Salerno unito

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

domenica 20 seTTembre 2015 numero zero - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 Direttore Responsabile: angelo santagostino la gazzetta del salernitano, supplemento della gazzetta del molise, testata in attesa di registrazione email redazione salerno: redazione@lagazzettadelsalernitano.com stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione

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www.lagazzettadelsalernitano.com; redazione@lagazzettadelsalernitano.com resTa aggiornaTo, seguici anche su Facebook L’inizio

Perché insistere

A

ncora con questa carta stampata? Ancora con questi progetti che -ci spiegano ormai tutti- sono superati dal tempo, dove tutto viaggia sui social network e figuriamoci se qualcuno pensa di leggere articoli tradizionali? Sembrerebbe di sì. Il debutto, fuori dal tragico circuito distributori-edicola-speranza-di-vender-copie, di un quotidiano gratuito, nuovo in un mondo vecchio, è sempre avvolto dal mistero: e dalla speranza. Quella di raccontare un punto di vista, dare le notizie provando a spiegarle, giocare con l’ironia fin dove possibile e corrugare la fronte quando le cose si fanno serie o preoccupanti. In una parola, tuffarsi nel mare sconfinato delle informazioni: e per dire o fare qualcosa del genere ancora non è stato inventato uno strumento migliore della carta stampata. Un universo morente, vero, ma dove il web ancora non nasce come servirebbe perché -oggettivamente- non può per sua natura. Lì c’è altro, qui, invece, che col web praticamente ci viviamo, c’è quello che serve a questo territorio. Non un flusso incontrollato di dati, numeri e chissà cos’altro ma brevi focus su fatti specifici, che secondo noi interessano le persone nella loro carne viva. In questa sconfinata provincia, che copriamo per ora solo in parte, c’è un mare di storie da raccontare, di strade da ricostruire, di toppe da rammendare, di tiri da correggere: chissà, in un panorama sostanzialmente mainstream, potrà ancora esserci spazio per un modo diverso di leggere la realtà. I tempi sono quel che sono, difficili, a tratti impossibili e chi di giornalistmo vive (sempre meno) sa bene di cosa si parli. Un viaggio lungo e complicato ma, come tanti altri, entusiasmante: con qualche amico e collega, un progetto e un’idea viaggianti su canali non ortodossi, l’esperienza del gruppo di Popolo Sportivo che cura pezzi importanti del nostro processo. Auguri a noi.

L’Oscar del giorno a Donato Cufari

A che santo ci votiamo? Servizi da pag 2 a pag 5

Donato Cufari, 85 anni portati con piglio garibaldino, ancora in piena attività. Già sindaco di Vietri Sul Mare, presidente della Comunità montana d’Amalfi e presidente regionale dell’Uncem, nonché ambasciatore della ceramica in Italia. Un esempio di longevità politica e di moralità. A lui il primo Oscar del nostro giornale.

Il Tapiro del giorno a Monica Paolino

La consigliera regionale di Forza Italia ci ha delusi un po’, pur se in un comprensibile momento difficile. Ma gettare subito la spugna aderendo al riflesso condizionato che “avviso di garanzia=colpevolezza accertata” ormai non convince più. Non il contrario, perché se c’è qualcuno che in questo immenso bailamme tra politica e magistratura ci ha capito qualcosa alzi la mano.


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Primo piano

20 settembre 2015

a cura di Pina Ferro e Emanuela Carrafiello

Niente ingresso a palazzo di città, solo una sosta per poi continuare il percorso fino in cattedrale

Attesa per la benedizione dei portatori

Dopo aver ritrovato l’intesa con il vescovo le paranze si preparano a vivere la festa SALERNO - Un buon bicchiere di vino e piatti della tradizione salernitana hanno fatto tornare il sereno tra il vescovo e le paranze. Dopo settimane di braccio di ferro l’accordo è stato siglato. Intorno al tavolo, allestito nel giardino della chiesa di San Bartolomeo a Capezzano, l’arcivescovo Luigi Moretti, il parroco della cattedrale don Michele Pecoraro e il vicario generale monsignor Biagio Napoletano hanno condiviso la cena con settanta portatori. «Avevo promesso ai portatori che avremmo fatto una bella cena insieme – ha affermato don Michele – e abbiamo mantenuto la promessa. Il 4 ottobre poi faremo anche una gita, allargata a tutta la comunità, nei luoghi dove furono prima ritrovate e poi custodite le spoglie di San Matteo, in pratica a Casal Velino e Capaccio. Noi sacerdoti non vogliamo stare al di sopra per comandare, ma a fianco delle persone per aiutarle a vivere pienamente la fede. Per questo è importante anche sedersi ad un tavolo e mangiare insieme». Dunque prima della processione il vescovo Moretti provvederà a benedire le paranze, rituale evitato l’anno passato e all’origine delle polemiche che contrassegnarono poi l’intera processione. Dopo settimane di botta e risposta il programma è stato assolutamente condiviso e, fissato punto per punto. Unica variazione su cui non è stata fatta marcia indietro è sull’ingresso del patrono nella casa comunale. La statua si limiterà a sostare dinanzi all’ingresso del comune. Le paranze, clan, quasi inaccessibile attraverseranno via mercanti, il corso è il centro storico fieri di sorreggere il santo a cui sono devoti. Arduo riuscire a “mettersi sotto un santo”, i posti si tramandano di padre in figlio da generazioni. Infatti, scorrendo le liste dei portatori ci si bimbatte in cognomi antichi del porto e del mercato di Salerno: i Coscia, i D’Agostino, i Grillo,

IL CORTEO

Le “sorelle” di S. Matteo aprono il corteo al suono delle campane

i Collaro, i De Martino che riservano i posti ai propri parenti, ma se non sei del giro, si può chiedere di portare una statua per sciogliere un voto o una grazia, riconsegnando prontamente il “posto” l’anno successivo.

La storia

Al termine della processione l’immancabile spettacolo dell’ingresso dei santi in cattedrale a passo di danza e l’affidamento della città al protettore da parte del vescovo monsignor Luigi Moretti.

SALERNO - Il suono della campana del Duomo, annuncerà l’inizio della processione in onore del patrono. Accompagnato dai labari delle associazioni di volontariato e quelli trapunti d’oro delle confraternite, da autorità civili e religiose, il corteo attraverserà il centro cittadino.  Con San Matteo vi saranno anche i Santi martiri salernitani, Gaio, Anthes, Fortunato, il papa San Gregorio VII e San Giuseppe.  Nella mattinata tutto il lavoro sarà concentrato sull’addobbo floreale delle statue, evocanti simboli  religiosi o della città.  Le  sei statue  traverseranno il centro cittadino  sulle spalle  dei portatori che vanno a formare  le “paranze”, clan,  quasi inaccessibile.  Ad aprire la processione sono le tre statue argentee dei martiri salernitani  definiti “e’ ssore e San Matteo”, per i loro volti dai dolci lineamenti ed i capelli lunghi. Busti leggeri che  sono  stati  costruiti  nella  prima  decade  del ‘700 e vengono fatti ondeggiare per l’intero cammino. Segue la preziosa statua di San Gregorio VII, risalente al 1742, papa morto a Salerno nel 1085, durante il suo esilio. Da lui fu consacrata, nel 1804, la Cattedrale costruita da Roberto il Guiscardo. Dietro San Gregorio, avanza; la statua lignea di San Giuseppe, che pesa ben sette quintali, il cui privilegio di “paranza” è dei facchini del mercato. Giuseppe è un santo di grossa tradizione liturgica, cui la popolazione è molto affezionata, in quanto patrono della “Buona Morte”.

Ponendo l’orecchio sulla colonna della decapitazione lo si può sentire

Il sangue dei martiri scorre ancora nella cripta SALERNO - Ante, Gaio e Fortunato, i tre martiri salernitani aprono la processione. Le spoglie dei tre sono conservati nella cattedrale. La loro storia è simile a quella di un altro Santo salernitano ossia San Felice. Ante, Caio, Fortunato e Felice, infatti, sono stati uccisi ai tempi delle persecuzioni cristiane operate dall'imperatore romano Diocleziano. Ante Caio e Fortunato, dopo un processo in cui venne offerta loro la possibilità di onorare gli dei romani, vennero decollati su di un ceppo marmoreo vicino il tempio di Priapo nei pressi

Ante, Gaio e Fortunato uccisi nei pressi della foce del fiume Irno della foce del fiume Irno. Non molto distante da lì, anni dopo, venne eretta una chiesa dove erano state conservate le spoglie dei tre ma, a causa dei continui

saccheggi saraceni, nel decimo secolo il vescovo Bernardo decise di trasferirli nella chiesa di San Giovanni Battista, all'interno delle mura cittadine. Dopo la co-

struzione della Cattedrale di San Matteo, i corpi dei tre Santi furono custoditi nella cripta vicino l'altare dedicato al Santo Patrono. Accanto ai loro resti è possibile ammirare il ceppo marmoreo dove, secondo la leggenda, furono decapitati i tre. Si dice che ponendo l'orecchio vicino al ceppo è possibile sentire scorrere il sangue dei tre Santi. Ogni anno, il 21 settembre, le statue di Ante, Caio e Fortunato aprono la processione in onore di San Matteo. La Chiesa salernitana li onora il 30 agosto.


dal 1° ottobre 2015 in distribuzione GRATUITA !

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SALERNO, PIANA DEL SELE, AGRO NOCERINO, CILENTO, VALLO DI DIANO, VALLE DELL’IRNO.


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Primo piano

20 settembre 2015

Molte sono le grazie ascritte all’evangelista: il sepolcro trasuda “manna” con poteri miracolosi

Turismo religioso per il santo bifronte? Pellegrini ed iniziative annuali cercasi

Sui suoi scritti si fonda il Cristianesimo ma in tanti ignorano la sua presenza in città SALERNO - “Risiede” a Salerno da centinaia di anni eppure in molti lo ignorano fatta eccezione per un giorno l’anno. San Matteo, evangelista e patrono della città, “riposa” nella cripta del Duomo ma di turismo religioso a Salerno ve ne è pochissimo o quasi nulla, a differenza di quanto accade in altre città che accolgono le spoglie di santi “illustri”. Sono tanti coloro, in Italia, in Campania e non solo che ignorano la presenza delle spoglie di San Matteo a Salerno. San Matteo è a Salerno dal Medioevo, ovvero da quando quando le spoglie furono traslate da Casalvelino. Levi, questo il vero nome di San Matteo, era nato a Cafarnao (Israele) ed era un esattore delle tasse, per conto dei Romani che governavano Gerusalemme e la Giudea. Mentre era al banco delle imposte, fu affascinato, dal passaggio di Gesù di Nazareth, e da quel momento cominciò a seguirlo. Da questo momento prende il via la storia di quello che diventerà il protettore di Salerno. Matteo seguì Gesù sino alla Passione di quest’ultimo. Ne testimoniò, assieme agli altri apostoli e alla Maddalena, la Risurrezione. E’ sulla base di questa testimonianza che si basa l’intero Cristianesimo. Dopo la morte del Maestro, Matteo fu inviato come apostolo in Africa; giunse ad evangelizzare l’Etiopia, ma qui trovò la morte come martire. Le sue spoglie furono trasferite in Francia, poi nel V secolo giunsero a Velia (l’antica città conosciuta come Elea, tra le più note della Magna Grecia). Per volere del vescovo Attanasio, le reliquie del

La ricetta

Santo furono trasferite a Casalvelino, presso la piccola chiesa di San Matteo. Poi, per volere di Gisulfo I, nell’anno 954 furono trasferite a Salerno e depositate nella cripta della vecchia cattedrale. Nel 1084 Roberto il Guiscardo, principe Normanno che aveva conqui-

stato Salerno, fece costruire la nuova cattedrale, dedicata al Santo stesso e a Santa Maria degli Angeli, in cui fu costruita una nuova cripta per contenere le “prestigiose” spoglie del Santo. Dobbiamo attendere la fine del XVI secolo, tuttavia, perché sorga

la nuova Cripta, completamente restaurata e rivisitata in un meraviglioso stile barocco. A progettarla fu il grande architetto Domenico Fontana, che fu assistito da suo figlio Giulio. Al centro della cripta campeggia la statua bronzea di San Matteo, bi-

fronte, opera di Michelangelo Naccherino nel 1605. E’ bifronte per ragioni logistiche: in questo modo le due “facce” di San Matteo potevano essere venerate sia da chi scendeva alla cripta dalla Basilica superiore, sia da chi, dall’altro lato, assisteva alla Messa nella Cripta stessa. Tale statua, invece, ha generato il detto “San Matteo ha due facce”, che col tempo è diventato “I salernitani hanno due facce”, con riferimento alla loro presunta ipocrisia… Una leggenda vuole che in alcuni periodi dell’anno tale sepolcro emani un liquido particolare, detto “manna” che avrebbe poteri miracolosi. In passato molte “grazie” sono state attribuite dai salernitani alla manna. Nel corso dei secoli, la devozione dei salernitani verso San Matteo è cresciuta sempre di più, soprattutto a seguito di miracolose grazie elargite dall’apostolo, che in più occasioni è stato additato quale salvatore della città (ad esempio, in occasione di assalti delle flotte saracene).

riva nord est del lago Issyk-Kul, un grande bacino della catena montuosa del Tian Shan in Asia

centrale. Il quotidiano The Siberian Times nei giorni scorsi diffuso la notizia che un team di archeologi russi ha scoperto i resti di un’antichissima civiltà – Saka – risalente a 2500 anni or sono, riportando alla luce numerosi reperti scoperti ad una profondità di circa 23 metri. Tra questi, il frammento di un grande vaso di ceramica con iscrizioni in armeno e in siriano. Dallo studio deriverebbe la conferma dell’esistenza di un monastero armeno che potrebbe essere proprio

quello in cui la tradizione ortodossa vuole sia sepolto l’apostolo Matteo. In tal caso si avvalorerebbe l’ipotesi che da anni porta avanti la chiesa ortodossa: e cioè che le reliquie di San Matteo siano proprio sulla sponde del Lago Issyk-kul del Kirghizistan, uno dei paesi nati dal crollo dell’Unione Sovietica. Per il professor Plotskikh la cosa è assai improbabile: lo scorso anno una missione archeologica ufficiale nella stessa zona non rinvenne nulla.

La scoperta

Ma quale Asia Il santo “risiede” a Salerno Gli asatici rivendicano la presenza delle spoglie dell’evangelista: a loro dire a Salerno non si trova il vero corpo del santo. Qualche giorno fa è stata diffusa la notizia secondo la quale il Santo Patrono di Salerno sia sepolto in un monastero vicino la

In tutti i quartieri e macellerie si prepara il tradizionale piatto della cucina tipica salernitana

E’ tradizione, si mangia a meuza ‘mbuttunata

A meuza 'mbuttunata è una ricetta ereditata dalla cucina salernitana ed è la ricetta di riferimento della festa di San Matteo il 21 settembre. Oggi in ogni strada della città è impossibile non sentire ol classico odore di aceto che si sprigiona dalla preparazione del piatto. Di seguito la ricetta per la preparazione. INGREDIENTI (per 5-6 persone) 2 milze di vitello di media grandezza 1 litro di aceto rosso

Si cucina con tanto aceto, vino rosso prezzemolo, aglio e peperone piccante 2 bicchieri di vino rosso 1 spicchio d'aglio prezzemolo fresco 1 cucchiaio scarso di peperoncino forte

olio extravergine di oliva menta sale PROCEDIMENTO: Preparate un battuto di prezzemolo, peperoncino e aglio e ag-

giungete un pizzico di sale. Create delle piccole sacche nelle milze (meglio se ve le fate creare dal macellaio al momento dell'acquisto), già lavate e pulite, inserite all'interno delle sacche il

composto e chiudetele con spago da cucina o con lunghi stuzzicadenti. Fate soffriggere per una ventina di minuti entrambi i lati e a questo punto unite l'aceto e il vino rosso. Fate sfumare a fuoco lento per almeno un paio d'ore girando di tanto in tanto e, se necessario, aggiungete sia vino che aceto. Fate raffreddare prima di affettare. Questo piatto va servito freddo. A piacere, potete aggiungere anche qualche fogliolina di menta nell'impasto per insaporire.


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La città

20 settembre 2015

I tempi della guerra al Napolicentrismo sono finiti oppure assisteremo ad un quadro ribaltato?

La sfida sarà tenere insieme il santo dalle due facce con quello del sangue disciolto: impresa cosmica

De Luca scherzava coi fanti e ora si divide fra i santi SALERNO- A quale santo debbono votarsi i salernitani? Quello con le due facce o quello del sangue disciolto? San Matteo o San Gennaro insomma, magari tutti e due, perché no: pregare non costa niente, nonostante si tratti di una delle attività più antiche del mondo. Intanto la Gazzetta, che considera una regola di base nella vita non prendersi troppo sul serio, suggerisce l’abbraccio tra i due santi, specie ora che San Matteo ha messo piede stabilmente -diciamo- a casa di San Gennaro. E non sta scritto da nessuna parte che debba andare bene per forza. A cominciare dall’interrogativo centrale: Vincenzo De Luca a Palazzo Santa Lucia significa la fine del lungo ciclo del cosiddetto Napolicentrismo, invenzione politica geniale degli anni d’oro dell’esperienza socialista salernitana che individuava nella centralità del capoluogo la causa di una progressiva asfissia del resto del territorio? Chi può dirlo. In teoria dovrebbe essere così, del resto Enzo De Luca il grosso del fascino su sacche non affini all’elettorato tradizionale di sinistra l’ha esercitato spesso - e volentieri- cavalcando pro-

prio quel cavallo. Il suo partito, l’oggi Democratico, riempiva l’aria di poesie (e il portafogli d’altro) e lui invece bombardava con messaggi chiari e forti: Napoli ci strozza, tutto si ferma quando arriva lì, i finanziamenti li ingoiano come se fosse acqua fresca, a noi nella migliore delle ipotesi arrivano briciole. Era davvero così? L’Italia è il paese dei si e dei no contemporanei, la Campania (e De Luca e Salerno) non si sottraggono a questa regola: ma

Viabilità SALERNO - Emanato il dispositivo traffico al fine di consentire lo svolgimento della processione del Santo Patrono che vedrà l’arrivo in città, provenineo dall’intera provincia, di centinaia di fedeli. Domani lungo tutto l’itinerario della processione (via Duomo, via Mercanti, piazza Portanova, corso Vittorio Emanuele, via Cilento, corso Garibaldi, via Roma, largo Ragno, via Portacatena, via Da Procida) è istituito il divieto di sosta e di fermata con

è la parte del “sì” che ora interessa perché obiettivamente negli anni è sempre andata in quel modo. Al netto della demografia e delle sue regole cogenti, un territorio che rappresenta il 2% dell’Italia (la provincia di Salerno, 1milione e 200mila abitanti) ha tutto il diritto di concedersi anche il lusso di rivendicazioni non sempre adeguate al rango della lamentela. Ma che Napoli abbia ingurgitato un po’ tutto, be’, questa non è certo una notizia ma

un dato della cronaca, un fatto.De Luca, semplificatore d’eccezione nei messaggi, riuscirà dunque a farla dimenticare quella lunga stagione da egli stesso alimentata? Sottolineare le contraddizioni è ormai sport nazionale, facile, estraneo alla logica della politica che, banalmente, è l’arte del possibile: grillini vari (ci sono in tutti i partiti) pensano che basti indicare incoerenze tra il dire e il fare per considerare chiusa una partita, ma non è così, almeno non sempre. Sull’essenziale però (la fine del Napolicentrismo) la sfida va accolta. Lo capiremo nelle prossime ore, quando i fumi di San Gennaro e San Matteo si dissolveranno e il governatore ricomincerà il cammino avviato da una vita: cambiare la Campania, una delle terre più irriformabili del pianeta, tenendo insieme la furia di Napoli e quella di Salerno. Auguri e complimenti. Se cominciasse, ad esempio, a ridurre la pioggia di comunicati stampa come se fosse un De Magistris qualsiasi sarebbe già un buon inizio. San Matteo e San Gennaro neppure sanno leggere. Il gazzettiere

Divieto di sosta e di fermata dalle 12 Saranno chiuse al traffico anche le traverse che si immettono sul tragitto del corteo

rimozione forzata per qualsiasi veicolo dalle ore 12 in poi e fino al passaggio del corteo religioso. Le suddette strade, nonchè le traverse che si immettono sulle stesse, saranno chiuse al traffico veicolare. I veicoli lasciati in sosta nelle aree interdette saranno rimossi; gli autoveicoli dei residenti delle zone 1 e 2 potranno essere posteggiate presso l’area di parcheggio di via Ligea. È istituito, altresì, il divieto di

transito per tutti i veicoli provenienti dalla zona orientale con inizio dall’incrocio di via Santi Martiri Salernitani mentre i veicoli provenienti da via Dei Principati dovranno obbligatoriamente svoltare all’altezza di piazza XXIV Maggio verso via Volpe. Infine, anche in piazza Cavour, per via della nuova deviazione prevista dalla processione di quest’anno, è istituito il divieto di sosta e di fermata con rimozione forzata per tutti i veicoli dalle ore 12 del 21 settembre.


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Primo piano

20 settembre 2015

Sica: “Vincenzo De Luca? La belva giusta per la Regione” Il sindaco di Pontecagnano Faiano fiducioso: “Farà benissimo per la Campania” Idee chiare sul centrodestra: “Non c’è più”. E sul centro ribadisce: “E’ in crisi” “De Luca? La belva giusta per la nostra Regione”. “Renzi? A lui non c’è alternativa: è giovane e merita fiducia”. “Il centrodestra? Non c’è più”. “Il centro? Vive il momento più difficile della sua storia” Parole del sindaco Ernesto Sica. Il primo cittadino di Pontecagnano Faiano si conferma figura “ingombrante” e opera un’analisi attenta e a 360 gradi. De Luca governatore, centrosinistra alla Regione, Sica felice? “Sicuramente. L’elezione di Vincenzo De Luca mi ha reso davvero felice. Considero il governatore la belva giusta per la nostra Regione in considerazione della sua determinazione e della sua tenacia amministrativa e personale. E sono altrettanto soddisfatto in quanto a Palazzo Santa Lucia ho molti amici”. Pur non facendo mistero del sostegno all’ex sindaco di Salerno, ha optato per una campagna elettorale low profile. Una mossa di grande astuzia politica a detta di molti… “Diciamo che ho voluto semplicemente evitare speculazioni, populismo, dicerie e toni politici che a tratti assumevano contorni ingiustificati. In tal senso, alle grandi iniziative ho anteposto un sostegno concreto e senza troppe apparenze. Potrei definirlo, appunto, di basso profilo. A urne chiuse e in at-

Il sindaco di Pontecagnano Faiano Ernesto Sica

“Sono davvero felice dell’elezioni del governatore. Come ho sempre detto lo considero la belva giusta per la Regione e può fare benissimo”

tesa del risultato, coerentemente, ho confermato la mia posizione recandomi subito a Napoli al suo comitato elettorale”. Come giudica l’approccio di De Luca con la Regione e il suo operato? “Credo che De Luca stia facendo bene e può fare benissimo. Reputo di fondamentale importanza i temi della sua agenda. In particolare, per quanto concerne il nostro territorio, ritengo prioritario riprenderci letteralmente il mare, con un sistema efficace di depurazione. E’ fondamentale realizzare opere infrastrutturali capaci di attrarre investitori privati. Uno snellimento della burocrazia, anzi direi lottare ogni giorno per una burocrazia zero: solo così si può salvare la Campania e il Mezzogiorno”. Cosa si attende dal Governo regionale? “Sono tante le sfide in campo, ma i temi, prevalentemente, sono quelli di sempre e penso che De Luca abbia il coraggio per affrontarli nel migliore dei modi. Per quanto mi riguarda, auspico che la Regione assuma verso le nostre comunità un ruolo di genitore protettivo. E la sua gestione penso debba caratterizzarsi per un’ampia pianificazione e condivisione senza eccessivi accentramenti. E’ fondamentale recuperare il tempo perduto in questi anni.”. Da un leader ad un altro: Renzi. Qual è il suo pensiero? “Un grande leader di una grande forza politica. Non credo che vi sia attualmente un’alternativa concreta a Renzi. E’ un giovane e gli va data sicuramente fiducia. Comprendo molto la sua preoccupazione rivolta ad una legittimazione

“A Renzi non vi è un’alternativa. E’ condizionato dalla legittimazione quotidiana ma è giovane e merita fiducia”


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Primo piano

20 settembre 2015

“Sono impegnato anima e corpo a lavorare altri tre anni per la mia città rafforzando la nuova classe dirigente”

“Sull’aeroporto abbiamo una posizione univoca, serve un cambio di rotta. Siamo di fronte a un bivio”

quotidiana che non ha trovato il riscontro del consenso popolare del voto così come credo sia evidente la difficoltà nel trovare ogni giorno una sintonia con un Parlamento che aveva probabilmente orizzonti diversi prima della sua nomina”. A suo avviso cosa serve al nostro Paese? “Sicuramente un cambiamento radicale, un cambiamento che interessi ancora di più l’architettura costituzionale. Uno stravolgimento penso non possa solo partire dal dibattito sulla legge elettorale o sul Jobs act che restano comunque di assoluto rilievo. Ma il Paese ha bisogno di una sferzata ancora più convinta che rimetta tutto in discussione, rendite parassitarie comprese. Penso all'abbattimento di lacci e lacciuoli che imbrigliano la Nazione, penso ad un’Italia che ragioni su concetti nuovi e che non si faccia rincorrere dagli investitori. Reputo positive alcune indicazioni e, come ho detto, bisogna dare fiducia a Renzi perché è giovane e a lui non vi è alcuna alternativa.Cerchiamo di entrare definitivamente nella terza Repubblica, ma la mancanza di un’assemblea costituente non mi lascia al momento immaginare un futuro roseo”. Per lei, quindi, il centrodestra non può candidarsi a ricoprire alcun ruolo nello scenario attuale e futuro? “La verità è che il centrodestra non c’è più, penso che abbia sparato le sue ultime cartucce alle regionali con un sussulto di vita e di orgoglio. Purtroppo, valori popolari e liberali sono stati traditi da una classe dirigente che si è preoc-

cupata di salvaguardare solo se stessa e non la crescita di un’area che tendenzialmente è sempre maggioritaria nel Paese. Il risultato è stato una crisi che ha portato alla distruzione del centrodestra”. Non è che il centro se la passi meglio… “Il centro, a mio avviso, vive un momento di grandissima difficoltà, credo che sia la stagione politico più complessa della storia politica. Il centro paga a caro prezzo l’assenza di un grande leader e una reale riorganizzazione senza tener conto di una disgregazione che ha indebolito la sua azione politica Per quanto mi riguarda, auspico sicuramente un rilancio del centro anche se alle porte abbiamo una

L’operazione

Il primo cittadino avvia l’intervento di demolizione in danno degli stabilimenti non a norma

legge elettorale che non dà spazio ai moderati e favorisce un bipartitismo all’italiana con un sistema elettorale che presenta a mio avviso molte carenze. All’orizzonte vedo molta confusione”. A proposito di confusione, l’abolizione delle Province è un altro tema caldo e incerto. Cosa ne pensa e come giudica l’azione di Palazzo Sant’Agostino? “Alla Provincia ho sostenuto il centrosinistra e votato con orgoglio il vicepresidente Sabatino Tenore. Lo sforzo di Palazzo Sant’Agostino è sicuramente forte ma difficilmente classificabile proprio in virtù della mancanza alla base di un piano di prospettiva che è invece necessario. Non sappiamo

ancora bene, infatti, di che morte morirà questo ente e quale sarà il suo ruolo. Di certo questioni importanti meritano confronti e riscontri celeri”. L’aeroporto è una delle tante questioni controverse a livello provinciale e non solo. Le ha espresso più volte perplessità. Per le è cambiato qualcosa? “Sullo scalo abbiamo una posizione chiara da sempre. Nonostante le perplessità più volte manifestate, siamo nutriti da una forte aspettativa che è frutto di un amore verso un’infrastruttura che ritengo fondamentale. Sono convinto, come già ribadito, che lo scalo così non va, ci vuole un cambio di rotta. Sono troppi gli errori

del passato, o meglio gli orrori. L’aeroporto ha bisogno di inclusione e non esclusione perché è parte del territorio. Per quanto mi riguarda, c’è ancora una volta totale disponibilità al confronto. Allo stesso tempo, sono sicuro che De Luca abbia lo scalo tra le sue priorità e voglia definire un nuovo scenario da qui a breve. La verità è che ci troviamo mai come adesso di fronte ad un bivio e occorre scegliere la direzione. Io ci sto”. E il suo impegno politico, invece, che direzione sceglie? “Io sono impegnato anima e corpo a lavorare per altri tre anni nella mia città, a fare non bene ma benissimo, nonostante le immense difficoltà quotidiane per il ridimensionamento delle risorse da parte del governo centrale e per la grande crisi finanziaria che investe il Paese. E tra gli impegni primari vi è anche il rafforzamento di una nuova classe dirigente che ha la responsabilità di vincere insieme a me le prossime sfide”. Una sfida che al momento è civica… “Siamo un grande polo civico e questo è un motivo di forza. Sono attualmente orfano di una partito di massa che interpreti la cultura popolare come ha fatto La Margherita per tanto tempo, prima di ultimare il suo percorso, e Forza Italia prima della sua cancellazione. Nel frattempo continuo a lavorare ogni giorno e mi guardo intorno, con estrema serenità ma immenso impegno. Oggi ho un solo sogno, che il mio territorio, la mia provincia, la Campania, il Paese possano rialzarsi ed essere sempre protagonisti”. Pina Ferro

E in litoranea ripartono gli abbattimenti Al via le operazioni di demolizione in danno per gli stabilimenti balneari non a norma sulla fascia costiera di Pontecagnano Faiano. La prima struttura interessata sarà il Lido Puerto Plata. Domani mattina la ditta aggiudicataria provvederà all’allestimento e alla messa in sicurezza del cantiere. I lavori, invece, avranno inizio martedì, alle ore 9.30, alla presenza del sindaco Ernesto Sica, dell’assessore al-

l’Urbanistica e al Demanio Domenico Mutariello e dell’assessore alla Tutela ambientale e alla Polizia Municipale Mario Vivone. Nelle scorse settimane, infatti, l’amministrazione, attraverso l’Ufficio Urbanistica e Pianificazione guidato dall’architetto Giovanni Landi, ha avviato le procedure per gli stabilimenti balneari non a norma predisponendo gli appositi atti di gara.

L’esecuzione del primo intervento, al fine di evitare interfe-

renze collegate al maggiore afflusso nella zona, è stata, quindi, programmata a conclusione della stagione estiva. “L’intervento rappresenta un riscontro concreto alle priorità dell’amministrazione in quanto è finalizzato alla riqualificazione della fascia costiera che, come già ribadito, è al centro della nuova programmazione urbanistica” dichiara il primo cittadino.“L’avvio delle operazioni d, dopo un intenso iter procedu-

rale, segna una tappa importante a favore della riqualificazione costiera” afferma l’assessore Domenico Mutariello. “Le operazioni si inseriscono pienamente tra gli obiettivi dell’ente rivolti al decoro, alla pulizia e alla sicurezza. L’attenzione verso il litorale e l’intero territorio resta alta e si concretizza attraverso un monitoraggio sempre più attento e azioni soprattutto in aree critiche” commenta l’assessore Mario Vivone.


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Mondo Campania

20 settembre 2015 L’inchiesta

Il presidente della Commissione anticamorra: “Voglio tutelare istituzioni e famiglia”

SCAFATI. “Nella consapevolezza di essere assolutamente estranea alle vicende per le quali sono indagata, vicende di cui peraltro neppure conosco la specificità dei fatti, per il senso alto che ho delle istituzioni, per la delicatezza del ruolo della Commissione che presiedo annuncio le mie dimissioni da presidente della Commissione Anticamorra e Beni Confiscati del Consiglio Regionale della Campania affinché il lavoro avviato possa proseguire nella massima serenità. A dichiararlo la consigliera regionale della Campania di Forza Italia, Monica Paolino nella giornata di ieri a seguito della bufera giudiziaria che l’ha travolta insieme al marito Pasquale Aliberti, al fratello del sindaco di Scafati Aniello Aliberti, alla segretaria comunale Immacolata Di Saia e allo staffista Giovanni Cozzolino. I cinque sono destinatari di un avviso di garanzia per associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, concussione, corruzione e abuso d’ufficio. L’inchiesta ha avuto origine a seguito di un attentato dello scorso 1 novembre diretto, secondo gli inquirenti, al consigliere comunale del Pd Vittorio D’Alessandro. “Mi dimetto - aggiunge Monica Paolino - anche per proteggere il mio ruolo di mamma per difendere la mia famiglia e i miei figli da una gogna mediatica feroce. Per fede e cultura politica non esprimo giudizi ma rammarico per gli attacchi feroci e smodati di cui io e la mia famiglia siamo stati fatti oggetto anche da parte di chi si professa garantista. Ringrazio il partito, i suoi dirigenti e i tantissimi cittadini che, conoscendomi, mi hanno manifestato la loro solidarietà ed il loro grande affetto. Resto serena e fiduciosa nell’operato della magistratura”. “Le dimissioni di Monica Paolino confermano il suo alto senso di responsabilità politico e un rispetto delle istituzioni non da tutti. Parliamo infatti di dimissioni che erano nella natura delle cose e che solo smodate e super-

Gli arresti

Paolino la dà vinta ai soliti giustizialisti e annuncia le dimissioni “Estranea ai fatti, ma lascio per la delicatezza del ruolo della commissione” De Siano: “Pressioni eccessive”

L’appello

flue pressioni hanno ritardato”. A chiedere le sue dimissioni nella giornata di ieri era stato anche il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. "In relazione alla vicenda giudiziaria di Monica Paolino - aveva dichiarato l’ex sindaco del Comune di Salerno, si rileva che son trascorse 24 ore. È doveroso attendersi e sollecitare le immediate dimissioni da presidente della Commissione Consiliare Antica morra e Beni Confiscati a tutela della persona interessata ed a tutela della dignità dell'Istituzione". Questo il commento del governatore della Campania De Luca.

Le parole nel corso dell’omelia del miracolo di San Gennaro

“Basta sangue in strada” Il monito di Crescenzio Sepe ''Basta sangue per le nostre strade". Il monito è arrivato ieri dal cardinale Crescenzio Sepe nel corso dell'omelia del miracolo di San Gennaro con chiaro riferimento agli ultimi episodi legati allo scontro tra i clan della camorra a Napoli. “A Napoli - ha detto il cardinale - è tuttora presente la più crudele di tutte le seti, ossia la sete del necessario, che è sete di conoscenza e di senso, ma anche mancanza di quell'acqua indispensabile per bagnare i campi vitali che una città dovrebbe of-

frire ai suoi abitanti. La sete del necessario è una sete maligna ha aggiunto in occasione della festa di San Gennaro a Napoli che arriva a contrabbandare per normali alcuni comportamenti diffusore deprecabili". Poche ore prima delle parole del cardinale, non troppo distante dall’aeroporto di Capodichino, si era consumato l’ennesimo fatto di sangue con il presunto omicidio di un giovane incensurato di 26 anni. Le modalità con le quali è stato ucciso sono quelle tipiche di un agguato camorristico. Intanto, nel corso dell’omelia,

si e' ripetuto alle 11,22 il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. Ad annunciarlo ai tanti fedeli accorsi al Duomo è stato lo stesso arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, sventolando un fazzoletto bianco, come vuole la tradizione, e mostrando la teca con all'interno l'ampolla contenente il sangue del Santo Patrono di Napoli. "Il sangue si era gia' sciolto prima quando abbiamo aperto la cassaforte", ha precisato il presule tra gli applausi dei presenti e momenti di grande commozione.

Equipaggiamento marine rubato e venduto in rete: presi AVERSA. Vendevano su internet l'equipaggiamento dei marines risultato rubato e finiscono nei guai. Nei guai tre uomini: un 41enne e un 57enne di Gricignano di Aversa e un 23enne di Trentola Duecenta. A scovarli i carabinieri della stazione di Gricignano di Aversa, insieme ai militari del nucleo operativo della compagnia di Marcianise (coordinati dal tenente Paolo Perrone e diretti dal capitano Nunzio Carbone) che hanno denunciato in stato di libertà le tre per-

I tre avevano pubblicizzato su un sito materiale militare provento di un furto ad un americano

sone ritenute responsabili del reato di ricettazione. E’ stato infatti accertato che il terzetto aveva pubblicizzato su un sito di vendite online materiale di equipaggiamento di forze armate statunitensi. Si trattava di un elmetto, cartucciera, i caricatori per pistola, il giubbetto e le manette che sarebbe venute a costare 500 euro per la vendita proposta. Prima che trovassero il cliente, però, sono stati beccati dai carabinieri e sono finiti nei

guai. Dagli accertamenti dei militari è stato riscontrato, infatti, che il materiale pubblicizzato era il provento di un furto eseguito su un autoveicolo ai danni di un militare americano lo scorso 6 settembre. I sospetti sono divenuti concreti. Dopo le perquisizioni personali, veicolari e domiciliari è stata quindi ritrovata l’intera refurtiva ad eccezione di un solo articolo rispetto a quanto denunciato dalla vit tima.


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La città

20 settembre 2015

La carenza del farmaco pare si stia verificando in tutta la Regione, problemi anche a Salerno

Manca l’insulina, diabetici a rischio Aziende produttrici vendono all’estero

La denuncia e l’atto d’accusa arrivano dal segretario della Cisl Antonacchio SALERNO - Diabetici con il fiato sospeso: a Salerno ed in tutta la Campania manca l’insulina farmaco di primaria importanza per salvaguardare la condizione dei cittadini affetti da diabete. A denunciare la grave carenza è Pietro Antonacchio, segretario provinciale della Cisl Funzione Pubblica che attraverso un comunicato lancia delle accuse durissime e gravissime. "La cosa è resa ancora più grave spiega Antonacchio - dall’atteggiamento di alcune ditte farmaceutiche produttrici del farmaco, che sembrerebbero favorire altri mercati nazionali e anche europei, molto probabilmente poiché più regolari della nostra regione nel saldare i debiti maturati dalle Aziende sanitarie locali della Campania nei loro confronti. Ciò sta creando gravi disagi a tutti i cittadini salernitani e di tutta la provincia che, cercando di trovare

delle soluzioni presso tutti i centri dietologici pubblici dislocati su tutti i distretti danitari dell’Asl Salerno, non trovano una possibilità di soluzione, poiché nessuna struttura sanitaria è in condizione di poter garantire il farmaco". Una situazione che sta mettendo in serio pericolo le tante persone diabeti-

l’intervento

In fase sperimentale, il parto è stato effettuato al Ruggi dal dottor Petta. La mamma una 40enne

che che risiedono in Regione Campania e in provincia di Salerno. "Spero che nell’immediato il Commissario Postiglione, ma soprattutto il Governatore della Campania De Luca, si attivino a verificare quanto a noi attenzionato da alcuni pazienti e a porre ri-

medio, poiché se risulta vero che le ditte fornitrici dirottano i farmaci in altri territori e su altri mercati solo per lucro, potrebbero rilevarsi anche estremi di denuncia per il reato di tentato omicidio, tanto più grave quanto più derivante dall’esclusiva necessità di continuare a fare profitto altrove,

abbandonando tutti i diabetici della Campania", ha concluso Antonacchio. L’assenza di insulina si aaggiunge al blocco delle prestazioni che potrebbe arrivare a breve a causa della careza di fondi. Cosa questa che si ripresenta puntualmente pieffe

Bebè nasce con la tecnica dell’accovacciamento SALERNO - Nuova tecnica di parto al San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona e nuovo primato per l’azienda ospedaliera saleritana. Pesa 3.390 grammi il piccolo venuto alla luce con la tecnica del parto in accovacciamento, al momento in fase sperimentale. Per la mamma, V.A. di 40 anni, salernitana, è stata adottata una nuova tecnica per Salerno e provincia che consiste nel fare travagliare la donna in posizione libera. Il travaglio è durato poche ore ed alle 11,10 è nato questo bellissimo bimbo senza alcun problema pur presentando un giro di cordone al collo e la procidenza di un arto. Il parto è stato seguito dal dottore Raffaele Petta (nella foto a sinistra), direttore del Reparto di “Gravidanza a rischio” del “Ruggi”, assistito dalla ostetrica Giovanna La Rocca, coadiuvata dalla collega Marilena Labano. Il bimbo è stato assistito alla nascita dalla neonatologa Marilena Delgiorno. “Fino a qualche anno fa stare sdraiate sul lettino era l’unico modo per partorire; “afferma il dottore Raffaele Petta “oggi le cose stanno decisamente migliorando. La donna è infatti li-

Al direttore

Riconoscimento per Lo Pardo

SALERNO - Ambìto riconoscimento internazionale per il Centro di Medicina Iperbarica e Subacquea del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona e per il suo direttore Dante Lo Pardo La Confederazione Mondiale Attività Subacquee, con sede a Parigi, congiuntamente alla Federazione Italiana Pesca sportiva ed Attività Subacquee, con sede a Roma , ha designato il dottor Dante Lo Pardo, quale Sanitario team manager referente per la sicurezza in occasione del campionato mondiale di Apnea profonda in programma ad Ischia dal 4 all’11 ottobre 2015. Oltre 100 Atleti provenienti da tutto il mondo, capaci di performance acquatiche da capogiro, si sfideranno in mare aperto tentando di raggiungere col solo fiato dei loro polmoni (apnea) quote profonde ben oltre i 100 metri .ì Per l’occasione un

gruppo nutrito di sommozzatori dotati di apparecchiature di respirazione subacquea saranno impegnati nell’opera delicatissima di assistenza e convalida dei rispettivi record. Delicatissimo il compito del Rianimatore Medico Iperbarico Dante Lo Pardo, non nuovo certo a queste esperienze in quanto medico federale da oltre 20 anni nonché egli stesso esperto Istruttore subacqueo. A lui sarà affidato, per il campionato mondiale 2015 di Ischia, anche il delicatissimo compito di coordinamento sia con i mezzi di soccorso del 118 (Ambulanze Rianimative, Idroambulanze ed Eliambulanze) sia con le Camere Iperbariche presenti sul Territorio al fine di garantire a tutti gli Atleti la massima assistenza in questo Sport estremo ad alto rischio.politici senza scrupoli.

bera di partecipare al proprio travaglio cambiando posizione quando crede;per questo si può parlare di parto attivo. Durante il parto attivo la futura mamma ha la facoltà di muoversi e camminare; ciò la renderà più partecipe del proprio travaglio e soprattuttosarà in grado dicontrollare meglio il dolore se seguirà quello che le dice il proprio corpo. Il parto in accovacciamento è una delle posizioni più naturali per la donna e sfrutta la forza di gravità. L’adozione di questa nuova tecnica di assistenza al travaglio ed al parto rientra in un percorso di umanizzazione del parto già avviato a suo tempo con il parto in piedi. D’altronde il “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” è sensibile a questo tema. Presso il nosocomio salernitano è presente una Struttura Dipartimentale diretta dal dottore Roberto Iovieno dedicata proprio alla umanizzazione del parto; e, a tal fine è stato avviato con l’Università un progetto di umanizzazione nel percorso del parto e del neonato prematuro denominato “600 grammi di umanità” coordinato dalla dottoressa Antonella Maisto”.



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La città

20 settembre 2015

L’associazione Alec ha presentato una petizione per chiedere un intervento a favore dell’inserimento

Disabili e occupazione, legge inutile La norma non trova applicazione

Nonostante le battaglie anche a Salerno per i portatori di handicap vi sono difficoltà e del disinteresse della classe politica, ma dire che nonostante le numerose difficoltà esistono una serie di persone che in questo periodo di crisi economica hanno costituito imprese, aziende, cooperative formate da persone disabili dove i servizi appaiono eccellenti. “L’obiettivo della petizione – conclude Angrisani – è un intervento degli organi preposti alla realizzazione di un piano nazionale che aiuti la categoria sociale dei disabili all’inserimento lavorativo sia tramite iniziative che mediante una serie di incentivi per la costituzione di cooperative o imprese costituite da disabili”. Per eventuali chiarimenti è possibile contattare il 333.4165622 oppure lo sportello online della associazione Alec all’indirizzo www.associazionealec.net/ sportello online.

SALERNO - Integrazione lavorativa dei portatori di handicap, una chimera vista l’inadeguatezza della legislazione attuale. Per circa quattro milioni di disabili non è facile, per non dire impossibile, l’inserimento lavorativo. Nonostante le battaglie intraprese la legge che dovrebbe garantire l’occupazione non viene applicata né dai privati né dagli enti pubblici. Le petizioni vanno avanti, come quella presentata dall’associazione Alec che verrà estesa in tutta Italia. “Nei decenni trascorsi - afferma il presidente Alfonso Angrisaniè stata varata una disposizione legislativa che doveva tendere la mano alle persone affette di disabilità, la legge 12 Marzo 1999 n° 68 ‘Norme di Diritto al lavoro dei disabili’, la finalità era quella di provvedere all’integrazione lavorativa delle per-

sone disabili attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. Molte volte – si legge ancora nella nota - il suindicato

LAVORO

Utilizzabili per il lavoro accessorio, si stanno diffondendo anche a Salerno, spesso per aggirare le norme

emendamento ha trovato una serie di problemi di rilevanza oggettiva, in alcuni contesti territoriali si assiste alla pessima

organizzazione degli uffici locali. Non vogliamo esaurire questo appello al mancato funzionamento della legge 68/99

I voucher, utili solo se usati correttamente Tra i contratti di lavoro più o meno rivisti dal cosi detto jobs act (decreto legislativo numero 81 del 15 giugno 2015) rientra anche il lavoro accessorio. Per i meno addentri alla materia stiamo parlando dei buoni lavoro o voucher di cui ormai si sente quotidianamente nei telegiornali. Il lavoro accessorio, che ricordo si tratta di un rapporto di lavoro di natura non subordinata ma autonoma occasionale, viene ormai quotidianamente utilizzato nelle più svariate attività economiche, soprattutto grazie alle modifiche normative che negli ultimi anni si sono succedute permettendo un sempre più ampio utilizzo. In pratica il prestatore di lavoro riceve dal committente un buono o voucher ( simile ad un assegno bancario) di importo pari a 7,5 euro per ogni ora di lavoro. Il predetto voucher viene acquistato da parte del committente attraverso i canali telematici, al prezzi di 10 euro. La differenza tra il costo del voucher e quello che riceve effettivamente il prestatore occasionale va alla copertura contributiva (13% gestione separata Inps) e assicurativa (7% premio assicurativo Inail) oltre che a compensare (5%) il gestore del servizio. L’utilizzo della prestazione accessoria e conseguentemente del voucher, quale modalità di paga-

mento, assolve ad ogni altra incombenza da parte del committente, che normalmente avrebbe con un lavoro subordinato classico, non dovendo consegnare un cedolino o busta paga, ne calcolo i contributi e le tasse, ma soprattutto non dovendo effettuare alcuna comunicazione agli enti assicurativi e previdenziali ( Inps, Inail). Di contro deve rispettare le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro da cui non è esonerato. L’unica incombenza è la comunicazione all’INPS prima dell’inzio del lavoro, mediante l’utilizzo di canali telematici, i dati anagrafici e il codice fiscale del prestatore il luogo della prestazione, tutto riferito ad un arco temporale non superiore a 30 giorni. Incombenza sostanziale per non incorrere in pesanti sanzioni per l’utilizzo di lavoro nero. Le novità Innanzi tutto è stato aumentato a 7000 euro nette, pari a 9333 lorde, il limite economico che un soggetto utilizzato può complessivamente percepire dal lavoro accessorio. E’ rimasto invece alterato il limite di 2000 euro nette che ciascun committente può erogare al lavoratore occasionale, che passa a 3000 euro per chi percepisce prestazioni a sostegno del reddito, ad

esempio Cig ( cassa integrazione guadagno) o CIGS o percepisce indennità di disoccupazione ecc. Il lavoro accessorio può essere svolto in tutti i settori produttivi da parte di qualsiasi soggetto, non è previsto alcun limite oggettivo ne soggettivo. Di fatto sono altresì superate le limitazioni contemplate dalla previggente normativa per i committenti pubblici e gli enti locali che ora possono utilizzare, alle condizioni appena descritte, qualsiasi tipologia di prestatore a supporto le attività istituzionali. Unica eccezione per il settore agricolo in cui le aziende, con volume d’affari superiore a 7000 euro l’utilizzo dei voucher è ammesso, solo per lo svolgimento di attività agricole stagionali, con

pensionati e giovani con meno di venticinque anni di età. I giovani possono essere impiegati nel lavoro accessorio se regolarmente iscritti ad un ciclo di studi e, l’impiego deve essere compatibile con gli impegni scolastici, non dovendosi pertanto accavallare con i periodi di istruzione, a meno che, il giovane non sia iscritto ad un ciclo di studi universitari. Per le aziende agricole con volume d’affari inferiore a 7000 euro non vi sono limitazioni di utilizzo nella tipologia di lavoro ne nel soggetto utilizzato, a meno che questi non sia stato operaio agricolo, iscritto negli appositi elenchi, l’anno precedente a quello dell’utilizzo. Le novità sono tante e, come sem-

pre avviene nel campo della legislazione del lavoro, se ne capirà la portata con l’utilizzo dello strumento sul campo, sperando che si possa fare un costruttivo uso e non un abuso. C’e da ricordare a chi si avvicina a tale strumento guardandolo, a giusta ragione, come un opportunità per la propria attività, che si tratta pur sempre di rapporto di lavoro autonomo e che solo un utilizzo corretto e attinente alla effettività del rapporto di lavoro istaurato può evitare spiacevoli conseguenze. Conseguenze in termini di sanzioni da parte degli organi di controllo oltre che di eventuali pretese da parte del lavoratore, che potrebbe mettere comunque in discussione il carattere occasionale del lavoro svolto chiedendo, e magari ottenendo, la conversioni in rapporto di tipo subordinato, con tutte le conseguenze del caso. Certamente con il lavoro occasionale di tipo accessorio e con il sistema dei voucher ci si avvicina sempre di più ad una idea di lavoro riscontrabile nella tradizione anglosassone, questo forse cozza un po’ con la storia italiana, ancora legata alla tradizione sindacale e ai vecchi conflitti sociali. Carmine Fortunato Consulente del Lavoro studiofortunato.sa@libero.it




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La città

20 settembre 2015 Via Sichelgaita

SALERNO - Una corsa a chi arriva prima. Parcheggiare in via Principessa Sichelgaita è una gara per i numerosi residenti nel quartiere alle porte del centro cittadino. Nonostante i residenti paghino la retta annuale per tenere l’auto sotto casa o, comunque nei dintorni, spesso devono rinunciarvi in quanto trovare un posto auto libero è impossibile. Inoltre, da qualche giorno sono anche costretti a fare i conti con il timore della rimozione delle vetture da parte del carroattrezzi. E, a questo si aggiunge anche il fatto che lungo tutta l’arteria non vi è neppure un’area per la sosta a titolo gratuita. Le strisce bianche sono previste in quasi tutti i quartieri cittadini fatta eccezione per via Principessa Sichelgaita. Insomma, quella che doveva essere una zona residenziale pian piano sta trasformandosi in un’ area da cui scappare. C’è tanta rabbia tra i residenti che, così come ripetuto ache in altre occasioni agli organi di stampa, sono stanchi di non essere ascoltati, quasi fossero cittadini di serie B. Il problema parcheggi è un vero e proprio incubo divenuto ancora più sentito da quando l’autorimessa presente nella zona ha chiuso i battenti. E, ironia della sorte, chiunque non sia munito di permesso per la sosta, prima di poter parcheggiare nelle strisce blu deve vagare per trovare un grattino: infatti nessuno dei negozi presenti ne ha in vendita. Un grave problema anche questo se si considera che nel quartiere è presente l’ufficio di collocamento che quotidianamente accoglie di decine di persone provenienti anche dai centri limitrofi. Si tratta di persone che raggiungono l’ufficio pubblico in auto e che reclamano di essere posti in condizione di poter parcheggiare senza il timore di vedersi notificate multe.

C’è rabbia tra residenti che talvolta devono lasciare l’auto in via Vernieri

Posto auto, vince chi arriva prima E ora c’è pure il carro-attrezzi

Parcheggi insufficienti, strisce bianche completamente assenti, marciapiedi con presenza di segnali che diventano barriere L’intera arteria è in una situazione indecorosa. Lasciata a piedi anche dal Cstp

Benvenuti tra erbacce e deiezioni canine SALERNO - Benvenuti in un quartiere dove a farla da padrone è l’abbandono. Rifiuti ovunque, erbacce, marciapiedi sconnessi e deiezioni canine, così si presenta via Principessa Sichelgaita a quanti la percorrono quotidianamente. E, pensare che l’arteria è l’ingresso di quella che da qui a qualche tempo dovrà diventare la Porta Ovest della città. Via Principessa Sichelgaita, molto popolata e zona residenziale, a due passi dal centro cittadino, troppo spesso è dimenticata dai servizi di igiene urbana, e la scarsità di controlli fa anche sì che incivili possano farla da padroni come ad esempio chi porta quotidianamente a spasso il proprio cane senza munirsi di paletta e sacchetto. Percorrendo la strada da via Vernieri è facile notare erbacce che costeggiano l’intera strada, rifiuti, talvolta anche ingombranti e deiezioni canine. Nelle aiuole del viale che un tempo costeggiava l’orto botanico vi si trova di tutto. Probabilmente per l’arteria che porta un nome illustre per la città di Salerno vige la tesi che vivere tra il verde è fantastico, peccato che il verde altro non è che erba spontanea nata ai lati dei marciapiedi già di dimensioni ridotte al

punto che le mamme con i passeggini sono costrette ad invadere la strada che non raramente viene percorsa a velocità sostenuta. Inoltre, a rendere ancora più complicata la vita ai pedoni vi è la presenza di cartelli stradali posti al centro dello striminzito marciapiedi. Quindi, facile immaginare le difficoltà per chi quotidianamente percorre il marciapiedi con passeggini o buste della spesa. Il segnale in questione sta ad indicare la presenza di un posto auto riservato ai disabili. Sembra quasi una contraddizione, si riserva un posto di sosta per i diversamente abili ma lo stesso funge da barriera per i pedoni e ancor di più per un eventuale disabile in carrozzella. Insomma il quadro che si presenta in via Principessa Sichelgaita, a parte la vista mare, è tutt’altro che allettante e sicuramente poco edificante per una città che si fregia di essere a misura di cittadino. Per chiudere l’elenco delle cose che non vanno va aggiunto che da mesi il Cstp ha deciso di non effettuare più la corsa in via Principessa Sichelgaita

creando disagi ai tanti anziani che sono costretti a rientrare dalla spesa fatta in centro a piedi e carichi di sacchetti pieni.



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Territorio

20 settembre 2015

Nello stand della Regione Campania ‘Caffe Gioia’ presenta l’ultima fatica dell’artista ebolitano

Arte e impresa locale nel tempio del salone alimentare di Expo

A Milano le opere di Francesco Cuomo: sulle tele il racconto della storia del caffè EBOLI  - “Tanta fatica… solo per la gioia di un buon caffè!” è questo il claim scelto da Caffè Gioia, storica e rinomata azienda salernitana in occasione dell’Expò 2015 di Milano dove, ospite nel padiglione Eataly nello spazio riservato alla Regione Campania, si presenta al grande pubblico con una insolita partnership: a Francesco Cuomo è stato affidato il compito di raccontare per immagini i processi evolutivi nella preparazione del caffè: dalla classica moka alle più innovative cialde, rappresentate come un disco volante, perché “anche i marziani si innamorano della bontà del caffè italiano”. L’insolito connubio, tra arte e imprenditoria, nasce e parte da Eboli, sede dell’azienda e luogo e scelto dal colorista come location per il suo showroom. E’ qui che si crea la miscela esplosiva che

Miss Italia 2015

La fatica porta il nome “Le formiche” simbolo di laboriosità e determinazione nel raggiungere gli obiettivi porta Cuomo a creare per Vito e Filomena Gioia quattro tavole, dove ad essere protagoniste sono “le Formiche”. Giocando sui quattro elementi identificativi di “Caffè Gioia”:

moka, cialda, capsula e tazzina, l’artista, riconosciuto a livello nazionale per l’eccentricità dei sui soggetti, dai colori forti e vividi, ha interpretato con maestria le innovazioni in materia di caffè ed

ha scelto di utilizzare “la formica”, simbolo di laboriosità, per raccontare la fatica fisica dell’uomo e la passione che lo spinge a realizzare grandi cose. Ci vuole amore e dedizione per raggiungere alti standard di qualità, è questo il messaggio che CaffèGioia e Francesco Cuomo

hanno deciso di trasferire e di rendere universale, partecipando ad un importante vetrina internazionale come l’ Expo di Milano. Presenti fino al prossimo 22 settembre 2015 le tele di Francesco Cuomo rappresenteranno l’azienda Gioia, un proficuo connubio da cui scaturiranno collaborazioni future. Puntando sull’estro di Cuomo l’azienda preannuncia una serie di oggetti creati in collaborazione con Whitepaper Design Studio. Per Francesco Cuomo l’arte, infatti, diventa oggetto di design d’autore, arredamento non solo di spazi fisici ma dell’anima e, come spesso ripete, l’obiettivo è creare opere che si prestano ad un viaggio esperienziale non solo visivo, ma tattile. E’ così che le sue tele diventano spunto per un’arte da “ toccare, indossare, da vivere”. Emanuela Carrafiello

Dopo la Ferolla un’altra bellezza salernitana proverà ad aggiudicarsi il titolo di reginetta

Il Cilento ci riprova e punta tutto su Vincenza Botti Il Cilento ci riprova e scommette su Vincenza Botti per la conquista del titolo di reginetta di bellezza. La ventenne cilentana, dopo aver conquistato il web attraverso le votazioni on line previste dal casting svoltosi a Roma, è risultata tra le prime tre classificate accedendo di diritto alla finale di Jesolo. Una chance inaspettata per la giovane originaria di Vallo della Lucania (SA) che, premiata con “La Curvy di Miss Italia Keyrà Campania”, è giunta in finale tra le 33 ragazze che domani sera si sfideranno per il titolo di Miss Italia 2015. Tutto è cominciato per caso, come lei stessa ha dischiarato, quando lo scorso 24 luglio è partita per Roma e tra le 200

ragazze presenti è riuscita a sbaragliare3 le avversarie e, dopo il giudizio finale della giuria presieduta da Patrizia Mirigliani, ha conquistato la finale. Vincenza, ballerina di danza classica, moderna e di flamenco, attualmente lavora nell’attività di famiglia, ma non esclude che il suo futuro sia nel mondo del cinema e della moda e quale miglior passerella che il rinomato concorso di bellezza. Prove serrate a Jesolo prima del grande spettacolo di domani sera che sarà trasmesso su La7 a partire dalle ore 21 e alla cui conduzione è chiamata ancora una volta Simona Ventura. Difronte ad una giuria d’eccellenza giuriaaranno Claudio Amendola, Joe Bastia-

Tango al Parco Mercatello

nich e Vladimir Luxuria, quest’ultima nei panni di presidentessa. Tanto per aggiungere un tocco in più alla trasversalità, a loro si aggiungerà il patron della SampdoriaMassimo Ferrero, che Simona Ventura da definito il “presidente del popolo”: il produttore cinematografico ha intanto promesso un ruolo nel suo prossimo film alla vincitrice del concorso. Ospiti musicali della serata di domenica saranno Morgan e Baby K con Giusy Ferreri. Vincenza Botti si può votare da telefono fisso chiamando al numero 894100 indicando il n.26 oppure da telefono cellulare con un sms scrivendo il n.26 al numero 4770471

Raccolti 550 euro per i bambini disabili africani

SALERNO - Passione per il tango argentino, e solidarietà. Un connubio che a Salerno si è rivelato vincente. Grande il cuore dei tangheri che hanno ballato sotto le stelle tutta l’estate senza dimenticare chi è meno fortunato. Ha portato alla raccolta di ben 550 euro l’iniziativa “Le milonghe al Parco” organizzata al parco Mercatello durante tutta la stagione estiva da Quirino Tedesco ed Imma Costabile. I due hanno pensato di far sposare la passione per il tango argentino di tanti salernitani e non alla solidarietà Durante le serate, infatti, è stata effettuata una raccolta di fondi a favore dei bambini disabili dell’Africa. La raccolta di denaro era finalizzata all’acqui-

sto di sedie a rotella. Il salvadanaio, presente, sul tavolo del musicalizzatore, è stato aperto giovedì scorso ed è stata immensa la gioia di Imma Costabile, che da anni organizza iniziative a favore dell’associazione “I bambini di Antonio Gallo” quando ha verificato la somma raccolta. Dunque, gli amanti del Tango argentino hanno anche un grande cuore. Le serate tanghere continueranno ancora per diversi giovedì, almeno fino a quando il tempo sarà clemente. La somma raccolta è stata già inviata all’associazione di volontariato che da anni si occupa ei bambini africani. Nei prossimi mesi dovrebbero esservi altre iniziative simili. pieffe


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Territorio L’inchiesta

Fanno il nome di Antonio Valiante? E Alfieri, suo nemico acceso, scende in campo. Cinghiali, sprechi a gogò e decine di nomi di aspiranti presidenti. A ottobre scade il terzo mandato consecutivo da commissario dell’ex presidente Amilcare Troiano, avvocato di Portici e già a capo dell’area protetta del Vesuvio. Ora al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni sembra essere arrivata l’ora delle scelte. L’ultima campanella per salvare una delle zone “dove la natura è protetta” è suonata da qualche tempo. In gran parte degli ottanta comuni che ne fanno parte è un fuggi fuggi generale. Nei paesi più interni siamo ormai, dalla sua istituzione, a decrementi demografici ormai vicini al 30%, con strade franate e interrotte, uffici postali con orari a scartamento ridotto e economie al lumicino. Gli anziani che resistono si lamentano della famelicità dei cinghiali nei loro campi e che nessuno più contrasta. E la politica? Si arrovella sui candidati alla presidenza dando vita a un ping pong con la stampa. A ogni nome fatto corrispondono reazioni che seppelliscono l’indicazione. Un gruppetto di autocandidati fanno, ovviamente, corsa a sé. L’ultimo nome fatto, il sindaco di Agropoli Franco Alfieri, fa sul serio. Fermato dal Pd di fronte alla sua già lanciatissima campagna elettorale regionale, al secondo mandato da sindaco, dev’essere risarcito. O Vincenzo De Luca lo nomina ad assessore regionale oppure lo designa a presidente dell’area protetta cilentana. Tertium non datur. Di fronte a questa potenza di fuoco per gli altri ce n’è davvero poco. E’ speranzosa l’area Udc che spera di fare gioco con il ministro dell’ambiente Galletti e portare uno dei suoi al vertice. Nell’evenienza si sta scaldando a bordo campo il teggianese Corrado Matera, già vicepresidente con Amilcare Troiano. Stefano Pisani, sindaco di Pollica, è in caduta libera per via della polemica sulle ipotesi intorno all’omicidio del suo maestro politico, Angelo Vassallo. Siamo in Campania, tutto è possibile. «Se

Il profumo dei soldi

20 settembre 2015

Scontro aperto per il controllo dell’ente: Valiante c’è, Alfieri rilancia, Pisani out

Cilento, il parco arranca il territorio non respira: e la politica si fa i dispetti Il sindaco di Agropoli è in attesa di un risarcimento da parte del governatore De Luca La contesa

non arriverà una proposta unitaria afferma il presidente provvisorio della consulta comunità del Parco Antonio Radano - De Luca deciderà da solo e conoscendolo bene potremmo ritrovarci quale presidente del Parco anche un personaggio del mondo dello spettacolo». Il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano è stato istituito nel 1991, corrispondendo a 36.000 ettari interamente compresi nella provincia di Salerno. Successivi ampliamenti ne hanno portato la superficie a circa180.000. Corrisponde oggi alla parte meridionale della provincia. Oreste Mottola

Documento di sostegno ai due “big”. Pesa il flop degli ambientalisti

I fans raccolgono le firme Coldiretti spera nei cinghiali Un documento con poco più di cinquanta firme di sindaci a sostegno dell’uno e dell’altro. Cominciò un anno fa Antonio Valiante, già vicepresidente di Bassolino nella giunta regionale, oggi continua Franco Alfieri, sindaco di Agropoli. Facile scommettere che le firme siano in larga parte coincidenti. La nomina tocca al ministro dell’Ambiente, con il concerto del presidente della giunta regionale. Nel frattempo occorre muoversi sul campo. I cinghiali premono e Salva-

tore Loffreda, direttore di Coldiretti Salerno, ha spinto alcuni sindaci degli Alburni ad autorizzare i cacciatori a fare da sé. Ci sono poi i sindaci che vogliono tagliare decine e decine di ettari di faggi di alta quota per fare cassa per assumere nuovo personale o, più semplicemente, per potersi permettere gli scuolabus≠ per portare i propri bambini all’asilo del paese vicino. Il “no” del Parco deve accompagnarsi a finanziamenti sostitutivi. Soldi pochi e lamentele tante. Cacciatori, agricoltori e

ambientalisti sono le tre forze che tentano di dire la loro sulla gestione del Parco. Le forze ambientaliste sono commissariate dai loro livelli romani che inviano direttamente nel comitato direttivo del Parco loro rappresentanti che ignorano e spesso si contrappongono ai locali. Ed è così che la discussione sugli abbattimenti degli abusi sulla costiera cilentana, il Castelsandra o le villette mai completate alle Ripe Rosse, diventa un dialettico residuato bellico del passato. (om)

Spiccioli risparmiati e la Corte dei conti che segue la procura Da una parte si vanta una gestione sparagnina che quest’anno restituisce a Roma 13 mila euro e dall’altra parte ci si fa pizzicare dalla Corte dei Conti che raccoglie una segnalazione della Procura della Repubblica presso il tribunale di Sala Consilina quando essa ancora esisteva prima di involarsi presso Lagonegro. Due persone in concorso tra loro, per ottenere alcuni finanziamenti comunitari a sostegno delle microimprese nei parchi nazionali, avevano fornito false fatture per il potenziamento di

Quindicimila euro ad un tour operator locale che ne ha raccolti 50mila con le visite dei bambini con le scuole

un’azienda agrituristica in territorio cilentano. Dalle indagini è emerso che l’importo ottenuto era stato speso per finalità del tutto avulse dal programma di investimento. Si è potuto così provvedere al sequestro dei beni degli indagati e alla richiesta di risarcimento del danno erariale pari a 100mila euro. Oggetto di polemiche è anche la gestione del direttore Angelo De Vita (nella foto da internet) che autorizza e finanzia con larghezza iniziative giornalistiche e ricerche provenienti dal

mondo universitario nazionale. Quindicimila mila euro sono stati dati a un tour operator locale che ha dichiarato di averne raccolti per oltre 50 mila per far visitare il Parco ai bambini delle scuole elementari. Un’associazione di Pontecagnano, comune assai lontano dal Cilento, è di casa negli uffici dell’area protetta, organizzatrice di eventi “Italia Asia” che risultano assai difficili da ricomprendere nella tutela della “biodiversità del Cilento”, la vera missione del Parco. (om)


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Territorio

20 settembre 2015

Dalla Provincia la verità: non può stare aperta. Unica soluzione possibile ora è un ponte militare

Chiacchiere a volontà sullo sviluppo E non sanno aggiustare una strada

Territorio frammentato, comunicazioni e scambi impossibili: l’eterno riposo della Sp430 Cilentana, l’uomo del no questa volta è il dirigente del settore Viabilità e Infrastrutture della Provincia, Domenico Ranesi, che parla e ordina, dopo un sopralluogo effettuato insieme con un team di tecnici. «Non ci sono più le condizioni – spiega – per tenere aperta l’arteria. Abbiamo fatto solo una verifica di quanto già avevamo ipotizzato in passato. Avevamo già previsto che il viadotto non sarebbe stato più praticabile. Ha fatto il suo lavoro, ha retto bene per tutta l’estate, ma adesso andiamo verso la stagione delle piogge col pericolo di frane e crolli». «In due anni – evidenzia il viadotto si è mosso di circa venti centimetri, ma nell’ultimo anno si è mosso di frequente, ed è questo a preoccuparci». Si ricomincia, allora. Traffico bloccato alla porta d’ingresso al Cilento, la SP 430 oramai nota all’Italia intera come la Cilentana, la strada della vergogna. Si tratta dell’unica via di accesso al secondo parco per dimensioni più grande in Italia, al territorio della dieta mediterranea, delle bellezze paesaggistiche, dei siti archeologici e delle coste incontaminate. Lo abbiamo detto tutti e in tutte le salse. Il Cilento non può attendere e urge una soluzione immediata. Urge –come prospettò tempo fa Riccardo Ruocco, segretario Pd di Vallo della Lucania - la riprogettazione ex-novo del Viadotto Chiusa di 180mt fuori asse, la sostituzione delle campate attuali di lunghezza pari a 25 mt con nuovi impalcati più lunghi a soluzioni miste di acciaio “Corten”, la previsione di campate di luce doppia rispetto a quelle attuali per evitare cedimenti fondali delle pile, la sua costruzione in 4/5 mesi e l’attivazione di

Dall’università

un ponte militare del tipo “Bailey” (nella foto sotto un esempio. Tutto questo, al di là del compiuto ed a prescindere dei pareri già acquisiti o dei finanziamenti già concessi, potrebbe essere attuato facendo ricorso al sistema di gara con affidamento a Contraente Generale, con la presa in carico, tramite commissariamento dell’attuale ente provinciale, con passaggio parziale o totale delle relative competenze. Il costo della soluzione potrebbe rientrare nella somma di 7 milioni di euro finanziata, con l’indubbio vantaggio che con gli stessi soldi previsti oggi dai tecnici provinciali per realizzare solo 75 metri di viadotto, si realizzerebbe un ponte nuovo, soluzione certamente più sicura di quella immaginata che dovrebbe farsi sulla struttura esistente ed a soli 12 mt più in avanti delle campate interessate dalla frana). Inoltre, fatto assolutamente non secondario, si darebbe immediato traffico grazie al ponte militare. Oreste Mottola

La nuova nomina

Il tratto “grigioverde” del territorio

Non è solo agricoltura, industria e commercio, la Piana del Sele è sede di attività militare di rilievo nel vasto comprensorio militare di Persano. Qui si svolgono le attività più importanti della Brigata bersaglieri “Garibaldi”. Da poco è cambiato il comandante al Reggimento Logistico, con il colonnello Stefano Capriglione (nella foto) che è subentrato al colonnello Carmine Ferrante, che ha lasciato il Comando del Reggimento dopo due anni di intensa attività addestrativa ed operativa. Sotto la guida del Col. Ferrante, il reggimento Logi-

stico ha impiegato assetti logistici e sanitari all’avanguardia nei vari Teatri Operativi all’estero: Operazione “Isaf” in Afghanistan, Operazione “Leonte” in Libano e personale specializzato nell’Operazione “Prima Parthica” in Iraq, “Utm Somalia” e Gibuti, attività tutt’ora in corso. Sul territorio nazionale, nel periodo aprile –giugno 2014 ha fornito il supporto logistico di aderenza durante l’Operazione “Coorte” finalizzata all’addestramento di militari libici . Dalla sede storica di Persano, il Reggimento ha mantenuto e implementato relazioni con istituzioni ed associazioni per promuovere ed organizzare numerose manifestazioni culturali di alto valore. [Or.Mot.]

Le discariche che circondano l’invaso, unite ai cambiamenti climatici, sono la vera minaccia

La priorità? Mettere in sicurezza il Sele “Occorre mettere in sicurezza tutte le possibili minacce all’integrità del fiume Sele cominciando dalle grandi discariche di Serre e Campagna. I cambiamenti climatici si aggiungono all’imprevedibilità già nota del nostro clima”. La richiesta arriva da Franco Ortolani, docente di geologia all’università di Napoli. Le acque prelevate con la traversa di Persano in corrispondenza dell’Oasi omonima riforniscono ogni anno circa 250 milioni di metri cubi di acqua (equivalenti all’acqua accumulata in uno dei più grandi bacini artificiali d’Europa) agli impianti

Il professor Franco Ortolani, geologo della Federico II, indica la strada irrigui. Gli interventi realizzati tra il 1932 e gli anni ‘80 sul fiume Sele – che alimentano la più importante area agricola italiana - rappresentano un

bell’esempio di saggia gestione della risorsa idrica in una cornice definibile di “sviluppo sostenibile e duraturo” dell’ambiente naturale e antropizzato. Un equilibrio che ora

ha dei punti di debolezza proprio nelle migliaia di tonnellate di rifiuti accumulate in prossimità delle rive del fiume. Anche verso la sorgente si è messi male. In coincidenza con

i lavori alla galleria Pavoncelli vicino alle sorgenti di Caposele si sono verificate due morie di trote; scarichi di acque non depurate avvengono in varie parti del bacino idrografico. Finora due morie (ottobre 2013 e gennaio 2014) di trote nell'alto fiume Sele: troticidio di massa? Il tratto fluviale "assassino" si trova poco a valle delle sorgenti del Sele in un ambiente che dovrebbe essere incontaminato; non si trova alla foce dove si accumulano tutti gli scarichi non depurati o mal depurati. [Or.Mot.]


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Territorio

20 settembre 2015

Il progetto. L’assessore Matilde Saja annuncia: “Soluzione decisa in base alle direttive Anas”

A Eboli ci sarà un solo svincolo ma è lungo più di vent’anni

Torna d’attualità la questione infinita: esclusa l’ipotesi di una seconda infrastruttura EBOLI. La discussione risale ai tempi dell’amministrazione Rosania. Condita, come tutte gli argomenti infiniti all’italiana che si rispettino, da polemiche e vicende perlomeno opache sulla proprietà dei terreni interessati. Oggi la questione relativa allo svincolo autostradale è tornata di attualità. Tant’è che l’amministrazione comunale ha annunciato la propria scelta: riqualificare l’area esistente. Esclusa definitivamente l’ipotesi di un secondo svincolo. Il piano normativo, d’altronde, parla chiaro. “ll lavoro per sistemare definitivamente l’area e lo svincolo autostradale di zona San Giovanni va avanti – spiega a tal proposito l’assessore comunale ai lavori pubblici, Matilde Saja. Il piano strategico comunale, infatti, prevede appunto il mantenimento dell’attuale svincolo e l’amministrazione Cariello è intenzionata a conservare questa soluzione, anche sulla scorta delle direttive Anas. Pensiamo che un’eventuale delocalizzazione dello svincolo verso Campagna comporterebbe anche un allontanamento dalle aree strategiche industriali di Eboli e Battipaglia, contigue ed anzi ormai quasi un’unica area, ed anche verso le direttrici in direzione delle aree costiere”. L’indirizzo che arriva dal Comune di Eboli, peraltro, è stato già recepito anche dal Piano territoriale provinciale di Salerno. «La soluzione per la quale ha optato l’amministrazione comunale di Eboli, di fatto rende inutile interamente l’ipotesi dei due svincoli autostradali – spiega ancora l’assessore Matilde Saja.

LA POLEMICA

Un’ipotesi che in verità nemmeno sarebbe stata praticabile, poiché alcune disposizioni precise dell’Anas richiedono una distanza minima tra svincoli autostradali che nel caso di Eboli non ci sarebbe stata». Il progetto di ammodernamento

dell’attuale svincolo autostradale, presentato dall’Anas nel 2012, non è solo un intervento sullo svincolo in senso stretto, ma configura un’ipotesi di complessiva riqualificazione dell’area di località San Giovanni ed inoltre razionalizza i flussi del

traffico, tale da orientare lo svincolo a servire le aree industriali d Eboli e Battipaglia, ormai integrate. “L’ipotesi dei due svincoli, non solo non è praticabile per legge a causa della distanza ridotta tra di essi – ricorda l’assessore ai lavori pubblici - ma

Battipaglia

Volpe (Pd): “Unità e rilancio” BATTIPAGLIA. “Noi siamo alternativi, come forza politica responsabile, siamo alla ricerca di un processo di unità possibile per il rilancio della città capofila della Piana del Sele”. Ad affermarlo sul proprio profilo Facebook è il sindaco di Bellizzi Mimmo Volpe che interviene

nella discussione politica interna al centrosinistra in vista delle prossime elezioni comunbali a Battipaglia. “Servono - aggiunge - uomini e donne, idee e progetti per garantire una vasta partecipazione. Premesso che sono interessato come cittadino, dirigente e uomo delle istituzioni che la buona politica ritorni a farsi spazio per rilanciare l’occupazione e attrarre investimenti in modo onesto e legale su una Battipaglia ferita e su tutto il territorio a sud di Salerno. Sono convinto delle potenzialità che quest’area ha sempre avuto.

inoltre prevede un ulteriore asse vario, con conseguenze negative, in quanto andremmo a creare un’ulteriore frattura nel territorio ebolitano, a sud dell’abitato urbano. Il progetto di riqualificazione dello svincolo autostradale di Eboli – conclude l’assessore Saja – è stato già finanziato dal Cipe per circa 16 milioni di euro e costituisce un’importantissima occasione di sviluppo per il nostro territorio”. Il finanziamento, provenendo dal Cipe, passerà prima la verifica della Corte dei Conti. Un finanziamento che potrebbe rivelarsi decisivo non solo per l’area dello svincolo autostradale di Eboli, ma anche per la permanenza della sottosezione della Polizia Stradale, poiché il progetto Anas prevederebbe anche la realizzazione della nuova sede della Polstrada. “Saremo attentissimi ai procedimenti di registrazione presso i giudici contabili ed a quelli relativi all’indizione della gara da parte dell’Anas – ha commentato il sindaco di Eboli, Massimo Cariello -. Con questa decisione, da un lato evitiamo di contravvenire alle leggi ed alle disposizioni dell’Anas, poiché il secondo svincolo non avrebbe rispettato i minimi di distanza imposti; dall’altro non impoveriamo l’area di San Giovanni, una delle aree commercialmente più vive della città. Inoltre, concentrare il finanziamento su un solo svincolo ci darà la possibilità di andare ad una riqualificazione completa della zona, con servizi sia per le aree industriali, sia per le direttrici del traffico verso l’area costiera”.

Ancora proteste nella Piana del Sele per l’opera sommersa dai rifiuti e oramai inutilizzabile

Pista ciclabile, dodici milioni nel degrado Rifiuti di ogni tipo, sicurezza pari a zero, staccionate divelte, erbe altissime, sabbia, pietre, mancanza di segnaletica e tanto altro ancora. La pista ciclabile che collega Pontecagnano Faiano a Paestum continua a confermarsi un grande spreco: dodici milioni di euro immersi nel degrado più assoluto. “Impossibile utilizzarla, troppo pericolosa, troppo sporca, troppi extracomunitari che spesso sostano sul tratto interessato con bottiglie di alcolici. E’ davvero una vergogna” conti-

nuano a ripetere i cittadini lamentando soprattutto la condizione in cui versa l’opera soprattutto nel tratto della Piana del Sele dove i disagi sono più

evidenti. La pista più lunga d’Italia, la pista più lunga d’Europa, una pista bellissima: questi gli annunci che accompagnarono la

sua nascita da parte della provincia e degli altri enti. Di sicuro, invece, al momento resta soltanto la pista meno frequentata (dai ciclisti ma non da

exracomunitari così come dalle prostitute soprattutto nelle ore serali) e, molo probabilmente, tra quelle che versano nelle peggiori condizioni possibili.


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Sport

20 settembre 2015 La partita

Brezovec e Catellani gelano i 12mila dell’Arechi Società furiosa, Lotito manda tutti in ritiro

Troppo brutta per essere vera: Salernitana ko in casa con lo Spezia Prestazione da dimenticare per i granata: Eusepi sbaglia anche un calcio di rigore Prima sconfitta stagionale per la Salernitana che, senza gli infortunati Tuia e Nalini e con Moro out per squalifica, perde per 2-0 in casa contro uno Spezia molto ben messo in campo e capace di capitalizzare al meglio gli innumerevoli errori difensivi dei padroni di casa. In un clima molto meno caldo rispetto al derby con l'Avellino (10mila paganti in meno ed un certo nervosismo in curva Sud), i granata sono scesi in campo con l'esordiente Terracciano tra i pali, difesa a quattro con Colombo e Rossi (nella foto) sulle corsie laterali ed il tandem Lanzaro-Schiavi al centro, in mediana scelte obbligate per Torrente che si affida al trio Sciaudone-Pestrin-Bovo, in avanti l'acciaccato Gabionetta in appoggio alla rivelazione Donnarumma e a Massimo Coda, chiamato a riscattare l'erroraccio di Brescia che, di fatto, ha permesso alle Rondinelle di agguantare il pareggio. Lo Spezia di Bjelica, reduce da due risultati negativi, rinuncia a Nenè e Catellani ed affida all'esperto Calaiò le chiavi dell'attacco, con Situm alle sue spalle ed un centrocampo formato da palleggiatori e giovani di qualità. La partenza non è delle migliori: Gabionetta subisce un pestone da Terzi e rischia di abdicare dopo 120 secondi, il brasiliano stringe i denti e resta in campo spinto dal pubblico di casa. I liguri, senza strafare, si impadroniscono del campo già dai primi minuti e la differenza tecnica è notevole. La Salernitana, in affanno dal punto di vista fisico, fa fatica a centrocampo e Brezovec imposta il gioco senza trovare ostacoli particolari. Fatta eccezione per un cross sbagliato di Rossi, i granata non arrivano mai sul fondo per servire lo statico Coda e la difesa bianconera prende presto le misure. La retroguardia granata, invece, balla ed un erroraccio di Lanzaro avvia l'azione dello 0-1: il roccioso centrale perde banalmente palla, Rossi e Pestrin non riescono a metterci una pezza, Brezovec pesca l'angolino dai 20 metri con la complicità dell'incerto Terracciano. La reazione dei padroni di casa è veemente e si traduce in una serie infinita di traversoni facili preda dei centrali ospiti. Tra tanti sbadigli e qualche mugugno si chiude un primo tempo tecnicamente bruttissimo e mal giocato dalla Salernitana, conferma del fatto che operare sul mercato ad agosto inoltrato non agevola il lavoro di un allenatore già criticato per alcune scelte

Scatti dall’Arechi

Non basta la spinta della curva Sud e dei 12mila dell’Arechi

I tifosi spingono la Salernitana durante il riscaldamento

pregresse. La ripresa inizia sulla stessa falsa riga del primo tempo: tanti falli, arbitro beccato dal pubblico, Spezia bravo a perder tempo e a non concedere occasioni da gol ai granata. Salernitana vicina al pareggio soltanto al 18': azione corale avviata da Eusepi e rifinita da Gabionetta, Sciaudone spreca tutto calciando in curva da posizione invidiabile. Spazientito per l'incapacità di fare gioco, Torrente cambia modulo passando al 4-2-3-1: dentro Troianiello, fuori Pestrin. Cambiando l'ordine degli addendi, però, il risultato non cambia ed è lo Spezia a sfiorare il raddoppio in due occasioni: prima Terracciano si supera su Brezovec, poi Calaiò sfiora l'incrocio dei pali con un destro a giro che mette i brividi ai tifosi locali. E la Salernitana? Tutta in un colpo di testa di Bovo che termina lemme lemme tra le braccia dell'inoperoso Chichizola. All'85' i liguri chiudono la pratica: ripartenza fulminea e tiro imparabile del

neo entrato Catellani, sepolto dall'abbraccio dei compagni e da quello ideale dei 100 irrudicibili ultras spezzini assipati in curva Nord. Gara chiusa?Neanche per sogno. I granata finalmente tirano fuori l'orgoglio e conquistano un calcio di rigore che potrebbe riaprire la contesa: calcia Eusepi, il portiere è battuto, ci pensa il palo a negare all'ex Benevento la gioia della prima rete con la maglia granata. Nei 4 minuti di recupero concessi dall'incerto Saia di Palermo è un super Terracciano ad evitare il tris opponendosi alla grande al tiro ravvicinato di Nenè, smarcato dall'ennesimo errore di Schiavi. A fine gara applausi per la Salernitana, ma anche tanta amarezza per aver interrotto la striscia di risultati utili consecutivi in casa che resisteva dal 30 marzo. L'avvio era stato molto promettente, ma la sensazione è che la squadra sia incompleta e che per la salvezza ci sarà tanto da sudare.

Lunghe code ai botteghini sin dalle prime ore del mattino

La curva ricorda il compianto Aldo Meroni e ricorda il “siberiano”


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Sport

20 settembre 2015

Alti e bassi per Terracciano, capitan Pestrin leader indiscusso a centrocampo FOTO A CURA DI GUGLIEMO GAMBARDELLA

Le pagelle: tante, troppe le insufficienze, bocciato Coda. Male Colombo Salernitana troppo brutta per essere vera quella che perde in casa contro lo Spezia per 2-0 disputando una gara Pessima anche a causa della condizione fisica precaria di molti calciatori arrivati in ritardo. In pochissimi raggiungono la sufficienza, il solo Gabionetta non basta per accendere la luce e per evitare ai granata un doloroso, ma meritato ko interno. Di seguito le pagelle della Salernitana:

Terracciano 5,5:

non impeccabile sul primo gol dello Spezia, quando si fa beffare sul proprio palo mostrando scarsa reattività.

IN

Lanzaro 5:

ancora peggio della trasferta di Brescia, troppo lontano dalla migliore condizione

Gabionetta 6:

Schiavi 5:

un paio di disimpegni troppo rischiosi potevano costare caro, anche lui non è in giornata terza bocciatura di fila per un giocatore lontano parente di quello visto in terza serie e che sta avendo molte difficoltà anche a causa della scarsa copertura da parte dei centrocampisti. Quando sbaglia l'ennesimo cross si becca i primi fischi della sua esperienza salernitana

in teoria il colpo di mercato a centrocampo, in pratica un giocatore ad ora lento e macchinoso

Coda 4:

incredibile l'errore che avvia l'azione del vantaggio ligure, da un giocatore della sua esperienza era lecito attendersi qualcosa in più. Lascia il campo per infortunio, ma non è il solito muro difensivo.

Colombo 4,5:

Sciaudone 4:

Ancora una volta Denilson Gabionetta ha illuminato la scena con una serie di giocate strepitose che, purtroppo, non sono servite ad evitare la sconfitta interna con lo Spexia. Altra bocciatura, invece, per Sciaudone: l’ex Catania sta deludendo le aspettative di tifosi e società ed è stato protagonista di un battibecco con il capitano Manolo Pestrin.

OUT

Rossi 5:

non è al top e l'avversario lo azzoppa con continuità. Suoi gli unici lampi della gara, un paio di ripartenze palla al piede fanno impazzire la difesa ligure. Poca assistenza dei compagni, senza di lui la Salernitana avrebbe qualche punto in meno

Donnarumma 5,5:

gran corsa,poca profondità e tanto fumo

Eusepi 5:

meglio di Coda, ma tira malissimo il rigore

Trevisan 5:

duello fisico con Calaio, spesso falloso e fuori tempo

fisicamente in crescita, si propone con continuità ma senza essere efficace

Troianiello 5:

Pestrin 6:

la Salernitana soffre ancora a centrocampo e non tira mai in porta, ma se la squadra scende in campo con giocatori senza preparazione....

imposta la manovra talvolta con lentezza, ma dai suoi piedi passano tutti i palloni. Sul finire del primo tempo inscena un battibecco con Sciaudone e si becca il rimbrotto di Lotito.

Bovo 6:

primo tempo da 4,5, nella ripresa è sicuramente il migliore e sfiora addirittura il pareggio con un colpo di testa ben parato da Chichizola

mezz'ora anonima

Torrente 5:

Arbitro 4,5: condu-

zione complessivamente insufficiente per Saia, che perdona il gioco ostruzionistico dei calciatori dello Spezia. Netto il rigore concesso alla Salernitana

L’intervento

Torrente: «Nessun dramma, l’obiettivo resta la salvezza» Visibilmente amareggiato, ma per nulla abbattuto dopo la sconfitta interna con lo Spezia, il tecnico della Salernitana Vincenzo Torrente si è espresso così in sala stampa: "Non eravamo fenomeni dopo la vittoria con l'Avellino, non credo che siamo diventati improvvisamente scarsi ora. Sicuramente c'è molto da lavorare, ma dovete darmi atto che ho sempre sostenuto che la Salernitana deve pensare unicamente alla salvezza senza fare inutili voli pindarici. Abbiamo affrontato un avversario molto forte, avevo già detto che lo Spezia ha tutte le carte in regola per competere per la promozione diretta insieme a Bari e Cagliari: bravi loro, ma sicuramente bisogna rimarcare i nostri demeriti in occasione dei due gol subiti. Nel primo caso, soprattutto, abbiamo sbagliato completamente le posizioni e regalato una ripartenza ad una squadra pericolosissima come quella ligure". Torrente risponde ai giornalisti relativamente a presunti errori tattici: "Loro hanno modificato il loro assetto dopo un anno e mezzo, evidentemente ci temevano. Non è tutto da buttare, gli attaccanti si accentravano per permettere alle mezz'ali e ai terzini di proporsi con maggiore continuità e di arrivare sul fondo per effettuare i cross. Sappiamo benissimo che qualche giocatore è arrivato in ritardo e deve carburare, da domani penseremo alla trasferta di Pescara senza fare drammi". Infine sul mercato e sul battibecco PestrinSciaudone: "Cose di campo, nascono e muoiono lì. Non è necessario montare un caso, stiamo parlando di due calciatori passionali e intelligenti. Quanto al mercato, sono felice di quello che ha fatto la società e l'imminente rientro di Nalini mi darà la possibilità di avere più soluzioni a centrocampo. Strakosha? Non è una bocciatura, ho visto meglio Terracciano".


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Serie A: Napoli-Lazio La partita

20 settembre 2015

Quarta giornata di campionato: a maggio la Lazio conquistò l’Europa

I biancocelesti soffrono in trasferta, gli azzurri chiedono l’aiuto del pubblico ritrovato del San Paolo

Il Napoli ospita la Lazio di Lotito Sarri a caccia dei primi tre punti stagionali: spazio a Gabbiadini, occhio a Keita Due punti in tre partite, sei gol subiti a cospetto di avversari di caratura tecnica inferiore, fase difensiva da riorganizzare e i primi fischi di un San Paolo caloroso quanto esigente e che non ha risparmiato stoccate nei confronti di patron De Laurentiis. I primi 270 minuti di campionato lasciano in eredità una serie di interrogativi in casa Napoli, laddove la prima vittoria ottenuta in Europa League a cospetto del Brugge si spera possa servire a sbloccare la squadra anche in regular season. Questa sera, dinanzi a circa 40mila spettatori, arriva quella Lazio che, appena 4 mesi fa, espugnò con il risultato di 4-2 l’impianto di Fuorigrotta in inferiorità numerica guadagnandosi l’accesso ai preliminari di Champions proprio a scapito degli azzurri. Decisivo l’errore dal dischetto di Gonzalo Higuain che, sul punteggio di 2-2, calciò alle stelle dagli undici metri ricacciando il gola l’urlo del gol del San Paolo. Ora la storia è diversa: il rinnovato Napoli di Sarri ha avviato un percorso ambizioso e lungimirante senza fare spese folli, ma con la voglia matta di recitare un ruolo da protagonista nel massimo campionato italiano di calcio. “Avevamo messo in preventivo una partenza altalenante, c’è tanto da lavorare e sotto ogni aspetto e proprio per questo occorrerà pazienza e fiducia. Siamo convinti che ci siano i presupposti per toglierci delle belle soddisfazioni in campionato ed in

anche a causa del triplo turno da giocare in una settimana. Sicuri di una maglia bomber Higuain, al suo fianco agirà certamente Manolo Gabbiadini, con Insigne sulla trequarti ed il consueto dualismo tra Mertens e Callejon che dovrebbe risolversi a favore del fantasista belga. E’ la difesa, tuttavia, a destare preoccupazioni: Reina è una sicurezza, ma Albiol non sembra al top e sarà necessario prestare attenzione al reparto offensivo di una Lazio piuttosto vulnerabile lontano dalle mura amiche. Stefano Pioli deve rinunciare a Klose e si affiderà all’estro di Keita ed alla rapidità del sempre fondamentale Candreva, ma occhio

al possibile rientro nell’undici titolare di Mauri, Milinovic e, soprattutto, Felipe Andersson, rivelazione l’anno scorso e riserva di lusso nelle prime tre giornate. “Andremo al San Paolo per giocarcela e senza paura, consapevoli dei nostri mezzi” le dichiarazioni dell’ex tecnico di Parma e Sassuolo. Infine una curiosità: delusa per la sconfitta interna della Salernitana, la torcida granata tiferà ovviamente per la Lazio, cui presidente è Claudio Lotito. Per il patron una domenica speciale e ricca di emozioni, con quella spinta in più che arriverà da Salerno e dai quei tifosi che ieri lo hanno esortato ad espugnare ancora il San Paolo.

Il tifo

La bolgia del San Paolo per i primi tre punti Pur deluso dall’inizio negativo del Napoli, il pubblico è pronto a scendere in campo insieme ai propri beniamini indossando idealmente la maglia numero 12. Se la campagna abbonamenti non ha fatto registrare numeri altisonanti e consoni al blasone della piazza, nelle ultime ore la prevendita è proseguita a ritmo sostenuto ed il San Paolo ospiterà oltre 35mila spettatori. Nulla a con-

Europa” ha detto a più riprese mister Sarri, criticato forse prematuramente da parte della tifoseria, ma indicato dagli addetti ai lavori come uno dei punti di forza del Napoli, piazza non abituata ad aspettare

troppo a lungo e che pretende sempre il massimo da ogni singolo calciatore. Quanto alla formazione che scenderà in campo, ballottaggi in tutti i reparti ed è facile prevedere che si attuerà la politica del turn over

lI personaggio

Higuain vuole riscattare l’errore dal dischetto di quattro mesi fa

fronto del pienone di qualche mese fa per una gara che valeva la terza posizione, ma senza dubbio il Napoli potrà contare sul fondamentale appoggio della propria gente.

Nella mani di El Pipita, il bomber argentino In estate il suo nome era stato accostato a diversi prestigiosi top club europei, ma lui ha giurato fedeltà alla causa azzurra nonostante la mancata qualificazione ai preliminari di Champions. Leader indiscusso dello spogliatoio e calciatore di carisma e qualità, Gonzalo Higuain è l’attaccante più importante della rosa del Napoli, un elemento pronto a fare la differenza e ad aiutare Gabbiadini nel suo percorso di crescita. Quella con la Lazio, per lui, non sarà mai una partita come tutte quante le altre: un anno fa una sua rete permise

agli azzurri di espugnare- forse immeritatamente- l’Olimpico, nella sfida di ritorno una sua magnifica doppietta fu vanificata da un rigore decisivo calciato alle stelle e che permise alla Lazio di trionfare per 4-2. Stasera i riflettori saranno tutti puntati su di lui: le parole di Sarri alla vigilia, l’affetto incondizionato di tifosi e compagni di squadra e la fiducia della proprietà rappresenteranno una spinta ulteriore per un giocatore destinato a fare la differenza come sempre e che ha voglia di regalare una notte indimenticabile ai 35mila del San

Paolo. Del resto con un tridente composto da Insigne, Higuain e Gabbiadini gli azzurri non possono nascondere le proprie velleità d’alta classifica nonostante la falsa partenza. “E’ arrivato in ritiro con qualche giorno di ritardo perché era con la sua Nazionale, diamogli il tempo di carburare senza mettergli fretta e pressioni addosso” ha detto Sarri all’indomani della sconfitta di Sassuolo, confermando che “Higuain è fondamentale per noi e per il nostro gioco”. El Pipita scalda i motori, la Lazio è avvisata….



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