Strade sfasciate

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xi - N° 265 veNerdi 4 dicembre 2015 - diStribuziONe grAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Antonio Battista

L'Oscar del giorno a Antonio Battista. Il sindaco di Campobasso è riuscito a spingere perchè il sistema di trasporto urbano del capoluogo potesse diventare intercomunale. A fatica, ma qualcosa si muove su dimensioni meno localistiche, andando ad incrociare problemi ed esigenze di mobilità, in questo caso. In allestimento c’è la Conferenza di servizi tra la Regione Molise e i comuni limitrofi per mettere a punto il progetto di gestione intercomunale del servizio.

CAMPOBASSO

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Il seggio senatoriale passa per il Consiglio comunale

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

Nicola Cavaliere

Il Tapiro a Nicola Cavaliere, nella doppia veste di consigliere regionale e di direttore di un ente di patronato. Nel corso di un recente Consiglio regionale, da “Cicero pro domo sua”, s’è reso protagonista di un ordine del giorno contro i tagli di risorse finanziarie agli enti di patronato. Evidente l’interesse personale alla risoluzione del problema. Ciò, indipendentemente dal carattere generale e non specifico dell’argomento, avrebbe dovuto esentarlo dal sottoscrivere e presentare l’ordine del giorno .

Arterie viarie chiuse, soldi che non arrivano, decisioni assurde e mancanza di programmi

Il seggio senatoriale, sembra proprio passare per il Consiglio comunale di Campobasso.

REGIONE

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Quadri all’asta alla Comunità montana Singolare intervento della Comunità montana Volturno che ha messo all’asta i quadri.

AMBIENTE

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Tasse sui rifiuti, in Molise le più alte Le tasse sui rifiuti più alte d’Italia, si pagano in Molise. Dati emersi da Cittadinanzattiva.

Campobasso calcio, le decisioni difficili pagina 7

Servizio a pagina 3

Giovedì 10 dicembre alle ore 18 sarà presentato nella sala consiliare del Comune di Campobasso il volume di Giuseppe Saluppo

I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso La prima ricostruzione storica del sistema podestarile in Molise


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 4 dicembre 2015

CONSIGLIO COMUNALE - Seduta di transizione, che taluni analisti delle vicende municipali interpretano essere un tentativo di decantazione dei malumori e un passo morbido verso il chiarimento politico

Fanno finta di niente, ma sotto la cenere cova la battaglia per la poltrona senatoriale E’ interesse del sindaco Battista essere sostenuto da una maggioranza coesa e compatta per realizzare qualcosa di edificante nel tempo che gli rimane della consiliatura A Palazzo san Giorgio è di nuovo consiglio comunale. Seduta leggera, questa odierna, dopo la fatica dell’approvazione delle linee d’indirizzo in materia urbanistica varate dalla maggioranza, con il voto contrario del gruppo di 5 Stelle. Tutto da vedere, però, con quale coerenza rispetto alle linee appena approvate, verranno affrontate le richieste di altre miglia di metri cubi di cemento sul territorio urbano sotto il segno dell’articolo 6 della legge/vergogna, detta Piano Casa, metri cubi in aggiunta a quelli che si vanno manifestando in tutta la loro arrogante offesa al paesaggio, in Via 4 Novembre, e in tutta la loro straordinarietà concessoria, in contrada Camposarcone. La resa dell’Amministrazione al potere edilizio e fondiario e alle speculazioni è del tutto evidente. Fa specie che sia il governo di sinistra il maggiore colpevole di una gestione territoriale affaristica e clientelare, e sordo ad ogni richiamo al buonsenso urbanistico, alla validità dei recuperi edilizi in vece del consumo sconsiderato di terreno. Sordo alle sollecitazioni che indicano una nuova e diversa tessitura del territorio urbano ed extraurbano, soprattutto in relazione all’incidenza della nuova sede regionale su parte del Ro-

Le Rappresentanza Sindacale dell’Azienda Speciale Regionale “Molise Acque” esprime soddisfazione in seguito all’assemblea, partecipata anche dal Presidente della Giunta Regionale Paolo Di Laura Frattura e dall’assessore al ramo Pierpaolo Nagni, che si è tenuta nella giornata di lunedì 30 novembre per discutere di temi importanti riguardanti il futuro della stessa Azienda e del servizio idrico in generale. In questi mesi in cui il dibattito è stato incentrato sull’Ente di Governo (EGAM) – hanno commentato – il timore dei dipendenti era quello di un’ipotetica cancellazione di Molise Acque proprio in favore dell’EGAM. Dall’sssemblea, finalmente, si è preso atto dell’esistenza di una volontà diversa da quella appresa finora dagli organi di stampa. Rivolgiamo quindi il nostro rin-

blemi programmatici nemmeno l’ombra. Alle mozioni (5), alle interrogazioni (5) e alle interpellanze (2), seguono queste due proposte di deliberazione: Modifiche statutarie: bandiera, inno, distintivo, presidenza del Consiglio, e Sentenza del Tribunale di Campobasso – Sezione Lavoro numero 357/2014: riconoscimento debito fuori bilancio. Seduta di transizione, che taluni analisti delle vicende municipali interpretano essere un tentativo di decantazione dei malumori e un passo morbido verso il chiarimento che vaga nell’aria da maggio, teso a stabilire il rapporto di forza all’interno della colorita maggioranza (Pd – Udc – Idv – Mdt – Possibile – Cd – Ppi – Sc) e, quindi, a stabilire i pesi e i contrappesi del potere di ciascun gruppo. Ognuno dei quali ha qualcosa da dire e, soprattutto, da rivendicare. A cominciare dalla presidenza del consiglio in agenda il 14 dicembre, quindi con l’ipotesi di allargamento della giunta, per finire alla presidenza, al consiglio di amministrazione e al collegio dei

magnoli, con prospettive che postulano, appunto, un diverso modo di essere e di porsi dell’Amministrazione di fronte ai caratteri socio/economici, urbanistici e funzionali che verranno a determinarsi. Lo spessore amministrativo, programmatico e culturale di un’Amministrazione si

misura essenzialmente sulle questioni dello sviluppo e della razionalizzazione del territorio. A Campobasso siamo praticamente all’anno zero, né le linee guida appena approvate hanno un respiro tale da comprendere la vastità del cambiamento. Oggi è consiglio comunale, ma di pro-

l’intervento

I sindacati soddisfatti dell’incontro in Regione

revisori dei conti della Sea. Fin qui il sindaco non ha mosso foglia, ma il 14 dovrà comunque affrontare un primo ostacolo, peraltro imprevisto, e cercare di superarlo. Sempre gli analisti delle vicende municipali, in assenza del benedetto chiarimento, pronosticano che la seduta consiliare andrà deserta. C’è un aspetto in tutte queste diatribe che ancora non si rivela, ed è il pragmatismo del sindaco Battista che, come sappiamo, naviga da oltre un ventennio le acque agitate della politica nostrana. Dovrebbe avere interesse ad essere sostenuto da una maggioranza coesa e compatta per realizzare qualcosa di edificante nel tempo che gli rimane della consiliatura. Sulla quale – e il sindaco lo sa – pende la spada di Damocle della probabile fine anticipata, in corrispondenza dell’entrata in vigore della riforma del senato. Non tutti, infatti, dentro e fuori il Pd, e nella maggioranza, sono disposti a regalargli la poltrona a Palazzo Madama. Qualcuno già la detiene e vorrebbe di certo rinnovarla. Da sindaco di Campobasso, capoluogo di regione, e membro di diritto. Politica in progress, e città ampiamente sotto stress. Dardo

Egam e Molise Acque con due distinte missioni graziamento al presidente Frattura, all’assessore Nagni e ai rappresentanti dell’EGAM, in particolare il dottor Di Muzio e il dottor Francischelli che senza troppe sollecitazioni hanno raccolto il nostro invito e hanno preso parte all’incontro con la RSU e i dipendenti parlando con estrema chiarezza. Ora sappiamo che l’EGAM avrà il ruolo di governo del servizio idrico nell’ambito regionale mentre MOLISE ACQUE svolgerà il ruolo di fulcro per quanto riguarda la gestione. In questo quadro, Molise Acque è destinata ad assumere un importante ruolo nell’intero ciclo del Servizio Idrico Integrato, lavorando insieme con i comuni per le reti di distribuzione comunali e di depu-

Un ente braccio operativo, l’altro tecnico razione. Non possiamo che esserne felici. Il nostro impegno quotidiano ed il know-how maturato in decenni di attività non potevano certo essere spazzati via. Anche in merito alla rimodulazione della pianta organica – hanno continuato – il Governatore ci ha garantito che nessun posto di lavoro sarà estromesso. Certo è che la dotazione organica è attualmente coperta per meno

del 50%. Stando a quanto dichiarato da Frattura – hanno precisato – la necessità impellente di avere professionisti che possano “ad audiuvantum” sostenere le attività del Commissario, l’Azienda può attivarsi immediatamente con le figure interne e qualora non sia possibile procedere con la richiesta dei lavoratori in mobilità

delle disciolte Comunità Montane. Per ora – hanno concluso – bisogna “stringere i denti” e attendere fino ad aprile del 2016 quando il Tribunale Amministrativo Regionale si pronuncerà sull’impugnativa di alcuni comuni contrari all’istituzione dell’EGAM. Fino ad allora, infatti, l’Azienda dovrà per forza continuare a garantire i servizi sotto lo stretto controllo del Commissario. Al Presidente Frattura sono stati illustrati degli elementi chiave dell’attività di Molise Acque che, in nuovo Piano Industriale di sviluppo già allo studio, dovranno consentirne alla stessa un rilancio ed un consolidamento nel panorama delle aziende che si occupano della gestione pubblica del servizio idrico.


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3 4 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Le strade statali che servono il Molise cadono letteralmente a pezzi, dalla montagna fino al mare

Bisognerebbe sapere se i novanta milioni ripartiti per interventi su strade statali e provinciali sono cosa vera oppure appartengono alla categoria degli annunci; la pratica più abituale delle classi politiche di ogni ordine, grado e latitudine. Bisognerebbe sapere dall’assessore Nagni se questi milioni, che a questo nobile scopo sembrerebbero essere destinati, dopo aver definitivamente rinunciato al progetto dell’autostrada del Molise (ed in seconda battuta anche al raddoppio delle corsie delle statali che coprono il percorso da Termoli a San Vittore), sono in procinto di essere liquidati e resi disponibili per iniziare i lavori, prima che la situazione precipiti davvero. Questo il quadro: Trignina chiusa per i prossimi quindici giorni nel tratto compreso tra Mafalda e Roccavivara; un’altra frana, l’ennesima, ha interessato il tratto già martoriato della Fondovalle del Fortore all’altezza di Pietracatella; sulla Fondovalle del Verrino, nei pressi di Belmonte del Sannio, è chiusa la galleria (perchè non si riescono a trovare i duecentomila euro che servono per la manutenzione ) che collega l’altissimo Molise all’Abruzzo, tagliando fuori tutti quei paesi abruzzesi che si servono dell’ospedale di Agnone piuttosto che recarsi a Vasto; chiuso un

I 90 milioni di euro promessi per gli interventi restano un annuncio

tratto del Macerone, in direzione di Miranda, causando l’isolamento di numerose comunità; gli abitanti di Campolieto e Monacilioni sono costretti a giri inverosimili per raggiungere l’inizio del resto del mondo. Per carità di patria omettiamo da questo bollettino di sottosviluppo infrastrutturale le voci che riguardano interruzioni e disagi sulle

strade provinciali. Al momento in cui scriviamo a fronteggiare questa disastrosa situazione abbiamo solo annunci e chiacchiere. Intenzioni, promesse, slogan ma nessuno operaio, nessun escavatore. Considerando che la parte peggiore di un lunghissimo inverno è davvero molto prossima a venire, non si fa fatica ad immaginare che di chiacchiere dovremo ac-

contentarci fino, si spera, almeno alla prossima primavera. La mobilità, la possibilità di potersi spostare in sicurezza e con tempi ragionevoli è un presupposto fondamentale per poter esprimere compiutamente un’esistenza dignitosa. Chissà se chi ha l’onere di governare si rende conto di cosa significa andare ogni giorno a lavorare e sacrificare altre ore, sottrarle ai propri interessi ed affetti, perché la strada è chiusa e tocca fare tornanti e mulattiere. Chissà se chi governa ed amministra la Regione si rende conto che la vita delle persone, in caso di emergenze sanitarie, è appesa letteralmente ad un filo fatto di minuti. Una manciata di minuti di ritardo e arrivare in ospedale potrebbe anche rivelarsi inutile. Chissà se chi dovrebbe non dormire la notte per intervenire immediatamente si rende conto del supplizio degli

studenti shakerati sulle corriere per andare e tornare da scuole ed università. Domande retoriche. Come le risposte. Quello che abbiamo, al momento, sono chiacchiere e, tra poco, pioggia, neve e ghiaccio sulle strade. Il cittadino molisano è assediato, circondato. Dalla crisi occupazionale, da un sistema sanitario avvitato su sé stesso, da speculatori di ogni risma che attentano al paesaggio. E non possono neanche scappare perché il viaggio non vale la candela. I cittadini molisani sono ostaggio di una classe politica inconcludente. O meglio, molto celere a sbloccare 5 milioni di euro da distribuire come premio (per non si sa quale particolare merito) ai dirigenti regionali ma incredibilmente lenta a farci vedere questi 90 milioni promessi per rendere le strade molisane degne del ventunesimo secolo.

Sulla legge approvata intervengono Fusco, Sabusco e Cavaliere

“Province, Regione in panne” CAMPOBASSO. “Le ragioni della nostra non condivisione della legge. “Predisporre una proposta di legge dettagliata e articolata idonea a completare il processo di attribuzione delle funzioni; sostenere la funzionalità degli enti locali avviando una nuova fase di delega delle funzioni, sequenziale rispetto alle competenze assegnate e all’opportunità del dimensionamento provinciale”. Lo sostengono i consiglieri regionali del centrodestra, Fusco Perrella, Giuseppe Sabusco e Nicola Cavaliere. “Questi, tra gli altri, alcuni degli impegni che chiedevamo di prendere al Presidente Frattura con l’ordine del giorno del 27 febbraio 2015, discusso solamente l’8 settembre e respinto dalla maggioranza in virtù di un iter del disegno di legge di riordino delle funzioni delle Province oramai già avviato che, a parer loro, lo rendeva irricevibile; lo stesso Presidente aveva informato l’aula consiliare che “la proposta di legge adottata in Giunta sarà im-

mediatamente trasferita alla Commissione, perché si possa rispettare il termine del 31 ottobre per l’approvazione definitiva della proposta di legge”. Un testo che recepisce le norme nazionali ma non riorganizza funzionalmente, come invece avrebbe dovuto, l’assetto regionale, una norma che non rispecchia una vera e propria programmazione del futuro della nostra regione, dal quale non si evidenzia una volontà politica precisa e ben delineata, perdendo, ribadiamo ancora una volta, la possibilità di procedere ad una prospettiva di riordino istituzionale strategica del nostro territorio, un’occasione che invece altre realtà regionali hanno saputo cogliere, compiendo un grande passo in avanti. Dal punto di vista procedurale sarebbe stato importante perseguire la strada di una proposta di legge quadro intesa a rafforzare la nostra struttura in un’ottica di profonda riforma del sistema di governo territoriale, che avrebbe

dovuto ricomprendere al suo interno sia l’aspetto del riordino istituzionale delle funzioni delle Province sia la nuova disciplina dell’esercizio associato delle funzioni e dei servizi comunali, si sarebbe dovuto fornire un modello utile e fondamentale per definire al meglio una rinnovata ed efficace governance territoriale, per affrontare le complessità della fase del momento e soprattutto per impostare le premesse necessarie per lo sviluppo del sistema territoriale nel suo complesso. Riteniamo, come già annunciato nella discussione in aula consiliare, che il Governo regionale avrebbe dovuto dare questa risposta forte rispetto agli scenari disegnati dalla legge Delrio e dalla legge di stabilità 2015, una

Un testo che non riorganizza funzionalmente le due entità provinciali scelta intrapresa con successo in particolare da Emilia Romagna (L.R. 30 luglio 2015, n. 13), Toscana (Legge Regionale 3 marzo 2015 n. 22), Umbria (Legge Regionale 2 aprile 2015 n. 10) e Abruzzo (Legge Regionale 20 ottobre 2015, n. 32). La scelta intrapresa dalla Regione può concorrere effettivamente a definire in maniera strategica il nuovo ruolo istituzionale che dovranno avere la Regione, le Province, i Comuni e le loro Unioni, in una cornice che deve essere ispirata al principio di massima integrazione tra tutti i livelli istituzionali regionali? Rappresenta davvero la scelta

giusta per dare le risposte dovute ai cittadini e per garantire appieno i servizi esistenti nell’ottica di un miglioramento delle prestazioni? In conclusione sarebbe stato importante definire e attribuire compiti e funzioni a ciascun livello di governo, in coerenza con il ruolo istituzionale d’indirizzo, pianificazione e controllo che appartiene alla Regione e con il ruolo di governo di prossimità dei Comuni e delle Unioni dei comuni. Un’occasione persa per il Molise di migliorare funzionalmente il proprio assetto istituzionale, nonostante i buoni propositi di nuova architettura regionale, snellimento e razionalizzazione del sistema molisano.”


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4 dicembre 2015

Il trasporto urbano di Campobasso è prossimo a diventare intercomunale Il sistema di trasporto urbano di Campobasso diventerà intercomunale. A fatica, ma qualcosa si muove su dimensioni meno localistiche, andando ad incrociare problemi ed esigenze di mobilità, in questo caso. In allestimento c’è la Conferenza di servizi tra la Regione Molise e i comuni di Campodipietra, Ferrazzano, Matrice, Mirabello, Montagano, Oratino, Ripalimosani, San Giovanni in Galdo, Toro e Vinchiaturo per mettere a punto il progetto di gestione intercomunale del servizio di trasporto locale attraverso l’aggregazione al servizio di trasporto urbano di Campobasso; per approvare la scelta del Comune di Campobasso quale stazione appaltante incaricata di predisporre e aggiudicare la gara ad evidenza pubblica; per delegare il Comune di Campobasso a redigere la rete del servizio di trasporto intercomunale, che dovrà essere approvata da tutti gli enti locali interessati per essere posta a gara, nonché ad elaborare il costo a base d’asta della nuova rete dei servizi essenziali di trasporto; per approvare un accordo di programma pluriennale con la Regione Molise per il finanziamento dei servizi e la individuazione degli obiettivi e degli strumenti di miglioramento e di risparmio, che dovranno essere inseriti obbligatoriamente nel capitolato di gara. La Conferenza segue l’inteso lavoro di sensibilizzazione e di coordinamento svolto dall’amministrazione co-

L’intervento

Qualcosa si muove su dimensioni meno localistiche, andando ad incrociare problemi ed esigenze di mobilità Conferenza di servizi tra la Regione e i comuni interessati

munale di Campobasso con le realtà locali che le sono prossime e che hanno chiara l’intenzione di realizzare un sistema di trasporto economico ed efficiente. Siamo alla soglia di un esperimento particolarmente interessante sotto il profilo della coesione e della collaborazione territoriale, della realizzazione di un sistema intercomunale in un settore pri-

mario, qual è la mobilità delle persone. In passato, con la gestione Di Fabio sindaco a Campobasso, s’era tentato di mettere in piedi un piano territoriale di sviluppo che non è andato a buon fine. Si disse perché molti comuni dell’hinterland campobassano non vedevano di buon occhio la supremazia che avrebbe esercitato il capoluogo di regione nella

gestione dell’area vasta che si sarebbe venuta a creare. Il campanilismo in quella circostanza è stato deleterio. In questa che diciamo, invece, ha ceduto il passo ad una concezione moderna ed utilitaristica dello stare assieme, del condividere un progetto e del realizzarlo. Di necessità virtù? Il peso gravitazionale di Campobasso è nelle cose, nella sua stessa natura di capoluogo e di centro direzionale (seppure non ne abbia coscienza né si cura di darsela, pretendendo finanzia-

menti ah hoc per attrezzare il territorio anche a servizio dell’hinterland). La Conferenza di Servizi in programma è un passo decisivo in direzione della realizzazione della rete intercomunale di trasporto pubblico. Il fatto che il Comune di Campobasso abbia già preso atto ufficialmente della condivisione e dell’adesione dei Comuni sopra indicati, e che non si siano registrati ripensamenti, è un elemento favorevole in più per immaginare che la Conferenza si concluderà nel migliore dei modi. Poi spetterà al Comune di Campobasso dimostrare di essere una degna leader-ship mettendo in cantiere la formulazione del bando e il capitolato speciale, nonché il tracciato dei collegamenti e il costo a base d’asta del servizio. Un prova di capacità. Una prova di responsabilità. Una prova di efficienza, per abbassare il livello degli addebiti e delle critiche. Dardo

Il Molise assediato dalle trivelle

Ecco arrivare a passi da gigante un ulteriore colossale pericolo per un territorio piccolo,marginale e fragile quale è il Molise. In seguito all’approvazione del decreto legge nazionale “SBLOCCA ITALIA” del 2014 sulla velocizzazione di attività definite strategiche per la nazione, si è ritenuto di semplificare autorizzando – tra l’altro - concessioni per la ricerca di idrocarburi nel suolo e nel mare italiano, nonché lo stoccaggio sotterraneo di gas naturale. Tegole enormi che cadono sulla testa di tutti noi, cittadini comuni, politici, esseri umani che hanno sperimentato, almeno dall’era industriale in poi, la deriva dell’uso forsennato di idrocarburi. Tutto ciò con un enorme danno, sotto gli occhi di tutti, sui cambiamenti climatici dell’intero pianeta. Nell’incontro che si è svolto a Campobasso il 17 novembre scorso, affollatissimo e partecipato, il comitato “NO TRIVELLE in Molise” ha fornito a tutti noi la percezione di un ritorno al passato, come se le fonti fossili fossero l’unica risorsa energetica ancora possibile da sfruttare nel terzo millennio! Il passaggio graduale che si sta faticosamente attuando, nella consapevolezza che la sostenibilità ambientale debba essere il faro direzionale nelle scelte di po-

litiche nazionali, d’improvviso si arresta davanti al carattere d’imperio, definito strategico, di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dato allo spinoso argomento dal c.d. “sblocca trivelle”, poiché si accentra dai territori locali a Roma il potere decisionale in materia. Appuriamo stupiti che il 63/65% del territorio molisano è interessato da richieste di autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi, pur essendo tutti consapevoli - nel contempo - che il medesimo territorio sia in quasi totale dissesto idrogeologico, classificato sismico e, su gran parte di esso, insistono zone ad alta biodiversità, zone SIC e ZPS e, per fare solo un esempio, la riserva MAB nell’Alto Molise riconosciuta dall’UNESCO per il suo elevato valore naturalistico, una delle sole nove in Italia. Come si può conciliare tutto questo? LI-

BERA MOLISE ha da sempre considerato il rispetto del territorio in cui viviamo la base di una convivenza sociale e democratica degna di tale nome . Ricordando in un passato recente la lotta contro l’eolico Selvaggio o lo sventato atterraggio di una nursery di giovani manze nel basso Molise, una centrale a biomasse in un delicato territorio, conca alluvionale con attività produttive alimentari ai margini di un auspicato parco nazionale del Matese, etc. etc.: ricordando ciò non ci si trincera certo dietro il retrivo ritornello della sindrome NIMBY “Non nel mio cortile”. Si conferma, Invece, il concetto che ogni società civile ha, ad oggi, tutti gli strumenti di conoscenza, scientifici e di visuale prospettica migliorativa, per rientrare nella logica di adeguarsi ai cambiamenti, conviverci e consegnare

un futuro meno negativo per noi e per i prossimi abitanti del pianeta. LIBERA MOLISE sarà di nuovo in “lotta” ed al fianco di cittadini che vedono con una semplice motivazione affaristica, decisa altrove, pesantemente minacciato il suolo e il mare di questo piccolo territorio, scherzosamente (ma non tanto!), considerato un Molise che non esiste nella cartina geografica dell’Italia. Purtroppo lo “SBLOCCA TRIVELLE” interessa tutto il suolo italiano e, in particolare, tutto l’Adriatico, la dorsale appenninica, zone abitate, boschi. Un primo atto comune delle Regioni è stato quello di chiedere un referendum sul prosieguo di questa miope e scellerata politica. Quindi si dovrà far conoscere ai cittadini i rischi (ad esempio il gas del metanodotto ultimo, stoccato in parti fragili del territorio, per l’utilizzo poi nel nord Europa … forse siamo i “bomboloni” della Germania? ) e si tenterà di creare una forte opposizione perché la democrazia in cui ancora viviamo impone scelte condivise e legalitarie. LIBERA è nata 20 anni fa anche con questo precipuo scopo! COORDINAMENTO REGIONALE LIBERA MOLISE


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5 4 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Le Comunità Montane in liquidazione devono recuperare il recuperabile

Non sono opere di De Chirico, Marotta, Campigli, Morandi, Paladino, Casorati, Schifani, Borghese, per citare alcuni tra i Maestri di pittura italiani, e nemmeno di Trivisonno, Pace, Scarano, Serra, Pettinicchi, Fratianni e Perrino, tra i Maestri di pittura molisani, quelle che formano la base dell’asta pubblica ad unico e definitivo incanto ad offerte segrete, per la vendita di quadri di proprietà della Comunità Montana del Volturno, ma opere a firma Fabrizio, Addonisio, Dadia, Inno, Cimino, Pacitti, Ucciferri e altre non decifrabili. Le Comunità Montane, per decisione del consiglio regionale, nel 2010 sono state poste in liquidazione. Ritenute inutili, si badi, in una realtà territoriale a forte caratterizzazione montagnosa. Dal 2010 sono all’opera i commissari liquidatori, per recuperare quanto è recuperabile, perché al danno della chiusura di questi enti di secondo grado non segua la beffa di una liquidazione a perdere. Dovranno vendere tutto il vendibile, cercando di non rimetterci molto economicamente. Le proprietà sono molteplici (mobili e immobili). I quadri in genere sono facilmente collocabili, alla Comunità Montana Volturno d’Isernia derivano da una gestione amministrativa che ha tenuto conto anche dell’arredo e dell’abbellimento dei locali, specie se destinati al pubblico, ma senza una rilevabile logica culturale: i quadri all’asta sono soprattutto figure astratte e paesaggi. La Comunità montana del Volturno ne ha 26, il cui valore stimato va da un mino di 160 euro (per i quadri con firma indecifrabile) a un massimo di 760 euro (opera di Ucciferri). Diciamo che siamo in presenza di un evento singolare, che può essere commentato con più chiavi di lettura. Tutte, però, portano a considerare quanto sia stato un gesto demagogico togliere ai territori montani del Molise uno strumento di programmazione e una rappresentanza, per quanto indiretta, che fosse interprete delle particolari esigenze dell’economia delle popolazioni locali. La Regione, che le Comunità le ha tolte di mezzo, è stato il Cavallo di Troia. L’inganno che ha portato le Comunità montane a depauperarsi, in quanto private di deleghe specifiche, a differenza delle Regioni amministrate seriamente e intelligente-

Quadri all’asta alla “Volturno” d’Isernia

Vederle in liquidazione e affrontare vendite all’asta, confermano non solo e non tanto la loro decadenza quanto, soprattutto, la decadenza della classe politica regionale

mente, che le Comunità Montane le sostengono e le valorizzano nelle loro specifica capacità di gestire il territorio, l’ambiente, l’economia, l’artigianato, la produzione agroalimentare d’alta quota, e la pastorizia. Le nostre Comunità montante si erano ridotte a strumenti di lotta

politica. Per cui vederle in liquidazione e affrontare vendite all’asta, confermano non solo e non tanto la loro decadenza quanto, soprattutto, la decadenza della classe politica regionale che allo smantellamento non ha saputo trovare una soluzione alternativa in favore dei paesi e

delle collettività di montagna che, nonostante tutto, ancora reggono il peso della loro esistenza e quello (metaforico) della classe politica che li ha abbandonati, con rassegnazione. Dardo

Caro direttore, e i treni buoni per i trasporti regionali? Spett. Redazione Nuovi treni per il Molise (cambia la musica!) Nell’opuscolo #NOTE FS in regione di Ferrovie dello Stato italiane n. 4 - Dicembre 2015, vi è un inserto informativo riguardante, tra gli altri, i nuovi treni regionali. Definiti spaziosi, comodi e all’avanguardia.. Tra di essi vi è anche il modello “Swing”, quello destinato a diverse regioni del centro-sud tra cui il Molise. Non avendo avuto ancora occasione di salirvi sopra, spero che abbia le caratteristiche adeguate per la percorrenza sulle nostre tortuose linee. Spero soprattutto che non sia una semplice rivisitazione del “Minuetto”, altrimenti si cambia solo il genere musicale. Ho viaggiato di recente sulle vecchie automotrici da Roma a Campobasso e confesso che, tranne la rumorosità, il confort e i sistema di sicurezza inadeguati, sono ancora efficienti in termini di velocità e di trazione lineare.

Spero che nei nuovi treni anche gli spazi siano ben distribuiti (come nelle vecchie automotrici) e confortevoli. Sulle nostre linee di montagna non è opportuno che le porte si aprano direttamente negli scompartimenti, come già succede per il Minuetto. I treni che ci devono condurre nella Capitale non dovranno avere la caratteristica di treni pendolari. Noi molisani, dovendo affrontare prevalentemente un viaggio, di tre ore, vogliamo sederci comodamente e toglierci il cappotto in un ambiente confortevole e possibilmente isolato dalla piattaforma d’ingresso. I treni pendolari, per loro caratteristica, prevedono un continuo sali-scendi che non appartiene propriamente alla nostra realtà. Distinti Saluti Michele Rocco

Rifiuti sempre più cari: in Molise più 2% Rifiuti sempre più cari in Italia, in aumento in Molise (+2): spesa media di 203 euro a famiglia. I nuovi dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva. Cresce ancora la tassa sui rifiuti nel nostro Paese: nel corso del 2015, una famiglia media italiana ha pagato 298 euro (+2% rispetto al 2014). Media più bassa in Molise con 203 euro per nucleo familiare, in aumento rispetto ai 199 del 2014: grande differenza fra le province, dove Campobasso risulta la più cara con 255 euro, Isernia più economica con 152 euro. E se a livello nazionale la raccolta

Le tariffe sono state monitorate dall’Osservatorio di Cittadinanzattiva differenziata si attesta nel 2014 al 45,2% (+2,9% rispetto al 2013), in Molise ci si ferma al 2,3% (+3,%). E’ questo il quadro che emerge dalla annuale rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che per l’ottavo anno consecutivo ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferimento nel 2015 una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di

44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Il Dossier è disponibile sul sito internet www.cittadinanzattiva.it.

Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2015 dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2014 in

Italia sono state prodotte 29,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani con una media pro capite di 488 kg (+0,2% rispetto al 2013). Il 46% dei rifiuti urbani italiani è prodotto nelle regioni del Nord, il 32% nelle regioni del Sud ed il restante 22% in quelle centrali. Per quanto riguarda la produzione pro capite la media più elevata è quella del Centro (547 kg), segue il Nord (496 kg) ed infine il Sud (443 kg). In Molise ogni cittadino produce in media 387 kg di rifiuti l’anno.


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Campobasso

4 dicembre 2015

Profilo di uno dei personaggi più riconoscibili della nostra città

Tonino Aufiero tra famiglia, motori e cuori rossoblù di Gennaro Ventresca Una vita opulenta, prima di affrontare una morte cristiana. Questa la sintesi di ciò che è stato Tonino Aufiero, spirato a 73 anni, dopo una malattia lunga e piena di tormenti che un po’ al giorno ha minato la sua pur forte fibra e i suoi modi soavi e partecipativi. Sulla terra che ha ricoperto la sua bara, interrata in una assolata giornata dicembrina, c’erano cosparsi petali di rose, corone e le lacrime dei parenti più stretti. Gli altri, per scelta del de cuius, sono stati tenuti in disparte. Perchè la morte è una cosa seria che va affrontata con impegno, senza smancerie e finta commozione. Io conoscevo bene Tonino, so perfettamente di poter condensare il suo intenso percorso terreno in una cavalcata felice attraverso i motori, i colori della sua squadra

del cuore, l’affetto dei suoi familiari. Certo, non sono mancate neppure le tagliole, specie nel campo del lavoro, ma lui, di carattere forte, ha saputo saltare gli ostacoli. Riciclandosi più volte. Coi motori iniziò a fare commercio assieme al fratello Angelo, di qualche anno più grande di lui,

l’altro fratello, Errico, invece, preferì un impiego pubblico, alla Camera di Commercio. Tonino e Angelo ci fecero guidare per primi le piccole e civettuole “Mini”, per farci sognare più tardi una guida tedesca, a bordo delle Bmw. E via discorrendo. Poi i tempi sono diventati grigi e

ci sono stati gli scivoloni commerciali, tipici di chi ha venduto auto quando erano i clienti a fare ressa davanti ai loro autosaloni. Rieccoli i bagliori, mentre gli anni passavano e gli acciacchi iniziavano a farsi sentire. Forse non tutti ricordano anche la felice esperienza termolese di Aufiero, esperienza che coinvolse Tonino sino al midollo, come dimostra la sua ascesa alla presidenza del club calcistico giallorosso, in cui portò giocatori di prestigio provenienti dalla famiglia rossoblù, come Pinna e Ciaramella, De Libero e altri ancora. Tonino amò le auto d’epoca. Ogni anno l’autoraduno di vetture d’epoca è stato uno degli appuntamenti sportivi più attesi della nostra regione. E poi c’è la rinomata passione per i colori rossoblù. In casa e

spesso anche in trasferta Tonino ha seguito la nostra squadra. Qualche volta ho avuto il piacere di unirmi al suo gruppo domenicale che ha avuto nell’amico Michele Libertucci e nel fedelissimo Aldo Esposito due pedine insostituibili. In chiusura c’è poi la famiglia: la distinta moglie Silvana e i tre figli, con la cucciolata di nipotini, la luce dei suoi occhi. Tutto questo è stato azzerato qualche giorno fa, quando Tonino, ha smesso di vivere. Aveva disposto di lasciare il Cardarelli per tornare nell’ampia camera da letto della confortevole villa di contrada Macchia. Quando le forze glielo hanno permesso ha dato altre indicazioni a suo figlio Alberto e alle altre due figliole. Ecco perchè la sua morte è stata pubblicizzata solo a esequie avvenute.

Ecco quello che c’è da sapere sul rosso di Campochiaro

Andrea Lalli impegnato nella gara più dura della sua vita

Coinvolto tra i 26 atleti indiziati dall’antidoping il nostro concittadino si dichiara estraneo ai fatti di Gennaro Ventresca Ora che il mio giovane e caro amico Andrea Lalli è inciampato in una brutta vicenda sento l’obbligo di essergli ancora più vicino. Spero facciano altrettanto tutti quelli che hanno sfruttato la sua scia per cavalcare il successo del rosso di Campochiaro, nato per la verità a Firenze, dove, per ragioni di lavoro si trovava la sua famiglia molisana. Andrea, il bravo e mite Andrea, è stato un mio compagno di scuola. Abbiamo condiviso le ore scolastiche per tre anni di fila. Io ero in cattedra. Lui occupava il primo banco che condivideva con una ragazza dagli occhi grandi e il cuore freddo. Per tre anni, nell’ora di Economia e in quella di Marketing ha seguito con intelligenza e interesse. Non sono state poche le volte che abbiamo tralasciato il PIL per parlare della prossima gara e delle sue faticacce in pista o sull’asfalto, durante i numerosi

chilometri tra il suo comune di residenza e Bojano, sede scelta per i suoi allenamenti tecnici col professor Carbone, suo talent scout e primo vero maestro di sport della sua vita. Se volevano capire il livello di eccellenza di Andrea ci siamo potuti artigliare alla fresca quanto amara notizia del

doping. Andrea, così dicono le cronache nazionali, fa parte dei 26 atleti italiani, inquisiti per doping. A dire degli inquirenti si sarebbero sottratti al quotidiano controllo predisposto dall’antidoping. Il nostro corregionale ha respinto con decisione ogni addebito, come del resto sono soliti fare gli indiziati. Voglio sperare che lui e gli altri del plotone di presunti furbetti possano dimostrare con i fatti di essere estranei a questa ennesima untuosa storia di doping. Che se dovesse finir male potrebbe costare addirittura sino a due anni di squalifica. La fine di una carriera e la macchia infamante per tutto il resto della vita. Io che lo conosco bene Andrea so che ha vissuto di tedio e di disciplina. Ma non conosco che gli sta intorno, dico medici, allenatori e ruffiani vari, capaci spesso di cattive azioni. La mia speranza che anche quella di chi mi legge è che si tratti di un colossale equivoco, di un brutto sogno da cui vorremmo risvegliarci con urgenza.

Il cortometraggio Ellis a Ferrazzano La pellicola prodotta da Robert De Niro proiettata al teatro comunale alle ore 11 FERRAZZANO. Robert De Niro nella ‘sua’ Ferrazzano. E’ lui il protagonista del cortometraggio ‘Ellis’ che sarà proiettato domenica prossima, 6 dicembre, in anteprima regionale al teatro comunale di Ferrazzano dalle ore 11. Al centro dell’opera, il racconto dell’emigra-

zione e dell’immigrazione che ha riguardato tanti molisani. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione ‘Pro Arturo Giovannitti’ in collaborazione con il Comune in una dota non casuale: sabato, infatti, ricorre la Giornata

regionale dell’emigrazione. Sarà l’occasione per ricordare la strage del 6 dicembre 1907 nella miniera di Monongah, nel West Virgina, nella quale morirono all’incirca 87 corregionali. Le vittime saranno ricordate durante la messa domenicale.

Questura, i nuovi orari Il front office Passaporti e Porto d’armi per un migliore servizio CAMPOBASSO. Per garantire un miglior servizio all’utenza diretta allo sportello polifunzionale, la Questura di Campobasso comunica che a partire dal 07.12.2015 il front office Passaporti e Porto d’Armi osserverà i seguenti nuovi orari:

Lunedì 09:30 – 11:30 Martedì 09:30 – 11:30 15:00-17:00 Giovedì 09:30 – 11:30 Venerdì 09:30 – 11:30 L’accesso allo sportello può essere effettuato anche con

la prenotazione dell’ appuntamento online all’indirizzo web: https://www.passaportonline.poliziadistato.it Eventuali, ulteriori notizie al riguardo sono disponibili sul sito della Polizia di Stato – Questura di Campobasso (http://questure.poliziadistato.it/Campobasso)


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

4 dicembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

E’ stato un errore far emergere una rivoluzione tecnica all’interno del club

I giocatori in bilico potrebbero rendere meno del solito di Gennaro Ventresca Una squadra senza insegne, nata male nell’afa dell’estate, sta per essere smantellata. Via gli acquisti sbagliati, dentro alcuni sostituti, si spera degni di miglior causa. E’ questo il disegno del nostro club che intende mettere una pezza che si spera non si dimostri peggiore del buco. Dopo Cappellacci si avviano a preparare le valigie altri freschi tesserati. Proprio quelli che col

caldo sfilarono come tanti divi davanti a fotografi e telecamere, snocciolando curriculum ricchi di verbi al trapassato remoto. La pronuncia romana, napoletana e marchigiana e poi anche quella portoghese. Ora si attendono altri idiomi, da non confondere con “idioti”, quelli li lasciamo volentieri a casa loro. Campobasso è un paese, non è la luna. E noi molisani valiamo altrettanto di quelli delle altre regioni. Ma, finito lo slogan, assistiamo all’arrivo di altri “fo-

restieri” al posto di quelli che sono appena partiti. Come sarebbe stato bello vestire con la nostra blusa i vari Esposito, Sivilla e via cantando. Come sarebbe stato piacevole assistere al riscatto dei nostri giovani calciatori. Invece i vertici tecnici del nostro club hanno scelto altre vie. Forse perchè i nostri giovani si portano appresso il codazzo di genitori e parenti vari che spesso rendono l’aria irrespirabile. Non a caso ci fu un tempo in cui un tecnico del settore giovanile, non

senza ragione, si lasciò sfuggire la seguente frase: “ Mi piacerebbe allenare una squadra di orfani”. Dando logicamente alle parole il solo significato sportivo, non certo sociale. Mi sia concesso di ripetere a Minadeo, Perrucci, Marco Meo e Favo di far presto a completare la campagna di cessioni e acquisti. Prima di tutto per mettere in organico qualche giocatore capace di far migliorare il livello tecnico e agonistico della nostra squadra, ma soprattutto per evi-

tare di far sfogliare a lungo la margherita ai giocatori il cui futuro è incerto. Anche questa volta a Selva Piana hanno sbagliato strategia. Sarebbe stato più opportuno non far emergere l’intenzione della rivoluzione. Anche perchè domenica si gioca a Giulianova e vuoi o non vuoi , in campo dovranno andare anche alcuni elementi che sono in lista di sbarco. Col rischio che, frastornati più che mai, rendano ancor meno delle precedenti partite.

Ti ricordo ancora (tris)

Ridateci il Monnezzino di sergio genovese Nel rione di Fontanavecchia in Campobasso, alle spalle dell’ex Pastificio omonimo, c’era uno spiazzo in erba selvatica, discretamente pendente, che radunava tutti i ragazzi e i giovani residenti in uno dei primi quartieri popolari di Campobasso. Diciamo subito che quegli stessi ragazzi difficilmente la domenica andavano a Messa e, tranne eccezioni, per molti di loro la Scuola era un luogo dove continuare a fare aggregazione per parlare e litigare in difesa delle squadre del cuore. Diciamo pure che i volti, cioè le facce, non erano da studenti oxfordiani. Le generazioni dei figli di papà, anche su suggerimento delle mamme, appena li intravedevano cambiavano marciapiedi. Su quel campaccio di patate, dove oltre al calcio si faceva di tutto pugilato incluso, per ore e ore si giocava a pallone con qualsiasi condizione atmosferica. I mammasantissimi Nicola Grano, Giovanni Palladino ( un mediano che faceva collezione di caviglie rotte) e Gino Camarda, scandivano il programma della giornata e autorizzavano di volta in volta l’inserimento di qualche bravo ragazzo che per meritarsi la fiducia e suggellare l’inserimento, doveva mostrare subito carattere ( e pugni chiusi). La rosa dei partecipanti era infinita. Ma alle dinastie dei Ferro, dei Camarda, dei Piccinocchi, dei Volpe, dei Ferretti, e al garbo inusitato di Pierino Di Toro e di Nicola Oriente, non si poteva fare opposizione. La iniziazione che veniva favorita per i ragazzi della generazione nata a metà degli anni cinquanta, non poteva prescindere da una

qualità essenziale: la puzza sotto al naso. O la tenevi o la tenevi. Così timidamente Sergio, Claudino, Franchino, Angelo, Giovanni, Gaetano, Peppone, Peppe, per accreditarsi al Monnezzino dovevano meritare sul campo i galloni e il distintivo. Il rischio di esclusione immediata dopo un contrasto di gioco tenero, era sempre incombente. Ma pure facendo una vita per certi versi al limite, quella esperienza per molti è stata di vera sostanza sociale. La repellenza ai “farinielli” innanzitutto, poi il coraggio e la dignità. L’orgoglio non smisurato di mettere davanti il senso di appartenenza e la sua difesa ad oltranza. Su quel campo sono venuti fuori ottimi giocatori che non hanno avuto fortuna, in primis Nicola Grano e Franchino Camarda. Non sono certo di affermare che sono venuti fuori anche degli uomini con il segno più. Mi affiderei ad una scialba formula di cose dette per trascinamento.

Però una cosa è definitiva. Ho visto morire alcuni di loro e nella malattia hanno avuto lo stesso comportamento che avevano quando calpestavano il Monnezzino : schiena dritta e coraggio anche di affrontare la fine. Altri hanno battuto malattie terribili e hanno avuto lo stesso atteggiamento. E’ già tanto. Quelle magliette comprate al mercato di Corso Bucci, di acrilico puro a strisce orizzontali bianche e rosse, lavate con l’acqua fredda della fontana, resteranno la medaglia ad honorem per tanti ex ragazzi che avevano tanti sogni e tanta voglia di correre su quel prato di erba selvatica.

Sei le stelle al merito sportivo Sono state consegnate nella manifestazione tenuta nella sede del Coni CAMPOBASSO. Il livello di adrenalina percepito nella sala delle Riunioni della sede del CONI ieri sera era davvero alto. Alla presenza del presidente Coni Molise Prof. Guido Cavaliere e del delegato provinciale Antonio Rosari sono state consegnate sei stelle di bronzo al merito sportivo, una medaglia di bronzo al valore atletico e due palme di bronzo al merito tecnico. Si tratta di onorificenze che vengono attribuite a dirigenti, tecnici o atleti che hanno contribuito con continuità alla diffusione dell’attività agonistica. Per ciò che attiene all’atletica leggera a ricevere l’am-

bito riconoscimento è stata l’Atletica Molise Amatori per il proficuo impegno dispiegato dal

consiglio direttivo tutto nell’organizzare la Tappino-Altilia, mezza maratona storica per la no-

stra regione-giunta quest’anno alla sua 32^ edizione. Gara emblematica questa che costituisce richiamo e vetrina per la nostra terra nel giusto ed equilibrato connubio tra sport e cultura. L’Ama è stata premiata, altresì, per la sua costante attenzione alle problematiche inerenti alla sfera sociale con particolare riguardo alla staffetta disputatasi al campo “Nicola Palladino” nell’intento di raccogliere fondi per le aree dell’Africa in via di sviluppo. La cerimonia di premiazione dopo i rituali saluti dei padroni di casa si è aperta con la consegna dei “premi CONI 2015”

ad atleti, dirigenti, tecnici e società che si sono distinti nel corso dell’anno appena trascorso per l’attività svolta in ambito sportivo. Innumerevoli, lusinghieri e degni di rilievo gli obiettivi centrati sul territorio nazionale e non solo da Paola Di Tillo, Gruppo Sportivo Virtus Campobasso, che hanno consentito all’atleta di ottenere a pieno titolo il premio CONI 2015. A complimentarsi con lei oltre ai vertici del Comitato che le ha attribuito l’onorificenza il presiedente FIDAL Molise Matteo Iacovelli ed i due consiglieri presenti in loco Gianni Santoro e Cinzia Calabrese.





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Isernia

4 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Restituire rappresentanza alla provincia di Isernia” Una nuova legge elettorale è stata chiesta da Filoteo Di Sandro di Fratelli d’Italia ISERNIA. “L’attuale legge elettorale regionale ha dimostrato, nella sua prima applicazione, evidenti limiti di rappresentatività rispetto al territorio della provincia di Isernia. Eccessivo è, infatti, il divario tra il numero di consiglieri assegnati alla Provincia di Campobasso rispetto a quella Pentra, ben 12 a 4. Questa effettiva penalizzazione ha configu-

rato lo scarso peso assegnato alla voce del territorio, con le conseguenze, sotto gli occhi di tutti, di lasciare un intero territorio nel totale disinteresse dell’amministrazione regionale“. Lo sostiene il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Filoteo Di Sandro. “È una situazione che non può più procrastinarsi, soprattutto alla luce delle difficoltà economiche e

sociali che hanno investito la nostra Provincia. I continui tagli del Governo Renzi, la chiusura quasi giornaliera delle attività commerciali, lo spopolamento industriale, la marginalizzazione politica stanno provando duramente la cittadinanza; per non parlare dell’alto Molise, completamente ignorate e lasciate sole a se stesse. La nostra denuncia, del resto,

trova conforto anche nel riconoscimento dell’area di crisi su buona parte di questo territorio, a riprova, se mai ce ne fosse bisogno, di un fallimento pieno nella gestione delle criticità evidenziate. Per questi motivi, noi di Fratelli d’Italia – AN, chiediamo con forza di riprendere in mano la tematica elettorale e riequilibrare la

rappresentanza politica della provincia di Isernia in seno al Consiglio Regionale. È una questione di democrazia ed assieme di dignità, ne abbiamo bisogno affinché possiamo tornare protagonisti anche nelle scelte politiche che dovrebbero riguardare l’intero territorio regionale e che, fino ad oggi, sono sembrate troppo concentrate su una piccola parte del Molise”.

“Il futuro del Molise passa da Isernia” La segretaria della Uil Boccardo sottolinea: “Non occupiamocene a fasi alterne”

ISERNIA. “Non si deve smontare Isernia (come si sta facendo con la soppressione della Provincia, la sparizione della Prefettura, l’accorpamento altrove dei Tribunali, la fusione delle Camere di Commercio, lo smantellamento della Questura e dei Comandi locali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, lo spostamento dei servizi periferici dello Stato e fra poco, c’è da giurarci, dell’Inps e dell’Inail, la soppressione del Corpo forestale e della sede dei Vigili del Fuoco, e via elencando) non solo per tenere alto l’orgoglio della provincia pentra. Isernia

non va smantellata per contrastare l’eventuale dilagare della malavita, del malaffare, della criminalità e per garantire la sicurezza e la qualità della vita delle persone che qui risiedono.” È durissima la posizione della UIL molisana, espressa da Tecla Boccardo che ne è leader, che richiama tutti i soggetti sociali, la politica, gli amministratori locali isernini ad un’azione raccordata che contrasti questa pericolosa deriva. L’innovazione della Pubblica Amministrazione e l’efficacia della sua azione di promozione, regia e regolazione delle politiche di sviluppo locale, la qualità della governance territoriale e della sua azione sul territorio, costituiscono alcuni dei fattori indispensabili per il successo dell’economia del paese e dei territori del Mezzogiorno nello specifico. Qui, inoltre, non si può dimenticare come l’Amministrazione Pubblica costituisce anche la principale azienda del territorio che, come tale, finisce per gestire quantità ingenti di risorse finanziarie, che a molti fanno gola. Il primo Rapporto al Parlamento del Servizio Anticorruzione e Trasparenza ha individuato non solo il numero, ma anche le fattispecie dei reati verso la Pubblica Amministrazione volti a impossessarsi e

distrarre le risorse finanziarie pubbliche: dalle truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche all’indebita percezione di erogazioni. Il rapporto dimostra come la capacità di infiltrazione e di condizionamento della criminalità organizzata sulla pubblica amministrazione si eserciti prevalentemente a livello locale, dove la contiguità è maggiore, su quelle attività che garantiscono una maggiore redditività economica, dunque gli appalti pubblici, i finanziamenti comunitari, lo smaltimento dei rifiuti, e in quei settori (in primis quello sanitario) dove maggiormente si concentra la spesa pubblica in capo alle regioni. Però in questa stagione - evidenzia la UIL - invece di rafforzare la funzione di controllo, si chiudono le strutture territoriali del governo nel territorio o si ridimensionano, come sta avvenendo con le Prefetture e con i Tribunali; si aboliscono organi di controllo dell’ecomafia come il Corpo forestale dello Stato; si sopprimono i servizi provinciali culturali, quelli sociali e la funzione della Polizia provinciale che controllava l’ambiente; i segretari comunali che curavano la legittimità delle delibere comunali si cancellano con un colpo di spugna; si disperdono le professionalità degli ispettori Inps, Inail e del Ministero del lavoro. Questo, in un contesto debole ed esposto come quello di Isernia, rischia di avere conseguenze pericolose.

“Il territorio di Isernia - ricorda Boccardo - è molto prossimo a realtà in cui opera una criminalità organizzata aggressiva, le correnti del malaffare passano qui vicino e se finora siamo stati toccati solo marginalmente è solo per la pochezza delle risorse su cui mettere gli occhi. Ma fra poco qui arrivano le risorse, non proprio banali, destinate alla ripresa economica, occupazionale e sociale dell’Area di Crisi. E accanto alla criminalità tentata di interessarsene ci sarà pure qualche avventuriero dell’economia, qualche prenditore che “afferra il bottino e scappa”. Ma anche le iniziative economiche, quelle positive e credibili, dovranno essere autorizzate, seguite, accompagnate, vigilate e verificate da una pubblica amministrazione efficiente e da strutture specializzate ed a ciò abilitate.” La UIL molisana chiede retoricamente “È il momento giusto per smobilitare le forze che controllano l’ambiente e salvaguardano l’integrità del territorio? È opportuno che il coordinamento delle azioni nei casi di calamità venga portato lontano? Come farà un ufficio pubblico dislocato altrove ad occuparsi efficacemente e celermente di autorizzazioni, vigilanza, controllo? E i soggetti che monitorano, indagano, intervengono per reprimere comportamenti illegali e per garantire la sicurezza ai cittadini, in che condizioni più scomode si troveranno ad agire?”

Minori stranieri a Sant’Agapito Percorsi di integrazione sociale attivati dalla locale comunità SANT’AGAPITO. Il Molise Solidale che accoglie i minori stranieri non accompagnati sarà impegnato a Sant’Agapito nel pomeriggio in un evento che mira ad approfondire i percorsi di integrazione sociale attivati dalla bella esperienza di quella comunità, esaminando le opportunità ed i risvolti positivi sia in termini di diritti umani che di prospettive di sviluppo per il territorio. L’esempio di Sant’Agapito è stato seguito anche da altri comuni come Casacalenda, Bojano, Cerro al Volturno e Scapoli, che proprio in questi giorni si sono visti approvare i propri progetti

di accoglienza per 43 minori stranieri ottenendo un finanziamento di poco inferiore ad un milione di euro che consentirà a diversi operatori, mediatori culturali e assistenti sociali di attivare percorsi professionali fino al 31 dicembre 2016. Dopo i tragici fatti di Parigi le società del Nord del Mondo rischiano di chiudersi a riccio accentuando la radicalizzazione di uno scontro consegnato alla violenza delle armi e rinunciando a ricercare nel dialogo interetnico, multiculturale e interreligioso la risposta alle disuguaglianze sociali e alle richieste di giustizia delle popolazioni che vivono in sofferenza nelle pe-

riferie abbandonate del pianeta. Il monito di Papa Francesco che ha scelto simbolicamente di aprire la Porta Santa nella catte-

drale della capitale della Repubblica Centroafricana, può e deve essere raccolto da chi intende costruire ponti e non mura, inclu-

sione e non contrapposizione, dialogo e non scontri.


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Termoli

4 dicembre 2015

Rio Vivo, i cittadini chiedono certezze Dopo gli allagamenti dei giorni scorsi, il Comune cerca di reperire i soldi per gli interventi TERMOLI. Viaggia su due binari diversi la ricerca di una sintesi alla protesta dei residenti di Rio Vivo, che a seguito del maltempo e delle mareggiate dei giorni scorsi, si sono nuovamente confrontati con ingenti danni ai propri appartamenti. Due soluzioni perché da un lato vi sarebbe l’intervento quasi “tampone” dell’immediato e, dall’altro, la certezza che si necessita di un’azione risolutiva

duratura nel tempo. Chiare appaiono le loro richieste. Tra queste prima di tutto il pagamento dei danni che si sono verificate alle abitazioni “che adesso sono da buttare – hanno affermato i residenti – dopo quattro alluvioni i muri e i mobili sono tutti rotti e molti di noi devono andare via dalle abitazioni. Quindi abbiamo bisogno di un alloggio per quattro-cinque mesi”. Sotto la lente anche un problema

di sicurezza per un evento che “non si doveva ripetere ma in realtà si è ripetuto nuovamente. Per quello che ci riguarda chiediamo che venga realizzata una barriera che ci dia una sicurezza immediata e questo significa che domani l’amministrazione dovrebbe chiamare una ditta che, a spese comunali, ci venga a chiudere le strade. Anche se questo significa murarci vivi non importa. L’importante è che quello

che è accaduto di nuovo non si verifichi più. Noi aspettiamo quello che ci hanno promesso e staremo a vedere quello che succede. Intanto vogliamo delle risposte per i nostri danni e vogliamo sapere chi pagherà questi danni”. Si cercano soldi, lavori e soluzioni abitative ma qui ci sono poche possibilità di soddisfare gli stessi residenti e allora, nel post incontro con il sindaco Sbrocca,

resta l’impegno a cercare di sbloccare i fondi e realizzare in tempi stretti le nuove barriere frangiflutti che potrebbero ridurre drasticamente il problema. Le barriere, stando a quanto riferito dal sindaco ai residenti, dovrebbero essere realizzate tra una ventina di giorni, considerando che dal 18 novembre è stato chiuso il bando per la posa in opera delle barriere frangiflutti.

L’Olio di Flora 2015 medaglia d’argento al premio BiolNovello 2015 LARINO. L’Olio di Flora, biologico della varietà “Gentile di Larino”, prodotto da La Casa del Vento di Larino, conquista una medaglia d’argento al Concorso BiolNovello 2015 che si è svolto il 27 del mese scorso a Bologna. E’ il solo a rappresentare l’olivicoltura molisana in questa importante competizione internazionale, giunta alla seconda edizione, che ha visto un olio abruzzese, “Trappeto di Caprofico” dell’Azienda Agricola Tommaso Masciantonio di Guardiagrele (Ch), vincitore assoluto, accompagnato da un olio della Sardegna “Vantu” del Nuovo Oleificio di Sandro Chisu e da un “Librandi Nocellara del Belice” delle Tenute Librandi della Calabria. 14 gli oli del mondo medagliati (1 Albania, 2 Croazia, 7

Grecia, 4 Spagna), ben 59 gli oli italiani e, con L’Olio di Flora del Molise, 4 Abruzzo, compreso il vincitore, 1

La riedificazione della chiesa di Santamaria Ester Ad Acquaviva Collecroce il 7 dicembre, ore 15.30 a 300 anni dall’evento Nel 1714 i rappresentanti della popolazione di Acquaviva Collecrocechiesero ai Cavalieri di Malta della Commenda di San Primiano di Larino, a cui apparteneva il paese, di poter “rifare la Chiesa parrocchiale cadente & incapace”. Essi ottennero così il beneplacito di “rifarla … fra il termine di due anni” e giànel 1715 la Chiesa, riedificata dalle fondamenta e ampliata, venne riaperta ai fedeli. Nel 2015 ricorrono, quindi, i trecento anni dalla riedificazione della chiesa. La Parrocchia e il Comune di Acquaviva, insieme all’Associa-

zione Culturale Naš Život,hanno voluto celebrare la ricorrenza organizzando un convegno,per evidenziare l’importanza delle chiese parrocchiali nello sviluppo delle piccole comunità e le peculiarità della Chiesa di Santa Maria Ester, nell’ambito dell’architettura sacra nel Molise del ‘700, di cui questa chiesa è uno dei tanti esempi. Il convegno si terrà il prossimo 7 dicembre 2015, alle ore 15.30, presso la Chiesa di Santa Maria Ester, in piazza Nicola Neri ad Acquaviva Collecroce, con la partecipazione di esperti di arte e storia locale.

Nel corso dell’incontro, al quale sono invitati tutti gli interessati, dopo i saluti del Parroco Don Antonio Boccardo, interverrannoil prof. Giovanni Piccoli sul tema “Acquaviva Collecroce: la Chiesa, il popolo, il clero dal 1500 ad oggi”, l’arch. Franco Valente sul tema “La Chiesa di Santa Maria Ester nell’arte del ‘700 molisano” ed infine del direttore dell’Archivio storico diocesano di Termoli-Larino Giuseppe Mammarella sul tema “La diocesi di Larino e i suoi martiri”.

Basilicata, 2 Campania, 3 Lazio, 3 Liguria, 16 Puglia, 6 Sardegna,12 Sicilia, 5 Toscana, 5 Umbria e 1 Veneto. Ed ora la grande attesa per “Goccia d’Oro” 2015, il prestigioso premio riservato ai soli oli molisani, che, come le precedenti undici edizioni, si svolgerà prima di Natale, in concomitanza con il 21° anniversario dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, fondata a Larino nel dicembre del 1994.


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Termoli

4 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ex San Pio, rischio chiusura La paventata soppressione del centro a Termoli mette in allarme i pazienti TErMoLi. Non si sblocca la vertenza dell’ex centro di riabilitazione Padre Pio, ora Crm. E’ trascorso ormai un anno da quando la Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio ha venduto il ramo di azienda relativo ai centri ambulatoriali del Basso Molise , cedendoli alla società “Centri di Riabilitazione srl “. Di fronte alle nostre legittime perplessità , le amministrazioni, a vario livello, e la società acquirente hanno assicurato agli utenti ed ai genitori dei pazienti, adulti e bambini con disabilità più o meno grave, che la cessione non avrebbe intaccato la qualità del servizio offerto e la continuità terapeutica.

Nel corso di quest’anno, abbiamo assistito impotenti al licenziamento di quattro operatori, che per anni si erano presi cura dei bambini e delle loro famiglie. Alcuni utenti hanno anche visto ridursi il numero delle terapie, rispetto a quelle di consueto effettuate. Siamo stati in silenzio fino ad ora, con lo spirito di chi sa che in tempi di crisi deve rinunziare anche a qualche diritto per il bene di tutti. Ora, di fronte all’assoluta incertezza che circonda il futuro, non possiamo più tacere. Non sappiamo cosa accadrà dal 1° Gennaio 2016. Attualmente si paventa la chiusura del centro ambulatoriale di Termoli

e l’assoluta incertezza sulla sorte degli operatori che si prendono cura dei pazienti. Grazie a loro, e soltanto a loro, alla costanza ed alla dedizione con la quale hanno avuto cura di tutti gli utenti, abbiamo potuto affrontare con una serenità agrodolce questi mesi difficili. Prendersi carico di un paziente, e di un bambino specialmente, non significa soltanto espletare un’ attività professionale, quale è la riabilitazione neuromotoria o la logopedia. Significa soprattutto dedicarsi ad un essere umano e supportare la sua famiglia in un percorso che non si esaurisce nello spazio terapeutico di un ambulatorio, ma dura per anni e

spesso per una vita intera. In quest’ottica nello scorso anno abbiamo richiesto che venisse garantita ai nostri figli la continuità terapeutica con gli stessi operatori, ed abbiamo chiesto che venisse preservata l’unicità del centro di riabilitazione di Termoli, che per anni ha lavorato come centro di eccellenza per la riabilitazione in età evolutiva. Oggi ribadiamo con fermezza la nostra richiesta. La paventata chiusura del centro termolese sarebbe l’ennesima sconfitta per questa città , che verrebbe a perdere un altro servizio essenziale, perché – sappia telo- la riabilitazione è un

servizio essenziale ed un diritto per il cittadino. Questa , per noi e per i nostri figli, è una battaglia concreta ed attuale, perché senza riabilitazione non c’è futuro, ma è anche una battaglia per la città di Termoli e per tutti i cittadini. Chiediamo pertanto che ognuno di voi faccia quanto in Suo potere per scongiurare questo grave pericolo per Termoli e per il Basso Molise. La capacità di una pubblica amministrazione si misura da quanto sappia prendersi cura dei cittadini, specie di quelli più fragili, così come la forza di un’impresa si misura dalla qualità dei servizi che sa offrire.

Acqua, i soliti disagi in basso Molise di Nicola Felice Quanto accaduto mi porta a dire: ci risiamo ! Non è la prima volta che i cittadini di questo territorio sono oggetto di questi disagi, e messi alla prova della loro pazienza, a causa della fornitura dell’acqua. Ricordo l’emergenza dell’autunno del 2000 con per l’alluminio e quella del 2010 per i trialometani, dovuti, forse, principalmente per la non corretta conduzione dell’impianto di potabilizzazione di Molise Acque, oltre che da un poco efficiente sistema di controllo analitico da parte sia dei gestori del servizio idrico che dalle autorità preposte. I disagi di questi giorni sono stati ancora superiori a quelli degli anni precedenti, poiché per diversi giorni c’è stato l’interruzione totale della fornitura di acqua, quindi l’indisponibilità dell’uso dell’acqua anche per i servizi igienici. L’azienda Molise Acque, titolare dell’impianto di potabilizzazione, fornitrice dell’acqua ai Comuni, ha giustificato l’accaduto alla forte torbidità dell’acqua per l’eccezionale evento atmosferico dei giorni scorsi. Ciò però non esclude, e da verificare che, forse, anche altre cause hanno inciso, per esempio il non aver adeguato il processo di potabilizzazione in funzione della diversa torbidità dell’acqua da trattare, mettendo in crisi l’impianto: cattiva sedimentazione, intasa-

mento dei filtri, ecc..inevitabile del fermo impianto, e tempi lunghi per il ripristino della produzione di acqua potabile. A conferma di ciò vi è l’assenza di disagi alle aziende del nucleo industriale di Termoli, per l’acqua prodotta dall’impianto di potabilizzazione del Consorzio di Sviluppo del Biferno, Tale impianto tratta la stessa acqua impiegata nell’impianto di potabilizzazione di Molise Acque, captata dalla diga del Liscione. Per Termoli, forse, si potevano ridurre se non proprio evitati i disagi, se la CREA, società che gestisce il servizio idrico per conto del Comune, avuto notizia dell’interruzione totale della fornitura di acqua potabile da parte di Molise Acque, avesse richiesto, in sostituzione, la fornitura al Consorzio Industriale del Biferno. Non sarebbe stata una novità, è avvenuto già per anni nel passato per integrare l’insufficiente fornitura dell’ex ERIM oggi Molise Acque. Qualora la CREA non avesse adottata tale soluzione per questione economiche, in quanto l’acqua potabile prodotta dal Consorzio ha un costo superiore, visto il disservizio e i disagi, anche economici, che i cittadini hanno e continuano a subire, sarebbe un atto grave e ingiustificabile!

E pensare che il Sindaco di Termoli, Angelo Sbrocca, è anche Presidente del Consorzio di Sviluppo Industriale. Questo ulteriore triste evento si spera sia occasione per “rinfrescare la mente”, all’intera classe dirigente, e soprattutto per i Sindaci del Basso Molise, dell’importanza che riveste il completamento dell’Acquedotto Molisano Centrale, consentendo anche ai cittadini di questo territorio di beneficiare delle ottime acque sorgive del Matese. Questa opera programmata alla fine degli anni 70, da una classe dirigente “illuminata”, iniziata nel 2007 doveva essere completata nell’estate del 2012. A seguito di una ulteriore perizia di variante dei lavori, richiesta nel 2011 dal Comune di Montenero di Bisaccia, ad oggi i lavori risultano fermi in attesa dell’approvazione del CIPE e della Corte dei Conti. Dopo i tanti “strombazzamenti”, in occasione di ogni competizione elettorale, con l’annuncio dell’imminente ultimazione dei lavori e la fornitura di acqua di sorgente anche per i cittadini del Basso Molise, ad oggi nulla è cambiato, si continua ancora ad utilizzare l’acqua trattata con tutti i disagi. Questo ulteriore evento non può che farci gridare con forza: ORA BASTA!

A Larino la presentazione di una iniziativa per dare continuità alla tradizione guardando a produttività ed innovazione

Sviluppo economico e promozione della Festa San Pardo, stop alle polemiche: un progetto ambizioso ma possibile Larino – AgriTecno, in collaborazione con Pia Associazione Carrieri di San Pardo e Diocesi di Termoli Larino, guarda oltre e lo fa proponendo “una idea progetto per l’organizzazione, lo sviluppo economico e la promozione turistica della festa di San Pardo”. Una iniziativa per dare continuità alla tradizione ma soprattutto per far diventare la medesima Festa un volano produttivo-economico per tutto il territorio. L’appuntamento larinese del 25, 26 e 27 maggio ha certamente un valore spirituale ma è mosso anche da tanta passione. Circa 120 i carri, trainati dai buoi, che vengono allestiti ogni anno con grande attenzione. Per giorni, famiglie di carrieri si adoperano nel sistemare luci e coperte, stoffe ricamate e fiori di carta realizzati da mani esperte e fantasiose. Un rito che richiede enormi sacrifici anche per il reperimento degli

animali, spesso chiesti ai paesi limitrofi o prelevati temporaneamente, con costi importanti, da regioni vicine. Un impegno a 360° per onorare festeggiamenti suggestivi che percorrono le vie del paese accompagnando le antiche statue di santi prelevate dalle principali Chiese della cittadina frentana. Una usanza popolare che merita una concreta promozione turistica, introducendo ad esempio l’opportunità di adottare costumi tradizionali ora assenti, di commercializzare immagini o elementi dei carri che altrimenti andrebbero distrutti. Ipotesi alle quali si affianca l’ambizioso progetto di realizzare una stalla per bovine e vitelli che possa arrivare, anche gradualmente, a coprire il fabbisogno totale di ‘tiri’ (240 animali), con una rimonta, quindi, di almeno 60 bovini, oltre ad un congruo numero di altri

animali di sostituzione in caso di impedimento di uno di quelli assegnati ai carrieri. L’indirizzo produttivo specifico sarà quello di latte e carne, e conseguenti prodotti trasformati (caciocavalli, lattini tipici, carni fresche e lavorate). Pronta la risposta di Larinascita. “Durante la presentazione non sono mancate le critiche mosse da LARINASCITA e alle quali risponde il promotore del progetto, nonché carriere, Giovanni Lozzi: Intanto l’affermazione “progetti poco seri e concreti” è un offesa a chi ha presentato l’idea-Progetto, ripeto Idea non progetto esecutivo (senza pretese e senza scopo di lucro, ma promosso da un carriere che ha voluto dare un contributo per avviare una discussione, in parte già in corso da anni) e a chi ha dato un contributo qualificato e tecnico alla presentazione del progetto, altresì

alle autorità che lo hanno sostenuto. Partendo dall’idea progetto si ribadisce che la proposta prima di tutto è finalizzata alla tutela e al consolidamento della Festa religiosa, patrimonio di tutti, e ad uno sviluppo produttivo e dimostrativo, non certamente a risolvere i problemi dell’agricoltura e della zootecnia molisana. Quanto alla previsione di spesa, come ha ben specificato il parroco della Cattedrale nonché presidente della Pia Associazione Carrieri di San Pardo, don Costantino DI Pietrantonio, si tratterebbe quasi di un sogno. Se i rappresentanti de Larinascita avessero seguito bene la mia relazione (una evoluzione del primo progetto elaborato da oltre un anno) magari avrebbero capito che la fonte principale di finanziamento individuata è la misura 16 del PSR 2014/2020 e che, concreta-

mente, il soggetto promotore ed attuatore dovrebbe essere, non l’AgriTecno Molise, ma una fondazione, o comunque altro soggetto (da costituire con vari enti, in primis il Comune e l’Associazione Carrieri) che porterebbe avanti un discorso di strutture imprenditoriali (ad esempio una cooperativa di giovani), candidabile a partecipare ai bandi pubblicati ed in via di pubblicazione scansando le “vecchie politiche note ai molisani e dagli effetti nefasti”. Quanto invece l’affermazione secondo cui “si garantiscono profitti e privilegi ai soliti sostenitori”, se il riferimento è alla COTEB Soc. Coop. Agricola, forse è giunto il momento di chiarire una volta per tutte la faccenda. Ma quali lauti profitti, vantaggi e privilegi? Sono stufo, anzi arcistufo, di sentire queste cose, la COTEB è una vittima“.



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Opinioni di Lino D’Ambrosio Questa nostra regione si sta autodistruggendo ed è l’insieme delle persone che, chi più chi meno, sono tutte complici e, impossibilitate a fare qualcosa perché allo stesso tempo vittime del sistema. Bisognerebbe intraprendere un’azione per evitare il tracollo e l’esistenza stessa di questo nostro vituperato Molise. Da catastrofica profezia a drammatica verità. Una verità che è sotto gli occhi di tutti, invisibile per una dilagante cecità di coscienza. Ma fino a che punto dobbiamo spingerci prima di capire quanto male stiamo facendo al Molise, alle nostre città e quanto male facciamo a noi stessi? Il male in questione di cui stiamo parlando è quella cosa che usiamo definire insipienza ma che potrebbe andare tranquillamente sotto la voce “delitto”. Perché è di questo che si tratta. Quando l’ultimo negozio sarà chiuso, l’ultimo presidio abbandonato, l’ultimo artigiano o commerciante depredato da un fisco insaziabile, dagli innumerevoli e paradossali sportelli di banche usuraie e senza scrupoli, ci accorgeremo, finalmente, che non c’è più speranza di ripresa. Basta guardare le nostre strade, in certi momenti sembra che la gente sia tutta sparita, non circola nessuno. Il centro città è un deserto, i negozi vuoti, i locali chiusi, le scritte “vendesi e affittasi” sempre più numerose. Uno scenario da “day after”. Anche il traffico si concentra solo in alcuni orari, i parcheggi a pagamento del centro sono sempre disponibili. Anche gli accaparratori di sempre, noteranno che non potranno sopravvivere mangiando il denaro che accumulano. Ma procediamo per gradi. Abbiamo affidato gli acquisti e il commercio a grandi gruppi che rastrellano tutte le risorse dei molisani portandole altrove. Loro, in cambio, ci propongono, una scelta infinita di prodotti che non potremo mai acquistare, quei pochi che lo fanno, non riescono ad utilizzarli perché non c’è il tempo sufficiente. Perché non c’è tempo per vivere la famiglia, i figli, il riposo. Anche la domenica si lavora. I grandi gruppi sbeffeggiato le sane e normali abitudini e con lusinghe pirotecniche, inducono al consumo, all’acquisto. Non solo, il mercato globalizzato riconsegna al consumatore la sensazione che ogni acquisto è

di Claudio de Luca “Posso rendere felici tutti gli amici. Basterà che possa legiferare e questa o quell’altra categoria, la tale o la tal’altra comunità, potranno fare passi da gigante. Votatemi. Potrete trascorrere anni degni d’essere vissuti. Ma fate bene attenzione: so pure gettarvi nella disperazione più nera ove non sovveniste ai miei desideri elettorali”. Se solo potesse farlo apertamente, c’è da credere che un politico molisano esternerebbe proprio così. Per il momento, glielo inibisce la decenza e la paura dei sentimenti di rivalsa avvertibili anche tra le fila degli “aficionados”. Che così la vedano i “potenti” nostrani è “comprensibile”; ma meno giustificabile è che ci credano gli stessi elettori. Se vi capita di parlare con qualcuno che conti, valutate il suo ed il vostro atteggiamento. Dall’alto della supponenza sembra ricordarci:”Sta’ attento perché non c’è foglia che possa muoversi se io non voglio”. E’ così che questa genìa di politicanti (con le dèbite eccezioni) si guadagna da vivere rivolgendosi al cittadino con la sicumèra dei prepotenti. Muovendosi tra le pieghe delle regole, e grazie alla collaborazione di burocrati che hanno abdicato

4 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise che si autodistrugge

incauto, perché probabilmente, comprandolo in internet o sulle bancarelle in occasione delle feste più importanti, si poteva ottenere un risparmio superiore. Per essere convinti di spendere poco, solo il necessario, abbiamo bisogno del conforto e della rassicurazione di due occhi a mandorla che ci salutano con il loro semplice ciao. Intanto, non solo mandiamo i nostri soldi altrove ma stiamo anche perdendo il gusto italiano del vestire, dell’arredare la nostra casa, confinando il made in Italy a prodotto di secondo piano. Eppure sono gli artigiani, le imprese italiane che potrebbero dare lavoro ai nostri figli. Ragazzi a cui, non sappiamo insegnare il valore della cucina tradizionale, della dieta mediterranea, perchè vittime inconsapevoli del gusto standard della carne macinata con le salse. Non voglio parlare poi della macchinazione che si perpetra ogni giorno sui tavoli dove si dispensa una cultura da odiens, atta al presenzialismo per i frustrati all’ultimo stadio che hanno abbandonando le nostre tradizioni, la nostra identità e la nostra cultura alle fauci insaziabili di squali provenienti da ogni parte. Se poi ci soffermiamo, appena un momento, a riflettere sul disastro ambientale del nostro territorio, ri-

schiamo il mal di testa. Affidato per decenni a politici senza scrupoli, il Molise è diventato una discarica di sostanze tossiche. Hanno ignorando per anni che l’uomo fa parte di un sistema chiamato “Sistema terra”, un sistema regolato da specifici processi chimici, fisici e biologici che regolano l’andamento dell’intero pianeta. Quando avviene una qualsiasi forma di contaminazione dell’acqua, dell’aria e del suolo con sostanze o materiali capaci di interferire con i naturali meccanismi di funzionamento degli ecosistemi, compromettendo la qualità della vita, nasce l’inquinamento. A volte l’uomo sembra dimenticare di essere parte dell’ecosistema, ignorando che tutto quanto danneggia ciò che ci circonda ricade, in maniera inevitabile, su noi stessi in molteplici modi. Ad esempio i gas di scarico delle città restano sospesi in aria finché, condensati, non ricadono sulla terra dando vita, al fenomeno delle “piogge acide”, le quali, a loro volta, contaminano il terreno sul quale coltiviamo e dal quale si nutrono gli animali. Risultato: mangiamo prodotti contaminati. Contaminati dalle nostre stesse abitudini. Gli scarichi di liquami e rifiuti solidi urbani contaminano il suolo e

Un voto per campare dalla propria funzione notaril, possono erogarti un finanziamento, un contributo a fondo perduto, magari affidarti una consulenza oppure diminuire l’importo di un tributo, sovvenzionare la cultura “amica” e sabotare quella di chi sia “cliente” di un avversario. Per di più, possono far lievitare le tariffe dei trasporti pubblici ed addizionare il costo della benzina. Si trovano nella condizione di riconoscere (o meno) ai cittadini il diritto alla salute, e quindi quello di vivere meglio, oppure di negarglielo nascondendosi dietro il Governo nazionale, applicando questo moralismo (da sagrista post-democristiano e da opportunista ex-comunista) con grande “nonchalance”. Un Signore della Politica, se ti prende in simpatia, può addirittura far crescere nella piccola area verde posta sotto casa tua, alberi di zecchini d’oro come fece Carlo Collodi nel libro di Pinocchio. Un politico, dotato com’è di superpoteri, può fare: 1) dei suoi “clientes”, tante

persone realizzate; 2) dei lavoratori in genere, dei soggetti assicurati contro ogni sventura dell’economia; 3) di un padre di famiglia, un uomo sereno. Infine, può rendere felice uno studente e far apparire il futuro più roseo ad un imprenditore. Un sacerdote in vena di predicozzi direbbe ch’egli è “il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola”. Insomma colui che Tu hai votato può tutto, persino innalzarci ad un livello di poco più inferiore al suo, premiandoci come Calìgola fece col suo cavallo. Tutto ciò posto, resta da capire perchè gli elettori continuino a prenderli sul serio ed a votarli, quando è evidente che i politici – almeno durante la campagna elettorale – non hanno affatto i superpoteri di cui si vantano (perché saremo noi a conferirglieli, accedendo in cabina). Dopo, coi loro interventi, con le loro “regolamentazioni”, con i congressi di partito, con le loro incompetenze e le loro fabbriche dei programmi provvederanno solo a

le falde acquifere. Il disboscamento, è causa di ulteriori problemi quali: la desertificazione nei territori secchi, l’erosione, le frane e gli smottamenti nei territori piovosi e collinari, l’ inquinamento degli ecosistemi acquatici: sottrazione di risorse per le popolazioni. Tutto ciò non rende solo difficile le condizioni di vita, ma provoca danni diretti fino all’autodistruzione. Esiste una correlazione tra lo smog che viene continuamente respirato e i tassi di mortalità in aumento, specie per casi di leucemia. L’effetto cancerogeno e l’effetto lesivo sull’apparato respiratorio sono già noti da diverso tempo, ma ulteriori studi hanno dimostrato una correlazione fra gas di scarico, polveri sottili ed altre patologie di altri apparati. Avessimo almeno una sanità funzionante, proprio ora ci ritroviamo con un debito sanitario incolmabile che ricade sulle tasche dei cittadini. I pochi presidi che potrebbero rappresentare l’eccellenza vengono osteggiati da poteri occulti. Il progresso umano non è di per sé negativo, ma lo diventa nel momento in cui manca il rispetto per le nostre cose e il nostro territorio. Una mancanza di rispetto che è innanzitutto mancanza d’amore per se stessi perché basata sulla consapevolezza della distruzione. La distruzione di noi stessi. In Molise ci vorrebbero politiche diverse invece, siamo ancora lì: la nostra regione crolla, la crisi è tragica, gli scandali si susseguono sempre più incredibili, sempre più indecenti e loro continuano a scandire le tappe della politica a colpi di battutine e di pettegolezzi. Come se vivessero in un altrove parallelo, fuori dallo spazio e dal tempo. Senza capire le necessità vere della gente. Eppure di politici e di amministratori seri e onesti ce ne sono anche da noi. Il problema è che vengono colpiti dalla malattia endemica di cui è vittima la nostra città: l’insipienza, la volgarità, la furbizia una sorta di virus dilagante che non trova cura giusta se non nella cultura dell’inganno del tradimento, dell’interesse personale. Tutta gente incapace dei fare riferimento a doti che qui da noi sembrano essere diventate delle anomalie: serietà, onestà, competenza e, addirittura, umiltà e discrezione. Tutto questo, a mio parere è autodistruzione.

rallentare ciò che un tempo – con brutta espressione e con esagerato ottimismo – veniva chiamata “la marcia del progresso”. Ascoltare i politici che si lodano e che s’imbrodano, nelle tivvì locali e nelle interviste ai giornali, nei manifesti murali ed ovunque appaiano un taccuino o un microfono, è un’esperienza sempre più surreale. Fanno peggio che mentire. Sono pomposi, e cantano come i galli, beccandosi l’uno con l’altro (fatte le dèbite eccezioni). Questi Signori usano i punti esclamativi, mai quelli interrogativi. Perciò, diffidate. Non può essere brava una persona non abituata a porsi domande. Scrivono con le maiuscole; non si accontentano di temere la crisi, di chiedere giustizia, d’essere preoccupati per il futuro dei giovani. “Vogliono” la Giustizia, “temono” la Crisi, sono preoccupati, ma solo a parole, per il futuro dei figli nostri. Mai di quelli partoriti grazie ai colpi dei loro magnanimi lombi perché il sangue del proprio sangue l’hanno spedito da tempo a studiare all’estero. In Molise ritornano solo per mangiare le “brioches” della Regina Maria Luisa, perché loro possono tranquillamente astenersi dal pane.


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