Spaghetti alla sangria e 800mila euro di spesa

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 173- domenica 26 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Pasquale Di Lena

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Pasquale Di Lena. Completamente ignorato dalla Regione Molise e tagliato pure da un filmato su di una manifestazione pagata con i soldi dell'Expo, continua a restare il vero conoscitore dell'olio molisano e, anche, del vino molisano soprattutto della Tintilia. Siccome, però, ha il dono della parola e dell'intelletto e quando vede cose storte non si tira indietro nella denuncia è stato relegato in un cantuccio. I molisani, però, sono con lui.

Il Tapiro del giorno a Pierpaolo Nagni

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pierpaolo Nagni. L'assessore regionale ai Trasporti non ne sta azzeccando più una. Fiero sostenitore dell'Autostrada ora è passato a sostenere la non utilità più della stessa. Plaude all'elettrificazione ferroviaria senza accorgersi che lui è l'assessore. Un non senso che, purtroppo, finisce a danno dei molisani. Ma sarà capace, per una volta, a dire no alla Metropolitana per l'elettrificazione della ferrovia? E recuperare, almeno, i soldi dell'Autostrada?

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Spaghetti alla Sangria e 800mila euro di spesa C’è di che ridere, alla faccia dei molisani


TAaglio lto

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

26 luglio 2015

SANITA’ - Ripensare il sistema aziendale pubblico in una logica di valutazione e miglioramento della produttività

Con l’intesa Stato/Regioni, il decreto Balduzzi, la squinternata regia del commissario ad acta e presidente della giunta regionale, nel Molise si profila la peggiore sanità d’Italia Tra le condizioni accettate, anzi, subite, dal Molise il 2 luglio scorso, a conclusione dell’intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, alla conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le due Province autonome, sono la condivisione della necessità di introdurre nell’applicazione della razionalizzazione della spesa (spending review) per rendere più efficiente il sistema sanitario, la riorganizzazione e il ripensamento del sistema aziendale pubblico in una logica di valutazione e miglioramento della produttività; l’individuazione e l’utilizzo di indicatori standard relativi alla gestione degli immobili, strumentali e non, delle aziende sanitarie pubbliche; la valutazione e la valorizzazione delle esperienze e delle iniziative in ambito di servizi sovra aziendali; la valutazione della possibilità di realizzazione di un centro di competenza nazionale in materia di stesura dei capitolati per l’acquisizione di beni e servizi e la necessità di introdurre modifiche normative alla responsabilità civile e penale dei professionisti della salute, in modo da favorire l’appropriatezza delle prescrizioni e limitare gli effetti della medicina difensiva. Occhio a quest’ultima intesa che pone serie responsabilità ai medici che hanno la prescrizione facile per indagini e ricoveri. Il pacchetto appena detto è un’appendice, quantunque consistente e condizionante del modo di concepire e di gestire la sanità, di molte altre voci che hanno formato la sostanza dell’intesa da cui il Molise, già in affanno per il Piano di rientro, colpito al cuore dal decreto

Prima stanno zitti, quando Renzi dichiara che vuole trivellare l’Italia in lungo e in largo senza dare conto a niente e a nessuno, poi stanno a guardare, quando i parlamentari del proprio partito si allineano a Roma e a Bruxelles con chi continua a sostenere le politiche energetiche basate sul petrolio. Adesso, dopo il colpevole silenzio durato mesi, convocano manifestazioni e fanno ipocriti summit mediatici per protestare contro il loro stesso governo

Balduzzi, in quanto il presidente della giunta regionale e commissario ad acta per la sanità non è stato presente all’incontro in cui era in discussione l’applicazione del decreto contro cui era concessa alle Regioni che ne riscontravano l’opportunità di discuterlo e di opporsi. Cosa che ha fatto la Basilicata salvando di fatto la rete ospedaliera, i posti letto e i livelli essenziali di assistenza. Quell’assenza che non ha trovato mai spiegazione né giustificazione, è una colpa grave del politico e dell’amministratore Frattura, che solo una collettività amorfa, astenica, rassegnata ha fatto in modo che non gli si riversasse addosso imponendogli quantomeno le dimissioni. Cosa fatta capo ha. Per cui si deve andare avanti e, come diciamo, stare al gioco delle parti, in cui la parte del Molise è quella della Regione cenerentola, arrancante, con una classe politica che non protegge i propri di-

ritti (non avendone la capacità) né quelli del popolo che rappresenta. Ci sarà, verosimilmente, un’altra occasione per recuperare qualche piccolo vantaggio nel momento in cui sarà riveduto – come promesso – il Patto per la Salute 2014/2016. Staremo a vedere cosa saranno fare i nostri “eroi” di Palazzo Moffa. Intanto, per effetto dell’intesa sottoscritta con il Governo, devono badare alla spesa sanitaria procedendo secondo le indicazioni governative all’acquisto dei beni e servizi accedendo a convenzioni-quadro, anche di altre regioni, o tramite affidamento diretto a condizioni più convenienti, mediante gare di appalto o forniture, previo consenso del nuovo esecutore. Quindi sottostare alle procedure per l’acquisto dei dispositivi medici, al fine di garantire, in ciascuna Regione, il rispetto del tetto di spesa regionale fissato coerentemente con la composizione pub-

blico-privata dell’offerta, secondo modalità da definirsi, entro il 15 settembre 2015 e da aggiornare con cadenza biennale, con apposito accordo Stato- Regioni. Seguono il potenziamento del monitoraggio dei beni e servizi per verificare il rispetto della normativa vigente, ivi compresi i dispositivi medici, anche mediante il coinvolgimento di Anac e Consip, prevedendo forme di verifica infra-annuale. Altra necessità convenuta tra Stato e Regioni è l’adozione di misure per la riduzione delle prestazioni inappropriate erogate in regime di assistenza specialistica, ambulatoriale, e in regime di ricovero e di riabilitazione. Un punto cardine e dolente della sanità che incide notevolmente sulla spesa e sulla efficienza dei reparti. Da qui discendono la riduzione delle prestazioni inappropriate di assistenza specialistica ambulatoriale e la riduzione dei ricoveri di

I Governatori del Pd e il pianto del coccodrillo nazionale che hanno sempre votato e sostenuto. Questa è la coerenza dei governatori del Pd, questi sono i trucchi dei mestieranti della vecchia politica che cercano di mettere una pezza dopo aver capito che i cittadini, i sindaci e le associazioni delle proprie regioni, non consentiranno mai di far devastare il mare Adriatico e lo Ionio dalle estra-

zioni petrolifere programmate da Renzi, dal governo croato e dalle multinazionali delle trivelle. Il M5s lo dice da sempre e, da sempre, manifesta insieme ai cittadini, fa battaglie parlamentari a Roma e a Bruxelles contro la legge Sblocca Italia e, da sempre, lotta per far capire al Pd e agli altri partiti i rischi che corrono i nostri mari. Ora, fi-

nalmente, sembra che ci siano arrivati anche i presidenti delle sei regioni dove sono pronte a partire le ricerche di idrocarburi in mare. Le proposte e gli emendamenti del M5s Europa per spingere la Ue a impostare direttive indirizzate all’abbandono delle energie fossili e ad incentivare le fonti rinnovabili, erano demagogiche e fatte da parla-

riabilitazione ad alto rischio di risultare inappropriati. L’intesa si è consolidata anche sul perseguimento degli obiettivi di razionalizzazione dei servizi e delle prestazioni che maggiormente incidono sulla qualità dell’assistenza sia in termini di efficacia che di efficienza, nonché l’’incremento del tasso di occupazione dei posti letto, la riduzione della durata della degenza media e del tasso di ospedalizzazione, con un netto miglioramento del Servizio sanitario nazionale nel suo complesso ed in una riduzione degli oneri connessi all’assistenza ospedaliera erogata dalle strutture accreditate, pubbliche e private. Altri obiettivi sono la riduzione del numero di ricoveri effettuati da erogatori privati accreditati con meno di 40 posti letto, in attuazione del Regolamento sul riordino della rete ospedaliera; l’efficienza della spesa per il personale a seguito della riduzione di strutture complesse e di strutture semplici conseguente al riordino della rete ospedaliera e la riduzione progressiva del numero delle Centrali operative 118. Dell’intesa abbiamo riportato le parti di maggiore rilievo, ma ce se ne sono altre tra cui l’introduzione dell’elenco dei prezzi di riferimento relativi al rimborso massimo da parte del Servizio sanitario nazionale di medicinali terapeuticamente assimilabili. Con l’intesa Stato/Regioni, il decreto Balduzzi, la regia squinternata del commissario ad acta e presidente della giunta regionale, rischiamo di avere la peggiore sanità d’Italia per assistenza e prestazioni.

mentari inesperti, mentre le scelte del Pd che, sia a Roma che a Bruxelles, sostenevano i disegni delle lobby del petrolio, erano serie e lungimiranti. Questo è il risultato che ha prodotto l’ambiguità della vecchia politica e la mancanza di visione di un futuro senza gli enormi interessi economici che ruotano intorno all’uso delle fonti fossili. Movimento Cinque Stelle Parlamento Europeo


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3 26 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Se finanche i siti ufficiali si lasciano andare!

Le bugie hanno le gambe corte

“La Regione Molise è impegnata atghiere), in che cosa consiste (debitativamente in un programma di svimente documentato) il programma luppo che annovera nei suoi cardini di sviluppo che annovera nei suoi essenziali il turismo come volano di cardini essenziali il turismo come crescita dell’economia del territorio. volano di crescita dell’economia del Testimonianze monumentali, natura territorio. Solo di fronte a questa incontaminata, mare pulito, montaanalitica dimostrazione potremmo gne vergini, ma anche ospitalità, traarretrare dal fronte della critica. La dizioni e gastronomia ne fanno un realtà che si manifesta nel corso dei territorio a chiara vocazione turigiorni, dei mesi e degli anni in mastica”. Non è farina del nostro sacco teria di turismo è soltanto una chiace manco ci sfiora l’idea di poter scrichiera, un parlarsi addosso, un vere cose del genere, tanto sono encontinuo mistificare. Le attività turifatiche, generiche e assolutamente stiche in Molise vivono di spontanon rispondenti alla realtà. Può darsi neismo, di anarchia, di autarchia. La che l’amministratore regionale che Regione, incapace di programmare ha vergato queste righe e le ha poe di gestire un settore complesso, arstate nell’area tematica “Turismo” si ticolato, vivace per sua natura, lascia sia lasciato prendere la mano e non che siano gli altri ad occuparsene. si sia accorto che dietro le sue parole Vanno dalle pro-loco, ai comitati c’è il nulla. Dica infatti qual è il profesta, ai Gruppi d’azione locale gramma di sviluppo che annovera (Gal)e a quant’altri si inventano una nei suoi cardini essenziali il turismo sigla, un programma, una manifestacome volano di crescita dell’econozione. Anche la partecipazione ad mia del territorio; dimostri che la na- sulla scorta d un programma preor- stati attuati in materia di promozione ….. che infestano il territorio e Expo 2015 è un rassemblement di tura molisana sia incontaminata, che dinato alla crescita dell’economia turistica, quali in favore dell’acco- spesso presentano a tavola le sotti- soggetti, di operatori (veri e preil mare sia pulito, che le montagne del territorio. Dica quali solo, elen- glienza del forestiero, in che cosa si lette Kraft). Quale politica di soste- sunti), di propositori, d’improvvisasiano vergini (non ha mai dato uno candole una ad una, le iniziative tu- traduce il turismo rurale ( e cre- gno, di incentivazione e di controllo tori, che la Regione ha foraggiato, sguardo alle cave a cieli aperto ristiche programmate e coordinate diamo che noi si vogliano contrab- viene esercitata sulle strutture ricet- sperando che siano capaci di renlungo le fiancate del Massiccio del dalla Regione; quali interventi sono bandare strutture di turismo rurale i tive (alberghiere ed extralber- derle qualcosa in termini d’immaMatese?), che gine e di risultato. l’ospitalità, le tradiDi questo passo, zioni e la gastronomentre le altre Remia fanno del gioni credono e agiterritorio molisano s c o n o una realtà a chiara concretamente in vocazione turistica. favore del loro sviDica se la Regione CAMPOBASSO. E così i due concorrenti dopo che proprio questa è rimasta esclusa rantire al Molise di potere essere punto di luppo turistico, il Molise ha un assesdi MasterChef, portati per l’occasione aTer- dalla manifestazione Expo di Milano. Que- richiamo per i turisti. Ed è questo il vero Molise è condansore al turismo, ed moli per Agri Summer Food, hanno presen- sta volta, invece, con non poca confusione problema che i tanti enti, sotto enti e sovra- nato alla più stupida enti territoriali che il tato un piatto di spaghetti alla sangria e al si vuole portare Termoli ad essere porta del strutture interne all’assessorato non rie- delle derive. turismo lo realizzino Dardo cocomero. E’ partita, così, la manifesta- Molise. E lo si intende fare con l’enoga- scono a prenderne coscienza. E l’autentico

E da MasterChef a Termoli, spaghetti alla Sangria

Nella cittadina adriatica, che la Regione ha dimenticato per Expo, Agri Summer

zione organizzata da Molise Sviluppo con la Regione Molise nella cittadina adriatica,

Siamo alle solite…”tempo di secca anche per le casse dell’Arsarp”. In questo caso la causa non è Caronte, l’anticiclone nord Africano, ma il consueto e tardivo trasferimento di fondi all’ex Arsiam. I lavoratori forestali, sono in attesa degli stipendi del mese di maggio, e costretti quotidianamente a recarsi, nei cantieri, dislocati nella maggior parte dei casi, nella provincia di Isernia, ed affrontare i relativi costi. Circa 80 unità, invece, sono impegnate nella campagna antincendio boschivo, e anche per quest’ultimi, l’Arsarp, pare, ufficiosamente, non abbia liquidità per pagare gli stipendi ormai prossimi. Capiamo bene, che il Presidente Frattura, e l’Assessore Facciolla sono carichi di impegni istituzio-

stronomia. Senza, però, un indirizzo, una programmazione, una reale volontà di ga-

scivolone della cena milanese ne è un esmpio illuminante.

Operai forestali all’asciutto e Facciolla non ha tempo per riceverli nali, le tante vertenze aperte, l’Expo, il PSR Tour……ma adempire una piccola formalità, o quanto meno verificare che la stessa sia stata adempita, non sottragga più tempo di tanto, ma sicuramente eviterebbe disagio e difficoltà, a chi già per poter sopravvivere fa quotidianamente uno sforzo enorme. L’Italia ha ancora da utilizzare qualcosa come 12 miliardi di

euro, sui fondi del PSR 20072013, fondi che dovrebbero essere impiegati e rendicontati entro la fine di quest’anno, cosa praticamente impossibile, è questo rappresenta un dato estremamente negativo, in un momento di crisi economica ed occupazionale. Auspichiamo che il nuovo PSR 2014-2020, possa davvero rappresentare un volano di sviluppo,

una possibilità reale di occupazione, anche per gli operai forestali, che proprio in relazione alle misure contenute nello stesso, potrebbero giovare di una certa continuità lavorativa direttamente correlata alla durata del nuovo Piano di Sviluppo Rurale. Un PSR che vale 210 Milioni di Euro per la nostra Regione. Chiediamo al Presidente Frattura e l’Assessore Facciolla, di atti-

varsi in maniera celere, in modo da poter permettere all’Arsarp, prima delle ferie estive, il pagamento delle mensilità arretrate, che altrimenti slitterebbero al mese di settembre, ipotesi che ovviamente scongiuriamo. Nello stesso tempo auspichiamo che questa situazione, oramai diventata prassi, il tardivo pagamento delle spettanze, non abbia più motivo di persistere, visto che l’Arsarp, elabora un bilancio nel quale si evincono i costi che la struttura stessa sostiene per gli operai forestali annualmente, basterebbe esclusivamente trasferirli, in modo da poter svolgere l’attività lavorativa e nello stesso tempo avere la copertura finanziaria necessaria per poter poi assolvere al pagamento degli stipendi. Coordinamento Operai Forestali USB Molise


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4 26 luglio 2015

In una lettera alla Commissione regionale Tripartita

Petraroia: “Del Piano Garanzia Giovani c’è da essere contenti”

Chi si accontenta, gode. L’assessore regionale alle politiche del lavoro, Miche Petraroia, ha messo nero su bianco alla Commissione regionale tripartita di essere contento che il Piano Garanzia Giovani del Molise stia “dispiegando i propri effetti positivi con risultati operativi al di sopra di ogni aspettativa” e pertanto gode che grazie alle “Convenzioni con le Amministrazioni Provinciali per le attività di presa in carico, profilazione ed orientamento al lavoro, per 823 mila euro, ad oggi, risultano avviati 166 giovani a 12 mesi con il Servizio Civile; è stata completata la procedura per finanziare l’auto-imprenditorialità affidata alla società Invitalia, per un importo pari a 250 mila euro che si aggiungono ai 400 mila euro che saranno gestiti, sempre nell’ambito della linea “Sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità”, da Sviluppo Italia Molise per 400 mila euro. Presso l’Inps è stato attivato il bonus assunzionale ed è in fase di definizione il progetto sulle opportunità formative pari a 1,2 milioni di euro”. “In riferimento ai Tirocini,

sono state completate le profilazioni da parte dei Centri per l’Impiego e avviate le esperienze lavorative per 263 ragazzi che hanno presentato richiesta di attivazione dal 15 al 30 giugno 2015 e valutate, previa attenta e rigorosa istruttoria da parte degli Uffici dell’Agenzia regionle regionale Molise lavoro nel mese di luglio, nel mentre sono in corso di definizione le ulteriori istanze fino

ad esaurimento dei fondi stanziati per un numero presumibile complessivo di 780 tirocini semestrali. In aggiunta, gli uffici e il direttore dell’Arml ed il coordinatore del Piano Garanzia Giovani hanno seguito la pubblicazione dell’Avviso dell’università del Molise per i tirocini destinati ai laureati su cui risultano stanziati 800.000 euro che, sommati alle ulteriori risorse di 250 mila euro

affidate all’unimol per la gestione di altre misure del Piano di Garanzia Giovani esclusivamente per il target laureati, potranno determinare importanti opportunità per altri 300 giovani laureati. Contestualmente, Massimo Pillarella ed Gabriella Guacci hanno avviato l’istruttoria per rendere fruibile il finanziamento ministeriale aggiuntivo pari a 1,9 milioni di euro, destinato a sostenere

altri tirocini per circa 600 giovani che, presumibilmente, potranno attivarsi entro il prossimo trimestre”. Fin qui Petraroia, il suo essere contento e il suo godere di ciò che sarebbe dovuto accadere già da un anno e con cifre ben diverse da quelle di qualche miglia di “presunti” beneficiari cui ha fatto riferimento. Noi invece di questo documento illustrativo di un piccolo passo avanti del Piano Garanzia Giovani rileviamo la prosa dell’assessore infarcita di verbi al condizionale e d’ipotesi presuntive, che lo vuotano di significato. Stralciamo le frasi più significative: “… in fase di definizione il progetto” - “… saranno gestite …” – “sono in corso di definizione le ulteriori … ” – “… sono in corso di definizione …” – “… per un numero presumibile …” – “… potranno determinare importanti … “ – “… presumibilmente potranno attivarsi…” – “… hanno avviato l’istruttoria …”. Quasi tutto è di là da venire. Ma, dicevamo: chi si contenta, gode. Dardo

Il movimento politico “Possibile” il 16 luglio ha depositato 8 quesiti in Cassazione Siano le Regioni che si affacciano sull’Adriatico a dare voce alle popolazioni perché gridino forte e chiaro il “NO” alle trivellazioni in mare alla ricerca di idrocarburi: una decisione scellerata del Governo, autore del decreto “Sblocca Italia” che consente, appunto, questo progetto mortifero per tutte le capacità e le aspirazioni turistiche di cui si nutrono i territori regionali da Nord a Sud. Siano le popolazioni ad esprimersi con un referendum. Cosa possibile, peraltro senza la raccolta delle firme canoniche, se a promuoverlo sono, all’unisono, cinque Regioni sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda. Cosa possibile. A Termoli, nei giorni scorsi si sono dati appuntamento i rappresentanti istituzionali delle Regioni Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria per valutare questa possibilità, come impostarla, quali quesiti porre per creare un barriera costituzionale al disegno scellerato di rendere la costa adriatica una sequenza di piattaforme petrolifere e il fondale marino una gruviera. Il danno all’economia turistica è incalcolabile. L’incontro termolese ha aperto la porta ad un’azione di contrasto tra cui, come diciamo, la possibilità di indire un referendum collettivo. Tra i quesiti

Un referendum popolare contro le piattaforme petrolifere lungo la costa adriatica A Termoli, nei giorni scorsi, si sono dati appuntamento i rappresentanti istituzionali delle Regioni Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria per valutare questa possibilità, come impostarla, quali quesiti porre per creare un barriera al disegno scellerato del Governo da porre al popolo perché si esprima potrebbero trovare posto la richiesta di abrogazione dell’articolo 35 della legge 134/2012 e dell’articolo 38 della legge 164/”014, ossia le trivellazioni in mare e il loro carattere “strategico”, formula, questa, inventata dal Governo Renzi per scansare l’opposizione delle comunità locali. Il referendum, a sua volta, sarebbe lo strumento costituzionale per far conoscere al Governo il giudizio e al volontà delle popolazioni interessate. Il movimento politico “Possibile”, che fa capo all’onorevole Civati, ha creato in ogni Regione coinvolta, ovvero nelle Marche, in Abruzzo, in Molise, in Basilicata, in Calabria e in Puglia, un comitato a sostegno dell’azione referendaria. Nel Molise se ne occupa il consi-

gliere provinciale Michele Durate che tiene a sottolineare come due degli otto quesiti depositati in Cassazione dal “Movimento” il 16 luglio, e sui quali è iniziata la raccolta delle firme, ci sono quelli che riguardano le trivellazioni. Questa concomitanza potrebbe essere un ottimo incentivo alla possibilità che a sostegno del referendum si muovano i consigli regionali avendo, tra l’altro, la prerogativa di poterlo indire senza passare per la raccolta di firme, se sono minimo in cinque. A Termoli, come abbiamo accennato, c’è stato un primo abboccamento alla ricerca di una linea comune. Il che potrebbe favorire proprio l’indizione di un referendum, evitando la raccolta delle firme.


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5 26 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il consigliere regionale, Salvatore Micone, denuncia la situazione

“Petraroia ha distrutto la formazione professionale”

CAMPOBASSO. I corsi di formazione professionale costituiscono, soprattutto in un momento storico di scarsa occupazione, una possibilità per inoccupati e disoccupati di acquisire competenze da spendere nel Mercato del Lavoro. Dati nazionali dimostrano come il 60% di coloro che partecipano ad un corso di formazione riesce a trovare una collocazione lavorativa entro sei mesi dalla fine del corso. Destinatari dei più disparati corsi risultano non solo i giovani in cerca di prima occupazione, ma soprattutto coloro che hanno perso il lavoro e sono in cerca di una ricollocazione

lavorativa. La formazione d’altronde è al centro anche delle politiche europee essendo ormai assodata la necessità di una formazione lungo tutto l’arco della vita lavorativa delle persone. Ebbene su questo presupposto ci si aspetterebbe che, anche nella Regione Molise, dove altissimo è il tasso di disoccupazione, almeno chi tenta di trovare un lavoro avesse la possibilità di imparare un mestiere o affinare le proprie competenze”. Sulla vicenda interviene il Consigliere Regionale Salvatore Micone. “E invece no. Tragedia nella tragedia il nostro Assessorato Regionale al Lavoro ha avuto anche il coraggio di bloccare le attività libere di formazione professionale. Se si pensa che si tratta di corsi che non gravano sul bilancio regionale in quanto auto finanziati dai circa 46 enti di for-

mazione presenti in regione, se ne capisce l’assurdità. In pratica, la Regione, come di prassi fino all’aprile 2014, dovrebbe intervenire unicamente ad autorizzare tali corsi, senza dover impegnare alcuna somma per il loro finanziamento che, si ripete, è a carico esclusivo degli Enti”, puntualizza Micone. L’ultima delibera regionale di autorizzazione di tali corsi (tra cui si annoverano quello per operatore socio sanitario e quello per somministrazione di bevande ed alimenti, tanto per capire di cosa stiamo parlando) risale a circa 15 mesi fa e precisamente all’8 aprile 2014. Dopo quella data, l’Assessorato al Lavoro, senza fornire alcuna spiegazione in merito, ha interrotto, nonostante i numerosi solleciti da parte degli enti, le predette autorizzazioni. “Il danno socio – economico è evidente. Anzitutto è stata tolta la possibilità ai residenti nella Regione Molise di partecipare ad iniziative formative, dovendo necessariamente, qualora interessati, andare fuori regione. E’ stata tolta una sicura forma di guadagno per ristoratori, albergatori ed operatori di tutti gli altri settori che accoglievano persone provenienti da fuori regione per par-

tecipare a tali corsi. Ed inoltre, un intero settore, quello della Formazione Professionale, è stato interamente bloccato, con danno economico per tutti coloro che vi lavorano. La cosa grave è che l’Assessore Petraroia, nemmeno davanti alle richieste ufficiali dei suddetti enti, ha fornito una risposta in merito. Davanti a tale situazione ho presentato un’interrogazione in Consiglio Regionale nella speranza che vengano fornite chiare risposte in merito al futuro della formazione professionale nella Regione Molise e con essa di tutti gli operatori del settore”. Questo va ad aggiungersi alla grave vertenza, ancora irrisolta, che interessa circa 70 operatori della formazione professionale iscritti all’albo regionale, lavoratori che come tanti altri nella nostra Regione, ancora non ricevono risposte dall’Assessore al Lavoro in merito al loro futuro ed a quello delle loro famiglie. “Mi rammarica pensare che, dopo aver fatto perdere il lavoro ai 70 operatori della formazione professionale, l’interruzione dei corsi liberi e la previsione di somme assolutamente insufficienti a valere sul Fondo Sociale Europeo 2014-2020 hanno praticamente già decretato la morte degli Enti di Formazione di questa regione”, conclude Micone.

l’intervento di Davide Vitiello* Piano Garanzia Giovani: da opportunità a vero e proprio flop Il Piano Europeo Garanzia Giovani mostra sempre più criticità e pochi, pochissimi lati positivi per coloro ai quali la misura dovrebbe essere rivolta: i giovani NEET tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. In Molise, va ricordato, sono oltre 16 mila a trovarsi in questa condizione di marginalità, se non di vera e propria esclusione sociale. In riferimento alla misura riguardante i tirocini extracurriculari (sono 780 quelli finanziati dalla Regione Molise con 2.496 mila euro) i problemi che molti ragazzi molisani stanno riscontrando sono prevalentemente: i troppi passaggi burocratici e l’estrema farraginosità delle procedure, incentrate su un estenuante rapporto tra tirocinante,

Piano Garanzia Giovani, da opportunità a flop soggetto ospitante e soggetto promotore; l’enorme mole di moduli cartacei da riempire e consegnare tra un ufficio e l’altro; la non adeguata organizzazione e la mancanza di dialogo tra le strutture pubbliche interessate, che si traduce spesso nella ritardata o mancata corresponsione delle indennità previste ai tirocinanti. Quando parliamo di indennità,

parliamo di appena 450 euro lordi al mese per un totale di sei mesi. Inoltre, molti ragazzi che si sono registrati al portale www.garanziagiovani.gov.it, unico elemento richiesto per poter accedere alle misure finanziate, lamentano di aver atteso anche 7 mesi prima di essere chiamati dai CPI per l’accoglimento, la presa in carico e la successiva profilazione. Tutto ciò

quando il tempo massimo previsto per l’attivazione e’ stato fissato in 4 mesi. La eccessiva burocrazia ha un’unica spietgazione: buona parte dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea non finisce nelle tasche vuote dei giovani nei confronti dei quali il piano in teoria è rivolto, ma a soddisfare questo perverso meccani-

smo che va dalla presa in carico, alla stipula del patto di servizio, fino alla profilazione del ragazzo. In questo percorso entrano in gioco enti, agenzie interinali, aziende private che dovrebbero facilitare l’accesso all’occupabilità del giovane ma, al contrario, sono essi stessi a beneficiare di una quantità nient’affatto trascurabile di risorse. I soli a restare a bocca asciutta sono proprio i cosiddetti NEET, quelli che dovrebbero avere i maggiori benefici in termini di occupabilità e remunerazione ma che, dopo aver attraversato i gironi infernali della burocrazia, devono accontentarsi delle briciole per poi, dopo sei mesi di esperienza (formativa?), far ritorno nuovamente a casa. *Responsabile Regionale “Rifare l’Italia – Giovani Turchi PD”


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Campobasso

7 26 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso è città di piccolo cabotaggio politico, amministrativo e intellettuale

La riclassificazione di un’area urbana è diventata la “questione urbanistica” Il consiglio comunale ultimo sull’urbanistica a Palazzo san Giorgio: è stato l’ennesimo tentativo di sciogliere un nodo intricato, senza danneggiare ulteriormente il territorio urbano ed extraurbano. Un busillis intorno al quale si sono spesi taluni cervelli ragguardevoli (l’urbanista Benguinot, che piaceva alla destra e alla sinistra) con modestissimi risultati pratici (il Prg redatto da lui è affondato nella melma politica e amministrativa delle amministrazioni Massa, Di Fabio, Di Bartolomeo e s’appresta ad aggiungersi Battista), e molti cervelli modesti, di quelli la cui caratura è tarata sul grado economico degli interessi che direttamente, o per interposta persona, sono titolari. Frattanto, nel corso degli anni si sono accumulati decine di problemi e di questioni per i quali né la struttura tecnica comunale né l’amministrazione hanno saputo o voluto dare una riposta. Riclassificazioni d’aree urbane e nuovi volumi edilizi: piatto forte, finora, degli ordini del giorno dell’assemblea consiliare. Un succulento

pacchetto clientelare da smaltire anche come retaggio di promesse e di favori elettorali. Il marchingegno lo conosce a menadito il sistema della speculazione e delle imprese, che sul finire di ogni quinquennio amministrativo accentua la pressione e raccoglie a piene mani. Il dato critico e criticabile è la disponibilità dei sindaci al sistematico e progressivo appesantimento cementizio della città, preoccupati di non perdere il consenso di uno dei poteri forti: l’imprenditoria edile e fondiaria. Ad ogni fine sindacatura risuonano beffarde le affermazioni fatte in campagna

elettorale sulla loro volontà di mettere ordine all’uso del territorio, di bloccare la corruzione, di fermare la speculazione edilizia, di contenere l’invadenza di taluni signori del cemento, degli appalti comunali e dei subappalti unidirezionali. Intenzioni che alla prova dei fatti non hanno trovato mai riscontro. E’ accaduto e continua ad accadere, purtroppo, che i sindaci, le giunte e il consiglio comunale, ciascuno per ciò che sarebbe stato di competenza, non decidano mai di decidere. C’è stato un assessore all’urbanistica della giunta Di Bartolomeo, Nicola

Gesualdo, che ha tentato di “obbligare” il sindaco, la giunta e il consiglio, ciascuno per ciò che competeva, di uscire finalmente dall’indeterminatezza e di decidere, quantomeno sul cumulo delle riclassificazioni, dei piani particolareggiati, sull’edilizia contrattata e sulle proposte a costruire da più parti avanzate da singoli cittadini, da imprese e società. Niente da fare: rinvii, dilazioni, tentennamenti, polemiche. Con Gesualdo fuori gioco e l’urbanistica e l’edilizia in anarchia. Sul piano pratico probabilmente qualcosa sarebbe potuto andare di traverso al sistema delle deroghe, dei permessi, delle interpretazioni di comodo se, come sarebbe stato augurabile, la maggioranza dei consiglieri avesse scelto di decidere. Non è stato così, nonostante alcune riclassificazioni fossero funzionali ad un uso più consono del territorio e non all’aumento di volumi edilizi. Una riclassificazione però è andata a buon fine, seppure con qualche sbavatura procedurale, ed è diventata la “questione urbanistica” di Campobasso. Il

che conferma il piccolo cabotaggio della dimensione politica, amministrativa e intellettuale degli amministratori (e a dire che l’assessore all’urbanistica Chierchia ha parlato e continua a parlare di Campobasso “Città Europea”). Amministratori di un territorio che, frattanto loro continuano a beccarsi come galli nel pollaio, hanno visto arrivare come una valanga incontenibile la legge regionale sul Piano Casa e, se non accadranno accidenti, vedranno arrivare la proposta progettuale della nuova sede su parte del terreno dell’ex campo sportivo Romagnoli e il piano di sistemazione urbana di contorno. Dell’una cosa e dell’altra, che oggettivamente hanno spessore urbanistico, incidenza funzionale e valore economico, non ne hanno ancora parlato e non ne parleranno. Per manifesta inferiorità politica, tecnica e amministrativa. In attesa che la professoressa Chierchia illustri al colto e all’inclita la sua Campobasso “Città Europea”. Dardo

Tari, Tasi e Imu in Consiglio comunale L’Assise è stata convocata d’urgenza per deliberare sulle aliquote CAMPOBASSO. Il Presidente, vista la nota n. 1320, a firma del Dirigente del Settore Tributi, pervenuta ieri con la quale vengono trasmesse n. 6 proposte di deliberazione consiliari concernenti rispettivamente: Modifiche al Regolamento per l’applicazione della TARI; Approvazione del piano finanziario relativo al servizio di gestione dei rifiuti urbani TARI per l’anno 2015; Approvazione tariffe TARI per l’anno 2015; Modifiche al Regolamento per l’applicazione della TASI; Appro-

vazione aliquote TASI per l’anno 2015; Approvazione aliquote IMU per l’anno 2015, evidenziando che “le stesse rivestono carattere d’urgenza in quanto preliminari all’approvazione del bilancio preventivo 2015, per il quale è previsto il termine del 30 Luglio c.a. per l’approvazione”; Ravvisata l’urgenza di provvedere in merito; sentita la Conferenza dei Capigruppo convocata “ad horas” nel corso della seduta consiliare del 22 u.s; avendo provveduto ai sensi

dell’art. 6 del regolamento interno del Consiglio comunale a pubblicizzare le proposte di deliberazione aventi ad oggetto: “Modifiche al Regolamento per l’applicazione della TARI”, “Modifiche al Regolamento per l’applicazione della TASI”. convoca il Consiglio comunale in seduta straordinaria-urgente: per il giorno Mercoledì 29 Luglio 2015 alle ore 8.30 con prosecuzione per la trattazione del seguente ordine del giorno:

Soluzione per la fermata S. Lucia Ora il piano sicurezza Di Filippo Poleggi Il Forum del TPL esprime viva soddisfazione per l’esito del tavolo svoltosi in merito alla “fermata bus S.Lucia” tra l’Assessore regionale ai trasporti Pierpaolo Nagni, il responsabile dell’ANAS, il Comitato “bus democratico”,i rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Ripalimosani,i cittadini interessati. Il Forum, su sollecitazione di cittadini pendolari e viaggiatori da tempo ha rappresentato il disagio di molti cittadini per la soppressione della

fermata dei bus “S. Lucia”, dichiarata non sicura e che, nel sistema attuale di trasporto regionale, rappresentava una “fermata di scambio” perché utilizzata anche da cittadini “confluenti”, non solo abitanti di Ripalimosani . Il 4 maggio u.s. il Presidente del Forum Filippo Poleggi, insieme e d’intesa con l’assessore regionale Nagni, il vice sindaco di Ripalimosani Luca Mitri, Michele Denaro, responsabile trasporti del PSI, rappresentanti dei cittadini viaggiatori, aveva promosso un sopraluogo alla fermata per verificare la situazione e le soluzioni alternative pos-

sibili. Ora si conta sui tempi rapidi dichiarati per la soluzione del problema fermata “S. Lucia”. Noi poniamo all’assessore Nagni l’esigenza di risolvere anche il problema generale delle fermate a rischio. Nell’ultimo incontro ufficiale con il Forum l’assessore ha dichiarato chela ricognizione sulle fermate a rischio è terminata, il piano di messa in sicurezza è fattibile, quindi ora occorre passare alla fase operativa. Presidente Forum TPL

Proposte di Deliberazione 1) Modifiche al Regolamento per l’applicazione della TARI. 2) Approvazione del piano finanziario relativo al servizio di gestione dei rifiuti urbani TARI per l’anno 2015. 3) Approvazione tariffe TARI per l’anno 2015. 4) Modifiche al Regolamento per l’applicazione della TASI. 5) Approvazione aliquote TASI per l’anno 201. 6) Approvazione aliquote IMU per l’anno 2015.



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

26 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Paleolitico, l’ennesima figuraccia della Regione” Il Movimento Cinque Stelle denuncia l’inadeguatezza della politica molisana ISERNIA. “Spenti i riflettori ancora una volta sul Museo Paleolitico di Isernia con annessi tesori, resta il buio di una gestione semplicemente insufficiente del settore culturale. Nei fatti assente il Comune, assente la Provincia e assente la Regione“. Scrive così il Movimento Cinque Stelle. “Il workshop sul dentino di Isernia è servito alle istituzioni per fare l’ennesima figuraccia. Assente il Governatore Frattura, al suo posto era presente il Consigliere con delega alla cultura Ioffredi che, per restare in tema, è anche odontoiatra. Il sindaco di Isernia, nonché presidente della Provincia, Luigi Brasiello, si è invece presentato con ritardo, il tempo di spararne una grossa e affermare che l’amministrazione provinciale ha messo a disposizione dei ricercatori che lavorano sul sito di La Pineta, gli alloggi della struttura che ospita il CERP (Centro Europeo di Ricerche Preistoriche). Ma qualcosa non quadra: all’inizio del workshop è stata ringraziata la famiglia Di Luozzo, proprietaria dell’Istituto medico di riabilitazione Gea Medica, per l’ospitalità fornita negli ultimi due anni proprio a quei ricercatori. Qual è

la verità? Gaffe o solo un modo per coprire le proprie inefficienze? Non solo. La Regione si è dimenticata di sfruttare al meglio la vetrina internazionale dell’Expo per far sapere al resto del mondo che a Isernia c’è stato uno dei ritrovamenti più importanti degli ultimi anni in Italia. Bastava chiamare un professionista, magari realizzare un calco. Invece niente. Tuttavia, a sentire i rappresentanti delle istituzioni, il Museo del Paleolitico di Isernia è il fiore all’occhiello di un sistema museale che produce turismo, che crea cultura, che fa rete. Il Movimento 5 Stelle, alla vigilia dell’incon-

tro, è stato in loco per vedere davvero come stanno le cose. Come detto, mancano i contributi finanziari, finanche logistici da parte di Comune, Provincia e Regione. Non solo. Il Museo del Paleolitico, in un giorno di luglio, dunque in piena stagione estiva (quindi turistica), conta solo una manciata di turisti (sicuramente meno dei custodi). A dir la verità non abbiamo trovato neppure un rappresentante di Me.Mo. Cantieri Culturali, l’associazione che ha vinto un bando della Soprintendenza regionale per la gestione di tutti i principali siti museali e archeologici della regione. Ora, a distanza di più di sei mesi, qual è il resoconto

dell’attività di Me.Mo.? Garantisce davvero il presidio quotidiano di siti e musei in gestione? Ha fornito almeno tre rapporti bimestrali sul proprio operato, come sancito da bando? E’ possibile conoscere l’andamento delle attività? Ed è possibile sapere se questo nuovo tipo di gestione rispetti buoni livelli di qualità e apporti dei risultati positivi? È infine possibile consultare il report semestrale da parte degli ispettori della Soprintendenza sull’operato di Me.Mo.? Speriamo non siano domande che cadranno nel vuoto di una gestione del settore, carente, approssimata. Il Molise non punta sul turismo culturale, nonostante reperti unici che farebbero gola a chiunque nel resto del mondo. Addirittura manca ancora una proposta di legge unitaria che riguardi l’intero settore. Intanto il tempo passa, la crisi resta e la regione continua a perdere occasioni, a differenza dei messaggi trionfalistici che ci propina il personaggio di turno. La realtà è diversa: è quella che ci siamo trovati davanti una volta arrivati in località La Pineta“.

Il verde a Venafro va in malora I cittadini si dicono preoccupati per la situazione ambientale in città VENAFRO. “ La precedente amministrazione comunale, a prescindere se la scelta delle piante fosse quella più giusta e la più idonea dato il luogo e le modalità di tenuta, aveva pensato di abbellire l’ingresso sud di Venafro, ossia via Campania per chi arriva dalla Campania, con una decina di fioriere a lato della strada all’interno delle quali erano state interrate magnifici esemplari floreali della famiglia degli oleandri. Colori, verde e natura che ravvivano ed ingentilivano la zona, impreziosendo marciapiedi, case,

negozi, passeggiate e l’intero arredo urbano. Ebbene tutto questo è oggi scomparso, morto per il semplice fatto che non ci si è più premurati di tenere in vita tali piante innaffiandole come dovuto. Allo stato infatti, complice la calura estiva, tali piante sono secche, morte, scomparse e solo qualcuna è fortunatamente sopravvissuta al disinteresse imperante grazie all’azione quotidiana di qualche abitante della zona, preoccupatosi liberamente di innaffiare ed immettere acqua in tali fioriere. E’ così che ci si deve comportare

verso il verde pubblico ? Paga siffatto disinteresse ? E l’arredo cittadino che fine fa ? Perché siffatta imperdonabile superficialità “: E’ lo sfogo di una signora che vive lungo la citata Via Campania, zona San Donato, che ha voluto sottolineare il dannoso atteggiamento di chi è oggi prepo-

sto alla cosa pubblica a Venafro ma alterna impegni a dannosissimi disimpegni. L’abbiamo riportato integralmente per dare l’esatta idea

della contrarietà popolare per siffatti dannosi comportamenti. Tonino Atella

Roccamandolfi ha il nuovo apparato Adsl Soddisfazione è stata espressa dall’amministrazione comunale ROCCAMANDOLFI. L’Amministrazione Comunale di Roccamandolfi informa che pochi giorni fa è stato collaudato il nuovo apparato ADSL collegato alla fibra ottica. Ciò significa che nelle prossime settimane tutti i clienti già attivi saranno automaticamente transitati sul nuovo sistema, a velocità 7 Mega, dove confluiranno anche le nuove richieste di attivazione. Con questo nuovo sistema – afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi – i clienti residenziali potranno beneficiare di un servizio internet più efficiente che permetterà loro di viaggiare ad una velocità che varia dai 7 ai 10 mega,

mentre i clienti business potranno viaggiare ad una velocità che va dai 7 ai 20 mega. Il sindaco precisa che per le utenze di tipo residenziale superiori a 7 mega va inoltrata una richiesta al 187 con un costo aggiuntivo, invece le utenze busi-

ness, previa richiesta al 191, potranno usufruire dei 20 mega senza alcun costo aggiuntivo. E’ stato possibile portare a compimento questo importante traguardo grazie ad un progetto a cura del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico). L’amministrazioe comunale di Roccamandolfi ringrazia la Telecom Italia S.p.A., nella persona del responsabile Access Operations – area centro Ing. Francesco Di Perna, a dimostrazione di come – conclude il sindaco Lombardi – una sana e proficua collaborazione tra soggetti diversi possa portare ad importanti benefici per una intera comunità.



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Termoli

26 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Caro Sindaco Sbrocca, Termoli così non va Egregio Signor Sindaco, Ieri un signore sula cinquantina è inciampato sulla interminabile scalinata della stazione ferroviaria della città e, se non ci fossi stata io a bloccarlo con un gesto istintivo, avrebbe proseguito il suo viaggio rovinoso sugli scalini. Sarà stata distrazione? Sarà stato un errato calcolo delle distanze fra uno scalino e l’altro? Fatto sta che quella scalinata è un vero ostacolo per i passeggeri. Non potrò mai dimenticare la scena di un viaggiatore la cui valigia si è improvvisamente aperta facendone fuoriuscire il contenuto, che ha rotolato lungo le scale. La cosa buffa è che, in presenza di un ascensore, in tanti continuano ad usufruire delle scale. Sarà

perché quest’ultimo ha sempre funzionato a fasi alterne e male, i viaggiatori non si chiedono più se è funzionante, e fanno da sé! L’ultimo regalo di Trenitalia, dopo averlo ripristinato a seguito di atti vandalici da parte dei soliti imbecilli, è aver rimesso in atto il blocco dalle 12:15 alle 15:00, quando la maggior parte dei treni continua a circolare! Non so se questo sia dovuto ad un atteggiamento prono tenuto dai nostri amministratori, ma sta di fatto che una città turistica ed industriale come Termoli, il centro più importante del Molise, non merita questo stato di arretratezza! Se poi aggiungiamo la mancanza di igiene del passaggio che conduce a viale Trieste,

l’assenza di sistemi di accesso agevolato ai binari come montacarichi o tapis roulant, cartelloni orari rimossi o poco leggibili come quelli elettronici, abbiamo un quadro sconsolante. Che Termoli sia una città di scale è provato dall’accesso al Duomo: bellissima chiesa, ma decisamente inaccessibile a chi ha problemi di deambulazione. Anche molti ingressi di negozi hanno scalini assolutamente non necessari. Rilevo anche con rammarico che l’autobus n. 11, quello che arriva alla fine del Lungomare Nord, non si ferma più dinanzi a supermercati come lo Scrigno o Maxi Tigre: ci si lamenta dell’inquinamento, poi si è costretti ad usare l’auto perché non

si può portare la spesa a casa attraverso un mezzo pubblico! Conosco bene la vicenda della GTM e mi auguro vivamente che i dipendenti abbiano ciò che gli spetta di diritto, ma credo che la soppressione di fermate nevralgiche non c’entri molto con questo. Cerchi poi, signor sindaco, di rendere presentabile il litorale sin da giugno, ossia da quando parte la stagione estiva: non è accettabile che si puliscano sistematicamente i tratti di spiaggia libera da fine luglio. Non è neanche condivisibile che iniziative culturali, artistiche, musicali si moltiplichino ad agosto, mentre a giugno e luglio vengono riservate le briciole. Torno tutti gli anni a Termoli perché credo che non abbia

nulla da invidiare alle sue “colleghe” dell’Adriatico o del Tirreno, dopo aver girato quasi tutta l’Italia. Mi rendo conto, però, che c’è ancora da fare in termini di servizi al cittadino, d programmazione turistica, di decoro (a proposito, sarà ora di rimuovere da piloni e parcometri scritte di prostitute o pseudo tali…). I fondi a disposizione non si moltiplicano come nel deposito di Zio Paperone, lo capisco, ma si faccia di tutto per avere quella lungimiranza programmatica che non può che fare bene alla città. Grazie se non vorrà ignorare i miei suggerimenti. Lettera firmata

Il porto per lo sviluppo costiero Le linee generali di programmazione dall’attività di ricerca dell’Osservatorio sui trasporti marittimi TERMOLI. Un rapporto che nasce nell’ambito dell’attività di ricerca dell’Osservatorio permanente di Srm (Centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo) sull’economia dei trasporti marittimi e della logistica, con l’obiettivo di monitorare e analizzare le dinamiche e l’impatto di tale comparto sull’economia del nostro Paese. Sotto la lente del primo numero di “Maritime Indicators” è andata a finire l’economia marittima di Abruzzo, Marche e Molise che “costituiscono una macroarea – si legge in una nota stampa – che per la sua centralità rappresenta un importante snodo tra l’est Europa e il resto del Paese, nonché per i traffici del Middle East

e il Nord Africa e i Paesi dell’Europa non Ue”. Un rapporto che passa sotto la lente di ingrandimento tre indicatori-chiave: l’interscambio marittimo della macroarea, la competitività delle tre regioni in termini di traffico portuale di merci e passeggeri, intermodalità e rilevanza dei porti turistici presenti nell’area e la presenza e il fatturato delle imprese del trasporto marittimo regionale. Un’area che, secondo lo studio che è stato portato a termine, è di grande rilevanza e rappresenta 8miliardi di euro di interscambio marittimo nazionale. Il porto di Ancona ha “avuto una crescita significativa, particolarmente nell’interscambio

verso i Balcani e il medio Oriente e nord Africa a cui si aggiunge anche la movimentazione di 1miliardo di passeggeri”. Dati che mettono in evidenza quanto la dorsale adriatica si confermi una delle direttrici più importanti per l’economia marittima italiana. Per quello che riguarda le merci scambiate via mare si tratta in prevalenza di macchinari e prodotti elettronici per circa il 23,3%, seguite da carbone e gas naturale (21%). Seguono i prodotti dell’industria tessile (10,8%), della chimica (8.8%), il metallo e i prodotti metallurgici e infine la filiera alimentare. Nel complesso le imprese di Abruzzo, Mar-

che e Molise appartenenti al settore marittimo sono oltre 300 e rappresentano circa il 4% delle imprese italiane del comparto. Nell’ultimo quadriennio, sempre stando ai dati del report, le imprese del cluster marittimo di Abruzzo, Marche e Molise, in termini numerici, hanno registrato una flessione del 3,8% anche se da un’analisi su un panel di imprese è emersa una buona performance di fatturato del cluster marittimo: nel 2012 si registrano 317 milioni di euro di fatturato e una crescita del 14,1% rispetto al 2011. Ne è seguita una lieve flessione nel 2013 (-1,8%), anno in cui il fatturato complessivo è di 311,9 milioni di euro.

“La pineta di Campomarino è nel degrado” Il Movimento Cinque Stelle torna a sollecitare la politica ad intervenire CAMPOMARINO. “Da anni la zona è simbolo di degrado, ora è addirittura a rischio perenne di incendio. Mentre la politica sonnecchia sotto l’ombrellone, si è mossa la Prefettura di Campobasso, tuttavia spetta proprio all’ente regionale, all’Arsiam e al Comune risolvere il problema“. A sostenerlo è il Movimento Cinque Stelle. “Campomarino lido è una delle poche località balneari della nostra regione, punto di arrivo in estate di migliaia di villeggianti che scelgono di fare le proprie vacanze in Molise. Tranne rare eccezioni, le amministrazioni non hanno mai puntato sulle peculiarità delle località turistiche in maniera lungimirante, per questo la nostra piccola regione continua a vivere situazioni di degrado e abbandono che dimostrano una scarsa capacità nel comprendere che il turismo deve essere uno dei (pochi) settori su cui investire per risanare una economia allo sbando. Soprattutto in estate, l’unico periodo in cui i turisti ti piovono dall’alto.

Grave esempio di questo disastro gestionale è la pineta di Campomarino, a ridosso di spiaggia e lidi e nelle immediate vicinanze di tante abitazioni. Da anni la pineta è devastata da sporcizia di ogni genere, da erba straripante, ma in estate è anche rifugio per senzatetto e area di campeggio abusivo. Ad oggi, però, la zona vive una situazione di massimo degrado, inoltre è altissimo il rischio di incendio per via del materiale infiammabile. Le segnalazioni dei residenti e delle

associazioni dei balneatori sono all’ordine del giorno ma a quanto pare né la polizia municipale né la forestale si sono dimostrate reattive. Fortunatamente due giorni fa, non appena appresi i problemi rilevati dalle associazioni dei balneatori, solo per volontà del questore di Campobasso, si è riunito in Prefettura il Comitato per l’ordine della sicurezza pubblica per discutere delle problematiche che affliggono tutta la costiera molisana e poi il Questore Pagano ha prontamente convo-

cato nella sede di via Tiberio un Tavolo tecnico operativo al quale hanno partecipato anche le associazioni di categoria balneatori della costa e le rappresentanze istituzionali per illustrare loro tecnicamente i servizi che saranno attuati. Ma la politica che fa e che cosa ha fatto per risolvere la questione? L‘area della pineta appartiene al demanio marittimo; per legge quindi è competenza della Regione preservare e valorizzare le potenzialità e l’integrità dei beni pubblici appartenenti al demanio marittimo. Tra le diverse funzioni spettanti alla Regione, ai sensi della Legge Regionale n° 5 del 5 maggio 2006, vi sono quelle di programmazione, pianificazione ed indirizzo generale del demanio marittimo; monitoraggio, vigilanza e controllo in ordine alle funzioni amministrative attribuite ai Comuni. Spetterebbe alla politica pertanto risolvere definitivamente l’urgente problema. Anche se due recenti atti dirigenziali

hanno dimostrato l’intento di preservare la zona concedendo due finanziamenti, nei fatti ad oggi nessun intervento è stato ancora iniziato e degrado e rischio incendio peggiorano a vista d’occhio. Si tratta di due concessioni di finanziamento, 30mila euro circa all’Arsiam e 120mila euro al Comune di Campomarino per, rispettivamente, il miglioramento e potenziamento del patrimonio boschivo e interventi colturali finalizzati alla prevenzione degli incendi boschivi (det. drg n.19 del 02-04-2015) e recupero e valorizzazione di una parte dell’area pineta ente attuatore comune di Campomarino (det. dir.gen. n.517 del 14-10-2015). Se questi sono i progetti di riqualificazione il MoVimento 5 Stelle chiede allora all’amministrazione regionale, all’Arsiam e al Sindaco di Campomarino di dare avvio immediato e carattere di urgenza ai lavori e scongiurare ogni eventuale rischio di incendio.


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