Ruta leva vs frattura 0 0

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 35 dOmeNicA 14 febbrAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

Marialuisa Forte L’Oscar del giorno lo assegniamo a Marialuisa Forte. Il dirigente scolastico dell’Istituto tecnico “Pertini - MontiniCuoco” di Campobasso per una serie di progetti che sta portando avanti all’interno della propria scuola. Non da ultimo, quello legato all’alternanza scuola lavoro con il progetto che parte dalla conoscenza del mondo del vino molisano come brand per lo sviluppo del territorio regionale.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su fAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Micaela Fanelli Il Tapiro del giorno lo diamo a Micaela Fanelli. La segretaria regionale del Pd non ha ritenuto riconvocare l’assemblea del partito che, al momento, regna in Molise per discutere della proposta della sanità. E’ mai possibile che un partito che guida una regione non abbia espresso una posizione sulla proposta della Giunta. Eppure, parliamo di sanità e di implicanze che si avranno sui cittadini.

Sulla sanità, dopo una giornata discussione, tutto spostato sui tavoli ministeriali Il Molise non è libero di presentare una propria proposta Servizio a pag. 3


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Tutto quello che gli altri non dicono

14 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Circa 12 anni di ritardo

Ohibò! La Regione Molise s’è accorta dell’esistenza del paesaggio e ha deciso di volerne salvaguardare la qualità. Lo si apprende dall’atto deliberativo numero 33 della giunta dell’8 febbraio, con il quale, come detto, ha deliberato (testualmente) di “istituire l’Osservatorio regionale per la qualità del Paesaggio (appropriatamente in maiuscolo! – ndr) quale organismo che abbia capacità di orientare e monitorare le politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio molisano”; di approvare le “Norme per la composizione e il funzionamento dell’Osservatorio Regionale per la qualità del Paesaggio”; di prendere atto dello studio titolato “Aspetti del Paesaggio Molisano” e di dare incarico al direttore del “Servizio pianificazione e gestione territoriale e paesaggistica” di provvedere alla istituzione e al funzionamento dell’Osservatorio. Tutto questo armamentario lo avrebbe potuto (e dovuto) allestire da molti anni, dall’emanazione del Decreto legislativo 22 gennaio 2004 : “Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge del 6 luglio 2002, numero 137”, in particolare dall’articolo 133 dello stesso Codice che prevede l’istituzione in ogni Regione dell’Osservatorio per la Qualità del Paesaggio, nonché dalla Convenzione Europea del paesaggio firmata a Firenze il 20 ottobre 2000, ratificata con legge 9 gennaio 2006, numero 14. Che dire: “Meglio tardi che mai”. Soprattutto meglio, che tra le tante assegnazioni di re-

Istituito l’Osservatorio regionale per la qualità del Paesaggio organismo per orientare e monitorare le politiche di tutela e valorizzazione del territorio

D’accordo sull’istituzione dell’Osservatorio, ma cosa mai può orientare e monitorare delle politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio molisano, se le politiche non sono mai esiste e se mai esisteranno?

sponsabilità direttoriali, quella relativa al Servizio pianificazione e gestione territoriale e paesaggistica sia capitata a Francesco Manfredi Selvaggi, notoriamente impegnato (da cittadino e da cultore della materia) nelle attività ambientaliste. Supponiamo si debbano a lui il “ripescaggio” delle leggi che sono in vigore da oltre un decennio e la proposta alla giunta regionale di mettervi

mano. Ripetiamo: “Meglio tardi che mai”. E toccherà a lui “ procedere all’istituzione dell’Osservatorio regionale quale organismo che abbia capacità di orientare e monitorare le politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio molisano”. D’accordo sull’istituzione dell’Osservatorio. ma cosa mai può orientare e monitorare delle politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio mo-

lisano, se non sono mai esiste e se mai esisteranno? Apprezzabilmente, Manfredi Selvaggi è andato a scovare lo studio titolato “Aspetti del Paesaggio Molisano” e a porlo a base dell’intervento giuntale. Ma più che dello studio, crediamo egli sappia dell’incarico dato dalla Regione all’università del Molise di allestire un Piano paesaggistico che più di ogni altra soluzione (Osservatorio com-

preso, visto che deve essere composto dai soggetti interessati allo sviluppo e salvaguardia del territorio ed essere in grado di recepire e rappresentare le indicazioni del mondo culturale e sociale curando studi e analisi sul paesaggio molisano, individuando proposte per la sua tutela e valorizzazione e promuovendo campagne di informazione e sensibilizzazione) ha la capacità di indicare linee programmatiche di politiche di tutela e valorizzazione del paesaggio, e finalmente venga svelato che fine abbia fatto, se è ancora in itinere, o definitivamente affossato. Solo con queste premesse, e in queste premesse, l’istituzione dell’Osservatorio può avere uno scopo, trovare una sua validità permanente e non rischiare di finire per essere uno dei tanti accrocchi pseudo professionali e funzionali a sostegno delle attività regionali, fine a se stessi. Dardo

“Ferrovie, Molise penalizzato” VENAFRO. “Aggiungere la fermata di Ciampino alla rotta Campobasso-Isernia-Roma” per permettere di avere, in tal modo, “a tutti i cittadini molisani un migliore e più veloce accesso ad uno dei due aeroporti della Capitale”. È quanto richiesto da Aldo Patriciello, europarlamentare molisano e membro della Commissione industria, ricerca e energia al Parlamento europeo, in una lettera inviata ai vertici delle Ferrovie dello Stato. Nella missiva indirizzata a Renato Mazzoncini e Gioia Ghezzi, rispettivamente amministratore delegato e Presidente del Gruppo, l’eurodeputato azzurro ha sottolineato i “problemi ferroviari, soprattutto di carattere infrastrutturale, che caratterizzano il Molise e che acuiscono la lontananza percepita dai cittadini molisani rispetto a quei centri, in particolare Roma e Napoli, che rappresentano per molti pendolari sede di attività di lavoro o studio”.

L’europarlamentare, Aldo Patriciello, scrive ai vertici di Trenitalia La lettera fa seguito all’incontro tra Patriciello ed i vertici aziendali delle Ferrovie dello Stato tenuto a Strasburgo nei giorni scorsi a margine del confronto sul Quarto pacchetto ferroviario attualmente all’attenzione del Parlamento europeo. “Purtroppo le statistiche ufficiali – spiega nella lettera Patriciello – classificano la tratta Campobasso-IserniaRoma come la nona peggiore linea ferroviaria d’Italia a causa, principalmente, della presenza di un unico binario per un tragitto di 75 km che rallenta oltremodo i tempi di normale percorrenza”. Da qui la richiesta di predisporre piccoli ma importanti accorgimenti logistici senza necessariamente spendere grosse cifre, migliorando ad esempio i collegamenti tra la Regione e gli scali aeroportuali con l’aggiunta di una fermata presso la sta-

zione di Ciampino. “Nell’ambito dei vari fattori, ricerca e sviluppo, politica fiscale, mercato del lavoro, capitale umano, investimenti produttivi, necessari per offrire alle imprese ed all’insieme del sistema le necessarie opportunità indotte dallo sviluppo della concorrenza su mercati in profonda trasformazione – ha concluso l’europarlamentare molisano - le infrastrutture rappresentano una variabile determinante per la competitività e la sopravvivenza di questa terra”.


TAaglio lto CAMPOBASSO. “La comparazione tra le due proposte di riorganizzazione del servizio sanitario regionale necessita di un approfondimento tecnico ministeriale, acquisito il quale ci saranno tutti gli elementi utili per concludere, entro la prossima settimana, il confronto avviato oggi”. Così il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, e i parlamentari Roberto Ruta e Danilo Leva al termine dell’incontro a Palazzo Vitale dopo la presentazione di un proprio elaborato programmatico, in alternativa a quella del Governatore, presentata dagli esponenti parlamentari. Se ne riparlerà a Roma, ma non ci sembra un grosso risultato vista la posizione ministeriale rispetto alla sanità molisana. “Io ti ho fatto ed io ti disfo!” Avrà pensato così, più volte in questi mesi, il senatore Roberto Ruta guardando l’azione amministrativa di Paolo Frattura, governatore della Regione Molise e commissario straordinario alla sanità. Cercando, più volte, di mandargli segnali, via via più espliciti; tentando in ogni maniera di farlo ragionare; di cercare con lui una strada più partecipata e ragionevole alla costruzione del processo decisionale, purtroppo senza apprezzabili risultati. Passando anche per l’indimenticabile scena del tutoraggio in dieci punti presentato sul marciapiede dinanzi la Prefettura di Campobasso, mesi orsono. Considerata l’inesistenza di una reale opposizione, sia in consiglio regionale ma, ancor più colpevolmente, nel tessuto civile molisano, tocca a compagni di partito, come il già citato Ruta, oltre a Danilo Leva e a quanti ancora sono capaci di esprimere un’intelligenza critica, cercare di arginare la furia iconoclasta di Frattura e della sua maggioranza. E nessuna occasione può sintetizzare il valore simbolico quanto

l’intervento Il Tribunale per i diritti del Malato e Cittadinanzattiva analizzano il Piano Operativo Straordinario 2015-2018 relativo alla riorganizzazione della sanità regionale, elaborato dalla struttura commissariale della Regione, e rilevano importanti criticità che, ritengono, debbano essere riviste. In particolare il dato che pesa è la riduzione dei posti letto, da 1269 a 985, derivanti dalla soppressione di 232 posti letto del servizio pubblico e 52 delle strutture private, le quali “verrebbero a gestire circa il 40% dei posti letto

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ieri il confronto tra Ruta e Leva con il presidente Frattura sulle proposte di riforma del sistema

Sanità, la discussione torna sui tavoli ministeriali sostanziale di una proposta alternativa a quella del governatore quanto la riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Così Ruta e Leva decidono finalmente di prendere il toro per le corna hanno presentato la proposta alternativa di piani operativi sanitari a quella avanzata dal Commissario Presidente Frattura. In Molise il Partito Democratico fa, il Partito Democratico disfa: il resto è, ottimamente pagato quanto inutile, contorno. Ora, però, sarà necessario il confronto con i tavoli ministeriali che, per la verità, si sono già espressi a favore di un sistema più privatistico in Molise tanto da portare alla stesura del Piano Frattura contesto da tutti. Cosa accadrà? Un dato è certo: il Molise non è più libero di presentare una pro-

pria proposta programmatica di riforma del sistema sanitario regionale. Intanto, la FIOM CGIL MOLISE ricorda ai lavoratori di tutte le categorie e ai cittadini tutti che la Giornata del Malato si celebra tutti i giorni. "Ogni giorno troppi rinunciano alle cure perché non

hanno i soldi per pagarle. Ogni giorno le liste di attesa sono lunghissime,il costo dei ticket è elevatissimo, le file al Pronto Soccorso sono un calvario per pazienti ed operatori. Ogni giorno manca la prevenzione e la medicina sul territorio . Ogni giorno le tasse regionali sono

altissime a causa del debito sanitario. Il debito sanitario è sproporzionato alle risorse regionali, perché è alimentato dal troppo che viene erogato alla sanità privata. Solo la sanità pubblica di qualità può assicurare il Diritto Universale alla salute garantito dalla Costituzione. Bisogna togliere il profitto dalla sanità ed evitare il sospetto che il sentimento religioso possa essere utilizzato a scopi di parte per favorire il profitto privato in Sanità. Se in Molise la sanità privata dovesse continuare ad assorbire la quantità di risorse fin qui concesse o,peggio ancora, quelle promesse dal nuovo Piano Sanitario in discussione,la FIOM propone che la sanità Privata in Molise venga affidata ad Emergency di Gino Strada".

Non si dia tutto ai privati per acuzie e post acuzie della regione”, considerando che il pubblico deve garantire anche l’emergenza urgenza. Per Cittadinanzattiva non esisterebbe un passaggio sincrono con il previsto potenziamento delle cure primarie e con l’attivazione delle Case della Salute. L’associazione interviene anche sulla fusione Cardarelli-Fondazione Giovanni Paolo II e sull’eliminazione dei reparti doppione, facendo principale riferimento a Cardiologia e Oncologia, destinati ad essere gestiti dall’ex Cattolica, e sottoline-

ando come non vi sia una relazione analitica dei costi maturati da entrambe le strutture sanitarie per motivare tale scelta. Inoltre la Fondazione concederebbe in comodato d’uso per un periodo simbolico di 99 anni alcuni locali non utilizzati che comporterebbero comunque un investimento di adeguamento e manutenzione su una struttura che “non appartiene alla collettività”. Il timore è anche quello di possibili episodi di emergenza, come avvenuto nel 2011, che a seguito della sospensione delle forniture di trattamenti

e terapie oncologiche presso la Fondazione comportò un trasferimento di pazienti al Cardarelli, cosa che non potrebbe più verificarsi, stando all’attuale Piano. In-

fine Cittadinanzattiva chiede lumi sul ruolo di Neuromed e sulla rete dei laboratori, le cui informazioni nel Piano non sono chiare.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

14 febbraio 2016

Legge sull’editoria e regolamento d’attuazione pronti per essere applicati

La Giunta regionale, entro il 30 giugno di ogni anno, stabilisce, relativamente all’anno successivo, la quota dei contributi da destinare in favore della stampa molisana. Non tutta la stampa, perché alcune testate, compresa la Gazzetta del Molise, non rientrano nelle fattispecie contemplate dalla legge regionale del 20 maggio 2015, la numero 11, rubricata “Disciplina del sostegno all’editoria locale”. Alleluia! Stampa sovvenzionata, dunque, per meglio assicurare la circolazione dell’informazione, ma non può escludersi a priori un limite alla totale libertà dì espressione se si considera l’eventualità che la Regione può stabilire di anno in anno l’entità del contributo e la destinazione. Decisione facilmente influenzabile dalla quota di amabilità, a giudizio della Regione, dell’informazione passata dalla carta stampata e delle emittenti radiofoniche e televisive. Stampa sott’esame? Può accadere. Soprattutto in una realtà politica e amministrativa della qualità morale di quella che vige e impera a Palazzo Moffa e a Palazzo Vitale. Cosa fatta capo ha, per cui è del tutto superfluo riaprire il discorso se la legge regionale poteva essere meglio formulata e meglio finalizzata salvaguardando nella sostanza più che nella forma la inagibilità della liberta di stampa. Giudichi pertanto il lettore. A tal fine pubblichiamo la parte della legge regionale che riguarda l’erogazione dei contributi. La legge e il regolamento d’applicazione approvati definitivamente, dicono che il contributo è erogabile in favore

La stampa scritta e parlata molisana “pagata” dalla Regione

Un merito alla legge lo si può dare: obbliga gli editori a rispettare le leggi e il lavoro giornalistico

della stampa scritta e parlata nella misura massima del 35 per cento delle spese generali effettivamente sostenute e debitamente rendicontate. In tale voce rientrano esclusivamente le spese dirette sostenute per l’esercizio dell’attività, i costi sostenuti per l’acquisto di beni consumo nonché la quota annuale di ammortamento dei beni mobili strumentali strettamente necessari all’attività medesima; nella misura massima del 65 per cento delle spese sostenute per il personale dipendente assunto con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato limitatamente alle cate-

TERMOLI. Si innesca il dibattito a Termoli sul reddito di cittadinanza. Nato per aiutare i soggetti più bisognosi, potrebbe sortire sulla società una sorta di boomerang che taglierà fuori dai requisiti (e quindi dalla possibilità di ottenere l’aiuto da parte delle istituzioni) una larga fetta della popolazione. Ne è convinto Daniele Capuano, segretario regionale Filcam Cgil, che è intervenuto proprio sulla questione. Secondo il sindacalista, i requisiti per accedere all’aiuto sarebbero “allucinanti. Se si va a leggere la norma – ha affermato – negli ultimi sei mesi un nucleo familiare non deve aver percepito neanche un euro nessuno tipo di sussidio statale, nessun aiuto da parte dei Comuni di residenza non bisogna avere la proprietà di un auto veicolo

gorie dei giornalisti, degli operatori tv e dei grafici delle testate giornalistiche e on line, debitamente documentate. Ai fini dell’ammissibilità delle spese per il calcolo dei contributi verranno prese in considerazione quelle che hanno i seguenti requisiti: spese sostenute nell’anno solare antecedente a quello di presentazione della domanda del beneficio, così come risultanti dal bilancio di esercizio o dallo schema di bilancio, per coloro che non siano obbligati all’approvazione del primo, e dalle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà rese dai richiedenti ai

sensi del Dpr 445/2000; spese effettuate mediante pagamenti tracciabili e documentabili attraverso l’esibizione di apposite attestazioni e quietanze rilasciate da Istituti bancari o postali. Le spese sostenute per il personale, oltre ad essere documentate, devono risultare dalla seguente documentazione che deve essere allegata alla domanda di contributo: buste paga debitamente firmata dal dipendente; copia degli F24 relativi al pagamento di tutti i contributi previsti per legge; libro unico del lavoro istituito con Decreto legge 26.6.2008 numero 112 (convertito con legge 6 agosto 2008, n.133) ed entrato in vigore il 16 febbraio 2009; Cud sottoscritto dal dipendente. La documentazione che deve essere prodotta a dimostrazione dei costi sostenuti è la seguente: quietanza apposta di-

“Reddito di cittadinanza, una bufala” Perplessità espresse da Capuano, Filcams Cgil anche se vecchio. Se pensiamo ai giovani che hanno avuto la possibilità di lavorare anche solo qualche mese, quel piccolo reddito che hanno avuto comporta il non accesso al reddito di cittadinanza”. Sotto la lente del segretario della Filcams va a finire anche la situazione delle oltre 10mila persone che hanno perso il posto di lavoro in Molise negli ultimi anni. Per Capuano anche loro sarebbero tagliate ‘fuori dai giochi’ perché “tra cassa

integrazione, mobilità, disoccupazione e anche la social card hanno perso il diritto di accedere al reddito di cittadinanza”. La ‘bacchettata sulle mani’ va quindi alla politica che, in questi mesi, si è spesa solo in una “battaglia tra i partiti a chi si prende l’onere e l’onore di aver fatto questo reddito che ha portato soltanto pubblicità e fumo negli occhi alle persone che, invece, hanno bisogno di risposte certe dalla politica che, però, non stanno arrivando”.

rettamente sul mandato di pagamento completa della data di esecuzione del pagamento, del timbro dell’Istituto di credito e della sottoscrizione del cassiere o del tesoriere; ricevute bancarie o postali attestanti l’avvenuto pagamento con apposizione della data, del timbro e della sottoscrizione del cassiere o del tesoriere o del direttore di filiale; contabili bancarie o postali attestanti l’avvenuto pagamento con apposizione della data, del timbro e della sottoscrizione del cassiere o del tesoriere o del direttore di filiale; estratti conto bancari o postali debitamente redatti su carta intestata dell’Istituto e con apposizione della data, del timbro e della sottoscrizione del cassiere o del tesoriere o del direttore di filiale; altro tipo di documentazione attestante l’avvenuto pagamento attraverso altre forme consentite dalla legge. Un merito alla legge lo si può dare: obbliga gli editori a rispettare le leggi e il lavoro giornalistico. Dardo


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5 14 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Arcani della burocrazia e della politica

Il Piano regionale dei rifiuti ha stabilito che il sito “ex impianti Montedison” di località Capoiaccio nel comune di Cercemaggiore non è inquinato e le falde acquifere non sono state contaminate. Ma allora perché precluderlo al pascolo e alle colture alimentari? Ne avrà di strada da fare il Piano regionale di gestione dei rifiuti che la giunta di Palazzo Vitale ha approvato l’8 febbraio nella versione ratificata dal consiglio regionale nella seduta del 28 dicembre 2015. Intanto dovrà tornare in consiglio per l’approvazione finale, quindi andare al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e alla Commissione europea. Il Piano ha già percorso buona parte dell’iter regionale, a cominciare dall’approvazione del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Molise del 12 ottobre 2015, edizione straordinaria, che ha dato avvio alla consultazione pubblica ai fini della Valutazione ambientale strategica (Vas) per la durata di 60 giorni durante i quali ci sono avute alcune osservazioni, regolarmente istruite, e quelle coerenti recepite ed inserite nella proposta di Piano che la giunta ha fatto proprie il 14 dicembre 2015. Rimane dunque il passaggio finale in consiglio regionale nel corso del quale verrà fuori un dato rilevante destinato a tacitare anche gli ultimi dubbi sullo stato ambientale della località Capoiaccio di Cercemaggiore. Nella

parte del Piano che riguarda la pianificazione della bonifica delle aree inquinate, nella tabella in cui sono stati elencati i siti contaminati e da bonificare, è stato inserito, in seguito ad un emendamento approvato nella Terza commissione consiliare permanente, appunto il sito “ex impianti Montedison” di località Capoiaccio. Bene, verrà fuori che quella bonifica però non rientra tra le competenze regionali. Infatti, nella riunione presso il ministero dell’Ambiente del 17 giugno 2014, cui hanno partecipato rappresentanti dello stesso ministero,

L’intervento I musei molisani perdono quasi tremila visitatori rispetto al 2014. Lo dicono i dati, smentendo le pur timide rassicurazioni del governatore Frattura e i vaneggiamenti di Me.Mo Cantieri culturali per cui, addirittura, i visitatori sono decine di migliaia in più. Perdono centinaia di ingressi sia il Paleolitico di Isernia che il Museo di Sepino E no presidente, non ci siamo: la verità si dice sempre e si dice tutta. Per il Molise della cultura il 2015 è stato l’ennesimo anno privo di balzi in avanti. Lo si capisce confrontando i numeri dell’anno appena concluso con quello precedente, qualcosa di diverso rispetto a quanto annunciato dal Ministro dei beni culturali Dario Franceschini al collega di partito, Paolo Di Laura Frattura, nel corso dell’annuale report sullo stato del Paese in termini di appeal turistico-culturale. Ma veniamo ai dati. Come conferma la tabella in basso, il MoVimento 5 Stelle ha realizzato il confronto utilizzando i numeri dello stesso Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (basta cliccare

di quello dell’Interno e del dipartimento delle Protezione Civile, è stato condiviso il parere che la vicenda di Cercemaggiore rientri nella casistica “esposizione prolungata dovuta agli effetti di una attività lavorativa non più in atto”, con la conseguente applicazione delle disposizioni che individuano nel Prefetto l’autorità che ha il compito di adottare gli opportuni provvedimenti, tra i quali l’istituzione di una Commissione tecnica prefettizia, in cui sia rappresentata anche la Regione Molise. Su questo punto il cronista segnala un episodio significativo,

cioè che quando si vuole, e c’è necessità, la burocrazia non ha ostacoli da superare, fila liscia. Infatti, per fornire sul punto chiarimenti al Consiglio regionale, il 30 dicembre 2015 alla prefettura sono state chieste informazioni sulle sue competenze e – incredibile ma vero – la prefettura il giorno dopo, il 31 dicembre 2015, le ha confermate, informando che la situazione del sito di Cercemaggiore rientra indiscutibilmente nella casistica di una “esposizione prolungata dovuta agli effetti di una attività lavorativa non più in atto”, e che la Commissione tec-

nica prefettizia nella riunione conclusiva ha escluso “contaminazioni di tipo chimico e ogni possibile compromissione o contaminazione delle falde acquifere” ed ha, ad oggi, circoscritto la zona di intervento nonché inibito l’accesso all’area, delimitandola e recintandola, e ha interdetto il pascolo e l’utilizzo di colture alimentari”. Su Capoiaccio di Cercemaggiore s’è fatta parecchia polemica, di sicuro non sono state smentite le incursioni notturne di camion cisterna non identificati, che hanno sversato nei pozzi materiale indefinito, procurando allarme tra la popolazione. Acqua passata. C’è voluto l’allestimento del Piano regionale dei rifiuti per arrivare a concludere che quel sito non è inquinato, che le falde acquifere non sono state contaminate, e però la zona è stata circoscritta, delimitata e preclusa al pascolo e alle colture alimentari. Delle due l’una: se sono state escluse contaminazioni di tipo chimico e ogni possibile compromissione o contaminazione delle falde acquifere perché precluderlo al pascolo e alle colture alimentari? Dardo

Turismo, è tutto da rifare sulla tabella per ingrandirla). Nel 2014 il numero di visitatori totali (paganti e non) di tutti i luoghi di cultura di proprietà statale esistenti in Molise sono stati 78.812 con introiti pari a 26.039 euro. Nel 2015, però, i visitatori che hanno ammirato le bellezze molisane sono stati 76. 044 con introiti pari a 28.464 euro. Numeri che disegnano il quadro seguente: in Molise ci sono stati circa 208 visitatori al giorno che divisi per i 13 siti nazionali esistenti sul territorio molisano fanno una media di circa 16 visitatori giornalieri per sito. Dunque, nel 2015 i visitatori sono scesi di 2768 unità, ma gli introiti sono aumentati. Perché? In attesa di risposte ufficiali noi le nostre ipotesi le abbiamo fatte: forse è aumentato il costo degli ingressi. Insomma, basta alzare il prezzo dell’entrata e, anche se le visite calano, gli introiti crescono. O, magari, rispetto al passato è aumentato il numero dei visitatori paganti che lo scorso anno era inferiore a quello dei non paganti in

quasi tutti i casi. Ma vediamo la situazione per ognuna dei tre musei più visitati: il Santuario italico di Pietrabbondante, il Museo nazionale del Paleolitico di Isernia e il Museo archeologico di Sepino. Partiamo da Pietrabbondante che è l’unico per cui salgono visitatori e introiti. Ma già passando al Paleolitico la situazione cambia. Per il 2015 il Ministero parla di 11.821 biglietti staccati e un fumoso +3% di introiti. Nel 2014 i visitatori erano stati 12.216 (quasi 400 in più) per 8.586,50 euro di introiti. Con questi numeri un aumento del 3% vuol dire circa 257 euro in più all’anno. Infine Sepino: nel 2015, 3.497 visitatori e con entrate aumentate del 10%”, mentre lo scorso anno, 3.899 visitatori (oltre 400 in più) e 2.472 euro di incassi, dunque nel 2015 il Museo ha incassato qualcosa come 247 euro in più. A questo si aggiunga che ancora non è chiaro se questi numeri conteggiano anche i 5800 visitatori che, come detto da Franceschini, ogni domenica del 2015 hanno visitato le bellezze molisane gratuita-

mente. Insomma, Frattura racconta solo i numeri che piacciono a lui, anche perché il Molise resta fanalino di coda per visite ed entrate considerando che ha il tasso più alto d’Italia per siti culturali ogni 100mila abitanti. E pensare che c’è chi parla di “grandissimi risultati” come fa Me.Mo Cantieri culturali, il gestore unico dei siti in regione, che addirittura parla di “circa 20000 visitatori in più rispetto all’anno precedente”. Ma dove avranno preso questi numeri? Per fortuna da Me.Mo poi aggiungono: “Nei prossimi giorni renderemo noti i risultati dei nostri conteggi”. Attendiamo fiduciosi. In definitiva: anche in cultura il Molise resta indietro. Non si tratta di disfattismo. È proprio l’amore per questa terra che ci spinge a denunciare chi, con mezze verità, sembra fare solo i propri interessi. Movimento Cinque Stelle


INFO: 339.2733334 - 334.2739180


Campobasso

7 14 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La scuola di via Crispi resterà chiusa Fra 15 giorni gli esiti dell’accertamento tecnico ma da mercoledì saranno utilizzate aule vuote della Montini, Colozza, Pagano e D’Ovidio CAMPOBASSO. La scuola di via Crispi a Campobasso non riaprirà e gli allievi saranno spostati tra la Montini, la Colozza, il Mario Pagano e la Francesco D’Ovidio. È questa la certezza che arriva da Palazzo San Giorgio, dove il primo cittadino ha incontrato i giornalisti. Si tratta di una decisione presa per prudenza. Alla fine dell’anno scolastico mancano appena tre mesi e per il prossimo settembre il sindaco, Antonio Battista, ha promesso che le due scuole, quelle di San Lazzaro e via Berlinguer attualmente in costruzione, saranno terminate. Dunque, la scelta comunicata solo pochi minuti fa nell’aula consiliare del Municipio

dal primo cittadino arriva più che altro per precauzione nei confronti di una struttura non recente. La relazione commissionata ai tecnici dell’Università di Perugia sarà pronta tra quindici giorni, ma al momento non ci sono elementi

chiari e sufficienti per riaprire l’edificio di via Crispi. A partire da mercoledì gli studenti saranno spostati e smistati nei plessi delle altre quattro scuole del capoluogo e dall’amministrazione la promessa è quella di ridurre al mi-

nimo i disagi.. I ragazzi della scuola elementare ‘Scarano’ torneranno a seguire le lezioni di mattina, ma saranno divisi in quattro gruppi in altrettanti plessi scolastici – ‘Colozza’, ‘Mario Pagano’, ‘Montini’ e ‘D’Ovidio’

fino alla fine dell’anno didattico, ossia a giugno. Una possibilità che trova il parere contrario di una parte dei genitori, che non vogliono lo ‘smembramento’ seppur provvisorio della scuola. Da settembre saranno a disposizione i nuovi edifici di via Crispi, alle spalle dell’attuale plesso e quello alle spalle della Colozza. Intanto, a seguito dell’incarico dato ai tecnici di Perugia per la valutazione dell’edificio scolastico di via Crispi, c’è stato anche chi ha sollevato che lo stesso incarico poteva essere affidato ad una società molisana operante sul territorio. Di questi tempi, non sarebbe stata poca cosa considerata la situazione economica.

“Il vino come brand per comunicare la Regione” L’Onav e l’istituto Cuoco hanno presentato il progetto Presentato ieri all’Istituto professionale per i Servizi Commerciali Cuoco di Campobasso, il Progetto”Comunicare Di Vino” nell’ ambito dell’ alternanza Scuola-Lavoro concordato tra la Professoressa Marialuisa Forte Dirigente scolastico del Cuoco e la dott.ssa Carla Iorio Delegato regionale dell’ONAV Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino. Il Progetto si pone l’obiettivo di trasmettere ai giovani studenti delle classi III IV e V dell’Istituto Cuoco, quelle conoscenze di base sul prodotto Vino, visto quale brand per la comunicazione del Territorio Regionale. “ Il vino” ha detto la dott.ssa Iorio “ rappresenta in questo specifico momento storico, il miglior strumento per trasmettere e comunicare la nostra regione, oggi il vino è l’unico prodotto della bilancia commerciale che ha un trend positivo, capace di emozionare, e trasmettere quest’emozione come im-

magini di un paesaggio, di un territorio incontaminato, fortemente rigenerante, e a questa domanda va risposto con un’offerta appropriata”. Il percorso formativo messo a punto dagli esperti dell’ONAV, partirà dalle origini del vino nella storia, per giungere ,attraverso la conoscenza delle produzioni locali e all’analisi sensoriale,a rendere consapevoli gli studenti delle potenzialità del brand vino e sfruttarle attraverso adeguate politiche di Marketing. Particolare attenzione sarà riservata all’aspetto salutistico del vino e ai danni che un suo consumo sbagliato provoca sull’organismo umano. Affiancheranno il Delegato ONAV , in questo percorso i soci dottor Ponzio dell’ARSEM Molise, il dottor Di Fonzo esperto di Marketing, e il dottor Marracino responsabile del processo di internazionalizzazione dell’Unioncamere Molise.

Ia Domenica di Quaresima 14 febbraio 2016

A differenza di Matteo e di Marco, che raccontano la tentazione di Gesù con molti dettagli, Luca lo fa con poche parole nelle quali condensa i tratti che fissano il significato del fatto. Gesù si reca nel deserto per un particolare impulso dello Spirito. Nel deserto avvengono molteplici purificazioni: come per l’antico Israele, anche per Gesù questo luogo significa discernimento, scelta e liberazione. In esso, ove nessuna voce intorbida quella di Dio, Gesù si rese libero dalle attrattive messianiche allora diffuse nel giudaismo esplicitate e sintetizzate in tre “tentazioni”. Il ministero di Gesù si apre sotto il segno dello Spirito, il battesimo, ma anche sotto l’infausta ombra sa-

tanica; solo alla fine, lentamente, come sappiamo, il primo prenderà il sopravvento sul secondo. Il racconto della tentazione è storico ma anche parenetico. Luca vuole indicarci in Gesù, Il vincitore della seduzione del demonio, un modello a cui noi fedeli dobbiamo ispirarci nelle lotte che sosteniamo ogni giorno per non venir meno ai nostri impegni battesimali . É nel deserto che Dio educa il suo popolo insegnandogli a discernere “quello che ha nel cuore” e a compiere le scelte che lo liberano. Un’opera di discernimento che risulta oggi indispensabile è quella che riguarda la perdita del senso del peccato: viviamo in un mondo in cui predominano l’effimero e il transitorio

e in nome di questa imperante superficialità si dimentica che noi siamo costituiti in dipendenza da Dio e in rapporto con la sua Parola. La messa in secondo piano o addirittura la negazione di questi dati essenziali della religiosità costituisce l’ateismo, non teorico ma pratico, del nostro tempo. Per questo il catechismo della chiesa cattolica al n. 1428 afferma: “Ora, l’appello di Cristo alla conversione continua a risuonare nella vita dei cristiani. Questa seconda conversione è un impegno continuo per tutta la Chiesa che “comprende nel suo seno i peccatori” e che, “santa insieme e sempre bisognosa di purificazione, incessantemente si applica alla penitenza e al suo rinnovamento.”

Questo sforzo di conversione non è soltanto un’opera umana. E’ il dinamismo del cuore contrito attirato e mosso dalla grazia a rispondere all’amore misericordioso di Dio che ci ha amati per primo.” A riguardo , però, è bene ricordare quanto affermava il mio professore di teologia morale, Fucek, quando riportava il pensiero di Dietrich Bonhoeffer: “ La grazia a buon mercato è nemico mortale della nostra Chiesa. Grazia a buon mercato significa come merce in svendita, come perdono svenduto; grazia senza prezzo, senza costo. Grazia a buon mercato significa giustificazione dei peccati e non del peccatore. Poichè la grazia fa tutto da sola, tutto può

rimanere come prima. Grazia a buon mercato è predicazione del perdono senza penitenza, è battesimo senza disciplina comunitaria, comunione senza riconiscimento dei peccati, è assoluzione senza confessione personale. La grazia a buon mercato è grazia senza connseguenze.” Per questo è importantissimo il nostro impegno nella conversione personale, con atti concreti , pratici e quotidiani. Il messaggio di questa prima domenica di quaresima è semplice: poichè Cristo ha vinto le tentazioni, noi possiamo vincere quelle che ci si presentano ogni giorno. E’ sufficiente vivere uniti a Cristo, come il tralcio alla vite. Monsignor Gabriele TETI.



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Isernia

14 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Fermiamo altri rifiuti in Molise” Manifestazione dinanzi l’inceneritore di Pozzilli. Izzo: “E’ un attacco al territorio” POZZILLI – Cittadini e rappresentanti dei comitati si sono ritrovati, davanti ai cancelli di Herambiente, presso il nucleo industriale di Isernia/Venafro. Un sit in promosso da Emilio Izzo, del comitato contro le camorre, al fine di manifestare pacificamente perplessità e preoccupazione circa l’ipotesi di far “confluire” nel termovalorizzatore di Pozzilli i rifiuti urbani del limitrofo Abruzzo. A creare ulteriore allarme era stato, nei giorni scorsi, lo stesso assessore Vittorino Facciolla, che dal suo profilo Fb aveva “ufficializzato” quello che per molti cittadini era solo un preoccupante dato “ufficioso”: “L’85% dei rifiuti che oggi lavora Herambiente già proviene da fuori regione. Da ogni regione d’Italia, anche da quelle ove è presente la criminalità organizzata”.Come è facile comprendere,

tali affermazioni, che nell’intento dell’assessore dovevano “tranquillizzare” i cittadini, hanno invece sortito l’effetto opposto. Un “dettaglio” posto in evidenza dallo stesso Emilio Izzo: “L’as-

sessore, in un eccesso di zelo, nel rispondere sui social ad un post che lo chiamava in causa, ha accusato i molisani di allarmarsi solo ora mentre niente hanno detto tempo addietro sul fatto che

presso l’impianto molisano già da parecchio si scarica di tutto e di più proveniente anche da regioni ad alto rischio malavita organizzata! Capite l’ardire! Non solo si fa finta di dimenticare le varie de-

nunce e proteste portate avanti nel tempo e nel silenzio totale da parte delle istituzioni, adesso dobbiamo anche essere bacchettati da chi sapeva, non diceva e non interveniva! E chi sennò se non la massima figura istituzionale regionale competente nel settore e con poteri decisionali?! Siamo alla follia amministrativa e all’attacco al territorio, all’ambiente e alla salute come con mai, senza precedenti così infami”. Dopo aver attaccato la maggioranza guidata dal presidente Frattura, Emilio Izzo ha ampliato il discorso, chiamando in causa anche la mala gestione della sanità molisana, che avrebbe il dovere di agire “contro queste emergenze e in queste condizioni”, invece pensa a “smantellare l’ospedale di Venafro in un’area a così alto rischio di salubrità ambientale”.

Il gruppo Niro si sgancia dal centrosinistra Per le comunali di Isernia è Cosmo Galasso a richiamare in causa i dissensi del Pd che hanno sfasciato la città ISERNIA. Alla riunione del centrosinistra avevano partecipato, ma non avevano ufficializzato alcun appoggio alla coalizione in vista delle Comunali di giugno. Anzi, avevano rimarcato la propria posizione rispetto ad alcune questioni rimaste in sospeso, quali la vicepresidenza della Provincia d’Isernia non assegnata a Giuseppe Di Pilla ma rimasta in capo a Carrino (Pd). Ora, a quanto pare, la distanza tra i Popolari per l’Italia di Vincenzo Niro e Cosmo Galasso e la coalizione di centrosinistra sarebbe aumentata. Fino a un allontanamento che potrebbe essere definitivo. Alla prossima riunione interpartitica, infatti, Galasso non parteciperà. “Personalmente – ha detto – penso che non ci sarò”. Il perché risiede, in parte, ancora nelle vicissitudini che hanno portato alla caduta della precedente amministrazione. “Vorrei che il Pd dicesse a me e alla città di Isernia quali sono le ragioni politiche che hanno causato la caduta dell’amministrazione, perché io non so ancora dare risposte alla gente. Finché non ci sarà un chiarimento pubblico sulle cause, vedo difficile poter dialogare”. Ma non c’è solo questo. “Noi siamo sempre stati leali rispetto agli accordi presi – ha rimarcato l’ex asses-

sore comunale – e abbiamo subito tutte le vicissitudini che si sono verificate. Da due anni e mezzo cerchiamo un dialogo, e la riunione viene convocata solo ora che si avvicinano gli appuntamenti elettorali”. Da qui l’intento di correre “da soli, nella convinzione di poter aggregare le forze facenti capo all’area moderata, che non si riconosce nella destra né della sinistra, che stanno dimostrando tutti i loro limiti”. In questo senso, il principale competitor sarebbe il generale Giacomo D’Apollonio, che ha aperto le porte a una discesa in campo nell’ottica di una rappresentanza senza vessilli di partito e aperta alla cittadinanza. “Sicuramente si tratta di una novità – ha commentato Galasso – e di una scelta intelligente, d’altronde il generale d’Apollonio è una tra le persone più titolate a poterla fare, seria e stimabile, rispettabilissima e coerente”. Per quanto riguarda la posizione personale, l’ex assessore precisa di non aver alcuna velleità alla candidatura e conferma le indicazioni già fornite in passato: “Per noi il candidato sindaco è Ida Sassi, perché nei due anni di esperienza amministrativa ha dimostrato di avere tutte le qualità e le competenze necessarie”.

Confcommercio Molise incontra a Isernia iscritti e imprenditori sulle possibilità di accesso al credito e sulle Botteghe di Mestiere e dell’Innovazione E’ fissato a lunedì 15 febbraio alle ore 15,00 presso la sede di Confcommercio Molise ad Isernia (Via Santo Spirito 22), un incontro nel quale saranno illustrate le possibilità di accesso al credito rivolte alle PMI della Regione Molise. Fari puntati su i prestiti agevolati per attività commerciali, autoimprenditorialità femminile,

accesso alle agevolazioni degli Enti pubblici (Invitalia, Finmolise, ecc.), prestiti agevolati per dipendenti, prestiti agevolati per pensionati, possibilità di polizza fidejussoria (anticipazioni contributi, affitti aziendali) e leasing. Nell’incontro, inoltre, saranno illustrate anche le possibilità di accedere all’avviso di Italia Lavoro

riguardante le Botteghe di Mestiere e dell’Innovazione. L’obiettivo è quello di favorire l’inserimento lavorativo di giovani, attraverso la promozione del contratto di apprendistato e di dispositivi e strumenti per la formazione on the job. Il progetto SPA è promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Di-

rezione generale per le politiche attive e passive del lavoro - e attuato da Italia Lavoro con il contributo dei Programmi Operativi Nazionali del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 “Azioni di sistema” e “Governance e azioni di sistema”. Le finalità sono di trasferire ai giovani le giuste competenze dei

mestieri artigianali. Possono partecipare: Botteghe settoriali (abbigliamento, agroalimentare, artigianato artistico, grande distribuzione, legno, meccanico, navale, stampa); Botteghe di filiera (abbigliamento, agroalimentare e legno); Artigianato digitale;



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Termoli

14 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Balneatori, continua il braccio di ferro A spaventare sono le direttive europee sulla liberalizzazione dei servizi pubblici TERMOLI. Approccio quasi interlocutorio, quello con cui le istituzioni locali e regionali, hanno voluto incontrare gli operatori balneari della costa molisana. Spauracchio principe di chi ha stabilimenti e lidi sull’arenile è l’applicazione della direttive Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi pubblici, anche in concessione. Presenti l’assessore comunale al Demanio Enzo Ferrazzano, l’assessore regionale omologo Pierpaolo Nagni, il presidente

interregionale del Sib-Confcommercio Riccardo Padovano e il presidente della Camera di Commercio del Molise Paolo Spina, che però ha preferito assistere dai banchi degli associati alla discussione. In campo anche tre componenti la struttura, il delegato alla Cultura nello staff del sindaco Michele Macchiagodena, il dirigente Alfredo dalla Torre e Ulisse Fabricatore. Una vicenda intricata che nasce dall’Unione europea per riverbe-

rarsi sui Paese membri bagnati dal mare, specie quelli del Mediterraneo. Ma come spesso avviene ogni nazione e ogni governo si sono regolati motu proprio e in Italia anche tra le Regioni non c’è visione unanime, tanto che qualcuno, vedi la Lombardia, ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia europea contro la proroga delle concessioni al 2020. Il prossimo 17 febbraio ci sarà un incontro plenario delle Regioni e si vedrà il da farsi, per intanto sta-

mani Padovano ha portato all’attenzione di Nagni, Ferrazzano e tutti gli altri un poker di istanze

che servirebbero comunque a blindare le attuali concessioni.

“Patto per la sicurezza per tutti” A sollecitare l’amministrazione verso i quartieri, il raggruppamento Noi per Salvini di Termoli TERMOLI. Ancora una presa di posizione da parte del Movimento Noi con Salvini di Termoli. A chiamare in causa per l’ennesima volta il sindaco Sbrocca e l’amministrazione di centrosinistra è il ticket composto dal coordinatore Nicola Tedesco e dal suo vice Anacleto Monti.

“La Regione Molise lo scorso 16 gennaio ha messo a disposizione 500 impianti di videosorveglianza, attraverso la ditta Siemens S.p.A si è aggiudicata la gara d’appalto, per 11 paesi che superino i 5.000 abitanti come, Campobasso, Isernia, Boiano, Campomarino, Guglionesi, Larino,

Montenero di bisaccia, Riccia, Termoli, Agnone, Venafro. “Ora è il caso che questa strumentazione venga utilizzata al meglio, visto gli aumenti di furti negli appartamenti e per dare più sicurezza ai cittadini termolesi. Noi con Salvini ritiene che i quartieri come Colle della torre, Por-

ticone, Colle Macchiuzzo, Difesa Grande, Rio vivo e anche Termoli centro debbano essere tenuti in seria considerazione. Questo era uno dei punti che avevamo presentato al sindaco nel 2015, dove siamo ancora in attesa di essere ricevuti con i cittadini delle contrade di Termoli nord

Fiat che succede? Una delusione serpeggia tra quanti sono rientrati a Termoli da altri stabilimenti TERMOLI. Qual è la politica occupazionale all’interno dello stabilimento Fiat (gruppo Fca) di Termoli? In molti se lo stanno cominciando a chiedere, poiché al di là delle 107 assunzioni maturate a cavallo degli ultimi mesi, nel 2016 i picchi produttivi dei vari reparti, compreso l’inossidabile e redi-

vivo motore fire 8 valvole, sono supportati da manodopera di rientro sul territorio da altri siti. Aveva destato sconcerto e preoccupazione la scelta del primo blocco di 44 operai provenienti dallo stabilimento Sata di Melfi, ma a conti fatti sfiorano le 70 unità i lavoratori rispediti a Termoli oltre che dalla fabbrica lu-

cana (in 55 solo da questo presidio), in dieci da un impianto di Cento, nel ferrarese e altri 4 in ordine sparso. Delusione tra i tanti ex interinali di bacino espulsi dal processo produttivo con la crisi che dal 2009 è divenuta sistemica per almeno 3 anni e mezzo, poiché le loro chance di reimpiego sono sempre meno evidenti. In-

Cercano di rubare pannelli fotovoltaici, scoperti I Carabinieri riescono a bloccare l’azione delinquenziale anche se i ladri si danno alla fuga CAMPOMARINO. Nella decorsa serata, all’imbrunire, ignoti malviventi si sono introdotti all’interno dell’impianto fotovoltaico situato in una contrada periferica di Campomarino. I malviventi si sono attivati con estrema abilità nello sganciare i pannelli dalla loro collocazione ed adagiarli sul terreno. La manomissione dell’impianto veniva segnalata alla centrale operativa della compagnia carabinieri di Termoli tramite utenza 112 da parte di personale dell’istituto di vigilanza preposto. L’immediata attuazione del piano straordinario di controllo delterritorio, permetteva di atti-

vare i militari del locale comando stazione carabinieri, coordinati dal mar.a.s.ups d’Amico, che a distanza di pochi minuti raggiungevano l’impianto, mettendo in fuga i ladri. Le ricerche dei fuggitivi attuate anche mediante altre pattuglie della compagnia di Termoli

fatte arrivare sul posto, non hanno però permesso il rintraccio dei malfattori. L’intervento dell’arma, grazie alla tempestiva telefonata della vigilanza privata, ha così scongiurato che i 195 pannelli, già sganciati, venissero asportati, con grosso danno per la società gestrice dell’impianto.

somma, da un momento formidabile sul mercato per le vetture di Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Jeep e Chrysler, ci si attendeva un diverso impatto in Basso Molise. Ciò non toglie che i molisani trasfertisti non possano avere concrete possibilità di rientro sul loro territorio, ma se questa è la strada maestra battuta dal management

di Rivolta del Re di incremento occupazionale reale non ce ne sarà. La delusione serpeggia nel sottobosco, poiché di proteste vibranti non ve ne sono state, forse per non indispettire ulteriormente i livelli dirigenziali, ma di certo non era questo lo scenario atteso


Da dicembre in edicola e librerie


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