Ruta tende la mano a frattura

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 162 - MarTedì 14 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Enrico Perretta

SERVIZIO A PAGINA 2

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Enrico Perretta. L'imprenditore campobassano, nonostante i forti venti di crisi e le difficoltà congiunturali, riesce sempre a mantenere salda la barca delle sue aziende e a proporsi anche fuori dai confini regionali. Un bel risultato alla luce proprio di quanto accade d'intorno. Ecco perchè, riteniamo sia ampiamente giustificato l'Oscar che gli assegniamo per la tenacia e la perseveranza nel portare avanti le sue aziende.

Il Tapiro del giorno a Pierpaolo Nagni

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pierpaolo Nagni. Non è possibile che anche oggi dobbiamo annotare un'azienda costretta a fermarsi perchè la Regione non paga. Ci riferiamo alla società di autolinee Farrace di San Massimo. Ma anche la Gtm a Termoli torna a bussare a soldi dopo che il Tar ha riconosciuto valide le argomentazioni poste contro i tagli fatti proprio all'azienda dei chilometri sul percorso cittadino di Termoli. Senza parlare di Atm. E l'assessore cosa fa?

Ruta tende la mano a Frattura “Salviamo il Molise”


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 14 luglio 2015

Ruta parla a tutti perchè Frattura intenda Conferenza stampa del senatore: “Pagare i debiti ma assicurare almeno un DEA di secondo livello per i molisani” Ora si che l’abbiamo tutti, ma proprio tutti, un mutuo sulle spalle. Un mutuo che nessuno aveva chiesto ma che tutti, ma proprio tutti, dovremo pagare. Apparentemente invisibile, ma che, alla fine dell’anno, avrà chiesto, senza remissione di peccato, il suo tributo ai nostri emaciati conti correnti. 272 milioni di euro per ripianare la ciclopica esposizione che gli amministratori che si sono succeduti alla giuda della nostra Regione sono incredibilmente riusciti a maturare nella gestione della sanità pubblica. Loro hanno fatto il buco, noi tutti lo ripianeremo. E amen. La questione è stata oggetto della conferenza stampa tenuta ieri mattina dal senatore Roberto Ruta ed ha infiammato a lungo, nei mesi scorsi, la cronaca politica, incendiando i rapporti tra delegazione parlamentare molisana e giunta regionale, investendo il Partito Democratico, preoccupando non poco la frastornata utenza molisana e gli ope-

ratori del settore. Chiara la posizione del senatore: “…ritengo che abbiamo il dovere di pagare i debiti (i 272 milioni n.d.r.) almeno quanto lo Stato, per dettato costituzionale, abbia il dovere di assicurare ai cittadini molisani

CAMPOBASSO. “Dal 1° luglio il Castello Monforte ha cambiato gestione, l’amministrazione l’ha consegnato all’associazione Laboratorio Aperto”. A denunciare il caso, l’Associazione Centro Storico. “Appare buona l’idea di coinvolgere soggetti svantaggiati e dargli opportunità di inserimento sociale, ma sarebbe opportuno formare queste persone, per potergli consentire di esercitare al meglio l’importante e delicato ruolo dell’accoglienza turistica. Altre associazioni sono coinvolte nel progetto: IALMolise Ente di formazione, Comitato Fare Assieme Rione San Lorenzo, costituito solo il 9 maggio 2015, Associazione Promosam e Palazzo Mariassunta, ristoratrice. Mancano all’appello associazioni culturali che avrebbero dovuto avere un ruolo determinante per la valorizzazione ed il rilancio del sito, simbolo della città, ma forse non se ne ritiene importante l’attività. C’è però un aspetto oscuro in questa vicenda. L’iniziativa non è

CAMPOBASSO. La sicurezza non ha colori politici, non è solo un valore ed un diritto inalienabile, ma un’esigenza di tutta la collettività. Per garantire tutto ciò, protagonisti indiscussi ed insostituibili sono i poliziotti e tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine i quali, deputati a tutelare e vigilare sulla vita dei cittadini, si vedono costretti a reclamare condizioni migliori per potere svolgere al meglio il proprio compito. Ed è per questo che ieri mattina il segretario generale del Sap, Gianni Tonelli è stato anche in Molise. Prima la visita al commissariato di Termoli e poi tappa in questura a

la tutela alla salute. Almeno un DEA di secondo livello e la sufficiente presenza di personale ed operatori per garantire tempestività nel fronteggiare le patologie tempo dipendenti, in considerazione del territorio della

nostra regione, prevalentemente montuoso, e delle rilevanti problematiche di mobilità interna. Ottenuti questi risultati si proceda pure a garantire il pagamento dei debiti, ma non senza la certezza di aver garantita la tutela del diritto alla salute ai cittadini molisani.” Sembra davvero di riconoscere nelle parole del senatore il classico discorso fatto alla nuora perché la suocera intenda. Destinatario, ovviamente, il presidente Frattura. La faccenda è lunga e, se si vuole, davvero complicata, ma ripetutamente, nei mesi scorsi, il senatore Ruta si è esposto per cercare di eterodigere la sconclusionata azione del commissario alla sanità Frattura. Sono state riempite colone su colonne ma oltre che non essere presente a importantissime riunioni tecniche, oltre ad annodare una cravatta da 272 milioni intorno al collo dei molisani, il commissario Frattura (e la sua squadra) nulla ha saputo fare. Al con-

trario del suo collega della Basilicata, giusto per fare un nome, sull’arcinota questione del decreto Balduzzi. Certo il disastro della sanità molisana ha molti padri, ma è altrettanto indiscutibile che, in due anni, l’attuale governo regionale ne ha combinate una più di Bertoldo. Suonano quindi come un (formalmente) bonario consiglio le parole di Ruta. Accolliamoci dunque questo mutuo ma cerchiamo di portare a casa quantomeno il DEA di secondo livello; cosa che il comportamento indecifrabile di Frattura nella questione decreto Balduzzi ha seriamente messo in discussione. Nell’ambito della stessa conferenza stampa il senatore Ruta ha poi dato conto delle conclusioni dell’indagine conoscitiva della commissione sanità del Senato dopo un anno di lavori. In questo senso colpisce che tutte e sette le Regioni meridionali siano sotto la “soglia di inadempienza” Guarda caso, eccezion fatta per la Basilicata.

“Castello Monforte, Battista che combini?”

stata presentata con alcun comunicato e la cittadinanza non è informata. Ma il fatto davvero inquietante che non esiste alcun atto amministrativo che giustifichi tale manovra. Di conseguenza non sono note le condizioni dell’affidamento e la domanda nasce spon-

tanea: perché il Sindaco concede in gestione il monumento più importante di Campobasso alla chetichella? Eppure il Sindaco sarebbe tenuto ad agire rispettando tutte le regole amministrative tra cui, appunto, la pubblicizzazione degli atti deliberativi. In questo caso non ve n’è traccia e sarebbe opportuno che i cittadini fossero messi al corrente del progetto avviato dal Comune. È giusto ricordare che nel 2008, proprio l’attuale Sindaco, allora Assessore, affidò con delibera e atto sottoscritto dalle parti il Castello Monforte ad una cooperativa e alla nostra associazione. Nel 2009, poi, il sindaco Di Bartolomeo spazzò via l’accordo e affidò per 5 anni la gestione

alla CO.MOL.TUR. Ora improvvisamente questo consorzio lascia il castello e viene sostituito da altri soggetti. A nostro avviso sarebbe stato opportuno coinvolgere i cittadini su una valutazione della gestione dell’offerta turistica messa in campo negli anni, delle problematiche aperte ed irrisolte che da anni si cerca di portare all’attenzione delle Amministrazioni che si sono succedute, pensiamo alla gestione di un cartellone culturale all’interno del maniero e quindi al vincolo determinato dalla presenza del Sacrario, alle antenne, alla via Matris chiusa per caduta sassi, ma mai veramente utilizzata… Tutto questo non c’è stato, ma è doveroso che i cittadini siano messi almeno al corrente del “progetto” avviato dal Comune e che abbiano la possibilità di sapere con quali procedure e con quali criteri lo si è attivato”.

“La sicurezza è un bene per tutti” Gianni Tonelli, segretario nazionale del Sap, sindacato autonomo di Polizia, in visita in Molise Campobasso. Un’occasione per guardare da vicino le difficoltà che incontrano sul territorio tutti gli agenti di polizia ma anche per distribuire delle “spy pen’’, speciali penne che nascondono microcamere da 8 giga bite: serviranno a riprendere l’attività delle pattuglie sull’arco della giornata, in modo da registrare oggettivamente i fatti ed avere a posteriori la possibilità di rivederli ed esaminarli. “Un’operazione – ha

detto Tonelli – di verità e giustizia. La visita del segretario nazionale fa seguito alla nomina del sub commissario alla Segreteria Provinciale di Campobasso del Sindacato Autonomo di Polizia (S.A.P.), di Ubaldo Colarusso. La scelta, da parte dei vertici nazionali, per rilanciare fortemente la propria azione sul territorio di competenza. Il SAP, da sempre vicino alle esigenze degli operatori del settore, forte del pro-

prio ruolo e della propria storia, con la propria azione assicura il giusto collagene fra questi ultimi e le Istituzioni. Le istanze dei poliziotti sono finalizzate ad alimentare il bene comune e ad alzare il livello di sicurezza del sistema paese, oggi in questa delicata fase è doveroso da parte di tutti sforzarsi per arrivare a soluzioni che possano andare in questo senso.


TAaglio lto

3 14 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

257.338.926 euro per fronteggiare il mancato rispetto degli adempimenti previsti dal Piano sanitario di rientro

Carico di debiti amministrativamente in difficoltà politicamente irrilevante di fronte allo Stato e ai compiti statutari e istituzionali il Molise è una Regione sotto tutela L’accesso all’anticipazione di liquidità per 257.338.926 euro, ai sensi dell’ articolo 3 del Decreto legge 8 aprile 2013, numero 35, convertito con modificazioni dalla Legge 6 giugno 2013 numero 64, chiesto dalla Regione Molise, con due distinte note, il 28 febbraio e il 7 marzo 2014, s’è reso necessario per fronteggiare il mancato rispetto degli adempimenti previsti dal Piano sanitario di rientro, in relazione alla “realizzabilità degli equilibri finanziari nella dimensione e nei tempi programmati, in funzione degli interventi di risanamento, riequilibrio economico finanziario e di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, anche sotto il profilo amministrativo e contabile, per non mettere in pericolo la tutela dell’unita’ economica e dei livelli essenziali delle prestazioni”. Eccoci, dunque, di fronte a un altro “successo” della giunta Frattura che per 30 anni terrà impegnato il bilancio regionale e i molisani a pagare le rate e gli interassi dell’anticipazione. Un altro “successo” dell’incapacità a programmare e a decidere cosa fare e come fare per ridurre il deficit sanitario e per assicurare contestualmente il minino dei livelli accettabili di cura ed assistenza. Il ricorso all’anticipazione è stato un passo obbligato, previsto proprio per i casi in cui le Regioni nella condizione disastrata del Molise, non sono in grado di provvedere a se stesse e, in campo sanitario, alla salute dei propri cittadini. L’articolo 3, comma

di Lucio Pastore Ho letto su FB che il TAR Molise ha dato ragione al ricorso del Comitato S.S.Rosario di Venafro e si deve ritornare alla situazione del 2011. Tutto questo è legato all’inconsistenza ed incompetenza di una classe politica ed amministrativa incapace di presentare un Piano Sanitario Regionale organico in grado di risistemare tutto il SSR. Per difendere particolari interessi di soggetti privati o di clienti amici, si creano storture e forzature che rendono i piani di riordino oggettivamente incoerenti, deboli ed esposti a ricorsi giudiziari. Ha iniziato Iorio su questa strada ed, in piena continuità, Frattura si muove sulla stessa linea. L’unico piano accettato dal Tavolo Tecnico, quello di Carmine Ruta, è stato subito annullato da Frattura perchè riequilibrava il rapporto pubblico-privato. Ma anche il Tavolo Tecnico ha grosse colpe nel fallimento di questo riordino. I vari subcommissari inviati non hanno fatto altro

1, del decreto legge 8 Aprile 2013, numero 35, e le successive modifiche e integrazioni, prevede espressamente che, “al fine di favorire l’accelerazione dei pagamenti dei debiti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale, lo Stato è autorizzato ad effettuare anticipazioni di liquidità alle Regioni ed alle Province Autonome a valere sulle risorse per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti del Servizio Sanitario Nazionale di cui all’articolo 1, comma 10, del medesimo decreto”. Al finanziamento peraltro sono legati non pochi obblighi e prescrizioni,

giusto per mettere le cose in chiaro e far capire agli amministratori regionali che non sono all’altezza del compito, che le briglie sono saldamente nelle mani di chi li foraggia. La Regione deve pertanto predisporre misure, anche legislative, idonee e congrue di copertura annuale del rimborso dell’anticipazione di liquidità, verificate dall’apposito Tavolo di Verifica degli adempimenti; la presentazione di un piano di pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili, cumulati alla data del 31 Dicembre 2012 … e dettagliatamente elencati, rispetto ai quali il Tavolo di Verifica degli adempimenti

La pessima gestione della sanità pubblica che aggravare il debito e defunzionalizzare il SSR. Per non parlare dei governi centrali che per motivazioni politiche non hanno mai sostituito i commissari ad acta. Ora come fatto marginale si continueranno ad utilizzare ancora i dirigenti medici del Pronto Soccorso di Isernia per tenere aperto il Pronto Soccorso di Venafro rendendo non funzionanti entrambe le strutture, a dimostrazione dell’alto valore dell’attuale dirigenza dell’ASREM. Ma la cosa più grave è che in questo stato di marasma il sistema pubblico funziona sempre peggio mentre il privato convenzionato è costantemente e continuamente protetto. Il sistema si sta oggettivamente privatizzando trasformando progressivamente il diritto alla salute in merce. Non vorrei che tutto questa confusione non

regionali verifica la coerenza con le somme assegnate alla singola Regione …; il piano dei pagamenti può comprendere debiti certi, sorti entro il 31 Dicembre 2012, intendendosi tali i debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine. Il tasso di interesse a carico della Regione è pari al rendimento di mercato dei Buoni poliennali del Tesoro a 5 anni in corso di emissione”. Non appena formalizzata l’anticipazione, ovvero all’atto dell’erogazione, la Regione deve provvedere all’immediata estinzione dei debiti elencati nel piano di pagamento e dell’avvenuto pagamento e dell’effettuazione delle relative registrazioni contabili deve formale certificazione al Tavolo di Verifica degli adempimenti, rilasciata dal responsabile della Gestione sanitaria accentrata, ovvero da altra persona formalmente indicata dalla Regione. Carico di debiti, amministrativamente in difficoltà, politicamente irrilevante di fronte allo Stato e ai compiti statutari e istituzionali, il Molise è una Regione sostanzialmente sotto tutela, appena appena tollerata di esistere e in molti casi finanche derisa. Accade perché di fianco alla classe dirigente regionale viaggia in parallelo una realtà sociale, sindacale e culturale (la realtà economica n’è la conseguenza) che ha vissuto e vuole continuare a vivere di sussistenza. Dardo

fosse casuale ma determinata con machiavellica chiarezza. Ora la Regione Molise, per questo sfascio prodotto dalla pessima gestione politico-amministrativa, deve accendere un mutuo di 257 milioni che verrà riversato sulle spalle dei molisani con il vecchio mutuo già acceso dalla gestione Iorio, oltre le accise, tickets, tasse. E tutto questo per un sistema che funziona sempre peggio. Non sarebbe il caso di chiedere un audit popolare, così come richiesto da De Lellis, per analizzare il debito prodotto, individuare le diverse responsabilità, addossare quelle parti del debito a chi le ha generate per incompetenza ed interesse e pagare noi la sola quota parte che serve realmente al s i s t e m a ? Se questa classe politico-amministrativa non viene spazzata via la Regione Molise verrà completamente distrutta. Ma per fare questo dobbiamo passare da proteste virtuali a proteste reali. Ne saremo capaci?


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4 14 luglio 2015

Sul bando pubblico della Regione Molise, i dubbi del consigliere, Salvatore Micone

“Efficientamento energetico, che succede?” CAMPOBASSO. “Con rammarico mi sono trovato nelle ultime settimane a raccogliere le lamentele di tutti quegli Amministratori Comunali e dei tecnici interessati che avevano visto nel bando per il finanziamento di progetti finalizzati a rendere energeticamente più efficienti gli utilizzi degli edifici pubblici e le utenze energetiche pubbliche, uno spiraglio per il Molise sia in termini di risparmio energetico, efficientamento ed ammodernamento dei Comuni che in termini di giusta distribuzione di fondi pubblici e di opportunità di lavoro sul territorio”. Sul Bando in questione così interviene il Consigliere Regionale Salvatore Micone. “Sarebbe stata una delle occasioni in cui il Molise avrebbe potuto dare dei segnali ai cittadini sulla volontà delle Istituzioni di cambiare pagina, di utilizzare in modo giusto ed obiettivo i fondi pubblici; invece, leggendo l’Avviso Pubblico, finanziato per circa

4 milioni di euro a valere sul FESR, ci rendiamo conto che purtroppo non tutti sono stati messi nelle condizioni di presentare istanza di accesso ai finanziamenti” sottolinea Micone. “Il predetto Avviso prevede, infatti, quale criterio di aggiudica-

zione dei progetti e delle relative risorse un procedimento a sportello basato sull’ordine cronologico di presentazione delle domande ed il breve termine di 10 giorni successivi alla pubblicazione dell’Avviso per la presentazione delle medesime istanze.

L’ordine cronologico, però, in questo caso non costituisce una garanzia di qualità in riferimento ad interventi dall’alto valore tecnico e tecnologico ed al contempo il termine di dieci giorni non è assolutamente sufficiente all’elaborazione dei progetti medesimi. Mediante il ricorso ad una valutazione tecnica ed economica dei progetti si sarebbe garantita da un lato la qualità dell’offerta con ricadute in termini di efficienza e risparmio per i comuni interessati e dall’altro un sicuro risparmio di fondi pubblici con la possibilità di garantire un numero più elevato di interventi nei Comuni del territorio regionale, puntualizza Micone. “Ho presentato pertanto un’interrogazione urgente affinché il Presidente della Giunta chiarisca le motivazioni del ricorso ai suddetti criteri che hanno impedito, dati i tempi irrisori per tale tipologia di progetti, a tanti Comuni e tecnici esperti del settore di partecipare al

Bando e per capire le modalità che hanno invece permesso a pochi di accedere ai suddetti finanziamenti. Ho infatti forti dubbi sulle predette modalità dal momento che dopo appena dieci giorni alcuni e ripeto solo alcuni sono stati in grado di individuare i Comuni, formalizzare con essi un accordo, acquisire la documentazione necessaria, predisporre progetti di cotanta difficoltà e presentare l’istanza nei primi secondi dispon i b i l i ! ! ! Penso che sia arrivato il momento di dare un segnale forte ai cittadini molisani, un segnale che incoraggi loro ed i giovani a restare nella nostra terra. E pertanto questo vuole essere un monito per favorire un’inversione di tendenza, per riportare la politica sui giusti canali. Per migliorare il nostro Molise c’è bisogno di tecnici competenti e progettualità valide e non dei soliti campioni della velocità”, conclude Micone”.

Soddisfazione è stata espressa dalla Coldiretti Molis dopo la protesta CAMPOBASSO. Dopo la rabbia manifestata in piazza Montecitorio a Roma, l’8 luglio scorso, di centinaia di allevatori e casari della Coldiretti Molise uniti a migliaia di altri provenienti da tutta Italia, che aveva raccolto la solidarietà trasversale di politici, rappresentanti delle istituzioni e della società civile, è arrivato il rinvio dell’ultimatum della Comunità Europea sul formaggio senza latte. “Con una nota inviata il 10 luglio dal segretariato generale della Commissione Europea alla Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea – dichiara Tommaso Giagnacovo, presidente di Coldiretti Molise - è stata accordata una proroga fino al 29 settembre 2015 del termine di risposta alla lettera di “diffida” della CE, con la quale si vuole imporre all’Italia di produrre “formaggi senza latte”, ottenuti con la polvere. Si tratta di un segnale di attenzione importante, che prende atto del grande consenso generale raccolto dalla manifestazione di Coldiretti, che ci auguriamo si traduca in decisioni definitive nel-

Latte in polvere per i formaggi, una pausa di riflessione dell’Ue l’ambito del negoziato con le Autorità italiane. Intanto il pressing della Coldiretti continua per difendere il primato della nostra produzione lattiero casearia”. Saverio Viola, direttore della Coldiretti Molise, evidenzia: “Continua la petizione di Coldiretti che chiede l’impegno del Governo e del Parlamento per garantire la norma vigente sul divieto di detenzione e utilizzo della polvere di latte, al fine di tutelare i cittadini, garantendone la massima consapevolezza e di difendere la distintività e l’eccellenza del vero made in Italy agroalimentare, di cui il settore lattiero-caseario rappresenta una componente strategica in termini economici e di reputazione dell’Italia nel mondo.” A rischio c’è un settore che - sottolinea la Coldiretti -

CAMPOBASSO. “Il Consiglio dei ministri ha deliberato la non impugnativa della nostra legge regionale a sostegno dell’editoria molisana: la legge è legittima. A dispetto delle voci che si sono ricorse, variamente sostenute, all’indomani dell’approvazione, la norma non presenta alcun vizio. Non avevamo dubbi.

rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano con un

valore di 28 miliardi di euro con quasi 180 mila gli occupati nell’in-

“Editoria, nessun vizio sulla legge” A sottolineare il visto del Governo, il presidente Paolo Frattura Adesso anche l’ok del Governo sancisce la correttezza di una legge nata con l’intento di tutelare gli operatori dell’informazione locale: un testo equanime, attento alle professiona-

lità e non discriminatorio di nessuno. Tanto basta a certificare la bontà della legge frutto, tra l’altro, della più ampia concertazione con le parti interessate”.

tera filiera, 35mila stalle ma che svolge anche un ruolo insostituibile di presidio del territorio, nel quale la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali al pascolo. Il via libera alla polvere di latte - precisa la Coldiretti - mette a rischio 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni, ma omologa e abbassa anche la qualità del Made in Italy e fa aumentare il rischio frodi.


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5 14 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Gtm e Farrace fermano i mezzi. Capolinea Le due società di trasporto pubblico costrette allo stop. Basso Molise praticamente appiedato Capolinea, si scende. E non si sa davvero quando si ripartirà. Oggi 14 luglio sospenderà il servizio di trasporto pubblico la Farrace Autoservizi srl, società con sede legale a San Massimo ma che opera prevalentemente nei comuni del basso Molise (servendo anche lo stabilimento Fiat, ad esempio) e giovedì 16 luglio prossimo toccherà alla GTM, che gestisce il trasporto pubblico nel tessuto urbano di Termoli. Due storie molto simili, due grani dello stesso, stanco rosario di ritardi ed inadempienze da parte della Regione Molise che, da mesi, scorriamo impotenti. Del resto, se al cospetto dell’invincibile Moloch Regione Molise, che pretende in sacrificio i diritti di cittadini e lavoratori, non può nulla la magistratura, figuriamoci cosa possano mai vertenze sindacali, proteste dei lavoratori stessi e (taluna) stampa. Entrambe le società, infatti, sono in possesso di pronunciamenti di Tribunali (quello di Campobasso n. 70/15 R.G.Es., e n.

1132 Cron. E n. 600 repertorio, del 12.06.15, per la Farrace srl ed una sentenza del TAR sempre di giugno 2015 per la GTM) che dispongono in loro favore lo sblocco delle somme di cui sono creditrici ma che evidentemente a nulla servono. Entrambe le società, poi, oltre alla mancata erogazione di quanto dovuto per l’esercizio corrente, aspettano ancora somme re-

lative all’anno 2010. Si, anno 2010; da non credere. Entrambe le società, per concludere, fino ad ora hanno garantito il regolare svolgimento del servizio grazie a pesanti esposizioni con le banche, che però, ora, hanno chiuso i rubinetti.Così come li hanno chiusi i fornitori di carburante. Con la diretta conseguenza che le due società si vedono costrette a fermare

i mezzi ed appiedare gli utenti. Molti di voi, lettori de La Gazzetta, ricorderete che anche l’ATM, qualche mese fa, si vide costretta ad un’eclatante azione, più simbolica che altro, consistita nel fermare i mezzi per un giorno, causando pesanti disagi all’utenza ed un’ accesa reazione da parte del titolare ai trasporti della giunta Frattura, Pierpaolo Nagni, che minacciò azioni legali per interruzione di pubblico servizio. La situazione dell’ATM si sistemò di lì a poco, con il versamento, bontà loro, delle somme così lungamente attese da parte degli uffici regionali. Ammesso, ma non concesso assolutamente, che le cose vadano nello stesso modo per la Farrace e la GTM, rimane lo sconcerto sul perché si debba arrivare alle estreme conseguenze per il semplice riconoscimento di un diritto. Rimane un irritante velo di mistero sul perché chi lavora deve essere costretto ad aspettare mesi, se non anni, per vedersi restituito quanto

dovuto, perchè sudato. L’arrogante sordità della Regione non sente ragioni neanche di fronte a carte bollate spedite da Tribunali. Evidentemente non siamo tutti uguali dinanzi alla legge, ma tutti uguali sotto la burocrazia: schiacciati, proni, impotenti. E poco importa, evidentemente, che gli unici a pagare le conseguenze di questa situazione saranno gli utenti. Entrambe le società operano in basso Molise. Con l’arrivo della bella stagione non ci vuole certo un genio per capire quale enorme disservizio sarà il blocco del trasporto pubblico, sia intercomunale che all’interno della stessa città di Termoli.Se sarà un veloce braccio di ferro o una spinosissima questione che a lungo dovrà trascinarsi lo scopriremo presto: basterà tendere le orecchie e, dalla costa per tutta la regione, si sentiranno chiare le maledizioni di lavoratori, cittadini e turisti lasciati a piedi per manifesta impotenza difronte alla burocrazia.

Proposta dei Cristiano Sociali agli amministratori dei piccoli comuni delle aree interne

Non si fanno figli: prendiamoci i minori stranieri non accompagnati! Auspicata una risposta solidale verso i profughi ed i rifugiati, con la possibilità di includerli socialmente nelle proprie comunità aprendosi all’integrazione culturale e a percorsi di inserimento lavorativo I Cristiano sociali dicono ciò che per opportunismo politico non può dire il vice presidente della giunta regionale Michele Petraroia. Comunque, gli sono vicini e, sul fronte delle politiche sociali, non smentendo la loro natura culturale, gli danno una mano a diffondere il verbo dell’accoglienza, della solidarietà, della integrazione dei migranti nella realtà in cui arrivano e là attendono, assistiti e ristorati, il loro destino. L’ultima campagna per un’accoglienza senza limiti e senza riserve i Cristiano Sociali l’hanno riservata ai minori stranieri non accompagnati. Al di là della contingenza (che sarà tale e sempre se non verranno limitati i flussi), l’accoglienza prefigurata da Piera Liberanome e Roberta Iacovantuono si veste di ipotesi a carattere permanente. Infatti, si fanno carico di considerare l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati una soluzione al decremento delle nascite soprattutto nei piccoli comuni dove - è stato calcolato - la natività va da zero a 4 bimbi l’anno. A rafforzare il loro punto di vista aggiungono: “Senza gli immigrati la

popolazione del Molise sarebbe già scesa sotto i 300 mila abitanti e in tanti comuni delle aree più svantaggiate della regione la presenza di minori arricchirebbe il tessuto sociale locale restituendo a quei territori una prospettiva di futuro”. Non solo, l’accoglienza ha anche un preciso risvolto utilitaristico che i Cristiano Sociali usano come specchietto per le allodole per chi avesse scrupoli o tentennamenti. “Accogliere con pro-

getti pluriennali di inclusione sociale minori stranieri nelle nostre comunità aprirebbe una speranza nuova e alimenterebbe una micro-economia locale comunque positiva e benefica con un afflusso di risorse estremamente interessante”. E’ noto, infatti, che lo Stato italiano offre consistenti contributi a coloro che accolgono e mettono a disposizione un tetto agli immigrati. Un business che a Roma, per dirne una, ha costituito lo scan-

dalo del secolo (Mafia Capitale) e che dovunque si viene realizzando tracima sempre in opportunismo. Ma i Cristiano Sociali guardano avanti, immaginano e anelano una realtà multirazziale, in cui la componente straniera si preannuncia crescente e maggioritaria nel tempo. La chiosa, al riguardo, è chiara e significativa: “Chiudersi a riccio nei propri egoismi e respingere i minori stranieri non accompagnati rappresenta un errore culturale, uno sbaglio economico e un atto di assoluta miopia politica”. Valutazioni di stretta natura programmatica oltre che politico/sociale che, magari, dette da Petraroia avrebbero potuto creargli qualche imbarazzo. Diverso invece che lo dicano i Cristiano Sociali che sono, come abbiamo detto, una variante mobile del pensiero e dell’opera del vice presidente della giunta regionale che di queste aperture, di queste forme di apripista, ha estrema necessità per evitarsi impatti

polemici e contrastanti. La loro (dei Cristiano Sociali) è un’azione di penetrazione molto più efficace rispetto alla gelida burocrazia dei bandi Sprar del ministero dell’Interno, soprattutto nei confronti dei comuni dell’aree interne del Molise, quelle che il vescovo di Trivento vorrebbero fossero oggetto costante di attenzione e di sostegno da parte della Regione e che i Cristiano sociali immaginano possano rigenerarsi demograficamente ed economicamente con gli immigrati. Motivo sufficiente per sollecitare “ la candidatura degli Enti locali entro il termine di scadenza del 23 luglio, promuovendo una risposta solidale verso i profughi ed i rifugiati, con la possibilità di includere socialmente gli stessi nelle proprie comunità aprendosi all’integrazione culturale e a percorsi di inserimento lavorativo”. Se amministrassero i Cristiano Sociali non perderemmo tempo ad essere una società multirazziale, rigenerata nel sangue e nella mente. Dardo


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

14 luglio 2015

“IL SUO CUORE, IL SUO AMORE È FRA NOI” Mons. Gabriele Teti Sei anni. Son trascorsi esattamente sei anni dalla premurosa telefonata dell’Arcivescovo Ordinario Militare Emerito per l’Italia, Sua Eccellenza Monsignor Vincenzo PELVI, che mi informava dell’attentato terroristico avvenuto in Afganistan e, con paterno affetto, mi inviava a casa dei genitori di Alessandro DI LISIO. Intanto la notizia dell’agguato, in pochi istanti, faceva il giro del mondo e metteva in moto lo Stato Maggiore dell’Esercito e, nel contempo, le massime cariche dello Stato, il Presidente della Repubblica, della Camera e del Senato, tributavano gli onori al giovane paracadutista Alessandro. Anche la Camera dei Deputati con minuto di silenzio e un lungo applauso partecipava al grave lutto. Accompagnato dai vertici del Comando Militare Esercito Molise portavo ai genitori di Alessandro ed alle sue due sorelle il cordoglio e la vicinanza di tutta la Chiesa Ordinariato Militare in Italia che, con il Vescovo e i suoi Cappellani Militari, si stringevano a loro in un momento così doloroso. Da subito venivo colpito dalla loro determinazione e la fierezza di avere un figlio militare dell’Esercito Italiano,

seriamente impegnato nelle missioni a sostegno della pace di pace e professionalmente realizzato nell’amata specialità dei paracadutisti. I genitori decidevano anche che i funerali solenni venissero celebrati a Campobasso, per permettere a tutti gli amici di partecipare, mentre la camera ardente veniva allestita all’interno della caserma “ Gabriele Pepe”, sede del nostro glorioso Esercito. Sicuramente il momento più toccante e doloroso è stato ritrovarsi all’aeroporto

militare di Ciampino quando, con in genitori e i familiari, abbiamo potuto riabbracciare Alessandro e pregare poi presso la camera ardente allestita all’Ospedale Militare Celio. Nel tardo pomeriggio del 16 luglio di sei anni fa lo abbiamo accompagnato nel suo ultimo viaggio a Campobasso dove, ad attenderlo da varie ore, vi erano centinaia di persone. Nella Caserma Pepe, che è la casa del soldato per molti molisani dal 1870, ha trascorso l’ultima notte, vi-

sitato, salutato e pianto da migliaia di concittadini. Ricordo come l’allora Presidente della Regione, il Sen. Michele IORIO con il Sindaco, il Sen. Luigi DI BARTOLOMEO, e tutta la popolazione vissero intensamente il proclamato lutto cittadino con una partecipazione sincera, intensa, spontanea e grande commozione. E’ doveroso ricordare, infine, come durante la S. Messa in Cattedrale l’Arcivescovo Mons. Vincenzo PELVI, amatissimo Padre e Pastore Buono , rispondendo alla domanda: “Qual è il segno che Alessandro c’è ancora? Da che cosa si vede che è ancora vivo?”, affermò: “Il suo cuore, il suo amore è tra noi e ci rende più amici di prima”. E realmente, durante questi sei anni trascorsi senza Alessandro, abbiamo toccato con mano quanto sono vere queste parole. Ogni mese, nella data anniversario, celebrando la S. Messa, abbiamo constatato come i genitori di Alessandro ora sono diventati anche i genitori dei nostri soldati quotidianamente impegnati in missioni internazionali a sostegno della pace e nella lotta contro la criminalità organizzata, diventando per tutti loro, semplicemente mamma

Dora e papà Nunzio. Poi, l’affetto, l’amicizia, la vicinanza di tantissimi campobassani e di molti, anche di regioni lontane, accompagnano quotidianamente i genitori di Alessandro che, anche durante l’incontro con il Santo Padre, hanno ricevuto il Suo affettuoso e paterno abbraccio assieme a tutte le famiglie dei caduti in Afganistan e con i militari feriti nelle nostre Missioni all’esteroEd ora comprendiamo meglio come il “nostro” Alessandro ha consegnato a tutti, soprattutto ai nostri giovani, una fiaccola da alimentare nel cammino bello e complesso del nostro tempo: non esiste altro segno dell’amore, se non quello di chi dona la propria vita per le persone più povere e deboli, con una fiducia senza riserve. Caro Alessandro , ai Tuoi cari, ai Tuoi colleghi, a Noi tutti hai affidato una delicata e lungimirante consegna: ci hai detto che la vita richiede senso di responsabilità, spirito di dovere, dedizione continua (anche se non sempre riconosciuta!), testimonianza di valori vissuti con intelligenza e grande generosità e, a volte, anche con il sacrificio supremo di se. Anche per questo , grazie Alessandro!

“A Di Lisio la medaglia d’oro” La proposta è stata fatta dall’europarlamentare molisano, Aldo Patriciello CAMOBASSO. “Lo Stato ha il dovere di custodire adeguatamente il ricordo di coloro che sono scomparsi compiendo fino in fondo il loro lavoro. È un atto di responsabilità politica oltre che un dovuto riconoscimento per il sacrificio di tutti i nostri militari caduti nell’esercizio del proprio dovere. Nessuna motivazione può avere la precedenza rispetto all’assoluta necessità di rendere

onore a chi ha perso la vita servendo il Paese”. Così Aldo Patriciello, parlamentare europeo di Forza Italia, nel giorno del sesto anniversario della scomparsa di Alessandro Di Lisio, il caporal maggiore dei paracadutisti morto in Afghanistan il 14 luglio 2009 in seguito all’esplosione di un ordigno a 50 chilometri dalla città di Farah. “Alessandro Di Lisio ha dedicato la maggior parte della

sua esistenza al servizio del suo Paese e del prossimo – ha detto Patriciello. Il suo esempio è fonte di orgoglio non soltanto per la sua famiglia e per tutti noi molisani ma anche e soprattutto per coloro che quotidianamente mettono la loro competenza e la loro professionalità al servizio della pace e della solidarietà internazionale. A distanza di sei anni – continua l’eurodeputato azzurro – il suo ri-

cordo continua a vivere in ognuno di noi: alla sua famiglia va la mia più totale vicinanza ed il pieno sostegno al fine di poter ottenere finalmente il conferimento della medaglia al valor militare. Sono convinto, infatti, che sia preciso dovere di ogni Stato che si rispetti quello di stringersi intorno al dolore delle famiglie dei nostri militari caduti. Da questo punto di vista, dunque, la me-

Con Trivisonno al chiaro di luna Questa sera a Campobasso la prima delle tre serate organizzate dal Comitato CAMPOBASSO. Oggi, alle ore 21.00, in Piazza D’Ovidio a Campobasso, avrà inizio la prima delle tre serata organizzate dal “Comitato Trivisonno 2015” per l’estate campobassana: “Con Trivisonno al chiaro di luna: dal borgo murattiano alle mura medioevali”. Una suggestiva ed inusuale passeggiata attraverso le ampie vie della città ottocentesca e le caratteristiche strade del borgo antico unificate per una sera da un comune denominatore: la scoperta dei “luoghi trivisonniani”. Il percorso toccherà diversi punti della città legati al pittore campobassano Amedeo Trivisonno e consentirà di raccontare alcuni episodi della sua vita avvenuti sullo sfondo della Campobasso di inizi Novecento fino a concludersi con una visita guidata della chiesa di Sant’Antonio abate. Tale iniziativa, che rientra nel programma dell’Estate in città 2015 del Comune di Campobasso, è curata dall’Associazione

Centro Storico Campobasso e dalla AGTM Guide Turistiche Molise nell’ambito delle attività del Comitato Trivisonno 2015. L’iniziativa segue le visite guidate realizzate dal Comitato a San Giovanni in Galdo nelle serate dell’11 e 12 luglio con “I segreti del Morrutto” dove numerosi partecipanti sono stati accompagnati nella scoperta del centro storico del paese e delle sue bellezze, tra cui uno dei più bei dipinti del Maestro Trivisonno all’interno della chiesa di San Germano. Tutte le attività del Comitato sono finalizzate alla raccolta fondi per il restauro dell’affresco dei quattro Evangelisti, opera di Amedeo Trivisonno, presente nella Chiesa di Santa Maria della Croce a Campobasso. Tutti gli eventi del comitato sono gratuiti ma sono una buona occasione per offrire un proprio contributo anche minimo al progetto. Il comitato ha anche realizzato alcune cartoline da collezione riservate ai sostenitori dell’iniziativa.

daglia al valore non è un atto meramente simbolico ma piuttosto il doveroso tributo del Paese nei confronti di Alessandro Di Lisio e del suo sacrificio. Nelle prossime ore – conclude Patriciello scriverò personalmente al Ministro della Difesa Pinotti ed al Presidente Mattarella affinché si adoperino al più presto per rimediare a quello che ritengo essere un vero e proprio torto”.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

14 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

La riorganizzazione dei servizi del Comune è all’esame della giunta

Il coordinatore delle attività amministrative Iacobucci ha concluso il lavoro C’è attesa e curiosità, sebbene alcuni vertici dirigenziali (Urbanistica e Lavori pubblici) e alcuni servizi, siano ancora scoperti Opera conclusa. Passata alla giunta comunale, quindi da passare al vaglio dei gruppi di maggioranza e, infine del consiglio. Il coordinatore delle attività amministrative di Palazzo san Giorgio, Antonio Iacobucci, ha completato la proposta di riorganizzazione delle strutture e dei servizi comunali. Un lavoro durato alcuni mesi, tempo necessario per analizzare lo stato di fatto e per trovare i correttivi per rigenerarlo. Un lavoro ponderoso, da cui l’amministrazione Battista vorrà prendere lo spunto per ridare a se stessa e alla città una nuova spinta, trovare una soluzione per accelerare il passo alle pratiche tecniche e amministrative che

languono, per cerare un clima di fattiva collaborazione e intesa tra i reparti e tra gli uffici. Reparti ed uffici che sono stati analizzati nella loro complessità e via via ricomposti nelle funzioni e negli uomini, in maniera che le une egli altri trovassero i necessari meccanismi per funzionare al meglio e dare risposte concrete e celeri alla domanda di efficienza e tempestività finora delusa nell’aspettativa della gente. In pratica l’amministrazione in carica ha esercitata, e neanche in maniera inappuntabile l’ordinaria amministrazione, ora vuole passare alla progettualità, e per questo conta molto sull’assetto rinnovato e motivato della dirigenza,

dei funzionari e dei dipendenti; sulla diversa distribuzione dei carichi di lavoro e sulla ricerca delle motivazioni prestazionali che la proposta di riorganizzazione ha messo alla base della sua ragion d’essere. Iacobucci ha un notevole retroterra di conoscenza e di frequentazione della struttura municipale. Per chi l’avesse dimenticato, è stato il direttore generale per antonomasia affianco dei sindaci Augusto Massa e Giuseppe Di Fabio e da entrambi ritenuto un sostegno valido e produttivo. Esperienza che gli è servita per, come diciamo, un nuovo modello di lavoro di staff in stretta relazione con le nuove tecniche telema-

tiche, con le nuove regole contrattuali, insomma con l’esigenza di una nuova mentalità e concezione di essere la struttura comunale al servizio della collettività. C’è attesa e curiosità di conoscere e valutare la proposta, sebbene alcuni vertici dirigenziali (Urbanistica e Lavori pubblici) e alcuni servizi, siano ancora scoperti. Verranno coperti a seguito del trasferimento dell’architetto Giovanna Inanelli e del personale di ragioneria prescelto all’interno dell’organico dell’Amministrazione Provinciale, Ente manomesso e disarticolato dal Governo nazionale, a sua volta alla ricerca di una nuova identità.

Ti ricordo ancora

Quella pizzeria che non c’è più di sergio genovese Nell’album dei ricordi della serie “Niente è come prima”, certamente accusano ricevuta in maniera eclatante alcuni accadimenti che segnano a fuoco il tempo che viviamo. Un piccolo flash su Napoli che è la mia seconda città. Se i lettori si volessero divertire a fare un giro per Forcella o alla Pignasecca, si accorgerebbero che per strada le sigarette di contrabbando non le offrono più quelle signore con le facce rassicuranti senza esagerare, ma rumeni,algerini, nordafricani in maggioranza. Le facce degli scugnizzi si mischiano a quelle dei bambini figli dei tanti immigrati. Una versione globalizzata di una tipicità che rendeva Napoli una città unica al mondo. Succede qualcosa di simile anche dalle nostre parti. Negli anni sessanta e settanta quando le nostre littorine ci portavano in due ore e mezzo da Campobasso a Termoli, do-

vendo attendere le lunghe coincidenze del Lecce/ Milano, diventava un appuntamento fisso, anche decisamente auspicato, la visita ad una pizzeria appena fuori la stazione di Termoli.La pizzetta ci appariva buonissima .Il forno era elettrico ma il sapore di quella prelibatezza si proclamava persino insuperabile. Le facce che si incontravano assicuravano accoglienza ipercalorica, i costi erano contenuti, tutto si combinava o con l’aspettativa del viaggio che stavi per fare o con l’appagamento del ritorno che ti riconsegnava alla tua aria piena di certezze. Quel luogo era il crocevia che ci affrancava da un isolamento sociale che il Molise, riconosciamolo con franchezza, ha sempre vissuto. In quel locale si intrecciavano sogni e speranze di tanti ragazzi pieni di orgoglio che avrebbero voluto dire la loro nella vita che avevano davanti. L’ altro

giorno, con proposito, sono tornato su quel luogo, per molti magico, nella speranza di trovare volti e sguardi che mi riportassero velocemente a quei tempi. La delusione è stata forte, l’imbarazzo interiore tracimante. Il titolare era nordafricano e su questo, per carità, nulla da eccepire. Mi sono sforzato di risentire gli aromi di quelle pizzette buonissime ma non ne ho avvertito traccia. Mi è stato offerto il Kebab che ho rifiutato. Quel rifiuto si è portato via ricordi e speranze di tanti ragazzi che su quel Lecce / Milano costruivano la casa del loro vivere senza concedere ad alcuno una qualsiasi occasione di dipendenza. Quelle pizzette facevano il resto. Ogni morso era una riflessione di orgoglio e di dignità. Uno spettacolo sociale ed educativo che non avrebbe dovuto conoscere l’usura del tempo.

Oggi pomeriggio alle 18 in PIaza Municipio, promosso dai comitati cittadini “Indignati del Molise e Farne Molisane”

Il “Faccia a Faccia” di Antonio Battista coi cittadini Occasione per il sindaco di confermare il suo essere aperto, spontaneo, oltre che responsabile, e per i cittadini una inattesa possibilità per liberare il proprio punto di vista I comitati cittadini “Indignati del Molise” e “Frane Molisane” ritengono che l’incontro del sindaco Battista oggi pomeriggio alle 18 in Piazza Municipio con i cittadini, possa essere una svolta nei rapporti con Palazzo san Giorgio. Non si può che essere d’accordo, anche sulla certezza che debba essere un confronto libero, civile e democratico. Non ci sono precedenti. Pertanto il fatto stesso che il sindaco abbia accettato, è un segnale di cambiamento nei rapporti tra le isti-

tuzioni e i cittadini. Entrambi autori di un passo avanti sulla via della partecipazione democratica. Non solo protesta, rivendicazione, denuncia, peraltro opera di profondo dissodamento e rianimazione della coscienza civica assopita, da parte dei comitati cittadini; siamo finalmente al Faccia a Faccia, alla possibilità di interloquire sui fatti e sui misfatti della pubblica amministrazione, sulle urgenze e sulle necessità che i cittadini avvertono nella loro vita quotidiana e che gli am-

ministratori, chiusi nel Palazzo, forse, non riescono più a percepirle per tali. Un confronto, dicevamo; ma anche un’occasione per il sindaco di confermare il suo essere aperto, spontaneo, oltre che responsabile, e per i cittadini una inattesa quanto apprezzata (e, si spera, utili e utilmente utilizzata) possibilità per liberare il proprio punto di vista accompagnato magari dalla certezza che verrà tenuto in considerazione.

Asec Confesercenti: alla Caritas di Trivento gli introiti di Non Solo Sposi Con un assegno destinato alla Caritas della Diocesi di Trivento nelle mani di Monsignor Domenico Scotti. Si conclude in questo modo l’esperienza di “Non solo sposi”, la rassegna dedicata alle coppie in odore di matrimonio, che si è svolta lo scorso marzo al Centro Polifunzionale di via Marconi a Trivento”. La kermesse, promossa da Asec Confesercenti in collaborazione con Anva e Assoviaggi, è stata un’opportunità per tutte le coppie di programmare al meglio il giorno del matrimonio cercando spunti e consigli per la location, gli addobbi floreali, gli abiti da cerimonia, l’acconciatura e i gioielli. Ma dietro c’era un obiettivo molto più nobile, quello della solidarietà. Gli introiti della manifestazione sono stati infatti donati alla

Caritas di Trivento “nelle mani” del Vicario generale della Diocesi di Trivento Don Domenicoantonio Fazioli, del direttore, don Alberto Conti. “Solidarietà? L’Asec Confesercenti è da sempre in prima linea – sottolinea il presidente Pasquale Oriente. L’uscita dalla crisi economica sembra procedere a passo lento spiega il presidente di Asec – e in Molise ci sono ancora troppe famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. Per noi – aggiunge – dare una mano a chi è in difficoltà rappresenta un dovere morale ed è motivo di grande orgoglio. Ma il merito – conclude Oriente – va riconosciuto soprattutto a tutti i cittadini che numerosissimi hanno visitato “Non solo sposi”, perchè senza di loro oggi non saremmo qui”.

Soddisfatte anche il presidente di Assoviaggi, Gabriella Faccone e il presidente di Anva, Anna Valente. “La kermesse è stata un vero successo – dice la Faccone – speriamo di poterla ripetere nei prossimi anni”. “Sono orgogliosa dei risultati raggiunti con “Non solo sposi”e con tutte le attività collaterali a “Campobasso in fiera”- afferma invece Anna Valente – e poi – aggiunge – se i successi si legano alla solidarietà sono ancora più gratificanti. Infine, i ringraziamenti dell’organizzazione vanno all’intera amministrazione comunale di Trivento e in modo particolare al sindaco Domenico Santorelli e all’assessore Nazario Felice per il supporto e la grande disponibilità.



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Isernia

14 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Brasiello non risolve i veri problemi” Il movimento del Guerriero Sannita critica l’assenza di programmi della maggioranza ISERNIA. “Il Movimento regionale del Guerriero Sannita condivide la definizione di politica del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “I giovani si allontanano e perdono fiducia perché la politica, spesso, si inaridisce. Perde il legame con i suoi fini oppure perde il coraggio di indicarli chiaramente“. A sostenerlo è Giovanni Muccio, presidente del Guerriero Sannita. “La politica smarrisce il suo senso se non è orientata a grandi obiettivi per la umanità, se non è orientata alla giu-

stizia, alla pace, alla lotta contro le esclusioni e contro le diseguaglianze. La politica diventa poca cosa se non è sospinta dalla speranza di un mondo sempre migliore. Anzi, dal desiderio di realizzarlo. E di consegnarlo a chi verrà dopo, a chi è giovane, a chi deve ancora nascere. La politica, deve saper affrontare i problemi reali, ha bisogno di concretezza “. Ciò detto, la politica del “Molise di tutti”, a Isernia, con il sindaco Brasiello non riesce ad affrontare i pro-

blemi reali. La politica, nel capoluogo pentro, ha smarrito gli obiettivi per la cittadinanza (la lotta contro l’esclusione sociale e contro le disuguaglianze sociali), è inaridita. I giovani hanno perso fiducia ed emigrano dalla loro terra natia, troppe sono le promesse programmatiche che restano solo buoni propositi, scritti solo sulla carta. Il Movimento regionale del Guerriero Sannita sarà sempre vicino alle fasce deboli della società; il suo principale valore politico è la

“Giustizia Sociale”, che non è nè di destra né di sinistra, ma che tutti devono ambire a raggiungere all’interno del proprio gruppo o coalizione politica, anche schierandosi, se del caso, contro i propri rappresentanti politici. E’ questo il sale della democrazia. Una cosa contraddistingue il Movimento, le sue azioni sono sempre volte al miglioramento e al benessere della società, e, qualora si renda conto che tali obiettivi, pur avendoli condivisi con la coali-

zione del Centrosinistra, oggi “Molise di tutti” ( sia ad Isernia che in regione) stentano ad essere perseguiti, non ha difficoltà ad effettuare denunce politiche e a chiamarsi fuori da questa politica del dire e non del fare. La moda per molti, oggi, è quella di salire sul carro del vincitore. Al contrario, il Guerriero Sannita scende ed essendo un Movimento regionale non deve seguire direttive dell’alto, o imposizioni di sorta“.

Abusivismo, tutela del lavoro e sicurezza stradale Tredici persone nei guai nel corso di controlli predisposti dai Carabinieri Nell’ambito di un’attività finalizzata al contrasto dell’abusivismo edilizio, nonché per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, reparti territoriali del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia e personale del Nucleo Ispettorato del Lavoro dell’Arma, hanno passato al setaccio varie località della Provincia particolarmente sensibili sotto il profilo paesaggistico. A Colli al Volturno, un 60enne del posto, è stato denunciato per abusivismo edilizio in quanto era intento alla realizzazione di un fabbricato, ad uso abitativo, in assenza delle prescritte concessioni edilizie e in luoghi sottoposti a severi vincoli ambientali. La costruzione è finita sotto sequestro. Stessa sorte per un 50enne ed un 58enne di Castel San Vincenzo, perché intenti alla realizzazione di una struttura costruita in difformità alle autorizzazioni progettuali. Tra Isernia, Venafro, Montaquila e

Macchiagodena, sono stati sottoposti ad accertamenti numerosi cantieri edili e attività commerciali, nel corso degli stessi nove persone, per lo più titolari di imprese edili, sono stati denunciati per inosservanza alle norme previste per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e sulla regolarità occupazionale dei lavoratori. Si tratta di un 35enne ed un 50enne di Isernia, un 30enne di Piedimonte Matese, in provincia di Caserta, un 49enne di Gallo Matese, un 51enne ed un 45enne di Presenzano, un 44enne di Venafro, un 34enne di Aprilia, in provincia di Latina ed un 60enne di Macchiagodena. Durante i controlli sono state riscontrate diverse violazioni quali la mancata presenza di adeguate impalcature o ponteggi, la mancata presenza di idonee protezioni atte ad evitare la caduta dei lavoratori, la presenza di materiali vari posizionati in maniera disordinata in modo da

intralciare il passaggio con grave pericolo per i lavoratori, la mancata presenza di idonei dispositivi di protezione individuale e la non corretta o mancata redazione di tutta la documentazione prevista dal piano operativo di sicurezza del cantiere, nonché l’assenza delle prescritte autorizzazioni della Direzione Territoriale del Lavoro. Cinque sono stati in totale i lavoratori a nero identificati durante le ispezioni. Infine, nel corso di controlli in materia di sicurezza stradale, a Pescolanciano, un 40enne di Isernia, è stato sorpreso alla guida della sua autovettura completamente ubriaco, infatti il tasso alcolemico, a seguito dell’accertamento eseguito mediante l’apparato etilometro in dotazione alle pattuglie dell’Arma, superava di ben cinque volte il limite previsto dall’attuale normativa, causando così un gravissimo pericolo per l’incolumità degli utenti della strada.

A Macchia d’Isernia, torna il Bues Storica rassegna venerdì e sabato nel centro alle porte di Isernia MACCHIA D’ISERNIA. Venerdì 17 e sabato 18 luglio prossimi a Macchia d’Isernia torna il Macchia Blues Festival. Storica rasseg na di musica e cultura blues nata nel 1996 e divenuta, negli anni, un appuntamento imperdibile dell’estate musicale molisana. Ospite di punta di questa XVI edizione, dedicata a B. B. KING, leggendario bluesman scomparso di recente, è il grande armonicista italiano Fabio Treves (www.trevesbluesband.com). Una presenza notevole, quella del Puma di Lambrate, che va ad ampliare la lista di artisti di fama internazionale giunti in Molise grazie al Macchia Blues; nomi importanti come: Johnny Winter, Rory Block, Carey Bell, Roberto Ciotti, Sandra Hall e Deitra Farr. Il programma, ricco di eventi e curato

nei minimi particolari, prevede una fascia pomeridiana dedicata agli approfondimenti tematici ed ai laboratori musicali, tutti gratuiti, ed una serale destinata alle performance live. Si parte venerdì 17, ore 17.00, con il laboratorio musicale, a cura dal maestro Max De Bernardi, dedicato alla chitarra fingerpicking. Alle 18.30 aperitivo blues con i No More Blue, un trio acustico molto interessante composto da musicisti notevoli (Vernacchia S., Maraio B. e Furio M.); a loro spetterà anche il compito di aprire il ciclo di concerti serali e di accompagnare il pubblico all’esibizione, ore 21.30, di Veronica & The Red Wine Serenaders (www.redwineserenaders.com). Nato da un’idea di Veronica Sbergia e

Max De Bernardi, questo progetto musicale basato su un repertorio blues, ragtime e roots, eseguito esclusivamente in chiave acustica, ha riscosso notevole successo. V&TRWS sono risultati vincitori dell’European Blues Challenge 2013 ed acclamati semifinalisti all’International Blues Challenge 2015, tenutosi lo scorso gennaio a Memphis. Si cambia decisamente registro in finale di serata con Brothers Strut & The Groovemates, ore 23.00. Emanuele e Stefano Gasperi, “musicisti autoctoni”, imbracceranno le chitarre ed insieme alla loro band daranno vita ad una performance energica e spettacolare, il modo migliore per portare gli spettatori verso l’open jam notturna. Sabato 18 si inizia con un appuntamento imperdibile. “Il blues: un “ge-

nere” italiano. Conversazione tra Fabio Treves e Mario Insenga” (ore 16.00); occasione rara ed irripetibile per i cultori del genere. Fabio Treves, a seguire, illustrerà il rapporto che lo lega alla sua armonica. Ultimo laboratorio della giornata affidato al maestro Lello Panico che affronterà l’evoluzione della chitarra elettrica nel blues contemporaneo, ore 17.30. Alle 18.30 aperitivo blues con The Blues Queen (M. Federico, A. Bene, M. Cattolico), trio acustico campano che nelle ultime stagioni sta riscuotendo continui e meritati successi. The Willie Dixon Songbook, un progetto musicale di Lello Panico, Mick Brill e Piero Pierantozzi, aprirà il blocco di concerti serali preparando il pubblico al main event di quest’edi-

zione del Macchia Blues Festival; l’esibizione della Treves Blues Band, accompagnata, per l’occasione, da due ospiti d’eccezione: Guitar Ray & Gab D. Il Puma di Lambrate, oltre ad essere l’unico italiano ad aver suonato con Frank Zappa, ha collaborato, nel corso della sua quarantennale carriera, con diversi mostri sacri del blues e con personaggi illustri della musica italiana, da Mina ad Elio e le storie tese, passando per Cocciante, Graziani e Finardi. La XVI edizione del Macchia Blues Festival si chiuderà con Alex Coletta & Blue Mission, energica band laziale, a seguire la Notte Blues; esibizioni estemporanee nelle vie del centro storico e night jam coordinate dai musicisti ospiti del festival.

Cambio in Provincia al vertice della Polizia Stradale Si è insediato in data odierna il nuovo Dirigente della Sezione Polstrada di Isernia, Commissario Capo Salvatore dr. CILIBERTI, proveniente dal Compartimento Polstrada “Marche”, di Ancona. Originario della Puglia, laureato in giurisprudenza e con dottorato di ricerca in diritto amministrativo, dopo aver frequentato il corso di formazione biennale per Funzionari della

Polizia di Stato presso la Scuola Superiore di Polizia di Roma, è stato assegnato al Compartimento Marche quale funzionario addetto ed è ora alla prima esperienza di dirigenza di una Sezione. “Sono contento di esser giunto in questa realtà- ha affermatoper il senso di ospitalità delle persone e per il livello di professionalità espresso dagli operatori della Polizia Stradale

di Isernia. L’impegno personale a continuare nell’opera propria della Specialità nella prevenzione degli incidenti e nel raggiungimento degli obiettivi europei per dimezzare del 50% il numero delle vittime di sinistri stradali. Allo stesso tempo, in un periodo in cui giunge forte la richiesta di sicurezza, lo sforzo per assicurare una maggiore presenza sul territorio in accordo con le direttive del Prefetto e del Questore.”


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

14 luglio 2015

Quell’obelisco sconosciuto Da oltre un anno segna l’incrocio tra un Parallelo e un Meridiano. Ma manca una targhetta TERMOLI. Diciamo la verità, non tutti i termolesi sanno cos’è l’obelisco riportato nella foto e non molti ci sono passati vicino a piedi. Eppure da oltre un anno è lì in mezzo al nulla.E non ci riferiamo alla zona in cui si trova, ma alla negligenza che ha accompagnato la messa in opera dell’obelisco che per il ruolo che ricopre meritava e merita attenzione diversa. Per chi non lo sapesse in quel punto c’è l’incrocio (immaginario) tra il 42° parallelo e il 15° Meridiano fatto che determina l’ora esatta dell’Eu-

ropa centrale: in altre parole Termoli è la madre di tutti i secondi, minuti e ore che vediamo sui nostri orologi o smartphone. Fatto importantissimo per molti, ma non per noi. Chi passa di li purtroppo non è informato affatto di questo e mai lo sarà se non lo diciamo noi o qualcun altro. Eppure ci vorrebbe un pò di buon senso, un pò di amore verso la nostra amata città e 40 euro. Tanto costerebbe una targhetta sulla quale far incidere queste minime informazioni e apporla poi in modo discreto ma

ben visibile sull’obelisco per la lettura di chi non si limita a guardare la struttura ma ne vorrebbe sapere di più. E magari questo farebbe piacere saperlo ai turisti che durante l’estate passano di lì. Avevamo pensato di fare noi la spesa ma una vocina ci ha fermato dicendoci che non avremmo potuto metterci mano, ma intanto il Sogno (così fu battezzato l’obelisco nella sua inaugurazione del 5 aprile 2014) è lì nudo e crudo. Mancano l’amore per la città e tanto buon senso perchè i 40 euro ci sono …

“Pesca, non prendiamo lezioni dai 5 Stelle” L’onorevole Venittelli interviene decisa sulla questione del fermo biologico TERMOLI. “Non prendiamo lezioni da un Movimento 5 Stelle e dalla collega parlamentare Silvia Benedetti in materia di fermo pesca, dopo aver dimostrato a chi della partecipazione fa la propria bandiera politica cosa significhi confrontarsi e concertare modelli innovativi che cerchino soluzioni meno scontate e invasive”. L’onorevole del Pd Laura Venittelli, componente della XIII commissione e responsabile nazionale del settore Pesca e Acquacoltura del Partito democratico replica alla nota diffusa ieri, sostenendo che non ci sia affatto un contenzioso tra le due componenti parlamentari sulle risoluzioni in materia di fermo pesca, ma solo una visione diversa, poiché ciascuna proposta farà il suo corso, ma è chiaro quale delle due potrà avere il sostegno del Governo e del Mipaaf. “In questi mesi di guida del dipartimento ittico a livello nazionale abbiamo risvegliato l’interesse in un ambito che si era ormai cri-

stallizzato, con misure e strumenti ormai in vigore senza soluzione di continuità, ma anche senza che abbiano prodotto gli effetti sperati. Occorre far sapere che il tanto virtuoso fermo caldeggiato dall’onorevole Benedetti raddoppierebbe i giorni di sospensione forzosa della pesca produttiva, arrecando ancora maggior danno alle marinerie, che si vedrebbero costrette a fermarsi due mesi ottenendo l’indennità di fermo solo per il primo mese, così come disciplinato fino ad ora dalla normativa comunitaria. Siamo certi che se interrogassimo a riguardo le categorie la bozza sarebbe respinta al mittente senza tema di smentita”. Per l’onorevole Venittelli, il fermo biologico così come è stato concepito non ha risolto nulla negli ultimi 27 anni, tanto che lo sfruttamento eccessivo degli stock ittici permane su soglie elevatissime e né si può dire che il modello Chioggia, alla base

della proposta della Benedetti, sia esportabile per l’intero Paese, posto che la diversità dei fondali e la disomogeneità degli ambienti marini impongono scelte diversificate e plasmate sulle specificità del territorio. “Questa carenza nel centrare l’obiettivo ci ha messo in moto per escogitare qualcosa di diverso, sempre suffragato dalla ricerca scientifica, partendo dal presupposto che dovrà conciliare le esigenze del mare con quelle di una categoria millenaria. E’ destituita da ogni fondamento la critica circa l’ingenerarsi di confusione e il prevedere l’inefficacia di questo eventuale protocollo operativo del fermo di spazio. Le marinerie sono responsabili e soprattutto capaci di tutelare l’eco-sistema, va dato loro solo il modo di non mettere a rischio la sopravvivenza delle flottiglie individuando il miglior metodo che garantisca il ripopolamento della fauna ittica”.

Santa Croce ricorda Cosco Una giornata dalle mille emozioni per raccontare una vita dedicata al calcio Una giornata dalle mille emozioni: l’11 luglio 2015 resterà una data impressa nella storia di Santa Croce di Magliano e, più in generale, dell’intero Molise. L’Inter Club ‘Javier Zanetti’ ha ripetuto per il terzo anno consecutivo la ‘Giornata Nerazzurra’, quest’anno dedicata al compianto allenatore Vincenzo Cosco, nelle prime due edizioni protagonista del convegno che si era tenuto nella Sala consiliare del Municipio santacrocese. Per il ricordo di Cosco, che nei mesi della malattia stava già pensando all’organizzazione del momento di confronto, si sono mossi in migliaia. Oltre cinquecento le persone presenti al convegno del mattino al Centro Comunitario, dal tema ‘L’uomo che combatte non perde mai. La lotta di Vincenzo tra medicina e fede’; un migliaio coloro che hanno assistito al campo sportivo ‘Ventimila’ al triangolare che ha visto coinvolte le Vecchie Glorie della Turris e dell’Ururi e alcuni tra i giocatori allenati dallo Special Wolf e che, attualmente, militano tra serie B e C. Commozione ed emozione al mattino, divertimento al pomeriggio: era la giornata alla quale Vincenzo Cosco avrebbe voluto prender parte, ovviamente da protagonista in

campo. Per onorare la sua memoria e ricordarlo, oltre alla famiglia e ai suoi concittadini, si sono mosse persone da tutta Italia. Al convegno, moderato dal giornalista Giuseppe Formato, che con Cosco e con i dirigenti dell’Inter Club aveva organizzato le precedenti edizioni, c’erano l’ex allenatore dell’Under 21 e del Palermo, Devis Mangia; il centrocampista dell’Avellino, Mariano Arini; i medici Gaetano Lanzetta, Michele Iantomasi e Manuela Rea; Don Riccardo Agresti, padre spirituale dell’Andria di Cosco; Don Angelo Castelli; Vincenzo Colombo, preparatore atletico delle giovanili

della Lazio e nipote dello Special Wolf, e Pietro Gianfrancesco, docente di lingua inglese ai corsi di Coverciano. Presente anche la signora Annamaria Meola, che ha condiviso parte della battaglia con Cosco all’Ospedale di Chieti. Non è mancato il mondo istituzionale e sportivo: dal vicepresidente della Giunta regionale del Molise, Michele Petraroia; ai vertici della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis e Fabio Talucci. Durante il pomeriggio presente il consigliere regionale, delegato allo sport, Carmelo Parpiglia. Messaggi sono arrivati dal Presidente della Giunta regionale, Paolo

di Laura Frattura; dal sindaco di Campobasso, Antonio Battista; e dal Presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa, il quale ha ricordato il progetto legato alla biografia di Vincenzo Cosco, che il giornalista Giuseppe Formato sta scrivendo e i cui fondi andranno a un progetto di ricerca per un giovane ricercatore molisano. A fare gli onori istituzionali di casa, il sindaco Donato D’Ambrosio, e l’assessore allo sport Nicolangelo Licursi, il quale ha anticipato che il campo sportivo di Santa Croce di Magliano a maggio 2016 sarà intitolato alla memoria di Vincenzo Cosco. Presente la Figc/Lnd Molise con il presidente Piero Di Cristinzi, che ha posto l’accento sul messaggio di sportività e onestà lanciato da Cosco in un mondo definito ‘malato’, il vice Miguel Mastrangelo e il dirigente Santina Pompermaier. Il momento di confronto è stato apprezzato dai presenti per i contenuti apportati dai relatori. Mangia e Arini hanno ricordato l’allenatore e l’uomo Vincenzo Cosco, la sua grinta e l’amore per la sua professione. In particolare, per il centrocampista dell’Avellino “Cosco è stato l’allenatore con la A maiuscola, colui grazie al quale ha fatto il salto di qualità, entrando nel

calcio che conta”; per l’ex ct Devis Mangia “lo Special Wolf aveva una grinta da fare invidia, aveva grandi qualità e avrebbe meritato il grande salto. Tra me e lui – ha affermato – l’unica differenza è stata la fortuna. Io sono stato più fortunato di lui”. Mangia ha anche auspicato “una pulizia nel mondo del calcio. Quell’onestà inseguita da Vincenzo Cosco e da chi come lui spera in un calcio migliore, dove possa prevalere la meritocrazia”. Per Don Riccardo “la fede deve servire anche a illuminare la mente dello scienziato e del medico”; mentre, per il dottore Gaetano Lanzetta “la fede è importante nell’affrontare la malattia, per vincere le paure e sperare nella guarigione, ma la scienza è indispensabile per provare a debellarla”. Il medico romano, che ha anche partecipato alla partita, ha posto l’accento anche sulla prevenzione: “Un concetto importante nella medicina odierna”. La giornata è proseguita con il momento calcistico che ha visto uniti calciatori ed ex calciatori provenienti da tutta Italia, alla quale non si è sottratto Devis Mangia in qualità di allenatore della squadra ‘I figli di Cosco’ capitanata proprio dall’undicenne Luigi, secondogenito dello Special Wolf.


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Termoli

14 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Troppe multe e pochi parcheggi” I balneatori sempre più sul piede di guerra contro l’amministrazione comunale TERMOLI. Non c’è feeling quest’anno tra operatori balneari e l’amministrazione termolese. Maggioranza e Polizia municipale visti più come ostacoli agli affari che al servizio del turismo. Una posizione rinnovata con un dispaccio domenicale poco cordiale. “Numerosissimi i verbali effettuati dalla Polizia municipale su entrambi i lungomari (Sud e Nord) per viola-

zione del codice della strada, in alcuni rari casi realmente pericolosi per la circolazione, nella stragrande maggioranza perché semplicemente parcheggiati in aree inutilizzate, spesso in assenza di segnaletica orizzontale e verticale o danneggiata ed irriconoscibile. Le presunte violazioni sopraggiungono dopo una inadeguata politica dei servizi offerti ai cittadini (scarsità di parcheggi, senso unico, ser-

vizio navetta effettuato in seguito all’iniziativa ed al contributo economico dei balneatori) e un inspiegabile aumento vertiginoso delle imposte locali. Dopo numerose segnalazioni di bagnanti locali e turisti che stanno via via cambiando mare, spostandosi verso località limitrofe dotate di maggiori servizi pubblici, ci sentiamo in dovere, noi balneari di Termoli, insieme ai cittadini, di provare ad arrestare questo disservi-

zio, a tal ragione chiediamo il vostro aiuto”. Questo documento ha preceduto di poco altre rimostranze di balneari e operatori turistici più che altro rivolto alle mancate promesse della costruzione di parcheggi sulla passeggiata soprattutto per i motorini, la gente se ne va in altri lidi con più parcheggi e più servizi “cosi noi non lavoriamo più ci stanno facendo fuori lentamente”.

In Consiglio Comunale la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini Cittadini contrari tramite i “social”. Termoli che beneficiò degli interventi del Duce di Pietro Eremita* Non si tratta solo della storia della nostra città e ritengo vergognoso che al cospetto delle rovine in cui versa Termoli, non certo per colpa di Mussolini, ci sia qualcuno che insiste con questa tiritera catto-comunista, utile solo a fare inutile propaganda. Se all’ingegnere, Marinucci stesse più a cuore la sua città e il futuro della stessa, devastato e imprigionato da decenni di malgoverno demo-catto-comunista (salvo qualche rara eccezione negli anni 2000), probabilmente non si attarderebbe a proporre cose di questa fatta. Forse Marinucci non conosce la storia di Termoli; non sa da chi fu costruita la Scuola dove, presumo, egli abbia frequentato Elementari e Medie. Forse il consigliere proponente, non ricorda

chi fu Mario Milano, la cui strada è tra le più note, transitate e importanti della città. Forse non sa che l’acqua in casa gliela portò quel nefasto uomo contro cui, anacronisticamente e inutilmente, lotta per la revoca della sua cittadinanza onoraria. Forse non sa o non vuol sapere che se i suoi predecessori sfuggirono al contagio della malaria, lo devono solo e soltanto alla sua opera di sanificazione del territorio circostante la nostra città. Gli orfani della Grande Guerra, poterono essere sostenuti e fatti diventare uomini, grazie all’O.M.N.I, che fu voluta e istituita dal tanto vituperato Uomo contro la cui memoria si scaglia questo consigliere comunale, che con tale progettualità avrebbe voluto sedere sullo scranno più alto del Municipio. Senza voler fare apologia, credo che colui o

coloro che 91 anni addietro intesero attribuire a Mussolini questa importante onorificenza, sapevano quello che stavano facendo e perché lo hanno fatto. La ricostruzione storica proposta da Marinucci nella sua mozione è gonfia di livore oltre che di misconoscenza della vera storia di Termoli. E’ una ricostruzione per nulla rispondente alla verità e che non tiene conto di un fatto (quello più importante di tutti), che Mussolini era un uomo di sinistra; un socialista rivoluzionario che ha sempre lavorato e voluto l’emancipazione dei più deboli e della classe operaia, portando l’alfabetizzazione perfino in territorio rurale, istituendo scuole e poderi garantiti ai proletari. Non mi pare che il comunismo cui si ispira l’abrogatore (senza referendum), abbia o abbia anche solo tentato di fare altrettanto.

Dia un’occhiata alle demoscopee proposte dai principali social network cittadini e capirà quanto impopolare e sgradita risulti la sua mozione. Si preoccupi, invece, di propugnare idee e soluzioni che facciano rialzare la testa a una città agonizzante e in preda a uno stato comatoso irreversibile. Si attrezzi per contrastare chi ha ridotto allo sfascio questa città ormai senza futuro, senza economia e flagellata da un modello di sviluppo che è servito solo a perpetuare 45 anni di strapotere democristiano e catto-comunista, alle cui “pantofole” sono accorsi per lustri e lustri, tanti tra coloro che oggi sfidano improvvidamente la storia, che è e rimane: storia della città ! *Giornalista Professionista-Consigliere Nazionale dell’Ordine)

“Mangifesta non è il presidente degli Armatori” Ancora un attacco dei pescatori dissidenti sul voto all’interno dell’Associazione TERMOLI. Secondo affondo da parte degli armatori dissidenti rispetto alla gestione Cordone e seconda risposta del presidente che per qualcuno è uscente (anzi uscita) e per lei stessa invece no. “Il signor Mario Mangifesta, persona a cui mi lega un’amicizia fondata sulla reciproca stima, probabilmente eletto per fare gli interessi dei soliti noti che non ci mettono la faccia, non è affatto il nuovo presidente del Consiglio di amministrazione dell’associazione Armatori Pesca Molise”.

gli interessi della marineria molisana, tutt’altro. Anzi, forse colpi di mano come questi evidenziano una

municazione rivolta agli operatori e all’opinione pubblica, comprensiva della richiesta dei danni d’immagine

Il presidente della marineria termolese, Maria Antonietta Cordone, chiarisce dal punto di vista legale e del buon senso quanto millantato ieri col comunicato stampa inviato da vertici non riconosciuti, eletti in dispregio di tutte le norme e i regolamenti statutari, nonché degli articoli di riferimento del Codice civile.

linea di condotta e un obiettivo che realmente sfugge all’opportunità e si radica nell’opportunismo”.

personali e per la categoria.

“L’assemblea che si è auto-convocata senza il necessario impulso della sottoscritta, in maniera assolutamente irregolare, non poteva eleggere alcun Consiglio d’amministrazione. Non è agendo al di fuori delle regole che si tutelano

Maria Antonietta Cordone ribadisce di essere a tutti gli effetti l’unico presidente degli Armatori con poteri conferiti da statuto e dalle leggi vigenti e si riserva di adire l’autorità giudiziaria ordinaria per il ripristino della legalità anche verso l’errata co-

“Spiace solo che questa conflittualità e queste prese di posizioni ignobili siano avvenute nelle more delle festività patronali di San Basso, circostanza che andrà a offuscare il buon nome della marineria. Ma servirà a chiarire, definitivamente, chi persegua interessi propri e chi quelli diffusi e generali”



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Opinioni Di Claudio de Luca LARINO. La decisione dei Giudici amministrativi sul “Vietri” ha preceduto di pochi giorni la seduta promossa a Palazzo ducale per tracciare il punto di una situazione pervenuta da tempo ad un punto di non ritorno. L’Assise, sollecitata dalla minoranza consiliare, è stata convocata dalla maggioranza a tre settimane dalla richiesta. La circostanza permette di constatare che, se l’argomento è parso poco sentito già dal ritardo ostentato dalla “Fabbrica delle idee”, mal si comprende perché poi ci si possa lamentare se i primi cittadini del circondario ed i cittadini frentani sono stati assenti. Ciò nonostante, grazie all’ “assist” dei contenuti giudiziari, un po’ tutti hanno provato a mettere il proprio cappello sulla vicenda, traendone – ad uso dei “mass media” – esaltanti frasi di compiacimento. C’è stato chi ha ipotizzato che, quanto prima, il “Vietri” ritornerà ad operare con tutte le sue Divisioni, ritornando la struttura di un tempo. Ciò non è vero; e farlo credere vuol dire ingannare la pubblica opinione. Spesso le sentenze dei Tar si limitano all’aspetto formale. Nel caso del “Vietri” il Collegio molisano ha preso atto del motivo di censura articolato dai ricorrenti nel momento in cui hanno prospettato l’illegittimità dei decreti commissariali che avevano invaso la competenza legislativa regionale in materia di programmazione sanitaria, operando un intervento sostitutivo non contemplato dall’art. 120, c. 2, Cost. e dal sistema delle fonti in generale. Il Piano sanitario regionale 2008/2010, varato con delibera del Consiglio n. 190/2008, era stato approvato (in attuazione dell’art. 6, c. 2, lett. B, dello Statuto) con la legge n. 34 del 26 novembre 2008. Sicché il Commissario “ad acta”, in quanto organo amministrativo, si sarebbe dovuto astenere dal modificare la rete ospedaliera a suo tempo delineata dalla normativa regionale. Perciò, da un punto di vista

di Pasquale Di Lena Ritorna nell’ufficio di Presidenza dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, nata nel 1994 a Larino, un molisano. E’ il sindaco di Venafro, Antonio Sorbo, attuale coordinatore dell’Associazione nel Molise. Un importante risultato, applaudito dalla delegazione molisana che, ieri, ha partecipato, in quella sede prestigiosa che è il Palazzo Lanfranchi di Matera (si possono ammirare le opere del grande scrittore e pittore Carlo Levi e il mondo del poeta Rocco Scotellaro), all’Assemblea ordinaria dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio. Sorbo, con altri quattro bravi amministratori della Toscana (Marcello Bonechi, sindaco di Castellina in Chianti in provincia di Siena), della Calabria ( Mario Albino Gagliardi, sindaco di Saracena in provincia di Cosenza), della Puglia (Benedetto Miscioscia, assessore Comune di Andria) e Michele Sonnessa (sindaco di Rapolla in provincia di Potenza), va ad affiancare il Presidente Enrico Lupi, applaudito per il prestigio che vive l’Associazione con i suoi 350 soci (numero non facile con le situazioni che vi-

14 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’ospedale “Vietri” prima di Iorio e Frattura

teorico, ora il “Vietri” dovrebbe ritornare ad operare con tutte le sue specialità. Ma, dopo tutto quello che è accaduto (crisi economica, “spending review”), come si può pensare – ad esempio – che possa ritornare “in pristino” la Sala operatoria se il personale non esiste più, soprattutto perché sono anni che le norme della Pubblica amministrazione sullo “spoil system” impediscono di assumere risorse per sostituire quelle poste in quiescenza? Lo stesso dicasi per ogni altro reparto. Se ne può dedurre quanto segue: almeno in un primo tempo, chi di dovere, dilatando i tempi per ottemperare alla sentenza, farà in modo che la situazione del “Vietri” permanga, con-

fermando la presente attenuazione delle attività. Poi organizzerà le cose, da un punto di vista burocratico, conformandosi al dettato dei Giudici amministrativi, modificando con gli organi e nei modi di legge la programmazione della presente situazione sanitaria. Il fatto vero che oggi si comincia a prospettare l’idea di una privatizzazione della Sanità. Talune specialità, più remunerative da un punto di vista mercatale, potrebbero essere affidate ai privati; cosicché, in un medesimo presidio, potrebbe essere attuata una suddivisione di cure e di strutture tra pubblico e privato. Lo scenario non è futuristico. Ed ecco perché si “chiudono” ospedali quali il “Vietri” che pure

aveva una sua consistenza storica. Nel 1831, il Ministro degli Affari interni, “anticipando” i Iorio ed i Frattura, istituì avvedutamente un ospedale in ogni Distretto. Nel gennaio del 1832, Ferdinando II decretò che la Provincia di Molise doveva attivarne “uno in Campobasso, un altro in Isernia ed un terzo in Larino”. Il Re intendeva programmare in tal senso perché in un territorio, privo di strutture pubbliche per la cura degli ammalati poveri, i pazienti potessero essere soccorsi (e curati) non più solo nelle proprie dimore. Ed ecco che, nel XIX secolo, esisteva già un ospedale a Venafro mentre quello di Campobasso aprì i battenti nel 1845 e raggiunse la capienza di una ventina di posti-letto nel 1910. Per Isernia bisognò attendere il 1886 (15 posti-letto). Larino (con appena 6) riuscì ad inaugurare il proprio nosocomio nel 1896; ma già nei primi decenni del ‘900 poteva ospitare 20 pazienti e, di seguito, ancora molti di più. L’ospedale di Termoli venne inaugurato nel 1951. Prima di quella data il centro adriatico poteva fruire di una struttura di fortuna e, nel ‘54, venne attivata la Chirurgia e poi la Pediatria. Seguirono, negli Anni ’60, il Laboratorio di analisi, il Servizio di radiologia ed il Reparto di ostetricia. Col tempo i Borboni furono maledetti dalla Storia. Ad essi subentrarono i Savoia, il Fascismo e la democrazia. Sinché arrivarono i Iorio ed i Frattura.

Sorbo nel direttivo nazionale Città dell’olio dell’olio che guardano più da vicino il Fortore, Colletorto, Sant’Elia a Pianisi e Macchia Valfortore con i loro territori olivetati e gli stupendi paesaggi, le importanti tradizioni legate all’olivo e all’olio, la cultura e la storia che ha origini assai remote. Un avvenimento pro-

vono. Un successo pienamente confermato dai tre giorni di Matera, la Città che nel 2019 sarà la Capitale della Cultura Europea, con la tappa inaugurale di Girolio d’Italia e le tante manifestazioni che l’hanno vista straordinaria protagonista insieme con tutta la Basilicata. La prossima tappa di Girolio d’italia, da Expo al Molise, nelle mani di Roberto Socci, assessore di Colletorto, vedrà protagoniste le tre città

grammato in questa parte del territorio regionale, ma che riguarda l’intero Molise e, come tale, impegna tutte le istituzioni perché abbia il suc-

cesso che merita. Serve all’immagine del Molise e, soprattutto. La nomina di Antonio Sorbo ai vertici nazionale e internazionale dell’Associazione, a fianco del Presidente Lupi, suona di auspicio per la riuscita della manifestazione. Al neo vicepresidente l’augurio di buon lavoro sapendo dei nuovi compiti affidati alle Città dell’Olio, con un nuovo ruolo che in grado di gestire la rivoluzione dell’olio, che è già cominciata.


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