tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 26 giOvedì 4 febbrAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA
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Marco Meo L’Oscar del giorno lo assegniamo a Marco Meo. In un momento difficile per le aziende molisane, in qualità di amministratore di Phlogas sta portando avanti con risultati brillanti la società della quale è il capitano. Riuscendo a vincere, anche, la feroce concorrenza di gruppi radicati e forti, sta portando il marchio molisano a quote importanti garantendo, nel contempo, una saggia politica dei prezzi.
La prima tappa è stata Isernia per discutere su di un documento programmatico che non può essere modificato perchè è stato scritto a Roma e dovrà seguire la strada che porta alla fine del Molise sanitario Servizio a pagina 2
IL TAPIRO DEL GIORNO
L’OSCAR DEL GIORNO
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GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
Michele Ambrosio Il Tapiro a Michele Ambrosio. Ha perso la parola che pure ha usato spesso e volentieri in termini critici nell’aula e fuori dell’aula di Palazzo san Giorgio. Dalla seduta consiliare del 30 dicembre 2015 in cui, da solo, ha cercato di contrastare le nuove cementificazioni (assenti i soloni che sui media si erano contrapposti) non ha più aperto bocca. Sembra voglia gettare la spugna e rientrare rassegnato nella maggioranza. Ahi! Ahi! Ahi!
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TAaglio lto
2 4 febbraio 2016
Nonostante proteste e contestazioni il Programma di riforma della sanità andrà in porto così com’è
Lo stanco ritornello sulla sanità
Se è vero che il numero di date di ogni tournée è direttamente proporzionale al successo di ogni singola esibizione è facile prevedere che non ci saranno molte repliche nel giro di 40 giorni che il governatore Paolo Frattura ha in animo di fare, in tutta la regione, per spiegare il Programma operativo di riforma della sanità pubblica molisana. Già, perché la data di esordio di lunedì scorso ad Isernia non è andata granché bene. Fischi, non solo dal loggione ma anche dalla platea. Ma, è cosa assai nota, lo spettacolo deve andare avanti. Così si prevedono giorni densi di polemiche e di sfibranti dialoghi tra sordi. Il dado della riforma sanitaria, purtroppo, è tratto. Il progressivo affossamento del servizio sanitario pubblico (che, con onestà, bisogna ammettere viene assai da lontano, con lustri di gestione dilettantesca quando non colpevolmente clientelare ed autolesionista), la riduzione di presìdi e servizi, la chiusura di interi reparti (grida vendetta quello di ostetricia ad Isernia, soprattutto dopo la che lo stesso ministro Lorenzin ha fissato in 500 nascite il limite minimo da segnare nel 2016 per mantenere il reparto, introducendo di fatto un parametro aziendalistico che fa letteralmente a cazzotti con il principio stesso di sanità pubblica), la guerra di posizione e di logoramento condotta contro medici, operatori sanitari e cittadini autorganizzati sono, infatti, gli ingranaggi di un meccanismo il cui motore gira a Roma, presso
Snami. “Sanità, si chieda la moratoria”
i ministeri della salute e dell’economia. Il commissario Frattura né è solo un, seppur assai entusiasta ed emotivamente partecipe, manovratore. Ci toccherà quindi, per 40 lunghi giorni, foderarci le orecchie con il ritornello stanco e per niente accattivante che Frattura proporrà in questo suo “Addio Sanità Pubblica Tour 2016”, ammesso che il riscontro dell’esordio isernino non lo riduca a più miti consigli. Da parte nostra non possiamo che sottolineare quanto tutte le manovre che in questi giorni si notano intorno a questo argomento, compresa la dichiarazione di Roberto Ruta e Danilo Leva della presentazione di un loro piano alternativo, appartengano ad un balletto
altrettanto stanco ed inutile quanto la stessa tournèe di Frattura. Il movimento delle grandi placche che si scontrano all’interno del Partito Democratico, infatti, usa la sanità pubblica solo come strumento per innescare tensioni che, si spera, un giorno possano liberare qualche forma di energia positiva, portatrice di cambiamento. Ma il Programma operativo di riforma della sanità andrà in porto così come è stato scritto, da Roma, e presentato, dal commissario Frattura. Su questo non ci sono dubbi. Sarà solo il tempo a dirci se avranno ragione i critici ed i contestatori, nel gruppo dei quali ci iscriviamo senza remore, oppure gli autori di questa controversa opera, costruita su di uno spartito
dissonante e disarmonico per le orecchie di chi si è formato con le armonie, almeno teoriche, dello Stato di Diritto. Quella che viviamo oggi è un’epoca di transizioni e cambiamenti spesso assai poco morbidi. C’è stata un’epoca in cui la politica condizionava le scelte economiche in ragione della visione, fondata su ideologie e strutture di valori, che si aveva del futuro e delle regole da condividere nel convivere civile. Oggi viviamo in un tempo, invece, in cui sono l’economia e le leggi del mercato a condizionare le scelte della politica (spesso addirittura ad insediarla) e, di riflesso, la qualità della nostra vita. Ed ogni epoca, si sa, ha la sua musica. E oggi ci tocca ascoltare questa.
l Sindacato Snami Molise chiede al governatore Frattura, alla stregua di quanto deciso dalla Regione Toscana e Veneto, un periodo di moratoria applicativa, del Decreto Ministeriale 9/12/2015 recante “Condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale erogabili nell’ambito del SSN”, per le palesi criticità in esso contenute che il sindacato riassunte in : mancata indicazione dei valori soglia reddituali rispetto alla definizione di “ Vulnerabilità sociale” e dei criteri oggettivi per la “ Vulnerabilità sanitaria” mancanza di software specifici atti alla gestione dei nuovi modelli prescrittivi e tempi necessari al loro reperimento criteri e modalità di monitoraggio del comportamento prescrittivo per garantire tutti gli attori: Pazienti e Medici · carenza di comunicazione nei confronti della cittadinanza e dei pazienti A parere dello SNAMI, tale moratoria si rende vieppiù necessaria affinchè la stessa Regione Molise possa mettere in atto tutte le procedure organizzative, per i dipendenti coinvolti nei processi prescrittivi, e informative, per i pazienti, necessarie alla corretta applicazione del Decreto sul territorio.
Ricoverati ma con la biancheria portata da casa; colpiti da ictus e lasciati due giorni al pronto soccorso C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui andare in ospedale, pur nella difficoltà del momento, poteva rappresentare una speranza: troverò qualcuno, si era legittimati a pensare, che ha studiato, è motivato, avrà tutti gli strumenti adatti a risolvere il mio problema, a combattere, insieme a me, la mia battaglia. Vincerla o perderla, poi, la battaglia era un’altra questione; allacciata alle capricciose volontà del destino. Roba troppo potente anche per il più bravo dei medici ed il più lindo e moderno degli ospedali. Oggi siamo costretti a raccontare un’altra storia. La sanità pubblica, e gli ospedali che ne sono la trincea, stanno perdendo la guerra contro i tempi moderni, contro gli speculatori, contro clientelismo, malaffare e pessima politica. Campobasso, ospedale Cardarelli, ieri. Una signora ha appena finito di fare alcuni prelievi. Prevenire è meglio che curare, questo lo sanno tutti. Si alza
C’era una volta la sanità pubblica dal lettino su cui era sdraiata, saluta l’infermiera con gentilezza e fa per andare via. Ma l’infermiera, con palpabile imbarazzo, la ferma sulla porta: “Signora, mi scusi, ma il lenzuolo lo prenda. Lo porti a casa. La prossima volta che torna lo riporti. Glielo dico perché potrebbe non trovarlo, la prossima volta. E dovrà accontentarsi di stendersi sulla gomma o di usare quello lasciato qui da qualcun altro.” Dovete fidarvi, lettori de La Gazzetta. Pur essendo difficile da credere tutto ciò è successo davvero. Ieri, all’ospedale Cardarelli di Campobasso. Ecco il punto in cui siamo, mentre intorno la politica ciancia di piani di rientro, tavoli ministeriali; nomina il commissario cui succederà un altro commissario che lascerà il posto ad un altro commissario ancora. Tutti qualificatissimi. Nessuno dei quali
capace di cavare un ragno dal buco. Ma è successo anche, negli ospedali del Molise, che ad un ricoverato sia stato chiesto di portarsi cuscino, lenzuola e coperte da casa; che un’infermiera si sia rifiutata di fare un prelievo di sangue perché gli aghi erano inadatti allo scopo, che due vecchietti colpiti da ictus siano stati lasciati per due giorni nei locali del pronto soccorso. Ai medici ge-
nerici è stato posto un tetto alla prescrizione dei medicinali. E ci fermiamo qui. E continuano a chiamarlo progresso. La politica, e tutto il corpo di alleati di sistema che ancora la sostiene, continua a raccontarci la favola di impegno profuso per “il bene dei molisani” (non c’è mai espressione più falsa e retorica da decenni). Ci invita a credere che il prossimo cartello eletto-
rale, messo in piedi a tavolino e alla bell’e meglio, con la convinzione che nessuno abbia memoria ed un briciolo di cervello, sarà migliore di quello precedente e che finalmente ci sarà la svolta: finalmente si potrà viaggiare in treno certi di arrivare; finalmente in ospedale si tornerà ad avere il confortante senso di essere in buone mani ed in una società avanzata; finalmente a fine mese tutti saranno pagati, soprattutto quelli che devono essere pagati dalla Regione; finalmente il paesaggio sarà al sicuro, sottratto alle mascelle degli ecospeculatori; finalmente il turismo sarà un risorsa ed i turisti rimpinzati di cibo ottimo, vino buono e potente ed itinerari scoperti per davvero. E la maggior parte di noi, purtroppo, continuerà a crederci.
TAaglio lto
3 4 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il problema del giorno a Palazzo Vitale per la presidenza della giunta regionale
“Voglio un’Audi 8, non la voglio bianca, e a trazione integrale” Ma è l’apparato regionale ad essere intensamente coinvolto in fatti e misfatti con al centro la fornitura di autoveicoli. Tutti sulle quattro ruote, e nessuno coi mezzi pubblici: altro simbolismo di casta Si sa, ma non si dice. Si sa che il presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura ha un diavolo per capello da quando non riesce ad essere soddisfatto nella pressante esigenza di avere una nuova macchina di rappresentanza, una potentissima Audi 8, ma non si dice. Non lo dice il povero funzionario o dirigente incaricato di soddisfare l’attesa e la richiesta circostanziata in colore, motore, e trazione. Il poveretto che è alle prese con questo complicatissimo procedimento (s’è dovuta effettuare una gara speciale), per i “santissimi” del presidente, pare abbia fatto i capelli bianchi. Gli è capitato che alla prima fornitura, la ditta aggiudicataria dell’appalto abbia mandato una fiammante Audi bianca, provocando la prima irrefrenabile paturnia presidenziale; quindi abbia provato una seconda volta e ancora un buco nell’acqua: l’Audi andava bene per il colore e per il motore, nient’affatto per la
trazione. Il presidente vuole una 4x4, sia chiaro e imprescindibile. Da qui una nuova delusione, una nuova arrabbiatura e nuova richiesta alla ditta che a sua volta, crediamo, abbia anch’essa un diavolo per capello per tutto quanto gli sta capitando con la presidenza della giunta del Molise. Questo episodio è sintomatico di un potere che ha bisogno di simboli per essere ritenuto e conside-
Il Giubileo è, ormai, partito il Molise rimane beatamente assente ad ogni iniziativa che possa valere un interesse religioso da offrire ai milioni di pellegrini che arriveranno a Roma. Il Molise di Papa Celestino V; il Molise dell’Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturo (un unicum storicodocumentale in Europa), non una terra qualsiasi, cui potremmo aggiungere le chiese romaniche di Canneto e di Matrice, la cattedrali di Termoli e di Larino, il santuario di Castelpetroso: un itinerario di rilevante interesse religioso e culturale in un ambiente naturale ancora di rara suggestione e bellezza. Questo Molise possibilmente “giubilare” deve pagare il disinteresse di chi lo amministra e la pesante distrazione che vien riservata alle grandi occasioni, che in ogni altro luogo diverso dal nostro, percepite nella loro grandezza e spessore, danno vita ad un fermento d’idee, di proposte, di opere, d’iniziative. Giusto come ha fatto l’assessorato regionale al turismo della Sicilia che per dare la misura dell’impegno affrontato, ha messo in rete ed ha spettacolarizzato la prima “Borsa internazionale del Turismo delle Religioni”, nonché “La Settimana della Musica Sacra” nella maestosa cattedrale di Monreale. Ciò per promuo-
rato tale, e una potentissima Audi 8 a trazione integrale (4x4) lo sintetizza esteticamente e visivamente. Ma è l’apparato regionale ad essere intensamente coinvolto in fatti e misfatti con al centro la fornitura di autoveicoli. Tutti sulle quattro ruote, e nessuno coi mezzi pubblici: altro simbolismo di casta. Per una Regione che non ha alcuna capacità di governare (e di essere governata) non riman-
gono che questi esercizi di piccolo cabotaggio a tenerla in essere. Dalla presidenza agli assessorati, all’Azienda speciale regionale “Molise Acque” è in atto una sequenza di provvedimenti amministravi e bandi di gara per acquistare autoveicoli di varia foggia e cilindrata. Sono ancora vivide le tribolazioni dell’assessorato all’Agricoltura che aveva puntato su tre Clio Renault, senza venirne a capo, costretto pertanto a dirottare sulle più nazionaliste Fiat (Panda e 500L). Difatti, l’assessore Facciolla lo si vede soddisfatto e concentrato alla guida di una Fiat 500L, metallizzata, di cilindrata superiore a 1.600 cc che stando alle regole, essendo una macchina di servizio dell’assessorato e non di rappresentnza, non sarebbe potuta essere acquistata di quella potenza. Ma il colpo grosso l’ha fatto “Molise Acque”, per un verso, dotandosi di un servizio di noleggio a lungo termine di 29 auto-
veicoli senza conducente; per l’altro verso il colpo grosso l’ha fatto la Car Server spa di Reggio Emilia, unica ditta partecipante al bando di gara, che la fornitura se l’è aggiudicata con un ribasso dello 0,25 per cento sull’importo netto contrattuale complessivo di 440.974,86 euro, oltre l’Iva al 22 per cento. Un miliardo delle vecchie lire per scorazzare sulle strade del Molise per conto di un’Azienda speciale regionale in regime commissariale, di cui si paventa un notevole ridimensionamento non appena sarà entrato a regime l’Egam. Probabile che dei 29 autoveicoli una parte possa in quel caso finire al servizio del nuovo Ente di governo idrico e sempre che quei vertici, preso possesso della poltrona e degli emolumenti, non pretendano per sé autovetture di rappresentanza adeguante al proprio rango. La Regione Molise fa testo. Dardo
Turismo religioso, l’anno zero
Il Giubileo è partito ma in Molise nessun percorso religioso
vere il turismo religioso-naturalistico come segmento significativo per il sistema turistico siciliano, e diverse azioni finalizzate a strutturare un’offerta qualificata da mettere sul mercato mondiale. La Borsa intenzionale del Turismo delle Religioni ha avuto una lunga fase d’ideazione e di preparazione che l’assessorato al turismo siciliano, avendo piena coscienza dell’importanza dell’iniziativa, e volendosi attribuire un autonomo quanto
meritato riconoscimento, ha saggiamente e generosamente messo in rete passo dietro passo. Volendo, chiunque altro assessorato regionale al turismo avrebbe potuto prendere spunto e, potendo, installare una iniziativa uguale. Da queste colonne abbiano segnalato il caso agli amministratori regionali, confidando in un loro improvviso risveglio, la comodità di copiare e, quantunque su basi certamente diverse da quelle siciliane, im-
maginare una iniziativa turistica collegata ai valori religiosi e al Giubileo. Copiare, mica pensare o studiare. Ma il Molise non dispone di un assessorato regionale al turismo. Ha solo un consigliere delegato alla materia che non ha trovato di meglio per viaggiare dentro e fuori i confini regionali, e per rimpinzarsi alle feste patronali. Per cui il suggerimento è andato a vuoto e con esso anche l’idea di copiare e di mettere in atto un progetto. L’assenza istituzionale è tragica (per ciò che lascia per strada) e comica (per gli interpreti e per come si manifesta). Ciò che il turismo religioso è in grado di suggerire e di muovere altrove, soprattutto in concomitanza del Giubileo, nel Molise viene ritenuto forse ampiamente raggiunto con la visita pastorale di Papa Francesco il 5 luglio 2014, le cui tracce residue sono la targhetta commemorativa a ridosso della curva Sud dell’ex Romagnoli e lo striscione di benvenuto dell’Unitalsi sulla fiancata del capannone dell’ex Sam. Si dice che chi si contenta goda. Sarà. Intanto, turisticamente siamo il fanalino di coda delle regioni italiane.
TAaglio lto
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
4 febbraio 2016
L’opposizione di centrodestra in Regione apre la parentesi sulla disastrosa situazione del settore CAMPOBASSO. Duri i consiglieri regionali di centrodestra alla Regione sulla disastrosa situazione ferroviaria in Molise. “Potenzieremo il telaio infrastrutturale e ferroviario”. “Ci impegneremo a migliorare il servizio ferroviario”. “Noi crediamo che il ferro per il Molise sia un punto di riferimento importante della mobilità e intendiamo intervenire in maniera organica”. Ogni volta che rileggiamo questi impegni presi e ribaditi in più circostanze dal Governo regionale, non possiamo notare come in realtà siano stridenti con il contesto attuale del trasporto ferroviario molisano, che di settimana in settimana si arricchisce di nuovi capitoli negativi, che ledono il diritto dei cittadini molisani a muoversi liberamente sul territorio. Assessore Nagni, è possibile che non si riesca a garantire per il Molise un servizio essenziale che rispetti la dignità dei tantissimi pendolari molisani, troppo spesso in difficoltà nel raggiungere i propri luoghi di lavoro? Ci si rende conto della gravità della situazione che si è venuta a generare negli ultimi tempi? Perché degli impegni presi dal Governo regionale, così come delle rassicurazioni più volte fornite dall’Assessore Nagni, stentiamo a vedere i risultati, mentre i disagi e i disservizi per i viaggiatori molisani si registrano con cronica continuità e su tutte le tratte? Non si può restare in silenzio di fronte all’ennesima soppressione operata da Trenitalia,
“Ferrovie, Nagni se ci sei batti un colpo”
che ha deciso di cancellare dal prossimo 13 dicembre le corse sulla tratta Termoli – Foggia nella fascia dalle 6:40 alle 12:20, e in particolare quella delle 8:05, la più frequentata dai pendolari molisani; si è tenuto conto del disagio che si arrecherà a questi stessi lavoratori? La Regione ha provveduto a rappresentate presso Trenitalia le istanze di chi abitualmente usufruisce di questa tratta? Oppure il tutto è avvenuto nel silenzio assordante delle istituzioni? Tutto questo mentre continua a permanere grave ciò che avviene ogni giorno sulla tratta Campobasso – Roma, la direttrice più importante per il nostro territorio: soggetta a continui disservizi, a fermate prolungate, a notevoli ritardi, ad autobus sostitutivi; perché i cittadini molisani devono continuare a sentirsi considerati come pendolari di serie B? L’ultimo disagio mercoledì 9 dicembre, treno partito da Roma alle 9:07 che a causa di un guasto, dopo essersi bloccato in aperta campagna, si è fermato nella stazione di Carpinone, dove il bus sostitutivo si è dimostrato insufficiente ad accogliere tutti i viaggiatori presenti sul treno, con
Lettera aperta
le inevitabili e giuste proteste di coloro rimasti a piedi e impossibilitati a raggiungere in orario il proprio posto di lavoro, il proprio appuntamento, costretti ad arrivare con grave ritardo alla stazione di Campobasso. Assessore, a cosa serve aumentare le corse se ogni corsa diventa il viaggio della speranza, dove l’incertezza non è “quando arriverà il treno?” ma piuttosto “arriverà il treno?”. Nella stessa giornata un altro episodio increscioso si è verificato alla stazione di Campobasso,
Effetti disastrosi se va via la Corte d’Appello
di Giuditta Lembo La Consigliera di Parità della Regione Molise insieme al Coordinamento degli Stati generali delle donne del Molise hanno aderito al “Comitato unitario per la salvaguardia della Corte d’Appello di Campobasso e della giustizia di prossimità”. Condividiamo la battaglia -afferma la Consigliera Lembo-, promossa dall’Associazione nazionale magistrati-Sezione Molise presieduta dal giudice Vincenzo Di Giacomo, a tutela dell’autonomia regionale e dei diritti dei molisani. Sopprimere la Corte di Appello di Campobasso avrebbe effetti disastrosi per tutta la comunità molisana, sotto il profilo sociale, economico e della sicurezza pubblica- infatti come è stato più volte ripetuto, le anzidette soppressioni comporterebbero prevedibilmente anche la successiva chiusura di altri Uf-
dove, dopo 45 minuti di attesa vana da parte dei passeggeri, è stato annunciato che il convoglio delle 15:28 diretto a Caserta non sarebbe più partito a causa di un guasto meccanico. Un’altra giornata di calvario per i pendolari molisani, ai quali il Governo regionale non è riuscito a dare alcuna risposta né tantomeno a trovare soluzioni adeguate a quella che ormai si configura sempre di più come una grave emergenza, considerando l’importanza e la centralità che i tra-
sporti hanno nello sviluppo del tessuto sociale del territorio. Disagi frequenti poi anche sulla tratta ferroviaria Campobasso – Termoli, chiusa per quasi due anni e riaperta alla circolazione dei treni solamente lo scorso 13 settembre, “il servizio sarà efficiente e sicuro almeno per i prossimi venti anni”, Assessore Nagni purtroppo non è così nonostante i 18,5 milioni di euro impegnati da RFI per la manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria. “Andare verso la procedura di gara significa che l’impostazione del trasporto su ferro subirà una trasformazione complessiva rispetto al quadro attuale”; ma nel frattempo il Governo regionale come intende garantire la dignità e i diritti dei viaggiatori molisani che quotidianamente devono viaggiare su treni vecchi e inadeguati? Dove sono i nuovi treni che Trenitalia ci avrebbe dovuto già consegnare e che già sono stati pagati grazie all’investimento avviato dal precedente Governo regionale? Occorrono risposte chiare e concrete e certezze per i cittadini che si vedono costantemente negati i propri diritti.
fici pubblici istituiti su base regionale con drastica riduzione della popolazione determinata dai conseguenti trasferimenti delle famiglie dei relativi impiegati in altre sedi fuori regione, con tutti i conseguenti effetti dirompenti . La soppressione della Corte di Appello e le successive soppressioni degli altri Uffici Giudiziari o paragiudiziari di cui si parla comporterebbe inoltre la scomparsa
di fondamentali presìdi di legalità nella nostra regione, che è confinante con regioni afflitte dalla piaga della criminalità organizzata, col concreto e gravissimo pericolo della sua estensione anche nel nostro territorio. Condividiamo- prosegue la Lembola preoccupazione che questo processo comporterebbe onerosissimi costi e disagi per le parti processuali, i loro difensori, i
periti, i Ctu, i testimoni e quant’altri, costretti a spostarsi in territori lontani per presenziare ai processi, con ulteriore aggravio dei tempi e dei costi, ancora più gravosi per i cittadini meno abbienti, oltre che per gli anziani e per i minori. La giustizia, insieme ad altri diritti fondamentali quali la salute, la sicurezza e la libertà, rappresenta uno dei più importanti diritti umani e uno dei pilastri su cui è fondata una società civile, un risparmio sui costi non equivale ad una migliore qualità della giustizia. Sono certaconclude la Consigliera- che uniti vinceremo questa battaglia in nome di tutti i cittadini molisani, insieme si può! Una nota positiva in questo frangente è una magistratura sempre pù rosa , infatti rispetto agli anni precedenti nella popolazione dei magistrati in servizio si ribalta il rapporto tra uomo e donna, pur rimanendo attorno alla parità: 50,7% donne e
49,3% uomini, una piccola grande rivoluzione se si pensa che alle donne è stato aperto l’accesso in magistratura appena 50 anni fa! Ci sono due donne nel consiglio direttivo della Scuola superiore della magistratura. Sono molte le donne ai vertici delle correnti della magistratura associata. Ed è lontano il tempo in cui le (poche) donne che entravano in magistratura finivano confinate nella riserva indiana della giustizia minorile. Un vero cambio di rotta a di poco clamoroso per un mondo tradizionalista come quello delle toghe. Il Molise è in linea con questo cambiamento che vede più donne magistrato ai vertici grazie alla recente nomina di Presidente della Corte d’Appello di Rossana Iesulauro. Una scelta eccellente . Alla Presidente sono rivolti i miei auguri di buon lavoro. La Consigliera di Parità della Regione Molise
TAaglio lto
5 4 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Per la ricostruzione mancano 75 milioni Con grandi squilli di tromba, ed il petto così in fuori che un altro pò gli scoppia, nei giorni scorsi il governatore Paolo Frattura ha dato notizia dell’accreditamento all’Agenzia ricostruzione post sisma di 26 milioni di euro da destinare al pagamento delle opere realizzate. Nell’occasione il presidente non si è negato lo sfizio, istituzionalmente inaccettabile e moralmente discutibile, di dileggiare apertamente l’ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise) per le reiterate e plateali richieste di quanto dovuto. Con il solito atteggiamento bullesco, Frattura s’è lodato, ed imbrodato, per aver pagato, con enorme ritardo, quanto doveva, scaricando al solito su tutto l’universo conosciuto tranne che su sé stesso le colpe di tale ritardo. Bene, il modo sarà osceno ma la sostanza c’è, penserà più di qualcuno. Ed invece no, purtroppo. Il comparto edile molisano, le imprese ed i lavoratori che lo animano, hanno realizzato opere per ben 100 milioni di euro, questa è la verità. Quindi, come al solito, seppur con gran fracasso, la
Le imprese edili hanno dato mandato agli avvocati per far partire i decreti ingiuntivi per costringere la Regione a pagare per intero le opere realizate montagna ha partorito il solito topolino. L’altra novità da segnalare è, però, che le le imprese si sono stancate di tanta poca creanza ed altrettanto pochi soldini ed hanno deciso di dare mandato agli avvocati per avviare i decreti ingiuntivi che dovrebbero (perchè anche le sentenze dei giudici non possono nulla, a volte, contro l’arroganza della politica) far in modo di recuperare le somme per intero. Anche perchè, ormai, è diventata una questione di sopravvivenza, di vita e di morte. Le imprese, infatti, hanno fatto ampio ricorso, in questi anni di attesa, ad anticipazioni bancarie e interessi medi del 7,8% stanno letteralmente mettendo in ginocchio l’intero comparto, che non molto tempo fa, bisogna ricordarlo, era assai florido in Molise. Da quanto trapela, infatti, è convincimento dei creditori che, se pur dovranno soccombere a ritardi ed inadempienze della politica, lo fa-
ranno combattendo con tutti gli strumenti a disposizione, nella speranza di riavere quanto gli spetta. Anche quando i buoi saranno purtroppo ormai scappati dalla stalla. Come si vede non si finisce mai di patire sotto
il cielo molisano. Ormai il livello di conflittualità è fuori controllo. E, come in ogni conflitto che si rispetti, sono sempre i giusti, i deboli ad avere la peggio. Ma, almeno stavolta, hanno deciso di combattere fino alla fine.
Varato il disegno di legge la partecipazione della Regione Molise alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea
Perché la voce del Molise sia chiara in Europa (!) Tempo c’hanno messo ma l’hanno spuntata. Tronfi e soddisfatti di aver indotto il consiglio regionale a votare favorevolmente il disegno di legge per regolamentare la “partecipazione della Regione Molise alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea”.Tronfi e soddisfatti sono i consiglieri Di Pietro, Niro e Sabusco (mix politico/ideologico spontaneo? - ndr) che quell’obiettivo lo hanno perseguito senza mai scoraggiarsi ad ogni rinvio di cui è stato fatto oggetto prima di arrivare a conclusione. Ciascuno si domanderà, ma cos’ha di rilevante per la collettività regionale questa nuova legge? Quali benefici apporterà sostanzialmente ai molisani, se è stata così pervicacemente inseguita? Nessuna illusione, prego. La nuova legge dovrebbe aiutare la Regione Molise (il condizionale quindi è d’obbligo – ndr) a “far sentire, nell’ambito delle competenze regionali, con chiarezza e incisività, la voce del Molise all’interno del complesso processo della formulazione del diritto europeo e della messa a
punto delle politiche dell’Unione”. Essendo la voce della Regione Molise di per sé stessa flebile, a tratti impercettibile, soprattutto nei contesti nazionali ed europei, Di Pietro, Niro e Sabusco che sono legislatori raffinati, accorti ed avveduti, hanno pensato che darle (alla voce) il sostegno di una legge, avrebbe significato parecchio. Infatti dovrebbe dare la possibilità alla giunta regionale di verificare costantemente che l’ordinamento
regionale sia conforme agli atti normativi e di indirizzo emanati dalle istituzioni e dagli organi della UE, e di relazionare, ogni anno, per dettato di legge e non per capriccio, sulle risultanze di tali controlli nientepopodimenoche alla presidenza del Consiglio dei ministri. Inoltre, la nuova normativa stabilisce che “il consiglio regionale possa adottare iniziative e approvare progetti di intervento necessari a valorizzare le oppor-
tunità derivanti sia dalla posizione di centralità del Molise nell’area euro-adriatica sia dalle prospettive legate alla creazione dell’area di libero scambio”, affinché “ possa divenire punto di snodo delle attività commerciali e concorrere al rafforzamento della stabilità nell’area adriatica e balcanica”. Cosa centri la legge appena approvata con queste opzioni che sono proprie delle politiche europee è la
chiara dimostrazione che il prevedimento che s’è voluto adottare è un provvedimento “bandiera”. La gran parte della seduta di ieri l’altro è stata destinata ad esso, lasciando poco spazio al resto dell’ordine del giorno. A maggioranza, con il voto contrario dei consiglieri Federico e Manzo, il consiglio, su relazione di Domenico Ioffredi, ha fornito “l’interpretazione autentica dell’articolo 12 del Piano regionale di utilizzazione delle aree del demanio marittimo a finalità turistico -ricreative”. In sostanza è stata accolta, seppure parzialmente, la richiesta del Comune di Petacciato (a valere per l’intera fascia costiera molisana) di impiantare ombrelloni, bagni, docce e quant’altro dei servizi balneari a una distanza inferiore ai 15 metri dal piede di una duna, sempre che vi sia la favorevole valutazione ambientale. Altro cedimento alla tutela dei valori ambientali, altro favoritismo, altro clientelismo. Dardo
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Campobasso
4 febbraio 2016
Sicurezza, le operazioni della Polizia Una serie di controlli sul territorio disposti dalla Questura per prevenire i reati CAMPOBASSO. Nei giorni scorsi, incisiva è stata l’attività di prevenzione dei reati in genere e di controllo straordinario del territorio messa in opera dalla Polizia di Stato. In particolare, gli uomini della Questura di Campobasso hanno attenzionato diversi punti strategici della città nonché del comune di Termoli. L’attività di prevenzione ha visto impiegati non solo il personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della locale Questura in combinate pattuglie con la Digos e la Squadra Mobile, ma anche unità specializzate del Reparto Prevenzione Crimine proveniente
da Pescara, nonché unità cinofile provenienti anche esse dalla Regione Abbruzzo.
Il dispositivo messo in atto dal Questore, è stato anche l’occasione di verificare il predisposto
piano antiterrorismo che prevede l’individuazione di aree e punti strategici del territorio provinciale da sensibilizzare in caso di attacco. La straordinaria attività di prevenzione ha portato, nelle sole giornate di giovedì e venerdì scorso, all’identificazione di 455 persone, di cui 80 con precedenti penali, ed al controllo di 301 veicoli. 61 sono stati i posti di controllo effettuati e 10 i controlli eseguiti presso esercizi pubblici. In tale contesto operativo, inoltre, è stata data esecuzione all’ordine di carcerazione nei confronti di R.C.D., pregiudicato di origini
pugliesi di 27 anni, responsabile di estorsione, furto e spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo, irreperibile per la giustizia dal dicembre scorso, dopo le formalità di rito inerenti le informazioni e i provvedimenti a suo carico acquisiti direttamente dall’Ufficio di Sorveglianza competente, è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Campobasso per l’espiazione del residuo di pena con termine 2018. Sempre alta è quindi l’attenzione degli uffici della Polizia di Stato di Campobasso al fine di garantire la tranquillità ai propri cittadini.
“Mozziconi a terra, ecco le multe Intanto bisogna dotare la città degli appositi raccoglitori per la raccolta delle cicche di sigarette CAMPOBASSO. Da martedì 2 febbraio, inasprite le regole per i fumatori. Si tratta di una serie di norme che sanciscono divieti per i fumatori, ma che sono relative anche alla vendita e alla commercializzazione del prodotto. Per prima cosa è fatto divieto di fumare in auto, qualora nell’abitacolo vi sia un minore o una donna incinta. È, inoltre, proibito buttare i mozziconi di sigarette a terra, così come “nelle acque e negli scarichi”. Per chi deciderà di trasgredire alle regole una serie di sanzioni: multe dai 30 ai 300 euro. Da oggi è, inoltre, vietato gettare a terra i cosiddetti “rifiuti di piccolissime dimensioni”, dunque non solo cicche, ma anche scontrini, fazzoletti di carta o gomme da masticare. In questo caso le multe vanno dai 30 ai 150 euro. Per quanto riguarda il tabacco sfuso il limite fissato è di 30 grammi e non saranno più in vendita i pacchi da 10. Fino a 3 mila euro saranno poi le multe effettuate nei confronti di chi vende sigarette ai minori di 18 anni, ma è prevista anche la sospensione per quindici giorni della licenza all’esercizio dell’attività fino ad arrivare alla chiu-
sura del tabacchino per i recidivi. Intanto, gli esponenti del Movimento 5 Stelle a Palazzo San Giorgio hanno presentato una mozione, che sarà discussa durante la prossima assise civica e, con la quale chiedono di “adottare ogni provvedimento amministrativo utile al pieno recepimento della legge, ma anche di valutare la possibilità di emettere
una specifica ordinanza che obblighi anche i titolari delle attività commerciali a dotarsi di adeguati raccoglitori da collocare all’esterno del proprio negozio, provvedendo allo svuotamento degli stessi nonché alla pulizia di quanto lasciato a terra dagli avventori e passanti nell’area antistante e prossima al proprio esercizio commerciali”. “Il fenomeno dell’abbandono delle cicche di sigaretta – riflettono infatti i grillini di Campobasso – risulta notevolmente aumentato a seguito del divieto di fumo nei locali chiusi, e risulta concentrato nelle strade, nelle piazze e nelle adiacenze degli ingressi degli esercizi pubblici, soprattutto nel caso di assenza o carenza di specifici cestini o contenitori idonei”.
Il Carnevale torna in città Domenica a Campobasso a riproporlo è il gruppo folcloristico “Monforte” CAMPOBASSO. ll Gruppo Folcloristico ” POLIFONICA MONFORTE” Città di Campobasso, in collaborazione con il Comune di Campobasso, rievoca l’Antico Carnevale campobassano ( la Mesaiòla) con la Maschera dei Dodici Mesi, Mascherata che non si realizzava da moltissimi anni con l’intento di tenere sempre Alta ed in primo piano la Tradizione campobassana. I perso-
naggi, vestiti con i costumi realizzati con la bravura e l’esperienza di sempre, dalla Mantigliana, nella persona di Addolorata Di Cristofaro con il perfezionamento tecnico di Annamaria Mastropietro,sfileranno nella mattinata di Domenica 7 Febbraio su Corso Vittorio Emanuele e presenteranno il Canto dei Mesi, il rogo di Re Carnevale, l’arrivo della Cuareseama
accompagnato dalla filastrocca e il famoso ZIU ZI ZIU ZI. La Polifonica Monforte ripeterà l’esibizione ,alle ore 12.00 c.a in Piazza Prefettura ed alle 16.00 in Piazza SAN Francesco, come uso antico vuole. Sperando di fare cosa gradita a tutta la cittadinanza, la Polifonica Monforte vi aspetta numerosi per divertirci insieme con canti e balli.
Campobasso
7 4 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Ecco la storia dell’ex direttore sportivo rossoblù nel biennio 1978- 1980
Ciao Ernesto Bronzetti, amico indimenticabile
E’ morto a 69 anni per un tumore dopo aver vissuto alla grande tra Real e Milan di Gennaro Ventresca Anno 1946. In una casa piena di sole, nasce a Terni Ernesto Bronzetti. Non è una residenza per benestanti, ma una povera casa come quasi tutte quelle del suo quartiere. Una povera abitazione piena della positività della famiglia. Ernesto e il pallone camminano per strade separate, il ragazzo non ha predisposizione, guarda ma non pratica il gioco del pallone. Passano gli anni, arriva l’impiego alle Poste, lo attende un immenso tavolo sul quale sono accatastate migliaia di lettere e cartoline, pronte ad essere timbrate, nell’umido ufficio di Ghioggia, a due bracciate da Venezia. Lo stipendio è misero per mantenere su famiglia, nel frattempo s’è sposato e ha messo al mondo la prima figlia, Ellida. Ecco che la necessità gli aguzza l’ingegno, decide di mettersi in mezzo al mondo dei calci d’angolo, apprendendo i primi insegnamenti da Franco Dal Cin. E’ documentato, Ernesto calcia come un principiante, ma capisce di calcio come pochi. Non gli manca il coraggio, lascia il posto fisso e si butta nel campo calcistico. Quando va a Barletta, presidente Francavilla, ha come allenatore Francisco Lojacono, un argentino
che ha giocato nella Roma e che ha inseguito più signore capitoline che lanci in profondità. Non si sa bene come, qualcuno molto influente lo raccomanda al nostro presidente, Gigino Falcione, al cui fianco agisce come un “gemello” l’inseparabile Giovanni D’Onofrio. Bronzetti sceglie come allenatore Piero Fontana, giovanissimo tecnico emergente che ha svolto un eccellente lavoro alla Cavese. I due funzionano bene sino a che la squadra lotta per il primato, poi alcune crepe ne rovinano l’affiatamento. Che, intanto, accresce
con il dinamico Franco Mancini che diventa prima addetto stampa e poi addirittura amministratore delegato del club. Nel secondo campionato, Ernesto punta su un altro allenatore che ha ancora sotto il braccio le sinossi di Coverciano, Mauro Benvenuto. Il quale viene licenziato da Falcione dopo una vittoria casalinga con l’Aquila. Lo sostituisce Gianni Mihalich, un arrivato che non porta nulla di nuovo, si accontenta del quarto posto che accresce solo i rimpianti. Ernesto nel frattempo va al Ta-
ranto in B e poi passa alla Cavese, sempre tra i cadetti. Inciampa nel calcio scommesse mentre è a Foggia, sembra finito dopo la dura squalifica, ma come uno spiritello si rigenera e sale ancora più su. Diventa agente Uefa e si trasferisce in Spagna ove fa da cuscinetto tra i giocatori che vanno e vengono da quel paese verso l’Italia e viceversa. Diventa uomo di riferimento di Florentino Perez del Real e, nel frattempo, salda una solida amicizia con Adriano Galliani, senza dimenticare i rapporti con Luciano Moggi, col quale porta
Vialli dalla Juve al Chelsea. Incassando una ricca percentuale, unica per quei tempi. Il resto è storia più fresca. Gira in Ferrari e mette su peso. Frequenta il Santiago Bernabeu e Milanello. Ogni volta che ci sentiamo al telefono gli ricordo il suo approdo nel Molise con una modesta Fiat 500, che fece posto a una Fiat 131, color verdino, che gli fu venduta da Siro D’Alessandro (ceduto al Pisa). Visto l’improbabile colore della sua vettura, il simpatico diesse del Lecce, Mimmo Cataldo, davanti all’Hilton di Milano, gli urlò: “Bronzetti, ma dove vai con questa scatola di piselli?”. Fu forse proprio quello sfottò che lo obbligò a correre dai fratelli Aufiero, che lo fecero guidare in tedesco, al volante di una fiammante Bmw. Dopo aver rischiato la vita in un brutto incidente d’auto ha chiuso per sempre gli occhi a 69 anni, lasciando la moglie e tre figli. La prima, laureata alla Bocconi, sistemata come si deve da Galliani nei quadri Mediaset, con la benedizione di Silvio Berlusconi che conobbe di persona durante la lunga trattativa di Rivaldo. Da tempo non ci sentivamo più, l’ultima volta mi telefonò da Barcellona per darmi la notizia di aver portato Ronaldinho al “mio” Milan.
Il Comune di Campobasso riscopre le farmacie di proprietà, dopo aver venduto forse la migliore al privato che, con l’intelligenza tipica di chi mira al profitto, quella farmacia l’ha resa un modello di efficienza e di guadagno
Tre farmacisti (al 75 per cento) per migliorare la gestione pubblica
Indetta dalla giunta comunale di Palazzo san Giorgio la procedura concorsuale, per titoli ed esami, finalizzata all’assunzione a tempo indeterminato di 3 unità, profilo professionale di “Funzionario Farmacista” (categoria D3), con contratto di lavoro part time al 75 per cento: alchimie amministrative e regolamentari di un’amministrazione pubblica sempre più articolata, malleabile, adattabile. Sempre meno certezze, però, e sempre meno servizi efficienti e puntuali. Il Comune riscopre le farmacie di proprietà, dopo aver venduto forse la migliore al privato che, con l’intelligenza tipica di chi mira al profitto, quella farmacia l’ha resa un modello di efficienza e di guadagno. Le riscopre, rendendosi conto, come avrebbe dovuto rendersi conto al momento in cui ha deciso di venderne una, della necessità di personale, sperando che dinanzi al premio di un contratto, seppure part
time al 75 per cento, trovi le motivazioni giuste per rendere al meglio delle proprie possibilità professionali, come adeguatamente rende il personale delle farmacie private. Il dibattito che a suo tempo ha accompagnato la
scelta del sindaco Di Bartolomeo di cedere una delle tre farmacie comunali al migliore offerente, ha avuto il merito di mettere in evidenza l’evanescenza organizzativa e gestionale con cui erano condotte, e forse lo sono ancora. Ciascuna farmacia col suo metodo e la sua struttura, con l’autonomia negli acquisti, soprattutto dei prodotti da banco e parafarmaci, e totale assenza di coordinamento. Non si hanno elementi per giudicare se le cose sono cambiante oppure l’andazzo è sempre lo stesso. Comunque, tre farmacisti costituiscono un apporto notevole alla gestione del sistema farmaceutico comunale. Il concorso è stato reso possibile dal piano triennale del fabbisogno di personale per il triennio 2014/2016, approvato con delibera di giunta il 19 settembre 2014, e dal successivo piano per il triennio 2015/2017 approvato sempre dalla giunta il 7 maggio 2015.
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
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Isernia
Tutto quello che gli altri non dicono
4 febbraio 2016
senza alcun finanziamento pubblico
“No alla riforma Frattura” L’Uds contesta le scelte privatistiche del commissario e solidarizza con Pastore iSeRnia. Nell’ incontro di lunedì ad Isernia da parte del governatore Frattura non c’ è stato un vero dialogo. “Il governatore ha cercato di proporre una lunga serie di dati senza dire nulla di nuovo e senza svelare il piano completo sulla sanità. Lo stesso incontro con i sindaci è sembrato un
modo per informare alla buona in modo da tenere calmi gli animi senza provare a capire come cambiare in meglio“. Così, l’Uds l’Unione degli studenti. “Abbiamo inoltre notato da parte dei sindaci delle proposte che tendono a difendere piccoli interessi comunali senza guardare al programma generale
di smantellamento della sanità pubblica. Auspichiamo, se ci saranno altri incontri, in una presa di posizione più netta sul piano Frattura con una visione più ampia della questione. Esprimiamo poi solidarietà a Lucio Pastore che è stato attaccato da Frattura a causa del debito creato dal Pronto Soccorso,
reparto di cui il medico è primario. Troviamo inaccettabile questo attacco personale messo in atto da un rappresentante delle istituzioni solo per sviare il discorso dopo la contestazione del dottore. Speriamo si renda noto al più presto l’ intero piano di riorganizzazione della sanità e di
poter avere al più presto un incontro tra il presidente e il Forum per discutere con maggior serenità. Unione degli Studenti continuerà a partecipare alla protesta consapevole dell’ importanza della sanità pubblica e si impegnerà a portare questa tematica fin dentro alle scuole“.
“Consorzio industriale, Passarelli fa melina” Nuovo affondo del consigliere regionale Massimiliano Scarabeo sul sindaco e presidente
PoZZiLLi. Duro affondo del consigliere regionale Massimiliano Scarabeo sul Consorzio industriale. “In data 28 gennaio 2016 ho provveduto a protocollare presso Codesto Ente due istanze, volte ad avere detta-
gliate informazioni circa le situazioni creditorie afferenti la S.V. e le attività compiute per il recupero coattivo dei crediti insoluti. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione formale di risposta, sono tuttavia ugualmente venuto a conoscenza del contenuto della stessa in quanto il Commissario p.t., Sig.ra Passarelli, ha ritenuto di diffondere la comunicazione de qua su di un noto social network, premurandosi di specificare che trattavasi proprio della risposta alle mie missive. Ciò posto e trascurando valutazioni circa l’opportunità (o quanto meno la stranezza di un tale comportamento) e la circostanza non trascurabile che la diffusione di un atto del Consorzio e’ stata effettuata dalla Sig.ra Passarelli utilizzando il suo profilo pubblico di Sindaco di Pozzilli (con ciò rafforzando tra l’altro valutazioni circa la necessaria commistione tra i ruoli di Commissario e Sindaco–stante l’identità soggettiva- ed i conseguenti, paventati timori di evidente conflitto di interesse), sono a sottolineare quanto segue. Nelle missive sopra richiamate chiedevo espressamente di essere notiziato circa “ la descrizione compiuta dello stato dei fatti nonché degli adempimenti giuridici finora posti in essere dalla S.V. al fine del recupero coattivo
delle relative somme” per tutte le situazioni di morosità da parte di soggetti a vario titolo debitori verso l’Ente. Ebbene, nulla di tutto ciò viene detto nella risposta “fornita” dalla S.V. Invero nella stessa si legge – solo e (mi si consenta) banalmente – che il Consorzio sta attuando ogni atto necessario al recupero di quanto dovuto. Ma questo e’ quanto meno ovvio, considerato che altro non è se non uno dei principali doveri di un Soggetto Pubblico che gestisce denaro pubblico. Il senso delle mie istanze non era dunque di accertarmi dell’ovvio (che’ ovvio e’ in applicazione della legge) ma semmai di verificare la concreta operatività nell’adempimento dei doveri istituzionali che connotano la S.V. Non si chiedeva l’an, essendo esso legislativamente imposto e perciò solo scontato, ma il quomodo. Tanto premesso sono con la presente (nuovamente e si spera definitivamente) a chiedere –nell’esercizio dei miei poteri/doveri di Consigliere Regionale così come cristallizzati tra l’altro dall’art. 19 dello Statuto Regionale – una compiuta, dettagliata e specifica elencazione di tutte le situazioni creditorie ad oggi vantate dalla S.V. e di tutti gli atti giuridici concretamente posti in essere per ottenere la riscossione coattiva dei crediti insoluti nonché dello stato degli eventuali giudizi in corso”.
Epilessia, lo studio del Neuromed Domani e venerdì prossimo due appuntamenti con il mondo della scuola PoZZiLLi. Dobbiamo avere una visione più positiva di questa malattia: fino a poche decadi fa c’era ancora lo stigma della persona con epilessia (anche se non possiamo negare che esista ancora in alcune fasce culturali). Oggi deve essere considerata una malattia assolutamente uguale
alle altre che, se ben diagnosticata e curata, può accompagnarsi a una qualità della vita che si avvicina molto a quella delle persone non affette”. Lo afferma il dottor Giancarlo Di Gennaro, responsabile del Centro per la Chirurgia dell’epilessia dell’I.R.C.C.S. Neuromed in occasione della Giornata Mondiale dell’Epilessia. Ed è da questo concetto che parte l’impegno dell’Istituto di Pozzilli per la promozione di una corretta informazione, contro il pregiudizio che spesso colpisce le persone affette da questa patologia. Si calcola che in Italia vi sia circa mezzo milione di persone affette da Epilessia, il che ne fa una delle malattie neurologiche più diffuse. Può manifestarsi in tutte le fasce di età, con una frequenza più alta nell’infanzia, minore nell’età adulta, che poi torna a salire negli anziani, anche per via dell’allungamento della vita. La corretta in-
formazione parte proprio dai più piccoli. Ne sono convinti gli specialisti Neuromed che tornano tra i banchi di scuola per far conoscere l’Epilessia a studenti, insegnanti e genitori fornendo loro le giuste informazioni per riconoscere e gestire una crisi epilettica insieme a chi ne è affetto, senza averne paura. Due gli eventi promossi dall’I.R.C.C.S. Neuromed: ● venerdì, 5 febbraio 2016 alle ore 9:00 il dottor Alfredo D’Aniello e la dottoressa Liliana Grammaldo incontreranno studenti e docenti dell’Istituto Comprensivo ‘San Giovanni Bosco’ in via Giovanni Pascoli, Isernia; ● venerdì, 12 febbraio 2016 alle ore 9:00 il dottor Alfredo D’Aniello e la dottoressa Liliana Grammaldo incontreranno studenti e docenti della Scuola Media Statale ‘Giovanni XXIII’ in corso Garibaldi, Isernia; Nel corso di queste giornate i ragazzi, oltre al dialogo con gli specialisti, faranno volare simbolicamente dei palloncini viola (il colore della Giornata Internazionale dell’Epilessia) offerti dalla GEMAR di Cassino.
Bracconiere denunciato dalla Forestale RioneRo Sannitico – I controlli antibracconaggio messi in atto dalla Forestale sono stati molto intensi negli ultimi giorni, prima che la stagione venatoria si concludesse a fine gennaio, e continueranno anche a ridosso della chiusura per contrastare i malintenzionati che volessero effettuare
prelievi ormai non più consentiti. Grazie ai programmatici servizi antibracconaggio della Forestale, una pattuglia del Comando stazione di Forlì del Sannio, ha sorpreso in località “Castiglione” del comune di Rionero Sannitico un 28enne residente in provincia di Isernia intento ad
esercitare l’attività venatoria dotato di munizionamento adatto per i cinghiali, in periodo in cui la caccia a questi ungulati è tassativamente proibita. Per questa violazione di legge, avente rilevanza penale, l’uomo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria.
Questi episodi contribuiscono ad innalzare ancor più l’attenzione sul bracconaggio, praticato in modi diversi in molte zone del territorio provinciale, nel pieno della stagione venatoria, in un momento estremamente delicato e talvolta conflittuale del rapporto uomo-fauna selvatica.
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Termoli
4 febbraio 2016
Chimiche, la Fis può ampliare Il Comune di Termoli ha concesso l’autorizzazione all’azienda di espandersi TERMOLI. Con la determina n. 96 del 29 gennaio scorso, a firma del dirigente del Suap Alfredo dalla Torre, è stato confezionato il parere favorevole del Comune di Termoli all’ampliamento della Fis, una delle tre fabbriche chimiche presenti sul territorio adriatico. L’impianto, che sorge all’interno del perimetro del Consorzio industriale della Valle del Biferno, avrà un reparto di produzione in più e questo dovrebbe favorire il consolidamento della presenza in loco dell’azienda che ha nella provincia vicentina il suo quartier generale, oltre che un impatto occupazionale non trascurabile. La richiesta di espansione del sito produttivo era stata presentata nel maggio scorso, quando ancora era in piedi la polemica sollevata sulla medesima istanza della Momentive performance materials di Termoli, che poi vide il management dirottare gli investimenti altrove all’insorgere di ricorsi e di una generale contrarietà al progetto. Si parla di un sito produttivo quasi parallelo a quello attuale, con una ricaduta occupazionale importante: 78 unità. Prima dell’autorizzazione formale del Comune di Termoli, sono stati acquisiti i pareri favorevoli dell’Asrem, del Sue, dei Vigili del Fuoco, del Cosib, dell’Arpa Molise, della Regione Molise e dell’Autorità di Bacino.
Oggetto: 24 anni fà... un albero per ogni bambino a Termoli.. Nasce in Australia e si chiama “Ecocho” il primo motore di ricerca ecologico, adottato in 15 paesi tra cui l’Italia. Lo slogan “mentre tu cerchi, noi piantiamo alberi” Ne delinea l’obbiettivo: ogni 1.000 ricerche effettuate Ecocho dovrebbe piantare due alberi per ridurre i gas nocivi emessi ogni giorno nell’atmosfera. I fondatori hanno spiegato che “solo in Australia vengono effettuate oltre 900 milioni di ricerche su internet al mese” se si riuscisse a catturare anche solo l’un per cento del traffico il contributo sarebbe molto significativo. E la mia mente mi riporta alla nostra legge 113/1992 che prevede l’obbligo
in capo ai “Comuni” di porre a dimora un albero entro dodici mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente. Questa legge, ahimè, risulta essere rimasta sino a oggi in larghissima parte, irrealizzata, infatti, a distanza di 24 anni da quel lontano 29.1.1992 giorno in cui la proposta divenne legge (legge Rutelli), su 11 milioni e 400 mila bambini nati da residenti Italiani dal 1992 al 2012(ultimi dati ufficiali disponibili) le stime parlano di non più di 1 milione di alberi nuovi. Sono circa 10 milioni gli alberi non piantati a seguito della mancata osservanza della norma. Spero che in Italia, a
Termoli si ripari a questa mancanza e si provveda, nel tempo, a tutelare adeguatamente il decoro ambientale, ricordando sempre che il verde è vita. Facciamo nostro il monito di un Capo tribù Indio: ...quando avrete abbattuto l’ultimo albero, avrete avvelenato l’ultimo fiume, catturato l’ultimo pesce, comprenderete che non potete mangiare il vostro denaro.. Da estimatore di Robin Hood un sogno, un ‘utopia la foresta a Termoli. cappellaroccodettotommaso
“Diritto alla salute e all’ambiente” Il Comitato promuove il progetto con alcune scuole del basso Molise TERMOLI. Il Comitato di Difesa della Salute & Ambiente Molise, nell’ambito della campagna “INSIEME PER IL CUORE” avviata nel mese di agosto 2015, ha stipulato un’intesa con l’ISTITUTO COMPRENSIVO di Scuola dell’Infanzia, Primaria e Sec. I grado John Dewey sede in San Martino in Pensilis e comprendente il Complesso Scolastico di Portocannone e quello di Ururi dirigente scolastico Cristina Acciaro, volta a diffondere le tecniche di rianimazione cardiopolmonare di base tra gli studenti di 12 anni e il corpo docente. INSIEME PER IL CUORE diventa anche “INSIEME PER IL CUORE CON LE SCUOLE”, siamo infatti disponibili ad estendere questa iniziativa a tutte le scuole che volessero farne richiesta.. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’introduzione di sole 2 ore di insegnamento di RCP all’anno indirizzate ai ragazzi dai 12 anni compiuti, aumenterebbe il tasso di
sopravvivenza all’arresto cardiaco improvviso con significative ripercussioni alla salute globale. Portare a termine con successo la RCP non è difficile; ognuno di noi ce la può fare!!. Bisogna convincersi che, in qualunque caso, non si farà del male alla persona soccorsa. La morte cardiaca improvvisa è la terza causa di morte più frequente nel mondo, ma la rianimazione cardiopolmonare, iniziata dai soccorritori “laici”, testimoni dell’arresto, aumenta di 2-4 volte il tasso di sopravvivenza. Ogni ragazzo la può fare. Venerdì 5 febbraio 2016 ci sarà il primo incontro teorico/pratico con le classi terze di San Martino in Pensilis, nei mesi successivi ci saranno gli incontri a Ururi (11 marzo) e Portocannone (15 aprile). Le lezioni teoriche/pratiche saranno tenute dal Presidente di Co.Di.S.A.M. dott. Vincenzo Pietrantonio (anestesista rianimatore e prof. a contratto Università degli Studi di Padova).
La RCP è una tecnica manuale semplice da eseguire e, i bambini che la imparano, possono eseguirla con lo stesso successo degli adulti. Il messaggio che la nostra Asso-
ciazione vuole dare è molto chiaro: “ L’unica cosa sbagliata è fare nulla!!!!” Ringraziamo la dirigente scolastica prof.ssa Cristina Acciaro per
la sensibilità e la prontezza con cui ha accettato la nostra proposta e la prof.ssa Filomena Saracino referente d’Istituto per l’ambiente e la salute, per l’organizzazione dell’evento.
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Termoli
4 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Acqua inquinata, non si faccia demagogia” Il gruppo consiliare Unione per il Molise respinge le accuse piovute sull’amministrazione TERMOLI. Terminata questa nuova emergenza “acqua potabile”, il gruppo Unione per il Molise – per Termoli, nelle persone dei consiglieri Barile, Orlando e Fabrizio, ritiene opportuno fare delle considerazioni sull’accaduto. È inverosimile che al giorno d’oggi un’intera comunità venga messa in ginocchio da un problema legato ad un bene così prezioso e fondamentale come quello dell’acqua, ma è ancor più inverosimile che non si sappia a chi ricondurre la colpa di tale accaduto. Quello che
ci auguriamo è che si faccia luce sul caso e si individuino i responsabili di questo disagio che, per l’ennesima volta, ha visto soccombere i cittadini termolesi e del Basso Molise. C’è un altro aspetto di questo accaduto che riteniamo sia importante sottolineare. Con sommo dispiacere abbiamo assistito, in un momento così delicato, ad azioni di sciacallaggio ed irresponsabilità nei confronti di questa amministrazione e, in particolar modo, nei confronti del Sindaco Angelo Sbrocca, da parte di
alcuni consiglieri di minoranza: chi, con il megafono per le strade di Termoli, chi, con una conferenza stampa, lanciando accuse che lasciavano intendere come la responsabilità di tale disagio fosse da attribuire a questa amministrazione. Considerando che nessun potere decisionale spetta al Comune in assenza di informazioni provenienti dagli enti preposti al controllo e alla gestione acque (EGAM, ASREM e ARPAM), è chiaro che lo stesso Comune è tenuto ad agire solo
dopo e nel rispetto dei tempi delle comunicazioni che giungono dai suddetti enti preposti. Non vogliamo giustificarci agli occhi dei nostri concittadini, vogliamo solo che si sappia la verità, pensando che parlare alla pancia dei cittadini, per creare consensi attorno a sé, sia scorretto e di basso profilo etico e politico. Soprattutto quando le accuse vengono da chi, e ci riferiamo all’ex sindaco Basso Antonio di Brino, alla fine del 2010, ha dovuto fronteggiare, in qualità di primo citta-
dino , l’emergenza trialometani, emanando un’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua, della durata di ben 10 giorni, dal 22 Dicembre 2010 al 1 Gennaio 2011, causando enormi disagi alla popolazione termolese. Ci auguriamo che disagi del genere non si ripetano mai più e cogliamo l’occasione per mandare un messaggio al Governatore della nostra Regione affinché si impegni al più presto per far sì che l’acquedotto del Molise centrale venga terminato .
Chi tutela i cittadini del Basso Molise? I recenti problemi di non potabilita’ dell’ acqua nel Basso Molise, con tutte le domande e i lati oscuri che si è’ portato dietro, ha rappresentato certamente un possibile attentato alla salute dei cittadini. Probabilmente per giorni, prima che venissero eseguite le indagini chimiche e fisiche e prima che venissero emesse le ordinanze di divieto dell’ uso dell’ acqua per fini alimentari ( e addirittura per l’ igiene personale! ), 100.000 molisani hanno bevuto acqua inquinata. Come e’ possibile che ciò avvenga? Perché tutta quella quantità’ di ipoclorito per renderla potabile? Chi è’ deputato alla gestione degli impianti di potabilizzazione dell’ acqua dell’ invaso del Liscione? In quali condizioni si trovano gli impianti stessi, e gli addetti sono abilitati a questa funzione? Sarebbe doveroso che gli organi competenti e di sorveglianza ( Asrem, Arpa, NAS ) si adoperassero per fare piena luce su quanto è’ accaduto, in modo da tranquillizzare i Molisani ed evitare che in futuro si abbia paura di bere l’ acqua del Basso Molise. Sen. Ulisse di Giacomo
“Subito un protocollo da attivare in caso di criticità” A proporlo dopo l’acqua inquinata i consiglieri Di Pietro e Ciocca TERMOLI. I consiglieri regionali Cristiano Di Pietro e Salvatore Ciocca intervengono sulla recente emergenza idrica che ha interessato i comuni del basso Molise serviti dall’impianto di potabilizzazione del Liscione. Dalla fase emergenziale, che ha visto la convocazione di un Tavolo di coordinamento e diverse richieste di campionamenti anche notturni delle acque, fino al ritorno alla normalità; i consiglieri che hanno seguito in prima persona tutta la vicenda unitamente al Presidente Paolo Di Laura Frattura, hanno riscontrato numerose lacune nel sistema di gestione dell’emergenza da parte di tutti gli organi preposti alle verifiche e ai controlli. “Cittadini e amministratori locali, ha dichiarato il consigliere regionale e capogruppo de “Il Molise Di Tutti”, Cristiano di Pietro hanno giustamente lamentato sia la man-
canza di informazione, sia la tempistica dei controlli nonostante l’allarme lanciato. Ecco perché, continua Di Pietro, insieme al consigliere Ciocca e al Presidente Frattura stiamo predisponendo un protocollo che prevede l’attiva-
zione di una task force che coordini al meglio situazioni emergenziali analoghe a quelle vissute dai comuni nei giorni scorsi. Ritengo infatti inconcepibile il modo in cui sia stata gestita tutta la vicenda.” “L’esperienza vissuta in Basso
Molise, ha aggiunto il consigliere Salvatore Ciocca, deve servire da monito affinché analoghi episodi non si ripetano. Fondamentale dunque dettare nuove regole e tempistiche in un protocollo da attivare subito in caso di emergenza”.
I consiglieri ribadiscono anche l’importanza del completamento dell’Acquedotto Molisano Centrale che consentirà ai cittadini di disporre delle acque sorgive del Matese. L’opera conclusa al 97% è ferma al CIPE per una variante tecnico suppletiva. Consapevoli della tempestiva attivazione del Presidente Frattura e dell’Assessore Nagni volta a dare un’accelerata al completamento dell’infrastruttura, già sollecitato ricordano i consiglieri, in data 15 luglio 2015 con una nota congiunta inviata al Segretario del CIPE a firma del Presidente della Regione e dell’Assessore ai Lavori Pubblici (protocollo regionale n. 80820/2015), con richiesta di inserimento dell’approvazione della stessa Perizia all’ordine del giorno dei prossimi lavori del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica.
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Opinioni
4 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
A Larino solo la qualità dei carri allegorici
Tra poco più di qualche giorno, precisamente il 6 e 7 febbraio 2016, si svolgerà la 41esima edizione del Carnevale larinese che vedrà andare in scena i “giganti di cartapesta”, protagonisti indiscussi dell’evento. La manifestazione è organizzata dall’amministrazione comunale, coadiuvata dalla ProLoco e si preannuncia come sempre avvincente sotto il profilo della competizione tra i carri partecipanti anche se dal punto di vista artistico le allegorie saranno ridotte sia in termini dimensionali che qualitativi. Un passo indietro forzato della manifestazione che deve essere ricondotto innanzitutto alla mancanza di programmazione relativa a tale evento e non di certo ai cartapestai larinesi che subiscono supinamente il menefreghismo amministrativo. A seguito del solito letargo organizzativo che riguarda la manifestazione, l’amminis t r a z i o n e Notarangelo, attraverso il vice sindaco D’Ermes, per quest’anno stranamente fattasi carico dei compiti già spettanti “all’assessore con delega al carnevale” Stefano Vitulli, ha inteso solo a fine dicembre avviare le attività relative all’organizzazione del carnevale, quindi in tempi programmatici ristrettissimi per un evento così imponente, basti pensare che il termine per l’iscrizione alla sfilata dei carri allegorici, con la presentazione dei titoli e dei bozzetti, è stato addirittura fissato a meno di 15 giorni della sfilata.
AADi Corradino Guacci
Ma non è t u t t o ! L’amminis trazione e la ProLoco, non hanno inteso neppure porsi c o m e obiettivo la soluzione del problema atavico, ovvero il reperimento di strutture idonee alla realizzazione delle allegorie che negli ultimi anni, grazie all’impegno degli assessori alla cultura delle precedenti amministrazioni, era diventato un minimo gesto di disponibilità ed interesse da parte delle istituzioni per la riu-
scita della manifestazione. L’impatto di tale scelta per l’edizione 2016 è stato devastante per tutti i carristi partecipanti che purtroppo sono stati costretti a provvedere direttamente alla ricerca di “accampamenti di fortuna” nei quali costruire le proprie opere di cartapesta che sfileranno per le strade di Larino il prossimo fine settimana. Garage, cantine, posti all’aperto, capannoni senza porte e finestre, taluni situati ad oltre 30 chilometri da Larino, sono state le migliori soluzioni che i carristi, ovviamente a proprie spese e con tutti i rischi derivanti, sono riusciti a individuare. Per il Movimento LARINascita, come già proposto negli anni scorsi, il Carnevale larinese può diventare una diversa risorsa economica per la nostra realtà e
innescare un circolo virtuoso per le attività commerciali che potrebbero ritrovarsi a beneficiarne. Per il segretario del Movimento Danilo Marchitto, sarebbe auspicabile che si iniziasse ad immaginare una manifestazione che si svolga durante tutto il periodo del carnevale, che preveda il fattivo coinvolgimento delle scuole e che trovi la sua massima espressione nella sfilata dei giganti di cartapesta distribuita in almeno due fine-settimana. Una oculata gestione dei fondi potrebbe garantire un successo di gran lunga superiore. Vi sono delle priorità a cui far fronte necessariamente, individuare un’area ove montare le tensostrutture adatte ad ospitare la costruzione delle allegorie potrebbe essere una soluzione risolutiva. Prevedere un percorso transennato a garanzia della pubblica incolumità e della qualità organizzativa dei corsi mascherati e al quale accedere attraverso il versamento di un piccolo contributo consentirebbe anche un introito da destinare alla manifestazione. Da rivedere anche la promozione dell’evento, innanzitutto convocando per tempo conferenze stampa ufficiali di presentazione del programma della manifestazione e utilizzando maggiormente tutti i canali comunicativi. Larino non può più permettersi il lusso di gestire tale manifestazione allo stesso modo di trent’anni fa, è giunto il momento di potenziare l’aspetto culturale agevolando le già elevate capacità artistiche dei giovani larinesi, mettendo a frutto realmente l’intera manifestazione affinché possa rappresentare oltre ad un momento sociale e culturale per l’intera cittadinanza anche un indotto economico per tutte le attività commerciali locali. Larinascita Larino
Possibile credere ancora al lupo cattivo?
Come Società di Storia della Fauna seguiamo con molto interesse le vicende, non solo passate ma anche attuali, collegate a quegli animali che da secoli incrociano il nostro cammino. Una attenzione particolare è rivolta all’Orso e al Lupo, due specie dalla considerevole carica simbolica che hanno influenzato fortemente l’immaginario collettivo, entrando spesso in conflitto con le attività economiche dell’uomo. In questi ultimi mesi stiamo assistendo a una recrudescenza di certa stampa sensazionalistica che riempì le cronache degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso quando, con il lupo sull’orlo dell’estinzione, WWF e Parco nazionale d’Abruzzo lanciarono la storica “Operazione San Francesco” che li vide impegnati in una campagna di informazione tesa a smitizzare pregiudizi e luoghi comuni. Tra questi, il più “incredibile” era quello che si riferiva ai ripopolamenti di lupo ovvero alla credenza che un soggetto, il Parco d’Abruzzo o il Corpo Fo-
restale dello Stato, ne avesse liberato sul territorio delle coppie, per scopi di riequilibrio ecologico. Sottolineiamo “incredibile” perché una simile operazione avrebbe presentato aspetti economici e operativi tali da renderla impercorribile e con dubbie aspettative di successo.
Per smontare questa fandonia si dovette arrivare a stampare e far affiggere migliaia di manifesti in cui si spiegava la realtà dei fatti. Circolava anche un’imperdibile vignetta che raffigurava l’allora direttore del Parco d’Abruzzo intento in un lancio di lupi siberiani
aereo-paracadutati. Grande è stata perciò la nostra sorpresa quando questa mattina abbiamo letto una notizia sulla Nazione, cronaca di Siena, dove l’articolista tra le altre cose cita testualmente “Le iniziali 320 coppie di lupi immesse nella nostra Regione intorno agli anni Ottanta si sono quintuplicate”. Non è certo nostro compito smontare questa “bufala” d’annata perché vi sono Istituzioni, come l’I.S.P.R.A., il Corpo Forestale dello Stato, Dipartimenti universitari ecc., in grado di farlo con maggiore autorevolezza. Ovviamente tutta la nostra solidarietà per la categoria degli allevatori il cui nemico principale purtroppo non è il lupo ma l’incapacità di programmare serie politiche che tutelino e incentivino il settore specie nelle aree marginali. Massimo rispetto va inoltre all’azione della Magistratura anche se iniziamo a chiederci se non sia il caso di aprire qualche fascicolo per “procurato allarme”.
Da dicembre in edicola e librerie