Sanita' tacciono tutti sul risultato di ruta

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno a Roberto Ruta

Sanità, tacciono tutti sul risultato di Ruta

L'Oscar del giorno lo diamo a Roberto Ruta. Nel silenzio totale della politica molisana è riuscito a piazzare il colpo dell'interrogazione in Senato per chiedere quali le azioni e gli interventi che il Governo vorrà mettere in campo per salvare il Cardarelli come Dea di II livello. E' riuscito, così, a conoscere il pensiero ufficiale del governo su come intende muoversi per salvare il sistema sanitario molisano alla luce della pubblicazione del Decreto Balduzzi. Una battaglia condotta da sola a dimostrazione dell'assenza di una chiara politica molisana.

Il Tapiro del giorno a Micaela e Paoletto

SERVIZIO A PAGINA 3 Il Tapiro del giorno lo diamo a Micaela Fanelli e Paolo Frattura. Dopo la risposta del governo, all'interrogazione di Ruta, ci si sarebbe atteso una presa di posizione del segretario regionale del Pd e del presidente della Giunta regionale. Niente. D'intorno solo tanto silenzio. Eppure, quell'interrogazione è come se avesse tolto le castagne dal fuoco proprio al governatore. Che, al contrario, è rimasto in silenzio. Come in silenzio, vista la sua assenza, era rimasto ad agosto scorso in sede di Conferenza delle Regioni. Il segretario del Pd? Non pervenuto.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 13 giugno 2015

Estate da godere

Per i dirigenti regionali arrivano soldi del 2013 Sapendo che gli tocca avere i soldi del 2014 e quelli del 2015 hanno modo di programmare ferie e investimenti a lungo termine. Allegri! Allegri! Altri soldi per i dirigenti regionali. In prossimità delle ferie estive, cadono a proposito. Non sono proprio freschi, essendo soldi che riguardano la retribuzione di risultato del 2013. E non proprio tutti. Ma il 60 per cento del dovuto in base al contratto decentrato integrativo di quell’anno (2.065.886,43 euro). Somma che, decurtata degli importi già distribuiti con le determine 329/2014 e 554/2104 del direttore generale Di Mirco, si attesta su 410.415,18 euro. Rimane il saldo. Altra bella somma da ripartire non appena sarà concluso l’iter procedurale del ricostituito Nucleo di Valutazione. Vale a dire che i soldi presi, e questi che i dirigenti regionali si apprestano a prendere in attesa del conguaglio finale, non discendo da

una valutazione certa ed accertata di ciò che hanno prodotto in favore dell’Ente e della collettività molisana, ma da una vecchia metodologia per la valutazione delle prestazioni dirigenziali che prevede: “… in caso di

mancata effettuazione degli adempimenti rimessi al Nucleo di Valutazione nei termini previsti (ossia nel mese di maggio), ovvero di intempestiva individuazione delle risorse destinate al fondo per il risultato nel-

Iorio: “La Regione impugni il decreto Balduzzi” CAMPOBASSO. “Il regolamento Balduzzi ormai, com’è noto, è legge dello Stato e i parametri per riorganizzare il servizio sanitario basati sul numero degli abitanti non permettono, attualmente, al Molise di mantenere i livelli essenziali di assistenza e, quindi, di garantire ai cittadini il diritto alla salute”. Lo sostiene il consigliere regionale, Michele Iorio. “Per questa ragione, occorre, da una parte, e con forte determinazione, impugnare nelle sedi opportune il provvedimento e, dall’altra, riaffermare con forza il diritto che questa Regione ha di organizzare un servizio che garantisca i propri cittadini. Resta il grave problema dei parametri stringenti che ci escludono da qualsiasi possibilità di manovra. La proposta di legge del governo Frattura in corso di discussione in Consiglio, così com’è, a mio giudizio, non è approvabile. Se legge si deve fare, la stessa contenga i principi sui quali ci siamo battuti da sempre: cioè, 1) riorganizzare il servizio ospedaliero con una intelligente riconversione delle strutture di Larino e di Venafro, 2) mantenere un Dea di I livello negli ospedali di Isernia e di Termoli e un Dea di II livello a Campobasso, 3) individuare nell’ospedale di Agnone un presidio di area disagiata. Invece, come previsto dalla proposta di legge Frattura, la trasformazione degli ospedali di Isernia e di Termoli in stabilimenti di un’unica struttura ospedaliera riduce sicuramente la possibilità operativa degli stessi – che, a mio giudizio, devono rimanere ‘presidi’- e provocherebbe, se si dovesse realizzare questo proposito, un lento ma pericoloso depauperamento della qualità dei servizi. La conseguenza sarebbe una sola: l’aumento insopportabile per gli stessi conti della sanità della mobilità passiva a causa della ‘fuga’ da molti territori del Molise verso ospedali di altre regioni. In sostanza, pagheremmo per sostenere le strutture fuori regione. Spero che di tutto questo si voglia discutere con chiarezza e onestà intellettuale, anche se il silenzio del presidente della Regione potrebbe essere foriero di brutte novità”.

l’anno di riferimento, l’indennità di risultato viene comunque provvisoriamente erogata nella misura del 60% dell’importo destinato alla indennità di risultato dell’anno precedente, sulla scorta delle valutazioni rese dai singoli Direttori generali con le competenze del mese di luglio con provvedimento del Direttore generale competente per l’organizzazione e il personale.” Hanno fatto bene o fatto male non si sa; non si sa se tutti hanno fatto bene da meritare soldi a pioggia in attesa del verdetto finale. Ciò che impressiona è anche la constatazione che alla Regione Molise solo da poco, come dice il direttore generale Di Mirco, è stato ricostituito il Nucleo di valutazione. Per ciò che in genere il Nucleo riesce a valutare, che ci sia o non ci sia non

fa differenza. Alla Regione, pertanto, i soldi non hanno alcuna possibilità di perdersi. Ad evitare il rischio provvedono le metodologie e le procedure che di fatto, con arzigogolazioni dialettiche, interpretazioni ad hoc, e la consolidata solidarietà che di solito si traduce nelle valutazioni rese dai singoli direttori generali, li tengono protetti e sapientemente distribuiti nel tempo. Siamo nell’estate 2015 e i dirigenti regionali prendono soldi relativi al 2013: santi e benedetti. Sapendo che gli tocca avere i soldi del 2014 e quelli del 2015. Volendo, hanno modo di programmare ferie e investimenti a lungo termine. Allegri! Dardo

“Che fine hanno fatto i soldi per la viabilità?” L’Acem torna sui 91 milioni di euro promessi da Frattura e Nagni CAMPOBASSO. Agli inizi dell’anno fu accolto con grandi aspettative dalle imprese e fu annunciato in pompa magna dalla Regione l’imponente piano di opere e interventi da appaltare entro il mese di dicembre per potenziare la viabilità regionale pari a 91 milioni di euro, di cui fu anche assicurata la certezza della copertura finanziaria. Ormai a metà anno non si ha più traccia del Piano la cui attuazione potrebbe dare linfa vitale al settore dell’edilizia in Regione che sta attraversando un periodo difficile. Per questo l’ACEM ha inoltrato ieri una nota al Presidente della Giunta Regionale del Molise Frattura ed all’Assessore ai Lavori Pubblici Nagni chiedendo contezza dello stato dell’arte del Piano, sulla base della constata-

zione di essere giunti ormai a metà anno e della conseguente preoccupazione di correre il rischio di non riuscire a porre in essere gli atti giuridicamente vincolanti per l’affidamento degli appalti, entro i termini originariamente programmati ed in scadenza il 31 dicembre 2015. “Vogliamo certezze su ciò che viene promesso al nostro set-

tore perché siamo seriamente preoccupati che quanto viene detto sia spesso privo di riscontri, ora però l’edilizia rivendica con fermezza il suo ruolo e la giusta considerazione – dichiara il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro – ed occorre un forte scossone perché il tempo di aspettare è finito!”.


TAaglio lto

3 13 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Mentre tutti tacciono arriva il momento delle scelte Sulla riorganizzazione dell’offerta sanitaria pubblica questa regione si gioca l’ennesima chance per un futuro diverso La quiete dopo la (quieta) tempesta. Non si registrano dichiarazioni, commenti, assunzioni di responsabilità (passate e future) dal mondo della politica dopo l’apertura del sottosegretario alla salute De Filippo a seguito dell’interrogazione presentata dal senatore Ruta. La sostanziale disponibilità data dal Governo a mantenere un DEA di secondo livello in regione, in cambio di una rimodulazione dell’offerta sanitaria che aderisca il più possibile al dettato del decreto Balduzzi (questo ci è sembrato di poter tradurre dal politichese moderno), pare abbia sortito il duplice effetto di tranquillizzare osservatori e cittadini (organizzati in diversi comitati sparsi sul territorio regionale) e cucire la bocca agli esponenti politici di ogni grado e confessione. Tace la delegazione parlamentare (eccezion fatta per le poche e quanto mai misurate parole di Ruta a commento della risposta del

sottosegretario); tacciono gli esponenti del governo regionale; tace l’opposizione (?) in consiglio regionale; tacciono gli amministratori locali. Evidentemente la consapevolezza di essere comunque giunti al redde ra-

tionem inibisce sia le spacconate di quelli che: “Stiamo lavorando nell’interesse dei cittadini molisani e bla bla bla…” che di quegli altri che: “La gestione attuale della sanità è una vergogna e bla bla…”. Si aggiunga il fatto

Ancora menzogne sulla sanità di Ulisse Si Giacomo

Si è tenuta ieri al TAR Molise l’udienza sul ricorso promosso da una struttura sanitaria privata di Venafro contro il Decreto n. 37 del Presidente Commissario ad Acta, il famigerato decreto con il quale veniva individuato il nuovo Piano Regionale della Riabilitazione, e con il quale Frattura assegnava ben 60 posti letto alla Fondazione Pavone di Salcito. Il Decreto fu emanato nel novembre del 2014, e soltanto un mese più tardi Frattura, nel corso della conferenza di fine anno, annunciò ufficialmente la decisione di ritirarlo per “ numerose criticità riscontrate nel documento “. Nella stessa occasione, Frattura affermò la sua intenzione di ripartire i suddetti 60 posti tra le strutture ospedaliere pubbliche che nel frattempo venivano drasticamente tagliate. Ebbene, nel corso dell’udienza, si è appreso che il Decreto 37 è tuttora in essere, valido ed efficace, dal momento che è stato soltanto sospeso per due volte ma mai revocato. Ora, al di la delle “bufale” che ormai sono un

che, per poter conservare il secondo livello al Cardarelli, una profonda ristrutturazione dell’offerta sanitaria regionale andrà comunque fatta ed in tempi assai contenuti. E saranno scintille. Il governo regionale dovrà dimostrare tutto il coraggio e tutta la determinazione che finora non ha saputo esprimere rimediando, ai tavoli tecnici ministeriali, sempre solenni sculacciate. Il coraggio e la determinazione di fare delle scelte, sicuramente dolorose, sul territorio da far digerire agli esponenti della giunta e/o della maggioranza che di quel territorio sono espressione diretta; innescando imprevedibili movimenti nel magma che scorre sotto la fragilissima crosta di questa legislatura. Sarà per questo che tutti tacciono; perché probabilmente, al momento, nessuno sa davvero cosa potrà succedere. Quindi meglio, per una volta, fare la cosa giusta e tenere la bocca chiusa. Arriva,

però, il momento per questa regione di essere ripensata e, considerando dimensioni e popolazione residente, con un briciolo di buona volontà e liberandosi da logiche di cortile e campanile, potrebbe non essere una missione impossibile. Di certo bisognerà invertire l’inerzia che ha portato, attraverso diversi lustri, la sanità molisana alle inaccettabili condizioni di oggi. Siamo pochi in Molise; una società ancora relativamente sana, dotata (chissà ancora per quanto) di tutti gli strumenti istituzionali per poter seriamente immaginare e programmare un futuro che sia anche solo minimamente in discontinuità rispetto alle infinite stagioni che ci è toccato ingoiare. Ma, cosa davvero incredibile, chiunque si cimenti con l’onere di governare ed amministrare fallisce in maniera incommentabile . Ora tempo per sbagliare non ce n’è più. Sarà lecito, per una volta, sperare in un lavoro ben fatto?

Non ci resta che la fiducia

corredo abitudinario e che in qualsiasi altra parte del mondo avrebbero costretto Frattura ad abbandonare la scena politica e a tornarsene a casa, il Commissario ad Acta risponda a queste domande: Perché sulle questioni della Sanità ( Ospedale di Venafro, Ospedale di Agnone, individuazione della figura del Project Manager nella persona di Tamburro, Decreto Balduzzi, ecc ecc ) Frattura continua a mentire? Quali verità indicibili vuole nascondere? Vigente il regime del Piano di Rientro, con le sue restrizioni, poteva Frattura assegnare 60 posti letto ad una struttura privata sulla base di un presunto nuovo accreditamento? Questi 60 posti letto, nel corso degli ultimi sette mesi, sono stati considerati in carico alla Regione e utilizzati? E se si, chi pagherà qualora venisse accertato che non potevano essere assegnati? Il nuovo sub commissario è al corrente di questa situazione? E se si, cosa intende fare? Su questo ennesimo scandalo ho presentato una interrogazione parlamentare urgente per sapere come realmente stiano i fatti.

“Il regolamento del decreto Balduzzi è stato già pubblicato e il 19 giugno andrà in vigore e in virtù di questo è probabile che il presidente della Giunta regionale, con la proposta di legge, ha inteso salvare il salvabile mettendo in liquidazione l’attuale Asrem e questo è un escamotage per evitare forse anche i pignoramenti da parte delle società dei creditori, viene a costituirsi un’azienda ospedaliera e una territoriale. Nell’ambito di quella ospedaliera si ha un unico ospedale si prevede con tre stabilimenti Isernia, Campobasso e Termoli. Questo potrebbe superare l’empasse del cosiddetto regolamento standard conservando tutti i reparti. E’ una legge che ha molte criticità e tutto viene demandato al piano sanitario regionale e all’atto aziendale, quello a cui noi stiamo attenti e li aspettiamo al varco. Dovrà essere necessariamente un vantaggio perché ai cittadini interessa poco la definizione degli istituti ma conservare i servizi di qualità. L’intento nostro è quello di tutelare e migliorare i servizi per i cittadini, non certamente i primariati non è roba che ci interessa. Ci interessa ottimizzare il San Timoteo come qualità e quantità di servizio. Il disegno di legge conserva quasi tutti i reparti che ci sono però bisogna mettere in condizione questi reparti di raggiungere quelli che sono i parametri previsti dal decreto. Non basta mettere solo sulla carta ma ci vuole personale e investimenti solo così la legge potrà avere la sua funzione, diversamente è una furbata. La fiducia per forza in linea di massima ci resta solo questo che è l’ultima possibilità anche di credito che può avere Frattura. Se fallisce qui è fallito Frattura ed è fallito il Molise”.


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TAaglio lto

4 13 giugno 2015

Anagrafe degli edifici scolastici

La Toscana dà una mano ma il Molise non risponde come dovrebbe

C’è da sperare che gli amministratori regionali vorranno continuare a chiedere e ad ottenere collaborazioni, nonostante costino anche parecchio Gli amministratori regionali del Molise, per realizzare qualcosa di serio ed efficiente, hanno avuto bisogno di ricorrere all’esperienza altrui. La cosa seria ed efficiente che stanno realizzando è l’anagrafe regionale degli edifici scolastici. L’esperienza altrui è quella della Regione Toscana con la quale è stata stipulata una specifica collaborazione, e i frutti già si vanno manifestando. Provata l’esperienza di farsi aiutare, di essere soccorsi là dove non ci sono trascorsi significativi e nemmeno idee, c’è da sperare che gli amministratori regionali vorranno continuare a chiedere e ad ottenere collaborazioni, nonostante costino, ed anche parecchio. Il loro sarebbe un gesto di benefica umiltà, dopo tanto mostrare inutilmente i muscoli dell’arroganza e della strafottenza. Mai soldi sarebbero spesi utilmente, con ricadute positive sulla collettività. L’anagrafe degli edifici scolastici è la soluzione

che consentirà di conoscere in dettaglio le condizioni in cui si trovano le strutture scolastiche, di cosa hanno bisogno per essere poste in sicurezza, quante risorse finanziarie occorrono in proposito e, soprattutto, consentirà di stabilire l’elenco delle priorità. A conclusione dell’indagine che si sta impiantando sullo schema

sperimentato in Toscana e trasferito nel Molise, il quadro delle necessità e delle urgenze sarà posto in rete, quindi a disposizione di tutti. Un deciso passo avanti rispetto alla situazione attuale in cui solo gli amministratori più bravi, più ammanigliati politicamente riescono a racimolare le risorse per intervenire a

migliorare le condizioni di stabilità e di sicurezza delle scuole. Con il rilevamento generale, verranno stabilite delle priorità e con esse una legittima elencazione degli edifici scolastici più a rischio e, quindi, maggiormente in diritto di essere finanziati. La Toscana sta dando una mano, sta illustrando, spiegando, sollecitando i sindaci e i dirigenti scolastici a partecipare a questo sondaggio, a fornire le notizie richieste, ad essere soprattutto tempestivi. Su quest’ultimo punto, come hanno rilevato gli Ecologisti Democratici del Molise Anna Pellecchia, Maria Antonietta Conti e

Rossella Petrecca, c’è qualcosa che non sta funzionando. In una nota alla stampa, dicono che l’anagrafe regionale degli edifici scolastici per funzionare ha necessità che i comuni e le Provincie proprietari degli immobili scolastici (o in affitto) forniscano i dati “anagrafici e strutturali” di ogni singolo edificio scolastico, in modo tale che sia possibile con immediatezza sapere e qual è la situazione di tutte le scuole censite. Il rilievo degli Eco.Dem andrebbe rilanciato e amplificato, per evitare che i tecnici della Toscana percepiscano il male endemico molisano: l’apatia, la sonnolenza, il prendere e fare tutto con comodo. Con l’aggravante che il dramma del 31 ottobre 2002 – il tragico crollo della scuola Iovine di San Giuliano di Puglia –, sia stato già bello e dimenticato. Dardo

Scuola, il caso Manuppella non si verifichi più

Come è noto, le rappresentative sindacali della scuola hanno proclamato lo sciopero breve diun’ora degli scrutini per due giornate consecutive, in concomitanza con gli scrutini previsti dal calendario di ciascuno istituto.Dai primi riscontri effettuati nelle scuole molisane l’adesione è stata altissima, ciò dimostra nei fatti la determinazione dei lavoratori della scuola nel battersi fino in fondo contro un provvedimento che, se approvato, darebbe vita ad un modello di scuola autoritaria ed antidemocratica. Gli stessi dirigenti scolastici, attraverso i quali si vorrebbe far passare la svolta gerarchica, nella maggioranza dei casi non hanno ostacolato le operazioni, essendo loro stessi consapevoli dei rischi intrinsechi nello snaturamento del loro ruolo. “Lo sciopero - dichiarano Cgil e Uil Scuola - si sta svolgendo, pertanto, nel rispetto delle modalità legittimamente riconosciute dal Garante e comunicate alle scuole dalle OO.SS nei giorni scorsi. Nonostante tutto, in qualche scuola c’è stato il tentativo prontamente isolato di forzare la mano, con un’interpretazione restrittiva del diritto di sciopero, con riconvocazioni nella stessa giornata, rinvii non ritualmente comunicati, minacce di precettazioni e calendari non conformi alle tipologie degli istituti interessat i lavoratori della scuola molisani hanno però vigilato sul rispetto delle regole e non si sono fatti intimidire, denunciando prontamente le illegittimità,come dimostra l’episodio assurto alla ribalta della cronaca nazionale riguardante il Liceo Artistico “Manuppella” di Isernia. I fatti, per come riportati dai rappresentanti delle OO.SS presenti, dalle RSU e dai lavoratori, lasciano basiti. Dopo aver inspiegabilmente rinviato gli scrutini previsti nella mattina del 10 giugno

al pomeriggio, senza una comunicazione scritta, una volta recatasi a scuola la Dirigente Scolastica sosteneva che non avrebbe consentito ai lavoratori di scioperare, minacciando la precettazione, considerato che nei due giorni precedenti i docenti del Liceo “V. Cuoco” (facente parte del medesimo Istituto d’Istruzione Superiore) già avevano scioperato. Si è trattato evidentemente di una erronea interpretazione della normativa: le stesse Istruzioni operative unitarie, predisposte dalle OO.SS per consentire di chiarire tutti i dubbi in merito, prevedono espressamente che per i poli scolastici, laddove siano presenti più tipologie di scuole, i diversi calendari incidono sui primi due giorni di ciascuno.Vista la minaccia di precettazione, i docenti chiamavano i responsabili territoriali della FLC CGIL e della UIL Scuola, che prontamente accorrevano, per presentare una diffida predisposta delle rispettive segreterie regionali atta a scongiurare tale comportamento palesemente antisindacale. Alla vista dei responsabili territoriali, ben noti alla Diri-

gente, la stessa chiamava i Carabinieri, ritenendo che estranei fossero entrati nell’Istituto. Contemporaneamente, edotto della situazione dai presenti, i rappresentanti sindacali chiamavano il 113, prontamente accorso, per far constatare il clima di pressione e minaccia esistente.Dopo le identificazioni di rito, effettuate all’interno di una scuola pubblica (!!!), acclarato che i sindacalisti null’altro facevano che il loro lavoro, gli scrutini finalmente proseguivano, con il risultato che i lavoratori potevano esercitare legittimamente il loro diritto di sciopero, con un adesione tale da farli rinviare tutti, rendendo vano il tentativo della DS di far svolgere nel giro di poche ore gli scrutini programmati su una intera giornata.Le OO.SS della scuola, in occasione di un incontro tenutosi ieri presso la Direzione scolastica Regionale, hanno in ogni caso chiesto al Dirigente di intervenire al più presto per acclarare le responsabilità del grave episodio, anche al fine di ristabilire un clima di fattiva e serena collaborazione, con il riconoscimento dei ruoli di ciascuno, senza che si operino forzature in dispregio di tutte le regole e le prerogative che spettano ai sindacati ed ai lavoratori. Ci è stato assicurato un immediato intervento, volto a fare chiarezza sulla vicenda che, se riscontrata, denoterebbe atteggiamenti fortemente lesivi di diritti costituzionalmente garantiti. Attendiamo fiduciosi che il procedimento faccia il suo corso e resteremo vigili affinché episodi del genere, dannosi per il mondo della scuola, non abbiano più a ripetersi”. Cgil e Uil scuola


TAaglio lto

5 13 giugno 2015

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Una task force per la Valutazione Ambientale Strategica (Vas)

Un vero e proprio accerchiamento al Piano Energetico/Ambientale in allestimento da parte di Livio De Santoli Dovesse verificarsi l’eventualità che il Piano venga accantonato saremmo di fronte ad una decisione preoccupante: dimostrerebbe l’idiosincrasia della classe politica regionale a considerare la pianificazione un limite necessario alle proprie estrosità Si addensano nuvole minacciose sulla redazione del Piano energetico/ambientale commissionato al professore della Sapienza di Roma, Livio De Santoli. Lo rileviamo dal fatto che nell’atto amministrativo regionale in cui si manifesta l’urgenza e la necessità di procedere alla Valutazione Ambientale Strategica (Vas), non si fa minimamente cenno al Piano in itinere, né al professore che lo sta redigendo e che, contro ogni precedente, ha avuto la sensibilità e l’accortezza di spiegarlo ai tecnici, agli amministratori, ai professionisti, alla stampa e all’uomo della strada nel corso di tre incontri tenuti nella sala della Costituzione dell’Amministrazione Provinciale, tra marzo e maggio scorsi. Nel commentare e chiosare quegli incontri abbiamo adombrato che le scelte operative del Piano in allestimento poco si confacessero alle inveterate abitudini regionali poste in essere con i Poli eoloci e i pannelli solari, e con la gestione delle risorse energetiche, in quanto andavano nella direzione della partecipazione, della trasparenza, della innovazione e delle novità programmatiche e gestionali, al di fuori del potere “contrattuale” della politica.

L’impressione è stata netta: il Piano di De Santoli, per come si va componendo attraverso una maggiore autonomia energetica ed una migliore sostenibilità dei processi di sviluppo mediante la razionalizzazione dei consumi energetici e la produzione di energie rinnovabili, sottrae discrezionalità e anarchia al sistema fin qui realizzato nel campo della produzione e del consumo energetico. Non avendo fatto alcun cenno esplicito al Piano in allestimento, nemmeno di straforo, temiamo sia il segnale che sia stato già catalogato tra le scelte da archiviare (almeno nella versione De Santoli), per consentire altre forme e altre for-

CAMPOBASSO E’ stato siglato l’atto integrativo all’accordo di programma quadro “gestione dei rifiuti urbani”, 7,5 milioni di euro il valore complessivo. La firma tra il Ministero dell’ambiente, l’Agenzia per la coesione territoriale e la Regione Molise. Lo comunicano il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, e l’assessore all’ambiente, Vittorino Facciolla. “Oggi il secondo programma di interventi finalizzati a potenziare lo sviluppo di sistemi di raccolta differenziata “porta a porta” e di prossimità per la implementazione e la diffusione della raccolta differenziata. Dieci, gli interventi inseriti, molti dei quali, ci piace sottolinearlo, attuati in forma associativa intercomunale. La firma dell’atto integrativo consentirà l’avvio dei lavori già nei prossimi giorni”, dichiarano il presidente e

mule che salvaguardino il potere di decisione e di intervento degli apparati politici al posto delle scelte programmatiche autonomamente oggettive e definite. Dovesse verificarsi questa eventualità, saremmo di fronte ad una decisione preoccupante. Dimostrerebbe l’idiosincrasia della classe politica regionale a considerare la pianificazione un limite necessario alle proprie estrosità (quali quelle che hanno lasciato invadere il Molise dagli speculatori e gli inquinatori). D’altronde il Molise è o non è la Regione Italiana che non ha un Piano di sviluppo? Un Piano paesaggistico? Un Piano urbanistico? Volete che si possa dotare di

un Piano energetico/ambientale che possa limitarne l’autarchia? Nemmeno per sogno. Da qui la supposizione che il Piano affidato a De Santoli possa correre il rischio di non vedere la luce. Intanto, come abbiamo accennato, la giunta regionale ha approvato lo schema del piano di lavoro del processo di Valutazione Ambientale Strategico dando mandato al Servizio programmazione politiche energetiche di procedere con immediatezza alla Vas del Piano energetico/ambientale (dobbiamo ritenere debba essere quello in allestimento da De Santoli); di costituire, all’uopo, un gruppo di lavoro a supporto del Servizio programmazione politiche energetiche, costituito dall’Autorità Ambientale Regionale, sorretta dalla Task Force Vas (composta da esperti con specifica esperienza nelle attività di Valutazione Ambientale Strategica, maturata anche nei precedenti periodi di programmazione), integrata eventualmente da altri collaboratori esperti nella materia; dal Servizio tutela e valorizzazione della montagna e delle foreste, biodiversità e sviluppo sostenibile, in considerazione delle specifiche competenze in materia ambientale

dll’Enea, in virtù delle precipue competenze in materia energetica e in considerazione della vigente Convenzione tra la Regione Molise ed Enea per le attività di collaborazione in materia di efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili. Il gruppo di lavoro così individuato dovrebbe pertanto predisporre la documentazione necessaria per avviare i processi di Valutazione nonché seguire i suddetti processi in tutte le loro fasi. Non bastasse tutto questo, la giunta regionale ha deciso anche di potenziare le risorse professionali del Servizio programmazione politiche energetiche mediante reperimento di ulteriori figure professionali esperte in materia di valutazioni ambientali mediante avviso interno. Un vero e proprio accerchiamento al Piano energetico/ambientale e al suo redattore De Santoli. Quali le intenzioni, è tutto da vedere. Ss spera naturalmente che il Piano in allestimento con le caratteristiche sopra accennate superi la Valutazione Ambientate Strategica, e resti valido. Dardo

Rifiuti, firmato a Roma l’accordo l’assessore. Di seguito i comuni ricompresi nell’atto integrativo con i relativi progetti inseriti: Venafro, Conca Casale, Pozzilli e Sesto Campano (ottimizzazione del sistema raccolta differenziata “porta a porta” – realizzazione ecocentro e progetto dei servizi di raccolta differenziata “porta a porta”); Riccia (progetto per lo sviluppo e l’ottimizzazione del sistema “porta a porta”); Gambatesa (realizzazione di un’isola ecologica e fornitura attrezzature per la raccolta differenziata); Acquaviva d’Isernia, Agnone, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castelverrino, Chiauci, Civitanova del Sannio, Colli a Volturno, Filignano, Forli del San-

nio, Fornelli, Frosolone, Macchiagodegna, Montenero Val Cocchiara, Pescolanciano, Pescopennataro, Pietrabbondante, Pizzone, Poggio Sannita, Rionero Sannitico, Roccasicura, Rocchetta a Volturno, San Pietro Avellana, Sant’Angelo del Pesco, Sant’Elena Sannita, Sessano del Molise e Vastogirardi (Mord for Pit – progetto per la raccolta differenziata sui 30 comuni dell’area Pit Alto Molise e Mainarde); Agnone, Frosolone, Poggio Sannita e Rocchetta a Volturno (progetto di raccolta differenziata); Bojano (raccolta differenziata dei rifiuti urbani); Cantalupo nel Sannio, Castelpetroso, Roccamandolfi e Santa Maria del Molise (raccolta differenziata dei rifiuti urbani); Campo-

chiaro, Cercepiccola, Colle d’Anchise, Guardiaregia, San Massimo, San Giuliano del Sannio, San Polo Matese, Sepino e Spinete (raccolta differenziata dei rifiuti urbani); Castel San Vincenzo, Cerro al Volturno e Scapoli (Pai, valorizzazione delle risorse naturali e culturali del lago di Castel San Vincenzo e dei comuni limitrofi – realizzazione isole ecologiche). “Continuiamo nel processo di diffusione e pratica della raccolta differenziata “porta a porta” con tempi e atti certi per completare il quadro regionale in tutti i nostri 136 comuni. L’auspicio finale è di raggiungere, in questo modo, nell’arco di 18 mesi i primi posti nazionali per percentuale di raccolta differenziata”.


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Campobasso

13 giugno 2015

Aree verdi alle associazioni La delibera è delle Giunta comunale di Campobasso per la gestione dei siti CAMPOBASSO. La Giunta comunale di Campobasso ha approvato una delibera che prevede la collaborazione tra l’amministrazione comunale del capoluogo e le associazioni che operano sul territorio per“l’affidamento delle attività di gestione e cura delle aree verdi della città”. Si tratta di un’iniziativa alla quale hanno lavorato l’assessore alle Politiche per il Sociale, Alessandra Salvatore, e il consigliere comunale, delegato al verde pubblico, Antonio Molinari, e che mette insieme il momento di cura dell’ambiente circostante e quello aggregativo e di integrazione sociale Grazie a questa delibera, infatti, sarà cura delle associazioni valorizzare e preservare le aree

verdi di Campobasso. L’associazione Quartiere Campobasso Nord si occuperà delle aree verdi del Cep; il comitato di San Giovannello dell’omonima collina e delle rotatorie della zona; il comitato Parco Ungaretti gestirà l’omonimo parco; l’associazione di Promozione Sociale ‘Si può fare’ avrà cura del verde pubblico di Fontana Vecchia; ‘Vivi il tuo Quartiere Colle dell’Orso si occuperà delle aree tra via Campania, via Puglia e via Basilicata; la Cooperativa ‘Laboratorio Aperto’ gestirà le aree verdi del centro. In particolar modo, quest’ultima cooperativa è composta da persone che presentano un disagio mentale, ma che hanno superato brillantemente il corso per ottenere la qualifica professionale di ‘opera-

tore del verde’. A loro, visto che sono qualificati come giardinieri, sono state affidate le aree verdi del centro di Campobasso (Villa dei Cannoni, Piazza Vincenzo Cuoco, piazza Francesco D’Ovidio e Parco viale Manzoni) sia per la loro specializzazione sia per la loro integrazione sociale. “Questa amministrazione comunale – ha affermato il consigliere comunale, delegato al verde pubblico, Antonio Molinari –, in linea con i programmi, gli obiettivi e le strategie che intende perseguire, ha voluto attivare forme di collaborazioni con i cittadini per la cura del verde urbano, riconoscendo l’autonoma iniziativa degli stessi cittadini e delle loro forme associative. Tra queste anche con la cooperativa

‘Laboratorio Aperto’, che da anni si occupa del reinserimento di persone svantaggiate, affette da disagio mentale, manifestando la nostra volontà e interesse a collaborare con loro, trovando pieno riscontro negli stessi interlocutori. L’affidamento delle aree verdi è finalizzato al recupero e al mantenimento delle stesse aree, all’aggregazione sociale, alla crescita del senso civico e della partecipazione. In particolare – ha proseguito Molinari – , saranno promosse nelle aree oggetto di affidamento attività finalizzate all’aggregazione sociale, quali la realizzazione di giornate ecologiche e dedicate agli anziani e ai bambini, accrescendo così il numero di frequentatori provenienti anche dagli altri quartieri. I progetti

presentati dalle varie associazioni e da ‘Laboratorio Aperto’ garantiscono l’integrità e il corretto sviluppo del verde, valorizzandone le proprietà estetiche e funzionali, oltre a favorirne la fruibilità da parte dei cittadini”. “Personalmente – ha poi concluso il consigliere comunale delegato al verde pubblico – sono soddisfatto perché la città di Campobasso, sinora, ha avuto una forma di collaborazione soltanto con il Comitato di Quartiere di San Giovannello. Noi, invece, siamo riusciti ad aprire le porte di Palazzo San Giorgio ad altre associazioni, che rispecchiano tutto il territorio, perché i nostri interlocutori sono i gruppi radicati nelle rispettive zone e quartieri di Campobasso”.

La Grande Guerra raccontata dai Cori Quod Libet e Samnium Concentus hanno ricostruito la storia di 100 anni fa CAMPOBASSO. Peccato che Campobasso stia morendo sul piano culturale e, purtroppo, non solo su quello. E, allora, un plauso ai cori che nella chiesa di San Bartolomeo hanno riportato le atmosfere della Grande Guerra. ‘Dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu’. E’ il titolo del concertoevento svolto presso la chiesa di San Bartolomeo a Campobasso nel pomeriggio di giovedìi, 11 giugno, e curato ed eseguito dai cori Quod Libet e Samnium Concentus, per volontà dell’avv. Renato Pistilli-Sipio, in ricordo di Angiolo, Carlo, Silvio e Renato Pistilli-Sipio e di tutti coloro che hanno preso parte alla Grande Guerra. Una riflessione in viva voce sugli eventi della Grande Guerra che ha visto ideazione, cura dei testi e direzione artistica a firma di Vincenzo Lombardi. Gli arrangiamenti per coro sono del direttore Guido Messore. Voci recitanti Aldo Gioia e Stefano Sabelli. C’è ancora, e lo dimostra, chi crede nella cultura e nella possibilità data da questa per risalire la china, per far tornare a splendere quella che era Campobasso. Ieri, culturalmente via oggi, ingrigita e svilita.

Oggi all’Auditorium dell’ex Gil in Via Milano I professionisti tra criticità e nuove opportunità in Italia e in Europa Criticità e nuove opportunità per le libere professioni in Italia e in Europa saranno al centro dell’incontro in programma oggi presso l’Auditorium dell’ex Gil in Via Milano organizzato dalla Confprofessioni Molise (presidente Riccardo Ricciardi). Relatori Mario Canton, presidente di E.bi.Pro. (L’Ente bilaterale degli studi professionali); Marco Natali, tesoriere Confprofessioni nazionale (Gli strumenti di Confprofessioni a sostegno delle libere professioni); Francesco Monticelli, responsabile

dell’Ufficio studi di Confprofessioni (Il contratto collettivo nazionale di lavoro alla luce delle novità legislative); Massimo Pillarella, direttore della programmazione della Regione Molise (I fondi comunitari: quali opportunità per i professionisti); Sabrina Vivian, europeista advisor Adepp (Opportunità europee: non solo bandi) e Rita Cucci, responsabile del registro delle imprese della Camera di commercio di Campobasso ( La semplificazione amministrativa). I liberi professionisti: una no-

tevole componente produttiva, una categoria che non occupa granché della comunicazione di massa ma che andrebbe conosciuta più a fondo per ciò che dà e che potrebbe dare alla collettività. Le nuove disposizioni legislative pongono i professionisti di fronte ad una serie di incombenze che, come dice il titolo dell’incontro, crea criticità ma anche nuove opportunità. Ai lavori prenderà parte il presidente di Confprofessioni nazionale Gaestano Stella.


Campobasso

7 13 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Scuole sicure, che succede a Campobasso?” Il consigliere regionale, Salvatore Micone, ha presentato un’interrogazione in Consiglio su alcuni plessi CAMPOBASSO. Il tema della sicurezza nelle scuole dovrebbe costituire una priorità per le nostre Istituzioni, vista anche la tragica vicenda della scuola di San Giuliano di Puglia crollata il 31 ottobre 2002 in cui un’intera generazione di bambini fu strappata per sempre al loro futuro ed alle loro famiglie. Dopo quell’evento si pensava che quel dolore che ha lacerato l’intera comunità e tutta la Regione dovesse trovare un senso in una nuova politica della scuola che dovesse mettere in primo piano la sicurezza dei nostri bambini. Sul punto interviene il Consigliere Regionale Salvatore Micone il quale, partendo dagli ultimi episodi relativi alle criticità riscontrate in alcune scuole di Campobasso, ha portato l’attenzione in seno al Consiglio Regionale. “Con la mozione presentata in data odierna, ho inteso fare

luce sulle vicende legate al tema della sicurezza nelle scuole. Penso che uno dei primi diritti dei nostri concittadini sia proprio quello di sapere che i propri figli frequentano scuole sicure. Ed invece mi è pervenuta dal Comitato dei Genitori della Scuola “N. Scarano” una lettera aperta in cui si riferisce che nella riunione del 26 maggio u.s. dei genitori della “N. Scarano” con il Sindaco di Campobasso e con gli Assessori comunali competenti non è stata fornita adeguata informazione circa lo stato reale di rischio in cui versa la struttura della scuola primaria e le misure di mitigazione che l’Amministrazione intende assumere, né il contenuto del documento avente ad oggetto lo studio di vulnerabilità sismica redatto dall’Ingegnere Paolo Guerra ed inerente il patrimonio di edilizia scolastica della Città di Campobasso del febbraio 2011”.

“Nella medesima riunione inoltre gli assessori comunali competenti al ramo hanno al contempo dichiarato la volontà del Comune di Campobasso di intervenire con interventi di ristrutturazione sulla scuola Kennedy, già peraltro chiusa, di destinare il nuovo edificio adiacente la scuola media Colozza alla scuola dell’infanzia di Via San Lorenzo, tralasciando la problematica inerente la vulnerabilità sismica del plesso “N. Scarano” “. Trattasi di atto grave e lesivo dei diritti dei cittadini se si pensa che a riscontro della richiesta del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 marzo 2014, il sindaco di Campobasso, con nota prot. N. 441 del 14 marzo 2014 indicava la scuola “N. Scarano” come prioritaria per un intervento di costruzione di un nuovo edificio”, sottolinea Micone. Mi associo, prosegue Micone, alla

nota del 1° giugno 2015 indirizzata al Comune di Campobasso con la quale il predetto Comitato ha provveduto a formalizzare la richiesta di tutta la documentazione tecnico – amministrativa inerente il fabbricato Palazzina Nord del plesso scolastico “N. Scarano” di proprietà del Comune di Campobasso che farà chiarezza sull’agibilità della scuola. Tutto questo è dovuto, puntualizza Micone, anche all’inadempienza della Regione Molise riguardo all’istituzione dell’Anagrafe Regionale dell’edilizia scolastica prevista dalla legge n. 23/1996. La Regione Molise infatti è una delle sei regioni inadempienti (insieme a Lazio, Campania, Sicilia, Sardegna e Basilicata) che non hanno permesso la presentazione dell’anagrafe nazionale entro il termine del 22 aprile 2015.

L’istituzione della predetta anagrafe è atto necessario e propedeutico ad una verifica dello stato in cui versano gli edifici scolastici regionali al fine di programmare gli interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza. “Mi rivolgo agli organi competenti a livello comunale e regionale affinché, al primo posto mettano non mere scelte politiche ma la sicurezza dei nostri bambini esortando ciascuno per le rispettive competenze ad una seria e corretta programmazione dei lavori sulle scuole molisane. In particolare, a riscontro della richiesta del Comitato dei Genitori della “N. Scarano” chiedo formalmente all’Amministrazione Comunale di Campobasso di destinare il nuovo edificio adiacente la scuola media “Colozza” alla scuola primaria su più fronti dichiarata a rischio di vulnerabilità sismica.

Tessere bianche, noi facciamo azienda di Costantino Potena* Leggiamo sul numero odierno del Vs. giornale le lamentele del sig. D’ilio ex consigliere comunale circa la decisione assunta dalla ns. Società per le tessere di libera circolazione rilasciate dalla Regione Molise. Premesso che la nostra non è una municipalizzata ma una società privata diciamo al Sig. D’Ilio di

non ergersi a paladino dei “deboli” probabilmente perchè è sua abitudine fare politica senza conoscere il pregresso di questa antipatica storia anche per noi. Noi facciamo Azienda. Avrà letto questo signore delle altre società del TPL Molise che quando le amministrazioni siano esse regionali o comunali non versano i contributi per tali servizi, non pa-

gano per mesi gli stipendi.. La S.E.A.C. da 50 anni svolge questo servizio ed ha sempre retribuito normalmente il proprio personale senza mai protestare con l’amministrazione comunale per gli enormi ritardi con i quali accredita i ns. contributi quando già la Regione li passa a loro, in ritardo. Tanto premesso passiamo al fatto: da anni ormai i possessori di tessere

rilasciate dalla Regione viaggiano gratuitamente sugli autobus cittadini, naturalmente tutto ciò non poteva durare in eterno e la Regione Molise ha versato al Comune di Campobasso un importo a parziale copertura di metà anno 2013 e dell’intero 2014 con prot. del 10.04.2015. Senza dire poi che il Comune di Campobasso ha in giacenza nelle

proprie casse importi relativi ai mesi di marzo, aprile e quelli delle tessere regionali di cui sopra e si comunica solo per conoscenza che in data odierna la ns. società ha regolarmente corrisposto la mensilità di Maggio 2015. * Amministratore Seac Campobasso

“Gravi le affermazioni del sindaco Battista” L’assessore regionale ai Trasporti, Pierpaolo Nagni, bacchetta la sortita del primo cittadino Al fine di ristabilire la verità dei fatti sulla questione relativa alle tessere di libera circolazione interviene l’assessore regionale ai trasporti Pierpaolo Nagni dichiarando quanto segue: “Anche alla luce delle dichiarazioni del sindaco di Campobasso Antonio Battista, mi corre l’obbligo di precisare che la Regione Molise, ingiustamente trascinata in un‘inevitabile polemica da parte di utenti e sindacati, ha già da qualche mese effettuato i pagamenti 2013-2014, sia per quanto riguarda gli adeguamenti chilometrici, sia per quanto riguarda le tessere di circolazione. Detto questo, va ricordato al sindaco che, seppure il servizio sociale gratuito pone gli oneri a carico della Regione, il rinnovo di tali tessere è ( eccome se lo è!), competenza del Co-

mune di Campobasso; tanto è vero che le richieste ci vengono inoltrate proprio dal Palazzo di Città. Resta, dunque, inspiegabile il comportamento del Comune che, da una parte, trattiene senza alcuna giustificazione i soldi destinati al rilascio e al rinnovo delle tessere mancando di trasferirli alla Seac, dall’altra, permette, che cittadini che appartengono ad una categoria già di per sé delicata, vengano utilizzati da una società come arma di ricatto per ottenere quanto gli spetta. Un comportamento gravissimo che getta ombre sull’operato della Regione e che risulta, per noi, francamente inaccettabile.



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

13 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Tari, ora c’è la rateizzazione Il Comune di Isernia ha autorizzato i versamenti in quattro mensilità. Boccata d’ossigeno per i commercianti ISERNIA. L’amministrazione comunale di Isernia, con deliberazione consiliare n. 28 del 4 giugno e con successivo atto di giunta n. 52 dell’11 giugno, ha deciso di rateizzare ulteriormente, per l’anno in corso, il pagamento della TARI (tassa rifiuti). È stato, infatti, stabilito che è possibile provvedere al versamento in quattro rate (n. 2 in acconto e n. 2 a saldo), così distinte: 1) prima rata in acconto, scadenza 31 luglio 2015; 2) seconda rata in acconto, scadenza 30 settembre 2015; 3) prima rata a saldo, scadenza 30 novembre 2015;

4) seconda rata a saldo, scadenza 31 dicembre 2015. Tale scadenziario sostituisce il precedente, che prevedeva il pagamento dell’acconto TARI entro il 30 giugno. Coloro che devono ancora procedere ai versamenti, possono farlo entro le nuove scadenze, utilizzando i Modelli F24. Chi, invece, ha già provveduto, non deve effettuare ulteriori pagamenti a titolo di acconto TARI 2015. Gli aumenti della TARI per alcune categorie di esercenti il commercio dono saliti del 500% e la contemporaneità dei versamenti di numerosi altri oneri e gabelle per i commercianti, hanno indotto su pressione della minoranza consiliare ad adottare la rateizzazione della TARI.

Cantonieri,Brasiello convoca le parti Lunedì l’incontro per cercare di trovare una soluzione ai licenziamenti della Provincia ISERNIA. “Lo speriamo vivamente! Dopo il sit in di martedì scorso davanti ai cancelli del palazzo della provincia di Isernia, sembra che spunti all’orizzonte un embrione. Sarà il solito allarme senza seguito?” Così, Emilio Izzo che ha sollevato il problema. Al momento non è dato sapere, l’unico elemento certo e, diciamolo pure, incoraggiante, è dato

dal contatto che il sindaco, nonché presidente della provincia Brasiello, con una telefonata fattami nel pomeriggio dell’11 giugno, convocava me e una delegazione dei cantonieri per lunedì 15 alle ore 10.00 al suo ufficio in via Berta per ascoltare i lavoratori e chi li sostiene. Cosa emergerà dall’incontro è presto per dirlo, telefonicamente il presidente non

ha anticipato nulla e nulla ho chiesto, molto più giusto che i lavoratori possano confrontarsi e chiedere quanto di diritto in quella sede. Ovviamente i cantonieri saranno presenti comunque sotto il palazzo per sostenere a distanza i loro colleghi perché il momento di lotta collettiva non può e non vuole abbassare la guardia. Sin d’ora diciamo che all’in-

contro non ci dispiace che possano assistere anche i media così da poter riportare all’opinione pubblica i risvolti del tavolo. Comunque vada, siamo convinti che le nostre rimostranze troveranno accoglimento certi di essere nel giusto e nel diritto, diversamente sapremo farci sentire in tutti i luoghi deputati alla risoluzione del caso.

Confini Aniconici Mostra d’Arte Contemporanea della Grande Scuola Isernia “Confini Aniconici” è l’idea di un’arte che si rappresenta attraverso segni e materiali, lungi dal diventare immagini di chiara interpretazione, figlia di pensieri che percorrono visioni che non si soddisfano di strutture semplici e tradizionali ma anelano, quasi in un esistenziale bisogno, ad esplicarsi tramite simboli, dando forme ad idee personali e richiami emotivi. La sperimentazione è una costante in questa mostra itinerante: incontriamo artisti che non si fermano al “conosciuto” ma, con un ingegno fuori dal comune, ispirati da un’arte che sembra a molti dimenticata, si raccontano con lavori studiati, meditati, amati e fortemente voluti; sono voci che chiedono di rompere il silenzio che una società odierna assopita relega in un imbuto infernale di passività e disinteresse. L’aspetto culturale dell’uomo moderno è socialmente deprecabile, sia per l’educazione mal impartita che per l’apprendimento mal recepito. L’arricchimento interiore aiuta, sollecita e migliora la capacità critica del singolo, lo fornisce degli strumenti per non diventare una semplice spugna che “assorbe” il circostante senza nessun tipo di filtro a selezionare le informazioni: l’uomo contemporaneo è pericolosamente sempre più vicino ad assomigliare ad una sorta di colino bucato. La cultura, anche quella artistica, è qualcosa che l’uomo deve imparare a coltivare ed amare; una politica culturale capillare sul territorio diventa quasi una fisiologica necessità. Spesso ci si dimentica dell’importanza del territorio in relazione alla sua valorizzazione culturale creando, così, una frattura che diventa sempre più evidente in termini di scarso interesse ed incapacità di comprendere l’importanza di eventi creati per la collettività. “CONFINI ANICONICI” vuole abbattere queste barriere culturali riappropriandosi dell’essenza

originale dell’arte come momento di condivisione totale per una piena comprensione dell’importanza della stessa, intesa come veicolo di messaggi iconici o aniconici. Il Molise è una terra ricca, ma di una ricchezza poco sconosciuta o volutamente ignorata, che ha bisogno di rinascere e di svelarsi: questa è la finalità della mostra che unisce artisti desiderosi di concretizzare questo obiettivo. L’arte è di tutti, è sintomo di qualcosa che prende vita e tocca coloro che si avvicinano ad essa, arricchendo sia da un punto di vista culturale che emozionale. La sensibilità è cosa di tutti, ma non tutti la usano allo stesso modo; l’arte, dunque, si muove su questo binario di stimoli per incentivare un’attenzione sempre più calante. Arturo Beltrante, Rino Capone, Cosmo Di Florio, Enzo Iovino, Nazzareno Serricchio e Antonio Tramontano, che rappresentano egregiamente la Grande Scuola Isernina, vogliono esplorare nuovi orizzonti grazie ad una comunione di intenti che li unisce in questa “art in motion”: attraverso l’immagine l’uomo ha sognato, immaginato, si è emozionato, ha osservato con occhio critico ciò che aveva davanti, con l’ausilio di chiavi di lettura che per secoli hanno aiutato a risolvere il grande rebus dell’arte; ora, l’immagine nella sua figurazione è un lontano ricordo perché è l’arte aniconica la nuova frontiera, la capacità di sintetizzare e destrutturare le forme nel loro aspetto più minimale. La figura si decompone, si dissolve per lasciare spazio a linee ed idee: si viene, pertanto, a creare una sorta di dicotomia tra forma ed idea, in realtà solo apparente. La diversità di linguaggio non implica l’impossibilità di estrapolare un significato che ne identifichi l’idea originaria ma viene usato, solamente, un percorso alternativo più complesso, che chiede di essere letto oltre il tangibile e la sensazione visiva che percepiamo.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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Termoli

13 giugno 2015

Cinque cantieri per rifare le strade A Larino appaltati i lavori per circa 200mila euro. Si tratta di un risanamento importante LARINO. Sono stati consegnati i lavori di ripristino di ben cinque strade disposte nei dintorni del centro abitato di Larino, per un totale di 199mila euro, ottenuti grazie all’impegno dell’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Larino Michele Palmieri. Il ripristino delle strade permetterà una miglior fruibilità dei percorsi tra le zone limitrofe del cen-

tro abitato, attualmente in condizioni precarie e tali da non consentirne un utilizzo agevole. Il ripristino delle strade, oltre ad assicurare un maggior comfort agli abitanti delle aree servite da dette infrastrutture darà anche un aspetto più dignitoso al Paese. Si tratta di lavori di cui beneficerà l’intera Comunità Larinese, in un periodo di ristrettezze di finanziamenti.

Con l’intervento, inoltre, verranno realizzati anche lavori di pulizia delle caditoie e di tombini nel centro abitato, con lo scopo di mettere in sicurezza alcune zone di Larino dagli eventi alluvionali. Per la sicurezza di alcune zone di Larino è previsto il rifacimento di alcuni tratti di rete fognaria nel Centro del Paese. L’intervento è un importante passo

verso un risanamento e una messa in sicurezza di Larino, al passo con i paesi più pianificati. Nell’intervento è previsto anche la sostituzione di alcuni tratti dell’illuminazione pubblica con lampade a led, con il conseguente risparmio energetico e miglioramento della visibilità e quindi della sicurezza stradale. Infatti, la sostituzione dei led, a differenza di quanto fatto in

passato, verrà fatta in modo da evitare il formarsi di zone d’ombra, garantendo sicurezza e funzionalità come il Paese merita. I lavori in corso di realizzazione sono solo una piccola parte degli interventi che a breve vedranno la luce a Larino, grazie al grande numero di procedure sbloccate l’anno scorso e alle numerose gare d’appalto effettuate.

Fine dell’era dei combustibili fossili o trivellazioni a tutto campo? I Comitati insorgono sull’incoerenza del Governo Renzi tra politica nazionale e accordi internazionali del recente G7 Il Governo Renzi, ed il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, devono urgentemente far chiarezza sull’incoerenza chiara e netta che emerge dagli ultimi risvolti sulla questione trivellazioni. Dopo l’approvazione dello Sblocca Italia, nonostante il netto contrasto delle popolazioni locali (società civile, governatori ed amministratori) e i relativi ricorsi giunti da diverse regioni italiane nel fermare la sua attuazione, dopo l’emendamento correttivo e la relativa accelerazione a cascata delle richieste di permesso di ricerca e coltivazione idrocarburi su tutti i territori locali interessati; la posizione dell’Italia dopo il recentissimo vertice G7, appena conclusosi a Garmisch con l’accordo dei paesi industrializzati nell’adottare misure severe per ridurre i gas serra eliminando gradualmente l’uso di combustibili fossile, è nettamente in contrasto. Nel frattempo gli effetti dello Sblocca Italia a livello territoriale non hanno tardato ad arrivare. Sono decreti “pesanti” quelli del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dell’8 giugno 2015 che, di fatto, autorizzano la Northern Petroleum ad effettuare prospezioni petrolifere (2D o 3D a seconda dei casi) al largo delle coste pugliesi. Aggiungendosi al permesso accordato alla Spectrum Geo che riguarda tutto il basso Adriatico. Pesanti perché cancellerebbero una storia: quella di un’intera Regione, e di una parte dei suoi amministratori locali, che in tutti i modi hanno reagito alla forza delle compagnie petroli-

fere, preparando osservazioni, ricorsi al TAR e alla Corte Costituzionale. E cancellerebbero la storia di tutti quei testardi movimenti ambientalisti che hanno opportunamente sollecitato queste scelte, che hanno prodotto osservazioni complesse, che hanno sensibilizzato interi territori, che sono scesi in piazza diverse volte (Monopoli, Manfredonia, Lesina), che hanno fatto rete per dimostrare che un altro modello di sviluppo è possibile.

In spiaggia con i Suv Le cattive abitudini che stanno avendosi nell’area di Rio Vivo. I residenti chiedono interventi TERMOLI. Spiaggia di Rio Vivo utilizzata sovente, anzi quasi sempre, come un parcheggio antistante il proprio uscio. Continue le segnalazioni da parte di chi ha un senso di civiltà diverso, ma sarebbe ora che tutti gli abusi e i soprusi… demaniali venissero puniti. E’ un ‘non-sense’ quello di recarsi a trascorrere ore liete cullati dalla brezza marina, a prendere il sole e ritem-

prarsi in acqua, ma farlo avendo i piedi a stretto contatto con la targa della propria autovettura. Meglio disciplinare la possibilità di raggiungere l’arenile con pneumatici di svariato diametro, lasciando questa chance solo ai mezzi di soccorso se necessario, ma educando i bagnanti a muovere le gambe per guadagnare l’elioterapia.

La vera questione è che le compagnie petrolifere hanno, da alcuni mesi a questa parte, un alleato in più: il Governo nazionale. Governo che, con arroganza, ha accelerato gli iter autorizzativi attraverso le norme contenute nella conversione in Legge dello “Sblocca Italia”, che non fa mistero di considerare (inspiegabilmente) gli idrocarburi una risorsa strategica per lo sviluppo del Paese e che finge di non aver visto 40.000 persone in Piazza alla manifestazione No Triv di Lanciano del 24 maggio scorso. Contro tali autorizzazioni è, inoltre, prevista possibilità di ricorso al TAR entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e al Capo dello Stato entro 120. E il decreto del Ministero capita (casualmente) proprio nel periodo in cui la Puglia non ha neanche ancora insediato il nuovo Consiglio Regionale. E’ il momento dei territori, dell’unità delle battaglie, di un nuovo protagonismo della società civile e, perché no, della politica locale. Non è il momento di lanciare segnali negativi e lasciare la barca in balìa del vento. Non è il momento delle strumentalizzazioni. La reazione di pochi giorni può determinare risultati impensabili. Chiediamo ai rappresentanti politici locali, provinciali, delle Città Metropolitane e della Regione di intervenire con forza nella vicenda, valutando ogni attività giuridica, legale e politica per contrastare delle scelte effettuate dal Ministero sulla testa dei territori e senza che vi fosse urgenza.


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Termoli

13 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Parchetto Sant’Alfonso, urgono interventi” Il piccolo polmone verde in via Germania è in degrado. I genitori scrivono al Sindaco blema fosse stato risolto e, meraviglia delle meraviglie, tutto era rimasto invariato. Abbiamo visto altalene, anzi quello che resta di loro, altri giochi con ferri pieni di ruggine, pietre e strutture di cemento divelte; sporcizie in ogni dove, bottiglie di birra in vetro, plastiche, stracci e segni di giacigli per senzatetto. Ci sono piante ad altezza di bambini con foglie che sono aculei che potrebbero causare problemi fisici ai piccoli utenti. Siamo tornati qui anche perché domenica scorsa, nell’incontro tra il sindaco e i cittadini promosso da Termnolionline.it, questa area è entrata in una domanda posta al sindaco da un 15enne di nome Francesco; il quell’occasione il sindaco promise un occhio di riguardo sul caso. Bene, abbiamo cercato di aiutarlo nella decisione facendogli vedere che ad oggi la situazione non è più sostenibile.

TERMOLI. Qualche tempo fa fummo chiamati da alcuni genitori in apprensione per i loro figli che nel pomeriggio affollano il parchetto di “Sant’Alfonso” in via Germania, un piccolo polmone verde che si è rivelato utile per far giocare i tanti bambini della zona. L’apprensione all’epoca era per le gravi condizioni di degrado in cui versava allora il parco e oggi, a distanza di tutto questo tempo, la situazione invece di migliorare è discretamente peggiorata. Allora, ad esempio trovammo una cabina con tubature di acqua e quadri elettrici con fili anche scoperti, con le porte di metallo che dovrebbero stare chiuse per legge ma in realtà erano spalancate e lo denunciammo come fatto gravissimo e pericolosissimo, visto che gli utenti sono bambini. Oggi, la prima cosa che abbiamo fatto è che siamo andati a vedere se almeno quel pro-

Murazzo presidente del Consiglio A Montenero di Bisaccia la sorpresa dell’elezione in sede di Consiglio comunale MONTENERO DI BISACCIA. Quattro conferme e una parziale sorpresa, forse solo per gli osservatori esterni. Ma l’attesa non è finita. E’ questo in estrema sintesi l’esito del primo consiglio comunale dell’era Travaglini bis a Montenero di Bisaccia.

Il sindaco rieletto a furor di popolo lo scorso 31 maggio ha ufficializzato la composizione della nuova giunta, con l’ingresso in esecutivo dei quattro primi eletti. Salomonicamente deciso dalle urne, Marchesani, Porfido, Contucci e Di Stefano. Mentre per l’elezione del presidente

del consiglio comunale chi si aspettava Pasqualino D’Ascenzo è rimasto deluso, ha prevalso Giuseppe Murazzo. Altro fattore non scontato, l’ulteriore rinvio per l’assegnazione delle deleghe, che saranno comunicate nei prossimi giorni.

“Termoli senza assessore allo sport” L’associazione Gente di mare rilancia la questione dell’iscrizione del Termoli calcio alla serie D TERMOLI. Il luogo e l’orario sono quelli che hanno caratterizzato gran parte dell’anno calcistico. Una conferenza stampa quasi simbolica, quindi, quella che ieri la “Gente di Mare”, associazione vicina al Termoli Calcio ha voluto tenere. Seduti sui gradoni dello Stadio Cannarsa alle 15.30 il presidente Alessandro Petriella e i componenti dell’associazione hanno voluto ‘tirare le somme’ “a un mese esatto dalla fine del campionato e siccome siamo stati tirati per i capelli – ha affermato Petriella – vogliamo far sapere delle cose che altrimenti non avremmo mai rivelato, perché lo abbiamo fatto semplicemente per la grande passione che tutti noi nutriamo per il Termoli Calcio. Qualcuno purtroppo va dicendo in giro che noi abbiamo promesso qualcosa. La verità è che noi non abbiamo promesso nulla a nessuno. Siamo e saremo sempre quelli che staranno al fianco di società serie se ci saranno. Quest’anno invece – ha continuato Petriella – siamo stati al fianco di una società inesistente e l’associazione Gente di Mare ha collaborato eco-

nomicamente, e non a chiacchiere come dice qualcuno, tirando fuori 3200 euro al momento dell’iscrizione, collaborando nella campagna abbonamenti, dove la società quest’anno ha fatto a meno di richiesta di sponsor o di qualche società che si prendesse l’onere di gestire la campagna, affidandosi totalmente a noi di Gente di Mare che abbiamo recuperato circa 12.000 euro di abbonamenti. Abbonamenti con nome, cognome e numero di tesseramento, e sfidiamo chiunque a dire che qualcuno è entrato allo stadio con un abbonamento gratis. Quindi siamo arrivati ad una collaborazione di quasi 15.000 euro. Finita questa collaborazione – ha proseguito il presidente dell’associazione – dall’inizio dell’anno non c’è stato un giorno che l’associazione non abbia tirato fuori dalle 50, 100 alle 150 euro a testa per collaborare con le trasferte per le minime spese. Ricordo che l’acqua nella trasferta di Fano è stata portata dai tifosi. Lo stesso anche in due trasferte della Juniores, la prima se non ricordo male a Giulianova è stata finanziata dal-

l’Associazione e da gente che ha dato il proprio libero contributo. Abbiamo fatto questo perché all’epoca il presidente ci aveva detto che la Juniores non si sarebbe più presentata in campo, e non far presentare la squadra dei ragazzi sarebbe equivalso a fare una ulteriore brutta figura che Termoli non avrebbe potuto sopportare. Ad oggi potremmo richiedere indietro questi soldi dalla società ma non faremo certo questo, anzi da domani saremo pronti di nuovo a collaborare. Ma collaboreremo con un nuovo azionariato popolare, solo di fronte ad una società seria. Al contrario con società che vivono alla giornata staremo lì ad osservare il loro operato rimanendo fermi anche perché un campionato come quello scorso lo avremmo potuto portare avanti anche da soli. Vogliamo ricordare a qualcuno – ha continuato Petriella – che non fa parte nemmeno del consiglio direttivo quindi sono sue opinioni personale che sicuramente nell’ultimo mese il Termoli Calcio ha visto i propri pagamenti, però ricordo che

questi pagamenti sono avvenuti dietro l’azionariato popolare, dietro il volontariato e dietro all’incasso del derby con il Campobasso e che se non era per noi che stiamo qui nessuno sarebbe riuscito a vendere tutti quei biglietti che sono stati venduti. Aggiungo che comunque non è ancora stato saldato tutto come per Castelfidardo. Quindi le cose o si dicono tutte o altrimenti si taccia”. Adesso che passi farete? “Noi non faremo nulla. Ad oggi sappiamo che l’attuale presidente Giordano ha consegnato il titolo al Sindaco. Speriamo l’abbia fatto veramente. Ora il sindaco, se è così, deve solo convocare un tavolo con probabili investitori che vogliono rispondere a questo appello. C’è un appunto che vorrei fare a questa amministrazione ed è quello di non avere un assessore allo sport. In pratica – ha concluso Petriella – ci manca un punto di riferimento utile. Non avendolo ci sentiamo confinati ad aspettare le decisioni di un sindaco che ha sicuramente mille altri problemi da risolvere oltre al calcio”.



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Opinioni di Claudio de Luca Per semplificare l’attività della Pubblica amministrazione furono partoriti un centinaio di decreti legislativi. Atti (con valore di legge) emanati dal Governo, previa delega conferita dal Parlamento. Sarebbero dovuti servire a semplificare; ma, per provare ad arginare la mole delle norme vigenti, si sarebbe dovuta imporre la produzione di nuovi provvedimenti. Eppure le riforme Bassanini e Bersani sono stati gli unici tentativi di lotta alla burocrazia. Ne furono punte di diamante la realizzazione dello sportello unico e l’abbattimento di un esorbitante numero di certificati e di autorizzazioni. Oggi lo scoglio maggiore rimane rappresentato dal numero dei Comuni (8.103), soprattutto minidimensionati (il 95% è inferiore ai 20mila ab.; il 73% è pari a 5.903 enti e ne conta meno di 5mila). Si pensi pure che, nei 7.848 Comuni fino a 20mila ab., vivono quasi 27 milioni di persone, rappresentative del 47% dell’intera popolazione, mentre nei restanti c’è la maggioranza degli Italiani e risiede la maggior parte delle imprese. L’avere pensato che i nuovi strumenti dell’antiburocrazia potessero attecchire in simili realtà poteva significare soltanto volere troppo. Ragguagliando i dati suesposti alla realtà molisana, si otterrebbe un quadro sconfortante, fatto di Comuni–polvere, con una sola certezza: quella per cui, entro il 2020, se l’andamento demografico ed economico dovesse mantenersi costante, potremmo avere dieci comunità in meno per sopravvenuta estinzione.

Si propaga oltremanica l’onda verde della transumanza molisana. La quattro giorni sui tratturi con i trecento bovini della famiglia Colantuono di Frosolone, e il progetto di cooperazione transnazionale tramite il quale l’Asvir Moligal sta accompagnando a grandi passi le ‘Vie e la Civiltà della transumanza’ nel patrimonio immateriale dell’Unesco, sono stati approfonditi in un articolo uscito sulle colonne del prestigioso ‘Times’ di Londra. Il ‘pezzo’ racconta la sfida ‘universale’ dei nuovi pastori, con in testa la famiglia Colantuono, che, dal Molise, hanno lanciato un modello di green economy pura, che è apprezzato non solo da tanti addetti ai lavori ma è pure ‘acquisito’ da vetrine eccellenti come Expo 2015. Carmelina Colantuono è infatti l’esempio illustre di imprenditorialità sostenibile che la Regione Molise esporterà all’esposizione di Milano nella settimana dal 17 al 23 luglio. Allo scopo, per il capoluogo meneghino, sono partiti i prodotti gastronomici, per lo più formaggi di grande qualità, che il Molise diffonderà non solo mediaticamente nel mondo. “Herders want recognition from Unesco”, questo il titolo dell’articolo pubblicato dal Times, sta fungendo da spot internazionale della transumanza che i Colantuono sono riusciti a far

13 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise politico mordi e fuggi

Nell’arco degli ultimi anni, è stato registrato un calo della popolazione pari allo 0,6%, peraltro insorto a causa di un’inedita ondata migratoria giovanile che – nel solo 1999 – superò le 1.000 unità. Se accoppiamo questo dato a quello legato alla denatalizzazione, diventa impossibile vedere spiragli di luce per il futuro. Perciò, quando nelle campagne elettorali le varie parti politiche (Destra, Sinistra e Centro) illustrano le sorti magnifiche e progressive della 20.a regione, occorrerebbe esprimersi con una pernacchia edoardiana per interrom-

pere certi enfatici eloqui e poi rappresentare al caporione di turno (senza colore) che la buona sorte incontrerà magari soltanto il suo portafogli. Per di più bisognerà rammentargli che il Contado, quand’era amministrato dai Borboni, contava 331.000 abitanti, mentre nel 2010 (quando a fronte di ogni bambino ci sono stati sei anziani) ha “vantato” meno di 300mila effettivi, con una popolazione in età lavorativa calata di migliaia di unità rispetto ad un decennio fa. Oggi si assiste in tutt’e due le province ad una netta diminuzione del numero degli occupati, soprattutto in agricoltura. Tuttavia, mentre una parte di questa apparirebbe assorbita dal settore industriale e dal terziario, nel territorio pentro la variazione si è fatta praticamente nulla nella prima ipotesi mentre, nella seconda, è scesa sotto il segno “meno”. In totale, nell’intera area molisana, sin dagli Anni ‘90, il contingente di occupati è diminuito di quasi

6mila unità, uscite per la gran parte dal settore agricolo. Per di più, alla diminuzione degli occupati ha fatto riscontro l’aumento del numero delle persone in cerca di occupazione. Tutti questi dati sono sfornati, anno dietro anno, dalle Camere di commercio, ma non fanno molta impressione sulla classe politica locale cui, forse bisognerebbe augurare l’immortalità. Probabilmente, soltanto così, chi ne fa parte maturerebbe aspettative di più alto profilo (dismettendo quelle praticate al presente), senz’altro dovute alla perseguita filosofia oraziana del “carpe diem” (“Tanto oggi sto qua, domani chissà!”). Ciò premesso, come si sono organizzati i nostri Comuni a fronte di cotanto sfacelo sociale ed economico? Con i mezzi suggeriti dal legislatore, vale a dire partorendo pochissime Unioni di enti locali che, di sovente, si rivelano soltanto cartacee e nate al solo scopo di poter gestire meglio (fruendo di più cospicui fondi di finanza derivata) quell’una, o due, legislature che toccano oggi in sorte al nostro politico mordi e fuggi. Una scelta obbligata, dal momento che nessuno ha il coraggio di cancellare, magari riducendoli a municipi, neppure quei Comuni da 300-500 anime dove, visivamente, non si sa come tirare avanti, dal momento che occorre comunque elargire ai propri amministrati gli stessi servizi offerti all’utenza da enti ben più grandi, mentre la cassa piange, piena com’è di ragnatele.

La Transumanza molisana sul Times

rivivere non solo nei lunghi spostamenti sui tratturi, ma anche nella considerazione di chi ha effettivamente a cuore il protrarsi di una tradizione, quasi un ‘rito’, che, attraverso la partnership con altre terre del Sud Europa, come Portogallo, Spagna e Grecia, rappresenta una certezza ormai nell’orbita dell’Unesco. Si prevede che già tra la fine di quest’anno e l’inizio

del prossimo, la ‘Civiltà della transumanza’ possa maturare lo status di “bene immateriale patrimonio dell’Umanità”. Il Molise è il motore di questo processo. Per la transumanza 2015 la cassa di risonanza è stata ovviamente anche italiana e locale. Ha del sorprendente (non per chi ci crede davvero) il dato numerico di un post che sulla pagina facebook de-

dicata (Transumanza 2015), linka il video dei trecento bovini che (il 28 maggio scorso) guadano il Biferno, durante l’ultima tappa della quattro giorni di 180 km da San Marco in Lamis a Frosolone. Si tratta di un video di quindici secondi che ha raggiunto quasi 100mila persone ed è stato visualizzato 21mila volte. Anche per questo, cioè per il grande entusiasmo mediatico che si è creato intorno all’avventura dei Colantuono, l’Unesco è sempre più vicino, anche perché, come ha ‘certificato’ l’Onu al termine della “Terza Conferenza Internazionale per contrastare la desertificazione”, che si è svolta Cancun, in Messico, la pastorizia transumante rappresenta la più efficace forma di allevamento per migliorare la biodiversità del pascolo, ridurre la CO2 e sostenere la conservazione dei grandi spazi naturali non antropizzati. Il Molise, insomma, esporta un modello di allevamento agro-pastorale che rientra perfettamente nei parametri della ‘green economy’ e incarna un esempio di turismo lento che piace tanto alle comunità del Sud Italia e, evidentemente, oltremanica e oltreoceano.


Hotel “Le Cupolette�

Riparte la stagione estiva Sabato 13 giugno 2015 riapre la piscina

C.da Santa Maria delle Macchie, sn - 86019 Vinchiaturo (CB) Italy Info: +39 0874 340043 Fax +39 0874 340038 www.lecupolette.com - lecupolette@gmail.com


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