Protezione civile

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 45 veNerdì 26 febbrAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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Massimiliano Scarabeo

Servizio a pag. 3

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Massimiliano Scarabeo. Per cercare di recuperare la presenza in prima commissione regionale, ha dovuto avere un ravvicinato confronto dialettico con il presidente, Di Nunzio palafreniere del Molise di Tutti. Scarabeo, oggi. ha rammentato come per l’area di crisi si eviti il solito ricorso ai fondi a pioggia per non vanificare l’unico ed ultimo intervento per il territorio.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su fAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Micaela Fanelli Il Tapiro del giorno lo diamo a Micaela Fanelli. La segretaria regionale del Pd non ha ritenuto dire una parola sulla disoccupazione che sta stritolando il Molise nè, tantomeno, ha cercato di convocare l’assemblea del suo partito per discutere di temi caldi. Si sta prodigando, invece, da qualche tempo a questa parte a battere le mani su iniziative altrui. Complimenti!

E l’hanno chiamata riforma Mezzi fermi, 97 unità mandate a casa La distruzione di un settore in un territorio a rischio sismico e idrogeologico


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

2 26 febbraio 2016

TAaglio lto

La Gazzetta del Molise, pubblicando i grafici e la relazione del progetto vincitore del Concorso d’idee per la realizzazione delle nuova sede regionale, fa ciò che avrebbe dovuto fare la Regione

“ Piazza Savoia sarà il punto di accoglienza, soprattutto per la mobilità pedonale”

A conclusione della breve e sintetica illustrazione dell’idea progettuale per la realizzazione della nuova sede regionale (sempreché si farà – ndr), sull’area dell’ex Hotel Roxy e sull’area dell’ex campo sportivo Romagnoli, l’architetto Nicola Guglielmi, vincitore della selezione internazionale, della nuova sede Regionale, dice che “ Piazza Savoia sarà il punto di accoglienza, soprattutto per la mobilità pedonale. Il fulcro compositivo di partenza è l’intersezione degli assi visivi di Viale Regina Elena e Via Ugo Petrella; la loro intersezione è il centro virtuale che ha generato la vecchia Piazza Savoia e il palazzo Incis, ed è lo stesso punto da cui si è partiti per integrare nel tessuto edificato la nuova sede Regionale. Il progetto si sviluppa attraverso una serie di cerchi concentrici e direttrici compositive (assi) che dal centro virtuale in piazza Savoia si allargano man mano fino ad occupare il sito del vecchio campo Romagnoli. Tali assi lambiscono le volumetrie esistenti su Piazza Savoia e generano dei coni visivi spettacolari verso i crinali e la vallata del tappino. L’obiettivo è stato quello di ricreare una piazza accogliente, ad emiciclo, con volumi compositivi bassi, integrati alle palazzine liberty esistenti e con il naturale prolungamento della facciata curva del palazzo Incis; subito dopo si sviluppano in altezza i livelli funzionali degli uffici regionali, quasi a manifestare la propria monumentalità e la propria funzione istituzionale pubblica sull’area del vecchio Romagnoli. Questo schema compositivo genera dei volumi prismatici, che si allargano man mano che ci si allontana dal centro virtuale; si alternano volumi pieni e volumi vuoti, penetrati dalla luce del sole. L’intero centro direzionale infatti è servito da un grande atrio di accesso, sempre proiettato in asse, completamente cavo, che si sviluppa per tutta la profondità dell’edificio Regionale e quasi per tutta l’altezza dei livelli ad uffici. Questo schema consente di avere una grande quantità di luce schermata durante le ore del giorno. Il volume vetrato di servizio agli uffici regionali, si sviluppa secondo un asse inclinato di 9 gradi rispetto alla verticale, con l’implicito significato etimologico dello stesso numero. Il costruito è progettato ad adeguata distanza dalla parte della tangenziale ovest e dalla linea ferroviaria interrate. L’area del vecchio romagnoli, nonostante il vincolo della galleria interrata, é perfettamente integrata alla parte edificata, sia fuori che dentro terra. Le linee rigide circolari della composizione volumetrica, si ammorbidiscono nell’area del vecchio romagnoli, assumono un percorso naturale in pianta e in alzato, a richiamo dei percorsi tratturali del territorio Molisano. Si

L’impianto progettuale, l’idea professionale, appartengono alla città e ai cittadini più che alla Regione protagonista in negativo di un pesante silenzio sulla nuova sede e sulla mancata esposizione al pubblico dell’opera vincitrice della selezione internazionale ripropone un’ampia zona verde su tre livelli scalati, destinata ad orto: un forte richiamo alla nostra tradizione agro-pastorale. Al primo livello sulla piazza saranno realizzati filari di uva “Tintilia”, al secondo livello saranno collocati i nostri alberi di olivo, al terzo piantumazione autoctone di frutta antica. Tutti i cittadini, in particolar modo i bambini avranno la possibilità di vivere durante tutto l’anno le fasi stagionali. Una passerella pedonale che scavalca la ferrovia da viale Manzoni e accede sulla piazza “Romagnoli”, valorizza l’uso dei parcheggi su viale Manzoni. Il sistema della mobilità è stato completamente risolto. Con provenienza da Roma, Napoli o Termoli, tramite la tangenziale si giunge allo svincolo universitario; dallo svincolo di via Vico si accede all’altezza di Via Novelli- Via Gazzani ai parcheggi sotterranei sotto il “Romagnoli”, appena dopo il sottopasso ferroviario. La viabilità interna è risolta sulla discesa di via Trivisonno tramite una corsia preferenziale, che lascia accedere al fianco dell’edificio ex Enel al parcheggio interrato”. Questo impianto progettuale, questa idea professionale, sono patrimonio collettivo, appartengono alla città e ai cittadini più che alla Regione protagonista in negativo di un pesante silenzio sulla nuova sede e sulla esposizione al pubblico dell’opera vincitrice della selezione internazionale. Per questo motivo abbiamo voluto concorrere, coi limiti propri di un giornale nel riportare la grandezza del progetto, a far conoscere ciò che la Regione, assurdamente, si ostina ad occultare. Pavida delle proprie azioni e dubbiosa se portarle a buon fine. (Fine) Dardo


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3 26 febbraio 2016

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Con il mancato rinnovo dei contratti dei precari sarà completata la demolizione della Protezione Civile

Molise dissestato senza Protezione

Andranno a scadenza i contratti dei lavoratori precari di quella che fu la Protezione Civile del Molise. E così il lavoro di demolizione voluto dal presidente Paolo Frattura e realizzato, da vero martello, dal consigliere delegato, Salvatore Ciocca, sarà compiuto. Troverà finalmente un po’ di pace il governatore dopo aver eliminato dal panorama un’altra traccia del passaggio del suo predecessore, Michele Iorio. Peccato solo che una terra fragile e maledettamente ballerina come il Molise finirà per trovarsi sprovvista di un servizio di Protezione Civile; peccato solo che milioni di euro investiti in materiali ed attrezzature saranno buttati al macero; peccato solo che le campagne anti incedio boschivo perderanno valenti protagonisti. Non va nascosto certo che il servizio poteva essere migliorato, privato di evidenti ridondanze, più di uomini che di mezzi; non va certo nascosto che tutto il processo legato alla ricostruzione post sisma non ha fatto onore a nessuno, ma buttare il bambino con tutta l’acqua sporca non fa altro che confermare come l’azione di questa maggioranza

l’intervento

L’emendamento per l’istituzione del Parco del Matese approda in Senato. Il Pd esulta per meriti tutti da accertare, ricorda le iniziative dei deputati Venittelli e Leva di cui non si ha traccia e ringrazia il senatore Ncd, Ulisse Di Giacomo, che aveva presentato un disegno di legge copiato da quello del Movimento 5 Stelle Ora ci provano con l’Ambiente: si prendono i meriti e non raccontano tutta la storia. Quella vera, infatti, comincia nella primavera 2013 quando Legambiente sollecita la Regione Molise ad impegnarsi per l’istituzione del Parco regionale del Matese. Il Movimento 5 Stelle, invece, già in quel caso sottolinea l’importanza di dare al progetto respiro più ampio, puntando a un Parco Nazionale che unisca i versanti molisano e campano. La Regione sembra d’accordo. Nell’ottobre dello stesso anno, infatti, l’assessore all’Ambiente Vittorino Facciolla ribadisce la volontà della giunta di istituire un parco nazionale in territorio matesino. Un pro-

sia guidata più da azioni di pancia e mosse da idiosincrasie personali che da visioni intelligenti e di prospettiva, da mettere alla base di decisioni prese nel puro e semplice interesse collettivo. Frattura e la sua maggioranza godono più nel distruggere tracce e simboli dello “Iorismo” di quanto si preoccupino di realizzare strategie nell’interesse generale. Una terra come il Molise, tormentata da dissesto idrogeologico, incendi, scosse e scossette, cicliche sospensioni dell’erogazione idrica, forti nevicate e quant’altro si possa immaginare non può pre-

scindere da un efficiente e pronto servizio di Protezione Civile. Si sarebbe potuto riorganizzarlo, snellirlo nelle sue parti cresciute oltre misura e logica, ma smantellarlo non ha nessuna giustificazione evidente. Neanche meramente finanziaria e gestionale. “E’ scellerato, soprattutto in un momento in cui il territorio molisano è continuamente interessato da scosse sismiche, pensare di mandare a casa persone che dopo dieci anni hanno oramai acquisito professionalità nel settore, senza peraltro avere una idea chiara su come riorganizzare il si-

stema della Protezione Civile”. Così Nunzia Di Girolamo, commissario regionale di Forza Italia, che continua: “Purtroppo senza un’iniziativa della Regione Molise il governo centrale non può da solo affrontare la questione. Sarebbe auspicabile che Frattura da subito apra un tavolo istituzionale che coinvolga anche il Prefetto e la deputazione parlamentare locale per affrontare in modo serio e costruttivo una situazione grave non solo per i diretti interessati, ma anche per la sicurezza dei molisani”. In un perfetto, anche comico, dialogo tra sordi ecco la

risposta del consigliere Salvatore Ciocca, che non si nega mai quel tocco di grossolana ironia da Bar Sport, di cui faremmo volentieri a meno, specie quando proviene da un rappresentante delle istituzioni, ma comunque: “Apprendo che l’ex ministro Nunzia De Girolamo ha inteso intervenire nella questione dei lavoratori della Agenzia per la Ricostruzione post sisma per i quali si avvicina la scadenza contrattuale. Contributi così qualificati, puntuali e che rispecchiano la verità sostanziale dei fatti non possono che essere graditi. Atteggiamenti così collaborativi, inoltre, fanno anche presagire che l’ex Ncd, attuale commissario di Forza Italia in Molise dopo una parentesi da ministro nel Governo Letta, si attiverà – insieme a noi e con i fatti – presso tutte le sedi istituzionali coinvolte affinché l’Agenzia possa ottenere le disponibilità finanziarie necessarie per poter affrontare la questione ereditata dall’amministrazione precedente guidata dal suo collega di partito.” Ok, qui pianeta terra, messaggio ricevuto: noi cittadini molisani faremo a meno della Protezione Civile. Grazie a tutti.

Parco del Matese, il Pd racconti la verità e non si assuma meriti non suoi getto da portare all’attenzione di Michele Fina, segretario dell’allora ministro per l’Ambiente Orlando, in occasione di un convegno internazionale in programma a Sulmona. Ma Facciolla non si presenta all’appuntamento, né prende contatti con il Ministero che, a quel punto, non inserisce il Matese nel provvedimento che istituisce i nuovi parchi. Dopo pochi giorni una delegazione del MoVimento 5 Stelle Molise si reca a Roma presso gli uffici dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, dove incontra alcuni membri della Commissione “Ambiente, territorio e lavori pubblici”, alla presenza del responsabile nazionale di Legambiente per le aree protette, Antonio Nicoletti. L’incontro pone le basi per il Disegno di Legge per l’istituzione del Parco nazionale del Matese, depositato alla Camera il 23 gennaio 2014. Non solo. Dopo qualche mese il MoVimento 5 Stelle alla Camera prova ad inserire l’istituzione del Parco

nazionale del Matese anche nel collegato ambientale alla Finanziaria, ma la proposta non viene accettata. Il tempo passa e l’iter del disegno di legge a 5 stelle resta bloccato in Commissione. Intanto, però, i partiti si svegliano. Ieri, l’annuncio del senatore Ruta: il collega Pd Massimo Calleo ha presentato

“l’emendamento per istituire il Parco nazionale del Matese, con una copertura finanziaria di un milione e mezzo di euro”. Ruta trionfante aggiunge: “È doveroso sottolineare che per la stessa finalità il collega Ulisse Di Giacomo (Ncd) aveva presentato in Senato apposito disegno di legge come analoghe iniziative

erano state prese alla Camera dai colleghi deputati molisani Venittelli e Leva”. Peccato che, ad oggi, delle “analoghe iniziative” di Venittelli e Leva non vi è traccia scritta. La proposta di legge Venittelli, infatti, non è disponibile sul sito della Camera. Di Giacomo, invece, ha sì presentato un “apposito disegno di legge”, ma copiato da quello del Movimento 5 Stelle. Potete controllare i documenti voi stessi. Insomma, Pd e Ncd se la cantano e se la suonano, ma con gli strumenti degli altri. Il Parco del Matese è un passo importante per l’intera regione e siamo in contatto continuo con i nostri portavoce in Senato. Con questo progetto speriamo che il Molise trovi linfa per rivitalizzare ambiente, turismo ed economia, e che il Pd, invece, ritrovi un minimo di onestà intellettuale. Movimento Cinque Stelle Molise


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26 febbraio 2016

Il mancato attecchimento dell’università nel tessuto sociale molisano

La presenza dell’università non è stata sufficiente ad evitare al Molise una crisi senza precedenti dell’apparato produttivo, soprattutto del comparto agroalimentare, né la crescita culturale Argomento sollevato nel luglio 2006 dall’allora consigliere regionale della sinistra Domenico Di Lisa Questo che segue è parte di un articolato intervento dell’allora (siamo al 24 luglio 2006) consigliere regionale di sinistra Domenico Di Lisa sulla istituzione della Facoltà di Medicina all’università del Molise. Lo abbiamo ripreso per l’attualità del contenuto specifico ma anche perché riguarda il non ancora risolto rapporto tra la Regione e l’Ateneo di Vazzieri e il mancato attecchimento dell’università nel tessuto sociale molisano. Argomento che nei giorni scorsi abbiamo trattato in pagina sull’abbrivo del protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione con l’università per la diffusione della cultura della legalità e della trasparenza amministrativa. Il 24 luglio 2006, il consigliere Di Lisa poneva al consiglio regionale questo interrogativo e questa riflessione: “Perché la Facoltà di Medicina non viene attivata dalla Cattolica, che pure è una istituzione che opera nel settore sanitario e la cui presenza troverebbe maggiore giustificazione proprio se alle attività sanitarie, assistenziali e di ricerca affiancasse anche quelle di didattica? La risposta risiede solo nella natura privatistica della Cattolica? La cattolica si è dichiarata indisponibile? E perché? Perché è ritenuta una operazione antieconomica? Questo dibattito sulla istituzione della Facoltà di Medicina è una occasione troppo importante per non essere presa al volo e fare qualche considerazione sul ruolo fin qui svolto dall’università del Molise, sull’impatto che ha determinato sul

nostro territorio, sulle ricadute culturali, produttive, economiche e sociali. L’università impone una grande operazione di trasparenza e di apertura, nel prioritario interesse proprio dell’università, oltre che della comunità molisana. E’ necessario ed opportuno una interlocuzione chiara e diretta tra l’università e la Regione, nelle sue varie articolazioni istituzionali. Questa interlocuzione sarà possibile ed utile solo se sapremo superare quel duplice atteggiamento che abbiamo avuto fino ad oggi nei confronti dell’università. Un atteggiamento che a volte si traduce in sostegno incondizionato ed acritico alle scelte dell’Ateneo molisano, dettato da una sorta di sudditanza culturale, altre volte alla critica pregiudiziale ed ingenerosa delle scelte operate dall’università, dettate soprattutto dalla, vera o presunta, collocazione politica che ha in quel momento chi la dirige.

La giornata di mobilitazione promossa dai conservatori di tutto il territorio nazionale lo scorso 13 febbraio ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica la difficilissima situazione che sta vivendo il settore dell’alta formazione musicale, che mette a rischio il destino dei Conservatori statali e non statali italiani e più in generale l’intero sistema della formazione musicale nel nostro paese. A scriverlo, in una nota stampa, i consiglieri regionali Fusco Perrella, Iorio e Lattanzio. Una situazione di grande precarietà che rischia di avere gravi ripercussioni anche su una realtà d’eccellenza nella formazione

L’università, che ci piaccia o no sta cambiando il Molise, lo ha cambiato. Se penso alla città di Campobasso non posso non registrare che la presenza dell’università ha inciso moltissimo sui ritmi della città, sulle abitudini, sui costumi. Ha inciso profondamente nel settore immobiliare e del mercato delle locazioni delle abitazioni, non fosse altro per la presenza di migliaia di studenti, sulle attività ricreative e culturali legate alla presenza massiccia di giovani universitari. Ma quali sono state le ricadute in termini di crescita culturale tradottesi in crescita dell’apparato produttivo della regione, attivazione di meccanismi di sviluppo ed occupazionali per i giovani molisani? Se la situazione economica e produttiva regionale è quella descritta nel Dsr dobbiamo concludere che la stessa presenza dell’università non è stata sufficiente ad evitare al Molise una crisi

senza precedenti dell’apparato produttivo, soprattutto del comparto agroalimentare. Qui nessuno discute il valore dei docenti e dei ricercatori. So bene che la ricerca è una “dimensione silenziosa, ma essenziale e vitale”, che la ricerca ha risultati naturalmente incerti e di imprevedibile maturazione e che non sempre è facile e/o possibile stabilire un indissolubile intreccio tra ricerca di base ed applicazioni e, quindi, sviluppo ed occupazione. “L’incrocio innovazione-territorio è la chiave di tutta la nuova impostazione di politica industriale della Unione europea, che pone proprio l’accento sulla necessità di creare una nuova società della conoscenza a partire da una forte accelerazione delle capacità di tradurre la ricerca in innovazione, ma nel contempo di diffonderne i risultati sul territorio, anche attraverso una nuova alleanza fra autonomie universitarie e autonomie regionali. Per cui la questione dei rapporti tra università ed impresa non è solo una questione interna alle università ma deve diventare il perno di una nuova visione dello sviluppo di un territorio”. Soprattutto alla luce del dibattito ormai aperto sul valore legale della laurea, sulla introduzione dell’accreditamento dei corsi per la valutazione del sistema universitario, sull’elevato numero di laureati, provenienti dalle facoltà dell’Ateneo molisano, che hanno grandi difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro, non è forse utile riflettere sulla politica fin qui seguita che ha puntato più ad in-

crementare il numero degli studenti, a polverizzare la presenza territoriale dell’università, che alla creazione di una struttura di eccellenza, magari con una minore gamma di offerta formativa ma, in grado di fungere da elemento di attrazione di utenza dalla nostra regione, da tutto il Paese e, perché no, da ogni parte del mondo? L’Università è chiamata rispondere alla società, sia per la funzione di servizio che per quella di guida, formando quei giovani che dovranno essere protagonisti della società dell’immediato domani. L’università è chiamata a garantire qualità e trasparenza alla propria offerta. La trasparenza a noi impone il dovere di chiarire quali possono essere gli sbocchi dopo il corso degli studi e quali le difficoltà che i neolaureati potrebbero incontrare per l’inserimento nel mercato del lavoro. Nel Molise abbiamo già un elevato numero di laureati in medicina in cerca di improbabili sbocchi occupazionali. E’ perciò così sconveniente interrogarsi sulla opportunità di istituire la Facoltà di Medicina? La questione non avrebbe meritato o non meriterebbe una riflessione più approfondita? E’ sufficiente giustificare questa scelta sostenendo che “essa costituisce un’opportunità significativa per i nostri giovani studenti che non saranno costretti più a migrare nelle università fuori regione” ? Dardo

Conservatorio, la Regione si impegni musicale come il Conservatorio “Lorenzo Perosi” di Campobasso, fiore all’occhiello della nostra regione che per il 2016 ha in programma un calendario di oltre 160 eventi e che nello scorso anno accademico è stato tra i primi dieci Conservatori italiani per numero di manifestazioni realizzate. Questo dato, proiettato su scala nazionale, pone la Regione Molise, che è la sola insieme alla Valle D’Aosta ad avere una unica struttura AFAM musicale, davanti non solo alla stessa Valle D’Aosta ma anche davanti ad altre regioni che ne hanno

almeno due quali Trentino Alto Adige, Liguria, Marche, Umbria, Basilicata e Calabria. Dati importanti, come i circa novecento allievi iscritti e le centotto unità del corpo docente, che rappresentano un vanto per la nostra regione e che in ogni modo va tutelato e preservato, in quanto fondamentale punto di riferimento culturale. Un istituto importante del nostro territorio che, a fronte di contributi regionali non molto sostanziosi trasferiti nell’ultimo anno, continua a formare e specializzare i

giovani, sia molisani sia provenienti da altre regioni, dando loro concrete possibilità e opportunità di costruirsi un futuro; una struttura le cui manifestazioni culturali rappresentano sicuramente anche un servizio importante reso alla comunità, in grado di lasciare un’impronta importante nel no stro tessuto sociale. I consiglieri regionali: AngelaFusco Perrella, Michele Iorio e Nunzia Lattanzio


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5 26 febbraio 2016

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Si va ingigantendo la riflessione se sia lecita tenere in vita la Regione, darle la possibilità di arricchire chi l’amministra e di affamare gli amministrati

Ultima arrivata nel novero delle Regioni italiane, la più piccola tra le Regioni a Statuto ordinario, la meno popolosa, la più indebitata, la meno produttiva, la più generosa verso se stessa con gli emolumenti degli amministratori più alti d’Italia Regione “zimbello”, incapace di pretendere rispetto, di ottenere il dovuto, di salvaguardare le proprie “ricchezze” naturali nei rapporti con l’Abruzzo, la Campania e la Puglia Diciamolo apertamente: la Regione Molise spesso funge da zimbello nei rapporti istituzionali con le consorelle italiane, specie con l’Abruzzo (da cui raccoglie i rifiuti da incenerire nell’impianto di Pozzilli), con la Campania (cui concede cospicue risorse d’acqua per fini irrigui e potabili a costi stracciati, sottraendola ai bisogni irrigui e potabili di se stessa), con la Puglia (cui di recente ha dovuto concedere il raddoppio della linea ferroviaria devastando buona parte della propria costa adriatica). Un continuo piegare la testa, una continua dimostrazione d’assenza di autorevolezza. Ultima arrivata nel novero delle Regioni italiane, la più piccola tra le Regioni a Statuto ordinario, la meno popolosa, la più indebitata, la meno produttiva, la più generosa verso se stessa con gli emolumenti degli amministratori più alti d’Italia. Una perfetta anomalia sulla quelle, non a caso, si va ingigantendo la riflessione se sia lecita tenerla in vita, darle la possibilità di arricchire chi l’amministra e di affamare gli

l’intervento

di Massimiliano Scarabeo Mettere in campo risorse finanziarie e interventi per la reindustrializzazione del distretto Campochiaro – Venafro significa ridare vigore a un’economia regionale che sta ancora vivendo seri problemi. Il settore tessile, quello metalmeccanico e la filiera avicola, rappresentavano e rappresentano i comparti più importanti dell’economia molisana in termini di fatturato, competenze e occupazione. Se era dunque necessario, ottenere dal Governo le giuste misure di sostegno per aiutare la nostra economia a risollevarsi, la scelta di indivi-

amministrati. Montagne di risorse finanziarie sono calate sul territorio dal dopoguerra ad oggi, dalla Cassa del Mezzogiorno a venire su nei decenni, per poi, a Terzo Millennio avviato, trovarci infognati nella più iniqua delle condizioni economiche, impoveriti culturalmente e depressi socialmente. Costretti peraltro ad assistere allo spettacolo di una classe politica che in questo deserto si muove con disinvoltura tutta pro-

tesa a darsi continuità, a creare per se stessa le condizioni per non inabissarsi che sarebbe la catarsi salvifica per le future generazioni molisane. Regione “zimbello” abbiamo detto, ed è così, incapace di pretendere rispetto, di ottenere il dovuto, di salvaguardare le proprie “ricchezze” naturali: insulsa dilapidatrice. La questione dell’acqua è vecchia, quella relativa al raddoppio della linea ferroviaria è recente: en-

trambe confermano la pochezza contrattuale e la sudditanza amministrativa e psicologica di coloro che ci governano redatta in una continuità storica che dice che le classi dirigenti si sono sempre uguagliate in peggio, e questa ultima la peggiore tra il peggio, altrimenti non avrebbe subito lo sberleffo che l’è venuto da Bari alla richiesta dell’assessore Nagni di riconsiderare il progetto del raddoppio ferroviario che servirà alla Puglia per collegarsi meglio e ancor più velocemente con il Nord. E, per dire, si sarebbe potuta togliere lo sfizio di negare, come le sarebbe venuto facile, il giudizio positivo di Compatibilità Ambientale per la realizzazione del cavidotto e delle opere di collegamento alla sottostazione elettrica Terna di Rotello, presentato dalla Società Edp Renewables Italia Holding S.r.l., inerente l’intervento di realizzazione di un

impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica composto da 12 aerogeneratori di potenza unitaria pari a 3 megawtt , per un totale di 36 megawatt, denominato “Masseria Caccavone” da realizzarsi nel Comune di Serracapriola (Foggia) con le relative opere di connessione alla sottostazione elettrica Terna di Rotello. Le opere di collegamento alla sottostazione elettrottica di Rotello interesseranno il territorio molisano per circa 7 km e si svilupperanno in gran parte lungo il tracciato stradale ad eccezione dell’ultimo tratto in area agricola, di circa 1 km. Una manomissione del territorio molisano di notevole portata a beneficio essenzialmente della Puglia. Un’altra cedevolezza che sarebbe potuta essere evitata qualora, in risposta all’arroganza pugliese, si fosse voluto dare un segnale di autonomia, Che spesso equivale ad autorevolezza. L’una cosa e l’altra, però, non fanno parte del Dna degli amministratori di Palazzo Vitale. Dardo

Area di crisi, evitiamo denaro a pioggia duare il distretto Campochiaro – Venafro, non può essere stravolta da altri disegni. Si corre il rischio di creare problemi al tessuto produttivo di quest’area che, invece, ha bisogno di azioni forti e finalizzate a rimettere in moto i processi di sviluppo competitivo e nuovi investimenti che possano creare lavoro. Se si dirotteranno parte dei fondi per interventi in zone ben distanti e non direttamente collegate a quest’area, si corre il rischio di ripetere errori fatali con tutte le conseguenze che la storia degli ultimi anni ben ci ricorda. Sarebbe perciò opportuno valutare meglio certe scelte che possono vanificare l’intera operazione, ne sono consapevoli anche molti Sin-

daci dei Comuni che sono direttamente interessati ai vantaggi derivanti dall’Area di Crisi, i quali chiedono che gli interventi siano il più organici e risolutivi possibili, evitando quelli che accontentano tutti, ma non servono a nessuno. Allargare la zona interessata dalle agevolazioni rispetto a quanto stabilito dal Ministero, potrebbe significare anche perdite di tempo, visto che buona parte delle nuove aree non è completamente infrastrutturata. Insomma, i famosi finanziamenti

“a pioggia” non favoriranno, in pieno, le zone in cui, invece, i capannoni sono idonei e vuoti per un pronto utilizzo anche da parte di investitori che provengono da fuori regione. Spero

che sulla questione si ragioni in maniera ancora più seria e che non si commettano errori che possono inficiare l’intera operazione. Lo chiedono oltre gli Amministratori locali anche i giovani e quei lavoratori che sono fuori dal mercato del lavoro, senza grandi prospettive di trovare nuovi impieghi. La giusta decisione e la conseguente azione di avvio dei bandi ci mettono nelle condizioni di guardare al futuro con un po’ di ottimismo in più, è un’occasione che non si può perdere, è troppo importante perché si superi il difficile momento che stiamo attraversando, in modo particolare per chi lo vive in maniera diretta: i lavoratori e le loro famiglie.”.


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Campobasso

26 febbraio 2016

“Ruract, un passaggio importante” Manifestazione conclusiva dell’incontro informativo alla Gil di Campobasso CAMPOBASSO. Valorizzare il fare e il fare bene in linea con il nostro tempo. “Ancora una volta è il mondo della scuola che insegna a noi adulti, attraverso progetti e lodevoli iniziative come Ruract (social farming) le strade da intraprendere per proiettarsi con più fiducia verso il futuro sposando percorsi di sviluppo che guardano al domani seguendo solchi segnati dai nostri genitori e dai nostri nonni ma attualizzandoli e caratterizzandoli con criteri di sostenibilità e di solidarietà, Criteri che fanno dell’agricoltura un nuovo investimento, una nuova opportunità, un nuovo veicolo di promozione territoriale”. Queste le parole del sindaco di Campobasso Antonio Battista che questa mattina è intervenuto all’evento conclusivo e incontro formativo -informativo ‘Rivalutando le aree rurali in Europa mediante attività di agricoltura sociale (Ruract)’ che

si è svolto nell’auditorium dell’Ex Gil in via Milano. “Un progetto di rete, coordinato dalla Presidenza del Consiglio regionale del Molise, che ha avuto il merito di allargare gli orizzonti inglobando anche partner europei che hanno dato ancora più spessore all’iniziativa. Campobasso può e deve farcela, per troppi anni ha visto l’abbandono di terreni che oggi possono e devono tornare ad essere coltivati, a vivere ma con criteri di sostenibilità e solidarietà appunto che diventano punti cardine alla base di queste nuove imprese agricole sociali. Agricoltura sociale che dunque come strumento di riscatto e trampolino per i giovani e per la nostra terra che tanti ragazzi, oggi ancora studenti, amano, sentono propria, e non vogliono abbandonare. Una rete di imprese che si innesta in un circuito europeo dove le buone pratiche di chi è un po’ più avanti

diventano esempio da seguire rappresentando allo stesso tempopercorsi virtuosi volti alla salvaguardia di un territorio che va valorizzato e che attraverso l’impegno concreto delle nuove generazioni non rischierà più di scomparire ma che anzi potrà diventare un’area in cui pensare e realizzare nuove forme di busi-

ness. Business che si sposa sempre con il concetto di solidarietà: dare a quanti hanno basse capacità contrattuali una chance in più affinché una forma di debolezza diventi invece un solido potenziale di crescita nel settore dell’agricoltura. Campobasso inoltre – conclude il sindaco Battista –, concedendo la dispo-

nibilità del mercato coperto di via Monforte si candida a sostenere il progetto della filiera corta, ponendosi accanto a chi sull’agricoltura e sull’eccellenza dei nostri prodotti vuole scommettere. Agricoltura quindi che diventa cura del territorio e promozione dei migliori frutti della nostra terra”.

L’Aci Campobasso compie 90 anni Un anno ricco di impegni per lo sport, la sicurezza stradale, la formazione, la mobilità CAMPOBASSO. Una presenza costante ed un impegno crescente a Campobasso e nel Molise al servizio degli automobilisti e dell’intera collettività. Il 24 febbraio del 1926 risulta costituito l’Automobile Club Campobasso, sotto forma di associazione avente lo scopo di sviluppare lo sport automobilistico e il turismo. In principio era un ristretto club di elite; oggi, nel giorno in cui festeggia il suo novantesimo compleanno, l’ACI in tutto il Molise rappresenta la più grande associazione sul territorio che si occupa di interpretare, tutelare e soddisfare il bisogno di mobilità di tutti gli utenti della strada, presidiando, a favore della collettività e delle Istituzioni, i molteplici versanti della mobilità. Dallo scorso 18 marzo 2015 ha assunto la carica di Presidente dell‘Automobile Club Campobasso il Dr. Luigi Di Marzo, giovane e al tempo stesso affermato imprenditore molisano, e con lui sono stati confermati nel Consiglio Direttivo il Vice Presidente Luciano Matteo e il Consigliere fiduciario per lo sport automobilistico Saverio Ricciardi. E’ entrato nella squadra anche l’Avv. Demetrio Rivellino, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Campobasso. Da 19 anni vertice amministrativo dell’Ente è il dr. Giovanni Caturano, Direttore degli Automobile Club Campobasso e Isernia. “7 delegazioni e AciPoint nella città e in provincia, 3

agenzie assicurative Sara, 5 centri di Soccorso Stradale, 7 uffici adibiti alla riscossione delle tasse automobilistiche e alla consulenza e assistenza per le pratiche automobilistiche, 150 licenziati sportivi –tra piloti, ufficiali di gara, scuderie e organizzatori, 3.000 soci a Campobasso e 5.000 in tutto il Molise”: questi sono i numeri

che orgogliosamente enunciano il Presidente Luigi Di Marzo e il Direttore Giovanni Caturano - sempre più convinti, unitamente ai Consiglieri e allo staff amministrativo, di volersi impegnare sempre più a fondo per la promozione e la valorizzazione dello sport automobilistico, dell’educazione e della sicurezza stradale, del turismo e di tutto ciò che concerne i diversi e numerosi aspetti di una mobilità che rappresenta un importante diritto di ciascun cittadino ma che sempre più deve essere rispettosa dell’ambiente e della collettività, temi questi dei quali l’ACI Campobasso si occupa con forza e determinazione. Numerosi sono gli eventi che saranno organizzati dall’Aci Campobasso nel 2016 per celebrare al meglio questo speciale compleanno. E l’Aci rivolge anche un importante invito a tutti gli appassionati, i soci, le istituzioni molisane, per raccogliere testimonianze di esperienze, di scritti, di oggetti, di fotografie che possano contribuire a scrivere la storia di questi novant’anni dell’Aci Campobasso ma anche la storia delle auto e dell’automobilismo molisano. Tutti gli interessati potranno contattare l’Automobile Club Campobasso al n. telefonico 0874 92941 o via email a: info@campobasso.aci.it

Esodati, scattano le domande Le domande per l’accesso ai benefici scadranno il primo marzo Il patronato INCA della Cgil informa che scadrà il primo marzo il termine ultimo per la presentazione delle domande per l’acceso ai benefici pensionistici previsti dalla settima salvaguardia, ovvero il provvedimento legislativo che consente a coloro che matureranno, entro il 6 gennaio 2017, i requisiti previsti per l’accesso alla pensione secondo le regole precedenti alla legge Fornero. L’Inca Cgil, invita pertanto, le lavoratrici e i lavoratori interessati a recarsi nelle proprie sedi pre-

senti a Campobasso, Isernia, Termoli, Agnone, Venafro, Larino, Boiano e S. Martino, dove il personale addetto fornirà consulenza per compilare le domande. In particolare i lavoratori che possono beneficiare della settima salvaguardia in Italia sono 26300 e comprendono cinque profili: lavoratori collocati in mobilità o in trattamento speciale edile a seguito di accordi governativi e non governativi stipulati entro il 31 dicembre 2011; lavoratori autorizzati alla

prosecuzione volontaria della contribuzione entro il 4 dicembre 2011; lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro in ragione di accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo entro il 31 dicembre 2011 o per risoluzione unilaterale nel periodo compreso tra l’ 1 gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011; lavoratori in congedo per assistere i figli con disabilità grave ai sensi del Dlg 151/2001 nel corso del 2011; lavoratori con contratto di lavoro a tempo determi-

nato cessati dal lavoro tra l’1 gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011. La settima salvaguardia non risolve in toto il problema degli esodati. Come ogni anno si tratta di un provvedimento tampone che, per esempio, esclude i lavoratori agricoli e stagionali. Inoltre, tutela i lavoratori che hanno usufruito del congedo per assistere i figli disabili escludendo coloro che, come prevede la legge 104 del 1992, hanno assistito genitori, coniugi disabili o

altri familiari. Nell’auspicare un intervento legislativo da parte del governo che risolva in maniera definitiva il problema degli esodati e che dia la giusta tutela alle tante persone che si ritrovano ormai privi di ogni forma di sostegno al reddito e con l’impossibilità di accedere al pensionamento, ribadiamo l’invito agli stessi, affinché verifichino nei prossimi giorni, la possibilità di usufruire della salvaguardia in imminente scadenza.


Campobasso

7 26 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ricordo di Guido Biondi a cui a Lanciano hanno dedicato lo stadio A Selva Piana invece hanno fatto solo bla bla con Scorrano

di Gennaro Ventresca La pazienza, a volte, vale più dell’intelligenza. Vorrei ricordarlo prima a me stesso, che sono un impulsivo, e poi ai miei amici di fede

rossoblù. Più di una volta mi sono trovato a dibattere con alcuni esperti di musica che ritenevano che nel mondo dei calci d’angolo un allenatore valga l’altro. Io ho ribadito che questo valeva anche per i direttori d’orchestra. “Eh no!”, mi hanno zittito, sdegnati. “E’ un’altra cosa! Abbado ha una musicalità e una sensibilità diversa da Muti, e l’interpretazione dello spartito dipende molto dal direttore e dall’orchestra che dirige”. A mio modo di vedere, tra musica e calcio non c’è alcuna differenza. Il gioco, lo spartito da interpretare, è

il vero protagonista in campo. Puoi avere i migliori musicisti e i migliori solisti, ma non sentirai alcuna melodia se non sono coordinati da un direttore e da uno spartito comune. L’allenatore è insieme autore e direttore d’orchestra. Ecco perchè Guardiola fa cose meravigliose ovunque e certi suoi colleghi fanno solo fetecchie. Cappellacci, non ha ancora capito che a volte la pazienza vale più dell’intelligenza. Favo, invece, ha compreso il senso di questa frase e l’ha messa in pratica. Tenendo bene a mente un’altra espressione celebre, di Che Guevara: “Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza”. MI RICORDO Mi ricordo la faccia triste di Guido Biondi. L’ultima volta che l’ho visto accadde pochi mesi prima della sua prematura morte. Ci incontrammo

all’ingresso dello stadio, stava appena parcheggiando la sua Bmw. Era giunto da Lanciano, la città dove era nato e viveva e per la cui maglia non aveva mai giocato. Mirava a fare il direttore sportivo Guido, soprannominato il “professore”, stando a quanto fece in campo con la nostra blusa. Furono formidabili alcuni suoi calci di punizione che ne fecero per tutta la B “Il Platini dei poveri”. Biondi ha fasciato il corpo per due soli anni con la nostra divisa. Furono due stagioni magiche non solo per lui. In verità qualche anno prima, ai tempi di Gigino Falcione alla presidenza, Ernesto Bronzetti fu sollecitato più volte dal collega Mimmo Cataldo del Lecce a prenderlo in coppia con un altro giocatore leccese di rango, il centravanti Loddi. Non se ne fece nulla: Ernesto virò su Catarci e Alivernini, per pentirsene a lungo.

Biondi, stando al nostro ultimo incontro, già viveva da mesi col suo terribile male che chiamava “Gino”. Si disse convinto di poterlo superare, proprio come tante volte aveva fatto coi portieri, con le sue magistrali punizioni a foglia morta. Il suo ottimismo non fu premiato. Morì in un letto d’ospedale. Ai suoi cari resta la consolazione di aver visto intitolare lo stadio della sua città al loro Guido. Cosa che non è capitata a Campobasso dove, dopo tanto parlarsi addosso, non s’è fatto tutto il possibile per intestare lo stadio di Selva Piana a Michele Scorrano. Gli oppositori, tra l’altro, si sono schermati dietro il misero velo che “Scorrano non ha mai giocato nel nuovo stadio”. Verissimo. Come è cassazione che Guido Biondi non abbia mai giocato nell’impianto che l’amministrazione comunale di Lanciano gli ha dedicato.

Tutto pronto per la 16^ edizione del Rally di San Giuliano del Sannio Dopo un anno di stop forzato torna la manifestazione motoristica più attesa dell’anno dagli appassionati di motori. Cornice che ospiterà l’evento il caratteristico paese di San Giuliano del Sannio (Cb), con un’unica prova speciale interamente ricadente nel comune. Poco meno di 9 km per dare il via al nuovo anno motoristico che prevederà tante gare, già regolarmente iscritte a calendario Aci Sport. Rally a marzo per iniziare, a seguire Slalom Città di Campobasso nel mese di maggio, Mini-Slalom di Cercemaggiore a giugno, ancora mini-Slalom di San Nicola (San Giuliano del Sannio) ad agosto e a chiudere Slalom di Macchiagodena (Is). L’anno del riscatto per uno sport molto amato nella regione. L’anno del cambiamento… dall’ultima edizione (2014) svolta a settembre, radicale cambio di stagione e di condizioni meteorologico/climatiche! Un anno tutto

nuovo per l’edizione numero sedici del rally di Tecno Motor Racing Team.Alla base dell’organizzazione dell’evento semplicemente la volontà di un solido gruppo che crede in questo sport, unitamente alla passione ed alla determinazione degli addetti ai lavori ed la vicinanza delle amministrazioni locali. Tutto pronto quindi: verifiche sportive ante gare presso Aci Campobasso, verifiche tecniche aperte al pubblico presso ex Stadio Romagnoli, partenza dal Corso Vittorio Emanuele di Campobasso nella serata di sabato 19 marzo. Partenza della prima vettura in gara da San Giuliano del Sannio domenica 20 marzo alle ore 09.01. Un’unica prova speciale da ripetere 4 volte per eleggere il nuovo vincitore. Iscrizioni aperte da venerdì 19 Febbraio, chiusura lunedì 14 marzo. Info info@tecnomotor.com

Il Molise a Roma

Domenica nella Capitale la manifestazione per le eccellenze regionali guidate dall’Onav

Il 28 febbraio 2016 i produttori Molisani presenteranno le proprie eccellenze enogastronomiche presso la struttura “Villa Rinaldo all’Acquedotto”. La manifestazione, dalle ore 10:00 alle 19:00, si svolgerà al coperto in un contesto confortevole, in un’ambiente riscaldato. Posti macchina a disposizione. PROGRAMMA Ore 10.00 – 19.00: - Banchi d’assaggio dei prodotti delle singole aziende partecipanti - Banchi d’assaggio collettivi dei Vini - Banchi d’assaggio collettivi delle Birre - Banchi d’assaggio collettivi degli Oli Extravergini. Ore 12.00 - 16.00: Pranzo. Ore 19.00 - 22.00: Cena. A pranzo e cena, il ristorante proporrà un menù totalmente Molisano. (prenotazioni per pranzo e cena: www.villarinaldo.it). Menu con prodotti, oli extravergini, birre e vini molisani, a cura del Ristorante Villa Rinaldo, a tariffa concordata con l’organizzazione dell’evento e riservato a tutti coloro che vorranno prenotarsi (prenotazioni per pranzo e cena: www.villarinaldo.it) IL MOLISE A ROMA, 28 febbraio 2016 Roma, Villa Rinaldo All’Acquedotto. Sono in fase di preparazione due seminari legati al territorio molisano (solo su prenotazione): “TINTILIA DEL MOLISE 100%” Il primo seminario, della durata di un’ora e mezza, sarà presentato dalla docente nazionale ONAV, Carla Iorio, insieme ai produttori di ogni azienda partecipante. Un tuffo nella viticoltura molisana, seguito dalla degustazione di otto vini da uve Tintilia 100%. Orario: 11:00 - 12:30


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

26 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Tre società di autonoleggio fantasma, bloccati oltre 600 veicoli Operazione congiunta della Polizia Stradale e della Guardia di Finanza Gli uomini della Sezione Polizia Stradale di Isernia e della Guardia di Finanza di Isernia hanno dato seguito ai decreti di perquisizione nei confronti di tre società fantasma di autonoleggio operanti nella provincia di Napoli. Le stesse avevano sede legale nella provincia pentra al solo fine di giovare delle tariffe più vantaggiose per la copertura r.c.a. delle vetture

possedute. In realtà le stesse operavano concretamente nell’area del napoletano. Un immenso parco veicolare di oltre 600 unità tra auto e motoveicoli che venivano dati in uso senza il rispetto delle prescritte formalità di legge inerente registri di carico e scarico. Le predette attività, risultate virtuali, permettevano che le auto venissero usate anche da soggetti affiliati a clan camorristici

al fine di commettere attività delittuose ovvero di circolare senza il rispetto delle norme stradali ed essere esenti da contestazioni. Molte delle auto intestate risultavano prive di copertura assicurativa ovvero poste in esenzione dal pagamento del bollo, perché fittiziamente intestate ai noleggi, erano in realtà regolarmente usate da altre persone.

Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati, altresì, documenti inerenti altre società operanti in svariati settori intestate a teste di legno il tutto al fine di produrre redditi virtuali che non trovavano riscontro in alcuna dichiarazione fiscale, profilandosi, pertanto, ipotesi di evasione totale, essendo tutte le predette attività completamente sconosciute

al fisco. Tra i tre soggetti sono risultati connessioni evidenti, riscontrate anche dai passaggi di auto avvenuti tra gli stessi, che hanno permesso agli inquirenti di ravvedere a carico degli stessi l’ipotesi di una vera e propria associazione finalizzata alla truffa in danno dello stato oltre l’evasione fiscale totale.

D’Apollonio scende in campo Candidato a sindaco per la lista civica, di Michele Iorio e Fratelli d’Italia. Forza Italia non ci sta ISERNIA. Giacomo D’Apollonio, intanto, ha ufficializzato la sua candidatura nella coalizione di centrodestra, per le elezioni amministrative al comune di Isernia. Ad annunciarlo lo stesso generale che in una nota scrive “Con soddisfazione ho constatato la sussistenza delle condizioni che avevo posto alla base della mia possibile candidatura a sindaco di questa città. Ho deciso di accettare questa nuova sfida, avanzatami da alcuni importanti partiti, da movimenti e semplici cittadini, convinto dalla bontà di un progetto che si fondi sulla difesa del nostro territorio e sul rilancio della città tutti i livelli. Un’idea politica che sta riscuotendo sia il sostegno di esponenti politici locali, che un crescente consenso da parte di appartenenti alla società civile, di cui sono lusingato e che non può non portare a fruttuosi risultati. “Sto già lavorando – spiega – a una lista civica di riferimento, che riparta dallo spirito dell’esperienza positiva del 2013 avuta con ‘Isernia in Comune’, lista del ‘candidato sindaco’ che elesse ben quat-

tro consiglieri comunali. Un ringraziamento - si legge ancora nella nota - quanti hanno, sin da subito, creduto nel progetto e, in particolare, Michele Iorio con il movimento civico ‘Insieme per Isernia’ e Filoteo Di Sandro con il partito ‘Fratelli d’Italia’. Inaspettato invece il comportamento di chi, pur conoscendomi bene tanto da avermi voluto quale proprio candidato nella passata tornata elettorale, in un momento in cui era molto difficile prevedere un successo per la coalizione, non abbia sinora ritenuto di voler abbracciare detto progetto, prendendone le distanze. Confido – continua D’Apollonio – nella possibilità di una ricomposizione, certo che con i veti personali non si farà il bene non tanto della coalizione, quanto della città. E’ un metodo all’insegna della discontinuità quello che vorrei percorrere, non per questo rinunciando a compagni di viaggio che si spesero in passato per la coalizione e che, oggi più che mai, non potrebbero non farne parte vista la condivisione di valori e l’unità di intenti”. D’Apollonio conclude la sua nota scrivendo che si metterà a

disposizione della città, impegnandosi ad aumentare gli sforzi e creare coesione e unità di idee, con lo scopo di poter raggiungere il bene comune e la valorizzazione del territorio, quindi a migliorare servizi e cultura e ottenere maggiori risorse per il miglioramento della qualità della vita di tutti i suoi concittadini. “La scelta di Fratelli d’Italia a Isernia di abbandonare il Centrodestra e aderire a un movimento trasversale, in cui si annidano pezzi della sinistra, finisce per alimentare ulteriormente l’antipolitica. Ed è per questa ragione che Forza Italia è sempre più convinta che proprio da Isernia debba ripartire la ricostruzione di un Centrodestra non condizionato dal passato, in grado di offrire una reale alternativa al malgoverno degli ultimi anni, recuperando credibilità attraverso scelte coerenti e lineari” è quanto dichiarato dal portavoce Giacomo Papa, il quale ha anche precisato che “con la stessa chiarezza ribadiamo che Forza Italia non accetterà mai qualsiasi candidatura calata dall’alto, perché il sindaco deve essere innanzitutto espressione della città ”.

“Asilo nido, quali risultati della cooperativa? Il sindacato Csa torna sulla questione della struttura scolastica a Isernia ISERNIA. E’ il sindacato Csa a tornare sulla questione asilo nido. “1. l’Asilo Nido comunale è stato ormai messo definitivamente nelle mani di un soggetto privato, il quale, così come ci è stato spiegato dallo stesso Comune di Isernia, fruisce gratuitamente dei locali comunali, delle utenze, senza pagare i pasti ed incassa le rette; 2. il perso-

nale comunale, specializzato in materia, composto da n. 3 puericultrici e n. 3 ausiliarie è rimasto senza lavoro ed il Comune in data odierna ha disposto la sua ricollocazione in altri uffici del Comune. Le Puericultrici vanno tutte e tre presso il Corpo della Polizia Municipale. Se da un lato siamo soddisfatti circa le procedure intraprese per la riforma-

zione e la ricollocazione del suddetto personale, dall’altro siamo scettici sulla fine che ha fatto l’Asilo Nido Comunale ed in particolare non abbiamo ancora capito quale vantaggio ha avuto il Comune di Isernia e la cittadinanza in questo “ambizioso” progetto, che lo si ricorda è iniziato durante il famoso decennio in cui ha malgovernato

l’amministrazione di centro destra guidata da Melogli e si è concretizzato con l’amministrazione di centro sinistra guidata da Brasiello. Inoltre, agli atti del Comune risulta che il presupposto formale per l’uso gratuito dei locali e delle utenze da parte del soggetto privato, era il contestuale funzionamento dell’asilo comunale, che però ora è

cessato. Quindi dovrebbero essere cessate anche le gratuità. Infine, siamo ancora in attesa di sapere dal Comune quali sono le entrate e le spese rendicontate dalla Cooperativa che ha appaltato il servizio, nonché l’atto di convenzione di affidamento e la relativa delibera consiliare che né approva lo schema (sempre che esistano).

Venafro, un’economia che muore di Tonino Atella

D’accordo, è una piaga diffusa sull’intero territorio nazionale data la crisi imperante checché si dica dai palazzi del governo romano, ma a Venafro -quarto centro del Molise per consistenza socio/economica e come tale con presunte potenzialità- il trend negativo addirittura appare ancora più consistente della media nazionale. Il riferimento va al momento/no dell’economia cittadina, in particolare alle evidenti difficoltà che stanno vivendo commercio ed artigianato soprattutto, con la conseguenza di limitare le possibilità d’inserimento lavorativo delle nuove generazioni le quali non fanno mistero delle loro crescenti preoccupazioni. Alcuni riscontri per esemplificare : le attività che chiudono (e non sono poche !), le saracinesche abbassate anche sul corso principale là dove cioè la situazione potenzialmente dovrebbe essere tutt’altra, i magazzini sfitti e vuoti da tempo per mancanza di nuove iniziative commerciali, i cartelli “fittasi” che ogni giorno aumentano di numero coi proprietari delle mura alla spasmodica ricerca di nuovi fittuari che però non ci sono e i crediti che più di un proprietario di negozio vanta in tema di fitti arretrati …! A tutto questo aggiungasi i cartelli “vendesi” o “cedesi” di quella o tal altra attività, dato il calo verticale degli affari. Una situazione cioè apertamente di crisi, di sostanziale arretramento economico di gran parte

dei commerci e dell’artigianato cittadino senza che s’intravedano all’orizzonte soluzioni di ripresa e di rilancio delle attività e quindi dell’economia cittadina. E se il corso principale piange, figurarsi nelle altre zone e strade urbane ! Un “pianto” purtroppo diffuso, che riguarda molti esercenti ! Come e cosa pensano commercianti ed artigiani venafrani dato il momentaccio che stanno vivendo? Premesso che non sono affatto allegri e tranquilli, nella categoria c’è chi prospetta innovazioni e soluzioni drastiche per cercare di recuperare clientela ed affari. “Suggerisco -afferma un esercente di Corso Campano- di rimuovere il senso unico ripristinando il doppio senso di marcia sul corso, in modo da veder arrivare finalmente più gente e quindi un maggior numero di potenziali clienti. Qui, al centro di Venafro, tra senso unico e strisce bleu delle soste ci sono sempre meno persone in giro con conseguenze disastrose per le nostre attività. Il Comune deve responsabilmente farsi carico delle difficoltà finanziarie di gran parte dei cittadini ed agire di conseguenza, cercando possibili rimedi. Riaprire il corso al doppio senso di marcia, modificando criteri ed aree di sosta, è una idea. Non la si condivide ? D’accordo ! Si faccia allora qualcosa di nuovo, di diverso e di positivo per rilanciare l’economia cittadina che è con l’acqua alla gola”. Dicevamo del

“pianto”, in tema di attività e finanza collassate, ancora più diffuso nelle altre zone urbane. Si pensi, tanto per esemplificare, che il quartiere di Ciaraffella (zona laghetto) un tempo ricco di negozi, attività ed economia, oggi è totalmente chiuso ed abbandonato con gli esercizi (ancora) aperti che si contano con le dita di una sola mano ! Peggio addirittura la situazione commerciale nel pur suggestivo centro storico, bello quanto si vuole ma ormai “morto” per quanto riguarda commerci ed artigianato. C’è, è vero, qualche … coraggioso che continua a tenere aperta la saracinesca della propria attività, ma trattasi purtroppo di un numero assai vicino allo zero ! Situazione drammatica e preoccupante per tanti quindi a Venafro, con ovvii contraccolpi anche per i giovani che cercano alternative al lavoro in fabbrica o nel pubblico impiego a sua volta venuto mano, ma purtroppo non riescono ad individuarlo. Né è da sottovalutare altro dato, che anzi appare prioritario : date le difficoltà e le incertezze diffuse, molti giovani sono costretti gioco forza a procrastinare il metter su famiglia ed il mettere al mondo figli, con calo delle nascite e conseguenze assolutamente negative. E … la nottata, purtroppo, sembra lunga da passare !


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Termoli

26 febbraio 2016

“La Momentive investe a Leverkusen in Germania“ Così Mauro Natale per l’impegno da 35 milioni di euro programmato a Termoli TERMOLI. La notizia ora è ufficiale. “Le difficoltà autorizzative, il contenzioso legale e la mancanza di segnali di interesse ad uno sviluppo industriale sostenibile da parte del territorio molisano hanno indirizzato la scelta imprenditoriale altrove”, ci ha fatto sapere l’azienda“. Lo sostiene il presidente di Assindustria, Mauro Natale. “Da parte nostra, ne abbiamo preso atto, ma con grande rammarico, consapevoli di allontanare così una importante possibilità di creare sviluppo e occupazione in questa regione. Lo ribadisco ancora una volta: la crescita economica e sociale di un territorio passa attraverso lo sviluppo dell’industria manifatturiera, in Italia, in Europa e nel mondo. Il Molise ha bisogno di svilupparsi in questa direzione, altrimenti resteremo fermi in fondo

alla classifica delle regioni meno competitive d’Italia e della Ue. Non possiamo certo sperare che la pubblica amministrazione crei

oggi nuove opportunità di lavoro, alla luce della spending review e dell’opera di dismissione delle partecipate! E, consentitemelo,

non possiamo certo continuare a ripetere che occorre investire solo sulla nostra vocazione naturalistica, paesaggistica, artigianale,

turistica e cose di questo genere. Se ciò fino ad oggi non è accaduto – o, laddove si è tentato, si è rimasti nel sottobosco degli agriturismi, sagre e feste paesane – qualche motivo ci sarà! Lo sviluppo sostenibile del settore industriale non esclude altri segmenti, anzi… a mio modo di vedere li potenzia! Invito tutti, allora, a non fare polemiche sempre e comunque e a non vedere il marcio anche dove si rispettano regole, regolamenti, contratti nazionali, contesti ambientali e così via. E ogni tanto, consentitemelo, varrebbe anche la pena chiedersi la provenienza di chi parla eleggendosi a capopopolo, verificare le informazioni che veicola e, riflettendo con onestà intellettuale, andare oltre, per cogliere le infinite sfumature del mondo in cui viviamo”.

Zuccherificio, manifestazione di interesse Un tavolo tecnico ministeriale per discutere della filiera bieticolo-saccarifera TERMOLI. Il primo termine intermedio, quello delle eventuali manifestazioni d’interesse per lo Zuccherificio del Molise, è scaduto da poche ore, ma non si hanno novità a riguardo. Non si tratta del termine ufficiale di chiusura delle offerte per quella che davvero è l’undicesima asta da quando nella primavera di 3 anni fa è cominciata la procedura per la vendita degli asset di uno stabilimento che ha segnato il passo più volte, ma mai a livello produt-

tivo. Nonostante un calo siderale dei volumi, che una volta raggiungevano e superavano le 80mila tonnellate, ora in gran parte cedute nominalmente alla SudZucker, tranne la cifra simbolica utile per mantenere vive le quote zucchero assegnate dall’Unione europea, si punta di nuovo a rilanciare in modo proporzionale la filiera bieticolosaccarifera. Sindacati e Newco non hanno avuto notizie circa possibili acquirenti della società spa fallita nel

maggio scorso e le parti sociali continuano a lavorare sull’ipotesi di raggiungere una sintesi positiva per lavoratori e bieticoltori. Ieri una delegazione sindacale e di Rsu della Fai-Cisl si è recata in Regione per un approfondimento tecnico di quanto affermato la scorsa settimana dall’assessore Facciolla. Intanto, si attende che il Ministero per le Politiche agricole dirami la convocazione del tavolo tecnico interministeriale chiesto dal Molise.

Studenti a lezione di legalità Una vita da social, la manifestazione di confronto sul ciberbullismo TERMOLI. In Molise la casistica si conta sulle punte delle dita eppure è importante formare i giovani al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Soddisfazione anche in piazza Monumento per la tappa termolese del progetto “Una vita da social” che il corpo di Polizia di Stato ha varato ed attuato insieme al Ministero per l’istruzione. Centinaia di studenti, per una mattinata full immersion, hanno attinto alle parole degli agenti che hanno illustrato i casi e i rischi celati nella rete. “Il cyber bullismo esiste in Molise ma relativamente – ha affermato il questore Pagano – le istituzioni, tra cui la Polizia di Stato, la scuola e le famiglie sono a conoscenza del fatto che c’è la problematica sulla quale stiamo facendo del nostro meglio per vedere quale è la strada giusta e quella più educativa per affrontare queste problematiche che ci sono dappertutto e anche nella nostra zona”. Sotto “accusa” ci finiscono i social network e i loro usi sbagliati

anche attraverso quelli che per alcuni sono solo scherzi ma che in realtà celano pericoli profondi che a volte possono costare cari. Storie, esempi e dibattito hanno arricchito l’appuntamento con il

Questore che ha riservato precise parole di raccomandazioni agli studenti. Di qui i consigli a “stare attenti a ogni situazione e insidia che può essere anche la più semplice per-

ché chi deve acquisire l’amicizia fa in modo di coinvolgere le persone. Noi teniamo molto a questo programma che il dipartimento della Pubblica sicurezza insieme al Ministero della Pubblica istru-

zione sta portando avanti in tutta Italia. Abbiamo chiesto – ha continuato il Questore – che anche da noi venisse tenuto in considerazione questo tipo di incontro perché i giovani sono il nostro futuro”. Il progetto “Una vita da social” in Molise ha coinvolto, ad ora, circa 2000 studenti. Giovani che, “stanno rispondendo bene, si vede già con la presenza dei giovani che sono interessati perché è necessario coinvolgere i giovani che sono il nostro futuro. E’ chiaro – ha concluso il questore Pagano – che queste cose vengono spiegate nel modo giusto e con l’ausilio del corpo docente e dei familiari si fa in modo di fare capire quale è il bene e quale il male e noi siamo sempre dalla parte del bene. L’appello della Polizia è che qualsiasi problematica che possa insorgere deve essere denunciata noi siamo a disposizione in qualsiasi momento per tutte le situazioni anche quelle più semplici e daremo il nostro contributo facendo sempre di più”.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

26 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Pesca, interventi per rafforzare il settore La proposta ventilata dall’onorevole Venittelli si basa sul nucleo familiare

TERMOLI. “Vogliamo aiutare le imprese della pesca che si basano sul concetto di collaborazione all’interno del nucleo familiare, riconoscendo il ruolo di coadiuvante a quelle donne che si spendono in prima persona nell’attività ittica”. L’onorevole del Pd Laura Venittelli prosegue nel mandato di responsabile nazionale dem per la Pesca e l’acquacoltura abbinata

alla competenza di parlamentare nella XIII commissione della Cam e r a perseguendo obiettivi sempre più qualificanti. Dopo aver sposato la causa del miglioramento delle condizioni di lavoro, ora si tratta di concedere il giusto riconoscimento riguardo l’impegno delle donne nel settore. L’obiettivo è quello di introdurre un emendamento all’interno del testo unico sulla pesca. La proposta consente il riconoscimento della figura del coadiuvante che presta la propria opera nell’impresa di pesca, peraltro ribadendo il principio della parità

di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un’attività autonoma e garantendo tutele e garanzie ai familiari che prestano la propria attività di lavoro nell’impresa ittica di famiglia. A tal proposito, nel pomeriggio di ieri c’è stata un’audizione informale alla Camera dei deputati di rappresentanti dell’Associazione “Penelope – Donne nella pesca”,

sulle problematiche delle piccole imprese del settore ittico, con particolare riferimento alle condizioni di vita e di lavoro delle donne. Una iniziativa che già lo scorso 7 febbraio aveva visto l’incontro di una quarantina di donne operanti nel comparto ittico incontrare il presidente dell’assemblea di Montecitorio Laura Boldrini.

Una missione a cui hanno preso parte, invitate dalla Presidente dell’associazione anconetana, anche tre figure femminili della marineria termolese, Maria Antonietta Cordone, Paola Marinucci e Adriana Cannarsa, riunite con le loro colleghe dell’Adriatico in questo confronto finalizzato a rendere più equo il loro status professionale.

“Nuovi giochi al parco Sant’Alfonso” Il Mosaico dona e scrive al Sindaco TERMOLI. L’associazione “Il Mosaico aps”, per mano del suo presidente Enrico Miele ha protocollato una lettera alla cortese attenzione dell’Amministrazione Comunale e in particolar modo al sindaco Sbrocca; questo l’oggetto della missiva: “Egregio Signor Sindaco, l ‘Associazione il Mosaico, raccogliendo le istanze di tanti genitori, ha deciso di acquistare 4 giochi per bimbi in sostituzione di quelli rotti presso il Parchetto Sant’Alfonso. Vogliamo donarli al Comune affinché li possa installare e garantire nel tempo la vigilanza e la necessaria manutenzione. La stessa operazione, interamente finanziata dalla nostra Associazione, è stata effettuata in passato per altre due aree giochi nel quartiere Santa Maria degli Angeli. Sperando che questo piccolo gesto a favore dei bambini possa incontrare il Suo gradimento; resto in attesa di cortese riscontro e porgo cordiali saluti. Il Presidente Enrico Miele”. Davvero positivamente impressionati da questi gesti che l’Associazione “Il Mosaico” compie a favore del pros-

simo; non dimentichiamo che in un recente passato gli stessi hanno donato a svariate società sportive cittadine dei Defibrillatori per prevenire complicazioni cardiache ad atleti durante manifestazioni sportive e agonistiche.

È doveroso, quindi, come cittadini essere grati con affetto a questi amici che, come si può notare, anche in questo caso non perdono mai occasione per dedicarsi con amorevole e disinteressata passione verso il sociale.

“Senza lopedisti, un guaio” Il servizio è stato attivo fino al 31 dicembre e non è ancora stato rinnovato TERMOLI. Il servizio è stato attivo fino al 31 dicembre scorso quando il progetto alla base dello stesso è scaduto e non è stato più rinnovato nonostante due anni fa “venne effettuato un bando per una graduatoria che aveva durata tre anni che ancora non sono scaduti”. Sono sul piede di guerra i genitori dei bambini che usufruivano fino a due mesi fa del servizio di logopedia della Asl basso Molise “pagando regolarmente il ticket” e che adesso, se la ‘matassa’ non dovesse essere sbrogliata saranno costretti a mandare i propri figli in cura presso centri privati.

A farsi portavoce della delicata vicenda che vede al centro dell’attenzione non solo i genitori ma anche i bambini “che avevano iniziato un percorso clinico e che adesso dovranno ricominciare tutto daccapo”, è la consigliera comunale Maria Grazia Cocomazzi. L’appello è chiaro: “bisogna trovare una soluzione veloce. Dopo due mesi abbiamo bisogno di certezze e non possiamo più basarci sulle parole”. Stando a quanto affermato dalla Cocomazzi, infatti, sarebbero circa 20 i bambini che fino a due mesi fa hanno usufruito del servizio nel-

l’area di Termoli e 54 quelli in lista di attesa. Una decina, invece, quelli di Montenero che pure si ritrovano senza più logopediste e una ventina quelli in lista di attesa nel paese bassomolisano. Il servizio è andato avanti fino alla fine del 2015 quando è scaduto il bando. Mentre la graduatoria, di fatto, sarebbe ancora attiva per un altro anno, sarebbe in via di realizzazione un nuovo bando per una nuova graduatoria con nuove professionalità. “Questo è quanto ha affermato il presidente Frattura nel corso dell’incontro che si è svolto a

Termoli al Meridiano sul tema della sanità quando è stato interrogato proprio da una logopedista”, ha continuato la Cocomazzi che non può non interrogarsi sulla necessità di effettuare una nuova graduatoria “quando ce ne è una già attiva. A mio avviso non c’è convenienza e si tratta solo di altri soldi spesi”. E sotto la lente della consigliera comunale va a finire anche un’altra problematica relativa all’impatto che nuove tecniche cliniche potrebbero avere sui bambini. “La logopedia è un processo che si basa sulla fidu-

cia reciproca tra il medico e il paziente – ha continuato la Cocomazzi – noi genitori possiamo anche mandare i bambini in un altro centro o aspettare l’arrivo di altri logopedisti, ma i nostri figli dovrebbero ricominciare tutto daccapo. Mi auguro – ha concluso Maria Grazia Cocomazzi – che venga trovata una soluzione al più presto perché, come mio figlio ci sono altri bambini che hanno difficoltà nel linguaggio e devono trovare una soluzione veloce. Dopo due mesi abbiamo bisogno di certezze e non possiamo più basarci sulla parola”.



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Opinioni

26 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Molise, sempre meno nati e sempre più morti

di Claudio de Luca

Nello Stivale il censimento 2011 registrò oltre 59 milioni di abitanti (+4,3% rispetto a dieci anni prima). Di contro, in Molise, da 320.601 che erano, i discendenti di Cuoco diventarono (almeno sulla carta) 313.660. Solo la Basilicata (-3,3%) e la Calabria (-2,6%) fecero registrare numeri peggiori. Esigua anche l’entità degli immigrati (il 25,6% ogni 1.000 abitanti). In realtà, gli Italiani erano diminuiti di 250mila unità mentre gli altri erano cresciuti da 1.334.889 a 4.029.145, segnando un +201,8%. Pure in questo caso la percentuale molisana era rimasta esigua ove confrontata a quella del resto dello Stivale (67,8% ogni 1.000 unità). Oggi i dati Istat riferiscono che, nella 20.a regione si vive più a lungo, si nasce di meno (7 neonati per ogni 1.000 abitanti) ed i residenti continuano a diminuire (-5.3%).Naturalmente il contenimento» delle nascite può dipendere da cause tra le più diverse. Le attese di vita sono pari a 79,6 anni per gli uomini ed 84,9 per le donne. Gli stranieri residenti sono 11mila e nella gran parte dei 136 Comuni della “ventesima” si assiste al fenomeno dello spopolamento. I dati dicono: 1) che l’11,9% dei Molisani sono infraquattordicenni; 2) che il 64,8 conta dai 15 ai 64 anni; 3) che il 23,3% ha più di 65 anni, compresi i tanti ultracentenari che affollano la regione. Nel 2014 si è registrato un aumento della speranza di vita alla nascita, dal momento che i “ma-

Tutto quello che gli altri non dicono

schietti” oltrepassano gli 80 e le “femminucce” gli 85. Altro dato analizzato è stato quello relativo al movimento migratorio. Il saldo con l’estero (che poi rappresenta la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall’estero e quello dei cancellati per trasferimento di residenza all’estero) è pari ad uno (stima su 1.000 ab.). Quello interno (che è la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da altro Comune e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in altro Comune) è negativo (-2 su 1.000 ab.). Per conseguenza il saldo migratorio totale negativo è risultato pari a -0,9/1.000 ab.). In Molisesi ‘fanno’ pochi figli, e da tempo non si raggiunge il livello di 1,2 pargoli per ogni donna. Il dato permette di classificare la regione tra quellecon il livello più basso di natalità: 7,2 nati per ogni 1.000 ab. Il tasso di mortalità è pari a 11,5 decessi ogni 1.000, con un tasso di incremento naturale negativo pari al 4,3/1.000. La riduzione delle nascite costituice il frutto di due componente: quelle del concomitante contenimento riproduttivo delle italiane e delle straniere, caratterizzato da una fecondità solo poco più alta nel Nord (1,32) rispetto a quella del Centro e

di Pasquale Di Lena Non pochi dei miei vecchi e cari amici, che da anni mi seguono lungo il percorso del vino, dell’olio, della gastronomia e dell’agroalimentare in generale, mi hanno chiesto se vado a Expo 2015, che ha aperto il primo maggio a Milano, e cosa penso della Xylella o, meglio, quale sarà il futuro dell’olivicoltura del Salento. Per quanto riguarda l’Expo non credo di andarci. Per non creare equivoci dico subito per più di una ragione, non ultima quella che a dominare la sua immagine sono le multinazionali, cioè i grandi affari che stanno affossando l’agricoltura contadina, i nostri territori più fertili e più vocati al cibo di qualità, e, cosa ancora più grave, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del pianeta. Ritengo, però, davvero un peccato la messa in bocca di queste consorelle affamate di profitti; campi fertili; semi; tradizioni, soprattutto quelle gastronomiche; qualità e biodiversità, un messaggio fortemente incisivo come“Nutrire il pianeta”. Un messaggio bello, incredibilmente vero, visto che il pianeta ha bisogno di essere nutrito, soprattutto con amore, che, con la presenza delle multinazionali, si contraddice, ed ecco che non ha più la stessa forza. Lo stesso discorso vale per le montagne di cemento buttato, quando gli organizzatori potevano fare proprio il suggerimento di Slow food, cioè la sua sostituzione con costruzioni in legno. Strutture possibili da riciclare in ogni luogo dove nasce e cresce la voglia di stare insieme, insegnare e fare agricoltura, in pratica “nutrire” la speranza e il sogno del domani. Un suggerimento che, se preso in considerazione, poteva diventare un esempio stupendo per il mondo intero, una vera e propria semina di speranza per il futuro e un monito proprio per le multinazionali che hanno bisogno urgente di curarsi di questa loro bulimia per ridare spazio alla ragione. Ecco due le due ragioni che mi portano a dire che l’Expo, la grande vetrina sul mondo, è una grande occasione, in parte persa.

del Mezzogiorno (1,29). Nella 20.a regione il dato demografico più rilevante rimane quello degli ultracentenari. Per esempio, in Ururi, oltre ai 6 censiti, sono numerosi i 90enni. La cosa preoccupa con riferimento al sistema regionale di protezione sociale che non dovrebbe occuparsi soltanto dei fattori primari di sopravvivenza, bensì attendere ad uno sviluppo umano integrale. Per

ciò stesso dovrebbe mirare soprattutto alla somministrazione degli ausili per le fasce di povertà e per il disagio familiare. In questo campo, secondo una elaborazione “CensisUnipol”, fatto 100 il valore-indice Ue, il Molise si trova al 32° posto con un punteggio di 96,3 (medio-basso), quando la media italiana è di 97,9. In questa classifica, che accomuna Regioni italiane e Stati europei, il 1°

posto rimane occupato dal TrentinoAlto Adige (108,7) che supera persino i Paesi Bassi (107,4), la Svezia (105,5), la Germania (105,0) e la Finlandia (102,7). Ad ogni buon conto la 20.a regione fa meglio di Spagna (93,0) e Grecia (92,2), ma soprattutto surclassa la Sicilia (fanalino di coda) che raggranella il punteggio di 82,4 (da considerare basso da 92 in giù).

La Xylella e il futuro dell’olivicoltura

Infatti, non posso non tener presente, in questa mia critica, un elemento fortemente positivo di questo grande evento internazionale che rende l’Italia protagonista. Dovendo esso parlare di cibo, non può fare a meno di mettere in luce il valore ed il significato del territorio e delle sue fondamentali risorse. Prima fra tutte la ruralità con la sua agricoltura, l’attività che, da oltre diecimila anni produce cibo, cioè mette a disposizione dell’uomo l’energia vitale. Expo 2015, una magnifica opportunità per un rilancio culturale dell’agricoltura e la sua campagna, ha pensato bene di mettere ai margini, ridurre a ben poca cosa, con l’abbandono dell’agricoltura e l’abuso di territorio. Un abbandono prima di tutto culturale. Ho avuto l’opportunità di vivere una lotta, qui nel Molise, e di dare il mio contributo, soprattutto politico, a far vincere il territorio contro

l’idea e il progetto, fatti propri dalla classe politica e dirigente locale, di una multinazionale del latte, la Granarolo, di voler cementificare (non essendo più possibile in Emilia e Lombardia), un chilometro quadro di suolo fertile per realizzare una stalla industriale capace di ospitare 12.000 manze. Rispondendo alla seconda domanda che mi è stata posta, la questione Xilella, l’insetto diventato famoso suo malgrado, rientra in questa logica di occupazione del mezzogiorno per fare quello che non è più possibile fare altrove. In tal senso ho espresso il mio parere in tempi non sospetti, lo scorso anno, quando è cominciata a circolare la notizia della Xilella. Questo insetto, da sempre noto perché fastidioso, rappresenta, a mio parere, una grande opportunità per nuove speculazioni, di ogni tipo, che possono

essere bloccate solo da scelte capaci d’ intaccare gli interessi del capitalismo dominante e di mettere in crisi quella sua logica di distruzione e di spreco, in primo luogo dei valori e delle risorse propri del territorio, o meglio, dei territori che fanno parlare di mille meridioni. Territori, oggi, racchiusi in quella parte del Paese per lungo tempo considerata arretrata, marginale, che ha colto l’attenzione di illustri studiosi e di forze politiche fino a qualche decennio fa. Penso alla “questione meridionale”e a quella agraria, entrambe, però, messa da parte, come se risolte per sempre, quando si sa, invece, che queste due fondamentali questioni si possono risolvere solo se ci sarà una svolta capace di lottare contro un modello che, con la crisi, ha mostrato non solo il proprio fallimento, ma anche di essere la colpa dell’abbandono. Oggi il Meridione, e così l’Appennino, con i loro territori, la loro ruralità e la ricca agricoltura contadina, sono oggetto di desiderio di chi ha bisogno di territorio per appagare la propria bulimia. Vanno difesi, tutelati perché, se non distrutti dall’avidità imperante, possono diventare davvero strategici per avviare il nuovo modello di sviluppo di cui ha bisogno il Paese, cioè quello che parte dal patrimonio che uno ha per spenderlo e valorizzarlo, che è poi il modo più sicuro per preservarlo e tutelarlo. Penso alla cultura e alla storia, all’ambiente ed al paesaggio, alle attività legate all’agricoltura, alla pastorizia, ai boschi, alle tradizioni che rappresentano l’anima di una comunità. La Xylella che da fastidiosa è diventata cattiva, sarà ancor più cattiva, anzi criminale, se si dà continuità a un modello di sviluppo di cui sembra non se ne possa a fare a meno come se fosse l’unico possibile. La verità è che non lo è, ce ne sono altri.


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