Rifiuti, chi si contenta gode

Page 1

tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 31 mercOledì 10 febbrAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

www.lagazzettadelmolise.it

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

Michele Frenza L’Oscar del giorno lo assegniamo a Michele Frenza. Il comune di Ripabottoni (sindaco Michele Frenza) ha “smascherato” le procedure della ricostruzione post terremoto vincendo al Tar e vedendo la Regione Molise correre ai ripari un minuto prima che giungesse il commissario ad acta per ottemperare alla sentenza in questione. Frenza, ha aperto uno squarcio anche per altri comuni che si sono visti tagliare i fondi.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su fAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Salvatore Ciocca Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Ciocca. Dopo il dramma dell’acqua inquinata in basso Molise, il delegato regionale alla Protezione civile, ha ritenuto di dovere prendere in mano la questione dell’Acquedotto molisano centrale. quello, per intenderci, che dovrebbe portare acqua sorgiva in basso Molise. E’ pur vero che il maestro Manzi insegnava che non E’ mai troppo tardi. Ma dovevamo passare gli anni e conoscere l’emergenza per riaprire la questione?

Servizio a pag. 3

Nella speranza che il Governo non autorizzi l’ampliamento dell’inceneritore di Pozzilli e nella certezza della bontà dei rifiuti abruzzesi, ma il Molise cosa otterrà in cambio? IL NULLA


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 10 febbraio 2016

PALAZZO VITALE

Sono circa tre anni che il presidente della giunta regionale convoca la stampa per annunciare ciò che ha intenzione di fare mai però cosa ha fatto Ai molisani più gli dai notizie, anche le più stupide e inconsistenti, più sono felici, più si caricano di speranze , e più diventano morbidi e accondiscendenti verso il presidente che su altri versanti, quelli delle realizzazioni, dei progetti strutturali e degli investimenti per lo sviluppo e l’occupazione, invece è totalmente inadempiente Sono circa tre anni che il presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura, in ossequio a una delle tantissime (non bastano le dita di due mani per contarle) attribuzioni che s’è dato, tra cui quella della comunicazione istituzionale, convoca la stampa nel parlamentino di Palazzo Vitale. Negli ultimi tempi ha incrementato gli inviti e le ragioni degli incontri con gli operatori dell’informazione. Ha capito che la sollecitazione a prendere contatto con il Palazzo comunque gli porta vantaggio sul piano della comunicazione, appunto, e della notorietà. Cosciente che ai molisani più gli dai notizie, anche le più stupide e inconsistenti, più sono felici, più si caricano di speranze , e più diventano morbidi e accondiscendenti verso il presidente che su altri versanti, quelli delle realizzazioni, dei progetti

strutturali e degli investimenti per lo sviluppo e l’occupazione, invece è del tutto afono. Sono circa tre anni infatti che il presidente della giunta regionale, in ossequio al dovere istituzionale di infornare l’opinione pubblica molisana, convoca a Palazzo Vitale la stampa per annunciare ciò che ha intenzione di fare e che probabilmente farà. Sono tre anni

che questa pantomina si propone e la facondia verbale e immaginifica del presidente vengono onorate con puntuali resoconti scritti e parlati. Conferenze stampa su ciò che il governo regionale ha intenzione di fare, mai, e dicasi mai, una conferenza stampa per illustrare ciò ch’è ha fatto, ciò che è stato realizzato e cosa ha prodotto a vantaggio dei molisani.

Mai, dicasi mai. Su questa scia parolaia e annunciatrice, l’8 febbraio il presidente della giunta regionale, attorniato dal consigliere delegato alla Protezione civile, Salvatore Ciocca, dal direttore dello stesso Servizio, Gino Cardarelli, dai sindaci dei Comuni colpiti dagli eventi meteorologici straordinari del 5 e marzo 2015, e dagli amministratori provinciali, ha convocato la stampa per annunciare la definizione del calendario degli interventi di ripristino dei danni registrati, a valere sulle risorse riconosciute dal Governo al Molise. Si badi bene, una conferenza stampa per annunciare il calendario degli interventi non l’avvio degli interventi. Con l’occasione i sindaci infatti firmeranno la convenzione per i lavori da effettuare da qui alla fine del prossimo giugno, scadenza dello stato di emergenza. Una parata

propagandistica di nessun rilievo pratico, di alcuna valenza sociale. Siccome ogni scusa è buona per convocare la stampa, oggi, a Palazzo Vitale, il presidente, accompagnato dal fido assessore Facciolla, parlerà delle pianificazioni regionali per l’utilizzo di impianti d’incenerimento, con lo scopo evidente di trasferire all’uditorio la bontà delle pianificazioni anche in materia di tutela ambientale e di gestione del ciclo integrato dei rifiuti sollevata dalla stampa, a loro dire, “in maniera <incoferente> con le scelte adottate dalla giunta regionale”. Chissà se qualcuno della stampa, in materia di tutela ambientale e di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, avrà l’ardire di chiedere notizie del Piano paesaggistico e del Piano energetico. E semmai avrà una riposta. Dardo

l’intervento

Furbetti e furbastri Con una enfasi fuori luogo, ingiustificata ed ingiustificabile, i due Consiglieri regionali M5S hanno annunciato di avere “scoperto un vero e proprio trucco, perpetrato nel tempo, ai danni di tutti i cittadini. Un trucco che ha permesso alla Regione (Molise) di aumentare gli stipendi dei consiglieri e giustificare nuovi vitalizi reintroducendo privilegi”. Ci sia consentita però fare una domanda: perché non hanno mosso un dito né in favore della legge di iniziativa popolare per ridurre le indennità portata avanti dagli “Indignati” né in favore delle iniziative degli stessi “Indignati” contro l’approvazione della legge regionale che ha reintrodotto i vitalizi? Ad onor del vero in più occasioni, in privato, il consigliere Federico ha di fatto giustificato la reintroduzione del vitalizio su base contributiva: tutti hanno famiglia. A scoppio ritardato scoprono i trucchi dei “furbetti” consiglieri regionali che hanno votato a favore del ripristino del vitalizio e realizzano che con questa operazione il Consiglio regionale ha superato i limiti di spesa introdotti nel 2012 dal governo Monti per le indennità, in verità già superati con la legge regionale che gli

“Indignati” chiedevano di modificare. Ed annunciano una interrogazione al Governo da affidare al portavoce alla Camera Danilo Toninelli ed un esposto alla Corte dei Conti. Peccato che finora abbiano sonnecchiato e spesso si sono resi conniventi della “allegra brigata” che ha completato l’opera di saccheggio delle casse della Regione. Comunque, sempre meglio tardi che mai. Non a questi moralizzatori ad intermittenza ma ai cittadini molisani ci preme ricordare che il 25 maggio 2015 Domenico Di Lisa, in rappresentanza dei “Cittadini Indignati”, ha formalmente chiesto al Governo, sulla base di argomentate ed inoppugnabili motivazioni che vanno anche oltre le questioni rilevate dai consiglieri pentastellati, di sollevare davanti alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale sulla legge di stabilità regionale, relativamente agli articoli che hanno ripristinato il vitalizio. Se anche Federico e Manzo lo avessero fatto, forse la legge sarebbe stata dichiarata incostituzionale ed i cittadini non sarebbero stati turlupinati. Basta con la politica dei furbetti e dei furbastri. “Gli indignati molisani”

Cara Asrem, quale inappropriatezza delle prescrizioni? Continua a manifestarsi la incapacità della politica a legiferare su tutto ciò che concerne la Sanità: appropriatezza, responsabilità medica sono solo le ultime perle dei nostri legislatori. Nel decreto si perde di vista la quotidianità del lavoro dei medici che hanno contatto diretto con i cittadini creando confusione ed aumentando il contenzioso con gli assistiti. Aumenta vertiginosamente il carico burocratico per i medici, a discapito del tempo dedicato al rapporto medico-paziente. Crea una vera e propria emergenza prescrittiva. Tra l’altro occorrerà valutare nelle sedi appropriate (TAR) se tali disposizioni ministeriali contrastino con i LEA assicurati per legge su tutto il territorio nazionale. E’ in effetti un decreto di “INAPPROPRIATEZZA” perché non tiene conto della clinica e delle linee guida scientificamente validate. E’ un decreto “INCONGRUENTE” perché è in contrasto con altre norme dello Stato quali ad esempio le esenzioni per patologie. Ma le perle di saggezza del decreto splendono ancora di più nella parte che riguarda le prestazioni di specialistica ambulatoriale, una per tutte: Risonanza Magnetica Nucleare della colonna: prescrivibile in presenza di dolore rachideo resistente alla terapia, della durata di almeno 4 settimane, in assenza di coesistenti sindromi gravi di tipo neurologico o sistemico. Cosa farà il legislatore in presenza di dolore rachideo? Aspetterà 4 settimane più il rispetto delle liste di attesa prima di effettuare un RNM o si rivolgerà al privato, lui che può? Pertanto si chiede alla Regione di definire le modalità e i tempi di attuazione e di monitoraggio del Decreto sopra menzionato. Chiediamo con forza alla Regione e alla ASREM di informare i cittadini circa l’erogabilità delle prestazioni, nell’attesa di risposte risolutive Sindacato Medici Italiani


TAaglio lto

Costretti dal montare del pubblico malcontento, il presidente della giunta, Paolo Frattura, e l’assessore all’ambiente, Vittorino Facciolla, hanno tenuto ieri una conferenza stampa sulla questione del conferimento, quanto mai prossimo, dei rifiuti prodotti in Abruzzo al termovalorizzatore di Pozzilli. E, bisogna ammetterlo, ce n’era bisogno. Scopriamo così che dal 1993 nell’impianto di Pozzilli si brucia quello che il gestore privato dell’impianto riesce a raccattare: in Puglia, in Campania, nel Lazio, in Calabria. Scopriamo che fino ad oggi non c’è stato nessun controllo sulla filiera (chiamiamola così), sulle origini e sul contenuto di quanto si andava a bruciare a Pozzilli. Quando, poi, all’occorrenza, i comitati, i cittadini auto organizzati si alzano sulle barricate per impedire gli scempi perpetrati da questi nuovi “imprenditori green” bisognerebbe cercare tutti di sostenerli un po’ di più. Perché in fondo il meccanismo è sempre lo stesso: le istituzioni (Regioni in primis) concedono agli avventurieri che si sono lanciati in questo settore (termovalorizzatori, biomasse, eolico…) il diritto di trarre beneficio privato a danno dell’ambiente, del paesaggio e della salute pubblici. Questo l’assunto generale. Nel caso specifico abbiamo saputo, da Frattura e Facciolla, che accettare i rifiuti provenienti dall’Abruzzo ci conviene perché, prima cosa, gli accordi prevedono che non aumenterà la portata di rifiuti trattati ogni anno (circa 94 mila tonnellate), mentre la Hera (il gestore privato) aveva già fatto richiesta di portarla a 145 mila; secondo perché

3 10 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sessantamila tonnellate all’anno di rifiuti provenienti dall’Abruzzo saranno trattate nel termovalorizzatore di Pozzilli e per il Molise, alla fine, è un affare...

La legge del mercato divora ambiente e salute

Finora, infatti, nessun controllo sulla natura dei rifiuti i conferimenti saranno tracciati e certificati e riguarderanno solo l’umido (almeno in teoria), al contrario di quanto avviene ora, in regime di totale discrezionalità da parte del gestore. Bene, dopo 23 anni l’impianto di Pozzilli finalmente funzionerà come

avrebbe sempre dovuto funzionare. E se questo è quello che ci è permesso di sapere; se questo è quanto ci viene candidamente (o inconsapevolmente) rivelato preferiamo non pensare a quali disastri siamo quotidianamente sottoposti da quando il ciclo dei rifiuti, la produzione di energia, la tutela dell’ambiente sono stati letteralmente venduti al privato, assoggettati alle leggi del mercato. Privatizzare vorrebbe dire alti standard di qualità, contenimento dei prezzi, ricerca ed occupazione; in realtà vuol dire svendere il pubblico interesse e la pubblica salute al privato beneficio, a sua maestà il profitto. Per chiudere il cerchio alla Regione Molise in cambio di que-

ste migliaia di tonnellate annue di rifiuti da bruciare non viene concesso nessun tipo di ristoro, nessuna contropartita. Così come ci è sempre toccato per l’acqua che abbiamo per decenni regalato. Nessun accordo parallelo che impegnasse lo Stato o il governo a riconoscere al Molise un ritorno: investimenti o compartecipazioni per la realizzazione di infrastrutture (strade e/o ferrovie), per esempio. Abbiamo semplicemente compiuto un atto di generosità che ha tolto decine di migliaia di tonnellate di castagne dal fuoco al governo di Roma e alla Regione Abruzzo. Molisani, brava gente. Incassiamo il solo risultato che, forse, il termovalorizzatore di Pozzilli

funzionerà come sempre avrebbe dovuto. Questa vicenda, allora, è bene che ci apra gli occhi su quanto avviene quotidianamente ai danni dell’ambiente molisano, dei suoi paesaggi e della salute di chi lo abita; in modo che, in prospettiva, ci frutti finalmente qualcosa qualcosa. Dobbiamo pretendere un piano regionale dell’energia; un piano organico sul ciclo dei rifiuti che spinga sulla raccolta differenziata come primo architrave; un piano di tutela paesaggistico-ambientale che tolga dalle grinfie dei nuovi speculatori l’intero nostro territorio regionale, riconoscendone, senza equivoci, la sua vocazione. Questa sarebbe vera politica. Il resto è subalternità al presente.

Ciocca: “Acquedotto centrale, dobbiamo risolvere la questione” CAMPOBASSO. Il consigliere delegato alla Protezione civile, Salvatore Ciocca, dopo il caso dell’acqua inquinata in basso Molise, torna ad occuparsi della questione della costruzione dell’Acquedotto molisano centrale. Una storia ferma da tempo e che sembrava caduta nel dimenticatoio. “Acquedotto Molisano Centrale: l’emergenza idrica che nei giorni scorsi ha interessato nuovamente molti Comuni del basso Molise ripropone – in tutta la sua evidenza ed urgenza – la questione del mancato collaudo e della conseguente attivazione dell’importante opera infrastrutturale. E’ questo il tas-

sello che impedisce il pieno utilizzo dell’infrastruttura la cui rilevanza è sotto gli occhi di tutti e non solo perché il basso Molise viene interessato periodicamente da crisi idriche che hanno ripercussioni sulla quotidianità di migliaia di persone, sulle attività lavorative, sull’economia, sui servizi. Sembrerebbe che, a causa del mancato collaudo e con lavori ormai completati per il 95% così come certificato dall’Anac, vadano persi circa 220 litri al secondo di acqua proveniente dalle sorgenti del Matese. Le procedure necessarie alla realizzazione della variante di

Montenero non possono essere di certo l’ostacolo per tale collaudo che, di fatto, risolverebbe un gravoso problema che interessa migliaia di persone. Giova ricordare che la tempistica nella realizzazione dell’infrastruttura era motivo di attribuzione di punteggio utile per l’aggiudicazione della relativa gara d’appalto e che sin dall’inizio – ai tempi della mia presenza nel Cda della “Molise Acque” – ho combattuto una battaglia di legalità tesa a chiarire i troppi lati oscuri della stessa tant’è che – a seguito di questa azione – l’azienda speciale ha dovuto “sborsare” circa

due milioni di euro di multa. Convocherò a breve, quindi, la Terza Commissione consiliare competente per argomento per audire l’assessore Nagni, il commissario straordinario della Molise Acque, l’avvocato Calise, il direttore generale dell’azienda speciale, l’ingegnere D’Orsi, il commissario straordinario per la realizzazione dell’opera (nominato con Dgr 198 del 30 giugno 2009 dall’allora presidente Iorio), ing. Donato Carlea, e il sindaco del maggiore centro del basso Molise che dovrebbe essere servito dall’infrastruttura, il dott. Angelo Sbrocca, primo cittadino di Ter-

moli. Una seduta di Commissione necessaria per verificare gli ostacoli che non consentono l’utilizzo dell’acquedotto ormai quasi completato e per pianificare le azioni urgenti da mettere in campo per risolvere, una volta per tutte, questa vicenda che si trascina avanti da troppi anni”..


TAaglio lto

4

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

10 febbraio 2016

Il comune di Ripabottoni (sindaco Michele Frenza) ha “smascherato” le procedure della ricostruzione post terremoto La ricostruzione post terremoto dura ormai da oltre 13 anni. Doveva concludersi in pochi anni. Ma siamo il Molise, la terra delle dilazioni, delle lungaggini, degli ingarbugliamenti e per questo la ricostruzione è ancora in essere tra polemiche, ricorsi, contrasti e soggetti attuatori. La Regione Molise nella ricostruzione sta dando il meglio di sé in materia di complicazioni, insoddisfazioni, indisponibilità e incompletezze, bellamente assistita dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile (Arpc), ora Agenzia Regionale di Ricostruzione Post Sisma (Arps). Il campionario delle lagnanze è infinito: si lamentano i sindaci dei Comuni dell’area sismica, le famiglie che sono ancora fuori di casa, i tecnici (progettisti), le imprese. Il sindaco di Ripabottoni non solo come i i suoi colleghi s’è lamentato, ha fatto di più. Contro le procedure regionali, ha fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) per l’annullamento della delibera della giunta regionale 608 del 2 ottobre 2012 e di tutti gli atti presupposti, conseguenti e connessi; inoltre, tra i motivi aggiuntivi, ha incluso l’annullamento della delibera della giunta regionale 719 del 13 novembre 2012 e di tutti gli atti connessi; della delibera della giunta regionale 636 del 24 novembre 2014 e degli atti connessi; della delibera della giunta regionale 614 del 18 novembre 2014 e della presupposta delibera della giunta regionale 498 del 7 ottobre 2014”; delle note dell’Agenzia di Protezione Civile lì richiamate; delle note della Regione Molise, tra cui la 5002 del 24 novembre 2014; della delibera della giunta regionale 709 del 23 dicembre 2014 e delle note allegate. Degli atti della Regione praticamente non ha salvato niente. E il Tar, con la sentenza di luglio 2015 , la 304, ha riconosciuto che i motivi con i quali erano stati impugnati gli atti regionali di revisione e rimodulazione del riparto dei fondi post-sisma tra enti locali

Alla bastonata del Tar la Regione risponde con le chiacchiere il giorno prima che arrivasse il commissario ad acta Il percorso logico seguito dall’Amministrazione regionale nel rettificare o rimodulare i finanziamenti dei programmi edilizi unitari ( p.e.u.) proposti dai Comuni, escludendone alcuni dai finanziamenti o dal riconoscimento di “cantierabilità”, non sono chiari, né evidenti

sono attendibili ……, il percorso logico seguito dall’Amministrazione regionale nel rettificare o rimodulare i finanziamenti dei programmi edilizi unitari ( p.e.u.) proposti dai Comuni, escludendone alcuni dai finanziamenti o dal riconoscimento di “cantierabilità”, non sono chiari, né evidenti. Soprattutto, non è visibile né tracciabile – dai documenti esaminati – la ragione (o la pluralità di ragioni) per la quale il Comune di Ripabottoni abbia subito decurtazioni tanto consistenti dei finanziamenti riconosciuti o promessi in origine, in misura più che proporzionale rispetto ad altri enti locali ammessi al finanziamento, tra i quali vi è la Provincia di Campobasso. Pertanto, il difetto di motivazione vizia i provvedimenti. Per il Tar neppure sono bene esplicate le ra-

gioni per le quali alcune opere sono considerate “cantierabili” ma sono escluse dai finanziamenti. Anche tale aspetto denota carenza o incongruità di motivazione. Pertanto, tutti i provvedimenti regionali impugnati con il ricorso introduttivo e con motivi aggiunti “devono essere annullati, nella parte in cui riducono i finanziamenti da erogare al Comune di Ripabottoni o escludono i programmi di quel Comune dal riconoscimento di “cantierabilità”. In ragione di ciò la Regione – ha sentenziato il Tar – “dovrà rideterminarsi, con nuova deliberazione giuntale, in ordine in ordine alla posizione del Comune di Ripabottoni, implementando i finanziamenti, ovvero esplicitando meglio, nel dettaglio, i criteri generali e le ragioni dell’esclusione di progetti e programmi di quel

Comune dal riconoscimento di “cantierabilità” o dall’erogazione di risorse finanziarie…..” . Bene, seppure con diversi mesi di ritardo (la sentenza del Tar e del 7 luglio 2015), tempo utilizzato dal direttore dell’Area seconda Massimo Pillarella per l’istruttoria della delibera riparatrice della giunta regionale, il giorno prima che al Tar si discutesse dalla nomina del commissario ad acta per l’esecuzione della sentenza, la giunta regionale ha creduto di aver adempiuto al dettato del Tribunale amministrativo così deliberando. ovvero: “Di fare propria la relazione istruttoria dell’Agenzia Regionale per la Ricostruzione post-sisma protocollo 1074/2016 del 2 febbraio 2016, con tutti gli allegati che la compongono; di ritenere di avere ottemperato, pertanto, alla

Trivellazioni, la Regione nicchia

Non c’è più tempo da perdere. Il Movimento 5 Stelle Molise torna sul tema trivellazioni in Consiglio regionale. Dopo l’autorizzazione rilasciata alla Petroceltic che va impugnata entro fine febbraio, il nostro territorio è sempre più sotto attacco. Sono tanti i rischi legati anche al progetto di ricerca idrocarburi di Irminio e all’impianto-serbatoio di gas del Sinarca. Chiediamo una pianificazione regionale delle concessioni minerarie a tutela del territorio, l’impugnativa davanti al Tar di tutti i decreti relativi ai procedimenti citati e l’istituzione di un Osservatorio permanente anti-trivellazioni per il controllo di tutte le pratiche di ricerca ed estrazione idrocarburi L’evoluzione della normativa su ricerca e sfruttamento degli idrocarburi al largo delle coste italiane e su terraferma si sta concretizzando in una crescente riduzione del ruolo degli Enti locali nei procedimenti autorizzativi. All’assenza di

una pianificazione a livello nazionale si è tentato di sopperire con la Strategia Energetica Nazionale, approvata con decreto interministeriale 2013, che prevede, come elemento chiave, lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale. Ma in Molise questa sicurezza e questa tutela ambientale non vengono rispettate. La regione è minacciata da permessi di ricerca su terraferma (a pochi passi da Campobasso con l’americana Irminio srl) e in mare (a poche remate dalle Isole Tremiti con l’irlandese Petroceltic srl), oltre che da pericolosi permessi a costruire, si pensi all’impiantoserbatoio di gas del Sinarca in Basso Molise. Nonostante questi progetti, la Regione Molise

non ha messo in campo alcuna azione amministrativa a supporto dei Servizi tecnici regionali per migliorare conoscenze e competenze tecniche in materia idrocarburi, sia in fase autorizzativa che in fase di controllo, né si è mai dotata di una Commissione regionale. Si tratta di aspetti tecnici, ma importanti per ritenere pericolosi tutti e tre i progetti: Irminio, Petrocletic e Sinarca. Ecco perché abbiano presentato una mozione che chiede tre cose al Presidente. La prima: attuare una pianificazione regionale delle concessioni minerarie, in tutela delle aree geografiche caratterizzate da produzioni di prodotti tipici con Marchi di qualità e con particolare valore ambientale o archeologico, e di un territorio oggi soggetto a dissesto idrogeologico e a rischio sismico. Tale pianifi-

Sentenza 304/2015 del Tar Molise attraverso l’esplicitazione sia dei criteri generali predeterminati di accesso alle risorse della ricostruzione, sia dell’attività istruttoria svolta dall’Agenzia regionale di protezione civile, da cui consegue, come illustrato nel documento istruttorio, che i progetti di classe “A”, ovvero i Pes 25, 19, 37 ed i Peu 27 sp 01 e 124 sp 01, sono stati inclusi tra gli interventi nella delibera di Giunta regionale del Molise 719/2012 di integrazione alla precedente delibera 608/2012 e, di conseguenza, inclusi nelle delibere di giunta regionale del Molise 498/2014, 614/2014 e successive modificazioni e integrazioni, e regolarmente finanziati <a valere sulle risorse Cipe>, mentre per i progetti non inclusi viene rappresentato con puntualità il percorso di istruttoria e di valutazione; di riservarsi, ove sopraggiunga la disponibilità di ulteriori risorse finanziarie, di implementare i finanziamenti del Comune di Ripabottoni così come per altri Comuni, secondo le procedure di finanziamento i cui criteri sono stati rappresentati”. Un tentativo di salvataggio in corner, un modo abborracciato di impedire l’arrivo del commissario ad acta, e l’offerta su un piatto d’argento al Comune di Ripabottoni, preso il bavero, per un nuovo ricorso. Dardo

cazione sarebbe uno strumento estremamente utile in fase di valutazione dei progetti da parte di una Commissione Via regionale. La seconda: impugnare regolarmente innanzi al Tar tutti i decreti di compatibilità ambientale rilasciati dal Ministero, per le attività di prospezione petrolifera nel territorio e nelle acque molisane, anche valutando ricorso amministrativo straordinario al Presidente della Repubblica. In questo senso, visti i tempi ristretti, il Movimento 5 Stelle chiede di impugnare davanti al Tar del Lazio, o in alternativa davanti al Capo dello Stato, il decreto di conferimento del permesso di ricerca assegnato alla Petroceltic. Infine il Movimento chiede l’istituzione di un Osservatorio Permanente Anti-trivellazioni che miri al controllo di tutte le pratiche relative a ricerca ed estrazione di idrocarburi, a supporto anche dei Comuni e che possa concorrere a predisporre le osservazioni di opposizione nelle procedure di Via.


TAaglio lto

5 10 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Con l’ingresso in giunta di Carlo Veneziale ridistribuite le deleghe agli assessori

Frattura si conferma asso pigliatutto: ma a chi giova?

Umanamente impossibile che un uomo, al di là delle attribuzioni che gli vengono dalla carta statutaria regionale per essere stato eletto presidente della Regione Molise, possa tenere testa, occuparsi, districarsi, assumere responsabilità e gestire decine di competenze amministrative L’ingresso in giunta di Carlo Veneziale, nato a Napoli il 1969, ha costretto il presidente Frattura a rivedere le deleghe e a riformularle. Il nuovo arrivato dall’esterno, che va a fare il paio con Pierpaolo Nagni, lasciando al solo Facciolla l’onere e l’onore di essere espressione dell’elettorato molisano, dovrà occuparsi di Politiche dello sviluppo economico, del Marketing territoriale e dell’internazionalizzazione delle imprese. Pierpaolo Nagni dei Lavori Pubblici e delle Infrastrutture, dell’Urbanistica, delle Politiche del territorio e delle Politiche abitative, nonché della Viabilità, dei trasporti e dell’impiantistica sportiva. Vittorino Facciolla, delle Politiche Agricole ed Agroalimentari, della Programmazione forestale, dello Sviluppo rurale, della Pesca Produttiva e della Tutela dell’ambiente. Numero e qualità delle deleghe per uomini normali, per cervelli normali, con aspettative di governo normali. Qualcosa di straordinario invece tocca fare al presidente della giunta regionale che per una parte della gente molisana (assoggettata) passa per un marziano, per uomo dotato di po-

teri (e di potere) straordinari, per una entità sovrumana, mettendo finanche in ombra il suo più diretto collaboratore, Massimo Pillarella per il quale l’associazione più spontanea e naturale per la somma di incarichi e di lavoro alla guida dell’Area Seconda della Regione è quella della reincarnazione di Pico della Mirandola. Frattura è oltre (dell’umano). Siamo andati a scorrere le attribuzioni di alcuni altri presidenti di Regione, ebbene nessuno riesce ad avvicinare il cumulo di compiti e di responsabilità di cui s’è gravato il presidente Frattura. Una eccezione,

L’intervento di Susanna Pastorino e Guglielmo Di Lembo* Sulla sanità in generale e sulla sanità pubblica regionale in particolare, la Fp e la Cgil Molise avevano già lanciato, nel novembre 2011, l’allarme. Allora, pubblicamente, denunciavano che senza alcun confronto (sembra una prassi in Molise, sic!!!) venivano tagliati, alla sanità pubblica, 416 posti letto per acuti, senza alcuna riconversione in posti letto post-acuti. Denunciavano, inoltre, che dal 1996 al 2011, la sanità pubblica aveva perso ben 617 posti letto ospedalieri, mentre la sanità privata ne aveva guadagnato ben 251, in particolare nel campo della Riabilitazione. In altri termini, in quel lasso di tempo, la sanità pubblica si era dimezzata, mentre la sanità privata si era più che raddoppiata. Era stata attuata, dal governo regionale in quel tempo in carica, una selvaggia privatizzazione del servizio sanitario molisano. Da qui, il caos sulla mancanza di posti letto e gli intasamenti dei pronto soccorso. Con i Programmi Operativi Straordinari (POS), almeno nelle “pie intenzioni”, si

una rarità, una singolarità. Stando allo Statuto del Molise il presidente della Giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto contestualmente al Consiglio regionale, del quale fa parte, rappresenta la Regione; promulga le leggi ed emana i regolamenti regionali; indice i referendum previsti dallo Statuto; nomina e revoca i componenti della Giunta regionale e conferisce loro le rispettive attribuzioni; dirige la politica della Giunta e n’è responsabile; sovrintende agli uffici e servizi regionali; esercita le altre funzioni attribuitegli dalla Costituzione, dallo Statuto e dalle

leggi. Il Presidente della Giunta presenta annualmente al Consiglio regionale una relazione sullo stato di attuazione del programma. Compiti e attribuzioni di rilievo, specie se rispettati e posti in essere con puntualità e tempestività. Il fatto stesso di rappresentare il Molise e i molisani nel mondo, di per sé è una funzione amplissima, senza confini, che comporta un’enorme responsabilità e una capacità di coordinamento straordinarie. Ebbene, forse potrà sorgere il dubbio, non si crederà facilmente, né si potrà ritenere umanamente possibile che un uomo, al di là delle attribuzioni che gli vengono dalla carta statutaria regionale per essere stato eletto presidente della Regione Molise, possa tenere testa, occuparsi, districarsi, assumere responsabilità e gestire la Programmazione e le Politiche comunitarie; la Comunicazione istituzionale; il Bilancio e le Finanze; la Sanità; le Politiche giovanili, della Famiglia e di Parità; le Politiche energetiche e sostenibili; le Agenzie e le Aziende speciali regionali; gli Enti regionali e le Fondazioni; le Società in house; le Società partecipate;

l’Autorità di Bacino; gli Enti locali; la Cooperazione internazionale; il Turismo; la Cultura; lo Sport; la Caccia; le Politiche della pesca; il Patrimonio; le Riforme istituzionali; la Ricostruzione e la Protezione civile; il Personale; l’Istruzione; l’Università; la Ricerca e l’Innovazione; le Politiche sociali e il Terzo settore e la cooperazione; i Molisani nel mondo; i Rapporti con il Consiglio regionale; le Politiche per l’occupazione e la Formazione professionale. Per quanto possa e venga ritenuto da una parte (assoggettata) della gente molisana una sorta di alieno, un avatar (colui che discende), un “super man”, la storia del Molise contemporaneo, del giorno dietro giorno, dei comuni mortali, testimonia povertà, stagnazione e rassegnazione. La Programmazione? La Sanità? Le Politiche energetiche? Le Società partecipate? La Cooperazione internazionale? Il Turismo? La Cultura? Lo Sport? Le Riforme istituzionali? La Ricostruzione e la Protezione civile? Questi sconosciuti. Roba dell’altro mondo. Dardo

Sanità, potenziare quella pubblica cerca di riequilibrare il rapporto tra ospedale e territorio, da un lato, e tra sanità pubblica e sanità privata, dall’altro, ma contemporaneamente si continua l’opera di impoverimento e di depotenziamento della sanità pubblica entrando a gamba tesa con il progetto di integrazione tra il Cardarelli e la Fondazione con l’istituzione dell’Ospedale Unico, nonché lasciando gli Ospedali pubblici in una preoccupante e non più sostenibile carenza di personale che mette a rischio il diritto alla salute. Tre considerazioni. La prima a carattere generale: i tagli operati dal Governo centrale al Fondo Sanitario Nazionale per 6,7 miliardi di euro (2,3 per il 2015 e 4,4 per il 2016) rende più che evidente un attacco al Servizio Sanitario Nazionale pubblico e, quindi, al diritto alla salute e alle cure per tutti i cittadini. Ne consegue che i tagli operati incideranno maggiormente sulle Regioni sottoposte a Piano di Rientro, come il Molise, che molto probabilmente inasprirà ancor di più le già insostenibili addizionali IRPEF. La seconda a carattere regionale: c’è il rischio che la sanità pubblica molisana venga sostituita, seppur gradualmente ma continuamente e costantemente, da quella privata. La terza,

sempre a carattere regionale: si sta cercando di far passare l’operazione di integrazione tra il Cardarelli e la Fondazione come una questione di sicurezza, di organizzazione e di spazi, ma la Fp e la Cgil Molise sospettano che le cose non stanno esattamente in quei termini. La sanità pubblica deve essere fortemente riqualificata, migliorando le prestazioni e riqualificando professionalmente il Cardarelli, e risolvendo in modo diverso da quello scelto nei POS l’errore di accreditamento, fatto precedentemente, della Cardiologia e dell’Oncologia me-

dica alla ex Cattolica. La Fp e la Cgil Molise chiedono alla Regione Molise e al Commissario di offrire ai cittadini la certezza che si investa con coraggio nella sanità pubblica, per garantire maggiori servizi, qualitativamente più alti e, soprattutto, accessibili a ogni fascia sociale. Se così non fosse, la Fp e la Cgil Molise valuteranno le modalità e i tempi più opportuni per opporsi e contrastare un disegno che vede il sistema pubblico, universale ed equo, depotenziato e/o attaccato. *Cgil Molise


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

6

Campobasso

10 febbraio 2016

Lettera aperta

Il controllo dei biglietti sugli autobus non può essere fatto dagli autisti Egr. Sindaco, Siamo di nuovo costretti a richiamare la Sua attenzione sulla modalità di esercizio della controllerai dei titoli di viaggio da parte della concessionaria del servizio pubblico urbano di Campobasso. Diciamo subito, senza se e senza ma, che siamo assolutamente favorevoli al controllo della validità e possesso dei biglietti da parte dei viaggiatori sugli autobus. Ricordiamo per utilità nostra e di chi leggerà questa lettera che il servizio di trasporto pubblico è sostenuto per il 70% da finanziamento dello Stato, alle Regioni, ai Comuni e per la restante parte dagli introiti che derivano al gestore attraverso l’esercizio del servizio e quindi dal pagamento delle tariffe. Se non è raggiunto l’obiettivo, si ripiana con fondi pubblici. Esercitare il controllo è quindi pra-

tica doverosa e virtuosa per molte ragioni. Lo Stato, attraverso la finanza pubblica, cioè le tasse che pagano i cittadini, sostiene gran parte del servizio, gli utenti con il costo de biglietto pagano un’integrazione in quanto utilizzatori reali. Pagare il biglietto è quindi una pratica di responsabilità civile verso la collettività. Il finanziamento pubblico del servizio va direttamente a vantaggio dell’utilizzatore ma anche di obietti di tutta la collettività, organizzazione della mobilità, qualità dell’ambiente e dell’aria ecc. Il pagamento del costo del biglietto sgrava la finanza pubblica e la collettività. Il controllo della regolarità dei viaggiatori favorisce la solidarietà tra i cittadini e verso quegli utenti che adempiono l’obbligo del pagamento. Il controllo dei titoli di viaggio è

di Filippo Poleggi* buona e preziosa pratica educativa al rispetto delle regole ed all’esercizio della legalità,insegna ai giovani ed a non pochi adulti a non fare i furbetti. Fatto l’elogio doveroso dell’attività di controllo, veniamo al problema nostro; è chiaro che quest’attività deve essere svolta con rispetto verso i viaggiatori, quelli che giustificano tutto il sistema con l’utenza, senza arrecare loro disagi, intralci, danni nella vita quotidiana. In questi giorni la SEAC torna ad attivare il controllo con provvedimenti dannosi per i viaggiatori ed autisti. Qualche tempo fa aveva “consentito” il controllo esercitato dagli autisti disponendo che il movimento dei viaggiatori avvenisse da una sola porta, con comprensibili disagi, intralci ai viaggiatori, esponendo gli autisti a possibili rivalse

legali e giudiziarie. Oggi la Direzione della SEAC riprende la questione con un “ordine di servizio” rivolto al personale, con l’obbligo tutti gli autisti ad effettuare il controllo su “tutti” i viaggiatori . E’ chiaro che questo non è possibile “in corso d’opera” se non distraendo l’autista dal suo compito creando situazioni di pericolo , che tale obbligo non più essere assolto se non arrestando i mezzi, chiudendo le porte, con altri espedienti che non riusciamo a immaginare. Si tratta di un’imposizione sugli autisti, per altro alcuni già multati per inadempienza, e quindi sui viaggiatori che devono subire i ritardi per il blocco degli autobus , i disagi per la limitazione dell’accesso e dello sbarco, delineando un servizio disagiato, fastidioso, complessivamente sgradevole e non tollerabile.

In conclusione, Sig. Sindaco La invitiamo ad intervenire per far ritirare tale disposizione , esercitando la doverosa attività d’indirizzo e di controllo (non solo su quello che segnaliamo), in nome e per conto del Comune concessore del servizio. La invitiamo, Sig.Sindaco, ad imporre alla Seac non di sospendere i controlli,ma di effettuarli come prevedono le regole , la vecchia concessione ancora vigente, il regolamento d’esercizio, con personale specificamente qualificato per tale esercizio di controlleria e specificamente addetto a tale compito. Signor Sindaco, Lei ha dichiarato che questo è l’anno che dedicherà alla mobilità cittadina; cominciamo subito confrontandoci con lo stato di fatto. *Presidente Forum TPL Molise

San Valentino, musei aperti L’Associazione Me.MO Cantieri Culturali a.p.s. comunica che, in occasione della festa dell’amore dell’amicizia, organizza le seguenti attività nei Musei e siti archeologici statali in cui opera. - Al Parco Archeologico dell’Anfiteatro Romano e di Villa Zappone a Larino e area archeologica Ex Asilo Nido l’associazione realizza il percorso guidato Aspettando San Valentino con Me.MO, in programma per sabato 13 febbraio dalle ore 10.00 alle ore 12.00; l’iniziativa rivolta sia agli adulti sia ai più piccoli rientra nei percorsi realizzati in tutti i musei e siti in cui l’associazione opera dal titolo Me.MO IN FAMIGLIA, percorsi di conoscenza condivisi tra grandi e piccini: mentre i grandi saranno accompagnati, dagli archeologi dell’associazione alla scoperta del parco e alla visita straordinaria del così detto mosaico dei cuori sito nell’area dell’Ex Asilo Nido, i bambini realizzeranno biglietti di auguri pop up per San Valentino.per i bambini è di €5,00;

la visita guidata per gli adulti € 3,00; la partecipazione congiunta di un bambino e un adulto € 6,00. La prenotazione è obbligatoria. Al Museo Sannitico di Campobasso il 14 Febbraio si svolgerà un percorso tematico a cogliere l’essenza dell’amore sotto tutti i punti di vista: amicizia, eros, amore platonico e amore extra terreno. L’incontro al Museo Sannitico di Campobasso intitolato La festa dell’amore e dell’amicizia è in programma per Domenica 14 dalle ore 10:30 alle 12:00; l’Associazione realizzerà giosa dell’amore. Me.Mo Campobasso propone in questa occasione un prezzo speciale di € 4,00 per le coppie, € 3,00 euro per le famiglie. La prenotazione è obbligatoria. - Al Museo PALEO.IS di Isernia La Pineta in programma domenica 14 febbraio alle ore 11.00 La freccia di Cupido è scoccata al Museo, anche l’elefante Orlando si è innamorato. I bambini insieme alle loro famiglie dovranno scoprire dove si è nascosta la dolce metà dell’Elefante

Orando, partecipando alla caccia al tesoro di San Valentino. La prenotazione è obbligatoria e il costo è di € 15 a famiglia (max 5 componenti). Al Museo Museo Archeologico di Venafro domenica 14 febbraio alle ore le 15.00 sarà realizzata l’attività laboratoriale La freccia di Cupido per scoprire attraverso il racconto mitologico chi si nasconde dietro la figura di Cupido. Il percorso è rivolto ai bambini tra i 5 e10 anni. La prenotazione è consigliata e il costo è di € 5,00 a bambino. Per i genitori che accompagneranno i bambini lo Staff di MeMo Cantieri Culturali ha previsto una visita guidata gratuita del Museo Archeologico. - Al Sito archeologico di Saepinum – Altilia (CB) domenica 14 febbraio alle ore 11.30 i visitatori saranno accompagnati in un percorso guidato tematico intitolato Odi et amo: l’amore al tempo dei Romani. La prenotazione è consigliata. Il costo per le coppie è di € 8,00, per i singoli € 5,00.

Open Doors in Rianimazione: sesta edizione!

Oggi la manifestazione presso il reparto dell’ospedale Cardarelli di Campobasso CAMPOBASSO. S.E. l’Arcivescovo di Campobasso, Padre Giancarlo Maria Bregantini, questa mattina, alle ore 08.00, Mercoledì delle Ceneri, presso la Rianimazione dell’Ospedale Cardarelli di Campobasso, anticipando la Giornata del Malato, incontrerà ex-pazienti, familiari, operatori della sanità, amministratori e uomini di buona volontà: “… vi raduno tutti, cari fratelli e sorelle, attorno al cuore di questo Giubileo Straordinario della Misericordia indetto dal Santo Padre”. Il paziente di Rianimazione e il suo familiare rappresentano un dualismo che richiama l’immagine dei due gabbiani descritti da Padre Giancarlo in occasione dell’apertura della Porta Santa: “… due gabbiani volano sulle onde alte di una mareggiata e, per non esserne travolti, agitano quelle loro grandi ali con tutte le forze. Si spingono verso l’alto dove nessun pericolo può braccarli e farli precipitare. I due gabbiani vogliono essere archetipo e modello della Verità nella Libertà. Le due ali necessarie per tenere in equi-

librio il mondo intero. I due gabbiani si sostengono vicendevolmente, e l’uno indica all’altro la meta, la via d’uscita dal rischio delle onde così elevate. Si pongono l’uno accanto all’altro e quando l’uno fa fatica nella sua salita, l’altro spinge con la forza delle sue ali la corrente che è necessaria alle ali del gabbiano più indebolito o impaurito. E’ questo stare accanto che permette di svolgere con coraggio, con più fiducia il volo. E che gioia, una volta scampata la minaccia, sapere di godere insieme del riparo, di farcela insieme. È il tesoro di chi vola insieme”. Siamo alla sesta edizione dell’Open Doors di Rianimazione: come ogni anno, il 10-02-2016, alle ore 08.00, la Rianimazione dell’Ospedale Cardarelli di Campobasso aprirà le sue porte, la giornata sarà dedicata agli ex pazienti della Rianimazione e, soprattutto, ai loro familiari che hanno condiviso con gli infermieri e con i medici della rianimazione giorni tristi e giorni felici. Padre Giancarlo dal 2011 introduce in Rianimazione la Qua-

resima, il periodo di quaranta giorni che prepara i cristiani alla Pasqua. Rianimazione: là dentro ci sono emozioni, drammi, respiri e sospiri, vite che lottano, vite di questo mondo. I fautori dell’iniziativa sono S.E. l’Arcivescovo di Campobasso, Padre Giancarlo Bregantini, e il Direttore dell’Unità Operativa di Rianimazione, Romeo Flocco: “Apriremo le nostre porte ai familiari che tornano da noi dopo anni, loro sono i veri eroi della nostra società, come Angelina che ha curato per trent’anni a domicilio Roberto, il suo caro marito, affetto da SLA. Apriremo le nostre porte a quelle mamme che con dignità e compostezza hanno rischiato che il loro cuore esplodesse di dolore quando erano accanto ai loro bambini sfigurati da traumi terribili. Apriremo le nostre porte a quelle ragazze che sono sopravvissute alle coltellate di selvaggi, barbari e piccoli uomini. Apriremo le nostre porte a quei ragazzi fragili che avevano deciso di farla finita, ma che adesso sono diventati coraggiosi guer-

rieri della nostra società. Apriremo le nostre porte ai nostri ex-pazienti che dopo aver rischiato di morire, sono diventati super-vivi, sono diventati dei super-man, come Fra Giovanni che torna da noi nelle ore più impensate, a portare conforto e sollievo”. Anche Papa Francesco, il 24-07-2013, volle fermarsi nella Rianimazione (Unidade de Cuidados Intensivos) dell’Ospedale San Francesco di Rio de Janeiro: “Dio ha voluto che i miei passi, dopo il Santuario di Nostra Signora di Aparecida, si incamminassero verso questo particolare santuario della sofferenza umana qual è il vostro reparto. San Francesco aveva capito che la vera ricchezza e la vera gioia è il seguire Cristo e il servire gli altri; ma il momento in cui tutto questo è diventato concreto nella sua vita è quando ha abbracciato un lebbroso. Quel fratello sofferente è stato mediatore di Luce per San Francesco d’Assisi, perché in ogni fratello e sorella in difficoltà noi abbracciamo la carne sofferente di Cristo. Grazie a

tutto il personale del servizio medico e ausiliare qui impegnato; il vostro servizio è prezioso, fatelo sempre con amore; è un servizio fatto a Cristo presente nei fratelli: - Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25, 40), ci dice Gesù”. Aprire le porte della Rianimazione è una rivoluzione copernicana. Nel nostro paese, l’accesso ai reparti intensivi è tradizionalmente regolato da politiche restrittive. In questo modo, si pensava di contenere i rischi infettivi per i ricoverati, impendendo la diffusione di germi provenienti dall’esterno. Oggi, tali impostazioni non hanno più alcun razionale scientifico. Rianimiamo il corpo e lo spirito, questo il tema che Padre Grancarlo Maria Bregantini affronterà il 10-02-16, alle ore 08.00, nella Rianimazione dell’Ospedale Cardarelli di Campobasso: “Grande è il valore di quella vita che rifiorisce nel profumo della misericordia donata, accolta e restituita”.


Campobasso

7 10 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ecco un parallelismo tra i tifosi jonici (31 campionati di B) e i nostri supporter

Impariamo dal Taranto a tornare “grandi” Fa niente se il carisma s’è sporcato: allo Jacovone gli spalti sono pieni e al Romagnoli vuoti di Gennaro Ventresca Il popolo rossoblù è guastato dal suo passato. Colpa anche mia, forse sono tra i maggiori responsabili, che ogni due per tre ricaccia i lontani giorni folgoranti. C’è un filmatino che qualche domenica fa ho mandato in onda nel mio salotto di Molise Tv di cui vi voglio parlare e che dovrebbe aiutarci a ragionare in modo diverso. Riguarda un’altra ex “grande”. Non ho potuto fare a meno di provare un sentimento di stima e di rispetto per la sua tifoseria che tifa a tutto cuore per una formazione che

ha ereditato ben 31 anni di serie B e che, come la nostra, si agita nelle acque agitate della D, costretta a guardare le spalle di almeno tre squadre che la precedono e che, come si può immaginare, la costringeranno a ripassare l’anno prossimo, per sperare di tornare perlomeno in Lega Pro. La lezione dei pur focosi sostenitori del Taranto dovrebbe indurci a pensare in maniera diversa. La spocchia che contraddistingue il popolo rossoblù mi sembra ormai fuori posto. Non c’è ragione di ripensare a ciò che è stato, meglio dar forza al presente, nella speranza di

costrirsi un domani migliore. Passi per quei tifosi che si tingono i capelli e calzano le Hogan per sembrare più giovani, ma i veri giovani dove sono finiti? Che fine ha fatto la meglio gioventù della nostra città? Questa generazione che sa che il doppiopetto non fa per lei che aspetta a mostrare le impronte digitali campobassane? Voglio ricordarlo solo a me stesso che la nostra Serie B è durata “appena” cinque anni. E che dalla caduta in C1 di Napoli ci sono stati più momenti bui che riapparizioni nel mondo calcistico di un certo livello.

Il Taranto, tanto per rimanere in tema, è stato per oltre trent’anni nella serie cadetta. I suoi tifosi, quindi, dovrebbero sentirsi ancora più mortificati dei nostri a tifare per una squadra che non riesce a lasciare i campi della Lega Dilettanti. Invece sono lì, accanto al loro club che pure li ha traditi più di una volta. Mettendoci di mezzo anche un paio di fallimenti. Non, che come si può notare, non sono una nostra prerogativa che, primi in Italia, ne abbiamo patiti ben quattro. Quella gloria obesa e piena di cellulite del passato che ci tiene fermi a quello che eravamo non ha più modo di esistere. Il

tempo non ritorna, conta solo il futuro. Visto che anche il presente è già ieri. Mi piace, in questo momento complicato del nostro sodalizio, guardare con ammirazione al Lanciano, al magnifico Crotone, all’impetuoso Frosinone, al Carpi e, soprattutto, al Sassuolo e all’ Empoli. Tutti piccoli club che andrebbero studiati e, possibilmente, copiati. Invece noi siamo qui a ricordare il passato e a lanciare continui anatemi, dando appuntamento ai pochi amici che la domenica vanno allo stadio: “Vi raggiungeremo quando torneremo in Serie B”.

L’ultimo saluto al senatore Di Lembo Solo a tumulazione avvenuta la famiglia ha dato notizia della morte CAMPOBASSO. Il destino, a volte, riserva strani scherzi. Si è spento in queste ore il senatore Osvaldo Di Lembo, ultimo rappresentante politico di un Molise che non c’è più. Si è spento, proprio nel momento in cui il governo prevede il taglio della Corte d’Appello di Campobasso della cui istituzione si fece carico, proprio, il senatore Di Lembo con una proposta di legge in tal senso. Corte d’Appello, per evitare viaggi lunghissimi e senza senso ma, anche, perche rappresentava la base per avere altre strutture sul territorio e rafforzare quell’ossatura istituzionale che era stata alla base della nascita della Regione Molise. Un Molise, già, che non c’è più. Fatto ancora più grave è che non c’è stato un Molise che lo abbia sostituito o minimamente in grado di disegnare un nuovo percorso. Proprio con il senatore Di Lembo, nonostante avessimo opinioni politiche diverse, ci ferma-

vano spesso a parlare, a confrontarci, perchè no, ad avere espressioni contrastanti e divergenti per discutere di fatti locali e regionali. Di cercare di leggere le cose che non andavano alla luce di quello che stava accadendo tutt’intorno. Si arrivava, sempre, alla conclusione, questa volta unanime, che mancava una politica propositiva e di costruzione. Assenti idee e programmi si viaggiava per approssimazione. I risultati? Sono sotto gli occhi di tutti. Una regione che sta sparendo e che il vicino guarda solo per scaricarvici immondizia. Da una dignità conquistata nel tempo e con i sacrifici dei nostri avi siamo precipitati nel baratro dell’ignavia e del parente povero. Ecco, perchè, oggi la mente ha riavvolto quelle discussioni per strada con il senatore Osvaldo Di Lembo. Uomo di altri tempi dei quali, purtroppo, in Molise non ne circolano più.

Le sacre Ceneri – inizio della quaresima L’origine di questa celebrazione risale all’antica forma penitenziale. Originariamente,infatti, il sacramento della penitenza non veniva celebrato con le modalità attuali, ma aveva una forte dimensione pubblica, e la celebrazione “delle ceneri” costituiva il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli, che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Col tempo, il gesto dell’imposizione delle ceneri si è esteso a tutti i fedeli, non solo ai pubblici penitenti. Il duplice significato delle ceneri lo ricaviamo dalla Bibbia: in primo luogo, è il segno della debole e fragile condizione dell’uomo. In secondo luogo, la cenere rappresenta anche il segno estremo di chi si pente del proprio peccato e decide di riprendere il cammino verso il Signore. La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato

espresso nelle formule di imposizione: “ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai” e, quella più usata oggi, “convertiti e credi al Vangelo”. Il digiuno quaresimale ha certamente una dimensione fisica: oltre l’astinenza dal cibo, può comprendere altre forme, come la privazione del fumo, di alcuni divertimenti, della televisione. Tutto questo però non è ancora la realtà del digiuno; è solo il segno esterno di una realtà interiore, un rito che deve rivelare un contenuto salvifico. Il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono giorni di digiuno totale dal cibo. I venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi mentre, negli altri venerdì dell’anno, i fedeli possono sostituire l’astinenza dalla carne con altre opere di carattere penitenziale. Al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; invece, all’asti-

nenza dalla carne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni. Anche coloro che non sono tenuti all’osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana. Per l’inizio dell’itinerario quaresimale, la liturgia propone un brano del cosiddetto “discorso della montagna”, riguardante tre delle più importanti pratiche religiose dell’ebraismo; l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Ciascuno di esse è visualizzata pittoricamente mediante una metafora di carattere ironico e finalizzata a evidenziare il lato sbagliato. Questi atteggiamenti sono accomunati (come molti altri simili) da sciocca vanità e da futile esteriorità e, in quanto tali, sono ripudiati da Gesù. L’insegnamento di Gesù è finalizzato non soltanto a biasimare ogni verbalismo, ogni ritualismo e ogni efficientismo finalizzato all’esteriorità ma,so-

prattutto, a richiamare all’interiorità, alla spiritualità del cuore. E’ nel cuore, nell’intimo della persona, che si realizza l’ascolto della parola di Dio e si celebra l’incontro personale con Lui. Gesù ha insegnato il rifiuto dell’esteriorità con alcune metafore, come quelle della “mano destra” che tiene celato il suo agire alla sinistra, quella della “profumazione del capo” che cancella dalla folta e lunga capigliatura degli orientali ogni altro odore, e quella della camera e della sua “ porta chiusa”. Il significato di tutte queste metafore è stato ben esplicitato da Sant’Ambrogio mediante uno splendido insegnamento esegetico e spirituale: intendi per “camera” non il luogo delimitato da pareti in cui viene rinchiusa la tua persona, ma la “cella” che è dentro di te, dove sono racchiusi i tuoi pensieri e si agitano i tuoi sentimenti. E’ li che si può stabilire con Dio il dialogo e intratte-

nersi in comunione con lui. Questo è vero e avviene perché, come ci assicura Gesù, “il Padre tuo vede nel segreto”. Nel “segreto” del cuore il Padre vede, ci ascolta e ci parla. Infine, è da tenere in mente che l’insegnamento di Gesù aveva un profondo significato per i “commedianti” della giustizia religiosa del suo tempo e che, purtroppo, suona attualissimo anche nel nostro tempo, in cui siamo soverchiati dalle parole di tanti falsi e ipocriti maestri, dalle immagini, dall’effimero e dal futile, che ci portano ovunque, ma sempre lontano dal “cuore”, dalla Verità. Per questo non dobbiamo mai dimenticare che la Verità è una sola, quella che conduce alla Vita eterna, percorrendo con coraggio e lealtà la retta Via ogni giorno, ogni giorno della nostra vita. Mons. Gabriele TETI.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




11

Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

10 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Carabinieri, scattano 8 denunce Diversi i reati contestati che vanno dal vandalismo alla sicurezza sul lavoro ISERNIA. Diverse operazioni finalizzate a contrastare reati di particolare allarme sociale sono state portate a termine nelle ultime ore dai Carabinieri tra Isernia e zone limitrofe. Nel dettaglio, a Cantalupo nel Sannio, i militari della locale Stazione, hanno denunciato per truffa aggravata un 22enne, della provincia di Foggia, che al fine di procurarsi un ingiusto profitto aveva messo in vendita online una playstation, scoperta poi essere inesistente, acquistata attraverso una ricarica postepay, da un giovane del posto, al costo di circa duecento euro. A Pettoranello del Molise, militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Isernia, hanno sorpreso alla guida della propria autovettura un 50enne di Isernia, completamente

ubriaco. Il tasso alcoolemico superava di oltre tre volte il limite previsto dalla normativa vigente, pertanto nei suoi confronti è scattata una denuncia per guida in stato di ebrezza alcoolica, il ritiro della patente di guida ed il sequestro del veicolo. A Frosolone, i militari della locale Stazione, hanno denunciato due persone, un 40enne ed un 20enne del posto per atti di vandalismo, essendo

stati sorpresi ad imbrattare la facciata esterna di un immobile privato. Infine nel corso di un’attività di monitoraggio predisposta per tutelare la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro e contrastare il fenomeno dello sfruttamento di lavoratori in nero, una task force dei reparti territoriali del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia e del Nucleo Ispettorato

del Lavoro dell’Arma, hanno passato al setaccio numerosi cantieri edili e altre attività imprenditoriali tra Isernia e comuni limitrofi. Quattro sono state le persone denunciate per inosservanza alle norme previste per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e sulla regolarità occupazionale dei lavoratori. Si tratta di un 50enne di Fornelli e di un 52enne, un 30enne ed un 35enne, tutti della provincia di Campobasso. Nel corso dei controlli sono state riscontrate numerose violazioni quali la mancata presenza di adeguate impalcature o ponteggi, la man-

cata presenza di idonee protezioni atte ad evitare la caduta dei lavoratori, la presenza di materiali vari posizionati in maniera disordinata in modo da intralciare il passaggio con elevato pericolo per i lavoratori, gravi carenze relative ai livelli di sicurezza degli impianti elettrici, la mancata presenza di idonei dispositivi di protezione individuale e la non corretta o mancata redazione di tutta la documentazione prevista dal piano operativo di sicurezza del cantiere, nonché assenza delle prescritte autorizzazioni della Direzione Territoriale del Lavoro. Durante le ispezioni, si è proceduto anche alla identificazione di alcuni lavoratori in nero, per i quali sono state contestate relative sanzioni amministrative a carico dei datori.

Sicurezza, controllo del territorio La Polizia ha effettuato una serie di posti di blocco di prevenzione reati ISERNIA. Intensa attività di controllo del territorio da parte della Polizia di Stato di Isernia nei primi giorni di febbraio al fine di contrastare il fenomeno dei furti in abitazione e dei reati in genere. Durante tale attività, che ha visto impiegate sul territorio numerose pattuglie dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, sono stati effettuati 80 posti di controllo nel corso dei quali sono state identificate oltre 800 persone, alcune delle quali con pregiudizi di polizia e controllati più di 500; sono state contestate, inoltre, 150 infrazioni al codice della strada e ritirati 2 documenti di circolazione non in regola. La Squadra Mobile, a seguito di indagini avviate a seguito di denuncia presentata nel mese scorso, ha deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria,

L.H, cittadino marocchino di 38 anni, incensurato. Il predetto, assunto con regolare contratto presso una attività commerciale di Isernia, si rifiutava di firmare le buste paghe percepite asserendo che non gli era stato corrisposto il dovuto e, non convinto delle spiegazioni fornite dal suo datore di lavoro, lo minacciava riferendogli che, se non avesse ricevuto il compenso dovuto, avrebbe danneggiato tutte le auto dell’attività commerciale. Infine la Sezione Polizia Postale di Isernia ha deferito all’Autorità Giudiziaria un cittadino italiano, L.L., di anni 41, residente nel Lazio. Questi, amministratore di una società che gestisce un sito di e-commerce per la vendita di prodotti elettronici, in tempi diversi ha venduto materiale elettronico (schede video ed hard disk) a due isernini.

Accoglienza sì, ma nel rispetto delle regole! Servizi mirati dell’ufficio immigrazione della Questura di Isernia ISERNIA. Intensa l’attività dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Isernia in relazione alle procedure amministrative per la gestione e regolarizzazione dei “migranti” giunti in questa provincia negli ultimi mesi. Oltre alla normale attività di identificazione ed agli accertamenti dei requisiti per le richieste di “Asilo”, l’Ufficio Immigrazione ha raccolto numerose segnalazioni pervenute sia dalle Forze di Polizia che direttamente da parte di gestori di alcune strutture di accoglienza per “migranti”, in quanto, in alcune occasioni si è reso necessario l’intervento sia dei Carabinieri che della Polizia di Stato poiché alcuni ospiti si erano dimostrati particolarmente intemperanti nei confronti sia del

gestore che degli altri stranieri presenti. In alcuni casi, si era giunti anche a vere e proprie minacce e danneggiamenti delle suppellettili e degli arredi. A seguito delle prime segnalazioni l’Ufficio Immigrazione, in sinergia con la locale Prefettura che coordina tutte le operazioni di accoglienza dei migranti dal loro arrivo in provincia alla loro sistemazione finale, aveva già provveduto ad effettuare lo spostamento degli ospiti “intemperanti” in altre strutture ma, la reiterazione da parte degli stessi di episodi analoghi ha portato alla richiesta al Prefetto per la revoca delle misure assistenziali così come previsto dall’art. 12 del D.Lgs 30.05.2005 n. 140 e dal-

l’art.23 del D.Lgs 18.08.2015 n. 142, oltre che, naturalmente, al deferimento alla competente Autorità Giudiziaria per i reati commessi. Tali disposizioni legislative prevedono, infatti, che il Prefetto possa disporre la revoca delle misure di accoglienza in caso di gravi o ripetute violazioni delle regole delle strutture in cui il richiedente asilo è accolto, compreso il danneggiamento doloso di beni mobili o immobili, ovvero comportamenti gravemente violenti. Attualmente, pertanto, sono dodici i richiedenti asilo segnalati al Prefetto di Isernia per la revoca delle misure di accoglienza e nei prossimi giorni potrebbe essere anche disposta la loro espulsione.

Il primo ha ricevuto in parte la merce per un valore di 650 € in meno rispetto a quanto pagato mentre il secondo, invece, non ha mai ricevuto quanto acquistato per un valore di 150€. Gli accertamenti effettuati, hanno permesso di appurare che la società era già stata sanzionata dall’ Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pratiche commerciali scorrette e per aver fornito ai consumatori informazioni non veritiere ed ingannevoli circa la disponibilità dei prodotti i tempi di consegna e la certezza del prezzo con conseguente mancanza o incompleta consegna di prodotti venduti attraverso il sito; inoltre è risultato che L.L. era già stato denunciato in precedenza dalla stessa Sezione Polizia Postale di Isernia e da altre Sezioni della Polizia Postale per fatti analoghi.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

12

Termoli

10 febbraio 2016

“Ripristinare le vecchie corse” Il sindaco di Termoli scrive alle ferrovie per la tratta tra Termoli e Foggia TERMOLI. Dopo l’incontrolampo con l’assessore pugliese ai Trasporti Giannini e la presa d’atto mediatica del collega molisano Nagni, a tornare protagonista della vertenza armata dai pendolari della tratta TermoliFoggia è il primo cittadino Angelo Sbrocca, che ha scritto per la seconda volta una missiva istituzionale formale alle due direzioni regionali delle Fs e ai vertici della Regione Molise. “Con nota a mia firma del 17 dicembre scorso, già rappresentavo – anche dal mio punto di vista – il disagio arrecato ai pendolari, termolesi e non, dal riassetto organizzativo che aveva portato alla soppressione del treno regionale in partenza alle 8.05 dalla stazione di Termoli e diretto a Foggia. E’ stata, questa, una decisione presa nonostante la corsa fosse abitualmente molto frequentata da lavoratori e studenti interessati a raggiungere il capoluogo dauno. Una tratta

dunque non debole, anzi ampiamente fruita e perciò stesso da mantenere e potenziare, piuttosto che da sopprimere. Avevo condiviso – e continuo a farla propria – la protesta dei pendolari perché ritenevo che la decisione fosse stata illogicamente presa, maturata fuori dai canoni dell’ordinaria ragionevolezza, contro i

diritti dei lavoratori e studenti pendolari, a solo discapito dell’utenza costretta quotidianamente a servirsi del treno per spostamenti necessari, ad orari prestabiliti, fissi, non rivedibili, se non a costo di rinunciare al treno. Ogni soluzione alternativa applicata da Fs presumo non abbia abbassato i costi, ma in-

ciso, svilendole, solo sulle aspettative dei pendolari, che hanno così, e giustamente, elevato il tono della protesta che continua, come emerso lo scorso 19 gennaio. Con la presente sono perciò costretto a rinnovare l’invito a rivedere e a ripristinare con tutta sollecitudine, coma da richiesta

degli interessati, sia il treno delle 8.05 in partenza da Termoli per Foggia, sia l’analoga corsa delle 6.28 posticipata alle 6.40 per imprecisate ragioni di servizio. L’amministrazione comunale che qui rappresento ha necessità di conoscere, non avendo alcun riscontro alla precedente interlocutoria, le determinazioni che Fs vorrà assumere al riguardo con assoluto senso di responsabilità e correttezza organizzativa. Ritengo che ogni decisione debba ispirarsi all’efficienza, alla qualità e ai costi del servizio, ma senza trascurare la valutazione del disagio indotto, perché il trasporto ferroviario è servizio di natura pubblica e deve misurarsi adeguatamente con l’intensità del bisogno collettivo da soddisfare, assolutamente non eludibile. Resto, per questo, ancora in attesa di una risposta esaustiva, confidando nello spirito di una sana e proficua collaborazione istituzionale”.

Zuccherificio, la micro campagna Si punta ancora a salvare le quote 2016 con una nuova azione produttiva TERMOLI. La proroga del fitto d’azienda fino al 31 dicembre 2016 ha messo fine a un logoramento mentale i dipendenti ancora iscritti al libro matricola dello Zuccherificio di contrada Pantano Basso. Una continuità tra Newco e Spa che garantirà gli ammortizzatori sociali e quindi anche la cassa integrazione straordinaria in deroga, ma anche la prospettiva di una nuova micro-campagna saccarifera che mira a conservare le quote zucchero, come avvenuto nell’ultima estate. Secondo indiscrezioni, pare che la curatela fallimentare autorizzerebbe una campagna da 60100 ettari, poco più di quanto fatto in primavera 2015 dall’allora amministratore unico Enrico Cianciosi. In questi giorni si sta cominciando ad approcciare la questione, senza dimenticare che tra poco più di un mese scadrà l’ennesimo bando di vendita dello stabilimento. Il resto sarebbe ceduto come sempre a SudZucker.

Trentaquattresimo carnevale montenerese Successo di pubblico per la sfilata dei carri. Il sindaco Travaglini ringrazia la pro loco MONTENERO DI BISACCIA. Consueto successo di pubblico per la sfilata dei carri allegorici che si è tenuta ieri a Montenero di Bisaccia, in occasione dell’ultima domenica di carnevale. Il corteo colorato e pieno di musica, animato dalla maschere di bambini e adulti, ha percorso le strade del paese risalendo da Piazza San Paolo a Piazza della Libertà, accompagnato da un trampoliere mangiafuoco e dagli sbandieratori di Lucera. Una cornice ideale per il divertimento dei più piccoli, i quali si sono esibiti anche sul palco al termine della sfilata, presentati dall’immancabile Teresio Di Pietro.

Il sindaco Nicola Travaglini e l’Amministrazione comunale intendono rinnovare i ringraziamenti alla Pro Loco Frentana per l’impegno profuso in occasione di questo evento, giunto a brevissima distanza dal termine dei lavori che hanno riguardato il Presepe Vivente: “Credo che tutti i monteneresi - dichiara inoltre il sindaco Travaglini - debbano essere riconoscenti ai volontari della Pro Loco per la dedizione e il sacrifico con cui portano avanti gli eventi e le tradizioni del nostro paese, come è accaduto in questa trentaquattresima edizione del Carnevale Montenerese - Memorial Vincenzo Del Grande”.


13

Termoli

10 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Porto, pronto al confronto con la Venittelli” L’ex sindaco Di Brino replica alle accuse della parlamentare del Pd e apre al dibattito pubblico TERMOLI. “Gentile Onorevole, non potevo esimermi dal ringraziarLa per aver impegnato parte del suo preziosissimo tempo per offrirci prestigiose riflessioni e dettagliate informazioni sulla questione del Porto di Termoli; ma, soprattutto, per aver confermato le nostre dichiarazioni in merito al mancato riconoscimento e quindi alla esclusione del nostro Porto dal regime di Autorità di Bacino. Peccato però, che abbia omesso di dire che l’art 5, comma 2 del Decreto, consente alle Regioni di chiedere l’inserimento di ulteriori porti di rilevanza regionale, qual è appunto il nostro, nelle Autorità di Sistema. Tuttavia, conoscendo

la Sua onestà intellettuale, sono convinto che sia trattato di una mera dimenticanza e non invece dell’occultamento della verità. Inoltre, Onorevole Venitelli mi consenta di esprimere tutto il

mio apprezzamento per il lavoro da Lei svolto, sia per lo sviluppo dei porti che per il miglioramento dell’attività di pesca, seguo con interesse il suo dinamismo sui vari tavoli ministeriali

e non, anche se purtroppo, gli armatori, i pescatori e gli operatori portuali non hanno potuto registrare alcun miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

Infine, mi conceda di esprimere una leggera sensazione di delusione per aver affrontato uno solo dei temi trattati nella nostra Conferenza stampa, poiché a noi Termolesi piacerebbe conoscere la sua posizione sulla Sanità, sull’Ambiente, sul Molisano Centrale, sul Tunnel, sui Referendum, sugli incarichi legali, di consulenza e di dirigenza affidati dal Comune in via esclusiva a Professionisti di altre Regioni e così via. Pertanto, restando a disposizione per un pubblico confronto, anche sulla situazione di paralisi governativa ed amministrativa della Regione Molise e del Comune di Termoli”.

“No all’ampliamento della Fis” I consiglieri comunali Paradisi e Marinucci contrari all’ipotesi dell’allargamento dell’azienda chimica TERMOLI. “Apprendiamo da fonti di stampa locale, che la FIS (fabbrica Italiana Sintetici), ha chiesto ed ottenuto permesso a costruire, per l’ampliamento del fabbricato al fine di incrementare i propri livelli produttivi. Ci preme a questo punto ribadire la nostra posizione che si sostanzia nell’assoluta contrarietà ad un modello di sviluppo che rischia di mettere a serio rischio la salubrità dell’ambiente e delle persone che lo abitano; aperti, ovviamente a rivedere le nostre posizioni se e quando sarà disponibile uno studio epidemiologico approfondito e completo che affermi il contrario; posizione questa, già esplicitata al tempo in cui l’amministrazione locale era chiamata ad autorizzare l’ampliamento di un’altra industria chimica, la MOMENTIVE” . Lo sostengono i consiglieri comunali di Termoli, Daniele Paradisi – Paolo Marinucci. In un momento in cui dilaga tra la gente grande preoccupazione sia per la comune convinzione dell’inadeguatezza di controlli e verifiche, sia per le recenti vicende che hanno riguardato la contaminazione

delle acque e dell’aria, sia per la minaccia proveniente dalle trivellazioni in mare, crediamo che oggi, più che mai, si debbano sostenere tutti gli sforzi possibili per evitare ulteriori forme di aggressione alle risorse ambientali che al contrario, andrebbero tutelate e valorizzate a fini turistici e come volano di crescita di un territorio, naturalmente votato al turismo culturale, balneare ed enogastronomico. Questo è il modello che abbiamo sempre auspicato, che è poi l’unico veramente in grado di generare livelli occupazionali stabili e duraturi. Il nostro impegno, quindi, sarà orientato a monitorare la vicenda cercando di capire se nel frattempo, sia stata onorata l’indicazione dell’ASREM che, nel rilasciare parere condizionato alla MOMENTIVE, consigliava, trattandosi di attività impattanti, di condurre uno studio epidemiologico approfondito, da realizzarsi anche con la collaborazione di enti universitari, al fine di comprendere compiutamente, gli effetti delle emissioni, su ambiente e persone.

Nuovo regolamento igiene “Non un ostacolo per il lavoro e per il turismo” TERMOLI. Il nuovo regolamento sull’igiene di ristoranti, bar e pizzerie non dovrà diventare un ostacolo per il lavoro e per il turismo stesso. E’ quanto chiesto dai proprietari degli esercizi commerciali e dal responsabile della Confesercenti di Termoli, Massimiliano Orlando, che in vista della riunione della Commissione comunale che si terrà oggi, solleva tutta una serie di interrogativi e rimostranze rispetto al testo che è stato varato dall’amministrazione comunale. Tanto che verrà chiesta un’audizione in Commissione di due tecnici esperti del settore. Secondo Orlando e i proprietari di esercizi di ristorazione sarebbe a rischio l’organizzazione di eventi e manifestazioni di piazza, oltre al futuro stesso dell’uso commerciale

all’aperto e dell’incremento della superficie che non potrà essere superiore al 50% della superficie interna effettivamente utilizzata per la fase di somministrazione” il che significa che se in inverno i locali utilizzano il 100% degli spazi interni, in estate dovrebbero soddisfarne solo il 50. Regole e norme che oggi sono al vaglio della maggior parte dei locali del centro storico e delle possibili iniziative imprenditoriali dei giovani. Sei i punti critici secondo la Confesercenti: si parte dal rischio per le sagre e gli spettacoli all’aperto per la previsione di bagni allacciati alla rete comunale ogni 200 persone per eventi dove si vendono panini e bibite e ogni 500 per altri tipi di eventi. E ancora la questione dei tavolini

della Commissione al Commercio dopo i vari incontri che i rappresentanti di categoria hanno avuto con l’assessore Ferrazzano. Per i commercianti resta un dato di fatto: se il documento dovesse passare così come è adesso metterebbe a rischio il futuro di tutto il comparto e del turismo cittadino.



15

Opinioni Ciò che fa rabbia e mortifica i benpensanti (sempre in numero decrescente, purtroppo), è la constatazione che nonostante si facciano e si organizzino a ripetizione incontri, assemblee, convegni, tavole rotonde e seminari sulle peculiarità ambientali, paesaggistiche, storiche, architettoniche, archeologiche e turistiche, il Molise non fa un passo avanti e, a ben vedere, nemmeno un passo indietro. Sembra pietrificato. La rappresentazione che se ne può fare vale oggi, come sarebbe stata valevole ieri, e come potrebbe essere valevole domani. Andiamo al sodo e domandiamoci: da quando tempo abbiamo coscienza e scienza della realtà storico-culturale legata alla presenza sul territorio di borghi, castelli, chiese rurali, abbazie, paesini medievali, parchi naturali che in ogni altro angolo d’Italia formano la trama del ricco tessuto culturale locale e da noi, invece, si disperdono nel nulla? Da quando ne parliamo in termini di valorizzazione? Da quando, questa realtà, costituisce la trama del tessuto culturale locale? Da decenni a dir poco, e da decenni si dicono e si proiettano le stesse idee e le stesse prospettive. Però nessun dato statistico, nessuna analisi economica dicono che sia in atto un’evoluzione o che ci

10 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Gli incontri, le assemblee, i convegni, le tavole rotonde e i seminari sono il prologo e mai il punto d’arrivo di un programma, di una strategia, di una politica da applicare e da praticare

Il Molise pietrificato

Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed etnografico, e della Soprintendenza archivistica e degli Archivi di Stato di Campobasso e Isernia nel creare e nel realizzare una forma costante di valorizzazione di ciò che distingue il nostro territorio perché sia considerato un patrimonio importante e interessante. Volendo riassumere, facciamo solo fumo, e anche quando ci sono stati programmi ad hoc per valorizzare qualche elemento distintivo del Molise non s’è venuto a capo di niente. Come col programma informatico “Sbn Unix client server” che avrebbe reso fruibili i servizi bibliotecari, soprattutto quelli della Biblioteca provinciale “Albino” e delle biblioteche che avrebbero intenso adottarlo (Biblioteca dell’Archivio di Stato di Campobasso; Bibliomediateca del Comune di Campobasso; Biblioteche comunali di Guglionesi, Portocannone e Petacciato). La biblioteca Albino è stata destrutturata e delle altre non se ne sente parlare. E’ il silenzio il più inquietante dei comuni denominatori della nostra sostanziale scarsezza culturale.

Ci mancano il vivere le nostre bellezze e il gusto di scoprire o riscoprire i musei, i monumenti, i siti archeologici per una riflessione sulle origini della nostra storia onde volgerla al progresso economico e culturale sia stata. Ripetiamo: il Molise, nella sua dotazione storico/culturale è pietrificato. Eppure sono proprie la storia e la cultura, se riassunte in un serio programma di sviluppo, le dotazioni per fare del Molise un motivo di studio e un territorio da valorizzare. Purtroppo, gli incontri, le assemblee, i convegni, le tavole rotonde e i seminari sono il prologo e mai il punto d’arrivo di un programma, di una strategia, di una politica da applicare e da praticare. Non a caso, inoltre, i protagonisti dei dibattiti e delle iniziative divulgative del patrimonio storico-culturale sono sempre soggetti estranei alla nostra realtà. Gente che, venendone a contatto, ha colto, spesso con stupore, la bellezza, l’unicità, la peculiarità. Altri - si badi - non noi molisani. Perché a noi manca la cultura del vivere queste particolarità e il gusto di scoprire o riscoprire i musei, i monumenti, i siti archeologici per una riflessione sulle origini della

nostra storia. Né, salvando l’opera e la figura della Direzione regionale per i beni culturali e paesag-

gisti, si può dire particolarmente incisiva l’azione della Soprintendenza per i beni archeologici, della

di Claudio De Luca . Il lavoro nelle campagne è diventato oggetto di numerose inchieste (tv, giornali ed A.g.). Di recente l’Unione dei lavoratori agroalimentari è stata contattata da un Sindacato norvegese che vuole boicottare i pelati in scatola, pretendendo una certificazione sul rispetto delle normative sul lavoro. In Europa ne ha parlato “France 2” e “Der Spiegel”. In Italia è stata “Terre libere” a chiedere trasparenza. Molti ritengono che lo sfruttamento del bracciantato sia solo una piaga del Sud, ma il fenomeno è ben presente anche al Nord. Si va dal pomodoro in Puglia alle arance di Rosarno ai vini piemontesi. La Capitanata parrebbe detenere il “record” dell’imbroglio contributivo ma altri territori vantano “Guinnes” specifici: il Veneto per il vino e le fragole; il Piemonte per l’utilizzo dei minori per la vendemmia e la Sicilia per l’uso dei bracciant-fantasma che incassettano le arance. “Terre libere” conferma la costituzione di cooperative di carta, apparentemente legali, un po’ dovunque. Somministrano salari decurtati ad extracomunitari che non possono permettersi manco un’abitazione in affitto, vivendo un tuguri orrendi e l’accoglienza degli stagionali è diventata un costo sociale che origina pesanti situazioni di ordine pubblico, deteriorando l’immagine dell’agroalimentare italiano in Europa. Pure nella 20.a regione i braccianti sarebbero i protagonisti di giornate virtuali con il notevole corollario di assunzioni inesistenti, di contributi mai versati e di IN-

Dardo

fruttano evasioni fiscali per milioni di euro.

Agroalimentare e gli immigrati DENNITÀ di disoccupazione percepite senza titolo. Insomma una sorta di mercato di carta che fonderebbe la propria vivacità sul meccanismo degli assegni spillati alla Previdenza sociale sulla semplice scorta del numero di giornate di lavoro solo dichiarate. Qualcuno sostiene che, a gestire il tutto, sarebbero delle aziende campane, ramificate sul territorio molisano. Queste utilizzerebbero in nero centinaia di extra-comunitari, lucrando successivamente il frutto delle attestazioni fatte ren-

dere da braccianti locali. Il fenomeno sarebbe d’importazione e si sarebbe affacciato nella Pastria di Cuoco solo di recente perché il Molise è ritenuto, a tale proposito, un territorio vergine. Queste aziende otterrebbero dall’INPS importi incongrui se rapportati alla scarsa entità della classe bracciantile locale. In sostanza pure nella 20.a il fenomeno sarebbe analogo a quello scoperto in molte altre regioni dove i campi sono seminati a raggiri cartacei, se non addirittura piantumati ad alberi che

Il meccanismo è semplice. Chi lavora davvero sono gli immigrati stagionali di colore, sottoposti a turni massacranti, alloggiati in baracche degne dello zio Tom ed assoggettati a versare la tangente al “caporale”. Poiché il lavoro è in “nero”, all’INPS non giunge alcun importo contributivo. Ma, successivamente, subentrano “i braccianti di carta” che permettono di scaricare i costi di quei compensi evasi come se fossero stati corrisposti per davvero. Dopo di che questi soggetti vengono velocemente trasferiti altrove per rendere operativo il gioco in un’altra regione. Un’azienda, per assumere braccianti, ha soltanto il problema di procurarsi un terreno incolto. Con i documenti ottenuti, l’INPS fornisce l’armamentario burocratico che pone l’imprenditore nella condizione di accedere al prelievo dei quattrini pubblici. Addirittura, si redigerebbero contratti falsi, di affitto o di proprietà, con riferimenti catastali imprecisi, riutilizzati più volte, per terreni affittati a soggetti diversi, in modo da lucrare più volte sul medesimo campo. In definitiva, accanto a titolari di aziende-fantasma, che sottoscrivono moduli, vi sarebbero terreni inesistenti (o addirittura di proprietà altrui) e “braccianti” di cui vengono utilizzate solo le generalità, mentre, nella realtà, sarebbero gli extracomunitari a lavorare per un pugno di centesimi.


Da dicembre in edicola e librerie


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.