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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno a Pasquale Passarelli

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Pasquale Passarelli. E' stata, da tempo, una delle menti illuminate in provincia di Isernia. La sua stessa breve parentesi politica lo aveva portato a immaginare un Molise nuovo e moderno. Poi, il venir meno di una classe politica vera lo ha ricondotto ai suoi studi politici e ad essere presente all'interno di Neuromed dove ha portato in dote la stessa vivace intelligenza e il suo sguardo proiettato verso il futuro. A persone di questo spessore fa piacere assegnare l'Oscar per testimoniare il nostro plauso.

Il Tapiro del giorno a Carmelo Parpiglia

Il Tapiro del giorno lo diamo a Carmelo Parpiglia. Il delegato regionale allo Sport, questa mattina, unitamente al presidente della Regione terrà una conferenza stampa per la presentazione della Giornata dello sport. Plaudiamo all'iniziativa per la platea nazionale ma non possiamo esimerci dal denunciare che sui bilanci regionali la voce sport vede sempre zero euro stanziate. Nemmeno una risposta, anche, alla richiesta di un Piano che lo scorso anno fece il delegato regionale del Coni. Ora, le solite chiacchiere che, però, non fanno farina.

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TAaglio lto

2 20 gennaio 2015

Per la Gam, il marchio Aia è una garanzia Ora si tratta di portare a compimento la manifestazione di interessi

CAMPOBASSO. "La proposta punta alla gestione diretta dell'incubatoio secondo una forma giuridica da definire al termine, in

l’ intervento di Massimo Romano La sciagurata gestione della crisi Gam sembra la sceneggiatura di un thriller di quart’ordine: mentre la società falliva, lasciando nella disperazione centinaia di famiglie e decine di piccoli imprenditori avicoli, ‘qualcuno’ nottetempo decideva privatamente, e senza alcuna autorizzazione, che la Regione avrebbe ‘rinunciato’ a 18 Milioni di euro di crediti vantati verso il debitore privato Arena. Intanto, il ‘nuovo’ corso politico regionale imbarcava i responsabili aziendali del disastro (primo fra tutti il Presidente della Solagrital, candidato con Idv a sostegno di Frattura dopo una lunga militanza in Forza Italia e incarichi pubblici a go go dalla corrente scajoliana), insieme a qualche vittima inspiegabilmente e tragicamente entusiasta di stare fianco a fianco con

quanto notevoli sono gli interventi strutturali da effettuare per mettere a norma la struttura. Completata questa operazione confidiamo che la filiera avicola molisana avrà maggiori possibilità di sviluppo". Con queste poche righe la manifestazione di interessi del gruppo Veronesi, facente capo all'Aia, per la Gam di Bojano. Un marchio storico nel settore dell'avicolo che sembra assicurare maggiori garanzie proprio alla fase di recupero e riqualificazione aziendale. Non pochi dubbi, infatti, erano stati

sollevati all’indomani della proposta manifestata dal gruppo Aria Food che, in pratica, si era limitato all’acquisto dall’asta del marchio Arena. Poi, il colpo a sorpresa della lettera di intenti del gruppo Veronesi che ha aperto nuovi spiragli anche per la solidità dell’azienda e la storicità del marchio nel campo avicolo. Del resto, non è possibile più andare per tentativi anche perchè di tempo non c’è ne è più. Occorre un piano di sviluppo industriale e una strategia di riconquista del mercato. Per poterlo fare con

un margine di sicurezza, c’è la necessità di appoggiarsi ad un gruppo industriale agroalimentare serio e già forte sui mercati. Ora, naturalmente, bisognerà valutare le mosse e le fasi successive per potere procedere attraverso una serie di punti capaci di giungere al capolinea al più presto. Così, come non resta che augurarsi che la politica molisana sappia fare i dovuti passi su questa strada con la speranza, anche, di recuperare un management molisano che, pure, aveva cercato di fare cambiare passo all’azienda.

Questione Gam, chi sarà l’assassino? il suo carnefice. Cosicché, per salvare la filiera avicola, Frattura sceglie come Superconsulente l’avvocatessa del socio privato Arena e autrice di quello stesso concordato che è stato un bagno di sangue per la Regione. Arriva quindi la trattativa incomprensibilmente abortita con Leocata (indimenticabili le lenti a specchio degli occhiali da sole dei siciliani sbarcati a Monteverde), che poi lascia il posto alla pantomima della socializzazione su cui piomba, improvvisamente, l’avvento di Aria Food, consacrato e benedetto in ripetute riunioni istituzionali presso la sede della Giunta con tanto di selfie e strette di mano, in realtà morto prim’ancora di nascere dopo una presunta mail pervenuta, sempre nottetempo, all’indirizzo del Presidente della Regione (non si sa a che titolo…). Nel frattempo, uno dei marchi commerciali (pollo Arena) ha lasciato il Molise con un biglietto di sola andata, rilevato per quattro soldi da una srl con un capitale sociale di 12.500 euro,

senza che nessuno dalle parti della Regione avesse nulla da dire, compresa la presunta opposizione, che anche stavolta è stata latitante. Non si sa chi e cosa si nascondano dietro questo disastro, ma si può ben immaginare cosa ci sia davanti: la morte della filiera avicola molisana, spacchettata e svenduta a ‘spezzatino’. Non è ancora chiaro chi sia l’assassino (di certo, più d’uno), ma è invece lampante chi è stato assassinato: il più ricco comparto agroindustriale del Molise. Politicamente parlando, l’epilogo Gam è la sintesi perfetta del fallimento della politica industriale del governo Frattura. Una crisi, la più importante e quella su cui più di ogni altra la Regione avrebbe potuto/dovuto calcare la mano (essendo Gam al 100% di proprietà pubblica regionale) gestita (a non voler fare dietrologia) da completi sprovveduti. Anche i più convinti detrattori di Frattura erano pronti a scommettere che la sua provenienza dal mondo degli affari e

dell’impresa avrebbe segnato positivamente il suo mandato istituzionale nella gestione dei tavoli di crisi: in pochi si aspettavano che potesse tirare fuori uno slancio emotivo o carismatico, ma in moltissimi, me compreso, erano pronti a giurare che sul piano aziendalistico avrebbe potuto fare la differenza. E invece così non è stato: grigio e freddo, nella più ingrata iconografia dell’apatico ‘ragioniere’, e anche incapace e inconcludente come il più vecchio dei vecchi politici tromboni. Non sempre l’autore dei thriller rivela esplicitamente chi sia l’assassino; questi, talvolta, logorato dai sensi di colpa, decide di farla finita, suicidandosi. E solo tale epilogo permette al lettore di scoprirne l’identità, consentendogli persino di riabilitarlo dopo averne apprezzato il coraggio finale del pentimento. Forza Presidente, basta un piccolo sforzo e presto sarà tutto finito.

La vicenda di Cotugno e del presidente Frattura che lo ha snobbato è una delle pantomine della coalizione di centrosinistra. Se il consigliere avesse criticato il principio per cui la coalizione si era formata avrebbe dovuto denudare tutti gli inganni perpetrati all’elettorato molisano e avrebbe dovuto trarne le conseguenze dimettendosi

Questioni di metodo: questioni di soldi Un’aggiustatina ai programmi, alle ripartizioni dei fondi, e alle concessioni di posti letto, e tutto tornerà nella normalità Non rispondere agli interlocutori è una collaudata prerogativa del presidente della giunta regionale Polo di Laura Frattura. Ne sanno qualcosa i sindacati, semplici cittadini, i professionisti, gli imprenditori che hanno chiesto d’incontrarlo e, ultimo in ordine di tempo, il consigliere regionale Cotugno al quale, ai rilievi critici per la gestione privatistica delle risorse finanziarie lasciate da Michele Iporio e riprogrammate per essere tassativamente spese entro la fine del 2015, ha opposto un altezzoso silenzio. Nessuno lo tange. E non lo tangono le critiche che si vanno facendo feroci e circostanziate da più fronti amministrativi e politici. “Panta rei”: tutto scorre. Sebbene in un clima che manifesta non poche insofferenze e non pochi cedimenti sul fronte della coerenza della coalizione che ha vinto le elezioni servendosi del camaleontismo ideologico di Frattura (da Forza Italia al Partito democratico), del suo pragmatismo che, trasferito nell’esercizio del potere ai vertici della Regione, ha generato nel cuore del Matese le centrali a biomasse, nel cuore del capoluogo le due mastodontiche torri gemelle a ridosso

della cittadella universitaria, sebbene iniziate prima che il presidente cominciasse la scalata a Palazzo Vitale, e nel cuore della Piana di Larino l’ipotesi di migliaia di manze da ingrassare. Ciò per dire che per il presidente la politica è pragmatismo e, attraverso il pragmatismo, diventa affari (pubblici e privati), intesi quali effetto della dinamica economica. Chi lo ha voluto a capo della coalizione sapeva a menadito di queste specifiche caratteristiche e capacità nel maneggiare le leve del potere con la mentalità di colui che tutto riporta alla concretezza del “fine” (attraverso l’uso spregiudicato del “mezzo”), e niente concede alla fatuità dei “valori”. Non a caso gli è stata apparecchiata una tavola i cui commensali, almeno quelli più rilevanti, predicano lo stesso verbo imprenditoriale e produttivo. Sicché non c’è dunque da meravigliarsi che la Regione pratichi senza scrupoli la politica dei licenziamenti, la “exit strategy” (strategia d’uscita dalle società partecipate dalla Regione), i tagli lineari, pur di salvaguardare gli interessi a lei più consoni e non i posti di lavoro. Chi aveva letto e interpretato la sortita

critica di Cotugno un segnale forte dell’esigenza di vivere e praticare l’attività politica e amministrativa come strumento di elevazione della società civile e di sviluppo economico collettivo, ha dovuto prontamente correggersi nel momento in cui lo stesso Cotugno, nella missiva (rimasta inevasa) al presidente Frattura, ha tenuto a dire che la sua non era una critica al principio (morale?) che ha portato alla formazione della coalizione di centrosinistra, ma al

metodo di gestione posto in essere. Se avesse criticato il principio per cui la coalizione si era formata, avrebbe dovuto denudare tutti gli inganni perpetrati all’elettorato molisano e avrebbe dovuto trarne le conseguenze, dimettendosi, invitando gli altri colleghi a fare altrettanto. Manco per idea. Come sappiamo, ha preferito criticare il metodo di gestione, ovvero, nel suo caso, la ripartizione dei fondi recuperati e riprogrammati nel settore

della viabilità (in cui, da imprenditore, ha le mani in pasta) usando metafore fortemente allusive (“La giunta? Un Club privato”), ma del tutto irrilevanti per la tenuta dell’esecutivo e della maggioranza. Neanche l’opposizione ha alzato un dito sapendo bene che il collante sono le risorse finanziarie da ripartire e da distribuire. Che ciò sia incontrovertibile, lo ha certificato Frattura facendo finta di niente. Padrone assoluto di se stesso e degli altri che gli stanno attorno. Cotugno? Ha posto questioni di metodo non di principio. Per cui un’aggiustatina ai programmi, alle ripartizioni dei fondi, e alle concessioni di posti letto, e tutto tornerà nella normalità. Anche quella di un presidente che conoscendo i suoi polli non li degna di una risposta, di un chiarimento, di una rassicurazione. Lui sta ai fatti. Non bada alle parole. L’incarico di usarle, per rabbonire gli inquieti e gli insoddisfatti, il presidente l’ha dato a Pierpolo Nagni. Con tanto di strizzatina d’occhio a Cotugno. Di Pietro senior, più terra terra, si sarebbe limitato a dire: “Capisce a me!”. Dardo


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3 20 gennaio 2015

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Sport? Il solito chiacchierificio Frattura e Parpiglia presentano la “Giornata dello Sport” ma nessun Piano e nemmeno un euro nel programma regionale CAMPOBASSO. Giornata dello sport della Regione, è tutto pronto per la seconda edizione. A presentare il calendario di eventi, appuntamenti e dibatti in programma giovedì 22 gennaio, nella sala auditorium dell’Ex Gil a Campobasso, il governatore Paolo di Laura Frattura, il presidente del Consiglio regionale Vincenzo Niro e il consigliere delegato Carmelo Parpiglia che terranno, questa mattina, alle ore 9.45 nella sala attigua all’aula del Consiglio regionale, in via IV Novembre a Campobasso, una conferenza stampa per illustrare valore e significato della Giornata. Dimenticando, però, un particolare: la disastrosa situazione dello sport molisano. Senza soldi in bilancio e, purtroppo, senza un Piano. Nell’elenco dei Piani che mancano per la corretta e piena gestione del territorio (Piano energetico , Piano di Sviluppo, Piano urbanistico, Piano paesaggistico), spicca anche quello sportivo. Lo aveva fatto rilevare, esattamente un anno fa a ridosso della prima edizione della manifestazione, in una lettera al presidente della giunta regionale Frattura e, per conoscenza, al presidente del consiglio Vincenzo Niro, all’assessore ai lavori pubblici Nagni, al consigliere delegato allo sport Parpiglia, agli assessori e ai consiglieri regionali e ai sindaci, il presidente regionale del Coni, Guido Cava-

CAMPOBASSO. Il Consiglio regionale, nella seduta odierna, è chiamato ad eleggere tre suoi rappresentanti, due di maggioranza e uno di minoranza, che saranno chiamati a Roma per eleggere il Presidente della Repubblica. Il MoVimento 5 Stelle non vuol stare a guardare, si sente pronto per scrivere la storia del Paese e decidere, come portavoce dei cittadini, il nuovo Presidente della Repubblica. Alla vigilia dell’elezione dei delegati molisani che parteciperanno al voto per la successione di Giorgio Napolitano, il MoVimento avanza la propria can”didatura. Anche al Molise, infatti, toccheranno tre grandi elettori, due della maggioranza e uno dell’opposizione; nomi che usciranno fuori dal consiglio regionale di martedì 20 gennaio. Ormai i tempi sono maturi per una candidatura a 5 stelle che è quanto mai necessaria. Lo è

CAMPOBASSO. Prosegue lo scontro a distanza all’interno di Sinistra e Libertà dopo le dichiarazioni del consigliere regionale, Domenico Ioffredi. Questa volta è proprio lui ad essere messo sotto il fuoco amico da parte del circolo di Termoli. “Il consigliere regionale Domenico Ioffredi si è autosospeso da Sel il 29 maggio 2014 in seguito al pesante fallimento elettorale del suo circolo politico alle comunali di Campobasso. A tale fallimento si aggiunge il suo comportamento in-

liere. Una lettera stringata, essenziale, circostanziata, per cercare una definizione alle esigenze che dal mondo sportivo fanno capo al Coni e dal Coni ricadono sulla collettività. Un Piano, dunque, capace di rispondere in termini tecnici e sociali alla domanda di sport nei grandi e nei piccoli centri. Pertanto equilibrato, tarato con intelligenza, senza sbavature, soprattutto senza assecondamenti di comodo, come piacerebbe alla politica. Una lettera stringata, giusto per far capire che certe esigenze non hanno bisogno di orpelli per essere fatte assumere dalla programmazione

regionale. Un Piano quadriennale. Con l’impegno di finanziare un impianto sportivo all’anno, a cominciare dal palazzetto dello sport a Campobasso, per seguire con il palazzetto dello sport a Isernia, una piscina scoperta da cinquanta metri (localizzazione da definire) e un ciclodromo (anche questo impianto da definire dove localizzarlo). La stima fatta dal Coni sarebbe di 6milioni di euro per anno e per impianto. Nel Piano sollecitato da Cavaliere, anche la richiesta della messa a norma e in sicurezza degli impianti esistenti,

l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’aumento delle superfici per rendere gli impianti omologabili alle norme federali, la realizzazione di piccoli impianti sportivi e ricreativi nelle piccole comunità, altrimenti escluse dal fine so-

“Elezione nuovo Presidente, il Molise mandi Federico o Manzo” Il Movimento Cinque Stelle fa appello al Consiglio regionale per la scelta di un grillino perchè attualmente il MoVimento è fuori da qualsiasi organo regionale e perchè è ora di legittimare le migliaia di voti ottenuti alle ultime elezioni. Ma, soprattutto, avere un ‘grande elettore’ a 5 stelle significherebbe scegliere una persona libera dai giochi e dai condizionamenti di partito. Un semplice cittadino che avrebbe certamente un ruolo imparziale: una caratteristica che nessuno schieramento politico non può non riconoscere ai rappresentanti del MoVimento. Ecco, perchè votare per

ciale del Piano. La lettera è stata inviata a gennaio dell’anno in corso, sarà di nuovo inviata, non avendo finora avuto riscontro. Siamo alle solite. La Regione Molise ha scelto di opporre la propria autarchica concezione di ente “superiore” oltre alla legge anche al bon ton. Esempi di arroganza, di indifferenza verso gli interlocutori, sono all’ordine del giorno. Finanche i sindacati, in genere ossequiati e rispettati (prima dell’avvento di Renzi al governo italiano e dei renziani al governo del Molise), hanno atteso per lunga pezza che si aprisse la porta della presidenza in Via Gen o v a prima di essere ricevuti. La signorilità di Cavaliere non ne ha fatto una questione, ma certo non accetta che la richiesta del Piano sportivo decada a rango di “petizione” essendo una urgente, accertata, e certificata necessità. Anche se questa classe politica preferisce la Giornata dello Sport, per fare chiacchiere e gloriarsi delle stesse. Lo sport vero? Può arrangiarsi.

Antonio Federico o Patrizia Manzo vorrebbe dire anche lanciare un segnale di equità ed equilibrio”. L’ultima volta, nel 2013, vennero scelti i consiglieri Francesco Totaro (Pd), Salvatore Ciocca (PdCI) e Angela Fusco Perrella (Pdl-Ncd). Dunque, vennero mandati a Roma due esponenti della maggioranza di centrosinistra e un terzo del centrodestra. Questa volta, quindi, sarebbe quasi naturale scegliere anche un elettore che non appartenga a nessuno dei due schieramenti. I”nsomma, il MoVimento 5 Stelle ritiene di aver raggiunto la giusta maturità politica e istituzionale per decidere la maggiore carica dello Stato. Per questo, senza remore e a testa alta, lancia un appello a tutto il Consiglio regionale, affinchè nella prossima riunione voti anche per Antonio Federico o per Patrizia Manzo”.

“Ioffredi meriti gli 11mila euro che prende” Il circolo di Sinistra e Libertà di Termoli respinge al mittente le accuse sui dirigenti del partito temperante e antidemocratico all’interno di Sel Molise e l’assenza di risultati in due anni da consigliere regionale, carica che lui ricopre di fatto a titolo personale e senza più alcun legame con il partito.Nico Ioffredi è conosciuto in regione proncipalmente per essere il cognato di Frattura cui deve tutta la sua fortuna politica, per questo non

può accettare che Sel abbia ormai preso le distanze da questo governo regionale che ha finora deluso le aspettative di cambiamento e di sviluppo del Molise. Ricordiamo a Nico Ioffredi che l’elezione a consigliere regionale comporta una grande responsabilità nei confronti dei molisani, lo invitiamo pertanto a smettere di occupare la stampa

con pettegolezzi e beghe di partito e darsi finalmente da fare per meritarsi gli oltre 11.000 euro che riceve ogni mese dalla Regione Molise”.


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4 20 gennaio 2015

Il presidente della Provincia di Campobasso, De Matteis, mette sotto accusa le riforme di Renzi

“Legge di stabilità, un disastro” CAMPOBASSO. Il presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis in merito alla riunione dei presidenti delle Province tenutasi due giorni fa all’Upi, ha espresso un giudizio duro sulla legge di stabilità. “Il segnale inequivocabile della forte critica e contestazione della legge di stabilità e della riforma Delrio, non viene solo da me, ma è una voce chiara ed altisonante da tutti i presidenti delle Province, anche da coloro nei eletti con questo sistema senza il suffragio. popolare Nel corso della riunione romana si è preso atto che molti colleghi sono in dissesto o in predissesto finanziario; noi, grazie ad una grande oculatezza, siamo riusciti ad evitare questo passaggio, ma il futuro non è roseo, sia per i tagli, sia per il famoso miliardo da restituire allo Stato. In pratica, nel corso dell’anno, la legge 64 prevede che le

regioni debbano legiferare sulle competenze e le funzioni dei nuovi enti (nessuno lo ha fatto), che il personale, il patrimonio, i servizi debbano essere ricollocati, che si diano vita ai nuovi statuti. Per ora, questo governo Renzi, nulla ha fatto – di-

CAMPOBASSO. . Giungono dall’Istat i dati su “Famiglie per giudizio sulle risorse economiche complessive” per la regione Molise. Uno studio che riporta i dati a partire dal 1993 e fotografa così il sentore che i molisani hanno del proprio status economico. Andando a spulciare gli stessi si evidenzia che appena lo 0,5 % dei corregionali dichiara di vivere in “ottime condizioni economiche” a fronte di un 7,5% “assolutamente insufficienti”. Un dato che a tratti spiazza ma evidenzia, se confrontato con quello dello scorso anno, una lieve flessione rispetto i “ricchi” che perdono

il fatto

chiara De Matteis – se non cancellare le elezioni dirette ed eliminare le Giunte, senza peraltro trovare i fondi per mantenere le funzioni delegate dalla norma. Per questi motivi, la legge di stabilità ci taglia il personale senza un criterio e ci co-

stringe a restituire 1 miliardo allo Stato, 2 l’anno prossimo e 3 fino al 2016, senza avere un centesimo in cassa. Di male in peggio, forse questo governo non ha contezza di quanto decreti. Di conseguenza noi viviamo una fase drammatica dal punto di vista amministrativo e di tensione emotiva e psicologica nei confronti del personale, al quale questa classe dirigente non è in condizione nemmeno di dare risposte certe. Quindi, se da un lato non ci sono fondi e nemmeno la prospettiva che si trovino, dall’altro le Regioni sono ferme perché non hanno legiferato, ecco che la legge 64 è pertanto bloccata. Per questo motivo occorre agire con il ministero dell’Economia per arginare i dissesti e trovare le risorse per adempiere alle funzioni che ci competono, oltre che avviare un tavolo col Ministero della Pa per il personale, le piante organiche, i

pensionamenti, i criteri e gli indirizzi per i dipendenti da trasferire (dove, con quali soldi e a far cosa). Per il Molise, la Regione è una delle 10 che ha approvato in Giunta un disegno di riordino, ma la norma la approva il Consiglio regionale, mi auguro ascoltando anche i diretti interessati. Il mio auspicio resta dunque, come prospettato dall’Upi, che si arrivi ad un accordo con Upi e Anci, con il confronto anche sulle nostre proposte di riorganizzazione. Per quel che concerne le azioni, l’Upi ha intenzione – conclude De Matteis - di chiedere alle Province di rivolgersi ai Tar e alle Regioni di ricorrere alla Corte Costituzionale, onde evitare il prelievo del famoso primo miliardo. Questa azione serve per tutelare i principi di autonomia degli enti, garantiti dalla Costituzione. Tale disegno io lo sto prendendo in seria considerazione”.

In Molise, famiglie meno povere ma non più ricche uno 0,1% e un miglioramento degli “insufficienti” che lo scorso anno erano addirittura al 9,5%. Buone nuove, verrebbe da dire, e pensare che a migliorare sono anche le famiglie che dichiarano un reddito “adeguato” (51,4 % a fronte del 47,8 % del 2013) e calano quelle con una situazione “scarsa” che passano dal 41,7 % al 39,8%. Segnali di ripresa, si potrebbe affermare o, per certi versi, segnali che

qualcosa sta cambiando anche per il trasformarsi delle aspettative e del tenore di vita dei molisani. Andando a sviscerare i dati storici, il picco massimo dei dichiaranti “condizioni di vita ottime” è datato addirittura al 1993 con mentre il minimo è per quest’anno; minimo storico per gli “insufficienti” è al 2001 e 2002 con appena

il 2% mentre i dati più confortanti per gli “adeguati” e gli “scarsi” si riscontrano anch’essi negli anni 2001 e 2002 quando, per intenderci, al governo nazionale si stata vivendo il “Berlusconi 2”. Ad ogni modo, dai dati è dimostrato quanto il tracollo del Molise si sia vissuto proprio nel 2013 con peggioramenti diffusi in tutti i valori. Che ne sarà del 2015?

Un’interrogazione sullo scioglimento dell’ente da parte dei consiglieri Fusco e Sabusco

“Korai, Frattura si è chiesto cosa faranno i giovani?” CAMPOBASSO. “Vicenda Korai: vorremmo sapere dal Presidente della Giunta Regionale del Molise Paolo di Laura Frattura e dal Vice Presidente della Giunta Regionale Michele Petraroia perché si è venuti meno alla decisione di portare la questione all’attenzione della Commissione competente e alla presenza delle parti direttamente coinvolte e se sono state ipotizzate delle soluzioni atte a salvaguardare la questione occupazione delle unità lavorative del Korai” (con Delibera di Giunta Regionale n. 559 del 29 giugno 2010 la società “Korai – Consorzio Regionale per Amministrazioni e Imprese” è stata trasformata nella società “Korai – Società a Responsabilità Limitata”, configurata in società domestica o in house providing, con acquisizione dell’intera partecipazione societaria da parte dell’Ente Provinciale per il Turismo di Campobasso; con Delibera di Giunta Regionale n. 422 del 27 giugno 2012 è stata disposta l’acquisizione, da parte della Regione Molise, dell’intera partecipazione al capitale della società “Korai s.r.l.”, in esecuzione dell’art.

4, comma 2 della legge finanziaria regionale del 2010, delle D.G.R. nn. 559/2010 e 1132/2010 e della D.C.R. n. 173/2011). A presentare l’interrogazione urgente sono i consiglieri regionali Angiolina Fusco Perrella, Michele Iorio e Giuseppe Sabusco”. “E’ grave – continuano i consiglieri – che dopo la decisione del Consiglio regionale, come da richiesta del Vicepresidente Petraroia, di convocare l’organizzazione sindacale e i lavoratori per trovare possibili soluzioni e discutere della situazione della società, il Governo regionale abbia deliberato la messa in liquidazione del Korai senza fissare alcun incontro preventivo. Come si ricorderà infatti nella seduta consiliare del 02 dicembre 2014 venne discussa l’interrogazione urgente con risposta orale e scritta (a firma dell’intera minoranza e Nunzia Lattanzio) sulla situazione della società Korai e delle dodici unità lavorative impegnate in e s s a . E proprio allora il Vicepresidente Petraroia, in risposta all’interrogazione di cui sopra, avanzò la richiesta di convocare in Com-

missione l’organizzazione sindacale e i lavoratori del Korai per discutere della situazione complessiva della società, con la presenza dell’Amministratore Unico, dott. Pavone. Testualmente Petraroia disse: Io proporrei ai colleghi Consiglieri che hanno avanzato la interrogazione, di immaginare una opportunità anche di incontro specifico, se loro sono d’accordo, magari potrebbe essere la Seconda Commissione come sede anche istituzionale […] Quindi, io prospetterei, visto che c’è l’Amministratore, il Dottor Nicola Pavone, potrebbe essere chiamato in audizione insieme alle organizzazioni sindacali presso la Seconda Commissione, con la presenza anche dell’Esecutivo, del nostro responsabile anche del Settore del Turismo, così che possiamo fare una verifica puntuale, però a partire dalle cose che stanno accadendo in questo periodo. Mi dicono, ad esempio, che molti lavoratori si sono rivolti anche ai giudici del lavoro per farsi ricono-

scere i crediti pregressi. Quindi c’è una situazione in divenire che l’Amministratore ci potrà illustrare in quella sede facendo il punto, ma sulle questioni proprio dell’oggi più che del 2013”. Che cosa è accaduto in seguito? – aggiungono i consiglieri – E’ successo che con Deliberazione di Giunta Regionale n. 727 del 30 dicembre 2014 ad oggetto “Società Korai srl. Presa d’atto del bilancio d’esercizio 2013. Provvedimenti consequenziali” si è deciso di demandare al Presidente della Regione Molise la proposizione, in Assemblea straordinaria dei soci, della messa in liquidazione della Società Korai srl; e bisogna aggiungere che nella Delibera di cui sopra non vi è nessun riferimento e non viene ipotizzata nessuna soluzione a tutela e salvaguardia dell’occupazione per i dipendenti”.


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5 20 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il precedente delle murge e della Merloni lasciano ben sperare. Inutile e inopportune le sollecitazioni di Petraroia Inquietante il silenzio di Frattura. La Metropolitana leggera intanto prende quota

Parola di sottosegretario: entro febbraio la convocazione a Roma della Regione e gli enti locali interessati alla soluzione della crisi industriale dell’asse Bojano-Isernia- Venafro Il deputato 5 Stelle Marco Da Villa duro “sulle gravi responsabilità della Regione Molise nella gestione della crisi produttiva che appaiono ancor più rilevanti trattandosi di una regione di soli 300mila abitanti La gatta frettolosa fece i figli ciechi. Michele Petraroia, che non è il presidente della Regione Molise, ma si muove come se lo fosse, rischia di fare altrettanto con il Governo, mettendogli fretta in maniera così inopportuna sulla questione della crisi industriale dell’area produttiva Boiano -Isernia- Venafro, da generare il sospetto e il fastidio che sia solo in cerca di pubblicità per se stesso. Infatti, pur sapendo che il viceministro De Vincenti, nel corso dei lavori della X commissione parlamentare in seduta per trattare della crisi industriale del Molise, s’è impegnato a convocare la Regione e gli enti locali interessati entro il mese di febbraio, ha voluto rendersi ancora una volta protagonista scrivendo a mezzo mondo politico (al ministro Guidi, al viceministro De Vincenti, al sottosegretario Belanova, al capo dell’unità di gestione delle vertenze del ministero dello sviluppo Castano e al presidente della X commissione Guglielmo Epifani,) per ripetere la solita tiritera, col sotteso scopo di dar loro una mossa. Iniziativa gratuita, oltre che inopportuna. Gratuita perché una sollecitazione del genere semmai spetta al presidente della Regione e non al vice; inopportuna perché pleonastica, visto e considerato che la questione della crisi in-

dustriale del Molise ha imboccato il percorso istituzionale che, se andrà bene, porterà ad un Accordo di programma. Ma ce n’è cammino da fare! Al momento esiste solo il testo della risoluzione approvata dalla Decima commissione che impegna il governo “ad assumere con urgenza, coinvolgendo la Regione e i gli enti locali interessati, ogni utile iniziativa che consenta una strategia innovativa d’intervanto nelle aree di crisi del territorio della regione Molise ricompreso nell’asse geografico tra i

L’INTERVENTO

di Michele Petraroia Sergio Cofferati non è una figura qualsiasi della sinistra italiana. Un comunista abituato a misurarsi nella ricerca delle soluzioni concrete, mai estremista, sobrio, misurato e attento al merito dei problemi. Attento estimatore di Luciano Lama è stato il principale sostenitore del Sindacato di Programma con cui Bruno Trentin archiviò la presenza delle correnti di partito nella CGIL e battendosi al suo fianco nella difficile stagione del 1992-93 sfidò la piazza difendendo gli accordi sulla politica dei redditi firmati con i Governi di Giuliano Amato e Carlo Azeglio Ciampi. Portò il pragmatismo del sindacato dei chimici alla guida della CGIL orientandosi sempre per la mediazione unitaria con CISL e UIL, e tenendosi lontano da posizioni strumentali di carattere di matrice politica. Sergio Cofferati ha segnato l’affermazione del merito come unico discrimine nei rapporti con i partiti, coi Governi e con le altre confederazioni.Per chi,

comuni di Campochiaro e Venefro”. Hanno votato a favore i commissari Folino (Pd), Epifani (Pd), Benamati (Pd), Allasia (Lna) e Da Villa (M5S) il quale però ha tenuto a mettere in evidenza le responsabilità politiche degli enti territoriali molisani mettendo a fuoco i problemi della Gam e dell’Ittierre, criticando il ricorso agli ammortizzatori sociali (la maggior parte in deroga), e rilevando, a scorno di Petraroia, le notevoli difficoltà e le incomprensioni tra l’assessorato regionale al Lavoro e il

ministero del Lavoro per l’erogazione dei fondi. Impietoso infine il giudizio “sulle gravi responsabilità della Regione Molise nella gestione della crisi produttiva che appaiono ancor più rilevanti, trattandosi di una regione di soli 300mila abitanti”. Ciononostante il deputato 5Stelle ha votato a favore. Sta ora al sottosegretario De Vincenti mantenere l’impegno preso di convocare a Roma la Regione e gli enti locali interessati per poi passare alla formulazione di un Accordo di Programma

Lo strappo della sinistra vuole una riflessione

come me ha avuto modo di seguire il confronto interno molto aspro in quel periodo con la sinistra della CGIL che lo considerava troppo sindacalista e poco attento alle dinamiche politiche, è difficile derubricare il suo strappo dal PD come un gesto astioso. Furono proprio il radicamento al merito delle ragioni sindacali e la sua cultura riformista ad animare la più grande manifestazione sindacale di tutti i tempi nella Roma del 2002. Non discuto

le scelte fatte da Sergio Cofferati all’indomani della sua esperienza in CGIL quando per senso di responsabilità si caricò dell’obiettivo di restituire alla città di Bologna un Sindaco di sinistra allontanandosi dal quadro politico nazionale e facendo il gioco di chi ne temeva la popolarità all’interno dei DS. Non mi soffermo sul suo posizionamento congressuale e sulla distanza che ha marcato con la CGIL e sui temi del lavoro in questi anni. Ciò che ritengo sia ingeneroso è l’abbrivio di chi con troppa fretta lo archivia come un astioso in cerca di visibilità. Sergio Cofferati è già un pezzo

sulla scorta di quanto è stato fatto per le Murge, dove è stato realizzato un Accordo di programma con la Basilicata e la Puglia pur non essendo stata (come nel Molise) dichiarata una situazione di crisi industriale complessa. Altrettanto con la Merloni. Insomma, esistono precedenti confortanti cui appigliarci. Ma al di là di come si muove Petraroia, resta il fatto che il presidente Frattura in tutta questa storia non ha aperto bocca e non ha mosso un dito. Eppure spetta a lui, e a lui solo, istituzionalmente, rappresentare il Molise e difenderlo in tutte le sedi possibili. Staremo a vedere. Intanto, a margine degli auspicati e auspicabili sviluppi della questione in direzione di un processo di reindustrializzazione dell’asse territoriale compreso tra Campochiaro e Venafro, a dispetto dei detrattori, l’idea della Metropolitana leggera su quella tratta ferrovia si conferma invece essenziale, indispensabile, opportuna, altrimenti resterebbe scoperto uno degli elementi sostanziali di un’area industriale, ovvero la mobilità degli uomini e delle merci. Se la storia si dice è maestra di vita, qualcosa avremmo dovuta apprenderla. Ma a quanto pare, con scarsa ragionevolezza. Dardo

della storia italiana e non ha bisogno di scranni o di promuovere la sua immagine. Avrà avuto i suoi limiti e fatto le sue scelte pagandone il prezzo e deludendo milioni di lavoratori italiani che confidavano in una sua funzione di responsabilità politica nazionale nel 2004-2005, ma non per questo si può evitare di misurarsi sul merito delle questioni che Cofferati pone alla sinistra. Lo strumento delle primarie ha snaturato il PD e marginalizzato la storia ed i valori del movimento operaio, svuotato di senso la funzione degli iscritti e del partito. Consentire agli avversari del PD di scegliere chi debba essere il segretario del Partito o chi proporre alla guida di una città, di una regione o del Governo, ha accelerato la scomparsa di una cultura politica su cui tutti dovrebbero soffermarsi a ragionare, ripartendo come ci hanno insegnato Di Vittorio, Lama e Trentin dal merito della questione senza cadere nella trappola della demonizzazione della persona onde evitare di dire che il Re è nudo. Si apra un confronto serio su questi temi provando a dialogare con Cofferati anziché tirare un sospiro di sollievo perché è andato via.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

20 gennaio 2015

Domani l’avvio del ciclo degli eventi e delle iniziative dell’università del Molise per Expo 2015

“Tratturo e territori. Le vie del cibo” Un primo incontro, un primo progetto definito, in attesa che anche gli altri soggetti istituzionali che si vanno occupando della partecipazione del Molise all’Expo di Milano facciano altrettanto Una parte di ciò che il Molise potrà rappresentare nell’ambito della mostra internazionale di Milano “Expo 2015”, non viene dalla Regione, come dovrebbe, ma dall’università. Un primo segnale, peraltro apprezzabile, che apre il ciclo degli eventi ed iniziative curate ed organizzate dalla commissione Unimol per Expo 2015. Tutto avrà inizio domani 21 gennaio, alle ore 15, presso l’Aula “Franco Modigliani” al terzo piano del Dipartimento di Economia – II Edificio Polifunzionale di Via De Sanctis– alla presenza delle Autorità accademiche e istituzionali, tra cui, dettaglio particolarmente rilevante, Claudia Sorlini, Presidente del Comitato scientifico Comune di Milano per Expo 2015. La proposta progettuale elaborata dall’università ha tenuto conto dell’impianto architettonico dell’Expo 2015 che, come si sa, ripropone l’antica struttura urbanistica delle città romane, cioè si sviluppa su un reticolo ortogonale, i cui assi principali sono costituiti dal Cardo e dal Decumano. Su questo impianto pertanto si innesta a meraviglia la realtà del territorio di Sepino dalle forti valenze insedia-

tive e territoriali, ancorché connesso al sistema dei tratturi, il cosiddetto sistema delle “vie verdi”. I resti romanici di Sepino e i tratturi, combinati tra loro, illustrano la matrice storica del Molise e una peculiarità particolarmente degna di essere vista dal mondo. Inoltre,

la rilettura di ciò che sono stati i tratturi nella storia dell’economia dei secoli passati li rende una testimonianza assolutamente pertinente col tema conduttore dell’Esposizione milanese: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Non solo. Il tratturo è stato una via di comuni-

cazione e di collegamento tra i popoli rafforzando il valore dello scambio e del contatto tra gli individui e i popoli, valore ch’è costantemente alla base delle Esposizioni universali, nell’ambito delle quali sono trattati temi generali che interessano il futuro dell’intera umanità. Expo Milano 2015 invita a riflettere sulla necessità del riconoscimento effettivo del diritto a un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti. Ebbene, anche in questa proiezione il sistema tratturale che per secoli ha consentito lo scambio delle produzioni alimentari con i territori attraversati, si pone come “elemento della diffusione e del dialogo” e costituisce, come abbiamo detto all’inizio, la linea guida del progetto dell’università che va sotto il titolo: “Tratturo e territori. Le vie del cibo” .Un primo step; un primo incontro, un primo progetto definito, in attesa che anche gli altri soggetti istituzionali che si vanno occupando della partecipazione del Molise all’Expo facciano altrettanto, di modo che i molisani sappiamo essi per primo cosa e chi li rappresenterà alla più grande vetrina espositiva al mondo.

Caccia al Tesoro, vince San Giovannello La squadra dei ragazzi dell’area si sono aggiudicata, sotto la pioggia, la prima edizione CAMPOBASSO. Una giornata all’insegna della cultura e dell’avventura per i ragazzi che, domenica 18 gennaio 2015, hanno partecipato alla ‘Caccia al Tesoro’. Le squadre dei quartieri, Campobasso Nord, San Giovannello, San Giovanni, Colle dell’Orso e Vazzieri, tenute a battesimo dai Centri Sociali Anziani del proprio territorio (CSA Scarano, CSA L’Iniziativa, CSA Colle dell’Orso, CSA L’Amicizia), nonostante la giornata uggiosa, si sono radunate davanti alla Cattedrale, iniziando

la manifestazione all’interno del Museo Sannitico. Un’ora e mezza durante la quale, oltre a divertirsi con i giochi preparati in collaborazione con le guide, si sono divertiti, dando sfogo alla loro curiosità sui reperti e sulle immagini presenti all’interno del Museo. Anche il percorso nel borgo antico, reso più ‘avventuroso’ dalla pioggia, ha consentito ai ragazzi di conoscere notizie sulla storia della città che, difficilmente, avrebbero appreso e che sono state

raccolte ed elaborate insieme ai rappresentanti dell’Associazione Centro Storico. La mattinata si è chiusa con le premiazioni nella Sala consiliare di Palazzo San Giorgio, gremita di ragazzi e di genitori: la ‘Caccia al tesoro’ è stata vinta dalla squadra di San Giovannello, che ha trovato il forziere con il tesoro, ricevendo un buono pizza per tutta la squadra. Il sindaco Antonio Battista, l’assessore alle Politiche Sociali, Alessandra Salvatore e l’assessore alla Cultura Emma de Capoahanno, poi, conse-

gnato ai componenti di tutte e cinque le squadre le medaglie, gli attestati di partecipazione e una confezione di dolci appositamente realizzati per l’occasione. Grazie alla sinergia tra l’Amministrazione Comunale, le associazioni di quartiere, i Centri Sociali Anziani, la Sovrintendenza e la Direzione del Museo Sannitico, è stata una giornata bagnata ma… fortunata, trascorsa all’insegna dell’amicizia, del divertimento, della cultura e della condivisione.

Bojano, come valorizzare il pubblico E’ il senso di un progetto di partenariato tra il Comune ed altri enti BOJANO. La concretezza del progetto di partenariato tra il Comune di Bojano e la Confcooperative Molise, l’Università degli Studi del

Molise, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’innovazione e la Camera di Commercio è sugellata dall’impegno concreto dei gruppi di

lavoro i cui capigruppo Anna Carmen Perrella, Franca Romano, Francesca Izzi, Dario Brunetti e Assunta Malatesta presenteranno alla

stampa mercoledì 21 gennaio, alle ore 10.00, nella Sala Consiliare del Palazzo Colagrosso, le idee progettuali elaborate allo scopo di recupe-

rare e valorizzare il Patrimonio comunale per favorire lo sviluppo locale e l’innovazione.

“Mexica, la bambina serpente” L’ultimo libro di Simonetta Tassinari presentato nell’ambasciata messicana a Roma CAMPOBASSO. Il Molise ‘invade’ l’Ambasciata del Messico in Italia. A Roma, infatti, la sede diplomatica di via Lazzaro Spallanzani ha inaugurato la stagione culturale con un incontro sul romanzo storico, ‘Mexica – La bambina serpente’, della campobassana Simonetta Tassinari, docente del Liceo Scientifico ‘Alberto Romita’ e fine scrittrice. Al tavolo dei relatori non potevano mancare le colleghe professoresse, nonché amiche, Bibiana Chierchia, che in qualità di vice-sindaco di Campobasso ha avuto anche un ruolo di rappresentanza istituzionale, e Adele Fraracci. “È stato un interessante pomeriggio nella Capitale e in territorio messicano – ha affermato la scrittrice Simonetta Tassinari –. Il mio sogno è quello di andare in Messico e, nel

frattempo, l’ho coronato con il romanzo, che ha varcato le soglie dell’Ambasciata messicana, collocato nel periodo storico della conquista del Paese da parte di Hernán Cortés e degli spagnoli nel 1519. Una narrazione che contempla entrambi i punti di vista: dei conquistati e dei conquistatori”. Il romanzo ‘Mexica’ prende spunto dal nome col quale si definiva il popolo messicano, tanto che oggi, con l’omonimo termine, quest’ultimo indica i propri discendenti. Il termine Aztechi, viceversa, è stato coniato dalla storiografia occidentale. “Si è trattata di una vera e propria trasferta molisana – ha proseguito la scrittrice del capoluogo –, in quanto hanno preso parte all’incontro diversi nostri corregionali, come

Ida Santilli di Forche Caudine e diversi ex alunni del ‘Romita’, come Barbara Petti, diplomatasi all’Accademia di Arte e Recitazione e che ha letto alcuni brani del romanzo”. Hanno preso parte all’appuntamento la cantante e attrice Mita Medici e la musicista e paroliera Carla Vistarini, famosa per aver contribuito ai più importanti successi di Mina. Presente anche una discendente di Hernán Cortés. “Tra le personalità presenti – ha continuato Simonetta Tassinari – anche la pittrice e scrittrice cinese, Tchao, e l’addetta culturale dell’ambasciata Maria Teresa Ceron, che hanno partecipato attivamente in quello che è stato un incontro di culture, lingue, storia

e tradizioni. È stato davvero emozionante e la soddisfazione più grande è stata quella che abbiamo contribuito a far grande il nostro piccolo Molise. Ci è stato comunicato che, rispetto agli altri incontri culturali, in questo c’erano molte più persone, tanto che poco prima dell’inizio hanno dovuto aggiungere altre sedie. Non si aspettavano una sala piena. Soprattutto di molisani, aggiungo io”. Intanto, la scrittrice Simonetta Tassinari venerdì 23 gennaio 2015 alle 17, presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico ‘Romita’ di Campobasso, presenterà il suo nuovo romanzo, ‘La casa di tutte le guerre’. Ci saranno con lei anche Adele Fraracci e Ida Santilli.


Campobasso

7 20 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sindaco Battista anche in politica “est modus in rebus”

Il dirigente del settore Lavori pubblici Giarrusso congedato in maniera brusca Più che il galateo e il dovere civile, morale, umano, ha potuto l’avversione del presidente Frattura nei confronti dell’uomo e del dirigente Da ieri, 19 gennaio 2015, l’architetto Giarrusso, già dirigente regionale all’urbanistica, già responsabile della Protezione civile, già dirigente del settore Lavori pubblici di Palazzo san Giorgio, è tornato ad essere a disposizione della Regione con la strana prerogativa di non avere, al momento, una destinazione: ovvero un luogo fisico e una poltrona del rango che gli compete. Effetto della scadenza del contratto che per un anno lo ha legato all’amministrazione comunale e dell’ostracismo subito in qualità di responsabile della Protezione civile, vicenda per la quale, però, ha riportato una significativa vittoria in sede giudiziaria e, sull’abbrivo, altre si annunciano a seguire. Un anno a capo del settore Lavori pubblici a Palazzo san Giorgio con risultati eccellenti e documentabili, che si racchiudono nella redazione del Piano triennale delle opere pubbliche, in

una serie di progetti, di appalti, di recupero di risorse finanziarie che metteranno colui che lo sostituirà nella condizione di grattarsi la pancia. Personaggio suo malgrado, per essere un dirigente che ama dirigere, assumere le proprie responsabilità, non piegare la testa al potere politico né concedersi alle blandizie del favoritismo e del clientelismo. Personaggio da trincea, come raccontano la sua storia nella Pubblica amministrazione e, in particolare, la sua vivacissima dialettica col presidente della Regione Molise che lo ha voluto estromesso dalla funzioni a capo della Protezione civile e piegato alla sua discrezionalità, pagandone, però, sul piano giudiziario, le conseguenze. Di questo episodio tutt’altro che esemplare per un pubblico amministratore ma estremamente esplicativo della politica tranciante del governo regionale nei confronti di coloro che non sono affiliati

alla compagnia teatrale dei capocomici Ruta e Frattura, rimangono aperte ancora pagine da scrivere, sotto il profilo delle colpe e degli abusi. Dalla Protezione civile e Palazzo san Giorgio, la transizione è iniziata con il sindaco Di Bartolomeo che, infatti, ha potuto contare sulla capacità organizzativa e gestionale di Giarrusso per avviare una serie di lavori pubblici dopo circa 4 anni di stagnazione. Ma essendo contrassegnato del marchio di contradditore del “presidente” per antonomasia, che sull’amministrazione comunale di Campobasso ha una spiccata influenza, era chiaro che alla scadenza del contratto il sindaco Battista lo avrebbe sollevato dall’incarico nonostante il lavoro svolto, non mancando però di salutarlo e di ringraziarlo. Purtroppo ciò non è stato. Il sindaco Battista, venendo meno alla sua proverbiale signorilità in questo caso ha mancato com-

pletamente il galateo oltre che un dovere morale insito alla sua figura di primo cittadino e di capo dell’amministrazione. Non un saluto; non un ringraziamento; non una stretta di mano. Che avverrebbero sancito una incontrovertibile corretta relazione interpersonale oltre che la linearità del rapporto dell’amministratore con il dirigente. Dobbiamo purtroppo ritenere che per il sindaco siano state prevalenti le considerazioni di Frattura nei suoi riguardi, qualora avesse dimostrato, come ha dimostrato, una sorta di disprezzo nei confronti di Giarrusso, che non il dovere civile, morale, umano di congedarlo con le maniere che distinguono le persone perbene, oltre che un primo cittadino dotato di autonomia e di personalità a garanzia di se stesso e della collettività che rappresenta, da ogni forma di sudditanza politica e psicologica. Dardo

Sequestrati settemila prodotti fuorilegge Vasta attività operativa della Guardia di Finanza di Campobasso 7000 prodotti fuorilegge sono stati sequestrati dai Finanzieri nel corso di decine di controlli eseguiti dal Capoluogo al Basso Molise nelle ultime settimane – 16 persone segnalate a vario titolo per detenzione di sostanze stupefacenti – Denunce e sequestri anche nel settore della contraffazione Accessori per telefonia e per pc, prodotti per la casa e per la cura della persona, ma anche cancelleria, colle e piccoli congegni elettronici: oltre 7000 articoli sono stati complessiva-

mente sequestrati dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Campobasso presso 7 esercizi commerciali operanti dall’area frentana al Basso Molise. I Finanzieri, all’esito di preliminare attività info-investigativa sul territorio, hanno infatti riscontrato l’assenza dei requisiti previsti dal D.Lgs. 206/2005 (Codice del Consumo) e dalla Legge 791/77 (sicurezza del materiale elettrico e marcatura CE), con particolare riferimento alle indicazioni in lingua italiana, alle

informazioni minime relative al produttore, all’eventuale presenza di sostanze potenzialmente dannose per l’uomo o per l’ambiente, alle garanzie di sicurezza in materia di circuiti elettrici e, più in generale, alle “avvertenze d’uso”. Nel corso dei numerosi controlli, i Militari hanno anche sequestrato oltre 100 articoli, riconducibili a borse ed accessori d’abbigliamento recanti marchi contraffatti; due persone sono state denunciate per le violazioni previste

dall’articolo 474 del Codice Penale (commercio di prodotti con segni falsi). 16 persone, risponderanno invece, a vario titolo, delle violazioni di cui agli articoli 73 e 75 del D.P.R. 309/90 in materia di stupefacenti, in quanto sorprese dai Finanzieri con marijuana, hashish e cocaina, per complessivi 189 grammi. Il monitoraggio continuerà nei settori sopraindicati, a testimonianza della funzione del Corpo quale baluardo a tutela della legalità.

SSD Città di Campobasso: costruire si può Dopo più di metà stagione molte luci e poche ombre sul calcio nel capoluogo Trascorso un intero girone d’andata e archiviate già due giornate di quello di ritorno, ci è possibile, con buona approssimazione, accennare ad un primo bilancio della stagione della SSD Città di Campobasso. Società e squadra, nuove di zecca, in una stagione sportiva e mezza, sono riuscite a risvegliare nel capoluogo il sogno domenicale di un’intera città, dopo stagioni, tante stagioni, da ricordare soprattutto per l’approssimazione delle (varie) organizzazioni societarie e qualche effimero successo. E già questo ci appare come un segnale da non sottovalutare. Sponsor economici locali, il seme gettato dall’Associazione Noi Siamo Il Campobasso con il suo progetto di azionariato popolare ed un collettivo gagliardo, assemblato con buon senso, sono fondamenta su cui costruire, ci pare, fondate speranze di dignitosa continuità. Un collettivo gagliardo, si diceva. Spesso infatti l’undici campobassano, prima affidato a Mister Farina e da poco nelle mani di quel Vullo cui si ascrive una buona fetta del merito della miracolosa salvezza nell’ultima stagione di professionismo vissuta nel capoluogo, si è distinto per un ardore ed una cocciuta volontà di non soccombere che lo ha portato a risolvere più di qualche partita nata male che rischiava di finire peggio. Spesso districando matasse nei finali di partita. Se è vero che non si è vista quasi mai una manovra sciolta, convinta della sua forza e capace di declinare i modi di un calcio spavaldo, è altrettanto facile riconoscere che tutto questo

non si raggiunge senza averci investito il giusto tempo e che sempre i ragazzi di capitan Minadeo hanno venduto carissima la pelle. Rendendo finora orgogliosi i tifosi che li seguono. Con le vistose eccezioni della partita casalinga con il Chieti e della trasferta di Macerata. Una squadra gagliarda, d’accordo ma con alcuni prospetti tecnici di sicuro affidamento. A cominciare dai portieri: se Conti in più di un’occasione ha lasciato cadere parecchie mandibole sotto i colpi di una sincera meraviglia, alternando qualche sparpagliata ingenuità propria di un talento in crescita, il suo

secondo Maggi è riuscito nell’altrettanto rimarchevole impresa di farsi trovare ben più che pronto nelle occasioni che ha avuto. In difesa l’under Bosco si sta dimostrando un acquisto indovinatissimo; un under dal pelo sullo stomaco che sembra bene avviato a parecchie stagioni da calciatore vero. Il centrocampo è stato fino a questo punto il reparto che più si è esposto alle critiche, quasi mai padrone delle sorti della partita e spesso costretto a rincorrere più che a costruire. Mister Vullo nella partita di domenica scorsa ha provato la coppia di interni formata da Pani e Vitone e, in prospettiva ci sembra un’ottima

idea anche se a Marinucci Palermo va riconosciuto il merito assoluto di aver cantato e portato la croce fin qui, ogni maledetta domenica. Se Todino si confermerà sui livelli delle ultime uscite e uno tra Cianci e Iovanisci dovesse finalmente esplodere si potrà invertire la tendenza. Miani-Di Gennaro, detto così tutto d’un fiato, sulla carta, costituiscono una delle coppie di attaccanti migliori dell’intero girone ma, soprattutto il primo, sembra aver perso la strada che, nelle due precedenti stagioni, lo aveva portato a far raccogliere più di cinquanta palloni ai suoi avversari in fondo alla rete a maglie larghe. Certe qualità non si dimenticano né si perdono e i tifosi del Lupo si attendono per il bomber laziale un repentino ritorno al suo ruolo di stoccatore senza pietà. L’Atlante Di Gennaro ha quasi sempre portato sulle spalle il mondo intero delle possibilità offensive della squadra e con tanto impegno nella lotta qualche momento di poca lucidità ci può stare. Va aggiunto che sia Vitelli (se un giorno il ragazzo dovesse poi accorgersi del talento che ha…) che Lazzarini hanno svolto il loro ruolo proprio così come si dovrebbe, allenandosi in silenzio e contribuendo all’occorrenza. Insomma, a ben guardare, su queste basi, programmando per una volta senza frenesie e restando sorda a qualche strepito che alle volte si avverte, di qua e di la, la società alla guida della SSD Città di Campobasso, ha la storica occasione di ricostruire il calcio vero a Campobasso.



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Isernia

20 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Scienze Politiche verso Campobasso Lo spostamento è dettato da questioni di costi ma anche di opportunità e coesione di studio con Giurisprudenza ISERNIA. Sulla questione del trasferimento della Facoltà di Scienze Politiche da Isernia a Pesche o Campobasso, ieri si è svolta un’assemblea di studenti che, con una piccola maggioranza, ha deciso di volere andare a Pesche per i prossimi sei mesi e, poi, a Campobasso. Il personale docente, invece, ha ritenuto che visto e considerato che la Facoltà

deve spostarsi a Campobasso, è il caso di farlo a partire già dal prossimo 1 febbraio. Del resto il Senato Accademico aveva già provveduto a disdire la struttura dell’ex convento al centro di Isernia e di proprietà della Curia perchè l’Unimol impossibilitata a pagarne il fitto. Il Comune di Isernia si era, pure, impegnato a sostenere le

spese ma di atti pratici nessuno. Tanto da spingere il Senato Accademico ad assumere la decisione di chiudere la sede al centro storico di Isernia. A questo punto lo spostamento a Campobasso della Facoltà di scienze politiche diventa improcrastinabile anche perchè è più che legittimo la coesione con il Dipartimento di Giurisprudenza del quale

fa parte e che ha sede proprio nel Capoluogo. Intanto, il presidente Franco Capone ha convocato il Consiglio comunale di Isernia per giovedì 22 gennaio, alle ore 15:30, in prima convocazione, e per venerdì 23 gennaio, alla stessa ora, in seconda convocazione. Tre gli argomenti all’ordine del giorno:

1. Approvazione verbale seduta del 30 ottobre 2014. 2. Problematiche inerenti il personale, l’ordinamento e l’organizzazione degli uffici comunali e la polizia municipale. 3. Problematiche e criticità connesse al trasferimento dal centro storico della città di Isernia dei corsi di laurea dell’università del Molise.

Centro storico in agonia di Giovanni Muccio* Un Centro Storico quello d’Isernia ormai nell’agonia più totale, attività commerciali che chiudono, un deserto a vista d’occhio, all’orizzonte purtroppo a parere del Guerriero Sannita non si intravedono iniziative atte a colmare o quantomeno ad alleviare la critica situazione in atto. Anzi, al contrario, la paventata chiusura di Scienze politiche dal Centro Storico, aumenterà ancora a dismisura l’agonia di detta parte della città, una politica miope su questo versante dell’Università, che il Movimento si auspica che sia risolta con il mantenimento della facoltà nel centro storico e si cominci a battere il pugno sul tavolo a livello regionale, perché si proceda con fondi pubblici a re-

staurare Palazzo Jadopi che potrebbe rappresentare la futura sede universitaria. Il Movimento Regionale del Guerriero Sannita ritiene che stiamo vivendo un dramma, che investe migliaia di famiglie di Isernia, ormai il nucleo industriale di Isernia – Venafro è un ricordo delle molteplici attività aziendali che davano lavoro e benessere al popolo isernino, ormai assistiamo a cattedrali nel deserto che non producono più niente, stessa crisi nel nucleo industriale di Pettoranello, per non parlare della chiusura dell’Ittierre, che ha dato la stangata definitiva a quel poco di economia. Cosa sta succedendo al nostro territorio che va oltre ogni limite di immaginazione è sotto gli occhi di

tutti, basta passeggiare per Isernia per constatare la chiusura di molte attività commerciali e la difficoltà in cui quelle esistenti si dibattono, si nota a vista d’occhio l’esiguità della popolazione, un territorio in agonia. Lo spopolamento è palpabile in tutta la provincia di Isernia e in città. Dove sono i nostri figli? La risposta è unanime: sono emigrati in altre realtà territoriali per mettere a frutto la loro professionalità acquisita con anni ed anni di studio e purtroppo, assieme a loro emigrano anche i propri genitori. Quelli che restano si dimenano in una ricerca spasmodica di un posto di lavoro che non c’è, questi giovani sono anche fortunati, rispetto ai loro coetanei spesso più deboli

che si danno alle sostanze stupefacenti, rendendosi schiavi di una sostanza che li trascina, assieme alle proprie famiglie nella più totale disperazione, con tutti i problemi sociali che ne conseguono, e nulla si fa per questi ragazzi isernini, solo promesse in campagna elettorale. E’ che dire della pochezza di sensibilità di una Amministrazione comunale nei confronti delle persone disabili e dei poveri, a quest’ultimi ci si era impegnati a non farli pagare i tributi comunali e di provvedere subito all’istituzione di una mensa pubblica, belle intenzioni, che sono restate nel cassetto, belle parole che non hanno trovato corrispondenza è proprio vero i poveri a nessuno interessa più di tanto, se non fosse per l’unica Isti-

tuzione la Chiesa, che fa quello che può. Caro Brasiello, il Guerriero Sannita ti rivolge un appello affinché riprendi le redini in mano della città d’Isernia e ripensare, a una ridistribuzione delle deleghe in modo che tutti sono attori del bene pubblico (il Guerriero Sannita non ne vuole far parte), la concentrazione in poche mani, o il fidarsi politicamente di una sola persona , ti creeranno sempre più problemi con il tuo partito, la coalizione e la cittadinanza, più autonomia politica caro Brasiello e meno richiami alle “Sirene” che provengono da Campobasso. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita Giovanni Muccio

LA REGIONE MOLISE NON E’ SOLO CAMPOBASSO di Graziano D’Agostino* La eccessiva razionalizzazione, accompagnata anche da uno spirito di campanilismo, provoca l’annullamento ingiusto del nostro territorio. Il Direttore Regionale della Confesercenti Molise, Graziano D’Agostino tuona contro le operazioni che anche la politica Regionale Molisana sta mettendo in campo, penalizzando ed ignorando di fatto il territorio provinciale di Isernia, compreso i Politici che la rappresentano. Coma abbiamo potuto constatare nei giorni scorsi sulle testate giornalistiche e televisive, la quasi totalità delle risorse programmate dalla

Regione Molise sulla viabilità saranno destinate nella provincia di Campobasso, compreso il Basso Molise, come ha giustamente denunciato il Consigliere Cotugno, avendo lo stesso la delega alla programmazione e non coinvolto nelle scelte politiche programmatiche. L’abbandono annunciato dell’Università del Molise da Isernia, da anni beneficiaria di fondi Regionali per la gestione della ricerca e della programmazione, accompagnato dalla prossima chiusura di alcuni Uffici importanti come la Prefettura, la Questura, deve far riflettere seriamente

tutta la Politica Molisana Regionale ad ogni livello, non si può assistere passivamente alle decisioni ingiuste e penalizzanti di tagli fatti senza alcun criterio, tagli che spopolano il territorio, aumentano vertiginosamente la disoccupazione già ai massimi livelli a danno dei cittadini, imprese di ogni livello. Non basta chiedere al Governo Centrale il giusto riconoscimento del territorio Regionale come AREA DI CRISI, a ciò deve aggiungersi una azione della politica Regionale di coinvolgimento con azioni mirate per l’unificazion dei territori interni e non per

la spaccatura, come sta avvenendo oggi, programmando una equa ripartizione degli eventuali finanziamenti per il rilancio delle attività produttive. Gli stessi Uffici Regionali presenti nella Provincia Pentra hanno perso ogni funzione e potere burocratico, persino i più elementari e semplici adempimenti che non sono di competenza della classe dirigente regionale, vengono svolti a Campobasso, tutto questo a danno degli utenti, siano essi Imprese, Enti Privati o cittadini in genere. Per non parlare delle difficoltà che gli Enti Locali, come i Comuni, stanno vivendo

per il taglio drastico delle risorse. Il silenzio continuo della classe politica sulla vicenda ITTIERRE ed altre aziende che occupavano complessivamente centinaia di dipendenti, fa paura ed allontana sempre di più i cittadini dalla vita politica, rendendoli sfiduciati verso l’intero sistema. Si ci augura che venga posta in essere una riflessione da parte di tutti per facilitare il difficile percorso di risoluzione della crisi, per consentire ciò le parti sociali ad ogni livello devono far sentire la propria voce. *Direttore CONFESERCENTI regionale

Settimana Montagnier a Neuromed L’appuntamento operativo mensile del Premio Nobel per la Medicina Continua la collaborazione scientifica tra l’I.R.C.C.S. Neuromed e il Premio Nobel Luc Montagnier con nuovi appuntamenti operativi. Oggi, l’illustre scienziato arriverà a Pozzilli e parteciperà a una serie di incontri con ricercatori e medici dell’I.R.C.C.S., nel quadro della sua ormai consolidata consulenza speciale. Dopo gli incontri esplorativi della precedente visita sono state definite le prime linee sulle quali si svilupperà una collaborazione che punta ad esplorare idee innovative nel campo delle patologie croniche e degenerative. Ancora una volta, al centro delle riunioni ci saranno le prospettive per le ricerche sull’autismo, sul Parkinson, sull’Alzheimer e sui tumori cerebrali. Dalle ricerche di laboratorio all’epidemiologia, tutte le strade verranno esaminate con i ricercatori e gli specialisti Neuromed in vista della definizione della scelta di protocolli convergenti.

“Il rapporto con il professor Montagnier – commenta il professor Erberto Melaragno, Presidente dell’I.R.C.C.S. Neuromed – è una base importante per far crescere la ricerca scientifica e la qualità delle cure nel nostro Istituto, e nel Molise in generale. Siamo rimasti tutti profondamente colpiti dal sincero interesse che il Premio Nobel ha mostrato per il nostro lavoro. È un segnale che vogliamo dare a tutti i cittadini della nostra regione: Neuromed è ricerca d’avanguardia, cura d’eccellenza ma anche cultura. Questo fa parte del nostro impegno per il Molise”. Naturalmente la presenza del Premio Nobel è un momento importante anche per tutto il centro-sud Italia: oltre che in Molise, il professor Montagnier parteciperà a una serie di iniziative anche in Campania per “toccare con mano” le varie realtà di ricerca e di cura del territorio centro-meridionale.


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Termoli

20 gennaio 2015

Corso Nazionale, lavori chiusi a Pasqua L’impresa, da ieri, ha avviato anche l’ultimo tratto prima di piazza Monumento TERMOLI. Proseguono i lavori su corso Nazionale e stamane, al risveglio, i tanti cittadini hanno visto estendersi l’interdizione al traffico anche per l’ultimo tratto della principale strada cittadina. Scattato, infatti, da oggi il divieto di traffico tra Corso Nazionale e via XX Settembre con ruspe in azione e operai impegnati, nel mentre si continua a salire da via Roma per il rifacimento del marciapiede di destra, nell’allestire il cantiere. A breve, quindi, si avvieranno i lavori per il restyling di piazza Monumento; lavori che, come già

annunciato in un precedente articolo di Termolionline.it, vedranno il proprio termine nei prossimi mesi, giugno come data ufficiale del Comune, ma entro Pasqua secondo gli intenti della ditta De Francesco che sta curando e gestendo gli stessi in tempi “record”. Ricordiamo, inoltre, che vari sono stati gli apprezzamenti giunti alla ditta non solo per la stretta tempistica nello svolgimento dei lavori, ma anche per la “pulizia” con la quale stanno operando nel centro cittadino

“Molise, terra violentata e abbandonata” E’ quanto emerso nel corso dell’incontro sul dissesto idro geologico nel basso Molise GUGLIONESI. È una terra violentata e abbandonata, coltivata, calpestata e “spremuta” quella che emerge a margine dell’incontro svoltosi presso la Casa del Fanciullo di Guglionesi dal titolo “Il dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure ed interventi in campo agricolo”. Su iniziativa di “Ambiente Basso Molise”, associazione operante sul territorio e degli uomini della Protezione Civile di Campomarino, l’incontro ha visto la partecipazione di Michele Petraroia, del dottor Sergio Di Pilla della Protezione Civile, di Gianfranco Del Peschio, vice sindaco del

Comune di Guglionesi, del geologo Marcello Di Stefano e di Pasquale Marcantonio e Luigi Lucchese, rispettivamente responsabile e presidente della associazione Abm. L’appuntamento, in linea con quanto vissuto a Campomarino lo scorso 21 dicembre, è stata occasione per presentare un report stilato da Abm sulla situazione persistente lungo un tratto del Biferno e lungo tutto il Sinarca. Il documento verrà inviato all’ente di riferimenti, ovvero l’Autorità di bacino, e si compone di apposite slide che sono state commentate dal geologo Marcello di Stefano e dal dottor Sergio Di Pilla che ne

hanno illustrato nel dettaglio. Inevitabile non soffermarsi e discutere sull’alluvione del 2003 e quella del 2009 e, per entrambi i casi, l’analisi emersa è che “in un contesto di cambiamenti meteorologici come quello attuale, la mancata gestione del territorio porta conseguenze disastrose. Disastri che sono riconducibili a tre distinti fattori: assenza di politiche di manutenzione, abbandono delle superfici coltivabili e cambiamenti climatici repentini”. Nel suo intervento, Petraroia oltre a elogiare gli organizzatori per l’utilità concreta dell’iniziativa si è auspicato che possa cessare quanto prima la prassi dell’abbandono

e del non rispetto per la terra che per certi versi ha portato a un non implementarsi del fenomeno del dissesto idrogeologico. L’assessore, infine, ha fatto chiarezza su un ulteriore aspetto e ha evidenziato che l’Autorità di Bacino “non è un organo della Regione”, ma parallelamente è chiaro “che deve fare la propria parte”. Ed ha concluso lanciando una proposta: utilizzare in questi contesti, attraverso progetti mirati e volti al reinserimento professionale, le persone impegnate nel servizio civile, così come i cassa integrati e gli stranieri giunti con i progetti di accoglienza.

Una settimana al Parlamento europeo Sette ragazzi del movimento per la vita vincitori di un concorso scolastico STRASBURGO. “La location, da sogno, luci europee e monumentali palazzi, figli della più ardita architettura moderna; l’aria che si respira è quella di un una città che vive bene tra regole ed ordine generale, una città punto nevralgico dell’intera Europa, grazie anche e soprattutto alla presenza del suo emblematico Parlamento Europeo”. Sono i primi passi di una nota stampa inviataci da Michelangelo Romagnuolo (noto anche come Big Roma) che ha voluto raccontarci l’esperienza di una “settimana al Parlamento Europeo vinta grazie a un progetto dell’associazione”Movimento per la vita”. “È stata indubbiamente una settimana da sogno – continua – per noi sette studenti molisani vincitori del concorso organizzato dal

“Movimento per la vita” italiano, i quali, insieme ad altri ben centocinquanta ragazzi di tutte le altri regioni italiane, sono stati proiettati nella vita politica e sociale di Strasburgo e sono stati resi partecipi di un’importante operazione richiesta e organizzata dall’onorevole Carlo Casini, presidente proprio del MPLV: i ragazzi di ogni regione d’Italia hanno dovuto prima accedere alla selezioni di codesto viaggio, componendo un tema o una qualsiasi opera artistica che esprimesse in modo caratterizzante ed incisivo le loro impressioni sul significato del matrimonio e della famiglia in generale per loro, i classificati, in seguito, divisi in gruppi in base alle rispettive regioni, una volta in Francia, hanno dovuto rielaborare uno dei 12 articoli riguardanti la famiglia emanati nel corso degli anni

passati dall’Unione Europea e proporlo all’onorevole Casini, il quale avrebbe poi portato in Parlamento la richiesta di modifica di uno degli emendamenti; gli studenti molisani sono riusciti a far approvare il loro articolo ottenendo gloriosamente l’approvazione dell’onorevole; insomma, il Molise, si è fatto valere e come se si è fatto valere!”. “Un viaggio d’istruzione – continua Romagnuolo – ma anche un’esperienza che è stata caratterizzante non solo dal punto di vista educativo e istituzionale perché i ragazzi, grazie alla precisa ed efficiente organizzazione dell’intero stage, hanno avuto l’occasione di visitare l’intera cittadina, vivendola a pieno ed apprendendo molto su tutto quello che li ha circondati in questi “magici” cinque giorni. Per non parlare poi dell’aspetto sociale e lu-

dico dello stage, ragazzi in festa, ragazzi con un sorriso smagliante stampato in faccia. Si cantava, si suonava, ci si divertiva per le strade del capoluogo dell’Alsazia, con una particolare spensieratezza e positività”. E conclude affermando: “Chissà, un giorno forse, avremo altri parlamentari europei molisani a Strasburgo (oltre Patriciello), che porteranno avanti il nome della nostra regione e dell’intera nazione italiana in modo esemplare e costante. Pieno supporto ed ammirazione per chiunque organizza e promuove esperienze di questo tipo, che permettono solo di aumentare il livello di educazione alla convivenza civile e di alimentare lo spirito di ambientazione e di conoscenza custodito dentro ognuno di noi”.

Scuola legalità, la terza lezione Ancora un successo per l’iniziativa lanciata dall’associazione don Peppe Diana TERMOLI. Anche la terza lezione della Scuola della Legalità “Don Peppe Diana” è stata un successo. Aula magna gremita, non solo da studenti, e silenzio rispettoso e attento. Ospite d’onore, per parlare delle metamorfosi della criminalità organizzata, il prof. Pino Arlacchi, diretto collaboratore di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nonché ex Segretario Generale aggiunto delle Nazioni Unite (ONU). Durante la lezione, è stata data lettura di una lettera di Giovanni Falcone del 21 febbraio 1992 ad un giovanissimo Vincenzo Musacchio, oggi fondatore e direttore della scuola

della legalità. La lettera si concludeva con un invito ai giovani ad avere fiducia nella giustizia. Da li si è partiti proprio con il prof. Musacchio che ha spronato i giovani ad informarsi per avere una coscienza ed un bagaglio culturale in grado di comprendere i fenomeni mafiosi che negli anni si sono trasformati e adattati alle evoluzioni della società. Si è passati – ha affermato sempre Musacchio – da una mafia “di campagna” (coppola e lupara) ad una mafia imprenditrice, fino ad oggi in cui conviviamo con una mafia politica. Il prof. Arlacchi, a seguire, ha tenuto

una lezione entusiasmante facendoci rivivere soprattutto la lotta alla mafia ai tempi di Falcone e Borsellino costellata da grandi successi e dal grande senso del dovere che sentivano tutti i membri del pool antimafia di Palermo. Ha elogiato la nostra iniziativa affermando che ci sarà vicino nel nostro percorso. Con l’ausilio del vice presidente di Co.Re.A. Luigia Scarlato, gli studenti del Liceo Romita hanno letto alcuni pensieri di Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tanti altri eroi che hanno dato la loro vita per la lotta alla criminalità organizzata. Grande commozione

(con qualche lacrimuccia) alla fine, con la premiazione del Prof. Arlacchi per il suo impegno al servizio della legalità e della democrazia. Sono giunti alla Scuola della Legalità anche i saluti del Sindaco e del Vice Sindaco di Campobasso. Primi politici molisani a sostenere pubblicamente l’iniziativa civica. A breve saranno pubblicate anche le riflessioni degli studenti su questa giornata indimenticabile anche a detta della preside e del corpo docente del Liceo Romita di Campobasso. (Ufficio Stampa - Scuola della Legalità “Don Peppe Diana”).


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Termoli

20 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Un tunnel di difficile realizzazione” Tante le perplessità tecniche emerse in questi giorni sul traforo come progettato TERMOLI. Attraverso Termolionline.it un cittadino di Termoli, Rocco Fiorilli, esprime il suo pare circa l’opera in programmazione della realizzazione del tunnel che collegherà il Porto al “Lido Anna”. Un’opera al centro del dibattito sin da subito che con queste parole assume nuove punti di riflessione. “La previsione di un tunnel che dal porto conduca al lungomare nord, interfacciandosi con un possibile multipiano in piazza S.Antonio a primo impatto può sembrare un’idea avveniristica e può persino sembrare, in chiave moderna, la riproposizione di una condizione storica del borgo antico, ovvero quella del

fossato che isolava il borgo dalla “terraferma”. In realtà si rivelerebbe estremamente DANNOSA, nonché causa di forti conflitti tra il pubblico e le proprietà private circostanti all’intervento. Andare a scavare al di sotto di edifici che hanno fondazioni superficiali e strutture non puntuali (per intenderci pilastri/travi in c.a.), ma in muratura portante potrebbe provocare cedimenti e lesioni, seppur minimi, che avvierebbero contenziosi decennali tra il Comune e la proprietà privata. Altresì si potrebbe creare un danno alle mura di cinta in prossimità della Torretta Belvedere, non tanto strutturale quanto architettonico: non sapendo cosa c’è real-

mente al di sotto di via Aubry si rischierebbe di far “cozzare” paratie in acciaio o cls con una cinta muraria già abbastanza mortificata dall’interramento e dalla brusca interruzione in prossimità della fontana. Passando agli aspetti dell’opera bisogna analizzare l’attuale carreggiata che in media ha circa 7 mt di larghezza. Considerando che – è “consigliabile” non scavare al di sotto degli edifici su citati così come al di sotto delle mura; – le paratie di sostegno hanno uno spessore non indifferente dovendo sopportare anche il peso degli edifici sovrastanti; – la larghezza di una corsia deve esser almeno 3,25 mt in galleria (con limite

di velocità cittadino di 50km/h) al quale bisogna sommare gli spazi per le banchine e gli eventuali percorsi d’emergenza si andrebbe ad avere una galleria ad una sola corsia e quindi con un solo senso di marcia (suppongo in entrata). A tal punto risulta evidente l’antieconomicità dell’opera, mancando la possibilità di poterla utilizzare in entrambi i sensi di marcia. Io credo sia fondamentale nella circolazione del centro cittadino che la grandezza dei percorsi carrabili in uscita sia pari se non il doppio di quelli in entrata. Inoltre bisogna tener conto dell’attuale situazione del porto. L’edificio del mercato ittico riduce ad un bu-

dello quella che potrebbe esser la via d’ingresso al porto, venendo da v.le Marinai d’Italia e non essendoci altra via d’ingresso se non da via Carlo del Croix. Propongo in maniera provocatoria una maniera più funzionale e meno dispendiosa per alleggerire o azzerare il traffico su via Roma: far passare i veicoli lungo la passeggiata ai piedi del castello, attualmente ricettacolo di vandalismo e sporcizia, deserta d’inverno e monumento al cattivo gusto essendo ricoperta di betonelle traforate che cozzano davvero con il legno dei trabucchi e la pietra di ciò che rimane della cinta muraria originale”.

Non pagate le cuoche, pranzo e cena identici Singolare forma di protesta all’ospedale San Timoteo. Chiamata in causa la Regione TERMOLI. Tra i tanti guai della sanità c’è anche quello delle mense degli ospedali e dei mancati pagamenti dell’Asrem alla cooperativa sociale ‘Le Tre Fiammelle’, pare dallo scorso mese di ottobre, società che gestisce la refezione negli ospedali molisani e al San Timoteo di Termoli. Dall’otto gennaio il personale ha dichiarato una sorta di agitazione sui

generis, con le cuoche che di fatto si limitano a cucinare di giorno e di sera le stesse pietanze. Trascorsi alcuni giorni, i degenti hanno cominciato a chiedere spiegazioni e in particolare quelli ricoverati nel reparto di Otorinolaringoiatria hanno messo nero su bianco il loro disagio. L’hanno fatto inviando ieri una nota, sorta di

petizione, con firme e contenuto in calce, sia alla direzione sanitaria che allo sportello termolese del Tribunale dei diritti del malato. “Siamo spiacenti di informarvi del nostro disagio, quello che stiamo vivendo in questi giorni per quanto riguarda i pasti che sono uguali da diversi giorni e le persone che portano i vassoi ci hanno detto di essere in scio-

pero. Noi tutti siamo spiacenti di questa situazione e ne stiamo seguendo le conseguenze ingiustamente. Nell’attesa porgiamo i nostri più cordiali saluti”. Quattordici le firme a corredo del documento, ma la situazione è comune a tutti i reparti e immaginiamo come il malcontento sia generale, per tutti i degenti dell’ospedale San Timoteo.

Una targa a ricordo di Mario Cariello La posa è stata fatta ieri nel reparto di Medicina dell’ospedale San Timoteo di Termoli TERMOLI. Ci sono persone che non si possono dimenticare, persone care che spesso riescono a convolare affetti come pochi. Lo fanno in famiglia, tra gli amici, nel lavoro, tra i superiori e i sottoposti ed è da questi esempi che ci si rende conto che dinanzi si ha una persona speciale. Era questo Mario Cariello, il “professore” come tutti lo hanno sempre chiamato, non perché superiore ma perché gli era riconosciuta la capacità di insegnare ad essere medici, buoni medici, quelli che al primo posto mettono il paziente e per lui fanno di tutto. Un giorno speciale, per la famiglia Cariello, quello del 18 gennaio 2015 che ha presieduto alla scopritura della targa che fa memoria e rende vivo il ricordo di Mario Cariello nel reparto di Medicina dell’ospedale San Timoteo di Termoli. Amato come pochi, Cariello era uno sportivo (a lui infatti è intestato anche il circolo della vela cittadino), una persona disponibile e, come ha ricordato la moglie, “un uomo che lasciava la porta sempre aperta perché tutti dovevano entrare”. Alla presenza del sindaco Sbrocca, del direttore Vitale e del primario Iannaccone, la cerimonia s’è svolta tra racconti di aneddoti e ricordi, tra qualche lacrima e nel pieno della gioia per “aver condiviso un percorso pro-

fessionale con un medico tanto straordinario quanto semplice che ha fondato questo reparto”, come ricordato dallo stesso Iannaccone. “Erano tempi diversi – ha aggiunto il Primario – tempi in cui si lavorava con il sorriso e senza affanni, diverso da oggi dove, purtroppo, ci confrontiamo con delle difficoltà enormi e delle complessità che gravano, e non poco, sullo svolgimento della nostra pro-

fessione”. E il ricordo del “Professore” è condiviso dallo stesso Vitale che ne ha voluto esaltare la professionalità e l’alto valore morale del termolese. “Quella che io ho avuto con lui – spiega Vitale – è stata una esperienza breve ma intensa che ha fatto crescere la mia persona e la mia professionalità”. “Io – ha affermato Sbrocca – non ho cono-

sciuto personalmente Cariello ma quello che vedo qui e quanto percepisco dai vostri racconti, non può che suggerirmi un sentito grazie e una profonda stima per un uomo che è stato vanto della medicina della nostra città”. Significativa anche la dedica incisa sulla targa che riporta: “esercitò per quarant’anni la professione medica, 1954-1995, vive nella memoria di quanti ne attestano la valentia, la dedizione e l’amore per il malato”.

Borse lavoro, la confusione dei moduli Anche se il sito del Comune è funzionante e il fac simile della domanda scaricabile TERMOLI. Le segnalazioni sono arrivate una dopo l’altra, tutte a paventare il presunto “trucco magico” dell’amministrazione e invece c’è da ricredersi: il modulo c’è ed è scaricabile senza alcun problema. Stiamo parlando delle domande di partecipazione al bando “Borse lavoro” che, annunciate una decina di giorni fa dall’assessore al ramo, nonché vicesindaco Maricetta Chimisso, si pongono quale opportunità per la cittadinanza “in difficoltà economica e lavorativa” e per i “soggetti disagiati”.

Ebbene, a chiacchierare nei bar si scopre che i moduli al sito non esistono o meglio, la sezione “bandi” riporta un messaggio di errore che, nel migliore dei casi, restituisce l’avviso di “pagina in manutenzione” generando così l’ira dei tanti che già si sono vestiti del timore delle “sempre presenti” irregolarità. “Il sito è in fase di aggiornamento e rifacimento”, ci dicono fonti vicine all’entourage amministrativo e così, armati di pazienza, ci siamo messi alla ricerca del bando che, a smen-

tire i più scettici, è online nella sezione “avvisi”. Insomma, la critica la si potrebbe fare ma il passo in più, quello della verifica e della trasparenza è d’obbligo e così, in appena tre click ci si apre la domanda che, come noto, scade il prossimo 20 gennaio. Mancano quindi pochi giorni e allora: Home > Avvisi (menu a sinistra) ed ecco il bando con tanto di facsimile di domanda. In bocca al lupo a tutti e … buon lavoro.



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Opinioni

20 gennaio 2015

di Claudio De Luca . Il lavoro nelle campagne è diventato oggetto di numerose inchieste (tv, giornali ed A.g.). Di recente l’Unione dei lavoratori agroalimentari è stata contattata da un Sindacato norvegese che vuole boicottare i pelati in scatola, pretendendo una certificazione sul rispetto delle normative sul lavoro. In Europa ne ha parlato “France 2” e “Der Spiegel”. In Italia è stata “Terre libere” a chiedere trasparenza. Molti ritengono che lo sfruttamento del bracciantato sia solo una piaga del Sud, ma il fenomeno è ben presente anche al Nord. Si va dal pomodoro in Puglia alle arance di Rosarno ai vini piemontesi. La Capitanata parrebbe detenere il “record” dell’imbroglio contributivo ma altri territori vantano “Guinnes” specifici: il Veneto per il vino e le fragole; il Piemonte per l’utilizzo dei minori per la vendemmia e la Sicilia per l’uso dei bracciant-fantasma che incassettano le arance. “Terre libere” conferma la costituzione di cooperative di carta, apparentemente legali, un po’ dovunque. Somministrano salari decurtati ad extracomunitari che non possono permettersi manco un’abitazione in affitto, vivendo un tuguri orrendi e l’accoglienza degli stagionali è diventata un costo sociale che origina pesanti situazioni di ordine pubblico, deteriorando l’immagine dell’agroalimentare italiano in Europa. Pure nella 20.a regione i braccianti sarebbero i protagonisti di giornate virtuali con il notevole corollario di assunzioni inesistenti, di contributi mai versati e di INDENNITÀ di disoccupazione percepite senza titolo. Insomma una sorta di mercato di carta che fonderebbe la propria vivacità sul meccanismo degli asse-

Agroalimentare e gli immigrati gni spillati alla Previdenza sociale sulla semplice scorta del numero di giornate di lavoro solo dichiarate. Qualcuno sostiene che, a gestire il tutto, sarebbero delle aziende campane, ramificate sul territorio molisano. Queste utilizzerebbero in nero centinaia di extra-comunitari, lucrando successivamente il frutto delle attestazioni fatte rendere da braccianti locali. Il fenomeno sarebbe d’importazione e si sarebbe affacciato nella Pastria di Cuoco solo di re-

cente perché il Molise è ritenuto, a tale proposito, un territorio vergine. Queste aziende otterrebbero dall’INPS importi incongrui se rapportati alla scarsa entità della classe bracciantile locale. In sostanza pure nella 20.a il fenomeno sarebbe analogo a quello scoperto in molte altre regioni dove i campi sono seminati a raggiri cartacei, se non addirittura piantumati ad alberi che fruttano evasioni fiscali per milioni di euro.

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il meccanismo è semplice. Chi lavora davvero sono gli immigrati stagionali di colore, sottoposti a turni massacranti, alloggiati in baracche degne dello zio Tom ed assoggettati a versare la tangente al “caporale”. Poiché il lavoro è in “nero”, all’INPS non giunge alcun importo contributivo. Ma, successivamente, subentrano “i braccianti di carta” che permettono di scaricare i costi di quei compensi evasi come se fossero stati corrisposti per Un’inchiesta davvero. Dopo sulle di che questi contribuzioni soggetti vengono veloceper il lavoro mente trasferiti effettuato altrove per rennei campi dere operativo il gioco in un’altra regione. Un’azienda, per assumere braccianti, ha soltanto il problema di procurarsi un terreno incolto. Con i documenti ottenuti, l’INPS fornisce l’armamentario burocratico che pone l’imprenditore nella condizione di accedere al prelievo dei quattrini pubblici. Addirittura, si redigerebbero contratti falsi, di affitto o di proprietà, con riferimenti catastali imprecisi, riutilizzati più volte, per terreni affittati a soggetti diversi, in modo da lucrare più volte sul medesimo campo. In definitiva, accanto a titolari di aziendefantasma, che sottoscrivono moduli, vi sarebbero terreni inesistenti (o addirittura di proprietà altrui) e “braccianti” di cui vengono utilizzate solo le generalità, mentre, nella realtà, sarebbero gli extracomunitari a lavorare per un pugno di centesimi.

Larino, il Carnevale e i carri allegorici aa A Larino la preparazione della sfilata dei carri allegorici procede con lena. Si tratta di uno dei pochi (grandi!) eventi locali che dà corpo ad una manifestazione che migliora anno dietro anno, soprattutto qualitativamente; ed i risultati sono ogni volta più stupefacenti, in ispecie se si pensi alle condizioni in cui operano i giovani che si adoperano all’apprestamento delle macchine di cartapesta. Per lavorare utilizzano vecchi magazzini dismessi od altri locali posti per lo più nella campagna locale. In questi siti di fortuna danno corpo a mascheroni da capolavoro ed a “pupazzi” giganteschi che, in quanto a dimensioni, “baroccheggiano” quanto quelli (più famosi!) che sfilano a Viareggio ed a Putignano. Hanno un unico difetto a cui occorrerebbe ovviare doverosamente, considerato che esso concerne la pubblica incolumità. Bene spesso le strutture sono ben più alte degli edifici dinanzi a cui sfilano per eseguire la parata; e ciò potrebbe ingenerare gravi pregiudizi da prevenire ad ogni costo. Chiaro, però, che gli Uffici comunali dovrebbero attivare le Commissioni volute dalla legge e dai Regolamenti per verificare l’agibilità di ciascun carro allegorico; e questo dovrebbe accadere

diare con ingranaggi e con “motorini” atti a fornire il movimento e la vita a strutture, curate in ogni dettaglo e dai colori più realistici che possano immaginarsi.

bene prima che il corteo venga fatto circolare sulla pubblica strada. I giovani lavorano alacremente per mesi, sacrificando il proprio tempo libero. Chi assiste alle loro attività ha l’impressione di trovarsi di fronte a provvidi mastri-artieri, versatissimi nella lavorazione della cartapesta e dei tondini di ferro. Per sentirsi meno soli nella fatica hanno dato vita ad Associazioni che vantano centinaia di soci; e tutte si propongono di diffondere l’amore per una manifestazione entrata a pieni voti nel cartellone annuale delle tradi-

zioni molisane. “A latere” operano altri gruppi dai nomi altisonanti (i “vuaienciélle“, quelli del “Bronx”, quelli della “Gioventù frentana” ed infine – chissà perché – quelli i cui componenti si sono autodenominati “Briganti”, “Latitanti” e “Selvaggi”). Le ore dedicate ai carri cominciano da ottobre e vanno avanti sino all’ultimo giorno. Prima di vedere il prodotto finito, avranno dovuto approntare un “progetto”, inventare soggetti, che si originino dall’attualità, per approdare infine alla realizzazione delle membra dei pupazzi da assemblare e da sussi-

Gli “Autori” non sono professionisti come i “Maestri” viareggini. Si tratta per lo più di diciottenni (e poco più) postisi nella condizione di interpretare quello che – anno dopo anno – è diventato ad ogni effetto un secondo mestiere. I gruppi da loro animati si rinnovano continuamente, costituendo un momento di forte aggregazione che consente di impegnare proficuamente il tempo libero. In sostanza, questi giovani hanno operato una vera e propria scelta di campo; e, in luogo di ciondolare per interi pomeriggi lungo la “main street” cittadina, o di bere birra giocando a carte all’interno di fumosi bar, hanno voluto dedicarsi a qualcosa di assai più creativo. Cosicché, servendosi di carta di giornale, di acqua, di farina e di tondini di metallo, creano delle

sagome che, acquistate tutt’e tre le dimensioni e finiscono con il rendere iperreale un corpo. Altri ancora fanno da supporto, apprestando l’impiantistica musicale; altri ancora impostano le coreografie ed istruiscono addestrati corpi di ballo mentre le famiglie di ciascuno si occupano dei costumi e di ogni altro contorno. Ma quali problemi vivono questi giovani “artisti”? Innanzitutto quello di ammortizzare i costi del carro in carenza di sostegni economici di natura pubblica. Perciò la raccolta della carta viene effettuata per l’intero anno presso chi possa fornirla gratuitamente; i tondini di ferro vengono procurati nei modi più vari; infine sorregge un minimo di autotassazione ed una doverosa operazione di recupero di materiali vecchi. Purtroppo, pur lavorando in economia, ogni carro viene a costare comunque 6/7.000mila euro. Tradizionalmente i temi affrontati vengono desunti dalla Tv, dalla politica e dall’attualità.



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