Sanita', si toglie ai poveri per dare ai ricchi

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno x - n° 236 - Mercoledi’ 19 noVeMbre 2014 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Umberto Uliano

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Umberto Uliano. Il presidente dell'Ance, l'associazione costruttori, è riuscito a porre all'attenzione della politica la necessità di bandi aperti e senza la richiesta di certificazioni non previste dalla legge. Tra l'altro l'Ance è tornata a chiedere a Frattura il coinvolgimento dell'Associazione nella Centrale di committenza regionale mediante l'istituzione di un comitato tecnico-scientifico proprio per tutelare le imprese serie e rispettose delle regole che vogliono confrontarsi nelle gare d'appalto ad armi pari.

Sanità, si toglie ai poveri per dare ai ricchi

Per trapianti e malattie rare la Regione taglia il contributo

Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia

Servizio a pagina 3 Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. Dopo il periodo di contestazione interna alla Giunta, sembra essere tornato quello di sempre. Ha ripreso verve e scrive, praticamente, di tutto e su tutto. Passa dagli aspetti sindacali delle vicende nazionali, a quelle regionali fino a puntare dritto sulle commemorazioni e anniversari vari. L'unica cosa che proprio non riesce a portare a compimento sono le tante vertenze che sono in agenda e che attenderebbero risposte rapide ed efficaci. Per queste ultime, però, c'è sempre tempo. Tanto c'è la cassa integrazione.


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Tutto quello che gli altri non dicono

19 novembre 2014

senza alcun finanziamento pubblico

"Legge elettorale senza listino" La segreteria regionale del Pd pronta alla proposta. Si punta anche sul Patto del Matese CAMPOBASSO. La segreteria regionale del Pd ha affrontato la riforma della legge elettorale regionale. La segreteria del Pd lavora a una nuova legge elettorale regionale che rafforzi la rappresentanza e garantisca la governabilità. La proposta prevede l’eliminazione del listino maggioritario per ridare il dovuto valore al voto dei cittadini, i quali potranno in questo modo eleggere tutti i consiglieri regionali senza più essere scavalcati dalle scelte dei partiti. Per rafforzare la voce degli elettori, la segreteria PD, esprimendo la totale fiducia nei principi democratici, ritiene anche che vada riequilibrata la rappresentanza territoriale, esattamente in base alla popolazione, tra la provincia di Campobasso e quella di Isernia, quest’ultima oggi penalizzata da un meccanismo elettorale che va modificato. I temi dell’ambiente hanno caratterizzato, ancora, la Segreteria con una proposta condivisa all’unanimità che prevede l’istituzione di una legge regionale contro il consumo di suolo, sulla scia di quella recentemente approvata dalla Toscana, che regolamenti le infrastrutture e ponga un argine serio agli abusi sul territorio. Questo soprattutto alla luce dell’ultima analisi di Legambiente e Protezione civile, che certifica il Molise come regione al 100% di rischio idrogeologico. Partirà l’orga-

nizzazione dei lavori sin da lunedì prossimo, quando è previsto un aggiornamento della stessa segreteria col capogruppo consigliare del Pd. A seguire, con il Presidente della competente commissione consiliare. D’altronde, i contrasti fra regioni e governo sul dissesto idrogeologico hanno poco senso se ognuno non fa la propria parte. "Oggi serve un grande piano di investimenti, di cui possano godere anche i Comuni, escludendo le relative somme dal patto di stabilità". Inoltre, la Segreteria Pd ha sostenuto con forza e decisione i passaggi sull’istituzione del Parco del Matese, per tutelare un’area di grande interesse naturalistico, storico e culturale. Un parco quale motore di sviluppo sostenibile della comunità matesina nell’ottica del turismo invernale ed estivo, dell’agricoltura biologica e di qualità. Fortemente auspicabile è l’istituzione del parco nazionale, che resta l’opzione migliore, ma bene anche andare da subito ad un primo step, come ha fatto la regione Campania, istituendo sul nostro territorio il parco regionale. Perfettamente condivisa la road map definita al riguardo da Legambiente Molise che sta attivando un’ampia mobilitazione sul tema a partire dalle popolazioni interessate e relative amministrazioni. Prime depositarie delle volontà riguardanti il futuro della propria aria.

"Regione, ci vuole un rilancio" CAMPOBASSO. Sabato 15 novembre 2014, nella sede di Sinistra Ecologia e Libertà in Campobasso, si sono riunite le delegazioni

mento Guerriero Sannita per analizzare la situazione di governo del Molise. Dopo ampia analisi è convinzione dei convenuti

I piccoli partiti del centrosinistra delusi dall'attuale momento convocano un tavolo di confronto regionali di Sinistra Ecologia e Libertà, Partito dei Comunisti Italiani, Partito Socialista Italiano,Centro Democratico e del Movi-

che l’azione politica e amministrativa regionale necessita di un forte rilancio. Le delegazioni riaffermano la centralità dei par-

titi; soggetti capaci di rilevare e rappresentare i problemi ed i bisogni della popolazione che non hanno potuto tradurre in azione di governo in quanto non coinvolti nelle intraprese degli ultimi tempi. Per affrontare le problematiche analizzate in maniera unitaria i partiti ed i movimenti partecipanti al tavolo ritengono necessaria la convocazione di una riunione della coalizione del centro sinistra per sabato 22 novembre p.v., alle ore 16,00 presso la sede del PSI sita in via Cavour n. 21, Campobasso.

l’ inTervenTo

Sul processo per il riconoscimento dell'Area di Crisi premiata la nostra perseveranza di Tecla Boccardo* Così come reso noto dall'Onorevole Danilo Leva, a cui va un particolare ringraziamento per l'impegno profuso al fine di raggiungere il riconoscimento dell'Area di Crisi al distretto industriale Campochiaro-Venafro, con molta probabilità dal prossimo 20 novembre e sino al 1 dicembre, si terranno le audizioni, presso la Camera dei Deputati, dei vari soggetti istituzionali ed appartenenti al mondo della rappresentanza dei lavoratori e delle imprese, per ottenere questo primo obiettivo. Accogliamo, dunque, con molta fiducia, questo iniziale segnale ad un riconoscimento che chiediamo a gran voce da tempo, in modo unitario e convinto, certi che possa essere di importante aiuto alla ripresa industriale ed economica di quei territori, ormai stremati da una congiuntura economica e sociale senza precedenti. Naturalmente tutto ciò non rappresenta un traguardo definitivo, anche se intravedere la possibilità dell'assegnazione a favore del Molise di ingenti risorse da destinare agli investimenti e che ammontano a decine di milioni di euro, non può che restituire fiducia all'intero sistema economico locale. L'unitarietà dei Sindacati e dei Lavoratori che vi hanno creduto sin dall'inizio, attraverso diverse manifestazioni, una su tutte

la Marcia per il Lavoro dello scorso 28 giugno, ha ancora una volta mostrato quanto il perseguire comune degli obiettivi resti la sola strada per resistere e reagire in un simile momento di difficoltà. E proprio per proseguire nella strada della convergenza più assoluta, porteremo all'attenzione dei vari tavoli la piattaforma per il lavoro ed il documento congiunto sottoscritto in Regione dalle Organizzazioni sindacali assieme ai protagonisti del mondo economico e sociale. Attendiamo, comunque, che l'iter Parlamentare della risoluzione per il riconoscimento della crisi industriale del nucleo Campochiaro-Venafro presentata alla X Commissione, venga valutato positivamente dal Ministero per lo Sviluppo Economico, così da poter cominciare a lavorare agli incontri operativi ed ai progetti di sviluppo che devono immediatamente conseguire a tale approvazione. *Segretaria regionale Uil Molise


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3 19 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

In previsione della prossima seduta del consiglio regionale

No di Micone ai tagli contro i soggetti sottoposti a trapianto di organi o affetti da patologie rare Finalmente parole dure, puntuali, sulla valutazione del governo regionale che non sa far altro che tagliare le spese riferite ai cittadini incrementando i guadagni per se stesso

Salvatore Micone, la spina morbida nel fianco di Frattura, finalmente ha cominciato a pungere annunciando di porsi di traverso all’approvazione della proposta di legge numero 80, d’iniziativa della giunta regionale, che vuole modificare l’articolo 4 della legge regionale 17 del 2007 (“Interventi a favore di soggetti sottoposti a trapianto di organi o affetti da patologie rare”), che andrebbe a colpire soggetti già di per sé deboli, rendendoli maggiormente esposti alle difficoltà esistenziali. Micone ricorda di aver già presentato un’interrogazione a Frattura per indurlo a riflettere, a ben considerare ciò che la giunta si proponeva di fare, senza peraltro, al solito, ottenere risposta. “La situazione, già drammatica a causa della mancata erogazione dei fondi – dice oggi Micone - è stata ulteriormente aggravata dall’approvazione in Giunta Regionale della proposta di legge n. 80 che andrebbe a modificare l’attuale limite di 35.000 euro riferito all’indicatore di situazione economica equivalente (Isee) del nucleo familiare. La nuova norma – secondo il consigliere - con la previsione del nuovo limite pari ad 16.000 euro, sempre riferito all’Isee, andrebbe a statuire una drastica restrizione dei fruitori del contributo regionale. Sicché verrebbero tagliate fuori centinaia di cittadini cui verrebbero a mancare i mezzi per sostenere le cure specialistiche fuori regione. Micone di questo si dice preoccupato essendo un atto grave, lesivo del diritto alla salute, e un grave segno di inciviltà. Finalmente parole dure, puntuali, sulla valutazione del governo regionale che non sa far altro che ta-

gliare le spese riferite ai cittadini incrementando i guadagni per se stesso nella forma diretta (gli emolumenti) e nella forma indiretta (leggasi la vicenda delle centrali a biomassse con società che passano di mano come scatole cinesi e riescono alla fine magari ad ottenere risarcimenti milionari). Dice Micone: “La politica dei tagli deve rispettare alcune priorità e alcune azioni imprescindibili, soprattutto laddove esse siano legate alle necessità della persona”. Come dargli torto, soprattutto se davvero, come ha annunciato, voterà contro la proposta di legge numero 80 con ciò volendo dimostrare il grado “di superficialità nella gestione delle politiche sociali”, il settore che, in un’era di forte crisi economica, dovrebbe invece ricevere la massima attenzione da parte del Governo regionale. Ma lavare la testa all’asino - è risaputo- si perde tempo e sapone. Micone che si sta esercitando con buona determinazione a fare le pulci al governo regionale, seppure con una moderazione solo ora abbandonata per far posto all’incisività delle parole e dell’atteggiamento, dovrebbe continuare in questa sua missione critica e chiarificatrice. Gli spunti e le occasioni non gli mancano. Ad esempio, una denuncia meno morbida, meno convenzionale, meno burocratica, di quella fatta sulla mancata approvazione del regolamento del nuovo Statuto regionale, sarebbe stata quanto mai opportuna. Specie se egli vorrà ricordare quanto sua stata difficoltosa, urticante, avvelenata la campagna mediatica di questa testata per indurre il presidente Frattura a promulgare il nuovo Statuto che si ostinava a tenere chiuso in un cassetto. L’assenza del regolamento priva lo Statuto della possibilità di essere applicato. L’assenza di regole, di coordinate istituzionali, di legittimità e di legalità pare essere il desiderio più intimo e radicato della colazione di centrosinistra a Palazzo Vitale. All’insegna di: “Togliere ai poveri per dare ai ricchi”. Dardo

Bandi, vince l'Ance Molise Eliminata dal bando di gara della Centrale di committenza regionale “Ali Comuni Molisani” CAMPOBASSO. I costruttori dell'Ance Molise hanno avuto ragione: nel bandi di gara non può essere richiesto il possesso di certificati non richiesti per legge e che possiedono solo alcune imprese, ingiustamente ed illegittimamente avvantaggiate a scapito di altre. “Finalmente abbiamo ottenuto giustizia – dice Umberto Uliano, Presidente dell'Ance Molise – : non si possono creare situazioni di privilegio; la Centrale di committenza “Ali Comuni Molisani” ha riconosciuto l'errore ed ha modificato la disciplina di gara accogliendo integralmente le nostre richieste”. La questione origina dal bando di gara per la realizzazione di una scuola per l'infanzia ad Ururi: tra i criteri per l'attribuzione del punteggio figurava il possesso del certificato per l'etica al quale vevivano riconosciuti ben 12 punti. L'Ance è prontamente intervenuta: tramite il proprio ufficio legale ha immediatamente impugnato il bando ricorrendo anche all'Autorità Nazionale Anti Corruzione e segnalando la questione anche anche al Presidente Frattura. “Ed abbiamo avuto ragione. La Centrale di committenza regionale che aveva firmato il bando ha fatto retromarcia ed ha eliminato il criterio. E' consentito richiedere requisiti che riguardano la valutazione dell'offerta, non se ne possono richiedere altri. E' un'azione che abbiamo fatto a tutela dei nostri iscritti ma anche di tutta la categoria degli imprenditori edili che è già alle prese con una crisi drammatica e senza precedenti. Noi siamo, e siamo sempre stati, per il rispetto delle regole e non per il loro aggiramento. Vogliamo la massima trasparenza”. L'Ance Molise ha avuto ragione anche su un altro non trascurabile aspetto: la Centrale di

committenza aveva fissato l'entità dei diritti di copia inerente alla documentazione tecnica in 400 euro; cifra ritenuta spropositata dall'Ance che, richiamando alcuni precedenti, ha affermato che l'entità dei diritti medesimi dev'essere commisurato al solo costo di riproduzione della documentazione. Anche in tal caso la Centrale di committenza regionale ha dato ragione all'Ance Molise ed ha ridotto del 75% la somma portandola da 400 a 100 euro, così accogliendo la richiesta dell'Associazione che si batte anche per la massima concorrenza. Uliano, nell'evidenziare che nella lettera a Frattura aveva chiesto il coinvolgimento dell'Ance Molise nella Centrale di committenza regionale mediante l'istituzione di un comitato tecnico-scientifico proprio per evitare che, mediante la collaborazione dell'Associazione, si verificassero questi episodi, ribadisce ora con forza la richiesta appellandosi al senso di responsabilità della Regione Molise per tutelare le imprese serie e rispettose delle regole che vogliono confrontarsi nelle gare d'appalto ad armi pari.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

19 novembre 2014

"Le imprese sono stanche, non sono bancomat"

Dura critica dell'Acem sulle sanzioni previste per le autocertificazioni appalti CAMPOBASSO. Dura la critica dell’ACEM, sulla norma (art. 38, comma 2 bis Codice Appalti) che sanziona gli errori nelle autodichiarazioni delle imprese lasciando ampia discrezionalità alle amministrazioni nell’individuazione di cosa sia sanabile e sanzionabile. Sulla problematica, nei mesi scorsi l’Associazione aveva chiesto l’interessamento dei Parlamentari molisani senza ancora ottenere risposta, denunziando anche all’Autorità anticorruzione l’assurdità di una norma simile. “Ancora una volta le imprese operanti nel mondo delle commesse pubbliche assumono il ruolo di Bancomat delle Amministrazioni aggiudicatrici trovandosi costrette al versamento di una cauzione aggiuntiva”, dichiara Corrado Di Niro, Presidente dell’Associazione in quanto “sembra che il meccanismo sia quello di ‘andare a caccia’ dell’errore da parte delle Stazioni appaltanti, peraltro lasciando spazi per comportamenti diversi e contraddittori come già ripetutamente

accaduto nella nostra Regione a danno delle imprese nostre iscritte.” Poiché la norma, introdotta la scorsa estate, prevede che la mancanza, l’incompletezza e ogni altra irregolarità essenziale delle autodichiarazioni in sede di gara, obbligano il concorrente al pagamento alla stazione appaltante di una sanzione pecuniaria fissata nel bando, non era difficile im-

"Specializzazione medica, ammissione per tutti” CAMPOBASSO. “La situazione che si è creata dopo il concorso di accesso alle Scuole di specializzazione di medicina e chirurgia è a dir poco imbarazzante. Non si può mortificare la professionalità ed il futuro di quanti hanno partecipato ad un concorso di così grande rilevanza con una gestione del tutto inadeguata ed un pressapochismo dilagante”. Così Aldo Patriciello, parlamentare europeo di Forza Italia, interviene sui problemi sorti all’indomani del concorso di accesso alle Scuole di specializzazione di medicina e a causa dei quali migliaia di partecipanti sono pronti a inoltrare le pratiche di ricorso. “Le innumerevoli irregolarità che hanno contraddistinto il concorso – spiega l’eurodeputato forzista – sono sotto gli occhi di tutti. Le dimissioni del presidente del CINECA sono soltanto l’atto finale di una vicenda su cui hanno gravato l’atteggiamento contraddittorio del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca e gli inadeguati tentativi di trovare una

soluzione di compromesso. Ho deciso di indirizzare, quindi, una lettera al Presidente Renzi ed al Ministro Giannini poiché ritengo che la situazione venutasi a creare – aggiunge Patriciello - è tale da richiedere l’accesso alle scuole di

L'europarlamentare Aldo Patriciello interviene su quanto accaduto al recente concorso specializzazione per tutti i partecipanti al concorso per evitare che, oltre al danno, sopraggiunga la beffa: lo Stato non può, a causa dei suoi stessi errori, negare l’accesso alla formazione professionale post-laurea e, allo stesso tempo, richiederla come requisito per esercitare nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale. Ritengo che una soluzione del genere possa essere l’unica al momento praticabile, considerata l’esigenza di sanare le numerose criticità emerse durante e dopo il concorso e scongiurare in tal modo l’eventualità che l’attività di molti ospedali dove gli specializzandi svolgono un ruolo fondamentale possa essere paralizzata qualora il concorso dovesse arenarsi in tribunale a causa dei numerosi ricorsi. Mi auguro – conclude l’europarlamentare – che il Ministro Giannini possa intervenire al più presto per una rapida soluzione del problema: il fabbisogno di personale medico qualificato non può ledere il diritto degli aspiranti specializzandi ad avere una formazione specialistica”.

maginare che uno strumento del genere, così come è stato formulato, lasciato completamente nelle mani degli enti appaltanti, potesse, facilmente, trasformarsi in una fonte impropria di liquidità per gli enti locali ed un’ulteriore tassa per le imprese. “Ci sembra che a fronte di un reale e dichiarato intento di semplificazione, si apre la strada a storture del sistema e al danno economico per le imprese, che in sede di prima applicazione della norma, si sono viste irrogare sanzioni per qualsivoglia discordanza dichiarativa, ma le imprese sono stanche di fare da bancomat agli Enti pubblici ed allo Stato” conclude il Presidente Di Niro. L’ACEM è convinta che bisognerebbe costruire un sistema aperto alla massima partecipazione tramite la gratuità della regolarizzazione e non un approccio meramente fiscale nei confronti dei concorrenti di gara.

L’INTERVENTO

Lavoro per i giovani molisani = Utopia Di Massimo Dalla Torre Abbiamo voluto titolare questo nuovo intervento riportando una scritta che c’è capitata di leggere sul muro di una costruzione posta alla periferia della città. Una frase che drammaticamente grida silenziosamente. Una frase che porta inesorabilmente a riflettere sulla situazione lavorativa, ed in special modo quella che riguarda i giovani molisani. I quali, dopo il periodo roseo, si fa per dire, della scuola, se non si iscrivono all’università altra fabbrica di illusioni, visto che annualmente sforna centinaia di disoccupati, si trovano dinanzi ad un bivio: o passeggiare lungo corso Vittorio Emanuele e misurare la pavimentazione rivestita con i lastroni di pietra; o salire le scale dei “potenti di turno”, e le promesse di occupazione fatte da chi può potrebbero ancora avverarsi, anche se si sa che le promesse fatte dai politici sono come quelle dei marinai; cioè vane, se non addirittura emigrare fuori dai confini regionali con la speranza di riuscire a trovare un occupazione che spesso non è mai quella che rappresenta l’indirizzo finale del ciclo di studi. Giorni addietro abbiamo riletto la lettera di un genitore rivolta ai politici molisani pubblicata da un giornale locale qualche anno fa, in cui si chiedeva di intervenire per creare nuovi posti di lavoro; sicuramente vi domanderete e i vecchi dove sono? Una lettera da cui traspare tutta l’amarezza di chi la scritta. Una lettera che evidenzia come le speranze dei molisani e in particolare quelle dei giovani, almeno che non appartengano alla categoria “degli amici, degli amici, degli amici”, non amiamo ripeterci ma alcune volte neces-

sita, sono andate letteralmente in fumo. Speranze che, nonostante si stia cercando di dare una svolta alla situazione di stallo, lasciano spazio unicamente alla delusione, all’amarezza, alla disillusione. Tre sostantivi che, nell’accezione più pura del loro significato grammaticale e letterale, confermano, qualora ve ne fosse bisogno, che il detto “chi di speranza vive, disperato muore” è quanto mai attuale. Speranze che, attraverso l’accorato appello di un padre, evidenziano come “l’idra a sette teste” è viva e vegeta ed è pronta a divorare chiunque cerchi di contrastarla. Credeteci, rileggere, lettere simili fa male. Fa male al morale, fa male all’orgoglio, fa male al modo di essere genitore, di uomini, di cittadini. Non è giusto che la nostra realtà, in cui potrebbero nascere iniziative imprenditoriali rette da giovani, favorita anche dalle dimensioni del territorio, è ancora dominata da una mentalità di stampo “giurassico” improntata unicamente alla prepotenza, alla prevaricazione, all’arrivismo e al protezionismo. Una realtà dove le nuove generazioni, se non quelle “unte dal Signore”, e ve ne sono, possano esprimere appieno le proprie potenzialità. Le quali, se sfruttate costruttivamente favorirebbero la ripresa di una regione che scivola sempre più in basso. Non criticateci, ma i contenuti della lettera pesano come macigni che difficilmente possono essere rimossi, perché non vi è nessuna volontà di rimozione. Macigni che rammentano la fissità delle “pietre runiche” su cui sono impressi segni intraducibili, almeno da noi profani. Monoliti appartenenti a una cul-

tura distante dalla nostra migliaia di anni che suscitano enigmi a chiunque si soffermi a pensare il perché sono lì; consapevoli che difficilmente si avranno risposte perché non ve ne sono. Risposte che, nel nostro “piccolo mondo”, che Antonio Fogazzaro non avrebbe esitato a definire “arcaico” e non antico è vigente la logica del clientelismo che sta annientando lentamente e inesorabilmente l’identità dei giovani molisani. Una regione paragonabile alla scaletta del pollaio citata dal prete personaggio del film “io, speriamo che me la cavo” che alla richiesta del maestro Sperelli di guardare il golfo da Napoli in una notte stellata, risponde di averlo già visto e con la faccia rivolta al muro dice “che è corta, stretta e piena di …..” non riportiamo integralmente la frase, anche se dovremo, perché abbiamo troppo rispetto per quel genitore e per i giovani. Paragone forte, che speriamo smuova le coscienze di chi occupa le stanze dei bottoni, e non sparli a sproposito, con accuse di parassitismo chi cerca di trovare la soluzione all’occupazione con lunghi pistolotti in occasione di convention organizzate da chi non ha nessun problema di come arrivare al fine mese. Convention in cui nonostante si annuisca amaramente traspare l’inesistenza e la non volontà di dare opportunità a quelli che vogliono riscattare la propria identità è certezza. Un’identità che, se le cose non cambieranno in fretta, non solo rafforzerà i contenuti della lettera ma anche la scritta riportata sul muro di periferia con cui abbiamo titolato questi pensieri forse senza senso.


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5 19 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Dal 19 al 21 novembre presso il Muséum national d'histoire naturelle sarà di scena il sito preistorico di Guado San Nicola a Monteroduni (350mila annin fa)

A Parigi la testimonianza al mondo (non solo scientifico) di una terra tra le più derelitte d’Italia, marginale, esclusa dai grandi circuiti, amministrata da una genia politicoamministrativa in forte declino, soprattutto culturale Merito ancora una volta del professore Carlo Peretto dell’Università degli Studi di Ferrara che da alcuni decenni si ferma e si sofferma nel e sul Molise con la sua tenace e ricca ricerca e documentazione “sull’origine, sui tempi, sulle modalità di diffusione e sviluppo della cultura acheuleana in Europa” Gli uomini paleolitici hanno calpestato il territorio oggi distinto geograficamente nella provincia d’Isernia. Hanno vissuto in quei luoghi dai 600mila ai 350mila anni fa. E’ stato infatti documentato che di fianco al rilevantissimo sito archeologico dell’homo aeserniensis un altro luogo di assoluta importanza, il sito preistorico di Guado San Nicola a Monteroduni (350mila annin fa) è venuito alla luce. Verrà presentato a Parigi in occasione della conferenza internazionale European Acheuleans Northern vs Southern Europe: Hominins, technicalbehaviour, chronological and environmental contexts, che si terrà dal 19 al 21 novembre 2014 presso il Muséum national d'histoire naturelle. A Parigi; non a Roma, non a Milano, Torino, Firenze, Venezia, e perché no, Isernia e Campobasso. A Parigi, perché è nella capitale francese che la storia dell’uomo ha valenza, riconoscimento, diffusione, valorizzazione. In Italia siamo in una regressione culturale spaventosa che nemmeno un evento di questa portata storicodocumentale e culturale fa notizia, muove interesse, scuote le coscienze, anima i poteri. Siamo un Paese alluvionato, ed emergono solo detriti. Per fortuna, i cervelli che hanno scavato, indagato, sco-

perto e offerto al mondo questa nuova realtà del divenire della storia dell’uomo, sono italiani. Un cervello su tutti, quello del professore Carlo Peretto dell’Università degli Studi di Ferrara che da alcuni decenni si ferma e si sofferma nel e sul Molise, in particolare in provincia d’Isernia, con la sua tenace e ricca ricerca e documentazione “sull’origine, sui tempi, sulle modalità di diffusione e sviluppo della cultura acheuleana in Europa, tramite la presentazione e il confronto dei dati relativi ai siti a bifacciali datati tra 600.000 e 350.000 anni fa”. Il Molise gli deve molto ma non ancora si decide a dargli i riconoscimenti (e i ringraziamenti) che merita. C’è tempo, forse, in attesa di altri rinvenimenti in successione che diranno ancora del Paleolitico medio e delle sue relazioni con i complessi precedenti, in grado di apportare un contributo alla comprensione delle dinamiche insediative, comportamentali e tecnologiche relative al panorama preistorico italiano ed europeo. A Parigi, quindi, una porzione straordinaria del suolo molisano, una testimonianza al mondo (non solo scientifico) di una terra tra le più derelitte d’Italia, marginale, esclusa dai grandi circuiti, amministrata in limiti angusti da una

L’INTERVENTO

genia politico-amministrativa in forte declino, soprattutto culturale, ma che “si inserisce a pieno titolo nel dibattito sulla natura e diffusione del fenomeno acheuleano”. Il congresso parigino, organizzato da Marie-Hélene Moncel (Muséum national d'histoire naturelle di Parigi) e Danielle Schevre

(Royal Holloway University di Londra), si qualifica come un prezioso momento di discussione e riflessione sull’origine, sui tempi, sulle modalità di diffusione e sviluppo della cultura acheuleana in Europa, tramite la presentazione e il confronto dei dati relativi ai siti a bifacciali datati tra 600.000 e

350.000 anni fa. Chissà se un rappresentante del Molise sarà presente; chissà semmai è stato invitato. Dovesse essere presente, speriamo avverta l’orgoglio di essere molisano e, soprattutto, di mostrarsi degno di esserlo. Dardo

Scuole fino al sabato per risparmiare La mancanza di fondi per il riscaldamento ha portato a trovare la soluzione CAMPOBASSO. Si è tenuta una riunione alla Regione per decidere come far fronte all’emergenza riscaldamento nelle scuole della Provincia di Campobasso. Alla riunione si è discusso sulla mancanza di fondi per pagare il riscaldamento, alla riunione presenti il governatore Paolo di Laura Frattura e i sindaci dei comuni della provincia. A margine di questo incontro Frattura ha lanciato due proposte per combattere quest’emergenza proponendo a chi ha una scuola con degli spazi e strutture più capienti di ospitare altri istituti, oppure di adottare, come già

accaduto in Lombardia, la settimana corta. Si può pensare di concentrare le ore della settimana su cinque giorni lavorativi così da tenere spenti i riscaldamenti per due giorni. Andrà fatta comunque una in-

dagine in merito a quante scuole ci sono, quante le aule libere e quali le proiezioni per i prossimi anni. Ora ci si augura che si riesca a prendere una decisione in breve tempo visto che l’inverno è alle porte.

Petraroia sui dipendenti pubblici: smentisca o è verità di Susanna Pastorino*

Incredulo sbigottimento rispetto alla lettura dell’articolo di Primo Numero dal titolo “Petraroia shock” pubblicato in data 15 novembre 2014 in merito a “ presunte” dichiarazioni contro i dipendenti pubblici, rilasciate dall’Assessore in occasione di un incontro svoltosi presso l’ Assindustria Molise. Mi riesce difficile credere a quanto riportato dal quotidiano telematico ed il mio trasalimento mi ha indotta ad interrogarmi per diverse ore se fosse opportuna una replica immediata o se fosse necessaria ed urgente una smentita da parte dello stesso Assessore (scoop o gossip?). A mente più serena mi sono soffermata a riflettere su due punti importanti. Il primo è che la conoscenza della persona prima ancora che del ruolo istituzionale che pro tempore ricopre mi hanno subito portato a pensare che la dichiarazione fosse destituita di ogni fondamento; il secondo punto è che se fosse vera sarebbe di una gravità inaudita che senza dubbio alcuno merita una risposta altrettanto forte, a maggior ragione se a pronunciare tali frasi è colui che nel recente passato ha ricoperto il ruolo di Segretario Generale della CGIL Molise e quindi anche

rappresentante di quei dipendenti pubblici oggi sotto attacco. In attesa di ferma smentita da parte dell’interessato, comunque è giunta l’ora di fare chiarezza sui clichè dei lavoratori pubblici di brunettiana memoria: tutti parassiti o fannulloni, ovvero non è altro che la solita solfa, quella di dipingere il pubblico dipendente come colui che sta lì a “rubare stipendio” senza produrre nulla in cambio. E’ ora di finirla con questo continuo dileggio, siamo davvero stanchi di dover continuamente replicare a ciò che in realtà è quotidianamente sotto gli occhi di tutti: l’abnorme sacrificio del lavoratore pubblico, l’orgoglio e la dignità di essere pubblici dipendenti al servizio della collettività e non di una parte di essa. Cinque e più anni di tagli indiscriminati, al welfare messo sempre a dura prova, di contratti e turnover bloccati, di eserciti di precari senza tutele e certezze ma che continuano a garantire assieme a tutti gli altri lavoratori pubblici risposte alle richieste di bisogni dei cittadini in termini di sicurezza, assistenza, istruzione, salute, soccorso, previdenza ecc… . ecco, questo in sintesi il prezzo altissimo che ogni

giorno da anni stanno pagando i dipendenti pubblici. La sciaguratezza sta nell’irresponsabilità di chi continua ad alimentare divisioni nel mondo del lavoro; sta nel non voler attuare politiche economiche diverse da quelle finora praticate, sta nel non voler trovare soluzioni cercando di creare più posti di lavoro, attuando investimenti pubblici e privati, difendendo i contratti collettivi che includono tutto il lavoro, estendendo diritti e tutele. Ciò che serve oggi è l’abolizione della precarietà, anche all’intero della Pubblica Amministrazione, puntando sulla qualità del lavoro, riconoscendo il suo valore sociale, cancellando la selva delle 46 tipologie contrattuali esistenti, colpendo i veri sprechi, riqualificando la spesa, ridistribuendo ricchezza e diminuendo drasticamente le disuguaglianze migliorando i servizi. In ultimo ribadiamo il nostro no a quanti si prodigano a dividere il mondo del lavoro denigrando i lavoratori dei settori pubblici che più di altri pagano duramente la crisi e che sempre più con enormi sacrifici lottano per il risanamento del paese. *Segretaria Generale FP-CGIL Molise


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Campobasso

19 novembre 2014

senza alcun finanziamento pubblico

Il Giro d’Italia torna a Campitello A distanza di tredici anni dall’ultima volta, la corsa rosa farà tappa sulla montagna molisana CAMPITELLO MATESE. Tornerà Sabato 16 Maggio 2015, a distanza di tredici anni,il giro d’Italia nel comune matesino di San Massimo . Dal 9 al 31 maggio 2015 si terrà,difatti, la 98° edizione del Giro D’Italia ed una delle tappe più importanti sarà quella denominata “Fiuggi- Campitello Matese”. Un percorso di ben 188 chilometri che toccherà prima la provincia pentra per poi giungere e terminare in quella campobassana, ovvero nella parte più alta del comune di San Massimo dove è situata la splendida Campitello Matese. Domenica ad accogliere lo staff organizzativo del Giro D’Italia, recatosi in Molise per il consueto sopralluogo tecnico e per definire i particolari della tappa, c’era in pri-

mis il sindaco di San Massimo Fulvio Manfredi Selvaggi. Il primo cittadino che è all’interno del Comitato Tappa, insieme al coordinatore Paolo Di Donato, al presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, al consigliere regionale allo sport Carmelo Parpiglia ed a Guido Cavaliere del Coni Campobasso, non ha nascosto il proprio impegno ed assicurato la massima collaborazione per far sì che possa viversi a San Massimo una giornata storica per i suoi concittadini e,per i tantissimi molisani e non, che si recheranno per la tappa del Giro d’Italia. “Un forte ringraziamento- ha sottolineato Fulvio Manfredi Selvaggi- voglio farlo all’ex assessore regionale all’ambiente nonché mio

concittadino Salvatore Muccilli”. Ad essere stati delegati a questa 8° Tappa del Giro D’Italia sono stati il responsabile della polizia locale Franco Sacco, D’Amico Michele all’amministrazione, Gentile Giovanni che si occuperà della partenza, il consigliere regionale Carmelo Parpiglia che si occuperà,invece,dell’arrivo, il consigliere comunale isernino Andrea Galasso, per l’Open Village, Salvatore Muccilli al Quartier Tappa, l’organizzatrice d’ eventi di Cassino, Barbara Borrelli, al marketing e Massimiliano Venditti come referente stampa. Il Vice-sindaco di San Massimo, Alfonso Leggieri, non dimentica il giro d’Italia del 2002 che transitò nel centro matesino “perchè – ha rimarcato- la sua pe-

culiarità stava nell’essere il primo giro Euro Italia”. Una grande accoglienza è stata quella ricevuta dallo Staff organizzativo del Giro d’Italia che ha potuto ammirare il tessuto urbano di San Massimo dove,appunto, transiterà il Giro per poi concludersi nelle bellezze di Campitello Matese, luogo che riscuote sempre massicci apprezzamenti dagli appassionati della montagna e dagli sportivi. Tante e diverse saranno le novità che accompagneranno il grande evento dell’ottava Tappa del Giro D’Italia del 16 Maggio 2015 che sarà una vetrina fondamentale per il Molise con Regione, Provincia e Comuni pronti a lavorare insieme per farsi trovare pronti e per rendere tutto “speciale”.

Torna la Festa dell’albero

La manifestazione a Gambatesa con la collaborazione scuola e Comune GAMBATESA. Sabato 22 Novembre ritorna nelle scuole la storica iniziativa. Grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale di Gambatesa nella figura del Sindaco, Carmelina Genovese, e l’Istituto Comprensivo Sant’Elia a Pianisi nella persona del Dirigente Scolastico, Prof.ssa Giovanna Fantetti, tornerà nelle scuole di Gambatesa la “Festa dell’albero”, manifestazione storica dedicata alla tutela dell’ambiente, capace di coinvolgere giovani e giovanissimi nonché occasione per riempire di verde il paese. L’idea di riproporre la “Festa dell’albero”, sulla falsariga delle gloriose edizioni di oltre un ventennio fa, nasce dall’intenzione dell’Amministrazione Comunale di ripristinare il viale alberato di Via Vittorio Veneto ed arricchire il parco giochi

comunale di nuove piante, e combacia con le esigenze educative di una scuola, chiamata non solo a dispensare nozioni, ma, soprattutto, a formare il senso civico dei ragazzi, gli adulti del domani. “L’incontro con i ragazzi delle

scuole dell’infanzia, elementari e medie è fondamentale per far sì che questa giornata non si riduca ad una semplice piantumazione di alberi, ma sia un momento di alto profilo educativo”, sostiene il Sindaco di Gambatesa, Carmelina Genovese,

che continua spiegando che: “la scelta di dedicare la festa dell’albero, non solo alla tutela del verde, ma anche del decoro urbano, va nella direzione di instillare nelle nuove generazioni l’importanza di avere un paese ordinato e pulito che possa farsi trovare pronto per le sfide culturali e turistiche che l’attendono, ma anche un paese più vivibile per tutti i cittadini”. L’appuntamento è fissato alle 9:30 di Sabato 22 Novembre presso l’auditorium scolastico dove, oltre agli interventi del Sindaco, della delegata all’ambiente, Antonietta Scocca e del Dirigente Scolastico, Prof.ssa Giovanna Fantetti, i ragazzi delle scuole elementari, coordinati dalla maestra Alba Zorzet, presenteranno i loro lavori multidisciplinari quali disegni, poesie, musica, sketch recitati, tutti dedicati

alla tematica della festa. I ragazzi della scuole medie invece, presenteranno ai sindaci di Gambatesa e Tufara dei documenti programmatici contenenti idee, proposte ed iniziative per un paese più bello. Alla scuola dell’infanzia il compito di piantare gli alberi su Via Veneto ed al parco giochi, alberi, donati dal vivaio forestale, che prenderanno i nomi degli stessi bambini che li adageranno al suolo, adottandoli con l’impegno averne cura per il resto della vita. L’iniziativa rientra nei programmi di riqualificazione ambientale avviati dall’Amministrazione Comunale di Gambatesa nonché in quelli educativi orientati alla sensibilizzazione delle nuove generazioni verso le tematiche sulle quali verte l’evento.

Scottex ha premiato anche due istituti molisani di Vinchiaturo e Gambatesa CAMPOBASSO. Scottex® continua il suo impegno con l’attività di charity “La carezza per le scuole”, che da quest’anno si arricchisce grazie alla partnership con Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti.Durante la Giornata Nazionale della Carezza, martedì 18 novembre, Scottex® consegnerà oltre 100.000 rotoli di carta igienica ad alcune scuole su tutto il territorio nazionale. Le scuole vincitrici sono state selezionate direttamente dagli utenti attraverso il sito www.momentoscottex.it, semplicemente indicando la scuola a cui destinare i rotoli, senza vincoli di iscrizione o di acquisto. Le 60 scuole più segnalate riceveranno ciascuna indicativamente 1.500 rotoli di carta igienica Scottex® L’Originale, che saranno sicuramente di grande aiuto visti i grossi tagli economici che

stanno interessando le scuole del nostro Paese. L’iniziativa prevede inoltre un sostegno ai Punti Luce di Save the Children, spazi ad alta densità educativa, creati per offrire opportunità e speranza ai bambini che vivono nei quartieri di alcune città del Sud, Centro e Nord Italia, dove povertà e disagio sociale sono maggiormente presenti. Nelle città in cui sono presenti i Punti Luce già attivi (Bari, Catania, Genova, Palermo, Marina di Gioiosa Ionica) e in quelle in cui altri Punti Luce verranno attivati entro la fine del 2014 (Milano, Roma, Torino, Scalea), sono stati selezionati alcuni istituti scolastici per un’attività di solidarietà: gli alunni di queste scuole hanno infatti realizzato il proprio autoritratto sorridente da donare simbolicamente ad un altro bambino. Per ogni disegno realizzato, Scottex®, tramite Save the Children, donerà durante la Giornata del 18 novem-

bre un determinato quantitativo di rotoli ed una somma equivalente in denaro per l’acquisto di quaderni, diari, penne e colori destinati ai bambini che frequentano i Punti Luce. L’evento di consegna nella Giornata Nazionale della Carezza sarà visibile sulla pagina Facebook “il cucciolo della Scottex”. Dal 2012 ad oggi, l’impegno concreto di Scottex® per supportare le famiglie italiane si è già tradotto in oltre 300 mila rotoli donati a oltre 180 scuole in tutta Italia, permettendo così a Scottex® di assicurare una corretta igiene intima anche a scuola! Tra le scuole premiate anche due istituti molisani: l’ISTITUTO STATALE d’ISTRUZIONE OMNICOMPRENSIVO MATESE (IPSEOA) di Vinchiaturo e la Scuola Primaria di Gambatesa (CB)

Tutto pronto per la giornata della legalità Oggi la manifestazione organizzata dalla Confcommercio nazionale CAMPOBASSO. Quest’anno il tema sarà quello delle attività criminali che colpiscono le imprese del commercio, del turismo, dei servizi, anche in una realtà apparentemente tranquilla come il Molise. Saranno presentati oggi, a partire dalle 10,30, presso la sede della Confcommercio di Campobasso, i dati raccolti durante la campagna “Legalità, mi piace” condotta da Confcommercio in collaborazione con Eurisko sui fenomeni criminali

che gravano sulle imprese del terziario di mercato. «Visto che negli ultimi anni è divenuta evidente la problematica di una criminalità che inizia ad emergere anche in Molise – afferma Paolo Spina, presidente di Confcommercio Molise – abbiamo richiesto interventi qualificati da parte di chi è preposto ai controlli, in modo da poter riflettere sulle situazioni che necessitano di interventi immediati”.

La Giornata di Confcommercio sulla legalità sarà aperta alle 10,30 dall’intervento in diretta streaming da Roma del presidente nazionale Carlo Sangalli che darà l’avvio alle iniziative locali delle associazioni territoriali, di categoria e di settore, collegate da ogni parte d’Italia. Tutto il sistema associativo sarà mobilitato con attività di vario genere. La riflessione incentrata sul Molise partirà alle 11,30. Ad aprire i lavori sarà il Presidente

della Confcommercio Molise Paolo Spina. Seguiranno gli interessanti interventi del Viceprefetto di Campobasso Pierpaolo Pigliacelli, del Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Campobasso Claudio Castellan e del rappresentante della Guardia di Finanza Molise, Carlo Alberto Zampito. Chiuderà il dibattito l’assessore alle Attività Produttive della Regione Molise Massimiliano Scarabeo.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Alluvione di proposte sulla coalizione per una maggiore democrazia e partecipazione Michele Ambrosio (capogruppo Udc a Palazzo san Giorgio) ha chiesto di porre sotto tutela l’amministrazione Il capogruppo Udc a Palazzo san Giorgio, Michele Ambrosio, ha chiesto di porre sotto tutela l’amministrazione. Per renderla meno autarchica nelle scelte (finora poche, se non nulle) e nelle decisioni (impalpabili). Meno egemone il Pd, cui ha ricordato quale sia stato il contribuito programmatico e numerico dell’Udc ai fini del successo elettorale. Una tutela dinamica, però, non ostativa. Che mira a una diversa modalità di comunicazione e di partecipazione su tutti i provvedimenti e le iniziative dei vari organi istituzionali (sindaco, assessori, presidenti di commissioni, consiglieri delegati, rappresentanti negli enti subcomunali) attraverso incontri/confronti a vari livelli a cadenza settimanale /o quindicinale con i gruppi consiliari e con l’intero gruppo di

maggioranza. Un sovvertimento di radicate abitudini elusive e esclusive, oltre che la inderogabile, preventiva, necessità di informazione ai capigruppo consiliari sulle questioni che riguardano la vita amministrativa della città. Non un dik-tat, quanto una proposizione politica che rimetta in gioco l’Udc e la maniera di animare e tenere desta la coalizione. Altrimenti destinata ad essere piegata alla prevalenza (prepotenza? –ndr) del Partito democratico e dei suoi gestori a livello regionale (Frattura) e parlamentare (Ruta). Col rischio, com’è già s’è profilato all’orizzonte con il bando pubblico per la sede regionale su parte del campo sportivo Romagnoli e con i progetti edilizi del Piano casa, di un dominio non solo politico, come appena accennato, quanto pro-

grammatico e, perché no, affaristico. Contro questa possibile deriva Ambrosio pone la partecipazione e la condivisione preventiva e si pone a difesa delle aspettative di cambiamento che si si sono accompagnate nel corso della campagna elettorale alla figura del sindaco Battista. Se cambiamento deve essere, sia concreto, tangibile, rilevabile e contestabile (magari) giorno dietro giorno. Questioni serie, queste di Ambrosio, forse anche inaspettate da parte dei poteri che vigono nei palazzi del potere. Tutto alla luce del sole, in maniera sistematica, in modo che diventi un modo di essere, un nuovo costume politico e un invito aperto e spassionato alla pubblica opinione di prendere nota. Nel novero delle innovazioni di metodo e di rapporti, il consigliere capogruppo Udc a

Palazzo san Giorgio ha posto anche la questione del come e del quando il gruppo consiliare dell’Udc possa mettersi in relazione con l’assessore di riferimento (Sabusco) per attivare il confronto su ogni determinazione di Giunta e di Consiglio sin dalla fase di proposizione, tale da realizzare “una azione sinergica attraverso la quale potere altresì informare e coinvolgere, in tempo reale, cittadini e gli organismi di partecipazione su ciascun atto amministrativo in itinere”.A ben vedere, la proposta va ad incidere e a condizionare la vocazione egemonizzante del partito nella scelta e nella destinazione dei singoli consiglieri e del loro ruolo. Un’azione salutare per credere nei valori della democrazia e della partecipazione. Dardo

SEAC condannata a richiamare in servizio a tempo indeterminato un’ autista precario Il legale Iacovino “Siamo soddisfatti della sentenza del tribunale” CAMPOBASSO. Ancora una vittoria per l’avvocato Enzo Iacovino. Questa volta la battaglia è stata vinta contro la Seac la, società di trasporto urbano a Campobasso. La srl è stata condannata ad assumere a tempo indeterminato l’autista precario; contestualmente dovrà risarcire i danni che il lavoratore ha subito nel corso degli anni. Secondo il tribunale del capoluogo l’ipotesi che si è ravveduta è stata

quella di sottoscrizione di contratti illegittimi. Il giudice ha dichiarato in favore del lavoratore la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato dal 2007 cioè dalla sottoscrizione del primo contratto di lavoro. Alla soddisfazione del lavoratore si aggiunge ovviamente quella del suo legale ma anche quella del segretario regionale della Ugl Nicolino Liberatone.

Via De Attellis, ancora atti vandalici Questa volta con due biglie di ferro infranta la vetrina della cartolibreria Viglione CAMPOBASSO. Sono passati solo venti giorni dall’esplosione dell’ordigno davanti ad un salone di parrucchieria in via De At-

telis a Campobasso quando la scorsa notte torna un nuovo episodio di vandalismo. Sono state scagliate delle biglie

d’acciaio nella vetrina della Libreria ‘Viglione’ creando due fori che, il proprietario, ha notato all’apertura dell’attività ieri

mattina, 17 novembre. Sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri anche se per ora è stata sporta denuncia contro ignoti.

Onav, al via il corso per assaggiatori di vino Ancora pochi posti disponibili. La cultura del territorio e la conoscenza del bere consapevole CAMPOBASSO. Per gli amanti del vino, torna il corso dell’Onav Campobasso per diventare esperti assaggiatori. Il vino, come gli alimenti di cui ci nutriamo, è patrimonio culturale, storico, gastronomico e, perché no, filosofico del territorio in cui viviamo. Bere il vino in modo consapevole, utilizzando i propri sensi per valutare quello che è nel bicchiere, consente di assumerlo responsabilmente, con moderazione, senza eccessi e con gusto. Una cultura che è parte integrante del nostro passato ma anche del nostro presente perché, la valorizzazione di un territorio passa anche da quei prodotti che meglio ne sappiano esprimere la sua identità, creando con la comunità un senso profondo di appartenenza. Questi gli obiettivi del corso di I° livello per assaggiatori di vino, organizzato dalla delegazione Onav di Campobasso. Un corso, articolato in 18 lezioni teorico-pratiche tenute da enologi, agronomi ed esperti nel settore. Le lezioni approfondiranno l’analisi sensoriale, la conoscenza dei fattori cli-

matici e geologici che influiscono sui vitigni e sui vini, la scoperta delle principali aree enologiche d’Italia e del mondo nonché la tecnica di assaggio dei vini, i concetti elementari di viticoltura, ed ancora la composizione strutturale dell’uva, i processi di vinificazione, il valore alimentare del prodottovino. Nell’ambito del corso saranno organizzate anche visite guidate nelle cantine del territorio. Ad ogni iscritto al corso viene fornita una valigetta contenente 6 calici da degustazione e il libro di testo. A discrezione di ogni docente, inoltre, è possibile ricevere anche il materiale didattico delle singole lezioni. Inoltre, in quanto iscritti all’Associazione,

si riceve con cadenza trimestrale una copia della rivista “L’Assaggiatore”, periodico di cultura e didattica del vino curato dall’ONAV. Al termine del corso si otterrà la “Patente di Assaggiatore”, riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e che per-

mette l’iscrizione all’Albo nazionale degli Assaggiatori. Solo pochi i posti ancora disponibili. Per ulteriori informazioni contattare l’Onav Campobasso al numero 0874/62710 o consultare la pagina fbwww.facebook.com/onavmolise



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Isernia

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I Carabinieri ossatura del nostro Stato

A Castelpetroso è stata celebrata una Santa Messa per il Bicentenario dell’Arma CASTELPETROSO. E’ stato Mons. Santo Marcianò Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia ad officiare la funzione religiosa a Castelpetroso per il Bicentenario della fondazione dell’Arma dei carabinieri anche in vista della imminente ricorrenza del 21 novembre giorno in cui si festeggia la Patrona dell’Arma dei Carabinieri “Virgo Fidelis”. Una celebrazione che riconosce nell’Arma una delle Istituzioni più solide del Paese, sicuro punto di riferimento per la tutela della legalità, per la prevenzione ed il contrasto alle criminalità di ogni specie, per la lotta ad ogni forma di terrorismo e corruzione di ogni genere. L’Arma dei Carabinieri, nei suoi quasi 200 anni di vita, ha accompagnato, con la sua presenza vigile e rassicurante, generazioni di italiani, vivendo da protagonista tutti gli eventi storici che hanno caratterizzato la vita del regno Sabaudo prima e del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana successivamente:

dagli albori del Risorgimento alle Guerre d’Indipendenza, dalle Campagne per l’Unità alla lotta al brigantaggio, dalla Grande Guerra a quella di Liberazione, dal contrasto della mafia alla lotta al terrorismo negli “anni di piombo”, fino agli impegni internazionali odierni per la pace e la sicurezza nel mondo. L’Arma dei Carabinieri è stata partecipe di tutti i

mutamenti del Paese, quale insostituibile presidio della pubblica e privata sicurezza, affrontando nel corso dei due secoli di vita i momenti più difficili e talvolta drammatici, seguendo percorsi di fedeltà alle Istituzioni e di servizio alla collettività, ispirato a valori quali onestà, impegno sociale e civile, senso del dovere, disciplina e tenacia, senso di giustizia, scrivendo pagine di eroismo (per tutti, basti ricordare il sacrificio di Salvo D’Acquisto) e di incondizionata dedizione al bene comune. Questo percorso lungo 200 anni ha fatto nascere un profondo ed indissolubile legame fra le Stazioni dell’Arma dei Carabinieri e le città italiane, anche le più piccole, mantenuto saldo e vivo dallo svolgimento di funzioni di rassicurazione sociale e difesa ravvicinata dei cittadini, che per questo considerano i Carabinieri un vero e proprio patrimonio delle comunità in cui operano.

Auto più vecchie, a Isernia il primato Il parco circolante di autovetture è il più vecchio in Molise E’ Isernia il capoluogo di provincia molisano con il parco circolante di autovetture più vecchio. Infatti a Isernia il 62,5% delle auto circolanti ha otto anni o più. A Campobasso, il 60,4% delle auto circolanti ha otto anni o più. Questi dati derivano da un’elaborazione dell’Osservatorio sulla mobilità sostenibile Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) su dati Istat. A livello nazionale è Andria il capoluogo di provincia italiano in cui il parco circolante di autovetture è più vecchio, dove il 72,8% delle autovetture circolanti ha otto anni o più.

Ad Andria seguono Napoli (72,1% di auto con età di otto anni o più), Barletta (70,8%), Trani (69,7%) e Catania (69,5%). In pratica nei primi tre posti vi sono i tre capoluoghi della provincia BAT (che è la denominazione della provincia pugliese con capoluoghi Barletta, Andria e Trani), più Napoli e Catania. Nei primi dieci posti, poi, vi sono solo capoluoghi di provincia meridionali. Per trovare il primo comune che non sia nel sud Italia bisogna arrivare al 22° posto, con Rieti. Al contrario, come era prevedibile, la graduatoria dei primi dieci comuni capoluogo di

provincia con il parco circolante di autovetture più giovane è composta solo da città del nord-centro Italia. Nei primi tre posti vi sono Aosta, Trento e Bolzano. Il fatto che il parco circolante sia sensibilmente più giovane nei comuni capoluogo di provincia del nord Italia rispetto a quelli del sud Italia è solo l’ennesimo indicatore che conferma le profonde differenze che separano l’economia del nord Italia da quella del sud. Infatti è dall’andamento economico che dipende il tasso di ricambio del parco circolante di autovetture: dove si hanno

più risorse a disposizione, e cioè nel nord Italia, il ricambio è più frequente ed il parco circolante è più giovane. Questa non è una situazione che potrà cambiare in tempi brevi; resta però il fatto che un parco circolante più vecchio ha importanti conseguenze negative sulla sicurezza della circolazione ed ha anche un impatto ambientale particolarmente elevato, dal momento che le auto più vecchie hanno livelli di emissioni di sostanze nocive più elevati rispetto a quelle più giovani. Ci sono, però, alcuni dispositivi che consentono, in tempi brevi, di mi-

gliorare l’impatto ambientale dei veicoli più vecchi, assicurando al contempo la massima sicurezza ed anche garantendo un risparmio nei costi di gestione dei veicoli. Tra questi dispositivi sono da segnalare i pneumatici ricostruiti, che costano meno di quelli nuovi, sono ugualmente sicuri (perché sono sottoposti alle stesse prove prima di essere messi sul mercato) e consentono di rinviare l’esigenza di smaltimento dei pneumatici usati che possono essere ricostruiti, con evidenti effetti positivi per l’ambiente.

“Arbore, i prezzi stabiliti non dal Comune” In merito allo spettacolo dell’Orchestra italiana interviene l’assessore alla Cultura ISERNIA. In merito allo spettacolo programmato per il prossimo 28 dicembre, che vedrà esibirsi Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana nell’auditorium Unità d’Italia, si registra l’intervento dell’assessore alla cultura del Comune di Isernia, Cosmo Galasso. «Continuo a costatare, con rammarico, – afferma Galasso – come qualche consigliere comunale si prodighi in una serie di dissertazioni sui temi della cultura e degli eventi organizzati presso l’auditorium, prive purtroppo di qualsiasi praticità e utilità. Finanche per concerti con artisti del calibro di Renzo Arbore si cerca la polemica a tutti i costi, con un atteggiamento che dimostra di avere ben poco a cuore le sorti della nostra città. Questi consiglieri – ha aggiunto l’assessore – lamentano come il prezzo del biglietto per lo spettacolo di Arbore e dell’Orchestra italiana, fissato a 70 euro, sia troppo caro. Quasi come se il cachet degli artisti lo avesse stabilito l’amministrazione comunale. Chi vuol lasciare intendere ciò, sappia i cittadini non ci cascano: il prezzo del biglietto lo stabilisce una società privata, non certo il Comune. Ed è uguale per tutti: Roma, Milano, Isernia. Coloro che cri ticano in maniera gratuita, dimenticano di fare

una considerazione: chi ama la musica, in molti casi, si reca fuori città affrontando spese di trasporto, vitto, eventuale alloggio, oltre naturalmente all’acquisto del biglietto per assi stere allo spettacolo di un artista che si esibisce in uno stadio, in una piazza, in un auditorium. Dunque, a conti fatti, è facile che si spenda ben oltre la ci fra di 70 euro. Per questo non capisco dove sia lo scandalo nell’avere Arbore ‘sotto casa’ a 70 euro, senza dover pagare il doppio o anche di più per andare a vederlo in un’altra città. La dimostrazione di quanto siano vane e strumen tali certe uscite da parte di qualche consigliere sono poi dimostrate dal nu mero di biglietti venduti fino ad oggi: oltre 400, a più di un mese dall’evento, in programma il 28 dicembre. Chi ci rimprovera – ha proseguito Galasso – di aver concesso la sala gratuita all’artista invece di fargli pagare 375 euro, ignora con ogni evidenza il concetto di manifestazioni di particolare rilevanza. Un musicista di un certo livello non si esibisce praticamente mai di fronte a sole 700 persone, capienza massima del nostro auditorium. Arbore è abituato a ben altri palcoscenici: si è esibito alla Radio City Music Hall, al Ma-

dison Square Garden e alla Carnegie Hall di New York, alla Royal Albert Hall di Londra, all’Olympia di Parigi, sulla Piazza Rossa di Mosca, in Cina. Per attirarlo in una piccola realtà come Iser nia, qualcosa abbiamo pure dovuto inventarci. Tra l’altro, Arbore si è reso disponibile a stare con noi fin dalle 18, partecipando a un incontro-conferenza stampa con la cittadinanza prima del concerto, che consentirà agli isernini di poterlo incontrare da vicino e di conoscerlo Un ultimo appunto – conclude Galasso – riguarda inevitabilmente l’auditorium Unità d’Italia: 700 posti sono tanti, forse troppi, per sfruttare la struttura a livello locale. Ma sono inevitabilmente pochi se si vogliono ospitare eventi di portata nazionale, per i quali occorre addivenire a un ‘do ut des’ con gli organizzatori degli spettacoli stessi, che altrimenti cercherebbero realtà con capienza e bacino d’utenza maggiori della nostra: anche per questo la sala è stata concessa gratuitamente. Da parte di taluni, sarei ben lieto di accettare qualche suggerimento e accogliere proposte concrete, se ne pervenissero. Finora, purtroppo, soltanto parole al vento».

Presentazione Bando “PWI Project Work Innovazione” Domani in Camera di commercio il Piano Integrato “Giovani Molise”. ISERNIA. Domani alle ore 16.00 presso la Sala Convegni della Camera di Commercio di Isernia verrà presentato il Bando “PWI Project Work Innovazione” – Piano Integrato “Giovani Molise”. L’incontro, organizzato dall’Università degli Studi del Molise in collaborazione con l’Assessorato Istruzione, Università, Ricerca

ed Innovazione della Regione Molise, è rivolto a tutte le imprese, anche di piccole dimensioni, interessate ad avviare processi di innovazione e che vogliono beneficiare delle competenze specialistiche di giovani laureati. L’incontro si propone di fornire informazioni dettagliate in merito all’iniziativa che prevede l’attuazione di 50 tirocini formativi e di orien-

tamento, della durata di sei mesi, a favore di giovani molisani di età non superiore ai 35 anni, da realizzarsi presso imprese operanti sul territorio nazionale. Per ogni tirocinante è prevista un’indennità di partecipazione erogata dalla Regione Molise per un importo mensile pari a € 450,00. Le imprese non dovranno anticipare il finanzia-

mento regionale in favore dei tirocinanti e non saranno obbligate all’assunzione al termine dei 6 mesi di tirocinio. All’incontro parteciperanno l’Assessore Michele Petraroia, la prof.ssa Gilda Antonelli dell’Università degli Studi del Molise ed il Dott. Pasqualino Piersimoni, Presidente della Camera di Commercio di Isernia.


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Termoli

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“Un incendio da 100mila euro” Le fiamme alla discarica di Guglionesi rischiano di mandare un impianto tutto all’aria GUGLIONESI. “Se non arriviamo a 100mila euro, poco ci manca”, ad affermarlo è il sindaco di Guglionesi Leo Antonacci che a quasi 24ore dall’incendio che ha interessato il Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) dell’Unione dei Comuni del basso Biferno, “quando gli uomini del 115 sono arrivati sul posto le fiamme avevano già ‘mangiato’ la struttura di legno dove c’erano container carichi di lavatrici, frigoriferi e televisori in attesa di essere portati via per lo smaltimento ma che erano rimasti all’interno della struttura che il lunedì è chiusa per il riposo settimanale”. Il dolo quindi diventa l’ipotesi più accreditata sulla natura dell’incendio

intenzionalità e con molta probabilità ha appiccato il fuoco con l’ausilio di stracci e benzina. La struttura, intanto, è tornata agibile in pochissimo tempo, almeno in parte: “Abbiamo ridato l’agibilità a parte della struttura – ha continuato il sindaco Antonacci – ovviamente non alla parte dove c’è il Raee che sarà smaltito a San Martino”. Ad ogni modo, già da oggi “inizieremo lo smaltimento dei residui di oggi e lo faremo a Pescara dove c’è un centro di raccolta autorizzato. In breve tempo torneremo alla normalità”, ha concluso Antonacci condividendo: “C’è amarezza perché è un’opera che abbiamo finito di realizzare con tanti sacrifici da poco tempo e vederla andare in fumo fa davvero male”.

ma resta da capire il perché qualcuno avesse deciso di dar fuoco all’area. Sull’episodio indagano i Carabinieri della stazione del paese bassomolisano e si valuta la possibilità che qualcuno, approfittando della giornata di chiusura dell’ecocentro, abbia deciso di scavalcare il cancello e introdursi nella struttura, sprovvista di telecamere di videosorveglianza. A dare conferma del dolo sarebbero stati gli stessi Vigili del Fuoco, intervenuti con le squadre di Termoli e Santa Croce di Magliano i quali avrebbero evidenziato l’assenza di “possibili inneschi” e la presenza di più punti di origine. Chi ha agito, quindi, lo ha fatto con

Orafa molisana muore durante un safari E’ accaduto in Kenya alla 46enne Giulia Grifone di Montenero di Bisaccia MONTENERO DI BISACCIA. Una orefice che vive e lavora a Vasto da anni ma originaria del Molise, precisamente di Montenero di Bisaccia, è morta in un incidente stradale in Kenya, mentre stava facendo un safari: si chiamava Giulia Grifone, 46 anni. La donna gestiva ‘L’arte orafa in via Canaccio’, a pochi passi dalla centrale Piazza Rossetti.

Lo scorso 7 novembre aveva festeggiato il suo compleanno con gli amici, annunciando che sarebbe partita di lì a pochi giorni in vacanza con il suo compagno Davide Giuseppe Ianigro. E’ stato lo stesso Ianigro a chiamare in Italia subito dopo la tragedia, avvertendo amici e famigliari.

L’incidente è avvenuto nel parco nazionale dello Tsavo Est, a 140 km circa da Malindi. Il mezzo sul quale stava viaggiando l’orafa vastese avrebbe cercato di evitare un’antilope uscendo fuoristrada per poi ribaltarsi. La donna ha battuto la testa morendo sul colpo, mentre tutti gli altri occupanti sono rimasti illesi (Fonte Ansa).

“L’Asrem non paga ma andiamo avanti” La Comunità “Noce” attende i pagamenti per le attività svolte. “Noi non abbandoniamo gli ultimi” TERMOLI. Debiti pubblica amministrazione e Durc, sono queste le armi che ledono gran parte delle attività del territorio. E qui non si parla solo di realtà convenzionate con Asrem e affini, ma si parla di tante e tante aziende, ditte e società che annodano insieme i file del lavoro per le Pubbliche amministrazioni e l’esigenza di “avere i conti al proprio posto” per poter presentare il famigerato Durc. Ma cosa accade in particolare? La questione è tanto semplice quanto annosa perché ogni realtà è “invitata” (costretta forse è il termine più adatto) a consegnare il Durc per poter riscuotere i crediti presso enti pubblici e quindi proseguire la propria attività. Durc che, in quanto tale, sta per “Documento unico di regolarità contributiva” ed è un “certificato unico che attesta la regolarità di un’impresa nei pagamenti e negli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi nonché in tutti gli altri obblighi previsti dalla normativa vigente nei confronti di INPS, INAIL e Casse Edili, verificati sulla

base della rispettiva normativa di riferimento”. Opportuno precisare che per regolarità contributiva s’intende “la correttezza nei pagamenti e negli adempimenti previdenziali, assistenziali ed assicurativi, nonché in tutti gli altri obblighi previsti dalla normativa vigente riferita all’intera situazione aziendale”. E qui “casca l’asino” perché le realtà che collaborano con le Pubbliche amministrazioni pagano, pagano e anticipano da troppo tempo ed anche in Molise hanno finito con il raggiungere il fondo delle proprie casse e, dal momento in cui vantano crediti con le PA, rischiano il collasso. Accade nel settore edilizio, nel sanitario e sociale e in tante altre realtà: “un esercito silenzioso di società moribonde solo perché da mesi (o anni) attendono che le PA ottemperino ai propri debiti”. Che accade quindi? Accade che c’è chi rinuncia e dice addio alla propria attività e chi invece prova ad andare avanti appellandosi alla buona sorte e al so-

stegno di coloro i quali possono prendere a cuore alcune situazioni. È il caso della comunità “Il Noce” che, assistendo da oltre 21 anni giovani che affrontano percorsi d’uscita dalle proprie dipendenze, e abbiamo trattato in passato le storie di Roberta, Mirko e Riccardo, stringono i denti e vanno avanti: “subendo atti da parte degli enti creditori che obbligano a rinunciare a parti delle pochissime entrate per coprire sanzioni ed interessi. Ci appelliamo alla cittadinanza – scrivono da “Il Noce” – affinchè possa essere sensibile al grido di aiuto che lanciamo a nome degli ultimi, degli impoveriti e dei senza voce che ogni giorno cerchiamo di tutelare e curare contro ogni forma di emarginazione. La nostra situazione è annosa perché il grave indebitamento sanitario della Regione Molise impedisce di adeguare il rimborso e di coprire integralmente le spese per la tenuta del centro e così siamo costretti a subire una grave situazione economica e finanziaria in quanto le Asl pagano con enorme ritardo.

Ringraziamo gli amici, la chiesa, la banca che ci sostengono come possono, ma è necessario uno sforzo di tutti perché quello che stiamo chiedendo non è carità, ma giustizia”. Ad oggi in Regione sono tre le realtà che offrono i servizi della comunità “Il Noce”, una a Montenero di Bisaccia, una a Toro e una a Termoli, appunto, eppure senza queste realtà non ve ne sarebbero altre perché la stessa Asrem non ne dispone di sue. L’azione dei volontari, quindi, è “manna” per la Faced – Il Noce che “regge il passo” e non si fermerà al punto da aver contattato anche una realtà fiorentina capace di offrire prestiti a interessi zero. “Noi andremo avanti, siamo abituati a lavorare con le nostre forze, solleviamo sì il problema, chiediamo sì maggiore attenzione ed interesse da parte dell’Asrem e della politica ma non abbandoneremo mai i nostri ragazze e le nostre ragazze”, concludono i rappresentanti della comunità “Faced-Il Noce”.

Laboratorio teatrale condotto da Giampiero Pizzol A Guglionesi, il 29 e 30 novembre al teatro Fulvio per una nuova realtà L’Associazione Antigone e l’Associazione L’Altro Cantiere sono liete di annunciare il laboratorio teatrale “Dalla parola al testo nel modo del racconto” condotto dall’attore Giampiero Pizzol, che si terrà presso il Teatro Fulvio di Guglionesi il 29 e 30 novembre. Si tratta di un evento molto importante, che mira ad arricchire il panorama culturale del nostro territorio – in cui operano e vivono tante realtà e persone che si interessano di teatro e cultura – attraverso l’organizzazione di un seminario di elevata qualità formativa, grazie alla presenza di una figura del calibro di Pizzol. Fondatore dello storico Teatro dell’Arca e successivamente dell’ensamble Compagnia Bella, Giampiero Pizzol si occupa di teatro fin dagli anni ‘70. Vincitore del premio Walter Chiari ’94, collabora con numerose produzioni, sia in

teatro che in televisione. Come autore crea decine di opere originali per il teatro in prosa e in versi, monologhi e fiabe, trasposizioni drammaturgiche di testi letterari. Il corso tenuto da Pizzol mira a una “educazione espressiva” con particolare riferimento al linguaggio verbale e all’uso della parola in ogni sua declinazione. Attraverso esercizi, giochi, esempi di dialoghi e scene, il laboratorio traccia un percorso in cui esplorare, a partire dalla nascita della parola, tutte le dimensioni espressive che nell’ambito del teatro vengono mosse: il rapporto della parola con il gesto, il corpo, in una dimensione di movimento e relazione; la possibilità di fornire al pensiero risorse espressive alternative attraverso esercizi di sostituzione della parola convenzionale; il dialogo e la relazione, alla

scoperta delle proprie capacità e delle risorse individuali e collettive; educazione alla lettura e all’interpretazione attraverso tecniche di espressione verbale; elementi di recitazione con particolare riguardo alle diverse possibilità di creazione e interpretazione artistica. Il laboratorio si terrà presso il Teatro Fulvio di Guglionesi sabato 29 novembre dalle 15:00 alle 19:00 e domenica 30 dalle 09:00 alle 16:00. È aperto a un massimo di venti partecipanti per un costo di 50 €. Per iscriversi occorre mandare una mail all’indirizzo teatroantigone@gmail.com. Per maggiori informazioni si invita a visitare i siti www.associazioneantigone.wordpress.com o www.laltrocantiere.it, o le nostre pagine Facebook, Antigone Termoli e L’Altro Cantiere.


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Termoli

19 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Zuccherificio, più ombre che luci Il punto sull’attuale momento del settore bieticolo-saccarifero è stato fatto dai sindacati TERMOLI. Sono giorni, settimane decisive per l’intero settore bieticolo-saccarifero e dopo aver appreso della lettera dei commissari giudiziali ai creditori ammessi al concordato preventivo per lo Zuccherificio del Molise, arriva la puntualizzazione anche in ambito sindacale, con Ettore Ronconi e Roberto Iovino del dipartimento nazionale Flai-Cgil a rendere edotte le parti circa gli sviluppi dei contatti col governo e le aziende del settore. “Come già comunicato alle strutture interessate Flai-Fai-Uila hanno inviato due lettere – una al Ministro Martina, l’altra ad Unionzucchero – con l’obiettivo di chiedere quanto prima la convocazioni di tavoli di confronto per analizzare lo stato del settore in relazione all’oscillazione del prezzo (ad oggi registrato in 322€/T) e alle novità normative che entreranno a pieno regime dal 2017, ovvero la venuta meno delle quote di produzione. Entrambi questi due fattori, come denunciato più volte, destano parecchia preoccupazione sulla tenuta dell’intera filiera in Italia e dunque – come già concordato in sede di coordinamento sindacale – è nostra intenzione continuare a sollecitare interventi istituzionali tesi alla difesa della filiera e dei posti di la-

voro connessi. Per questo motivo v’invitiamo ad attivare sui territori tutti i canali (comunicativi e di relazione con il mondo politico) per sollecitare la convocazione dei suddetti tavoli. Nelle ultime settimane sono diverse le ipotesi d’iniziativa legislativa che hanno coinvolto la filiera. In particolare il parlamento europeo, in sede di discussione di bilancio dell’Ue, ha discusso dell’opportunità di istituire un fondo per finanziare la ristrutturazione del settore. L’emendamento – promosso in modo trasversale da parlamentari italiani di diversi schieramenti – è stato bocciato dall’aula, evitando (per il momento) l’istituzione di un fondo teso a finanziare la dismissione industriale di alcuni siti produttivi. Allo stesso tempo nel parlamento italiano, in sede di discussione in commissione sulla legge di stabilità, sono stati presentati diversi

emendamenti mirati ad erogare una parte dei 46 milioni di finanziamenti al settore previsti nel biennio 2009/2010. L’emendamento, approvato dalla commissione Agricoltura, è stato ritenuto inammissibile dalla Commissione Bilancio perché ritenuto ‘estraneo alla materia’. Consideriamo questa scelta incomprensibile – visto anche l’esiguo finanziamento richiesto, ovvero 5 milioni di euro – e allo stesso tempo siamo convinti che l’erogazione di quanto già pattuito possa garantire un minimo di ossigeno ad un settore in grave difficoltà. Anche questo tema sarà oggetto del confronto che intendiamo avere con

il Ministro Martina e il parlamento. Lo scorso 10 novembre il nostro dipartimento, accompagnati da Pietro Ruffolo che tiene per la Flai i rapporti con i sindacati europei, abb i a m o partecipato a Bruxelles alla riunione del dialogo sociale promosso dall’Effat e Cefs sul saccarifero. In questa sede abbiamo evidenziato le nostre criticità sulla grave crisi che tocca il settore (in Italia come in Europa) e la necessità di intraprendere iniziative comunitarie capaci di difendere l’intera filiera dall’incapacità di reggere la competizione internazionale a causa di un prezzo del prodotto così basso (dimezzato in soli due anni). Abbiamo proposto di estendere le quote al 2020 e di intraprendere delle azioni che possano evitare un atteggiamento speculativo da parte delle multinazionali del settore, mirato ad abbassare ulteriormente il

prezzo solo ed esclusivamente per tagliare fuori realtà produttive meno competitive. In merito alle problematiche da noi poste abbiamo riscontrato un discreta convergenza con le realtà sindacali presenti. Per tale ragione è stata individuata nella prossima plenaria del 26 febbraio 2015 – che vedrà anche la partecipazione della Commissione Agri – il luogo dove continuare a proporre soluzioni alternative a quelle fin qui prese dalla Ue per la filiera bieticola-saccarifera. In questo senso l’Effat ci ha manifestato la sua disponibilità a sostenere e a partecipare a qualsiasi iniziativa promossa dai sindacati italiani per difendere il settore. Pertanto sarà nostra cura nelle prossime settimane verificare la possibilità di intraprendere iniziative pubbliche in tale direzione. L’Effat e il Cefs hanno presentato uno studio sulla condizione dei lavoratori del settore in ambito europeo. Come condiviso nel coordinamento sindacale di settore, lo stato di crisi che attraversa la filiera ci impone di raddoppiare gli sforzi per evitare che i pochi presidi produttivi rimasti possano essere messi in discussione e la nostra azione va in questa direzione”.

Troppe notifiche, una task force Il Comune rimasto con una sola unità ha previsto un nuovo servizio con sette dipendenti TERMOLI. L’amministrazione comunale di Termoli corre ai ripari e rimpingua lo stuolo dei messi notificatori, che nel corso degli anni si è ridotto a una sola unità. Un provvedimento disposto dal segretario generale Vito Tenore lo scorso venerdì e che vedrà affiancare Paolo Achille Tutolo da altri sette dipendenti.

Nel nuovo ruolo sono stati chiamati Basso Caruso, Antonio Lanzone, Marilena Piermatteo, Andrea Celio, Nicola Sorella, Maria Grazia De Sanctis e Lucio Simeone. Il servizio sarà coordinato da Brigida Barone. La nomina avrà un’efficacia di circa un mese e mezzo, fino alla fine dell’anno.

Raccolta cartoni, troppi i disservizi I commercianti di via Duca degli Abruzzi lamentano le disfunzioni continue sulla strada TERMOLI. Ci hanno contattato alcuni commercianti di via Duca degli Abruzzi, i quali lamentavano il disservizio sul ritiro dei cartoni depositati sulla strada della loro merce che da giovedì scorso non venivano ritirati. Ieri, per fortuna, dopo formale protesta sono finalmente passati a ritirali: “Ma non è che noi per ottenere un servizio pagato profumatamente dobbiamo perderci del tempo e denaro per telefonare e protestare?” ci hanno detto alcuni di loro. “Adesso vediamo se la storia si ripete; fino ad oggi eravamo sommersi di cartoni, ma se vogliamo dirla tutta, a parte il disservizio sul ritiro dei cartoni, si sono giustificati dicendo che è stato assente l’addetto al ritiro dei cartoni. Cosa, questa, che non giustifica perché se l’addetto non torna più cosa facciamo noi? Non si ritirano più i

cartoni?”. Una domanda provocatoria che nasconde la protesta di cittadini che, nonostante il regolare pagamento delle tasse, non vedono restituito in servizi quanto speso.

Tutti e 8 gli impiegati comunali sono dipendenti di categoria B e l’esigenza nasce dall’impossibilità di Tutolo, l’unico rimasto in carica fino al 13 novembre scorso, di fronteggiare tutte le incombenze e gli adempimenti necessari connessi alla notifica degli atti e in particolari di quelli massivi provenienti da enti terzi.

“Nulla da rimproverare ai ragazzi” Nonostante il dispiacere per la sconfitta, il neo presidente del Termoli calcio plaude alla squadra TERMOLI. “Ai ragazzi domenica 16/11 contro l’Amiternina avevo chiesto principalmente di mostrarmi orgoglio e amore per questa maglia. Resta il rammarico per una sconfitta scaturita da un episodio fortuito al 94′, quando Maiorano devia nella propria porta il pallone decretando cosi la vittoria dei padroni di casa. nti non sono graditi e accettati.

Ai nostri tifosi voglio dire che sono stati meravigliosi nei loro incessanti canti di supporto. Hanno avuto un momento buio con una reazione che avrà conseguenze per la società. Sono certo che sono i primi a rammaricarsi per la reazione scomposta, li ho conosciuti e sono persone passionali e genuine. Certi gesti non appartengono loro”.



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Opinioni

19 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

della funzione giurisdizionale (intesa come servizio pubblico alla cui attuazione il cittadino concorre in ragione della capacità contributiva, strumentale alla tutela dei diritti civili e sociali) spetta allo Stato, e se è quest’ultimo a determinare i livelli essenziali delle prestazioni, sobbarcandosi il relativo onere finanziario – nulla vieta alle Regioni di richiedere il potenziamento dell’organizzazione giudiziaria, a fronte di una Sempre minore effila carenza cienza della di personale funzione giurisdizionale, atalla base tribuendo al dei problemi proprio bilanin essere cio le spese conseguenti (art. 119 Cost.). Va da sé che ciascuna Regione potrebbe richiedere il potenziamento dei servizi essenziali, evidentemente sopportandone la relativa spesa.

di Claudio De Luca Il Sindaco di Larino ha incontrato il Presidente De Matteis per sopperire alla carenza di personale giudiziario. Già nel 2011 Provincia e Tribunale avevano attivato dei tirocini per soggetti percettori di ammortizzatori sociali od a rischio di esclusione dal mercato del lavoro. Ma l’attuale fattibilità del progetto “richiede risorse economiche e, quindi, la disponibilità della Regione a corrispondere fondi”. Notarangelo auspica che, da via Roma, il personale voglia prestare attività presso gli Uffici giudiziari per fare fronte all’emergenza. “La prossima settimana – conclude –incontrerò le disciolte Comunità montane invitandoli a lavorare in p.za del Popolo”. L’intrapresa del primo cittadino rimanda alla mente il periodo in cui le circoscrizioni giudiziarie erano 165, di cui 106 con più di 20 magistrati; 40 tra 10 e 19; 21 quelle allocate in città capoluogo e 16 che contavano meno di 10 giudici. L’ANM propose di tagliare, ed ora siamo giunti al punto che – a Larino – operano più Giudici che risorse amministrative mentre il personale della “Distaccata” dismessa è stato abilitato a recarsi non dove serviva ma dove più gli era comodo andare. Ed ora devono essere le Autonomie locali a “rimpinguare” lo Stato. Il tema dei tagli documenta che la politica ha avuto il coraggio di rimodulare solo linearmente la geografia degli Uffici e che non è mai accaduto che un Presidente di Tribunale, prima di esternare ai “mass media” le difficoltà del suo Ufficio, abbia varato un progetto-pilota di riorganizzazione e di ottimizzazione. Anni addietro pure quello di Bolzano si rivolse alla Stampa, ma solo dopo avere definito le questioni:“Ritengo che il dovere di un dirigente debba essere quello di fornire un servizio efficiente ai propri referenti: cittadini, avvocati e soggetti

Tribunale di Larino, sempre in sospeso coinvolti nella macchina delle indagini”. E se ora il Sindaco si rivolgesse alla Regione non solo per i “soldi” ma per tentare qualcosa che vada oltre? Negli ordinamenti a struttura federale, la materia-Giustizia può essere ripartita tra Stato federale e “Stati” membri (Regioni e Province). Naturalmente il primo ha legislazione esclusiva (giurisdizione e norme processuali, ordinamento civile, penale e giustizia

amministrativa) per determinare i livelli essenziali delle prestazioni da garantire al territorio. Tale compito è correlato agli artt. 2 e 3 Cost. e l’art. 120 stabilisce che il Governo può sostituirsi ad organi delle Regioni quando lo richiedano la tutela dell’unità giuridica od economica e la protezione dei livelli essenziali da assicurare per i diritti civili e sociali. Nel 2001 questi principi furono integrati cosicché – se l’organizzazione e la gestione

Ma tale esigenza dovrebbe essere espressa nello Statuto regionale e collocata tra le norme di principio a carattere programmatico. Perciò, se la Regione Molise volesse comportarsi in conformità, l’esigenza rappresentata dovrebbe essere formalmente esplicitata – con delibera del Consiglio – in una proposta di legge alle Camere (art. 121, c. 2, Cost.), delineata nei termini seguenti:”Aggiungere all’art. 117, c. 2, l), Cost. l’inciso:“… ferma restando la competenza della Regione di richiedere allo Stato il potenziamento di strutture e dotazioni organiche di magistrati e personale ausiliario, al fine di rendere non solo declamata, ma effettiva, la tutela giurisdizionale; e di ottenere tutto ciò quando la Regione stessa si impegni ad assumere il corrispondente onere finanziario“. Chissà che il Sindaco non possa farci un pensierino.

Poste, noi del Circolo dell’ora del the Lettera Aperta

Parlo a nome mio e anche di alcuni colleghi con cui condividiamo la condizione di dover prolungare ogni giorno il nostro orario di lavoro fino a ben oltre le ore 15,30 previste, per smaltire tutti gli adempimenti del ritorno dalla gita legati soprattutto all’emissione di CAN e CAD, ma anche spesso per terminare la gita stessa, dal momento che i carichi venutosi a determinare sulle zone, così come sono attualmente, non ci consentono spesso, troppo spesso diremmo, di completare le consegne quotidiane. Ci siamo definiti “il circolo dell’ora del thè”, con l’ironia che caratterizza spesso chi vive una condizione scomoda suo malgrado. Infatti spesso alle ore 17, mentre gli inglesi si concedono un momento di salotto e di relax, noi ci apprestiamo a lasciare l’ufficio, spesso digiuni e nervosi, per aver dovuto fare straordinario non retribuito ma obbligato di fatto dal senso di responsabilità che ciascuno di noi ha verso sé stessi e verso il lavoro. Al ritorno nelle nostre case non c’è più spazio per la vita privata: la stanchezza ha la meglio su tutto il resto e l’umore si ripercuote anche in famiglia. A questo circolo non ci siamo iscritti per scelta ma per costrizione: a voler rispettare l’orario di uscita, non riusciremmo a svolgere neanche i 2/3 del carico di lavoro del giorno, con la conseguenza di accumulare il carico per il giorno successivo,

fino a ritrovarci in una spirale continua di accumuli pericolosa per noi e per l’azienda. Delle consegne tralasciate poi puntualmente il giorno dopo arrivano i capi-squadra a chiederne conto. Siamo almeno in 6/7 che ci troviamo a condividere questa sorte ed ora siamo anche un po’ stanchi di questa condizione. Abbiamo segnalato al direttore e al sindacato di appartenenza ciò che stiamo vivendo ma finora nessuno si è fatto carico del problema. Anzi siamo continuamente beffeggiati dai superiori con battute ed allusioni, e a volte anche con insulti. Non ho paura di dichiarare pubblicamente che il direttore mi ha definito incapace e mi ha invitato a cambiare mestiere. Caro direttore, i soldi ci fanno ricchi ma è l’educazione che ci rende signori. Passiamo per gente pigra, per portalettere lenti, per sfaticati: è molto più facile appioppare etichette ed evitare di affrontare il problema piuttosto che farsene carico. Eppure siamo gente che ha oltre 10 anni di esperienza, gente che in passato ha lasciato sempre buone referenze ovunque ha lavorato. Qui invece si vede calpestata la propria dignità da chi ha invece il compito di garantire pari dignità a tutti i lavoratori. Ci siamo chiesti il perché: io, Rosa, Gennaro, Simone, Peppino e gli altri del tempo prolungato. Saremmo davvero diventati come ci vogliono far passare? Abbiamo provato a capire, guardando a quelli che passano per i più brillanti. Ci siamo resi conto che molti arrivano in ufficio con ampio

anticipo per incasellare la posta e guadagnare tempo. E’ consentito? No, ma fa comodo. Del resto non sarebbe consentito nemmeno a noi di rimanere in ufficio oltre l’orario. Dovremo forse ammalarci d’insonnia allora per essere alla pari? Oppure sarebbe forse il caso di modificare il contratto di lavoro e in modo che si stabilisca che si entra al lavoro alle 7, purchè lo facciano tutti? Tuttavia ci sembra un’ipotesi che non troverebbe d’accordo molti colleghi: non tutti sarebbero contenti di fare una levataccia per recarsi al lavoro. Nemmeno noi per la verità, tant’è che continuiamo ad entrare alle 8 nonostante le circostanze. Guardando ai colleghi, ci siamo poi resi conto anche che molti altri rientrano in ufficio dalla gita ben prima dell’orario medio degli altri. O hanno i superpoteri degli cartoni animati o hanno un carico quotidiano di gran lunga inferiore agli altri: delle due l’una. Ci siamo convinti pertanto che le zona non sono state calibrate bene, non c’è equità. Infatti c’è una bella differenza a consegnare 50 raccomandate, per fare un esempio, in un percorso di 5 km rispetto allo stesso quantitativo disseminate in un raggio di 50 km, fatta di strade dissestate, e spesso con limiti di velocità e codice stradale che di fatto siamo costretti a non poter rispettare per poter fare in tempo a consegnarne un quantitativo apprezzabile. Con rischio di mettere a repentaglio la nostra sicurezza. Nessuno ce ne voglia, ma non ci sembra giusto che in un gruppo di lavoro alcuni

sono posti nella condizione di terminare il lavoro alle 14 ed altri solo alle 16, quando va bene, oppure alle 17. Di fronte a queste problematiche non abbiamo risposte, se non quelle, molto subliminali, di non poterci lamentare poiché si prospettano licenziamenti e dunque è opportuno non disturbare il manovratore. Chiudo il mio intervento con un aneddoto: un giorno al mio paese una persona umile e bisognosa si recò dal sindaco per chiedere un posto di lavoro. Era disperato e si umiliò a chiedere questo aiuto. Il sindaco gli promise un posto da vigile urbano per toglierselo dai piedi ma nelle settimane successive lo assegnò ad un altro, che veniva da una famiglia più in vista nella comunità. Fece un azione di opportunismo politico a discapito della promessa fatta e dei valori umani: cosa contava quell’umile signore rispetto all’ambizione politica del sindaco? Passarono 40 anni e il sindaco ormai in pensione fu ricoverato in ospe-

dale colpito da un ictus. Ad accudirlo c’era solo la moglie (gli avidi restano sempre soli nella vita) e per farlo salire in macchina dalla sedia a rotelle davanti all’ospedale non ce la faceva da sola. Non passava nessuno in quel momento ed l’ex sindaco non poteva muovere le gambe per salire in auto. In quel momento si trovò a passare quel concittadino a cui era stato negato il posto di lavoro: si guardarono negli occhi. Il sindaco scoppiò in lacrime, non voleva mostrarsi in quello stato. Il concittadino invece capì che il destino gli aveva offerto la possibilità di veder ripagata l’umiliazione subita ma, non avendo mai perso la sua grandezza morale, decise che non era il caso di nutrire rancore: fece uno sforzo fisico immane, data l’età, lo prese in braccio con umanità e lo mise in macchina. Il tempo è sempre galantuomo. Grazie per la vostra attenzione.


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