Prigioniero di se stesso

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 83 - sabaToì 11 aprile 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Salvatore Colagiovanni

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Salvatore Colagiovanni. L'assessore comunale al Commercio sta mettendo, finalmente e seriamente mano alla riorganizzazione funzionale del sistema. Man mano si sta procedendo alla rimozione di bancarelle che stazionavano, ormai, dappertutto a danno degli esercizi commerciali fissi che pagano regolarmente i tributi. Così come sta lavorando perchè gli ambulanti restino fuori dall'ambito cittadino. Praticità negli interventi e solerzia nel rilanciare progetti.

Il Tapiro del giorno a Pietro Maio

Prigioniero di se stesso servizio a pagina 3

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. L'assessore comunale ai Lavori Pubblici di Campobasso ha dimenticato, di sicuro, quando dai banchi dell'opposizione parlava delle strade del capoluogo come groviere. E ora che è assessore ai Lavori Pubblici cosa sta facendo? Quali i provvedimenti adottati e messi in pratica perchè le strade tornino ad avere un minimo di accettabilità? Le strade di Campobasso, oggi, sono per davvero un vero e proprio formaggio con i buchi.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

11 aprile 2015

Garanzia Giovani: stesse preoccupazioni e stesse difficoltà in Italia e in Molise

I soldi vanno davvero in favore dei giovani

La Formazione all’università e i tirocini alle aziende I milioni del progetto “Garanzia giovani” stanno prendendo destinazione. Accade nel Molise e accade in Italia. Nel Molise e in Italia stesse preoccupazioni e stesse difficoltà ad avere la certezza che quei soldi vadano davvero in favore dei giovani e non delle solite sacrestie politiche e degli apparati tecnici e consulenziali che di solito si aggregano. In Italia è sorto un osservatorio proprio allo scopo di verificare la destinazione e l’uso dei fondi. Magari terrà d’occhio anche il Molise, sebbene la ventesima regione è sempre più defilata dal proscenio nazionale. Sarà il caso allora che sorga un osservatorio locale capace di monitorare i tempi e i modi con cui verrà data attuazione ai programmati finalizzati alla formazione e all’occupazione giovanile. E che non sorgano, soprattutto, ulteriori illusioni. La formazione e la destinazione occupazionale sono obiettivi chimerici; sul piano pratico hanno poco da rendere allegra la platea infinita di giovani disoccupati. Formazione e politiche per l’occupazione saranno pertanto un viatico tutto da decifrare sul piano organizzativo e su quello applicativo. La formazione per buona parte è stata affidata all’università del Molise che non a caso alcune settimana fa ha organizzato un convegno con la presenza del sottosegretario Baretta e la collaborazione della rivista Res, trimestrale dell’associazione AReS presieduta dal sottosegretario.

Un connubio di per sé significativo delle interconnessioni in atto. Che non sono tardate a manifestarsi. La giunta regionale ha provveduto infatti a deliberare lo stanziamento di un milione e cinquantamila a euro in favore dell’università perché avvii il programma che l’è stato assegnato per ”l’attività di accoglienza, orientamento e tirocini per giovani laureati con un accompagnamento mirato verso esperienze professionali in linea con i titoli di studi acquisiti”. L’università e la formazione: da osservare come verrà svolto l’incarico e con quali garanzie per l’accesso dei giovani, e quali giovani, come selezionati e ammessi. Interessante sarà poi verificare l’entità delle risorse che saranno spese per i formatori, gli assistenti

dei formatori e così via. Altri circa duemilioni e mezzo di euro la Regione li ha stanziati per i tirocini. Somma cospicua, per la quale è importante il ruolo dei tirocinanti. Dagli ambienti assessorili si magnificano e si glorificano anzitempo gli scopi e le possibilità. Esperienza e moderazione dovrebbero consigliare prudenza, se solo si tornasse indietro agli anni cospicui della Formazione professionale, agli sprechi, alle appropriazioni indebite e al sostanziale fallimento di tutte le (presunte) attività formative finalizzate all’occupazione. L’assessore Petraroia dovrebbe avere in proposito uno specifico dossier per essere stato al tempo un sindacalista d’assalto. Con quest’ultimo stanziamento, almeno sulla carta, e stando agli au-

spici assessorili, “780 giovani tra i 16 ed i 29 anni accederanno ad un tirocinio retribuito della durata di sei mesi”. Non è stato detto ancora presso quali aziende e se ci sono aziende in questo contesto di crisi nel Molise che hanno prospettive di sviluppo. Si badi, tirocini senza alcuna garanzia di lavoro. Sei mesi, e possibile ritorno allo stato “quo ante”: disoccupato. Tutto lascia pensare e credere che, per come è stato impostato il progetto Garanzia Giovani sia a livello nazionale che locale, si porti dietro il sospetto che possa risolversi in un mastodontico bluff per i giovani. Questo è almeno il giudizio critico corrente. Al quale non vorremmo aderire. Sperando che nasca qualcosa di utile per le decine di miglia di giovani in cerca di lavoro. Ai quali la Regione, con una regolarità impressionante, di settimana in settima (Protezione civile, Gam, Zuccherificio, Ittiere, Esattorie, Korai, Molise Dati eccetera eccetera) ne aggiunge altre centinaia. Per completezza d’informazione, sono queste, come le ha comunicate l’assessore alla politiche sociali, Petraroia, le misure adottate dalla giunta, di cui si conoscono solo le intestazioni e l’ammontare delle rispettive risorse finanziarie. Misura n. 1 - Accoglienza, presa in carico, orientamento e orientamento specialistico o di II livello: avviate le procedure per 623.000 euro su 823.400 (Delibera di Giunta Regionale n. 141 del 26.03.2015); Misura n. 5 – Tiro-

cinio extra-curriculare, anche in mobilità geografica: attivato l’Avviso dei tirocini per 2.496.000 euro (Delibera di Giunta Regionale n. 154 del 03.04.2015); Misura n. 6 – Servizio Civile: pubblicato il bando per la selezione di n. 166 volontari destinando un importo pari a 900.340 euro (Determina del Direttore Generale n. 50 del 04.02.2015); Misura n. 7 – Sostegno all’auto-impiego e all’auto-imprenditorialità: conferiti 250.000 euro al Fondo Rotativo Nazionale di Invitalia (Delibera di Giunta Regionale n. 102 del 9.03.2015); Misura n. 9 – Bonus Occupazionale: attivate le procedure con l’INPS per la concessione di bonus per un importo totale di 200.000 euro); Convenzione con l’Università degli Studi del Molise: la Regione Molise, con apposito provvedimento (Delibera di Giunta Regionale n. 155 del 03.04.2015), ha destinato 1.050.500 euro delle risorse di Garanzia Giovani all’Università degli Studi del Molise per attivare azioni specifiche per il target dei laureati, così ripartiti: 100.500 per la misura n. 1 - Accoglienza, presa in carico, orientamento e orientamento specialistico o di II livello; 100.000 per la misura n. 3 – Accompagnamento al Lavoro; 50.000 per la misura n. 4 – Apprendistato per l’Alta Formazione e la Ricerca; 800.000 per la misura n. 5 Tirocinio extra-curriculare, anche in mobilità geografica. Dardo

421 euro pro capite di addizionale regionale IRPEF per i 137.002 contribuenti molisani L’austerità, la crisi, le manovre, le revisioni di spesa, i tagli ed ogni altra misura che, ad ogni piè sospinto, avrete sentito annunciare o, peggio, praticare da politici di tutti i livelli (dal presidente del consiglio al consigliere regionale) le paghiamo sempre noi, i cittadini. Quello che può sembrare uno sbocco d’improvviso qualunquismo pop trova purtroppo una incontrovertibile conferma nella intuitiva tabella pubblicata dal Corriere della Sera nell’edizione di ieri, venerdì 10 aprile. Argomento: le addizionali regionali irpef; l’aliquota aggiuntiva che le Regioni calcolano sul reddito delle persone (fisiche) residenti. Una tassa in aggiunta ad una tassa. Bene (male, cioè), negli ultimi due anni l’aumento medo delle aliquote regionali è stato del 7,5%.

Regione mia quanto mi costi Un dato enorme ma che scompare rispetto al +48,1 registrato nel Lazio, al +30,8 del Piemonte, al +16,7 della Liguria. Un salasso. Del resto finchè le tasse continueranno a pagarle solo i lavoratori dipendenti non ci sarà via d’uscita. E il Molise? Il nostro dato fa segnare una differenza percentuale tra il 2014 ed il 2015 del +1,0%. Miracolo! Sembrerebbe di si, ma l’entusiasmo scema subito quando si va a buttare l’occhio sul dato del gettito pro capite 2015. I 137.002 contribuenti molisani versano alle casse Regionali 421 euro a testa (totale 60 milioni e mezzo di

euro). Di più pagano solo nel Lazio (687), in Piemonte (509) ed in Campania (442). Passato l’entusiasmo, vero? Peggio ancora se rapportiamo la somma che paghiamo ai servizi che otteniamo in cambio; alla qualità dell’offerta sanitaria o dei trasporti, tanto per restare al basilare. Tutto il qualunquismo pop del mondo non basterebbe a colorire e colmare d’improperi questo margine negativo. Resta da chiedersi fino a che punto sarà possibile continuare a tirare questa corda prima che si spezzi e, con essa, ogni parvenza di convivere civile organizzato.


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3 11 aprile 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ma il presidente non ci sta! Frattura reagisce allo stop ministeriale sulla sanità come se davvero avesse margine di manovra. E la colpa è di chi lo attacca E ti pareva, la colpa alla fine è stata nostra. Come sempre, del resto. Sentite qui: “Del nuovo commissario ‘numeri e accetta’ ne saranno contenti poi forse solo coloro che con invettive, attacchi e contestazioni ci hanno ‘favorito’ in questo difficile compito di riorganizzazione del servizio sanitario regionale, oggi davvero a rischio più di ieri”. Così ha chiosato il presidente della giunta regionale Paolo Frattura dopo l’infruttuoso, a dire poco, incontro al tavolo tecnico ministeriale per la sanità, tenutosi giovedì scorso a Roma. Siamo stati noi, che contestiamo la sua azione di governo, ad aver favorito la preventivabile stangata “romana”; non decenni di sperperi e mala amministrazione (compresa la sua, quella attuale); siamo noi che ne saremo, alla fine, contenti, afferma sciaguratamente.

La punzecchiatura

Dimenticando che siamo noi popolo a patire le disfunzioni del sistema sanitario pubblico; quelli che dal “privato” ci possono andare una volta si e cento no. Nes-

sterebbe poco. Un’ammissione di colpa, tanto per cominciare. Perché finché non si ammette di avere un problema non si inizia neanche a percorrere la strada che porta alla soluzione. Ma il presidentegiapponese imbraccia il suo fucile e diffida anche (se non soprattutto) del fuoco amico. Sbagliano tutti, tranne lui. Mentre le partecipate della Regione sono buchi neri di risorse, con dirigenti strapagati e dipendenti sempre sul filo del rasoio; quelli che un lavoro ancora ce l’hanno. “Non ci sto”, ha tuonato Frattura dopo l’incontro romano sulla sanità, come se davvero avesse ancora margine di manovra. “Non mi arrendo” avrà sicuramente detto il soldato giapponese mentre aspettava (per trent’anni) lo sbarco degli americani; prigioniero di se stesso.

“Presidente, allora ci dimettiamo?”

di Danilo Leva Leggo che il presidente della giunta regionale si è accorto che la sanità non è solo una questione di numeri. Io ho provato a spiegarglielo per intere settimane ma mi pare evidente che nn c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

TERMOLI. Dopo comitati, associazioni, gente comune, politici e rappresentanti istituzionali, era ora che anche i medici prendessero posizione, al riparo dietro una sigla sindacale, la Cimo. Ieri mattina, nella sala conferenze dell’ospedale San Timoteo il primario di Urologia Quintino Desiderio, 40 anni di carriera medica alle spalle, ha deciso di tirare fuori tutta l’amarezza per un nosocomio all’abbandono, senza personale e con macchinari obsoleti, ma più in generale per criticare le mancate scelte del governo regionale. A dargli man forte solo altri due direttori di Uoc, Dino Molinari, di Ginecologia e Ostetricia, con colleghi e ostetriche e Giovanni Serafini di Otorinolaringoiatria. “Contesto la non razionalizzazione. Dal 2007 questa regione è sotto il piano di rientro, sono state chieste determinate cose e fatte determinate proposte, ma dopo otto anni ci ritroviamo punto e a capo con un debito sanitario impressionante e il tavolo tecnico che boccia

suna assunzione di diretta responsabilità da parte di chi governa; la colpa è sempre degli altri. Una vera e propria sindrome da accerchiamento. Un uomo prigioniero

di se stesso, il presidente Frattura; come quel giapponese che, a trent’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, ancora montava i suoi turni di guardia, perso su un atollo del Pacifico. Fuori dal tempo. Con la Storia che lo aveva sorpassato. Ma lui imbracciava ancora il suo fucile. E così prova a sparare anche il presidente, a salve. Continua a sparare sulla filiera agroalimentare, mentre la GAM non produce ma costa ed i lavoratori sono in cassa integrazione; è saltata (vedrete) anche la campagna di semina delle barbabietole per rimettere in moto lo Zuccherificio, intanto. Il rosario lo abbiamo sgranato già un’infinità di volte; i grani della litania molisana ci hanno indurito i polpastrelli, ma accettare che la colpa sia (solo) nostra, apre le porte ad una severa gastrite. Eppure ci ba-

Però se la deroga al balduzzi non ha voluto chiederla, se nn vuole dare vita all’azienda universitaria, se nn vuole mettere in campo azioni di protesta forte contro l’ipotesi di commissariamento,non può continuare a gridare alla luna. Noi le nostre proposte le abbiamo messe tutte sul tavolo con forza e determina-

zione. Ora tocca a lui. Certo è che ognuno in politica raccoglie ciò che semina. ‘è una riqualificazione....ad esempio il piano Ruta che riequilibrava il rapporto pubblico/privato non aveva sollevato alcuna perplessità....ma detto quello non ci si può mettere solo con la calcolatrice. Ecco perchè andava chiesta la deroga

in sede di conferenza stato regioni, ma non è stato fatto. Dopodichè il balduzzi prevede una via d’uscita ma non la si vuole percorrere. Contro il commissariamento ho proposto di dimetterci tutti in segno di protesta ma neppure questo si vuole fare.Quindi che si fa?

“Sanità, ci troviamo sempre punto e a capo” A denunciare la solita approssimazione, il rappresentante del Cimo, Quintino Desiderio alla Regione qualsiasi proposta. Allora qui il problema è cronico, ma anche di una certa rilevanza perché l’assenza di risorse sanitarie legate ai mancati finanziamenti per la mancata fuoriuscita dal piano di rientro comporta un depauperamento di risorse tecnologiche, di personale degli ospedali e loro devono riorganizzare l’acuzie. Bisogna sapere cosa sono, dove sono e cosa devono fare gli ospedali per acuti in questa regione perché altrimenti diventa una cosa molto pericolosa soprattutto per il personale sanitario perché davanti ai magistrati andiamo a rispondere sempre noi medici per inefficienze anche di tipo organizzativo. I medici negli ultimi tempi hanno parlato poco abbiamo sentito i comitati, i comuni, i consiglieri comunali, le varie riunione di tavoli di questi comitati ma dei medici mai

nulla e allora questo sindacato vuole far sapere ai cittadini che la riorganizzazione sanitaria è un obbligo per la sicurezza loro e degli operatori”. Ma Desiderio ha anche focalizzato le problematiche specifiche del Basso Molise e del San Timoteo. “Il Basso Molise negli ultimi anni è stato penalizzato e anche molto perché se andate a vedere la distribuzione territoriale delle risorse c’è da stare poco allegri basta vedere

quante risorse sono state date alle strutture private accreditate nel medio e alto Molise e a quante sono state date nel basso Molise questo riguarda anche gli ospedali pubblici. A Termoli ci sono delle tecnologie obsolete, mancato rinnovo del parco tecnologico, personale a volte ai limiti dei requisiti minimi ma a volte anche strutture ai limiti dei requisiti minimi e sul fatto che Termoli sia la più penalizzata lo dice la storia anche perché in un incontro che ho avuto con il direttore dell’Agenas un annetto fa mi ha detto che in questa regione c’è un solo ospedale che si possa chiamare tale ed è l’ospedale di Termoli ma nessuno lo dice per-

ché Termoli ha una storia di ospedale per acuti per la posizione geografica la storia dei reparti chirurgici e per tante cose che fanno sì che l’acuzie in questo ospedale venga trattata in modo stabilito dalla comunità scientifica internazionale. Questo è un ospedale prettamente di confine e in una regione dove i flussi passivi sono notevoli proteggere l’ospedale di confine come hanno fatto tutte le regioni italiane significa evitare i flussi passivi e i dati che vengono forniti dall’amministrazione sono dati che non tengono conto di un fattore fondamentale. Se prendo i dati di una struttura che da cinque anni è senza personale e senza tecnologia e senza programmazione ovviamente i dati sono peggiori di quelli di cinque anni fa e se costruisco su questo il criterio se questo ospedale deve essere o non essere un ospedale vedrete che tra tre anni non sarà più un ospedale ma la regione Molise ci rimette 100 milioni di euro di flussi passivi”.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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4 11 aprile 2015

Torna sull’argomento, il consigliere regionale Micone che parla di grave disattenzione da parte della Regione

“Province, il Molise si dimentica di legiferare” CAMPOBASSO. “Nel corso della Conferenza Unificata dell’11 settembre 2014, veniva siglato l’Accordo tra Governo e Regioni il quale ha provveduto ad individuare le funzioni, attualmente svolte dalle Province, oggetto di riordino e che rientrano nella competenza legislativa statale, prevedendo che entro il 31 dicembre 2014 le Regioni avrebbero dovuto approvare i progetti di legge regionale contenenti i criteri e le modalità di trasferimento delle funzioni esercitate dalle Province”. A sostenerlo è il consigliere regionale, Salvatore Micone. “Tale progetto di legge regionale di riordino non risulta però ad oggi ancora realizzato nella nostra Regione in quanto con deliberazione di Giunta Regionale n. 759 del 31 dicembre 2014 sono stati dettati meri “Principi per il riordino delle funzioni amministrative in attuazione della legge 7 aprile 2014 n. 56″ ed è stato contestualmente assunto l’impegno all’adozione della legge di attuazione della legge 56/2014″, puntualizza Micone. L’accordo prevedeva altresì l’istituzione di un Osservatorio re-

gionale con compiti di impulso, coordinamento e ricognizione delle funzioni amministrative provinciali oggetto di riordino, nonché per la formulazione di proposte concernenti la riallocazione presso il livello istituzionale più adeguato. Tale organismo è stato istituito nella nostra Regione con atto della Giunta Regionale n. 436 del 17 settembre 2014 con la funzione, tra le altre, di dare impulso e coordinamento alla rico-

gnizione delle funzioni amministrative provinciali oggetto di riordino ai sensi dell’art. 1 comma 89 della legge 56/2014 e per la conseguente formulazione di proposte concernenti la loro riallocazione presso il livello costituzionale più adeguato. “Vista quindi la rilevanza della questione sottesa alle problematiche della ridefinizione delle funzioni provinciali con evidente ricaduta sui servizi erogati ai cittadini ed al con-

tempo a quella occupazionale inerente il personale delle province di Campobasso ed Isernia e pertanto l’urgenza della definizione del predetto atto legislativo regionale, ho inteso proporre all’Assemblea Consiliare apposita proposta di deliberazione in ordine alla istituzione di una Commissione Speciale ai sensi dell’art. 29 comma 2 dello Statuto con la funzione di supporto all’Osservatorio sulla finanza territoriale, al fine di addivenire in tempi rapidi alla definizione della normativa regionale volta a ridisegnare l’assetto delle funzioni di cui alla legge 56/2014 e che restasse in essere fino al completamento di tutte le procedure inerenti il riassetto delle competenze e delle funzioni degli enti locali”, “Tuttavia, continua Micone, nel corso della seduta del Consiglio Regionale del 17 marzo scorso, veniva respinta la mia proposta di affiancare l’Osservatorio Regionale da parte di una Commissione Speciale con il compito di vigilare, monitorare e supportarne l’operato al fine di una più celere soluzione normativa da parte del Governo regionale, sulla

base della contestuale assunzione di un preciso impegno da parte di quest’ultimo in ordine all’imminente presentazione del relativo disegno di legge”. Ad oggi però, benché sia scaduto il termine del 31 marzo, dal Governo Regionale e dall’Osservatorio ancora non arrivano proposte né atti da sottoporre all’attenzione della competente commissione consiliare. Tutto questo genera al contempo una grave situazione di incertezza istituzionale e grande preoccupazione nei dipendenti provinciali interessati dalla riforma che ancora non vedono alcun atto di riorganizzazione dell’Amministrazione locale propedeutico ad una loro ricollocazione lavorativa. “Ribadisco, pertanto, la necessità e l’urgenza di provvedere alla predisposizione degli atti normativi da parte del Governo Regionale al fine di tutelare i cittadini e la qualità dei servizi loro offerti nonché di salvaguardare i posti di lavoro del personale interessato dalle riforme”, conclude infine Micone.

La Regione che fa per il sito più inquinato d’Italia presente in Basso Molise?

C’è un’emergenza silenziosa in Basso Molise. Una storia che va avanti da 20 anni e che parla di un terreno che, anni fa, il Ministero dell’Ambiente inserì tra le zone più pericolose e inquinate d’Italia. Si trova a 7 chilometri da Guglionesi, a poche centinaia di metri dal Biferno; dapprima discarica a cielo aperto, dove per anni camion provenienti da fuori regione, in particolare dal nord Italia, hanno scaricato, sotterrato o sversato tonnellate di rifiuti altamente nocivi, poi lasciata al totale abbandono, dopo ancora sotto sequestro e quindi oggetto di attività processuali dalle quali scaturirono alcune sentenze e relative condanne per i proprietari del terreno rei di aver consentito delle vere e proprie operazioni criminali. Una storia, dunque, che parte da lontano. E che nel settembre 2001 vive un passaggio importante. Il decreto numero 468 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio individua il cosiddetto “Guglionesi II” tra i Siti di interesse nazionale (Sin) e per la sua messa in sicurezza e successiva bonifica assegna risorse finanziarie pari a 1.446.079 euro, rideterminate a seguito dell’accensione di un mutuo in 1 milione 548.703 euro: somme che, ad oggi, risultano tutte spese. Come speso risulta anche il mezzo milione di euro messo a disposizione anni dopo dalla Regione Molise per gli stessi motivi. Ma questi soldi non bastano. Sempre per il recupero delle aree inquinate, infatti, con un Accordo di programma del 2011 sottoscritto tra Ministero, Regione, Provincia di Campobasso e Comune di Guglionesi, vengono richiesti altri 692.740 euro, poi assicurati dal Ministero alla Regione. In tutto, dunque, tre finanziamenti con annessi lavori di cui esistono relazioni finali e certificati di regolare esecuzione. Per riassumere, documenti relativi al I stralcio del 2006 (1 mln 387mila

euro) al II stralcio del 2012 (500 mila euro) e al III stralcio del 2013 (692 mila euro). In totale, oltre due milioni e mezzo di euro. Tutto risolto? No. E figuriamoci che, nell’agosto 2012, per ripulire l’area, lo stesso Comune aveva fatto persino una ulteriore richiesta di finanziamento per 1 milione 192.469 euro. Ma ora di soldi non ne arriveranno più. Il decreto del Ministero dell’Ambiente dell’11 gennaio 2013, infatti, stabilisce che “Guglionesi II” fuoriesce dall’elenco dei siti di interesse nazionale, quindi non è oggetto di attenzione e finanziamenti da parte del Ministero, anzi, le competenze passano tutte alla Regione Molise. Alla Regione è anche imposto di “relazionare annualmente al Ministero dell’ambiente in merito allo stato di avanzamento fisico, procedurale e finanziario degli interventi individuati”. Recentemente, in verità, è stato accolto dal Tar

Lazio un ricorso al decreto succitato riguardante il sito laziale “Valle del sacco”, che però produce effetti giuridicamente immediati solo per il sito interessato. Anche se i principi della sentenza sono applicabili ed estendibili, per interpretazione, anche ad altri siti non interessati dallo specifico ricorso, e comunque la sentenza di cui sopra è stata appellata al Consiglio di Stato, il sito Guglionesi II ad oggi resta di fatto fuori da ogni tipo di ulteriore finanziamento potenziale da parte del Ministero dell’Ambiente e inoltre non è neanche possibile esplorare eventuali altro genere di accordi con lo stesso. Ma torniamo in Molise. Il 5 novembre 2013, il Movimento 5 Stelle interroga l’assessore Facciolla sulla questione. Il 17 giugno 2014, l’assessore conferma il carattere di urgenza alla bonifica del sito, ma rileva anche la necessità di una indagine ispettiva seria per determinare le risorse necessarie a questa bonifica per poi inoltrare al Ministero ulteriore richiesta di fondi. Peccato che, come abbiamo visto, da due anni circa è inutile fare nuove richieste al Governo: il problema è di esclusiva competenza della Regione ed è l’ente stesso che deve risolverlo. Davanti a questa situazione, ora il MoVimento 5 Stelle prova a “svegliare” la Regione con una mozione e chiede a Frattura che l’ente prenda definitivamente in carico l’area di “Guglionesi II”, mettendo a disposizione ulteriori risorse per avviare il completamento della messa in sicurezza dell’intera zona, perché il ritardo rischia di compromettere i pur parziali risultati ottenuti. Movimento Cinque Stelle


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5 11 aprile 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Accade nell’Area Quarta, servizio antisismico

La Regione non paga i gettoni e la commissione incrocia le braccia

I componenti l’appena prorogata (fino al 31 dicembre 2015) commissione presso l’Area Quarta della Regione Molise per l’istruttoria tecnica delle progettazioni strutturali e degli elaborati relativi a strumenti urbanistici generali ed attuativi in zona sismica, vogliono essere pagati. Per ora hanno incrociato le braccia. Reclamano il gettone di presenza che gli compete e che discende dall’applicazione della legge 20 del 1996 e successive integrazioni e modificazioni. Non lo percepiscono, sono anni. Ne hanno diritto e, per vederselo corrisposto, hanno avviato specifiche ingiunzioni di pagamento a carico dell’Amministrazione. Caso singolare, indubbiamente, quello in cui anche dipendenti regionali ingiungono al datore di lavoro (la Regione) di essere pagati per le prestazioni fornite al di fuori dei compiti lavorativi; in questo caso per le prestazioni professionali rese in seno alla commissione. Di leggi

regionali che fanno specie (ricordiamo per antonomasia le leggi regionali 30 e 33 del 2005 e del 2006) se ne contano parecchie e chi credeva che con l’arrivo del manager da Milano (il direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco) molte stor-

CAMPOBASSO. “Il movimento nasce per creare una prospettiva diversa al territorio, non più unione tra partiti ma unione tra le persone, senza potenzialmente escludere nessuno”. Così Michele Iorio che rilancia con un nuovo movimento vicino ai cittadini. Per Iorio la storia recente ha visto la disgregazione del modello partitico e in Molise è dunque giunta l’ora di cominciare a fare un ragionamento vicino più all’interesse del territorio che al rispetto delle logiche nazionali, ma fondato su valori, prospettive, idee, in una formula: unirsi per difendere gli interessi della regione. “Molto spesso anche i grandi partiti non tengono conto delle reali esigenze e dei problemi, la logica partitica ci farebbe disperdere i veri valori che ci interessano, a cominciare dall’identità e dall’autonomia, che in questo periodo sono fortemente compromessi. E’ preoccupante la sensazione che si ha tra la gente sulla disperazione composta che non esplode e che porta alla rinuncia della propo-

L’INTERVENTO di Emilio Izzo Lunedi 13 aprile c.a., dalle ore 10.00, sarò nuovamente davanti al palazzo della giunta regionale del Molise in via Genova a Campobasso per sostenere e rilanciare, per l’ennesima volta, le proteste dei lavoratori della Protezione Molise che hanno definitivamente perso ogni speranza di lavoro ed anche la possibilità di far ricorso agli ammortizzatori sociali! Come si ricorderà, prima delle festività pasquali, dopo proteste e richiesta di intervento delle forze del-

ture tecnico/amministrative sarebbero state certamente aggiustate, deve prendere atto che la precoce e imprevista molisanizzazione gli ha impedito di esplicare ogni altra diversa volontà di gestione di cui era peraltro accreditato e per cui era

stato scelto e voluto. Gli ha impedito, ad esempio, anche di verificare la corretta corrispondenza della commissione, di cui stiamo parlando, all’articolo 14, là dove ne viene indicata la composizione. In particolare, la presidenza. In proposto, l’articolo 14 recita testualmente: “Il Responsabile del Settore Edilizia Residenziale con funzione di Presidente; in sua assenza le funzioni sono svolte dal funzionario ingegnere o geologo componente”. Se Di Mirco avesse verificato, come avrebbe dovuto prima di procedere alla proroga, si sarebbe reso conto che la reale situazione non corrisponde al dettato della legge. E taluni sofisti (ma non tanto) della legittimità, adombrano possa essere causa di impugnazione di tutti gli atti della commissione. D’altronde, una commissione incaricata dell’istruttoria tecnica delle progettazioni strutturali e degli elaborati relativi a strumenti urbanistici generali ed at-

tuativi in zona sismica, mai e poi mai avrebbe potuto avere alla presidenza un non tecnico. Tant’è che anche i 4 dipendenti, tecnici regionali designati dall’assessore competente a farne parte, di cui l’ingegnere con esperienza specifica nel campo delle costruzioni antisismiche, il geologo e i 2 geometri con esperienza specifica nelle costruzioni in muratura antisismica, sono rigorosamente tali. Unica eccezione, la presidenza. L’episodio in sé serve a mettere in risalto come, pur obbligati da disposizioni di legge, i gestori della cosa pubblica regionale possano facilmente piegarle al loro personalissimo codice interpretativo e applicativo. Salvo poi vedersi raggiungere da ingiunzioni di pagamento legittimante interpretate ed applicate. Il campionario delle singolarità regionali aggiunge così un’altra pagina. Dardo

“Il Molise non può sparire per colpa di Frattura” Michele Iorio rilancia l’azione politica con un nuovo movimento sta politica, ipotizzando come percorribile il fondersi insieme ad altre regioni. Noi diciamo che abbiamo raggiunto il limite massimo alla sopportazione, e che sia ora di ritornare a lavorare per avere prospettive migliori nell’interesse delle future generazioni”. Bacchettate, anche, sulla sanità e il decreto Balduzzi. Il decreto Balduzzi rappresenta il momento più alto dell’inefficienza dell’attuale governo regionale, una debacle che rischia di avere ulteriori ripercussioni in futuro, con il nostro servizio sanitario regionale ipotecato da vincoli a cui non possiamo che ribellarci per non essere conniventi”. Due giorni fa l’amministratore delegato Marchionne ha fatto visita alla Fiat di

Termoli annunciando importanti investimenti, come valuta questa volontà da parte del Gruppo automobilistico? “Assisto con molto favore al nuovo sviluppo dello stabilimento di Termoli, ma devo prendere atto della completa assenza delle istituzioni. Da quello che so Marchionne è venuto in silenzio, un brutto segnale è stato il mancato coinvolgimento della giunta regionale”. Frattura-Fanelli? “E’ un ticket inesistente: siamo scomparsi dal panorama politico nazionale e nella Conferenza stato-regioni non abbiamo spuntato nulla di che. Siamo rimasti al palo su scelte strategiche e gestioni rilevanti, basti pensare alla sanità e all’autostrada. Ripartiremo da lì, grazie alla par-

Offesa e inganno l’ordine, riuscimmo a far aprire i cancelli del palazzo regionale immotivatamente chiuso e a farci ricevere (commossi per la concessione!) dalla dott.ssa Mogavero e dalla responsabile della Protezione Civile. In quella sede ricevemmo assicurazione da parte dei nostri interlocutori di un interessamento di intervento verso il presidente Frattura, al fine di ottenere un tavolo di confronto per i primi giorni della settimana in corso. E’ finita, come facilmente si poteva immaginare, trovandosi al cospetto di rappresentanti delle istituzioni senza onore! Infatti, dopo aver registrato una ammissione di indelicatezza da parte della struttura presidenziale

per aver fatto scadere il contratto senza neppure un cenno, una convocazione, una telefonata, è stato reiterato nei confronti dei lavoratori l’atteggiamento volgare, in quanto nessuna convocazione è stata posta in essere! E così, nel navigare a vista del presidente e dei suoi collaboratori, privi di qualsivoglia idea di programmi-progetti, i lavoratori oltre a dover subire le offese, le cattiverie e la mancanza di dignità per un lavoro perso senza motivo e con l’aggravante di essere estirpati da un settore di competenza, quale quello del dissesto idrogeologico gravemente attuale in regione, devono anche subire l’onta del vile inganno attraverso

tecipazione e alla disponibilità a lavorare insieme, con persone provenienti da ogni area della nostra regione. Ci saranno nuove adesioni, ma senza rinunciare alle esperienze fatte nel passato”

promesse da far arrossire il più incallito dei marinai, anche qui con l’aggravante di non possedere nemmeno un briciolo della rinomata simpatia degli lupi di mare! Avvisiamo sin d’ora gli uomini della Digos e dell’arma dei carabinieri, gentilissimi ed disponibilissimi la scorsa settimana a far da tramite tra i manifestanti e gli occupanti del palazzo dorato, ad essere presenti ed a prestare ancora, nel caso di necessità e di dinieghi, la loro opera di mediazione, per scongiurare qualsiasi accenno di rabbia che, ancora una volta, accompagnano questi lavoratori offesi, ingannati, derisi ma civilmente e democraticamente pronti alla giusta rivendicazione pacifica ma decisa!


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6 11 aprile 2015

Campobasso

Proposta choc del consigliere Ambrosio

L’inno nazionale ad ogni apertura di consiglio

Identificazione: processo prevalentemente morale e culturale che by-passa ogni retorica politica per attestarsi sul comune sentire la propria appartenenza alla collettività che si rappresenta e a cui si appartiene Mai banale,semmai originale e, in questo caso, apprezzabilmente istituzionale. Il consigliere comunale Ambrosio è dell’avviso che le sedute del consiglio inizino con l’inno nazionale e che nell’aula, affianco alle bandiere italiana ed europea, ci sia anche il vessillo della città. Ambisce vedere il presidente del consiglio indossare una fascia distintiva. La “ratio” di questa iniziativa è chiara. C’è bisogno di ritrovare la dignità dei ruoli anche attraverso le rappresentazioni formali che in questo caso vanno ad esaltare il valore morale e unitario dell’inno e la identificazione del luogo assembleare con il simbolo della città. Identificazione: processo prevalentemente morale e culturale che by-passa ogni retorica politica per attestarsi sul comune sentire la propria appartenenza alla collettività che si rappresenta e a cui si appartiene. Non dovrebbero esserci pertanto eccezioni e/o distinguo, tanto, e così lineare, appare questa introduzione carica di significati simbolici. Anche la fascia identificativa del presidente del consiglio pare una proposta ragionevole, avendo egli la necessità di ribadire

la sua funzione unificatrice in un contesto assembleare spesso disposto a cedere al confusionismo. Inno, vessillo, fascia: sim-

boli e come tali segni corrispondenti a contenuti e valori particolari oltre che universali, che dovrebbero essere pertanto intesi e vissuti con necessario rigore e compostezza. Un freno allo sbracamento. Un richiamo forte alla manifestazione dei comportamenti e delle responsabilità rappresentative attraverso appositi percorsi dimostrativi, è un felice compendio, in questa fase della attività amministrativa di Ambrosio, al significato da dare al penultimo e ultimo dei consigli comunali monotematici, con al centro il rafforzamento del ruolo del consiglio e dei consiglieri e la difesa del livello assistenziale. La proposta c’è. Ora rimane da vedere se ci sono la condivisione e la partecipazione degli altri consiglieri. Il salto dalle consuetudini abituali di assemblee comunali raffazzonate alla meno peggio ad un rigorismo formale, ma dai connotati marcatamente istituzionali, è notevole, e non tutti hanno la necessaria elasticità per farlo. Rimane questo il rischio, a volte, di andare troppo avanti rispetto ai tempi e alle mode.

GLOBAL ENERGY A CAMPOBASSO. INNOVAZIONE E TECNOLOGIA IN FIERA Da sabato 11 a lunedì 13 stand e tavole rotonde su ambiente, tecnologia e risparmio energetico In sintonia con Expo 2015 strumenti, dati e norme per un ambiente sano e un’alimentazione sicura Guarda lontano per costruire un ambiente sano con gli strumenti più innovativi Global Energy Communicationla manifestazione che propone a Campobasso tre giorni di fiera, con approfondimenti e tavole rotonde. Esperti, intenditori, appassionati e curiosi potranno così visitare gratuitamente i padiglioni espositivi negli spazi dell’exGil e conoscere tuttele novità in materia di risparmio energetico. Non si può pensare a nuovi stili di vita, più consoni alla salute dell’uomo e più attenti allo sviluppo della collettività, senza informare e formare sulle questioni ambientali, stimolare nei cittadini una mentalità ecologica, una coscienza “etica” ed “eco-compatibile”. E tutto questo si fa incoraggiando le imprese allo sviluppo di produzioni più rispettose dell’ambiente, promuovendo un nuovo modello di sviluppo eco-compatibile. Su questi binari Global Energy, giunta alla sua quarta edizione, si è mossa in passato e ancor più si muove oggi, in linea con le tematiche che sono al centro di Expo 2015. I due convegni, uno domenica pomeriggio, l’altro lunedì) punteranno sulla tutela della salute attraverso la promozione di una giusta e sana alimentazione e sul sistema energetico su cui si basano la nostra economia e la nostra società.Per gli ordini professionali accreditati è possibile l’acquisizione dei crediti formativi.

Il cibo “la nostra” vera energia domenica 12 aprile 2015 - ore 16,00 Il convegno è organizzato dall’”Osservatorio Molisano sulla Legalità” é finalizzato ad accrescere la consapevolezza dei partecipanti nei confronti degli errori alimentari: il Molise é al primo posto in Italia per sovrappesoe obesità tra giovani in età scolare. Punterà inoltre a far conoscere le più recenti sco-

mangiamo! Dobbiamo alimentarci tre volte al giorno, per tutta la vita, e passiamo molta parte del nostro tempo a procurarci cibo, trasformarlo, commercializzarlo, acquistarlo, cucinarlo… digerirlocommercializzarlo, acquistarlo, cucinarlo… digerirlo. Il fineé sempre lo stesso: ricavarne energia perché… siamo energia! Con questo convegno, partendo dalpresupposto che il primo guadagno é il risparmio (energetico nello specifico),si focalizza l’attenzione sull’energia per eccellenza, quella in grado di determinaree muovere la vita: il cibo.

Il ruolo dell’efficienza energetica nel sistema energetico molisano e le sue potenzialità Lunedì 13 aprile 2015 ore 9

perte scientifiche in grado di ottimizzare, attraverso l’alimentazione, le funzioni dell’organismo(cervello e intestino in particolare) e a fornire un quadro dell’alimentazione in Molise dal punto di vista agronomico, storico e artistico. I partecipanti saranno inviati a interagire con i relatori attraverso il questionario scientifico internazionale Educational Health Program, i cui risultati serviranno a sviluppare anche la “Patente Energetica”, riservata ai giovani desiderosi di migliorare le proprie abitudini alimentari. Ogni nostra attività, ricorda l’Ossevatorio, é finalizzata a procurarci cibo, cioè energia. Siamo energia, cioé quello che

Il sistema energetico su cui si basa la nostra economia e la nostra società mostra, in maniera sempre più evidente, tutti i suoi limiti. La riconversione verso modelli alternativi è sempre meno rinviabile e l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili sono sempre più al centro dei piani di azione per la sostenibilità ambientale.Importanti questioni, che segneranno in modo significativo l’evolversi del settore, sono oggi più che mai in via di definizione. Infatti la Regione Molise si appresta a dotarsi di un piano energetico; è in preparazione, presso il Ministero dello Sviluppo Economico uno schema di Decreto che definisce la metodologia di calcolo per il monitoraggio del “BurdenSharing”; sono in vista importanti modifiche nei criteri generali e nei requisiti delle prestazioni energetiche degli edifici;la Regione Molise, infine, intende dotarsi di un sistema di controllo degli APE. Questi gli argomenti che verranno trattati nel convegno che si svilupperà all’interno della manifestazione GLOBAL ENERGY nella giornata dilunedì, nel quale una sezione significativa sarà riservata allo stato dell’arte delle tecnologie innovative del settore.


Campobasso

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11 aprile 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Appunto-memorandum per l’assessore all’urbanistica e al territorio Bibiana Chierchia

Vabbene la città europea, ma intanto si faccia pulizia delle affissioni che infestano i marciapiedi, gli spazi pubblici, le piazze Una città meno sciatta, probabilmente può meglio giustificare l’ambizione di poter essere un giorno una città d’Europa L’assessore all’urbanistica, la professoressa Bibiana Chierchia, non ha rinunciato a covare l’idea di rendere Campobasso una città “europea”, ovvero moderna, efficiente, vivibile. Fa bene a non recedere, fintanto ritenga sia possibile arrivarci con l’aiuto delle nuove leggi urbanistiche che includono la salvaguardia del suolo e il contenimento dell’energia, e le direttive europee, e quant’altro riguarda la realizzazione di una nuova frontiera urbanistico/edilizia. Probabilmente un aiutino, quantomeno sul piano dell’ispirazione, le potrà venire dalla messe di progetti che sono tutt’ora all’esame della commissione regionale incaricata di scegliere le migliori idee progettuali per la realizzazione della sede regionale. Un anticipo di come una costruzione possa incidere addirittura sul Pil (Prodotto interno lordo) della città. Crediamo se ne avvarrà; sarebbe condannabile non farlo, se davvero vuole la-

sciare un segno nella piatta e conformista amministrazione di Palazzo san Giorgio. Non solo lei, per essere equi, sarebbe bene se ne avvalessero, anche gli altri amministratori di questa città che frattanto (e sono anni) non hanno fatto altro che assecondare la cementificazione e lo sviluppo urbanistico nella più beata delle anarchie socio/culturali e la speculazione edilizio/fondiaria nella più beata adesione agli interessi imprenditoriali. La città europea da venire è, allo stato, una città senza identità architettonica e senza desideri che la animino. Ad esaminarla da vicino, nelle minuzie, nelle pieghe della quotidianità, nella manifestazione indolente degli organismi tecnici e di controllo che la dovrebbero assistere e correggere nelle storture, c’è da rimanere allibiti nel contare il numero dei pali, dei paletti, delle tabelle, delle insegne, delle infissioni che infestano i marciapiedi, gli spazi pubblici, le

piazze, ovunque, costituendo spesso, se non sempre, un pericolo per i cittadini e un ostacolo alla visibilità degli automobilisti. Non hanno più la funzione per cui sono stati infissi, ma rimangono là dove sono stati collocati. Una volta persa la ragione della loro utilità ai fini della segnaletica e della pubblicità nessuno s’è preso la briga di rimuoverli o, meglio, di chiedere che vengano rimossi ai titolari della concessione scaduta, restituendo ai marciapiedi, agli spazi pubblici, alle piazze il decoro perduto e ai cittadini un’insidia in meno alla loro sicurezza. Lo spettacolo è oggettivamente indecente, perché quelle infissioni dicono che c’è stato qualcuno che le ha autorizzate, rendendo un pessimo servizio al decoro della città, e che c’è qualcuno al quale il decoro della città non interessa niente. Vorremmo pertanto che l’assessore all’urbanistica, che ha in mente la città europea, si calasse per

un giorno nella realtà che la circonda, perché pensiamo che, quantunque assessore, si curi ancora di passeggiare, di muoversi come un comune cittadino e come tale di avvertire il pericolo d’incocciare in un palo fuori luogo e fuori posto oltre al disagio di vedere attorno a sé una evidente sciatteria. Chiediamo all’assessore una piccola attenzione, un piccolo gesto, ovvero di stanziare nel bilancio poche miglia di euro, quindi d’allestire un bando per assegnare all’esterno, visto e considerato che i servizi comunali ormai fanno solo da tappezzeria, la bonifica dei marciapiedi, delle piazze e dei luoghi pubblici liberandoli dei pali, dei paletti, delle tabelle, delle insegne che non hanno più titolo a starci. Una città meno sciatta, probabilmente può meglio giustificare l’ambizione di poter essere un giorno una città europea. Dardo

Fare Verde torna per fare pulizia Dopo l’intervento su Parco dei Pini interessato il percorso fino a San Giorgio CAMPOBASSO. Dopo l’intervento su Parco dei Pini ed alla scuola di Via Crispi, continua il percorso di “Azione ed Integrazione” con i migranti ospiti del Centro di Accoglienza di Campobasso di Fare Verde Molise. Oggi, dalle ore 9,30 i partecipanti saranno impegnati nel ripristino del sentiero pe-

donale che da Vico Porta Freddo, nel cuore del centro storico della città, porta alla chiesa di S.Giorgio, attraversando una parte della collina Monforte. Un percorso a molti sconosciuto, che necessita di un intervento di pulizia e manutenzione affinchè possa essere fruibile in maniera più agevole. L’in-

Al Montini-Cuoco, il 3D Innovativi processi tecnologici all’Istituto superiore campobassano CAMPOBASSO. All’Istituto d’Istruzione Superiore “L.Montini – Cuoco” di Campobasso tira aria di Prototipazione Rapida (RP), l’innovativo processo tecnologico che rende possibile la produzione di oggetti tramite l’utilizzo di una stampante tridimensionale. Questo nuovo metodo consente di produrre, in poche ore e senza l’impiego di utensili, oggetti di qualunque geometria, partendo dal modello matematico realizzato tramite un sistema CAD tridimensionale; in seguito, tramite la stampante 3D, è possibile trasformare il modello matematico in realtà. L’acquisto della stampante 3D a doppio ugello e l’avvio dell’iniziativa sono stati possibili grazie al fattivo impegno del Dirigente scolastico prof. Francesco Fasciano, ai docenti Angelo Paglione e Antonio Iacampo (coinvolti nel progetto “Potenziamento delle eccellenze”) e alla disponibilità del laboratorio CAD – CAM (in possesso delle licenze Solidworks, ottenute in seguito al primo posto conquistato dagli alunni dell’a.s. 2006 nel concorso nazionale ADM, Associazione Disegno di Macchine). Molteplici e vari i campi di applicazione dell’innovativo processo della Prototipazione Rapida: dall’edilizia all’arredamento, dalla componentistica meccanica a quella elettrica ed elettronica, dall’odontoiatria alla biomedica e al design.

vito è rivolto a tutti, per una mattinata all’insegna dell’impegno civico, del rispetto dell’ambiente e dell’amore per la nostra città. “Vi aspettiamo, appuntamento alle 9.30 alle spalle della chiesa di S.Giorgio, chi può porti qualche attrezzo da giardinaggio (rastrelli, zappe, ecc...) “


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TAaglio lto

8 11 aprile 2015

La Responsabilità civile, penale e contabile in caso di condotte persecutorie sul posto di lavoro di Vincenzo Iacovino Sono sempre più frequenti le richieste di aiuto da parte di soggetti che hanno subito atti persecutori sul posto di lavoro. Il fenomeno oltre che a comportare un danno alla persone oggetto di persecuzione da luogo ad un costo sociale importante. Ed infatti il soggetto che subisce le angherie dei colleghi o del datore di lavoro piomba subito in uno stato depressivo ed è costretto a ricorrere alle cure mediche, cui sopperisce il sistema sanitario e a lunghissimi periodi di malattia cui sopperisce l’INPS. E’ evidente pertanto la ricaduta dei costi delle persecuzioni sulla collettività. Cosa si può fare in questi casi? La risposta non è semplice in quanto il mobbizzato o perseguitato oltre alle cure mediche ha bisogno di rimuovere la causa del disagio che trova il suo nesso di causalità nell’attività lavorativa. Quindi e necessario un intervento sinergico, sincronizzato e plurispecialistico. In poche parole avvocati specializzati in mobbing, psicologi, psichiatri e medici legali devono interagire tra loro per conseguire un unico obiettivo. L’avvocato deve far cessare la causa del denunciato stato di disagio ricorrendo al giudice. E’ chiaro che le conseguenze delle condotte mobbizzanti possono determinare patologie croniche e tali sono anche i disturbi quali la sindrome ansiosa depressiva o reattiva. Sul punto la giurisprudenza ha ormai posto un punto fermo. Quindi sarà possibile coinvolgere in questi casi anche egli enti previdenziali non solo per ottenere il riconoscimento della malattia professionale o di un infortunio ma per consentire l’azione di regresso nei confronti dei responsabili delle condotte illecite. Tale ultimo aspetto non deve essere trascurato primo perche è giusto che paghi penalmente chi sbaglia ma soprattutto perche e giusto che chi sbaglia si accolli ogni onere civilistico e previdenziale conseguente. Se questa regola venisse sempre rispettata i costi della collettività sarebbero pari a zero e i datori di lavoro sarebbero piu prudenti nel rispettare le leggi e i loro obblighi contrattuali. Fatta questa breve premessa va detto che le persecuzioni possono determinare con-

seguenze gravissime nei confronti di chi è costretto a subirle ed è per questo che bisogna prospettare una responsabilità civile, penale e contabile al fine di circoscrivere gli effetti e i relativi danni in capo all’autore del danno. Secondo l’art. 2087 del c.c. l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro , l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro. L’art. 2087 c.c. tutela non solo l’integrità fisica ma anche la personalità del prestatore di lavoro, attuando nell’ambito del contratto di lavoro i principi dell’art. 32 Cost., che salvaguarda la salute “come fondamentale diritto del cittadino”, e dell’art. 41 Cost., che pone precisi limiti all’esplicazione dell’iniziativa privata con lo stabilire tra l’altro che la stessa non può svolgersi “in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Come è stato osservato in dottrina l’art. 2087 c.c. assume, così, natura polivalente operando non solo come fonte di obblighi contrattuali nell’ambito del rapporto negoziale che lega l’imprenditore al dipendente, ma anche di un dovere di si-

curezza, avente profili di indubbia natura pubblicistica in ragione delle finalità perseguite e della natura degli interessi tutelati. L’art. 2087 c.c statuisce che “l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. L’inadempimento dell’obbligo di sicurezza configura una responsabilità contrattuale, in quanto l’art. 2087 c.c., che impone l’obbligo di sicurezza, in virtù del disposto di cui all’art. 1374c.c., entra a far parte del sinallagma contrattuale e rappresenta norma di chiusura del sistema antinfortunistico, applicabile a situazioni ed ipotesi non espressamente previste dalla legge. La responsabilità di cui all’art. 2087 c.c. può derivare da comportamenti commissivi o omissivi. Le condotte omissive possono essere rappresentate dalla inosservanza di specifiche disposizioni di legge oppure di norme dettate dalle comuni norme di prudenza e di esperienza, con riferimento alle caratteristiche del lavoro. Il danno può derivare non solo da comportamenti del datore di lavoro o di suoi dipendenti, rientranti nel suo dominio diretto,

ma anche da comportamenti di terzi. Le condotte dei terzi possono consistere sia in atti criminosi, come nel caso di rapine, per le quali la giurisprudenza di legittimità ha sostenuto la responsabilità del datore di lavoro, sia in atti lavorativi connessi con l’attività del lavoratore infortunato, in contesti lavorativi complessi di cui l’esternalizzazione rappresenta un aspetto. In ogni caso, l’obbligo di sicurezza di cui all’art. 2087 c.c. si estende a tutto l’ambiente lavorativo nel quale il dipendente è chiamato a lavorare ed il rischio ambientale deve essere coperto da chi organizza il lavoro. Sussiste, in definitiva, il nesso di causalità tra l’omessa adozione da parte del datore di lavoro di idonee misure di protezione e l’infortunio del lavoratore, quando, pur non essendo possibile determinare l’esatto momento di insorgenza della malattia, deve ritenersi prevedibile che la condotta doverosa avrebbe potuto incidere positivamente anche solo sul tempo di latenza. La suprema corte in una recentissima decisione ha avuto modo di affermare che in tema di delitti colposi, nel giudizio di ‘prevedibilità’, richiesto per la configurazione della colpa, va considerata anche la sola possibilità per il soggetto di

rappresentarsi una categoria di danni sia pure indistinta potenzialmente derivante dal suo agire, tale che avrebbe dovuto convincerlo ad astenersi o ad adottare più sicure regole di prevenzione: in altri termini, ai fini del giudizio di prevedibilità, deve aversi riguardo alla potenziale idoneità della condotta a dar vita ad una situazione di danno e non anche alla specifica rappresentazione ‘ex ante’ dell’evento dannoso, quale si è concretamente verificato in tutta la sua gravita ed estensione. Sempre con la citata decisione la Suprema Corte ha statuito che la prevedibilità altro non significa che porsi il problema delle conseguenze di una condotta commissiva od omissiva avendo presente il cosiddetto ‘modello d’agente’, il modello dell’’homo eiusdem condicionis et professionis’, ossia il modello dell’uomo che svolge paradigmaticamente una determinata attività, che importa l’assunzione di certe responsabilità, nella comunità, la quale esige che l’operatore si ispiri a quel modello e faccia tutto ciò che da questo ci si aspetta. Un tale modello impone, nel caso estremo in cui il garante si renda conto di non essere in grado d’incidere sul rischio, l’abbandono della funzione, previa adeguata segnalazione al datore di lavoro. In conclusione l’art. 2087 cod. civ., costituisce “norma di chiusura del sistema antinfortunistico estensibile a situazioni ed ipotesi non ancora espressamente considerate e valutate dal legislatore al momento della sua formulazione, ed impone all’imprenditore l’obbligo di tutelare l’integrità fisiopsichica dei dipendenti. Detto obbligo non si esaurisce “nell’adozione e nel mantenimento perfettamente funzionale di misure di tipo igienico-sanitario o antinfortunistico”, ma attiene anche – e soprattutto – alla predisposizione “di misure atte, secondo le comuni tecniche di sicurezza, a preservare i lavoratori dalla lesione di quella integrità nell’ambiente o in costanza di lavoro anche in relazione ad eventi, pur se allo stesso non collegati direttamente, come le aggressioni conseguenti all’attività criminosa dei terzi ed alla probabilità di concretizzazione del conseguente rischio. (segue a pagina 9)


TAaglio lto

9 11 aprile 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La Responsabilità civile, penale e contabile in caso di condotte persecutorie sul posto di lavoro (continua da pagina8) Tale interpretazione estensiva della citata norma del codice civile si giustifica, alla stregua dell’ormai consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità sia in base al rilievo costituzionale del diritto alla salute - art. 32 Cost. -, sia per il principio di correttezza e buona fede nell’attuazione del rapporto obbligatorio – artt. 1175 e 1375 c.c. – cui deve essere improntato e deve ispirarsi anche lo svolgimento del rapporto di lavoro, sia, infine, “pur se nell’ambito della generica responsabilità extracontrattuale o aquiliana”, ex art. 2043 c.c., in tema di neminem laedere. Tra le definizioni contenute nell’art. 2 del D.LGS 81/2008 ( T.U. Sicurezza sul Lavoro) spicca quella di cui alla lettera n). Secondo il legislatore per “prevenzione” s’intende “il complesso della disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno”, con evidente il richiamo dell’art. 2087 c.c.. Secondo l’insegnamento impartito dalla Corte di Cassazione “il datore di lavoro deve ispirare la sua condotta alla acquisizione della migliore scienza ed esperienza per fare in modo che il lavoratore sia posto nelle condizioni di operare con assoluta sicurezza. …. Il datore di lavoro deve attivarsi positivamente per organizzare le attività lavorative in modo sicuro, assicurando anche l’adozione da parte dei dipendenti delle doverose misure tecniche ed organizzative per ridurre al minimo i rischi connessi all’attività lavorativa: tale obbligo dovendo ricondurre, oltre che delle disposizioni specifiche, appunto, più generalmente, al disposto dell’art. 2087 c.c.” La Cassazione afferma ancora che “ esiste a carico del datore di lavoro una posizione di garanzia che gli impone di apprestare tutti gli accorgimenti, i comportamenti e le cautele necessarie a garantire la massima protezione del bene protetto, la salute e l’incolumità del lavoratore ap-

punto, posizione che esclude che il datore di lavoro possa fare affidamento sul diretto ed autonomo rispetto da parte del lavoratore delle norme precauzionali, essendo invece suo compito apprestare tutti gli accorgimenti che la migliore tecnica consente per garantire la sicurezza. Non va esente da colpa l’imprenditore che, svolgendo la propria abituale attività in luogo oggettivamente pericoloso, non ponga in essere ogni tipo di comportamento atto a contenere il rischio stesso, e che nelle attività pericolose consentite, poiché la soglia della prevedibilità degli eventi dannosi è più alta di quanto non lo sia rispetto allo svolgimento di attività comuni, maggiori devono essere la diligenza e la perizia nel precostituire condizioni idonee a ridurre quanto più possibile il rischio consentito ivi compreso la diversa organizzazione del lavoro all’interno dell’unità produttiva. Come già anticipato, l’art. 2 comma 1 lett. d.) del D. Lgs. n. 81/2008 individua il dirigente come il garante organizzativo della sicurezza del lavoro: ovvero colui che, nell’ambito dell’obbligazione di sicurezza ripartita innanzitutto tra datori di lavoro, dirigenti, preposti, è, anche di fatto ( D.Lgs. n. 81/2008) la “persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le di-

rettive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa”. Per incarico non si intende in alcun modo ne uno specifico incarico in materia di sicurezza del lavoro,ne tanto meno una delega specifica di funzioni antinfortunistiche ne tanto meno un potere di spesa. La definizione legale fotografa gli organigrammi aziendali consegnando automaticamente “iure proprio” alle figure gerarchiche aziendali compiti prevenzionistici inerenti il normale incarico aziendale, cui potranno, eventualmente, aggiungersi anche deleghe specifiche e attribuzione di peculiari poteri di gestione e spesa. Dunque il dirigente è, tautologicamente, colui che dirige, che organizza, che esercita una supremazia che si estrinseca in un effettivo potere organizzativo dell’attività lavorativa, nel potere di decidere le procedure di lavoro, e di organizzare opportunamente i fattori della produzione, sempre nell’ambito dei compiti e mansioni effettivamente devolutegli dall’organizzazione aziendale, e dal datore di lavoro, in primis.. L’art.15 del D.Lgs 81/2008 (misure generali di tutela) prevede tra le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro: la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza; la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro; l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alla conoscenze acquisite in base al progresso tecnico; la riduzione dei rischi alla fonte; Il controllo sanitario; L’allontanamento del lavoratore dall’esposizione del rischio per motivi

sanitari inerenti la sua persona e l’adibizione, ove possibile, ad altra mansione. Il T.U. Sicurezza all’art.17 lettera m) per il datore di lavoro e all’art.19 lettera e) per il preposto prevede che rispettivamente devono astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato . L’art. 20 del T.U. –obblighi del lavoratori- prevede che ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni. I lavoratori devono in particolare segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente e/o al preposto qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengono a conoscenza . L’art. 28 del T.U. prescrive che la valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compreso quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004 e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione. Lo strumento tradizionale di tutela accordato per assicurare protezione alle vittime di molestie sui luoghi di lavoro è costituito dall’art. 2087 c.c. predisposto a carico del datore di lavoro onde garantire l’obbligatoria sicurezza e protezione del lavoratore gli obblighi di sicurezza: “si tratta come ripetutamente affermato dalla consolidata giurisprudenza dellaSuprema Corte di una forma di tutela non solo dell’integrità fisica, ma anche della “personalità morale” del lavoratore e tale mezzo di tutela si inserisce nel quadro di una obbligazione contrattuale gravate sul datore di lavoro. La giurisprudenza prevalente, principalmente di merito, ha

statuito che se il datore era a conoscenza o doveva ragionevolmente sapere delle molestie e non è intervenuto per far cessare tali condotte, egli non possa andare esente da responsabilità, da cui deriva il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale per il lavoratore, data la natura costituzionale dei beni lesi”. Tale obbligo di protezione implica che il datore di lavoro il quale sia a conoscenza del compimento di molestie nell’ambito della sua impresa, deve intervenire ed adottare tutte le misure, ivi comprese quelle di tipo disciplinare (licenziamento, sospensione, etc.) oltre che organizzative idonee a garantire appieno la tutela dei dipendenti. Ma la fonte della responsabilità a carico del datore di lavoro in ipotesi siffatte non si esaurisce con l’istituto in esame inserendosi in questo ambito anche al fine di evitare pericolose sacche di impunità risolventisi in pregiudizi per l’integrità del lavoratore che rappresenta un valore costituzionalmente garantito in uno alla sua sicurezza, l’istituto previsto dall’art. 2049 c.c. che disciplina il sistema delle responsabilità dei padroni e dei committenti per fatto del dipendente. Si tratta di uno strumento di tutela in un certo senso residuale nei limiti in cui non sia possibile accertare la violazione degli obblighi di protezione incombenti sul datore di lavoro e in altro senso alternativo al primo. Quindi un vero e proprio obbligo giuridico, quello previsto dalle citate norme tese ad evitare che il lavoratore continui a prestare la sua attività lavorativa in uno stato di pericolo e di stress correlato all’ambiente lavorativo. In ogni caso si evidenzia che l’obbligo giuridico di impedire l’evento può derivare anche da una specifica situazione che esiga una determinata attività a tutela del diritto altrui. Orientamenti fatti propri dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione tenuto conto che si appalesa conforme al principio solidaristico di cui all’art. 2 Cost., nonché al dovere di comportamento secondo correttezza, che attiene anche alla fase genetica ed esecutiva dell’obbligazione ex art. 1175 c.c. (Cass.Civ.Sez.Un. 21.11.2011 n.24406) E il caso di dire che le diverse professioni (giornalisti,avvocati medici) devono contribuire ad una corretta informazione per combattere un fenomeno vergognoso qual è la persecuzione sul posto di lavoro e non solo e offrire il loro contributo specialistico multidisciplinare. Ogni forma di persecuzione va combattuta con ogni mezzo e non bisogna avere paura ne di reagire ne di agire per la tutela dei propri diritti e della propria dignità. La legge è ancora dalla parte del cittadino. Avv. Vincenzo Iacovino


Puoi dirlo a tutti: ad Isernia è iniziata la differenziata "porta a porta" ´SRUWD D SRUWD¾. $ FDVD D ODYRUR D VFXROD QHJOL DPELWL GL YLWD TXRWLGLDQD GLIIHUHQ]LD FRUUHWWDPHQWH L ULILXWL LO WXR JHVWR SXz FRQWULEXLU e a salYDJXDUGDUH OœDPELHQWH H D JDUDQWLUH DOOH JHQHUD]LRQL IXWXUH XQ OXRJR SXOLWR LQ FXL YLYHUH QHOOœLQWHUHVVH GHO EHQH FRPXQH .

Area urbana > Raccolta Porta a Porta Ď´ĎŹĎŹÍ˜ϭϾϾ͘ϳϏϴ

Conferisci i rifiuti nelle ore serali secondo il calendario di conferimento che ti è stato consegnato.

dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 ed il sabato dalle 9.00 alle 12.00

LocalitĂ Tremolicci (nei pressi della piscina comunale) Telefono 0865.290463

Area extraurbana > Raccolta di ProssimitĂ Spinta &RQIHULVFL L ULILXWL QHOOH RUH VHUDOL SUHVVR OÂśecopunto differenziata presente nella tua area.

dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.00 il sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.30

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Isernia

11 aprile 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Venafro, via Ottaviano entra Potena Cambio tra gli assessori nella Giunta operata da Antonio Sorbo per restituire slancio all’esecutivo VENAFRO. Nella serata di ieri, preso atto delle dimissioni dalla carica di assessore di Dario Ottaviano per motivi personali, il sindaco di Venafro ha proceduto, in sostituzione, alla nomina quale componente della giunta di Carlo Potena. A Potena sono state affidate le deleghe a bilancio, finanze, tributi e patrimonio. Dario Ottaviano nella comunicazione delle dimissioni ha ribadito la volontà di continuare ad impegnarsi operativamente, compatibilmente con i suoi impegni, nell’attività amministrativa. Pertanto

continuerà ad occuparsi, quale consigliere delegato, di alcuni settori nei quali ha ottenuto, in questi due anni, significativi ed importanti risultati come le risorse idriche, le politiche energetiche e la difesa del suolo”. “Ringrazio Dario Ottaviano per il lavoro fin qui svolto come assessore – dichiara il sindaco Sorbo -, ruolo svolto con impegno, completa disponibilità e competenza, capacità di ascolto sempre avendo come unico obiettivo il bene comune ed ottenendo risultati importanti come

quelli, ad esempio, relativi alla gestione delle risorse idriche e dell’acquedotto comunale. Voglio ricordare l’attivazione del telerilevamento dei consumi con l’installazione di sette contatori che oggi ci consentono di tenere sotto controllo 24 ore su 24 i flussi idrici e di intervenire tempestivamente per fronteggiare le perdite. Nel giro di due anni, grazie alla sua azione amministrativa e sul campo, siamo riusciti ad ottenere una significativa riduzione dei consumi idrici che comporterà un risparmio per le casse comunali, ad

effettuare finalmente le letture dei contatori per i consumi degli ultimi tre anni e a scoprire centinaia di situazioni irregolari. Voglio inoltre ricordare – aggiunge il primo cittadino – che su suo impulso è stata avviata la messa in servizio di alcuni tratti della nuova rete idrica che consentirà di migliorare la qualità del servizio e di ottenere ulteriori risparmi. Ha seguito personalmente i rapporti con Molise Acque che hanno portato, tra l’altro, alla ridefinizione della transazione sui debiti pregressi, l’inventario del patrimo-

nio comunale, effettuato a venti anni di distanza dall’ultimo fatto nel 1994, i progetti e l’iter amministrativo degli interventi di efficientamento energetico su alcuni edifici comunali. L’ultimo risultato ottenuto in ordine cronologico grazie al suo impegno – conclude il sindaco – è la riapertura del tavolo con Acqua Campania e con le Regioni Molise e Campania per il trasferimento al Comune di Venafro di oltre 100 litri di acqua al secondo derivanti dalla captazione del San Bartolomeo”.

Vasta operazione dei Carabinieri Nove le persone denunciate per diversi reati commessi nel territorio pentro ISERNIA. E’ di nove persone denunciate all’Autorità Giudiziaria il bilancio di alcune operazioni condotte dai Carabinieri in varie zone della provincia di Isernia nelle ultime ore, per contrastare fenomeni di microcriminalità e di illegalità. A Frosolone, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un cinquantenne di Napoli, in quanto ritenuto responsabile di furto aggravato perpetrato all’interno di una tabaccheria. L’uomo, approfittando di un momento di distrazione della proprietaria, ha sottratto da un cassetto del banco vendita una somma di denaro contante pari a circa ottanta euro e un biglietto vincente del lotto da riscuotere pari a circa centoventi euro. A Venafro, i militari del Nucleo Radiomobile, hanno sorpreso un cinquantacinquenne di Valle Agricola, in provincia di Caserta, alla guida della propria autovettura completamente ubriaco. A seguito degli accertamenti eseguiti tramite l’ap-

parato etilometro in dotazione, l’uomo è risultato avere un tasso alcolemico superiore di ben tre volte a quello consentito. Nei suoi confronti è scattata una denuncia per guida in

stato di ebbrezza, il ritiro della patente di guida ed il sequestro del veicolo. Stessi provvedimenti, per il medesimo reato, sono scattati a Cantalupo nel Sannio da parte dei Carabinieri della locale Stazione, nei confronti di un quarantottenne di Castelpetroso. A Castel San Vincenzo, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un cinquantatreenne di Cerro al Volturno, ed un trentenne di Isernia, per abusivismo edilizio. I due, in qualità di committente e di responsabile della impresa esecutrice dei lavori, erano intenti alla realizzazione di un fabbricato, in assenza delle prescritte concessioni edilizie ed in zona

sottoposta a severi vincoli paesaggistici ed ambientali. La struttura è finita sotto sequestro. A Sesto Campano,i militari della locale Stazione e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno denunciato un cinquantaduenne di Napoli, titolare di una impresa edile, poiché resosi responsabile di violazioni alle norme sulla tutela degli infortuni sul lavoro, non avendo garantito adeguate misure di sicurezza agli operai impegnati nei lavori di cantiere. Stessa denuncia, per le medesime violazioni, è scattata a Macchiagodena nei confronti di un quarantaquattrenne del posto, titolare di una ditta. Infine, tra Venafro e Sesto Campano, i militari delle locali Stazioni, hanno denunciato rispettivamente un quarantasettenne di Venafro ed un cinquantenne di Castelpetroso, per violazione ad obblighi imposti nei loro confronti a seguito di provvedimenti emessi dal Tribunale di Isernia.

I latticini per l’Identità dell’Alto Molise La proposta è stata formulata dal presidente dell’Università delle Generazioni di Agnone AGNONE. L’Università delle Generazioni ha inviato una lettera al presidente dott. Giovanni Mastrostefano e agli altri giovani che hanno da poco costituito l’associazione “IAM – Identità Alto Molisana” e che recentemente hanno annunciato di volersi impegnare per rilanciare Agnone e l’Alto Molise a cominciare dall’attrattiva turistica dei ”Milk-End” cioè i fine settimana dedicati alla degustazione dei latticini locali, una delle più concrete risorse di queste montagne. Nella missiva Domenico Lanciano, responsabile dell’associazione culturale da lui fondata nell’ottobre 1993, saluta la neonata associazione giovanile e chiede ai giovani che la costituiscono un incontro per un “travaso” e un “confronto” intergenerazionale

su temi condivisi o da condividere inerenti specialmente la difesa e la valorizzazione territoriale, in campo demografico, socio-economico-culturale. Lo stesso Lanciano propone intanto ai giovani IAM di realizzare un fumetto (o ad altra forma espressiva) che possa intitolarsi “La famiglia Latticini”. Tale storia romanzata, illustrata e multimediale potrebbe descrivere la famiglia dei derivati del latte (formaggi di varie forme, mozzarelle, burro, ricotta, ecc.) in dialogo tra di loro per spiegare ad adulti e a bambini (e, quindi, anche ai turisti ospiti dei “Milk-End”) i luoghi dei pascoli e di produzione, le caratteristiche, i pregi ma anche le avvertenze nel consumo dei latticini, nonché ogni tipo di prodotto lavo-

rato e conservato dai Caseifici. Insomma un “vademecum” per meglio apprezzare i latticini. Oltre allo strumento multimediale “La famiglia Latticini” che potrebbe raggiungere pure le scuole nel contesto dell’educazione alimentare, l’Università delle Generazioni propone di esaminare la possibilità di creare un nuovo prodotto denominato “Milk-steak” (stecca di latte) molto simile alla cosiddetta “stracciata” ma confezionata pure per “single” oltre che per famiglie, poiché già da tempo le monoporzioni per persone sole conquistano sempre più consistenti fette di mercato. L’effetto monoporzione potrebbe interessare altri tipi di latticini, compreso il caciocavallo che solitamente con il suo peso di circa un ki-

logrammo a confezione necessita di una troppa impegnativa tipologia di consumo e conservazione che non tutti sanno o possono permettersi. Ovviamente, conclude Lanciano esortando i giovani e anche tutti i caseifici, non ha più senso per l’Alto Molise produrre tanti latticini (alcuni

dei quali premiati pure all’estero) senza poterli evidenziare in una Mostra-Mercato o in una “Fiera dei Formaggi” come più volte sollecitato negli ultimi venti anni dall’Università delle Generazioni, che aveva ottenuto pure consensi e promesse.


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Termoli

11 aprile 2015

Dopo Black hole parla il maresciallo Esposto “Chi mi risarcirà del carcere patito e delle infondate accuse?” TERMOLI. La sentenza del gup Mattiace del tribunale di Bari non sarà l’ultimo atto di certo che riguarderà l’inchiesta giudiziaria Black-hole. Un po’ perché ci sono ancora dieci imputati che andranno giudicati nel dibattimento penale, ma anche perché tra i 96 che sono stati prosciolti o assolti c’è chi intende rivalersi per essere stato al centro di una vicenda durata nove anni. Tra costoro il maresciallo in pensione dell’Arma dei Carabinieri Raffaele Esposto, che insieme al suo avvocato di fiducia Giovanni Giacci, stamani in una palestra di via Corsica 80, ha esternato tutto il disappunto per l’attività d’indagine svolta ai suoi danni, che lo ha portato 14 giorni in carcere, due mesi e mezzo agli arresti domiciliari e altri due mesi e mezzo quasi con divieto di dimora a Termoli. Esposto ha rinunciato (come l’ex colonnello Maurizio Coppola) alla prescrizione, chiedendo il rito abbreviato e ottenendo così l’assoluzione. “Il 14 maggio con enorme sorpresa

mi sono trovato questa misura cautelare che leggendo gli atti mi ha fatto soltanto ridere, soprattutto per le modalità di indagine che sono state svolte su questo famoso processo Black Hole. Situazioni di associazione per delinquere completamente ridicolizzate non solo dalla Cassazione ma anche dal Gup – ha ribadito Esposto – voglio far presente che insieme a Coppola siamo stati gli unici del secondo filone a chiedere il rito abbreviato e quindi abbiamo una sentenza di as-

soluzione piena con il 530 primo comma per l’associazione a delinquere, un’associazione che ha portato me e i miei colleghi delle forze dell’ordine in carcere. Una situazione drammatica a livello personale familiare che è durata 9 anni e c’è una responsabilità per il lungo processo che cercheremo poi di fare luce su questa vicenda. Finalmente è stata portata alla luce la mia onestà sia di uomo che soprattutto professionale in quasi 30 anni nell’Arma ancora oggi mi

chiedo come mai un ottimo maresciallo classificato eccellente dai suoi superiori in pochi mesi diventa addirittura un delinquente a Termoli con numerose denunce da parte dell’Arma di Termoli. Certamente ci sarà la richiesta di risarcimento danni per quanto riguarda l’ingiusta detenzione ma non mi fermo soltanto qui. Chiederò anche dei danni al Ministero della Difesa, al Comando generale dell’Arma, per quanto ho subito e soprattutto chiederò anche alla Corte di Strasburgo anche un risarcimento per la violazione dei diritti umani. E’ normale che la responsabilità dei magistrati vada comunque accertata ma certamente chiederò anche che vengano aperte delle inchieste disciplinari all’interno dell’Arma su quello che si è verificato a Termoli e in particolar

modo sui redattori dell’informativa di reato Black-hole”. L’avvocato Giacci ha spiegato quello che è successo in fase di udienza preliminare a Bari, rispetto alla mole complessiva di 15mila pagine di fascicolo è stato difficile andare a cercare le contestazioni fatte a Esposto, che alla fine si riducevano all’osso. “La sua posizione può essere raccolta in questo fascicolo (e lo indica ai presenti) qui ci sono anche documenti che abbiamo allegato, perché quando siamo andati a fondo ho suggerito la strategia giudiziaria del rito abbreviato, condizionandolo all’acquisizione di alcuni documenti da parte nostra, sulle accuse per le quali è stato in carcere e poi ai domiciliari è stato assolto perché il fatto non sussiste e questo ci ha permesso di farlo assolvere nel merito anche sull’ipotesi di reato dell’associazione a delinquere assieme ad altri colleghi dell’Arma. Il giudice si è riservato per le motivazioni e una volta lette valuteremo quali saranno i passi successivi per tutelare la sua immagine e la sua posizione”.

Momentive, il Ncd ribadisce il no Alla vigilia dell’assemblea pubblica di oggi, il Nuovo centrodestra ha detto la sua TERMOLI. Alla vigilia dell’assemblea pubblica di oggi pomeriggio, in programma al cinema Sant’Antonio, a tenere desta l’attenzione sull’ampliamento della Momentive ci ha pensato il Nuovo Centro Destra, che stamani in sala consiliare ha ribadito le ragioni di una critica rivolta all’amministrazione di centrosinistra, chiamata a compiere una scelta politica e non a limitarsi alla burocrazia d’apparato.

In sequenza, Christian Zaami (coordinatore locale), il senatore Ulisse Di Giacomo, l’ex sindaco Basso Antonio Di Brino e Rocco Fiorilli, hanno sviscerato le posizioni che da mesi il Ncd porta avanti. “Numerosi comunicati stampa in merito alla questione hanno ben evidenziato che non siamo assolutamente contrari allo sviluppo industriale, ma siamo favorevoli ad un tipo di sviluppo integrato (turi-

smo, agricoltura, pesca, artigianato, commercio) e che pertanto debba esserci una crescita che veda l’integrazione dei vari settori ed in particolar modo la tutela dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini. Al contrario invece, non crediamo nello sviluppo di un solo settore che sia quello agricolo, industriale, turistico ecc. Per quanto concerne l’ampliamento presso il nucleo industriale di Termoli, la nostra non

è assolutamente una battaglia di campanilismo, in quanto il sito in questione, seppure incluso nei territori di Termoli e Campomarino, direttamente interessati dalla realizzazione, è tuttavia distante circa 2700 mt dal centro storico del Comune di Portocannone, 3500 mt dal centro storico del Comune di Campomarino, 7000 mt dal centro storico del Comune di Termoli, 7000 mt dal centro storico del Comune di Guglionesi e 7000 mt dal

centro storico del Comune di San Martino (si tratta di distanze molto più ridotte se si considera non già il centro storico ma il centro abitato e/o comunque la presenza di immobili adibiti a scopi abitativi). Non comprendiamo inoltre, le posizioni di chi considera che una società possa regredire solo perché chiede chiarezza sui possibili rischi ambientali senza volersi opporre ad un processo integrato di sviluppo sostenibile.

Liceo Musicale, il sì dell’Ufficio scolastico In carreggiata il liceo classico Perrotta che sarà riconosciuto come tale TERMOLI. Il vecchio sogno dell’allora dirigente scolastico Antonio Franzese, ora in pensione, che dopo la straordinaria esperienza dell’orchestra Euterpe alla scuola media Brigida, aveva messo in carreggiata il liceo classico Perrotta per farlo divenire liceo Musicale riconosciuto dal ministero della Pubblica istruzione. Purtroppo Franzese non è riuscito a veder nascere la sua creatura in servizio e la ammirerà in quiescenza, poiché con una battaglia amministrativa vinta con rigore politico e grinta, il presidente della Provincia Rosario De Matteis e l’assessore

alle Pari opportunità Rita Colaci sono riusciti nell’impresa. A dare il via libera per l’anno scolastico 2015-2016 è stato l’ufficio scolastico regionale del Molise, che con nota del 25 febbraio scorso, indirizzata ai due componenti della giunta di Palazzo Magno, ma anche all’assessore regionale Michele Petraroia e al dirigente all’Istruzione del Comune di Termoli Marcello Vecchiarelli, dà riscontro dell’istanza avanzata dalle istituzioni per l’attivazione del liceo Musicale a Termoli. “Si esprime parere favorevole all’attivazione di una sezione di liceo musicale in Termoli, anche in considerazione della co-

spicua richiesta proveniente dal territorio – scrivono dall’Ufficio scolastico regionale del Molise – si fa, comunque presente, che, perché si possa avviare l’iter di attivazione è necessaria la sussistenza di taluni presupposti assolutamente imprescindibili, quali presenza di locali idonei e insonorizzati e strumenti musicali in dotazione propria. Ciò premesso, condizione primaria e necessaria è il passaggio attraverso il prossimo piano di dimensionamento regionale, che sarà recepito dall’Ufficio”. Adesso toccherà agli enti muovere i passi consequenziali e realizzare i sogni dei tanti


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Termoli

11 aprile 2015

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“Le parole di Marchionne, speranza per il futuro” La Fismic-Confsal sottolinea l’importanza degli interventi allo stabilimento Fiat di Termoli TERMOLI. Dopo quelle di Ferdinando Uliano in casa Fim-Cisl, ieri è stata la volta di un altro segretario nazionale, anzi generale del comparto metalmeccanico, Roberto Di Maulo della FismicConfsal, da sempre molto attento nei confronti dello stabilimento di Termoli per quanto riguarda la galassia Fiat. “L’annuncio dato dal Cep della Fca Sergio Marchionne che nello stabilimento di motori e cambi di Termoli verranno prodotti due nuovi motori per allestire le nuove Alfa che saranno prodotte nello stabilimento di Cassino è l’ennesima riprova che la linea

sindacale che abbiamo intrapreso a partire dall’accordo di Pomigliano si è dimostrata vincente nei fatti e che le assurde bugie raccontate al Paese da Landini e dalla Fiom oggi si rivelano per quello che erano. La fine dell’utilizzo della Cassa integrazione nello stabilimento molisano, l’annuncio di almeno 50 nuove assunzioni sono fatti reali ed incontrovertibili, il lancio di due nuovi motori (un quattro cilindri e un sei cilindri di derivazione Ferrari), l’investimento di oltre 500 milioni di Euro nei prossimi 6 mesi sono un’ottima notizia per i lavoratori di Termoli ed

anche la conferma di quello che abbiamo sempre sostenuto: cioè che a Cassino la produzione delle nuove vetture Alfa darà un ulteriore impulso allo sviluppo dell’automobile nazionale, che sarà in grado di competere con i grandi produttori tedeschi in una gamma alta di prodotto che darà nuovo lustro all’industria automobilistica nazionale; questo, accoppiato all’incredibile ripresa della Ferrari nelle corse, ridarà orgoglio e fiducia all’intero settore auto motive nazionale. Altro che le chiacchiere di Landini e dei suoi servi sempre pronti a strillare che Marchionne

avrebbe chiuso l’industria automobilistica del Paese e portato la Fiat fuori dall’Italia. Questi sono i fatti che volevamo che si compissero quando abbiamo sottoscritto gli accordi di Pomigliano ed il resto sono solo chiacchiere che il vento porta via con se”. Gli fanno eco i suoi dirigenti dal territorio, con la segreteria provinciale che fa capo a Giovanni Mercogliano a ribadire che nel suo discorso Marchionne ha voluto ringraziare le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento di Termoli elogiandone le capacità professionali, l’attaccamento al lavoro, la caparbietà di risolle-

varsi dai momenti difficili, sottolineando come tutte queste qualità abbiano determinato dapprima il grande successo del motore Fire, e portato poi la Fiata puntare nuovamente su questo stabilimento per la produzione di nuovi propulsori per il marchio Alfa Romeo. “Siamo pronti per questa nuova sfida e a ripercorrere la strada del successo del Fire, ribadendo che il merito di tutto ciò va alle maestranze di questo territorio e a chi ha sostenuto e creduto fin dall’inizio che tutto questo si potesse realizzare”.

Nel 1975, a Larino, l’uccisione dell’avvocato Cariello Un imputato fece fuoco sul legale mentre questi teneva un’arringa in aula LARINO. Si sono avvicendati e rievocati i ricordi di quanto avvenne nel 1975 a Larino, nel tribunale, dove un imputato, come ieri a Milano, estrasse un’arma da fuoco e sparò, uccidendo in quella occasione un avvocato originario di San Martino in Pensilis, Salvo Cariello, che aveva lo studio legale nella città frentana. “Ricordo quando nel Tribunale di Larino venne giustiziato, nell’aula destinata alle

udienze collegiali - rammenta De Michele con un colpo alla nuca, l’avvocato Salvo Cariello. L’omicida dichiarato seminfermo di mente, tornato il libertà, tornò nella stessa aula mentre si stava celebrando un processo. Lo riconobbi, avvertii il Pm, la dottoressa Elisabetta Rosi. Ovviamente in aula era assente la forza pubblica. Il Pm chiamò allora il Maresciallo Pagano in forza alla Procura, il quale intervenne. Ci buttammo entrambi ad-

dosso all’omicida. Lo immobilizzano. Per fortuna non era armato”. Ancora, il ricordo dell’avvocato Franco Cianci. “Nel maggio del 1975 – eravamo alla vigilia delle elezioni regionali della seconda legislatura – l’avvocato Salvo Cariello, di San Martino in Pensilis, ma con lo studio in Larino, in Largo Stazione, venne colpito a tradimento nell’aula del Tribunale di Larino, mentre

stava discutendo una causa penale. L’episodio fu barbaro e scosse moltissimo tutta la cittadinanza molisana. L’uccisore era un uomo di San Martino in Pensilis, che era stato appassionatamente difeso dal povero Salvo Cariello. Costui venne immediatamente arrestato, successivamente processato e condannato e rimesso in libertà dopo appena, se non erro, poco più di un decennio”

“Ultima partita per il Termoli calcio?” I giocatori, in conferenza stampa, hanno chiamato in causa anche il sindaco che è scomparso. Negli spogliatoi niente più acqua calda TERMOLI. “Se domenica sera, dopo la partita contro la Fermana, non verrà da noi qualcuno a portarci prove concrete (e non solo false promesse come riceviamo da ben 4 mesi), noi non garantiremo più la nostra presenza a Termoli per terminare il campionato. Ormai siamo stanchi, sfiniti e delusi. Ci hanno raccontato solo chiacchiere; ci siamo battuti con serietà per questi colori, per questa maglia, ma in cambio non abbiamo ricevuto nulla. Adesso basta!”. Questo, in sintesi, quello che hanno detto all’unisono in conferenza stampa il ds Pino De Filippis, il capitano Giuliano Falco e il portiere Massimo Marconato. “Siamo arrivati all’assurdo – afferma Pino De FIlippis – adesso li avete visti i giocatori in accappatoio, si sono messi in auto e sono andati a farsi la doccia da qualche altra parte

perché al campo Cannarsa è stata sospesa l’erogazione del Gas: come si può andare avanti in queste condizioni? Come ci si può concentrare per la partita in queste condizioni e centrare una salvezza che già è difficile in condizioni normali?”. Al Ds abbiamo chiesto cosa occorresse per cercare di arrivare in qualche modo alla fine del torneo e lui ci confida: “Guarda, penso che per ancora un mese che manca alla fine del torneo, con 20.000 euro verrebbero risolti gran parte dei problemi e forse riusciremmo anche a salvarci, ma senza non so cosa rispondere io. Non nascondo che in questi ultimi giorni ho provveduto a dare qualcosa ai ragazzi, ma non si può sostenere una situazione del genere fino alla fine. Qui ci sono padri di famiglia che hanno delle scadenze delle spese anzi, fino ad oggi si sono compor-

tati anche fin troppo bene e da veri professionisti, ma domenica sera i ragazzi sono decisi a mollare tutto se non vedranno ancora nulla e gli verranno raccontate ancora fumose promesse”. Dal canto suo, il capitano Giuliano Falco ci va ancora più duro: “Noi abbiamo fatto tutto quanto ci è stato detto di fare. State buoni che se vediamo che le cose non vanno bene vi daremo una mano e non vi lasceremo soli. Dov’è l’Amministrazione comunale? Dov’è il sindaco che proprio negli spogliatoi, qualche mese fa, ci promise che se la famosa e diciamo fumosa cambiale di Calarco non sarebbe stata onorata avrebbero studiato loro una forma per darci una mano e invece solo promesse e ancora promesse. I dirigenti dove sono? Il presidente chi è? Cesare ci dice che lui non centra più … ma adesso

basta! Noi la pazienza l’abbiamo persa e domenica sera se non avremo in mano fatti e non promesse torneremo a casa e qui continueranno con la Juniores. Noi non abbiamo più voglia di aspettare, il nostro dovere lo abbiamo fatto e adesso si prendano

chi se le deve prendere le proprie responsabilità”. “Del resto siamo testimoni oculari di questa assurda situazione: come poter dar torto ai ragazzi? E così domenica sera le percentuali che si scriva la parola “Game over” sul calcio Termolese sono altissime …

Auguri Il Presidente della Pro Loco San Giuliano di Puglia, a nome del Direttivo e di tutti i soci, dà il benvenuto al piccolo Andrea, nato il 5 aprile 2015 alle ore 4:30. Una sorpresa pasquale più bella non poteva esserci per Rosanna Di Stefano e Pasqualino Ferrante, da sempre parte attiva della nostra associazione ... un grande e affettuoso abbraccio ai neo genitori da parte di tutta la Pro Loco; tanti tanti auguri anche alla zia Benedetta Di Stefano (consigliere del Direttivo Pro Loco) e allo zio Giuseppe Ferrante, ex segretario della Pro Loco, oggi Assessore alla Cultura del nostro Comune.



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Opinioni In Molise, tra fine 2014 e inizio 2015 si sono registrati segnali contrastanti nell’andamento dell’economia con il risultato di un lieve aumento dei livelli occupazionali. Tuttavia, come nel resto del Paese, permangono segnali di debolezza della congiuntura che condizionano la spesa per investimenti. Di fronte ad un quadro ancora difficile, si evidenzia come elemento positivo la capacità del settore bancario di sostenere le esigenze del territorio. Secondo i dati più recenti a gennaio 2015, il totale prestiti all’economia del Molise ammonta a circa 3,7 miliardi di euro. Significativo, come segno di grande fiducia verso il settore bancario, il livello di depositi pari a 5,7 miliardi. Resta invece elevato il rapporto sofferenze/impieghi che ha raggiunto il 20,7% a 765 milioni. Questo un quadro sintetico dell’andamento economico regionale in vista dell’incontro di sabato 11 aprile a Campobasso undicesima tappa – dopo Udine – degli Incontri Abi sul territorio: iniziativa avviata dall’Abi per raggiungere i territori, attraverso un modello di partecipazione diretta, e “spiegare” da vicino cosa fanno ogni giorno le Banche italiane per il Paese.

Tutto quello che gli altri non dicono

11 aprile 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Banche, in Molise trend di prestiti invariato

Nello stesso prolungato periodo di crisi le banche hanno sostenuto i settori produttivi locali non solo con l’attività creditizia “classica” ma predisponendo dal 2009 ripetute iniziative finalizzate alla sospensione del pagamento delle rate di mutuo che hanno riguardato complessivamente 1.216 Pmi e 43,6 milioni di euro di quote sospese. Nel dettaglio: Con L’Avviso comune per la sospensione dei mutui (2009) sono state accolte 688 domande di sospensione (pari allo 0,3% del totale delle domande accolte dalle banche aderenti all’iniziativa) per un ammontare della quota sospesa

di 26,8 milioni di euro (0,2% del totale); Con Nuove misure per il credito (2012) 410 domande di sospensione (pari allo 0,4% del totale delle domande accolte dalle banche aderenti all’iniziativa) per un ammontare della quota sospesa di 11,8 milioni di euro (0,2% del totale); Con Accordo per il credito 2013 (fino a marzo 2015), sino a febbraio 2015 sono state accolte 118 domande di sospensione (pari allo 0,3% del totale delle domande accolte dalle banche

aderenti all’iniziativa) per un ammontare della quota sospesa di 4,9 milioni di euro (0,3% del totale). Da inizio aprile 2015, Abi e le altre Associazioni di impresa hanno raggiunto un’intesa sul nuovo Accordo per il Credito 2015. Iniziativa non solo di sospensione, ma diretta anche ad agganciare la ripresa e sostenere lo smobilizzo dei crediti verso la Pubblica amministrazione.

sure per il credito alle Pmi”, da gennaio 2013 è pienamente operativa l’iniziat i v a In regione attive “Progetti 25 banche investiper 135 sportelli menti Italia” avviata Ora parte da Abi e il nuovo accordo tutte le Asper la liquidità sociazioni rappresentative del mondo imprenditoriale (alla presenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero dello Sviluppo Economico) al fine, tra l’altro, di favorire la crescita degli investimenti delle imprese. Si tratta di un Plafond complessivo di 10 miliardi di euro rivolto alle Pmi, in bonis, che vogliano effettuare investimenti in beni materiali e immateriali strumentali all’attività di impresa. Con questo strumento, in Molise, sempre a febbraio 2015, sono state accolte 33 domande di finanziamento (pari allo 0,2% del totale delle domande accolte dalle banche aderenti all’iniziativa) per un ammontare finanziato di 6,4 milioni di euro (0,1% del totale dei finanziamenti erogati). Il 62% si riferisce a investimenti in beni materiali.

Banche in Molise La struttura del settore bancario regionale, a fine 2014, vede attive sul territorio 25 banche per un totale di 136 sportelli. Gli Atm (sportelli bancomat) sparsi sul territorio sono 157 unità; i Pos (apparecchiature necessarie per pagare con il Bancomat direttamente nei negozi) 6.962. Nella regione i lavoratori bancari sono lo 0,2% del totale nazionale di settore che ha toccato le 320.000 unità.

Sempre nell’ambito dell’Accordo “Nuove mi-

Singolare passeggiata tra natura e paesaggi

Da Pozzilli a Filignano, storie di edicole e briganti L’escursione si svolge in un angolo molto suggestivo a cavallo tra i Comuni di Pozzilli e Filignano, il quale, dopo una prima impressione di apparente afonia, rivela un nascosto spessore storico culturale. Camminando e guardando con attenzione riaffiorano tra erbacce, edera e rovi manufatti che testimoniano una massiccia e antica antropizzazione ininterrotta fino agli anni appena dopo l’ultimo conflitto mondiale che in questi luoghi ha avuto nefaste vicende essendo attraversati dalla linea Gustav. Evidenti sono i segni lasciati sul territorio nel corso della storia come quelli di chiara provenienza sannitica o, sicuramente più evidenti, quelli di chiara influenza benedettina e, non ultimo, i segni di una fervida spiritualità come testimoniano le numerose edicole votive dislocate lungo i vari sentieri. Come i segni sul territorio così, nella memoria popolare, si sovrappongono e s’intrecciano storie di santi, briganti e di guerra raccontate e tramandate da generazione in generazione. L’escursione si prefigge, oltre al piacere di camminare, di far semplicemente conoscere questi luoghi bellissimi apparentemente ammantati da un pesante oblio. In questo siamo aiutati dalla profonda conoscenza storica e dall’eccellente

capacità oratoria dell’Architetto Franco Valente, per quanto concerne l’aspetto storico, e dal Dott. Pasquale Castrataro per la storia del brigantaggio post unitario, coadiuvato dal Sig. Lilli Teodorico, che scrive alcuni versi per l’occasione, e da componenti dell’Associazione “Vandra è”, che li declamano, per la rievocazione specifica di una cruenta vicenda di brigantaggio avvenuta alla borgata Leone in una casa ancora esistente chiamata “La Cucina”. Breve descrizione del percorso: Partenza da Piazza A. Moro (quota 250 m), si percorre Via delle Vergini che accompagna fuori dall’abitato immettendo, in direzione ovest, su un’antica mulattiera, oggi carrareccia, che corre sulla sinistra orografica del torrente Rava. Raggiunta una prima edicola votiva dedicata alla Madonna si lascia il fondo del torrente per proseguire sempre sulla carrareccia che corre ora lungo l’impluvio a destra che immette in un’ampia vallata dove, in fondo sulla destra, si trova Masseria Maione localmente chiamata “Case Vettese”; un piccolo agglomerato di case abitato fino agli inizi degli anni 70 (3,1 km, quota 410 m). Ora, lungo un tratto di strada asfaltata, si supera “Ponte Spagnolo” per riprendere poco dopo, in direzione nord e in discreta salita, la

mulattiera che conduce a Demanio fino ad arrestarsi davanti all’edicola di Santa Caterina da dove, tornati indietro di circa 200 metri, si prosegue in direzione ovest per la borgata Leone (6,2 km, quota 615 m). Dopo una sosta per una breve rievocazione storica si riparte in direzione est percorrendo una carrareccia che lambisce a sud Valle Manganelli, poco dopo, superato una discreta salita, si trasforma in un caratteristico e splendido sentiero delimitato da muri a secco e conduce direttamente alla borgata Lagoni, massima quota dell’escursione (8,5 km, quota 735 m). Consumato il frugale pasto dell’escursionista si riparte alla volta di Filignano in direzione est-sudest, ora il percorso è quasi tutto in discesa, salvo qualche piccola risalita, e alterna tratti di carrareccia a stupendi tratti delimitati da muri a secco.



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