TuTTo quello che gli alTri non dicono
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L’Oscar del giorno Roberto Ruta
L’Oscar del giorno lo assegniamo a Roberto Ruta. Il senatore molisano, sul tema della sanità, ha presentato un’interrogazione che sarà discussa nella mattinata di domani. Ha chiesto al Governo la deroga, rispetto ai parametri fissati dal decreto Balduzzi, per salvare il sistema sanitario regionale. Diversamente, i cittadini molisani verrebbero a trovarsi privi di molti servizi e specialità mediche e dovendo fare ricorso sistematico ai cosiddetti viaggi della speranza.
Il Tapiro del giorno a Paolo Di Laura Frattura
L’ interrogazione del senatore Ruta apre uno spiraglio di luce
Migliaia di posti di lavoro sono a rischio Il Cardarelli diventerebbe ospedale di primo livello Termoli e Isernia, lazzaretti
Addio Molise Il Tapiro del giorno lo diamo a Paolo Frattura. Se il presidente della Giunta regionale del Molise si fosse presentato in sede di Conferenza delle Regioni, ad agosto scorso, per fare valere le specificità demografiche e territoriali del Molise anche in campo sanitario, oggi non tremerebbero i polsi dinanzi alla pubblicazione del decreto Balduzzi che sbaraglia, di fatto, l’intero sistema regionale. Ora, dobbiamo incrociare le dita in attesa della definizione della questione da parte del Governo almeno per la deroga.
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TAaglio lto
2 10 giugno 2015
La mancata approvazione sottrae ai cittadini molisani, specie ai cittadini indignati, ogni possibilità di esercitare i diritti civili e costituzionali che la nuova Carta regionale ha previsto e sancito
Il nuovo Statuto regionale c’è (e quanta fatica per averlo) però manca il regolamento di attuazione La riottosità del presidente Frattura, della giunta e della maggioranza di centrosinistra che governano il Molise fa che lo Statuto non diventi uno strumento di democrazia e di partecipazione del popolo molisano Decisamente allergico, il presidente Frattura, alle regole costituite. Se solo ricordiamo ciò che c’è voluto per indurlo a prolungare il nuovo Statuto regionale approvato in via definitiva il 20 dicembre 2012, ci rendiamo conto di nuovo della sua idiosincrasia a sottostare: in questo caso alla forma più democratica possibile di amministrare l’ente Regione. Pressioni giornalistiche, sollecitazioni politiche e finanche il ricorso all’articolo 126 della Costituzione che dice: “Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge”. Non promulgando lo statuto, consiglio e il presidente sarebbero rientrati bellamente nel disposto del 126. Tant’è che questa minaccia, accompagna da un serrata interrogazione del senatore Di Giacomo al Governo, si sono rivelati risolutivi. Ma il vizio di considerare le regole, le norme, le disposizioni un fastidio, se non peggio, un impedimento al suo libero
agire e pensare, lo dobbiamo ancora una volta ricondurre allo Statuto regionale e, nello specifico, alla mancata approvazione del regolamento di applicazione. In assenza del quale è come se lo Statuto non esistesse. Per cui il tanto affannarsi del legislatore regionale a darsi e a dare ai molisani una Carta regionale moderna, aperta, democratica e partecipativa, si va risolvendo in un buco
nell’acqua. Ciò unicamente per la riottosità del presidente Frattura, della giunta e della maggioranza di centrosinistra che governano il Molise a fare in modo che lo Statuto diventi uno strumento di democrazia e di partecipazione del popolo molisano. Che, però, dell’esercizio dei suoi diritti ha talmente perso l’abitudine, che non li reclama. Ma ciò che davvero muove preoccupazione in
ogni spirito libero e democratico è il comportamento della tremolante opposizione che siede a Palazzo Moffa. Se non fosse tale, ovvero tremolante, si sarebbe dovuta rendere conto che il comportamento di Frattura incide su due fronti: su quello politico, per l’autoritarismo con cui esercita le sue prerogative; e su quello amministrativo, per il modo con cui opportunisticamente omette di procedere all’approvazione del regolamento di applicazione dello Statuto, incurante che così facendo, si pone a ridosso del reato di omissione. Il mancato esercizio dello Statuto a causa della mancata approvazione del regolamento sottrae ai cittadini molisani, specie ai cittadini indignati, ogni possibilità di esercitare i diritti civili e costituzionali che la nuova Carta regionale ha previsto e sancito. Il referendum, ad esempio.
Cgil e Uil: “Poste, basta chiusure”
CAMPOBASSO. Le Segreterie Regionali della SLCCGIL e della UIL-POSTE esprimono la netta contrarietà al piano di razionalizzazione estiva prodotto da Poste Italiane. Già quando lo stesso piano era stato anticipato, ma non confermato, le due Segreterie scriventi avevano chiesto all’Azienda di non procedere. Purtroppo non c’è stato riscontro e così il Molise si troverà nel periodo estivo con chiusure di vario genere (alcuni uffici chiuderanno una, due o tre volte a settimana, altri non forniranno il turno pomeridiano). L’elenco, (mancano le chiusure pomeridiane di Isernia Centro, Venafro, Bojano e Termoli 1) presenta però alcune situazioni a dir poco grottesche: si razionalizzano, ad esempio, gli uffici di Termoli e di Agnone mentre arriva la sta-
gione estiva con il flusso turistico. E tutto ciò in nome della semplice gestione delle ferie da erogare al personale. Ancora una volta vengono tagliati i servizi ai cittadini molisani ma soprattutto viene offerta un’immagine negativa della Regione. E una regione che non garantisce i servizi è messa all’indice. Ma il discorso è generale perché da noi, con l’estate, il flusso demografico aumenta dovunque. Così anche gli emigranti che rientreranno in vacanza troveranno quest’altra sorpresa e i commenti certo non saranno lusinghieri. E poiché nel Molise i problemi non mancano, eccone un altro gentilmente fornito da Poste Italiane e, nello specifico, dall’AREA SUD 1 di Bari. Co-
munque, per la regola che impone non solo di denunciare ma anche di proporre soluzioni, SLC-CGIL Molise e UIL-POSTE Molise hanno richiesto un incontro urgente all’Azienda per fermare questo piano servendosi dell’applicazione della clausola elastica a tutto il personale part-time così come prescritto da regole che la stessa Azienda ha fissato. Quindi stop alle razionalizzazioni estive e far lavorare per altri quindici giorni il personale part-time in modo da garantire contestualmente l’erogazione dei servizi ai cittadini e delle ferie al personale. Inoltre le Segreterie scriventi chiedono l’intervento urgente del Governatore del Molise e dei Sindaci dei comuni interessati.
Dardo
Nagni, Frattura e la Metro di Ulisse Di Giacomo Pensavamo di aver visto tutto nel settore del trasporto ferroviario molisano: treni che non partono o non arrivano, treni che partono ma non si sa se e quando arrivano, temperature intorno ai 40 gradi d’ estate e sotto zero d’ inverno, carrozze sporche e vetuste. Ma l’ ultima perla ci mancava: il treno scortato dai carabinieri. È’ successo qualche giorno fa, quando per un guasto al sistema che controlla l’ apertura e la chiusura delle sbarre ai passaggi a livello, il macchinista di un treno della linea Roma-Campobasso e’ stato costretto a chiedere l’intervento dei carabinieri perché in tre passaggi a livello le sbarre erano rimaste aperte. E cosi’ e’ successo che per la prima volta nella storia un treno e’ stato “ scortato “ dai militari dell’ Arma fino alla staIone d’ arrivo. Al ridicolo ormai non c’è più’ limite. Il Molise di Frattura fa scuola nel mondo.
TAaglio lto
3 10 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
C’è ancora chi non si arrende ma la sanità molisana è al capolinea Associazioni e comitati contro blocco dei contratti e legge di riordino
Sanità molisana moribonda; tutti al capezzale della sanità molisana. Si è svolta ieri la manifestazione dell’ANAO ASSOMED (Associazione Medici e Dirigenti del Molise) centrata soprattutto sul più che probabile non rinnovo di 500 contratti di lavoratori precari della sanità (la maggior parte dei quali impegnati nella gestione delle emergenze) ma che, fatalmente, ha abbracciato in senso più generale il tema sanità, considerata la legge regionale di riordino e la recente pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto Balduzzi, di cui abbiamo ampiamente parlato nei
giorni scorsi. E’ stata quindi l’occasione per poter, per una volta, parlare di corda a casa dell’impiccato. Giovanni Pulella (ASSOMED): “Quando parliamo di difesa del precariato non ci riferiamo solo alla difesa del personale sanitario precario, ma soprattutto del cittadino. Se, infatti, l’Asrem manderà via i precari ci ritroveremo con un’offerta sanitaria peggiore.” Aggiungendo, ancor più fuori dai denti: “Chiediamo che il disegno di legge di riordino non passi perché se dovesse passare la Annao, la Cosmed e l’Ordine dei medici di Isernia chiederanno
“Il ddl sul riordino della sanitá in discussione alla Regione Molise, in relazione all’applicazione di norme nazionali, non affronta con la dovuta decisione e la necessaria chiarezza i problemi che ogni giorno migliaia di persone incontrano: servizi carenti, tagli e minore efficienza. Il presidente della Regione Frattura si sta prendendo la responsabilitá di una riduzione dei servizi essenziali che metterebbe a serio rischio il diritto alla salute costituzionalmente garantito, condannando un intero settore al collasso”. Lo dice in una nota il segretario dell’Idv Molise Aldo Di Giacomo, a margine della manifestazione promossa contro il piano sanitario regionale.
il referendum abrogativo, in quanto un trasferimento di denaro pubblico verso il privato sottende, ancora una volta, qualcosa in più nei riguardi della Cattolica e della Neuromed.” Se gli effetti del decreto Balduzzi dovessero davvero essere recepiti (abbiamo un anno di tempo a meno che riesca il tentativo di mediazione presso il Governo di Roberto Ruta) il Veneziale di Isernia, tra le altre cose, perderebbe i reparti di ostetricia e ginecologia. “Con questa politica sanitaria il Veneziale – afferma perciò Lucio Pastore del Comitato Bene Comune Veneziale – è una struttura destinata a finire. In riferimento al decreto Balduzzi, invece, la questione che ci preoccupa di più è rappresentata dalla perdita di ostetricia e ginecologia; altri servizi sanitari potrebbero essere recuperati in altri ambiti come specialità. Ma quelli di ostetricia e ginecologia no”. Niente più bimbi/e che, una volta cresciuti/e, abbiano scritto Isernia (ma anche Termoli) alla voce “nato/a a” dei documenti; sembra uno scherzo ma non lo è davvero. Poi c’è il comitato pro Cardarelli, rappresentato da Aida Trentalange: “…che non nasconde la sua preoccupazione anche in riferimento alla legge regionale di riordino della sanità, in quanto, non solo non risponderebbe ai bisogni sanitari della
regione, ma creerebbe profonde perplessità poiché si parla di integrazione per realizzare, invece, una sott i l e privatizzazione della sanità pubblica.” Chi ci avrebbe mai pensato, interessante. Intanto i medici del Pronto Soccorso di Isernia hanno presentato un esposto alle Procure di Campobasso e di Isernia affinché la magistratura verifichi l’operato della Asrem che ha imposto ai medici isernini di coprire anche i turni del reparto di emergenza del Santissimo Rosario. “Lavorare in un pronto soccorso privo di chirurgia, ostetricia e ginecologia, pediatria, una reperibilità anestesiologica, cardiologia, – afferma Lucio Pastore – è un lavoro inutile. Non è un caso che mentre noi veniamo trasferiti a Venafro per coprire i turni, quando arriva un paziente grave da Venafro viene portato a Isernia. Giochi di ordinaria follia” Per Libera Molise il mancato rinnovo dei contratti “…rappresenterebbe il colpo
Sanità Molise, la Regione è prossima al collasso A sostenerlo è la segreteria dell’Italia dei Valori “La verita’ – ha osservato - é che i criteri utilizzati per il piano di riordino si ispirano solo a dati meramente numerici e quantitativi, senza alcuna considerazione per le esigenze dei cittadini che chiedono a gran voce una sanitá pubblica che funzioni”. “Collegata alla necessitá del diritto alla salute c’e’ anche quella del diritto al lavoro – ha proseguito Di Giacomo - con
il licenziamento dei precari, medici e infermieri, che ricoprivano un ruolo essenziale nel sistema sanitario regionale e che ora, giustamente, protestano chiedendo il rispetto delle proprie professionalitá. A loro va la nostra solidarietá. Ora Frattura intervenga per evitare il default di un intero, delicatissimo comparto per il quale da anni i cittadini chiedono un’inversione di tendenza”.
di grazia alla sanità molisana.” Passiamo al tasto dolente, ora: i soldi. I 470 milioni di debito che fanno dell’ASREM un’azienda tecnicamente già fallita. “La creazione di un’eventuale bad company servirebbe per non pagare i creditori.” Lo sostiene Antonio de Lellis, revisore legale dei conti, che aggiunge: “Ci troviamo in una situazione debitoria drammatica. La bad company è stata pensata proprio per non pagare questi debiti. Chiediamo, poi, di costituire un’indagine popolare sul debito che ne individui le parti illegittime, che lo riveda e lo riconverta. Proponiamo un modello di gestione che sia pubblico e partecipato dai cittadini. Solo questa è la strada per individuare quali sono i rami secchi e per razionalizzare i costi”.
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TAaglio lto
4 10 giugno 2015
I sindacati contestano il progetto di riforma scolastico del governo Renzi
Il blocco degli scrutini ‘ferma’ la scuola
CAMPOBASSO. “Lunedì 8 giugno in tutte le scuole della regione sono iniziati gli scrutini finali. Come ricordato, le OO.SS. della scuola, dopo le mobilitazioni dei mesi scorsi, con manifestazioni, scioperi, flash mob e fiaccolate, non avendo avuto riscontri positivi sulla piattaforma rivendicativa unitaria, hanno indetto lo sciopero per i primi due giorni di scrutinio”. Così, la segreteria regionale della Cgil scuola. “Dai primi riscontri effettuati nelle scuole molisane, oltre l’80% degli scrutini sono stati rinviati. Altissima l’adesione al Galanti, all’ITAS Pertini, allo Scientifico, alla Colozza, al Pilla ed all’ITI di Campobasso, nelle scuole di Agnone e di Isernia (Cuoco, Mattei, Majorana) a S. Croce ed a Termoli, soprattutto nelle scuole superiori. In molte scuole i docenti si sono organizzati scioperando “a scacchiera”, impedendo di
fatto lo svolgimento degli scrutini per tutta la giornata. Si tratta di un segnale di compattezza forte della categoria, che mostra la determina-
di Domenico Di Lisa* Il DDL sulla scuola è approdato al Senato. Sono circa 2000 gli emendamenti presentati, molti da senatori del PD. Diffusa è la convinzione, o la speranza, che i rapporti di forza all’interno di questo ramo del parlamento costringeranno Renzi e la Giannini ad atteggiamenti meno arroganti e più dialoganti. Non mi avventuro a fare pronostici sull’esito di questa battaglia parlamentare che comunque andrà non potrà trasformare in cigno quel brutto anatroccolo definito buona scuola (provo ad immaginare cosa sarebbe stato senza quell’aggettivo). Chi pensa che il testo uscito dalla Camera possa essere modificato così profondamente da renderlo accettabile confida anche nel deludente risultato elettorale del PD alle ultime regionali, riconducibile in parte alla protesta ed alla straordinaria mobilitazione del mondo della scuola. Renzi ha un obiettivo: costruire un sistema di potere piramidale che consenta alla politica, tramite i dirigenti scolastici, di assumere e premiare amici, parenti e clienti, chi si adegua e non disturba il manovratore, abolire la libertà di insegnamento (pericolosissima in una società dominata dal pensiero unico e dell’uomo solo al comando), e legalizzare quella piaga tutta italiana del clientelismo. Nel DDL è infatti del tutto assente un’idea di scuola articolata e organica che rappresenti la stella polare per le politiche didattiche, che è impossibile recuperare all’interno della legge in discussione. La scuola che viene prospettata è schiacciata sul presente, nelle sue forme dominanti della produzione economica e della tecnologia, dove il presente è punto di arrivo definitivo e la conoscenza sembra orientata alla sua conferma e al suo mantenimento.
zione dei docenti e degli Ata nel battersi fino in fondo contro un DDL contestato dalla stragrande maggioranza di coloro che operano nella
scuola. Lo sciopero continuerà anche nei prossimi giorni, secondo le modalità legittimamente riconosciute dal Garante e comunicate alle scuole nei giorni scorsi. Un ulteriore momento di mobilitazione per chiedere al Senato di modificare radicalmente un provvedimento che, se approvato, comporterebbe una gestione della scuola autoritaria ed antidemocratica. Gli stessi dirigenti scolastici, attraverso i quali si vorrebbe far passare la svolta gerarchica, e che “dovrebbero” decidere su tutto (offerta formativa, assunzioni, mobilità e premialità) nella maggioranza dei casi sono consapevoli della pericolosità del modello di scuola che si vuole creare, con il rischio di essere oggetto di pressioni e controlli da
parte di chi li strumentalizza per portare avanti un disegno gerarchico ed individualista. Invece di restituire tempo scuola, organici e risorse al sistema pubblico d’istruzione drasticamente ridotti, il governo insiste nel voler far approvare un provvedimento raffazzonato ed ingestibile, con tante deleghe in bianco al governo, con nessuna attenzione alla collegialità insita nel lavoro docente, con una penalizzazione del personale precario e senza un’idea del tipo di offerta formativa occorra garantire agli studenti. Si continua a privilegiare la scuola privata, finanziandola in modo indecoroso e si ridimensiona il ruolo centrale che la Costituzione assegna al sistema pubblico d’istruzione. Dunque, si tratta di un DDL che dovrà essere radicalmente modificato. La protesta nelle scuole continua, oggi e nei prossimi giorni”.
Viene cancellato un sistema che funziona A dispetto delle dichiarazioni del capo del Governo, e della sua accolita di servi sciocchi, il messaggio arrivato agli italiani non è stato quello teso a rimettere la scuola al centro delle politiche del Paese, quale settore strategico senza il quale non c’è futuro, ma quello della scuola italiana che non funziona perché gli insegnanti sono fannulloni o incapaci, privilegiati perché godono di troppe vacanze. Eppure tutti sanno che i giorni di scuola degli alunni italiani rientrano nella media europea e mondiale, lo stipendio degli insegnanti no, è tra i più bassi. Da parte del Governo non c’è stato difetto o errore di comunicazione perché era proprio quello il messaggio che si voleva dare. Un messaggio devastante, al quale difficilmente si potrà porre rimedio, che ha colpito un settore davvero delicato e strategico. Oltre che falso, il messaggio è l’epilogo di un processo che ha messo da tempo la scuola e gli insegnanti nel mirino. Da decenni assistiamo al progressivo disinteresse e disimpegno dello Stato, uno Stato che ha ridotto in modo indecente gli investimenti, che ha mortificato la figura ed il ruolo sociale degli insegnanti, proprio di quegli insegnanti che, remando controcorrente e a mani nude, si sono fatti carico non solo delle inadempienze dello Stato ma anche di quelle delle famiglie che, anche a causa delle sempre più precarie condizioni
sociali ed economiche, hanno delegato sempre più alla scuola l’educazione e la formazione dei ragazzi e dei giovani. Sulle spalle di chi lavora nella scuola gravano responsabilità che non sono paragonabili alla retribuzione e alla considerazione che di essi ha questa società, e spesso le stesse famiglie e gli stessi studenti. Avevamo bisogno di ben altro da parte di chi ha la pretesa di cambiare questo Paese. Gli insegnanti, tuttavia, rivendicano il merito di avere permesso ai nostri giovani, in uno scenario in cui lo Stato è latitante, di misurarsi con altre realtà europee e mondiali nelle quali, nonostante tutto, riescono ad emergere e ad affermarsi. Rivendicano il merito di aver mantenuto un presidio fondamentale in un Paese che ha la pretesa di definirsi civile. Questo significa che gli insegnanti sono soddisfatti per come vanno le cose nella scuola? Assolutamente no. Come potrebbero esserlo con il contratto bloccato da anni, e gli stessi scatti per l’avanzamento della carriera bloccati? Dove sono gli investimenti del governo se le famiglie devono pagare
una sorta di ticket per consentire ai ragazzi di usufruire di servizi scolastici essenziali, che dovrebbero essere gratuiti? Questi apologeti della precarizzazione del lavoro ci risparmino la storiella dell’assunzione dei precari. Se ci sarà, e mi auguro che ci sarà (ma perché non si è proceduto per decreto all’assunzione?), non avverrà per volontà del governo ma per evitare la procedura di infrazione successiva alla sentenza della Corte di Giustizia europea. L’attacco del Governo, sostenuto dalle forze di destra e di Confindustria, è rivolto alla scuola pubblica ma anche al sindacato. Sindacato che neanche Berlusconi era riuscito a ricompattare. Un sindacato che certamente sconta errori strategici e tattici. Un attacco politico e mediatico, portato avanti con determinazione ed armi sofisticate, che punta a definire lo status e la remunerazione degli insegnanti non più attraverso la contrattazione ma attraverso regole stabilite unilateralmente dal governo. La scuola è solo il primo passo, poi toccherà a tutto il pubblico impiego. Sebbene generosa, e da me condivisa e sostenuta, la decisione di bloccare per due giorni gli scrutini delle classi intermedie è insufficiente ed inadeguata. Ci vorrebbe ben altro per contrastare efficacemente un disegno pericoloso e tendenzialmente autoritario. Bisognerebbe bloccare gli scrutini ad oltranza, anche infrangendo la legge e rischiando la precettazione degli insegnanti, ed arrivare al più presto ad uno sciopero generale confederale. *Docente presso il Liceo Scientifico “A. Romita” di Campobasso
TAaglio lto
5 10 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Gli edifici pubblici di nuova costruzione senza l’abbellimento di un’opera d’arte non possono essere collaudati: se ne ricorderà la Regione ? Se ne ricorderanno gli enti territoriali La legge è del 1949, e porta il numero 717. Finora è stata la legge italiana meno applicata e rispettata. Le cose dovrebbero cambiare. La circolare governativa del 28 maggio 2014, numero 3728 - «Norme per l’arte negli edifici pubblici» - pubblicata sulla gazzetta ufficiale dell’11 giugno dello scorso anno, ha rimesso in sesto le ragioni per cui la legge sia applicata e rispettata quale strumento di promozione della Cultura e dell’Arte. Il legislatore dell’epoca aveva capito l’importanza di introdurre i valori artistici nella ripresa dell’economia e dello sviluppo come elementi di qualificazione di un Paese, l’Italia, ritenuto la culla della cultura occidentale. Nel corso degli anni la legge è andata perdendo motivazione e applicazione, depauperata da una società civile propensa soprattutto a badare al sodo e a snobbare la cultura, e da una pubblica amministrazione, come raccontano le cronache, predisposta alla corruzione e alla concussione, nonché da progettisti
La parola conclusiva è stata del vescovo GianCarlo Bregantini. Non priva di profondità, di attualità, di lungimiranza. L’hanno ascoltata i partecipanti al convegno “Mezzogiorno d’Italia e Mediterraneo oggi davanti alle nuove sfide” presso l’auditorium Celestino V della Curia arcivescovile. Mezzogiorno d’Italia e Mediterraneo: problemi e sfide epocali, rivoluzionari, globali. La parola della chiesa in un contesto fortemente laico, politico, economico. Bregantini ha avuto esperienze dirette delle problematiche del Mezzogiorno, avendo passato diversi anni in Calabria. E le vicende della migrazione e le turbolenze nei paesi africani che affacciano sul Mediterraneo certo lo coinvolgono e lo chiamano alla riflessione e, per quanto, può, al-
per i quali un’opera d’arte su un manufatto pubblico non è un elemento determinante della progettazione. Atteggiamento pauperistico, che la crisi e le sue implicazioni di ordine sociale, economico e culturale ha ulteriormente alimentato. L’impoverimento progettuale dell’edilizia pubblica è sotto gli occhi di tutti. La legge 717 del 49, dove è stata appli-
cata correttamente, ha funzionato, dando all’edilizia pubblica una dignità e un decoro oltre che un motivo di interesse culturale. La circolare del 28 maggio 2014 ha riaperto il discorso; ha indicato le responsabilità e fatto chiarezza su un punto estremamente delicato: l’opera pubblica realizzata senza un manufatto artistico non la si può col-
laudare. Punto fermo per le stazioni appaltanti, per i direttori dei lavori, per i progettisti e per l’imprese, nonché una forte motivazione al mondo dell’arte perché pretenda che le leggi che possono dare un contributo alla crescita culturale nel nostro Paese siano applicate. Per completezza d’informazione, al fine di garantire l’effettiva ed efficace applicazione delle disposizioni della legge 717 del ’49, va detto che in sede di verifica (validazione, espressione del parere tecnico e di approvazione di un progetto e del relativo quadro economico) è fatto obbligo che sia espressamente accertata l’applicazione della legge 717/49 e, in caso affermativo, se siano state poste correttamente in essere le necessarie previsioni economiche e tecniche (ovvero il due per cento dell’investimento all’abbellimento degli edifici pubblici di nuova costruzione). La stessa verifica dovrà’ essere effettuata in sede di espressione di parere tecnico e di approvazione delle relative eventuali
varianti in corso d’opera. Inoltre, il responsabile del procedimento, nell’ambito delle proprie responsabilità è tenuto a curare il necessario raccordo tra la progettazione e la realizzazione dell’edificio pubblico, garantendo, in particolare, l’aspetto relativo all’inserimento dell’opera d’arte, e promuovendo, in tempi adeguati, il relativo bando. Infine, in sede di approvazione del certificato di collaudo, per legge deve essere verificato che il collaudatore si sia espresso positivamente in merito agli adempimenti derivanti dalla legge di cui stiamo parlando. Ciò che commentiamo è Un passo verso un Paese meno rozzo e più civile. Verso una regione - il Molise a sua volta meno rozza e più civile, immaginando la futura sede regionale una pregevole struttura architettonica e funzionale, arricchita da una significativa opera d’arte. Pena la non collaudabilità della costruzione. Dardo
Mezzogiorno d’Italia e Mediterraneo davanti alle nuove sfide: ne hanno parlato il vescovo Bregantini, Adriano Giannola, Antonio Chiatto e Gianni Di Giandomenico La Regione vittima di se stessa non coagula le energie positive, non assembla le volontà a creare e a fare, non muove l’economia, non incita ad andare avanti, non programma, non agisce l’azione. Un convegno, dunque, quello di ieri pomeriggio, particolarmente interessante, incentrato sulla relazione resa da Adriano Giannola, presidente nazionale dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez). Argomento cardine, solco netto, valutazioni dirette e pertinenti. Come del resto sono state altrettanto incisive,
traccianti, le considerazioni introduttive al convegno di Antonio Chiatto, direttore della Scuola di formazione socio/politica “Giuseppe Toniolo”. Formazione, sviluppo, occupazione: ce n’era da discutere e da considerare, soprattutto nel Molise, in cui la formazione ha un passato poco commendevole e un presente tutto da scoprire (Garanzia Giovani, docet); lo
sviluppo è congelato, e l’occupazione ristagna. Pane per i denti, inoltre, per Gianni Di Giandomenico, già presidente della giunta regionale del Molise negli anni Novanta, rettore emerito dell’università Pegaso, in veste di coordinatore dei lavori. Un convegno che s’è caricato di motivazioni, che ha aperto spazi di prospettiva, che ha richiamato molte
componenti della società civile e degli apparati produttivi a rendersi autori di un ragionevole ottimismo, maggiormente in assenza di iniziative equivalenti da parte della Regione che, vittima di se stessa, non coagula le energie positive, non assembla le volontà a creare e a fare, non muove l’economia, non incita ad andare avanti, non programma, non agisce.
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Tutto quello che gli altri non dicono
Campobasso
10 giugno 2015
senza alcun finanziamento pubblico
“Al Comune una maggioranza evanescente” Il Movimento Cinque Stelle denuncia la fase politica di stallo a Palazzo San Giorgio CAMPOBASSO. “Il braccio di ferro tra le diverse anime della maggioranza ed in particolare del Partito Democratico, ha di fatto congelato l’intera attività del Consiglio Comunale e delle commissioni, ferme oramai dallo scorso 22 maggio in attesa della prevista rimodulazione a seguito dell’entrata in vigore del nuovo regolamento”. Lo sostengono i consiglieri comunali del movimento Cinque Stelle al Comunedi Campobasso. “Entro il giorno 27 dello scorso mese, tutti i gruppi consiliari avrebbero dovuto presentare, così come più volte richiesto e sollecitato dall’ufficio di presidenza, l’elenco dei consiglieri designati alle varie commissioni, in misura proporzionale alla rappresentanza consiliare. Un termine perentorio rispettato soltanto dalle minoranze
ma non dai partiti della sconquassata maggioranza di sinistracentrodestra che evidentemente non riescono a trovare la quadra per la “spartizione” dei posti disponibili. E’ opportuno ricordare che la riduzione delle commissioni ha determinato anche la riduzione delle componenze da 96 a 72 (45 posti per la maggioranza, 27 per le minoranze), una “coperta” che si è dunque accorciata e che evidentemente non soddisfa adeguatamente le ambizioni e le aspettative di tutti. Facile immaginare che il Partito Democratico abbia richiesto ai gruppi minori, ed in particolar modo a quelli composti da un solo consigliere, la rinuncia alle componenze “effettive” (potendo quest’ultimi comunque partecipare di diritto ai lavori delle commissioni in qualità di
Capigruppo) per lasciare maggiore possibilità di frequentare le sedute, e spartire presenze e gettoni, da parte dei “piddini”. Altrettanto scontato immaginare la legittima “resistenza” dei partiti minori della mega coalizione, non certo disposti a perdere voce in capitolo rispetto al Partito Democratico, sem-
pre più “fratturato” dalle diverse anime e correnti che ricalcano le ben più note spaccature sia nazionali che regionali, con le faide contrapposte, i “rutiani” ed i “fratturiani”, che probabilmente culmineranno con qualche ribaltone anche nel gruppo consiliare di Campobasso. Ne consegue che un intero consiglio
rimane ostaggio dei capricci di una maggioranza sempre più irresponsabile che antepone il gioco del più testardo alle tante criticità della città, con gli organi politici fermi al palo e costretti ad aspettare la pietosa spartizione dei pani e dei pesci dei seguaci di Renzi. Non rispettare i fin troppo comodi termini dettati dal presidente Iafigliola, rappresenta una grave mancanza di rispetto verso l’istituzione del Consiglio Comunale, ed è un gravissimo atto di arroganza e prevaricazione da parte del Partito Democratico nei confronti di tutti gli altri gruppi consiliari, ai quali non sarebbe mai stato consentito un tale ritardo ed un così sfacciato menefreghismo nei confronti di scadenze improrogabili e regolamenti perentori”.
Si svolgerà dal 19 al 21 giugno a cura dell’Isernia Camper Club Campitello Matese sede del 29° raduno nazionale dei camperisti italiani “Sono certo che la splendida cornice del Matese - ha dichiarato Ivan Perriera, presidente dell’Isernia Camper Club, e coordinatore di 118 associazioni di campeggiatori su tutto il territorio nazionale - assieme alla lungimiranza del Comune di San Massimo e della professionalità degli imprenditori coinvolti (in particolare della collaborazione dell’Hotel Miletto), ci permetterà di bissare il successo avuto nell’edizione del 2004”. I camperisti italiani di nuovo quindi nel Molise, questa volta sul Matese, quale veicolo importante per promuovere sul campo il territorio molisano in chiave turistica che si conferma essere quella che meglio può sviluppare una economia locale salvaguardando le peculia-
rità ambientali, naturali e paesaggistiche. “Fino ad oggi non sembra che la giunta re-
gionale abbia colto questa necessità, ma se si vuole offrire qualche opportunità ai nostri
giovani, non possiamo che puntare sullo sviluppo turistico del Molise”. I camperisti sono significativi e importanti ambasciatori e promotori che, nel caso del Molise, possono indubbiamente favorire la sollecitazione ai turisti che, seguendo gli itinerari tradizionali, raggiungono preferenzialmente la Puglia, la Campania e il Lazio. Il raduno a Campitello andrà dal 19 al 21 giugno e l’occasione, viene fatto notare, è importante anche per l’adesione della località matesina (e, quindi, del comune di San Massimo) al progetto nazionale “Montagna Amica del Turismo Itinerante “. Progetto al quale aderiscono stazioni sciistiche come Sappada (Belluno) e San Martino di Castrozza (Trento).
“Porta i grandi al Museo” Quarto appuntamento a Campobasso domenica 14 giugno al Museo Sannitico CAMPOBASSO. In occasione del quarto appuntamento “Porta i grandi al Museo”, l’Associazione Culturale Me.Mo Cantieri Culturali a.p.s., propone la Caccia al Tesoro al Museo Sannitico di Campobasso domenica 14 Giugno alle ore 15.00.
L’attività, rivolta alle famiglie e ad un pubblico di ragazzi (dai 6 ai 13 anni) e adulti, prevede un percorso guidato delle sezioni esposte: dall’età protosannitica a quella tardo romana dove le squadre, mediante domande specifiche, dovranno rispondere, acquistando
punteggio, ad una serie di questionari pertinenti all’uso e alla funzione del materiale esposto nelle vetrine e proveniente da quasi tutto il territorio regionale. Il percorso guidato sarà di supporto alla caccia al tesoro, fulcro dell’attività la-
boratoriale, nella quale ad ogni gruppo di partecipanti sarà consegnato una scheda didattica contenente le immagini di alcuni reperti che dovranno essere “ricercati” e individuati dai ragazzi. L’evento ha lo scopo di far rivivere la
storia del Molise e dei suoi personaggi in 15 secoli attraverso i tesori nascosti del Museo Sannitico. La prenotazione al Percorso Narrato e all’attività didattica è obbligatoria contattando il n. 327 8538671 o inviando una email: memocampobasso@gmail.com.
Campobasso
7 10 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il Sacro e il profano del Corpus Domini di sergio genovese E’ stato ancora una volta suggestivo partecipare alla ressa nelle strade del Centro di Campobasso la domenica nella notte del Corpus Domini che la mattina successiva apparivano deserte. Se si ha la buona abitudine di alzarsi presto si fa fatica a comprendere come tutto risulti trasformato : la folla e la confusione di qualche ora prima, il silenzio e la scomparsa di qualsiasi simbolo della festa, qualche ora dopo. E’ una di
quelle magie che contribuiscono a rendere unico l’evento. Chiarisco subito che non faccio parte di quei Campobassani che, impettiti, gridano a tutti di essere fuggiti dalla città perché in fondo le donzelle e gli angeli in volo portano solo confusione e null’altro. Sarebbe il caso di togliere la cittadinanza a chi non ha il diritto di portare con se il tatuaggio del Castello Monforte, ma tant’è. E’ verosimile invece sottolineare
come sia ricorrente il contrasto, oserei dire intellettuale, tra la festa religiosa che ha una sua specificità di riferimento e la festa dei colori, dei commercianti a cielo aperto e della fiera nella sua accezione più recondita. Certo, diciamolo francamente, vedere sfilare i Misteri con l’Immacolata Concezione che per regalarsi una panoramica più degna deve tirare giù la maglia appesa dall’ambulante di turno, facilita le
emotività di chi vuole difendere la festa da contaminazioni. I religiosi da una parte, i festanti, a prescindere, dall’altra. Tuttavia, come con un maneggevole o se gradite come con un Bignami, si tende a non accentuare il contrasto che nelle omelie i Sacerdoti, dal pulpito, mettono in risalto. D’altra parte, per come vanno le cose da secoli, risulterebbe impossibile procedere ad una distinzione netta dei due momenti che
probabilmente Di Zinno, con la sua creatività talentuosa, aveva messo in conto. In fondo una contaminazione di ritorno l’ha favorita pure Mons. Bregantini, che nei faticosissimi momenti delle sue liturgie dentro e fuori la Chiesa, non si è mai distaccato dai suoi fotografi e cameraman personali pronti a valorizzare le parole sacre ma pure i colori, i suoni e le voci dei pagani festanti.
Sagra dei misteri: a vincere l’incontro tra etnie Di Massimo Dalla Torre “Nulla da eccepire, bravi gli organizzatori, anche se qualcosa di più poteva farsi” Questo il commento della gente che anche quest’anno, partita della Juventus contro il Barcellona a parte, ha onorato la festa del Corpus Domini. Manifestazione che annualmente richiama nel capoluogo di regione migliaia di presenze a dimostrazione che la tradizione tiene ancora banco a scapito di chi apostrofa la sfilata dei misteri una “paesanata”. Nulla di tutto questo, anche perché i numeri parlano chiaro 100.000 presenze in città. Una città che si è trasformata anche se per poco in multietnica dove culture, suoni, sapori e soprattutto lingue si sono incontrati, sfiorati, guardati, dove non è prevalsa la divisione razziale che da tempo fanno fibrillare buona parte dei continenti viciniori alla vecchia e cara Europa. Modus vivendi che proprio in queste occasioni viene fuori, anche se a molti disturba, per come si presenta nella sua crudezza, senza sapere che è il cosiddetto perbenismo ben pensante nostrano quello che crea distonie ad un sistema in piena
evoluzione. Un aspetto insolito di vita di persone che hanno dovuto abbandonare il loro Paese e trasferirsi in luoghi che non sono consoni al modo di vedere la loro quotidianità. Parola che ultimamente compare sempre più nei discorsi, nelle inchieste, nei pensieri di chi tranquillamente possiede una casa, un lavoro, un futuro assicurato; loro no, non si pongono la domanda, o forse si, “ma perché tutto questo?” Facile perché hanno un unico obiettivo, non quello certamente di destabilizzare, bensì cercare l’integrazione cosa difficile perché il pregiudizio “divide et impera” come dicevano i latini. Un separatismo che tuttavia, per tornare a casa nostra, in questi giorni non è stato pressante, anzi ha abbassato la guardia permettendo in questo modo di compenetrarsi in un qualcosa che non ci appartiene senza sapere che dovrebbe. Un modo di abbattere e aberrare le cortine mentali che molti hanno innalzato permettendo di far emergere pregiudizi stupidi e beceri nei confronti di chi, anche se con bizzarria, cerca un contatto umano e non un
distacco. Bizzarrie si, bizzarrie, che invece sono il punto di partenza e contemporaneamente di arrivo di chi paga a caro prezzo la non appartenenza ad una società che non vuole compenetrarsi in quelli che sono i drammi, le vicissitudini, le esigenze. Tre parole che invece, dovrebbero far riflettere e che pongono dinanzi a un punto di domanda cui però difficilmente può darsi risposta; perché non c’è volontà di rispondere…anzi una risposta c’è forse, i diversi siamo noi, troppo legati allo stereotipismo che condanna inesorabilmente a porsi verso gli altri con distacco e sospetto e non con l’apertura mentale e soprattutto fisica che oggi, più che mai, proietta oltre la siepe che si erta, anche se quest’ultima fortunatamente vacilla. Questa è l’unica chiave di lettura di quello che fa da corollario alla sfilata degli ingegni che sono volati ancora più in alto grazie soprattutto alla presenza di chi nel silenzio più assoluto spenti i riflettori si è rincamminato lungo un percorso difficile che purtroppo li relega alla non considerazione della gente.
Gambatesa e Copertino insieme per la cultura nel nome di Donato Decumbertino I contatti culturali tra Gambatesa e la città di Copertino (24.500 ab. in prov. Di Lecce) iniziarono, molto probabilmente, quasi cinquecento anni fa, quando, un tal Donato Decumbertino (proveniente appunto da Copertino) affrescò su committenza di Vincenzo Di Capua il Castello di Gambatesa lasciando una testimonianza pittorica di grande valore che travalica il Molise per ricongiungersi a vicende di Napoli, Roma e perché no del salento stesso. Non ci sono prove scritte che Donato fosse realmente proveniente da Copertino, ma il ragno, simbolo che il pittore appone con grande sa-
pienza scenica sopra la sua firma nella sala delle maschere del Castello di Gambatesa, in un periodo in cui il tarantismo era ampiamente diffuso e documentato, potrebbe essere la prova della provenienza dalla terra salentina dell’estroverso artista. Dopo quasi cinque secoli le strade di Copertino e di Gambatesa tornano ad incrociarsi sul Fortore, Domenica 14 Giugno, quando un gruppo di ciclisti copertinesi, guidati dall’Assessore alla Cultura del comune salentino Cosimo Lupo, saranno ospiti della locale Amministrazione Comunale e parteciperanno ad una serie di attività civili, religiose e cul-
turali. Il Gruppo ciclistico Copertino taglierà tutto il tacco dello stivale in bicicletta approdando a Gambatesa come destinazione finale. I contatti tra i due comuni sono iniziati poco meno di un anno fa grazie al M° Emanuele Raganato, copertinese, invitato a presiedere la giuria del 25° Festival della Canzone dialettale Molisana, e sono poi proseguiti in modo fitto, in particolare tra le rispettive deleghe alla cultura Cosimo Lupo (Copertino) e Luca D’Alessandro (Gambatesa). Lo scambio culturale in corso, che verrà suggellato nella giornata di Domenica 14 Giugno, ha già pro-
dotto frutti: in particolare vi sarà la prima esecuzione di una marcia sinfonica per banda dal titolo “Omaggio a Gambatesa” scritta dal copertinese, M° E. Raganato e dedicata al paese molisano; si avvieranno rapporti finalizzati alla partecipazione delle “maitunate” di Gambatesa al Festival dello Stornello che si terrà a Copertino il 12 Luglio nonché sarà l’occasione di scambiarsi buon pratiche amministrative ed avviare interscambi di prodotti tipici locali. Nel pomeriggio, come da programma, nell’ambito del progetto “Note, colori, sguardi e suoni”, si
terrà uno degli appuntamenti più attesi dell’intero programma di concerti al Castello di Capua: solisti di nota fama quali il clarinettista Lelio Di Tullio, l’oboista Maurizio Marino, i flautisti Aldo Ferrantini e Giancarlo D’Abate, accompagnati dai M° Biasini, Lumachi e Morgione, tutti docenti del Conservatorio Perosi, si esibiranno in musiche di Mozart, Hoffmeister, Hummel. A margine del concerto verrà presentato alla cittadinanza il progetto di scambio culturale tra Gambatesa e Copertino nel segno dell’arte, della musica, delle tradizioni e dello sport.
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Isernia
Tutto quello che gli altri non dicono
10 giugno 2015
senza alcun finanziamento pubblico
Cantonieri in piazza per il lavoro Senza i soldi della Regione, a casa i 32 operai stradali della Provincia ISERNIA. “Ennesimo vile attacco alla classe operaia! ormai senza sosta l’emorragia dei posti di lavoro grazie all’inutile quanto dannosa gestione frattura-brasiello sul territorio molisano e, in modo più puntuale, su quello della provincia di isernia. e se il mega presidente Frattura si sfrega le mani per il gusto di danneggiare la provincia più vicina all’ex governatore Iorio, il sindaco, nonché presidente della provincia pentra Brasiello,
guarda senza colpo ferire per non perdere il calore dell’abbraccio protettivo (delle sue posizioni!) dello stesso Frattura”! Lo sostiene Emilio Izzo che ha capeggiato la protesta per la perdita del lavoro di 32 cantonieri della Provincia di Isernia. “Insomma, è pur vero che politicamente (e forse non solo) non servono a niente, ma è altrettanto vero che sono i migliori a far danni! non si contano più i cimiteri di lavoratori che hanno creato e pur-
troppo non possiamo dire che hanno finito! Per non farsi mancare niente, per mano di brasiello, hanno messo sul lastrico con un sol colpo ben 35 cantonieri, praticamente tutti, lasciando incustodita e pericolosa l’intera rete delle strade provinciali di Isernia! capite che geni?! purtroppo anche in questa circostanza si cela il trucco delle sostituzioni con altri soggetti così come già avvenuto con la moloise dati. insomma, dopo 14 anni
di lavoro precario, con una mano davanti ed un’altra dietro (per dirla con il volgo), si lasciano nel dramma assoluto 35 famiglie, fregandosene bellamente dall’alto dei loro lauti compensi ma seguendo con molta attenzione, passione e disinteresse tutte quelle posizioni apicali e dintorni all’interno dell’ente! un altro edificante esempio di come non far funzionare la pubblica amministrazione a vantaggio di pesi e zavorre sempre pro-
tetti e coccolati!” Ieri, unitamente ai lavoratori, ha tenuto una conferenza stampa-sit davanti al palazzo provinciale in via Berta, per illustrare la questione. “Abbiamo chiesto al presidente, all’assessore al ramo ed al dirigente del settore un incontro per capire aspetti della vicenda nient’affatto chiari e per cercare le soluzioni adatte a ridare il sorriso a queste famiglie”. Ora, l’ultima parola tocca alla Regione Molise.
Fornelli, uno scempio ambientale E’ dal mese di marzo 2015 che denunciamo a cadenza quasi periodica lo scempio ambientale che interessa il territorio del Comune di Fornelli, centro cittadino compreso. Fino al mese di dicembre 2014 il servizio di raccolta differenziata era curato dall’Unione dei Comuni della Valle del Volturno, al costo di 11.200,00 euro. Dal mese di gennaio 2015, il Comune di Fornelli, divenuto estremamente moroso verso l’Unione dei Comuni, ha deciso, per volontà politco-amministrativa, di non confermare la delega per tale servizio all’Unione per cui Fornelli è stata letteralmente invasa da rifiuti di palstica, vetro e carta! Tanto è vero che noi abbiamo denunciato il tutto pubblicamente sulla pagina facebook del nostro gruppo Fornelli di Tutti il 23 marzo 2015! A quanto pare il nostro intervento ha prodotto effetti: infatti, verso la fine del mese di maggio 2015, il Comune ha pubblicato (dopo oltre due mesi dalla sua adozione) la determina dell’Ufficio Tecnico datata 27 marzo 2015 nr. 17 avente ad oggetto “impegno di spesa e affidamento raccolta differenziata”. Da tale atto è emerso che il servizio relativo alla raccolta differenziata (rifiuti non più ritirati dal 1° gennaio 2015 alla fine di marzo 2015) è stato affidato ad
una società di Campobasso al costo maggiore di 13.000,00 euro!!! Nonostante il costo più elevato, il 6 maggio 2015, il 31 maggio 2015 e il 3 giugno 2015 abbiamo nuovamente denunciato, sempre sulla pagina Facebook di Fornelli di Tutti, lo stato di degrado e sporcizia che Fornelli e i suoi cittadini sono costretti a vivere. Il culmine della “scorrettezza” anche morale è stato raggiunto domenica mattina, 7 giugno 2015, quando dopo poche ore dalla nostra ennesima denuncia sul degrado senza limite in cui versa il nostro Paese abbiamo avuto la dimostrazione della pochezza e della assenza di sensibilità e rispetto di chi ci amministra. Vuoti ed inconsistenti come idee, arroganti e presuntuosi verso i cittadini! Le buone intenzioni e la volontà dei Fornellesi a procedere alla raccolta differenziata vengono mortificate dal sindaco Tedeschi e dalla sua maggioranza, i quali costringono i cittadini a pagare il servizio in misura doppia. La domenica del 7 giugno 2015 il dipendente del Comune di Fornelli, che quotidianamente raccoglie i rifiuti indifferenziati, ha ricevuto “l’ordine del sindaco Tedeschi” di “mischiare i rifiuti da raccolta differenziata – carta, plastica e vetro- con i rifiuti indifferen-
ziati” e portarli in discarica presso la Smaltimenti Smaltimenti sud! Come abbiamo già detto il servizio relativo alla raccolta differenziata (che dal mese di gennaio fino ad aprile è stato sospeso per volontà politica), è stato affidato a marzo 2015 ad una società al maggior costo di 13.000,00 euro- FISSO-, mentre il conferimento in discarica dei rifiuti presso la Smaltimenti Sud viene pagato “A PESO”. E’ bastato il nostro immediato e responsabile intervento per spingere il sindaco a fermare il dipendente in Largo Assunta, il quale è stato invitato non più a conferire in discarica i rifiuti da raccolta differenziata, ma in maniera altrettanto grave il dipendente è stato invitato a “mischiare” il vetro e la plastica (poggiata a terra perché abbondante) nei cassonetti della indifferenziata! Non c’è che dire: Bella trovata!!!! E questo perché? Perché il sindaco Tedeschi e la sua maggioranza sono attenti solo alle apparenze, in quanto limitatamente alla giornata del 7 giugno 2015, in occasione della processione del Corpus Domini avrebbero voluto dare una parvenza di “normalità”. Questa maggioranza con il suo modo di agire con-
sidera i Fornellesi come un popolo ignorante e sporco, che merita di avere un Paese pulito solo in determinate occasione e comunque solo quando il sindaco lo decide! Fornelli non è così, né lo è mai stato! Fornelli è un Paese con elevato senso civico che responsabilmente si fa carico di elevate tasse e tributi locali per il bene di una comunità, e non merita di essere trattato in questo modo! I nostri soldi vanno rispettati, così come va rispettato ogni singolo cittadino! Ma il sindaco Tedeschi e la sua maggioranza non lo sa! Alleghiamo le fotografie raffiguranti Fornelli nei giorni del 23 marzo 2015, 6 maggio 2015, 31 maggio 2015, 2 giugno 2015 e del 7 giugno 2015. Ringraziamo e siamo a disposizione per ogni chiarimento e conferma, e a tale scopo comunichiamo i seguenti recapiti telefonici: Immacolata Petrarca: 3478117074, Rita Ucci : 3292334740 Gruppo Consiliare Fornelli di Tutti I consiglieri Comunali Immacolata Petrarca , Rita Ucci e Michele di Martino
Assenze epilettiche: chiariti i meccanismi d’azione di un farmaco innovativo Studiando meglio i suoi effetti e le interazioni con un altro farmaco già usato per l’epilessia, ricercatori dell’I.R.C.C.S. Neuromed aprono la strada a nuove terapie contro una patologia che colpisce prevalentemente l’infanzia Un farmaco che agisce su particolari recettori presenti nel sistema nervoso si sta dimostrando molto promettente contro le assenze epilettiche, una patologia che colpisce prevalentemente i più giovani. L’Unità di Neurofarmacologia dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), da oltre quattro anni in prima linea su questo argomento, ha ora condotto uno studio che chiarisce i meccanismi d’azione della molecola, attualmente indicata solo con un codice, a livello di particolari aree cerebrali. La stessa ricerca ha indagato anche le sue interazioni con un altro farmaco già usato nella terapia delle epilessie: la tiagabina. Lo studio, pubblicato sul giornale scientifico Epilepsia, apre la strada ad una maggiore caratterizzazione, e quindi a un utilizzo più efficace, della nuova molecola. Le assenze epilettiche colpiscono prevalentemente i bambini, che durante un attacco si bloccano all’improvviso, guardando fisso nel
vuoto. In alcuni casi si possono presentare movimenti automatici o possono essere pronunciate parole non comprensibili. Dopo alcuni secondi l’attacco finisce ed il bambino riprende ciò che stava facendo senza ricordare nulla di questa sua “assenza”. I farmaci attualmente usati per la terapia presentano diverse difficoltà, a cominciare dalla refrattarietà che porta il 20% dei pazienti a non rispondere alla cura. Inoltre possono verificarsi seri effetti collaterali, oppure l’efficacia del farmaco si perde con il tempo, la cosiddetta tolleranza. Lo studio di alternative ai trattamenti oggi disponibili rappresenta quindi un obiettivo importante. Nel 2011 l’Unità di Neurofarmacologia del Neuromed, Il gruppo che si occupa di terapie sperimentali delle assenze epilettiche, coordinato dal Dottor Richard Ngomba, aveva già contribuito alle ricerche su due molecole che agiscono sui recettori metabotropici per il glutammato (mGlu). Il glutammato è
ben conosciuto come uno dei neurotrasmettitori, cioè sostanze che consentono la comunicazione tra una cellula nervosa e l’altra. La ricezione di questa comunicazione è affidata a proteine presenti sulla membrana cellulare capaci di “catturare” la particolare molecola e “trasmettere” il suo messaggio modificando il comportamento della cellula a cui appartengono. Questi recettori sono attualmente allo studio come bersagli molto promettenti per una serie di patologie neurologiche. In modelli animali da esperimento, due molecole che agiscono rispettivamente sui recettori mGlu1 e mGlu5, modulando la loro attività, avevano mostrato efficacia nel ridurre il numero e la durata degli attacchi, misurabili attraverso segni caratteristici che compaiono nell’elettroencefalogramma (i complessi punta-onda). I farmaci erano stati quindi testati per valutare la loro efficacia nel corso del tempo.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
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Termoli
10 giugno 2015
Il Liceo di Guglionesi premiato alla Camera Gli studenti liceali hanno vinto il primo premio del concorso sulla cittadinanza attiva GUGLIONESI. Si è tenuta venerdì 5 giugno, presso l’Aula dei Gruppi parlamentari alla Camera dei Deputati, la cerimonia di premiazione che ha visto il Liceo di Guglionesi vincere il primo premio del concorso nazionale “Articolo 9 della Costituzione – Cittadinanza attiva per superare la crisi attraverso la cultura e il patrimonio storico artistico”. Il progetto, promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dal Ministero dei
Beni e delle Attività Culturali e dalla Fondazione Benetton Studi e Ricerche, in collaborazione con il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati, il Ministero degli Affari Esteri, la Rai e il “Sole 24 Ore”, ha visto la partecipazione di 673 classi delle diverse regioni italiane. Il Liceo di Guglionesi ha partecipato con il progetto “Giovani protagonisti per superare la crisi”, nato dall’esigenza di ridare vita a luoghi culturali del paese, chiusi e non fruibili da parte della colletti-
vità, ma nello stesso tempo sviluppare negli studenti la capacità imprenditoriale, lo spirito d’iniziativa e la volontà di agire per lo sviluppo responsabile del proprio territorio. La giuria nazionale, composta da studiosi ed esperti nominati dalla Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici del MIUR, ha valutato positivamente l’innovatività della proposta di valorizzazione delle risorse individuate e le potenziali ricadute sociali ed economiche del progetto sul territorio.
“Abbiamo accolto la proclamazione con grande emozione. Abbiamo creduto sin all’inizio nella validità del progetto che avevamo elaborato, ma la concorrenza era notevole”, dice il Dirigente scolastico prof.ssa Maria Maddalena Chimisso. “La convocazione a Roma tra le 20 scuole finaliste, l’essere ricevuti alla Camera, il saluto della Presidente Laura Boldrini, erano già un importante riconoscimento, ma non posso negare che essere ritenuti meritevoli del primo premio
a livello nazionale ci ha colmato di gioia ed orgoglio. Un grazie particolare va al prof. Giuseppe Pollice, ideatore ed anima del progetto che, con grande impegno e tenacia e superando non poche difficoltà, ne ha reso possibile la realizzazione. Questo è stato un anno importante per il nostro Liceo, che ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi: Scuola dell’Unesco, primo premio al concorso provinciale “La scuola si fa impresa” ed ora primi classificati a livello italiano”.
La Procura dellaRepubblica di Larino richiede il rinvio a giudizio per 18 indagati dell’operazione “Chiavetta Magica”. Il Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Larino, Dott. Ludovico VACCARO, nei giorni scorsi ha depositato al G.I.P. del Tribunale frentano la richiesta di rinvio a giudizio esercitando l’azione penale per 18 degli indagati nell’ambito dell’operazione condotta dalla stessa Procura e dai Carabinieri di Termoli. Quindici dei diciotto indagati erano stati tratti in arresto dai militari della Compagnia e della Stazione di Termoli l’08 dicembre 2014 in quella che era stata denominata convenzionalmente operazione “Chiavetta Magica”. Le indagini sono proseguite fino all’individuazione di ulteriori tre soggetti, per
uno sono stati raccolti elementi a carico in merito all’asportazione di numerosi pezzi di ricambio rinvenuti durante le perquisizioni effettuate durante l’esecuzione delle misure cautelari; per gli altri due sono emerse significative responsabilità in ambito alla realizzazione del sistema di clonazione delle chiavette sia a livello hardware che software in questo caso è stato sequestrato ulteriore materiale informatico. I restanti quindici indagati colpiti dalle misure cautelari del giorno dell’Immacolata vengono confermate tutte le posizioni e le accuse per le quali la Procura ha richiesto il giudizio, ovvero l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed alla
clonazione di sistemi di pagamento elettronico oltre che, in un caso, la ricettazione di parti meccaniche. Tale atto riconferma l’attenzione della Procura della Repubblica di Larino a far si che i processi siano più rapidi possibile infatti a meno di sei mesi dalle misure cautelari è pronosticabile una rapida conclusione della vicenda giudiziaria. In seguito, con altra procedura, verranno esaminate dalla Procura e dai Carabinieri le singole posizioni degli altri indagati, che fino ad oggi sono circa 130, per i quali si sospetta il semplice utilizzo delle chiavette clonate come emerso nel corso delle indagini.
Successo per l’evento “La Giusta scuola” Festa dei ragazzi delle terze medie Bernacchia e Brigida per chiudere l’anno scolastico TERMOLI. Festa dei ragazzi delle terze medie, come accade da alcuni anni a questa parte, alle scuole “Oddo Bernacchia” e “Maria Brigida”. L’evento si è tenuto presso l’ex Bowling di Termoli, Via Firenze 2/T, organizzato da Maria Assunta Mariani e Debora Tridente con la collaborazione dell’Associazione “La Giusta Scuola”. Un programma della manifestazione ricco e variegato iniziato con il consueto augurio di fine anno da parte dell’organizzatrice Maria Assunta Mariani, subito dopo tutti in pista a ballare e successivamente elezione di Miss e Mister Oddo-Brigida. Alle ore 23, incoronamento di Miss e Mister Oddo-Brigida con relativa
premiazione, il tutto incorniciato da un abbondante e variegato buffet,
bevande e musica d’intrattenimento curata da un Dj professionista.
È stato altresì assicurato un accurato e attento servizio d’Ordine, ga-
rantito dall’Associazione “Angeli” e da un’Agenzia di sicurezza che ha fatto stare tutti tranquilli e sereni; sul posto è stata messa a disposizione un’autoambulanza della Croce Rossa per qualsiasi evenienza. L’evento, al quale hanno partecipato oltre 200 studenti delle classi terze, delle Scuole Oddo Bernacchia e Maria Brigida, si è svolto all’insegna del divertimento e di un momento di bellissima integrazione tra gli studenti che hanno apprezzato e rimasti entusiasti dell’evento organizzato. Fossero sempre così le feste dormiremmo tutti sonni più tranquilli ,questo visto dalla parte dei genitori .
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Termoli
Tutto quello che gli altri non dicono
10 giugno 2015
senza alcun finanziamento pubblico
“Gtm, gravi responsabilità della Regione” La Cgil denuncia il mancato pagamento alla ditta dei chilometri effettuati Dipendenti ancora senza stipendio nonostante l’accordo sottoscritto TERMOLI. “In relazione alla questione afferente il ritardo nel pagamento degli stipendi dei dipendenti GTM, apprendiamo con disappunto che, contrariamente a quanto espressamente concordato in sede di incontro tra la Regione Molise, l’Azienda e le Organizzazioni sindacali, l’Ente regionale non intende ottemperare agli impegni assunti e ciò, parrebbe, a causa di rilievi ostativi da parte di uno o più funzionari amministrativi”. A sostenerlo è il segretario regionale dei trasporti della Cgil. “Qualunque sia la motivazione, sta di fatto che l’accordo vincola le parti al rispetto degli obblighi assunti, peraltro a fronte di una situa-
zione di evidente necessità e criticità. Rammentiamo a noi stessi, prima che a chiunque altro, che l’accordo è frutto di una situazione fattuale che pone l’Azienda che esercisce il Trasporto Urbano di Termoli, in una posizione differente rispetto a quella di altre società concessionarie, in ragione della palesata esistenza di un contenzioso che potrebbe alterare le reciproche posizioni di dare ed avere tra le parti. Strumentali ed assolutamente non preclusive ragioni di carattere amministrativo non sono sufficienti a rendere nullo il vincolo conseguente al raggiunto accordo, con la conseguenza che qualora dovesse persistere
l’inadempimento della Regione Molise questa OS e i lavoratori interessati porrano in essere ogni azione sia dinnanzi alle Autorità Giudiziarie competenti che tramite mobilitazione del personale. Ciò al fine precipuo di tutelare i lavoratori e di mantenere alta l’attenzione di tutti sul dramma che quotidianamente vivono quegli stessi lavoratori e le rispettive famiglie. Inoltre ci chiediamo a chi verranno addebitati gli interessi di mora sui ritardati trasferimenti finanziari alla Azienda se questa dovesse reclamarli, se si procederà a cercare responsabilità soggettive o se solo verranno scaricati sulla contribuzione ge-
nerale. Alla Amministrazione Comunale di Termoli ci permettiamo di ricordare che, nella stessa sede, i suoi vertici si erano impegnati ad apportare modifiche di bilancio tali da permettere il finanziamento dell’esercizio del Trasporto Urbano fino all’atteso pronunciamento del TAR. Chiediamo pertanto se sono state avviate le procedure per tale provvedimento amministrativo che consentirebbe ai dipendenti della GTM di guardare al loro futuro con maggiore serenità, liberando nel contempo l’Amministrazione dalla partecipazione ad incontri tra le Parti aventi ad oggetto il tema, oramai consueto, dei ritardati pagamenti ai lavoratori.
“Spiagge sporche, ora le puliamo noi” Il presidente della Fiba torna a sottolineare lo stato di degrado degli arenili TERMOLI. Nel giro di 24 ore, dopo la polemica diretta per la Tari nel confronto organizzato da Termolionline ieri sera a ‘La Vida’, il presidente della Fiba-Confesercenti Pietro D’Andrea torna di nuovo a calcare la mano sulla questione degrado. “Non potendo più i Balneari di Termoli accettare l’inosservanza della ditta preposta alla pulizia dell’arenile con la dovuta professionalità e l’attrezzatura adeguata, né accettare l’eccessiva indulgenza dell’assessorato ambiente alla verifica e controllo dei tratti di spiaggia la cui pulizia quotidiana è a carico dell’Amministrazione (5 metri dalla battigia), si invitano tutti i Balneari, lungomare nord e Rio Vivo, la cui spiaggia anteriore alla concessione sia soffocata dai detriti, ad effettuare la pulizia con i loro mezzi di vagliatura,battigia compresa, per evitare gli enormi disagi denunciati presso le strutture da cittadini e turisti. Il lassismo del settore ambiente (tutti voi ricorderete i vari
incontri con il dirigente e assessore) e il menefreghismo (perché si tratta proprio di menefreghismo), dell’intera amministrazione, sia un riferimento a senso unico per la cittadinanza e i turisti ai quali chiediamo scusa per la sporcizia sull’arenile e l’inadeguatezza riscontrata – chiediamo scusa ai nostri clienti e a tutti i cittadini del profondo disagio; vogliamo assicurare che non accetteremo più passivamente l’inerzia e il pressappochismo di nessun politico o finto taleI Balneari italiani da sempre rivendicano il ruolo che storicamente lo Stato Italiano ha riconosciuto ai concessionari in qualità di “Fiduciari dello Stato” e che la tutela dell’ambiente marino, la sicurezza alla balneazione, la difesa del territorio da tutte le mafie,tutti gli intrallazzi, tutte le prepotenze, saranno al primo posto nel nostro ordine del giorno”.
“Porto, il dragaggio si faccia subito” Gli operatori del settore della pesca di Termoli tornano a sottolineare tale esigenza TERMOLI. Non c’è miglior modo di rendersi conto di quanto problematico sia entrare o uscire dal porto di Termoli se non abbandonare gli ormeggi e recarsi sul posto, quanto fatto oggi grazie a Domenico Guidotti della Federcoopesca, a Domenico Guidotti della FranMarine, ad Antonio Fusco della Ter.Mar. e a Francesco Guidotti, che hanno portato la stampa locale con il ‘Destriero’, imbarcazione di proprietà della Guidotti Ships alla fine della canaletta di accesso dello scalo portuale termolese. Si parla di dragaggio, ovviamente, con una richiesta di work-shop rivolta alle istituzioni competenti, capace di tirar fuori un crono-programma realistico per sfruttare quanto più ade-
guatamente e tempestivamente i 4 milioni di euro a disposizione. Una trentina di operatori a sottoscriverlo, in pratica l’intero cluster marittimo termolese. “L’intera comunità marittima e portuale di Termoli e in particolare le associazioni di categoria della Pesca, gli operatori marittimi e dei servizi portuali, i comandanti delle navi, i Cantieri navali, le società di Navigazione dei servizi di linea e di rimorchio e tutto gli altri che prestano servizio nel porto, esprimono vivissimo plauso e profonda e sentita riconoscenza per la lungimirante e rapida azione posta in essere dalla Regione Molise, in particolare dall’assessorato ai Lavori pubblici nella persona dell’assessore in carica Pierpaolo Nagni che,
grazie a una spiccata ed efficace azione amministrativa, è riuscito in pochi mesi a far destinare le risorse necessarie al dragaggio del porto di Termoli”. Le associazioni aggiornano la tematica, asserendo che sia in corso di definizione l’organizzazione di un work-shop intitolato ‘Il dragaggio del porto di Termoli, una esperienza da esportare’, durante il quale l’assessore potrà tratteggiare, alla presenza di tutti i soggetti coinvolti, le attività connesse e la relativa tempistica che la Regione Molise, col suo brillante operato sta per realizzare in tempi brevissimi. “Lo scopo che la comunità marittima e gli operatori si propongono è quello di valoriz-
zare il lavoro svolto quale modello di efficienza da esportare, al punto da voler realizzare, d’intesa con la Regione Molise e la struttura amministrativa dell’assessorato ai Lavori pubblici, un protocollo d’intesa che possa essere utilizzato anche in ambito nazionale – specificano gli aderenti e promotori dell’iniziativa – e che possa fungere da esempio virtuoso quale metodo efficace da seguire per affrontare una delle più annose criticità che affliggono la portualità italiana e in particolare quella adriatica: i dragaggi, da cui dipendono la crescita e il consolidamento delle attività economiche e marittime, della pesca, del commercio e del turismo nautico delle città costiere ma anche dell’Italia tutta”.
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Opinioni
10 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Artisti molisani alla ribalta Dai piccoli passi verso il successo, a passi da gigante: è il cammino artistico di Piero Perrino le cui opere più recenti saranno esposte alla collettiva collaterale della Biennale di Venezia, curata da Loreta Lakina, imperniata sulla rappresentazione e interpretazione del fenomeno migratorio. Una rigida selezione ha preceduto la scelta delle opere e degli artisti. La collettiva si terrà dal 10 al 30 giugno 2015 presso il Palazzo Friuli-Bon. L’artista campobassano sta trovando fuori dal Molise quei riconoscimenti di Antonio Succi Il sottoscritto dott. Succi Antonio, consigliere Comunale di Minoranza , nonché ex Sindaco di Castelpizzuto dal 1975 al 2004 PREMESSO che in data 09 Giugno 2014 si è tenuta nella sede Regionale dell’Assessorato alla Sviluppo Economico, la Conferenza di Servizio per discutere della Concessione Mineraria richiesta dalla Castellina srl. Che in quella sede il Sindaco Di Santo Fortunato Ascenzio, su esplicita richiesta del Dirigente Regionale dott. Tocci Gaspare,si impegnava a formalizzare a procedere in tempi celeri con la richiesta di autorizzazione per la captazione di acqua di derivazione pubblica,corredata di documentazione di rito; che in data 10 Giugno il Sindaco, anziché attivarsi a produrre la richiesta di derivazione di acqua pubblica, provvedeva ad innestare un tubo nella vasca privata della Castellina,in modo illegittimo ed abusivo, eliminava , chissà per quali arcani motivi, la Sorgente più a valle denominata S3. Di fatto interrompeva l’approvvigionamento idrico del Comune, procurando gravissimi disagi ai cittadini. RIBADITO Che la sorgente S3 ha alimentato l’acquedotto Comunale dal 1995 fino al 10 Giugno 2014, per ben 20 anno ( diconsi venti anni),senza creare alcun problema né di portata , né batteriologico e né organolettico. (Ad eccezione del mese di novembre del 2007 quando ,a causa di una prolungata, siccità molti comuni restarono senza acqua. Fatto del tutto eccezionale, tanto che la Regione Molise ebbe il riconoscimento di Calamità Naturale). Che così facendo, il Sindaco, eliminando la Sorgente S3, ha interrotto un pubblico servizio primario , consolidato nel tempo. Le Sorgente S3 , si ripete, aveva alimentato l’acquedotto Comunale dal 1995. Si evidenzia , che l’opera di captazione della Sorgente S3, fu realizzata dalla Tramoter srl, pagata dalla Castellina e donata al Comune di Castelpizzuto. Da considerare ,che l ‘opera di captazione della Sorgente S3, costruita in cemento armato,è a prova di inquinamento. RILEVATO Che la Regione Molise, in risposta alla nota del Comune datata 20 Ottobre 2014, ha sollecitato il Sindaco “ a produrre apposita domanda di derivazione
Piero Perrino alla collettiva collaterale della Biennale
che lo hanno elevato e collocato stabilmente nell’arengo dell’arte moderna. La sua pittura inizialmente istintuale s’è via via raffinata; la tecnica ha mantenuto un carattere di originalità che lo distingue e lo lascia particolarmente apprezzare dalla critica e dai cultori dell’Arte. Alieno alle contaminazioni, procede spedito nel suo percorso arti-
stico, sorretto da una forte carica creativa e indagativa che gli consente di spaziare nelle proposizioni e nelle realizzazioni. Legato al Molise, afferma che molta parte della sua opera è fortemente influenzata dalla memoria, dai rapporti, e dall’esperienza maturati nella nostra realtà.
Castelpizzuto, rimuovere i sigilli dalla sorgente S3 di acqua pubblica per uso potabile, redatta sulla scorta del modello che si allega, completa del progetto preliminare e corredata dalla necessaria documentazione tecnica, sia per fonte Acquina che per località Folgara.” Per tutti i motivi di cui sopra , il sottoscritto CHIEDE DI CONOSCERE le motivazione per le quali: Il Sindaco, ha chiuso la derivazione la derivazione idrica dalla Sorgente S3; Il Sindaco senza alcuna autorizzazione o permesso ha dato disposizione di innesto di un tubo, di diametro di ben 11 cm,capace di prosciugare l’intera Sorgente S2, quando la Regione ha certificato che il fabbisogno idrico del comune è di appena 0,51 ls, già legittimamente concesso alla Castellina, esponendo il Comune a pesanti azioni risarcitorie;
AI CITTADINI DI CASTELPIZZUTO ACQUA IN ABBONDAZA E POSTI DI LAVORO PER TUTTI.)
Il Sindaco a tutt’oggi, ormai ad un anno dalla data della conferenza di servizio ( 9 giugno 2014) e ad 8 mesi da sollecito scritto della regione Molise.Ufficio acque pubbliche, non ha provveduto a produrre la richiesta di autorizzazione di derivazione di acqua pubblica corredata dalla documentazione prevista dalle norme vigenti ;
Il sottoscritto chiede di sapere per quali motivi il Sindaco ha pensato di ricorre alla Protezione Civile e non riattivare la Sorgente S3 che dall’ultima misurazione di portata risultano ben 7,1 litri al secondo, come certificato anche dalla Autortà di Bacino, quando al Comun bastano solo 0,51 litri al seconda come ha stabilito a Regione Molise. (Sembra strano che a maggio , durante una primavera ricca di piogge, la Sorgente Acquina ,che alimenta il serbatoio Comunale, abbia esaurito completamente la sua portata- parliamo di un fabbisogno di soli 0.5 ls-) .( A tal proposito , il sottoscritto,invita il Sindaco ad effettuare personalmente una attente verifica previo intervento delle autorità competenti
Il Sindaco non provvede a riattivare la Sorgente S3 con una portata di ben 7,61 litri secondo e dalla quale il Comune ha attinto acqua dal 1995 e dalla quale arbitrariamente si è staccato. Premesso inoltre che: il 25 Maggio 2015 è venuta a mancare l’acqua alla popolazione, e che la stessa è rimasta per ben due giorni senza l’approvvigionamento idrico e che si è diffusa nella stessa popolazione allarme , panico e risentimento per un paese notoriamente ricco di acqua.( Personaggi completamente estranei all’ Amministrazione, sobillando la popolazione, ancora continuano ad addossare la colpa al sottoscritto. PRECISO CHE FINO AL 2004, HO GARANTITO
Che in data 28 Maggio è arrivata l’autobotte della Protezione Civile per rifornire la popolazione di acqua.
SI EVIDENZIA che in data 5 Giugno 2014, la Regione Molise e per essa il Dirigente dott. Tocci, apponeva i l sigillo alle chiavi delle pompe di sollevamento dell’acquedotto Comunale della sorgente S3. Nominando custode il Moresciallo dei Vigili . nonché resposabile del servizio idrico del Comune, Romano Remo.
CHIEDE DI SAPERE se tali sigilli sono stati eliminati. CHIEDE Al Sig Sindaco di procedere a porre in essere ogni provvedimento al fine di riattivare la connessione della Sorgente S3 alla stazione di pompaggio, anche previa formale richiesta di autorizzazione, per fornire acqua in abbondanza alla popolazione e rimuovere il provocato stato di carenza idrica. CHIEDE Al S. E. Prefetto di attivare ogni provvedimento ritenuto necessario per rimuovere lo stato di necessità provocato da condotte non conformo alla legge, ponendo in essere anche poteri sostitutivi rispetto alla inerzia ingiustificata del Sindaco CHIEDE Al Presidente della Regione Molise,Assessorato alla Sviluppo Economico,Dirigente Dott. Gaspare Tocci.di autorizzare il Comune a rimuovere i sigilli dalla Sorgente S3,AD ORAS, al fine di riattivare la connessione della Sorgente con l’impianto di pompaggio nella rete idrica del paese rimuovendo il denunciato e provocato stato di necessità e fermo restando i successivi PROVVEDIMENTI o ADEMPIMENTI del caso.
Ci avviciniamo alla data del 24 maggio. Cento anni dall’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Il volume curato dal nostro collega Giuseppe Saluppo: “Il Molise e la Grande Guerra”, offre uno spaccato della nostra regione al cospetto degli eventi bellici e sociali. Immaginiamo una delle tante vallate del nostro Molise. Sembra vedere scendere da una di quelle strade, oggi asfaltate (seppure ridotte a mal partito), cento anni fa bianche e soffocanti di polvere, giovani con in tasca la cartolina precetto per la Grande Guerra. Hanno salutato i loro cari, prima di partire, qualcuno per l’ultima volta, tra silenzi cupi e parole sulla necessità della partenza. Un vocìo a passo a passo tra le fratte di bacche rosse che costeggiano quelle strade e frotte di uccelli che attraversano in alto l′aria. I ponti sul Biferno come sul Fortore o sul Volturno con l’acqua del fiume che pare immobile e metallica. Voci e gesti e in tutti gli animi il terrore superstizioso, le fantasie incolte, commenti, scongiurazioni lamentevoli, preghiere, in un rumorio cupo. “Ieri salutammo i partenti per le arene della Libia con uno slancio di entusiasmo frenetico, domani baceremo in fronte, senza una lacrima, i nostri soldati anelanti di ricongiungere i fratelli delle terre irredente alla Grande Patria Italiana”, si leggeva su La Provincia di Campobasso il 3 aprile 1915. Nulla sarebbe stato come prima. E’ possibile acquistare il libro di Giuseppe Saluppo, “Il Molise e la Grande Guerra”, a Campobasso nelle edicole di Via Mazzini, Piazza della Repubblica, Piazza Vittorio Emanuele e Terminal; a Isernia, presso libreria Della Corte ed edicola Stazione. Oppure presso la redazione de La Gazzetta del Molise, via Normanno 14 a Campobasso o chiedendolo via email: redazione@lagazzettadelmolise.it. Un Molise presente nella storia d’Italia.