TuTTo quello che gli alTri non dicono
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L’Oscar del giorno a Il Picchio Unimol
L'Oscar del giorno lo assegniamo al Picchio Unimol. In merito alla questione dei fondi trovati dalla Regione Molise per assicurare il riscaldamento nelle scuole, l'organizzazione studentesca ha puntato il dito sul presidente Frattura perchè, a suo dire, avrebbe utilizzato buona parte dei fondi destinati alle borse servizi per gli universitari per fare fronte alle spese di riscaldamento. Gli studenti universitari ritengono che in questa maniera la Regione non ritiene sostenere giovani e famiglie nel percorso di formazione.
Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia
Il 18 rischia il commissariamento Non ha fatto nulla per il settore
Sanità, Frattura fa il pesce in barile Servizio a pagina 3
Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. Sulla questione del Giusto licenziamento, insegue anche la causa di due Abati molisani , Nicola da Ferrazzano e Nicola da Cerce . Per l'ottimo assessore regionale al lavoro proprio da loro discenderebbe l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Proprio loro avrebbero anticipato lo stesso Marx. Non c'è che dire, se l'assessore producesse tanto per quanto scrive a favore di chi ha perso o sta perdendo il posto di lavoro o per la cassa integrazione in deroga, un sereno Natale lo potrebbero passare in tanti.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
14 dicembre 2014
La denuncia viene dagli studenti dell’Ateneo molisano che non gradiscono il provvedimento
Per riscaldare le scuole si tolgono i fondi al sistema borse servizi dell’università CAMPOBASSO. “Il riscaldamento per le scuole superiori, problema vero di questi giorni, è stato garantito in Molise quest’anno con l’utilizzo del 75% dei fondi originariamente destinati alla fatidica “borsa servizi”. Per intenderci, quella sbandierata tre giorni prima dell’”Inaugurazione dell’ anno accademico alla presenza di Enrico Letta”, e per la quale un gruppetto di studenti ( quelli del Collettivo 2k8 che fortunatamente NON rappresenta gli studenti nè in quella sede nè in alcun’altra) si è giocato la dignità politica prestandosi a proclami ad orologeria utili a tutti fuorché agli studenti”. Così si legge su “Il Picchio” degli studenti dell’Università del Molise. “Ancora una volta - prosegue la nota degli universitari - seppur per garantire aule confortevoli ai “cuccioli” molisani, si bistratta il diritto ad una formazione superiore universitaria, il diritto a concludere in tempo gli studi e ad essere competitivi sul mercato, il diritto ad ottenere ciò che per legge è garantito ma che i bilanci regionali e le politiche adottate
non riescono e non vogliono garantire da anni. Completamente manchevole di un servizio abitativo, di un trasporto pubblico adeguato, di un servizio librario degno di questo nome, di un programma di “prestito d’onore”, e con le borse di studio coperte a
mala pena al 65% grazie ad un notevole sforzo del consiglio d’amministrazione dell’Esu presieduto dal dott. Paglione, ancora ci si ostina in Molise ad ignorare l’enorme potenziale di sviluppo rappresentato dalla realtà accademica universitaria. E’ grazie agli
studenti se i proprietari di seconda casa hanno una rendita; è grazie a loro se le locande ed i ristoranti del centro non restano mai completamente vuoti; è grazie principalmente a loro che la regione ha conservato fino ad oggi un trasporto su rotaia pur con mille dif-
ficoltà e patimenti; è grazie alla presenza degli studenti se si è costruito il centro sportivo più all’avanguardia del Molise. Lo Stato investe ingenti risorse nella formazione superiore universitaria. Agli svariati miliardi di euro finanziati dallo Stato vanno aggiunti gli altrettanto svariati miliardi di euro che ogni anno e fra mille peripezie le famiglie investono sulla formazione dei figli nella speranza di metterli in una condizione di benessere superiore rispetto alla loro. L’assenza di politiche regionali di investimento sul comparto università vanifica gli sforzi di tutti, Stato e famiglie. E la nostra regione è fra le poche a non avere a cuore le nostre sorti ed il nostro avvenire. La definizione legislativa di “LEP – Livelli Essenziali delle Prestazioni” in tema di diritto allo studio, proposta dal “Forum nazionale delle associazioni studentesche”, sarebbe un presidio legale fondamentale, ad indirizzo delle modalità di spesa di questi fondi da parte delle Regioni. E ne avremmo, come si intuisce, un enorme necessità”.
“Un grazie a tutti i lavoratori” Le segreterie regionali Cgil e Uil hanno ringraziato i cinquemila manifestanti di Termoli per lo sciopero generale CAMPOBASSO. La Cgil e la Uil del Molise ringraziano le lavoratrici, i lavoratori per l’alta adesione allo sciopero, gli studenti, i giovani, i precari, i pensionati per la loro partecipazione alla grande manifestazione di Termoli. Secondo Del Fattore e Boccardo cinquemila sono i manifestanti che hanno sfilato per le strade cittadine di Termoli. “È la dimostrazione evidente che le politiche economiche, il Jobs Act, la legge di stabilità non vanno bene perché non producono sviluppo ne occupazione, anzi ripercorrono strade che
in questi anni si sono dimostrate profondamente sbagliate e hanno precarizzato il lavoro. Bisogna radicalmente cambiare gli indirizzi delle attuali politiche. Ci vogliono investimenti pubblici e privati che diano lavoro stabile e di qualità, bisogna investire nella formazione, nella ricerca. Così come c’è bisogno che la Regione Molise di risposte concrete alle tante vertenze aperte sul territorio che fin qui ancora non ci sono state. Inoltre, proprio per la gravità dei problemi della regione c’è bisogno di aprire una vera e
propria vertenza Molise con il governo nazionale per dare risposte concrete alle tante crisi aziendali aperte nella regione e per dare uno sviluppo di qualità alla regione”. Del resto, nel corso della manifestazione sono emersi i
problemi propriamente regionali a partire dalle vertenze, troppe, che rischiano di mettere in strada tanti lavoratori.
Lettera aperta
Venti Regioni ma ognuna viaggia a se stante
Gentile Dardo, e’ da tanto tempo che in Italia si parla della casta. Essa e’ quanto di peggio si possa augurare ad una nazione cosiddetta civile. Le regioni italiane sono venti e sembra che si sia tornati ai comuni medioevali dove ognuno faceva storia a sé con leggi ad hoc per il signore regnante. Venti sono le regioni ma ognuna marcia come vuole, specialmente per quanto riguarda le spese per autoamministrazione ed altro, quando leggendo, senza fraintendimenti, l’art 3 della legge sovrana si evince che la condizione sociale cioe’ l’uguaglianza dovrebbe essere prioritaria, mentre non e’ attuata. I nostri genitori lo sapevano
perché avevano avuto contezza di Carlo Rosselli. L’autonomia regionale, tanto cara a Cattaneo dice che le regioni si sveglino alla vita pubblica, e’ una parola....Inoltre la costituzione all’art.117 e’ chiara e non da’ mandato alle regioni di legiferare a proprio comodo . I padri costituenti si erano ispirati alla totale morale ed uguaglianza avendo fatti propri i messaggi del nostro risorgimento da Mazzini a Cavour, da Garibaldi a Beccaria....ma questa e’ un’altra storia che non ha niente a che vedere con le spese di autoamministrazione delle venti regioni italiane che destinano al dettato dell’art.117 solo le briciole tenendo per sé il panello di pane.. Aldo
TAaglio lto
3 14 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
L’accorato appello del presidente dei costruttori molisani è caduto nel vuoto
Frattura teme di essere commissariato Per la sanità non ha fatto nulla
Mette le mani in avanti il presidente della Giunta regionale in vista dell’incontro del 18 CAMPOBASSO. E’ fissato per il prossimo 18 dicembre a Roma il Tavolo tecnico sul piano di rientro dal deficit della sanità e per il Molise c’è il rischio del commissariamento. E’ quanto ha annunciato il governatore Paolo di Laura Frattura (è lui che ricopre attualmente il ruolo di commissario). “Se dovessimo continuare ad alzare le barricate – ha detto – tutti noi ce la dovremo vedere con un commissario che verrà qui senza alcuna sensibilità”. E’ il quadro generale della sanità regionale a preoccupare e a confermarsi un terreno minato anche per i baldanzosi rinnovatori, razionalizzatori, equilibratori del centrosinistra. Finora, nessun atto significativo, nessuna decisione coerente e coraggiosa; solo chiacchiere e lamentele. Dal che ne viene che la sanità è un pozzo di san Patrizio: senza fondo. Tra debiti pregressi e nuovi, il deficit ammonta a 87,694 milioni di euro e il 2013 dovrebbe chiudersi con un disavanzo di altri 18 milioni.
Pertanto, la percentuale di disavanzo si conferma pari all’8,9% ben al di sopra della soglia del 5% considerata di riferimento per l’obbligatorietà della sottoscrizione di un piano di rientro, e tenuto conto anche dei disavanzi pregressi, la percentuale di disavanzo risulta pari al 17,9 per cento. Una enormità. Lavoro improbo per il taumaturgo,
Il 3 dicembre con il provvedimento del direttore generale ASREM n. 136/2014 di fatto è stato sancito l’ennesimo ridimensionamento di quello che una volta era l’ospedale di Larino, con il definitivo trasferimento del reparto di oculistica, una delle poche unità operative complesse davvero d’eccellezza regionale, produttiva in termini di emigrazione sanitaria attiva, al Cardarelli di Campobasso. La proposta di conversione di esso in “Casa della Salute” che, stando a quanto affermato nell’allegato all’atto aziendale, dovrebbe “configurarsi come un presidio strategico, al fine di fronteggiare alcune tra le più evidenti criticità nel rapporto tra il SSR e il cittadino, nei trattamenti extraospedalieri e garantire i livelli essenziali di assistenza sociosanitaria nella loro unitarietà di prevenzione, cura e riabilitazione” appare proprio l’ultimo step prima della chiusura totale. La proposta contenuta nell’atto aziendale, nel rispetto delle direttive impartite con decreto del commissario ad acta n. 7 del 20 marzo 2013, facendo riferimento al modello organizzativo delineato proprio col decreto del commissario ad acta n. 21 del 4 giugno 2014 impugnato dai vari comitati, seppur limitatamente agli aspetti programmativi di massima non oggetto di diretta impugnazione, considerazione discutibile, supera in più punti la sospensiva cautelare concessa dai giudici amministrativi andandone in parte a trasfondere i contenuti. Se in ambito regionale il Consiglio rimane totalmente esautorato dalla discussione in merito alla riorganizzazione sanitaria, visto che Frattura in qualità di commissario ad acta conserva pieni poteri decisionali, che seppur messi largamente in discussione non ancora vengono avocati né si è mai proceduto alla sua surroga, si registrano
anche per ridurre gli 800/100 giorni che occorrono di media per il pagamento ai fornitori. Per i quali si era detto preoccupato e, quindi, deciso a intervenire. A chiacchiere. Dagli analisti del Tavolo tecnico apprendiamo inoltre che in relazione al Piano Sanitario Regionale 20132015 risultano ancora poco chiari i meccanismi di attribuzione dei posti
letto alle strutture pubbliche e private, ciò a causa di una inadeguata metodologia di determinazione del fabbisogno (non doveva essere cambiata?). E ancora incompleta risulta la riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza e di quella dei laboratori. Saremmo parziali e faziosi, però, se omettessimo quel qualcosa di buono che si va regi-
Sulla chiusura del Vietri, chi tace acconsente
isolati interventi da parte di singoli consiglieri che inevitabilmente appaiono soltanto gesti di demagogia e becero populismo, atti più ad alimentare la confusione che a contribuire attivamente ad una possibile modifica della riorganizzazione sanitaria. Rimane ancora in sospeso e quindi si rende necessaria una considerevole riduzione della spesa prodotta dai troppi accreditamenti delle varie strutture sanitarie private presenti in regione che vanno spesso a sovrapporsi ai servizi offerti dal pubblico, non ultima quella di Salcito, che possa finalmente adeguare la Regione Molise agli standard Nazionali, che in media prevedono finanziamenti a favore degli istituti sanitari privati non superiori al 20 % della spesa sanitaria
regionale, mentre in Molise senza alcuna ragionevolezza tale percentuale si attesta attorno al 40 % della spesa sanitaria pubblica. L’ unica spiegazione che si riesce a trovare, e che nessun esponente del Consiglio regionale ha il coraggio di ammettere con onestà, passa per la necessità da parte del Presidente Di Laura Frattura e della maggioranza che governa di dover salvare gli attuali equilibri di Palazzo Moffa, continuando a garantire all’illustre alleato Patriciello, in maniera inalterata, gli introiti derivanti dalle sue attività in campo sanitario. A Larino, nel mentre, l’imminente e definitiva chiusura dell’ospedale G. Vietri, la perdita del reparto di oculistica, la conversione di ciò che rimane in Casa della Salute, cosa questa sia e quali effetti produrranno le scelte della Regione e dell’ASREM sul welfare sociale, non sono temi che sembrano preoccupare Palazzo Ducale. Per il Sindaco Notarangelo e l’amministrazione delle idee, con l’accordo del Comitato civico frentano dell’onnipresente Palmieri, tutto deve passare inosservato, nel silenzio assoluto di tutti, anche perchè differentemente verrebbero a rendersi ancora una volta palesi i limiti, l’inconsistenza, l’incapacità politica e quella amministrativa che stanno rendendo di Larino un comune isolato nel panorama regionale e abbandonato a sé stesso. Anche quei pochi “che si sono presi la briga di salvaguardare” il Vietri, oltre che gli interessi propri, perchè oggi più che mai non alimentano il dibattito pubblico come erano soliti fare qualche anno fa quando ad amministrare era un altro colore politico? Il PD dell’assessore Pal-
strando nella gestione della sanità. Non è molto, ma indica che, volendo, impegnandosi, lavorando, badando al sodo, tralasciano i condizionamenti politici e territoriali, qualche traguardo lo si raggiunge. Il traguardo dell’assistenza territoriale, ad esempio. Per il quale i valori positivi sono in linea con quelli attesi come valori adeguati ,e in costante aumento dal 2009. Apprezzabili risultano anche le attività dedicate alla prevenzione, con particolare riferimento agli screening oncologici (meno il servizio di assistenza ai malati). Un ulteriore sforzo è necessario per rendere adeguata la dotazione di posti letto presso le strutture residenziali e semi-residenziali destinate alla popolazione anziana non autosufficiente. A leggere i resoconti luci poche; ombre tante. Soprattutto le ombre grevi che incombono sulle azioni di risanamento che avrebbero già dovuto essere approntate e non lo sono ancora.
mieri, è d’accordo con la riorganizzazione sanitaria approntata dal commissario ad acta-Presidente Frattura e dall’ASREM? Perchè non prende posizione ma preferisce quasi nascondersi? Perchè, chi è tanto appassionato di sanità, non riferisce della prossima chiusura anche del centro di assistenza Padre Pio di Larino? Perchè non vi è alcuna attività di protesta, alcuna manifestazione contro chi amministra a livello locale, per l’inettitudine che sta dimostrando, e avverso chi governa la Regione per la manifesta illogicità di talune scelte che penalizzano l’intero territorio basso molisano? Per il movimento LARINascita, è chiaro che l’amministrazione Notarangelo rimarrà in balia del Comitato civico frentano (già pro Vietri) e di un ennesimo ricorso, dai costi a carico di tutta la collettività, dimostrando così di credere alle illusioni e abbandonando l’attività politica fatta di dialogo come anche di confronto serrato con Frattura e i vertici sanitari. Continuando a rimanere totalmente inascoltata dal Presidente-Commissario Frattura, il quale in realtà, come specificato dall’atto aziendale, avrebbe ancora la possibilità di rimodulare la proposta avanzata dal Direttore Generale ASREM proprio perchè è al suo esame per la verifica di compatibilità con il decreto n. 7 del 20 marzo 2013, Larino non avrà alcuna speranza di contribuire anche a mezzo di nuove proposte all’eventuale modifica di quegli aspetti della riorganizzazione sanitaria che trascurano di garantire un servizio adeguato alle esigenze di sanità provenienti dal territorio con tutto ciò che ne conseguirà, ovvero l’accettazione in maniera supina delle decisioni che verranno imposte dall’alto. Se questa è rappresentanza politica... Movimento LARINascita www.larinascita.eu
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
4 14 dicembre 2014
L’organizzazione dei servizi e degli uffici regionali sta diventando una telenovela
Scelte fatte su misura per Frattura, Petraroia e Scarabeo
Legittimo attendere le richieste degli altri assessori per rendersi più agili e conclusivi nel fare il loro mestiere e, se capita, perchè no, i loro interessi politici Ma quanto ci vuole ancora per stabilire, una volta per tutte, le misure organizzative per la razionalizzazione, l’efficienza e l’economicità dell’apparato burocratico regionale? Sembra la tela di Penelope: tesse di giorno e di notte disfa. Pertanto, provvedimenti interlocutori seguono a interventi interlocutori e tutti con la firma del direttore generale Paquale Mauro dDi Mirco che di queste benedette misure è il responsabile incaricato. Proverino, ci prova, ma la tela da tessere è così articolata che dove mette una pezza subito ne deve aggiungere un’altra. La riorganizzazione delle strutture, dei servizi e degli uffici rimane perennemente in fase di realizzazione, mia realizzata. Ciò, a dispetto delle affermazioni di principio con cui sono state infarcite la figura del direttore generale e la sua capacità manageriale. La riorganizzazione doveva essere il suo personale “capolavoro”; la ragione per cui era stato chiamato dalla Lombardia. Oggettivamente ci ha provato. La situazione di partenza era talmente sconquassata che nemmeno un manager della sua professionalità è riuscito nell’intento. Se verrà confermato (il contratto è stato prorogato a metà gennaio) proverà a farcela, altrimenti sarà compito (arduo) per chi lo sostituirà. Ammesso che la Regione voglia davvero darsi un’organizzazione interna efficiente, ragionata, razionale, meritocratica.
Questa premessa di carattere generale sì è resa necessaria per introdurre l’atto amministrativo ultimo, del 18 novembre, con cui, su richiesta del presidente Frattura, s’é proceduto all’allocazione del Servizio “Assistenza socio-sanitaria e politiche sociali” nell’ambito organizzativo della Direzione generale per la salute. All’insegna “del tutto i servizi vengano a me”. Richiesta accompagnata dalla necessità di “rendere quanto più possibile agevoli e dinamici il coordinamento ed il raccordo con la struttura deputata alla programmazione e alla gestione dell’organizzazione sanitaria regionale e dei servizi sanitari da erogare in ambito regionale, con particolare riferimento alla gestione delle attività connesse con gli adempimenti LEA di competenza del Servizio Assistenza socio-sanitaria e politiche sociali e alla validazione dei flussi informativi di governo”. Volete che il vice presidente Petraroia sia da meno? Neanche per sogno. Anche lui, infatti, ha chiesto (ed ottenuto) di suddividere la suddetta struttura in due nuovi Servizi, di cui uno competente per la materia socio- sanitaria (allocata nelle Direzione generale per la salute) e l’altro per l’espletamento delle funzioni relative alle politiche sociali, da confermare nell’organigramma dell’Area Terza. Gli aspetti sanitari della struttura quindi Frattura; gli aspetti so-
ciali assistenziali a Petraroia. Il concetto è univoco: più alle necessità dei cittadini valgono le necessità degli amministratori e le loro esigenze di potere. E poco vale che l’estensore della proposta si ingegni a scrivere che “l’opportunità di riunire presso la Direzione generale competente in materia di sanità tutte le strutture che espletano adempimenti connessi al piano di rientro della sanità e alla realizzazione delle azioni strategiche ivi previste, nell’ottica dell’ottimizzazione della funzionalità della predetta Direzione e dei Servizi competenti per materia, deve essere necessariamente contemperata con le esigenze di razionalizzazione degli apparati organizzativi imposte dalle vigenti disposizioni in materia che non consentono, allo stato, di istituire nuovi Servizi”. Esigenza di razionalizzazione, viene detto, per giustificare una seconda operazione: l’accorpamento in un’unica struttura del “Servizio Internazionalizzazione delle imprese e marketing territoriale” e del Servizio “Competitività dei sistemi produttivi, sviluppo delle attività industriali ed estrattive e politiche della concorrenza”, entrambi ricadenti nell’Area Prima, e di denominare la nuova struttura “Servizio Competitività dei sistemi produttivi, sviluppo delle attività industriali ed estrattive, politiche della concorrenza, Internazionalizzazione delle imprese e marketing territo-
riale”. Solo per inciso, aggiungiamo che questa operazione, a sua volta, torma utile e produttiva alle necessità politico-gestionali dell’assessore Scarabeo. Su questa scia è del tutto legittimo attendere le richieste degli altri assessori per provvedimenti di razionalizzazione sì, ma alle loro pretese personali per rendersi più agili e conclusivi nel fare i loro mestiere e, se capita, perché no, i loro interessi. Postilla: Quanto agli incarichi di direzione dei Servizi istituiti, la giunta ha fatto la sparagnina. Infatti, nelle more di una complessiva rivisitazione di tutti gli incarichi di direzione di Servizio, ha ritenuto che non ricorressero i presupposti per l’attivazione delle procedure di pubblicità per la manifestazione d’interesse da parte dei dirigenti. Pertanto, nell’ottica della sostanziale continuità, gli incarichi di direzione sono stati così attribuiti. Area Prima: “Servizio Competitività dei sistemi produttivi, sviluppo delle attività industriali ed estrattive, politiche della concorrenza, Internazionalizzazione delle imprese e marketing territoriale”, titolare Gaspare Tocci, supplente Manlio Palange; Area terza: “Servizio Politiche sociali”, titolare Michele Colavita, supplente Claudio Iocca; Direzione generale per la salute: “Servizio Politiche socio-sanitarie”, reggente Michele Colavita . Dardo
Industria senza un piano La Regione Molise, nonostante la perdurante fase di crisi, non ha ritenuto pensare ad una strategia d’interventi CAMPOBASSO. Mentre la crisi continua a 'mordere' con forza il sistema produttivo regionale, non sarebbe male pensare a un vero e proprio Piano regionale di sviluppo economico. Ovvero ad uno strumento, elaborato dalla direzione generale Sviluppo economico, con il quale la Regione pianifica l'attuazione delle politiche economiche per il prossimo quadriennio in materia di industria, artigianato, commercio, cooperazione, turismo e settore secondario e terziario. Un documento agile, fondato su quattro punti strategici capace di dare delle direttive e fornire linee d'azione tanto per quanti già operano sul territorio, tanto per quanti po-
trebbero mettere un pensierino sul Molise. Anche alla luce della sbandierata e manifesta volontà di ridurre, finalmente, i Nuclei industriali da tre a uno. Da qui l'idea dell'elaborazione di un Piano con al suo interno concetti chiave per lo sviluppo dei settori produttivi da fare emergere dagli ambiti di intervento e relativi obiettivi operativi fissati dallo stesso piano. Tanto per fare qualche esempio: innovazione e trasferimento tecnologico, promozione ed internazionalizzazione, competitività, integrazione/aggregazione e certificazioni ambientali e sociali delle imprese. Il tutto, però, senza faraonici e irrealizzabili propositi ma guardando, piutto-
sto, alla realtà, alla situazione in essere e da qui ripartire per garantire sviluppo. E' chiaro e evidente che il Piano dovrà essere stilato in stretta correlazione con le politiche di sviluppo e le politiche strutturali della Commissione europea e concentrare i propri interventi di sostegno e di revisione delle proprie politiche nell'innovare l'industria, il sistema turistico e il sistema commerciale, per accrescere la competitività delle produzioni e del territorio molisano nel mercato internazionale. Si tratterebbe, oltremodo, di una sfida necessaria in questo momento di grave crisi congiunturale. Il Piano, quindi,
dovrebbe essere capace di assicurare quell'articolata rete di azioni e progetti per rilanciare la produzione e assicurare alle imprese che operano sul terri-
torio i necessari punti d'appoggio. E' questa la sfida che si impone in un momento di massima difficoltà del mondo imprenditoriale molisano.
sviluppo economico e sociale del Molise ? Possibile che abbiamo degli “Amministratori molisani” che spingono i molisani stessi ad emigrare o a farsi ipotecare i beni
acquistati con anni di duro lavoro ? Devono nascere anche nel Molise i “Forconi” ?
I politici molisani spingono i molisani a emigrare di Ferdinando A. Mancini * Il lavoro è un diritto, certamente non nel Molise. Abbiamo un assessorato al lavoro che invece di “procurare” e difendere il lavoro è lieto di licenziare o “cassaintegrare” lasciando senza soldi i lavoratori. Di crisi e di tavoli aperti nel Molise ne abbiamo parecchi, anzi troppi. Possibile che non si riesce a risolverne nessuno ? E’ vero che c’è la crisi, ma è anche vero che spesso manca la volontà politica di risolverle, forse perchè si vogliono i lavoratori in piazza ? Bene, un esempio che ce la dice tutta: Insieme ad altri gli operatori
della Formazione Professionale erano riusciti ad avere credito dal Ministero del Lavoro. L’Assessore al lavoro del Molise, ex Sindacalista , non accetta questa “grazia” e dice pubblicamente che “la Formazione Professionale nel Molise è finita”. Anzi, si pavoneggia di averlo detto già un anno e mezzo fa. Ma allora a che pro ha investito soldi pubblici per “progettare” un progetto da lasciare in un cassetto ? Di fatto si “restituiscono” i soldi al Ministero del Lavoro e/o all’Unione Europea e si mandano a CASA gli operatori. Eppure la Formazione Professionale è materia delegata
alla Regione, al pari della Sanità. Ma la Regione, l’Assessore al “lavoro”, forse meglio rinominarlo alla “disoccupazione” e “ai tavoli”, cosa vuol farne della Formazione Professionale ? Mandare tutti a casa e accreditare altri ex novo ? Si ricorda, però, che esiste un albo regionale che la legge della stessa Regione Molise ha istituito? Ma il Presidente Frattura, e non SOLO, che pure sappiamo la pensa diversamente, c’è o gioca a nascondino ? Si rende conto del disagio arrecato non solo agli operatori, ma a tutti i cittadini/elettori molisani ai quali viene negato un servizio utile per lo
* Esecutivo UIL Scuola Molise
TAaglio lto
5 14 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Avviata la gara pubblica per l’aggiudicazione del nuovo Call Center della Regione
Pronto, chi parla? Gira e rigira, anche in questa occasione la scelta della presidenza della commissione aggiudicatrice ha avuto un solo indirizzo: Massimo Pillarella aaIl termine di presentazione delle offerte per l’aggiudicazione del Call Center della Regione (altrimenti, burocraticamente, detto “servizio di risposta remota al centralino”, è scaduto il 4 novembre. Il servizio sarà aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’articolo 83 del Decreto legislativo 163/2006 e successive modifiche e integrazioni. Gara aperta, come si dice, salvo a vedere poi come verrà chiusa. Le garanzie dovrebbero essere nell’osservanza pedissequa delle procedure di legge e della normativa del bando. Che però non sempre coincidono perfettamente. Speriamo non sia il caso di questo affidamento che segna uno dei pochissimi atti amministrativi da parte del governo regionale finalizzati alla continuità di un servizio di chiara utilità pubblica qual è, infatti, il mettere in comunicazione il cittadino con le stanze del potere e con gli uffici regionali. Sul piano della pubblicizzazione niente da eccepire. Il bando di gara è stato
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il 17 settembre 2014, quindi sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana il 29 settembre 20104, su due quotidiani nazionali e su due quotidiani locali, nonché è stato affidato all’albo pretorio regionale e all’indirizzo web www.regione.molise.it. Siccome la scelta di chi dovrà svolgere il servizio di centralino sarà fatta osservando il criterio dell’of-
ferta economicamente più vantaggiosa, la valutazione spetta ad una commissione ad hoc in base all’articolo 84 del codice dei contratti pubblici. Come si può vedere, c’è stata cura massima nel predisporre la gara e nel poterla portare a termine. A tanta cura, altrettanta attenzione a chi affidare il compito di stabilire il vincitore. Gira e rigira, anche in questa occasione la scelta ha avuto un solo indirizzo: Mas-
simo Pillarella. Si conferma e si rafforza pertanto l’immagine di questo ingegnere (classe 1960, vicinissimo per professione, amicizia e interessi al presidente Frattura) nel ruolo di onniscienza e onnipotenza all’interno della Regione Molise: responsabile del servizio valutazione degli investimenti pubblici; coordinatore della gestione del fondo europeo per lo sviluppo regionale; responsabile del servizio fondi strutturali; responsabile del servizio per la gestione del programma regionale finanziato dal fondo europeo di sviluppo regionale e dei programmi attuativi (2007/2013 e 2014/2020); responsabile del progetto Alterenery; “ambasciatore” della Regione Molise presso le commissioni europee a Bruxelles; mani in pasta nel Patto del Matese e, dulcis in fundo, direttore dell’area seconda della Regione. Forse ci sfugge qualcosa; ma il grosso lo abbiamo detto. Di più, onestamente, sarebbe impossibile. Di Pico della Mirandola la storia ne conta uno; gli emuli ten-
“Subito l’anagrafe pubblica dei rifiuti” Il Movimento Cinque Stelle ha presentato una proposta di legge in regione CAMPOBASSO. Il MoVimento 5 Stelle Molise ha presentato una proposta di legge regionale molto importante sul tema dei rifiuti. Il testo normativo è nato da una attenta valutazione sulle dinamiche politico economiche che interessano il ciclo dei rifiuti in regione e che stanno evolvendo negli ultimi anni. In Molise non esiste, come in altre regioni, un catasto dei rifiuti dettagliato istituito per legge, un registro consultabile e aggiornato che possa rendere più agevole il controllo da parte dei cittadini sul flusso di investimenti relativi ai rifiuti, sempre più ingenti col passare degli anni. Era necessario inoltre definire uno strumento utile alla politica per la pianificazione in questo settore e utile anche agli investitori seri da fuori regione, che normalmente pretendono chiarezza e regole prima di impegnare capitali in un territorio che non conoscono. Vocaboli che in Molise, sappiamo, non sempre rappresentano la realtà. Questa legge mira a soddisfare questo tipo di esigenze e non solo. “Uno dei più evidenti problemi relativi all’intero ciclo dei rifiuti è la mancanza di trasparenza e di controlli. La disponibilità di dati certi e aggiornati è però indispensabile per lʹavvio di ogni politica di costruzione di un ciclo virtuoso dei rifiuti e per far sì che il cittadino venga coinvolto e incentivato a collaborare con più consapevolezza all’intero processo. La proposta di legge regionale, dal titolo “Istituzione dell’Anagrafe Pubblica Regionale relativa alla gestione dei rifiuti solidi urbani”, strutturata in 11 articoli, portata avanti anche da altri gruppi regionali 5 stelle, è stata scritta per sopperire a queste mancanze e al fine di garantire all’opinione pubblica e ai cittadini l’accesso alle informazioni di tipo ambientale, previste peraltro da direttive europee”. L’Anagrafe Regionale dei Rifiuti registra, in apposite sezioni della sua banca dati, tutti i dati e le informazioni dell’intera filiera della gestione dei rifiuti, con particolare attenzione agli impianti di incenerimento, alle discariche e alle questioni economiche che sono dietro al ciclo completo o presunto tale. La domanda nasce dall’esigenza di analizzare l’evoluzione dell’attività della raccolta differenziata in Molise, con particolare riferimento al rag-
tano di avvicinarsi. Pillarella gli è molto vicino. Un fenomeno. Al quale non si poteva non dare anche la presidenza della commissione per l’aggiudicazione del nuovo Call Center regionale. Come faccia poi a conciliare le sue tante funzioni e suoi tanti incarichi, le tante attese di cui è fatto oggetto è materia di approfondimento. Non del cronista, quanto degli specialisti che determinano scientificamente il tasso d’intelligenza, di capacità attuativa, di capacità persuasiva, di capacità induttiva delle persone. Visto all’opera, dicono sia uno spettacolo di concentrazione e di riservatezza. Immaginarsi quindi la fatica di stargli a fianco e di tenergli testa. Problema di cui dovranno farsi carico Claudia Angiolini e Roberto Zarrelli (componenti con diritto di voto della commissione per l’aggiudicazione del Call Centr regionale) e il segretario (della commissione) Gennaro Strazzullo. Dardo
L’INTERVENTO
Protezione civile allo sbando di Giovanni Muccio
giungimento dei target previsti nell’ambito della programmazione delle risorse nazionali e regionali, e di fornire informazioni sull’attuale quadro programmatico regionale. L’anagrafe regionale dei rifiuti avrà una sezione completamente dedicata sul sito internet della Regione Molise organizzato per aree. Per ciascun Comune, si provvederà alla pubblicazione della quantità dei rifiuti prodotti, di quanto è stato separato, recuperato e avviato in discarica, dell’ammontare della frazione secca e umida. “C’è bisogno di trasparenza e di nuove politiche per voltare pagina e allontanare una volta per tutte l’emergenza rifiuti. Diventa prioritario orientare le scelte degli amministratori locali che hanno responsabilità sanitarie nel territorio e promuovere modelli sostenibili, ma ancor di più informare i cittadini, perché un cittadino ben informato è un buon cittadino! Più il cittadino collabora, più sono elevati i livelli di raccolta differenziata per tipologia del rifiuto e maggiore sarà l’efficienza in termini di sostenibilità del ciclo dei rifiuti
Il Movimento regionale del Guerriero Sannita, ritiene la Protezione civile un organismo importantissimo a garantire l’incolumità delle persone e/o dei beni e dell’ambiente rispetto all’insorgere di qualsivoglia situazione o evento che comporti agli stessi grave danno o pericolo di un danno e che per loro natura o estensione debbano essere fronteggiate con misure straordinarie. Il Molise come tutti sappiamo è un territorio fragile, soggetto a calamità naturali e su questo versante ha pagato un prezzo pesantissimo anche in termine di vite umane. E’ fondamentale, quindi, l’importanza del contributo che la Regione Molise offre al fine di garantire la sicurezza dell’intera comunità nonché la gestione ed il fronteggiamento delle calamità naturali che dovessero verificarsi nell’ambito dei propri confini, ciò si può leggere sul sito regionale della Protezione Civile del Molise. Alla luce di quanto detto, ascoltare solo dagli organi di stampa, che la nostra protezione civile regionale non esiste più: mezzi non revisionati, attrezzature fuori uso, reti di monitoraggio ambientali inefficienti, sala operativa cancellata, personale e volontari dell’Agenzia allo sbando, ricostruzione post-terremoto completamente bloccato, lascia il Guerriero Sannita allibito, meravigliato, stupefatto, in breve senza parole. Possibile che siamo arrivati a questa situazione di deterioramento, di una struttura così importante? D’altronde le notizie giornalistiche spesso non vengono smentite e conoscere la realtà vera, diventa difficile anche per il Movimento, considerato che il tavolo regionale del Centrosinistra in cui dovrebbero essere discusse anche queste situazioni per capire come stanno realmente i fatti non si è mai riunito, per cui si resta sempre all’oscuro degli indirizzi programmatici di una parte del Centrosinistra che detiene il potere. Il Movimento regionale del Guerriero Sannita, si augura che si cambi il modo di gestire e programmare questo nostro territorio e soprattutto che le forze politiche più piccole della coalizione, vengano messe nelle condizioni di capire dove si sta andando, non si può essere corresponsabile di scelte che nemmeno si conoscono! *Presidente Regionale del Guerriero Sannita
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Campobasso
7 14 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Presentata domanda all’Agenzia del demanio in base all’articolo 56 bis del Decreto del Fare
S’è aperta una seconda via per riavere indietro il Distretto militare di Via Verdone Della faccenda se ne sta occupando l’ufficio patrimonio, che da queste colonne andiamo segnalando come esempio di efficienza e tempestività La caccia al Distretto militare di Via Verdone è ancora aperta da parte del Comune. Che ha molto da farsi perdonare per l’occasione andata in fummo per sua unica colpa allorché era stato raggiunto l’accordo con il ministero della Difesa che prevedeva il ritorno in proprietà dello stabile in cambio di una palazzina in Via Garibaldi, a ridosso del vecchio, dismesso, e cadente mattatoio, per sistemare i pochi militari e qualche amministrativo che ancora permane. Inutile piangere sul latte versato, ma quella è stata un’occasione più unica che rara per riavere indietro il Distretto dopo decenni di un contenzioso di cui, peraltro, si sono perse le tracce. Dalle nebbie delle incertezze, degli errori, delle colpe che finora hanno impedito al Comune di riappropriarsi del Distretto, come gli toccherebbe, essendo venuta meno clamorosamente la destinazione originaria in base alla quale è stato concesso il suolo comunale su cui è stata edificata la struttura, è spuntato l’articolo 56 bis del “Decreto del Fare” che indica gli immobili del pa-
trimonio statale che possono essere trasferibili, i soggetti che possono
pus municipale. Sul Distretto ora ci sono buone prospettive se, come ri-
in Via Verdone non c’è più niente; non ci sono militari innanzitutto, né
avanzare richiesta di acquisizione, e i tempi e i modi della procedura. A Palazzo san Giorgio un solo ufficio poteva occuparsene per competenza, per capacità d’applicazione, per determinazione e, difatti, se ne sta occupando: ovvero l’ufficio patrimonio, che da queste colonne andiamo segnalando come esempio di efficienza peraltro misconosciuto, anzi avversato, in quanto, per quelle sue caratteristiche, estraneo al cor-
sulta, avendo il Comune inviato la domanda all’Agenzia del demanio agli inizi di novembre, dall’Agenzia è arrivata la comunicazione dell’accettazione e dell’avvio dell’istruttoria della pratica che, per legge, deve concludersi entro 60 giorni. Esiziale però rimane il parere del ministero della Difesa. Che tutto dovrebbe fare, tranne confermare la funzionalità dell’immobile ai fini militari. E’ sotto gli occhi di tutti che di militare
vengono svolte funzioni di valenza pubblica (il servizio di leva per dire). Insomma, dietro la facciata, un apparato di pura e semplice rappresentanza. Con a disposizione una struttura immobiliare di dimensioni sproporzionate che, al contrario, potrebbe diventare un bene strategico alle funzioni pubbliche locali. Nella domanda avanzata dal Comune la finalità è “per uffici” in uno con le risorse finanziarie dedicabili alla
manutenzione e alla valorizzazione del bene stesso. Va da sé che al percorso amministrativo e burocratico, se davvero l’amministrazione di Palazzo san Giorgio è determinata a riavere il Distretto, va affiancato un percorso parallelo fatto di convinzione, di sollecitazioni, di rassicurazioni da svolgere ai piani alti e decisionali a Roma presso l’Agenzia del demanio e, in particolare, al ministero della Difesa. Il Distretto è stato ad un passo dal tornare nella disponibilità di Campobasso e dei campobassani, fallito nel momento in cui pur avendo appaltato i lavori della palazzina da cedere in cambio, l’amministrazione comunale non è stata in grado di evitare la revoca del finanziamento e il fallimento dell’intera operazione. Creando un danno sesquipedale al patrimonio collettivo e alla sua immagine. C’è da sperare che l’esperienza possa servire da lezione. Per arricchire il patrimonio collettivo e rifarsi un’immagine. Dardo
“Spese telefoniche, i grillini facciano i nomi” Bacchettata del duo Pilone-Cancellario dopo la denuncia dei colleghi di Cinque Stelle CAMPOBASSO. In merito alle dichiarazioni fatte dai Consiglieri Comunali del Gruppo dei Cinque Stelle in relazione alle spese telefoniche sostenute da alcuni Consiglieri Comunali e pagate dal Comune di Campobasso, I Consiglieri Comunali di Democrazia Popolare, Francesco Pilone e Marialaura Cancellario, nel riporre piena fiducia nella giustizia contabile interpellata sulla vicenda, chiedono che venga fatta piena chiarezza sulla questione e chiedono al Gruppo dei Cinque Stelle, che ha fatto l’accesso agli atti, che siano fatti i nomi delle persone alle
quali corrispondono le utenze telefoniche soggette alla denuncia.“In un clima di antipolitica che ormai tutto il paese sta vivendo” dichiarano Pilone e Cancellario, “è importante e fondamentale essere chiari e precisi su determinate denunce pubbliche perché non si può sparare nel mucchio rischiando di colpire anche persone che, come noi, estranee a quanto accaduto, credono fortemente nel loro ruolo istituzionale e nel mandato ricevuto dai cittadini”. “Per ciò che mi riguarda” precisa il Consigliere Pilone “in dieci anni di attività ammi-
nistrativa al Comune di Campobasso (dal 1999 al 2009) e in questi sei mesi di attuale ‘consiliatura’ non ho mai usufruito della SIM che il Comune dà in dotazione ai Consiglieri Comunali, né mai ho ritirato e quindi utilizzato il cellulare che l’Ente, nel rispetto della normativa vigente, prevede per gli amministratori”. “In relazione all’utilizzo del cellulare di servizio” continua il Consigliere Cancellario “ogni singolo Consigliere Comunale ha la facoltà di prendere una scheda telefonica con una propria numerazione che è abilitata
esclusivamente alla comunicazione interistituzionale. Le comunicazioni non istituzionali sono accessibili esclusivamente con un codice privato e le relative spese di traffico sono a carico esclusivo dei singoli Consiglieri che ogni bimestre ricevono a casa la bolletta del gestore e provvedono al pagamento”. “Se, pertanto” concludono i due consiglieri Comunali di Democrazia Popolare “ci sono state delle anomalie di accesso non consentito o di abuso di utilizzo, è giustissimo che chi ha sbagliato paghi.
III DOMENICA D’AVVENTO Forse Giovanni il Battista mandò i suoi a chiedere a Gesù se fosse lui il Messia, non tanto per se stesso, ma nell’interesse dei propri discepoli. Desiderava affidarli a Gesù. Era ormai venuto il tempo in cui tutti i dubbi sarebbero stati chiariti: bastava osservare ciò che faceva Gesù. La prova suprema offerta da Gesù non è mai un sofisticato ragionamento intellettuale, bensì l’esperienza diretta del suo potere che converte. La sfida di Gesù è ancora la stessa. Egli non vuol dirci tanto “ascoltare quello che ho da dirvi”, ma “ guardate cosa posso fare per voi; guardate cosa ho fatto per gli altri ”. Si può cogliere un tono di ammirazione nella voce di Gesù, quanto parla di Giovanni. Egli inizia il suo elogio chiedendo alla gente cosa andassero a vedere nel deserto;
non certo un uomo qualunque, infiacchito e debole come una “canna sbattuta dal vento”. Bensì un profeta, un uomo con un messaggio di Dio, e che aveva il coraggio di darne l’annuncio. Ma Giovanni era più di un profeta. Era il precursore di Dio. Nessun uomo potrebbe avere compiuto più grande di questo. Poi, arriva la frase sorprendente: “ tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”. Quindi, cos’è che mancò a Giovanni? Giovanni non vide mai la croce. C’era perciò una cosa che Giovanni non poté mai conoscere: la piena rivelazione dell’amore di Dio. Conoscerà la santità di Dio; potrà proclamare la giustizia di Dio, ma l’amore di Dio, in tutta la sua pienezza, non potrà conoscerlo. E’ davvero sorprendente vedere che il cristiano più umile possa conoscere Dio meglio del più grande dei
profeti dell’Antico Testamento. L’uomo che ha visto la Croce ha visto il cuore di Dio, in un modo in cui nessuno degli uomini vissuti prima della Croce, l’uomo mai visto. Davvero, il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di ogni altro uomo vissuto prima della Croce. Ma grande è anche la nostra responsabilità di diffondere questa buona novella. Grazie, o Dio, perché ci concedi di conoscere quello che Giovanni il Battista non ha mai conosciuto. Insegnaci, o Signore, ad essere più grande di Giovanni, sempre fedele, sempre assiduo nell’adempiere la nostra missione e le nostre responsabilità nella vita. “ In te io ripongo tutta la mia fiducia, o Dio! Fammi essere il più piccolo nel tuo regno!” Mons. Gabriele TETI
Parte “Vinile mon amour” La manifestazione della prima mostra mercato del disco usato sarà presentata martedì CAMPOBASSO. Sarà presentata alla stampa martedì 16 dicembre, alle ore 11, presso la sala riunioni dell’Assessorato alla Cultura in Via Gorizia (Palazzo Ex Gil), la prima edizione di Vinile Mon Amour, prima mostra mercato del disco usato e da collezione nel Molise.
Organizzata dalle associazioni culturali thisPLAY e Razor negli spazi espositivi del Centro Culturale Ex Onmi in via Muricchio a Campobasso, la manifestazione intende essere momento d’incontro tra cultori, collezionisti e semplici appassionati del disco in vinile in tre giornate (dal 19 al 21 di-
cembre) che prevedono anche concerti e dj set, oltre che spazi espositivi dedicati alla leggendaria figura di Jimi Hendrix. All’incontro parteciperanno i rappresentanti delle associazioni culturali e il consigliere delegato alla cultura della Regione Molise, Domenico Ioffredi.
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Isernia
Tutto quello che gli altri non dicono
14 dicembre 2014
senza alcun finanziamento pubblico
La Max Company nel distretto di Pettoranello Si è tornati a parlare della possibilità di rivitalizzazione dell’area moda attraverso appositi interventi ISERNIA - Ieri incontro, promosso dall’associazione Euridit e dall’ampio partenariato coinvolto nel progetto “100% made in Italy”, sul tema “Distretto moda Molise Sannio – Un progetto distrettuale per favorire l’insediamento di nuove aziende nel “cuore” del sistema moda molisano e per rilanciare il settore valorizzando le competenze imprenditoriali e professionali del territorio”. L’incontro, intende creare le giuste premesse “progettuali e operative” per predisporre la domanda di candidatura per il riconoscimento, ai sensi della Delibera di Giunta Regionale del 26/11/2014, del “Distretto moda Molise Sannio” che abbia il “fondamento ed il cuore” nell’area di Pettoranello del Molise. Con la domanda di candidatura si intende quindi delineare un progetto di sviluppo capace di: assecondare e sup-
portare il processo di insediamento delle aziende in Molise; favorire l’attivazione di percorsi collaborativi nel settore attraverso la creazione di reti di imprese, con le quali valorizzare le competenze imprenditoriali e professionali presenti nel territorio. L’incontro ha visto la presenza, tra gli altri, del presidente della soc. Max Company spa nella persona di Italo Dossi, che ha manifestato la chiara volontà di insediare una sua “struttura produttiva” in Molise. Fondata nel 1995 la Max Company nasce come azienda di produzione di abbigliamento al servizio delle migliori griffe della moda. Nel 2004 si ha il lancio del marchio di abbigliamento “Who*s Who”, che si colloca nella fascia alta di mercato (luxury), e viene creata una struttura commerciale solida e in forte espansione a supporto del marchio. La presenza in
Molise della Max Company rappresenta un’importante opportunità per rilanciare il settore moda valorizzando le competenze imprenditoriali
dell’importanza dei distretti produttivi appena deliberati dalla giunta regionale, distretti produttivi che al sistema moda molisano offrono
e professionali presenti nel territorio. All’incontro sarà presente l’assessore regionale alle attività Produttive Massimiliano Scarabeo che parlerà
un’importante opportunità per disegnare e avviare, un nuovo percorso di sviluppo non più incentrato su “un’unica azienda guida” ma su una
pluralità di aziende in grado di costruire, come richiamato in delibera, “un’ampia, coerente e sinergica aggregazione imprenditoriale” per competere efficacemente nei mercati internazionali. In questo contesto il progetto “100% made in Italy” ha rappresentato un importante “laboratorio progettuale”, avendo avuto l’indubbio merito di sostenere e accostare, all’interno di una forte iniziativa di animazione socio-economica sul territorio, alcune proposte di rilancio del settore (es. valorizzazione delle produzioni -100% made in Italy-) in linea con le attuali tendenze di mercato. Il distretto produttivo avrà il “fondamento ed il cuore” nell’area di Pettoranello del Molise, che in questi 40 anni ha rappresentato un punto di riferimento per il sistema moda nazionale.
Furto in villa, bottino 4mila euro E’ accaduto a Venafro in un quartiere residenziale. Si tratterebbe di professionisti Cittadini sempre più preoccupati per l’escalation di raid nelle abitazioni: giovedi pomeriggio presa di mira una villetta nel quartiere
residenziale “La Starza” aVenafro. Con ogni probabilità ad agire, indisturbati, una banda di malviventi che secondo gli inquirenti sa-
rebbero tutt’altro che sprovveduti ma si tratterebbe di veri e propri professionisti, vista la dinamica del furto. Non si esclude la pre-
senza di un “basista” locale nel gruppo che ha messo a segno un colpo da 4 mila euro. I cittadini chiedono più controlli.
Viabilità rurale, stanziati i fondi A Venafro sarà possibile procedere alla manutenzione delle strade del Consorzio di bonifica VENAFRO. Grazie alla proficua collaborazione tra l’Assessore alle Politiche Agricole della Regione Molise, Vittorino Facciolla, ed il Presidente del Consorzio di bonifica
della Piana di Venafro, Vittorio Nola, è stato definito il provvedimento che destinerà 130 mila Euro alla manutenzione straordinaria delle strade “Capanna” e “Stin-
gone”. “L’attivazione delle risorse – spiega l’Assessore Facciolla – consentirà al Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro di avviare a breve i lavori di
messa in sicurezza della viabilità consortile. Si tratta di interventi di fondamentale importanza, specie se si considera che le strade rurali sono la condizione necessaria non solo
per agevolare il lavoro di agricoltori e allevatori, ma anche per evitare lo spopolamento delle campagne e favorire la multifunzionalità delle nostre imprese”.
Il valore aggiunto della ricerca traslazionale All’I.R.C.C.S. Neuromed un seminario per accelerare le innovazioni in medicina Quando si parla di attività scientifica non possiamo più sottovalutare il carattere traslazionale della ricerca di base che, per intenderci, è rappresentata da un filo diretto tra il laboratorio e il paziente. In questo discorso entrano non pochi campi di azione che vanno dalla biologia, sempre più presente, all’osservazione clinica, all’etica. Se n’è parlato oggi all’I.R.C.C.S. Neuromed nel corso di un convegno ECM (formazione continua in medicina) dal titolo “Il management dei progetti di ricerca traslazionale. Normativa, modelli di governance e sistemi di valutazione”. Responsabili scientifici Giuseppe Lembo, Professore nella Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma e Direttore del Dipartimento di Angiocardioneurologia del Neuromed, Giovanni de Gaetano, Responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed. Un contributo importante, quello dato non solo dal seminario odierno
ma dall’intera attività, clinica e scientifica, dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed, che fa della ricerca traslazionale la base per arrivare a nuovi approcci terapeutici nel campo delle patologie che colpiscono il sistema nervoso. “La storia dell’Istituto Neuromed è sempre stata contraddistinta da un grande entusiasmo, apportato soprattutto dai giovani in cui noi crediamo fortemente. – ha detto il Presidente della Fondazione Neuromed Mario Pietracupa nel presentare il seminario. – abbiamo da subito
puntato sulla ricerca traslazionale per i risultati ed i benefici che può apportare ai pazienti che sono in cerca di soluzioni. Purtroppo il nostro Paese vive un momento di forte crisi di identità soprattutto per quanto riguarda la valorizzazione delle sue risorse, una sorte di invecchiamento non solo demografico ma soprattutto cerebrale. Noi marciamo in senso opposto, siamo tra i primi I.R.C.C.S. di Italia per produzione scientifica e proseguiamo nella nostra attività per dare un ulteriore contributo alla nostra regione e al Paese.
Un esempio per tutti: presto partiremo con l’implementazione di una cell factory che porterà Neuromed a nuove e migliori specializzazioni”. Nell’introdurre il concetto di ricerca traslazionale il professor Giuseppe Lembo ha sottolineato come in tale contesto rientrino numerosi campi di intervento. “Da anni investiamo e lavoriamo in questa direzione - ha affermato - La ricerca sperimentale, di base, è mirata alla traslazione in clinica così come l’osservazione clinica deve avere un approfondimento nelle scienze di base. Un rapporto
bidirezionale che porta vantaggi per la cura dei pazienti. La maggior parte dei farmaci moderni, e in cui riponiamo le maggiori speranze per combattere le malattie che non hanno ancora una terapia efficace, vengono dalla medicina traslazionale, che a sua volta nasce da una osservazione mirata”. Giovanni de Gaetano, approfondendo il tema dei farmaci anticoagulanti, ha relazionato sul conflitto esistente tra ricerca, marketing ed etica. “l’aspetto positivo in tale ambito è che dopo 50 anni è stata messa in commercio una serie di farmaci anticoagulanti nuovi. Ma le pressioni commerciali e di mercato spesso contrastano, come è successo in questo caso, con i principi genuini della medicina e del benessere dei pazienti, che ha portato ad eventi problematici dal punto di vista etico per cui si è reso indispensabile il Comitato Etico che è intervenuto anche in Molise ed in particolare a Campobasso”.
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Termoli
14 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Sbrocca è “T come Tasse”
L’opposizione di centrodestra bolla la nuova amministrazione per gli aumenti deliberati TERMOLI. La voce più dura dell’opposizione di centrodestra, quella del Nuovo centrodestra, che con il capogruppo Basso Antonio Di Brino e i giovani rampolli Christian Zaami, Rocco Fiorilli e Domenico De Camillis hanno voluto omaggiare l’amministrazione comunale di Termoli con un manifesto poco natalizio… Sì, una iniziativa di critica severa sulla leva della fiscalità locale e
delle tariffe per i servizi pubblici, che a loro dire stanno raggiungendo vette esponenziali. Hanno fatto di conto e messo in cinque riquadri contenuti nel 100 x 70 classico tutti gli aumenti che additano alla giunta Sbrocca e ai partiti della coalizione. Tra questi il rincaro per il trasporto urbano, la tassa di utilizzo degli impianti sportivi, Tari, Tasi e aumento delle strisce blu.
Schianto all’alba, muore un 42enne L’uomo è stato sbalzato fuori dalla macchina che è finita fuori strada impattando contro un albero NUOVA CLITERNIA. Uno schianto terribile, avvenuto alle 4.30 circa sulla strada provinciale che da Campomarino conduce a Nuova Cliternia ha causato il decesso di un uomo. Viaggiavano in due in una Fiat Grande Punto
guidata da L.P. di 41 anni, che per dinamiche ancora da definire è finita fuori strada concludendo la corsa contro un pino prospiciente la strada. Un impatto fatale per Gigio Norante, uomo di 42 anni che è sbalzato fuori dall’autovet-
tura con una violenza tale da privarlo della vita all’istante. Gravi le condizioni di L.P., operaio Fiat, che è tuttora in sala operatoria mentre per il 42enne, ragioniere di una nota ditta di Campomarino, non c’è stato nulla da fare.
Secondo una prima ricostruzione parrebbe essere stata l’elevata velocità a causare il sinistro; sul posto sono giunti i soccorritori del 118 coi volontari della Misericordia, gli uomini dei Vigili del fuoco e i Carabinieri della locale stazione.
Il Premio Termoli in 60 anni di storia Le opere delle singole edizioni esposte nella galleria Civica raccontano il lungo periodo dell’arte TERMOLI. E’ un percorso, quello che le 50 opere esposte nella Galleria Civica di piazza Sant’Antonio raccontano, che attraversa il tempo e mette insieme pezzi di storia con quell’impatto che solo l’arte riesce a restituire, senza bisogno di aggiungere parole. Basta un quadro o una scultura, una targhetta con il nome dell’artista, il titolo e l’anno, per immergersi nel sentiero emozionante delle avanguardie e delle correnti che i ragazzi studiano al liceo . Molti di quei pittori di cui si parla nei libri di testo di tutta Italia, le cui opere oggi valgono cifre importantissime, sono passati di qua, sono arrivati alla stazione di Termoli col quadro sotto il braccio, hanno esposto, sono stati
recensiti dai critici d’arte più quotati, hanno lasciato al Comune una tela oppure una scultura, in regalo oppure presi con la formula del premio acquisto. Materiale prezioso, che si è accumulato nel corso dei decenni, andando a formare un vero tesoro che annovera, per esempio, un paesaggio particolarissimo di Schifano, che si può ammirare al piano superiore della Galleria civica. O una tela di Accardi. Un Sanfilippo, un Dorazio, un Tano Festa. Sono oltre 450 le opere del patrimonio artistico che il Comune di Termoli possiede, relegate in magazzini (a volte anche di fortuna) o chiuse a chiave in qualche ufficio pubblico.
Una targa a ricordo del dottore Patavino Sono stati i volontari della Cri ad apporla all’ingresso del reparto di Pediatria del San Timoteo TERMOLI. Una targa commemorativa è stata scoperta ieri dai volontari della Croce Rossa che hanno inteso, con questa iniziativa, ricordare la figura dell’amatodottor Michele Patavino, medico e volontario della Croce Rossa. A presiedere all’appuntamento il cappellano dell’ospedale, il vicesindaco Maria Chimisso e una rappresen-
sta una targa in memoria di un altro grande Medico il professor Mario Cariello . Grande emozione da parte della moglie del medico e del figlio 35enne che hanno preso parte, evidentemente commossi, all’appuntamento. La targa è stata posta all’ingresso del reparto Unità operativa pediatrica del nosocomio termolese.
tanza della Marina Militare e della Guardia forestale. L’evento ha avuto luogo nell’ambito del convegno “Attività Socio-Sanitarie della CRI”. Mentre notizia recente il prossimo 18 Gennaio 2015 davanti all’ingresso del reparto di Medicina ,verrà appo-
Durante l’appuntamento è stato anche annunciato che il prossimo 18 gennaio 2015, all’ingresso del reparto di Medicina, verrà apposta una targa in memoria di un altro grande medico della nostra città, il professor Mario Cariello
L’intenzione dell’Amministrazione di Angelo Sbrocca – che è quasi una mezza promessa, nel giorno dell’inaugurazione della 59esima edizione del Premio Termoli, venerdì 12 dicembre – è sistemarle in uno spazio adeguato. Un museo di arte contemporanea, in sostanza. Termoli può permetterselo perché, rarissimo caso nel Paese, possiede una collezione straordinaria «che oltre a essere portatrice di cultura è anche una risorsa per la nostra economia», commenta il primo cittadino con la sua abituale visione pratica delle cose. Nessuna indiscrezione, ma il nuovo auditorium di via Cina, la cui apertura slitterà ancora di un po’, potrebbe essere il locale idoneo allo scopo.
Al Terzo circolo il bollino Scuola Amica L’Unicef ha inteso premiare la scuola Giovanni Paolo II per i risultati conseguiti a favore dell’infanzia TERMOLI. Importante riconoscimento per il III Circolo didattico “Giovanni Paolo II” di Termoli, che ha ottenuto il bollino ‘Scuola Amica’ dall’UNICEF e dal MIUR (il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca). Nella sede di via Stati Uniti si è tenuta la cerimonia di consegna delle pergamene davanti a tutti i bambini che hanno intonato cori natalizi, ai genitori, alle insegnanti, alla dirigente Emilia Mastronardi, alla responsabile UNICEF Termoli Catia Izzi e alla presidente regionale UNICEF Molise Antonella Iammarino. A lato è stato allestito un mercatino di lavori fatti a mano che permetterà di devolvere fondi ai bambini in difficoltà. II progetto “Scuola Amica dei bambini e dei ragazzi” si realizza attraverso un Protocollo attuativo e la costituzione di Commissioni Provinciali nelle quali sono rappresentati l’Ufficio Scolastico Provinciale, il Comitato locale UNICEF e la Consulta
degli Studenti. Le commissioni hanno il compito di accompagnare e sostenere le scuole nell’attuazione di un percorso a tappe da attivare nei plessi e di valutare, a fine anno scolastico, le attività e i risultati raggiunti. Le scuole che ottengono il riconoscimento di Scuola Amica ricevono un attestato, un certificato di garanzia, a firma del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Presidente dell’UNICEF Italia. Il percorso non è semplice, richiede impegno e soprattutto coraggio per scelte organizzative e didattiche attraverso l’applicazione effettiva dei valori sostenuti dall’UNICEF: accoglienza, uguaglianza, pari diritti. Sono tre le scuole che quest’anno hanno raggiunto il traguardo e ottenuto il cosiddetto ‘bollino’: oltre a quella di Termoli a breve si celebreranno le cerimonie di riconoscimento per gli istituti comprensivi “AmatuzioPallotta” di Bojano e “Giovanni Paolo II” di Campobasso.