Si perdono 7milioni e 500mila euro per i giovani

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 28 - Mercoledì 4 Febbraio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Franco Sassano

maggioranza incapace politicamente

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Franco Sassano. L'imprenditore che danni opera nel settore caseario ha visto la sua azienda raddoppiare il fatturato. In un Molise che non riesca a ritrovare più la strada giusta, l'esempio fornito dall'imprenditore è importante e stimolante. Visto che bisogna sempre attendere qualcuno che viene da fuori regione, pronto a ghermire le poche risorse pubbliche per, poi, salutare, abbiamo volutamente assegnato l'Oscar a questo molisano con la speranza che ci siano altri esempi.

Il Tapiro del giorno a Michele Coromano

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Coromano. Il vice presidente di Molise Dati, non avrebbe dovuto favorire per la individuazione e scelta del legale difensore dell'azienda l'avviso ad evidenza pubblica trattandosi di una società partecipata dalla Regione e, dunque, pubblica? Come è stato possibile individuare il collega Gianluca Pescolla, avvocato della Uiltucs sindacato che ha battagliato forte contro le decisioni regionali sui rischi di licenziamento nella stessa azienda, senza ricorrere allo strumento dell'avviso pubblico?

Bloccati 7milioni e 500mila euro per il piano giovani nessuno parla, i Molisani Vi pregano di alzare il c... e andare a casa

minoranza codarda politicamente

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

4 febbraio 2015

Area di crisi, si rischia un pericoloso flop Nessuna risposta concreta da Roma mentre troppe aziende sono sull’orlo della scomparsa CAMPOBASSO. Il dibattito intrapreso da settimane in merito ad area di crisi industriale complessa è indice di un fervore politico positivo ma, al contempo, espressione di prese di posizione spesso discordanti e confuse. Il Molise non ha bisogno né di diatribe né di sterili proclami, ma piuttosto di urgenti misure ed investimenti finalizzati alla risoluzione della questione preminente del lavoro. Il nostro territorio è soggetto ad una grave recessione economica e ad una perdita occupazionale, di rilevanza anche nazionale, relativamente ai settori tessile e agroalimentare, che devono essere ristrutturati e rilanciati, oltre a quello metalmeccanico che, pur avendo dinamiche differenti, sta soffrendo un’incertezza che nuoce tutto l’indotto. Tali settori strategici per l’economia locale e nazionale necessitano di un processo di riconversione in linea con gli indirizzi comunitari e nazionali in materia di politica industriale e di un processo di riqualificazione produttiva finalizzato ad un riequilibrio tra attività industriale e tutela della salute e dell’ambiente. Area di crisi complessa non può rappresentare uno slogan attraverso il quale polemizzare dall’alto di una cattedra, un’ossessione che chiude le porte ad un dialogo che potrebbe essere costruttivo e teso a dare risposte. E, allora, sarebbe necessario attivare gli strumenti nazionali di intervento in ragione della gravità della crisi economica nei comparti industriali, nonché ai dati sul ricorso alla cassa integrazione nel primo semestre del 2013, che rilevano l’impennata della straordinaria (+38 per cento) ed il crollo della deroga (87,73 per cento), diretta conseguenza della cessazione di numerose aziende, non è da considerarsi risolvibile con risorse e strumenti di competenza regionale, in base a quanto previsto dalla normativa statale ai fini del riconoscimento dello

stato di crisi complessa. E va messa in evidenza che nell’area industriale molisana, ad oggi priva di strumenti di rilevo nazionale per far fronte all’attuale stato di crisi, è necessario intervenire con una strategia di reindustrializzazione attraverso un organico intervento nazionale, oggi possibile solo in seguito al ricono-

scimento dello status di ‘crisi industriale complessa’ e risultante da una serie di indicatori, relativi alla recessione economica ed alla perdita occupazionale, a cui quell’area molisana purtroppo risponde pienamente. Perchè, allora, non ricorrere alla legge nazionale ‘99/2009’ “Disposizioni per lo sviluppo e l’inter-

nazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, che prevede “agevolazioni a favore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione e altre forme di incentivi, al fine di assicurare l’efficacia e la tempestività delle iniziative di reindustrializzazione nelle aree o distretti in situazione di crisi industriale, nei

casi di situazioni complesse nonché con impatto significativo sulla politica industriale nazionale”. Il decreto attuativo del ministero dello sviluppo economico sulle ‘Misure urgenti per la crescita del Paese’ definisce ‘situazioni di crisi industriale complessa, quelle che, a seguito di istanza di riconoscimento della Regione interessata, riguardano specifici territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale derivante da una crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto, oppure da una grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione nel territorio’. Quella norma, insieme ad altre precedenti, prevederebbe tra l’altro “l’applicazione delle agevolazioni previste dalla legge ‘181/1989’, contemplando in particolare l’intervento attraverso l’Agenzia nazionale per l’attrazione

“Il Governo deve muoversi” L’onorevole Danilo Leva preoccupato scrive al vice ministro: “Impediamo la desertificazione industriale di un territorio” CAMPOBASSO. Si sta perdendo tempo, dopo il momento dell’euforia, perchè il Governo riconosca il Molise area di crisi industriale. Per questo, l’onorevole Danilo Leva, ha scritto una lettera al vicemnisto per l’economia. “Egregio Viceministro, le scrivo in relazione alla risoluzione conclusiva n° 8/00097 approvata all’unanimità dalla X Commissione nella seduta del 14/01/2015 avente ad oggetto la situazione di crisi industriale del territorio ricompreso nell’asse geografico dei comuni di Campochiaro e Venafro. A questa nuova formulazione, della precedente risoluzione n° 7-00412, si era giunti dopo un percorso che aveva impegnato la X Commissione nelle audizioni delle rappresentanze istituzionali economiche e sociali del Molise.

l’ intervento di Ivan Forte* Se un accordo sul Quirinale fosse o meno tra i punti alla base del Patto del Nazareno siglato da Berlusconi e Renzi non è dato saperlo e forse mai lo sapremo, ma le reazioni a caldo dei maggiorenti di entrambi gli schieramenti trapelate ai margini di queste convulse ore lasciano intuire che i due leader un’intesa sul Colle oltre a quella sulle riforme, l’avevano raggiunta. Pare dunque lecito pensare che per l’ennesima volta il Premier, machiavellico almeno quanto il suo illustre nobile concittadino vissuto a cavallo del 15esimo secolo, abbia con ormai consueto cinismo e arrogante spregiudicatezza affondato l’entente cordiale con l’ex Cavaliere imponendo il nome di Mattarella, quotato da tutti i bookmakers come ormai

La parte dispositiva della predetta risoluzione conclusiva, impegnava il Governo “ ad assumere con urgenza e coinvolgendo la regione e gli enti locali interessati, ogni utile iniziativa” di intervento nelle aree di crisi sopracitate, facendo riferimento in particolare, così come era emerso nello svolgimento della discussione, allo strumento dell’accordo di programma. In riferimento a quanto sopra esposto, sono a sollecitare la convocazione della regione e degli enti locali per iniziare il percorso istituzionale cosi come prospettato. La tempestività dell’azione governativa sarà determinante per impedire che il processo di desertificazione industriale già in atto, diventi a breve irreversibile”.

Ripartire dalle ceneri del Nazareno per ricostruire il centrodestra prossimo dodicesimo inquilino del Colle. Congelata l’approvazione del decreto fiscale al post-Quirinale e ottenuto da Forza Italia i voti per l’approvazione della legge elettorale, Renzi sceglie con la maggioranza DEM un candidato moralmente insindacabile che ha però ben altre prerogative che piacciono al Premier. Persona schiva e riservata non gli farebbe ombra politica né economica (rischio che avrebbe corso con candidati bel più autorevoli da questo punto di vista come Padoan o Amato) né dal punto di vista internazio-

nale dove il Primo ministro vuole continuare ad essere il solo autorevole interlocutore riconosciuto dai partners europei. Viene dunque da pensare che a Berlusconi, l’impavido Renzi abbia riservato lo stesso trattamento recentemente ricevuto da Enrico Letta, prima fatto fuori con una congiura di palazzo al ritmo di #enricostaiserena, poi bruciato sulla via di Bruxelles, dove Renzi con una scelta scellerata e giustificabile solamente da finalità anti-lettiane ha stroncato le ambizioni dell’ex premier alla poltrona di Presidente del

degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa (Invitalia) per la realizzazione di programmi di promozione industriale. Qualcuno, in Regione, c’è o pensa ad altro? La politica è programmazione e, per farla, occorrono menti capaci di guardare oltre il proprio naso.

Consiglio Europeo, spingendo invece, per decapitare definitivamente le velleità del suo “amico” pisano, la candidatura della anonima Mogherini a capo della politica estera di Bruxelles. L’auspicio, per noi di Forza Italia ma del centro destra più in generale, è che sulle ceneri del Nazareno possa ricompattarsi il fronte anti-Renzi e si possa tornare a ragionare su un programma politico condiviso che possa offire all’elettorato moderato una alternativa all’attuale Premier. Machiavelli diceva “Pochi vedono come siamo, ma tutti vedono quello che fingiamo di essere” e Renzi deve averlo preso alla lettera. Peccato che della bulimia di potere del Premier-Segretario del PD se ne siano accorti tutti cosi come della sua incapacità di rispettare gli impegni presi. Le volpi più scaltre finiscono in pellicceria, speriamo per il bene del Paese sia presto il caso anche di Renzi. *Coordinatore provinciale Forza Italia Isernia


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Tutto quello che gli altri non dicono

4 febbraio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Molise Dati, Molise Acque, Asrem sembra un’incetta

CAMPOBASSO. Ieri abbiamo ritenuto di dovere assegnare il Tapiro all’avvocato, Gianluca Pescolla. Gianluca Pescolla avvocato presso lo studio del cognato, avvocato Salvatore di Pardo Ha una convenzione di € 12.000 annue con Molise Dati in un momento di crisi e di esuberi di personale. Ma come è stato scelto il cognato dell’avvocato Salvatore Di Pardo? In regione ci sono notoriamente giuslavoristi con curriculum e esperienze importanti che non hanno avuto l’opportunità data all’avvocato Pescolla perché mai resa pubblica attraverso un bando di evidenza pubblica. Ci spieghi chi lo ha scelto, quali criteri sono stati seguiti considerato che una società partecipata dalla Regione Molise dovrebbe seguire regole imparziali e trasparenti. Ci dica il Presidente Frattura se

L’avvocato Pescolla e gli incarichi istituzionali La domanda che in molti pongono: perchè gli enti partecipati dalla Regione non hanno proceduto attraverso avvisi di evidenza pubblica per la scelta dei propri legali? avrebbe dovuto controllare la scelta. Ma la domanda è: come è stato scelto l’avvocato del sindacato mentre il suo segretario manifesta e denuncia la Molise Dati di lavoro nero? Il Consiglio dell’Ordine cosa risponde ?

quanto accade lo condivide. E il Consiglio dell’Ordine degli avvocati cosa dice? Cosa dice l’avvocato Coromano consigliere di amministrazione della società? Risulta inoltre che Pescolla fa parte del collegio sindacale della Confcommercio ed e contestualmente l’avvocato della UILTUCS (che si occupa di dipendenti del settore commercio). Ma chi ha difeso o difende la Confcommercio? L’avvocato Coromano ossia colui che ha contribuito alla scelta e

La segretaria della UIL cosa risponde? E normale tutto questo? In regione ci sono notoriamente giuslavoristi con curriculum e esperienze importanti che non hanno avuto l’opportunità data all’avvocato Pescolla che risulta, ancora, legale di Molise Acque e dell’Asrem. Anche qui senza un avviso pubblico per vedere quanti interessati a coprire il ruolo di legale di enti partecipati dalla Regione e, dunque, soggetti all’evidenza pubblica nella individuazione e scelta dei professionisti. Sulla questione Asrem, infine, come fa l’avvocato Pescolla a difendere le ragioni dell’Azienda pur facendo parte di uno studio che, spesso e volentieri, difende le ragioni di società o imprese contro la stessa Asrem? Il presidente della Regione dovrebbe fare chiarezza.

Il Ministero boccia Petraroia Bocciata la rimodulazione delle risorse presentata dalla Regione Molise per il progetto “Graranzia Giovani”. Ed intorno tutto tace Soltanto nell’edizione di ieri, nel registrare la revoca dei finanziamenti alla Regione Molise previsti dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, ci era toccato commentare in termini di pigrizia ed inadeguatezza l’azione amministrativa del Governo regionale. Passano soltanto ventiquattrore, et voilà, ecco un altro capolavoro profilarsi all’orizzonte; un altro inatteso regalo per chi, come noi, barcolla tra incredulità e frustrazione di fronte a tanta pochezza. Ecco i fatti: il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha bocciato la rimodulazione presentata dalla Regione Molise (ovviamente redatta dall’Assessorato di riferimento, quello gestito da Michele Petraroia) dei fondi a disposizione nell’ambito del progetto “Garanzia per i Giovani”. Questo programma assegna a ciascuna Regione fondi per favorire l’occupazione e l’avvicinamento dei giovani al mercato del lavoro. Un percorso che prevede una serie di misure, a livello nazionale e territoriale, volte a facilitare la presa in carico dei giovani tra 15 e 25 anni per offrire loro opportunità di orientamento, formazione e inserimento al lavoro. La dotazione prevista per il Molise era di 7,6 milioni di euro, per il biennio 2015/16,

da spalmare, secondo le indicazioni del Ministero, su sei strade differenti (un contratto di lavoro dipendente, l’avvio di un contratto di apprendistato o di un’esperienza di tirocinio, l’impegno nel servizio civile, la formazione specifica professionalizzante e l’accompagnamento nell’avvio di una iniziativa imprenditoriale o di lavoro autonomo), con una flessibilità ammessa nella modulazione delle risorse soltanto del 10% tra l’una e l’altra possibilità. L’incartamento complessivo

doveva essere pronto entro dicembre 2014 in modo che poi venissero pubblicati i vari bandi. Ma i nostri ineffabili dirigenti, capitanati dal succitato Petraroia, hanno ben pensato di destinare quasi il 50 per cento delle risorse ai bandi relativi al Servizio Civile. Per ragioni imperscrutabili. Tutto da rifare , quindi, secondo il Ministero. Nel silenzio più assoluto delle opposizioni . Nel silenzio più assoluto delle organizzazioni sindacali. Nel silenzio, speriamo almeno un po’ imba-

razz a t o , degli alleati di maggioranza, tanto attivi ed in cerca di visibilità, però, quando si tratta di rimodulare incarichi e poltrone. Non sono lontani i tempi in cui una mancanza del genere sarebbe costata

Idv, le strade divergono A Campobasso il segretario nazionale Messina mentre Di Pietro fonda un suo movimento per ripartire, con Frattura, proprio dal Molise CAMPOBASSO. Il Segretario Nazionale IdV, Ignazio Messina e il Commissario regionale del Molise e portavoce parlamentare dell’Idv saranno oggi, alle ore 11.00, alla Sala Mancini presso la sede del Consiglio Comunale di Campobasso per una conferenza stampa insieme al responsabile nazionale del Laboratorio sicurezza di IDV Aldo Di Giacomo per esporre le proposte della nuova Idv. Nel pomeriggio, alle ore 17 presso la sala ristorante del Gran Caffè Savoia in piazza della Prefettura a Campobasso, il Segretario Messina, l’On.

Formisano e Aldo Di Giacomo incontreranno gli amministratori, i simpatizzanti ed i cittadini. Una visita non certamente casuale quella del segretario nazionale dell?Idv che cade in coincidenza con le dichiarazioni fatte da Antonio Di Pietro che, qualche giorno fa, ha dichiarato di volersi attivamente interessarsi di politica ripartendo dal suo Molise, attraverso “un progetto che dovrà abbracciare e non respingere coloro che intendono operare nell’interesse del territorio”. Dunque una nuova sfida, quella che si accinge ad affrontare

Di Pietro che, dopo la rottura con quella che fu la sua creatura, l’Italia dei Valori, presenterà a breve un nuovo contenitore sul quale si impegnerà direttamente. Un contenitore, comunque, che non parte vuoto, considerato che a livello regionale potrà già contare sulla truppa presente in Regione, composta dai Consiglieri Parpiglia e Di Pietro e dall’Assessore Nagni, a livello provinciale sulla fedele Simona Contucci, oltre ai vari comuni, partendo dal capoluogo dove l’ex Pm ancora vanta amministratori a lui vicini.

l’incarico all’Assessore in questione. Ma sono questi i tempi di cui siamo testimoni. Tempi di grandi proclami ed altezzose rivendicazioni, in modo particolare sui giovani (la vera priorità), l’occupazione (la vera priorità), il futuro dei nostri figli (la vera priorità) ma di azioni di governo come questa. Alla data di oggi i nostri ragazzi avrebbero già dovuto cominciare ad accedere ai bandi.. Alla data di oggi la Regione Molise avrebbe già dovuto provvedere a fare il suo dovere per accedere a 7,6 milioni di euro che invece resteranno bloccati e chissà fino a quando. C h i s s à quanti ragazzi, in questi mesi che passeranno, perderanno la titolarità a partecipare ai bandi perché avranno compiuto il ventiseiesimo anno di età. E tutto questo solo per l’inadeguatezza e l’incompetenza di chi avrebbe dovuto provvedere e non ha saputo farlo. Ma intorno a tanta pochezza solo colpevole silenzio.


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4 4 febbraio 2015

“Formazione professionale, la Regione la smetta di fare solo chiacchiere” Dura presa di posizione della Flc Cgil dopo i tanti rinvii e le continue promesse CAMPOBASSO. Il 19 gennaio scprso, le organizzazioni sindacali, unitariamente, hanno richiesto un incontro urgente per verificare “quali azioni avesse posto in essere la Regione Molise per dare attuazione agli impegni formalmente assunti il 23/12/2014”. In tale circostanza, lo ricordiamo, si era prospettata una soluzione alla vertenza della Formazione Professionale, con la sottoscrizione di un documento in cui la Regione si impegnava a far partire, in tempi brevissimi, un progetto di “Start up” del “Modello di Orientamento permanente”, chiedendo l’interlocuzione del Ministero del lavoro, al fine di utilizzare risorse pari complessivamente a 800 mila euro, avvalendosi del Formez e/o di Italia Lavoro. Se fossero sorte difficoltà nella attivazione di tali percorsi, la struttura Regionale avrebbe garantito direttamente la gestione delle attività progettuali. Inoltre, al tempo stesso, la Regione si dichiarava pronta ad avviare, con la massima tempestività, iniziative volte ad incentivare l’esodo degli operatori iscritti all’Albo regionale ed a strutturare il sistema di orientamento permanente regionale. “Da allora - scrive la Flc Cgil - un assordante silenzio è caduto sulla vicenda. Eppure ci sono stati fiumi di parole spese per rassicurare i lavoratori della formazione professionale sulla prosecuzione della loro attività lavorativa e sul riordino del sistema, in una logica di utilizzazione delle professionalità da spendere per far

ripartire un settore nevralgico per l’economia regionale. Intanto, i lavoratori sono senza stipendio da ottobre, in molti casi avanzano mensilità arretrate ed ancora oggi non percepiscono il sostegno al reddito sotto forma di cassa integrazione in deroga. Ogni tanto si ha notizia di qualche “pellegrinaggio romano”, di qualche riunione informale, di qualche comunicato che appare più una strumentalizzazione politica che un intervento propositivo sulla questione. La FLC CGIL Molise lo sostiene da tempo: il sistema regionale della Formazione Professionale ha una sua dignità e delle finalità istituzionali, sanciti dalla stessa Costituzione, e non può essere trattato alla

stregua di prebende da promettere o da elargire. La politica deve uscire dalle solite promesse e fare delle proposte concrete e praticabili, che valorizzino le professionalità e puntino sulla rifondazione della formazione professionale, relegata ad un ruolo di Cenerentola ormai inaccettabile, che offende la professionalità di coloro che, con spirito di dedizione e sacrifici personali, stanno aspettando di conoscere quale sarà il proprio destino. In tutto questo marasma, non aiutano certo le posizioni di quanti, facendosi paladini di un consenso unanime tutto da dimostrare, sono soliti fare fughe in avanti, avventurandosi in iniziative solitarie, che rischiano di indebo-

lire, oggettivamente, le posizioni rivendicative da portare avanti. Non è pensabile di poter affrontare un problema di tale natura e di proporre soluzioni efficaci, senza una forte azione unitaria. Chi si muove in direzione diversa, può fare danni alla causa per la quale pur dice di battersi. Il rischio forte è di scambiare i diritti e la dignità dei lavoratori per delle gentili concessioni clientelari, da coltivare ciascuno nel proprio orticello, per fini per lo più strumentali. E’ giunta l’ora di uscire dall’equivoco. La Regione non può più far finta di niente: la situazione dei lavoratori della formazione professionale è drammatica, e c’è il rischio che il disagio sociale esploda in manifestazioni di protesta anche eclatanti. Aspettiamo una convocazione nell’immediato dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali, così come già richiesto. Intanto, è necessario uscire al più presto dalla gestione emergenziale del sistema. La FLC CGIL Molise ha da tempo presentato le sue proposte ed i suoi contributi: è ora tempo che i decisori politici si assumano le loro responsabilità, con proposte organiche sulla formazione professionale, da attivare mediante tutte le forme di intervento necessarie per consentire a questo settore strategico di poter assolvere alla sua missione. Se in tempi brevi, non ci saranno risposte adeguate intraprenderemo nell’immediato, insieme ai lavoratori, le opportune iniziative di mobilitazione”.

Finalmente un po’ d’ordine nel campo della ricettività

Approvato il regolamento di attuazione per la istituzione e per l’attività dell’albergo diffuso Al solito nessuna chiarezza su chi debba esercitare il controllo e garantire il pieno rispetto delle regole Tecnicamente, l’albergo diffuso è una struttura ricettiva che si traduce nell’offerta di case e appartamenti ubicati in piccoli borghi e in centri storici, il cui scopo è recuperare e valorizzare vecchi edifici inutilizzati e offrire al turista, oltre ai normali servizi alberghieri, la possibilità di soggiornare in un contesto ambientale autentico, a contatto con una piccola comunità a cui l’attività turistica può garantire opportunità di sviluppo economico e di crescita socio-culturale. La qualità dell’accoglienza prevale su tutto, così come sono importanti e sostanziali gli aspetti ambientali, strutturali, architettonici in cui l’ospite verrà accolto. Non è una forma di ricezione semplice, tutt’altro. Anche perché non ha canoni precisi, interagendo, come abbiamo detto, con molti fattori che esulano dalla tipicità dei servizi alberghieri classici. L’albergo diffuso vive di tipizzazioni, di qualità, di valori umani. Per questo è una formula che sta crescendo e raccoglie apprezzamenti soprattutto dove l’attività ricettiva viene svolta con particolare cura e attenzione, con un sottofondo di familiarità che mette a proprio agio il turista e lo invita ad approfondire l’insieme circostante (usi, costumi, gastronomia, tradizioni eccetera) in cui è venuto a tro-

varsi. Il Molise ha borghi e centri storici particolarmente interessanti, e tutti esprimono anche il carattere e la cultura di chi li abita. Il ventaglio delle possibilità di dare impulso agli alberghi diffusi è pertanto molto ampio e variegato. Difatti è una formula ricettiva che sta trovando sempre maggiori motivazioni per affermarsi. Il Molise è stato sede di una delle ultime assemblee nazionali e i partecipanti hanno decretato che il territorio regionale è particolarmente vocato a sviluppare le correnti turistiche che fanno capo agli alberghi diffusi. In quella occasione,

però, è stata rilevata negativamente l’assenza della Regione Molise ai lavori assembleari e, soprattutto, l’assenza di una legge regionale di riferimento e la regolamentazione di questa particolare attività ricettiva. Nata in forma spontanea (a volta naif), sulla scia di quanto accadeva in altre regioni d’Italia, a lungo andare rischiava di compromettersi mancando appunto di una legge ad hoc e di un indirizzo normativo che definisse in modo puntuale quali le caratteristiche, quali gli obblighi verso l’ospite, quali le garanzie, quali i servizi, quali i periodi di aper-

tura. Il buco legislativo è stato colmato dal consiglio regionale con la legge 7 del 25 marzo 2014; il buco normativo, quantunque in ritardo rispetto ai sessanta giorni previsti per l’adozione dalla data di approvazione della legge, è stato di recente colmato dalla giunta regionale che ha approvato il regolamento di attuazione della legge che disciplina appunto l’istituzione e l’attività ricettiva dell’albergo diffuso. Regolamento che però dovrà passare al vaglio del consiglio per l’approvazione definitiva. In esso sono statati definiti in modo inequivocabile le

caratteristiche strutturali e i requisiti minimi obbligatori, tra cui la localizzazione presso centri storici o contesti rurali che devono essere abitati per offrire al turista la possibilità di cogliere l’autenticità e la tipicità dei luoghi; la dotazione e i servizi di tipo alberghiero, la presenza di un ufficio di ricevimento e di uno spazio comune per ospiti che garantiscano i comfort della ricettività “classica” alloggiando in case e camere che distano non più di 300 metri in linea d’aria o 400 pedonali dall’edificio nel quale sono collocati i servizi; il numero minimo di unità abitative (sette) distinguendole in camere e alloggi, e i requisiti dimensionali dei locali che formano la struttura ricettiva. Nonché la coerenza architettonica e la riconoscibilità delle unità abitative nell’ambito del contesto urbano o rurale. L’apertura può essere annuale e stagionale. C’è la legge, tra poco ci sarà il regolamento ma, al solito, nessuna chiarezza su chi eserciti il controllo e garantisca il pieno rispetto delle regole. Elementi indispensabili per non cadere facilmente nell’anarchismo e nel turismo “fai da te”. Negativamente. Dardo


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5 4 febbraio 2015

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Centinaia di migliaia di euro e che Dio la mandi buona

Il Molise dentro e fuori l’Expo di Milano dal 1° maggio al 31 ottobre

La presenza dell’Unioncamere Molise basata su 3T (Tartufo, Tintilia, Tratturo) quale piattaforma di partenza per promuovere il territorio Diciamo prima degli investimenti, quindi delle attività, quindi ancora dei soggetti attuatori e del luogo in cui si svolgeranno. Gli investimenti sommano 313mila euro, di cui 80mila a carico delle aziende partecipanti e il resto a carico della Regione; le attività corrispondono alla Fiera “Tuttofood” (prodotti agroalimentari), alla Fiera “Homi” (prodotti artigianali), alla Fiera “Host” (attrezzature e servizi), e all’iniziativa promozionale “Fuori salone” (eventi a tema culinari); i soggetti attuatori sono la Regione Molise e l’Unione delle Camere di Commercio; il luogo è Milano, ma fuori del perimetro dell’Expo 2015. Il tutto rientra nel programma operativo regionale/ Fondi Fessr 2007/2013: “Azioni istituzionali per l’internazionalizzazione delle imprese” e “Iniziative di internazionalizzazione delle PMI molisane”, per l’occasione adattato all’evento mondiale che dal primo maggio al 31 ottobre 2015 si svolgerà a Milano. Soldi vecchi, non spesi dalla giunta di Michele Iorio che stanno facendo la fortuna della giunta Frattura e, in questo caso, anche del presidente dell’Unioncamere (amico di Frattura), Paolo Spina, che ha vinto l’assegnazione dei fondi e la realizzazione delle iniziative da lui proposte per dare respiro e visibilità alle aziende molisane dei settori individuati per essere protagonisti a Milano nel corso dei 6 mesi della Mostra Internazionale. In quest’occasione il sistema camerale molisano, interlocutore e rappresentante del sistema economico produttivo

regionale, si sarebbe fatto interprete delle sollecitazioni e dei suggerimenti e delle richieste fatte pervenire direttamente dal sistema produttivo e dalle associazioni di categoria. Per cui nessuna scelta autarchica, ma un solido gancio alle condizioni imprenditoriali e alla loro possibilità di svilupparsi, trovando terreno fertile. E quale occasione più dell’Expo 2015? E’ in quest’’ottica, infatti, che il presidente Spina avrebbe inteso favorire la presenza delle imprese molisane agli eventi collaterali ad Expo 2015 organizzati a Milano. Le serate a tema del “Fuori salone” riguarderanno le principali produzioni agroalimentari del Molise, quali il vino, con particolare riferimento alla Tintilia, il tartufo,

L’INTERVENTO

l’olio, i sott’oli e le conserve, i latticini e i formaggi, i salumi, la pasta alimentare, i dolci eccetera. Le aziende che parteciperanno avranno la possibilità di presentarle direttamente, o avvalendosi di tecnici esperti (sommeliers, assaggiatori di olio, chef ecc.), i propri prodotti ai buyers e agli operatori presenti, proponendoli in azioni di tasting, vere e proprie degustazioni tecniche guidate, o in piatti tipici della tradizione enogastronomica regionale che richiamino anche i concetti della dieta mediterranea. In questa operazione – ha detto Spina - il sistema camerale offrirà le sue competenze ed il suo personale qualificato. Non male infine la sintesi promo - pubblicitaria della presenza molisana basata su 3T

(Tartufo, Tintilia, Tratturo) quale piattaforma di partenza per promuovere il territorio. Questa dell’’Unioncamere, abbiamo detto, è una iniziativa a latere, per coprire gli spazi esterni alla Expo, che pulluleranno di gente, di operatori commerciali, industriali, di turisti, di gente alla ricerca di novità, e in questi spazi il Molise cercherà appunto di inserirsi con le iniziative sopra accennate. Dobbiamo accreditarle tutte di una insita validità, sperando che poi, tradotte in pratica, sapranno davvero centrare l’obiettivo che si sono prefisse. A garanzia è stato creato un Gruppo di lavoro, composto da 3 referenti della Regione Molise e da 2 referenti dell’Unioncamere Molise, che avrà il compito di coordinare e mo-

nitorare tutte le fasi attuative (prima, nel corso dello svolgimento, e dopo) delle “Fiere di settore” sopra elencate (Tuttofood – Homi e Host), nonché di individuare, approvare, coordinare, monitorare tutte le fasi attuative (prima, nel corso dello svolgimento, e dopo) delle iniziativa “Fuori salone”. Il Gruppo di lavoro cercherà di tenersi in stretta relazione con il Tavolo regionale incaricato di individuare le attività della partecipazione della Regione Molise all’Esposizione universale Expo 2015 (300mila euro di sola iscrizione), composta dai direttori delle Aree Prima, Seconda e Terza della direzione generale della giunta regionale (Angelo Fratangelo, Massimo Pillarella e Alberta De Lisio) e dal direttore del servizio di Gabinetto del presidente Frattura (Mariolga Mogavero), nonché col supporto della Fonazione Molise Cultura e della Società Sviluppo Italia Molise. Nel Padiglione Italia dell’Expo saranno pertanto altri stand del Molise, con altre proposte, con marcata identità culturale, come piace al ministro Franceschini che ha allestito un portale in cui sta raccogliendo gli aspetti significativi dell’Italia delle cento città, dei borghi, delle tradizioni, della storia, dei siti archeologici e della bellezza naturale, da offrire ai milioni di visitatori da ogni parti del globo terrestre. Non dovremmo sfigurare, se sapremo rappresentarci al meglio delle nostre qualità e possibilità. Ma saremo capaci? Dardo

Politica, la farsa in salsa isernina

di Stefano Testa* Tanto tuonò che piovve! Questo un detto antico che trova la sua più chiara conferma nella notizia che il Sindaco Brasiello, ancorchè sfiduciato, si appresta finalmente ad incontrare i 10 consiglieri dissidenti che il 22 gennaio presentarono in Consiglio Comunale un duro documento di critica in cui esprimevano malcontento e delusione su tutta l’azione amministrativa posta in essere dall’attuale Sindaco e dal suo esecutivo. I Consiglieri oltre a cercare discontinuità con le scelte ed i metodi passati imputavano all’amministrazione l’ assenza di programmazione strategica, di trasparenza e di coinvolgimento nelle procedure ovvero quello che le minoranze predicano oramai da 2 anni. La vicenda rende ancora più chiaro che siamo in presenza di un Sindaco attendista, un temporeggiatore sia nell’azione amministrativa che in quella politica, e questo non in virtù di una studiata strategia ma per mancanza di idee sul da farsi: tant’è che aveva sperato in prima battuta che i “poteri forti (Frattura, Leva, Ruta,

ecc.) riuscissero a togliergli le castagne dal fuoco ma così non è stato. Ebbene qual è l’effetto sortito dal documento dei 10 consiglieri?? Un documento che avrebbe dovuto sancire il rilancio dell’azione amministrativa principalmente attraverso una rivisitazione del modus operandi ha invece sortito l’effetto di paralizzare ancor di più (se mai fosse stato possibile!!!) tutta la città! Sono infatti oltre due mesi che ad Isernia non si tiene un Consiglio Comunale nonostante le innumerevoli tematiche (Università, piscina comunale, scuole, situazione viaria, degrado urbano, tasse ecc. ecc.) che dovrebbero essere all’ordine del giorno!! Sono due settimane che l’esecutivo è stato depotenziato avendo il Sindaco azzerato le deleghe ai componenti della giunta che comunque nel frattempo continuano a percepire normalmente il proprio compenso!! Dopo una miriade di articoli che con lucidità analizzavano la situazione in cui versa la città dopo due anni di amministrazione Brasiello, non ultimo quello dell’amico Ferdinando Veneziale che pre-

vedeva tutte le possibili soluzioni alla crisi in atto: la montagna ha partorito il topolino. Eccoci arrivati all’incontro con i 10 consiglieri che si erano permessi di dare un contributo reale e sincero che veniva forte dall’intera “società civile”, che sono stati convocati formalmente da Sindaco per affrontare le questioni poste. E’ facile immaginare come si svolgerà l’incontro: vogliamoci bene, ….. in questo momento una crisi sarebbe dannosa per tutti e per la coalizione, ….. così facendo vi mettete fuori dai giochi politici che si presenteranno a breve. I dissidenti saranno sottoposti a lusinghe ed allo stesso tempo a velate minacce ed il tutto continuerà, senza dare minimamente seguito alle richieste degli stessi e senza preoccuparsi dell’amministrazione di una città che sta morendo, tutto il tempo che servirà affinché ad uno ad uno non rientreranno dai loro propositi ritenuti sovversivi. Non sarà neanche modificato l’attuale assetto della Giunta che, dopo una riunione durante la quale ogni assessore ha rivendicato di aver dato il massimo dell’impe-

gno per la risoluzione dei problemi cittadini, è stata ritenuta intoccabile. Insomma tutto deve finire a tarallucci e vino, con grandi brindisi per la ritrovata unitarietà e con grandi prospettive per coloro che accetteranno di rientrare con la coda in mezzo alle gambe. E’ questa la soluzione disastrosa, verso la quale ci sta conducendo il Sindaco!! Essa sancirebbe inesorabilmente l’incapacità di proporre iniziative politiche che tengano conto delle istanze che vengono da questa martoriata città, iniziative che sono state raccolte e sintetizzate fino ad ora brillantemente dalla minoranza ed in ultimo anche dai 10 consiglieri comunali. Devo dire con franchezza che una soluzione del genere rappresenta uno sfregio a tutti i cittadini poiché nel mentre salverà una amministrazione che per ora ha solo bloccato la città e per il futuro oramai azzoppata non potrà che distruggerla definitivamente, contribuirà a favorire lo scollamento tra elettori e rappresentanti che saranno etichettati sempre più per l’ attaccamento alla poltrona per puri fini personalistici. *CONSIGLIERE COMUNALE


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

4 febbraio 2015

Quei brutti paletti in via Isernia Dopo lo sfregio già inferto in via Cannavina e via Marconi Ora anche in Via Isernia, a Campobasso, nel cuore del centro storico, tra Piazza Maddalena a Via Cardarelli. La mano che ha compiuto uno dei gesti più volgari e irrispettosi nei confronti della storia urbanistica della città, è mano pubblica. La stessa che in precedenza ha impunemente violato Via Cannavina e Via Marconi. Il che rende l’accaduto ancora più intollerabile. L’infissione di decine di orridi paletti neri di metallo sul lato destro della strada scendendo, di una bruttezza impareggiabile o, se si vuole, pareggiabile solo alla insensibilità di chi li ha scelti ed ha deciso di infliggerli al basolato lavico (distruggendolo) e alla coscienza dei cittadini campobassani che hanno ancora un barlume di rispetto per se stessi e per la città intesa quale dimora collettiva, è uno sputo in

faccia al buonsenso comune. Si conferma pertanto inesorabile il destino declinate della città verso un assoluto indistinto culturale, urbanistico, architettonico ed estetico. A dedicarsi a questo obiettivo d’inciviltà, sono l’amministrazione comunale e le strutture che l’accompagnano in questo suo andare verso il primato della stupidità, complice l’assonnata distrazione della Soprintendenza ai Beni ambientali, architettonici, artistici e storici. Stupidità: come altrimenti qualificare la decisione di alterare il profilo delle vie del centro storico al solo scopo di impedire che parcheggino autovetture in dispregio del segnale di sosta, o che ne tragga vantaggio qualche commerciante amico? In Via Isernia, come in Via Cannavina e in Via Marconi, un’assidua sorveglianza, con rela-

tive sanzioni ai trasgressori, avrebbe certamente fatto da deterrente, liberandole dagli ingombri, preservando l’originaria e originale struttura e il basamento lavico dall’oramai manomessa, stravolta, e irreparabile condizione in cui sono state ridotte. Si può arrivare così impunemente a manomettere la città, a stravolgerla, a imbruttirla (si pensi al disastro dei murales nichilisti e mortiferi autorizzati su innumerevoli spazi urbani), a renderla sempre più succuba e prona all’arroganza di un amministratore incolto o di un burocrate arrogante? Evidentemente si può se, com’è accaduto, un amministratore incolto e un burocrate arrogante hanno potuto, complice la perdurante indifferenza della Soprintendenza e la rassegnata e attonita pubblica opinione, fare strame

della Via Isernia, dopo aver fatto strame delle Vie Cannavina e Marconi, con il sospetto che l’intervento posto in essere nella sua incommentabile violenza all’architettura stradale e alla memoria storica collettiva, sia stato determinato dall’interresse (privato) di preservare un bene patrimoniale prospiciente la via e la comodità di uscita e d’ingresso di che ne fa uso. Un interesse, si dice, direttamente collegato a chi ha potuto rendersi protagonista di questo atto di arroganza e d’inciviltà a detrimento della collettività. Via Isernia non è il primo caso di una gestione del territorio autarchicamente interpretata e posta in essere. Altri esempi l’hanno preceduta, significativi e identificativi del degrado culturale con cui si mette mano al bene pubblico ri-

tenendolo indebitamente un bene privato ad uso e consumo di chi siede a Palazzo san Giorgio e di chi, operandovi all’interno, vive di lauti stipendi e di ragguardevoli spazi di autonomia decisionale di cui fa uso pessimo e interessato. Se la Soprintendenza non ha visto (come non ha visto il danno arrecato a Via Cannavina e Via Marconi), o non vuol deliberatamente vedere le manomissioni nell’area urbana sottoposta a vincolo, da queste colonne segnaliamo - apertis verbis - il dato relativo a Via Isernia, sollecitandola a intervenire per quanto gli compete allargando poi lo sguardo al resto della città. Una sfida alla logica, al buonsenso, alla cura estetica dei luoghi, e alla memoria collettiva. Che, purtroppo, assecondata dall’ignavia dei più, la sta vincendo.

Nasce “Lipu Molise centrale” L’organizzazione ambientalista che gestisce l’Oasi di Casacalenda si estende sul territorio Mariateresa Palombo, responsabile del Gruppo locale LIPU – è il punto di maggior forza del Molise, con i progetti giusti, l’educazione scolastica e con la collaborazione tra gli enti riusciremo con i progetti LIPU a recuperare e rivalutare alcuni paradisi naturali, che non hanno nulla da invidiare ad altre regioni italiane”.Tra le attività in programma, la realizzazione di birdgardens (giardini naturali), attività con le scolaresche, recupero di habitat naturali, manifestazioni nazionali e molti altri, il tutto da compiere con il lavoro di volontari e di chi vorrà dare una mano anche con la semplice iscrizione alla LIPU. Un grande risultato di rilancio e di sensibilità per un territorio che soffre lo spopolamento e l’abbandono. La prova della bontà del lavoro locale della LIPU che quest’anno compirà i suoi 50 anni di attività.

CAMPOBASSO. La LIPU-Birdlife Italia, l’associazione ambientalista che gestisce da oltre vent’anni l’Oasi di Casacalenda, dà vita ad un nuovo gruppo locale molisano. Nato per volontà di alcuni volontari, il gruppo “Molise centrale” si prefigge di svolgere attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale con il grande pubblico e diffondere, sostenere la presenza e il ruolo dell’Oasi sul territorio.“Siamo felici di aver trovato persone così motivate e sensibili – afferma Carlo Meo, responsabile dell’Oasi LIPU di Casacalenda – con tante idee e progetti per la natura da realizzare con la gente”.Il nuovo Gruppo LIPU avrà sede a Morrone del Sannio ma le iniziative sul territorio abbracceranno vari comuni, le scuole, le amministrazioni pubbliche e la stessa popolazione. “Il nostro territorio se non viene trascurato e deturpato- dichiara

CAMPOBASSO Domani alle ore 8.30 presso la sala della Costituzione in Milano a Campobasso avrà luogo il convegno

“Una realtà nascosta: la violenza nella cura degli anziani. Strategie di intervento”.

Il convegno, organizzato dalla R.S.A. di Larino, ha il patrocinio della Provincia e del Comune di Campobasso, , dell’Ordine degli avvocati di Campobasso e dell’Ordine Regionale degli Assistenti Sociali. Relatori , oltre a Cosimo Dentizzi , responsabile della RSA, saranno Chiara Bigolaro, psicologa della Regione Veneto, Giancarlo Bregantini, arcivescovo, Raffaele Pagano, questore di Campobasso, Mariano Prencipe, avvocato penalista e Loredana Sorgente, assistente sociale. “Il maltrattamento nei confronti delle persone anziane è un fenomeno che è spesso ancora ignorato e sottovalutato dalla società. Si tratta spesso di azioni che sono compiute a porte chiuse, al-

l’interno delle famiglie stesse o delle strutture residenziali. E spesso l’anziano non è in grado di segnalarle quando ne è vittima per paura, imbarazzo o deterioramento mentale”, afferma il geriatra Cosimo Dentizzi e continua dicendo che “questo convegno non vuole trovare dei colpevoli, ma motivare le persone che prestano cura ed assistenza, a non distogliere lo sguardo, a osservare se stessi criticamente, e offrire a familiari ed operatori strumenti che indicano cosa possono fare”. Il convegno è accreditato come corso di aggiornamento per avvocati, medici, psicologi, infermieri e fisioterapisti.


Campobasso

7 4 febbraio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La nuova amministrazione comunale di Campobasso è equiparabile a un motore in folle: gira a vuoto Sarà ancora Antonio Iacobucci al timone dell’organizzazione interna incaricato di riordinare i reparti e i servizi, di creare e dare fiducia al personale, di gestire le risorse Dall’insediamento ad oggi, la nuova amministrazione comunale di Campobasso è equiparabile a un motore in folle. Gira a vuoto. In attesa di innestare la marcia. Per avviarsi a governare con il conforto di un progetto e di una struttura adeguata per realizzarlo. Senza i quali non c’è possibilità di creare e dare un’immagine riconoscibile alla maggioranza politica che ha sbaragliato i resti di Forza Italia e del centrodestra che si erano coagulati intorno alla figura di Gino Di Bartolomeo. Mesi preziosi questi sciupati a motore in folle. La città, per come è stata ridotta, per il carico di problemi tecnici e amministrativi che si trascina (carenza e insufficienza di figure dirigenziali), per il costante e progressivo deterioramento dei servizi socio/sanitari/assistenziali, per la permanenza di un

sistema di speculazione soprattutto in materia edilizia, che non concede pause, non può prendersi il lusso di rimanere inerte, senza una guida e senza un obiettivo programmatico definito. Un motore in folle è uno spreco evidente di energia. Nonché una fonte d’inquinamento. Nel caso specifico, dell’ulteriore inquinamento dei rapporti del Palazzo con la collettività. Che infatti mugugna, borbotta, anch’essa in attesa di un segnale di cambiamento e di rinnovamento. D’altronde l’elezione di Battista è stata accompagnata da un battage elettorale particolarmente prodigo di promesse in tal senso. L’assessore all’urbanista, Bibiana Chierchia, s’è spinta fino alla soglia dell’iperbole prefigurando una Campobasso di portata europea. Poi ha tirato i remi in barca e, come i suoi colleghi di giunta e il primo

cittadino, s’è adagiata nella rilassata posizione di riposo. Frattanto, però, gli speculatori di volumi edilizi, i colatori di cemento a profusione, i divoratori di territorio continuano a menarla a piacimento, avendo tra le mani il Piano casa, lo strumento edilizio che gli amministratori regionali hanno formulato nella peggiore capacità distruttiva dell’edilizia esistente e nella peggiore capacità evolutiva della nuova edilizia (!). Mesi, questi, che hanno aumentato il tasso di anarchia negli ambiti amministrativi e in quelli politici, evidenziati e manifestati dal consigliere di maggioranza Michele Ambrosio con la richiesta di una verifica politica e la denuncia di una prossima abnorme colata di cemento da fronteggiare. All’osservatore esterno è questo il quadro che gli

viene da commentare. Probabilmente, all’interno del Palazzo municipale e nelle segreterie politiche di maggior peso e caratura (Pd e Idv: Ruta e Di Pietro senior) si lavora a un’altra realtà. Se, come viene da pensare, questi mesi a motore in folle, sono serviti e stanno servendo a mettere a fuoco un piano programmatico e una nuova ipotesi di organizzazione interna dei reparti e dei servizi comunali. Cioè, ad innestare la marcia. Dovrebbe accadere a giorni, stando alle informazioni in nostro possesso. Manca un centro di coordinamento, è fin troppo evidente. Una figura di riferimento, come lo è stato a suo tempo (gestioni Massa e Di Fabio) il direttore generale Antonio Iacobucci che è tornato al timone della barca comunale, con l’incarico di riordi-

nare i reparti e i servizi, di creare e dare fiducia al personale, di gestire le risorse sulla scorta di un piano programmatico che non può prescindere dall’Accordo di programma quadro con la Regione Molise. Sperando che non faccia la fine miserabile che fatto l’Apq di Michele Iorio con Di Fabio, prima, e con Gino Di Bartolomeo successivamente: 25 milioni stanziati e pronti per essere utilizzati, finiti nel nulla tra l’indifferenza e il silenzio generali. Con l’arrivo di Iacobucci, dovrebbero trovare assestamento l’accorpamento dei settori Urbanistica e Lavori pubblici, l’unità organizzativa autonoma del Corpo dei vigili urbani e, soprattutto, la ragioneria. Ovvero, l’apparato strutturale a sostegno del sindaco e del progetto amministrativo che ancora l’accompagna.

Truffe via web con rimborsi fasulli La Polizia postale avverte i cittadini su email sospette. “Non le aprite” CAMPOBASSO. Al fine di prevenire e contrastare la commissione dei reati commessi a mezzo internet, la Polizia di Stato di Campobasso ritiene opportuno rendere edotti gli utenti del web su una modalità di truffa che sta interessando la rete. Particolarmente utili, al riguardo, i consigli ed i suggerimenti forniti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Molise di Campobasso.

L’attività truffaldina che alcuni cyber criminali, in questi giorni, stanno ponendo in essere, ha colpito diversi utenti del web, provocando gravi danni ai computer ed ai server di privati, aziende e professionisti. In questi casi la cosa più importante è fare prevenzione per non cadere nel tranello degli hacker. I malintenzionati stanno inviando delle email ad indirizzi casuali in cui si avvisano

gli ignari malcapitati che devono essere rimborsati per alcuni acquisti da loro fatti e poi resi al venditore, per cui si chiede di scaricare il modulo allegato. Qualora l’utente scarichi il modulo, questo comunque si apre, ma nello stesso tempo, in maniera subdola, si istalla un virus nel computer che cripta tutti i files in esso contenuti. Viene, poi, chiesto di effettuare un paga-

Si rafforza Molise Tour Bike L’associazione dilettantistica è nata per promuovere la pratica sportiva del ciclismo CAMPOBASSO. L’associazione sportiva dilettantistica MoliseTourBike con il patrocinio della F.C.I. (Federazione Ciclistica Italiana) nasce al fine di promuovere la pratica sportiva del ciclismo,improntato prevalentemente alla pratica del mountain bike escursionistico e agonistico, e al contempo,ha come scopo,la promozione del patrimonio paesaggistico e del turismo sportivo in Molise. MoliseTourBike si propone come prima ed unica associazione mountain bike di Campobasso, in risposta alle richieste del grande numero di appassionati, in continua crescita, del capoluogo e di tutta la regione. Lo spirito dell’associazione è già racchiuso tutto nel nome, MoliseTourBike. Innanzitutto l’acronimo internazionale di mountain bike cioè MTB; l’idea di tour, cioè tutto ciò che è legato alla scoperta ed alla valorizzazione del territorio, e ovviamente la bicicletta, in tutti i suoi aspetti, senza tralasciare il lato agonistico. La forza del MoliseTourBike è infatti proprio quella di vivere la bicicletta a “360 gradi” raccogliendo quindi l’adesione di un gran numero di ciclisti appartenenti a tutte le categorie ed a tutte le fasce di età. Per raggiungere il proprio obiettivo l’associazione MoliseTourBike ha rimodulato i membri del consiglio direttivo cosi’ come segue:

PRESIDENTE Gennarelli Giuseppe VICE PRESIDENTE Ferrante Erik SEGRETARIO Dardone Michele TESORIERE Sammartino Michele CONSIGLIERE Totaro Giuseppe CONSIGLIERE D’Alessandro Antonio CONSIGLIERE Bontempo Emilio CONSIGLIERE Pirosanto Antonino Ricordiamo a tutti gli interessati che il termine ultime per il tesseramento è fissato per il giorno 28 Febbraio p.v. A breve sarà pubblicato sulla pagina Facebook dell’Associazione il calendario di tutte le uscite e gli eventi organizzati per dare la possibilità a tutti, tesserati e non, di restare sempre aggiornati sulle iniziative socio-sportive. Di seguito il link: https://www.facebook.com/groups/201328406690148/ Gli iscritti all’associazione riceveranno l’abbigliamento tecnico completo personalizzato e la copertura assicurativa integrale, garantita dalla F.C.I. l’associazione nazionale per eccellenza nella pratica e nella tutela del ciclismo in tutte le sue specialità. Saranno inoltre distribuiti gadgets ed opuscoli informativi .

mento in Bitcoin, la moneta virtuale non tracciabile, per sbloccare il pc, ma – è bene evidenziare – che anche se si decida di effettuare il pagamento, il pc comunque non viene liberato. La Polizia di Stato, pertanto, invita gli utenti a non aprire assolutamente gli allegati delle email sospette e a cestinare immediatamente il loro contenuto prima che possa essere infettato l’intero sistema.



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Isernia

4 febbraio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Brasiello faccia un passo indietro” Alleanza nazionale ritiene che non ci sia più una maggioranza ISERNIA. Sulla crisi al Comune di Isernia, Alleanza nazionale-Fratelli d’Italia ritiene che il sindaco Brasiello, in mancanza di una maggioranza, si dimetta. “Sono mesi che Fratelli d’Italia – AN denuncia, per il tramite dei Consiglieri Di Perna e Kniahynicki, l’immobilismo dell’amministrazione targata Brasiello. Mentre la città muore, le tasse aumentano, le attività com-

merciali chiudono, le strade diventano ogni giorno più dissestate ed i cittadini lamentano la totale assenza di una direzione amministrativa, la maggioranza consiliare e la sua Giunta sono in altre faccende affaccendati. Isernia ha bisogno di un capitano che tenga ben saldo il timone, che mantenga la rotta facendo affidamento su una squadra di marinai (ciascuno nel pro-

prio ruolo) che si adoperi per prendersi cura della città e dei suoi abitanti. Un ammutinamento in piena regola era l’ultima cosa che potevamo permetterci, mentre attorno la situazione si complica. Se non si ha la piena fiducia della propria squadra che credibilità si può avere nei confronti dei cittadini? Se non si ha un programma (a meno che sia effettivamente il Sindaco

di Camaiore) come si può elaborarlo in corsa? Se non si hanno idee come ci si può aspettare che siano gli altri a fornirle? Sarebbe opportuno per tutti che il Sindaco rassegnasse le dimissioni e restituisse la parola agli elettori. Siamo certi che sapranno premiare la coerenza di chi ha sempre denunciato con forza le mancanze di un’amministrazione assente.”

Sette persone denunciate dai Carabinieri per reati contro la persona I Carabinieri mettono sotto sequestro varie dosi di marijuana ISERNIA. Nel corso di una serie di controlli eseguiti dai Carabinieri in varie zone della provincia di Isernia, al fine di contrastare fenomeni di criminalità e di illegalità, sette persone sono state denunciate, sottoposte a sequestro tra l’altro dosi di marijuana e recuperata refurtiva di ingente valore. Ecco nel dettaglio le attività condotte sul territorio: Ad Isernia, nei pressi della stazione ferroviaria, i militari del Nucleo operativo e Radiomobile della locale Compagnia hanno denunciato due 20enni del luogo, trovati in possesso

di varie dosi “marijuana”. La droga rinvenuta, che i due occultavano nei calzini, è stata sottoposta a sequestro, mentre continuano le indagini per accertare se lo stupefacente era per uso personale o se destinato all’attività di spaccio. A Sesto Campano, i militari della locale Stazione hanno bloccato un’autovettura Fiat Panda, con alla guida un 30enne del luogo, completamente ubriaco, che con la sua condotta metteva in grave pericolo l’incolumità degli altri utenti della strada e quella propria. Dopo accurati accertamenti, nei confronti dell’uomo

è scattata una denuncia per guida in stato di ebbrezza alcolica, il ritiro della patente di guida e il sequestro del veicolo. A Filignano, i militari della locale Stazione hanno denunciato una 34enne di origine rumena, residente a Pietravairano in provincia di Caserta, poiché ritenuta responsabile del reato di tentato furto aggravato. Secondo quando accertato dai militari, la donna insieme ad alcuni complici in via di identificazione, alcune settimane fa avrebbe tentato il furto all’interno di uno stabilimento di Pozzilli, ma qualcosa andò storto e gli

autori si dettero alla fuga abbandonando l’auto e la refurtiva che fu interamente recuperata dai Carabinieri e restituita al legittimo proprietario. Ancora a Filignano, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 45enne di Afragola in provincia di Napoli, il quale nel restituire alcuni locali da lui presi in affitto, provocava danni alle infrastrutture e agli arredi, e inoltre si impossessava di alcuni materiali custoditi all’interno, appartenenti al proprietario. L’accusa nei suoi confronti è di danneggiamento e Furto. A Carpinone, un 32enne di

Isernia, è stato invece denunciato dai militari della locale Stazione per furto aggravato. L’uomo, dopo aver proceduto al taglio di alberi di faggio all’interno di una proprietà privata, si impossessava di centinaia di quintali di legna per un valore economico stimato intorno ai venticinquemila euro. Infine a Venafro, i militari della locale Stazione hanno denunciato un 55enne del luogo per il reato di falsità materiale, avendo tentato di incassare un assegno dell’importo di circa tremila euro dopo averlo falsificato.

L’ospedale di Agnone rischia di chiudere definitivamente di Nunzia Zarlenga Camere operatorie che non funzionano, il reparto di ortopedia che chiude e i servizi che diminuiscono. Tutto questo ha portato Nunzia Zarlenga a scrivere su facebook una lettera aperta in cui denuncia tutta la sua preoccupazione. Eccola pubblicata integralmente: Le notizie sull’ospedale Caracciolo sono sconfortanti checchè se ne dica e al di là di tutte le rassicurazioni e da qualunque parte provengano. Voglio evitare sproloqui e venire al sodo, perché non c’è più tempo se non per l’azione. 1) Chiudono le sale operatorie con la motivazione che urgono lavori per metterle in sicurezza 2) Viene smantellato con molta sollecitudine l’impianto dell’aria condizionata e dell’aria compressa ( mi risulta che anche il pronto soccorso ne sia sprovvisto) 3) apprendo che stamattina l’Ing. Giovanbattista Spallone (Responsabile Ufficio Tecnico ASREM) ha effettuato un sopralluogo

all’ospedale e da tale incontro sono emerse “ipotesi” di lavoro. 4) il Sindaco di Agnone ha scritto al Presidente Paolo di Laura Frattura chiedendo un incontro urgente. Diciamocela tutta: un mese circa di manfrina e degli “urgenti” lavori neanche l’ombra! Ma chi vogliono prendere in giro? Perché il dott. Spallone arriva solo stamattina? Che ha fatto nelle settimane precedenti se questi lavori erano urgenti? Ho tanto la sensazione che siamo di fronte ad una chiusura “elegante” dell’ospedale. Elegante per loro…per me è subdola , viscida e criminale! Voglio fare 3 appelli, senza giri di parole. Il primo va al sindaco Carosella: non puoi farcela da solo, non perdere tempo a scrivere a Frattura, prendi il telefono e chiama TUTTI i Sindaci dell’Altomolise e vai, di corsa, a Campobasso. Non so se li hai già chiamati, se non l’hai fatto hai sbagliato! Il secondo va proprio a tutti gli altri Sin-

daci dei comuni altomolisani o comunque utenti del Caracciolo : se Carosella non vi ha chiamati non aspettate, come dico sempre non è una festa ad inviti, ma un’emergenza territoriale di cui dovrete rispondere ai vostri cittadini e che non interessa solo Carosella e Agnone. E’ ora di andare TUTTI a C/basso e sbattere le fasce sul tavolo della Regione insieme ai pugni se davvero fate gli interessi del popolo. Il terzo appello va ai Comitati e a tutte le associazioni esistenti ed operanti a vario titolo sul territorio: convocate immediatamente un assemblea pubblica, anche questa domenica, ma non per discutere, basta parole, basta parlarsi addosso: si prenderanno nome e cognome e tanti euro quanti servono per un biglietto di un pullman diretto a Campobasso di tutti quelli che mettendoci la faccia e non le parole vorranno andare ad assediare la regione e l’ASREM: il lenzuolo simbolo c’è, e nessuno avrà difficoltà a procurarsi un forcone.

Che ci mettano la faccia e le palle per dirci guardandoci negli occhi che ci chiudono, lo preferiamo a questa presa per fondelli che ci priva pure della dignità! E l’invito va esteso agli abitanti degli altri comuni! E’ tempo di guerra, non c’è spazio per la gentilezza e l’educazione, non c’è spazio per nessun tipo di polemica su niente e nessuno, non c’è spazio per le CARTE né tribunali. Magari la perderemo questa guerra, ma sarà mille volte meglio che non averla combattuta. E se questo non dovesse succedere, beh, ognuno si metta la lingua in pace e non proferisca più parole sulla situazione, cancelli la parola “ospedale,sotterri il “Caracciolo” evitandosi anche l’ipocrisia di portare fiori al suo funerale…certo,tacitare la coscienza sarà più difficile! NOTA: dimenticavo di dirvi l’ultima:dal 1 febbraio chiudono tutto il reparto di chirurgia,credo che i medici saranno “smistati” tra il pronto soccorso e Isernia!

Quando il Carnevale a Venafro era una manifestazione importante di Tonino Atella

Dov’è finito il Carnevale Venafrano delle migliori e più esilaranti tipicità locali che tanto coinvolgevano e divertivano ? Esilarante al massimo e capace di attirare ragazzi, giovani e adulti, che ne aspettavano con impazienza il transito lungo strade e piazze cittadine, era curato nei minimi particolari, veniva preparato con cura certosina nei mesi precedenti e quando finalmente si era pronti per la presentazione alla collettività, era una autentico appuntamento col sorriso, col divertimento di tutti e col coinvolgimento di persone di tutte le età. Un’autentica festa popolare, il Carnevale Venafrano dei decenni andati, coi tanti suoi interpreti e

protagonisti che s’ingegnavano al massimo per far sorridere la gente, curando nei dettagli i personaggi che interpretavano, i travestimenti e i trucchi stessi. La preparazione, come detto, durava mesi e finalmente in occasione delle sfilate e delle rappresentazioni conclusive l’ultima domenica di Carnevale ed il successivo martedì- si raccoglievano i frutti e i consensi unanimi. Tra le tante maschere e gruppi mascherati storici cittadini ricordiamo “La morte di Carnevale”, con tanto di esilarante corteo funebre inscenato da ortolani ed operai per gettare alla fine Carnevale Morto nelle acque del laghetto tra pianti e disperazione ovviamente il tutto reso

in chiave carnevalesca ossia divertente, “Le Gonne Corte”, con gambe e ginocchia scoperte di uomini travestititi … per coinvolgere e far ridere, e soprattutto “La Follia”, indubbiamente la più bella e indimenticabile delle maschere venafrane. Un giovane, “La Follia” appunto, bellissima, fatale e coinvolgente, che girava, cantava e ballava per piazze e strade cittadine attorniata da uomini di ogni età e di tutte le estrazioni, i quali avevano perso la testa per lei ed erano disposti a tutto per ricevere le sue grazie o quanto meno uno sguardo, un’attenzione particolare. Un gruppo mascherato, quello de “La Follia”, di 30/30 personaggi che gi-

ravano in lungo e in largo l’abitato cantando, ballando e facendo divertire prima di ricevere in dono dalla gente lungo le strade offerte e beni di vario tipo, che a fine serata il gruppo de “La Follia” divideva fraternamente, abbandonandosi a copiose libagioni. Ecco in sintesi il piacevolissimo Carnevale Venafrano dei decenni andati, cancellato purtroppo dal tempo e dal mutare delle abitudini. Come si prospetta quello imminente del 2015 ? Beh, poca cosa a dire il vero, con gli unici appuntamenti per i più piccoli in maschera presso le parrocchie e gli oratori della città. A parte le immancabili bombolette spray che imperverseranno nell’ultima dome-

nica di Carnevale per l’inconcepibile divertimento di decine di ragazzi, i quali appunto -complici i loro genitori che li riforniranno del denaro per comprare siffatti aggeggi- si abbandoneranno (ormai é consuetudine) ad insozzarsi ed insozzare con tali bombolette a destra e a manca tutto quanto si ritroveranno a tiro, divertendosi appunto a sporcare ed a sporcarsi. Atteggiamenti tutt’altro che carnevaleschi, tutt’altro che divertenti e simpatici, che nulla hanno a che fare con lo spirito sano e goliardico del carnevale, ma a cui i nostri ragazzi non sanno proprio rinunciare ! Difficile capire, certe volte, le generazioni future !


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Termoli

4 febbraio 2015

Unione dei Comuni, parte il consorzio Nasce la centrale unica di committenza per razionalizzare la spesa pubblica PETACCIATO. L’Unione dei Comuni Basso Biferno mette la freccia e comincia sul serio, a tredici anni dalla sua costituzione, a consorziare in maniera seria anche l’amministrazione in senso stretto, non solo la raccolta differenziata e altri progetti di servizi associati in embrione. A dare il via a questa seconda fase è stata l’assise civica di venerdì scorso, ospitata a partire dalle 16.30 nella sala consiliare di Petacciato. Due gli argomenti di maggiore interesse, definiti dal presidente della

giunta Rino Bucci e da quello del Consiglio Antonio Saburro importantissimi. In prima battuta si è portata in discussione la proposta sull’adozione dello schema di convenzione per la gestione associata Centrale Unica di Committenza. I Comuni aderenti all’Unione dei Comuni del Basso Biferno che intenderanno sottoscrivere la convenzione, conferiranno all’Unione dei Comuni del Basso Biferno le funzioni di Centrale di Committenza, ai sensi dell’art. 9

c. 4 del D.L. 66/2014 (L 89/2014) che saranno espletate attraverso la struttura operativa nell’ambito dell’assetto organizzativo ed in conformità al proprio ordinamento interno. “La gestione associata riguarda tutte le procedure di gara (compresi i cottimi), senza eccezione né per i casi di urgenza, né in relazione al valore modesto delle gare – ha spiegato Saburro – resteranno invece esclusi dalla gestione associata i procedimenti di acquisizione dei lavori, forniture e servizi acquisiti direttamente dai

mento della gestione delle gare ad evidenza pubblica”, individuando un contenimento della spesa pubblica della pubblica amministrazione derivante dalla eliminazione dei costi inutili dovuti alle varie fasi procedimentali degli adempimenti di aggiudicazione di lavori, servizi e forniture, in particolare degli enti locali con popolazione inferiore a 5mila abitanti”. L’assemblea degli amministratori di buona parte del Basso Molise ha anche approvato il regolamento economato.

singoli comuni attraverso gli strumenti elettronici di acquisto da Consip Spa e dal Mepa. La Centrale Unica di committenza è nata nell’esigenza di razionalizzare la spesa pubblica ed in osservanza del decreto ‘Salva-Italia’ (Decreto Legge 6 dicembre 2011, n.201 coordinato con la legge di conversione 22 dicembre 2011, n.214) recante ‘Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici’, con il quale il Governo ha introdotto una forma di “accentra-

Investito dal pullman muore sul colpo Il 42enne di Trivento era sul ciglio della strada in piena notte. L’autista non l’ha visto SAN SALVO. Le cause dell’incidente sono ancora al vaglio delle forze dell’ordine intervenute subito sul posto. È successo tutto in una frazione di minuti quando erano da poco passate le 23.30. L’uomo, Marco Carosiello, classe 1973, residente a Trivento stava andando a piedi sulla carreggiata quando è avvenuto l’investimento. Il giovane è stato falciato in pieno da un bus della linea Atm Termoli-Trivento mentre si trovava a bordo strada sulla Fondovalle Trigno; la strada che collega Abruzzo e Molise in territorio di Cupello, poco lontano dallo svincolo per San Salvo. L’impatto è stato violentissimo e per l’uomo non c’è stato nulla da

fare. Quando i medici del 118 sono arrivati sul posto non hanno potuto che constatare il decesso dell’uomo. Il traffico è stato bloccato a lungo per consentire ai carabinieri di effettuare i rilievi di rito e la rimozione della salma che è stata portata all’ospedale San Pio da Pietrelcina a disposizione dell’autorità giudiziaria. Resta da capire il perchè l’uomo fosse a passeggio in quel tratto di strada non illuminato e in piena notte; vani i soccorsi, a intervenire sul posto anche i Carabinieri di Cupello e San Salvo.

Scuola Rosano, al via la ristrutturazione Il finanziamento è stato ‘ripescato’ dall’amministrazione comunale di Larino LARINO. Come dichiarato qualche settimana fa sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza della scuola Rosano, appaltati dall’Amministrazione Comunale ottenuti grazie all’impegno dell’Assessore Michele Palmieri. Il finanziamento, di €50.000,00, la cui scadenza era gennaio 2013, è stato letteralmente “ripescato” dall’attuale Amministrazione in quanto i lavori non furono realiz-

zati entro il tempo assegnato e per questo decaduto; mediante la richiesta di un rinnovo della concessione è stato ottenuto un altro anno per rimettere in piedi la pratica, appaltare i lavori e dare inizi agli stessi. I lavori riguardano la messa in sicurezza dell’edificio scuola elementare ” Rosano ” in Via Morrone e consistono nello smantellamento dello strato di imper-

meabilizzazione esistente, la rimozione del sottostante sub-strato coibentante di lana di vetro, la preparazione del piano di posa con il ripristino delle pendenze in massetto di sabbia e cemento ed il relativo ripristino della impermeabilizzazione con doppio strato di guaina bituminosa oltre all’applicazione di due mani di vernice di alluminio. Saranno inoltre eliminati i pluviali esistenti

e sostituiti con i nuovi, sarà rimosso l’intonaco pericolante di una parete sul terrazzo ed il relativo ripristino oltre alla tinteggiatura delle pareti interne interessate dalle infiltrazioni. Al termine di questo intervento, spiega l’assessore Palmieri, possiamo dire con grande soddisfazione, che la comunità è dotata di una scuola più sicura e funzionale, considerato il fatto che solo qual-

che mese fà sono terminati i lavori di messa in sicurezza e antincendio della sala mensa e della palestra, mentre continuano spediti i lavori per la realizzazione del collettore fognario e la ristrutturazione delle stazioni di sollevamento in contrada cappuccini, risultato ottenuto grazie al costante impegno messo in campo da tutto lo staff dell’ufficio LL.PP.

I Comuni molisani per la Costa dei Delfini Un’azione amministrativa congiunta dei Sindaci per la valorizzazione del mare regionale TERMOLI. Un incontro propedeutico a mettere in campo le forze e capire quanto di fattibile c’è sul progetto annunciato in anteprima su Termolionline.it dal sindaco Angelo Sbrocca. Stiamo parlando della nota “Costa dei Delfini” che ridisegnerà l’approccio al settore turistico, e per certi versi economico, dell’intero Basso Molise. Da Montenero di Bisaccia a Campomarino, passando per Petacciato e Termoli, i quattro comuni hanno intessuto, a partire dall’avvio dell’azione amministrativa del sindaco Sbrocca (anche se il progetto ha le sue origini negli anni addietro), un rapporto sempre più radicato che punta a trasformare l’offerta turistica creando una sorta di roccaforte per i tanti cittadini che intenderanno tra-

scorrere le proprie vacanze in Molise. Parlavamo di “incontro propedeutico” e, in effetti, di questo si tratta perché ieri al Comune i delegati delle realtà succitate si sono incontrati ed hanno condiviso la bozza del progetto che potrebbe concretizzarsi in tempi brevi. I dettagli, ad ogni modo, non saranno resi noti prima di una settimana, almeno in via ufficiale perché, da quel che trapela, l’accordo potrebbe anche interessare il mondo culturale attraverso lo stilare un cartellone estivo comune. Suggestioni? Azzardi? Non si sa, ma il gioco di squadra pare esser di moda in questo tempo e se il detto “l’unione fa la forza” regge il passo, allora le prospettive sono più che positive.


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Termoli

4 febbraio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Trasporto urbano, la ‘mazzata’ della Regione Il Comune costretto a ricorrere al Tar avverso un nuovo provvedimento di Frattura TERMOLI. Nuova querelle sul trasporto pubblico locale tra Regione Molise e Comune di Termoli. Non bastasse la delibera dell’agosto scorso con la quale la giunta Frattura ha dimezzato i chilometri e i relativi finanziamenti per la Gtm srl, decisione che ha portato a una conflittualità enorme, con serrate, scioperi e ricorsi, nel 2015 arriva anche il cosiddetto carico da ‘90’. Con una determina dirigenziale la Regione Molise ha notificato la determinazione dirigenziale, la numero 1 del 13 gennaio scorso con cui si “procede, per effetto dell’adozione della delibera di giunta regionale n. 387/2014, al recupero della somma di euro 1.687.248,97, quale maggiore contributo corrisposto al Comune di Termoli per il periodo di proroga del contratto di servizio per il Tpu a partire dal mese di maggio 2013”. Insomma, una sorta di causa-effetto, con ancora in bilico la sen-

tenza di merito al Tar Molise prevista per metà marzo, ma che innescherà ancora altro contenzioso legale tra i due enti. Per questa ra-

gione, la giunta Sbrocca non ha lasciato cadere a terra la volontà della Regione e per la seconda volta in pochi mesi ha autorizzato

il sindaco a stare in giudizio e impugnare al Tribunale amministrativo regionale quest’ulteriore provvedimento, che metterebbe le

casse dell’ente di via Sannitica in sofferenza. L’incarico legale è stato affidato all’avvocato barese Lorenzo De Robertis

UGL: “Rinnovo RSA, pronti ad una nuova sfida” I metalmeccanici della Fiat rilanciano in vista delle elezioni interne TERMOLI. “Sosteniamo con forza i nostri sindacalisti che hanno presentato la lista per il rinnovo delle RSA all’interno dello stabilimento FCA di Termoli. Una nuova classe dirigente sindacale che ha

come unica mission quella di tutelare i diritti dei lavoratori”. È la segreteria nazionale UGL Metalmeccanici ad evidenziare attraverso una nota stampa che “la UGL Molise è pronta alle nuove elezioni pur

essendo stata ostacolata da un gruppo di dissidenti che - prosegue la nota - prova a mettere in cattiva luce l’operato dei nostri sindacalisti avendo tentato anche di non far presentare la lista”. “Diciamo ai nostri rap-

presentanti di dribblare ogni tipo di azione o provocazione mossa da questo gruppo di dissidenti e di proseguire il loro percorso sindacale insieme a noi e sempre al fianco dei lavoratori”.

La cabina telefonica diventa un monolocale A denunciare l’accaduto l’associazione “Termoli per i bambini” che richiama l’attenzione sui senza tetto TERMOLI. Li hanno immortalati ammassati sul fondo della cabina telefonica che si trova davanti alla chiesa di San Timoteo. Una cabina come tante agli occhi poco attenti di chi, tutti i giorni, cammina a passo svelto. Sguardo perso nel vuoto, SMARTPHONE alla mano e la mente troppo concentrata sui pensieri della vita di tutti i giorni per accorgersi che quella cabina, a differenza delle centinaia di altre che si trovano a Termoli, conteneva un ‘segreto’ che doveva restare celato agli occhi del mondo intero. Erano gettati a terra come si fa con l’immondizia. Abbandonati forse con l’obiettivo di essere riutilizzati ancora e ancora quando il sole tramonta dietro i palazzi del centro della città bassomolisana: dimostrazione concreta, come uno schiaffo a mano aperta, che anche a Termoli il ‘problema’ dei senza tetto sta diventando molto più di un servizio giornalistico mandato in onda sulle tv nazionali. Le rappresentanti dell’associazione “Termoli per i bambini” li hanno, ironicamente, soprannominati, i due “monolocali”. In realtà quella cabina

telefonica e quell’anfratto dietro l’ennesimo cartellone pubblicitario che si trova lungo via Corsica, a due passi dalla rotonda dell’ospedale vecchio, sono diventati la ‘casa provvisoria’ dell’ennesimo senza tetto che decide di passare all’addiaccio le gelide notti invernali termolesi quando, per strada, non passa ‘neanche un cane’. A poco o niente è valso l’intervento della Polizia Municipale che appena venerdì scorso ha sequestrato e ‘consegnato’ alla Teramo Ambiente per la bonifica altri due ‘alloggi di fortuna’, il primo vicino alla palazzina perennemente in costruzione di via Elba, il secondo all’interno dell’ex cabina dell’Enel che si trova vicino all’ospedale San Timoteo. A nulla (o poco) è valso l’operato di associazioni di volontariato come la Misericordia che danno la possibilità ai senza tetto di trovare un letto caldo dove passare la notte e una doccia dove rinfrescarsi la mattina prima di trascorrere l’ennesima giornata per strada. In tanti preferiscono le fredde mattonelle di un marciapiede o, peggio ancora, la ‘calda accoglienza’ di stracci gettati a terra per dormire.

Via Padre Pio, insorgono i pedoni La strada, a detta dei residenti, è diventata una vera e propria pista ad alta velocità TERMOLI. Ci hanno segnalato un problema, di cui ci eravamo ripromessi di parlarne, ed ora lo facciamo con solerzia. Quello che accade in fatto di transito di veicoli a tutta velocità davanti all’ingresso è davvero increscioso e molto pericoloso per l’incolumità altrui. Stiamo parlando del tratto di strada di viale

Padre Pio che, spesso e volentieri, diventa una corsia ad alta velocità per veicoli e chi transita da quelle parti se ne infischia che ci siano passaggi pedonali, incroci con altre vie e soprattutto un frequente via vai di persone che si recano al Palasabetta; tra questi, soprattutto bambini a cominciare dalla mattina presto.

Ancor più grave è il fatto che questi novelli piloti di formula uno non hanno nemmeno rispetto di quegli atleti che, per fare sport, lo praticano su carrozzelle per portatori di Handicap e che attraversano sulle strisce pedonali dopo aver lasciato i mezzi speciali per il loro trasporto dall’altra parte della strada, nell’unico parcheggio possibile per il palaz-

zetto. Nei giorni scorsi si è parlato di autovelox da piazzare in città ecco, speriamo che si ricordino di metterli in questa area per scoraggiare e ricondurre alla ragione questi pericolosi velocisti senza freni



Tutto quello che gli altri non dicono

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Opinioni

4 febbraio 2015

di Pasquale Di Lena Bisogna guardare lontano se si vuole, con i nostri oli, essere i protagonisti di oggi e di domani del mercato. I nuovi concorrenti sono gli olivicoltori del mondo. Non partire da questa novità vuol dire far perdere opportunità agli oli italiani. Di fronte a una realtà piena di problemi come quella olivicola, con molti, o la gran parte di essi, causati dal silenzio di un mondo complesso e contraddittorio come quello dell’olio oltre che dal sonno delle istituzioni, c’è chi pensa di darti lezioni con la s e m p l i f i c a z i o n e . Per esempio quello di far credere, volendo dare una svolta all’olivicoltura italiana, che il vino e l’olio, attualmente, sono due prodotti che camminano l’uno a fianco all’altro e come tali da considerare. Non è così, visto che sono due realtà che, avendo fatto percorsi diversi, non sono per ora paragonabili o, meglio, affiancabili. Con l’editoriale che ha aperto l’ultimo numero di Teatro Naturale dell’altra settimana, Alberto Grimelli, ha spiegato una parte importante di questa diversità ed ha fatto bene a dare voce a due protagonisti dell’uno e dell’altro prodotto per rendere ancor più esplicito il suo pensiero. Sperando di riuscire a far capire il mio punto di vista, che è quello del mondo dell’agricoltura contadina e dell’olivicoltura italiana con il suo primato di biodiversità, cioè di varietà autoctone, so che il vino e l’olio, due prodotti fondamentali della nostra agricoltura e, insieme con la pasta e il pane, i più rappresentativi della nostra cucina e della nostra tavola, hanno avuto percorsi differenti nelle varie fasi. Mi riferisco soprattutto al rapporto con il mercato e con il consumatore, con l’olio che ha dimostrato sul campo, nonostante i tanti passi avanti, di essere ancora ben distante dai traguardi raggiunti dal vino nella metà degli anni ’80 del secolo scorso. Sono molti quelli che addebitano al metanolo (1986) la causa della grande svolta che ha aperto al vino italiano nuove importanti strade, ottenendo il consenso del consumatore, anche il più esigente. Personalmente ritengo che la grande svolta c’era già stata con i riconoscimenti (1980) delle prime Docg assegnate a Barolo, Brunello di Montalcino, Barbaresco e

senza alcun finanziamento pubblico

nando di fatto non più un confronto tra olio di oliva e altri grassi di origine animale e vegetale, ma tra oli di qualità arricchiti di packaging e di prom o z i o n e . Sarà, quindi, con gli oli prodotti dalla globalizzazione il prossimo vero confronto. Non cogliere questo aspetto fondamentale per il rilancio della nostra olivicoltura, vuol dire lasciare a questi oli gli spazi che i nostri possono benissimo occupare con il Bisogna valore aggiunto sapere della diversità e guardare dell’origine che il territorio lontano esprime, rene non essere dendo questo o miopi quell’olio il suo testimone. Sentire parlare di quantità da illustri protagonisti del mondo dell’olio italiano e da rinomati e stimati esperti, e, sentir dire che è soprattutto in essa la soluzione dei problemi venuti alla luce con la terribile campagna di raccolta 2014, fa venire un brivido a chi sa che, oggi più di ieri, dentro il quadro della globalizzazione, è proprio l’olivicoltura italiana contadina la sola vincente. Aver presente questo quadro vuol dire costruire un piano olivicolo forte di una strategia di marketing, soprattutto nella parte comunicazione, capace di raccontare una realtà ricca di ambienti e paesaggi, donne e uomini capaci, storie e ricche tradizioni. Per non parlare, poi, della voglia che i nostri oli hanno di presentarsi con i propri caratteri e, così, confrontarsi e dialogare con quelli che hanno lo stesso interesse qual è quello di appagare, con la qualità, il gusto del consumatore, sapendo di dargli , con essa, anche cultura e, insieme, salute e benessere. Ecco, è la novità di doversi confrontare con gli oli di prima raccolta o prima spremitura ad offrire nuove grandi opportunità di successo all’olivicoltura italiana ed ai suoi mille oli. Si tratta, in pratica, di tornare a essere ancora una volta il punto di riferimento per il consumatore - oggi stanco e preoccupato del processo di omologazione in atto - dando una risposta esaustiva alla sua ricerca della qualità e della diversità, al suo bisogno di godere i profumi e i sapori che questo o quell’olio riesce ad esprimere con i colori dei suoi paesaggi.

Olio, il confronto non è più sulla quantità ma sulla qualità Vino Nobile di Montepulciano, con quest’ultimo che, per il suo periodo meno lungo degli altri d’invecchiamento, ha svolto bene il ruolo di cavia arrivando per primo sul mercato. Riconoscimenti che hanno aperto un dibattito sul primato della qualità, che la tragedia del metanolo ha solo avuto il merito di confermare e affermare. Questo per dire che il percorso della qualità, che ha portato il vino a far capire l’importanza dell’origine, cioè del suo rapporto con il territorio, e dello stesso vitigno, è stato abbastanza lungo. Diversità di origine e di varietà che hanno fatto parlare sempre meno di vino, e, sempre più di vini, ognuno dei quali testimone della propria realtà. Una realtà fatta di storia e di cultura, di ambienti, paesaggi, tradizioni come quelle espresse dalla tavola, che ogni vino ha saputo e continua a saper raccontare al consumatore, sulla spinta dei diversi profumi e differenti sapori. Personalmente, grazie a un maestro come il prof. Garoglio e, poi, a un osservatorio privilegiato come l’Enoteca Italiana di Siena, e, grazie anche al tempo vissuto, ho avuto la for-

tuna di seguire quasi dall’inizio e, comunque, da vicino il percorso che ha trasformato il vino italiano, da semplice “bianco” e “rosso”, in centinaia di vini di grande successo, noti in ogni parte del mondo. Un processo per niente facile se si pensa agli ostacoli che la grande industria vinicola italiana, così attaccata alla quantità, poneva ogni giorno sul percorso dei riconoscimenti e delle affermazioni di questi vini. C’è da dire, anche, che la globalizzazione della vitivinicoltura è un fatto che viene da lontano, diversamente da quello dell’olivicoltura, che, solo di recente, ha superato i possenti confini del Mediterraneo, con una cultura del consumatore in forte movimento, ma che è ancora tutta da diffondere se si vuol dare ad esso la possibilità di leggere e capire i messaggi dell’olivo e dell’olio. Una globalizzazione, comunque, che c’è e sta andando avanti con sempre nuovi paesi produttori di olio di prima spremitura o prima raccolta. Paesi che, con i loro oli, andranno ad occupare gli spazi alti del mercato, determi-

La Banca della Terra, una scommessa Torniamo a parlare della “Banca della terra”, l’iniziativa divenuta legge a fine 2014 e per la quale si è interrogato la stessa agenzia di stampa della Chiesa cattolica europea (www.agensir.it). Lo facciamo realizzando una sorta di excursus storico che parte da questo binario: una banca dati per far incontrare chi possiede terreni senza coltivarli e chi invece li cerca per avviare la sua attività agricola. Questi infatti, sono spesso due mondi che non riescono ad incontrarsi e per questo motivo la Regione Molise (su proposta del Movimento 5 stelle) ha avuto l’idea di varare una legge che istituisce la Banca della terra con lo scopo “di incentivare – si legge all’articolo 1 – lo sviluppo produttivo e occupazionale nelle aree rurali tramite lo sviluppo dell’attività agricola in sinergia con l’imprenditoria privata, favorendo il ricambio generazionale nel settore

agricolo, la salvaguardia degli equilibri idrogeologici, la protezione dell’ambiente e la tutela del paesaggio e della biodiversità”. Il provvedimento legislativo riguarda sia i terreni privati che quelli pubblici. Ad ogni modo, va detto che una prima sperimentazione del genere fu fatta nel 2002, ma solo per i terreni privati; insieme a questi, ora, la Regione metterà a disposizione anche i terreni regionali che l’amministrazione pubblica non riesce a coltivare per la sua stessa natura. Sarà l’ente regionale di sviluppo agricolo a gestire la banca dati che sarà accessibile al pubblico, verrà aggiornata periodicamente e conterrà le coordinate catastali e tutte le necessarie informazioni concernenti le particelle i cui proprietari o aventi causa abbiano segnalato alla Regione stessa o ai Comuni la disponibilità a cedere la detenzione o il possesso dei terreni a terzi. In que-

sto modo la Regione si impegnerà anche a fornire supporto a quanti saranno interessati allo sfruttamento dei terreni incolti o non coltivati e ad agevolare quelli che hanno interesse a recuperare questi terreni con il fine di destinarli alla produzione agricola. I terreni presenti nella Banca potranno essere inoltre destinati alla creazione delle fattorie sociali (per consentire l’integrazione sociale dei soggetti svantaggiati), nonché all’incentivazione della coltivazione dei prodotti autoctoni molisani ed a sviluppare la filiera agricola regionale. I terreni pubblici potranno essere affidati anche ad altri enti di ricerca se si tratterà di salvaguardare specie di biodiversità vegetale ed animale o per fini di sperimentazione. Le richieste di assegnazione dei terreni devono essere corredate di un piano di sviluppo che deve prevedere un’estensione minima di ter-

reno necessaria al raggiungimento del livello minimo di redditività determinato dai piani regionali di sviluppo rurale. Se le richieste di terreni supereranno la disponibilità totale

saranno favorite in ordine prioritario le nuove imprese giovanili, le imprese cooperative o le imprese che vogliono ampliare la propria dimensione aziendale.



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