Pillarella piglia tutto

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 208 marTedì 22 seTTembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a angelo Di stefano

Non è che il vero Governatore è il dirigente? servizio a paGiNa 2

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Angelo Di Stefano. L'ottimo professionista campobassano, è l'unico rappresentante sanitario a continuare la battaglia per un sistema davvero in grado di assicurare risposte ai cittadini. La sanità, di questi tempi, non sembra trovare più uomini, politici e sigle sindacali disposti a battersi perchè possa tornare ad essere funzionante. Il dottore Di Stefano la sua personale battaglia la sta portando avanti con fermezza e determinazione. E non sembra essere proprio questione di poco.

il Tapiro del giorno a Micaela Fanelli

Il Tapiro del giorno lo diamo a Micaela Fanelli. E' tornata dalla direzione nazionale del Pd ed ha sottolineato, nuovamente, che il progetto Renzi va portato avanti con forza. La segretaria regionale del Pd, però, si è resa conto che in Molise il partito si è proprio dimenticato di questa terra? Si rende conto che il Pd che lei presiede non ha adottato uno straccio di proposta e di progetto? Si è dimenticata troppo in fretta che il ruolo di segretaria comporta ben altro che quello di comprimaria politica di altre istituzioni che stanno mortificando il Molise.

Pillarella... Piglia Tutto


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 22 settembre 2015

E basta con Pillarella

Fatelo presidente esecutivo della Regione Molise e non se ne parli più

Lo stillicidio di nomine, incarichi, coordinamenti per questo ingegnere dirigente regionale pare non avere fine. D’accordo sulla poliedricità culturale e professionale, sulla vocazione alla estenuazione sul lavoro, su tutto ciò che si vuole, che lo portano ad essere una replica storica di Pico della Mrandola, ma c’è un limite (umano?) a tutto. Come possa l’ingegnere Massimo Pillarerella essere il direttore dell’Area Seconda della Regione (programmazione regionale, attività produttive, agricole, forestali, ittiche e politiche dell’ambiente), coordinatore di tutti i programmi comunitari dei settenni 2007/2013 e 2014/2020, coordinatore di tutte le attività programmatiche regionali, longa mano della presidenza in tutte le commissioni, le selezioni, i bandi e gli avvisi pubblici che gli vengono scaricati addosso senza alcuna remora, tenere dietro, curare e realizzare tutto ciò, è un mistero che sarebbe saggio, utile e apprezzabile fosse rivelato, per elevarlo, come crediamo a questo punto essere un giusto tributo, a Deus ex Machina della Re-

l’intervento di Stefano Testa* Lo scenario politico molisano, dominato dalla sinistra, evidenzia in maniera inequivocabile l’attuazione di uno schema gestionale che ormai appartiene al passato remoto della politica. E’ stantio e non presenta alcun segno di innovazione e cambiamento come i tempi attuali richiederebbero.Analizzando i vertici delle istituzioni emerge chiaramente che c’è stato il disegno strategico (attuato dai vertici del PD), di farli occupare da personaggi che non conoscendo la politica del fare e non avendo idee proprie avessero il solo requisito dell’ubbidienza incondizionata nella considerazione che mai e poi mai avrebbero potuto aspirare a ricoprire tali posizioni di rappresentanza. Purtroppo tale strategia, che nasce sempre dalla paura del confronto leale, se viene applicata in ogni circostanza, a volte può portare a degli errori che possono risultare mortali.Analizziamo i due casi che esprimono in maniera evidente questi concetti: la Presidenza della Regione e il Sindaco (ormai ex) di Isernia. In ambedue i casi i soggetti coinvolti partivano da tali debolezze di rappresentatività che i maggiorenti che li avevano imposti avevano la certezza di poterli manovrare a loro

gione Molise: nel bene e nel male. Per contribuire anche a limitare lo stupore e, in alcuni casi, il “rancore” da cui vengono presi gli altri dirigenti regionali che, per essere tali, si ritengono deputabili almeno ad uno dei tanti incarichi, riconoscimenti e attribuzioni che vanno a Pillarella. C’è il rischio che finiscano in paranoia e poi toccherebbe a Pillarella di

assumere, in attesa dei Dipartimenti annunciati dal direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco, in sostituzione delle Aree, di curarle (le aree) tutte, nessuna esclusa. Da qui, come abbiamo fatto cenno, l’idea risolutiva di farlo presidente esecutivo della Regione Molise, lasciando a Frattura la presidenza onoraria. Lo spunto è venuto spontaneo nel leg-

gere la determinazione di Di Mirco, la numero 536 del 18 settembre scorso, con all’oggetto l’accordo di programma quadro in materia di politiche del lavoro: pacchetto Giovani (nomina del gruppo di lavoro tecnico). Bene, in questa determinazione viene ricordato che sono in atto tre graduatorie provvisorie di merito relative all’avviso “Vado e Torno” – determina dirigenziale 129 del 12 marzo 2015; all’avviso “Giovani al lavoro IV Annualità” – determina dirigenziale 227 del 4 settembre 2015 e all’avviso “Bonus assunzionale dai credito ai giovani” – determina dirigenziale 12 del 14.09.2015 e che c’è la necessità di nominare il Gruppo di lavoro tecnico composto da unità delle direzioni delle Aree Prima, Seconda e Terza, coordinato dal direttore dell’Area Seconda (manco a dirlo, Pillarella), che provvederà a individuare, in modo automatico, i singoli beneficiari da finanziare, in modo che le tre graduatorie formate con riferimento a ciascun avviso, confluiscano in un’unica graduatoria complessiva, ordinata secondo una

scala decrescente di punteggio con l’indicazione, per ciascun candidato, dello specifico avviso, del singolo Progetto Integrato di appartenenza e dell’importo finanziabile. Non una cosuccia da poco, come si può intuire. Là dove c’è Piallarella c’è problema da risolvere. Motivo per cui a provvedere sia una mente straordinaria. Tutta materia appena descritta e tutta quella sorta di responsabilità in precedenza era stata data all’Agenzia regionale Molise Lavoro prima che le venisse tolta per essere assegnata (manco a dirlo) a Pillarella. Il quale, e concludiamo, del Gruppo di lavoro tecnico è il presidente, coadiuvato da Patrizia Niro e da Maria Antonietta Bilotta. Per tenergli aggiornata l’agenda degli appuntamenti, dei concorsi, degli avvisi pubblici, dei tavoli programmatici, dei viaggi a Bruxelles, dei viaggi a Roma, delle tavole rotonde, dei convegni, delle convenzioni e delle relazioni, è in allestimento un apposito ufficio di segreteria. Dardo

La sinistra e la gestione passaticcia uso e consumo. Purtroppo per loro dei due casi di cui trattasi nessuno dei due ha risposto pedissequamente alle loro strategie; ed infatti, il momento nel quale si sono resi conto che il Sindaco era organico ai disegni del Presidente della Regione, che sicuramente contrastavano con la loro architettura politica, non hanno fatto altro che scaricarlo senza alcun problema. Ovviamente, loro, erano perfettamente consapevoli delle carenze di rappresentatività, della incapacità di programmare, della incapacità a gestire una maggioranza eterogenea e rissosa; ma, proprio per questo, avevano pensato che avrebbero avuto il ruolo di supplenza e di mediazione che li avrebbe resi visibili all’intera collettività isernina. Così non è stato; Brasiello attirato dal potere che emana la regione si è appiattito sulle posizioni di Frattura dimenticando tutto quello che avevano fatto i vari Leva, Ruta, ecc.Il secondo caso, quello della Presidenza della Regione, è più emblematico e il futuro della stessa si presenta a senso unico in un vicolo cieco, cioè senza sbocco. Infatti Frattura, con un salto acrobatico di straordinaria pericolosità, ab-

bandona il centro destra facendo dichiarazioni di fede verso coloro che gli servivano per essere candidato ed in questo modo è arrivato allo scranno più alto della Regione. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco e le intenzioni del neo Presidente furono subito chiarissime: la Giunta la faccio io, i collaboratori li scelgo solo io, le nomine negli enti sono di mia competenza, ecc. ecc. ecc. Sono ormai quasi tre anni e quelli che dovevano essere i parlamentari di riferimento sono scomparsi dalla scena politica molisana. Ci sono stati vari tentativi di evidenziare collaborazioni fattive: Ruta sulla sanità; Leva sulle problematiche generali della regione avendo la possibilità di sostenerle come responsabile giustizia del PD; ma è stato tutto inutile, l’autoreferenzialità di Frattura è totale e non ammette intromissioni nei suoi ambiti di competenza anche quando si tratta di sani consigli operativi. Ovviamente questo presuppone un disegno politico che lo dovrebbe vedere leader incontrastato del PD nel Molise, mettendo in discussione anche il ruolo futuro dei parlamentari in carica. Tutto questo mi sembra inaccettabile, pertanto mi aspetto cha da un momento all’altro succeda in regione

quanto si è verificato al Comune di Isernia. Questo auspicio è suffragato dal fatto che Frattura, sicuramente contravvenendo ai consigli di Leva, Ruta e Vennittelli, ha portato avanti una azione distruttiva della provincia di Isernia dimostrando una insensibilità totale verso questa parte del Molise, salvo che non vi sia un disegno concordato con qualche suo alleato che vede in questa strategia la esaltazione del proprio potere. Non voglio parlare dell’assenza della regione sui temi dell’abbandono degli uffici pubblici dalla nostra provincia, sulla incomprensibile assenza sulle problematiche dell’ospedale di Isernia che è stato ridotto a rango di un buon ambulatorio, della volontà a non valorizzare in un contesto quale quello dell’EXPO il sito del paleolitico più importante d’Europa: ovviamente tutto questo in perfetta sintonia con il Sindaco del comune di Isernia che non ha neanche mistificato una minima protesta. Ma tutto questo diventa più comprensibile se si considera l’azione che Frattura sta attuando contro la provincia di Isernia relativamente alla

questione “Area di crisi di Isernia-Boiano” senza che nessuno si opponga in maniera decisa e responsabile. I fatti: il Governo ha deliberato ed ha messo a disposizione dell’ l’Area di Crisi di Isernia-Boiano la somma di 100 ML/€ unitamente a tante altre misure tutte tese al rilancio di queste zone che rappresentano la parte più debole del Molise; ebbene, il Presidente Frattura, in barba ai deliberati governativi e forte della sua carica istituzionale, propone di coinvolgere in queste provvidenze anche la zona di Termoli.A parte gi innominabili obiettivi che stanno alla base di una simile proposta, è chiaro che si tratta di una operazione contro Isernia, tendente a emarginarla sempre più da qualsiasi ipotesi di ripresa economica sapendo che la debolezza economica gli darà maggiori possibilità di condizionare un popolo che si è avviato verso forme di povertà assolute.Non voglio aggiungere altro, chiedo a tutti gli uomini di buona volontà, a tutti i benpensanti di reagire con ogni mezzo verso questa “Regione piovra” il cui unico obiettivo è quello della distruzione di Isernia e della sua provincia. *Consigliere comunale


TAaglio lto

3 22 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sindaci e comitato per l’Acqua Pubblica del Molise chiedono impegni formali della Regione che scongiurino ogni possibile manovra di privatizzazione dell’acqua a seguito della prossima istituzione dell’Ente di Governo d’Ambito

Quando anche un referendum può non bastare Pare proprio che non si riesca mai a stare tranquilli, in questo Paese e, di riflesso, in questa regione. Neanche dopo gli esiti di un referendum che, almeno nella convinzione di quelli come noi che credono davvero alla democrazia ed alle sue regole, dovrebbe avere l’ultima parola. Eppure intorno all’istituzione dell’Egam (ente di Governo d’ambito del Molise), per la gestione regionale del servizio idrico integrato si sta scatenando la ormai abituale battaglia ideologico-amministrativa. Non si fidano, infatti, il comitato Acqua Pubblica del Molise e una schiera di sindaci, preoccupati del fatto che l’istituzione dell’Egam, ma ancora di più un paventato commissariamento dell’ente, non siano che il prodromo al processo di privatizzazione del bene pubblico per antonomasia, l’acqua. Anche se non ci meraviglieremmo più di tanto se, tra un centinaio d’anni, più o meno, i nostri nipoti dovessero avere a che fare con le bollette delle società titolari dell’erogazione d’aria respirabile. Privatizzare è stato il mantra di questa fetta di contemporaneità che abbiamo avuto la ventura di vivere: trasporti, poste, autostrade. Baluardi di un vecchio mondo che non esiste più, assediato dal mercato, dalla concorrenza, dal profitto; quasi sempre realizzato dai pochi ai danni della maggioranza. Ma vabbé. Il referendum di qualche anno fa sembrava aver tagliato la testa al toro ma, dicono in molti, quel toro chiamato Mercato sembra abbastanza restio

CAMPOBASSO. Sul tema della costituzione dell’EGAM (ente di governo dell’ambito del Molise) per la gestione dell’acqua, la CGIL del Molise esprime perplessità e nutre forti dubbi . Come denunciato da tanti amministratori e dal forum per l’acqua pubblica Molise, tutto questo potrebbe essere l’anticamera della privatizzazione del servizio idrico integrato in Molise. In particolare, senza voler entrare nel dibattito politico in corso sull’opportunità o meno di dare ad unico soggetto la gestione del servizio idrico oggi in capo ai Comuni, riteniamo indispensabile puntualizzare e ribadire alcuni punti fondamentali per continuare a definire l’acqua un bene pubblico. In particolare, ciò che viene contemplato all’interno del disciplinare di organizzazione del costituendo ente EGAM sul tema dei costi di gestione, non è ammissibile . Non possono essere scaricati sulle tariffe di consumo anche le spese di funzionamento dell’EGAM stesso che si decide di costituire nonostante esistono altre strutture che già oggi svolgono compiti analoghi in ambito idrico regionale. La CGIL è fortemente preoccupata per una possibile privatizzazione del servizio idrico regionale. Non basta dichiarare che l’acqua è un bene pubblico, va precisato e scritto anche che la gestione del medesimo bene pubblico sia in capo ad una struttura interamente pubblica , sia che si scelga un modello con un unico ente ge-

a rassegnarsi alla decapitazione. Nello specifico il sindaco di Campodipietra, Peppe Notartomaso, ha indiscutibilmente preso a cuore la questione chiedendo alla Regione atti concreti ed espliciti a difesa dell’acqua bene pubblico. Chiede che si formalizzi la gestione comunale della stessa, come fa anche l’Europa, con la risoluzione dell’ 8 settembre scorso (punti 28 e 46), ove previsto, però, dalla legislazione nazionale. Purtroppo, ci viene da dire, vista la situazione attuale delle amministrazioni comunali, se

ciò si verificasse ci sarebbe abbastanza da temere per la manutenzione della rete idrica di competenza e per la gestione di tutti gli investimenti correlati che un onere del genere comporterebbe. Eppure in Molise siamo riusciti anche ad affossare una delle poche aziende partecipate che godeva di ottima salute, Molise Acque, che nel suo statuto citava espressamente la natura di bene pubblico dell’acqua che si impegnava a gestire, curare, difendere e distribuire. Ma vabbè, rassegniamoci anche in questo caso.

“Invito, pertanto, tutti - scrive Notartomaso - a superare le logiche politiche sul tema e, facendo fronte comune, a resistere a questo attacco che danneggia soprattutto il Molise e i molisani. La gestione del servizio idrico integrato deve essere pubblica e partecipata.” Con il controcanto del Comitato Acqua Pubblica del Molise: “...affinché sia rispettata la volontà popolare sulla gestione del sistema idrico integrato.” E la Regione? A sentire Cristiano Di Pietro, vicepresidente del consiglio regionale, si tratta della solita tempesta in un bicchiere d’acqua: “Mi sorprende verificare l’insistenza di alcuni commenti di persone che cercano di far passare il messaggio distorto secondo cui la giunta regionale, e la maggioranza, guardano all’acqua non più come a un bene pubblico. Oggi entro nel merito di una seconda polemica nata intorno all’istituzione dell’Egam. A quanto pare – prosegue Di Pietro – questa gente ha la memoria corta o non ha letto bene, visto che, tra le righe dell’articolato in esame, non si evince alcuna intenzione di privatizzare l’acqua.” Tranquilli tutti, dunque. Anche se tutti conoscono la fine che fece Tranquilli…

Ente idrico molisano, troppe perplessità

store regionale, sia che si mantenga la gestione in capo ai Sindaci. Ancora oggi è troppo elevato il differenziale tra l’acqua che si consuma e quella che viene erogata, esiste un evidente problema di inefficienza delle reti idriche, servono quindi inve-

stimenti pubblici per migliorare e ammodernare il sistema idrico. Tali investimenti non devono gravare sul costo dell’acqua, vanno reperite risorse nell’ambito dei finanziamenti europei , nazionali, regionali e comunali a valere sulle infrastrutture, serve quindi una pro-

grammazione ed un impegno delle istituzioni .E’ troppo facile scaricare sui cittadini le inefficienze e la mancanza di progettualità altrui. Se non ponderato correttamente, l’altro rischio risiede nell’aumentare il costo per metro cubo di acqua. Il livellamento delle tariffe non può avvenire semplicemente nella logica del recupero integrale di tutti i costi anche quelli impropri . Per sua natura, l’acqua è un bene essenziale per LA VITA degli esseri viventi, va evitata l’idea che essa possa diventare una merce comune assoggettata alla logica del profitto. Il suo costo dovrebbe essere puramente un contributo che i cittadini erogano per salvaguardare e migliorare la qualità stessa delle fonti idriche. Ricordiamo infine, che con i referendum del 12 e 13 giugno 2011 da noi fortemente sostenuti, furono abrogate alcune norme emanate dal Governo Berlusconi in materia di privatizzazione e profitti sull’acqua pubblica. In maniera chiara ed inequivocabile si sancì la non possibilità di privatizzazione dell’acqua, così come la non possibilità di ottenere dalla stessa profitti, utili, dividendi o remunerazione dei capitali investiti.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

4 22 settembre 2015

Proposta dai Borghi d’Eccellenza una sinergia con l’Abruzzo per un turismo di nicchia e particolarissimo: le case di terra

Ci sarà qualcuno o qualcosa che possa davvero interessare la Regione?

Il Molise al di fuori dei suoi confini è visto come una regione da vivere: una ragione in più per cogliere le occasioni per realizzarsi come tale Non c’è occasione in cui qualcuno non chieda se la Regione Molise voglia scommettere e puntare su qualcosa: una proposta, un programma, una sollecitazione, una indicazione. Ultima della serie quella dei Borghi d’Eccellenza, relativa a un’azione sinergica (da fare in due) già intrapresa dalla Regione Abruzzo per favorire un turismo culturale che nella fattispecie va ad identificarsi con “la ruralità come bellezza, storia, ecologia e contesto ambientale unico”: in sostanza, la terra nuda e cruda, così com’è. Antesignana di questa sperimentazione è una realtà abruzzese: Casalincotrada in cui le case di terra non furono una scelta, ma una necessità, difficilmente eguagliabile, una scelta obbligata di reperibilità economica che il materiale offriva e che scaturì il fenomeno dell’autocostruzione. La casa di terra – viene detto e spiegato - non genera una tipologia ma è ispiratrice

nonché ispirata ad un patrimonio abitativo consolidato nel tempo e generato oltre che dalla necessità, dalla consapevolezza della generosità della terra stessa e dell’intero

di Giovanni MUCCIO* Il Freccia rossa è proprio il caso di dire ha sfrecciato senza accorgersene il territorio molisano. Dopo la notizia della mancata fermata del Frecciarossa sul territorio molisano, diverse sono state le prese di posizioni: “ Il Consiglio Provinciale approva ordine del giorno del Consigliere Fiero Aufiero del P.D. per il ripristino della fermata del Frecciarossa a Termoli.; il P.D. molisano intende chiedere al presidente del Consiglio Matteo Renzi di intervenire sulla vicenda del nuovo Frecciarossa che non prevede fermate a Termoli, l’ ha fatto sapere Luca Iosue, responsabile comunicazione della segreteria regionale, lo chiederemo a partire da questo fine settimana alla festa dell’ Unità dove sarà presente una nostra delegazione guidata dal Segretario Fanelli (l’hanno chiesto? Non ho letto nulla da nessuna parte la festa dell’Unità è conclusa da tempo.); nel momento storico in cui si parla di Macroregione adriatica, afferma il vice segretario del P.D. Michele Di Giglio, è impensabile che il Molise resti l’unica regione della dorsale adriatica esclusa dal treno più veloce d’Italia”. A tal riguardo il Movimento a differenza degli esponenti del P.D., chiede al Presidente Paolo Di Laura Fratura esponente di spicco del P.D. cosa ha fatto di concreto perché il Frecciarossa fermasse nella nostra regione? . Come non ricordare il nostro Presidente Frattura partecipare al Forum di Bari sul problema del-

territorio. Integrazione istintiva per necessità economica , tradizione tipologica e tecnologia povera, ma di grande effetto. Detto questo, viene spontaneo chiedere ai responsabili

dei Borghi d’Eccellenza, il Molise che c’entra? La risposta: “Da uno studio, il Molise, come l’Abruzzo, possiede un patrimonio inespresso e fatto anche di case di terra cruda. Case fatte di paglia, con cappotto in terra cruda e tetto e solai in legno rivestiti per il calpestio da formelle in laterizio. Più che sufficiente per quelli dei Borghi d’Eccellenza per sollecitare sinergia, per insistere nel consolidare una possibile intesa per una proposta turistica di assoluta tipicizzazione e di sicuro interesse turistico. Da cosa nasce cosa. Infatti, dell’amicizia del coordinatore dei Borghi d’Eccellenza del Molise con gli amici abruzzesi è nato un protocollo di intesa per valorizzare le reciproche “ fortune Inespresse “ e per accomunare varie amministrazioni in un progetto più ampio anche al fine abbattere le barriere culturali. La verifica delle possibilità e dei buoni risultati s’è avuta il 18 settem-

bre a Casalincontrada con l’inaugurazione della “Casa di Teresa “, che ha visto protagonisti i Comuni di Casalincontrada, Manuppello, Ari, Bucchianico,Vacri, la Regione Abruzzo, i Borghi d’Eccellenza, il Centro di documentazione sulle “Case di terra” (Cedterra), l’Associazione internazionale “ Città della terra cruda “ cui hanno aderito 40 comuni in rappresentanza di Sardegna, Abruzzo, Marche , Piemonte,Basilicata, nonché Associazioni, Imprese, liberi professionisti, l’Ente Parco, e Paesi europei, la rete viaria delle Vie Francigene, uniti per un solo ed univoco imprescindibile scopo : unirsi per una rete di intenti affidabile, comunicativa e partecipativa. Il Molise al di fuori dei suoi confini è visto come una regione da vivere; una ragione in più per cogliere l’occasione proposta dai Borghi d’Eccellenza. Chissà se la Regione Molise vorrà scommetterci.

Frecciarossa, una sconfitta per i cittadini e la politica molisana

l’alta velocità, unitamente ai Presidenti di Regione, Nichi Vendola (Puglia), Gianni Chiodi (Abruzzo), Deborha Serracchiani (Friuli), che si sono confrontati con l’Amministratore delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. Possibile mai che il Presidente della Regione Frattura, nell’occasione, pur rendendosi conto della necessità tra tutte le regioni che si affacciano

sull’adriatico di rendere più veloci i collegamenti in treno nel tratto tra Bologna e Bari e rendendo la più ampia disponibilità al confronto per risolvere la questione del raddoppio del tratto ferroviario Termoli-Lesina, oggi considerato un collo di bottiglia nei collegamenti tra il nord e il sud del Paese, non si sia preoccupato di strappare all’Amministratore delle ferrovie dello Stato, l’as-

sicurazione che il Molise non venisse tagliato fuori, da una fermata quella di Termoli dai collegamenti veloci sud-nord e nord sud? Altri sono stati gli incontri con i vertici delle Ferrovie dello Stato, una cosa è certa che la Freccia Rossa dell’Adriatico, ferma in tutte le regioni ad esclusione del Molise, il Movimento ritiene che non sia stato lungimirante il Presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura e chi ne paga le conseguenze è sempre il Popolo Molisano. Ora non resta a parere del Movimento battersi perché il Frecciarossa si fermi a Termoli e quindi nel Molise, battersi per ottenere Giustizia Sociale, una battaglia che deve vedere in prima linea i nostri parlamentari del P.D. Venittelli, Leva e Ruta, che rappresentano gli interessi dei molisani a livello nazionale. Il Molise non può e non deve rappresentare la “cenerentola” delle regioni d’Italia, dalla nostra abbiamo una storia, cultura e tradizioni che altre regioni ci invidiano. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita


TAaglio lto

5 22 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise distrutto dalle fiamme per manifesta disorganizzazione nella gestione del piano antincendi e del sistema di spegnimento dal cielo da parte della Protezione civile

Settembre di fuoco Un “attentato” perpetrato a danno della natura e dell’ambiente La notizia l’abbiamo data circa due mesi fa, accompagnandola con un commento poco ragguardevole sulla Regione Molise che solo il 27 luglio 2015 aveva ritenuto di approvare il piano antincendi predisposto dall’Arsarp, ente regionale che tra le tante competenze gestisce gli operai stagionali forestali. Il commento, appunto: “Il ritardo con cui gli amministratori sono intervenuti è grave e ingiustificabile. Il caldo di quest’estate è un ulteriore elemento di aggravamento del rischio incendi, per cui ciò ch’è stato deliberato pochi giorni fa (ovvero il 27 luglio 2015), ragionevolmente, e correttamente sul piano organizzativo, andava deliberato con qualche mese d’anticipo. Ma ciò che riguarda il lavoro, l’occupazione, le attività produttive e, come in questo caso, la salvaguardia del patrimonio boschivo, non fa molta presa nelle alte sfere regionali. Eppure, il commissario straordinario dell’Arsarp, Iacobucci, aveva predisposto con largo anticipo (22 giugno) l’organizzazione del servizio, giusto per dare agli amministratori la possibilità di deliberare tempestivamente il piano di lavoro degli operai forestali sta-

gionali. Un piano che prevedeva una spesa di 800mila euro, ma sul capitolo del bilancio regionale ce n’erano solo 500mila disponibili. Né gli uffici finanziari, quantunque espressamente richiesti e sollecitati in tal senso, hanno colmato la differenza, per cui agli stagionali della forestale toccherà di guadagnare meno di quanto avrebbero potuto” . Avrà significato qualcosa questa riduzione di spesa nelle ultime vi-

cende incendiarie che hanno distrutto una grossissima parte di boschi, di ulivi e di altre piante utili alla derelitta economia agricola? Noi riteniamo di sì. Fa specie però che sul bilancio, per una voce di spesa ricorrente, qual è quella relativa alla campagna annuale di prevenzione e lotta agli incendi, non si sia provveduto a coprirla per quanto era necessario. Le fiamme infatti non hanno tardato ad accendersi, purtroppo,

spesso per mani dolose sistematicamente lasciate impunite. Soprattutto nella calda ancora caldissima estate di metà settembre, da un capo all’altro del Molise, con danni all’ambiente e alla natura notevolissimi. Si dirà: di fronte a una situazione come quella che s’è venuta determinare c’era poco da fare con gli operai stagionali per lo spegnimento a trerra. Non proprio se, come sarebbe dovuto essere, il piano antincendi fosse

stato predisposto per tempo, coperto finanziariamente e gestito con la dovuta accortezza. Coincidenze che evidentemente non si sono realizzate né hanno trovato il dovuto – ribadiamo, dovuto - supporto nel sistema di spegnimento degli incendi boschivi dal cielo che per legge (la 323/93) spetta alla Protezione civile. Il buco nero, l’addebito più grave ed evidente va assegnato pertanto alla Protezione civile che la Regione ha sostanzialmente disarticolato e con essa ha disarticolato il sistema di prevenzione e spegnimento degli incendi, disponendo di un solo elicottero (da ricognizione, peralto) e Canadair insufficienti, soprattutto a fronte della vastità e del numero degli incendi che si sono verificati. Un fallimento. Un “attentato” inevitabile perpetrato a danno della natura e dell’ambiente molisani. E un’altra manifestazione di dilettantismo e irresponsabilità del sistema politico, amministrativo e gestionale regionale. Nel suo complesso. Il Molise potrebbe essere “ un mare di verde”. Se avesse altra qualità nelle persone che lo governano. Dardo

l’intervento La Valle del Trigno non è sempre e solo desolazione, disoccupazione, emarginazione come l’ha recentemente dipinta e presentata il documento socio/economico elaborato dalla Curia vescovile di Trivento, condiviso da 46 parrocchie della vallata, inviato al presidente dalla Repubblica e, calare, a tutte le istituzioni nazionali e regionali perché fosse nota e raccolta la voce allarmata della Chiesa in difesa dei diritti mancati e mancanti di quelle popolazioni. E’anche quello,indubbiamente, problema grave da affrontare e risolvere senza ulteriori rinvii, ma non solo. E’ anche il trentennale tentativo in essere dalla Bcc della Valle del Trigno, la cooperativa di credito che ha cercato di crescere ed è cresciuta facendo crescere il territorio. Il pensiero lineare del presidente Nicola Valentini è questo: “Siamo cresciuti arrivando oggi a coprire tutta la Valle del Trigno da Campobasso a Vasto. Sono stati 30 anni intensi, di crescita, di sfide, di passione, di idealità che il 26, 27 e 28 prossimi vogliamo condividere col Molise e coi molisani. Terremo una grande festa che abbiamo chiamato “Cittadella BCC:30 anni di noi. L’evento inizierà sabato mattina con VienInBcc, una apertura straordinaria di tutte le filiali da Ripalimosani a Vasto, per conoscerci meglio e confrontarci. Seguirà presso la Sede legale di San Salvo un pomeriggio dedicato ai baby soci della banca, la nostra ricchezza più grande: giochi e divertimenti per bambini soci della

Un contrappeso alla voce allarmata della Chiesa in difesa dei diritti mancati e mancanti di quelle popolazioni

La Valle del Trigno è anche i 30 anni della Banca cooperativa di credito Il presidente Nicola Valentini: “Sono stati 30 anni intensi, di crescita, di sfide, di passione, di idealità” BCC e un momento di riflessione per i loro genitori con un seminario gestione delle emozioni dei nostri bambini. In tarda serata ci sarà anche la “caccia al tesoro” dei giovani soci Bcc (18-35 anni). Il 27 terremo a Vasto presso il PalaBcc la conviviale del socio con la partecipazione del Presidente della Federazione Nazionale del Credito Cooperativo Alessandro Azzi, il pranzo dedicato ai soci, e momenti per bambini e premiazioni. Concluderemo il 28 con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Menichelli”. In occasione della celebrazione dei suoi primi trent’anni di vita la Bcc della Vlle del Trigno lancia due nuove iniziative volte a contribuire ulteriormente alla ripresa dell’occupazione nel territorio: il sostegno alle start up d’impresa ed il finanziamento delle ristrutturazioni edilizie. Saranno illustrate alla stampa domani, alle 10,30 presso la Sala Conferenze della Bcc a San Salvo in via Duca degli Abruzzi. Sarà

anche presentata la neonata Fondazione delle Bcc della Valle del Trigno con l’intervento di amministratori e collaboratori della cooperativa creditizia e della Fondazione stessa. Una notizia confortante, cui andrebbe rivolta maggiore attenzione e assicurata una maggiore valutazione di merito; esempio di come sia

possibile coniugare valori sociali in ambito finanziario se a perseguirli sono gli uomini giusti, il cui obiettivo non è unicamente il profitto, in una realtà orograficamente difficile, ambientalmente e storicamente defilata, amministrativamente ed economicamente fin troppo spesso lasciata a se stessa.


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Campobasso

22 settembre 2015

Ecco il Bucchi che ci voleva A Jesi la nostra squadra rinasce e vince chiaramente recuperando posizioni e morale di Gennaro Ventresca Mi viene subito un dubbio: Grande Campobasso o piccola Jesina? Non saprei. Forse un po’ e un po’. Nel senso che la nostra squadra si è finalmente svegliata; e quella della città del Verdicchio ha mostrato i suoi palpabili limiti. Comunque sia, sono arrivati i tre punti che servivano, alla classifica e al morale. E per scacciare i cattivi pensieri che secondo i più perfidi si sono allungati sino a ipotizzare l’esonero del mister. Dico Cappellacci, il filosofo che somiglia a Socrate e che per ripararsi dalle brucianti critiche, dopo la partenza imbarazzante, si è inventato il diesel. Usando una espressione un po’ retrò, quando per spiegare avvii lenti e rumorosi che lasciavano il posto a viaggi lunghi e spediti si usava come metafora il diesel. Che oggi tecnologicamente è

un’altra cosa, fresco e scattoso, come una vettura a benzina. Ma chi è stato confinato nell’angolo deve ripararsi come meglio può. E Roberto Cappellacci ha pensato alle auto. Sperando che quella dei suoi sogni lo porti lontano. Magari diritto in

Lega Pro. Dove la più accreditata pretendente sembra essere il Fano, fermato a sorpresa dalla sveglia Isernia, costruita con la colletta della messa della domenica. Non è da sottovalutare neppure la Samb che ha appena vinto due sfide, con il mi-

nimo scarto, avvicinandosi alla cima. Accorciando, come del resto ha fatto la nostra formazione, la distanza dalle ruote delle prime. Una delle quali si chiama Monticelli che non è la rappresentativa del rione del nostro centro storico, ma la spavalda formazione di Montegranaro, appena promossa in D. Bucchi ha segnato un bel gol (di testa) e ha fatto il vero capitano. Tanto da far pensare che possa essere lui, in futuro, l’uomo più adatto a portare la fascia al braccio. Il fratello del più celebre Cristian ha lavorato anche per gli altri, indietreggiando sino a metà campo, da dove sono ripartite le

maggiori iniziative dei nostri. E dove hanno lavorato bene i centrocampisti di ruolo, con Valentini e Boldrini. In attesa del recupero di Dimas e di togliere l’etichetta di precario a Todino il mister ha concesso fiducia ad Aquino il quale dopo essersi imboscato per un tempo, nella ripresa è spuntato come un funghetto dopo la pioggia, segnando un gol che è stato un concentrato di precisione e potenza. Ha dimostrato di essere tornato ai suoi livelli anche Danilo Fusaro che ha messo in evidenza muscoli e tempismo. Ora deve solo capire che non sempre conviene fare rilanci chilometrici. Il gioco di Cappellacci è diverso da quello di Farina, quindi non ha bisogno di traccianti che superino la metà campo, ma di tocchi da consegnare ai centrocampisti che, per grazia di Dio, hanno piedi niente male.

Bonificato il sito di via Genova Fare Verde: “Adesso tocca all’amministrazione” CAMPOBASSO. Ottima riuscita per la Giornata Ecologica promossa per questa mattina da Fare Verde con l’ obbiettivo di bonificare l’area verde di Via Genova, da sempre abbandonata a degrado ed incuria. Tanti i volontari intervenuti, di cui molti residenti nella zona, ma non solo; almeno una dozzina i migranti ospiti del Centro di Accoglienza Temporaneo di Campobasso che hanno raccolto l’appello di Fare Verde ed hanno indossato i guanti ed imbracciato gli attrezzi da lavoro per una mattinata di impegno per l’ambiente ma anche vera integrazione sociale, così come accade da mesi in tutte le manifestazioni ecologiche promosse da Fare Verde nell’ambito del progetto “Azione & IntegrAzione”. Decine e decine i sacconi di rifiuti raccolti, nascosti dalla folta vegetazione ed abbandonati per anni in maniera indiscriminata da balordi frequentatori della pineta. Bottiglie di vetro e plastica, lattine, imballaggi di ogni tipo, resti di “banchetti” consumati sul posto, ma anche rifiuti ingombranti, tra cui una carcassa di motociclo, ruote di automobili, resti di lavorazioni

edili. Ma non solo rifiuti “convenzionali” quelli recuperati: tantissime anche le siringhe rinvenute, segnale inequivocabile che il sito è frequentato anche per motivi non proprio “ricreativi”. Oltre alla bonifica dai rifiuti, è stata fatta anche una impor-

Rapina alla Farmacia di via Toscana Un giovane ha minacciato la dottoressa portando appena 80 euro CAMPOBASSO. Erano circa le 20 di domenica sera, quando il personale della farmacia di via Toscana stava facendo i conti di chiusura cassa. All’interno c’era ancora un cliente appartenente alle forze dell’ordine. All’improvviso è entrato un giovane di circa 30 anni con volto coperto da una sciarpa, che ha estratto un taglierino e si è fiondato

dietro al bancone, minacciando la dottoressa e l’altro addetto all’esercizio, quindi con fare brusco ha spostato l’uomo e ha preso alcune banconote ‘a tiro’ circa 80 euro. Non ha potuto però finire il ‘lavoro’ perchè il cliente, identificandosi, ha costretto il rapinatore a darsi alla fuga e a dileguarsi fra le campagne, senza riuscire a raggiungerlo, nonostante

gli abbia corso dietro per un lungo tratto. “È la prima volta che accade una cosa del genere – ci raccontano i gestori. – Sarebbe necessario un maggiore controllo, le farmacie a Campobasso, tolto l’allarme notturno quando l’attività è chiusa, sono dotate di scarse misure di sicurezza. Per fortuna il grosso dell’incasso si trova in altro luogo

tante opera di pulizia del sottobosco, con la rimozione di rovi e di piante infestanti che, in molti casi, hanno già portato alla morte ed alla caduta di diversi cedri ed abeti; per limitare il fenomeno, con un lavoro certosino, sono state rimosse gran parte delle edere che avvolgevano i fusti dei cedri, da oggi certamente più liberi di respirare e vegetare senza “fastidiose convivenze” . Il grande lavoro svolto dai volontari non può ovviamente essere esaustivo: occorre adesso che l’amministrazione comunale intervenga subito per rimuovere, ed avviare al corretto smaltimento e valorizzazione, i grossi cumuli di tronchi e rami accumulati in più punti, ma anche abbattere diversi fusti di alberi oramai secchi che, tra l’altro, costituiscono un serio pericolo per l’incolumità pubblica. Richieste che nei prossimi giorni formalizzeremo all’amministrazione, affinché il lavoro dei volontari non resti una operazione “una tantum”, ma sia solo l’inizio di una nuova fase di manutenzione e valorizzazione dell’importante sito naturalistico.


Campobasso

7 22 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Battista hai sbagliato per Equitalia La gestione della riscossione coattiva è un affare che stuzzica l’appetito di troppi avvoltoi. Forse non tutti sanno che i campobassani vivono la minaccia della pesantissima mazzata che potrebbe giungere dal contenzioso con Esattorie S.p.a. Il Comune vanterebbe una credito abnorme nei confronti della società ma per ragioni poco chiare rischia di non vedere un centesimo e tale spada di Damocle vale 10 milioni di euro: è questa la cifra che il Tribunale con ogni probabilità ci costringerà a ripianare. Nel frattempo resta il problema di garantire che tutti contribuiscano al pagamento delle tasse, perché i furbetti non sfuggano al proprio dovere di cittadino. Con l’oramai cronico ritardo che costringe a fare i conti con scadenze e

prescrizioni, il consiglio Comunale del capoluogo, ad esclusione del Movimento 5 stelle, il 25 maggio scorso, ha deliberato per l’affidamento della riscossione coattiva alla società Equitalia SUD, sinteticamente perché: – c’erano dei crediti a rischio prescrizione; – il Comune non può farlo per la mancanza di una struttura e di figure professionali idonee; – Equitalia S.p.a. è l’Agente Pubblico della Riscossione, abilitato ex lege in via esclusiva all’utilizzazione del ruolo quale strumento di riscossione; – la soluzione è pro tempore e avrà durata breve. In questo contesto il MoVimento 5 Stelle Campobasso, contrariamente

a quanto si può desumere dalla recente nota stampa del Segretario Generale UILTuCS Molise Pasquale Guarracino, si è astenuto dal votare il provvedimento. Non doveva assolutamente passare il messaggio che chi non paga le tasse la fa franca, gravando su chi, con grandi sacrifici e senso civico, mette mano al portafoglio ad ogni scadenza. Quanto prima nella consapevolezza che le persone in difficoltà vanno assolutamente aiutate con esenzioni e strumenti sociali. Siamo convinti dell’importanza del rispetto delle regole ma anche del bisogno della solidarietà. Così come non abbiamo dubbi che Equitalia debba chiudere. E’ nota a tutti la posizione del movimento a riguardo ma evidentemente è opportuno ribadirla specificando

che l’auspicio è di gestire internamente al Comune il servizio di riscossione. Niente Equitalia e nessun’altra società che lucra sulla disperazione della gente a suon di aggio e profitto. E nemmeno ALI Comuni molisani le cui quote del Comune di Campobasso costano ai cittadini 25 mila euro all’anno senza che qualcuno abbia ancora capito a fronte di quali servizi. Alle 70 famiglie degli ex dipendenti di Esattorie S.p.a. va tutta la nostra solidarietà ed attenzione ma dispiace leggere come si cerchi di spalmare le responsabilità. Preferiremmo che si guardasse nella giusta direzione, nemmeno troppo lontano, verso la Regione Molise, gestita approssimativamente da politicanti cui, eviden-

temente, le priorità non sono lo stato occupazionale e il disagio sociale. D’altro canto, un approccio serio imporrebbe di considerare la stima degli uffici tecnici regionali secondo i quali la gestione delle riscossioni in tutto il Molise potrebbe essere eseguita da una struttura composta da una quarantina di dipendenti. Ma, questa è un’altra storia. Tornando al Comune di Campobasso, attendiamo di verificare come Battista e la sua maggioranza gestiranno nel prossimo futuro la delicata questione della riscossione coattiva, pronti a dare battaglia con ogni mezzo, al grido * Muriamo Equitalia‬, qualora l’opzione votata a maggio si tramuti per inerzia in una soluzione definitiva. Movimento Cinque Stelle

Sull’olio una scommessa importante Diversi i centri interessati all’interno della manifestazione Expo CAMPOBASSO. La presenza dei 13 Comuni molisani (Colletorto, Fornelli, Larino, Lucito, Macchia Valfortore, Montefalcone nel Sannio, Parco dell’Olivo Venafrano, Poggio Sannita, Portocannone, Sant’Elia a Pianisi, Santa Croce di Magliano, Termoli, Venafro) ad Expo il 20 settembre 2015 nello spazio riservato a ‘Città dell’Olio’ in occasione della settimana Mediterranea ha sortito diversi proficui risultati. Primo fra tutti il transito e la curiosità di migliaia di spettatori e il plauso da parte del presidente nazionale dell’associazione ‘Città dell’olio’ Enrico Lupi che si è complimentato con i sindaci di Termoli e Venafro Angelo Sbrocca e Antonio Sorbo rispettivamente vice coordinatore e coordinatore regio-

nale dell’associazione ‘Città dell’olio’ per l’impegno profuso nell’organizzazione della partecipazione ad Expo e per la tenacia con cui percorrono la strada della promozione e valorizzazione turistica del territorio anche attraverso un’eccellenza quale quella della produzione di olio d’oliva. ‘Il Molise non è affatto una regione lenta – ha detto il presidente Enrico Lupi – anzi, ha un’ottima velocità sia nel numero di iniziative sia nella capacità di comunicarle. È importante continuare a credere fortemente nelle iniziative che avete messo in campo, nella produzione di eccellenze e prodotti di qualità. Ora è importante che questa produzione trovi degli sbocchi per promuoversi al meglio e il Molise è

pronto, può farlo nel migliore dei modi. Expo, ad esempio, è un’ottima opportunità che avete saputo cogliere e così sarà la vostra graditissima partecipazione a ‘Golosaria’ fiera delle eccellenze enogastronomiche italiane il prossimo 17 ottobre con un target diverso da quello di Expo ma che comunque saprà apprezzare il Molise e le sue produ-

Nuovo furto al Centro di Salute Mentale A Campobasso ormai è diventata una consuetudine Ennesimo furto nella notte tra sabato 19 e domenica 20 settembre al Centro di Salute Mentale di Campobasso. I locali di Via San Lorenzo sono ormai oggetto di un vero e proprio “saccheggio” ripetuto. Quello della scorsa notte è infatti il quinto episodio che si ripete in pochi mesi. Sgomento tra i dipendenti e tra gli utenti del CSM che non si spiegano come un luogo pieno di dati sensibili possa essere violato puntualmente con tanta facilità. I ladri hanno forzato la macchinetta per bevande ed alimenti, ed hanno fatto razzia degli spicci nei cassetti del Centro. Il bottino è stato di 16 euro circa.

zioni. Ottimo l’abbinamento che avete proposto qui ad Expo tra il vostro olio e il pesce locale, due ingredienti di altissima qualità e cardini della dieta mediterranea”. Presenti all’evento, oltre agli spettatori di Expo il presidente dell’associazione Enrico Lupi, il responsabile dei Rapporti Istituzionali e Internazionali ‘Città dell’olio’

Antonio Balenzano, lo chef Antonio Terzano del ristorante ‘Osteria dentro le mura’, la dott.ssa Iolanda D’Ascenzo, il segretario del Comune di Termoli Vito Tenore, i membri della Cooperativa ‘Colonia Iulia Venafrana’ con il presidente Nicola Ricamato. Al tavolo dei relatori il sindaco di Termoli Angelo Sbrocca, il sindaco di Venafro Antonio Sorbo, lo chef Maurizio Santilli, l’addetto stampa del Comune di Termoli Valentina Fauzia e il delegato alla Cultura Michele Macchiagodena. La presentazione del libro ‘L’olio molisano nella cucina termolese’ è stata preceduta dalla proiezione di filmati di presentazione del Molise, in particolare del Parco dell’Olivo di Venafro e di Termoli curato dal regista Simone D’Angelo





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Isernia

22 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Smantellano Isernia, ma l’area di crisi è anzitutto loro” La denuncia viene dalla segretaria della Uil, Tecla Boccardo ISERNIA. Con la decisione di chiusura di ben 23 prefetture, fra le quali quella di Isernia, il governo adotta misure di vera e propria riduzione dei presìdi di legalità e sicurezza sul territorio, disinteressandosi completamente dei lavoratori che qui prestano la loro opera garantendo coesione sociale, integrazione e convivenza civile, ma soprattutto dei cittadini e delle comunità locali. La UIL Molise ricorda che martedì 22 settembre il sindacato, unitariamente, terrà assemblee in contemporanea in tutte le Prefetture a rischio chiusura, per portare all’attenzione di tutti i problemi che si aprono con questa decisione. “Sarò personalmente in Prefettura ad Isernia segnala Tecla Boccardo, leader della UIL molisana – per portare l’appoggio totale dell’Organizzazione alla lotta sindacale di questi lavoratori ma anche per urlare forte la contrarietà del Sindacato allo smantellamento di Isernia in quanto tale, un pezzo alla volta.

Prima l’abolizione delle provincie, poi l’accorpamento dei tribunali, nel frattempo la chiusura di molti uffici postali e la fusione/sparizione di scuole, la sempre ventilata chiusura dell’ospedale di Venafro e il ridimensionamento di quello di Isernia, dietro l’angolo lo

spostamento degli uffici statali. Ora via la Prefettura, a cui facilmente faranno seguito la questura e i comandi provinciali delle forze dell’ordine. Cos’altro seguirà? Anche la classe dirigente isernina talvolta ci mette del suo, come nel caso delle ultime vicende politiche, stiamo comunque assistendo ad un attacco alla stessa sopravvivenza economica e produttiva, sociale e culturale della provincia pentra. Se non vogliamo che qui si campi solo di tartufo, merletti e archeologia continua Boccardo – adesso che c’è il riconoscimento dell’area di crisi, che insiste per buona parte su questo territorio, gli isernini, le loro comunità, i loro amministratori locali, le loro forze vive del lavoro devono assumerne

l’egemonia. Sarebbe davvero assurdo - evidenzia la UIL che, in una zona geografica depressa economicamente, con altissimi tassi di disoccupazione, con aziende decotte e che mai si riprenderanno, con problemi infrastrutturali e desertificazione del territorio, con tanto disagio sociale, ora che i soldi ci sono non si riescano ad utilizzare per un vero rilancio del tessuto produttivo e dell’occupazione, per una vera ripartenza. Certo, serve un’idea forte di sviluppo economico e sociale (e gli amministratori regionali, se mai l’avessero, la tengono ben nascosta davvero!). Ma, ancora prima, serve la consapevolezza delle qualità di questa comunità, occorre l’orgoglio di chi è pronto a prendere in mano il proprio futuro, è necessaria la tenacia per evitare ulteriori penalizzazioni e tagli al poco di esistente e scongiurare, ora, scippi o altra finalizzazione delle risorse economiche dell’Area di crisi”.

“La Prefettura non si tocca” Anche l’Udc scende in campo a sostegno delle ragioni della permanenza della struttura ISERNIA. Sarà presente anche Mimmo Izzi in Prefettura al fianco della segretaria regionale della Uil, Tecla Boccardo, per protestare contro la soppressione della Prefettura. Isernia, infatti, rientra nell’elenco dei 23 capoluoghi di provincia per i quali è stata decisa la chiusura dell’Ufficio di Governo. “Nascondendosi dietro la ormai famigerata spending review, lo Stato sta lentamente depauperando il territorio molisano ed in particolare la provincia di Isernia. L’Università ha abbandonato il centro storico della città; i tre ospedali sono stati notevolmente ridimensionati; la Camera di Commercio è stata accor-

pata a quella di Campobasso; i collegamenti viari e ferroviari sono sempre più in condizioni di notevole degrado: il tutto, naturalmente, a spese dei cittadini che, al contempo, continuano a dover pagare imposte e tasse tra le più alte d’Italia per servizi inesistenti. Ora – afferma Mimmo Izzi – si mette a rischio anche l’esistenza della Prefettura che, in caso di soppressione, rischierebbe purtroppo solo di diventare il primo atto di una serie di chiusure o ridimensionamenti a cascata di numerosi altri uffici e presidi fondamentali come la Questura, i comandi provinciali dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, e degli altri uf-

fici pubblici attualmente presenti, con danni notevoli per la popolazione in termini di sicurezza e di servizi. Per questi motivi andremo domani a ribadire al rappresentante del governo che la Prefettura non si deve toccare e che, principalmente, non si può continuare a svuotare e svilire il territorio della Provincia di Isernia che, vorrei ricordarlo, resta un territorio di frontiera, vista la pericolosità dei confini. Ma, soprattutto, è fondamentale che la nostra città ed il nostro territorio riconquistino quel ruolo di centralità che avevano progressivamente ottenuto nel tempo all’indomani della istituzione della Provincia”.

Corrisernia un trionfo Soddisfazione per i numeri e la qualità dei partecipanti ISERNIA. Sin dalle prime ore del pomeriggio di ieri ad Isernia si respirava un’atmosfera di festa. Alle 16.30 si è dato l’avvio alla Corrilascuola, non competitiva aperta ai discenti che sono scesi in gara nell’intento di consentire al proprio istituto scolastico di vincere l’ambito premio di 1000euro, messo a disposizione dalla Nuova Atletica Isernia, società madrina dell’evento. E sono stati davvero tanti i ragazzini che hanno risposto indossando scarpette, -shirt e braccialetto identificativo della scuola di appartenenza divertendosi e confrontandosi con i propri coetanei. A seguire la gara riservata agli amici diversamente abili che con i loro angeli custodi dell’UNITALSI si sono messi in gioco ed hanno vissuto emozioni profonde culminate nel momento del passaggio sotto l’arco del traguardo. Ampio spazio è stato dato-altresì- alla gara riservata agli amici a 4 zampe ed ai loro accompagnatori. Tanti i cani che con disciplina e a passo svelto hanno coperto il tracciato previsto dal regolamento. Alle 17.30 poi lo start della competitiva vera e propria. 10 i km per un circuito di circe 3,300 km da ripetersi tre volte. Vince la X^ edizione della CorrIsernia Hamid Kadiri col crono di 33.25, seguito da Ivan Di Mario, 33.55 il suo tempo , da Marco Visci, Alessandro Rescigno e Solomon Kodom. Davvero brave le donne che sono salite sul podio delle assolute. Questo il loro ordine di arrivo: Siham Laaraichi, 38.02, seguita da Paola Di Tillo, 39.20, Alessia Amore, Francesca Palomba e

Ilaria Novelli. La pioggia non ha fermato i 348 atleti che hanno scelto di prender parte a questa 19^tappa del circuito CorriMolise. Premio speciale consegnato dal fratello di Ottavio Polidoro, recentemente scomparso a Bernardo Cosimi, che-1° M65 al traguardo- riceve questo riconoscimento in quanto Master della stessa categoria del compianto Ottavio. Terza, quinta e sesta si sono piazzate la ASD Atletica Venafro, la Podistica

Avis Campobasso ed il Gruppo Sportivo Virtus Campobasso nella speciale classifica riservata alle società. Ad aggiudicarsi la non competitiva Nicla Pagliuso, Runners Termoli. Per la locale federazione ad assistere all’evento, onorando i propri impegni istituzionali, erano presenti Filippo Cantore, Luca Rosa, Cinzia Calabrese,Antonio Izzi e Giovanni Santoro, consiglieri; Angela Costantiello e Daniela Sellitto, Fiduciario Tecnico Provinciale e Regionale. Ed alle 19.00 riflettori puntati su talenti autentici. Il giro di riscaldamento, il motore della moto che romba e via. Anche la cd “Americana” ha avuto inizio. Davvero mozzafiato la gara a prescindere dai piazzamenti dei vari atleti. A vincere è stato uno dei fratelli Zoghlami, nello specifico Ala, pettorale numero 4, tesserato col CUS Palermo. Gratificati e soddisfatti e dal consenso del pubblico e dalla resa degli atleti Agostino Caputo, presidente NAI e Luciano Di Pardo, encomiabile tecnico. Cordialità


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Termoli

22 settembre 2015

“Provate il profumo”, se ci cascate vi addormentano Pericoli e rischi a Termoli per rubare tutto ture posteggiate, probabilmente in attesa di una nuova vittima. La mia amica ha fermato un’altra donna che andava nella loro direzione, gliele ha indicate e le ha spiegato che aveva ricevuto una e-mail in ufficio avvertendola che qualcuno si poteva presentare in un centro commerciale o in un posteggio, e vi avrebbe chiesto di sentire un profumo che non vendono molto caro. Attenzione questo non è un profumo – si tratta di una sostanza come il cloroformio che provoca stati di incoscienza, così che le malfattrici possano rubarvi di tutto!”, l’allarme lanciato da una maestra d’asilo. “Dal momento che odorate, perdete conoscenza e queste ‘gentili’ signore vi prendono tutto quello che vogliono: borsetta, soldi, borse e chi sa, forse anche qualcosa d’altro. Se non fosse stato per quella e-mail avrebbe probabilmente provato l’essenza”. Un ammonimento chiaro, qualora si avvicinino con questo scopo meglio allertare le forze dell’ordine.

TERMOLI. Pericoli e rischi sempre in agguato, a Termoli come nel resto del Paese. Una segnalazione per mettere in guardia le donne, soprattutto, a cui viene chiesto di annusare un nuovo profumo. “Una mia amica è stata avvicinata due pomeriggi fa nel posteggio di un centro commerciale da due donne, le hanno chiesto quale profumo usava. Dopo di questo, hanno domandato se voleva provare un campione di una nuova fragranza che le avrebbero venduto ad un prezzo molto vantaggioso. L’avrebbe probabilmente provato se non avesse ricevuto una e-mail qualche settimana fa, avvertendola del complotto ‘Provate la nostra nuova fragranza’. Le donne stanno appostate tra le vet-

Campomarino, scontro sulla comunicazione Cordisco e Saburro aprono la polemica con l’amministrazione comunale CAMPOMARINO. Richieste per le centrali a biometano, polemica con lo staff del sindaco e opposizioni. In questo documento, i consiglieri Vincenzo Cordisco e Antonio Saburro dicono la loro sulla vicenda. “Fino ad oggi non ci era mai capitato di dover essere “difesi” dalla stampa e troviamo la cosa veramente singolare. Il riferimento è alla nota inviata dall’Amministrazione Cammilleri sui due pareri rilasciati in merito alla problematica legata alle centrali biometano, a firma “staffsindaco”, ed alla risposta del direttore responsabile di Termolionline Emanuele Bracone. Evidentemente qualcuno ha perso lucidità nel saper leggere i documenti – peraltro rilasciati proprio dall’apposita Commissione del Comune di Campomarino – oppure avendo toccato “probabilmente” un nervo scoperto – o per meglio dire per essere stati scoperti – sbraita provando a mettere alla gogna chi,

avendo ricevuto un mandato elettorale ed essendo il rappresentante, che piaccia o meno, di tanti cittadini compie, nella facoltà che la legge gli consente, i propri compiti tenendo

informati tutti di quanto accade sul nostro territorio. Non riusciamo a capire da cosa nasce questa polemica inutile e sterile, ma soprattutto non

capiamo il perché e la mancanza di rispetto istituzionale che coinvolge due Consiglieri comunali che non sono mai scesi ad un livello così basso e meschino, sia nell’esercizio delle proprie funzioni ma anche nella comunicazione sterna ed ai media. Ci vuole un attimo a scendere al livello del “brodo primordiale” della mancanza di rispetto di chi ha scritto il comunicato e se è questo che vogliono, nessun problema, sarà fatto! D’altra parte è anche facile comprendere la scarsa capacità di rapportarsi di questa Amministrazione con la minoranza, veniamo convocati solo per i consigli o le commissioni per obbligo e non certo per ascoltare i buoni contributi che forniamo, per il resto se la cantano e se la suonano su tutti i fronti, anche quelli delicati come la possibilità di installazione di impianti Biometano (o Biogas che dir si voglia) ma forse è meglio così.

Zuccherificio in stand by Sta diventando un rebus la campagna bieticola dell’impianto saccarifero TERMOLI. Sta diventando sempre più un rebus la campagna bieticola 2015 dello Zuccherificio del Molise. Abbiamo già accennato in precedenza alla scarsità di barbabietole da zucchero, a causa dell’enorme regime di incertezza che ha accompagnato la stagione saccarifera. Ma problemi e grossi, pare, all’orizzonte anche per quanto riguarda l’opzione di approvvigionamento del gas necessario ad alimentare il processo di combustione e l’unico forno che verrebbe acceso in stabilimento. Insomma, la scelta di rinunciare a priori, effettuata dal nuovo management, al bluster non si sta rivelando molto azzeccata. Di queste e altre criticità e proble-

maticità se ne è discusso in un con-

fronto sindacale con l’amministra-

tore unico Fabio Marone appena due giorni fa, senza cavare un ragno dal buco. Nessuna delle riserve, infatti, è stata sciolta. Mancano i contratti di bietole e metano e non solo. Lo stesso Marone ha chiesto ai capifabbrica, investiti dell ’ o n e r e organizzativo di mettere su l’impianto e di farlo funzionare con una manutenzione in

itinere, ulteriori sacrifici, poiché i 61 lavoratori richiamati in servizio dalla cassa integrazione non potranno essere tutti utilizzati e soprattutto pagati. Insomma, un dietrofront che ha quasi del clamoroso e immaginiamo quale sarà l’umore di chi dopo aver atteso un anno ed essere stato tolto dall’immobilismo degli ammortizzatori sociali vi verrà destinato nuovamente. Intanto, scelte definitive saranno assunte, si spera, nel tavolo tecnico aggiornato a martedì prossimo, che dovrà dire se e quando, ma soprattutto come partirà la campagna saccarifera in contrada Pantano Basso


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Termoli

22 settembre 2015

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Lavori al Corso davanti al giudice Prosegue l’esposto denuncia presentato da cinque consiglieri di minoranza a Termoli TERMOLI. Prosegue l’iter dell’esposto-denuncia presentato da cinque consiglieri di minoranza al Comune di Termoli, Annibale Ciarniello, Basso Antonio Di Brino, Nicola Di Michele, Michele Marone e Francesco Rinaldi, nello scorso autunno sulla modifica progettuale ai lavori di riqualificazione del corso nazionale e di piazza Monumento. I cinque amministratori hanno ricevuto un avviso

di convocazione della Camera di consiglio, a firma dell’ex gip del tribunale di Larino, Roberto Cappitelli (ora in altra destinazione), che ha rigettato la richiesta di archiviazione formulata dal Pm Federico Carrai, fissando per l’appunto la Camera di

consiglio per il prossimo 3 novembre. Il procedimento, come peraltro l’esposto da cui è scaturito, è a carico di ignoti, mentre la cinquina di oppositori è individuata come parte lesa. Probabile che l’udienza sarà celebrata dal giudice Daniele Colucci. L’esposto era inviato anche sotto forma di interrogazione al sindaco Sbrocca, oltre che alla Procura frentana, alla Regione Molise e alla Soprintendenza regionale ai beni architettonici.

Emergenza abitativa, nuove case 86 alloggi popolari costruiti tra Casa la Croce e Difesa Grande TERMOLI. Una buona, anzi splendida notizia (in prospettiva) per le famiglie che a stento riescono a pagare un affitto, per chi non ha casa e subisce gli effetti dell’emergenza abitativa, acuiti dagli ultimi anni di terribile crisi socio-economica. In attesa che Iacp e Comune di Termoli consegnino i 12 alloggi di colle Macchiuzzo, già pronti da un pezzo, spunta fuori un mega-lotto da ben 86 appartamenti, il più corposo da decenni a questa parte in riva all’Adriatico. Si tratta di due unità progettuali, da 30 e 56 alloggi, per cui lo stesso Istituto autonomo case popolari ha chiesto all’amministrazione Sbrocca di localizzare i terreni da concedere in diritto di superficie per la realizzazione delle palazzine di edilizia resi-

denziale pubblica. Anche in questa circostanza, da via Sannitica hanno ritenuto di indicare l’area 7 del piano di zona, approvato addirittura 34 anni fa, nel dicembre 1981 dall’allora giunta Di Giandomenico, la prima dell’ex deputato. Si dovrebbe trattare di via dei Castagni, tra contrada Casa la Croce e Difesa Grande. A coprire i costi di edificazione degli 86 alloggi il finanziamento concesso dal Consiglio regionale del Molise, ai sensi della legge 457/78. L’auspicio è che dalle carte ai mattoni non trascorra troppo tempo.

La Fabbrica del Nuoto ha aperto i cancelli Le prove hanno fatto furore T ERMOLI. Oltre duecento le persone che hanno testato, immergendosi all’interno, la nuova piscina de ‘La Fabbrica del nuoto’, la struttura creata da 17 soci e in stretta correlazione con la sezione agonistica della storica Termoli Nuoto. Ci siamo. Da oggi al via i corsi alla piscina della Fabbrica del Nuoto, in via del Pesco 29 a Termoli, nel cuore della zona artigianale. Le tre corse a disposizione degli appassionati di discipline acquatiche, non solo nuoto, saranno riempite dalle decine e decine di corsisti che si sono già iscritti e a testimonianza di come quest’avventura che agli albori era stata tacciata come folle è già un successo basti citare le 200 e più pre-

senze di sabato scorso nel pomeriggio dedicato all’acquafitness, con lezioni dimostrative gratuite. Un impianto di nuovissima fattura, con un trattamento aria che non ha eguali sul territorio. Tra le altre novità anche il ritorno agli allenamento della Termoli Nuoto dopo 3 anni di esodo obbligato. Gli atleti capitanati dall’intramontabile coach Enzo Salome, dal presidente Giuseppe Lemme, dal dirigente sportivo Vincenzo Tufilli e dal segretario Giovanni Basile si sono allenati per 2 ore e mezza. Da lunedì riprenderanno con regolarità la preparazione in vista della nuova stagione sportiva. Grandissima la felicità e la soddisfazione per poter, finalmente, di-

fendere i colori della amata città allenandosi in loco. Un caloroso ringraziamento va agli amministratori e ai soci della Fabbrica del Nuoto, neonata splendida piscina, che ha un livello di comfort e di qualità della struttura senza eguali in Molise: ciò ha permesso il realizzarsi di un sogno, dopo che gli era stato impedito di allenarsi nella propria città, realizzando un paradosso unico che “La Termoli Nuoto” nuotasse in tutte le parti d’Italia tranne che a Termoli. Un ringraziamento va fatto anche all’amministrazione comunale che ha regalato a Termoli un’altra struttura che può solo che migliorare e rendere più fruibile la possibilità di nuotare a Termol



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Opinioni di Mons. Gabriele Teti Ventidue settembre 1943, mercoledì. Da quattordici giorni, da quando Badoglio ha annunciato l’armistizio, l’Italia è nel caos. A Roma, in quei giorni, ogni autorità dello Stato sembra dissolversi. Il re era fuggito. I componenti del Governo legittimo, a cominciare dal Presidente del Consiglio, che era un generale, perciò ancora più gravemente responsabile della sua dissoluzione, erano lontani dalla capitale, anch’essi alla ricerca di un rifugio, mentre dilagavano la violenza e l’arbitrio. Di ciò hanno approfittato i tedeschi per impadronirsi del Paese. I cittadini, i soldati italiani sono soli di fronte all’invasione militare tedesca: ciascuno con la propria coscienza a dover scegliere la direzione e la misura del proprio impegno. Dovunque regna la confusione e la paura. Dovunque i soldati italiani sbandati vengono catturati e deportati in Germania. Ma lungo la costa presso Civitavecchia, in un piccolo paese chiamato Palidoro, la guerra sembra ancora lontana. Qui la gente vive lavorando nella tenuta interessata da una importante opera di bonifica e acquistata nel 1926 da Luigi Albertini, già direttore del Corriere della Sera, la cui figlia Elena ha sposato il conte Carandini, quasi dimentica di quanto sta accadendo altrove. Palidoro, poi, dispone soltanto di una piccola stazione con 2 sottufficiali e 10 carabinieri nella vicina Torrimpietra e di un distaccamento della Guardia di Finanza. Dopo l’annuncio dell’armistizio i Finanzieri, come da dispaccio del Comando Generale, provvedono a spostare nell’entroterra tutti i comandi situati lungo la costa, mentre i carabinieri restano sul posto per provvedere al mantenimento dell’ordine pubblico. Il maresciallo è assente perché chiamato a Roma per motivi di servizio e quindi il comando della stazione è affidato al vice brigadiere Salvo D’acquisto, un bel ragazzo dagli occhi azzurri, napoletano di 22 anni, che si è arruolato nell’Arma a 18 anni e che ha già combattuto per 20 mesi in Africa settentrionale. D’Acquisto proveniva da una famiglia onesta e modesta. Aveva frequentato le elementari alla “Vanvitelli” del Vomero e poi aveva studiato dai Salesiani. Ottimo studente, i Padri salesiani gli avevano consigliato di proseguire gli studi, ma lui, per non pesare troppo sulla famiglia, aveva preferito entrare nell’Arma seguendo l’esempio di molti altri suoi familiari. Come dicevamo,

22 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Settantadue anni fa il sacrificio del giovane carabiniere Salvo D’Acquisto

quella mattina il vice brigadiere è al suo posto quando arriva in paese un reparto di duecento militari delle SS, che occupano degli alloggi mentre il loro comandante fa avvertire la popolazione che ogni gesto di ostilità contro i soldati germanici sarà punito con la morte. D’Acquisto non si preoccupa più di tanto perché sa che il paese è tranquillo e quindi non ci saranno problemi. Invece i problemi non tardano a sopraggiungere; infatti, durante un sopralluogo nella caserma dismessa della Regia Guardia di Finanza si verifica una grossa esplosione provocata accidentalmente dal militare operante, che muore sul colpo, e due restano gravemente feriti. Per loro si tratta di un attentato. Come precedentemente disposto sul brogliaccio del Comando Stazione Reali Carabinieri, D’Acquisto effettua una perlustrazione con un altro militare fino alle ore 4 del mattino di giovedì 23 settembre. Rientrato in caserma, si reca in camera a dormire. Mentre inizia a radersi la barba, intorno alle ore 9, dalla sua finestra vede arrivare le SS in pieno

assetto di guerra ma, pur ignaro delle loro intenzioni, invita i colleghi presenti a fuggire dal retro del castello e a non farsi trovare. Con grande calma, poi, scende come si trova, con pantaloni scuri e camicia bianca, saluta ma è il primo ad essere arrestato. In pochi minuti molti altri uomini del posto vengono catturati dai tedeschi che, per far comprendere bene le loro intenzioni, abbattono con una raffica di mitra lo spazzino del paese. Al termine di questa operazione si contano ventidue prigionieri che vengono caricati sopra un camion, sul quale viene fatto salire anche Salvo D’Acquisto. Il mezzo prosegue a grande velocità verso l’ Arenaro e si ferma proprio nel piazzale davanti alla Torre di Palidoro dove tutti vengono fatti scendere e messi in fila. Forse hanno già capito la sorte che li attende. Infatti, subito il comandante tedesco del drappello ordina di distribuire delle vanghe e li minaccia rivolgendosi direttamente al carabiniere: “Se non si presenta il colpevole, tutti kaput !”. E D’Acquisto, con grande calma e fermezza, ribatte:

“Come vi ho già spiegato non si tratta di un attentato, nessuno è colpevole.” Intanto l’operazione di scavo va avanti, i prigionieri scavano e piangono, passano le ore e i tedeschi urlano ordini. Solo D’Acquisto resta calmo e sereno. Ad un tratto getta la vanga, si dirige verso il comandante e gli parla per mezzo dell’interprete. I prigionieri dalla fossa capiscono che il loro vicebrigadiere è ascoltato con meraviglia mista a irritazione ma il colloquio è rapidissimo. Uno dei più giovani, però, ode chiaramente D’Acquisto dichiarare: “Il colpevole sono soltanto io !” e mentre l’interprete traduce in tedesco, in pochi minuti, tutti i prigionieri vengono fatti uscire, ridendo e piangendo, risalendo a carponi dalla fossa. E loro ubbidiscono, si allontanano rivolgendo l’ultimo sguardo al loro salvatore che è rimasto solo, in piedi, al centro della fossa, in maniche di camicia. Pochi minuti e gli uomini liberati e in fuga odono il crepitio di una raffica, seguito dopo un breve intervallo da due colpi isolati. Il comandante tedesco ha ora il nome del “reo confesso e giustiziato” da inserire nel suo rapporto ai superiori, ucciso da un plotone di esecuzione e addirittura due colpi alla nuca. Al tramonto di quel giovedì 23 settembre del 1943, alle ore 17,30, il giovane napoletano offriva la vita guardando il suo mare e dimostrando al mondo intero come è capace di amare chi è stato educato, da sempre, “all’amore a Dio e ai fratelli italiani”. Si, perché “nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv. 15,13 ).

Iarocci sull’Annuario dei dati ambientali Ispra E’ stato recentemente presentato a Roma l’Annuario dei Dati Ambientali 2014-2015 dell’ISPRA. La pubblicazione porta con sé anche un po’ di Molise: tra i ricercatori che hanno contribuito alla realizzazione dell’Annuario infatti c’è anche lo statistico ed epidemiologo Gianluca Iarocci, che ha prestato la sua collaborazione nella sezione Trasporti. Il settore delle industrie energetiche e il settore trasporti contribuiscono a più della metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti. In Italia l’automobile è il mezzo di trasporto più utilizzato, l’uso delle autovetture è pari al 74,0% a fronte del 6,5% di uso di mezzi di trasporto su ferro e del 12,2% di fruizione di autobus pubblici e privati (2013). L’Italia presenta un parco di veicoli a GPL tra i più estesi dell’Unione europea e la rete distributiva è diffusa su tutto il territorio. Le regioni del sud e delle isole (Campania, Basilicata,

Molise, Sicilia, Calabria, Abruzzo, Sardegna) più il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta sono ancora caratterizzate da una prevalenza di automobili di vecchia generazione di tipo Euro 0, Euro I, Euro II e Euro III. Viceversa nelle regioni del centro-nord (Trentino Alto Adige, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Marche, Liguria e Marche) più la Puglia lo sviluppo della motorizzazione è caratterizzato dal prevalere negli ultimi anni di veicoli conformi agli standard emissivi più recenti (Euro IV, Euro V e Euro VI). In Italia è presente una considerevole e crescente flotta di parco a due ruote (motocicli e ciclomotori), i motocicli sono con tecnologia nuova al centro, con tecnologia un po’ meno nuova al sud e vecchia al nord. Gianluca Iarocci



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