TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 44 - domenica 22 Febbraio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Salvatore Colagiovanni
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Salvatore Colagiovanni. E' il meno pagato tra gli assessori al Comune eppure è quello che sembra lavorare di più anche se, proprio per questo, finisce spesso nel mirino della critica delle opposizioni. L'assessore, però, va avanti con forza come ha dimostrato nell'applicazione del recente provvedimento di chiusura al traffico di piazza Prefettura.
Il Tapiro del giorno a Michele Ambrosio
Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Ambrosio. Il consigliere comunale di Campobasso è spesso critico rispetto alla sua stessa maggioranza. Bacchettate forti per provvedimenti sbagliati o per l'inerzia amministrativa registrata in questo primo anno di vita. A questo punto, però, farebbe bene a ricavarsi un proprio spazio all'opposizione. Altrimenti, sembrano solo chiacchiere.
Renzi non ti sei accorto che fa l’architetto (A, c... suoi) e non il contabile? Servizio a pagina 3
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 22 febbraio 2015
Come stare con due piedi in una staffa
Petraroia dà del “fascista” a Renzi ma non si dimette dal Pd nè dalla Giunta La politica molisana è un guazzabuglio inestricabile, un ammasso d’interressi personali, una piattaforma strutturale e strumentale di soggetti che possono impunemente affermare tutto e il contrario di tutto sapendo che gli osservatori non hanno a loro volta alcuna possibilità di metterli con le spalle al muro L’assessore, vice presidente della giunta di centrosinistra del Molise, Michele Petraroia, s’è ripetuto in versione fortemente critica nei confronti del governo Renzi sino ad adombrare che sia affetto da autoritarismo che poco o niente abbia a che fare con i metodi democratici. Una condanna senza appello là dove, in un suo recente comunicato stampa, è scritto: “Non si cambia la Costituzione a colpi di maggioranza obbligando il Parlamento a votare in tempi contingentati su temi delicatissimi e in assenza di alcuna intesa tra le forze politiche ed i gruppi di minoranza. Il Pd non è una caserma, e la democrazia non prevede la militarizzazione delle coscienze nel solco dell’Ubbidir tacendo”. Se l’avessimo lette dal mattinale dell’onorevole Brunetta oppure l’avessimo ascoltate da una delle tante esternazioni televisive dell’onorevole Meloni, avremmo potuto capire e ammettere che simili valutazioni politiche possano essere in una qualche misura (molto bassa) tollerate. Ma che le dica il vice presidente
della giunta regionale del Molise, nonché iscritto al Pd, quelle sopra riportate sono espressioni che dovrebbero portare ad una sola conclusione: dimissioni dal Pd e dimissioni dalla giunta. Siccome sappiamo bene che quella che sarebbe la soluzione per porre fine alle sue sofferenze ideali e ideologiche non troveranno mai una conseguenza logica, rimangono essere le solite pa-
Di Massimo Dalla Torre Non è la linea che porta a Kandar e neanche quella che viaggia a tremila metri e attraversa le lande desolate delle Ande, oppure quella del Tibet a essere annoverata tra le tratte ferroviarie più disagevoli; è semplicemente la Campobasso-Isernia-Roma che Legambiente indica quale nona peggiore d’Italia. Il marchio nero arriva da “Pendolaria 2014” che ha selezionato i peggiori percorsi su ferro sulla base di dati oggettivi ma soprattutto sulle proteste da parte di viaggiatori e pendolari. Nel dossier stilato dall’Associazione ambientalista si legge: “enormi disagi si riscontrano ad esempio sulla tratta, per giunta non elettrificata, tra il capoluogo di regione del Molise e Roccaravindola in provincia di Isernia. Settantacinque chilometri caratterizzati da lentezza e inadeguatezza del servizio; oltre cinquanta minuti di percorrenza con una velocità media di cinquantacinque chilometri orari, nonostante le carrozze di solito non riscaldate d’inverno e non ventilate d’estate appartengono all’ultima generazione. Come non bastasse a dare il colpo di grazia si deve aggiungere la protesta di chi giornal-
role al vento, la dimostrazione assoluta di volatilità di pensiero, il solito specchietto per le allodole (di creduloni della diversità dei sinistri rispetto a tutte le altre genie politiche italiane ce ne sono eccome!), la solita possibilità di occupare uno spazio sui media e tenere vivo così la propria immagine di personaggio controverso, amletico, e introspettivo. Come interpretare, che valore
politico assegnare, quale considerazione trarre là dove Petraroia si lascia andare ad affermazioni di questo tenore?: “Spetta al Parlamento stabilire in piena autonomia le modalità del confronto sui tempi di esame della riforma costituzionale attraverso una saggia condivisione di metodo tra i gruppi politici di maggioranza e di minoranza. La Camera dei deputati non è il luogo dei bivacchi (ahi ahi Mussolini!!!!), della violenza e della dittatura della maggioranza (Sic!!!), ma è la sede della sovranità popolare che rappresenta tutta la comunità nazionale e non solo la parte che conta il gruppo parlamentare più consistente”. Valutazioni più che pertinenti se appartenenti ad un liberal/democratico di stampo storico. Ma abbiamo difficoltà a darle credito, sapendo che provengono da un ossequioso, pedissequo compagno di viaggio del presidente (trasformista) della giunta regionale e sedicente renzista, ancorché sostenitore del nullismo amministrativo con cui l’esecutivo di Palazzo Vitale si va mostrando al po-
Molise, ultima frontiera anche nelle tratte ferroviarie
mente utilizza i treni e lamenta la chiusura delle biglietterie dei due capoluoghi di Provincia e Regione. Stazioni che lasciano disorientati e attoniti chi deve partire senza informazioni e possibilità di acquistare bi-
glietti se non tramite le obliteratrici presenti e spesso poco funzionali. Luoghi ridotti in molti casi a ricettacolo di barboni e persone senza fissa dimora, anche se, come a Campobasso la stazione è stata ammo-
polo molisano. Le sue sono parole, affermazioni e riflessioni che dovrebbero innanzitutto far riflettere i Frattura, i Ruta, i Leva, le Venittelli e le Fanelli sulla loro personale valenza istituzionale e rappresentativa nel Pd e, chi tra di loro, al renzismo, quindi muovere quantomeno un dibattito, un confronto, un’analisi per verificarne l’incidenza nel confronto politico. Lasciarle cadere nel vuoto (come temiamo), confermerà che la politica molisana è un guazzabuglio inestricabile, un ammasso d’interressi personali, una piattaforma strutturale e strumentale di soggetti che possono impunemente affermare tutto e il contrario di tutto, in cui campeggia, a tutto tondo, l’immagine del presidente della Regione con un passato a destra, il presente e il futuro da goderseli a sinistra. Vivere nel marasma sociale, politico, economico e culturale è la condanna che dobbiamo sopportare per una transizione storica che purtroppo tarda ad esaurirsi. Dardo
dernata e abbellita con luci che ricordano gli accessi alle stazioni aeroportuali; ma questa è un'altra storia. Situazioni alquanto disastrose cui si deve aggiungere che nel corso dell’ultimo anno molte fermate intermedie sono state soppresse senza però avere vantaggi sui tempi di percorrenza. Sussiste poi un problema di concorrenza con il trasporto su gomma che, non solo non riesce a coprire la domanda, ma penalizza pesantemente il trasporto ferroviario poiché le fasce orarie di viaggio in molti casi coincidono. Tutte cose che avvalorano al cento per cento i dati che nel report finale hanno quantificato con un 6,5% i tagli effettuati in Italia nel servizio ferroviario regionale negli ultimi quattro anni. Cosa che non depone assolutamente a favore di questa porzione dello stivale che ancora una volta causa distonie del sistema, ci condanna a essere il cosiddetto fanalino di coda superati finanche dai treni una volta a scartamento ridotto che erano puntuali, ma soprattutto non rischiavano di rimanere in panne per ore senza che nessuno provvedesse a portare soccorso a chi aveva scelto il treno un tempo testimone di libertà, viaggi e non di disagi.
TAaglio lto
3 22 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
In ballo ci sono 60 milioni di euro. Se bisognerà restituirli è il default della struttura regionale
Il governo boccia il Rendiconto di Frattura
Ma non era stato il presidente della Giunta regionale a sostenere “la capacità di mettere ordine nei conti pubblici della Regione?” CAMPOBASSO. Il presidente della Giunta regionale, Paolo Frattura, ci ha abituati, ormai, ai risultati a sorpresa. All’atto dell’approvazione del rendiconto 2013, era tutto soddisfatto del risultato e scriveva: “Confermiamo, numeri alla mano, la nostra capacità di mettere ordine nei conti pubblici della Regione ed eliminare gli sprechi destinando le risorse secondo le effettive capacità di spesa. In un anno di governo – faceva notare –, siamo riusciti a realizzare un avanzo di gestione di competenza pari a 11 milioni di euro. Tale avanzo, possibile grazie a una politica oculata che nel rigore, nella trasparenza e nella certezza della spesa ha fissato uno dei suoi principali cardini nonché prioritari obiettivi, ci consente contestualmente di ridurre da 70 a 60 milioni di euro il pesante disavanzo ereditato dagli esercizi passati, tutto a vantaggio dei cittadini molisani. I risultati raccolti dalla nostra gestione virtuosa, che segna con nettezza la differenza con il passato, ci mettono adesso nelle condizioni di guardare e porre in essere politiche di crescita e sviluppo per tutto il nostro territorio”. Oggi la sorpresa. Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge
di Ulisse Di Giacomo Governo amico non ha potuto fare diversamente, ed è’ stato costretto a impugnare il bilancio di assestamento 2014 della Regione Molise. Perché’ Frattura ha voluto fare il furbo, non iscrivendo in bilancio il deficit accertato per il 2013 ma spalmandolo per gli anni a venire, magari quando lui non ci sarà’ più. Questa volta non ha raccontato la solita favoletta “ ho firmato senza leggere quello che c’ era scritto “, ma ha deviato su una barzelletta” se lo avessi fatto si sarebbe bloccato il percorso di crescita e di sviluppo del Molise !” E qui siete tutti autorizzati a ridere a crepapelle...O a piangere, se preferite. Ma il bilancio di assestamento non
Egregio direttore, ogni tanto,da qualcuno si sente dire che il passato e’ la nostra base per tutto. Ebbene, ho compiuto una piccola ricerca sullo stato della economia molisana - che oggi e’ mortificata da tanti fattori -nel 1950. Perché tale anno? Perché e’ un anno di grance interesse generale in quanto e’ il primo anno giubilare che si celebra dopo una cruentissima stagione di morte e distruzione che aveva coinvolto il mondo intero.Il
formulati dalla Ragioneria dello Stato sull’assestamento di bilancio 2014 non hanno convinto il Governo che ha deciso di impugnare la nostra legge regionale 25/2014. Le eccezioni avanzate fanno riferimento all’articolo 6, che,
Presidente, quando te ne vai sarà sempre troppo tardi
L’INTERVENTO
LA LETTERA
regionale di approvazione del Rendiconto di bilancio 2014 e il Molise rischia di dovere dare sull’unghia a Roma 60 milioni di euro. E Frattura dice: “Prendiamo atto che le ragioni tempestivamente fornite a fronte dei rilievi
così come fissato dalle nuove regole di contabilità pubblica, prevede un rientro necessariamente spalmato negli anni del disavanzo finanziario accertato al 2013, disavanzo superiore a 60 milioni di euro e parificato anche dalla Corte dei conti nel mese di dicembre scorso. Per inciso, si tratta di un debito scaturito dalle operazioni di riaccertamento che abbiamo dovuto porre in essere a seguito delle bocciature dei bilanci 2011 e 2012 per via dell’eliminazione dei residui attivi indicati in quegli stessi bilanci ma non certificati. Siamo ben consapevoli di quanto la Costituzione indichi in materia di coordinamento della finanza pubblica, ma per il Molise rientrare immediatamente di 60 milioni di euro, tra l’altro già dal mese di dicembre 2014, sarebbe un’operazione impossibile, pena paralizzare risorse, attività e interventi destinati allo sviluppo e alla crescita del nostro territorio. La nostra posizione rimane ferma. In sede di confronto sapremo far valere le nostre ragioni, l’impegno va in questa direzione”. Non c’è che dire: Frattura è sorprendentemente negativo per il Molise.
e’ l’ unico documento ad essere stato impugnato, purtroppo. La Commissione Europea ha bocciato il POR 2014/2020 della Regione Molise, redatto evidentemente con sciatteria, incompetenza e approssimazione. Sono ben 107 ( avete letto bene, centosette! ) le osservazioni fatte dalla Commissione alle quali si dovrà ris p o n d e r e . Di seguito alcune delle osservazioni: - Non c’ e’ accenno alla possibile occupazione nel settore ambientale e per le professioni verdi - punto 7. - Manca qualsiasi indicazione di strategia finanziaria punto 9. - Non vi è cenno alla strategia adriatica e ionica, l’ unica riconosciuta per ottenere finanziamenti punto 10.
- Si parla di “buona disponibilità di dotazioni informatiche”, ma la Commissione si riferisce ai cittadini, non agli uffici! - punto 12. - Non c’ e’ strategia per l’ occupazione femminile punto 16. - La misura Agenda Digitale viene tenuta sul vago, come pure la ricerca, chissà mai perché punto 31. - Si vuole sostenere l’ export dimenticando che si tratta di un settore sensibile legato alle regole del WTO e della concorrenza - punto 34. - Viene chiesto quali siano le energie rinnovabili che verranno sostenute, perché’ stranamente non viene spiegato - punto 40. - Si chiede quali siano gli indicatori per la promozione dell’ occupazione giovanile, perché’ non e’ chiaro - punto 53. E infine, anche un
rimprovero: quelli che arrivano in Italia si chiamano “migranti”, e non “immigrati”. Come sa tutta l’ Europa. Semmai si darà risposta alle 107 contestazioni, il Molise potrà cominciare a spendere i soldi del POR solo dall’ inizio del 2016. Grazie, Frattura.
Quando il Molise cominciò a crescere nostro Molise, che gia’ non navigava in buone acque ne e’ stato anche esso sconvolto e il 1950 doveva servire a porre le basi per una rinascita morale ed economica. Suona bene anche oggi. Credo che si possa affermare che il 1950 si possa definire quello in cui inizia una fine di un certo post feudalesimo inteso come una regione chiusa dalla mancanza di ogni infrastruttura ed ancora pseudo-feudale che si e’ trascinato fino alla se-
conda guerra mondiale .L’analfabetismo er al massimo e non vi era stata una sapiente politica della scuola che infondesse uno spirito di conoscenza nelle n ostre speudute campagne di tutti i comuni molisani, ad esclusione dei maggiori centri in cui vi e’ stata una sporadica e non duratura “estate della cultura” e di qualche altro esempio solamente per qualche “mente”nata per un fortuito caso nel Molise:Solamente per fornire qual-
che esempio,i mulini,nel periodo bellico il numero dei mulini -nel 1943- era identico al 1950 solo che il loro potenziale giornaliero dopo la ricostruzione di quattro di essi andati distrutti,e’ variato:1943 9 mulini 1950 9 mulini mala quantità in quintali e’ raddoppiata a 2.500 .I pastifici, in numero di 42 prima della guerra alla fine del 1950 assommavano a 8 a carattere industriale e55 di tipo familiare artigiano.I frantoi
oleari prima della guerra erano 380 ed alla fine del 1950 erano saliti a 600 di cui 7 a tipo industriale dotati di moderni - per il tempo- attrezzi funzionanti a corrente.Anche le fabbriche di laterizi erano 5 e piu’ qualche stabilimento artigianale. per finire, in ogni attivit’ agricola, psatorale ed artigianale si vedeva la voglia di riscattare quanto di negativo era stato fatto fin allora con la caparbieta’ propria dei nostri antenati “sanniti”e ci sono riusciti.... fino a quando.... un cortese saluto, Aldo Abbazia
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
4 22 febbraio 2015
“Per Frattura, continue bocciature”
Il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Antonio Federico, ribadisce la necessità della sfiducia al presidente della Giunta ma sottolinea “nessuno però vuole rischiare di tornare al voto anticipato” che ad ogni verifica spuntano fuori tra le pieghe del bilancio, mentre dall’altro lato “apre” al riconoscimento dell’area di crisi, per la quale è comunque ancora difficoltoso il raggiungimento della stipula del Contratto. Ma la delegazione parlamentare molisana, oltre ad ossequiare Renzie, cosa fa? E’ questo poi un momento in cui si evidenzia sempre di più la nostra debolezza in sede di contrattazione a Roma anche per le note vicende relative alla sanità: prima ancora di provare ad intervenire sul cosiddetto decreto Balduzzi, ed evidenziare una volta di più il fatto che la Regione Molise a certi tavoli vale meno del due di spade a briscola quando regna bastoni, ci si sarebbe aspettato delle
CAMPOBASSO. “Ogni tanto è bene riavvolgere il nastro per leggere meglio quello che succede intorno a noi. La settimana scorsa Iorio, nel tentativo di aggirare la nostra mozione di sfiducia nei confronti del Presidente, ha detto che il M5S è il miglior alleato del centrosinistra. Pochi giorni dopo invece Frattura ci accusa di aver stipulato un “patto dell’imbarazzo” con il centrodestra. E’ proprio il caso di dire: “che si mettano d’accordo!”. Lo sostiene il consigliere regionale dei grillini, Antonio Federico. “Tutto questo però avviene mentre il Governo centrale da un lato ci impugna l’assestamento di bilancio in merito alla copertura dilazionata negli anni di uno dei tanti “debiti pregressi”
Unimol tra le migliori
risposte convincenti in termini di riorganizzazione dell’offerta sanitaria e di rientro dal debito. Invece sono solo CONTINUE bocciature da due anni a questa parte. C’è infine un fermento incredibile dietro le quinte, nei corridoi dei palazzi: tutti stanno provando a serrare le fila e a riorganizzarsi per le prossime elezioni regionali, ma non subito. Per questo la nostra mozione di sfiducia resta priva delle firme necessarie: nessuno si sentirebbe pronto ad affrontare adesso nuove elezioni!In tutto questo gioco di potere chi ci rimette sono sempre i cittadini ai quali però sento di muovere un appello: “Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo!”.
“Poste, evitiamo i tagli”
Per premialità settimo l’Ateneo molisano
Sottoscritto un protocollo d’intesa tra parti istituzionali e sindacali
CAMPOBASSO. La migliore università d’Italia è quella di Siena che ha potuto beneficiare di 26 milioni di premialità. Al capo opposto della classifica c’è Messina, dove la premialità è stata appena del 14,4% sempre rispetto alla quota base del Ffo. Dalla classifica non si può dire che la dimensione di per sé aiuti la performance dell’ateneo. Tra le prime dieci ci sono colossi come Bologna (55mila studenti) e Padova (41mila) ma anche i microatenei di Foggia e del Molise (al settimo posto della graduatoria), i quali sono stati premiati soprattutto per le politiche di reclutamento, cioè la capacità di produrre ricerca dei docenti assunti da meno anni. Foggia e Molise tengono alti i vessilli del Sud insieme a Teramo, Sannio, Sassari e Salerno. Quest’ultima è anche l’unica università meridionale di serie A che è anche di dimensioni discrete, con 20mila studenti, mentre le altre promosse sono tutte piccoline.
CAMPOBASSO. La CISL Poste unitariamente agli altri sindacati al consigliere regionale con delega alla programmazione Vincenzo Cotugno e all’ANCI Molise hanno sottoscritto un protocollo d’Intesa che affida al Governatore del Molise e lo impegnava a intervenire ufficialmente nei confronti del Ministro dell’Economia e del Parlamento per sollecitare la copertura di parte dei costi sostenuti dall’azienda per garantire il funzionamento del servizio universale nelle aree interne e nei piccoli comuni, dove è a rischio la soppressione degli uffici postali, per individuare, insieme, soluzioni organizzative di razionalizzazione, abbattimento dei costi, compartecipazione alla spesa e garanzia del mantenimento del servizio su tutto il territorio regionale. Gli Uffici postali e il personale che vi opera – riferisce il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro -, sparsi su tutto il territorio regionale e in ogni Comune, svolgono un ruolo impor-
L’INTERVENTO di Michele Petraroia Gli Assessori Regionali al Lavoro hanno elaborato nella IX Commissione due documenti condivisi dalla Conferenza dei Presidenti e trasmessi all’attenzione del Governo e del Parlamento sul tema degli ammortizzatori sociali in deroga e del riordino dei servizi per l’impiego. Le Regioni chiedono 1 miliardo di euro per coprire il fabbisogno degli ammortizzatori in deroga per il 2014 (520,7 milioni di euro per il periodo gennaio 2014 - 3 agosto 2014 e 428,9 milioni di euro per il periodo 4 agosto 2014 - 31 dicembre 2014).
tante non solo nella fornitura di servizi sostanziali ai cittadini, ma anche come elemento di presidio e di valorizzazione di ciascuna comunità e realtà locale. Ogni ipotesi di riduzione di questa presenza rappresenterebbe un danno enorme per la nostra regione che con Poste Italiane vanta un “antico” e positivo rapporto. A questo punto è necessario che Poste Italiane insieme al Governatore del Molise se impegnino ad affrontare le problematiche evidenziate dal protocollo sottoscritto in data odierna e si avvino subito gli approfondimenti tecnici per giungere alla sottoscrizione in tempi brevi di un trattato. Il protocollo odierno – conclude il Coordinatori dei Giovani Interregionale della CISL Poste - serve per impegnare a ricercare soluzioni che consentano di trovare sinergie con Poste Italiane al fine di rendere più sostenibile e difendibile la presenza degli Uffici postali e del loro personale in ogni Comune del Molise.
Ammortizzatori in deroga e Centri per l’Impiego Sul riordino dei Centri per l’Impiego le Regioni sollecitano un confronto con le Commissioni Parlamentari e con il Governo per chiarire le competenze riportate nel nuovo testo dell’art. 117 della Costituzione in materia di politiche attive del lavoro, istruzione e formazione. E’ evidente che se viene confermato l’orien-
tamento di ricondurre alla competenza esclusiva dello Stato la disciplina sul lavoro e istruzione ne consegue un disegno di riordino dei servizi per l’impiego che vedrà il Ministero del Lavoro tornare ad esercitare direttamente compiti e funzioni attraverso l’Agenzia Nazionale dell’occupazione e con una nuova articolazione territoriale dei propri uffici.
In tal caso sarebbe impercorribile l’ipotesi di trasferire alle Regioni il personale a tempo determinato, i collaboratori e i dipendenti a tempo indeterminato delle Province che si occupano di Centri per l’Impiego. Per questo stante l’urgente individuazione degli esuberi da parte delle Province così come previsto dalla Legge 56/2014 (Legge Delrio) e nella Legge di Stabilità 2015, le Regioni chiedono un urgente chiarimento al Governo su una materia delicata che coinvolge migliaia di operatori e che risulta strategica nella gestione degli uffici di collocamento per i flussi delle politiche attive del lavoro riferiti sia ai disoccupati di lunga durata e sia ai giovani interessati dal Programma Youth Garantee dell’Unione Europea.
TAaglio lto
5 22 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il problema esistenziale di Massimo Pillarella è conciliare gli impegni europei con l’appalto del call center della Regione
Chi troppo vuole nulla stringe (per gli altri)
Tra amministratori che non sanno amministrare e dirigenti che non sanno dosare le proprie forze e capacità di che meravigliarsi dunque dell’Ittierre, della Gam, del Korai, del primato della disoccupazione giovanile, della Cassa integrazione? Di presidenza in presidenza (di commissioni, di comitati, di aggregati, di cabine di regia, di coordinamenti, di convocazioni) l’ingegnere Massimo Pillarella non sa più a chi santo votarsi per stare agli impegni e per non compromettere la sua immagine di onnisciente e onnipresente nelle varie mappe programmatiche e operative della Regione al cui vertice c’è un vero amico, un compagno di gioventù, un sodale che l’apprezza e gli vuole bene, al punto di non accorgersi che caricandolo di così tanti incarichi, impegni, e attribuzioni, rischia di farlo crollare e di metterlo in crisi. Pillarella è il direttore dell’Area II della Regione e si occupa di programmazione (sia di quella ancora da portare a termine del settennio 2007-2013 che di quella che ancora non s’avvia del settennio 2014-2020), di attività produttive,
agricole, forestali, ittiche e di politiche dell’ambiente; fa parte della cabina di regia nonché del nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, sa tutto e fa di tutto tra cui occuparsi del concorso d’idee per la sede regionale, e della presidenza della commissione che deve
di Tecla Boccardo* Riduzione dei posti di lavoro, crescita corrispondente della disoccupazione e nulla si fa per rilanciare il sistema. La sanità assorbe 80 per cento di un bilancio regionale ormai ridotto all’osso e con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, l’accordo che oggi ci porta qui ad alzare l’attenzione che condurrà la sanità molisana al tracollo, e che è stato firmato ed concordato a Roma anche dal nostro Governatore, prevede di fatto, lo smantellamento del sistema sociale e sanitario di questa regione. Uno smantellamento orizzontale che vede la chiusura dei nosocomi di Agnone Larino e Venafro, per poi passare al ridimensionamento brutale di Termoli ed Isernia. Questo regalo arriva dai numeri imposti del decreto Balduzzi che a breve sarà legge e che nelle Regioni sotto i 600 mila abitanti prevede solo chiusure e tagli. Un solo DEA di 1 livello, senza alcuni servizi essenziali che saranno totalmente azzerati senza risparmiare la tenuta di reparti fondamentali. Avremo quindi in Molise solo ospedali di carattere minore, di base. Ad esempio a Termoli si va verso la cancellazione di diversi reparti, forse 5, tra cui il punto nascite ed i reparti corrispondenti. Cosa accadrà? Ovviamente che i cittadini del bassomolise invece di fare 70 chilometri e venire al Cardarelli, si recheranno a Vasto, diminuendo la mobilità attiva. Magari oggi così facendo si tampona apparentemente il debito, ma a breve,a distanza di pochi anni, esso schiz-
scegliere a chi affidare il centralino telefonico della Regione. Di fatto è in cielo, in terra, e in ogni dove. La presidenza del Call Center appare una forzatura, una scelta di Frattura per dire al resto dei direttori e dei dirigenti regionali che di loro si fida poco e non c’è trippa per gatti. Il po-
veretto (si fa per dire perché le indennità sono a sei cifre!) dicono sia al limite del collasso: troppe le aspettative sulle sue demiurgiche capacità. Non solo di quanti lo osservano dal di fuori incantati e sorpresi da tanta facilità camaleontica nel passare dalla programmazione regionale, dai rapporti con i soloni di Bruxelles, dalla cabina di regia, dal nucleo di valutazione degli investimenti pubblici, dalla commissione del concorso d’idee per la sede regionale, alla presidenza della commissione per il Call Center, ma anche di chi, come i partecipanti alla gara di aggiudicazione del servizio di centralino, i cui termini di presentazione delle domande di partecipazione sono scaduti il 4 novembre di un anno fa, si vedono preclusa la possibilità di lavoro, di cose cioè che riguardano la vita delle persone che
Sanità, tutto da rifare zerà in alto, con l’aggravante di aver ridotto i serv i z i . Il popolo molisano da troppo tempo fa sacrifici e vuole riscatto, chiedendo una lotta agli sprechi persistenti in questo settore. Innanzitutto reclamiamo che il Governo regionale chieda una deroga a questa situazione, visto che la nostra regione resta l’unica ad essere penalizzata. La Basilicata, ad esempio ha ottenuto la deroga perchè non raggiunge quota 600.00 residenti per sole 15000 unità. Storia diversa per la Valle d Aosta che gode dello statuto speciale. La morfologia del Molise, una popolazione anziana ed infrastrutture carenti invece, non valgono nulla. A prescindere da ciò, ha continuato Boccardo, esiste la possibilità di ridurre sprechi e costi fissi e abbiamo esempi a riguardo. Si pensi alla spesa farmaceutica. A Termoli essa è molto bassa e tutto il Molise riesce a rientrare nei parametri nazionali su tale aspetto grazie a Termoli che abbassa la media regionale. Se ciò accadesse anche sugli altri settori i costi sarebbero certamente minori. Come Uil oggi chiediamo che queste problematiche vengano affrontate con interventi strutturali e
non con tagli lineari. Cerchiamo le cause di questi problemi, che non sono certamente determinate dai cittadini e dai malati, ma dalla politica e dalla direzione generale Asrem, non incolpevole. Fin ora chi ha governato la sanità ha pensato solo a sperperare da un lato e tagliare dall’altro, senza l’esistenza di piani operativi adeguati e senza linee guida. Lavoriamo sugli appalti e sulle forniture,unificando le centrali di acquisto. Se ne parla da anni senza mai porre in essere interventi definitivi. Chi continua a pagare lo scotto di una gestione malsana, come se non bastasse, è sempre il personale, nonostante non rappresenti neppure la metà dei costi generici. Altra questione rilevante è la necessità di compensare il GAP che ormai sussiste tra pubblico e privato e lo si deve fare cercando di riavvicinare i parametri standard, come le liste di attesa, ad esempio che sono diventate assurde, raggiungendo in alcuni casi periodi di oltre un anno su esami che forse dopo un anno non servono più. Non possiamo più tollerare questa gestione! Ha incalzato il Segretario. Anche perché a livello strumentale disponiamo di attrezzature sufficienti a compensare le richieste del territorio, come
non guadagnano indennità a sei cifre. Un pizzico di rispetto per costoro non guasterebbe affatto. Il che equivarrebbe a sveltire i lavori della commissione e alla aggiudicazione del servizio. Anche perché non è scritto da nessuna parte che il lavoro, in questo caso del call center, debba sottostare al tempo che manca all’ingegnere Pillarella per farvi fronte, in quanto sommerso dalla caterva di incarichi e funzioni cui peraltro non sa dire di no. Tra amministratori che non sanno amministrare e dirigenti che non sanno dosare le proprie forze e capacità di che meravigliarsi dunque dell’Ittiere, della Gam, del Korai, del primato della disoccupazione giovanile, della Cassa integrazione? Dardo
la diagnostica, ad esempio, che se riorganizzata, magari allungando gli orari dedicati agli esami al pari altre realtà, aiuterebbe a ridurre i tempi di attesa. Non è possibile che la gran parte dei servizi in alcuni reparti siano garantiti da precari che comunque continuano a lavorare nell’incertezza del loro futuro e su questo chiediamo l’applicazione delle circolari nazionali per avviare una stagione di stabilizzazioni del personale precario, che costa di più di quello regolarmente assunto. Un altro primato negativo è stato raggiunto dal Molise che non ha richiesto nemmeno in un caso i fondi nazionali a disposizione per la ristrutturazione degli ambulatori, con la conseguenza che quando servirà a pagare quelle spese saremo sempre noi con le nostre tasse, e contemporaneamente esistono strutture come gli ex country HOUSE costruite, ma mai usate e che sono lasciate a marcire. Per questi e mille altri motivi non accettiamo questi accordi che la Regione Molise sta condividendo a Roma e auspichiamo che si che proceda a riqualificare seriamente il sistema sanitario, visto che possediamo le risorse, le strumentazioni ed il personale sufficienti a compensare i limiti che oggi ci subissano, portando la mobilità passiva a livelli elevatissimi, dunque aumentando le cause del debito. Basta sostituzione del privato al pubblico. Bisogna che esso torni ad essere parte integrante del servizio nella sua interezza e non solo nelle prestazioni altamente remunerative. *Segretario regionale Uil
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Campobasso
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Tutto quello che gli altri non dicono
22 febbraio 2015
senza alcun finanziamento pubblico
“Valore rete del gas, l’ennesima beffa” I consiglieri Coralbo e Pilone denunciano il bando emesso dal settore Ambiente per 195mila euro CAMPOBASSO. Sono pronti a portare la questione nell’aula di Palazzo San Giorgio i consiglieri comunali di Campobasso, Francesco Pilone e Michele Coralbo che hanno riscontrate una serie di anomalie sulla ‘Manifestazione d’interesse per l’individuazione di una figura professionale che dovrà determinare il valore della rete del gas dell’intera provincia di Campobasso’, il bando emesso dal settore Ambiente, area 6 del Comune. Un documento questo, che per i rappresentanti del Polo Civico sarebbe discutibile sia da un punto di vista politico che espressamente
tecnico. “Ancora una volta – ha infatti chiosato Pilone – si tratta di un provvedimento che pur muovendo interessi grossi a livello economico, passa sopra le teste degli amministratori locali sotto il più assoluto silenzio. La questione – ha proseguito – doveva essere discussa in Consiglio comunale, organo preposto a stabilire quale tipo di figura andava individuata”. Un bando quello in questione che per i consiglieri di minoranza “fa davvero acqua da tutte le parti”. Lo stesso testo, così come Pilone e Coralbo hanno evidenziato, “è stato ripreso palesemente dal
Comune di Siena, dato che guarda caso il documento contiene gli stessi refusi presenti nel testo del Comune toscano. Una piccolezza però – hanno detto ancora – se si pensa all’aspetto economico e ai requisiti individuati per l’accesso alla manifestazione d’interesse”. “L’avviso – ha infatti continuato Coralbo – non ha copertura finanziaria, perché individua come cifra esatta 195 mila euro. Una somma questa che, è sì stata individuata per tale figura, ma in realtà non copre tutte le spese di gestione di un simile bando”. A finire sotto la LENTE d’ingrandimento degli esponenti del
Polo Civico anche i requisiti di accesso alla manifestazione d’interesse che “di fatto escludono i singoli professionisti, facendo spazio alle società”. “L’atto - ha spiegato Coralbo – si rivolge agli ingegneri, ma il bando oltre alla partita Iva, prevede l’iscrizione alla Camera di Commercio, un requisito questo per il quale di fatto potranno partecipare esclusivamente le società”. Per gli esponenti di minoranza “non è tutto, dato che al medesimo avviso, pur riferendosi a un dato ambito specifico, potranno partecipare anche coloro che hanno operato in settori che non hanno nulla a
che vedere con il comparto specifico”. “Per come è stato concepito l’avviso – ha detto ancora Coralbo – accadrà che chi otterrà il diritto di vita o di morte delle società di gestione del gas, magari in passato si è occupato di cose completamente diverse, come ad esempio di piani regolatori”. Anomalie quelle evidenziate dai rappresentati di Palazzo San Giorgio, sulle quali gli stessi attendono risposte, non escludendo nemmeno di coinvolgere l’Ordine degli Ingegneri, sperando che prima della data di scadenza, ovvero il prossimo 25 febbraio, il bando possa essere modificato.
Sorpreso con 130 grammi di marijuana in auto, si da alla fuga I Carabinieri a Campobasso inseguono il mezzo non fermatosi al posto di blocco. L’autista si disperde nelle campagne CAMPOBASSO. I Carabinieri della Compagnia di Campobasso hanno intercettato un autoveicolo che trasportava 130 grammi di marijuana. Durante uno dei posti di controllo svolti dai militari nel capoluogo al fine di individuare soggetti di interesse operativo, in Via Lombardia, i militari dell’Aliquota Radiomobile, insospettiti dall’atteggiamento assunto da un autista che cercava di nascondere
il viso, hanno imposto l’alt al mezzo il cui conducente, ha dato prima l’impressione di arrestare la marcia, per poi repentinamente accelerare e darsi alla fuga. Immediato l’inseguimento dei Carabinieri e la ricerca del mezzo diramato a tutte le pattuglie dei Carabinieri in servizio nel capoluogo e nei centri limitrofi al fine di intercettare il veicolo che è stato, dallo stesso equipaggio del Radiomo-
bile, individuato pochi minuti dopo in Via Marche, parcheggiato e con le chiavi inserite nel quadro. Vane le ricerche dell’uomo alla guida proseguite per diverse ore; ispezionata l’autovettura i Carabinieri hanno rinvenuto nella portiera sinistra un piccolo involucro contenente marijuana, approfondito il controllo nel bagagliaio, nascosta dietro la tappezzeria, un’altra busta con all’interno la
stessa sostanza stupefacente. 130 i grammi di marijuana complessivamente rinvenuti e sottoposti a sequestro. Dall’interrogazione della banca dati delle Forze di Polizia è invece emerso che l’autovettura era stata rubata nella zona industriale di Termoli il giorno prima. Sono in corso accertamenti e indagini per l’identificazione dell’uomo sfuggito al controllo.
I^ DOMENICA DI QUARESIMA 22 febbraio 2015 A differenza di Matteo e di Luca, che raccontano la tentazione di Gesù con molti dettagli, Marco vi dedica pochissime parole nelle quali condensa i tratti che fissano il significato del fatto. Gesù si reca nel deserto per un particolare impulso dello Spirito. Nel deserto avvengono molteplici purificazioni: come per l’antico Israele, anche per Gesù questo luogo significa discernimento, scelta e liberazione. In esso, ove nessuna voce intorbida quella di Dio, Gesù si rese libero dalle attrattive messianiche allora diffuse nel giudaismo, e che Matteo e Luca hanno esplicitato e sintetizzato in tre “tentazione”. Gli evangelisti riferiscono che Gesù rifiutò di intraprendere le vie del falso messianismo. Marco non è altrettanto dettagliato e tuttavia afferma il superamento di tutte le tentazioni di falso messianismo. Egli esplicita, inoltre, la condizione di pace e armonia raggiunta da Gesù riferendo che egli “stava con le bestie selvatiche”. Questo dettaglio assume il suo significato dal riferimento al testo biblico e alla letteratura giudaica. Essa descrive la diversità della condizione di Adamo: prima del peccato dell’Eden egli era “signore” degli animali selvatici; dopo di esso fu invece soggetto ad aver paura di loro; ma quando il tempo della salvezza avrà trovato compimento, verrà ricostituita la
condizione paradisiaca primordiale e in essa l’uomo tornerà a convivere pacificamente “con le fiere”. É nel deserto che Dio educa il suo popolo insegnandogli a discernere “quello che ha nel cuore” e a compiere le scelte che lo liberano. Un’opera di discernimento che risulta oggi indispensabile è quella che riguarda la perdita del senso del peccato: viviamo in un mondo in cui predominano l’effimero e il transitorio e in nome di questa imperante superficialità si dimentica che noi siamo costituiti in dipendenza da Dio e in rapporto con la sua Parola. La messa in secondo piano o addirittura la negazione di questi dati essenziali della religiosità costituisce l’ateismo, non teorico ma pratico, del nostro tempo. Per questo il catechismo della chiesa cattolica al n. 1428 afferma:“ Ora, l’appello di Cristo alla conversione continua a risuonare nella vita dei cristiani. Questa seconda conversione è un impegno continuo per tutta la Chiesa che “comprende nel suo seno i peccatori” e che, “santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento.” Questo sforzo di conversione non è soltanto un’opera umana. E’ il dinamismo del cuore contrito attirato e mosso dalla grazia a rispondere all’amore misericordioso di Dio che ci ha amati per primo.” A
riguardo , però, mi piace ricordare quanto affermava il mio professore di teologia morale, Fucek, quando riportava il pensiero di Dietrich Bonhoeffer: “ La grazia a buon mercato è nemico mortale della nostra Chiesa. Grazia a buon mercato significa come merce in svendita, come perdono svenduto; grazia senza prezzo, senza costo. Grazia a buon mercato significa giustificazione dei peccati e non del peccatore. Poichè la grazia fa tutto da sola, tutto può rimanere come prima. Grazia a buon mercato è predicazione del perdono senza penitenza, è battesimo senza disciplina comunitaria, comunione senza riconiscimento dei peccati, è assoluzione senza confessione personale. La grazia a buon mercato è grazia senza connseguenze.” Per questo è importantissimo il nostro impegno nella conversione personale, con atti concreti , pratici e quotidiani. Il messaggio di questa prima domenica di quaresima è semplice: poichè Cristo ha vinto le tentazioni, noi possiamo vincere quelle che ci si presentano ogni giorno. E’ sufficiente vivere uniti a Cristo, come il tralcio alla vite. Mons. Gabriele TETI .
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Isernia
22 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Comune, una crisi triste” Celeste Caranci pone un paio di domande al Sindaco e all’assessore Sposato ISERNIA. “Uno spiffero di realtà ha spirato nell’aula del Consiglio Comunale quando si sono fatte sentire le lavoratrici delle cooperative di assistenza che non ricevono la loro paga da 15 mesi. Donne che lavorano duramente , simboli di un sistema che sta riducendo sempre più il lavoro a merce, e a cui ieri nessuno ha dato risposta alle loro sacrosante richieste”. Inizia, così, la nota di Celeste Caranici. “Per il resto si è trattato di un’assise civica dall’esito scontato nelle sue conclusioni, già ampiamente anticipate e prevedibili. Il sindaco ha riassegnato le deleghe ai vari assessori ,tutti riconfermati, tenendo per sé qualche delega in più, ridimensionando qualche ingombrante componente della giunta , che rischiava di fare ombra al primo cittadino. Oltre un mese di paralisi per tornare al punto di partenza , con una città sempre più mortificata, lasciata alla deriva senza una guida, un indirizzo , senza idee, con assenza totale di programmazione e progettualità, come privatamente ammettono componenti della stessa giunta. Anche il consiglio di ieri ha confermato questa deriva, non solo per ciò che riguarda la
guida dell’ amministrazione , ma l’intera assise ha messo in luce una spirito di rassegnazione e di disarmante fatalismo rispetto alle sorti negative e alle prospettive della nostra città. Il tono e il livello del dibattito hanno mostrato il volto di un consiglio comunale non all’altezza della grave situazione cittadina, in tutte le sue componenti: GIUNTA, MAGGIORANZA, DISSIDENTI DELLA MAGGIORANZA e MINORANZA DI OPPOSIZIONE. Le diverse criticità emerse sono più frutto di formale presa di distanza che reale acquisizione di coscienza delle condizioni generali dei nostri cittadini, a partire dai più esposti alla crisi . Su tutto e tutti domina la mancanza di un progetto e un’ idea di città alternativa rispetto alla triste e desolante situazione attuale. Un consiglio triste e privo di idee. La nuova situazione che si delinea è per alcuni aspetti anche peggiore di quella pre- crisi: ai malumori pregressi se ne aggiungono di nuovi, con il capo dell’esecutivo che con il contagocce e ,a secondo le situazioni che si determineranno,riassegnerà le deleghe che ha tenuto per
sé, nella speranza di accontentare tutti, dissidenti compresi. Ma ,in assenza di un progetto chiaro ,alto e condiviso, i nuovi “equilibri” produrranno una guerriglia permanente con i dissidenti che hanno già dichiarato che non daranno una “fiducia incondizionata”. Ma si sa che noi siamo gufi, remiamo sempre contro e vediamo nero anche con l’arcobaleno.E allora cerchiamo di essere costruttivi e di interloquire con la nuova giunta, partendo questioni concrete, tra le tante. Due domande al sindaco e all’assessore Sposato. Al sindaco vorremmo chiedere se manterrà la
promessa di non andare avanti col progetto di costruzione del campetto di calcio sulla villa comunale, così come chiesto dal comitato PROVILLA, e da tanti cittadini. E ,sempre in tema di verde e di spazi pubblici, se si intende aprire un dibattito, il più largo possibile, sull’area della stazione e sul progetto che sarà redatto che, a nostro avviso, dovrà scaturire dall’ ascolto e dalla condivisione dei bisogni espressi dai nostri concittadini . All’ assessore Sposato, al quale è stata appena assegnata la delega per il Lotto Zero, vorremmo invece chiedere di mostrare la stessa sensibilità avuta quando si è aper-
tamente schierato contro il campo di calcio da costruire sulla villa, facendo lo stesso per ciò che riguarda un’ opera al cui confronto l’Auditorium sarà un esempio di sobrietà economica e di rispetto ambientale ed urbanistico. Ricordiamo che il progetto Lotto Zero prevede la costruzione di una bretella di collegamento stradale tra il bivio di Pesche e quello di Miranda (km.5.4), passando a poche decine di metri dal dal fiume Sordo , mettendone a rischio le sorgenti che alimentano il nostro millenario acquedotto, con una previsione di spesa astronomica:130 MILIONI DI EURO! Se tutto andrà bene questo obbrobrio ci costerà oltre 50 MILONI A CHILOMETRO. Con tale montagna di denaro l’ intera provincia di Isernia potrebbe cambiare volto ,con investimenti più produttivi ,mirati e lungimiranti. Se i buoni propositi manifestati hanno bisogno di essere mostrati con i fatti , quale miglior modo e opportunità avete, agendo con coerenza e lungimiranza, provando a dare una scossa e una svolta vera alla nostra città ,che neanche a Carnevale riesce ad essere allegra ed accogliente con i suoi stessi cittadini?”
Isernia, una città da cattedrale nel deserto di Giovanni Muccio* Circa un mese di crisi al Comune di Isernia, perché alla fine la “montagna partorisse il topolino”, tanto rumore per nulla, le cose restano fondamentalmente com’erano all’inizio. Ormai la politica della città di Isernia resta nelle mani di Campobasso e Riccia, non ci sarebbe nulla di male se ciò fosse foriero di condivisione e progettazione di uno sviluppo territoriale che vedrebbe Isernia decollare, invece rappresenta sempre più un campo di battaglia per la supremazia delle varie anime di pensiero all’interno del PD molisano e non mi riferisco ai Civatiani,
quelli ormai sono rilegati a Campomarino. E intanto Isernia vive un dramma, che investe migliaia di famiglie di Isernia, ormai il nucleo industriale di Isernia – Venafro è un ricordo delle molteplici attività aziendali che davano lavoro e benessere al popolo isernino, ormai assistiamo a cattedrali nel deserto che non producono più niente, stessa crisi nel nucleo industriale di Pettoranello, per non parlare della chiusura dell’Ittierre, che ha dato la stangata definitiva a quel poco di economia. Ormai basta passeggiare per Isernia per constatare la chiusura di molte attività commer-
ciali e la difficoltà in cui quelle esistenti si dibattono, si nota a vista d’occhio l’esiguità della popolazione, un territorio in agonia. E’ che dire della pochezza di sensibilità di una Amministrazione comunale nei confronti delle persone disabili e dei poveri, a quest’ultimi ci si era impegnati a non farli pagare i tributi comunali e di provvedere subito all’istituzione di una mensa pubblica, belle intenzioni, che sono restate nel cassetto, belle parole che non hanno trovato corrispondenza è proprio vero i poveri a nessuno interessa più di tanto, se non fosse per l’unica Istituzione la Chiesa, che fa quello
che può. E i giovani? Ormai vanno via e spesso assieme ai genitori, visto che non riusciamo a dare una prospettiva di lavoro e quindi di futuro! Come appare lontano il tempo in cui il mio maestro di musica Pier Giuseppe Baccaro, musicò la canzone SERNIA MEJA scritta da Sabino d’Acunto, vero inno di un Popolo fiero e laborioso come quello isernino, che non si meritano la pochezza d’attenzione politica che stanno subendo. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita
Il Comune per rilanciare le cipolle Saranno donate piantine per riaffermare la tipicità del prodotto ISERNIA. Nelle giornate del 28 e 29 giugno, in occasione della prossima edizione della fiera in onore dei santi Pietro e Paolo (fiera delle cipolle), il Comune di Isernia promuoverà, anche con la collaborazione della Proloco, una serie di iniziative tese a riaffermare la tipicità della cipolla locale e a intensificarne la coltivazione. «Tale promozione – ha affermato l’assessore alle attività produttive, Roberto Di Baggio – è concepita soprattutto per arginare l’introduzione
sul nostro mercato di prodotti non autoctoni provenienti da filiere prive di ogni controllo d’origine. Pertanto, – ha aggiunto – l’amministrazione comunale vuole estendere la base produttiva della cipolla isernina distribuendo gratuitamente piantine a coloro che ne facciano richiesta, con l’impegno di commercializzare il raccolto in occasione della fiera, utilizzando spazi riservati e concessi gratuitamente». I destinatari sono i coltivatori non
professionali (in preferenza disoccupati), e i rappresentanti di organizzazioni o associazioni (anche educative, didattiche, riabilitative e di inclusione sociale). Costoro sono invitati a presentare una manifestazione d’interesse, compilando il modulo scaricabile dal sito web comunale (www.comune.isernia.it), da presentare entro lunedì 23 febbraio. Il Comune soddisfarà le richieste nei limiti delle piantine disponibili e in ragione della superficie ortiva dei richiedenti.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Termoli
22 febbraio 2015
Raddoppio ferroviario mortale per Termoli I cittadini pronti a riunirsi in Comitato. Troppi i problemi acustici e di rumori TERMOLI. Il raddoppio ferroviario della tratta Termoli – Lesina, super opera da 549 milioni di euro, su cui l’amministrazione comunale insieme alla Regione ha dato parere positivo, tre mesi fa, non convince affatto i cittadini, che si stanno riunendo in un comitato, pronto a raccogliere firme. I promotori dell’iniziativa sono intenzionati a chiedere che venga rivisto il via libera dato al progetto, in quanto non organico per il risanamento complessivo dell’inquinamento acustico e con diverse criticità dal punto di vista urbanistico, carenze già evidenziate dal Ministero per l’Ambiente che per due volte ha dato parere negativo contestando l’assenza di misure per la tutela della salute pubblica.
Lo scorso novembre Comune e Regione hanno condiviso il progetto
presentato da Italferr con le modifiche, che ha ottenuto il via libera a
luglio del 2013. L’amministrazione comunale, che in quella sede non ha sollevato alcuna eccezione in merito al progetto che nel suo adeguamento non presenta misure di mitigazione dell’impatto acustico per il centro di Termoli, e ha chiesto di tenere conto del protocollo d’intesa siglato nel 2006, all’epoca del sindaco Vincenzo Greco. Il progetto ratificato in conferenza di servizi continua a presentare una serie di criticità e paradossi, a detta degli stessi cittadini che si stanno organizzando in comitato. Quali saranno quindi gli effettivi vantaggi per la città, se non un aumento del rumore dovuto al via vai dei vagoni merci? Il potenziamento della linea prevede anche un aumento della velocità media di
esercizio. I cittadini che si stanno organizzando in un comitato chiedono inoltre la copertura di tutto il tratto cittadino dei binari dallo stesso km 0 fino a dopo il cavalcavia dell’università, risanando acusticamente migliaia di persone, e l’utilizzo del sedime di copertura per parcheggi, viabilità alternativa, attività economiche. E l’allontanamento dal centro abitato della sottostazione elettrica e dei relativi elettrodotti ad altissimo voltaggio, risanando interi quartieri di Termoli. Nonostante infatti lo spostamento della sottostazione sia stato inserito nei due protocolli d’intesa in epoca di Remo Di Giandomenico e di Vincenzo Greco, la sottostazione elettrica e i due elettrodotti rimarranno dove sono.
Costa dei delfini, parte il progetto Il programma prevede l’accordo tra i quattro comuni costieri molisani TERMOLI. Si chiama “Costa dei Delfini” e metterà insieme i quattro comuni della riviera molisana ponendosi quale punto di partenza per creare una politica unitaria di sviluppo turistico ed economico per Montenero di Bisaccia, Petacciato, Termoli e Campomarino. Per Anna Saracino, assessore a Campomarino di turismo e cultura: “la costa dei Delfini è finalmente realtà. In questi giorni passati alla Bit di Milano abbiamo constatato che è importante unirci in modo da mostrarci a quello che è il mercato in modo più forte come Costa dei Delfini. Gli obiettivi che ad oggi ci siamo prefissati sono di creare una rete di informazioni per farci conoscere all’esterno; nell’immediato provvederemo a realizzare determinati programmi quali il farci conoscere all’esterno tramite comunicazione e siti web e informazioni varie. Il discorso di collaborare tra i Comuni esiste perché c’è un interesse co-
mune per tutti quello di farci notare farci conoscere con questa forma nuova”. Chiari, per l’assessore, anche gli obiettivi che “sono quelli di promuovere gli incontri fatti alla Bit in modo da allargare quelle che sono le nostre conoscenze all’esterno. La risposta alla Bit è stata ottima, positiva per gli operatori che hanno partecipato. Entusiasti noi delle amministrazioni e siamo sicuri che questo sia la strada migliore perché sem-
bra proprio che abbiamo centrato l’obiettivo. Ci sarà un calendario delle manifestazioni estive congiunto che era già un pensiero che era presente prima della costituzione della Costa dei Delfini per il desiderio di collaborazione più Comuni insieme”. Gli fa eco Angelo Sbrocca che afferma: “gli obiettivi primari sono quelli di una costa unita e non più paesi che si presentano singolarmente anche all’occhio del potenziale turista ma più paesi che hanno anche una unicità di marketing territoriale che è il futuro della promozione”; e sulla possibilità di paragonare la nascente “Costa dei Delfini”
con la blasonata costa salentina risponde: “non facciamo indebiti paragoni con il Salento ma il TARGET può essere comunque avvicinabile a questa realtà. Stiamo lavorando a un calendario condiviso, a un sito condiviso a una operazione di promozione condivisa quindi a una strategia condivisa tra tutte le amministrazioni dei paesi che formano la piccola costa molisana. Il coordinamento di quattro amministrazioni e degli operatori turistici privati è molto più semplice di quello che si possa pensare perché basta la volontà quando si ha la volontà delle amministrazioni si raggiungono tutti gli obiettivi”. Presente all’incontro anche il sindaco di Montenero di Bisaccia, Nicola Travaglini che, prossimo alla scadenza del suo mandato ha inteso ringraziare i colleghi e si è detto soddisfatto per l’avvio di questo importante progetto che potrà diventare un volano per il turismo e l’economia della costa molisana.
Incidenti “Termoli – Maceratese” altri due tifosi raggiunti da provvedimenti Daspo TERMOLI. Salgono a 7 i provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive (DASPO) emessi dalla Polizia di Stato di Campobasso nei confronti di altrettanti tifosi termolesi che hanno preso parte ai disordini che hanno caratterizzato il dopo partita del match “Termoli – Maceratese” di-
sputata l’8 febbraio u.s. Le attività di indagine posta in essere dagli uffici investigativi hanno consentito infatti di individuare altri due ultras coinvolti negli incidenti, mentre è tuttora in fase di valutazione la posizione di altri tifosi che erano sul luogo degli scontri al termine della gara.
Le indagini, condotte con grande determinazione dal personale del Commissariato P.S. di Termoli, della DIGOS e della Squadra Mobile del Capoluogo, in stretta collaborazione con l’Arma Carabinieri, hanno evidenziato le condotte dei due soggetti che si sono resi responsabili di porto di strumenti atti
ad offendere, di accensione di fumogeni e di minaccia e offesa alle forze dell’ordine. In relazione ai comportamenti particolarmente gravi posti in essere dai due ultras termolesi, i provvedimenti di divieto per due anni di accesso alle manifestazioni sportive che si terranno presso lo stadio
“Cannarsa” e negli altri campi sportivi ove la squadra Termoli disputerà incontri di calcio, sono stati aggravati con l’obbligo per gli stessi di presentarsi presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Termoli in occasione di ogni gara che sarà disputata sia in casa che fuori dalla compagine termolese.