Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043
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TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 53 - giovedì 5 marzo 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno al Sen. Roberto Ruta
L’Oscar del giorno lo assegniamo a Roberto Ruta. Finalmente, dopo avere sottoscritto due patti con il presidente della Giunta regionale, Paolo Frattura, si è avveduto che nulla di quanto firmato per la soluzione di alcuni problemi di questa terra ha trovato riscontro in atti reali. Ci ha riprovato, il senatore, a parlare con il Governatore ma, sembra, non ci sia stato verso per fargli recepire la necessità di cambiare registro. E, ora, giunge puntuale l’ultimo avviso ai bagnanti.
Il Tapiro del giorno a Tecla Boccardo
Profumo.. di mare
Anche Ruta lo scarica, lui nel week end o va al mare o a Siena (città d’arte) Servizio a pagina 3 7000 Persone giornalmente visitano il nosto sito. Grazie
Il Tapiro del giorno lo diamo a Tecla Boccardo. La sindacalista segretaria regionale della Uil sembra avere perso l'orizzonte sui problemi scottanti di questa regione preferendo, evidentemente, non disturbare più di tanto l'inquilino dell'assessorato al Lavoro. Eppure di aziende in crisi, di lavoratori in cassintegrazione, di giovani che hanno necessità di un lavoro ce ne sono a iosa. Ma il sindacato sembra avere perso lo smalto della protesta e della proposta.
Il Molise e la Grande Guerra in edicola e libreria
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
5 marzo 2015
Ennesimo buco nell’acqua dell’assemblea regionale
L’ordine del giorno sulla sanità ha tradotto la povertà del dibattito e del confronto e la povertà del correttivo al cosiddetto Decreto Balduzzi
Ai molisani andrebbe detto e dimostrato, analisi economiche alla mano, e una volta per tutte, dell’impossibilità di mantenere in vita 6 ospedali e le altre strutture sanitarie disseminate sul territorio nelle condizioni di plusvalenza in cui sono stati tenuti, causando il buco finanziario che non si riesce a turare La conferma è deprimente. Nel consiglio regionale del Molise la ragionevolezza non è di casa. Anche sui punti caldi quale va considerato l’organizzazione territoriale della sanità, permangono le divisioni, i contrasti, le posizioni strumentali che impediscono di raggiungere il livello di responsabilità necessario per raccordare lo stato di fatto di 6 ospedali alle nuove disposizioni legislative e alla conclamata incapacità a ridurre il deficit finanziario. Il dibattito consiliare è stato povero di idee, di analisi, di proposte. Le forze politiche hanno badato ad assegnarsi un titolo di riconoscimento chiedendo al governo di Roma probabilmente cose che oggettivamente non potranno essere date. La maggioranza che s’è creata sull’ordine del giorno conclusivo ha tradotto in termini chiari ed assoluti la povertà del dibattito e del confronto e, soprattutto, la povertà del correttivo al cosiddetto Decreto “Balduzzi” che dal 2012 ha stabilito gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. L’ordine del giorno votato a maggioranza (contrari i consiglieri pentastellati Manzo e Federico) impegna il commissario ad acta per la sanità regionale e presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura a “promuovere iniziative utili per ottenere la modifica del Decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) e in caso contrario ad impugnare lo stesso per la difesa dei diritti costituzionali il cui riconoscimento spetta anche ai cittadini del Molise, e a comunicare il presente ordine del giorno alla presidenza del consiglio dei ministri e ai ministeri della Salute, dell’Economia e delle Finanze e degli Affari regionali.” Aria fritta; acqua calda, se si preferisce. Genericità, approssimazione, assenza totale di un quadro compartivo dell’esistente e delle necessità ponderate, per “obbligare” il Governo a garantire il diritto costituzionale alla salute. L’assenza d’idee e programmi (di riordino), di qualificazione, di distribuzione territoriale della rete ospedaliera e delle altre strutture pubbliche e private che operano nel settore, rende qualunque discorso istituzionale così impostato, stupidamente velleitario. Miseria politica, dunque, e miseria
strumentale. In aggiunta a tutto ciò, e a conferma della ricerca della medaglietta da appuntarsi al petto più che l’unità dell’assemblea, va detto anche dell’ulteriore miseria espressa dalla maggioranza di centrosinistra con un altro ordine del giorno urgente del consigliere (dentista) Domenico Ioffredi perché il presidente Paolo di Laura Frattura, nella sua funzione di
commissario ad acta per il Piano di rientro dal disavanzo nel settore della sanità regionale, rivisiti il programma operativo 2013-2015 tenendo conto: a) dei rilievi sollevati dal tavolo tecnico nella seduta del 18 dicembre 2014, in particolare l’invito ad adottare nuovamente il bilancio d’esercizio consolidato 2013, per la verifica delle importanti rettifiche (che vuol
dire? Ndr); b) di riqualificare l’intera rete ospedaliera mediante la riconversione degli ospedali di piccole dimensioni e la loro trasformazione nei nuovi modelli di offerta sanitaria preservando e potenziando le “eccellenze” in essi consolidatasi e le aree disagiate; c) di riorganizzare e potenziare il servizio di emergenza-urgenza - sanitaria; d) di sviluppare l’assistenza
Al buco finanziario della sanità vanno aggiunti, eccome, i 13.500 euro mensili del commissario - presidente Frattura e i 13.921 del sub commissario Rosato Grande sarebbe l’interesse a conoscere l’operato del sub commissario per l’attuazione del Piano di Rientro dal disavanzo del Servizio Sanitario della Regione Molise Nicola Rosato, e grande la curiosità a capire quali gli apporti tecnici e specifici apportati alla faccenda. Purtroppo, interesse e curiosità sono destinati ad essere disattesi per l’oggettiva difficoltà a penetrare i meandri della funzione sub commissariale, il labirinto delle normative che gli competono, le responsabilità che gli derivano dall’esserlo (sub commissario) nel Molise. In compenso, a dirla tutta, bastano e avanzano le cronache giornalistiche e, soprattutto, la lunga scia di commenti e di polemiche che dal 30 marzo 2007, data in cui è stato stipulato l’Accordo tra il ministero della Salute, il ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Molise, accompagnano l’approvazione del programma operativo di riorga-
L’INTERVENTO Nella seduta monotematica sulla Sanità il MoVimento 5 Stelle ha provato per l’ennesima volta a ridare dignità alla Sanità molisana, proponendo un documento che mirava a unire l’intera Assise per ribadire la prevalenza della Sanità pubblica su quella privata. Un concetto semplice semplice, con un chiaro elemento risolutivo: imporre che l’85% del BUDGET previsto nel fondo regionale venisse destinato alle strutture pubbliche!Invece, per quanto riguarda le imposizioni penalizzanti per il Molise, previste nel famigerato regolamento del Balduzzi, abbiamo proposto
nizzazione e riqualificazione del Servizio sanitario. Un ginepraio inestricabile, fintanto non verrà trovata la soluzione. Obiettivo che chiunque venga gratificato di un compenso annuo, ad hoc, di 134.541 euro (a decorrere dal 7 giugno 2012), dovrebbe anelare a risolvere. Siamo sicuri che il sub commissario Rosato, al pari dei predecessori, stia facendo di tutto per arrivare allo scopo per cui è stato inviato nel Molise e che ogni qualvolta gli viene liquidata la somma di 13.921,63, quale compenso mensile, egli patisca una condizione di disagio psicologico in relazione ai risultati mensili della sua funzione; disagio appena appena mitigato dalla soddisfazione di guadagnare più del commissario ad acta e presidente della giunta regionale Frattura. Di entrambi, però, della condizione disastrosa dei conti pubblici della sanità e della sanità nel suo complesso, i molisani ne hanno piene le scatole.
domiciliare, residenziale e semiresidenziale; e) di potenziare i servizi di prevenzione; f) di potenziare le strutture sanitarie pubbliche pur conservando l’integrazione con quelle private accreditate (un colpo alla botte l’altro al cerchio: cerchiobottismo di sinistra – ndr); g) d’intervenire e sbloccare il turnover nel comparto sanitario;h) di adoperarsi affinché i posti letto spettanti agli Istituti di Ricerca scientifica (Irccs) siano finanziati con risorse dello Stato e non incidano sulla dotazione complessiva del Fondo sanitario regionale”. Una roba del genere è materia sostanziale di dibattito e di confronto, di pianificazione, di organizzazione, di razionalizzazione, di partecipazione, di coinvolgimento, giammai riducibile ad un auspicio rivolto al presidente e commissario ad acta per la sanità regionale, Palo di Laura Frattura. Il ricorso a questi mezzucci politici di bassa lega, a questo sopravvivere alla propria inadeguatezza al ruolo di legislatori, impoverisce ulteriormente l’esistenza dei molisani. Ai quali andrebbe detto e dimostrato, analisi economiche alla mano, e una volta per tutte, dell’impossibilità di mantenere in vita 6 ospedali e le altre strutture sanitarie disseminate sul territorio nelle condizioni di plusvalenza in cui sono stati tenuti, causando il buco finanziario che non si riesce a turare. Se ne devono convincere i demagoghi della politica, della comunicazione, della mistificazione, dell’opportunismo. Soprattutto, occorre una decisa, forte partecipazione al risanamento della sanità molisana dei professionisti che la vivono e che, in molti, la onorano, a tutti i livelli possibili, senza il cui contributo non si arriverà mai ad una “conciliazione”. Purtroppo, l’assenza di una comunicazione aperta, lineare, chiara, inequivocabile nella sua oggettività delle situazioni e delle condizioni in cui è venuta a trovarsi l’organizzazione sanitaria regionale, non aiuta a realizzare un ripiegamento sulla realtà, lasciando agli improvvidi inquilini di Palazzo Vitale e di Palazzo Moffa la possibilità a continuare nella loro flaccida rappresentazione inattitudinale. Mai i nodi sono destinati a venire al pettine. Dardo
Sanità pubblica o privata? Frattura ha scelto una soluzione che puntasse a evidenziarne le illogicità, sostenendo che la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza debba prevalere sui meri numeri che evidentemente ci penalizzano. Fare quindi una scelta sull’organizzazione della rete ospedaliera regionale caratterizzando il Cardarelli di Campobasso come DEA di II livello, il Veneziale di Isernia e il S. Timoteo di Termoli come DEA di I livello e “tutelando” l’Alto-Molise, considerando il Caracciolo di Agnone ospedale di zona disagiata. Ancora una volta tutto questo è stato respinto! Si è assistito a un paradosso:
prima si è votato un documento che impegnava Frattura a contestare al Governo i limiti imposti dal Decreto Balduzzi (no a strutture ospedaliere complesse – DEA II livello – in Regioni con popolazione inferiore a 600.000 abitanti), salvo poi ascoltare dallo stesso Frattura la chiara e manifesta volontà di non aver alcun interesse per una struttura di questo tipo in regione. Non solo. Il voto sul rapporto pubblico-privato aveva una forza superiore a mille richieste di sfiducia ed era legittimato anche dal sostegno di tutti i cittadini e i comitati che ne hanno condiviso l’impostazione. Ma il cen-
trosinistra e il centrodestra hanno deciso di non sostenere questa posizione, di fatto annunciando la volontà di andare verso la privatizzazione della Sanità molisana. Così ora all’orizzonte ci sono la spada di Damocle del Commissariamento, un Tavolo Tecnico che resta sempre critico e un Governo nazionale che si pone costantemente in atteggiamento di chiusura. In conclusione: non bisogna più bussare alla porta di nessuno con il cappello in mano, ma ridare dignità alla nostra Regione se ancora vogliamo sostenerne l’esistenza! Movimento Cinque Stelle
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3 5 marzo 2015
Dire a Tizio, perché Caio intenda. Va, probabilmente, letta sotto la saggia luce di questo vecchio motto popolare, la nota inviata agli organi di stampa dal Senatore Roberto Ruta. Nella nota in questione, il Senatore fa un compendioso rendiconto della sua ultima attività di capogruppo del PD in commissione agricoltura, prima delle intervenute dimissioni; del suo leale spirito di abnegazione con cui ha sostenuto le scelte del partito e della maggioranza, comprese
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Ruta: dire a Zanda perchè Frattura intenda quelle che meno, personalmete, gradiva e/o riteneva giuste. Emendamenti, votazioni, Imu agricola, export del made in Italy e altre piccole e grandi questioni dell’attività a Palazzo Madama. Ma il succo del comunicato ci è sembrato proprio un altro: “Al dictat di Zanda (capogruppo PD al Senato) rispondo che serve più coraggio per buone riforme più di centrosinistra... questo è un tempo che re-
clama chiarezza. In Italia. Nel Molise.” Zac! Eccola la stoccata che secondo noi rende davvero interessante la nota del senatore Ruta. Ci vuole chiarezza, a Roma e in Molise. Messaggio, dunque, molto più per Frattura che per Zanda, a ben guardare. E ora di connotare a (centro)sinistra le riforme a Roma; di cominciare, realmente, a combinare qualcosa in Molise. Disastri a parte. Capito Presidente?
Frattura tra il mare di Termoli e le torri di Siena Il presidente sembra sempre più solo. O si rilancia o dovrà andare al lido o ripercorrere le mura della cinta senese CAMPOBASSO. Per staccare qualche giorno dagli affanni della vita politica regionale, il presidente della Regione, Paolo Frattura, ha approfittato per portarsi in riva all'Adriatico, a Termoli. C'è chi dice per una giornata di mare, per respirare profumo di mare. Proprio mentre ad Isernia, il mai domo Emilio Izzo lanciava una campagna di "impechement" per lo stesso Frattura. Una raccolta di firme per mandarlo a casa per i guasti prodotti in Molise, si legge nella petizione popolare. Tanto che, al mare, per molti molisani potrebbe proprio restarci al fine di evitare altri guai al Molise a partire, proprio, dalla sanità. C'è chi, invece, vorrebbe spedirlo in Toscana ma non a Firenze, città del premier Renzi, ma un tantino più sotto, a Siena. Città medievale e di riflessione. Anche se da qualche tempo una città in disarmo dopo le note traversie del Monte dei Paschi di Siena
per avere elargito soldi a destra e a manca. A Siena, così, potrebbe ritrovare un tantino di buonumore visto e conside-
CAMPOBASSO. L’avevamo più volte invocata ed è, finalmente, arrivata. La partecipazione popolare, vogliamo dire. La collettiva, manifesta assunzione di responsabilità ed iniziativa, che arrivi direttamente dal tessuto civile della regione, per opporsi a tanta “manifesta incapacità” (cit.) politica. Parliamo, ovviamente, del Comitato Impeachment Popolare – “DIMISSIONI PER FRATTURA”. Presentata alla stampa sabato scorso, nella sala Gialla della Provincia di Isernia, dal suo promotore Emilio Izzo, l’iniziativa si propone di creare un pacifico ma determinato movimento popolare di dissenso rispetto al Governo regionale; alle sue (non) scelte; agli imbarazzanti conflitti di interessi che coinvolgono il Presidente della Giunta; ai conclamati fallimenti gestionali ed amministrativi di questi anni di malgoverno. “Dove non può, o meglio, non vuole la politica, dove non può, o meglio, non vuole la magistratura, possono, vogliono e devono i cittadini: “impeachment” popolare, messa in stato di accusa del presidente della giunta regionale del Molise per evidenti conflitti di interessi e per aver mentito, altrettanto palesemente, ai molisani! Dalla biocom alle biomasse (civitas), dalla metropolitana leggera alla devastazione ambientale, dalle mega pericolose discariche al centro di accoglienza-centro delinquenza, dalle abbandonate attività produttive al disastro della sanità pubblica,
rato che nel suo Molise, a partire da Agnone e toccare ogni comune e, ora, anche Ruta il sorriso glielo hanno
tolto. Così, dal castello Svevo di Termoli potrebbe trovare nella turrita cinta di Siena un motivo per restare a galla. Il
presidente nonchè commissario alla sanità, dovrebbe iniziare a guardare attentamente i problemi che da due anni attendono soluzioni. Leggere solo le carte, tuffarsi sui documenti e restare ore e ore a visionarli e rigirarli non porta sempre bene. Il Molise attendeva una strategia, una programmazione, un alto senso di responsabilità politica. Non un burocrate capace di scartabellare le carte ma di non agire per, poi, restare chiuso nelle quattro mura del palazzo di via Genova. Ha fatto bene, allora, ad andare al mare, seppure per un solo giorno, ha fatto ancora meglio a guardare a Siena, con le sue alte torri, per evitare il tracollo politico ma è altrettanto vero che deve decidere se intende governare i difficili processi di questa regione oppure abdicare scegliendo il lido. Le torri di Siena? Le sue mura, ormai, sono state percorse.
tivo: dalla rete alle piazze. Il primo appuntamento è per il prossimo venerdì 6 marzo, dalle ore 15.30 alle ore 18.30, all’altezza dei magazzini Oviesse in corso Vittorio Emanuele a Campobasso; il secondo è per sabato 7 marzo, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, in piazza Celestino V (fontana della Fraterna) a Isernia; infine il terzo è per il giorno di domenica 8 marzo dalle ore 10.30 alle ore 13.30 in piazza Roma a Bojano. Inoltre, per il giorno 6 marzo alle ore 19.00, i componenti del Comitato si ritroveranno, unitamente ai simpatizzanti, presso il “Terzo Spazio”, in via Mazzini a Campobasso, per aggiornarsi sui prossimi appuntamenti e iniziative. Finalmente qualcosa sembra muoversi sotto il pigro cielo molisano.
Nasce il Comitato per le dimissioni del Presidente della Giunta regionale
Dalla Rete alle piazze. Parte la raccolta di firme per la “sfiducia popolare” dalle vergognose mega retribuzioni ai bandi culturali osceni, tutte le imperdonabili negatività di un percorso gestionale che somiglia più ad un percorso di guerra civile che ad una sana amministrazione pubblica!” Eccolo il manifesto del Comitato popolare. Una fotografia, più che un manifesto, in verità.
Martedì era stata la volta degli Indignati a tornare dinanzi i cancelli del Consiglio regionale per chiedere la revisione dei costi della Casta
Battezzato sui social network, il Comitato per l’impeachment del Presidente (procedura che, ricordiamolo, non esiste tecnicamente, ma, come si dice, alle volete basta il pensiero!), ha raccolto in poche ore mille e quattrocento “manifestazioni d’interesse” e, ora, conta di compiere il salto defini-
Finalmente scopriamo che “c’è chi dice no!” Se all’iniziativa del Comitato per le dimissioni del Presidente aggiungiamo le bordate arrivate dal Sindaco e dai capigruppo in Consiglio comunale di Isernia (teoricamente “amici” del Presidente), le contestazioni dei cittadini di Agnone, quelle del Movimento degli Indignati e dei più svariati picchetti che, di volta in volta, si sono succeduti sotto le finestre dei palazzi della politica, possiamo ragionevolmente pensare che il giorno in cui la posticcia macchina del consenso di questa Giunta, di questo Governo regionale, si incepperà definitivamente è più vicino di quanto immaginiamo.
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4 5 marzo 2015
Discarica di Montagano, troppi interrogativi Il Coordinamento regionale di Libera Molise torna a denunciare i rischi che potrebbero aversi dall’ampliamento aLE DISCARICHE, COME I FIORI, SONO COSA DELICATA E COME TALE DEVONO ESSERE TRATTATE. L’ACCOSTAMENTO È VOLUTAMENTE ARDITO E VOLUTAMENTE PROVOCATORIO. (articolo pubblicato sul periodico “La Fonte” – Marzo 2015) di Cristina Muccilli* Nel 2011, l’ARPA Molise rileva, presso la discarica di Colle Santo Ianni nel comune di Montagano, quanto segue”…il confronto dei valori sui campioni di acque superficiali …evidenziano una variazione sostanziale della facies chimica, chimico – fisica e microbiologica in quanto le concentrazioni dei diversi parametri risultano essere diffusamente aumentate nell’acqua a valle della discarica rispetto a quelle poste a monte della stessa”. Cause di questa trasformazione negativa delle acque del torrente delle Pianesono la mancata copertura definitiva di un bacino di smaltimento esaurito ed un inadeguato sistema di convogliamento delle acque piovane. In sostanza, la pioggia, anziché essere opportunamente incanalata e quindi allontanata dal sito in questione, permea la massa di rifiuti del bacino non isolato a norma e trasporta a valle sostanze dannose per le acque del torrente.Così risponde la Comunità Montana “Molise Centrale”, proprietaria della discarica: 1) Le cause della “episodica” anomalia rilevata dall’ARPA Molise sono da accertare in quanto nel punto in cui è stato fatto il prelievo confluisce l’acqua piovana proveniente dalla strada che collega il comune di Montagano alla Fondovalle Biferno, da quella di accesso alla stessa discarica e dai terreni agricoli circostanti. Ciò che nei periodi di secca si sedimenta sul fondo del torrente viene invece portato a galla dalle piogge abbondanti. Come dire che gli elementi inquinanti provenienti da questi tre siti sono notevolmente maggiori di quelli di tonnellate di rifiuti, o che la strada di collegamento con la fondovalle sia la Salerno- Reggio Calabria. 2) I lavori di copertura finale del bacino esauritosi nel 2008 furono sospesi “a causa di alcuni cedimenti dell’argine di valle della discarica,...si evidenziava lo stato di necessità ed urgenza per lavori di messa in sicurezza dell’impianto in trattazione”.Quindi con copertura provvisoria costituita da un metro circa di argilla, il bacino vede l’inizio dei lavori di messa in sicurezza nel settembre del 2008. I lavori sono ultimati a dicembre 2010; il dato si commenta da sé. Ma l’avventuroso cammino del sito non si conclude qui poiché solo a gennaio 2011 la Comunità Montana ( ed evidentemente la gestione della discarica) si rende conto che la copertura definitiva del bacino, così
come prevista dal progetto originale, è troppo pesante. Reiterati solleciti di approvazione di un nuovo e più leggero pacchetto di copertura portano finalmente ad un incontro tra l’Assessorato all’Ambiente della Regione Molise e la Comunità Montana a giugno del 2011. Le discariche, come i fiori, sono cosa delicata. A gennaio l’Amministrazione Comunale di Montagano ha incontrato la cittadinanza, comitati, associazioni (non solo del territorio strettamente comunale) sul tema specifico della discarica di Colle Santo Ianni. In quella sede è stata lamentata da tutti la precaria struttura del sito interessato da una
frana, è stato ribadito il concetto di determinazione temporale di una discarica che necessariamente deve avere un limite. Sono stati riconfermati i giudizi negativi sul progetto di ampliamento dell’impianto di compostaggio dell’organico proveniente da una agognata raccolta differenziata di una intera regione; perché spendere milioni di euro per un mega impianto in una discarica che deve chiudere, quando sono già operanti altri due siti? E qualora non fossero sufficienti perché non utilizzare tutto quel denaro per individuarne e progettarne un terzo in un luogo più idoneo?A cosa e a chi serve un sovradimensionamento così spropositato del tonnellaggio da compostare? E perché
non richiedere una Valutazione di Impatto Ambientale, se non lo si fa per questo genere di opere, quando farla? La discarica è maleodorante, i miasmi raggiungono non solo Montagano ma anche Petrella, ci sono i gabbiani anche se non c’è il mare, cambiamenti così rilevanti danno molto da pensare. Per tutti i presenti il sito è da chiudere. Poi è arrivata la chicca, la ciliegina finale, secondo i risultati di analisi fatte da privati presso un laboratorio accreditato, nel torrente delle Piane, a valle della discarica, si è riscontrata una rilevante presenza di metalli pesanti. La costernazione e lo stupore del sindaco e degli assessori era evidente e la risposta è stata immediata “ Dai dati ARPA trasmessi a questo Comune
non è emersa alcuna anomalia, tutti valori nella norma”.Nessun accenno ai rilievi fatti dall’ ARPA nel 2011. Come nessun accenno è stato fatto di ciò: con nota del 28 novembre 2014 e successiva integrazione del 16 dicembre 2014, l’ARPA trasmetteva al Comune di Montagano i risultati “delle attività di monitoraggio delle acque sotterranee effettuate nei mesi di luglio e settembre del 2014 dai quali si evince il superamento dei valori fissati per i solfati e per il manganese. La prima nota ARPA si conclude così “…tenuto conto che ad oggi non è stata ancora attivata la procedura di cui all’art. 242 del D.Lgs 152/06 … si invita codesto Comune ad attuare gli adempimenti di competenza….” ovvero l’avvio della procedura per la bonifica di siti contaminati. Ultima annotazione, ad ottobre 2014 anche la Provincia di Campobasso, richiamandosi allo stesso D.Lgs.152/06, conclude le sue precisazioni al Comune così “…il Comune di Montagano risulta titolare dell’intero procedimento.”.Ma tutto ciò - che è stato taciuto - è sicuramente una dimenticanza. Per nostra fortuna il Consiglio di Stato ha accolto la sospensiva del mega impianto di compostaggio proposta nel ricorso Codacons. Le discariche, come i fiori, sono cosa delicata. *Coordinamento regionale di LIBERA Molise
La Cgil protesta “Precari scuola, Renzi rimescola le carte” Sono una ragazza di 34anni molto semplice, ciò che più desidero è incontrare un bravo ragazzo, con la testa sulle spalle, per metter su famiglia. Fisicamente sono di altezza media, magra, riccia e occhi azzurri, vesto in maniera femminile ma senza esagerare perché non amo mettermi in mostra, sono una ragazza discreta e riservata.
Ciao, sono un ragazzo di 36 anni molto sportivo, mi piace leggere, soprattutto i thriller, il cinema e il mare. Sono riservato, ci metto un po’ prima di aprirmi agli altri, ma appena abbasso le mie barriere, divento simpatico e scherzoso! Fisicamente mi considerano carino, ma ciò che le persone apprezzano maggiormente in me è la mia personalità dolce e determinata nello stesso tempo.
Sono rientrata dal nord-Italia per problemi familiari, sono molto legata alla mia famiglia, ho dei valori solidi e spero di conoscere presto un bravo ragazzo con cui costruire una storia bella con dei figli. Ho 41 anni, fisicamente sono bionda con gli occhi chiari, mi piace vestire alla moda ma sempre in modo sobrio. Sono dolce e sensibile e quando mi innamoro mi dedico totalmente alla persona che ho accanto.
Sono un ragazzo abbastanza carino, alto, magro, mi piace vestire in modo curato. Mi sono iscritto a quest’ agenzia per essere aiutato a conoscere persone nuove, mi guardo intorno e vedo i miei amici fidanzati o sposati, uscire con coppie non è stimolante. Ho 40 anni, lavoro come commerciale per un’azienda molisana, ho una vita serena, ma mi manca una compagna.
Le persone mi definiscono dolce e romantica, amo la vita in tutte le sue sfaccettature, accetto le cose belle ma anche quelle brutte! Non mi arrendo mai, sono combattiva e sincera. Ho 45 anni, fisicamente sono magra, di altezza media, capelli lunghi, pelle scura, mi piace curarmi ma senza esagerare. Ho 2 figli abbastanza grandi e autonomi e di conseguenza tanto tempo libero da dedicare a un compagno amorevole e intelligente. Sono una ragazza nubile di 50 anni, mi piace definirmi scherzosamente “con pochi pregi e molti difetti”! Ho tanta voglia di tornare ad amare e, dopo le varie delusioni, non è facile per me. Sono carina e particolare, anche il mio look non è ordinario, amo ballare, gli animali e la vita. Ho 57 anni, sono separata da molto, ho 3 figli grandi e amo stare a contatto con la natura. Mi piace cucinare e preparare dolci, pane e pasta fatti in casa, adoro prendermi cura delle persone che amo. Fisicamente sono bionda, capelli lunghi, curata, ancora una bella “ragazza”! Sono vedova da molto, ho 63 anni e due figli grandi con le loro famiglie, vivo sola e mi sento “sola”! Mi manca la presenza di un uomo nella mia vita, sentirmi amata, ricevere dei gesti di affetto e di stima! Sono disposta anche a trasferirmi o ad accoglierti a casa mia.
Nella mia vita ho avuto soltanto due relazioni importanti, per il resto mi sono dedicato solo al mio lavoro di tecnico specializzato presso una grande azienda. Ho 46 anni, sono alto, occhi chiari, caratterialmente sono buono e disponibile, in casa mi occupo di tutto, sono autonomo, ma mi manca una compagna dinamica, attenta e vivace, che riempia la mia casa di allegria e vita. Non mi sono mai sposato, ho avuto relazioni di poco conto e adesso, a 51 anni, vorrei tanto conoscere una donna, anche con precedente matrimonio e figli, con cui condividere tutto! Ho una buona disponibilità economica, una casa di proprietà e tanto tanto amore da offrire alla donna che vorrà conoscermi. Credevo di non volere più una relazione, per diverso tempo sono rimasto solo, ma oggi ho capito che non è la vita che vorrei! Sono un uomo ancora giovane sia per l’età, ho 54 anni, ma soprattutto per lo spirito. Mi piacciono le cose semplici, il mare, le gite fuori porta e mi ritengo una persona sincera e solare. Sono vedovo, lavoro in un ente pubblico e ho un figlio grande e indipendente. Ho 61 anni, sono vedovo e pensionato. Mi sono ritrovato solo nella fase della vita in cui, forse, si può tornare a rilassarsi e a prendersi cura di sè e della propria donna. Mi sento ancora giovane, ho una solida posizione economica, vorrei una compagna con cui dividere le giornate, anche senza convivenza, purché diventiamo l’una il sostegno dell’altro
CAMPOBASSO. “Alla roboante politica degli annunci, il Governo fa seguire quella del rinvio e del rimescolamento delle carte”. Lo sostiene la Flc Cgil sulla questione scuola. “Così sta succedendo con i precari della scuola. Dopo aver sbandierato per mesi la stabilizzazione di 150 mila precari, cambiando continuamente idea sul numero e sui precari da assumere, adesso si rinvia tutto. E’ assurdo pensare che sulle immissioni in ruolo dei precari della scuola si possa procedere con un disegno di legge. In tutti questi mesi il Governo ha rifiutato di discutere con le Organizzazioni sindacali un piano serio per stabilizzare il precariato della scuola nel rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea, sentenza che definisce illegittimo l’uso prolungato dei contratti a termine in tutti i comparti della conoscenza e che non può essere stravolta e aggirata”. La FLC CGIL Molise, da parte sua, ha presentato 200 ricorsi ai giudici molisani per chiedere la stabilizzazione dei precari della scuola che hanno i requisiti dei 36 mesi di servizio su posti disponibili.
TAaglio lto
5 5 marzo 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
A due mesi dall’inaugurazione la giunta regionale ha affidato due linee d’indirizzo (“Dall’expo ai territori” e “Art’expo in Molise”) a Sviluppo Italia Molise e alla Fondazione Molise Cultura
La partecipazione della regione Molise alla mostra mondiale di Milano è sommariamente definibile: improvvisazione
Mancano circa 60 giorni all’inaugurazione della mostra internazione Expo 2015 a Milano e il Molise si sta attrezzando per l’ennesima brutta figura sul proscenio internazionale. Difatti è in grave ritardo nella messa punto del programma con cui intende presentarsi al mondo. E appena di qualche settimana fa la delibera della giunta regionale con la quale è stato recepito il documento istruttorio firmato dall’ingegnere Mariolga Mogavero della Direzione generale della giunta, che dispone l’avvio della fase operativa delle linee d’indirizzo “Dall’expo ai territori”e “Art’expo in Molise”. Se ne occuperanno rispettivamente Sviluppo Italia Molise spa e la Fondazione Molise Cultura. Che la giunta ritiene abbiano la necessaria capacità organizzativa e la necessaria esperienza per fronteggiare eventi mondiali. Sviluppo Italia Molise dispone di un finanziamento di 430mila euro. I soldi li deve spendere in appena due mesi. Sono da immaginare i provvedimenti emergenziali che giustificheranno il superamento delle procedure di garanzia cui la spesa pubblica, quantunque affidata, si deve attenere. Fondazione Molise Cultura non dispone di finanziamenti ad hoc: deve provvedere di suo. Di entrambi gli interventi non si conoscono i contenuti, gli obiettivi,
CAMPOBASSO. “E’ sempre più caos istituzionale intorno al processo di riordino delle Province, oltre al già difficile quadro normativo disegnato dalla Legge Delrio e dalla successiva Legge di Stabilità 2015, bisogna aggiungere l’assenza di un’apposita legge regionale per il riordino delle funzioni delle Province”. A parlare la consigliera di centrodestra, Angiolina Fusco Perrella, che con la condivisione di Michele Iorio, Giuseppe Sabusco e Salvatore Micone ha presentato un ordine del giorno. “Ormai sono alle porte le scadenze temporali fissate dalla Legge di Stabilità, in particolare quella che invita le Province a stabilire entro il 31 marzo gli esuberi dei dipendenti, parliamo in questo caso di 88 lavoratori molisani per i quali bisogna garantire il livello occupazionale, per i quali non si può perseguire unicamente la strada della mobilità. Presidente Frattura, perché questa situazione? Perché in Molise c’è ancora questo vuoto normativo? La Regione è ancora ferma alla Deliberazione n. 759 del 31 dicembre 2014, con la quale è stato preadottato un disegno di legge che detta unicamente norme di principio, senza indicazioni sul riordino delle funzioni provinciali non fondamentali, rinviando il tutto a successive leggi regionali di riordino. Perché il Molise ancora non adempie gli obblighi istituzionali previsti dalla legge Delrio? Perché questo esecutivo non ha ancora tracciato in maniera certa e definitiva i ruoli, le
gli strumenti: niente di niente. Si gioca a mosca cieca. Sì, ma con denaro pubblico proveniente dai fondi europei della programmazione 2007/2013. Che la dice lunga come sia lenta, plantigrada, pigra, la macchina regionale nell’investire le risorse finanziarie. Si sa che Sviluppo Italia Molise e la Fondazione Molise Cultura hanno il cappio della fretta al collo. Ma è tutto l’impianto della partecipazione del Molise ad Expo 2015 che lascia perplessi per la superficialità con cui procede, e per il numero di soggetti che vi prendono
parte (tra gli altri i componenti del Tavolo tecnico: i direttori dell’Area Prima, dell’Area Seconda e dell’Area Terza della Direzione generale della Giunta regionale, e dal direttore del Servizio Gabinetto del Presidente della Regione e degli AA. II, con il supporto operativo della Fondazione Molise Cultura e della Società Sviluppo Italia) . La frammentazione non aiuta certo a sostanziare un profilo definito del Molise. Ciascuno dei responsabili delle varie tranche in cui è stata ripartita la presenza molisana a Milano alla fine dei
conti dirà di aver fatto il possibile, di aver generato un successo e una affermazione per la nostra realtà economica, storica e culturale, di aver rappresentato come meglio non sarebbe potuto essere il Molise. E i commenti seguiranno a ruota, secondo convenienze e simpatie. Un copione già scritto e, purtroppo, già recitato. Alcuni interventi sono sicuramente più avanti di quelli di cui si dovranno occupare Sviluppo Italia Molise e la Fondazione Molise Cultura. L’università, ad esempio, cui è stato affidata la rappresentazione del territorio, dei tratturi in particolare, dei prodotti della terra e via dicendo. Avanti anche la Camera di Commercio. Ma siamo sempre in presenza di una coperta a più colori rammendati (patchwork). La Regione stessa per Expo 2015 ha mostrato di essere una sorta di patchwork amministrativo: deleghe e affidamenti, sperando che gli torni utile qualcosa. Non sappiamo con quanta ragione sia possibile sperare che la ripartizione di progetti, iniziative, e interventi non coordinati da un’unica regia possa dare risultati apprezzabili. Apprezzabili invece le motivazioni della partecipazione alla Mostra mondiale: un’occasione di rilancio, a livello internazionale, del ruolo, della storia e della tradizione italiana, un’opportunità imperdibile
“Province, la Regione non ha legiferato” Il centrodestra presenta un ordine del giorno funzioni e soprattutto le risorse che la Regione deve trasferire alle Province? Gli esempi positivi da seguire ci sono, per esempio il Consiglio regionale della Toscana già lo scorso 25 febbraio ha approvato un disegno di legge che ridisegna l’assetto delle funzioni portando in Regione tutte le materie ambientali e assegnando ai Comuni turismo, sport e tenuta degli albi del terzo settore; anche nel vicino Abruzzo è stata presentata dai Presidenti delle Province una proposta che entra nel merito del riordino delle funzioni regionali e locali nell’ottica di un miglioramento delle prestazioni ai cittadini. Ci sono poi le iniziative normative portate avanti da Piemonte, Liguria e Toscana che potrebbero essere prese a modello. Vorremmo anche sapere a che punto è l’attività svolta dall’Osservatorio sulla finanza territoriale della Regione Molise, istituito con lo scopo di dare impulso e coordinamento alla ricognizione delle funzioni amministrative e provinciali oggetto di riordino, allo scopo di formulare proposte concernenti la loro riallocazione presso il livello istituzionale più adeguato. La invitiamo, Presidente, a recepire in sede legislativa, insieme alla Giunta e ai tecnici che dovranno predisporre la legge di riordino, l’indirizzo regionale che deve fare sistema con la legge Del-
rio, perché solo così sarà possibile delineare un sistema territoriale che funzioni, cogliendo l’occasione di ridisegnare gli ambiti territoriali ottimali di esercizio delle funzioni, proprio con il livello provinciale di raccordo delle istituzioni comunali. La esortiamo, quindi, a rispettare quanto assunto con la Deliberazione n. 759/2014, quando veniva fissata come priorità “l’adozione della legge di attuazione della Legge 56/2014 per l’attribuzione delle funzioni attualmente svolte dalle Province, nelle materie di competenza regionale nonché definire le fun-
zioni di riordino territoriale con particolare attenzione alla individuazione delle dimensioni territoriali ottimali per la gestione associata delle funzioni comunali”. Con questo ordine del giorno chiediamo che la Regione metta al centro delle sua attività la salvaguardia dei livelli occupazionali, il rispetto del criterio di sussidiarietà e adeguatezza, la politica razionale sull’attribuzione delle funzioni “non fondamentali”, la garanzia sulla gestione delle risorse finanziarie e la funzionalità degli enti locali”.
per mostrare al mondo intero le eccellenze, le capacità e le peculiarità tecnologiche e produttive dell’Italia e delle sue realtà regionali; una vetrina internazionale unica ed imperdibile per la Regione Molise, soprattutto per la visibilità e la valorizzazione dell’offerta economica, turistica e culturale che il nostro territorio può trarne partecipando alla Mostra sull’Italia delle Regioni, ai servizi per la rappresentanza istituzionale e per le relazioni internazionali, e alla spazio espositivo dedicato. Soldi non mancano avendo a disposizione un budget complessivo di oltre 20 milioni di euro. Nell’ambito di “Dall’expo ai territori”, affidato a Sviluppo Italia Molise, si sa solo che verrà dato vita a un progetto dal titolo esotico “Earth and Truffles” che equivale a “Terra e Tartufi”; nell’ambito di “Art’expo in Molise” affidato alla Fondazione Molise Cultura, l’obiettivo è creare un connubio tra arte, cultura, spettacolo e peculiarità del territorio molisano. Molte iniziative si confondo e si accavallano. Questa ultima, sicuramente con le iniziative dell’università. L’immagine della partecipazione è sommariamente definibile: “improvvisazione”. Dardo
E De Matteis è costretto a tagliare i fondi per il personale CAMPOBASSO. Tagli del 50% alla spesa del personale della Provincia di Campobasso. Sono gli effetti della legge di stabilità 2015 che dispone per le Amministrazioni interventi sulla dotazione organica. L’Esecutivo di Palazzo Magno ha provveduto, con una delibera, a ricondurre la spesa finanziaria nei limiti imposti dalla legge, fissandola a circa 5,2 milioni di euro a fronte dei 10,5 dello scorso anno. Intanto, della questione ne discuterà il Consiglio provinciale di Campobasso chiamato a ridefinire una linea d’azione proprio rispetto alla regione che, fino a questo momento, non ha ancora ottemperato con una propria legge. Mentre i cittadini lamentano l’abbandono della manutenzione delle strade provinciali, il continuo segnale di dissesti e frane e l’impossibilità di ottenere risposte. L’errore del governo di avere tagliato le Province ora si riversa, come al solito, sui cittadini.
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Campobasso
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Diga di Occhito, aperte le saracinesche Tant’acqua all’interno dell’invaso e sono scattate le procedure di salvaguardia CAMPOBASSO. Tanta acqua nella diga di Occhito, il lago artificiale al confine tra la Puglia e il Molise. Negli ultimi giorni l’invaso ha superato il livello di 192 metri e sono scattate le procedure previste dal sistema di Protezione Civile. Sul sito del Consorzio di Bonifica di Capitanata, l’ente che gestisce la diga, si riportava un livello di 193,07 metri e una disponibilità di più di 220 milioni di metri cubi. Lo scorso anno, nella stessa giornata, il livello si attestava sui 192,63 metri e la disponibilità raggiungeva i 214 milioni di metri cubi. È dunque da alcuni giorno scattato il piano che prevede il deflusso dell’acqua a valle. “La situazione è sotto controllo”, spiega il direttore generale del Consorzio di Bonifica della Ca-
pitanata, Francesco Santoro che aggiunge “Noi seguiamo una procedura ormai consolidata. Abbiamo delle prescrizioni da parte della protezione Civile e le rispettiamo”. Il responsabile dell’Ente di bonifica evidenzia che “non ci sono problemi di allagamenti, la situazione viene monitorata senza problemi e il deflusso viene organizzato con le procedure stabilite”. In tanti, negli ultimi giorni, hanno osservato, passando con l’auto, lo “spettacolo” dell’acqua che fuoriesce dalla parte superiore della diga. Il lago di Occhito è uno degli invasi artificiali più grandi d’Europa realizzato con uno sbarramento sul fiume Fortore che poi continua il suo deflusso fino alla costa adriatica.
“Il Pd non ha scelto nessun candidato” A Bojano si avvia la macchina elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione BOJANO. Il circolo del partito democratico di Bojano, più volte tirato per la giacchetta, a torto o a ragione, su questioni della vita politica bojanese precisa che: 1) Non ha stretto accordi con chicchessia per le prossime elezioni comunali. 2) Non ha individuato nomi su possibili candidati a sindaco.
3) Ha come obiettivo la rinascita di una comunità, che solo unita riuscirà a risolvere atavici problemi, e il clima forcaiolo che si respira in città non aiuta nell’intento. 4) E’ sua intenzione preparare un documento da sottoporre alle forze del centro sinistra e a chi ha volontà di affrontare e nonché risolvere i problemi. Stabilendo
quindi modi e tempi per eventuali aggregazioni. 5) E’ convinto che il clima da vendetta non sia l’atteggiamento giusto per cercare di ridare alla città la dignità che merita. Denunciando misfatti e alimentando il clima di odio non si risolvono automaticamente i problemi. Vogliamo fare e ricevere propo-
ste per cosa e come risolvere i problemi. Siamo aperti a qualsiasi proposta. Non accetteremo veti su persone. Non ne possiamo più di questo clima che ha portato in questi anni al degrado e alla sconfitta scientifica della sinistra che dai moderati bojanesi viene vista solo come una sinistra antagonista.
Melosonoperso’, la rassegna che riapre l’Odeon Alla ex Gil, l’operazione di recupero del cinema invisibile CAMPOBASSO. È stato presentata, all’ex Gil di via Milano, l’iniziativa cinematografica organizzata dalla Fondazione Molise Cultura, che prevede la riapertura della sala cinematografica dell’Odeon, lo storico cinema del capoluogo. A illustrare il progetto il presidente della Fondazione, Antonella Presutti, che ha fortemente voluto riportare al centro della città questo strumento di cultura e di aggregazione, rappresentato appunto dal cinema. “Abbiamo scelto - ha esordito la Presutti - una programmazione cosiddetta di nicchia, si tratta di un percorso di 10 film d’autore che non hanno ricevuto l’attenzione del cinema commerciale. Proprio per questo – ha specificato – la rassegna è stata intitolata ‘Me lo sono perso’. L’obiettivo è quello di rappresentare un settore del cinema troppo spesso messo ai margini dagli interessi dei botteghini delle grandi sale”. Gli spettacoli saranno proiettati ogni giovedì alle 17.30 e alle 19.30 e proseguiranno fino a giovedì 7 maggio. “Si è lavorato molto sull’accessibilità agli spettacoli - ha continuato il numero uno della Fondazione - portando a 3 euro il costo del
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biglietto, con la possibilità di acquistare l’intero pacchetto a 20 euro. In questo modo – ha concluso – tutti potranno accedere a tale attività”. Alla presentazione del cartellone cinematografico anche il direttore della Fondazione Molise Cultura, Sandro Arco. “Crediamo che l’iniziativa vada anche a coprire un vuoto della proposta cinematografica locale e ci auguriamo che questa riapertura significhi molto per la città, in quanto rappresenta un servizio nel cuore del centro”, le parole di Arco. Tra i film scelti per la rassegna cinematografica ci sono titoli come ‘I Corpi estranei’ di Mirko Locatelli; ‘Oh boy’ di Jan Ole Gerster; ‘Lo sconosciuto del lago’ di Alain Guiraudie, solo per citarne alcuni. Tale iniziativa, cosi come altre messe in piedi dalla Fondazione, si inquadra in progetto duraturo e non temporaneo, che sarà riproposto anche nel corso dei prossimi anni. Il primo appuntamento è fissato per giovedì 5 marzo alle 17.30, quando in sala sarà proiettato il film ‘La Religieuse’ di Guillaume Nicloux, una storia che si ricollega non per caso al tema della festa della donna.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La città, urbanisticamente uno strazio Il completamento dell’edificio in via San Giovanni fotografa l’attuale momento CAMPOBASSO. Il giorno in cui la proposta del nuovo Piano regolatore generale della città firmato dal professore Beguinot è definitivamente decaduta, abbiamo scritto testualmente: “La città sarà di nuovo destinata ad essere gestita ed utilizzata seguendo la legge dei poteri forti e delle clientele. E se l’esercizio del diritto fosse ancora una sana abitudine in questo nostro Paese, ci sarebbe spazio e modo di farla pagare a chi ne ha la colpa e non al solito cittadino indifeso”. Campobasso è nelle mani dei poteri forti che detengono il monopolio dei terreni e delle costruzioni, e della città fanno ciò che vogliono. Cambiano la destinazione urbanistica dei suoli
e le zone destinate a verde pubbliche si prestano ad essere aggredite dal cemento. Così come, con lo strumento dei piani di recupero, si edifica in ogni angolo della città senza alcun rispetto per l’esistente. I reciproci vantaggi (economici e clientelari) dell’amministrazione comunale e dell’imprenditore si vanno a loro volta a quantificare negli accordi di programma. Ciò che sta venendo fuori ad aggravare l’orgia edilizia che ha contraddistinto il quindicennio della gestione di centro-sinistra a Palazzo san Giorgio, ha qualcosa di straordinariamente negativo sul piano della logica costruttiva e della razionalizzazione del territorio. Migliaia di metri cubi di cemento
stanno colando tra l’attuale sede l’Agenzia regionale per l’innovazione e lo sviluppo dell’agricoltura, in Via Gian Battista Vico, e il semaforo all’incrocio con Via san Giovanni. Parte di quelle migliaia di metri cubi di cemento è già colata e i pilastri dell’edificio in costruzione lambiscono il marciapiede. Urbanisticamente e funzionalmente un vero e proprio stupro. Quell’incrocio raccoglie una notevolissima corrente di traffico e l’immobile in costruzione a ridosso del marciapiede segna la vergogna di una soluzione a totale dispetto dell’interesse pubblico. Nonché l’impossibilità, presente e futura, di creare uno snellimento veicolare e la
velocizzazione del traffico. Quel punto sarà uno dei nodi scorsoi che strangolano la città. Siamo di fronte alla ennesima dimostrazione dell’aggressività speculatrice in una città che della speculazione edilizia è un emblema (basterebbe leggersi i dati relativi alle concessioni in deroga per avere la misura esatta). Chi ha approvato quel progetto meriterebbe di essere additato responsabile di un vulnus insanabile alla razionalizzazione urbana, di un affronto ai canoni elementari della decenza costruttiva, anche qualora fosse nella condizione di dimostrare di essersi mantenuto nell’ambito del regolamento edilizio in vigore.
Senza stipendio protestano all’Asrem Sono i dipendenti della Fondazione Mileno di Vasto alla quale l’azienda molisana non ha versato 10 milioni di euro CAMPOBASSO. Da tre mesi sono senza stipendio perché le aziende sanitarie locali non pagano i loro debiti. I dipendenti della Fondazione Mileno di Vasto sono partiti dall’Abruzzo per dare vita ad una protesta davanti alla sede dell’Asrem, l’azienda sanitaria del Molise, a Campobasso. “Mentre per l’Abruzzo e per la Puglia si sta andando verso uno sblocco della situazione – ha spiegato Daniele Leone della Cgil -, per il Molise c’è una quadro molto preoccupante: i debiti sono di circa 10 milioni di euro
Educazione stradale con Icaro Il progetto della Polizia di Stato giunge alla sua 15esima edizione CAMPOBASSO. Al via, in questi giorni, il Progetto Icaro, la campagna di educazione stradale rivolta agli studenti e finalizzata alla promozione ed alla sensibilizzazione della cultura della sicurezza, promossa dalla Polizia di Stato insieme ai Ministeri dell’Istruzione e delle Infrastrutture e Trasporti, alla Fondazione ANIA per la sicurezza stradale, al Dipartimento di Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma, al Movimento Italiano Genitori, alla Federazione Ciclistica Italiana, al Gruppo ASTM¬SIAS, con il contributo di aziende del settore ciclistico. Da molti anni ormai, il Progetto – giunto quest’anno alla XV^ edizione – assicura la presenza qualificata degli operatori della Polizia Stradale nelle scuole, peraltro molto apprezzata dai docenti e dagli alunni, con lo scopo di aiutare le nuove generazioni a diventare pedoni, ciclisti ed automobilisti responsabili e rispettosi delle regole della strada. Quest’anno, il progetto coinvolgerà bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni sul tema della sicurezza in bicicletta per imparare come comportarsi sulle due ruote, rispettano tutti gli utenti della strada e facendo rispettare le regole anche ai familiari. Diversi i percorsi educativi proposti e che saranno differenziati in base all’età. I bambini delle primarie, ad esempio, saranno coinvolti in giochi e simulazioni insieme a genitori e nonni. Per gli studenti della scuola secondaria di primo grado, invece, è stata prevista un’attività educativa che coinvolga i ragazzi all’uso della bicicletta come primo mezzo di trasporto, mentre per quelli della scuola secondaria di secondo grado saranno affrontati i temi della sicurezza stradale e della disabilità, anche attraverso il contributo di testimonianze di giovani vittime di incidenti stradali. Nella provincia di Campobasso, gli operatori della Polizia Stradale incontreranno – ad iniziare dal prossimo 6 marzo - gli studenti dei seguenti istituti scolastici: Guglionesi - Istituto Omnicomprensivo, una classe della scuola primaria;
Campobasso - Istituto Comprensivo “Petrone”, classe 3a sez. D della scuola primaria; Campobasso - Istituto Comprensivo “Colozza” , classe 1a sez. B della scuola secondaria di primo grado; Campobasso - Istituto Comprensivo “D’Ovidio”, una classe della scuola secondaria di primo grado; Campobasso - Istituto Tecnico Industriale “Marconi”, classe 2a sez. B; Come di consueto, al Progetto Icaro è abbinato un concorso sui temi della sicurezza stradale che negli anni ha visto la partecipazione interessata e costante di docenti e studenti con la produzione di elaborati anche di alto livello qualitativo. Il concorso, indetto dalla Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione del MIUR, in collaborazione con tutti i partner, è destinato agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado e propone la progettazione e la realizzazione di un elaborato dal titolo: “Sicuramente in bici”. Focalizzando l’attenzione sulle regole da rispettare in bici per pedalare in sicurezza, l’elaborato potrà essere svolto anche in chiave ironica e realizzato individualmente o in gruppo. Sul sito informativo del Progetto, www.webicaro.it, è presente un apposito spazio dove le scuole potranno registrarsi e pubblicare il lavoro realizzato. Gli studenti autori dei lavori vincitori saranno invitati ad una cerimonia ufficiale di premiazione. Inoltre, i vincitori per le scuole secondarie di secondo grado potranno partecipare, insieme al docente accompagnatore, ad un campus formativo di tre giorni presso il Centro Addestramento della Polizia di Stato di Cesena.
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Isernia
5 marzo 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Pronto soccorso, è stato di agitazione La protesta è per tornare a denunciare la cronica carenza di personale al Veneziale ISERNIA - Dichiarato lo Stato di agitazione per il pronto soccorso dell’ospedale Veneziale, causato dall’ormai cronica carenza di personale. A quanto pare sarebbe stato chiesto al personale di coprire dei turni anche presso il presidio di soccorso di Venafro, colpito anch’esso dalla stessa’sindrome’. I medici isernini hanno dato la loro disponibilità per la prima metà del mese di marzo considerando anche che una situazione di questo tipo è del tutto anomala. Infatti, si legge in una nota stampa rilasciata agli organi di informazione, spostare il personale da Isernia, con un pronto soccorso che spesso si trova in difficoltà per l’elevato flusso di pazienti, a Venafro dove il numero di urgenze in genere è nettamente più basso, sembra una follia. Nella scomoda e difficile situazione in cui verte il pronto soccorso di Isernia si è comunque riusciti a trovare un equilibrio che permetta la gestione del reparto che, con queste ulterioridestrutturazioni, rischia di non poter garantire un servizio idoneo alla popolazione. Sempre dalla nota stampa si evince anche che al ‘posto di aumentare i posti letto per pazienti lungodegenti si preferisce destrutturare e quindi destabilizzare una struttura esistente e funzionante’. Per questo motivo il personale in questione ha deciso di riprendere lo stato di agitazione, sotto la PROTEZIONE dei sindacati, portando avanti iniziative che non permettano la perdita delle funzioni fondamentali del presidio. Così come i dipendenti anche tutta la popolazione verrà coinvolta e avvisata in caso di prese di posizione.
Operaio forestale ferito, messo in salvo Sono stati i Vigili del Fuoco di Isernia ad intervenire a Pozzilli per salvare l’uomo POZZILLI. Alle ore 11:00, di ieri, è pervenuta una richiesta di soccorso, al 115, per recupero operaio forestale che era rimasto infortunato durante lo svolgimento di attività di disboscamento. Dalla Sede Centrale del Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Isernia per recuperare l’in-
fortunato è stata inviata una partenza ordinaria e il nucleo SAF(Speleo Alpino Fluviale). Infatti per raggiungere l’operaio nel comune di Pozzilli è stato necessario percorrere un tratto di strada non asfaltata con mezzi a trazione integrale e successiva-
mente a piedi lungo un impervio sentiero. Raggiunto l’infortunato, con il personale del 118, a seguito, si è stabilizzato l’infortunato e con una barella dei VF del tipo portantina (a “spalla”) è stato trasportato all’autoambulanza distante poche centinaia di metri ma su un terreno fortemente im-
pervio. L’infortunato, in condizioni non gravissime, è stato trasportato dal 118 all’ospedale di Venafro per le cure del caso. Presenti sul posto per quanto di competenza: Carabinieri di Pozzilli, e personale del Corpo Forestale dello Stato.
A Sesto Campano bisogna cambiare marcia di Antonio Martone La confusione Politica ed il malcontento generale dei cittadini di Sesto Campano richiedono un impegno importante per un “Nuovo Progetto Politico” che si pone come OBIETTIVO il cambiamento generazionale e l’adeguamento dei Regolamenti Comunali necessari per introdurre “Più Democrazia nella Politica Comunale”. Filippo Roccia, Antonio Di Santo (Consigliere Comunale Uscente) ed Antonio Martone (Sindacalista), aderendo a tale gruppo, hanno garantito un impegno basato sul “Volontariato”, nel segno della “Moderazione” e facendo della Politica la Centralità dei bisogni dei cittadini. Sappiamo che le difficoltà, dettate anche dalla conformazione territoriale del Comune, potranno essere superate solo attraverso la capacità di coniugare Coinvolgimento e Partecipazione.
La Partecipazione dei Giovani dovrà essere la linfa essenziale per costruire nuovi modelli che enfatizzino la “Meritocrazia” e la speranza per il futuro. Il Gruppo garantisce Esperienza Territoriale ed importante “Collegamento Regionale” attraverso la vicinanza e l’amicizia dell’Assessore Massimiliano Scarabeo. La disponibilità al confronto con tutti è l’inizio di un’azione per aggregare e costruire una squadra Competente e Vincente al fine del raggiungimento della crescita socio-politico-economica e culturale di Sesto Campano. Continueremo a discutere con tutti coloro che sono impegnati per l’interesse collettivo. Ascolteremo tutte le associazioni, imprenditori, tecnici, il comitato civico di Roccapipirozzi e le Associazioni sportive e Culturali. Coinvolgeremo tutta la cittadinanza nella TRASPARENZA e nella chiarezza.
Defibrillatori consegnati alle scuole L’associazione “Una voce al bisogno” ha raccolto i fondi in una manifestazione ISERNIA. L’associazione “Una Voce al Bisogno onlus” ha indetto una conferenza stampa per Oggi, alle ore 10:30, presso la scuola “Giovanni XXIII” di Isernia (corso
Garibaldi). In tale occasione, l’associazione consegnerà tre defibrillatori acquistati con i fondi raccolti durante la manifestazione «I bambini delle
scuole cantano Il Tratturo», tenutasi nell’auditorium di Isernia lo scorso 11 dicembre. I tre defibrillatori saranno donati alle scuole “San Giovanni Bosco” e “Giovanni XXIII”
di Isernia, nonché all’istituto comprensivo di Colli a Volturno.
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Tutto quello che gli altri non dicono
Termoli
5 marzo 2015
senza alcun finanziamento pubblico
Larino, sventata evasione dal carcere Sappe: “Apprezzamento a polizia penitenziaria, vigile ed attenta. Ma servono urgenti interventi” LARINO. Ha tentato di evadere dal carcere di Larino, dove era appena stato portato dai Carabinieri che lo aveva arrestato, ma i poliziotti penitenziari sono riusciti a fermarlo in tempo. E’ accaduto nella notte tra lunedì e martedì e a darne notizie è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Racconta Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “L’uomo era stato portato in carcere dal personale dell’Arma alle 2 di notte. Dopo le operazioni di rito da parte del personale (assai ridotto) della Polizia Penitenziaria, mentre veniva portato in cella, l’uomo ha aggredito repentinamente gli agenti e li rinchiudeva all’interno del Reparto, sottraendo loro anche le chiavi. I poliziotti, ancorchè feriti, riusci-
vano a contattare gli altri agenti di servizio in carcere, che hanno rintracciato l’uomo all’interno della struttura detentiva e lo hanno immobilizzato, conducendolo in cella. Grazie alla professionalità dei Baschi Azzurri di Larino, dunque, una clamorosa evasione dal carcere è stata sventata in tempo. Questo grave episodio deve però far
riflettere sull’opportunità che gli arrestati vengono portati in carcere nelle ore notturne, quando il già esiguo personale di Polizia Penitenziaria è ridotto ai minimi termini e deve svolgere servizio contemporaneamente in più posti. In questi casi, sarebbe opportuno che gli arrestati passassero la notte in caserma, in guardina o comunque nei
locali a disposizione delle forze dell’ordine che hanno operato l’arresto e venissero condotti in carcere al mattino successivo”. Il coordinatore regionale SAPPE del Molise, Luigi Frangione, denuncia come “da tempo il SAPPE ha rappresentato, al direttore del carcere ed ai vertici regionali dell’Amministrazione penitenziaria, la pessima organizzazione del lavoro nel carcere di Larino, dove sono molti – ben 42! – i poliziotti addetti ai servizi d’ufficio e alle cosiddette cariche fisse, con evidenti conseguenze negative per i servizi operativi e la sicurezza stessa dell’Istituto. Nulla è stato fatto! Si pensi che nella notte della tentata evasione un solo Agente di Polizia Penitenziaria era stato assegnato in
più posti di servizio del carcere, consuetudine questa oramai consolidata a Larino dove accade spesso anche che, nei vari turni di lavoro, il personale del ruolo Ispettori e Sovrintendenti è assente, nonostante la buona consistenza numerica, e le funzioni di Sorveglianza generale del carcere devono quindi farle gli Assistenti Capo del Corpo”. Il SAPPE, che sollecita le autorità regionali e nazionali dell’Amministrazione Penitenziaria ad assumere urgenti provvedimenti per sanare le troppe criticità del carcere di Larino, evidenzia che “nella struttura larinese si sono verificati, nel corso dell’anno 2014, 18 episodi di autolesionismo e 20 ferimenti”.
Gemelli morti, inchiesta alle battute finali La Procura di Larino ha indagato per omicidio plurimo il 23enne responsabile dell’incidente LARINO. E’ alle battute finali l’inchiesta della Procura di Larino sulla morte dei gemelli Antonello e Giovanni Padulo. Nei confronti del ventitrenne che ha investito a morte i due sedicenni, sarebbe scattata una denuncia a piede libero anche se i Carabinieri: “non confermano e non smentiscono” il provvedimento, a seguito degli esiti delle valutazioni dell’alcool test, risultato positivo, anche se di poco superiore al limite massimo consentito dalla legge. Il giovane, intanto, ricoverato al San Timoteo di Termoli, prima in Medicina d’urgenza, da
qualche giorno è in psichiatria. Ieri, intanto la Frentana calcio accompagnata dal mister Andrea D’Agostino si è recata in cimitero a Larino per rendere omaggio ai due gemelli. Il recupero della partita della Frentana con l’Olimpia Riccia, rinviata domenica, non è stato ancora fissato. Poc’altro da aggiungere per una situazione che si aggrava sempre più e che lo vede a serio RISCHIO perché indagato per il presunto reato di omicidio plurimo. Ieri mattina, invece, si è tenuta una marcia di solidarietà lungo via Milano, luogo dell’incidente, da parte dei compagni di scuola dei due gemelli.
Ferrovie dimenticate, c’è anche il Molise Una delegazione della CoMoDo ha toccato Termoli e Larino per conoscere il territorio TERMOLI. Approssimandosi l’8a Giornata delle Ferrovie Dimenticate, indetta per domenica 8 marzo, le Associazioni ambientaliste nazionali e regionali confederate a Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce) , Borghi d’Eccellenza, hanno organizzano una Maratona Ferroviaria da Rimini a Brindisi e Lecce, lungo la costa Adriatica, un tempo percorsa dalla mitica “Valigia delle Indie” – il treno che da Londra e Parigi avvicinava ai porti del Medio Oriente ed al Canale di Suez – ed oggi trascurata dall’Alta Velocità. La Maratona , che nella giornata del 3 marzo ha interessato il Molise con tappa a Termoli, Larino è stata l’occasione di riscoprire “un’Italia del minore, quasi nascosta” ma non per questo priva di fascino e meno interessante, non solo
per le ricchezze artistiche ed ambientali, ma anche per il grande patrimonio di archeologia INDUSTRIALE che deve essere conosciuto e valorizzato, testimonianza di una storia di sacrifici e di conquiste trasmessaci dalle precedenti generazioni. aliti su di un pullman messo a disposizione dal Comune di Termoli, alle ore 10,30, la delegazione è stata accolta presso il Municipio Termolese dal vice sindaco della Città, Maricetta Chimisso , dal delegato Michele Macchiagodena , da esponenti della giunta e del consiglio, minoranza e maggioranza. Dopo i saluti di rito e lo scambio di doni, la delegazione ha visitato il centro storico di Termoli, e con non poco entusiasmo “ Giustino “ ha ospitato tutti sul suo trabocco per
un tuffo nel mondo della pesca . D’obbligo la visita alla Cattedrale ed al Castello Svevo. Meravigliati della bellezza del borgo alle ore 12,30 si è ripartiti alla volta di Larino dove attendevano gli ospiti, presso la struttura ricettiva “ Cantine D’Uva – I Dolci Grappoli “, il sindaco Vincenzo Notarangelo , la PROPRIETÀ della struttura stessa e Pasquale Di Lena. Una visita dettagliata accompagnata da una degustazione di ottimo vino e di ottimo olio. Una poesia di Di Lena, una lezione di geotermia e via alla volta dell’Anfiteatro Larinese con non poca sorpresa da parte della delegazione, sempre più ammirata dalle bellezze del nostro Molise. La senatrice Anna Donati in primis
ha voluto esprimere tutta la sua soddisfazione ed ammirazione twittando con la sede romana suscitando “ invidia “ negli assenti. Il Molise vero, quello delle asso-
ciazioni e dell’associativismo, quello dei sindaci che credono nel potenziale del nostro territorio e nella possibile riscossa ed il risveglio dall’atavica dormienza.
Scattati i controlli al mercato ambulante L’iniziativa comunale dopo le denunce dei sindacati di categoria sull’abusivismo commerciale TERMOLI. Sono partiti ieri mattina alla presenza dell’assessore alle Attività produttive Vincenzo Ferrazzano, dei vigili urbani e degli ‘ispettori’ dell’Aipa i controlli rela-
tivo all’occupazione degli stand e dei posti assegnati al MERCATO settimanale del martedì. Un’attività che sicuramente sarà
estesa anche a tutte le aree pubbliche dove il COMMERCIO ambulante trova sfogo, compresa la fiera mensile, che avrà luogo in piazza Giovanni Paolo II il prossimo sabato.
Un’azione indispensabile, laddove in molti tra gli esercenti non a posti fisso hanno lamentate il proliferare dell’abusivismo, ma anche per verificare se gli stessi ambulanti che
ogni settimana si recano nel quartiere Sant’Alfonso rispettivo spazi e pagamento dell’occupazione del suolo pubblico.
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Termoli
5 marzo 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Degrado del parco, è sempre caos Da tempo che viene segnalata la precaria situazione dell’area verde cittadina TERMOLI. Denunce, segnalazioni, interviste, testimonianze. Sulla condizione di degrado del parco comunale di Termoli davvero abbiamo speso migliaia e migliaia di parole (ormai l’inchiostro è solo un riferimento metaforico), ma di novità ce ne sono sempre e mai positive. Poche settimane fa abbiamo pubblicato un servizio che riferiva del provvedimento con cui l’amministrazione comunale di Termoli avocava a sé il possesso di alcune strutture, ora, nel mirino della giunta Sbrocca c’è l’intero polmone verde, a seguito di una relazione dell’Asrem tutt’altro che edificante. L’ufficio d’Igiene con una nota dello scorso 18 febbraio, pervenuta in municipio otto giorni dopo, ha segnalato la situazione di precarietà igienico-sanitaria in cui versa la villa comunale, chiedendo l’adozione di
misure urgenti per la messa in sicurezza e il recupero ambientale dell’area destinata a verde pubblico. Un quadro se possibile ulteriormente aggravato dalle criticità causate dal dissesto idro-geologico che interessa tutta l’area del parco corrispondente al viadotto di via Corsica, dove c’è un apparato di pompaggio della rete fognaria mal funzionante che riversa all’esterno i reflui depurati. Per queste motivazioni, il sindaco Angelo Sbrocca ha inteso intervenire senza indugio con un provvedimento urgente, per porre rimedio alle condizioni di insicurezza e insalubrità dei luoghi dovuti all’incuria e all’abbandono del parco comunale, senza che queste trovino ostacolo nell’affidamento della GESTIONE esterna all’Ati ‘Vivere il parco’. Ma questo intervento non sarà a mero carico della collettività, poiché
i disagi sono considerati testimonianza del sostanziale inadempimento all’impegno assunto in convenzione, con inerzia del pri-
vato, a cui sarà chiesto il recupero delle spese di ripristino, manutenzione e messa in sicurezza. Ora toccherà al responsabile unico del
procedimento, individuato nel dirigente ai Lavori pubblici Matteo Caruso mettere mano alla situazione
Nel garage minacciato da due banditi Noto imprenditore di Termoli rapinato all’interno del box mentre fermava la macchina TERMOLI. Di rientro a casa dopo una giornata intensa di lavoro, c’è stata un’appendice piuttosto amara per un noto imprenditore termolese.
Ad attenderlo nel garage della sua abitazione in centro due banditi incappucciati e armati, che bene conoscevano i suoi spostamenti. All’arrivo nel box lo hanno minacciato e co-
stretto e tirare fuori i SOLDI che aveva con se, oltre a farsi consegnare un orologio. Per fortuna, pare che non ci siano state altre conseguenze.
I malviventi si sono poi dileguati nel nulla. E’ accaduto intorno alle 21. Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di polizia di Termoli.
Cede il solaio, grave un operaio L’uomo era intento ai lavori di ristrutturazione del nuovo ristorante Bellevue in pieno centro TERMOLI. Grave incidente quello avvenuto nel primo pomeriggio di ieri in via Ruffini. Un operaio alle prese con la ristrutturazione nel nuovo ristorante Bellevue è rimasto ferito a causa del cedimento del solaio. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 coi volontari della Misericordia, i Vigili del fuoco e i Carabinieri della compagnia di Termoli. Il muratore è stato trasferito d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale San Timoteo, dove gli accertamenti dei sanitari permetteranno una diagnosi puntuale del quadro clinico.
“La luna al guinzaglio” il nuovo progetto Alla libreria per ragazzi parte la nuova iniziativa culturale per la crescita dei giovani TERMOLI. Da venerdì 6 marzo a mercoledì 11 marzo , La luna al guinzaglio. Libreria per ragazzi aderirà al progetto Sirene fortemente voluto da Alir (Associazione Indipendente per ragazzi) . Il progetto vede coinvolte librerie da nord a sud, impegnate , in occasione dell’8 marzo, a creare mostre , laboratori ,
reading per omaggiare la collana Sirene edita dalla casa editrice El. L’intento è di dare voce attraverso scrittrici come Beatrice Masini, Vanna Circnà, Sabrina Colloredo, Daniela Palumbo e illustratrici quali Octavia Monaco, Vanna Vinci , Grazia Nidasio ( sono solo alcuni dei nomi) a figure femminile rappresen-
tative nei vari campi della cultura, dell’arte , della storia come Maria Montessori, Artemisia Gentileschi , Peggy Guggenheim , Isadora Duncan e altre ancora. La luna al guinzaglio. Libreria per ragazzi omaggerà due figure che hanno lasciato una forte traccia di sé nel panorama culturale letterario e
artistico del Novecento: Virginia Woolf e Frida Kahlo. In PROGRAMMA presso la libreria dal 6 all’11 marzo ci sarà la mostra bibliografico – illustrativa “Per amore delle parole per amore della vita. Virginia Woolf e Frida Kahlo. Due donne due mondi”e una serie di reading e laboratori rivolti a bam-
bini e adulti. La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della libreria ore 9,30/13,00 – ore 16,00/20,00 – Domenica 8 ore 10,30/ 13,00 – ore 16,30/ 20,00 La mattina riceverà le scuole per la visita guidata
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Opinioni
5 marzo 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
di Claudio De Luca Al fine di semplificare l’attività della P.a. l’ordinamento nazionale si arricchì di decine di decreti legislativi. Si trattò di atti (con valore di legge) emanati dal Governo, previa delega conferitagli dal Parlamento. Sarebbero dovuti servire ad “attenuare”; ma, per provare ad arginare la mole delle norme vigenti, si dové imporre dapprima uno sfoltimento generale delle fonti (con Calderoli) e poi innestare provvedimenti nuovi. Questo paradosso rese la vita difficile persino alle riforme Bassanini e Bersani, unici tentativi di lotta alla burocrazia. Punte di diamante della cura furono le realizzazioni dello sportello unico e della dichiarazione di inizio attività con l’abbattimento di un esorbitante numero di certificati e di autorizzazioni. Oggi permane lo scoglio maggiore rappresentato dalla quantità dei Comuni (8.103); e, soprattutto, dalla presenza del 95% di enti rimasti, demograficamente, sotto la soglia dei 20mila abitanti mentre il 73% (pari a 5.903) ne conta meno di 5.000. Si pensi pure che, nei 7.848 Comuni fino ai 20mila, vivono quasi 27 milioni di persone rappresentative del 47% dell’intera popolazione, mentre nei restanti vive la maggioranza degli Italiani ed opera la gran parte delle imprese. Pensare che i nuovi strumenti dell’antiburocrazia possano attecchire in simili realtà sarebbe davvero chiedere troppo; tant’è vero che i succitati istituti navigano in forti difficoltà applicative. Ragguagliando certi dati alla realtà molisana, si ottiene un quadro sconfortante (fatto di Comuni-polvere) ed una sola certezza: se l’andamento demografico ed economico dovesse mantenersi costante, potremmo avere – quanto prima – una decina di
Quanta ‘polvere’ in Molise regione delle piccole patrie comunità in meno per sopravvenuta estinzione. Infatti, nell’arco degli ultimi anni, è stato registrato un calo demografico pari allo 0,6%, peraltro insorto a causa di un’inedita ondata migratoria giovanile che sta superando le migliaia di unità. Se accoppiamo questo dato a quello legato alla denatalizzazione, diventa impossibile vedere spiragli di luce per
il futuro. Perciò, quando in campagna elettorale, le parti politiche (formiche rosse, bianche o nere che siano) verranno ad illustrare “le magnifiche sorti, e progressive”, della 20.a regione, occorrerebbe interromperne certi enfatici eloqui per rappresentare al caporione di turno che la buona sorte incontrerà magari sol-
tanto il suo portafogli; e bisognerà rammentargli che, quando il Contado era amministrato dai Borboni, contava 331mila ab., mentre nel 2020 (quando a fronte di ogni bambino si conteranno 8 anziani) potrà vantarne di gran lunga meno di 300mila, con una popolazione in età lavorativa calata di migliaia di unità rispetto a quella di un decennio fa.
Oggi si assiste alla diminuzione del numero degli occupati; ed alla diminuzione di questi fa riscontro l’aumento del numero di soggetti in cerca di occupazione. Tutti questi dati, seppure formati da fonti autorevoli, non hanno fatto molta impressione alla classe politica locale cui, forse, bisognerebbe augurare l’immortalità. Probabilmente soltanto in tal modo maturerebbe aspettative di più alto profilo (per dismissione di quelle praI piccoli ticate presenComuni temente), e le nuove rispetto a quelle oggi riforme improntate di riordino alla perseistituzionale guita filosofia oraziana del “carpe diem”. Ciò premesso, come si sono organizzati i nostri Comuni a fronte di questo sfacelo sociale ed economico? Manco con i mezzi suggeriti dal legislatore. Hanno partorito finzioni di Unioni che si rivelano più o meno cartacee, nate solo nella speranza di potere gestire al meglio (fruendo di più cospicui fondi di finanza derivata) quell’una, o due, legislature che toccano oggi in sorte al nostro politico“mordi e fuggi”. Eppure la scelta “unionista” è obbligata, come l’apprestamento di servizi sovra-comunali; ma nessuno ha il coraggio di cancellare, riducendoli a semplici “municipi”, manco quei Comuni da 250-300 anime dove, visivamente, non si sa come tirare avanti, dal momento che occorre comunque elargire ai propri amministrati gli stessi servizi offerti all’utenza da enti maggiori. Nel frattempo la cassa piange, piena com’è di ragnatele.
Occupazione femminile, non servono le quote rosa ma un nuovo welfare di Concetta Gizzone* L’ultimo rapporto Svimez pubblicato pochi giorni fa mette ancora una volta in evidenza la grave crisi sociale del mezzogiorno d’Italia in particolare per quanto riguarda la situazione occupazionale e formativa di giovani e donne. I numeri restituiscono un quadro devastante, solo una donna su cinque lavora, spesso svolgendo attività lavorative umili e pagate molto meno degli uomini e le altre quattro, hanno comunque carriere sacrificate, costrette magari a rinunce quando arriva il primo figlio, mentre cala notevolmente il numero di donne laureate. La stessa agenzia Eurostat dice che in Italia il divario salariale uomo-donna (gender pay gap) è mediamente del 6.7% (riferito solo alle donne laureate), mentre uno studio svedese presentato in Commissione Europea il mese scorso, sostiene che se ci fosse la piena parità di sessi sul lavoro il pil italiano potrebbe crescere del 32%. La politica tutta, da quella nazionale a quella locale, affronta questi temi solo attraverso le dichiarazioni e gli annunci, mai con i fatti. Eppure non serve che ce lo ricordi lo studio svedese la cosa era chiara ai nostri padri costituenti che all’articolo 37 della Costitu-
zione ricordano come: “ “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione” – un diritto costituzionale ignorato dalla politica. Alle donne non servono le quote rosa, servirebbe l’applicazione della nostra Costituzione e un nuovo welfare attento alle loro esigenze e quelle della famiglia, come ad esempio nuove scuole e asili sicuri, moderni e efficienti. Nella nostra Regione ci sono ancora troppe strutture carenti e datate. Mi domando che fine ha fatto il “Piano Renzi su scuole e asili nella nostra Regione”? Quante e in che condizioni sono le strutture di assistenza per gli anziani? E poi, visti i soldi del bilancio regionale investiti in sanità, sarebbe auspicabile un sistema sanitario più efficiente e capillare che sappia dare risposte di prevenzione e assistenza anche nei piccoli centri delle aree interne spesso penalizzati. Per queste ragioni, in questa fase di
crisi, la politica deve fare un salto qualitativo, chi amministra deve mettere in campo idee e volontà e capacità progettuali per intercettare risorse economiche attraverso i fondi strutturali europei, troppi i soldi rimandati indietro o non utilizzati dalla nostra Regione. Ciò darebbe lavoro e prospettive di sviluppo. Anche le grandi aziende presenti nel nostro territorio molisano possono, visto anche il loro ruolo sociale dare un contributo importante al welfare sociale. L’apertura ad esempio, di asili all’interno degli stabilimenti come avviene nel nord del Paese e in Europa, sarebbe un bel segnale, favorire il part-time per padri e madri, senza comprometterne la professionalità, promuovere la cultura d’impresa nel territorio aprendo canali con scuole e l’università. Come sindacato possiamo certamente lavorare e dare un contributo sul piano delle idee e della progettazione, fare leva sugli strumenti della contrattazione aziendale e territoriale, pren-
dendo spunto anche da altre realtà del nostro Paese dove questo è stato fatto e ha dato importanti risultati, ma serve che la politica si svegli e metta nell’agenda questi temi. Bisogna indirizzare parte delle risorse economiche e infrastrutturali al riequilibrio della disparità tra uomini e donne, un investimento, oltre che un diritto costituzionale, che nei fatti stimolerebbe la crescita e la qualità di vita del nostro territorio. La ripresa economica e il benessere del Paese e della nostra Regione passa anche attraverso una maggiore valorizzazione delle donne e delle loro capacità lavorative, organizzative e di cura della famiglia e dei figli. Non può essere un gap salariale a decretare l’inadeguatezza delle donne nel mondo del lavoro né possiamo rassegnarci come molisani a restare una regione di periferia. Il Molise ha tante risorse una di queste sono le sue donne e vanno valorizzate. *Coordinatrice Donne SST Cisl Campobasso - Coordinatrice Donne FIM CISL Abruzzo Molise