Sanita' impazza la giostra dei dirigenti

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 219 domenica 4 oTTobre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a Tommaso giagnacovo

ai molisani tagliano servizi e prestazioni

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Tommaso Giagnacovo. Il nuovo presidente della Coldiretti è riuscito, in breve tempo, a correggere il tiro politico della nave dei coltivatori diretti molisani. Da domani, l'organizzazione molisana sarà protagonista ad Expo Milano per presentare le eccellenze del territorio regionale. Un appuntamento importante per un'associazione che raccoglie le aziende del settore primario che hanno da sempre trainato l'economia di questo nostro territorio.

il Tapiro del giorno a Carmelo parpiglia

Il Tapiro del giorno lo diamo a Carmelo Parpiglia. Il delegato regionale allo Sport, mancando la Regione Molise di un assessore al ramo, va girando in lungo e in largo nelle manifestazioni che società e federazioni organizzano. Ma dimentica un particolare: il settore non ha bisogno di plauso e di applausi. Ci vogliono, anche, i soldi finalizzati da una vera programmazione sportiva sul territorio. A partire da una nuova legge nella quale fare confluire risorse finanziarie. Non si può plaudire chi opera a spese proprie senza sostenerne, anche in piccola parte, gli sforzi.

servizio a pagina 3


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 4 ottobre 2015

La Regione Molise ha dato per chiuso lo sportello per il finanziamento di progetti finalizzati a rendere energeticamente più efficienti gli edifici pubblici e le utenze energetiche pubbliche

18 milioni di euro sono tanti

Tanti sono anche gli enti pubblici molisani che hanno avuto la possibilità di presentare progetti per migliorare l’utilizzo delle fonti energetiche e di contenere la spesa Milioni di euro, 18 per l’esattezza, sono nella disponibilità della Regione Molise per finanziare progetti finalizzati a rendere energeticamente più efficienti gli edifici pubblici e le utenze energetiche pubbliche. Di questa azione tendente a ridurre gli sprechi di energia e di ottimizzarne l’uso se ne parla poco; rimane un campo per tecnici e specialisti, mentre dovrebbe essere materia di promozione e di divulgazione nella collettività per arrivare alla scadenze europee che prevedono per le abitazioni private consumo energetico pari a zero. La Regione Molise ha incaricato un professionista romano, il professore Livio de Santoli, di redigere il piano energetico regionale: un piano che razionalizzando le fonti energetiche e l’utilizzazione dell’energia prodotta, certamente non mancherà di indirizzare la collettività ad assumere atteggiamenti e comportamenti virtuosi. Frattanto, come diciamo, sono gli edifici pubblici e le utenze pubbliche ad essere chiamate in causa anche allo scopo di corrispondere al dovere di contenere la spesa pubblica di cui la voce “consumi energe-

tici” è una delle più cospicue. Intanto, il 22 giugno scorso la giunta regionale, sulla scorta del programma operativo regionale (por) Fesr 2007/2013 ha pubblicato un avviso rivolto alle amministrazioni comunali e agli altri enti pubblici della Regione Molise per il finanziamento di progetti finalizzati a rendere energeticamente più efficienti gli edifici pubblici e le utenze energetiche pubbliche”.

Quell’avviso disponeva di una dotazione finanziaria iniziale, pari a 4.000.000 e fissava il periodo di candidatura al Bando a partire dal decimo giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise. Ma è accaduto che l’Autorità di Gestione del Por Fesr 2007-2013 Massimo Pillarella ha provveduto ad incrementare la suddetta dotazione finanziaria di ulteriori

14.000.000 di euro portando l’ammontare complessivo delle risorse a 18milioni. Fissato il tetto della disponibilità finanziaria la Regione, sulla base delle candidature proposte dai potenziali beneficiari e in riferimento al grado di ammissibilità inteso come rapporto tra domande istruite positivamente e domande pervenute, nonché a potenziali rinunce e riduzioni degli importi per alcuni di essi, ha

posto in atto tutte le simulazioni possibili, arrivando alla ragionevole conclusione che lo stanziamento era da ritenere esaurito e per questa ragione, in ossequio al dettato dell’avviso in cui è scritto che “Ad esaurimento della dotazione finanziaria la Regione provvederà a pubblicare sul proprio sito istituzionale www.regione.molise.it e sul sito del Por Fesr www.moliseineuropa.eu apposito avviso di chiusura dello sportello”. Cosa che la Regione ha fatto con la determinazione del direttore generale Di Mirco il 24 settembre scorso. Per cui chi è dentro è dentro, e chi è fuori è fuori. 18 milioni di euro sono tanti. Tanti sono anche gli enti pubblici molisani che hanno avuto la possibilità di presentare progetti per migliorare l’utilizzo delle fonti energetiche e di contenere la spesa. Di questi, però, si vorrebbe conoscere il numero e l’identità. Proponendosi, quali amministratori avveduti e responsabili, benemeriti del contenimento dell’uso delle fonti energetiche e della spesa pubblica. Dardo

Da lunedì il Molise protagonista per quattro giorni al padiglione Coldiretti Da lunedì, 5 ottobre, i prodotti agroalimentari del Molise saranno grandi protagonisti all’EXPO 2015, nel Padiglione della Coldiretti, dove gli agricoltori costruiscono un contatto diretto, vivo e concreto con i visitatori, in un ambiente segnato dagli odori, i colori, le luci, le asprezze e le armonie della campagna italiana. Dal 5 all’8 ottobre prossimo le produzioni molisane saranno alla ribalta ad EXPO nel Padiglione Coldiretti “No Farmers No Party”, all’inizio del cardo sud, e manifesteranno attraverso gli imprenditori agricoli il legame tra l’economia e la società molisana con i suoi agricoltori, soffermandosi sui molteplici ruoli che essi svolgono, di produttori di beni, di custodi della bellezza della campagna molisana, di innovatori di prodotto, di propulsori delle comunità locali, a presidio del territorio. Un racconto che, all’interno di un allestimento che illustra la bellezza del contesto e della ricchezza produttiva italiana, punta sulla concretezza dell’assaggio dei prodotti agroalimentari tipici del Molise, facendo entrare fisicamente il visitatore nel mondo vero dell’agricoltore ed illustrando le bellezze molisane. “Siamo fortemente entusiasti e proiettati verso l’impegno che ci vedrà protagonisti dal 5 all’8 ottobre prossimo, nel Padiglione Coldiretti ad EXPO. – ha af-

Giagnacovo: “Proietteremo il meglio del territorio e dell’agroalimentare molisano”

fermato Tommaso Giagnacovo, presidente di Coldiretti Molise - Grazie a Coldiretti avremo modo di presentare al meglio l’agroalimentare, la cultura, il territorio e la

bellezza del nostro Molise. Saranno quattro giorni intensi, ricchi di iniziative e manifestazioni, che testimonieranno la vivacità e l’orgoglio della nostra regione, rurale per

definizione e da gustare per vocazione.” Saverio Viola, direttore di Coldiretti Molise, sottolinea: “Con Coldiretti offriremo l’opportunità di una vetrina eccezionale ai prodotti agroalimentari più rappresentativi del Molise e la possibilità alle nostre aziende di far conoscere ed insegnare a riconoscere i prodotti tipici, nonché il lavoro necessario per ottenerli. Offriremo pietanze tradizionali del Molise, cucinate da esperti, animeremo gli spazi espositivi con gruppi folk regionali, avremo approfondimenti con convegni e dibattiti.” Dal 5 all’8 ottobre l’agroalimentare molisano offrirà il meglio di sé all’EXPO, con continue iniziative a tema, avendo nel padiglione Coldiretti un grande proscenico dedicato al piccolo Molise dal cuore grande, pronto a far apprezzare le sue eccellenze.


TAaglio lto

3 4 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La direzione generale per la Salute ha conferito una serie di incarichi di responsabilità, in titolarità, in reggenza e in supplenza

La giostra è quella e il manovratore particolarmente disponibile a farla girare

Inconcepibile: la titolarità e la supplenza del Servizio programmazione della rete ospedaliera pubblica e privata, ossia il cardine dell’organizzazione sanitaria nel Molise, saranno individuate successivamente Organizzano, riorganizzano, per poi org aizzare di nuovo e di nuovo riorganizzare le strutture regionali, le Aree, i servizi gli uffici. Doveva essere un progetto/programma da affrontare globalmente e ricondurre ad una definita sistemazione, quantunque le dinamiche dell’attività amministrativa spesso portino o comportino mutamenti, aggiustamenti, adattamenti. Doveva provvedere il direttore generale Di Mirco ma non è ancora riuscito nell’impresa. Per cui si continua ad organizzare e riorganizzare in un moto perpetuo che certo non aiuta a stabilire concretamente le missioni dei singoli dipendenti e della dirigenza che, come trottole, spinte spesso da esigenze personali, si vanno ad adattare sulle poltrone che meglio ritengono facciano al caso loro. La giostra è quella e il manovratore particolarmente disponibile a farla girare. All’albo regionale fioccano gli avvisi per l’acquisizione di eventuali manifestazioni di interesse da parte del personale con qualifica dirigenziale che per lo più vanno deserti, sapendo che l’amministrazione può bellamente fregarsene e muoversi e decidere come meglio crede. Per cui ciò che avviene in materia di organizzazione e riorganizzazione è il risultato d’intese, di chiarimenti, di desiderata, di urgenze e di necessità. Le rotazioni, ad esempio, che dovrebbero essere una pratica oggettiva diventa un contemperamento dell’esigenza di garantire “un sufficiente grado di continuità dell’azione amministrativa”. Avviene che alla Regione Molise gli apparati dirigenziali passino la maggior parte del tempo a pensare come ripartirsi gli incarichi e come bilanciarli gli uni con gli altri. Ultimamente ne ha dato una dimostrazione concreta il settore della sanità, quello che più

CAMPOBASSO. Ha avuto luogo presso la Sala Giunta dell’ente, un incontro con i primi cittadini dei Comuni di Montelfacone del Sannio, Acquaviva Collecroce, San Felice del Molise, Castelmauro, i tecnici comunali e provinciali, su iniziativa del consigliere provinciale e sindaco di Roccavivara Franco Antenucci. Nodo cruciale, la viabilità, per la quale il presidente della Provincia, al cospetto degli amministratori, ha condiviso la necessità di dare priorità alla frana di Montefalcone (S.P.79), che sfocia verso Piano Caselle di Castelmauro e sul Ponte della S.P. 78, in agro di Castelmauro, vale a dire nel tratto che assorbe anche i territori di San Felice e Acqauviva Collecroce. Da tempo entrambe le strade sono chiuse al transito a seguito degli eventi meteorologici eccezionali del 5, 6 e 7 marzo 2015. A tal riguardo tutti hanno evidenziato come le difficoltà e i disagi siano

degli altri avrebbe necessità di poggiare uomini e cose su basi solide, stabili e responsabili. La direzione generale per la Salute ha conferito una serie di incarichi di responsabilità, in titolarità, in reggenza e in supplenza. A scanso di equivoci è stato ribadito che è stata effettuata una ponderata valutazione dei curricula professionali dei dirigenti regionali, nonché dei risultati da tutti conseguiti nell’esercizio dei precedenti incarichi di funzione. Il meglio del meglio. Attori e protagonisti di questa ennesima variazione, di questo ennesimo giro di valzer sono Lolita Gallo, cui è stata data la reggenza del Servizio di supporto al direttore generale; Francesco Sforza, titolare del Servizio autorizzazione ed accreditamento (supplente Riccardo Tamburro);

Michele Antonelli, titolare del Servizio livelli massimi di finanziamento (supplente Giovannina Magnifico); Riccardo Tamburro, titolare del Servizio controllo di gestione e dei flussi informativi (supplente Lolita Gallo); Giovannina Magnifico, titolare del Servizio politiche delle risorse umane del Servizio sanitario regionale (supplente Michele Antonelli); Lolita Gallo, titolare del Servizio programmazione economico-finanziaria del Servizio sanitario regionale (supplente Riccardo Tamburro); Antonella Lavalle, titolare del Servizio politica del farmaco (supplente Giovanna Bizzarro); Giovanna Bizzarro, titolare del Servizio programmazione servizi territoriali delle attività distrettuali e della medicina generale (supplente Antonella Lavalle); Michele Colitti, ti-

tolare del Servizio prevenzione, veterinaria e sicurezza alimentare (supplente Michele Colavita); Michele Colavita, titolare del Servizio programmazione della rete dei soggetti deboli (salute mentale dipendenze e salute nelle carceri) e dell’integrazione socio-sanitaria (supplente Michele Colitti). A conferma che mai nulla è definitivo, compiuto, ma tutto è in divenire, giusto per darsi una ripassata alla direzione generale per la Salute hanno deciso che la titolarità e la supplenza del Servizio programmazione della rete ospedaliera pubblica e privata, ossia il cardine dell’organizzazione sanitaria nel Molise, saranno individuate successivamente. Dardo

“Viabilità, la Regione tiri fuori i soldi” Interessati i comuni di Montefalcone, Acquaviva Collecroce, San Felice e Castelmauro le cui strade sono disastrate. Incontro in Provincia notevoli per le popolazioni di quei centri, soprattutto per l’aspetto legato alla difficoltà nel raggiungere scuole, lavoro e i presidi sanitari per l’ordinario e le emergenze. Una riunione anche in vista dell’avvicinarsi della stagione fredda che ci si augura non sia foriera di ulteriori disagi. Secondo intervento dell’ente, sarà incentrato sulla s.p. Campolieto – San Giovanni Galdo. Ovviamente la Provincia attende che la Regione intervenga stanziando fondi restituendoli nell’ambito del piano triennale viabilità, coprendo lo sforzo iniziale di Palazzo Magno, pressoché privo di disponibilità.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

4 4 ottobre 2015

Non sapendo creare le condizioni per lo sviluppo e il lavoro la Regione si sta ingegnando a sfamare i poveri

Di fronte all’emergenza povertà esiste un solo imperativo: fare meno chiacchiere e interventi immediati e concreti Dallo Stato il sostegno all’inclusione attiva e da Palazzo Vitale il reddito di inclusione sociale Bisogna essere poveri davvero (la selezione dei requisiti è quanto mai rigida e puntigliosa) per accedere al “Sostegno all’Inclusione Attiva” della cui linea d’indirizzo se n’è occupato il Tavolo Tecnico Nazionale sulla Povertà presso il Ministero del Lavoro definendo, appunto, il percorso per la presa in carico, da parte delle istituzioni locali (Comuni, Ambiti Territoriali di Zona, Regioni), dei soggetti economicamente fragili. I Cristiano Sociali che in parlamento hanno come espressione del Movimento il presidente della Commissione affari sociali, Donata Lenzi, sono particolarmente interessati al provvedimento e alla politica dell’assessorato regionale a loro più caro e vicino, quello di Michele Petraroia, il quale, il 13 luglio, ha tenuto una riunione operativa con enti In Molise quasi una famiglia su cinque è in stato di povertà relativa. Punto. Freddo dato di cronaca. Enunciazione statistica partorita dall’Istat che inchioda noi ad una realtà quasi inaccettabile, se non fosse così evidente, e chi ci governa, e ci ha governato, alle loro enormi, colpevoli, moralmente criminali responsabilità. 19.3% è la cifra esatta, al decimale. L’indice delle nostre difficoltà e della madornale incompetenza di chi, per anni ed anni, non ha saputo amministrare una regione con popolazione pari a meno della metà del quartiere Tuscolano di Roma; con dotazioni finanziarie che, se ci fossero state semplicemente (è un’iperbole ovviamente) distribuite pro-capite, avrebbero fatto di noi persone ricche. Tutti noi. Ed invece, inesorabilmente, giunta dopo giunta,

di patronato, Caritas diocesane, associazioni umanitarie, ambiti territoriali di zona e organizzazioni sindacali per discutere la proposta di regolamento relativo alla concessione del Reddito di inclusione so-

ciale attiva finanziato per 1 milione di euro con la legge regionale di stabilità 2015. Provvedimenti per alleviare la povertà: quello nazionale col “Sostegno all’inclusione attiva” e quello regionale appena detto. E’

stato naturale e spontaneo fare in modo che le due cose procedessero di pari passo e fossero equilibrate sul punto più delicato dell’intervento, vale a dire l’individuazione dei requisiti indispensabili per essere considerati poveri e come tali opportunamente assistiti. Per i Cristiano sociali, l’impostazione emersa dalla riunione del 13 luglio consente di avviare in Molise un percorso di sostegno con progetti di presa in carico dei nuclei familiari in forte difficoltà e dei soggetti socialmente ed economicamente fragili, partendo da coloro che non dispongono di alcun introito e di alcun reddito: poveri in canna. La ricerca dell’equilibrio tra il provvedimento nazionale e quello regionale per I Cristiano sociali consentirà di contrastare la povertà anche in attuazione della strategia europea inserita nei regolamenti Co-

munitari, nella misura in cui saranno applicate clausole di sbarramento per coloro che percepiscono altri redditi: i cosiddetti finti poveri. Verso i quali il partenariato istituzionale, le associazioni umanitarie, le forse sociali, gli Ambiti territoriali e gli enti di patronato presenti al tavolo di Pietraroia il 13 luglio si sono mostrati particolarmente severi, non mancando tra l’altro di offrire spunti di riflessione, emendamenti e proposte integrative sulla bozza di lavoro predisposto dall’assessorato alle Politiche sociali. Bene i tavoli, bene la partecipazione dell’universo assistenziale, bene i regolamenti, bene le clausole di sbarramento, ma di fronte all’emergenza povertà esiste un solo imperativo: fare meno chiacchiere e interventi immediati e concreti. Dardo

Istat: in Molise una famiglia su cinque è in stato di povertà relativa elezione dopo elezione siamo riusciti a fare il passo del gambero. A rosicchiare quanto i nostri padri erano riusciti faticosamente a costruire. Una famiglia su cinque è in condizione di povertà relativa. Da non credere. Una regione che non è stata sviluppata sotto nessun punto di vista. Né industria leggera, né servizi, agricoltura e zootecnia lasciate al livello minimo di sussistenza, degno di cinquant’anni fa e produttive solo di assistenzialismo. Di turismo è meglio non parlare, per carità di patria, considerate le potenzialità. Solo incompetenza, inettitudine, approssimazione. E pigrizia. La pigrizia di noi cittadini molisani che,

per decenni, abbiamo avuto la classe dirigente che abbiamo meritato. Senza il coraggio di cambiarla, di scegliere di non sceglierli più. Una classe dirigente che non è stata capace di agganciare il Molise al carro del Centro Italia che, sempre secondo lo studio dell’Istat, sta riducendo la sua distanza dal Nord. Mentre noi siamo a tutti gli effetti una realtà meridionale. Dove il tasso di povertà relativa è doppio rispetto al resto d’Italia. Questi sono i fatti. E per questo disastro abbiamo pagato, e paghiamo, la classe dirigente quanto il governatore della California e poco meno del presidente degli Stati Uniti d’America

(fate una veloce ricerca in rete e scoprirete che questa, invece, non è per niente un’iperbole). Ma la colpa è nostra quanto loro. Di chi, come noi, s’è sempre fidato e disinteressato, pensando al proprio orticello di conoscenze. Di chi, come noi, non ha saputo, o voluto, proporsi e mettersi in gioco per le responsabilità più alte. Di chi, come tutti noi, ha sempre lasciato che, per pigrizia, gente inetta, lentamente ma con costanza, ci portasse indietro. Una famiglia su cinque è in stato di povertà relativa. Ma scopriremo che la colpa è di chi c’era prima, e ancora prima; che stiamo lavorando, che bisogna avere fiducia. Invece bisogne-

rebbe solo avere coraggio. Il coraggio di ammettere che abbiamo sbagliato tutti e che questa è la classe dirigente che meritiamo; ed una volta maturata questa consapevolezza decidere di non commettere mai più lo stesso errore. Dovrà necessriamente venire un tempo in cui interessi spiccioli, convenienze personali, pigrizia non dovranno più condizionare scelte di interesse generale. Dovremo essere capaci di pretendere una classe dirigente, non solo nuova, ma non compromessa e non perpetuarla all’infinito. Pretendere risposte immediate ed, in mancanza, prendere decisioni senza appello.

Finanziato coi fondi per lo sviluppo territoriale nelle aree svantaggiate Il fenomeno del brigantaggio da metà alla fine dell’800 nel Molise ha avuto una notevole incidenza politica, sociale, economica e culturale. Lo hanno studiato in molti, ma molto c’è ancora da approfondire e da storicizzare. L’amministrazione comunale di Roccamandolfi, che il brigantaggio lo ha vissuto in misura particolarmente grave, intende analizzare più a fondo quel fenomeno, tant’è che ne ha fatto un progetto pilota di ricerca, valorizzazione e promozione del patrimonio storico identitario e culturale, e per questo dalla Regione ha ottenuto un finanziamento di 80mila euro dai fondi per lo sviluppo territoriale nelle aree svantaggiate. Un progetto serio, dob-

Il brigantaggio molisano nella storia del Matese e di Roccamandolfi biamo arguire, per ottenere un finanziamento di quella portata, che dovrtebbe servire a sfrondare l’alone di leggenda che avvolge il brigantaggio molisano e ricondurlo alla sua vera dimensione storica, accompagnato da documentazione e analisi incontrovertibili. L’entità del fenomeno, le sue implicazioni, le vittime che ha procurato meritano una rivisitazione in grado xdi farne uno spezzone perfettamente saldato alla realtà molisana così come è venuta dipanandosi nel tempo. I nomi di Caruso, Ciccaglione, Marchisio, Vardarelli

non possono rimanere nella leggenda; è bene che escano fuori nella loro reale dimensione umana e collocati storicamente. D’altronde, al progetto del Comune di Roccamandolfi è stata riconosciuta la validità dell’iniziativa e per questo finanziata.


TAaglio lto

5 4 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

257.338.926 euro per fronteggiare il mancato rispetto degli adempimenti previsti dal Piano sanitario di rientro

Carico di debiti amministrativamente in difficoltà politicamente irrilevante di fronte allo Stato e ai compiti statutari e istituzionali il Molise è una Regione sotto tutela L’accesso all’anticipazione di liquidità per 257.338.926 euro, ai sensi dell’ articolo 3 del Decreto legge 8 aprile 2013, numero 35, convertito con modificazioni dalla Legge 6 giugno 2013 numero 64, chiesto dalla Regione Molise, con due distinte note, il 28 febbraio e il 7 marzo 2014, s’è reso necessario per fronteggiare il mancato rispetto degli adempimenti previsti dal Piano sanitario di rientro, in relazione alla “realizzabilità degli equilibri finanziari nella dimensione e nei tempi programmati, in funzione degli interventi di risanamento, riequilibrio economico finanziario e di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, anche sotto il profilo amministrativo e contabile, per non mettere in pericolo la tutela dell’unita’ economica e dei livelli essenziali delle prestazioni”. Eccoci, dunque, di fronte a un altro “successo” della giunta Frattura che per 30 anni terrà impegnato il bilancio regionale e i molisani a pagare le rate e gli interassi dell’anticipazione. Un altro “successo” dell’incapacità a programmare e a decidere cosa fare e come fare per ridurre il deficit sanitario e per assicurare contestualmente il minino dei livelli accettabili di cura ed assistenza. Il ricorso all’anticipazione è stato un passo obbligato, previsto proprio per i casi in cui le Regioni nella condizione disastrata del Molise, non sono in grado di provvedere a se stesse e, in campo sanitario, alla salute dei propri cittadini. L’articolo 3, comma

di Lucio Pastore Ho letto su FB che il TAR Molise ha dato ragione al ricorso del Comitato S.S.Rosario di Venafro e si deve ritornare alla situazione del 2011. Tutto questo è legato all’inconsistenza ed incompetenza di una classe politica ed amministrativa incapace di presentare un Piano Sanitario Regionale organico in grado di risistemare tutto il SSR. Per difendere particolari interessi di soggetti privati o di clienti amici, si creano storture e forzature che rendono i piani di riordino oggettivamente incoerenti, deboli ed esposti a ricorsi giudiziari. Ha iniziato Iorio su questa strada ed, in piena continuità, Frattura si muove sulla stessa linea. L’unico piano accettato dal Tavolo Tecnico, quello di Carmine Ruta, è stato subito annullato da Frattura perchè riequilibrava il rapporto pubblico-privato. Ma anche il Tavolo Tecnico ha grosse colpe nel fallimento di questo riordino. I vari subcommissari inviati non hanno fatto altro

1, del decreto legge 8 Aprile 2013, numero 35, e le successive modifiche e integrazioni, prevede espressamente che, “al fine di favorire l’accelerazione dei pagamenti dei debiti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale, lo Stato è autorizzato ad effettuare anticipazioni di liquidità alle Regioni ed alle Province Autonome a valere sulle risorse per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti del Servizio Sanitario Nazionale di cui all’articolo 1, comma 10, del medesimo decreto”. Al finanziamento peraltro sono legati non pochi obblighi e prescrizioni,

giusto per mettere le cose in chiaro e far capire agli amministratori regionali che non sono all’altezza del compito, che le briglie sono saldamente nelle mani di chi li foraggia. La Regione deve pertanto predisporre misure, anche legislative, idonee e congrue di copertura annuale del rimborso dell’anticipazione di liquidità, verificate dall’apposito Tavolo di Verifica degli adempimenti; la presentazione di un piano di pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili, cumulati alla data del 31 Dicembre 2012 … e dettagliatamente elencati, rispetto ai quali il Tavolo di Verifica degli adempimenti

La pessima gestione della sanità pubblica che aggravare il debito e defunzionalizzare il SSR. Per non parlare dei governi centrali che per motivazioni politiche non hanno mai sostituito i commissari ad acta. Ora come fatto marginale si continueranno ad utilizzare ancora i dirigenti medici del Pronto Soccorso di Isernia per tenere aperto il Pronto Soccorso di Venafro rendendo non funzionanti entrambe le strutture, a dimostrazione dell’alto valore dell’attuale dirigenza dell’ASREM. Ma la cosa più grave è che in questo stato di marasma il sistema pubblico funziona sempre peggio mentre il privato convenzionato è costantemente e continuamente protetto. Il sistema si sta oggettivamente privatizzando trasformando progressivamente il diritto alla salute in merce. Non vorrei che tutto questa confusione non

regionali verifica la coerenza con le somme assegnate alla singola Regione …; il piano dei pagamenti può comprendere debiti certi, sorti entro il 31 Dicembre 2012, intendendosi tali i debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine. Il tasso di interesse a carico della Regione è pari al rendimento di mercato dei Buoni poliennali del Tesoro a 5 anni in corso di emissione”. Non appena formalizzata l’anticipazione, ovvero all’atto dell’erogazione, la Regione deve provvedere all’immediata estinzione dei debiti elencati nel piano di pagamento e dell’avvenuto pagamento e dell’effettuazione delle relative registrazioni contabili deve formale certificazione al Tavolo di Verifica degli adempimenti, rilasciata dal responsabile della Gestione sanitaria accentrata, ovvero da altra persona formalmente indicata dalla Regione. Carico di debiti, amministrativamente in difficoltà, politicamente irrilevante di fronte allo Stato e ai compiti statutari e istituzionali, il Molise è una Regione sostanzialmente sotto tutela, appena appena tollerata di esistere e in molti casi finanche derisa. Accade perché di fianco alla classe dirigente regionale viaggia in parallelo una realtà sociale, sindacale e culturale (la realtà economica n’è la conseguenza) che ha vissuto e vuole continuare a vivere di sussistenza. Dardo

fosse casuale ma determinata con machiavellica chiarezza. Ora la Regione Molise, per questo sfascio prodotto dalla pessima gestione politico-amministrativa, deve accendere un mutuo di 257 milioni che verrà riversato sulle spalle dei molisani con il vecchio mutuo già acceso dalla gestione Iorio, oltre le accise, tickets, tasse. E tutto questo per un sistema che funziona sempre peggio. Non sarebbe il caso di chiedere un audit popolare, così come richiesto da De Lellis, per analizzare il debito prodotto, individuare le diverse responsabilità, addossare quelle parti del debito a chi le ha generate per incompetenza ed interesse e pagare noi la sola quota parte che serve realmente al s i s t e m a ? Se questa classe politico-amministrativa non viene spazzata via la Regione Molise verrà completamente distrutta. Ma per fare questo dobbiamo passare da proteste virtuali a proteste reali. Ne saremo capaci?



Campobasso

7 4 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’Intergruppo attende ancora risposte Al sindaco Battista i consiglieri Ambrosio, Madonna e Colarusso avevano prospettato una serie di proposte CAMPOBASSO. I capigruppo a Palazzo san Giorgio dell’Udc, del P.p.I. e del C.d. (Ambrosio, Colarusso e Madonna) si sono di nuovo affacciati al proscenio politico e amministrativo ponendo al sindaco una lista di problemi che intendono vengano discussi e affrontatati con la necessità di arrivare ad una conclusione, non escludendo gli equilibri di presenza e di rappresentanza tra i gruppi che formano la maggioranza di centrosinistra. Leggendo “i dieci comandamenti” consegnati a Battista è chiara la natura strettamente politica della richiesta I consiglieri di estrazione moderata questa volta sono essenziali, determinati e con-

vincenti nella loro capacità di sostenere le ragioni che sollecitano una messa a punto della maggioranza e la riattivazione delle motivazioni che l’hanno fatta prevalere in campagna elettorale a danno del centrodestra. Chiedono la qualificazione del programma elettorale (uscire dalla genericità e puntare su obiettivi di crescita e di sviluppo precisi e qualificati); l’azzeramento delle deleghe agli assessori; la revoca degli incarichi ai consiglieri comunali; l’impegno a tempo pieno degli assessori; il potenziamento, a costo zero, della compagine di giunta (aumentare il numero degli assessori senza aumentare il costo delle indennità);

l’’istituzione di una cabina di regia sindaco – capigruppo; l’interazione degli assessori coi capigruppo; il coordinamento dei livelli istituzionali; il rafforzamento del raccordo del sindaco col presidente del consiglio comunale; la condivisione dei pre consigli e delle pre - giunte. Una rivoluzione copernicana; un modello istituzionale di vasta apertura politica e mentale, oltre che comportamentale, con la sottesa, quanto evidente, necessità di bilanciare il peso politico tra il Pd e i tre gruppi moderati: Udc, P.p.i. e C.d.. Presi uno ad uno i “comandamenti” dicono che la convivenza all’interno della maggioranza è abbastanza

compromessa ed il difetto maggiore sarebbero la interazione, il confronto e la partecipazione, oltre l’opportunità di ampliare la giunta per dare proprio all’intergruppo (Udc, P.p.i. e C.d.) una diversa e maggiore incidenza ( l’assessore Sabusco ormai è considerato un corpo politico totalmente asservito al Pd). Che dire delle partecipazione preventiva alla giunta. Sarebbe una forma di partecipazione diretta alle decisioni dell’esecutivo e non più, come capita, quando capita, una informazione indiretta. Cambierebbe un modo inveterato di essere e si aprirebbe uno scenario totalmente differente, in cui il senso della coalizione prende

forma e sostanza, oltre la condivisione di responsabilità. Da vedere però se il sindaco e la maggioranza terranno conto dei “comandamenti” e cosa seguirebbe ad una loro eventuale mancata applicazione. Non crediamo all’apertura di una crisi; tutt’al più assisteremmo ad un appoggio esterno dell’intergruppo alla giunta Battista e alla maggioranza di centrosinistra. Il modo peggiore di stare in bilico. Ciò che conforta il cronista, comunque, è il giudizio critico sul primo anno di governo. La valutazione ormai è unanime: il programma approvato non ancora trova una benché minima attuazione.

Al via la terza edizione di ORTI IN FESTA, la campagna di Legambiente dedicata all’orticoltura e al verde urbano. Dal 2 ottobre torna la terza edizione di Orti in festa, la campagna di Legambiente dedicata all’orticoltura e al verde urbano, che coinvolge scuole, comuni, cittadini, organizzazioni e aziende locali. La riappropriazione di uno spazio pubblico per la tutela della biodiversità, la diffusione di azioni di volontariato ambientale per la difesa del territorio, la promozione di percorsi formativi sull’educazione alimentare nelle scuole, sono alcuni degli obiettivi contemplati nei progetti di orti urbani di Legambiente. Con questi assunti, il Circolo Legambiente “E. Cirese” di Campobasso ha realizzato, nella ambito del progetto Socialorto, un orto sociale negli spazi prospicienti la residenza sanitaria assistita “Don Carlo Pistilli” di Campobasso, per rispondere, così, non solo al fabbisogno alimentare degli anziani ospiti ma, soprattutto, al bisogno di aggregazione inter-generazionale tra gli anziani stessi ed i minorenni a rischio di emarginazione sociale. Il progetto, finanziato con fondi otto per

mille della Chiesa Evangelica Valdese Unione delle chiese metodiste e valdesiha visto la collaborazione dell’Università degli Studi del Molise, del Comune di Campobasso e dell’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni del Molise – Dipartimento Giustizia Minorile. In pochi mesi, guidati da una studentessaiscritta presso il Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti dell’Università degli Studi del Molise e vincitrice di una borsa di

studio assegnata dal Circolo Legambiente “E. Cirese”, i volontari di Legambiente e gli adolescenti segnalati dall’U.S.S.M. hanno dato nuova vita ai terreni incolti prospicenti la residenza sanitaria assistita: la natura ha poi generosamente ripagato il lavoro con i prodotti della terra quotidianamente consumati dagli ospiti dalla struttura. In occasione della campagna nazionale Orti in Festa, il Circolo “E. Cirese”, il 5 ottobre prossimo a partire dalle ore 10.30, vuole por-

Il Tenente Colonnello Marco Bianchi è il nuovo comandante provinciale dei carabinieri di Campobasso Si è insediato il nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Campobasso, il Tenente Colonnello Marco Bianchi, il quale ha sostituito il Colonnello Andrea Bertozzi della Zonca che a sua volta ha assunto il suo nuovo incarico a Roma. Il Tenente Colonnello Marco Bianchi ha frequentato il 169° corso dell’Accademia Mili-

tare di Modena. Ha poi prestato servizio presso il 3° Btg. “Lombardia” di Milano; ha comandato il Nucleo Operativo della Compagnia di Milano Porta Monforte e successivamente le Compagnie di Alassio (SV) e di Montefiascone (VT) ed il Nucleo Operativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Ca-

gliari. Ha quindi prestato servizio presso la Sala Operativa del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e, nell’attuale grado ha comandato il Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Viterbo. Dal 2013 è stato Vice Comandante del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari in Roma.

tare la testimonianza dell’ “Socialorto in festa”: sarà una festa per gli anziani residenti nella struttura, per il quartiere, per la città, per chiunque voglia visitare il nostro orto, ma anche un’occasione di studio per chi ha scelto di fare della terra il proprio futuro Giornata di festa ma anche di studio, infatti: il prof. De Cristofaro, docente titolare della cattedra di “Controllo biologico e integrato” dell’ Università degli Studi del Molise, impartirà una lezione teorica riguardante le buone pratiche di gestione di un orto biologico agli studenti dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente di Campobasso facendo un focus sulla pratica della lotta biologica in agricoltura. Il Circolo di Legambiente “E. Cirese” approfitta di questa occasione di festa per ringraziare tutti i partner del progetto Socialorto e la Dirigente Scolastica Prof.ssa Rossella Gianfagna, ma in modo particolare gli anziani ospiti della casa di riposo “Pistilli” per i quali e con i quali in questi mesi si è avuto il piacere di riscoprire il valore di lavorare la terra.


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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

4 ottobre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

L’assassino torna sempre sul luogo del crimine di Stefano Testa* Se c’e’una prova provata delle responsabilità di Frattura e della sua Giunta sulla deriva negativa che ha colpito Isernia e l’intera provincia,questa e’ rappresentata dalla lettera che ultimamente Frattura ha inviato al ministro dell’Interno Alfano con la quale chiede di tener conto delle difficoltà in cui si trova questo pezzo di territorio molisano. È infatti risaputo che gli assassini tornano sempre sul luogo del delitto tanto che si filmano i funerali per analizzare chi sono i presenti sapendo che tra quelli che manifestano apertamente tristezza si cela sicuramente il reo. Questo rappresenta plasticamente la lettera che Frattura ha inviato ad Alfano. Durante la presidenza Frattura si sono avuti

vari provvedimenti contro Isernia (Sanità con il declassamento dello storico ospedale provinciale; perdita della possibilità di dotare il Molise di una infrastruttura come l’autostrada; ecc. ecc.) e mai e poi mai c’è stata una protesta formale capace di trasferire a Roma le problematiche socioeconomiche che attanagliano la nostra amata regione ed ancor più Isernia e il suo Hinterland. Non c’è stato un solo tentativo fatto nella Conferenza Stato-Regioni sulle questioni del Molise, del resto l’assenza in queste riunioni cruciali ne è la prova provata; ma la cosa che più angoscia chi come me ha deciso di restare nel Molise è rappresentata dal fatto che Frattura non ha avuto la capacità di fare squadra con i Presidenti delle due Regioni gemelle del

Molise: mi riferisco alla Basilicata ed all’Umbria. Queste regioni sono state trattate benissimo sulla sanità e quantunque hanno due provincie come il Molise conservano sia le Provincie, che le Prefetture, che tutti gli uffici periferici dello Stato. Tutto questo mi fa pensare che o siamo in presenza di un disegno criminale che tende ad esaltare il ruolo di Campobasso a discapito di Isernia, oppure siamo in presenza di personaggi che occupano immeritatamente posizioni apicali che in tempi recenti si conquistavano con il consenso nel partito e nell’elettorato. È incredibile ma Frattura non è riuscito ad allertare il PD che non ha prodotto un solo documento a difesa del sacco di Isernia; non è

riuscito a creare solidarietà con gli altri presidenti di regioni omologhe al Molise; non riesce neanche a parlare con Renzi limitandosi a scrivere una lettera ad Alfano. Tutto questo dimostra che siamo amministrati da incapaci che cercano di nascondere le proprie carenze scaricando responsabilità sugli altri. È tempo di avere rappresentanti capaci e che capiscono che le responsabilità sono esclusivamente di chi governa in quanto ha vinto le elezioni sulla scorta di un programma che a tutt’oggi non è stato minimamente attuato: intanto, parafrasando il titolo di un vecchio film, il PD rappresenta emblematicamente “Il silenzio degli innocenti”. *Ex consigliere comunale

Volturno senza barriere antipiene, perchè frantumate dalla corrente, sotto “Ponte del re” a Venafro Frantumate e distrutte da anni le barriere antipiene di ferro e cemento sul Volturno sotto “Ponte del Re” a confine tra Molise e Campania, ma non s’intravedono interventi riparatori. La gente del posto teme possibili esondazioni, danni e pericoli. La furia delle acque fluviali le ha spezzate e frantumate di netto, ma non s’intravedono interventi riparatori nonostante il pericolo di esondazioni ed allagamenti di terreni e proprietà private con conseguenti minacce per l’incolumità delle persone. Il riferimento è per le barriere antipiene di ferro e cemento realizzate sul fiume Volturno all’altezza del “Ponte del Re”, là dove Campania e Molise confinano. Tali manufatti, di grosse dimensioni e con tantissimo ferro e cemento impiegati per realizzarli, sono stati letteral-

mente spezzati in più tronconi e frantumati in diversi pezzi. Attualmente infatti sono sparsi qua e là, trascinati dalle correnti fluviali. Di conseguenza non svolgono più il compito cui erano destinati e per il quale erano stati realizzati, ossia il contenimento di eventuali piene del Volturno per prevenire straripamenti, danni e pericoli. Oggi infatti, non avendo più i citati rallentamenti, il Volturno scorre e defluisce impetuoso sotto “Il Ponte del Re” ed il timore di quanti vivono, lavorano ed hanno proprietà e beni in zona è che con le prossime piene dell’autunno/inverno possa verificarsi il fattaccio, vale a dire danni e pericoli a destra e a manca. Il problema è che la frantumazione/distruzione di siffatte barriere antipiene è datata, risalendo a quattro/cinque anni

addietro, ma nessuno interviene : né l’autorità di bacino, né la Regione Cam-

pania, né la Regione Molise, né altri eventuali enti o istituzioni pubbliche

preposte ! Siamo forse agli studi tecnici preliminari all’intervento di ripristino ? C’è già stata gara di appalto delle opere a farsi ? Stanno per partire i lavori ? E’ in atto una sorta di ballottaggio/disputa su competenze e priorità ? L’intervento di riparazione è di là da venire ? Ecco alcune delle domande che tanti tra molisani dell’estremo ovest (leggi Venafro e dintorni) e campani del casertano altissimo (Capriati al Volturno, Ciorlano ect.) si pongono senza trovare risposte esaurienti e tranquillizzanti. Intanto un nuovo autunno è già arrivato, portando con se le prevedibili ed abbondanti piogge torrenziali che non fanno certo dormire sonni tranquilli a quanti vivono nei pressi del “Ponte del Re” per tutto quanto accaduto nelle sottostanti acque fluviali volturnensi.

Agnone e il paese delle occasioni perdute di Domenico Lanciano Gli stessi suoi abitanti, in buona parte, sono soliti pensare che Agnone sia “il paese delle occasioni perdute”. Purtroppo la realtà dà loro ragione se è vero, com’è vero, che questa città soffre di un continuo decadimento socio-economico e demografico. E al momento, purtroppo, non ci sono segnali di utile controtendenza, nonostante ci sia una ricchezza ancora visibile (ma dirottata quasi tutta altrove) e nonostante ci siano personaggi e top manager che sarebbero probabilmente capaci di salvare la loro città dal definitivo ed irreversibile tracrollo storico. Gli agnonesi citano spesso, in particolare, le cose non fatte dai due loro parlamentari del dopoguerra, Remo Sammartino e Bruno Vecchiarelli, i quali non avrebbero accettato la (forse mitica ma risolutiva) proposta di Remo Gaspari di estendere alle valli del Trigno-Verrino la zona industriale di Val di Sangro. Ma, ad ascoltare la gente, è davvero lungo l’elenco delle occasioni perdute dalla comunità agnonese e altomolisana. Anche l’Università delle Generazioni ha motivo di evidenziare qualche occasione perduta o meglio “non raccolta” dalle istituzioni locali ma anche dalla società civile, economica e persino religiosa di questo territorio. Proposte che, dimostratesi fattibili, avrebbero potuto rendere Agnone “capitale” di qualcosa nel contesto regionale, interregionale e persino nazionale. Come ad esempio la possibilità di divenire “città ecumenica” (come intitolarono allora i giornali) cioè una importante sede di dialogo interreligioso, visto il successo ottenuto dal Convegno internazionale su “Amore e Religione” realizzato, giusto 30 anni fa, dal 4 al 6 ottobre 1985 dall’EWA – Erotology World

Association fondata da professionisti di Agnone ma anche di altre parti d’Italia e persino dell’estero. Un evento assai lungimirante, questo, che ha preceduto di un anno l’incontro in Assisi del 1986 tra le maggiori religioni del mondo per come voluto da Papa Giovanni Paolo II. Fu proprio in tale occasione che l’avv. Pierfrancesco Zarcone, relatore al convegno, s’innamorò di Agnone dove ha acquistato una bella casa inutilizzata in Via Leopardi. Realizzando l’apposita associazione “Amici di Agnone” centinaia e centinaia avrebbero potuto seguire Zarcone se sufficientemente incentivati, così che almeno una parte del grande e significativo patrimonio immobiliare abbandonato avrebbe potuto essere salvato e vissuto creando un ragguardevole indotto a 360 gradi. Il problema dello spopolamento e, quindi, della necessaria rivitalizzazione di paesi e campagne è stato affrontato più volte dall’Università delle Generazioni, fino al 2014 con l’invito ai giornalisti della Stampa Estera, i quali avevano desiderio di realizzare proprio qui in Agnone una “Casa della Stampa” che sarebbe servita a far conoscere l’Alto Molise in tutto il mondo. Ma pure questa occasione è stata clamorosamente e dolosamente persa dalle istituzioni e dagli imprenditori! Altra ottima occasione perduta è stata quella di “Agnone capitale dei diciottenni”. Infatti, con la “Festa dei diciottenni” (lanciata anche tramite RAI Uno il 18 novembre 1983) Agnone avrebbe potuto realizzare una vera e propria industria al servizio di coloro che entrano nella maggiore età (cosa che è poi avvenuta a livello nazionale, ma fuori dal Molise). E che dire della “Festa del libro mo-

lisano e della comunicazione sociale” che nel dicembre 1989 è stata una delle prime in assoluto, attirando editori ed autori da ogni parte d’Italia con un discreto giro di affari e di presenze? E che dire poi di “Agnone città dei raduni” un progetto che prevedeva ed ancora può prevedere un “radunificio” in attività per quasi tutte le settimane dell’anno? Ma sarebbe ancora troppo lungo l’elenco del mancato progresso socio-economico e demografico di Agnone negli ultimi 50 anni e questa non è sede di analisi. Però, la comunità agnonese e altomolisana potrebbe affrontare seriamente la questione realizzando un “tavolo permanente” di confronto e di iniziativa tra istituzioni e cittadini volenterosi ed intraprendenti per rilanciare questo territorio che , altrimenti, diventerà sempre più desertificato ed insignificante. Senza un “tavolo permanente” di lavoro per ricercare e attuare le migliori soluzioni per questa zona di confine molisano-abruzzese tutte le isolate iniziative e tutti gli sforzi potrebbero risultare finalizzati a se stessi e quindi vanificati, mentre è pur sempre l’unitarietà degli intenti e delle progettualità a dare risultati positivi. C’è un antico proverbio in queste montagne che dice: “E’ il continuo che dà valore alla persona” e quindi ad una comunità. Ma quale “continuo” per Agnone e l’Alto Molise se non un “tavolo permanente” e, appunto, davvero continuo che stia sempre alla ricerca delle migliori soluzioni per la salvezza di questo territorio però facendo l’inesorabile inventario e chiamando all’appello e alla responsabilità individuale ogni suo abitante, per nome e cognome?



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Termoli

4 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Gtm, il 13 mezzi fermi Gli autisti hanno proclamato lo sciopero per martedì 13 ottobre TERMOLI. Non c’è accordo che tenga tra Regione e Gtm in assenza degli stipendi per la Filt-Cgil ed ecco arrivare lo sciopero da otto ore annunciato anche nella protesta dello scorso 30 settembre. “Visto il verbale di mancato accordo tra l’Azienda GTM che esercisce il servizio urbano nella città di Termoli e la Filt CGIL Molise, sottoscritto in data 7 settembre 2015; visto l’esito negativo del tentativo di conciliazione presso la Prefettura di

2015. Le modalità di adesione sono le seguenti: uffici ed impianti fissi(Amministrazione, officine e biglietterie), intera giornata; Operatori di esercizio dalle ore 15.00 alle ore 23.00. Saranno garantite le fasce orarie di garanzia che ricordiamo essere, per il Trasporto Pubblico Urbano, 5.178.17/ 13.00-16.00 . Si garantisce la pronta riattivazione al termine dello sciopero.

Campobasso del 16 settembre 2015, vista la prima azione di sciopero di 4 ore attuata in data 30 settembre 2015, dichiara lo sciopero di 8 ore nel settore TPL urbano della città di Termoli. L’Azienda interessata è la GTM Srl con sede in Termoli, via Egadi 6. La motivazione dello sciopero è il mancato pagamento di due mensilità ed i sistematici ritardi nella erogazione delle mensilità ai dipendenti. La data dello sciopero è il 13 ottobre

Sventato un furto in un negozio di via Torino Operazione dei carabinieri a Termoli in servizio sul territorio TERMOLI. La notte tra il 30 settembre ed il 1 ottobre u.s. i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Termoli, nel corso dei servizi di controllo del territorio, sono intervenuti in via Torino a Termoli dove un solerte cittadino aveva segnalato dei rumori provenire dall’interno di un negozio di alimentari. Il tempestivo intervento dei militari ha fatto si che i malfattori, allertati dal sopraggiungere dell’autoradio, interrompessero l’azione criminosa dileguandosi nelle vie limitrofe e abbandonando sul pavimento la

refurtiva consistente in generi alimentari di vario tipo, che i carabinieri recuperavano e restituivano al titolare del negozio. Nelle ultime 24 ore, nell’ambito di mirati controlli effettuati al fine di garantire la sicurezza stradale, i militari del N.O.R.M. della Compagnia di Termoli, a seguito di contestazioni relative a violazioni al codice della strada hanno ritirato due carte di circolazione e ben quattro patenti, di cui tre per il mancato rispetto del divieto di sorpasso in carreggiate con linea continua.

Smantellato uno spaccio di droga

A Termoli operazione degli uomini della Polizia di stato che ha portato in carcere un giovane TERMOLI. Aveva messo su una vera e propria organizzazione fatta di vedette poste in zone strategiche, un catalogo per le dosi in vendita e con la possibilità di consegna a domicilio. Si parla di una piccola impresa dedita allo spaccio di droghe di varia tipologia smantellata dagli uomini della squadra mobile di Campobasso in collaborazione con i colleghi del commissariato, in contrada Porticone a Termoli.

A finire in carcere è un 25enne termolese pregiudicato, N.M. le sue iniziali, tuttora associato al carcere di Larino. Denunciato, inoltre, anche il suo presunto braccio destro, un

21enne senza precedenti ma spesso beccato in compagnia di spacciatori e tossicodipendenti. L’accusa per N. M. è detenzione di droga finalizzata allo spaccio. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati anche un bilancino di precisione e duemila euro. Lo spaccio, secondo quanto reso noto, avveniva quotidianamente nel garage di una villetta proprio a Porticone.

Nasce l’Unione democratici del Molise A Termoli un’associazione culturale per rilanciare la politica di sinistra TERMOLI. In via Fratelli Brigida 101 non c’è più il Partito democratico, da oggi vi risiede una nuova associazione culturale: Unione dei democratici per il Molise. Torna la voglia di politica e di farla a sinistra, quella autentica. Non possiamo non bollare così la doppia iniziativa assunta da esponenti che hanno rappresentato il Molise nelle sedi più importanti, come Regione e Parlamento. Intanto, assistiamo alla nascita di una nuova associazione culturale, che crediamo voglia colmare il vuoto in senso dialettico e propositivo che si ravvisa in partiti sempre più sommatoria di eletti e non classe dirigente auto-determinata. In via Fratelli Brigida 101, nella sede storica che da almeno un decennio ha sempre contraddistinto (o quasi) le battaglie elettorali del centrosinistra, è stata presentata l’associazione culturale Unione democratici del Molise. Un vernissage che vede in prima linea l’av-

vocato Simone Coscia, esponente negli anni della Città dei cittadini, di Partecipazione democratica e Sel; l’ex segretario regionale dei Giovani Democratici Davide Vitiello, del sindaco di Montefalcone nel Sannio e coordinatore regionale di Sel Gigino D’Angelo e del senatore Giuseppe Astore. Una sede, quella del centro di Termoli, non più Pd da tempo, che rimane con la dicitura di Enrico Berlinguer e Aldo Moro. Architrave del progetto Nicola Colonna, da sempre alla ricerca di un proscenio più progressista che popolare in riva all’Adriatico. Tanti i temi messi a fuoco, da quello dell’immigrazione all’acqua pubblica e alle trivellazioni e infine, al tunnel a Termoli e alla gestione dei rifiuti.



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