Renzi chiude anche la corte di appello

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 242 domenica 1 novembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a vincenzo Di giacomo

Nel silenzio, il funerale al Molise

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Vincenzo Di Giacomo. Il presidente dell'Associazione magistrati del Molise ha voluto rilanciare la questione legata alla decisione già in serbo da parte del governo Renzi, di chiudere la Corte d'Appello a Campobasso. Significherebbe andare ulteriormente a depotenziare il territorio e, cosa ancora più grave, vedere nuovi uffici chiudere. Un'uscita tempestiva, quella del presidente Di Giacomo, tesa a richiamare l'attenzione della classe politica e dei cittadini sui rischi che corre il territorio regionale.

il Tapiro del giorno a salvatore Micone

Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Micone. Il consigliere regionale di centrodestra che con il più classico salto della quaglia ha deciso di passare armi e bagagli nel centrosinistra, ha giustificato il passaggio sostenendo che non esiste nè più destra nè più sinistra. Scusate, ha chiesto l'uomo del bar, ma allora perchè lui si è presentato con Iorio e non già con uno schieramento tutto suo al di fuori di qualsiasi logica? Chi lo ha votato lo ha fatto anche per l'appartenenza ad un ben individuato schieramento e con un partito di centrodestra. Poi, se la logica è quella della poltrona, allora..

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

1 novembre 2015

Crisi economica e strumenti finanziari

A Palazzo san Giorgio vogliono fare cassa con i morti Una interrogazione urgente di Ambrosio per stanare l’ideatore di questa “novella cimiteriale” e per indurre l’amministrazione ad esprimersi in termini chiari, su una faccenda torbida

Di fronte all’ipotesi che gli anni di concessione dei loculi cimiteriali possa essere ridotto da 40 a 20, non basta l’indignazione all’interno dell’amministrazione comunale, ancor una volta fatta propria ed espressa con durezza dal consigliere dell’Udc Michele Ambrosio, per bollare di becero cinismo l’idea e gettarla nel cassonetto dell’immondizia. Questa propensione degli amministratori di Palazzo san Giorgio a spremere fino all’ultima goccia il cittadino, perché incapaci di realizzare una politica finanziaria che lo eviti, facendo ricorso ad altre fonti di approvvigionamento, è quanto di peggio potesse capitare ai campobassani. Nel caso di specie, addirittura sarebbero i defunti ad essere l’oggetto di un nuovo capitolo di bilancio in entrata. Credevamo che il limite della speculazione sulla morte si fermasse alla tumulazione. Ci sbagliavamo. Nostro malgrado dobbiamo aggiornare il quaderno delle doglianze e affidarci alla nostra capacità d’indignazione da aggiungere a quella (benemerita) del consigliere

Ambrosio, a sostegno delle iniziative che vorrà assumere per stanare l’ideatore di questa “novella cimiteriale” (voci di sottofondo alludono all’assessore Maio), e per indurre l’amministrazione ad esprimersi in termini chiari, su una faccenda torbida. Torbida sul piano strettamente amministrativo, nell’ambito del modo di fare cassa; torbida sul piano

tecnico/amministrativo, per ciò che riguarda il rapporto contrattuale del Comune con l’impresa Dondi, per la parte in cui è l’impresa a realizzare e a vendere i loculi cimiteriali (sarebbe la Dondi a fare cassa?); torbida sul piano dei sentimenti umani, in quanto va a colpire il cittadino già vulnerato dal lutto con un ulteriore vulnus di natura economica. Con

Dopo Le Iene, su Frattura anche il Fatto Quotidiano Dopo la puntata de Le Iene, sulla villa al mare di Frattura, è intervenuto anche Il Fatto Quotidiano alla lude della nuova sentenza del tribunale di Larino, sezione civile, in composizione collegiale, nelle persone del Presidente dott. Enzo Turco e dei giudici D’Agnone e Guariniello (relatore). I giudici frentani hanno rigettato il reclamo, ritenendolo infondato, e confermato integralmente l’ordinanza impugnata, con condanna della società Pts Village srl al pagamento delle spese legali. Confermata, dunque, la legittimità della detenzione dell’appartamento da parte della sig.ra Cerio, titolare di un regolare contratto di locazione, ed altresì “raggiunta la prova del fatto dello spoglio perpetrato in modo violento e clandestino dai titolari della PTS Village srl nei confronti di Maria Rosaria Cerio”,

così come riferito da tutti i testimoni e “oggetto di ammissione espressa ad opera della medesima parte reclamante”, ossia la PTS Village srl, con la conseguenza

che “risulta provato, altresì, l’animus spoliandi che ha mosso i titolari della PTS a cambiare la serratura del cancello di ingresso alla villa, approfittando dell’ass e n z a momentanea di Cerio, e ad impedire a quest’ultima, una volta fatto ritorno alla villa, di accedere all’alloggio ivi detenuto, non potendovi più accedere sia per l’avvenuto mutamento dello stato dei luoghi sia per il ricorso a guardie giurate”.

questa storia, se dovesse svilupparsi nel senso che teme il consigliere Ambrosio, saremmo a commentare un atteggiamento dell’amministrazione incommentabile. Il pensiero del consigliere dato alla stampa traduce largamente il pensiero di ogni benpensante. Eccolo: “Solo una politica cinica e venale potrebbe pensare di rivedere la durata della

concessione dei loculi o del suo rinnovo, così come si appresterebbero a fare al comune di Campobasso. L’operazione si configura come una anticipazione milionaria di cassa, un sistema per fare pagare di fatto due volte lo stesso loculo, pena lo sfratto, anticipando il termine di scadenza della concessione o riducendo d’imperio a venti anni l’attuale proroga quarantennale. Una proposta indegna e che indigna, facendo balenare lo spettro della carenza di loculi e l’urgenza di esumare le salme, per influenzare i cittadini sulla ineluttabilità del ricorso alla cremazione. Sulla vicenda, presenterò una interrogazione urgente per informare l’assise civica e diffidare l’assessore ai Lavori pubblici a proseguire su un tema che coinvolge l’intera città e su cui, peraltro, ha competenza esclusiva il Consiglio comunale, invitandolo a non funestare anche la commemorazione dei defunti”. Dardo

In consiglio regionale la Giornata della Memoria CAMPOBASSO. Seduta commemorativa del Consiglio Regionale del Molise per le vittime del crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia avvenuta il 31 ottobre del 2002. Aprendo i lavori dell’Assise il Presidente Cotugno ha ricordato come la riunione, tesa ad onorare il ricordo delle giovani vite spezzate dal crollo della scuola del piccolo centro del basso Molise, si inserisce nell’ambito delle iniziative previste per la Giornata della Memoria, istituita con apposita legge regionale nel 2003, per riflettere sui tragici eventi di quel triste e doloroso giorno di fine ottobre di tredici anni fa. “Una memoria –ha detto il Presidente del Consiglio regionale nel suo breve intervento- che deve diventare monito per ogni generazione di governo, affinché si investa sempre più in sicurezza soprattutto nelle scuole. Auspico che questa Giornata della Memoria possa essere saggiamente vissuta da tutte le istituzioni per approfondire e dibattere le tematiche della sicurezza, della prevenzione e della protezione civile ad ogni ad ogni livello, e principalmente per l’infanzia”. Per l’opposizione è interventuo il consigliere Federico mentre per la maggioranza, Parpiglia. “Oggi –ha detto il Presidente Frattura - il Molise si ferma nella memoria di un dolore che anno dopo anno si rinnova senza trovare pace. Un dolore che è lì avvinghiato al ricordo del volto di 27 bambini e della loro maestra Carmela, un dolore che richiama tutti noi a doveri precisi. Primo tra tutti il dovere della sicurezza degli edifici scolastici, un tema che dall’immensa sofferenza vissuta a San Giuliano di Puglia è diventato centrale nell’agenda del Paese. Il nostro Molise ha dettato purtroppo l’urgenza nazionale. È stato l’urlo della sofferenza di San Giuliano, nel 2002, a richiamarci al dovere di garantire ai nostri bambini, ai nostri insegnanti, al personale che vive la scuola ogni giorno, spazi sicuri. Tanto si è fatto, ma tanto ancora resta da fare”.


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3 1 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il provvedimento sarebbe contenuto nel ridisegno della geografia degli uffici giudiziari

“Sarà soppressa la Corte d’Appello?

Grido d’allarme dell’Associazione Magistrati con il presidente Di Giacomo. “Un ritorno al passato” CAMPOBASSO. L’ANM/Molise ha notizia che la Commissione ministeriale per la revisione della geografia giudiziaria, nel propendere in favore del principio del mantenimento di una Corte di Appello per ogni regione, intenderebbe però subordinare detto principio alla condizione del raggiungimento di una certa soglia numerica degli abitanti di ciascuna regione, ed il Molise sarebbe al di sotto di detta soglia. La Commissione starebbe così studiando tre ipotesi di soppressione della Corte di Appello di Campobasso: quella che ne prevede l’accorpamento alla Corte di Appello di L’Aquila (o ad una istituenda Corte di Appello di Pescara, in sostituzione di quella di L’Aquila); - quella che ne prevede l’accorpamento alla Corte di Appello di Napoli (della quale in precedenza a Campobasso vi era una Sezione staccata); - e quella che ne prevede lo smembramento attraverso l’accorpamento della porzione del distretto rientrante nella provincia di Campobasso alla Corte di Appello di Bari e della porzione del distretto rientrante nella provincia di Isernia alla Corte di Appello abruzzese o alla Corte di Appello di Napoli. Quest’ultima ipotesi appare all’ANM/Mo-

lise come la meno condivisibile e sarebbe il preludio della costituzione di due macroregioni (quella c.d. Adriatica e quella c.d. del Levante), che vedrebbero smembrata politicamente e geograficamente la nostra stessa attuale regione. Pure l’accorpamento della Corte di Appello di Campobasso ad altra Corte di Appello, tuttavia, non appare per nulla condivisibile, anche perché porterebbe con sé l’automatica soppressione di altri Uffici giudiziari (Procura Generale presso la Corte di Appello, Tribunale e Procura per i Minorenni, Tribunale di Sorveglianza,

Avvocatura Distrettuale dello Stato, ecc.) o paragiudiziari (Comandi regionali delle Forze dell’Ordine, Questura e magari la stessa Prefettura di Campobasso). Inoltre, la soppressione della Corte di Appello comporterebbe prevedibilmente pure la chiusura di qualche Tribunale del distretto e la soppressione di altri Uffici pubblici istituiti su base regionale e/o provinciale (Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL, Vigili del Fuoco, ecc.), dopodiché, con la riduzione della popolazione determinata dai connessi trasferimenti di numerosissime fami-

glie di impiegati in altre sedi, anche gli enti privati (banche, assicurazioni, ecc.) chiuderebbero o comunque ridurrebbero le loro sedi, con tutti i conseguenti effetti dirompenti sui commercianti, sui liberi professionisti e sugli imprenditori, costretti a loro volta a chiudere i propri uffici ed esercizi, con conseguente ulteriore crescita del tasso di disoccupazione di giovani e lavoratori. In una parola, oltre il venir meno di fondamentali presìdi di legalità, l’intera economia locale subirebbe un colpo durissimo, ancor più grave dei duri colpi già subìti in questi lunghi anni di crisi economica. Si ripeterebbe cioè su scala regionale ciò che sarebbe accaduto a seguito della paventata chiusura di una serie di Uffici pubblici nella provincia di Isernia, scelta che risulta allo stato sospesa e che, per gli stessi motivi di cui sopra, questa ANM/Molise disapprova incondizionatamente e considera un errore gravissimo. A questo punto, risulta evidente il filo diretto che lega la ridefinizione della geografia giudiziaria alla successiva individuazione geografica delle macroregioni, la cui costituzione però non può e non deve significare il totale accentramento di Uffici e servizi nel capoluogo della macroregione con

svuotamento della periferia, ma deve essere posta base di uno sviluppo armonico dal punto di vista socio-economico. Perciò, anche qualora si andasse alla futura costituzione delle macroregioni, ciò non dovrà comportare la soppressione di Uffici e servizi essenziali nei vari singoli territori ed aree geografiche che compongono ciascuna macroregione, non dovrà cioè mettere in ginocchio l’economia e la stessa sicurezza dei nostri territori periferici. Se poi il problema è quello di un ampliamento dell’utenza delle singole Corti di Appello, lo scorso anno questa ANM/Molise anche a seguito di appositi incontri ottenne uno specifico documento dalla Magistratura beneventana, in cui quest’ultima chiedeva unanimemente l’accorpamento del circondario del Tribunale di Benevento alla Corte di Appello di Campobasso e questo documento venne da noi anche reso noto. Ma vi è pure un altro documento, che l’ANM/Molise non aveva reso noto perché la questione della soppressione della Corte era rimasta sospesa, documento nel quale gli Avvocati del Foro di Lucera chiedono l’accorpamento del circondario del già soppresso Tribunale di Lucera alla Corte di Appello di Campobasso.

l’intervento

Basta con le soppressioni

Impoverito il territorio molisano

di Rosario De Matteis*

di Giovanni Muccio*

Alla luce della conferenza del presidente Di Giacomo e delle legittime esigenze dei togati molisani la paventata chiusura con accorpamento a Benevento della nostra Corte, rappresenta un passo in avanti verso la eliminazione della autonomia del Molise inteso come Regione. E non è il primo atto di questa classe politica romana che tra l’altro non trova argini dalle rappresentanze locali, regionali e parlamentari, le quali, nonostante siano dello stesso colore politico, annuiscono e obbediscono a Renzi. Quando non lo fanno, tornano con scarsi risultati a casa. Mi riferisco al treno Frecciarossa, ai tagli scriteriati per gli enti locali ed alle amministrazioni periferiche, ai processi legati alle macroregioni, ai dipartimenti provinciali a rischio. Non riesco tra l’altro nemmeno a leggere le posizioni ufficiali e le proposte della segreteria regionale del Pd, della presidenza della Regione e le iniziative parlamentari tese a scongiurare tali soppressioni. Credo che questo governo nazionale, dalla Pa, alla scuola, dalle province alle forze dell’Ordine,

Il Movimento regionale del Guerriero Sannita condivide le preoccupazioni dell’Associazione Magistrati del Molise, l’accorpamento della Corte d’Appello del Molise ad altre realtà porterebbe inevitabilmente la soppressione di altri Uffici giudiziari come la Procura Generale presso la Corte di Appello, Tribunale e Procura per i Minorenni, Tribunale di Sorveglianza, Avvocatura Distrettuale dello Stato e paragiudiziari, dai comandi regionali delle Forze dell’Ordine alla Questura e magari alla stessa Prefettura di Campobasso e di altri Uffici pubblici istituiti su base regionale o provinciale :” Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Vigili del Fuoco”. Tale depauperamento comporterebbe inesorabilmente la riduzione della popolazione determinata dai connessi trasferimenti di numerosissime famiglie di impiegati in altre sedi, anche gli enti privati come banche e assicurazioni chiuderebbero o comunque ridurrebbero le loro sedi, con tutti i conseguenti effetti dirompenti sui commercianti, sui liberi professionisti e sugli imprenditori, costretti a loro volta a chiudere i propri uffici ed esercizi, con conseguente ulteriore crescita del tasso di disoccupazione di giovani e lavoratori». E’ convinzione del Movimento che ciò rappresenterebbe la definitiva “morte” del nostro amato territorio. A tal riguardo il Movimento regionale del Guerriero Sannita facendo proprio l’appello dell’Associazione Magistrati del Molise:” occorre a che l’opinione pubblica, la classe politica tutta senza distinzione di appartenenza, gli ordini professionali, i partiti, i sindacati e tutte le associazioni rappresentative delle istanze sociali e territoriali si attivino immediatamente al fine di contrastare progetti altamente deleteri per l’intera comunità molisana”, suggerirebbe di organizzare una task force tra tutte le forze precedentemente menzionate e che possibilmente se ne faccia promotore il Sindaco di Campobasso Antonio Battista, che rappresenta il Sindaco capoluogo di regione e sede di tutti gli uffici regionali periferici dello Stato, per decidere unitariamente tutte le eventuali azioni da mettere in campo a difesa di dette Istituzioni. *Il Guerriero Sannita

stia litigando con tutti. Ora anche con i magistrati, che tornerebbero indietro, ai tempi del distretto di Campobasso, sede staccata della Campania”. *Presidente Provincia di Campobasso


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4 1 novembre 2015

Avviso interno per il personale regionale che vuol far parte del Comitato unico di garanzia

Solo l’accertamento dei requisiti richiesti per farne parte potrà essere la garanzia che il Cug non si risolva in un’appendice a servizio del governo regionale

L’organismo di garanzia tutela le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e agisce contro le discriminazioni Sembra poco probabile che tra il personale dipendente della Regione Molise con qualifica dirigenziale e non dirigenziale (vallo a capire quel non dirigenziale – ndr) ce ne siano 6 che abbiano adeguate conoscenze nelle materie di competenza del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” (Cug), cioè che abbiano requisiti di professionalità, esperienza, attitudine, in grado di affrontare e risolvere problemi di convivenza sul posto di lavoro (a esempio, i casi di mobbing), di benessere fisico e psicologico del lavoratore, e casi di discriminazione anche di genere (maschi e femmine). Insomma, gente che abbia professionalità e sensibilità specifiche per compiti di estrema delicatezza quali quelli appena accennati. Tra i requisiti necessari per far parte di un Cug, come richiesto dalla legge istitutiva di questo organismo di garanzia, occorrono soprattutto adeguate esperienze nell’ambito delle pari

Ripartiamo dal titolo dell’ultimo comunicato della nostra segreteria nazionale del 21 u.s. che poneva un quesito circa i possibili futuri scenari della vicenda riguardante i lavoratori di 3g spa poiché, oltre alla domanda iniziale, in quel comunicato c’era anche una sibillina previsione di quanto sarebbe potuto avvenire. Si parlava delle reazioni che potevano sopravvenire all’indomani dell’invio delle prime lettere di licenziamento, prevedendo che le oo.ss. avrebbero richiesto la riapertura del tavolo di confronto con l’azienda per limitare o gestire i licenziamenti. Ebbene, voce di popolo voce divina, quello che si prevedeva è accaduto, e non poteva essere altrimenti. Che ci sia sempre voglia di discutere e di ten-

opportunità e/o del mobbing, del contrasto alle discriminazioni che siano rilevabili attraverso la lettura del percorso professionale e delle attitudini, intendendo per tali le caratteristiche personali, relazionali e motivazionali di cui si è in possesso. Al di fuori di chi ha già fatto parte

del Cug, alla Regione Molise non sarà agevole trovarne 12 (6 mebri titolari e 6 supplenti) in che abbiano accertati, certificati e verificati i requisiti sopra elencati. Per cui diventa interessante vedere come si concluderà l’avviso interno riservato al personale per il rinnovo del Cug per il

prossimi 4 anni. L’esperienza passata, grazie ad alcuni componenti particolarmente attivi e preparati, è stata per taluni versi interessante, specie quando s’è trattato di salvaguardare i diritti dei lavoratori nei casi di trasferimento d’ufficio, di assegnazione d’incarichi, di salubrità sul posto di lavoro, e nei casi in cui era rilevabile un accenno di mobbing (episodi eclatanti non se ne sono avuti), ovvero di pressioni indebite esercitate nei confronti dei soggetti più deboli e meno tutelati che in ogni amministrazione pubblica certo non mancano e sui quali il cinismo dei colleghi spesso si manifesta in forme deteriori. Il Cug che finisce la sua missione il 15 novembre, per cui va rinnovato, il suo l’ha fatto fintanto, come abbiamo accennato, all’interno ha operato gente con attributi caratteriali e la necessari professionalità. Per il rinnovo del Comitato probabilmente il problema si pone, e soltanto il rispetto e l’accertamento dei requisiti richiesti per farne parte potranno essere la

garanzia che il prossimo Cug potrà funzionare come il precedente e non si risolva in un’appendice formale a servizio non dei dipendenti ma del governo regionale. Il rischio però è nelle cose. Andando al concreto, va detto che il Cug ha una composizione paritetica ed è formato da componenti designati da ciascuna delle organizzazioni sindacali rappresentative (all’interno della Regione sono 6 le sigle sindacali rappresentative), ai sensi degli articoli 40 e 43 del decreto legislativo 165/2001, e da un pari numero di rappresentanti dell’amministrazione, nonché da altrettanti componenti supplenti, assicurando nel complesso la presenza paritaria di entrambi i generi”. Nel Molise il Cug è stato costituito nel novembre 2011 e il regolamento di funzionamento nella seduta del 25 luglio 2012. Dardo

3 G, si riapre il sipario? tare ogni strada per evitare le conseguenze peggiori è cosa di buon senso e dunque la nostra segreteria nazionale assieme ad un unico altro sindacato, lo scorso 22 ottobre, ha richiesto un nuovo incontro al Ministero del Lavoro ponendo dei dubbi sul metodo usato da 3g spa per individuare il personale in esubero e decretarne dunque il licenziamento. Una richiesta giusta, legittima ed alla luce del sole fatta all’organismo istituzionale incaricato di seguire la vertenza secondo quanto stabilito dalla legge. Purtroppo finora nessuna risposta e nessuna novità dopo la

Sarà presentato martedì, a iniziare dalle 9.30, presso il Palazzo della Fondazione Molise Cultura, il nuovo Programma Operativo Regionale Fesr e Fse 20142020. Sapremo dunque degli obiettivi individuati per creare i presupposti della ripresa economica o, meglio, come è stato trascritto in neretto nella nota stampa di Gl Servizi, della “crescita intelligente dell’economia regionale, in una dimensione di sostenibilità e inclusività, e del rilancio dell’occupazione nel rispetto della coesione economica, sociale e territoriale”. La curiosità è tanta, anche perché l’evento non è stato preceduto da alcun comunicato circa le

nostra richiesta tranne il triste e vedremo quanto legittimo stillicidio di licenziamenti cui siamo costretti ad assistere impotenti, per ora. Novità invece dobbiamo registrare sul fronte di altre sigle sindacali (tra le quali troviamo di nuovo l’unica che aveva chiesto con noi l’incontro al Ministero!?) che invece hanno optato per una richiesta indirizzata direttamente ed esclusivamente ai vertici dell’azienda la quale, pronta come il gatto col topo ad accoglierli sperando di addivenire ad un inimmaginabile accordo che possa derogare alle vigenti leggi sul licenzia-

mento collettivo, si è subito mostrata disponibile ad incontrarli con lettera del 26 ottobre u.s. (talmente subito che pure la richiesta delle oo.ss. a cui faceva riferimento riportava la stessa data). Dunque ora la risposta al quesito iniziale potrebbe essere che forse la trattativa si riapre ma il sipario resterà chiuso e tutto si svolgerà dietro le quinte. Siamo profondamente preoccupati per quanto sta avvenendo ed ancora di più lo siamo per quanto potrebbe ancora avvenire. Tutte le peggiori previsioni stanno prendendo corpo, i licenziamenti pro-

Martedì verrà presentato il nuovo programma operativo Fesr Fse

Occhi aperti e orecchie tese eventuali riunioni tenute con il partenariato per giungere, come pare si sia giunti, alla stesura del nuovo Por (Fesr e Fse 2014-2020). Un fulmine a ciel sereno. In assenza di dettagli, viene riferito che il nuovo Por “prevede di attivare risorse a favore della competitività del sistema produttivo, della ricerca e innovazione tecnologica, efficientamento energetico

e rinnovabili, della formazione professionale, della creazione di nuovi posti di lavoro, la promozione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, l’inclusione sociale e la lotta alla povertà”. Niente male, come non male era il Por 2007/2014 del quale si stanno spendendo gli ultimi spiccioli pur di non rimandarli a Bruxelles. E’ stato inoltre fatto sapere

seguono e già ora che il numero di essi non ha raggiunto la quota prevista si registrano sofferenze nelle lavorazioni tanto da costringere l’azienda a chiedere prestazioni straordinarie al personale in servizio. Ribadiamo pertanto tutte le nostre preoccupazioni per i comportamenti dei vertici di 3g che continuano ad operare con arroganza ed approssimazione in un contesto di comprensibile disorientamento dei lavoratori e di sofferenza per quanti hanno già ricevuto la lettera di licenziamento. Ma a cosa valgono le nostre parole… Cgil

che il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo (FSE) insieme hanno stanziato una dotazione finanziaria di 153 milioni di euro, “un blocco di investimenti che ridisegnerà il Molise dell’immediato futuro, e che siano di fronte ad un momento importante, che avvia una nuova stagione di innovazione, crescita economica e sviluppo sociale che la Regione vuole condurre con armonia e impegno e condividere con il territorio”. La presentazione risponderebbe a questa volontà di condivisione coi cittadini, gli operatori economici, le parti sociali e istituzionali.


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5 1 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Commissario dell’Egam Mauro Di Muzio ha chiesto due dipendenti di categoria D alla Regione

La Regione ha fretta di avere il dominio delle risorse idriche e di ridurre le amministrazioni locali a mere esecutrici di linee d’indirizzo prefissate

L’acqua non a caso ha soppiantato il petrolio come fonte di guadagno tra le grandi società della speculazione internazionale Per il momento, al commissario straordinario dell’Ente di gestione dell’ambito Molise per il servizio idrico integrato (Egam), Mauro Di Muzio, occorrono due dipendenti regionali di categoria “D”. Dovrebbe prenderli dal Servizio idrico integrato dell’Area Quarta della Regione ovvero, “subordinatamente ed alternativamente, anche da altri Servizi della medesima Area”. A tale scopo, nei giorni scorsi è stato pubblicato l’avviso interno e chi, tra i dipendenti con qualifica direttiva, ha interesse ad essere distaccato all’Egam, dovrà manifestarlo tempo 15 giorni. La Regione ha fretta: tutto a tambur battente, mentre sull’Egam continua la pioggia di critiche e sono in piedi anche i ricorsi al Tar sulla legittimità delle procedure che hanno portato alla costituzione di questo che viene maggioritariamente considerato un carrozzone politico/clientelare, i cui effetti deleteri si riverseranno sugli utenti molisani che, con l’introduzione della tariffa unica, pagheranno l’acqua molto più di quanto la pagano attualmente. La battaglia del sindaco di Campodi-

pietra Peppe Notartomaso continua, per nulla intimorito (il sindaco) dal modo arrogante con cui ottiene risposta alle domande sulla ragione vera, che ha indotto l’amministrazione regionale a creare l’Egam, ad aprire la porta alla privatizzazione e alla commercializzazione dell’acqua, alla formazione di un ente (l’Egam) e di una società (quella di gestione) che costituiranno un rilevantissimo costo aggiuntivo al peso

Il castello della discordia

economico delle bollette che arriveranno. Il ginepraio delle posizioni tra le parti in causa (la Regione e le amministrazioni locali recalcitranti), delle condizioni amministrative, delle procedure ancora sotto giudizio, dell’organizzazione e dell’opposizione all’Egam, ha una chiara matrice politica, determinata dalla volontà della Regione di assumere le redini dell’adduzione e della distribuzione dell’acqua con la evidente

riserva mentale di allinearsi alla politica nazionale sul destino e sull’uso delle risorse idriche annunciata largamente su basi privatistiche e commerciali. L’acqua non a caso ha soppiantato il petrolio come fonte di guadagno tra le grandi società della speculazione internazionale. Il Molise, particolarmente ricco d’acqua da cui, purtroppo, per carenza di coscienza amministrativa e di capacità gestionale (la percentuale delle perdite dalle reti di distribuzione è gigantesca), non riesce a ricavare alcun vantaggio (cediamo acqua alla Puglia e alla Campania quasi gratis), né ad assicurare un servizio adeguato agli utenti, nel cotesto nazionale potrebbe diventare un obiettivo di particolare interesse. La partita si prefigura pertanto su

scenari ben diversi da quelli locali, e la Regione vuole avere per sé ampia possibilità di manovra. L’Egam, con la regia regionale, dovrebbe pertanto diventare lo strumento per avere dell’acqua il dominio, e per ridurre le amministrazioni locali a mere esecutrici di linee d’indirizzo prefissate. Frattanto il Commissario per la gestione dell’Ente di governo dell’ambito del Molise per il servizio idrico integrato (Egam) ha chiesto 2 dipendenti regionali in possesso della categoria “D”, da distaccare in utilizzazione, anche part – time, con le seguenti caratteristiche:1 dipendente regionale, categoria “D”, con profilo “amministrativo contabile”, con diploma o laurea ad indirizzo giuridico - economico; 1 dipendente regionale, categoria “D”, con profilo “tecnico amministrativo”, con diploma o laurea ad indirizzo ingegneristico - architettonico – scientifico. La torre di Babele fu costruita un mattone alla volta.

Dardo

l’intervento

AAA...cercasi identità politica, sempre che esista di Massimo Dalla Torre

Non vogliamo entrare nel merito della polemica sorta tra Laboratorio Aperto e Rti Incima, che gestiscono gli orari di visita del Castello Monforte, e l’Associazione “Centro Storico” che assume il mancato rispetto (quanto memo riferito al 28 ottobre) dell’incarico. Dal botta e risposta si ha la sensazione che la diatriba abbia origini lontane, magari anche intorno all’affidamento della gestione del servizio di custodia del maniero quattrocentesco, simbolo (poco onorato) della città. A margine della polemica, e non per aggiungerne altra, dobbiamo purtroppo aggiungere che in piena stagione estiva, nelle ore pomeridiane, è capitato a chi scrive di trovarsi nella impossibilità di accedere al Castello in compagnia di ospiti forestieri, nonostante il tentativo rientrasse nell’arco di tempo dell’apertura, come da cartello. Al di là dell’episodio che non aggiunge e non toglie nulla alla polemica in atto, c’è da dire che per la valorizzazione del sito occorre ben altra organizzazione, ben altra disponibilità di tempo e di personale, e ben altra politica culturale dell’amministrazione comunale. Politica che a sprazzi viene annunciata, fatta balenare, intravedere, ma giammai posta in essere. E non solo per il Castello, quanto per ogni altra testimonianza storico/documentale della città.

Chissà quante volte sfogliando i quotidiani o navigando su internet, per chi è un internauta, sarà capitato di leggere, anche se per pura curiosità, gli inserti o i banner economici. Annunci particolarmente curiosi perché mettono in vetrina e di conseguenza in offerta, oggetti o servizi che spaziano dal lavoro, all’edilizia, dal collezionismo, al matrimoniale e non ultimo all’hard sempre più crescente, sempre più pressante, ma questo è altro argomento. Dicevamo, chissà quante volte si è focalizzata l’attenzione su di un particolare prodotto o servizio il quale, nella maggior parte delle volte, maschera carenze altrimenti non sarebbe messo in piazza con tanta enfasi. Tuttavia, c’è, un settore che non occupa la parte finale della stampa in generale, perché è presente sulle prime, ci riferiamo a quello politico che ha caratteristiche insolite, cioè la doppia faccia come il Giano bifronte tanto da far registrare specialmente nei periodi caldi come quello che stiamo vivendo interesse, anche se sarebbe meglio il contrario: disinteresse. Un settore che suscita curiosità senza sapere che dietro l’annuncio si cela qualcosa che non va perché quello che si propaganda e si vuole far passare per “unico” è difettato sotto tutti i punti di vista. Un settore che, alla luce degli ultimi avvenimenti politici, leggasi: elezione dei vertici del Consiglio Regionale, Presidente escluso perché persona al di sopra di ogni sospetto e critica, cambi di casacca, costituzione di neo gruppi, ci fermiamo qui perché l’elenco delle

cose “bislacche” è lungo, fa pensare seriamente che è “farlocco” specialmente quando chi ha fatto il cosiddetto “salto della quaglia” o una diversa scelta di campo rispetto alle indicazioni degli elettori si risente per le critiche e dichiara di non accettare lezioni di vista, stile, politica e quanto ad essa connessa. Argomenti che, proprio perché “fuff” si possono inserire nel catalogo degli “inutili” e non “introvabili” che il postino appone nelle cassette che sono fuori dai portoni dei condomini. Argomenti che attraggono non per la loro unicità bensì per la “inservibilità” che Guido Gozzano definirebbe “di pessimo gusto”. Argomenti che, se non dovessero cambiare, costringerà a non comprare più i giornali se non addirittura a spegnere i televisori o internet perché “le bufale”, ma soprattutto i proclami” non interessano nessuno tanto meno i molisani che lavorano in silenzio, sono sempre più, e non avvezzi agli “m’bicc’ o m’bafamiell”.



Campobasso

7 1 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Quella strada infinita” Il gruppo Cinque Stelle denuncia la situazione nei pressi della scuola di via De Gasperi CAMPOBASSO. lI gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle al Comune di Campobasso ha presentato una interpellanza al Sindaco, che sarà discussa nell’ambito del prossimo Consiglio Comunale, per conoscere i motivi per cui i lavori di completamento della strada di collegamento tra l’area esterna all’edificio scolastico di via De Gasperi e via Piave sono fermi da mesi e l’opera, che doveva essere completata entro il mese di ottobre, non viene ancora consegnata all’utenza cittadina. Una strada concepita con l’intento di diminuire il volume di traffico autoveicolare da e per l’edificio scolastico di via de Gasperi, che quando sarà aperta al traffico, potrà apportare un sensibile miglioramento dell’intera viabilità nell’ambito dell’edificio scolastico, oggi teatro quotidiano di inammissibili assembramenti di autovetture, con conse-

guente aumento delle emissioni degli scarichi inquinanti delle automobili, senza considerare l’aumento del rischio per la salute dei bambini costretti a raggiungere la scuola at-

traversando veri e propri ingorghi di autovetture in manovra e alla disperata ricerca di un posteggio il più vicino possibile all’ingresso della scuola, una pessima consuetudine

dura a morire nella nostra città. L’opera, da quanto appreso dagli uffici tecnici comunali, doveva essere terminata, collaudata e consegnata all’amministrazione entro la seconda decade, e comunque nel mese di ottobre 2015; invece, come tutti possono rilevare, la strada risulta ancora incompleta poiché, sempre secondo quanto appreso dagli uffici tecnici comunali, deve essere ancora terminato il fondo asfaltato, la segnaletica orizzontale e verticale, lo spartitraffico su Via Piave e gli impianti di raccolta delle acque, oltre che effettuato il collaudo tecnico. Premesso che siamo ben abituati ai ritardi con i quali i lavori appaltati dalle pubbliche amministrazioni vedono spesso dilungare a dismisura i tempi di consegna delle opere, ma nel caso di specie va sottolineato che non vi è stato alcun impedimento o causa di forza maggiore che abbia

potuto rallentare i lavori o bloccare il cantiere, che tra l’altro risulta anche privo della cartellonistica di con tutte le informazioni prescritte dalle vigenti normative. Ci chiediamo quindi per quali ragioni il cantiere risulti inspiegabilmente inattivo da diversi mesi, periodo entro il quale certamente si sarebbe potuto portare a termine l’opera e consegnarla alla cittadinanza nei previsti tempi che, con l’approssimarsi della stagione con condizioni meteorologiche avverse, rischiano di allungarsi ulteriormente. Per quanto esposto abbiamo quindi chiesto al Sindaco ed alla struttura comunale del Lavori Pubblici, informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, i motivi della mancata ultimazione dell’opera nei termini preventivati ed i tempi previsti per l’apertura della strada, a gran voce invocata dai cittadini.

Dimenticate le recenti polemiche in casa rossoblù si pensa solo al campo

A Castelfidardo per suonarle non per essere suonati

Oggi prima delle due decisive trasferte del Campobasso che aspira al rilancio di Gennaro Ventresca Ieri non voleva saperne di sorgere il sole. Eppure si pensava che le rimasuglie dell’estate avrebbero avuto il sopravvento sulle nuvole scure e su quel vento gelido che il giorno prima aveva sprigionato una pioggia fredda e obliqua che si è infilata sin sotto gli ombrelli. Proprio come quelle delle Canarie, dove anche in piena estate piove in orizzontale. Un vero prodigio della natura. Oggi si parla di calci d’angolo. Frammisti alla musica di uno strumento, la fisarmonica, che dopo i suoi fasti degli anni lontani, in cui imperversano i valzer francesi e la quadriglie si era ammantata di polvere nei soffitti. Ora quel magico strumento che da solo riesce a diventare orchestra anche senza la maestria del compianto Gorni Kramer, è tornato di moda. Per la felicità dei maestri artigiani di Castelfidarlo, elegante cittadina dell’entroterra marchigiana. Di calci d’angoli non ne sanno molto gli amici di Castelfidardo, ma intanto la loro squadra se la cava con onore nel nostro raggruppamento. Al momento ha messo insieme 11 punti, appena un paio in meno dei nostri ragazzi che ci erano stati

presentati come i padroni del campionato. La sfida odierna è la prima del doppio impegno rossoblù fuori dal giardino di casa. Ammesso che Selva Piana si possa elevare a rango di giardino. Sarebbe meglio definirlo come l’orto dietro casa. In attesa che riacquisti il bell’aspetto di 30 anni fa, quando fu considerato, da noi tutti, il secondo monumento cittadino. Secondo solo al Castello Monforte. Inutile girarci intorno. Serve solo vincere. Oggi e poi domenica prossima. E poi quella successiva. E via via tutte le altre. Chi rincorre non può perdere altre battute. Ne sa qualcosa la Signora a cui, sino ad ora, ci uniscono le sconfitte stagionali, quattro per uno.

informati – avverrà qualcosa di simile anche con Dimas, il Puma. Il quale, però, aspetterà la riapertura delle liste per chiudere la sua breve e non certo esaltante avventura molisana.

Intanto abbiamo perduto virtualmente Todino. Stufo di fare la comparsa. Al punto da prendere una dura decisione: starsene a casa. Denunciando un vero e proprio atto d’accusa nei confronti di Roberto da Tortoreto. Presto – così dicono i bene

Ora, però, bisogna stare dalla parte di chi va in campo. Turarsi il naso e andare avanti. Sperando che Roberto da Tortoreto ci smentisca tutti. Il primo a chiedergli scusa sarà chi firma questa nota. In fondo è da persone intelligenti e sensibili cambiare opinione.

L’Esercito in ricordo dei caduti Lunedì le commemorazioni dei militari caduti in pace e in guerra CAMPOBASSO. Anche quest’anno, a Campobasso, lunedì 2 novembre 2015, saranno adottate iniziative per la “Commemorazione dei Caduti in Guerra e nelle Missioni Militari di Pace”. Il programma prevede due significativi eventi: - alle ore 09.00: momento di preghiera e deposizione di un omaggio floreale sul luogo dove riposano le spoglie del C.le Magg. Sc. Alessandro DI LISIO che, il 14 luglio 2009, ha perso la vita in Afghanistan, nel corso di una Missione di Pace. Oltre ai familiari del Caduto, allacerimonia presenzieranno il Comandante Militare Regionale Esercito “Molise”, Col.

Giorgio CATALANO, e una rappresentanza dello stesso Comando molisano. - alle ore 10.30: deposizione di corona e celebrazione della S. Messa in ricordo dei Caduti in Guerra e nelle Missioni Militari di Pace, presso il Sacrario di Castel Monforte, alla presenza di Autorità Civili e Militari e dei familiari dei Caduti. Con tali eventi il Comando Militare Esercito “Molise” intende rinnovare i sentimenti di perenne gratitudine ai Caduti di tutte le guerre e a quanti, in uniforme, hanno donato la propria vita, in Patria e all’estero, per la sicurezza del Paese e della comunità internazionale e per la salvaguardia della pace.



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Isernia

1 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Il perchè no al lotto zero della Castel di Sangro” Tiziano Di Clemente torna a ribadire le ragioni che spingono a non far cantierare l’opera ISERNIA. “E’ incredibile quanto accaduto e sta accadendo in merito all’ormai famigerato “Lotto Zero” : sono stati destinati da parte della Regione e del Comune di Isernia, nel tempo, oltre 3 milioni e 850 mila euro (già in parte pagati), per le sole parcelle del soggetto progettista, a fronte di un’opera stradale il cui finanziamento, stante a quanto ci risulta, non è iscritto in nessuna posta di bilancio ministeriale, regionale o comunale; non a caso il sindaco Brasiello, nell’incontro pubblico di aprile scorso organizzato dal Comitato NO LOTTO ZERO, ufficialmente dichiarò che non sarebbe mai stato stanziato! Come è mai possibile, allora, che, tra Regione e comune di Isernia, ci si sia affrettati a stanziare fondi regionali di 3.850 mila euro per le mega parcelle del soggetto progettista a fronte di

un’pera di cui non è prevista la realizzazione o comunque che non è ancora certa ? Il livello della parcella milionaria ovviamente si “autogiustifica” dall’importo del progetto dell’opera non finanziata, che più è alto più la fa elevare: per 5 Km (Pesche – Miranda) con 8 viadotti e due gallerie, il costo dell’opera è già passato da 130 milioni a 170 milioni di euro (34 milioni di euro a Km !!!) senza che peraltro ne siano ancora ben chiare le motivazioni. Ma a parte le scandalose situazioni predette, il punto di fondo di questa vicenda , lo ribadiamo, rimane il seguente: per far guadagnare i soliti grandi speculatori del cemento, in cambio qualche briciola di occupazione, si sperperano ingenti risorse, senza contare le segnalate ingerenze sulle falde acquifere, il consumo al-

trimenti evitabile del suolo, del verde e delle zone agricole, nonché le rilevate criticità storico-archeologiche dell’area interessata (che ben si possono documentare). Di tale ennesima nefasta iniziativa di cementificazione, nella realtà locale, sono responsabili la giunta regionale Iorio e la giunta di destra al Comune di Isernia che ha oppresso e disastrato la città come mai era successo

dal dopoguerra, e la successiva giunta del PD. Tutto agli atti. IL PCL Molise torna a ribadire la propria piattaforma alternativa in merito all’utilizzo di tali ingenti fondi: organizzare un piano straordinario per il lavoro a gestione pubblica e democraticamente controllata dai lavoratori, a partire dal settore edile, a fronte delle esigenze di manutenzione del territorio (frane, esonda-

zioni ecc.), sicurezza scuole, rilancio edilizia popolare e si potrebbe continuare. E si vi sono spese da rifondere per i progettisti le paghi chi è responsabile di tali assurde decisioni del tutto estranee all’interesse sociale, tanto più che il comitato NO LOTTO ZERO ha già annunciato di sottoporre la suddetta assurda anche al vaglio della Corte dei Conti per l’eventuale danno erariale.

Legalità, proseguono gli incontri Questura, Procura e scuola a braccetto per essere vicini ai giovani ISERNIA. Nei giorni scorsi, il Questore della provincia di Isernia Dr.Vincenzo Vuono, il Procuratore Capo presso il Tribunale dei Minori di Campobasso Dr. Claudio Di Ruzza ed il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale di Campobasso Dr.ssa Anna Paola Sabatini, hanno dato vita ad una iniziativa per effettuare in vari istituti scolastici superiori di questa provincia una mirata attività di formazione.

Detta attività inizierà la mattina del 5 novembre p.v. all’istituto “D’Agnillo” di Agnone, proseguirà a fine novembre all’istituto “Mattei” di Isernia ed è già stato programmato anche un terzo incontro per l’inizio di dicembre all’istituto “Giordano” di Venafro. A cura degli esperti della Polizia di Stato, della Procura dei Minori e dell’Ufficio Scolastico Regionale, oltre ad altre profes-

sionalità coinvolte nel progetto sulla legalità, saranno trattati temi di particolare interesse per gli studenti più giovani: l’educazione stradale (conoscenza e rispetto del codice della strada per la sicurezza propria ed altrui, i rischi derivanti dall’abuso di alcool e droga alla guida), la violenza sui minori (violenza fisica e psicologica, bullismo), i pericoli del Web (cyberbullismo, pedopornografia, i rischi per

la privacy nell’utilizzo dei social network) e le devianze sociali in genere. Lo scopo di tali incontri, oltre ad essere un occasione per riflettere sull’educazione alla legalità, è quello di avvicinare i giovani, nella loro delicata fase adolescenziale, alle Istituzioni, sostenerli, fornire loro gli strumenti per decifrare l’epoca attuale ed orientarsi verso la propria realizzazione.

Rilanciare il nocciolo in alto Molise Convegno dibattito a Vastogirardi per il settore agro alimentare VASTOGIRARDI. Un convegno-dibattito in una località suggestiva come la riserva di Montedimezzo a Vastogirardi, comune della provincia di Isernia, per rilanciare anche nel Centro-Sud la possibilità di sviluppo dell’agro-alimentare, puntando sulla valorizzazione di prodotti ad alto valore aggiunto. Un connubio tra territorialità e vocazione nazionale, quella che ha visto sotto l’egida del gruppo parlamentare del Partito democratico alla Camera dei deputati, su impulso dell’onorevole Laura Venittelli e del capogruppo Nicodemo Oliverio, sviluppare le dinamiche attorno a colture come il nocciolo e prodotti come il tartufo, di cui San Pietro Avellana è la capitale del Molise. Del nocciolo si era parlato anche in un recente confronto anche a Termoli, “poiché la notevole crescita di interesse in Italia, grazie anche all’intesa Ismea-Ferrero per aumentare notevolmente la produzione, porterà importanti benefici in termini economici e occupazionali – affermano con una nota congiunta i parlamentari dem Venittelli e Oliverio - il nocciolo potrà così offrire interessanti opportunità ai produttori. L’Italia è già ora il primo produttore europeo di nocciole e secondo al mondo dopo la Turchia. Tenendo conto della crescita dei consumi di nocciole nel mondo, sicuramente l’Italia potrà aumentare la produzione nelle nostre realtà locali. La domanda interna cresce sempre di più da parte dell’industria dolciaria, conseguentemente l’Italia dovrà rendersi sempre più autosufficiente a livello produttivo. La produzione ha tra i punti di forza la vocazione territoriale, mentre le produzioni sono ottime dal punto

di vista qualitativo. Quello che occorre è un maggiore impegno e nuovi investimenti nella ricerca, nello sviluppo di nuove tecnologie e nella innovazione dell’intero settore, soprattutto per quanto riguarda i consumi. E’ indispensabile stimolare l’aggregazione dei produttori attraverso le OP per sfruttare al massimo le opportunità di valorizzazione e di trasformazione. Il Governo, le Regioni e i produttori nazionali, devono lavorare insieme per aumentare le superfici investite, raggiungendo aree marginali che finora sono rimaste escluse, soprattutto nel sud Italia che potrà rappresentare una buona occasione di investimenti. Favorendo una politica di tutela e salvaguardia dei ter-

ritori più marginali, anche al fine di preservare le aree dal dissesto idrogeologico e dallo spopolamento. Occorre garantire volumi importanti di produzione, rafforzando il potere contrattuale, offrendo un prodotto standardizzato, migliorando le tecniche di selezione e favorendo l’innovazione. E’, infine, necessario promuovere il prodotto italiano rendendolo riconoscibile, per favorirne anche il consumo interno. Tutto ciò si può ottenere utilizzando gli strumenti della nuova programmazione comunitaria, in un quadro coordinato di regole comuni a tutte le Regioni”. Ma l’ospitalità molisana ha aggiunto al programma anche temi relativi alla conservazione e alla tutela della biodiversità, promuovendo il territorio, individuando peculiarità e offerte tipiche capaci di attivare una filiera economica e nel contempo salvaguardarne la sostenibilità, puntando sul serio allo sviluppo eco-compatibile. Era questo l’obiettivo del convegno intessuto in collaborazione con il sindaco di San Pietro Avellana Francesco Lombardi, che ha visto la partecipazione di produttori, imprenditori agricoli, docenti universitari, autorità religiose e militari, oltre ai rappresentanti istituzionali molisani e del territorio pentro.



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Termoli

1 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Zuccherificio, nessuna certezza La rotazione del personale per il mese di novembre. Tutto nero per la vendita dell’impianto TERMOLI. Da un lato la richiesta di ricollocazione di tutti i dipendenti indipendentemente da chi acquisterà la fabbrica dall’altro lato la rotazione del personale per il mese di novembre. Sono queste le novità che vengono fuori all’indomani dell’incontro tra la curatrice fallimentare della Spa, Mirella Mileti, l’amministratore

unico della Srl, Fabio Marone e i rappresentanti sindacali dei lavoratori che, in una nota stampa, hanno espresso soddisfazione per l’avviamento della procedura di mobilità volontaria “per la quale è stato condiviso un incontro intorno alla metà di novembre al fine di espletare l’esame congiunto e dare seguito alla procedura avviata”.

Per quello che, invece, riguarda la rotazione del personale nel mese di novembre ci sarà il ‘turn over’ per l’estrazione dello zucchero dal silos e il servizio di portineria. Soddisfazione è stata espressa per il prolungamento del contratto di affitto utile a ottenere l’approvazione della Cigs anche se è fino al 31 dicembre. Poche le certezze sul futuro.

“Riguardo la prossima asta non si intravede certezza sulla vendita ma un ventaglio di operatori interessati sia per la produzione di zucchero insieme ad altre attività ma anche lontani da queste realtà. Chiederemo la ricollocazione di tutti i dipendenti indipendentemente da chi acquista ma vediamo un rientro in tempi brevi solo se si parla di zucchero

poiché si utilizzerebbero gli impianti già esistenti. Poiché nella stessa giornata presso l’assessorato alle Politiche agricole sono stati individuati possibili interventi a supporto della nostra azienda, chiederemo a breve un incontro agli assessori presenti al tavolo tecnico al fine di conoscere gli interventi infividuati”.

Fiat, altre assunzioni 37 nuove unità lavorative per lo stabilimento Fca di Termoli TERMOLI. Altre 37 assunzioni allo stabilimento di Termoli, ora ribattezzato Fca per le note evoluzioni societarie internazionali, ha imboccato senza più incertezze la via dello sviluppo. L’ultimo ciclo di cassa integrazione ormai è confinato nel primo semestre e con le ristrutturazioni interne è iniziata quella fase espansiva che oltre a far crescere i volumi prodotti per cambi e motori a Rivolta Del Re comincia davvero anche ad avere risvolti occupazionali interessanti. Ieri pomeriggio c’è stata

la prima riunione ufficiale e formale del neonato comitato esecutivo, un po’ il board di fabbrica che vede i capigruppo-coordinatori di tutte le sigle rappresentate a livello di Rsa aziendali – innovazioni introdotte col nuovo Ccsl del Gruppo – a confronto con la direzione aziendale. Parliamo di Fim-Cisl, Fismic, Uilm, associazioni Capi e quadri Fiat e Ugl Proprio le nuove assunzioni, tutte con contratto di somministrazione da novembre, rappresentano una svolta importante. In particolare si tratta di 26 conduttori, 5 manuten-

tori e 6 generici, sempre con requisiti corrispondenti a quei profili tracciati dal management Fca. Tutti e 37 andranno a rinforzare l’organico del reparto trasmissioni dei veicoli commerciali leggeri, in gergo il cosiddetto M40, che equipaggia i nuovi Ducato alla Sevel di Val di Sangro, che cresce di pari passo. Per questa ragione, le Ute interessate verranno pianificate con una turnazione anche notturna, che si aggiungerà al mattino e al pomeriggio oggi esistenti.

A distanza di 11 anni da quando il contratto di programma post-alluvione siglato da Stato, Regione e l’allora Lingotto si cominciano davvero a intravedere frutti concreti dell’investimento che fu di 434 milioni di euro. Non solo, ma sempre all’M40, ci saranno 4 sabati di straordinario al primo turno. Altri 4 sabati sulle Ute 121 e 122 per l’albero motore 8 valvole su primo e secondo turno, a conferma che il vecchio Fire non muore mai.

Il rilancio della Chiesa missionaria

Il vescovo di Termoli ha programmato una serie di incontri per l’anno pastorale TERMOLI. Incontri per sollecitare a fare “memoria” tutte le associazioni e i movimenti ecclesiali. Il vescovo della Diocesi di TermoliLarino, Gianfranco De Luca, ha programmato, per questo nuovo anno pastorale, incontri con tutte le associazioni e movimenti ecclesiali della Diocesi “perché essi siano ulteriormente sollecitati a fare “memoria”, come egli stesso ha indicato, del proprio carisma e della propria identità, ad interrogarsi su come si pongono dentro e a servizio di questa Chiesa locale e su cosa maturare e quali percorsi attivare per una comunione più organica, onde rispondere all’interpellanza del Papa che invita a rivedere e riformare la Chiesa diocesana in chiave missionaria. Il Vescovo – si legge sul sito della diocesi bassomolisana – nell’invitare i diversi gruppi a vivere questa esperienza di dialogo e

di confronto, sottolinea alcuni passaggi dell’ Esortazione apostolica Evangelii gaudium perchè tutti siano guidati ad interiorizzare quanto Papa Francesco scrive sui carismi a servizio della comunione che, “anche se costa fatica, li rivela autenticamente e misteriosamente fecondi. Le differenze tra le persone e le comunità, è questo uno dei passaggi fondamentali dell’ Esortazione del Papa, a volte sono fastidiose, ma lo Spirito Santo che suscita questa diversità, può trarre

da tutto qualcosa di buono e trasformarlo in dinamismo evangelizzatore che agisce per attrazione. La diversità deve essere sempre riconciliata con l’aiuto dello Spirito Santo; solo Lui può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, al tempo stesso realizzare l’unità. Invece, quando siamo noi che pretendiamo la diversità e ci rinchiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, provochiamo la divisione e, d’altra parte, quando siamo noi che vogliamo costruire l’unità con i nostri piani umani, finiamo per imporre l’uniformità, l’ omologazione. Questo non aiuta la missione della Chiesa”. Il primo incontro si è tenuto il 2 ottobre con il Movimento dei Focolari. Il 9 ottobre il Vescovo ha incontrato i Gruppi di Preghiera di Padre Pio.

Via Magellano, traffico rivoluzionato La soppressione dell’impianto semaforico vedrà ora la realizzazione di una rotonda TERMOLI.A proposito della soppressione dell’impianto semaforico all’incrocio tra via Magellano, via Maratona e via Mascilongo… ora abbiamo il quadro più nitido di quello che l’amministrazione, tramite una delibera proposta e approvata dalla IV commissione consiliare “Lavori Pubblici” (su proposta presentata alla suddetta commissione dall’Ingegner Gianfranco Bove del settore Lavoro Pubblici) vuole fare. Si tratta di riorganizzare la circolazione stradale dell’intera area che garantirebbe la riduzione delle manovre critiche d’incrocio e consentirebbe l’eliminazione dell’impianto semaforico. Tale proposta si articola nelle seguenti modifiche alla regolamentazione della circolazione stradale: chiusura al traffico del tratto terminale di via della Vela compreso tra via del Nuoto e via Magellano (Strada laterale al chiosco bara di

Piazza dei Ginnasti), inversione del senso unico di marcia in via dello Sport, tra via della Vela e via degli Atleti; istituzione del doppio senso di marcia nel tratto di via Mascilongo compreso tra via Mascilongo e via Germania;inversione del senso unico di marcia in via Germania, tra viale Trieste e via Mascilongo; istituzione del doppio senso di marcia nel tratto di viale Trieste compreso tra via Germania e l’isola spartitraffico circolare posta all’inizio del cavalcavia Ferroviario di via Duca degli Abruzzi. Inversione del senso unico di marcia in via Di Spagna, tra via Mascilongo e viale Trieste. Istituzione di un sistema di circolazione a rotatoria nell’area d’incrocio posta all’inizio del Cavalcavia ferroviario di Via Duca degli Abruzzi, trasformando l’esistente manufatto dell’isola spartitraffico circolare in una rotatoria str

dale compatta. Come dicevamo, queste proposte presentate dall’Ingegner Bove, sono state valutate favorevol-

mente dalla IV Commissione Lavori Pubblici, come risulta da Verbale nr 265 redatto il 21 ottobre 2015.



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