dell’attuale consigliere comunale Michele Barile. L’evento, ad oggi, trova la conferma per la propria organizzazione proprio dai documenti ufficiali del comune di di Termoli. Per i dettagli occorrerà attendere, ma conoscendo chi l’ha pensata, di certo ci sarà da divertirsi…



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Opinioni

9 dicembre 2014

di Pasquale Di Lena A Trivento ieri sera, alta sul corso del Trigno che sfiora il Santuario della Madonna del Canneto, per seguire la presentazione di un bel libro “ Rompere gli schemi per creare il nostro futuro”, promosso da Don Alberto Conti. Un prete, che io ho sempre stimato per il suo coraggio e la sua lucidità di pensiero, oggi parroco in un paesetto di fronte a Trivento, oltre il Trigno, Castelguidone, dove, grazie anche alla sua responsabilità della Caritas diocesana, continua la battaglia contro i mali che colpiscono gli uomini, soprattutto l’identità espressa dai territori di appartenenza, senza perdere, però, la speranza. Anzi, indicando la strada, quando dice “Rompere gli schemi… a partire dalle Regioni Abruzzo e Molise che in questo hanno il ruolo più importante … ponendo al centro delle priorità il lavoro, la cui creazione dovrà essere il parametro sul quale considerare il valore dei progetti e delle iniziative. Dobbiamo essere pronti, in una parola, a vivere un’epoca in cui il mondo torni con la testa sulle spalle, a guardare le cose per quelle che sono e non come la distorsione ottica della nostra società vorrebbe farci vedere … C’è necessità di studio, di indagine sociale, di ascolto libero da pregiudizio nella consapevolezza che per le nostre comunità la possibilità di cambiare rotta dipende prima di tutto dalla capacità che ognuno di noi ha di portare il proprio contributo di opere e intelligenza per un progetto nuovo di sviluppo che sappia coniugare le nostre tradizioni, le specificità economiche, sociali e culturali del nostro territorio con il futuro”. Parole che personalmente condivido in pieno, ma che hanno bisogno di essere

Rompere gli schemi a partire dalle Regioni Abruzzo e Molise ascoltate e bene interpretate da chi ha la responsabilità del governo, molto spesso indispettito, invece di ringraziare chi ne evidenzia i limiti e gli errori ed ha molto da

dare in termini di idee e progettualità. I collaboratori fedeli che dicono sempre sì e non esprimono giudizi critici, alla fine sono zavorre che ti fanno affondare.

Don Alberto è, non a caso, amico di un altro prete che affronta a viso aperto la realtà, don Luigi Ciotti, che ha firmato la prefazione del libro, sottolineando subito i

L’arte visionaria di una molisana a Roma ARTE visionaria” quella di Mina Cappussi, che espone i suoi dipinti al Ministero dei Beni Culturali dall’11 al 30 dicembre 2014. A fare da cornice alle visioni oniriche che stanno solleticando l’interesse dei critici e del mondo dell’Arte Contemporanea, una sala di incredibile bellezza, quella della Crociera, nella sede storica del Ministero dei Beni Culturali (a pochi passi dal Parlamento italiano) che conserva le scaffalature originarie, seicentesche, risalenti al periodo in cui fu sede della Biblioteca Major, fondata da S. Ignazio di Loyola su modello dell’Università di Parigi. E’ qui che trovano posto, tra volumi antichi, affreschi, legni torniti e volute dorate, i dipinti di un’artista che si è affacciata da pochissimo al mondo dell’arte, ma che ha già collezionato riconoscimenti di tutto rispetto. Tra questi

la selezione riservata a 12 artisti con esposizione in permanenza, presso il Museo MACIA di Arte Contemporanea di SAN JOSÈ DI COSTA RICA, la selezione per PREMIO EXPO BOLOGNA 2014 con inaugurazione il 23 gennaio 2015 a cura del PROF. PHILIPPE DAVERIO, Call for Artists Dave Bown Project – USA, Premio Expo Bologna V Edizione, selezionata per Art Expo New York 2015, Mostra presso l’Ateneo delle Arti e delle Scienze in Bergamo Alta, Auditorium Isernia, Palazzo Ducale di Torrevecchia Teatina. Ospitata dal dicastero simbolo dei Beni Culturali del Bel Paese, Mina Cappussi fa parte dei 20 artisti recensiti da GIORGIO MONDADORI nella pubblicazione curata da Giammarco Puntelli sugli ARTISTI CONTEMPORANEI DEL NUOVO RINASCIMENTO, Movimento del Me-

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

problemi comuni (spopolamento, diminuzione delle risorse, smantellamento dei servizi essenziali) che “affliggono questa zona ricca e con grande potenziale agroalimentare e sono una conseguenza di una perdita d’animo della politica, di un suo appiattimento e di un’economia che bada quasi interamente al profitto” . Quel profitto – come scrive Paul Gauthier nella pagina che apre questo “Quaderno della solidarietà n° 11” – che permette a coloro che possiedono dei beni di possederne ogni giorno sempre più, grazie al fatto che il lavoro è insufficientemente protetto e serve da materia prima all’arricchimento degli altri …”. Un giudizio di grande attualità strettamente legato alla discussione riferita all’art.18, il solo che, proteggendo il lavoratore, proteggeva il lavoro, messo in discussione da Renzi e il suo Pd, da tutto il centro destra, che, insieme, hanno tentato di abolirlo totalmente. Un’analisi attenta di un territorio, quella fatta da due bravi studiosi, Roberto Mannai e Michele Fuscoletti, che comprende due Regioni (Abruzzo e Molise) e tre provincie (Campobasso, Isernia e Chieti), abbastanza vasto qual è quello della Diocesi di Trivento. Una serie di ragionamenti che hanno portato ad avanzare proposte concrete, come la scuola, la salute, il dissesto idrogeologico, la viabilità, la sicurezza, l’abbandono dei piccoli centri. la salvaguardia e valorizzazione dei prodotti tipici, la banda larga, la fiscalità di vantaggio, il lavoro. Dieci punti fortemente legati ai problemi globali quali: l’acqua, che vogliono di nuovo privatizzare; i cambiamenti climatici, con il rischio del non ritorno; la biodiversità, che è vita e che ogni giorno ce n’è sempre meno anche grazie ai cam-

tateismo fondato da Davide Foschi (nelle librerie a marzo 2015). Giornalista, scrittrice, poetessa, curatore del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni ITALIANE nel Mondo, Mina Cappussi ha vinto quest’anno il Premio PACI. Presenze di spessore al taglio del nastro fissato per le ore 17.30 di giovedì 11 dicembre in via del Collegio Romano (da via del Corso, tra piazza Colonna e piazza Venezia), con l’invito che arriva direttamente da MARIA Concetta Petrollo Pagliarini, Direttrice della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte ospitata nei saloni della Crociera. Al momento introduttivo che precederà la visione delle opere, prenderanno parte: Genny Di Bert, storico e critico d’arte, Docente di Storia dell’Arte, Fenomenologia delle Arti Contemporanee e Sociologia dell’Arte Contemporanea presso il RUFA Rome University of FINE ARTS; Dante Fasciolo, Galleria Ucai LA PIGNA – Roma, Giornalista, Autore, Regista, Curatore, Produttore Esecutivo, 35 anni di esperienza RAIUNO con programmi vario genere.

biamenti climatici che non sono certo frutto di volontà divina, ma della ingordigia e stupidità dell’uomo, ancor più oggi; la povertà e l’omologazione del cibo con l’omologazione dei semi; la fame e la sicurezza alimentare. C’è bisogno, a mio parere di questa visione globale dei problemi e di partire dal fatto, solo per fare un esempio, che fra venti, trent’anni saremo quasi dieci miliardi di bocche da sfamare, per capire ancora meglio il valore e il significato di quel bene unico e irripetibile che è il territorio, con le sue risorse e i suoi valori. Così come ha cercato di fare Don Alberto e quanti hanno collaborato con lui alla stesura di un documento che, a mio parere dovrebbe essere copiato, non solo nel Molise e nell’Abruzzo, ma in ogni parte dell’Italia, in particolare quella dell’osso e del sud. Sono stati chiamati a discutere dei punti riportati nel libro, i governatori delle due regioni, D’Alfonso dell’Abruzzo e Di Laura Frattura del Molise. Un’occasione d’oro per dire, ma, ancor più, per convincersi davvero che bisogna partire da Trivento se si vogliono dare risposte concrete ai territori molisani e abruzzesi e, così, alimentare il sogno per far nascere le speranze di un futuro che non ruba ma valorizza quello che abbiamo e lo fa con la voglia della conoscenza, del coinvolgimento, della partecipazione degli abitanti dei luoghi. Tutto questo, sapendo però – come dice il libro – che c’è prima di ogni cosa bisogno di rompere gli schemi, e non a parole ma con i fatti, quali la programmazione e la progettualità che solo le analisi, i ragionamenti e le proposte – per riportare il sottotitolo del libro – possono stimolare e produrre per la rinascita di un territorio.


A cento anni dalla Prima guerra mondiale la ricostruzione storica e politica di quegli anni cruciali in Molise

GiovedÏ 11 Dicembre 2014 alle ore 18.00 nella sala consigliare del Comune di Campobasso si terrà la presentazione del volume La partecipazione è aperta a tutti


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