TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 32 - domenica 8 Febbraio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno alla gente di Agnone
L'Oscar del giorno lo assegniamo alla gente di Agnone. I cittadini altomolisani hanno manifestato con garbo ma con altrettanta forza d'animo dinanzi a quanti venuti da fuori regione, imposti dall'alto, che intendono cancellare una storia quella dell'ospedale Caracciolo. Al pari, hanno contestato il presidente Frattura che, pure, in campagna elettorale si era fatto paladino di questa zona. E ora? Perchè ha subito in silenzio l'arrivo da altre parti d'Italia di dirigenti voluti da chi intende cancellare la sanità in Molise? Colpe romane? No. E la gente lo ha detto chiaro.
Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia
Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L'assessore, nonostante si sia visto bocciare il Piano Garanzia Giovani, non ha ritenuto rassegnare le dimissioni. Eppure, ha sempre filosofeggiato sulla necessità di una moralizzazione della vita politica. Quale migliore occasione, allora, per mettere in pratica quanto da sempre sostenuto dopo la sua bocciatura al ministero per una rimodulazione di un Piano che era stato già approvato. E perchè si era resa necessaria tale riformulazione dei fondi sul Piano? E perchè il suo dirigente Pillarella non lo ha fermato?
Sanità, da Agnone a Larino fischi e pernacchie per Frattura Servizio a pagina 3
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TAaglio lto
2 8 febbraio 2015
Ricchezza naturale alla mercé di non sempre chiari interessi
Acque minerali: la Regione se ne cura poco e male
Si dice che in provincia d’Isernia succedono cose strane nei paraggi delle sorgenti, delle derivazioni, dell’imbottigliamento e della commercializzazione, ma non se ne parla Acqua: risorsa naturale e … business. Il riferimento in questo caso non è alle acque captate, addotte, e distribuite attraverso le reti idriche, oltre che cedute con larghezza di manica alle regioni limitrofe (Puglia e Campania, in particolare), ma si allunga alle acque minerali. Un ambito poco frequentato dalla stampa e poco prodigo di eventi ed episodi per la cronaca. Eppure è un ambito per alcuni versi ambiguo, sotto il profilo amministrativo (leggasi concessioni), e poco chiaro sotto il profilo gestionale da parte della Regione Molise. Che al comparto, oltre alla scarsa attenzione, dedica anche scarso personale, e scarsa assistenza “politica”. Che significa scarsa protezione a chi si avventura a considerare le acque minerali una ricchezza in senso lato; quindi, da garantire e, soprattutto, da tutelare, e fare in modo che siano salvi gli interessi dei concessionari, gli interessi dei consumatori, e gli interessi della Regione. Diciamo questo perché sottotraccia, e in assenza di una zumata della cronaca che annoti e racconti cosa succede in proposito,
si dice che in provincia d’Isernia succedano cose strane nei paraggi delle fonti minerali, delle derivazioni, dell’imbottigliamento e della commercializzazione. E, quel ch’è peggio, si dice delle traversie (letteralmente così da definire) cui è andato incontro e continua ad andarci il solerte (e per taluni aspetti coraggioso) dirigente regionale che s’è dovuto accollare il problema in beata solitudine, imbrigliato nella
complicata rete delle competenze territoriali suddivise tra l’amministrazione locale, il Corpo forestale, la Regione e il concessionario. Imbrigliato dalla lettura controversa delle norme che vien fatta da ciascuno dei chiamati in causa. Imbrigliato, ma deciso ad uscirne riportando l’intera faccenda alla legalità e alla trasparenza. Se fosse assistito da una dotazione organizzativa degna dell’impor-
tanza del servizio, e non avesse contemporaneamente da badare ad altri servizi significativi (ad esempio il Servizio competitività dei sistemi produttivi), probabilmente avrebbe già raggiunto l’obiettivo. Ma alla Regione Molise la distribuzione delle risorse umane e delle competenze del personale è il risultato capotico di decisioni che fanno aggio al favoritismo, al protezionismo, al clientelismo. Per cui ci sono servizi regionali sovradimensionati, dove il personale ha il problema di impiegare il tempo (coi giochi su internet), e servizi, come questo che stiamo dicendo, sottodimensionato, nonostante abbia cose importanti da fare e la difficoltà oggettiva di farle. In questo assieme di deficienze organizzative, di approssimazioni gestionali, di disimpegni politici, su cui sarebbe interessante conoscere il punto di vista del presidente Frattura e degli assessori Scarabeo, Facciolla, Nagni e Petraroia, le acque minerali riescono a guadagnare l’anonimato e, nell’anonimato, il disinteresse degli organi di controllo, e ciò si traduce solo a van-
taggio di chi, borderline, le utilizza per fare moneta. Il confine in cui finora sono rimaste circoscritte le responsabilità di ciascuno che con le acque minerali ha motivo di agire e interagire, torna fin troppo discutibile per essere ulteriormente tollerato. Ma da solo Gaspare Tocci, che ha dovuto affrontare la faccenda delle acque minerali isernine, difficilmente potrà districare la matassa aggrovigliata delle concessioni, delle derivazioni, dell’imbottigliamento e della commercializzazione se permarranno il sottodimensionamento dell’organico, il suo sostanziale isolamento, e la disattenzione degli organi politici e amministrativi. Eppure le acque minerali, in aggiunta alle risorse idriche captate, addotte, e distribuite attraverso le reti idriche e alle quantità “regalate” alle Puglie e alla Campania, in particolare, costituiscono un patrimonio naturale e una risorsa economica ragguardevole. A quanto pare, però, solo per chi le utilizza. In concessione. Dardo
“Area di crisi, bisogna fare presto” Il segretario regionale della Cgil, Del Fattore, rilancia il tema “DIversamente la crisi rischia di diventare irreversibile” CAMPOBASSO. “Abbiamo salutato con favore l’approvazione, da parte della X Commissione della Camera dei Deputati (Attività Produttive), della risoluzione che richiede il riconoscimento dell’Area di crisi complessa nel Distretto produttivo di Campochiaro-Venafro”, scrive il segretario regionale della Cgil, Sandro Del Fattore. “Ora, però, è necessario l’impegno di tutti, a partire da coloro che hanno sottoscritto l’Intesa istituzionale dello scorso agosto, affinché il
CAMPOBASSO. Lunedì 9 febbraio alle ore 12.30 presso la sede dell’Assessorato Regionale al Lavoro in Via Toscana, 51 a Campobasso, il Presidente dell’ABI Molise Dott. Tommaso Palumbo, illustrerà alle parti sociali le procedure attuative della convenzione che permette di accedere all’anticipo del trattamento di cassa integrazione prima dell’adozione del Decreto di concessione dal Ministero del Lavoro. Purtroppo i tempi delle istruttorie delle pratiche tendono ad allungarsi come è emerso dagli incontri avuti anche il 4 febbraio a Roma con il Direttore Generale del Ministero della Divisione degli Ammortizzatori Sociali. In tale circostanza sono state verificate direttamente le procedure per ESATTORIE (luglio e agosto 2014), per le Costruzioni
Ministero dello Sviluppo convochi, al più presto, le istituzioni molisane e le parti sociali per la sottoscrizione dell’Accordo di programma. E’ già trascorso più di un mese dall’approvazione della risoluzione da parte della X Commissione della Camera dei Deputati. E’ necessario stringere i tempi, prima che il già fragile tessuto produttivo molisano sia definitivamente compromesso. Il riconoscimento dell’Area di crisi com-
plessa e l’Accordo di programma, anche se non esaustivi, possono essere strumenti in grado di contrastare la progressiva desertificazione di quel comprensorio produttivo e della Regione intera. Per questo continuiamo a sottolineare la necessità di aprire una “vertenza Molise” con il Governo nazionale. Il riconoscimento dell’Area di crisi complessa è parte
Cassa integrazione, le anticipazioni dalle Banche I ritardi nell’erogazione dei fondi superati da procedure diverse Falcione (trasmessa all’Ufficio Legislativo del Ministero per acquisire un parere) e per la GAM. Mediamente il Ministero del Lavoro impiega 6 mesi per completare un’istruttoria e in taluni casi anche 8 mesi, determinando una situazione di disagio per i lavoratori in attesa. Per questo si è resa utile la stipula di una
convenzione che pone gli oneri finanziari a carico della Regione ma agevola le famiglie delle persone penalizzate da questi tempi di attesa così lunghi e permette di avere degli anticipi del trattamento spettante fino a 6 mila euro attraverso modalità operative che saranno illustrate dall’ABI Molise il 9 febbraio prossimo.
di questa vertenza. E’ necessario, quindi, che tutti facciano la propria parte per strappare un risultato importante, altrimenti la crisi produttiva della regione rischia di diventare irreversibile”.
Artigianato, Molise sempre più giù TERMOLI. Non sono di certo dati confortanti quelli pubblicati dalla Cgia di Mestre la quale ha inteso rendere noto che “dall’inizio della crisi ad oggi in Italia si contano quasi 94.400 imprese artigiane in meno”. Un vero e proprio allarme da affrontare al meglio, allo scopo di scongiurare ulteriori peggioramenti anche perché “se nel 2009 le imprese attive sfioravano quota 1.466.000, a fine 2014 sono scese a circa 1.371.500”. Dati nazionali che si riflettono senza sorrisi sulla regione Molise che vede una flessione negativa di quasi il 10%.
TAaglio lto
3 8 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Sanità, Frattura allo sbando L’assenza di obiettivi e di una programmazione ha portato il presidente ad essere fischiato e insultato ad Agnone. A Larino c’è agitazione CAMPOBASSO. Per il presidente della Regione nonchè commissario della sanità, Frattura, ad agnone sono stati sberleffi, parolacce e qualche sputo. Da Larino i rimproveri si fanno ancora più severi. "La politica degli interessi forti sta rovinando tutto. Noi sembriamo deboli rispetto a tanta forza ma non ci arrenderemo". Così il Comitato pro Vietri di Larino rilancia la sua battaglia a difesa dell’ospedale. Sul tappeto la questione della reperibilità degli anestesisti e gli ultimi provvedimenti arrivati dall’Asrem ma anche la mancanza di "ascolto" delle esigenze del territorio e le promesse “disattese”. “I cittadini del Basso Molise non sanno più dove andare a curarsi – ha affermato il presidente Pardo Spina – politica e poteri forti stanno distruggendo la sanità pubblica, ma noi continueranno la nostra battaglia per il
riconoscimento del diritto alla salute attraverso il rispetto dei livelli essenziali di assistenza, negati non solo in questa parte del Molise». Il sindaco Vincenzo Notarangelo, ri-
badendo l’importanza delle eccellenze, come l’Oculistica, ha osservato: “Non si capisce qual è il quadro complessivo, qual è la proposta, quale sia il piano di riordino, al di là di tagli fatti
qua e là. Non si può andare avanti con questo atteggiamento, anche perché non è chiudendo il Vietri che si risolveranno i problemi economici della nostra Sanità». Che sanità rischia di restare in Molise alla luce delle posizioni del commissario e della stessa spending review? Dinanzi a questo interrogativo stiamo a ribadire il ruolo che la politica deve svolgere al cospetto della necessità di affrontare la definizione del nuovo Piano sanitario. Il richiamo al ruolo della politica, soprattutto in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo - che pretendono l’assunzione di decisioni ferme, chiare e rapide - è stato da noi volutamente fatto perchè crediamo che tocchi a questa elaborare il nuovo 'abito' della sanità molisana. E’ importante che il dibattito sulla riforma della sanità non sia un rumor di stampa ma una discussione seria, politicamente e
strategicamente ponderata non sui parametri della quantità di consenso cumulabile bensì del servizio sociosanitario producibile a vantaggio dei cittadini. Con la definizione puntuale della rete ospedaliera, ma anche di ruoli e funzioni tra Azienda ospedaliera e di quelle territoriali, così da evitare inutili sovrapposizioni e sprechi; ripensamento del modello per intensità creando un necessario equilibro con i servizi da erogare sul territorio; garanzia del diritto all’assistenza dei non autosufficienti; maggiore integrazione e pari dignità tra pubblico e privato accreditato con garanzia della libertà di scelta per i cittadin. Ed allora che la politica regionale si muova, perchè da oggi si inizia a scorgere la possibilità reale di marcare la necessaria discontinuità nella programmazione politica della sanità molisana..
Incarichi bimestrali al dipendente Roberto Fagliarone
Strano a dirsi, ma il presidente Frattura sempre solerte e decisionista nello scegliere i soggetti che gli aggradano e gli sono funzionali a capo delle strutture regionali e degli enti strumentali, non riesca a decifrare e a indicare l’uomo (o la donna?) giusti cui affidare la direzione generale della FinMolise, dopo esseri liberato (a modo suo) di Lorenzo Cancellario che non l’ha presa bene e, dicono, sia deciso a tutelare la propria immagine di professionista in tutte le sedi possibili (un altro caso Giarrusso? – ndr). Di questa titubanza fratturiana che sa tanto di condizionamenti politici e veti incrociati all’interno della maggioranza dopo l’incetta di incarichi e prebende dati agli amici del Pd, suoi personali, e di qualche assessore, se ne sta avva-
Chi e cosa impediscono alla Regione di nominare il direttore generale di FinMolise? La titubanza di Frattura sa tanto di condizionamenti politici e veti incrociati all’interno della maggioranza dopo l’incetta di incarichi e prebende dati agli amici del Pd, suoi personali, e di qualche assessore lendo e godendo Roberto Fagliarone, ragioniere, dipendente dalla Società, che si vede rinnovare di due mesi in due mesi l’incarico della reggenza, in quanto ritenuto in possesso dei requisiti di professionalità e competenza in materia creditizia di cui al decreto ministeriale del 30 dicembre 1998. Se non sbagliano siamo al quinto incarico provvisorio; quest’ultimo del 30 gennaio 2015,
non più bimestrale ma trimestrale. Vista la reiterazione, viene da chiedere perché mai, avendogli riconosciuti i requisiti necessari per svolgere il compito, non si proceda a dare a Fagliarone l’incarico stabile della direzione? Nel modo di fare della Regione c’è una componente sadica. Gli stanno facendo assaporare il gusto del comando, provare il peso della responsabilità, il piacere
di una indennità di funzione e il sotteso gradimento personale per poi, magari, tra qualche tempo, non appena saranno appianate le divergenze interne alla maggioranza su chi potrebbe e dovrebbe essere il direttore generale della FinMolise, tolti i veti incrociati, e ricomposta la mappa delle compiacenze e dei favori, vedersi accantonato. Il bello di tutta la faccenda è che l’incarico a
Fagliarone, con delibera di giunta regionale del 30 gennaio, è stato rinnovat appena tre giorni prima della convocazione dell’assemblea della FinMolise fissata infatti per il 2 febbraio con all’ordine del giorno, tra l’altro, la “Nomina del Direttore generale e la fissazione della retribuzione”. Che l’assemblea s’è guardata bene dal fare non avendo il socio unico (il presidente Frattura) ancora deciso di avviare le procedure di legge per l’individuazione del soggetto che possa assumere la titolarità della dirigenza generale della Società finanziaria regionale. Infatti, non ha ancora deciso a chi darla.
Stelle di polvere di sergio genovese
Lo accennavo qualche tempo fa, la nostra regione è maestra per gonfiare i muli e presentarli come puledri, mentre qualche cavallo di razza viene svenduto a basso prezzo e soprattutto non se ne conserva memoria. Succede in ogni versante della nostra vita sociale: burattini, pupazzi e venditori di fumo al proscenio mentre il retrobottega viene riservato, quasi sempre, per persone di qualità che hanno solo il torto di non vendersi al migliore offerente. La Regione patisce la pseudo cultura del servilismo funzionale: ti accarezzo per ottenere, ti concedo se mi accarezzi. Povero Azelio Ciampi che in un discorso di fine anno esortò i giovani a non essere mai servi di qualcuno o di un sistema, poveri quei pochi educatori, che ancora si battono per ingentilire le coscienze dei ragazzi, partendo, appunto, da certi assunti. Questa volta vi parlerò del contesto sportivo. C’è un calciatore che da mesi è nella lente di ingran-
dimento della informazione. Se ne sta occupando la grande stampa: il Corriere dello Sport con una pagina intera, SKY e persino i giornali delle grandi firme nelle rubriche a tiratura nazionale. L’oggetto della meraviglia si chiama GIORGIO CORONA ex tesserato per il Campobasso Calcio di Adelmo Berardo. E’ tra i pochi calciatori professionisti ( attualmente gioca per il Messina) che alla non più verde età di quaranta anni non solo gioca ma segna. Nella storia del calcio è stato affiancato ad una icona che risponde al nome di Silvio Piola. Corona, che ripetutamente nelle sue interviste parla della sua esperienza a Campobasso( ricordo che è arrivato ai massimi livelli della serie A dove da debuttante ha messo a segno 8 goal) non ha avuto difficoltà, in questi giorni di popolarità extra large, a dichiarare che il suo trampolino di lancio è stato Campobasso e che il goal più bello tra centinaia, è stato quello messo a segno con la maglia rossoblù, nell’incontro con il Fasano. Nel periodo, cioè che Adelmo Berardo e i suoi amici, negli anni novanta, riempivano lo stadio anche con ventimila persone. La stampa regionale, prodiga di salamelecchi per personaggi non proprio eclatanti, della vicenda di Giorgio Corona non
ne ha vissuto orgoglio, anzi. Ha preferito dedicarsi ai muli ( affermazione solo metaforica) per incenerire i puledri. Continueremo a giustificare il tutto perché si dirà che il mondo va così : la polvere alle stelle e la cipria alle mezze calzette. Per noi, Giorgio, è incipriato da quando lo abbiamo conosciuto, apprezzato, allenato e lanciato.
Dardo
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TAaglio lto
4 8 febbraio 2015
Sosteneva Berlinguer queste posizioni al nostro XV Congresso del marzo 1979: non fummo ascoltati. Né il Pci, né il movimento sindacale trovarono l’interlocutore politico che raccogliesse e utilizzasse quel messaggio …». Che oggi, comunque, voi avete abbandonato addirittura in contrasto con una parte del movimento sindacale e dello stesso Lama.
Ancora uno stralcio dell’intervista del segretario del Pci Enrico Berlinguer rilasciata a Eugenio Scalfari il 28 luglio 1981 pubblicata su “la Repubblica”, i cui contenuti sono oggi monito per la classe politica alle prese con la crisi e le cause che l’hanno generata e la incapacità a risolverla La questione economica, l’austerità, l’inflazione … (stralcio dell’intervista del segretario del Pci a Eugenio Scalfari) Signor Segretario, in tutto il mondo occidentale si è d’accordo sul fatto che il nemico principale da battere in questo momento sia l’inflazione, e difatti le politiche economiche di tutti i paesi industrializzati puntano a realizzare quell’obiettivo. È anche lei del medesimo parere? «Risponderò nello stesso modo di Mitterand (presidente della Repubblica francese - ndr): il principale malanno delle società occidentali è la disoccupazione. I due mali non vanno visti separatamente. L’inflazione è – se vogliamo – l’altro rovescio della medaglia. Bisogna impegnarsi a fondo contro l’una e contro l’altra. Guai a dissociare questa battaglia, guai a pensare, per esempio, che pur di domare l’inflazione si debba pagare il prezzo d’una recessione massiccia e d’una disoccupazione, come già in larga misura sta avvenendo. Ci ritroveremmo tutti in mezzo ad una catastrofe sociale di proporzioni impensabili. Il Pci, agli inizi del 1977, lanciò la linea dell’ “austerità”. Non mi pare che il suo appello sia stato accolto con favore dalla classe operaia, dai lavoratori, dagli stessi militanti del partito. Forse, quando lei ha ricordato che il vostro rapporto con le masse si era inde-
L’INTERVENTO
di Antonio D’Alessandro Poste Italiane può non rispettare una delibera del Consiglio Regionale del Molise? Infatti, nella seduta del 3 aprile 2012, il Consiglio Regionale del Molise ha approvato all’unanimità la Delibera n. 95 inerente la Vertenza delle POSTE S.p.A., affidando alla Giunta Regionale l’attuazione del provvedimento per gli adempimenti di propria competenza. In particolare la Delibera n.95/2012 impegnava la Regione a intervenire ufficialmente nei confronti del Ministro Passera e del Parlamento per sollecitare la copertura di parte dei costi sostenuti dall’azienda per garantire la funzionalità del servizio universale nelle aree interne e nei piccoli comuni. Questo primo obbligo è stato rispettato dalla Giunta? C’è una nota istituzionale successiva al 3 aprile 2012 indirizzata al Governo e alle Commissioni Parlamentari che adempie al deliberato consiliare? In aggiunta, il provvedimento n. 95/2012 impegnava la Giunta Regionale ad aprire un confronto con i sindacati del settore e le rappresentanze dei piccoli comuni, dove è a rischio la soppressione degli uffici postali, per individuare, insieme, soluzioni organizzative di razionalizzazione, abbattimento dei
bolito, pensava al fallimento della vostra campagna per l’austerità e a certi provvedimenti impopolari da voi sostenuti? «Noi sostenemmo che il consumismo individuale esasperato produce non solo dissipazione di ricchezza e storture produttive, ma anche insoddisfazione, smarrimento, infelicità e che, comunque, la situazione economica dei paesi industrializzati – di fronte all’aggravamento del divario, al loro interno, tra zone sviluppate e zone arretrate, e di fronte al risveglio e all’avanzata dei popoli dei paesi ex-coloniali e della loro indipendenza – non consentiva più di assicurare uno sviluppo economico e sociale conservando la “civiltà dei consumi”, con tutti i guasti, anche morali, che sono intrinseci ad essa. La diffusione della droga , per esempio, tra i giovani è uno dei segni più gravi di tutto ciò e nessuno se ne dà realmente carico. Voglio cogliere l’occasione di questa intervista per annunciare che il nostro partito ha deciso
di fare della questione della lotta contro la droga uno dei punti essenziali del suo impegno politico e organizzativo. Ma dicevamo dell’austerità. Fummo i soli a sottolineare la necessità di combattere gli sprechi, accrescere il risparmio, contenere i consumi privati superflui, rallentare la dinamica perversa della spesa pubblica, formare nuove risorse e nuove fonti di lavoro . Dicemmo che anche i lavoratori avrebbero dovuto contribuire per la loro parte a questo sforzo di raddrizzamento dell’economia, ma che l’insieme dei sacrifici doveva essere fatto applicando un principio di rigorosa equità e che avrebbe dovuto avere come obiettivo quello di dare l’avvio ad un diverso tipo di sviluppo e a diversi modi di vita (più parsimoniosi, ma anche più umani). Questo fu il nostro modo di porre il problema dell’austerità e della contemporanea lotta all’inflazione e alla recessione, cioè alla disoccupazione. Precisammo e sviluppammo
«Favole. Oggi noi respingiamo – in pieno accordo con il movimento sindacale – l’idea che l’inflazione sia dovuta unicamente al costo del lavoro e che il costo del lavoro sia principalmente dovuto alla scala mobile. È diventata una vera ossessione questa della scala mobile, dietro la quale la classe dirigente tradizionale nasconde la sua impotenza a dominare la c r i s i » . L’inflazione avrà pure delle cause, non cade dal cielo… «Certo che ce l’ha. E la prima viene dal dollaro. Un dollaro a 1.200 lire, mentre appena pochi mesi fa non raggiungeva le 800 lire, quanti punti di inflazione introduce nel sistema? Di quanto aumenta il costo di tutte le importazioni e in particolare del petrolio? È in aumento di quasi il 50 per cento, un fenomeno di dimensioni enormi. Il vertice di Ottawa anche da questo punto di vista è stato un fallimento ma direi che è stato un fallimento da tutti punti di vista. E poi: abbiamo in Italia una bilancia agricolo - alimentare terribilmente deficitaria, ma non si è fatto e non si fa quasi nulla per trasformare e sviluppare l’agricoltura. Infine, la spesa pubblica: un cancro che divora le risorse del paese in mille modi, con mille sprechi, a favore di mille clientele».
Poste ignora anche la Regione costi, compartecipazione alla spesa e garanzia del mantenimento del servizio su tutto il territorio regionale. Questo secondo obbligo è stato rispettato? E’ stato attivato il tavolo negoziale per accertare se i comuni possono mettere il locale e magari coprire parte delle spese logistiche, per andare incontro ai piani di contenimento di costo, approntati da Poste Italiane S.p.A.? Ho la sensazione – che la Delibera Consiliare n. 95 del 3 aprile 2012 sia rimasta a impolverarsi sugli scaffali di qualche Assessorato. Comunque, qualche giorno dopo la Delibera in oggetto, l’Ufficio Stampa della Giunta Regionale del Molise, riferiva che il Presidente della Regione, Michele Iorio, aveva incontrato a Roma l’Amministratore delegato di Poste Italiane, Massimo Sarmi, cui aveva rappresentato le problematiche che potevano essere determinate dall’attuazione di un Piano di riorganizzazione di Poste Italiane che non tenesse conto delle caratteristiche territoriali e demografiche del Molise. “Gli Uffici postali e il personale che vi opera - ha detto Iorio -, sparsi su tutto il territorio regionale e in ogni Comune, svolgono un ruolo importante non solo nella fornitura di servizi sostanziali ai cittadini, ma anche come elemento di presidio e di valorizzazione di cia-
scuna comunità e realtà locale. Ogni ipotesi di riduzione di questa presenza rappresenterebbe un danno enorme per la nostra regione che con Poste Italiane vanta un “antico” e sitivo rapporto”. Il Presidente Iorio quindi evidenziava all’Amministratore Sarmi anche le caratteristiche strutturali e organizzative di Poste Italiane in Molise, che determinano la condizione secondo la quale specifici servizi, peraltro fondamentali, non sono governati da un organismo centrale che ha sede in regione, ma sono dipendenti dalle sedi di, Bari e Pescara. Ciò crea problematiche di vario genere tanto da dar vita ad una governance degli stessi servizi postali non omogenea con il territorio molisano e con le sue peculiarità. L’Amministratore delegato di Poste Italiane si diceva assolutamente di-
sponibile ad affrontare le problematiche sollevate dal Presidente Iorio nell’ambito di un apposito Protocollo d’intesa da sottoscrivere con la Regione Molise. Già dai prossimi giorni, quindi, partiranno gli approfondimenti tecnici per giungere alla sottoscrizione in tempi brevi del Protocollo. In questa prospettiva, il Presidente Iorio si è anche detto impegnato a ricercare soluzioni che consentano di trovare sinergie con Poste Italiane al fine di rendere più sostenibile e difendibile la presenza degli Uffici postali e del loro personale in ogni Comune del Molise. L’Amministratore Sarmi ha comunque assicurato al Presidente Iorio che, fino alla firma del Protocollo d’intesa, la rete degli Uffici postali del Molise non subirà alcuna riduzione numerica. Da allora gli attori sono cambiati, sono cambiati i Presidenti Regionali e gli Amministratori Delegati ma la delibera consiliare resta. Ritengo scorretto il silenzio tombale degli attuali Presidenti, sia della Giunta Regionale, sia del Consiglio Regionale e mi auguro che gli atti consiliari siano correttamente messi in esecuzione da parte della Giunta Regionale, e non si ripeta ma più una situazione di disagio già nota e sulla quale le Istituzioni si sono già pronunciate all’unanimità con un atto ufficiale.
L’Azienda Poste Italiane ha razionalizzato 19 uffici della Regione Molise. Provincia di Campobasso A giorni alterni: Campochiaro, Campomarino Lido, Casalciprano, Cercepiccola, Larino S.1, Macchia V.F., Monacilioni, Montelongo, Morrone del Sannio, S.Giovanni in Galdo; Razionalizzati a due giorni: S.Angelo Limosano e Trivento Centro Ufficio chiuso: Monteverde di Boiano Provincia di Isernia: Razionalizzati a giorni alterni (da sei giorni a tre): Bagnoli del Trigno – Belmonte del Sannio – Roccasicura – Castelromano – S.Pietro Avellana; Razionalizzati da quattro giorni a tre: Acquaviva di Isernia e Castelpetroso
TAaglio lto
5 8 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Pianificazione urbanistica, sviluppo economico, pianificazione sociale, marketing territoriale, comunicazione e servizi telematici in sofferenza
Mano libera alla speculazione: Comune, Provincia e Regione allergici ai Piani territoriali Il territorio in balia di progetti e programmi finalizzati non al bene comune ma all’interesse di parte C’è stata, seppure breve, la stagione dei Piani: economici, industriali e/o territoriali. Se ne sono fatti e sprecati tanti. Mai che un Piano però sia andato a rendere agli autori il riconoscimento di un successo e ai cittadini molisani abbia portato un qualche tangibile (visibile?) vantaggio. Spreco di denaro pubblico? Certamente. Vizio antico, questo; peraltro duro a morire. Oggi, come del resto ieri e l’altro ieri, vanno di moda i consulenti. Che cosa consiglino agli amministratori, è stato sempre un mistero. Intanto, però, portano a casa, miglia di euro e arricchiscono il curriculum per ambire ad altre più corpose future consulenze. La giostra degli incarichi è in continua attività, non si ferma mai, soprattutto dalle parti di Palazzo Vitale. Tornando alla stagione dei Piani, non possiamo omettere di chiamare in causa il Comune e la Provincia di Campobasso. Entrambi gli enti sono stati autori di due proposte che all’apparenza erano apparse logiche e razionali. Miravano entrambe a prendere in esame il territorio di riferimento per farne un modello di razionalità, un campo di applicazione del buon governo sulla scorta di scelte e investimenti mirati. Il Co-
mune (sindaco Di Fabio) ha presentato il Piano Strategico Territoriale (Pst); la Provincia (presidente D’Ascanio) a sua volta, quasi contemporaneamente, ha presentato il Piano Territoriale di Coordinamento (Ptcp): iniziative che andavano nella stessa direzione: trovare punti di contatto istituzionali, programmatici e gestionali per governare, con programmi e risorse ad hoc, aree vaste e complesse. I piani erano espressione di una volontà tesa a superare il localismo e l’egoismo amministrativi. Un modo – è stato detto
– per coinvolgere su larga scala soggetti istituzionali, soggetti professionali e soggetti imprenditoriali per fare, insieme, dapprima una ricognizione delle vocazioni del territorio, quindi delle risorse finanziarie, per realizzare in comunione d’intenti, una programmazione dal basso e non verticistica. Ci sono stati apprezzamenti, peraltro giustificati e meritati. Comune e Provincia che puntavano ad uno stesso obiettivo, apriva un capitolo nuovo nei rapporti istituzionali. E metteva in risalto soprattutto come fosse
rimarchevole l’assenza della Regione con un suo proprio Piano di Assetto Territoriale (Pat). Un piano, cioè, sovradimensionato cui fare riferimento e a cui attenersi per non creare possibili sovrapposizioni o contrapposizioni. Ma la Regione è stata assente in quella circostanza e continua ad esserlo, lasciando il territorio in balia di progetti e programmi finalizzati non al bene comune ma all’interesse di parte. Difatti, continua a non porsi la necessità di un Pat e ad ignorare l’urgenza quantomeno di una legge urbanistica che in qualche misura potrebbe aiutare a salvaguardare il Molise dalle speculazioni . Anche il Piano paesaggistico affidato all’università del Molise sembrava in dirittura d’arrivo, poi si sono perse le tracce. Per cui il Molise (territorio) è terra di nessuno. Gli speculatori possono farne ciò che vogliono (anche le centrali a biomasse!). I Piani (territoriale del Comune, e di coordinamento della Provincia) erano statati mossi dalla necessità di porre fine al qualunquismo, sebbene riferito a porzioni specifiche del territorio di dimensione intercomunale e provinciale. Il Piano Strategico Territoriale (Pst) infatti avrebbe coinvolto
21 Comuni tra quelli che fanno corona al capoluogo: Baranello, Busso, Campodipietra, Campolieto, Castellino del Biferno, Castropignano, Cercemaggiore, Cercepiccola, Ferrazzano, Gildone, Jelsi, Matrice, Mirabello, Montagano, Oratino, Petrella Tifernia, Ripalimosani, San Giovanni in Galdo, San Giuliano del Sannio, Toro e Vinchiaturo. Il Piano Territoriale di Coordinamento poggiava la sua ragion d’essere sulle indicazioni progettuali degli esperti Gerardo Grasso, Nicola Putrella e Giuseppe Russo e sulla consulenza di Roberto Infelice e Francesco Bozza per migliorare le varie matrici del territorio: da quella socio-economica a quella ambientale, insediativa, produttiva, infrastrutturale e storico-culturale. L’obiettivo era: trascendere i confini campanilistici e gli egoismi localistici nei settori della pianificazione urbanistica, dello sviluppo economico, della pianificazione sociale, del marketing territoriale, della comunicazione e dei servizi telematici. Era. Ma non è stato. Tempo e soldi persi. La storia, purtroppo, continua. Dardo
Non c’è futuro senza la centralità dell’agricoltura di Pasquale Di Lena Il saluto che l’altro giorno Papa Francesco ha rivolto ai rappresentanti della Coldiretti, in udienza per i 70anni di vita di quest’organizzazione che ha segnato la politica agricola di questo nostro Paese, è un documento da diffondere, non solo in tutte le parrocchie ma anche nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, per la forza della verità che il messaggio esprime. Un documento che dovrebbero far proprio, insieme con la Coldiretti, tutte le altre organizzazioni rappresentanti del mondo contadino, sia dei produttori singoli sia associati, e renderlo occasione d’incontro e di approfondimento per alzare barriere contro i venti di crisi che continuano a soffiare sulle campagne e, così, rimboccarsi le maniche per tracciare nuovi percorsi che portano a segnare i traguardi che si vogliono raggiungere domani. Un documento che mette in grande evidenza il vuoto culturale e politico, che dura da oltre cinquant’anni in questo nostro Paese, più che in altri, abbagliato, ancora oggi, da uno sviluppo tutto all’insegna dello spreco, in primo luogo del territorio e, con esso, del suolo fertile, cioè della fonte della principale energia per l’uomo, il cibo. Altro che pale eoliche, biomasse, biogas, inceneritori, trivellazioni, altre autostrade e altri palazzi, allevamenti superintensivi! Cioè quell’insieme di opere e manufatti che servono, in cambio di un arricchimento esagerato di speculatori e criminalità organizzata, a rubare sempre più terreno fertile,
occupazione, domani alle nuove generazioni. Papa Francesco, pensando a queste attività e alla sempre più diffusa sottrazione di terra all’agricoltura, ritorna a parlare del dio denaro per dire “E’ come di quelle persone che non hanno sentimenti, che vendono la famiglia, vendono la madre, ma qui è la tentazione di vendere la madre terra”. Ed ecco che, dopo aver rilevato la centralità dell’agricoltura “Davvero non c’è umanità senza coltivazione della terra; non c’è vita buona senza il cibo che essa produce per gli uomini e le donne di ogni continente”, afferma un’altra centralità che è quella dei protagonisti, cioè “L’opera di quanti coltivano la terra, dedicando generosamente tempo ed energie, si presenta come una vera e propria vocazione. Essa merita di venire riconosciuta e adeguatamente valorizzata, anche nelle concrete scelte politiche ed economiche”. Scelte politiche, purtroppo, che, nel segno della continuità con un passato di sessanta anni e più, caratterizzato da un processo che, di fatto, ha messo da parte l’agricoltura
dando spazio a un assistenzialismo che ha impoverito i coltivatori, trasformandoli in schiavi delle multinazionali. La verità è che neanche la pesante crisi economica è riuscita a far capire ai governi di questo Paese, in particolare all’attuale, il valore del territorio e la centralità della sua agricoltura, fondamentale per dare un perno alla ruota dell’economia se si vuole che giri, e giri nel senso giusto, lungo il percorso che porta, invece di chiudere, al domani. Ed è così che, oggi più che mai, il rischio è la sopravvivenza stessa dell’agricoltura contadina, la sola che è in grado di esprimere il territorio italiano nelle sue molteplici variazioni e di produrre cibo di qualità, quello che ha nell’origine la sua ragione di essere tale. Papa Francesco si pone e pone degli interrogativi “La sfida è: come realizzare un’agricoltura a basso impatto ambientale? Come fare in modo che il nostro coltivare la terra sia al tempo stesso anche un custodirla? Solo così, infatti, le future genera-
zioni potranno continuare ad abitarla e a coltivarla”. Continua per poi rivolgere un invito e una proposta. “L’invito è quello di ritrovare l’amore per la terra come “madre” – direbbe san Francesco – dalla quale siamo tratti e a cui siamo chiamati a tornare costantemente. E da qui viene anche la proposta: custodire la terra, facendo alleanza con essa, affinché possa continuare a essere, come Dio la vuole, fonte di vita per l’intera famiglia umana. Questo va contro lo sfruttamento della terra, come se fosse una cosa senza rapporto con noi - non più la madre -, e poi lasciarla indebolire e abbandonarla perché non serve a niente. È proprio la storia di quest’alleanza…: la storia di un’agricoltura sociale dal volto umano, fatta di relazioni solide e vitali tra l’uomo e la terra, Relazioni vitali: la terra ci dà il frutto ma anche la terra ha una qualità per noi; la terra custodisce la nostra salute, la terra è sorella e madre che cura e che sana”. Ancora una volta, come non concordare con il Papa, che parte dalla realtà per affermare verità che, se ascoltate soprattutto da chi ha il compito di diffonderle e spiegarle, possono far capire alla politica, alla cultura, alla classe dirigente che c’è bisogno di un nuovo percorso? Nuovo, con tante tappe e traguardi da raggiungere per vivere un domani migliore, qual è quello che parte dall’affermazione della centralità dell’agricoltura. Una centralità indispensabile per ridare forza al territorio, alle sue risorse e ai suoi valori, in particolare alla
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Campobasso
7 8 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Cittadella dell’Economia, colpita e affondata Selvapiana è un deserto, un luogo in disfacimento, un sogno in dissolvimento, una speranza vanificata L’accrocco umano è stato di primissima qualità politica e amministrativa. Mai prima era capitato di annoverare allo stesso tavolo di lavoro i rappresentanti della Regione Molise, della Provincia di Campobasso, del Comune capoluogo di regione, dell’Unione delle Camere di commercio del Molise e del Patto Territoriale del Matese: Michele Iorio, Nicolino D’Ascanio, Peppe Di Fabio, Paolo di Laura Frattura ed Enrico Colavita col dichiarato intento di “arricchire il destino del Molise e di realizzare crescita e sviluppo”. Obiettivo di cotanta nobiltà politico-amministrativa era: rendere la Cittadella del’Economia di Selvapiana il luogo della crescita programmata e della coesione socio-economica. Ambizioso il progetto; ambiziosi gli uomini che se ne facevano carico. Il punto di saldatura era la valorizzazione delle potenzialità economiche, della cultura e dei saperi
(manifatturieri) molisani. Appunti e riflessioni elencati in bella copia in un convegno che solo qualche anno fa è stato tenuto a Campobasso sullo sviluppo sostenibile e partecipativo. Alcuni uomini di quell’accrocco istituzionale sono tutt’ora protagonisti della vita pubblica molisana, seppure a ruoli invertiti (Iorio e di Laura Frattura), altri fuori della scena (D’Ascanio e Di Fabio) ma con una scia di atti e provvedimenti alle spalle che ancora incidono sulle strategie realizzate e realizzabili, altri ancora (Colavita) apparentemente ai margini, ma con un peso specifico importante essendo stato un tempo antagonista e altro tempo sodale dell’attuale neo presidente regionale, comunque una presenza incombente nell’area della Sinistra. Quell’accrocco, come stiamo facendo cenno, appena qualche anno fa è stato protagonista di un annuncio
di progresso e di fattività amministrativa dinanzi, si pensi un po’, ad operatori economici della Serbia, ospiti con propri stand, progetti e proposte alla convention di Selvapiana, per dare un costrutto alla ipotesi di una collaborazione transnazionale nata da una serie di iniziative poste in essere da Unioncamere Molise (leggasi Frattura), dal Patto Territoriale del Matese per l’Occupazione (leggasi Colavita), dal Ministero per lo Sviluppo Economico e dalla rete dei Patti Territoriali italiani, in sinergia con la Regione Molise (leggasi Iorio). Dinanzi al Gotha della politica e dell’economia del Molise riunito nella speranza (taluni nella convinzione) che il passo da compiere meritava attenzione e partecipazione, garantito dalla massiccia presenza di vertici istituzionali e di realtà territoriali dotate di risorse, di uomini, di mezzi, di progetti e di prospettive, tutto quadrava a
meraviglia. Il convegno infatti era il compimento di un percorso ragionato e comparato. Difatti, nel corso dei lavori il Molise è stato raccontato in tutte le sue migliori peculiarità che i vari Iorio, D’Ascanio, Di Fabio, di Laura Frattura e Colavita rappresentavano, ciascuno per un verso o per l’altro (per una peculiarità e per l’altra), con un target di credibilità certificato dalla personale esperienza di amministratori. Cui si aggiungevano i prodotti, i brevetti, i progetti in esposizione, distribuiti sui quattromila mila metri quadrati dell’area fieristica. Alle corte. A Selvapiana hanno discusso tutti, e di tutto. Hanno discusso gli uomini delle istituzioni, le associazioni di categoria, le organizzazioni sociali, l’università, le Agenzie di lavoro, finanche le singole testate giornalistiche con una ampiezza di argomentazioni che
mai avrebbe lasciato immaginare che il seguito sarebbe stato un flop, un terribile flop. Selvapiana ora è un deserto, un luogo in disfacimento, un sogno in dissolvimento, una speranza vanificata. Se Iorio, bocciato dalle urne ha colpe, non di meno le hanno condivise i Frattura, i D’Ascanio, i Di Fabio e i Colavità. A ruoli invertiti, Frattura e Iorio, hanno tempo e modo di chiarire gli arcani che si portano dietro, di cui non hanno mai dato conto. Difatti, sulle defaillance, hanno solo taciuto o fatto finta di niente. Fidando nella memoria corta, cortissima, dei molisani ai quali, a ruoli invertiti, Frattura e Iorio si apprestano a replicare la commedia della propria vicenda umana e politica. Il Molise? Come le stelle, rimane a guardare. Dardo
Il Comune di Campobasso estromesso dalla programmazione E’ sconcertante assistere ad una maggioranza che non governa assolutamente il territorio. Che subisce passivamente scelte che piovono dall’alto e che balbetta in materia di programmazione, sviluppo economico, tessuto urbano e sociale. Un sindaco politicamente inconsistente, continuano duramente i consiglieri, che ha fatto ripiombare l’amministrazione ai tempi della Giunta Di
Fabio (quando Battista era assessore al Bilancio), momento buio della nostra città, ricordato per le vessazioni e le mortificazioni subite da parte di un esecutivo che ha esautorato in tutte le scelte le funzioni del consiglio Comunale e a volte del consiglio Regionale. Qualcuno dai banchi apostrofa “siamo passati dal sindaco al maggiordomo (Battista appunto)” e ab-
Aeromodellismo, Campochiaro in primo piano Il più grande evento internazionale si avrà nella piana del centro matesino CamPoCHIaRo. Presto in Molise, nella piana di Campochiaro, il più grande evento di Aeromodellismo mai programmato in Italia. Dopo Bologna nessuna regione ha mai ospitato una ‘due giorni’ internazionale di aeromodellismo in scala (ossia che ogni aeromodello ha una dimensione minima di circa 3 metri e massimo 5 metri) che nei modelli rasenta la perfezione nella forma e nella tipicità del volo. Finalmente il Molise vedrà avverarsi un sogno che molti amatori desiderano da anni. Un progetto che vedrà la luce fra qualche giorno quando Garofalo Giosuè arriverà da Modena, in Molise, ospite dei Borghi d’Eccellenza e del coordinatore Maurizio Varriano, per programmare l’evento e, perché no, per far visita ad una regione ancora bella ed incontaminata come la nostra che ha tantissime potenzialità inespresse e tantissime possibilità di sviluppo nel settore turismo. Privati che investono, in sostanza, con il sostegno delle associazioni per un nuovo modello di turismo ed un nuovo modello di intendere e di promuovere il territorio, una sfida notevole e piena di difficoltà che vede le cittadine
dell’Abruzzo, in primis le vicine Rivisondoli e Roccaraso, fornirci un apporto considerevole anche in termini logistici e collaborare per lo sviluppo di un’intera area e di un territorio che, proponendo l’interscambio, manifesta leziosità e maestria nell’individuare le manifestazioni che al di fuori degli ordinari schemi offrono al territorio un ritorno in termini di presenze e di economia. Basti pensare ai campionati e ai raduni di pattinaggio, dalle gare nazionali ed internazionali di ogni disciplina da neve. Ed il Molise? “Per fortuna – commentano da Borghi d’Eccellenza – che l’Abruzzo è vicino ed in ordine di aggregazione ci permette di spingerci a programmare eventi unici, senza campanilismo, anche in Molise. La politica adesso non può più nicchiare e dormire sogni tranquilli. Deve essere in prima linea o, abdicare , nelle idee e nei progetti, in favore di chi vuole e promuove il territorio e produce economia. In Molise vi sono decine di associazioni e ditte private che spaziano in ogni settore, dallo sci all’alpinismo, all’escursionismo, al folklore, al teatro, al volo in parapendio, alla gastronomia.
biamo perso il ruolo di capoluogo. A livello regionale non sediamo ai tavoli di trattativa, ovvero di programmazione, e questa giunta non è in grado di difendere gli interessi della collettività. La drammaticità della vicenda politica e della inconsistenza di questa maggioranza, continuano i consiglieri di opposizione, si concretizza in tutta la sua pochezza nell’assistere
all’assenza della giunta in aula e nel non saper dare risposte al consiglio che puntualmente interviene sui temi specifici. l’assenza poi del vicesendaco ovvero dell’assessore all’urbanistica ha del clamoroso. interventi imposti dalla regione che stravolgono completamente l’assetto e lo sviluppo urbano della città non trovano alcun riscontro nell’immaginario piano di sviluppo urbano che
l’assessore dovrebbe presentare all’aula e di cui ad oggi non si ha traccia. Se ci va bene siamo messi male. Non ci resta che affidarci al buon governo del neo assunto “esecutivo tecnico” che racchiude tutta la giunta, Sindaco compreso, nella figura dell’eccellente dott. Antonio IacobuccI. Il Gruppo Civico
METTI IL CUORE AL SICURO: ANMCO LANCIA “LA BANCA DEL CUORE” Il progetto, unico al mondo, verrà presentato in occasione dell’inaugurazione della settimana di “Cardiologie Aperte 2015”, alla sua sesta edizione Roma, 6 febbraio 2015 – Incontri, dibattiti, attività di educazione sanitaria, gazebo in piazza in cui si potranno effettuare gratuitamente screening cardiologici: riparte dal 9 al 15 febbraio 2015 la settimana di Cardiologie Aperte. L’appuntamento annuale, organizzato ormai da 6 anni, coinvolge tutti i cardiologi ospedalieri ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), presieduta dal dott. Michele Gulizia, e oltre 600 strutture con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione nei confronti dei problemi cardiovascolari e di tutti gli atteggiamenti e stili di vita pericolosi per il cuore. Quest’anno, in occasione dell’inaugurazione della settimana, il 9 febbraio, ANMCO e Fondazione per il Tuo cuore lanciano una novità assoluta, “La Banca del Cuore”: un enorme registro
elettronico in grado di raccogliere i dati clinici, dell’elettrocardiogramma e della pressione arteriosa di ogni cittadino italiano. Le informazioni raccolte saranno conservate nella “cassaforte del cuore”, sempre disponibili e consultabili grazie al “BancomHeart”, una card riportante le credenziali individuali: uno User Id (il proprio codice fiscale) e una password segreta, conosciuta solo dal paziente. “E’ un progetto unico al mondo, che permetterà di creare e usufruire di una banca dati sconfinata, che il cittadino potrà consultare personalmente o mettere a disposizione del proprio medico, per ottenere informazioni che, in alcuni casi, possono rivelarsi vitali”, commenta il Presidente dell’ANMCO, dott. Michele Gulizia, ideatore della
“Banca del Cuore”. Insieme al dott. Gulizia, il Presidente della Fondazione per il Tuo cuore, Prof. Attilio Maseri, si è occupato di diffondere il progetto: “Si tratta di una vera e propria rivoluzione – afferma - che semplificherà la gestione della propria salute ai cittadini e il lavoro ai medici. Grazie a questo sistema le informazioni sulla propria salute cardiovascolare saranno al sicuro in caso di smarrimento della documentazione cartacea e accessibili in qualunque momento, anche dall’estero”. Il Molise ha dato piena adesione all’iniziativa, comunicando che la struttura sanitaria coinvolte in Cardiologie Aperte e presso cui tutti i cittadini interessati potranno ritirare il “BancomHeart” è l’Ospedale A. Cardarelli di Campobasso.
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Isernia
8 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Vogliamo vivere con dignità” I cittadini di Agnone hanno ribadito a Frattura la necessità del mantenimento dell’ospedale aGnone. A prendere la parola per primo Franco Di Nucci, del comitato Art 32, che ha sottolineato come l’”ospedale di area disagiata” – questo è quanto si prevede per il Caracciolo – ancora non è stato messo in opera, le strutture in Italia sono in fase di organizzazione e spesso ci sono problemi per le emergenze”. “Prima bisogna assicurare un’organizzazione alternativa e poi si può fare riordino” – ha precisato Di Nucci -. Noi stiamo lottando per ospedale di area disagiata, relativo
ad aree di montagna”. Armando Sammartino ha fatto un excursus delle azioni giudiziarie intraprese a difesa dell’ospedale a partire dal 2011, ricordando che lo scorso anno è stato avviato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica firmato dal sindaco Michele Carosella, amministratori e comitati. E poi le tante diffide ai vertici sanitari: l’ultima risale a gennaio di quest’anno. Senza dimenticare il ricorso al Tar, la cui udienza di merito è fissata a maggio 2015.
“Siamo per una protesta civile ma dove le orecchie non arrivano bisogna alzare la voce”, ha concluso Sammartino, puntualizzando che ancora una volta è in atto uno smantellamento progressivo dell’ospedale. Enrica Sciullo, presidente de Il Cittadino c’è, ha ripercorso le ultime vicende che vedono la sospensione delle attività degli anestesisti, rivelando tutta la precarietà del sistema di emergenza-urgenza. “L’anestesista serve anche per i pazienti ricoverati
in medicina – ha precisato – fino a qualche giorno fa il trasporto pazienti critici era assicurato dall’ ambulanza con l’ anestesista a bordo. Poi è arrivato un provvedimento che indica tale ruolo al 118, ma il giorno successivo è giunta un’altra comunicazione che dice che invece ad occuparsene deve essere la struttura, a in che modo? Come per il pediatra ospedaliero l’ anestesista è fondamentale”. Don Francesco Martino ha ricordato che con pochi medici – 3 in medicina, 4
in chirurgia, 2 in radiologia, uno più 2 biologi al laboratorio analisi – si è riusciti a garantire il funzionamento dell’ospedale. “Molti errori derivano da scelte del passato quando non è stato potenziato il pronto soccorso -ha detto – ma si è puntato sull’attività aggiuntiva pagata a pochi medici dell’ospedale. E’ stato così molto facile smontare questo sistema. A ciò si aggiunge che alcuni medici di base sono stati messi a lavorare al 118 senza la specializzazione necessaria”.
La Forestale scopre un cumulo di rifiuti abbandonati A Venafro, denunciato il titolare di una ditta edile Venafro – Nell’ambito dei controlli territoriali finalizzati alla tutela e alla salvaguardia del patrimonio ambientale e paesaggistico, una pattuglia del Comando stazione Forestale di Venafro nei giorni scorsi ha notato un cumulo di rifiuti abbandonati provenienti da attività di demolizione su un terreno di proprietà privata in località “S. Riparata” nel comune di Venafro. Al momento non vi era alcuna persona sul posto ma solo un escavatore cingolato con il quale era stata
aperta una grossa buca nel terreno. Le indagini sono state immediatamente avviate dai forestali e sono durate poche giorni. Appostamenti e pedinamenti, infatti, hanno consentito di cogliere sul fatto la persona responsabile dell’abbandono dei rifiuti, trasportati sul posto tramite un autocarro, e che, utilizzando l’escavatore, aveva realizzato la grossa buca la quale, presumibilmente, sarebbe stata utilizzata per l’interramento e l’occultamento dei medesimi.
All’uomo, un 45enne titolare di ditta edile residente in Venafro, è stato chiesto di esibire la necessaria documentazione, ma i controlli hanno rivelato che questi non era fornito delle autorizzazioni per il trasporto e lo scarico dei rifiuti. L’imprenditore è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per aver svolto attività di raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi in assenza di iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, nonché per aver utiliz-
zato un’area privata come sito di stoccaggio abusivo. Gli automezzi, ovviamente, sono stati sottoposti a sequestro penale, già convalidato dalla magistratura. Si tratta di reato ambientale che si è consumato in un’area tutelata dalla normativa paesaggistica e poco distante dal Sito di Interesse Comunitario “Rio San Bartolomeo”, prontamente contrastato dagli uomini della Forestale, quotidianamente impegnati nella salvaguardia del territorio.
Strepitosa vittoria del Comitato davanti al Giudice di pace di Isernia Ieri sono arrivate le sentenze definitive di tutti i ricorsi presentati e tutelati dal Comitato PROTRIGNINA degli automobilisti che avevano subito il verbale dal Comune di Macchia D’Isernia per l’autovelox posto sulla strada statale 87 cosidetta “venafrana” che congiunge Isernia a Venafro. Tutti i ricorsi sono stati ammessi!!! In alcuni la Prefettura di Isernia è stata condannata anche al pagamento delle spese di € 100,00 Invitiamo gli automobilisti in elenco
a recarsi presso la nostra associazione al fine di rilasciare la delega all’ufficio di Presidenza per il ritiro delle sentenze. “ Ci sono pervenuti tanti attestati di stima e riconoscimenti per la battaglia vinta contro il Comune di Macchia D’Isernia , li ringrazio ma noi abbiamo fatto solo il nostro dovere. Invito gli automobilisti a recarsi presso la nostra associazione dove troveranno sempre assistenza e collaborazione concreta.. A noi non piace vendere fumo!!!
Voglio testimoniare e ringraziare calorosamente per il lavoro svolto e la collaborazione prestata il segretario del CSA-Fiadel Feliciantonio Di Schiavi di Pietrabbondante, <un uomo come pochi> competente e vero araldo e rappresentante dei cittadini contro le ingiustizie e le azioni vessatorie della pubblica amministrazione.” Altri ricorsi sono depositati ed in attesa di esito, che molto probabilmente sarà positiv0 per gli automobilisti.
La dieta mediterranea mette a segno un altro colpo: benefici anche per i diabetici Lo dicono i ricercatori Neuromed dello studio Moli-sani: aderire a questo modello riduce il rischio di mortalità nei soggetti con diabete La dieta mediterranea riduce il rischio di mortalità nei soggetti diabetici. È questo il risultato di una ricerca condotta dall’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Neuromed su circa duemila persone reclutate nell’ambito dello studio Moli-sani e pubblicata sulla rivista European Journal of Preventive Cardiology. Che la dieta mediterranea offrisse vantaggi notevoli per la salute era cosa nota, ma ora lo studio Neuromed, condotto dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione, diretto dal prof. Giovanni de Gaetano, contribuisce a chiarire il ruolo di una sana alimentazione anche in persone considerate ad elevato rischio cardiovascolare, come appunto i soggetti con diabete di tipo 2 per i quali il regime alimentare gioca un ruolo cruciale nella gestione della malattia Aderire al modello alimentare mediterraneo, caratterizzato da un prevalente consumo di frutta, verdura, cereali, legumi, olio d’oliva
come fonte principale di grassi e vino moderato ai pasti, rappresenta quindi un punto di forza per i soggetti con questa patologia. “Pochi studi hanno indagato il rapporto tra alimentazione e mortalità nei soggetti diabetici – spiega Marialaura Bonaccio, del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed - La maggior parte delle ricerche si è concentrata sullo studio di singoli alimenti o nutrienti, ma le persone mangiano cibi, non nutrienti, e inoltre li combinano in modi diversi. Ecco perché abbiamo voluto studiare il ruolo di un vero e proprio modello alimentare, come appunto la dieta mediterranea tradizionale. Dal nostro studio è emerso che chi aderisce in modo soddisfacente a questo modello ha un rischio di mortalità per qualsiasi causa, o specificatamente di tipo cardiovascolare ridotto di oltre un terzo. Ma la ricerca non si è fermata solo a questi dati. Gli autori hanno infatti voluto verifi-
care quali alimenti contribuissero maggiormente a spiegare l’effetto benefico della dieta mediterranea nella riduzione del rischio di morte. “Con un’apposita procedura statistica spiega Augusto Di Castelnuovo, dello stesso Dipartimento - siamo stati in grado di fare un sorta di classifica dei cibi appartenenti alla piramide alimentare mediterranea che maggiormente garantiscono protezione contro la mortalità nel diabetico. Ciò che è emerso è che l’alcol bevuto in moderazione, il consumo elevato di verdura e frutta e povero di latticini e carne, sono gli elementi che più contribuiscono all’effetto protettivo. Resta il fatto che è comunque la dieta nel suo insieme a fare la differenza e non il consumo di un singolo alimento”. “Gli interventi tradizionali miranti a ridurre la mortalità cardiovascolare nei soggetti con diabete non hanno portato finora a risultati
concreti - commenta Licia Iacoviello, Capo del Laboratorio di Epidemiologia molecolare e nutrizionale. - È interessante però notare come nessuno degli interventi proposti finora abbia testato l’efficacia dell’alimentazione mediterranea. Al contrario, molti di questi interventi si sono concentrati principalmente sulla riduzione del consumo di grassi, alcol e zuccheri, sebbene abbiano anche promosso un aumento di fibre e verdura. La ricerca emersa dal Progetto Molisani, invece, aggiunge un’informazione importante per le strategie di prevenzione nelle persone con diabete”. Oltre 3 milioni di persone in Italia soffrono di diabete di tipo 2. Nel 2030 questa patologia sarà la settima causa di morte nel mondo, con tutto il carico umano e sanitario che ne consegue. La prevenzione risiede principalmente nello stile di vita, alimentazione inclusa. Ancora una volta la dieta mediterranea offre risposte concrete.
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Termoli
Tutto quello che gli altri non dicono
8 febbraio 2015
senza alcun finanziamento pubblico
Si al progetto di risanamento acustico lungo la A14
A Termoli è stato approvato il piano contro l’eccessiva rumorosità TERMOLI. E’ stato approvato il piano di risanamento acustico ai sensi della legge quadro 447 del 95, con cui la società Autostrade per l’Italia dovrà mettere in sicurezza riguardo i rischi di eccessiva rumorosità i 18 chilometri del tratto dell’A14 che attraversa da Nord a Sud il territorio della città di Termoli. Varrà per il tratto dal km 472,300 al km 490,654, classificato come macro-intervento 209. Diversi i quartieri interessati, da Colle della Torre e Contrada Fucilieri e Vallicelle a contrada Airino e Porticone, per poi svilupparsi tra Colle Macchiuzzo e Difesa Grande. A creare i maggiori pro-
blemi il transito dei mezzi pesanti sui viadotti e in qualche segmento i pannelli fonoassorbenti sono già stati installati da tempo su pressing dei residenti. Ora l’intervento sarà tombale, nel senso che dovrebbe attutire questa problematica per l’intero nastro d’asfalto a due carreggiate che separa la città. Un deciso giro di vite che ha avuto la sede decisionale nella riunione convocata a Roma lo scorso 21 ottobre, conferenza di servizi con Ministero, Comune, Regione, Provincia e i vari enti e società che utilizzano il suolo per accertare la conformità urbanistica degli interventi di risanamento acustico.
Telefonate anonime, denunciato un uomo Il contenuto delle telefonate prefigurava possibili attentati nelle scuole TERMOLI. Personale della DI.G.O.S. della Questura di Campobasso, in equipe con personale dal locale G.I.C.O. dipendente dal Nucleo P.T. Guardia di Finanza, al termine di complessi accertamenti investigativi, riusciva ad identificare l’autore di alcune telefonate anonime, effettuate nella prima metà del mese di Gennaio da cabine pubbliche ubicate in territorio Basso Molisano e dirette all’utenza di pubblica utilità “117” della Sala Operativa del Comando Provinciale della Guardia di Finanza. Il contenuto di dette telefonate, tra l’altro, prefigurava possibili attentati nei confronti di alcune scuole primarie ricadenti nei territori di Termoli, Vasto e Pescara. Attesa la gravità di quanto preannunciato con le medesime, la Procura della Repubblica di
Larino delegava congiuntamente alla DI.GO.S. ed al G.I.C.O. l’esecuzione di complesse indagini tese a pervenire all’individuazione dell’anonimo delatore, il quale, tra l’altro, in più di una circostanza, aveva camuffato la propria voce al telefono simulando un accento maghrebino. Grazie alle prefate attività, condotte sia con metodi tradizionali sia riscontrando i dati con ulteriori emergenze derivanti da sofisticate analisi di natura squisitamente tecnica, poste in essere in perfetta sinergia da entrambi i citati organismi di Polizia, l’autore delle telefonate veniva quindi individuato e deferito a piede libero alla stessa Autorità Giudiziaria Frentana per il reato di “Procurato allarme presso l’Autorità” ex art. 658 C.P.
Cyberbullismo: un arresto per estorsione I Carabinieri di San Martino hanno colto in fallo un 23enne italiano SAN MARTINO IN PENSILIS. I militari della Stazione Carabinieri di San Martino in Pensilis hanno tratto in arresto un 23enne italiano (P.G.) con l’accusa di essere autore di estorsione ai danni di una persona minorenne (sul conto della quale si mantiene il più stretto riserbo). L’atto è scaturito nella flagranza del reato, dopo che il giovane aveva ricevuto cento eurodalla parte offesa, denaro che è stato rinve-
nutodagli operanti e restituito. L’intervento pone termine ad un periodo di ripetute vessazioni perpetrate attraverso un noto applicativo informatico per la comunicazione istantanea, con il quale l’autore ha prospettato alla vittima le proprie minacce e conseguenti richieste di denaro. Esse sono consistite nell’intendimento di divulgare sulla rete notizie imbarazzanti e strettamente tutelate da privacy, informazioni di cui l’autore
era effettivamente in possesso. Il giovane arrestato è stato condotto presso la Casa Circondariale e di Reclusione di Larino, in attesa delle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria. L’attività compiuta, pur inquadrandosi nel contrasto ai fenomeni di criminalità comune, è stata anche sviluppata con alcuni dei nuovi criteri di acquisizione di fonti di prova da strumenti informatici (nel caso di specie te-
lefoni cellulari), talvolta ancora erroneamente ritenuti garanzia di anonimato e, quindi, impunità. L’invito rivolto ai cittadini è, come di consueto ed anche per questa specifica forma di reato (genericamente nota anche come computer crimes), di segnalare immediatamente i casi onde consentire la più pronta attivazione dei mezzi d’individuazione degli elementi utili alle indagini e il più efficace intervento sugli autori.
“No al centro hub di San Giuliano” Il senatore Ulisse Di Giacomo ha presentato un’interrogazione in Senato SAN GIULIANO DI PUGLIA. Premesso che nella seduta della Conferenza Unificata Stato – Regioni – Enti Locali del 10 luglio 2014 è stato approvato il “ Nuovo Piano Nazionale di Accoglienza “ per le Politiche Immigratorie. Letto che il suddetto Piano, al punto 3 recita testualmente: “ …..appare necessario programmare la distribuzione dei migranti secondo i seguenti criteri di ripartizione regionale: 1) omissis . 2) esclusione sia dei Comuni colpiti da terremoti che rientrano nel cratere sismico e sia Comuni interessati da sopravvenute situazioni di emergenza . 3) omissis. Considerato che in Molise il Tavolo di Coordinamento Regionale ha individuato come Centro Hub di accoglienza di ben 400 migranti il villaggio di legno situato nel Comune di San Giuliano di Puglia, tristemente
noto per essere il Comune al centro del cratere del sisma del l’ ottobre 2002 che causò la morte di 27 bambini di una scuola elementare. Constatato che il suddetto Comune insiste in un territorio caratterizzato da vie di comunicazioni disastrate, dall’ assenza di idonee strutture sanitarie di emergenza e dalla mancanza di sufficienti presidi delle Forze dell’Ordine che dovrebbero vigilare sulla nuova situazione, e che tutta l’area presenta già ora una situazione socio-economica allarmante. Chiede di sapere quali provvedimenti urgenti si intendano adottare per sospender la decisione che individua il Comune di San Giuliano di Puglia come Centro Hub Regionale per il Molise, e di riformare la decisione del Comitato di Coordinamento Regionale che contrasta con tutta evidenza con le disposizioni del Nuovo Piano di Accoglienza.