Tutti in piazza contro il costo della casta

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 111 - venerdì 15 maggio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Fiorina Reale

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Fiorina Reale titolare di Mixer, boutique a Campobasso da sempre esclusivista dei più lussuosi e famosi marchi di abbigliamento femminile, calzature ed accessori dei migliori brand internazionali. Ieri sera, poi, per la presentazione del nuovo brand Pinko, ha dato vita in città a un evento musicale di livello nazionale. L’Oscar, quindi, è ampiamente meritato.

Il Tapiro del giorno a Salvatore Micone

Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Micone. Il consigliere regionale eletto nel centrodestra è da tempo che, pare, amoreggiare con il centrosinistra pronto al gran salto nel calderone del Molise di tutti. Non a caso, poi, ha finito con il votare contro la petizione popolare di dimezzamento delle indennità. Al pari, del silenzio politico complice dinanzi lo sfascio del sistema economico regionale.

DI LAURA FRATTURA VINCENZO NIRO FACCIOLLA VITTORINO PETRAROIA MICHELE SCARABEO MASSIMILIANO NAGNI PIERPAOLO DI PIETRO CRISTIANO MONACO FILIPPO DI NUNZIO DOMENICO PARPIGLIA CARMELO SABUSCO GIUSEPPE TOTARO FRANCESCO CIOCCA SALVATORE IOFFREDI NICO FUSCO PERRELLA COTUGNO VINCENZO MICONE SALVATORE IORIO MICHELE CAVALIERE NICOLA MANZO PATRIZIA FEDERICO ANTONIO LATTANZIO NUNZIA TOTALE

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

15 maggio 2015

Mettere sotto tiro la Chierchia ha motivazioni strumentalmente politiche

Il problema è negli uomini e nelle donne di Palazzo san Giorgio privi di un barlume di cultura politica e amministrativa che li accompagni Ogni cosa, ogni scelta, ogni decisione risponde a un committente, a un potente, a un prepotente Fuoco concentrico sull’assessore all’urbanistica Bibiana Chierchia dall’interno del gruppo di maggioranza e dall’opposizione che chiedono conto di un anno di gestione del settore e dei risultati. Mossi soprattutto dal fatto che nella campagna elettorale che l’ha vista protagonista di una ampia proposta innovatrice (di soggetti e di metodi), fino ad arrivare all’ipotesi di realizzare Campobasso “Città europea”, una volta a Palazzo san Giorgio è calato il silenzio e sul destino urbanistico della città non si trovano elementi riscontrabili, dichiarazioni leggibili, e proposte valutabili. Dal che ne sta venendo fuori una polemica dai contorni frastagliati in cui c’è la parte politica, c’è la parte economica, c’è la parte professionale, ciascuna coperta da abili mascheramenti d’interesse. La parte politica vorrebbe che quell’assessorato all’urbanistica fosse tolto alla corrente del presidente della Regione Frattura per essere eventualmente trasferito alla corrente di Ruta; la parte economica è fagocitata dall’imprenditoria edile che sta reclamando attenzione per sé e poco le importa della città; la parte professio-

Di Italo Francesco Di Iorio* Fratelli d’Italia – AN vuole dare un suo fattivo e propositivo contributo affinchè il lassismo della Giunta Regionale non porti alle estreme conseguenze il piano di rientro dal deficit, privando un terzo del territorio molisano di una adeguata struttura ospedaliera, affinché l’Ospedale San Timoteo di Termoli, di fatto unico presidio sanitario del Basso Molise non sia penalizzato nell’attuale organico e nelle Unità Operative Complesse UOC esistenti. Il San Timoteo di Termoli raccoglie un bacino di utenza di circa 110 mila abitanti che in estate aumenta di altri 50 mila con circa 170 posti letto, meno di quelli riconosciuti alle cliniche private accreditate della Provincia di Campobasso. E’ evidente che ci sono squilibri con altri territori. La popolazione del Basso Molise non chiede reparti ad altissima specializzazione, ma che sia potenziato

nale è quella che nella imperizia tecnica della Chierchia vede un ostacolo alla presa di possesso della materia ora che con il Piano casa regionale c’è trippa per gatti. A Palazzo san Giorgio su sponde opposte ci sono due consiglieri comunali laureati in ingegneria: Masarella a capo della commissione urbanistica, e Coralbo all’opposizione. Nel momento in cui prendono la parola hanno un limite iniziale: la loro professione. Quando di-

scutono e propongono hanno dalla loro parte l’interesse della professione: progettare. Entrambi sono in odore di conflitto d’interessi e comunque i meno credibili. La signora Chierchia finora alle critiche ha opposto solo una raffinata eloquenza e uno scritto altrettanto dotto dal chiaro contenuto ideologico (non politico quanto filosofico), non avendo tra l’altro alcun atto amministrativo da poter opporre ai rilievi d’ineffi-

cienza. Della stessa accusa sono passibili anche coloro che la critichino e che la condannano a priori. Gli ingegneri Massarella e Coralbo, seppure da sponde opposte, avrebbero gli strumenti politici, dialettici e professionali non solo per star zitto (come opportunisticamente fa Massarella) e per polemizzare (Coralbo), ma per elaborare eventualmente proposte, progetti, e dare suggerimenti ed indirizzi di modo che sull’urbanistica cittadina si apra un dibattito, si animi un confronto, si dicano le cose come stanno e cosa deve essere immaginato perché la città esca dal dominio dei poteri forti e si attribuisca un profilo e una missione lungimiranti. Polemizzare sul niente o polemizzare su alcuni aspetti particolari e contingenti quale il Piano casa regionale, le zone perimetrate da Lucarino, è rimestare la solita minestra e perseguire il solito sotterraneo interesse di parte. Si chiariscano i dati di fondo, si dica chi davvero l’urbanistica a Campobasso la decide e la pone in atto: gli studi legali? Gli studi tecnici? I costruttori? L’amministrazione comunale?

La salute non si tocca al meglio l’esistente con personale medico e tecno-infermieristico, in quanto in alcune UOC sono a rischio i livelli essenziali di assistenza LEA con grave pericolo per i ricoverati. Qualora siano confermati i malaugurati tagli nella struttura adriatica, i pazienti si rivolgerebbero in altri complessi ospedalieri quali Vasto, Chieti e San Giovanni Rotondo, indi per cui la Regione Molise sarà costretta a sostenere maggiori costi diventando sempre più povera. I livelli di assistenza della popolazione basso molisana tornerebbero a quelli di 50 anni addietro con gravi disagi non solo economici, creando di fatto ingiustificati ed ingiustificabili squilibri sul territorio con aree di serie “A” ed altre di serie “B”. Ci permettiamo di dare alcuni suggerimenti al Presidente Di

Laura Frattura. Per ridurre i costi non si devono eliminare i presidi ospedalieri, bensì razionalizzare e meglio organizzare le risorse esistenti. Occorre innanzi tutto lavorare sui ricoveri, incentivando il personale a ridurre le degenze ed attuare, sin da subito, campagne sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari ed oncologiche, poiché la prevenzione ha un costo certamente minore rispetto alla cura. La popolazione molisana, infatti, è la più anziana d’Italia ed anche la più obesa ed in sovrappeso rispetto ad altre regioni. Per ridurre il deficit pauroso e gli sprechi, i commissari governativi che sono costati circa due milioni di euro alla collettività molisana, non sono la risposta. Ancor peggio sarebbe la contrazione di un nuovo mutuo, per oltre 250 milioni

di euro, come richiesto dal Governo nazionale, per il ripianamento del debito, che graverebbe come un macigno sulle famiglie molisane in termini di nuove tasse. Sarebbe, inoltre, auspicabile l’abolizione dei direttori di distretto, ottenendo così un risparmio di un milione di euro. In buona sostanza basterebbe un pizzico di responsabilità, nel rispetto della comunità molisana, soprattutto delle fasce più deboli di essa, anziani, bambini, diversamente abili che non possono e non devono vedersi privati del sacrosanto ed inalienabile diritto alla salute sancito dalla Costituzione. *Responsabile Provinciale del Dipartimento Politiche della Salute di Fratelli d’Italia-AN

Si sciolgano prima questi interrogativi e si capirà se Campobasso è desinata ad espandersi con nuovi insediamenti e quindi nuovi volumi cementizi, o vorrà cambiare rotta verso il recupero edilizio e la rigenerazione urbanistica. Di conseguenza si capirà quale città è nelle intenzioni di pochi e quale nella realtà di tutti: città dei consumatori (di risorse pubbliche)? Città commerciale? Città di produttori? Città degli studi? Mettere sotto tiro la Chierchia ha motivazioni prevalentemente politiche. Ma coloro che l’attaccano e non offrono una alternativa, non sono affatto apprezzabili. Il problema è certamente negli uomini e nelle donne di Palazzo san Giorgio, ma il vizio antico è l’assenza di un barlume di cultura politica e amministrativa che li accompagni. Ogni cosa, ogni scelta, ogni decisione risponde a un committente, a un potente, a un prepotente. E fintanto l’assemblea municipale risponderà ai vari committenti, ai vari potenti e ai vari prepotenti non darà mai una risposta alla domanda di creatività, rigenerazione, innovazione e bellezza. Dardo


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3 15 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Primavera molisana

Il sit-in dei sindacati di oggi e la lunga manifestazione di Frane Molisane fanno sperare in una nuova stagione Sarà una specie di prima conta, una prima chiamata a serrare finalmente i ranghi, quella che i sindacati, in modo unitario per una volta, faranno stamattina con il sit-in previsto davanti la sede della giunta regionale in via Genova a Campobasso. Sarà interessante, e probabilmente decisivo ai fini della reale capacità di incidere, quantomeno nel tessuto sociale se non nelle scelte di chi governa, poter valutare, pesare, il potere di richiamo, la forza di pressione che saprà esercitare la prima forma di mobilitazione sindacale di un certo rilievo che si registri da diverso tempo a questa parte. Fino a stamattina le rivendicazioni intorno alla difficilissima situazione occupazionale che affligge la nostra regione sono state slegate, organizzate a compartimenti stagni, legati alla particolare vertenza che si andava a discutere: GAM, Zuccherificio, Esattorie, Formazione professionale e via maledicendo. Stamattina, invece, i sindacati fanno

quadrato in modo unitario sui temi del lavoro (prospettive, investimenti, impegni) complessivamente intesi; alla ricerca di un corto circuito che possa interrompere il dialogo tra sordi che, fin’ora, ha visto impegnati Politica e Rappresentanze. La partecipazione al sit-in di oggi sarà un in-

dice incontrovertibile per misurare quanta speranza possiamo ancora nutrire in un futuro condiviso e allargato alle istanze del cittadino; oppure se dobbiamo controvoglia rassegnarci ad essere passivi destinatari di provvedimenti ex machina; muti, se non nel nostro individuale,

occasionale, mutevole livore. Il lavoro è questione basilare ed in Molise, che piaccia oppure no, è stato sempre troppo vincolato al destino della politica o di questo o quell’altro dominus della stessa. Un riscatto deciso dei lavoratori potrà darci la spinta per pagine nuove. Il sitin di stamattina è stato presentato come l’inizio di una stagione di mobilitazione a più ampio raggio. Saremo attenti testimoni di questa attesa riscossa. Più volte, da queste colonne, abbiamo sottolineato l’importanza della partecipazione popolare come reale antibiotico contro l’infezione del disincanto, della rassegnazione, del pigro esercizio della capacità di critica. La manifestazione organizzata da Frane Molisane, sigla che riunisce movimenti civici e di opinione, così come unione degli studenti e comitati spontanei a difesa del territorio, cominciata ieri con i

gazebo in piazza Municipio e che si concluderà martedì prossimo sempre sotto la sede della giunta regionale, offre, così, un’altra ghiotta occasione. In primis perché la manifestazione è apartitica (tutt’altro che apolitica); non sponsorizzata, né eterodiretta da partiti, liste e/o potentati di sorta, rappresentati in qualsivoglia contesto istituzionale: libera e buona società civile all’opera, per una volta. Fattispecie, questa, alquanto rara e, per questo, particolarmente godibile. In secondo luogo perché niente come la libera adesione a rivendicazioni collettive restituisce un pò di vitale speranza nel futuro; a prescindere dall’ottenimento immediato di un tangibile riscontro. Alla nostra società (tanto locale, quanto su scala nazionale) manca proprio un po’ di sincera affezione, qualche amorevole cura. Solo così il margine di manovra per sciacalli e approfittatori potrà essere leggermente, ma progressivamente ridotto. Sembra arrivare la primavera.

La lettura dei cittadini

I Black Block di Palazzo Moffa

Sotto i piedi la volontà dei cittadini

di Giovanni Muccio*

di Rino Ziccardi Di notte. Gli uomini neri, i Black Block delle istituzioni, hanno bocciato la prima e unica proposta di legge di iniziativa popolare mai presentata, che chiedeva la riduzione dei compensi a carico dei consiglieri regionali, compensi fatti esplodere in alto mentre, in quel ormai lontano luglio 2013, aumentavano l’ Irpef e le accise per il popolo bue. L’hanno bocciata di notte, dopo una giornata di attesa e di melina, aspettando che i cittadini dormissero. Mentre nella società italiana si è aperta la falla derivante dalla sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni, mentre la stampa embedded, lavora per far passare da privilegiati i pensionati a 1000 euro al mese, questi rappresentanti esclusivi dei loro interessi, hanno abbattuto, per l’ennesima volta, la credibilità della politica e distrutto la minima speranza che questa società possa essere equa e giusta. La distribuzione del voto contrario e a favore della proposta di legge, certifica la furbizia della politica, la mancanza di etica della responsabilità, il gioco delle assenze, il mercimonio di qualche incarico sottobanco. Alle seimila persone che hanno sottoscritto la proposta di legge appena bocciata parleremo nei prossimi giorni con le iniziative organizzate non solo dai promotori della legge; lo faremo con un mondo in subbuglio discutendo a Piazza Municipio e davanti a luogo dell’infamia il 19 maggio. Sempre di notte, gli uomini neri, hanno servito anche i giornali e l’informazione di regime, con la legge sull’editoria. Informazione di regime che si esercita a produrre locandine con notizie false, mentre, contemporaneamente, si fotografano imbavagliati, a scorno di una battaglia condotta con il retro pensiero di salvarsi ognuno per sé.

Cara Segretaria del P.D., bocciare la legge di iniziativa popolare sottoscritta da circa 6000 cittadini molisani, che chiedevano il dimezzamento delle indennità , da parte del Molise di tutti - non certo dal Centrosinistra considerato che i Partiti della Sinistra non riconoscono i loro rappresentanti in seno al Consiglio regionale -, non ha minimamente scalfito la considerazione che il Guerriero Sannita ha ormai di questa politica. Evidente è l’incoerenza tra ciò che si dice e gli atti votati. Attenzione, cara Micaela, ho riflettuto molto sulla bocciatura della legge di iniziativa popolare, avvenuta a circa venti giorni dalle elezioni regionali, che si tengono a livello nazionale. Si potrebbe trattare di un autogol , se la notizia dovesse fare il giro tra le emittenti nazionali, anche in considerazione delle proteste legittime, che certamente ci saranno da parte dei proponenti della proposta di legge e che potrebbero avere una risonanza a livello nazionale con ripercussioni politiche nei confronti del Centrosinistra che ha votato contro la proposta di legge e quindi contro il dimezzamento delle indennità. Ebbene, cara Micaela, credo che non sia un caso che tale proposta venga rigettata proprio mentre a livello nazionale sono in atto le elezioni regionali in molte importanti realtà territoriali della penisola. Si sarebbe potuto benissimo aspettare la fine di dette amministrative per poi rigettare comunque la proposta di legge di iniziativa popolare, considerato che giaceva in Consiglio Regionale da oltre un anno e mezzo. Non è che qualcuno rema contro la politica nazionale di Renzi all’interno della coalizione del “Molise di tutti?”. Se la notizia dovesse avere risonanza nazionale, non credo che resterebbe contento il tuo Segretario nazionale Matteo Renzi Riflettete. *Il Guerriero Sannita


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4 15 maggio 2015

Il direttore dell’Area Quarta, Rodolfo Cocozza, dal primo giugno è volontariamente in pensione

Alla Regione: chi ha voglia di fare e di cambiare ha un buon motivo per non restare

Nominato direttore d’Area con Angelo Fratangelo, Massimo Pillarella e Alberta De Lisio, ha scelto di non restare in un ambiente contraddistinto da asservimento, compiacenza e remissività aaHa dato correttamente il preavviso e dal primo giugno l’ingegnere Rodolfo Cocozza non sarà più il direttore dell’Area Quarta delle Regione Molise. Da quel giorno sarà un libero cittadino con alle spalle un lungo corso di attività amministrativa e dirigenziale. Ha deciso volontariamente di abbandonare l’incarico pur potendo continuare nella direzione regionale o tornarsene al Comune dove ha lasciato una impronta chiaramente leggibile della sua personalità e competenza a capo della ripartizione dei Lavori pubblici. Stessa orma, sebbene in un arco di tempo assai limitato, sarà quella che lascerà alla Regione luogo in cui, avvicinatosi con circospezione, ancorché fortemente sollecitato ad accettare l’incarico, ha conosciuto e vissuto le difficoltà di esplicare a tutto tondo le energie professionali e umane, essendo luogo di ristagno, di malmostosità, di compromessi al ribasso. Direttore d’Area a forte indice di autonomia e professionalità, all’indomani dell’incarico in virtù di una dinamica azione di riordino delle competenze, ha sfornato im-

portanti proposte di leggi nei settori dell’urbanistica (il Molise è l’unica Regione italiana a non avere una legge urbanistica, e si vede!), del settore sismico (proponendo il decentramento del deposito dei progetti presso le amministrazioni locali), dei trasporti (allestendo una bozza di contratto con le Ferrovie con nuove regole e nuove migliori garanzie

per l’utenza molisana), dei Lavori pubblici: settori da anni fermi ad una legislazione anacronistica e obsoleta, come piace evidentemente a chi amministra e chi professionalmente può avvantaggiarsi da un ordinamento regionale poco trasparente. Un soggetto di tale temperamento, di tale vivacità intellettuale e fattuale mal si concilia con l’ambiente

Salute mentale, Frattura disattende gli impegni Ieri l’incontro delle associazioni di settore CAMPOBASSO. Si sono riunite ieri le Associazioni e le Cooperative regionali che compongono la rete della salute mentale regionale. Il tema al centro della discussione è stato il progetto Centri per l’integrazione socio-lavorativa per gli utenti psichiatrici, fermo ormai al 31 dicembre 2014. Nonostante le continue insistenti richieste, conferenze stampa ed incontri a più livelli, le Associazioni e le Cooperative lamentano il fatto che per i pazienti che attraverso il progetto erano stati inseriti a lavoro con questi percorsi, siano ancora oggi a casa e senza certezza di ripartire. Per molti di essi si sono verificati gravi scompensi, conseguenze della sospensione delle attività e delle borse-lavoro. Dopo aver ricevuto rassicurazioni dalla politica regionale, in primis dal Presidente della Regione Frattura, dopo 6 mesi di promesse

non mantenute tutti i presenti alla riunione di oggi hanno deciso di indire per il prossimo 12 giugno 2015 una giornata della Salute Mentale presso la sala conferenze delle Cupolette. In quella sede i politici saranno chiamati a dare risposte certe su tutte le misure che interessano il complesso mondo della salute mentale molisana: non più solo parole e promesse, tutti si aspettano soluzioni rapide e concrete. Tutte le Associazioni e i rappresentanti delle Cooperative, che nel recente passato hanno raccolto più di 5mila firme a sostegno delle loro tesi, hanno inoltre deciso che, se in quella sede non vi saranno un confronto fruttuoso e risposte concrete rispetto alle politiche che la Regione intende organizzare per i disturbi psichiatrici, saranno pronte a dare vita a manifestazioni e azioni di protesta eclatanti.

regionale, le regole di asservimento, di compiacenza, di remissività che lo contraddistinguono. Presenza scarsamente conciliabile con il contesto ambientale e lavorativo anestetizzato, impermeabile ad ogni tentativo di cambiamento, di innovazione, di dinamicità. Di fronte alla impossibilità di incidere in una qualche misura sull’organizzazione e sul rendimento delle strutture di sua pertinenza, il direttore Cocozza, s’è reso conto che stava cedendo dalla sua determinazione e dalle sue convinzioni: ciò gli ha suggerito progressivamente di arrivare ad un conclusione: rimanere in quell’ambiente, o andarsene via. Nessuna incertezza. Andare via da una situazione politicoamministrativa che si alimenta costantemente delle peggiori intenzioni e condizioni: ostilità ad ogni forma di modificazione dell’andazzo generale, ossia al trascorrere del tempo possibilmente nell’inerzia e nella reiterazione, avendo cura di assecondare acriticamente gli interessi personali e politici degli amministratori. Crediamo che sentirsi isolato, osteggiato, irretito nella rete delle picco-

lezze quotidiane, probabilmente, in aggiunta a possibili motivi personali, abbia indotto l’ingegnere Cocozza a lasciare anzitempo l’incarico regionale. Nonostante avesse dimostrato di avere la forza, la convinzione e l’autorevolezza per mettere a nudo le deficienze strutturali e organizzative e come poterle sopperire e superare. Queste caratteristiche non sono state considerate utili, anzi un ostacolo, alla formazione del Tavolo tecnico per Expo 2015, alla composizione della commissione aggiudicatrice del “Concorso d’idee per la ristrutturazione e riqualificazione del complesso dell’ex hotel Roxy e per la costruzione di un nuovo complesso architettonico nell’area dell’ex campo Romagnoli, da destinare ad uffici della Regione Molise e a servizi comuni”, in cui l’ingegnere Cocozza è stato sopravanzato da avvocati e dirigenti amministrativi. Per cui, in una Regione in cui la illogicità la fa da padrona, la scelta logica è prendere le distanze. Dardo

Zuccherificio, parte la micro campagna Saranno 60 gli ettari coltivati a barbabietola A seguito della riunione convocata oggi presso il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, avente ad oggetto le problematiche connesse all’attuazione della campagna saccarifera 2015/2016 per la società Nuovo Zuccherificio del Molise srl, alla presenza del Direttore generale del Mipaaf Assenza, del Capo Dipartimento Bianchi, dei dottori Di Rubbo e Radicchi, dirigenti del Mipaaf, oltre che dell’onorevole Zucchi e del professor Arcuri, consulente del Ministero, alla presenza dell’onorevole Ruta e di tutte le sigle sindacali regionali, nazionali e aziendali, l’Assessore alle Politiche Agricole Vittorino Facciolla informava dell’avvenuta semina di circa 60 ettari di barbabietola su terreni di proprietà della Regione Molise e, quindi, del soddisfacimento delle previsioni regolamentari comunitarie, in materia di conferma dell’assegnazione della quota di produzione di zucchero in capo alla medesima srl. I rappresentanti del Ministero, presone atto, provvedevano a confermare per tale ragione la correttezza della procedura formale per la conservazione delle quote di produzione in capo alla società Nuovo Zuccherificio del Molise srl anche per la nuova campagna saccarifera. L’Assessore Facciolla esprime, dunque, vivissima soddisfazione per il risultato raggiunto, ringraziando il Ministero per l’attenzione, la puntualità e la qualità del lavoro svolto, rimarcando la correttezza formale e la bontà dell’azione politica intrapresa dal governo regionale a favore della salvaguardia delle quote e, ancor più, della tutela dei livelli occupazionali.


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Tutto quello che gli altri non dicono

15 maggio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

La Regione ha concesso di prorogare i termini di concessione del finanziamento del 1988 al 31 dicembre prossimo

La Tangenziale nord di dirit o nell’elenco delle opere pubbliche da indagare e vergognarsi

Al cittadino-contribuente che da 27 anni sta assistendo a questa vicenda rimangono la delusione e la rabbia generate dalla constatazione che non ci sia un addebito da sollevare e una responsabilità da chiamare in causa La strada dallo svincolo Anas del campo sportivo di Selvapiana al ponte san Pietro ed alla zona industriale (primo stralcio) della tangenziale Nord di Campobasso deve essere inclusa di diritto nel libro delle opere pubbliche di più lunga durata, il che equivale ad essere un’opera pubblica di cui vergognarsi la stazione appaltante, ovvero l’amministrazione comunale, il ministero dei Lavori pubblici, il Cipe e, dulcis in fundo, la Regione Molise in veste di mallevadore dei ritardi e delle proroghe e, perché no, le imprese coinvolte che rispondono al nome della Bo.Co.Ge. s.p.a., appalto risolto anticipatamente nel 1997, e dell’Associazione temporanea d’imprese Falcione srl (mandataria) e Generali Appalti spa (mandante), appalto risolto anticipatamente ad agosto 2014. La storia inizia col finanziamento Cipe del 3 agosto 1988, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 ottobre 1988, dell’importo (tradotto da lire in euro) di 17milioni e 301mila in favore del comune di Campobasso per l’esecuzione della strada sopra indicata. Dal 1988 al 2015 vuol dire 27 anni di tempo trascorso nel vano tentativo di realizzare

CAMPOBASSO. Purtroppo la Commissione esterna voluta dal governatore Frattura nei primi mesi di quest’anno per Molise Acque , pagando due consulenti esterni, nelle persone Mario Ferocino e Francesco Caruso, settantamila euro mal contati per il disturbo (più altri quaranta mila all’Anea), non ha avuto i risultati sperati. La ridefinizione dell’assetto istituzionale non c’è stata, l’ottimizzazione delle risorse e delle attività gestionali men che meno. Ma chi poteva immaginarlo? Noi, per esempio. Basta leggere l’edizione del 3 febbraio di quest’anno de La Gazzetta (e alcuni altri numeri successivi, a qualche giorno di distanza). Non che ci volesse la zingara, per carità. Ma questi sono i tempi. Intanto oggi veniamo a sapere che per Molise Acque arriva il commissario. Non sono stati sufficienti, quindi, l’indirizzo della giunta e del consiglio, previsti dallo statuto dell’ente, il consiglio

l’opera stradale che nelle intenzioni avrebbe dovuto chiudere l’anello della circumvallazione esterna alla città. Oltre un quarto di secolo sprecato in faccende tecniche e amministrative che sanciscono anche all’occhio di un profano l’esistenza di problemi di agibilità, progettuale e non progettuale, che stanno a loro volta a significare inequivocabilmente che l’opera era ed è tutt’ora infarcita di errori e manchevolezze cui si vuole mettere definitivamente riparo. In questo senso va letto il provvedimento regionale del 14 maggio con il quale è

stata accolta l’istanza del Comune di Campobasso, ente attuatore dei lavori, di riaprire i termini di concessione del finanziamento, procrastinando la durata della convenzione a tutto il 31 dicembre 2015, per il completamento delle attività in concessione. Nello stesso provvedimento la Regione, fattasi accorta da quanto fin qui è successo e può ancora succedere sotto l’aspetto tecnico e amministrativo (causa in corso ancora con Bo.Ge.Co spa e via dicendo), ha tenuto a specificare e a ribadire che, in virtù del principio di autonomia delle

Amministrazioni locali, resta estranea a tutti i rapporti giuridicamente vincolanti ed ai loro effetti che l’ente attuatore ha posto e porrà in essere verso terzi quale stazione appaltante, e ha anche ribadito la sua assoluta estraneità ad eventuali responsabilità derivanti da oneri economici e di altra natura che dovessero sorgere a carico di Palazzo san Giorgio per il maggior lasso di tempo trascorso per l’esecuzione dell’opera nella sua interezza, nonché derivanti da eventuali successivi provvedimenti di revoca. Al di là del burocratese, la Regione, che a nostro modo di vedere è dentro la faccenda fin dal nascere, è cosciente che il Comune ha per le mani una brutta gatta da pelare. Il che l’ha consigliata a mettere le mani avanti. Ma al cittadino-contribuente che sta assistendo da 27 anni a questa vicenda, senza la possibilità di capirla fino in fondo tanto è complicata e ingarbuglia, rimangono la delusione e la rabbia generate dalla palmare dimostrazione di inefficienza. Generate soprattutto dalla constatazione che non ci sia un addebito da sollevare e una responsabilità da chiamare in causa. Risorse finanziarie asse-

Molise Acque, commissario sì riquastrutturazione no d’amministrazione e la commissione esterna. Niente male davvero. Sappiamo però che il passivo di Molise Acque è di 20 milioni di euro, più o meno; che le esposizioni delle Regioni limitrofe, Campania e Puglia in particolare, sono cospicue ma nessuno si danna più di tanto per esigerle; che la rete idrica è un colabrodo e favorisce la dispersione di una percentuale di acqua vicina al 50%. Vedremo ora di quali poteri taumaturgici sarà dotato questo commissario (sperando soprattutto che si tratti di un profilo già a libro paga della Regione Molise e che il suo insediamento non costituisca un altro aggravio per le casse regionali e men che meno un’altra evitabilissima, munifica

regalia). Vedremo. Ma anche qui ci sentiamo facili profeti nel dire che non potrà mai essere l’attività di un solo uomo a porre rimedio a tanta incuria amministrativa. Solo il tempo, però, potrà dirci se questa nomina non è, molto più semplicemente, soltanto un dispettuccio da cortile nei con-

fronti del senatore Ruta, come i soliti maliziosi hanno già ampiamente preconizzato. Tornando alla la rete idrica vi annunciamo, cari lettori, che i nostri brillanti amministratori hanno già partorito la genialata. L’assessore alle infrastrutture, Pierpaolo Nagni, ha infatti annunciato che, entro settembre prossimo, verrà creato un altro ente che si occuperà esclusivamente della rete; dell’hardware. Eh, già. Molise Acque non ba-

gnate nel 1988 hanno seguito percorsi tortuosi e impervi, per arrivare al 2015 ancora in sospeso, senza per questo muovere un’autorità di controllo a intervenire. Il denaro pubblico ha perso la sua sacralità per diventare un una volgare risorsa da maneggiare da parte di maneggioni. L’ultima perizia di variante, ai milioni di euro appaltati, prevede di aggiungerne altri 815.609,04. La riapertura dei termini di convenzione al 31 dicembre prossimo è stata motivata con la necessità per il comune di completare le procedure contrattuali discendenti dall’approvazione della perizia; di completare i lavori previsti in perizia; di provvedere alla chiusura del rapporto contrattuale con l’Ati (Falcione - Generali Appalti); di eseguire il collaudo statico delle opere in cemento armato e di predisporre gli atti propedeutici alla rendicontazione finale. Che, stando a ciò che racconta questa storia assurda e straordinaria, non aiuta ad essere nemmeno accennata. Volendo essere generosi, la soglia dei 30 anni è molto vicina.

stava, era già tutta impegnata a non fare tutto quanto dovuto, se non accumulare 20 milioni di passivo; ci voleva, decisamente, Molise Acque 2. Una genialata, appunto. C’è poco da fare, la Regione Molise è un mostro ipertrofico che si nutre di burocrazia e più carta ingoia, più strutture sbrana, più diventa grasso, pigro, indolente. E così la risorsa che forse più di tutte, tra pochissime altre, poteva generare per la nostra regione un ritorno economico, un circolo virtuoso diventa il solito buco nero; si perde dai buchi dei tubi, viaggia verso altre regioni a qualche centesimo al metro cubo, che neanche incassiamo. Scommettiamo che tra un po’ le bollette dell’acqua nelle nostre cassette della posta cominceranno a pesare una tonnellata?

Dardo

Puntura di spillo Com’è strana la vita. Nonostante la Regione Molise, la Fiat – Fca investe per rilanciare la produzione di motori a Termoli, il Pastificio La Molisana scala le classifiche e si colloca tra i primi produttori italiani, e diverse aziende riprendono ad investire e sono in attesa delle autorizzazioni per ampliare la produzione ed il numero degli occupati (Momentive, Fis, ecc). Immaginarsi cosa potrebbe accadere se non ci fosse!


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Campobasso

15 maggio 2015

Scuola dell’Infanzia e Nido, l’inaugurazione Il Comune di Campodipietra taglierà il nastro del nuovo plesso scolastico domani mattina alle ore 10 Il Comune di Campodipietra inaugura, sabato 16 maggio alle ore 10:00, la nuova Scuola dell’Infanzia e il Micro Nido che renderanno ancora più qualificata l’offerta formativa dell’Istituto Comprensivo “Madre Teresa di Calcutta” di Campodipietra. L’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Giuseppe Notartomaso ha approvato il progetto esecutivo redatto dall’architetto Mariapia Carlone per la riconversione in materna e micro nido sia del vecchio che del nuovo corpo dell’ex scuola primaria sita in Via Paolo Gamba. I fondi, pari a 213.827,83 euro, di cui € 30.341,97 quali risorse comunali ed € 183.485,86 quale contributo regionale ottenuto

grazie alla candidatura nel 2011 della giunta comunale - allora guidata dal sindaco Gianluca Cefaratti - all’avviso pubblico dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Molise per la selezione di progetti volti alla realizzazione di servizi socio-educativi per la prima infanzia. L’immobile oggetto della trasformazione, realizzato dopo il sisma del 2002 per accogliervi le classi della Scuola Elementare, ha una superficie di 685 mq lordi, è su un solo piano ed costituito da due strutture collegate tra loro. Attraverso l’adeguamento e la ridistribuzione degli spazi, l’edificio può accogliere tre sezioni per un massimo di 75 alunni per la scuola dell’infanzia e 6 bambini per il micro nido. Le

aule, i servizi e gli spazi comuni sono stati curati in ogni dettaglio per offrire una struttura adeguata alla normativa vigente, alle esigenze dei bimbi, ma anche molto gradevole grazie alla scelta dei materiali e dei colori. Al taglio del nastro parteciperanno il Presidente della Giunta Regionale, Paolo Di Laura Frattura, l’Assessore all’Istruzione, Michele Petraroia, il Presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, i rappresentanti della Dirigenza dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Molise, il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Madre Teresa di Calcutta”, Massimo Di Tullio, il Parroco Don Saverio Di Tommaso ed altre autorità civili e militari.

Spopolamento, salvare i piccoli Comuni Il progetto è quello di “Voler bene all’Italia” che si avrà anche in Molise. La regione, tra l’altro, è quella che maggiormente risente della costante perdita di popolazione C’è un’ Italia in grado di far incontrare la tradizione e l’innovazione, capace di diffondere le buone pratiche ambientali, in cui si tocca da vicino l’autenticità dei luoghi. E’ una piccola grande Italia che rappresenta la forza del made in Italy. Anche quest’anno Legambiente con “Voler bene all’Italia” ha organizzato due giornate ricche di eventi negli antichi borghi del Molise. Il 1 e il 2 giugno, i turisti sono infatti invitati a conoscere le storia e le eccellenze molisane. “Voler Bene all’Italia nasce con l’obbiettivo di porre l’attenzione sulla valorizzazione delle aree interne da cui dipende buona parte della tutela del territorio e che custodiscono cultura e arte, paesaggi e biodiversità, prodotti agricoli di qualità e artigianato che rendono la Penisola famosa nel mondo – spiega Legambiente Molise – La nostra re-

gione, il Molise, può offrire ottimi esempi di comunità virtuose costruttrici di bellezza e ricchezza”. In Italia più di un comune su due ha

meno di 5000 abitanti, ed è proprio in queste piccole comunità che si pongono le basi per compiere importanti cambiamenti sociali.

L’architetto Franco Valente e la dott.ssa Silvia Santorelli guideranno i turisti nelle principali tappe della giornata del 1 giugno. Il programma prevede la visita della villa rustica romana e del Santuario di Santa Maria del Canneto a Roccavivara a partire dalle ore 9.30. Successivamente, alle ore 11,30, si proseguirà con la visita del centro storico di Trivento, (Scalinata San Nicola, Cattedrale, cripta), che, dopo il pranzo a base di prodotti tipici, che si concluderà con la visita del Museo Diocesano. Alle 17,00 è previsto l’arrivo a Pietracupa: è qui che si apprezzerà la bellezza della chiesa rupestre e della Morgia di Pietravalle. Alle ore 20,00 è prevista la cena presso l’agriturismo “la Morgia dei Briganti”, con la successiva sistemazione presso l’albergo diffuso “la Morgia di Pietracupa”.

I 2 giugno sarà protagonista il comune di Casacalenda. A partire dalle ore 10,00, dopo aver incrociato il tratturo Celano-Foggia, i turisti potranno visitare, con la guida di Annamaria Fieramosca e Emilia Biello, il Museo di arte contemporanea, il Museo del Bufu, e il Museo all’aperto MAACK. Al termine della visita, si conosceranno ed apprezzeranno i prodotti tipici delle aziende locali, per poi pranzare presso l’agriturismo “Fonte Mazzocca”. Carlo Meo, responsabile Lipu, in occasione dei 50 anni dell’associazione, guiderà, infine, tutti i partecipanti in un interessante percorso naturalistico nell’Oasi “Bosco Casale”. Per ottenere maggiori informazioni sull’evento e i prezzi si può scrivere all’indirizzo email: o chiamare al numero 333 86664346.

“L’assessore Maio dimentica i progetti per le scuole” I consiglieri del Polo civico di Campobasso tornano a ‘bacchettare’ il titolare della struttura assessorile CAMPOBASSO. Conferenza stampa dei consiglieri comunali del Polo civio e Forza Italia sulla questione dei fondi per l’edilizia scolastica. “L’amministrazione – hanno spiegato i rappresentanti di minoranza – ha inviato due progetti sol-

tanto l’ultimo giorno utile e oltre a quello della Francesco D’Ovidio, l’altro è relativo a una scuola chiusa da anni, ovvero quella di via Kennedy”. “Una grave disattenzione da parte dell’assessorato preposto – ha tuonato Pascale – che di fatto ag-

grava ancor di più la situazione dell’edilizia scolastica nel capoluogo”. “Tutte le scuole di Campobasso necessitano di un intervento e, – ha rimarcato Tramontano – l’assessore Maio, su tale esigenza, cade dalle nuvole,

non dando alcuna risposta a riguardo”. Per questo, i consiglieri comunali si augurano che il sindaco Battista boglia mettere mano alla Giunta e procedere con assessori esterni per potere portare a compimento un Piano voluto da Di Bartolomeo.


Campobasso

7 15 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Una tegola in più sulla testa dell’assessore Pietro Maio da parte del consigliere di maggioranza Miche Ambrosio

La “Casa dei più” è in totale abbandono

I problemi cimiteriali hanno una loro insita delicatezza, un particolare segno morale, una componente umanitaria che non dovrebbero mai essere disgiunti dagli interventi tecnici Il cimitero cittadino, emblema d’incuria ed abbandono. La denuncia è forte e molto circostanziata, per cui al cronista non è restato che una rapida verifica dei fatti detti e descritti e rendersi conto che la situazione è assolutamente inaccettabile. Il rilievo politico e amministrativo porta la firma del consigliere di maggioranza Michele Ambrosio che dedica il tempo ai problemi collettivi con una assiduità che va segnalata e sottoscritta, da cui nascono iniziative e soluzioni inaspettate. I problemi cimiteriali hanno una loro insita delicatezza, un particolare segno morale, una componente umanitaria che non dovrebbero mai essere disgiunti dagli interventi tecnici. Non dovrebbero, se l’amministrazione comunale fosse attenta almeno alle questioni di ordinaria amministrazione quali sono quelle che oggi contraddistinguono il degrado del cimitero. Il consigliere Ambrosio le ha indicate ed elencate per rafforzare la sua personale delusione dinanzi allo stato di abbandono e, vogliamo credere, con l’intenzione di sollecitare l’assessore ai Lavori pubblici, con delega ai servizi cimiteriali, Pietro Maio, ad aprire gli occhi. La cecità è ormai il dato che sta dimostrando la lentezza e la trascuratezza con cui l’amministrazione comunale affronta le faccende, anche minimali, che le appartengono. In assenza di opere strutturali o

infrastrutturali sarebbe del tutto normale che desse cura alla ordinarietà, ovvero alla capacità di stare giorno dietro giorno sulle questioni e, soprattutto, sulle segnalazioni. Questa di Ambrosio merita di essere trascritta integralmente essendo esaustiva sotto l’aspetto amministrativo, sotto il profilo sociale ed anche dal punto di vista della cronaca cittadina. Dice il consigliere dell’Udc: “La situazione del “nuovo” cimitero cittadino, con particolare riferimento alla

rimozione delle barriere e degli ostacoli che impediscono la fruizione ad anziani e disabili, deve essere affrontata con immediatezza e con strumenti e risorse concrete da impegnare nel prossimo bilancio di previsione. L’argomento, per il quale ho chiesto l’iscrizione nella prossima seduta della commissione consiliare lavori pubblici, riveste carattere di urgenza nell’adozione dei conseguenti provvedimenti deliberativi stante anche la particolarità del posto e le sensibilità

che coinvolge. Ad oggi la situazione è di totale anarchia e abbandono per quanto riguarda l’assenza di monta scale, ascensori e scale adeguate, che di fatto impediscono ad una pluralità di persone di potere commemorare i propri cari defunti, limitandone l’accesso, sin dall’ingresso principale. Per quanto attiene alle strutture ottagonali aperte a due piani, la prima barriera sono i 24 gradini della calinata che conduce al piano superiore, priva di monta scala (gli unici due che

sono stati installati non funzionano da anni) mentre le altre otto rampe ne sono addirittura sprovviste. Analoga situazione per i padiglioni ottagonali chiusi, di cui solo quello a quattro piani è servito da ascensore, mentre per gli altri (uno a tre piani e tre a due piani) l’unico accesso sono le scalinate (rispettivamente 5 e 3) ognuna da 13 gradini, una salita proibitiva anche per una persona normale. La condizione di inaccessibilità non muta rispetto alle altre strutture presenti: ossia i quattro ottagonali scoperti a 5 livelli, gli altri quattro a 6 livelli, le ventuno campate rettangolari a 5 livelli, e lungo il perimetro di cinta i sedici esagonali a 5 livelli tutti “serviti” da scale di dimensioni, materiale e peso che di fatto ne compromettono l’utilizzo e la sicurezza. Un quadro desolante che rende ancora più triste, oltre che improbabile, onorare i propri cari e dove persino potere collocare un fiore diventa impresa da alpinista. Occorre, da parte dell’amministrazione comunale, un intervento mirato ed in tal senso si pone la risoluzione che si chiede alla commissione di approvare, per la predisposizione delle poste in bilancio per la realizzazione di un piano straordinario di adeguamento del nuovo cimitero al superamento delle barriere architettoniche e forse mentali”.

Punto e virgola

Il mio Centro storico di Gennaro Ventresca Sono nato nel centro storico. Esattamente in via Ziccardi, al civico 5. Proprio dirimpetto alla panetteria Palazzo, da cui allora come adesso arrivano odori di pane fragrante e di pizze al pomodoro che ogni molisano che vive lontano dalla sua città, quando torna per una breve vacanza si riporta al Nord, fosse altro per farne vanto con i “bauscia” del pianerottolo. Da qualche anno, per scelta di vita, ho ripreso a frequentare il nostro centro storico. Scoprendo un piacere che raggiunge quasi la goduria, quando come mi succede ogni giorno, giungo in sommità e, dal castello, osservo l’or-

dine delle nostre case di valle che sono proprio stupende viste da così lontano. Io il centro storico lo amo. Amo le sue scale, i suoi vicoli, i suoi angoli suggestivi. A cominciare da vico Pizzoferrato, splendido tanto se lo affronti in salita che in discesa. Sono pochi, però, i campobassani che hanno deciso di rimanere nel borgo antico. Ormai quelle case che abbracciano la collina dei monti sono sostanzialmente occupate dai non residenti: pochi gli studenti, tanti, invece, gli extracomunitari. Questi ultimi li riconosci anche se non sono in strada, basta passare sotto le loro finestre per capire, attraverso la loro cucina ricca di spezie, che non si tratta di braciole e tracchiulelle di casa nostra.

E’ un peccato che pochi campobassani abbiano scelto di rimanere nel centro storico. Sono più quelli che hanno speso una bella cifra per rimettere in sesto le case paterne. Per poi affittarle agli stranieri, magari senza pagarci le imposte. In questo modo il quartiere ha perduto le sue peculiarità. Anche se ci sono personaggi come Umberto Annuario e i suoi amici di Largo san Leonardo a tenere alta la tradizione. Da qualche tempo il sindaco Battista ha delegato il consigliere Francesco De Bernardo alla

tutela del centro storico. Va detto che il “signor Giocagiò” è uno di quelli che vive in quelle zone che odorano d’antico. Ma si ritrova con una delega vuota, visto che non ha soldi da spendere. E, allora, gli restano solo promesse e parole. Che, col passare del tempo cadono nel vuoto, facendogli perdere anche la credibilità.



MIXAGE E PINKO connubio vincente



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Isernia

15 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Droga e fucili, due arresti Vasta operazione dei Carabinieri in provincia di Isernia. Stroncato un traffico illecito di stupefacenti Nelle ultime ore i Carabinieri hanno passato al setaccio varie zone della provincia di Isernia, al fine di contrastare reati di ogni genere. Due sono state le persone arrestate e cinque quelle denunciate all’Autorità Giudiziaria, sotto sequestro sono finiti droga, armi, munizioni e rifiuti speciali. A Civitanova del Sannio, i Carabinieri della Stazione di Bagnoli del Trigno, nel corso di un posto di controllo attuato sulla strada statale “Trignina”, hanno fermato un’autovettura Smart coupè, con a bordo due donne, che alla vista dei militari hanno mostrato chiari segni di nervosismo. Si è proceduto così ad una perquisizione e, occultati sotto il sedile lato passeggero, sono stati rinvenuti oltre un chilogrammo di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, custoditi all’interno di un sacco di cellophan, mentre all’interno del cruscotto venivano rinvenute numerose dosi di hashish. Le due donne, Caterina Perrella 53enne di Giugliano in Campania e Marianna Mazzara, 43enne di Villaricca, nel napoletano, già con alcuni precedenti a loro carico, sono state tratte in arresto per traffico di so-

stanze stupefacenti e trasferite presso il carcere femminile di Chieti. Tutta la droga rinvenuta e il veicolo utilizzato per il trasporto, sono finiti sotto sequestro, mentre sono ancora in corso ulteriori indagini per accertare dove e a chi fossero destinati gli stupefacenti. A Rionero Sannitico, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 40enne ed un 32enne, di origine rumena e residenti ad Isernia, i quali sono stato sorpresi con un autocarro, mentre trasportavano

circa cinque quintali di rifiuti speciali, consistenti in rottami ferrosi, batterie esauste, pneumatici, elettrodomestici in disuso ed altri materiali inquinanti, senza alcuna autorizzazione. A carico dei due che dovranno rispondere di trasporto illecito di rifiuti speciali, è stato eseguito il sequestro del veicolo con il pericoloso carico. Indagini sono tutt’ora in corso per accertare dove fossero destinati i materiali inquinanti. Ad Isernia, i militari del Nu-

cleo Operativo e Radiomobile, hanno intercettato un 43enne di Napoli, con a carico una lunga sfilza di precedenti per furto ed altri reati contro la persona ed il patrimonio. Essendo lo stesso, per tali motivi, destinatario di una misura di prevenzione emessa lo scorso anno, che gli imponeva il divieto di ritorno nella città di Isernia per la durata di tre anni, è stato denunciato per violazione a tale provvedimento. I Carabinieri, infatti non

escludono che il pregiudicato fosse tornato in zona, proprio per portare a segno qualche “colpo” ai danni di abitazioni private o esercizi commerciali. A Montaquila, i militari della locale Stazione hanno denunciato un 40enne del posto, che a seguito di dissidi privati, armato di pistola minacciava un 45enne di Capriati a Volturno, in provincia di Caserta. La pistola utilizzata per le minacce, una Beretta calibro 9 con relative munizioni, legalmente detenute, sono finiti sotto sequestro, cosi come quattro fucili da caccia detenuti dal 40enne presso la propria abitazione. Un’altra arma è finita sotto sequestro invece a Sant’Angelo del Pesco, dove i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Agnone, nel corso di una perquisizione domiciliare hanno rinvenuto un fucile calibro 16 che un 50enne del posto deteneva illegalmente, in quanto avendolo ricevuto da un familiare deceduto circa dieci anni or sono, non né aveva mai denunciato il regolare possesso. Il fucile con relative munizioni, veniva sottoposto a sequestro.aa

Magistratura e sanità, tutelare le aree più deboli L’Università delle Generazioni di Agnone riloancia un tema assai delicato e attuale

Si parla tanto di approvare finalmente, dopo tanto dibattito, la legge del cosiddetto “omicidio stradale” per chi, guidando un automezzo in stato di ebbrezza o di droga o per altri dolosi motivi, provoca la morte di una o più persone. Ed è giusto che sia così, poiché ognuno di noi deve sapere, ancor prima di mettersi alla guida, che lo stato di ebbrezza, l’assunzione di droghe, l’imprudenza ed altri fattori controproducenti all’uso di un automezzo possono causare incidenti anche mortali. Di conseguenza, coloro che ci amministrano devono sapere che, decidendo di chiudere o di menomare, ad esempio, un ospedale di area disagiata montana come Agnone (specialmente non garantendo la tempestività tecnico-legale e ragionevole del soccorso e dell’intervento di emergenza), possono incorrere nel reato di “omicidio sanitario”. Situazioni del genere sono diffuse in varie parti d’Italia, come, ad esempio, al centro di Messina per la minacciata chiusura dell’Ospedale Piemonte che metterebbe a rischio-vita eventuali emergenzeurgenze.

Nell’àmbito di un nuovo auspicabile “Contratto Sociale” da definire tra Governi e Cittadini, Università delle Generazioni ritiene che debba essere istituita una “Magistratura Sanitaria” e che ci vogliano magistrati come il dott. Raffaele Guariniello di Torino che indaghino non soltanto sull’amianto ed altri inquinanti

mortali ma anche sulle morti sospette nel settore sanitario, come ad esempio le morti per insufficienza di soccorso-emergenza-urgenza. E’ necessario, quindi, pervenire ad una mappa medico-legale nazionale sui tempi di intervento e di percorrenza sul territorio per le emergenze salva-vita, non ottemperando le quali si possa essere indagati d’ufficio per “omicidio sanitario” se l’omissione o l’inadeguatezza procura la morte o “lesioni sanitarie gravi” in caso di invalidità più o meno permanente. Tale mappa deve poter valere pure a fini turistici per aiutare lavoratori e villeggianti a sapere quali siano i tempi di soccorso nella località prescelta per vacanza o lavoro. Il citta-

dino deve sapere il suo destino sanitario in ogni parte del territorio nazionale! L’Università delle Generazioni appoggia tutti i Comitati che in Italia lottano per il diritto alla salute sul territorio ed è del parere che per la salvaguardia della vita delle persone si debba essere intransigenti al massimo (tolleranza zero). La società italiana, in particolare, si deve interrogare: quanto vale la vita delle persone, ad esempio, ad Agnone (Italia appeninica), nella città di Messina (Sicilia), nella Valle Aurina (Alto Adige estremo nord penisola), a Pantelleria (in mezzo al Meditarraneo), a Isili (Sardegna rurale), ecc.? Non è più possibile non porsi questi ed altri interrogativi vitali! E, probabilmente, è il caso di formare una “rete attiva nazionale” di tutti questi Comitati per il diritto alla salute (specialmente per il pronto intervento ospedaliero). Bisogna eliminare la disparità tra cittadini almeno nel difendere la vita in un nuovo rapporto centro-periferia. Domenico Lanciano


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Termoli

15 maggio 2015

Riaprono Piazza e Corso, sarà la svolta? I lavori di rifacimento della pavimentatura sembrano potere dare un nuovo volto alla cittadina adriatica TERMOLI. Gli annunci dell’ormai prossima conclusione dei lavori di rifacimento di corso Nazionale e piazza Monumento si sono quasi concretizzati. A partire dai primi di giugno, infatti, salvo imprevisti dell’ultima ora la città avrà un nuovo volto che punterà alla più elevata valorizzazione del turismo, del passeggio e dell’ambiente circostante. Nonostante le difficoltà pare tutto in dirittura d’arrivo; si punterà così al rilancio anche spronati dalla nuova bandiera blu e dalla voglia di rilanciare la città e renderla sempre più competitiva, anche nell’ottica dell’annunciata “smart city”. Per il consigliere comunale Salvatore Di Francia: “il nuovo corso e la nuova piazza significheranno sicuramente un cambiamento positivo e con l’arrivo dell’estate avremo la possibilità di ospitare i turisti che arriveranno in una città rimodernata e diversa. Una città 2.0 , per certi versi, anche perché oltre ai lavori citati c’è un impianto di fibra ottica quasi al termine e tanti progetti in cantiere quali il tunnel e i parcheggi (che sono mancati anche ai commercianti in passato). Cercheremo di essere il più vicini possibile ai cittadini e ai commercianti e a riprova di questo c’è un cartellone estivo ormai

TERMOLI. La notizia è di quelle che non t’aspetti ed è trapelata dal blog dell’attivista Augusto De Sanctis il quale, spulciando documenti qua e là ha scorto ed estratto la classica “notizia che non t’aspetti”: “Questa è la storia di un pozzo di petrolio – scrive al suo blog – un’altra trivella chiamata a bucare il fertile suolo italiano, per la precisione a Rotello in provincia di Campobasso, in Molise. La società Adriatica Idrocarburi, dell’ENI, ha richiesto a marzo 2015 al Ministero dell’Ambiente una domanda di compatibilità ambientale (procedura di Valutazione di Impatto Ambientale – V.I.A.) per lo scavo di un pozzo e l’eventuale coltivazione del giacimento nella concessione Masseria Verticchio. Avevo parlato tempo fa di questo pozzo all’avvio della procedura (http://wp.me/p5yal4-5D). Si tratta di una zona a rischio di terremoti forti”. Secondo quanto riporta De

pronto: oggi Termoli è più competitiva di quando l’abbiamo trovata e lo stiamo confermando anche con il brand della “Costa dei Delfini” che sta partecipando all’Expo; con queste iniziative saremo sicuramente una cartolina a livello mondiale”. Ma basteranno i lavori per il rilancio turistico della città di Termoli? Lo abbiamo chiesto a Massimo, un esercente del centro, che ci

ha condiviso queste osservazioni: “i lavori sono quasi in dirittura di arrivo, manca un mesetto circa oggi e posso dire che per noi esercenti è stato un periodo terrificante perché abbiamo avuto delle perdite ingentissime. Adesso spero che il peggio sia passato, la ditta sta lavorando celermente e ci si aspetta, dopo che i lavori saranno finiti, una Termoli più bella e capace di atti-

rare maggiori presenze. Il nuovo arredo sembra bello e, ovviamente, quando sarà arricchito dei lampioni e delle fioriere diverrà un grossissimo passo avanti perché molti hanno criticato questa opera ma ricordiamoci che prima c’era solo una striscia di asfalto e peggio dell’asfalto non c’è nulla. Sicuramente i lavori non possono bastare affinchè Termoli si vesta dell’idea di essere una città turistica e, nello stesso tempo, non ci si potrà neanche attendere che da questi lavori possano uscirci miracoli, occorre invece comprendere che serve un cambio di marcia, un cambio di mentalità perché a Termoli il turista dovrà essere realmente visto come una risorsa. Questo nuovo corso deve essere un punto di partenza ma non di arrivo, uno stimolo a noi a fare meglio per rilanciare questa città che è in condizioni economiche purtroppo disastrose”. Levigare i prezzi, coordinarsi al meglio e mettere a disposizione di cittadini e turisti nuovi parcheggi, saranno la chiave giusta per cercare di contrastare le vicine Vasto e San Salvo magari anche con un cartellone degli eventi estivi appetibile: Termoli è chiamata a diventare grande.

A Rotello si punta alle trivellazioni? Sanctis “la scadenza per le osservazioni era fissata al 10 maggio 2015”. A questo punto la situazione è tutta da approfondire perché vi sarebbero “verifiche amministrative” svolte e che avrebbero accluso nella documentazione anche il comune di Santa Croce di Magliano. Insomma,

una serie di documenti (raccolti a questo link con la descrizione dell’attivista) e riflessioni (qui quella di “Acqua bene comune”). Due i “post scriptum” all’articolo di Augusto De Sanctis: “mi dicono che “Il Centro”, il principale giornale abruzzese, in Molise non viene di-

stribuito da qualche tempo, eppure la legge prevede che la pubblicazione dell’avviso avvenga su un giornale locale! L’ho fatto notare durante la telefonata, la funzionaria mi dice “veramente, pure questo?!”” e “questa procedura fino al 2014 sarebbe stata di competenza della Re-

gione Molise. Con il Decreto Sblocca Italia la VIA dei pozzi in terraferma è ora passata al Ministero dell’Ambiente. Avete capito perché…?”. A questo punto pare certa una cosa: nel silenzio i pozzi petroliferi sono autorizzati anche nell’entroterra molisano.


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Termoli

15 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Spiagge pulite, c’è la Bandiera Blu Sono tredi anni di fila che Termoli ottiene l’ambito riconoscimento per la qualità delle acque e dei servizi TERMOLI. “Spiagge pulite, attenzione al territorio e servizi, Termoli ottiene la Bandiera Blu 2015″. In una sala Nettuno, sede della Regione Lazio, gremita di amministratori provenienti da ogni parte d’Italia, anche Termoli viene insignita della Bandiera Blu 2015. Ad accogliere i presenti il presidente del FEE (Foundation EnvironmentalEducation) Claudio Mazz a, l’Ammiraglio Felicio Angrisano Comandante Generale delle Capitanerie di Porto e il dott. Stefano Laporta direttore generale dell’Ispra. Il riconoscimento Bandiera Blu 2015, ottenuto sulla base di parametri e processi molto complessi oltre che di graduatorie severe è stato assegnato a 147 località rivierasche e 66 approdi turistici per complessive 280 spiagge. La XXIX edizione della Manifestazione di consegna delle Bandiera Blu ha voluto pre-

miare quelle località le cui acque di balneazione sono risultate eccellenti, come stabilito dalle analisi che nel corso degli ultimi quattro anni le ARPA delle diverse regioni hanno effettuato nell’ambito del Pro-

gramma Nazionale di monitoraggio, condotto con il Ministero della Salute, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente. I Comuni hanno potuto presentare direttamente i risultati grazie alla piena

corrispondenza tra quanto richiesto dalla FEE e quanto effettuato dalle agenzie ARPA in termini di numero di campionamenti e di indicatori macrobiologici misurati. Tra i parametri di valutazione ci sono stati: l’esistenza ed il grado di funzionalità degli impianti di depurazione, la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla riduzione della produzione, la raccolta differenziata, la gestione dei rifiuti pericolosi, le inziative promosse dalle Amministrazioni per una migliore vivibilità nel periodo estivo, la valorizzazione delle aree naturalistiche, la cura delle spiagge, la possibilità di accesso al mare per tutti senza limitazioni. “Anche per il 2015 possiamo annunciare con soddisfazione un aumento di Bandiere Blu, ben 147, un incremento costante che dimostra, nonostante le ridotte risorse economiche, la

volontà di tanti comuni di non mettere in secondo piano l’attenzione per l’ambiente& – ha detto Claudio Mazzapresidente della FEE Italia.“Bandiera blu è il simbolo di quell’impegno profuso dalle amministrazioni comunali a favore di una conduzione sostenibile del territorio, attraverso la cura e l’attenzione per l’ambiente “- ha dettol’Ammiraglio Felicio Angrisano, Comandante Generale delle Capitanerie di Porto. “Per noi è un onore ricevere questo ricnoscimento – ha detto il sindaco Angelo Sbrocca - una Bandiera Blu che è merito dell’agire comune dei cittadini e sell’Amministrazione. Tra i parametri di assegnazione hanno influito molti fattori e tante altre azioni poste in essere nella nostra città grazie anche al lavoro dei tecnici e dei dipendenti del Settore Turismo a cui va il nostro grazie”.

“Cari politici, ma siete mai passati per il Pronto soccorso?” Una cittadina di Termoli ha scritto una lettera aperta per raccontare i quotidiani disagi degli utenti TERMOLI. Pillole di sanità che non va nei dibattiti sui profili Facebook. E’ sempre più facile trovare spunti e commenti dell’ordinaria vita quotidiana sui social network e stavolta l’attenzione viene catturata dalle parole iscritte dall’ingegner Antonella Occhionero, che ha voluto ‘postare’ un qualsiasi pomeriggio al Pronto soccorso di Termoli. “Condizioni di lavoro disumane per i più che qualificati medici e paramedici del Pronto soccorso di Termoli e pazienti più che pazienti, visto che se sono lì vuol dire che stanno davvero male. Ore di attesa e di sofferenze strazianti a causa di un personale decisamente sottodimensionato rispetto alla mole di lavoro che ogni giorno si presenta lì. E siamo al mese di maggio, non oso immaginare cosa succederà in estate! Altro che tagli! L’ospedale termolese andrebbe più che potenziato. Cari Paolo Di Laura Frattura e consiglieri regionali e cari Iorio

etc. voi non fareste quella fila nemmeno da sani per toccare con mano la situazione! Ma ve lo abbiamo detto e ridetto, quasi in modo noioso e petulante, come una cantilena. Ma davvero non vi rendete conto che la situazione è drammatica ed esplosiva? Ma davvero non ve ne

frega niente che i cittadini molisani, vostri elettori e fra l’altro artefici delle vostre fortune, stanno male e soffrono? Non si gioca sulla salute dei cittadini! E non si infierisce sul lavoro dei medici e del personale paramedico!” Diversi i commenti correlati a que-

sto pensiero principale, ne abbiamo scelto uno, di Vittorio De Socio. “Sai come pensano di risolvere i problemi del personale in Pronto soccorso? Ripristinando i così detti ‘turni aggiuntivi’ ossia turni di lavoro straordinario in aggiunta a quelli ordinari e che vengono ovviamente retribuiti a parte.

Non riescono a capire che bisogna assumere nuovo personale perché se da un lato far lavorare un medico più ore permette di coprire i turni, dall’altro si tratta pur sempre di personale già stanco che deve oltretutto sottrarre altro tempo alla propria famiglia ed al proprio tempo libero. Se poi aggiungi un piccolo particolare ossia che in estate bisogna concedere le ferie ai dipendenti, con i turni aggiuntivi ottieni il risultato di coprire al massimo le ferie dei colleghi, per cui la situazione non migliora, anzi tende a peggiorare perché aumenta il numero degli accessi visto che la popolazione raddoppia. Unica soluzione è perdonatemi se utilizzo il maiuscolo è assumere nuovo personale per fare in modo che quello attualmente in servizio possa avere anche una vita extra-ospedaliera”. Ma siamo certi che il tavolo ex Massicci e i burocrati ministeriali la pensano molto diversamente



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Opinioni

15 maggio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

di Luigi Petracca* La recentissima sentenza della Corte Costituzionale n. 70 del 10 marzo 2015, che dichiara la incostituzionalità della “famigerata” legge Fornero n. 214 del 2011, nella parte in cui sopprime ogni meccanismo perequativo per i trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS (cioè oltre i 1.217,00 euro mensili netti), va sicuramente ascritta al novero delle sentenze “storiche”,per una serie di motivazioni che meritano qualche breve riflessione. Pur senza ripercorrere l’interessante excursus giurisprudenziale compiuto dalla Suprema Corte, va sottolineato come la richiamata sentenza n. 70 contenga un autorevole monito al Parlamento italiano, perché non perseveri nel “vezzo” di saccheggiare i diritti legittimamente acquisiti dalle classi medie della nostra Società,soggette a reiterate ed inique vessazioni fiscali,davvero intollerabili . E’ ormai un decennio che il Parlamento ed i Governi che si sono alternati sulla scena politica del nostro Paese, tentano la legittimazione di politiche estorsive contro categorie a reddito fisso o ad alta tracciabilità fiscale (dipendenti pubblici e privati,pensionati e titolari di redditi accertati,proprietari di immobili regolarmente accatastati ecc…ecc…). Caratteristica grave di tale deriva, è che lo scempio dei princìpi fondamentali del nostro ordinamento Costituzionale, viene perpetrato proprio da quel Potere legislativo, che dovrebbe garantire la tutela ed il rispetto della Costituzione. E’ per tali considerazioni che la sentenza n. 70 assume una valenza molto significativa,in quanto rappresenta - in special modo per le categorie così ingiustamente “derubate” da anni -un momento di sicura inversione di un uso distorto e strumentale della Funzione legislativa. Sono queste le riflessioni che inducono ad esprimere un vivo apprezzamento alle Associazioni e Rappresentanze di categoria – e in tale contesto un ruolo di merito va riconosciuto alla CONFEDIR (Confederazione Autonoma dei Dirigenti, Quadri e Direttivi della Pubblica Amministrazione)- che si sono impegnate per il riconoscimento di diritti che valicano la sfera degli interessi di parte o di categoria,per assurgere a conquista “culturale” di una democrazia Costituzionale avanzata. Già con precedenti sentenze “esemplari” ( cito, per tutte, la n. 26 del 1980, la n. 316 del 2010 e la n. 116 del 2013), la Suprema Corte aveva richiamato il Legislatore al rispetto di statuizioni cogenti dettate dalla Carta Costituzionale, quali i princìpi di ragionevolezza, di proporzionalità e di adeguatezza dei trattamenti pensionistici imposti dai vigenti ordinamenti. La Suprema Corte, con la sentenza n. 70, ha fermamente ribadito che al Legislatore non è affatto consentito calpestare impunemente questi ed altri dogmi fonda-

Perequazioni pensionistiche, facciamo una riflessione mentali della nostra democrazia costituzionale, quali la certezza del diritto, il rispetto dei diritti legittimamente acquisiti e la parità di trattamento a parità di status giuridico (art. 3 della Costituzione). Pare che in Italia i pensionati siano oltre 15 milioni:mi riferisco ai pensionati “veri”, a quelli che per oltre un quarantennio hanno lealmente versato i contributi imposti dai rispettivi ordinamenti,nel pieno rispetto dei princìpi di proporzionalità e di adeguatezza alla propria retribuzione; mi riferisco,cioè, a quelli che hanno lavorato seriamente ed hanno, con il proprio lavoro e con le proprie rinunce,riscattato il diritto a fruire, alla vecchiaia, di un trattamento pensionistico decente e comunque proporzionato al proprio status retributivo. Concetto, questo, ribadito espressamente al primo comma dell’art. 36 della Costituzione e fondato sul parametro, pure costituzionale, della proporzionalità del trattamento di quiescenza, inteso quale retribuzione differita. Non mi riferisco certo ai c.d. “pensionati d’oro”, ai tanti cialtroni della politica centrale o di periferia che hanno vio-

lentato il rigore, l’astrattezza e l’assoluta imparzialità della funzione legislativa, per confezionarsi privilegi inauditi e vitalizi altissimi, senza i proporzionali esborsi contributivi. Questi “signori” non possono certo vantare la titolarità di un diritto acquisito,risultando i loro “generosi” vitalizi totalmente o parzialmente carenti delle rispettive coperture contributive,proporzionali ai compensi riscossi. Le recenti sentenze della Consulta( e, da ultimo, la n. 70/2015) ribadiscono fermamente che i princìpi dettati agli artt. 3, 36 primo comma e 38, secondo comma della nostra Costituzione, non consentono di approntare solo a favore di una delimitata percentuale di pensionati “…i margini di resistenza all’erosione determinata dal fenomeno inflattivo…” ,trattandosi di processi erosivi del costo della vita, che indeboliscono la generalità dei trattamenti pensionistici e non soltanto una parte di essi.. E’ stato questo il vulnus che ha motivato l’intervento sanzionatorio della Suprema Corte contro l’improvvida misura inventata dal Governo Monti ed avallata dal Parla-

mento, nel 2011, con inquietante complicità.La Corte, con motivazioni esemplari,ha ribadito che, come il blocco totale dei sistemi di perequazione dei trattamenti pensionistici rappresenterebbe di per sé una palese violazione delle richiamate fonti Costituzionali, ugualmente viziato di incostituzionalità è il blocco perequativo - ora cassato dalla sentenza n. 70/2015 - diretto a colpire solo una parte dei trattamenti pensionistici. La valenza “storica” di tale pronuncia traspare, a mio modesto parere,oltre che dalle deduzioni qui articolate, dal pregevole spessore delle argomentazioni giuridiche a supporto della decisione, nonchè dalla incisiva essenzialità con cui la Suprema Corte ha correttamente esercitato il proprio ruolo di garante dell’assoluta intangibilità delle regole fondamentali dettate dalla nostra Costituzione, sottoposte a continui e strumentali tentativi di manipolazione da parte delle “cupole” della politica italiana. *Coordinatore Regionale CONFEDIR



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