Uliano denuncia dov'e' la politica

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno x - n° 241 - marTedi’ 25 noVembre 2014 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Mariassunta Palazzo

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Miseria e Nobiltà. Il Molise in cucina tra miseria e nobiltà è un libro che lo chef dell'omonimo ristorante di Campobasso, Mariassunta Palazzo, ha voluto portare all'attenzione dei molisani grazie anche all'impegno delle arti grafiche La Regione. Un plauso per la lodevole iniziativa editoriale che richiama alle tradizioni della cultura culinaria regionale “a km 0” per la redazione di un volume innovativo e fresco nei contenuti e nella veste grafica, tuttavia, pregno di storia e memoria di un passato gastronomico neanche troppo lontano.

Il Tapiro del giorno a Anas Molise

L’edilizia molisana sprofonda: è crisi nera

Uliano denuncia: “Dov’è la politica?” Servizio a pagina 3

Il Tapiro del giorno lo diamo all'Anas Molise. Su quattro gare di appalto che sono state effettuate in Molise nessuna di queste è stata aggiudicata ad un'impresa locale. Un brutto tonfo per il sistema imprese edili regionali che non riescono più a ottenere alcun lavoro nella propria terra e praticamente impossibili quelli in altri territori. Cosa dovranno fare, allora, se non chiudere? E la politica molisana possibile che sia insensibile a tanto grido di dolore? Possibile che il presidente Frattura e l'assessore Nagni restino in silenzio?


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 25 novembre 2014

Per protestare contro l’indifferenza del Governo Renzi ai problemi vitali del Molise

Qualcuno aiuti Petraroia a marciare su Roma! Il difetto è nel manico. Nella scarsa incidenza politica della rappresentanza parlamentare e della presidenza regionale tra le meno efficienti in Italia L’anima del sindacalista in quiescenza ma con il sotteso desiderio di tornare a cavalcare la tigre (Cgil), emerge sempre più spesso dall’azione politica (?) e amministrativa (?) dell’assessore regionale alle Politiche sociali e vice presidente della giunta regionale Michele Petraroia. Non c’è giorno che non emetta un comunicato stampa in cui il lato politico delle questioni che affronta non vada a coprire le deficienze amministrative che gli sono a carico e contro le quali vorrebbe - ma non può - innalzare la bandiera rossa del sindacato, organizzare un corteo di protesta, e una marcia su Roma. Patetico anche il raffronto con le questioni occupazionali e di crisi che riguardano le altre regioni, per le quali, il Governo di Roma si preoccupa di affrontarle e di discuterle

direttamente coi rappresentanti aziendali e delle istituzioni locali a Palazzo Chigi. Ce le ricorda Petraroia nel suo ultimo comunicato stampa in cui, appunto, avverte l’amarezza di essere un rappresentante senza potere e senza carisma nei confronti di Roma, a differenza degli amministratori della Regione Friuli Venezia Giulia e dell’Elettrolux o della Regione Toscana e delle Acciaierie di Piombino ricevuti e assistiti nella soluzione della crisi di quell’aziende e dell’occupazione di quei lavoratori. Sospettiamo che Petraroia debba necessariamente salvaguardare il fegato, tanto e così numerose e vistose sono le circostanze in cui è costretto a ingoiare amaro, visto e considerato che ha fatto cilecca con il Patto per il lavoro, che non gli riesce di avere risposta alla richiesta di un Decreto

per il riconoscimento di Area di crisi per il Distretto industriale di Boiano e di Pozzilli, che nonostante i numeri da allarme sociale per l’entità dei posti di lavoro in gioco con la Ittierre e con la Gam siano il doppio dei 410 dell’Elettrolux, il Governo di Roma non fa una piega, non si degna di dare uno sguardo al Molise e a chi lo rappresenta. I quali, non s’accorgono che non contano niente, che non hanno peso politico e rappresentativo, che sono l’espressione deleteria di un modo di amministrare in cui non si riesce mai a trovare un atto programmatico, un finanziamento, un intervento che porti alla soluzione dei problemi, ma solo e solamente la lamentela e la stucchevole (oramai) invocazione “a serrare i ranghi e ad alzare il tiro”. Richiesta di unità e solidarietà a cadenza quoti-

diana contraddetta, però, dalle critiche e dalle denunce feroci alle amministrazioni e agli amministratori passati dai quali l’anima ingenua di Petraroia ambirebbe che serrassero i ranghi e alzassero il tiro con lui contro il Governo di Roma. Anche questo un controsenso da parte di un esponente di prima fila del governo di centrosinistra nel Molise. Il difetto, ripetiamo, è nel manico. Nella scarsa incidenza politica della rappresentanza parlamentare e della presidenza regionale, a dispetto della drammaticità della crisi economica che ha di fatto paralizzato il sistema produttivo e industriale. E ha lasciato migliaia di lavoratori in cassa integrazione (i fortunati) e gli in mezzo alla strada. Dardo

Sanità, solita inefficienza Nessuna buona nuova L’unica programmazione, la nomina dell’ennesimo dirigente di settore CAMPOBASSO. Dopo i siparietti sulla sanità in Consiglio regionale, nessuna azione operativa ha fatto seguito se non la nomina di un nuovo dirigente per il settore. Un nuovo rinvio senza che nessuno dica cosa vuole fare della sanità molisana e, soprattutto, cosa quale la qualità assicurata ai molisani. Ciò, invece, che i molisani devono temere è l’assoluta improprietà della politica regionale di essere all’altezza dei problemi chiamati a risolvere. Il caso sanità è, purtroppo, emblematico. Quali le prospettive del Sistema sanitario regionale? Come andare a costruire un percorso nuovo alla luce della confusione dei tagli del governo e del Piano di rientro e dell’assenza di una programmazione regionale? Il guaio è che in Molise mancano soprattutto punti di riferimento certi e inequivocabili all’interno del piano sanitario regionale e della politica sanitaria che si va portando avanti tra commissari straordinari e sottocommissari, tra governatori (passati e presenti) che non hanno avuto e non hanno le idee chiare né la capacità di razionalizzare innanzitutto se stessi e, quindi, la delicata materia che hanno avuto ed hanno per le mani. Eppure, proprio chi si occupa di cambiamento dal punto di vista teorico, così come il manager chiamato concretamente a gestire il cambiamento, sa quanto possa essere importante

trovarsi di fronte ad un momento di crisi significativa. Perché dalla consapevolezza dell’esistenza di una crisi, dei rischi connessi, delle possibili conseguenze e dell’urgenza di dover affrontare alcuni nodi decisionali ed operativi, emerge la predisposizione a cambiare. Bisognerebbe ripartire dalla presa visione del problema nella sua intierezza per poter pensare di costruire un’ossatura nuova del sistema. Indubbiamente i Piani di rientro potevano rappresentare un’occasione per rendere più incisiva la percezione collettiva dell’importanza di cambiare, nella politica, nella dirigenza, nei professionisti, nella cittadinanza, a tutti i livelli e latitudini del sistema sanitario regionale. Un’occasione per ridefinire una visione di sistema, un’ambizione collettiva attorno a cui aggregare motivazione, senso di appartenenza, identità con il sistema. Per fare ciò occorreva usare il Piano di rientro non solo come documento tecnico per identificare colpevoli, capri espiatori e spazi di razionalizzazione (e razionamento), ma soprattutto come strumento di valorizzazione delle potenzialità, di prefigurazione di scenari a cui tendere. Da noi, invece, la politica ha preferito il terreno dello scontro, delle ripicche, delle accuse e delle denunce. Dimenticando il suo ruolo di proposta e di programma. Girando

il ragionamento all’inverso: occorreva cambiare non per risolvere tanti problemi, pur veri, ma soprattutto per ambire a costruire un servizio regionale sanitario moderno, efficiente, innovativo. Può sembrare una questione di lana caprina, ma non lo è se consideriamo quanto sia importante nella motivazione delle persone la comprensione e la condivisione della ragione per cui vale la pena lavorare, impegnarsi al di là dei propri interessi individuali e di gruppo. Era poi anche l’occasione per delineare alcune grandi strategie direzionali di medio-lungo periodo quali scheletro della vi-

sione futura del Servizio regionale. Il canovaccio di fondo, invece, è rimasto quello dell’approccio razionale-burocratico al cambiamento, fatto da un pensiero normativo scollegato dalla diretta valutazione della azionabilità dei cambiamenti prefigurati, almeno stante le non mutate condizioni di scarsa coesione politica e capacità gestionale del sistema. Al contrario, da noi, si registra solo una larga ammissione di impotenza e di scarsa autorevolezza qui nel Molise e, soprattutto, a Roma, ai livelli governativi. La sanità molisana è finita a bordello.


TAaglio lto

3 25 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Edilizia, il grido di allarme dell’Ance In Molise hanno già chiuso 600 imprese e sono stati persi 5.000 posti di lavoro CAMPOBASSO. Edilizia? Un tempo il Molise era in vetta alle classifiche italiane per numero di imprese e lavori eseguiti. Oggi, invece, è in fondo con investimenti assenti e progettualità regionale e nazionale inesistente. Forte è, anche, l’intervento del presidente dell’Ance, l’Associazione costruttori del Molise, Umberto Uliano. Le imprese che operano nella filiera dell‘edilizia sono allo stremo e il governo regionale non ha predisposto alcuna misura risolutiva per favorirne la ripresa. Senza considerare il numero impressionante di imprese edili (pari all’81% del totale) che, nei primi sei mesi del 2014, vanta ancora crediti dalla Pubblica amministrazione. Di più: il 53% di queste imprese, a causa dei ritardati pagamenti, ha dovuto ridurre gli investimenti previsti e il 36% si è visto costretto a licenziare. Da qui il je accuse mosso dai costruttori all’esecutivo e allo “Sblocca Italia” considerato inefficace. I dati dell’edilizia in Molise sono impietosi. A fine 2009 questa era la situazione: 9.814 lavoratori occupati con 1.713 imprese e con una massa salariale di € 70.697.039. La situazione, è andata anno per anno sempre più peggiorando e se prendiamo i dati dell’ultimo anno 1/10/2013 – 31/08/2014 la situazione è drammatica e i seguenti dati lo dimostrano:

L’intervento di Giuseppe Di Iorio

Difficile immaginare per i molisani un 2015 peggiore dell’anno che si avvia alla chiusura, eppure la possibilità che accada va presa in seria considerazione sulla scorta delle oggettive difficoltà economiche che permangono (anzi si aggravano), e della complessità con cui si va dipanando la matassa di chi si è caricato della responsabilità di governare la Regione o di sedere in Parlamento. Le complicate, costosissime, vertenze amministrative e sindacali che investono la Solagrital a Boiano, lo Zuccherificio a Termoli, l’Ittierre a Isernia sono nodi ancora tutti da sciogliere ed alcuni (Solagrital e Zuccherificio in particolare) con esiti che propendono al peggio. A ciò si aggiungano le difficoltà di enti sub regionali, della Formazione o di Molise Dati o di strutture chiuse come Esattorie con il peso di milioni di euro e di centinaia di soggetti da sistemare, e il quadro delle complessità e delle complicazioni è (quasi) completo. Intorno a questi problemi sono anni che la politica e la pubblica amministrazione si arrovellano senza risultati utili. Eppure, il rendimento istituzionale è determinante per le nuove politiche del lavoro perché ne rappresenta il prodotto della qualità della governance. Essere motore di sviluppo socio economico in una regione in cui la disoccupazione è alta, i ragazzi se ne vanno e i terri-

4.821 lavoratori occupati con 1.125 imprese e con una massa salariale di € 30.494.398. Un dato che dovrebbe portare ad un’attenta riflessione anche perchè fino a non poco tempo fa era uno dei settori di punta dell’economia molisana. In questi 5 anni il settore edile molisano ha avuto una perdita di più del 50% degli addetti ed anche con conseguente chiusura di molte attività dell’indotto come il legno, i manufatti,i laterizi,produzione di conglomerati sia cementiti che bituminosi. Migliaia di lavoratori edili hanno già terminato il beneficio dell’ASPI ( ex indennità di disoccupazione) e per

molti altri sta per terminare, gli stessi speravano tanto di prendere qualche altro mese di mobilità in deroga, ma come abbiamo visto sono rimasti esclusi per l’ennesima volta. Ancora, i trattamenti in deroga saranno concessi anche per chi ha i requisiti, solo secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande e fino ad esaurimento delle risorse assegnate alla Regione Molise. Per una proiezione fatta dall’Inps, le risorse assegnate al Molise sono già esaurite con le sole domande di mobilità in deroga presentate dal 26 al 29 settembre, per cui le risorse sono disponibili solo per

pochi lavoratori. Tutti i lavoratori che hanno inoltrato domanda di mobilità in deroga a partire dal 30 settembre non si sa quando riceveranno questo sostegno al reddito, forse fra un anno, come è successo per i beneficiari del 2013 che ha riscosso l’ammortizzatore sociale dopo il mese di giugno del 2014. Questa situazione, però, non ha trovato pronta l’amministrazione regionale a rimettere in moto tutte quelle iniziative ancora al palo e quegli interventi finanziari bloccati nel tempo. Con investimenti mirati, si può uscire dalla crisi del settore delle costruzioni attraverso la ricostruzione delle zone

Creare lavoro e nuove forme di economia Provarci è il primo passo tori sono distanti e poco collegati l’uno dall’altro, dovrebbe essere momento di trascinamento per una nuova politica regionale. La Regione Molise ha bisogno di concentrare la propria attenzione nel prossimo ciclo di programmazione su tre obiettivi prioritari che richiedono: modalità di stimolo dei mercati di

capitali ai livelli locale, nazionale e internazionale così che si ottenga che gli imprenditori della regione abbiano accesso a prestiti a tasso competitivi per investire in progetti di modernizzazione ed espansione della base produttiva regionale; produzione di un flusso di entrata di capitali di investimento privati in

risposta a una campagna di reclutamento di tali investimenti nazionali ed esteri in regione; la regione indirizzi le sue decisioni di policy verso l’attivazione di un programma per completare la griglia infrastrutturale mancante in Molise. Occorre, naturalmente, che la Regione riesca a riconsiderare il suo ruolo in sintonia

terremotate: 884 famiglie aspettano ancora la ricostruzione della prima casa e ancora più di 800 persone abitano nelle casette prefabbricate, frutto della solidarietà. E ancora, risanamento idrogeologico e messa in sicurezza del territorio: il Molise è interessato da 22 mila fronti frane aperte, con forte rischio per le abitazioni,per le scuole e per le attività produttive. Se anche da noi arrivassero delle piogge copiose, come in altre parti d’Italia, buona parte del nostro territorio franerebbe cosi come del resto è successo già nel 2003 e in altre numerose occasioni. Messa in sicurezza di tutta la viabilità regionale: le strade della nostra Regione sono diventate delle vere e proprie mulattiere, piene di insidie e pericolose per l’incolumità degli automobilisti. messa in sicurezza di tutte le scuole molisane: quasi tutte le scuole (65 per cento) hanno problemi strutturali e di sicurezza. Quello che manca è la mancanza di una strategia di ripresa a lungo termine per la filiera dell’edilizia. Come uscirne allora? Bisogna puntare sulla manutenzione del territorio, sulle scuole e la riqualificazione delle città per fare cose urgenti e immediatamente tangibili sia in termini di occupazione che di fiducia nel futuro. Ma in Regione, c’è qualcuno pronto ad ascoltare?

con le altre regioni vicine e che inoltre nel fare questi esperimenti e adotti nuove forme di gestione dei progetti a grande scala. Su questi temi avrebbe dovuto già discutere la classe politica molisana. Dare lavoro e futuro a zone apparentemente periferiche, riscattando il territorio e generando nuove forme di economia. La strada non è semplice, ma risvegliare una comunità deve essere il primo obiettivo. Creare lavoro e nuove forme di economia è un obiettivo ambizioso. Provarci è il primo passo per centrarlo.

“Maturi i tempi per Molise Strade spa” Per l’Acem i lavori non restano sul territorio perchè non si ha il coraggio di tutelare le imprese locali CAMPOBASSO. L’ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise) sul problema dei lavori che non restano sul territorio, puntualizza come ci sia una scarsa considerazione da parte della politica locale e delle Stazioni Appaltanti che operano in Regione nel tutelare l’imprenditoria del posto, perché non hanno il coraggio di applicare le poche norme vigenti varate per venire incontro alle imprese ed indirettamente ai territori. “La nostra Associazione da oltre un anno ha scritto ai principali Enti appaltanti della Regione – spiega il Presidente Corrado Di Niro – lamentando la questione ed esortandoli a far ricorso alle procedure negoziate anche in base alla legge regionale del Molise n. 2/2012, tra l’altro oggi ulteriormente legittimate dal decreto sblocca Italia che prevede procedure negoziate con invito a dieci operatori per lavori fino a cinque milioni di euro inerenti principalmente l’edilizia scolastica ed il dissesto e con invito a tre operatori

per la messa in sicurezza delle scuole fino a duecentomila euro”. “In secondo luogo – prosegue il Presidente Di Niro – sono ormai maturi i tempi per la costituzione in Regione di una società di capitali per l’esecuzione e manutenzione delle reti stradali molisane, un’occasione più unica che rara per far lavorare le aziende locali ed occupare le maestranze, i tecnici e tante persone prive di lavoro”. “Peccato – conclude il Presidente Di Niro – che la politica non ascolti i suggerimenti e le istanze costruttive di chi opera sul campo soprattutto delle Associazioni”. Nei giorni scorso l’ACEM aveva inoltrato una nota al Presidente della Giunta Regionale del Molise Paolo Frattura ed all’Assessore ai Lavori Pubblici Pierpaolo Nagni, con la quale era stata richiesta proprio la costituzione di “Molise Strade spa” con la partecipazione anche di un gruppo di imprenditori privati.


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TAaglio lto

4 25 novembre 2014

Piano industriale assente e la crisi morde E’ da tempo che manca un documento programmatico capace di fare analisi e guardare in prospettiva CAMPOBASSO. Sono tante, troppe, le crisi industriali che in lungo e in largo attraversano tutto lo stivale, dal 2009 ad oggi oltre 30mila imprese hanno chiuso i cancelli lasciando a casa intere famiglie. Siamo ormai al quarto anno di Cassa integrazione, un ammortizzatore sociale del quale ad oggi usufruiscono circa 500mila lavoratori che, in media, hanno visto diminuire il proprio reddito di circa 4mila euro. In questi anni è venuta completamente a mancare una politica industriale di supporto da parte della Regione Molise. Bisogna rimettere in moto una efficace politica industriale finché saremo ancora in tempo: il bonus occupazione ha evidenziato ancora una volta la dicotomia tra domande presentate e sulle poche risorse disponibili. Nella ridistribuzione delle risorse sarebbe pertanto utile spostare fondi oggi appostati su progetti che non decollano, verso strumenti come il credito d’imposta per l’occupazione per gli investimenti. Dunque, un quadro decisamente preoccupante quello che si è delineato in Italia sotto tutti i punti di

vista e che rende necessario e urgente, come ribadito sempre più spesso in questi mesi dalla CGIL “un disegno di politica industriale con al centro gli investimenti e l’innovazione” senza il quale “c’è solo il perdurare della recessione”. Il Governo deve cambiare rotta e indirizzarla verso lo sviluppo e la cre-

Molise, Friuli, Puglia e Sardegna insieme per una legge nazionale E’ quanto emerso nel convegno sull’endometriosi al quale ha partecipato per la Regione,Cotugno CAMPOBASSO. Endometriosi, le Regioni Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Puglia unite per una legge nazionale che tuteli i tre milioni di donne affette in Italia da questa malattia invalidante. È il risultato ottenuto sabato 22 novembre da Sonia Manente, la presidente dell’Associazione Endometriosi Fvg, che nel 2012 ha fatto approvare in Friuli Venezia Giulia la prima legge regionale in Italia sull’endometriosi. A due anni di distanza, le Regioni Molise, Puglia e Sardegna stanno seguendo l’esempio del Friuli Venezia Giulia. Tant’è che, ieri al Castello di Buttrio, in provincia di Udine, il convegno “Parliamo di Endometriosi. Prevenzione per la ragazza, la donna e la coppia“ - promosso e organizzato da Sonia Manente - ha di fatto costituito il primo tavolo di confronto fra le Regioni interessate a portare all’attenzione del Ministero della Salute una proposta di legge unitaria che riconosca a livello nazionale l’endometriosi, malattia che risulta ancora poco conosciuta, nonostante colpisca il 10% delle donne in età fertile. Di più. Il Friuli Venezia Giulia s’impegna a supporto tecnico del percorso di approvazione della legge nazionale. Così infatti il Presidente del Consiglio regionale Fvg, Franco Jacop: «Daremo il nostro apporto, anche di natura tecnica, alla Conferenza dei Consigli regionali, per valutare una proposta di legge unitaria sull’endometriosi. Nostro impegno sarà di raccogliere tutti i Consigli regionali per un coordinamento capace di

portare all’attenzione del Ministero della Salute la gravità della endometriosi e gli effetti che questa malattia comporta sulla vita delle donne che ne sono affette». Dall’altra parte del maxi— schermo, al tavolo in videoconferenza ha partecipato per la Sardegna il Consigliere regionale Lorenzo Cozzolino: «Sono convinto che potremo contare a Roma a fianco delle altre Regioni (Fvg, Molise e Puglia) che hanno lavorato o stanno lavorando per una legge regionale sull’endometriosi. Dal nostro canto, la nostra proposta è già passata in Commissione e tra un mese verrà approvata dal Consiglio regionale». Praticamente gli stessi, i tempi previsti dal Consigliere regionale del Molise Vincenzo Cotugno, proponente della pdl sull’endometriosi nella regione: «Siamo pronti ad aderire a una proposta di legge nazionale. La nostra proposta di legge regionale è già depositata in Commissione, stiamo lavorando per

farla approvare entro la fine dell’anno e contiamo che sarà operativa già a gennaio 2015». Nella stessa linea il parere dato – a margine della conferenza – dalla Consigliera regionale della Puglia, Anna Rita Lemma, che ha insistito sulla necessità di fare rete tra Regioni per una proposta di legge nazionale.

scita, ossia verso la creazione di lavoro, che rimane la vera emergenza del paese. Al contrario tutti i provvedimenti varati fin’ora dall’esecutivo basati su tagli lineari non hanno fatto altro che colpire lavoratori, giovani e pensionati, ossia quelle persone già messe a dura prova dalla crisi economica. Per la CGIL infatti “il decreto sviluppo non è all’altezza della gravità della crisi, serve un deciso cambio di rotta, in netto contrasto con le politiche rigoriste e recessive fin qui adottate”. Nei programmi elettorali manca la voce politica industriale (o se ne parla di sfuggita) né si discute di come evitare di diventare un deserto industriali. Su questi temi il dibattito elettorale è evanescente: si parla soprattutto di IMU, di riduzione dell’Irpef (rievocando uno slogan di cinque anni fa (meno tasse per tutti), di congelamento di Iva, tagli alle spese (senza specificare quali) e di rilancio dell’economia (come?) ma non del fatto che il paese vada rafforzato con una presenza forte nel settore industriale.

L’intervento

Piano Giovani, occorre una seria riflessione di Pietro Maio La stampa nazionale dopo aver alimentato l’illusoria aspettativa che la Garanzia Giovani era un piano Europeo capace di offrire uno sbocco lavorativo concreto ai giovani disoccupati italiani, ha avviato un’azione di demolizione sull’utilità del programma comunitario denunciando ritardi nell’attivazione dei bandi e dell’opportunità. Questo comportamento risponde ai limiti di una cultura che insegue la moda del momento e non si pone il problema di creare i presupposti seri per la crescita economica, la competitività del Sistema Italia e la capacità di saper creare nuovi posti di lavoro stabili e duraturi. Quello che serve non è bruciare i pochi fondi messi a disposizione dall’Unione Europea con il Piano Garanzia Giovani favorendo solo una piccola platea di fortunati che si sono già iscritti al collocamento e sono già profilati. Al contrario, proprio perché i fondi sono largamente inadeguati e insufficienti, bisogna essere molto oculati nella selezione delle imprese puntando ai settori più innovativi che possono veder confermata la più alta percentuale di giovani al termine dei 12 mesi di tirocinio pagato con fondi pubblici. In Italia e in Molise si sono iscritti meno del 20% del totale dei gio-

vani ricompresi tra i 15 e i 29 anni, e bene fa la Regione a dare l’opportunità anche al rimanente 80% di aderire al Piano Garanzia Giovani pena la loro esclusione dalla possibilità di essere avviati a tirocinio. In pratica, se domani venisse pubblicato un avviso per i giovani molisani con le risorse della garanzia giovani potrebbero essere assunti solo coloro che si sono già profilati presso i Centri per l’Impiego determinando una discriminazione verso i 12 mila che non si sono ancora iscritti al programma. E’ auspicabile completare bene tutti gli adempimenti degli avvisi concordabili con le associazioni imprenditoriali e con i sindacati definendo insieme a loro le modalità per la pubblicazione di bandi ed i contenuti selettivi per le imprese beneficiarie. Un utilizzo poco efficace dei 9,5 milioni di euro destinati al Molise brucerebbe un’occasione straordinaria per i giovani della nostra regione favorendo indirettamente aziende che potrebbero aderire alla proposta per convenienze di corto respiro ma senza avere alcuna possibilità di assumere i tirocinanti al termine dei 12 mesi. Meglio riflettere bene prima che non recriminare inutilmente a cose fatte.

“Tratturi, rendiamoli fruibili” CAMPOBASSO. Tutelare le storiche vie armentarie e valorizzarle rendendo fruibili itinerari di interesse storico, religioso e naturalistico, collegati ai tratturi, da percorrersi a piedi, in bicicletta oppure a cavallo. “Il nuovo PSR 2014/2020 punta anche al recupero delle aree tratturali molisane, con la possibilità di un loro utilizzo turistico/ricettivo mediante l’attuazione di alcune misure”.Questo l’intervento dell’Assessore regionale alle Politiche Agricole e Tutela Ambientale Vittorino Facciolla che lo scorso weekend, presso la Sala Parlamentino della Giunta regionale, ha incontrato i sindaci dei comuni del Molise per parlare del progetto ‘Tratturi e transumanzaPatrimonio dell’Umanità’. Un progetto partito nel giugno 2009, su iniziativa del Gal, che mira a candidare i tratturi del Molise quali patrimonio Unesco, con l’obiettivo di valorizzare dal punto di vista turistico e culturale, gli antichi percorsi tratturali ed altre vie di comunicazione di significato storico e religioso.“La valorizzazione dei tratturi e dei grandi ‘cammini’- ha sottolineato l’Assessore- costituisce una valida risorsa per attrarre una nuova tipologia di turista, che cerchi un rapporto diretto ed autentico con le comunità locali, i territori rurali, la storia e le tradizioni. Questa, pertanto, è un’occasione da prendere al volo”.


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5 25 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Salutare dimostrazione di forza del duo Nagni/Cocozza

In attesa della gara pubblica sarà ancora Trenitalia a portare i molisani a Napoli e a Roma Per una nuova mobilità su rotaia bisogna allungare il collo fino al primo gennaio 2018 Giusto mostrare i muscoli nei confronti di Trenitalia che assicura (!) i collegamenti con Roma e Napoli, in prossimità della scadenza del contratto. Giusto mettere le carte in tavola per annunciare che la Regione Molise provvederà ad emanare un nuovo bando pubblico per reperire sul mercato il vettore che meglio potrà e saprà interpretare e soddisfare le esigenze di mobilità su rotaia dei molisani. Giusto quindi, che l’assessore regionale ai Trasporti Pierpaolo Nagni, e il direttore dell’Area quarta, Rodolfo Cocozza, abbiano preso il toro per le corna, avviando, di fatto, l’allestimento di un bando pubblico cui, peraltro, essendo aperto, Trenitalia potrà farsi valere, ma su basi contrattuali sicuramente diverse e migliori di quelle che, stentatamente, e con una scia lunghissima di polemiche e risentimenti da parte dei viaggiatori, stanno arrivando alla fine. Chiudere e aprire un nuovo capitolo: sembra facile, ma facile non è. Per avviare e

concludere una gara d’appalto della portata e della complessità dei collegamenti con Roma e Napoli, ci vogliono almeno due anni sperando che poi non ci siano ricorsi e contenziosi vari. Aver mostrato i muscoli è stata una mossa azzeccata, resa possibile dall’accortezza con cui il duo Nagni/Cocozza si sta muovendo. Ovvero dall’aver messo in

preventivo di far partire il bando in concomitanza con la chiusura del rapporto convenzionale con Trenitalia avendo pronte le soluzioni tampone. Cioè assicurare ai molisani di raggiungere in treno (prioritariamente) la capitale e il capoluogo campano nel lasso di tempo necessario alla Regione per concludere la gara d’appalto e assegnare il servi-

zio al nuovo vettore. Misure preventive, dalle quali, non è esclusa, ad esempio, la possibilità che sia ancora Trenitalia a farsi carico dell’incombenza (con maggiori garanzie per i viaggiatori). Diversamente si dovrebbero ipotizzare corse sostitutive, ma non più su rotaia, bensì su gomma; oppure l’affidamento diretto (temporaneo) ad altra società di trasporto su rotaia (la Sangritana, per dire un nome). In tutti i casi è giocoforza arrivare subito ad un accordo quadro con le Ferrovie (Rfi) per poter disporre della rete, delle stazioni e degli impianti. Anche questa necessità è stata tempestivamente messa a registro, soprattutto a carico del direttore Cocozza. Che non ha tempo da perdere. Infatti, l’appuntamento con Trenitalia è stato fissato per il 2 dicembre; subito dopo con Rfi. L’ipotesi più a portata di mano sembra essere, come abbiamo fatto cenno, un nuovo contratto con Trenitalia che non sarebbe affatto restia ad accettare la clausola di salva-

guardia che consentirebbe alla Regione di poter recedere unilateralmente con un preavviso massimo di 24 mesi. Vale a dire, non appena in possesso degli esiti del bando pubblico. Che, come abbiamo detto, potrebbero vedere Trenitalia aggiudicataria, oppure costretta a cedere il passo. Gli intrecci di funzioni, d’interessi, di procedure e di priorità sono notevoli; notevoli anche i nodi da sciogliere e le decisioni da prendere (prima e dopo la gara pubblica). Necessaria, quindi, una prova di maturità e di capacità sul fronte politico e amministrativo, da Nagni, e sul fronte operativo, da Cocozza. Al centro di tutto questo ambaradan rimane fermo, tetragono, l’obiettivo di assicurare ai molisani una mobilità regionale ed extra regionale su basi di qualità e di certezze. Sembra facile, ma facile non è. L’appuntamento con la novità è al primo gennaio 2018. Dardo

LETTERA APERTA

Il Consiglio regionale riduca i costi della politica Alla luce dell’approvazione della L.R. n° 10/2013, che avrebbe dovuto ridurre le spettanze dei consiglieri regionali ed invece le ha aumentate, in qualità di cittadini ci siamo fatti promotori della raccolta di firme in calce alla proposta di legge di cui all’oggetto. Una proposta equilibrata, che non cede nulla alla demagogia ed al populismo, che prevede indennità più che dignitose. Abbiamo troppa considerazione della Politica per essere arruolati tra coloro che alimentano “l’antipolitica”. Nella vita abbiamo sempre svolto attività politica, sia all’interno che fuori dalle Istituzioni, e continuiamo a farla perché la riteniamo la più alta e nobile attività di servizio alla collettività. E siamo seriamente preoccupati ed inquietati di fronte al crescente distacco dei cittadini dalla politica e dalle istituzioni, soprattutto in una fase drammatica come quella che stiamo attraversando. Ma non ci riconosciamo in una politica miope ed incurante delle crescenti difficoltà dei ceti sociali più deboli, che con i propri comportamenti e le proprie scelte alimenta il distacco sempre più netto tra politica, istituzioni e società reale. Il fatto che molti cittadini, finora assuefatti ed asserviti, non sono più disponibili ad accettare la situazione di sfacciato privilegio dei loro rappresentanti non solo solleva un problema etico ma un grande problema politico che mina e mette in discussione lo stesso sistema democratico. Oggi più che mai alla politica si chiede di avere coraggio e lungimiranza, di ricorrere, laddove necessario, anche a scelte impopolari che, però, solo una politica autorevole può compiere. Autorevolezza, che si acquisisce solo abolendo i propri privilegi, definendo un progetto di profondo cambiamento, in grado di indicare prospettive ed obiettivi comuni, di convincere che siamo tutti legati allo stesso destino, di sconfiggere l’idea del “si salvi chi può”, di ridare speranza di futuro anche, e soprattutto, alla massa di “disperati”, finora utilizzata e ricattata dalla stessa politica. Solo queste sono le motivazioni che ci hanno spinto alla iniziativa. Nessun retropensiero. Nessuna macchinazione. Ad ottobre 2013 è partita la raccolta delle firme, che abbiamo depositato presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Molise il 23 dicembre 2013. La struttura dell’Ufficio di Presidenza, istituita per sovraintendere alle attività amministrative connesse all’avvenuta presentazione della proposta di legge, in data 15 gen-

naio 2014 ha validato 5.634 firme a fronte delle 2.000 richieste dagli artt. 32 e 33 dello Statuto in vigore all’atto della presentazione. In data 17 gennaio 2014, con nota prot. 359/14, il Presidente del Consiglio regionale assegnava, alla I^ Commissione consiliare il compito di esaminare ed esprimere il parere di cui all’art. 27 del r.i., sulla pro-

posta di legge. Per due volte, febbraio e settembre 2014, siamo stati convocati dal Presdiente della I^ Commissione per l’audizione sulla proposta di legge. Nel frattempo, con Legge Regionale 18 aprile 2014 n° 10, è entrato in vigore il nuovo Statuto regionale che all’articolo 42 recita: Le proposte di legge di iniziativa popolare sono comunque iscritte all’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio successiva alla scadenza del termine di quattro mesi dalla loro assegnazione alla commissione competente. … la proposta viene esaminata dal Consiglio previa relazione della competente commissione anche espressa oralmente. A settembre la Commissione ha esaminato la proposta di legge esprimendo parere non favorevole. Sono trascorsi 10 mesi dall’assegnazione della proposta di legge alla competente commissione ma, ad oggi, la proposta non è mai stata iscritta all’ordine del giorno del Consiglio regionale, appalesando, in tal modo, una chiara violazione dell’articolo 42 dello Statuto vigente (vedasi la convocazione del Consiglio regionale per la seduta del 18 novembre 2014). E’ nostro profondo e radicato convincimento che i problemi politici non si risolvono con “la carta bollata” ma riteniamo nostro dovere difendere la volontà dei circa seimila cittadini sottoscrittori ad esercitare il diritto di presentazione di proposte di legge ai sensi dello Statuto regionale, che il Consiglio regionale, non altri, ha approvato. E’ nostra convinzione che anche in questo la politica e le istituzioni devono dare l’esempio e non approfondire e rendere incolmabile il solco tra politica e società: non si può, e noi non vogliamo, accettare l’idea che chi fa le leggi si senta in diritto di non rispettarle, di violarle, ponendosi al di sopra di esse. E’ questa logica che alimenta l’antipolitica e la sfiducia nelle istituzioni, non la nostra iniziativa. Pertanto alla luce dei fatti e delle suesposte considerazioni si diffida il Presidente del Consiglio regionale ad iscrivere all’ordine del giorno della prima seduta utile del Consiglio regionale la proposta di legge di cui all’oggetto e di esaminarla. In caso di inottemperanza saremo, nostro malgrado, costretti ad adire le vie legali. Il comitato dei “Cittadini indignati del Molise” e Il ” comitato promotore proposta di legge di iniziativa popolare”


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Tutto quello che gli altri non dicono

Campobasso

25 novembre 2014

senza alcun finanziamento pubblico

Violenza sulle donne, il Comune c’è Una serie di iniziative previste dall’Amministrazione comunale di Campobasso sul territorio CAMPOBASSO. Prosegue la serie di iniziative ed appuntamenti che l’Amministrazione Comunale di Campobasso ha ideato e sta realizzando oggi, Giornata Internazionale per la eliminazione della violenza contro le donne. L’intera giornata di oggi vedrà i luoghi, i dipendenti e gli amministratori del Municipio impegnati in prima persona in azioni simboliche e fattive sul tema della lotta contro il femminicidio e contro ogni forma di violenza di genere. Il primo appuntamento sarà alle 11.00, in Sala Consiliare, dove l’Amministrazione incon-

trerà gli studenti delle quinte classi delle Scuole Superiori del capoluogo, che hanno realizzato un’opera dell’ingegno (letteraria, poetica, figurativa ecc.) che rappresenta un contributo simbolico nella lotta alla violenza di genere e l’occasione per discutere e confrontarsi, in classe come in ogni altro contesto sociale, su come mettere al bando modelli culturali e di comportamento, che costituiscono il fertile terreno in cui si alimenta la violenza. Verranno presentate le opere creative realizzate, che costituiranno lo spunto per un dibattito con gli studenti, cui parteciperà anche l’Ispettrice Carmela Dotoli, della Squa-

dra Mobile della Questura di Campobasso, che si confronterà con gli studenti e con l’amministrazione sul tema della giornata. Il secondo appuntamento della giornata sarà alle 16.00 con le dipendenti comunali e con Sindaco, Giunta e consiglieri sulla scalinata centrale della casa comunale: simbolicamente le donne che prestano il proprio servizio presso l’ente locale saranno collocate lungo le scale, ci saranno emblemi di colore rosso a fare da sottolineatura scenografica all’evento, si alterneranno il Sindaco ed altri uomini dell’amministrazione a leggere i nomi delle vittime di femminicidio. A consegnare l’elenco

dei nominativi, in una staffetta ideale tra mondo dell’Università e della Scuola ed Istituzioni cittadine, arriveranno la Prof.ssa Rosa Fanelli e la Dott.ssa Iannone, delegate dalla Prof.ssa Novi Chavarrìa per il C.U.G. per le Pari Opportunità dell’Università degli Studi del Molise. Infine, a conclusione della rassegna cinematografica organizzata a partire dallo scorso 18 novembre, verrà proiettato, alle ore 21,00, il Cortometraggio “Bloody red lipstick” e, a seguire, il Film “La bestia nel cuore”.

L’Arma setaccia il territorio Numerosi i controlli dei Carabinieri per garantire la sicurezza stradale e frenare i reati CAMPOBASSO. I Carabinieri del Comando Provinciale di Campobasso nel fine settimana appena terminato hanno intensificato i servizi di controllo del territorio oltre che nel capoluogo in molti comuni della provincia al fine di contrastare il verificarsi di reati contro il patrimonio. Destinatari del controllo automezzi e persone in ingresso ed in uscita dal territorio della provincia ed i soggetti sottoposti a misure restrittive o di prevenzione. Finalità dei servizi la prevenzione di reati predatori, il contrasto delle violazioni in materia di sostanze stupefacenti e del codice della strada e del fenomeno delle “stragi del sabato sera”, I militari hanno setacciato il territorio eseguendo posti di controllo sulle arterie stradali, percorso le strade dei centri abitati e soprattutto quelle più isolate.

Questi i risultati: 20 soggetti denunciati in stato di libertà per possesso di armi e sostanze stupefacenti, guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti, violazione del foglio di via obbligatorio; 4 persone proposte per l’emissione del foglio di via obbligatorio: 679 Autovetture controllate: 831 Persone identificate; 6 sequestri di armi e sostanze stupefacenti; 9 contravvenzioni al codice della strada; 10 documenti di guida e circolazione ritirati In particolare nel territorio della Compagnia Carabinieri di Campobasso 6 sono state le persone deferite in stato di libertà di età compresa tra i 21 e 46 anni, perché sorpresi a condurre

autoveicoli con un tasso alcolico superiore a quello consentito dal Codice della Strada mentre un 29enne è stato fermato alla guida un’autovettura sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Un ragazzo ed una ragazza sono stati segnalati al locale Ufficio Territoriale del Governo perché trovati in possesso di marijuana per uso personale; perquisiti nelle loro disponibilità i Carabinieri hanno rinvenuto coltelli di genere proibito ed una noccoliera artigianale. Nel capoluogo ed in Ripalimosani i militari hanno individuato tre soggetti di origine campana gravati da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e pertanto nei loro confronti è stata avanzata la proposta di emissione del foglio di via obbligatorio; un loro corregionale, già destinatario del citato provvedimento, è stato denunciato all’A.G. perché inosservante allo stesso.

Violenza sulle donne, la campagna di sensibilizzazione di Francesco Ruccolo* Il Comitato promotore del Club per l’UNESCO di Campobasso per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre promuove una campagna di sensibilizzazione su internet e sui social network affinché il messaggio possa essere evidenziato e condiviso dal maggior numero di utenti. Il Comi-

tato Promotore del Club per l’UNESCO di Campobasso ha ripreso all’interno della propria campagna il simbolo della scarpe rosse, simbolo contro il femminicidio, promosso anche dal Comune di Campobasso nella persona dell’Assessore al Commercio Salvatore Colagiovanni. “Invito tutti coloro che utilizzano i

L’intervento

Sepino, una programma per l’Europa di Camillo Marracino* Il Comune di Sepino, partner del progetto europeo TECT (Towards Excellence in Cultural Tourism) finanziato all’interno del programma Europa per i Cittadini, vi invita a partecipare all’incontro che si terrà il giorno 27 novembre 2014 alle ore 15:30 presso la sala del Teatro Santo Stefano di Sepino. L’incontro, aperto a cittadini, amministratori ed imprenditori attivi nel setture del turismo, ha lo scopo di informare circa le attività

implementate nel corso del progetto ed illustrare gli obiettivi a breve, medio e lungo termine. Parteciperanno rappresentanze dei partner di progetto provenienti da: Comune di Sandanski - Bulgaria; Comune di Harryda - Svezia; Comune di Agia - Grecia; Associazione dei Comuni Maltesi - Malta; Società di Sviluppo Turistico di Santa Cruz de Tenerife Spagna. *Coordinatore di progetto

social network a condividere questa campagna di sensibilizzazione utilizzando l’immagine come foto del profilo o di copertina o semplicemente condividendo la campagna sul proprio profilo. Abbiamo ritenuto opportuno lanciare una campagna sui social media affinchè potesse diffondersi senza confini territoriali facendo diventare ogni utente portatore e comunicatore di un messaggio importante che identifichi un problema presente nella nostra società. Abbiamo deciso di riprendere l’azione promossa dal Comune di Campobasso dell’esposizione nelle vetrine di un paio di scarpe rosse, cercando di riproporre il concetto simbolico sulla rete così che ci sia un’ampia e condivisa diffusione del messaggio. La violenza contro le donne è un problema che va combattuto, che va segnalato, che va denunciato ma sopratutto è importante che tutti, ognuno nei propri ruoli, non abbandoni e lasci sole le donne che hanno il coraggio e la determinazione di denunciare uomini

NON LASCIARTI SCHIACCIARE

violenti. Abbiamo deciso uno slogan forte, NON LASCIARTI SCHIACCIARE, affinchè nessuna donna debba mai accettare nessun tipo di sottomissione ma che abbia subito la forza e la determinazione di denunciare gli atti di violenza nei propri confronti. Auspico che il maggior numero di utenti condividano questa campagna di sensibilizzazione, a volte i piccoli gesti fanno raggiungere grandi obiettivi. Ci uniamo alle azioni messe in campo dalle istituzioni e da tutti coloro che propor-

ranno azioni affinchè facciano da eco a norme a tolleranza zero verso questo questo tipo di crimine ma sopratutto un eco che serva a tutte le donne che vivono questo dramma a denunciare così da rendersi libere e orgogliose di essere donne”. L’immagine della campagna di sensibilizzazione potrà essere scaricata all’interno della pagina facebook del Comitato Promotore del Club per l’UNESCO di Campobasso. * Presidente del Club per l’UNESCO di Campobasso


Campobasso

7 25 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Una proposta del consigliere Michele Ambrosio destinata ad aprire un dibattito di portata urbanistica, finanziaria e organizzativa

Due Municipi: uno per gli uffici unificati, l’altro per le rappresentanze istituzionali Ammorbati dalla pochezza progettuale che promane dal municipio, dalle paure al cambiamento che paralizzano gli amministratori e dalla circospezione di cui si circondano, finestre spalancate alle ventate di aria fresca La diaspora degli uffici comunali sul territorio è la peggiore espressione di un’amministrazione che non ha a cuore l’efficienza dei servizi che eroga né ha rispetto delle esigenze di mobilità del cittadino costretto a girovagare da un capo all’altro della città per accedere ai sempre più fantomatici uffici comunali: da Piazza V. Emanuele a Piazza Musenga, da Viale del castello a Via Muricchio, da Via Cavour a Via Toscana. Con l’aggravante che la quasi totalità di questi uffici sono inaccessibili ai disabili con ciò contravvenendo in maniera evidente e inaccettabile alle leggi. Fosse solo questo, sarebbe niente. La faccenda è più complessa. E parte dalla necessità di razionalizzare l’orgia demagogica del decentramento che è valido solo quando comunque accorpa i servizi e non li dissemina a capocchia. Qualcuno spieghi come sia possibile tollerare che un cittadino costretto a richiedere copia di un atto amministrativo a Palazzo san

Giorgio (una delibera del consiglio, di giunta, un ordinanza sindacale, una determina dirigenziale) poi debba andare a pagare il corrispettivo all’ufficio economato a Viale del Castello? La spending review, ovvero la razionalizzazione della spesa pubblica, è legge dello Stato. In base alla quale non si dovrebbe frapporre tempo a ridurre i fitti passivi, le spese di riscaldamento, della luce eccetera che il Comune paga per tenere in esercizio gli uffici fuori mano. Di questi problemi si sta occupando con un zelo pari solo alla sua determinazione il consigliere comunale Michele Ambrosio che pare abbia imboccato la strada della chiarificazione dei ruoli e delle responsabilità, non più e non solo in chiave politica e partitica quanto, invece, in chiave sociale e amministrativa. Un sovvertimento destinato a creare sistematicamente una divaricazione tra l’amministrare secondo tradizione inveterata e l’interpretazione esigenziale della collettività.

Alla quale Ambrosio vuole dare risposte concrete, esempi tangibili, soluzioni praticabili. Da qui, da questa premessa, è scaturita la proposta di trasferire gli uffici comunali nell’edificio “storico” della scuola elementare Enrico D’Ovidio in Via Roma, quale naturale “prosecuzione”, per vicinanza e per prestigio, di palazzo San Giorgio; oppure, in alternativa, nella nuova sede regionale prevista sull’area dell’ex campo sportivo Romagnoli. Logica stringente, oltre che idee praticabili, anche in tempi ragionevolmente contenuti. Per fare in modo, come diciamo, che il cittadino abbia un solo punto riconoscibile e riconosciuto per svolgere i suoi doveri e pretendere i suoi diritti, e la Pubblica amministrazione realizzi finalmente l’oobligo di razionalizzare e di contenere la spesa pubblica. Nonché per assegnare a Palazzo san Giorgio la dignità architettonica che lo distingue, la dignità rappresentativa di cui è apprezzabile espres-

sione, e per candidarsi ad accogliere al suo interno unicamente il consiglio, la giunta e il sindaco e le rappresentanze istituzionali che vorranno accettare di creare un “full point” istituzionale regionale. Sul piano della realizzabilità, la proposta di Ambrosio è già stata portata all’attenzione della maggioranza. E dopo un ulteriore approfondimento col sindaco e con i capigruppo, sarà discussa e valutata dalla commissione consiliare competente, in uno con il piano di dismissioni di tutti gli immobili attualmente occupati dagli uffici comunali, e i conseguenti e rilevanti benefici economici per le casse comunali. Ammorbati dalla pochezza progettuale che promane dal municipio, dalle paure al cambiamento che paralizzano gli amministratori e dalla circospezione di cui si circondano, finestre spalancate alle ventate di aria fresca. Dardo

Lettera aperta

Un plauso al nuovo Questore Egregio Sig. Direttore, E’ vero: si vedono più volanti della Polizia in giro per Campobasso. Un plauso al nuovo Questore, che ci auguriamo imprima una svolta al concetto di rispetto della legalità nel capoluogo. Non c’è voluto molto, avete visto? Una semplice questione di volontà. Come di volontà bisogna parlare nei confronti dei cittadini privati, troppo spesso chiusi nel loro individualismo, poco propensi a svolgere azioni collettive contro il

vandalismo, e sempre in attesa che qualcuno faccia qualcosa. In poche parole: “armiamoci e partite”. La differenza d’approccio è facilmente riscontrabile non appena si varca il confine campobassano. Gli esempi cittadini sono tanti, e in regione Termoli ne è quello più evidente: per fare un piccolo esempio, i commercianti e cittadini non ci stanno all’imbrattamento selvaggio, e a parte l’installazione di telecamere, si armano di pazienza e ripuliscono ogniqualvolta qualche ritardato

decide di lasciare la sua firma con la bomboletta. Invece a Campobasso si inviano missive ai vari media giustificandosi e scagliando le proprie saette contro gli amministratori di turno, non importa se rossi, bianchi o neri. La logica del capro espiatorio. E a peggiorare la situazione, la mancanza di volontà nel risolvere il problema quando tu volontario, con il tuo portafoglio e il tuo tempo, gli proponi di collaborare per ripulire i muri. Allora abbiamo la città che ci meritiamo!

L’azione del Questore, tuttavia, è un importante segnale di cambiamento, e ci auguriamo che lo Stato voglia essere sempre più presente nel processo di rispetto della legalità, una emerita sconosciuta anche nelle nostre famiglie borghesi, che continuano a nutrirsi del proprio io ingenerando un circolo vizioso. Ci auguriamo altresì che l’installazione delle telecamere di sorveglianza, annunciata e sbandierata su più fronti, si concretizzi nel più breve tempo possibile.

Infine, l’auspicio è che le forze dell’ordine instaurino un dialogo con le scuole di ogni ordine e grado e con le associazioni di categoria perché TUTTI, senza esclusione, capiscano quanto è bello rispettare e far crescere il Bene Comune, rendendosi artefici del proprio riscatto. Con buona pace dei vandali. Distinti saluti Delia Hafez Donato Paolucci Donatella e Dario Autieri

Autovelox Vinchiaturo, verbali da annullare Il Comitato Pro Trignina ha effettuato un sopralluogo sulla statale 87 VINCHIATURO. Il Comitato PRO TRIGNINA ha effettuato un lungo sopralluogo sulla strada statale 87 che da Campobasso va ad Isernia. In seguito a queste misurazioni e perizie tecniche,coordinate dal geometra Nicola Pelliccia di Torrebruna si è potuto constatare e confermare che la kilometrica ascritta nei verbali non è quella corrispondente alla situazione stradale reale. Cioè in buona sostanza nei verbali viene dichiarato , da parte dei componenti della poliziamunicipale Marra e D’Andola, che la postazione trovasi al kilometro

120+450 mentre la postazione era situata al kilometro 120+ 414, ben 36 metri di differenza che portano a denunciare quegli atti pubblici, i verbali, come falsi e quindi per i sottoscrittori degli stessi si profila un aspetto penale non previsto , che porterebbe ad una denuncia per falso in atti pubblici. Questa nuova situazione ,insieme alla conferma che la postazione era fuori dall’ambito del Decreto del Prefetto Di Menna dell’ 8 marzo 2013 n.12408, che individua i tratti viari nei quali si può fare controllo

elettronico senza la contestazione immediata porta ad una elevata e forte illegittimità di tutti i verbali. A questo punto il Comitato nella giornata di mercoledì chiederà ufficialmente all’emerentissimo sig. Prefetto Di Menna un incontro per verificare lo stato del lavoro effettuato da parte del Comitato. Sarà prodotta una perizia tecnica che certificherà l’illeggittimità della postazione e dei verbali sottesi. E’ improcrastinabile da parte della nostra associazione una richiesta straordinaria da

fare al Prefetto della Provincia di Campobasso,affinchè lo stesso con una ordinanza ad hoc deve intimare il Comune di Vinchiaturo a rimborsare tutti quelli che hanno pagato già e non hanno effettuato i ricorsi. “A questo proposito invitiamo gli automobilisti, assumendoci la responsabilità di non pagare e di venire a fare ricorso presso il nostro Comitato, non sprecate soldi ad andare dal Giudice di Pace, ci sono tutti gli estremi per farsi annullare i verbali dall’area III, ufficio depenalizzazione della Prefettura di Campobasso”.

Neoplasie del colon-retto, le terapie Nell’ultimo decennio sono state introdotte diverse novità per la patologia: gli interventi della Fondazione “Giovanni Paolo II” TERMOLI. “Neoplasie del colon-retto: valutazione clinico-radiologica pre e post-trattamento” è stato il tema dell’incontro scientifico che si è svolto presso la Fondazione “Giovanni Paolo II” martedì 18 novembre 2014. L’evento, coordinato dal radioterapista dott. Vincenzo Picardi, rientra nel percorso scientifico “Agora”

promosso dall’Unità Operativa di Radioterapia in collaborazione con le Unità Operative di Oncologia Medica degli Ospedali di Campobasso e Isernia, dirette dal dott. Liberato Di Lullo. Nell’ultimo decennio sono state introdotte diverse novità per questo tumore: il miglioramento delle tecniche diagnostiche e chirurgiche,

l’introduzione di nuovi farmaci e di nuove tecniche radioterapiche, e soprattutto l’ottimizzazione dei trattamenti integrati. Il corso è stato focalizzato sulla valutazione clinico-strumentale pre e post-trattamento con lo scopo di migliorare l’integrazione delle diverse figure professionali nell’ottica del trattamento

multimodale delle neoplasie del colon-retto, in modo da ottimizzare sempre di più il percorso del paziente con tali neoplasie. Hanno partecipato al convegno chirurghi, radiologi, endoscopisti e oncologi della Fondazione e di altri ospedali molisani e medici di medicina generale.



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

25 novembre 2014

senza alcun finanziamento pubblico

L’intervento

TUTTI INSIEME PER DARE UN FUTURO POSSIBILE AI DIPENDENTI ITTIERRE! La situazione dei dipendenti Ittierre, la maggior parte di loro ancora solo per poche ore con questo status prima di diventare ex dipendenti, sta evolvendo in maniera preoccupante prefigurando una via sempre più stretta da percorrere per dare qualche speranza di lavoro alle centinaia di famiglie coinvolte. L’appello delle istituzioni per l’attivazione di un tavolo di crisi Ministeriale allo scopo di ricercare soluzioni è un passaggio possibile e dovuto, ma deve essere preceduto dall’immediata attivazione di un tavolo tematico regionale, peraltro già concordato tra parti sociali e Governo Regionale.

Si deve attivare un tavolo di crisi del settore tessile in maniera tempestiva per seguire da vicino l’evoluzione delle vicende della O.T.I. che lasciano sempre più appese ad un filo le speranze di far ripartire il ramo d’azienda dell’Ittierre. Bisogna affrontare velocemente questa questione insieme per far si che il lavoro fatto fino ad ora non vada perduto ma, soprattutto, bisogna cominciare ad interloquire tutti insieme con i possibili imprenditori che si stanno affacciando in Molise per recuperare quel know how che Ittierre sta liberando da qualsiasi vincolo. Da mercoledì 26 novembre qualche centinaio

di persone altamente qualificate del settore tessile saranno disoccupate ed a loro, comprendendo in questa azione anche i circa 150 ex Ittierre che oggi sono alla fine degli ammortizzatori sociali, che va rivolto lo sforzo delle istituzioni e delle parti sociali per rendere concreta una speranza di ripartenza dell’intero settore del tessile del Molise. Bisogna concertare insieme agli Assessori Regionali al Lavoro e Attività Produttive, le azioni da mettere in campo per favorire l’arrivo di imprenditori del settore tessile che vogliono investire in Molise. Ma la discussione deve partire subito per avere i lavoratori an-

cora nello stato d’animo predisposto a combattere per avere un futuro. Se dovesse sopravvenire la rassegnazione diverrebbe inutile qualsiasi discussione e saremmo tutti costretti a porci problemi di natura diversa su un’intera Provincia che, già ultima in Italia come reddito pro capite, potrebbe essere contaminata da dinamiche sociali drammaticamente in uso a pochi chilometri di distanza. Le segreterie regionali di Filctem CGIL e Uiltec UIL.

Imprenditore caseario denunciato La Forestale di Agnone ha riscontrato sversamenti fuori norma direttamente nella rete fognaria Agnone – Alcuni giorni fa gli agenti del Comando stazione forestale di Agnone hanno notato che nel depuratore comunale delle acque reflue giungevano, in quantità non trascurabili, prodotti di scarto di lavorazioni lattiero-casearie. Questi, infatti, posseggono una colorazione ed emanano un odore sgradevole molto caratteristici. Che si trattasse di questo tipo di sostanze è stato confermato dai risultati dalle analisi fatte sui campioni prelevati e consegnati all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Le indagini sono state avviate immediatamente ed è già stato individuato il responsabile. Si tratta, infatti, di un imprenditore caseario che gestisce un’attività nella zona ar-

tigianale “Giovanni Paolo II” di Agnone. Il sopralluogo effettuato dalla Forestale ha messo in luce che il siero del latte veniva riposto in una cisterna per poi essere illecitamente smaltito con molta facilità versandolo in un tubo presente in un locale dello stabilimento. L’uso di traccianti colorati ha consentito di verificare come il medesimo fosse collegato alla rete fognaria. Il locale è stato posto sotto sequestro penale e l’uomo è stato deferito all’Autorità giudiziaria per smaltimento illecito di rifiuti speciali non pericolosi. Il serio del latte è una sostanza organica che se versato nelle acque ne altera negativamente le proprietà

I controlli del Corpo forestale dello stato in materia proseguiranno, giacché rientrano tra le attività ordinarie finalizzate da un lato alla tutela ambientale e dall’altro a verificare la qualità delle produzioni lattiero-casearie, soprattutto di quelle tipiche.

Torrente Rava, finalmente pulito I cittadini, dopo tante segnalazioni, vedono gli interventi richiesti VENAFRO. Tanto tuonò, che piovve !”. Così recita un vecchio adagio che calza a pennello con l’annosa vicenda della pulizia di argini e letto del Rava, il torrente che chiude a sud l’abitato venafrano. Di tale corso d’acqua, di cui tutti chiedono da tempo immemorabile la più completa ed integrale pulizia rimuovendo da argini e letto alberi, cespugli, erbe, sterpaglie, plastica e rifiuti presenti al suo interno e che, assieme all’intasamento dei canali di scolo, possono ostruire il naturale deflusso delle acque in caso di precipitazioni abbondanti provocando danni e pericoli come accaduto nel recente passato, di pulizia e tenuta di tale corso d’acqua -si diceva- finalmente il Consorzio di Bonifica di Venafro ha deciso già dai prossimi giorni di farsi carico al fine di prevenire esondazioni, danni alle cose e pericoli alle persone. Dal che l’iniziale “ tanto tuonò che piovve”. E’ accaduto cioè che l’ente di bonifica, sotto la spinta delle proteste e delle sollecitazioni popolari, e constatato l’effettivo stato di pericolo, dopo innumerevoli tentennamenti si è determinato a rimboccarsi le

maniche e, utilizzando le proprie risorse strutturali, finanziarie ed umane, in attesa degli accrediti economici della Regione Molise, si è deciso ad intervenire sul Rava ripulendolo e rasserenando i venafrani. Un intervento doveroso ed opportuno, che benissimo poteva essere deciso tanto tempo addietro senza creare preoccupazioni nell’opinione pubblica della città. In effetti il Consorzio di Bonifica, lo riferiamo per dovere di cronaca, dispone di propri mezzi ed attrezzature meccaniche necessarie allo scopo, ha gli operai ad hoc, per cui in buona sostanza ci sarà solo da acquistare la nafta per macchine ed attrezzature anticipando gli euro necessari, fermo restando il giusto rimborso da parte della Regione Molise. Dopodiché, nel giro di due/tre settimane il Rava tornerà alla naturale sua bellezza e gli animi dei venafrani finalmente si rassereneranno. L’ interrogativo finale : perché non decidersi prima senza tentennamenti di sorta, in modo da non far preoccupare la gente e non far storcere loro il muso per il pessimo stato del torrente ?

chimiche, fisiche e biologiche. Stando ad un rapporto della FAO, tra l’altro, il settore lattiero-caseario ha prodotto negli ultimi anni il 4% dell’inquinamento globale causato dall’uomo.

Donazione di organi al Neuromed La mobilitazione dell’Istituto e la solidarietà di una famiglia Una corsa contro il tempo. Una storia di solidarietà che ha raggiunto l’Italia dal nord al sud. E’ il risultato dell’atto di estrema generosità della famiglia di un paziente, alla quale l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) si è affiancato con una mobilitazione che ha visto la Direzione Sanitaria e l’Unità Operativa di Rianimazione impegnarsi, nella notte tra sabato e domenica, affinché gli organi espiantati dal donatore potessero raggiungere i malati che ne avevano bisogno in tre città italiane. Seguendo le procedure operative, subito dopo la dichiarazione di morte cerebrale del paziente, la Rianimazione dell’Istituto molisano ha allertato il Centro di Coordinamento Trapianti, che ha attivato le diverse équipe sul territorio nazionale. E’ così scattata la complessa macchina della donazione di organi. Squadre di chirurghi sono giunti da Milano, L’Aquila e Palermo, mentre la Rianimazione Neuromed organizzava tutto il necessario per gli interventi.

Nella notte la complessa operazione, durata in tutto cinque ore. I gruppi chirurgici sono arrivati nella sala operatoria del Neuromed per procedere all’espianto di fegato, polmoni, reni e cornee. Successivamente, grazie allo sforzo della Prefettura e della Questura che hanno organizzato gli spostamenti, gli stessi organi sono stati trasportati verso gli ospedali di destinazione per essere subito trapiantati sui pazienti in attesa. “E’ stata veramente una grande esperienza umana – è il commento di Edoardo Romoli, Direttore Sanitario dell’Istituto di Pozzilli, e del dottor Fulvio Aloj, Responsabile dell’U.O. di Rianimazione – Ci siamo trovati di fronte a una famiglia bellissima e molto unita. Erano già convinti della donazione, erano già pronti. Noi del Neuromed, assieme ai chirurghi delle varie equipe, ci siamo impegnati con tutte le energie in uno sforzo collettivo che andasse incontro all’umanità e alla solidarietà dei familiari. I veri protagonisti sono loro, questo dobbiamo sottolinearlo con forza”.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

25 novembre 2014

“La stazione non si tocca dal centro” Il sindaco Sbrocca boccia l’idea presentata da Di Brino di spostare l’impianto a Marinelle TERMOLI. “Non è un parere vincolante ma un parere di territorio e noi siamo qui per difendere il nostro territorio e far sì che Ferrovie metta in campo tutte quelle opere che non danneggino la nostra città”. Con queste parole introduce il tema “raddoppio ferroviario” il sindaco cittadino Angelo Sbrocca che fa memoria: “il raddoppio consiste nella posa in opera di una linea ferrata ulteriore a quella già esistente nel tratto che va da Termoli Sud fino a Lesina. Un tratto di circa 30 chilometri ad oggi inesistente perché in tutta la dorsale adriatica, fino a Bari, esiste questo raddoppio che però si ferma proprio nel punto che va da

Termoli Sud fino a Lesina, tratto che è appunto chiamato “l’imbuto d’Italia”. E sulla questione compensazioni Sbrocca fa riferimento a un accordo del 2006 tra gli allora Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro e sindaco Vincenzo Greco e che consiste “in una serie di opere compensative a favore del Comune di Termoli”. “Sono dei vantaggi – specifica Sbrocca – che vengono ad essere apportati al Comune e quindi ai cittadini; si tratta di diversi i terreni e immobili che vanno dalla struttura della stazione passeggeri, al palazzo di vetro che c’è in stazione, fino allo

spostamento della stazione dei sottoservizi ferroviari dove c’è la produzione dell’energia elettrica per la rete ferroviaria. Ci sono poi una serie di aree la cui proprietà è discussa tra Comune e Ferrovie e lì occorrerà pacificare quelle che sono i rapporti con le Ferrovie che in questo momento sono ottimi”. “Ho avuto contatti – ricorda Sbrocca – con dei referenti FSI per cercare di far sì che Termoli ottenga il massimo che si può ottenere; ad esempio, tra le aree all’interno del dibattito troviamo quella dove insiste il parcheggio di via Campania e quella di piazza Donatori di Sangue”, ma non solo, specifica Sbrocca che ag-

giunge: “abbiamo anche parlato anche di altre cose perché le Ferrovie per noi sono un valore aggiunto e sicuramente Ferrovie e Comune devono camminare in sinergia”. Nel colloquio si evidenzia la necessità di “fare una scala e una lista delle priorità” per le opere più urgenti da compiere. E ricordando l’idea di Di Brino di delocalizzare la stazione ferroviaria in contrada Marinelle, Sbrocca affonda e afferma: “Delocalizzazione della stazione a Marinelle? Io e la mia amministrazione siamo assolutamente contrari a questa delocalizzazione. Ritengo un disastro una

cosa del genere perché la stazione in centro è un valore aggiunto per la città e per l’economia della stessa; il suo spostamento in un posto isolato porterebbe via delle economie e non farebbe bene a Termoli: basta vedere altri esempi che ci sono stati in Italia dove si è scelto per le delocalizzazioni, peraltro in tempi in cui si potevano fare perché c’erano i soldi. La nostra stazione resterà in centro, magari adotteremo dei sistemi per cercare di attutire quello che sarà il frazionamento delle due parti della città divise dalla rete ferroviaria, ma anche questo era previsto nella convenzione stipulata tra Di Pietro e Greco”.

Lettera aperta

Termoli, tra tombini e buche da scavo Caro direttore, Mi permetta una segnalazionesfogo che, so, non resterà inascoltato. Passando in via Madonna delle Grazie, ho notato in attività mezzi meccanici intenti ad effettuare uno scavo nell’asfalto per la posa di cavi, presumo. Fin qui, nulla di strano mi dirà Lei, ma l’assurdo è che pochi giorni addietro, il tratto di strada sul quale si stanno compiendo i lavori, via De

mine degli stessi lo scavo sarà ricoperto con un pò di catrame, certo, ma i risultati saranno presto sotto gli occhi di tutti con nuove buche e l’asfalto nuovamente da rifare. Mi creda, vedere tutto questo spreco, questa superficialità e questo menefreghismo, so-

Gasperi, è stato oggetto di lavori per il rifacimento dell’asfalto che oggi è stato nuovamente disfatto per effettuare questi nuovi lavori. Le foto che Le allego, sono eloquentissime! Mi chiedo, e con me altri cittadini che hanno commentato l’assurdità della cosa, non era possibile coordinare le tempistiche onde intervenire per la realizzazione dell’asfalto, dopo la conclusione di tali lavori? Sicuramente al ter-

prattutto in periodi come questo in cui le poche risorse andrebbero ottimizzate al massimo, è alquanto avvilente. Mi permetto, infine, di segnalare con l’ultima foto (una su tutte), le condizioni in cui versano i chiusini di raccolta delle acque piovane siti sempre sulla medesima strada. Non lamentiamoci, poi, che ad ogni pioggia un po’ battente, tutta la città viene letteralmente sommersa dalle acque.

Life Maestrale per conoscere la natura Ambiente Basso Molise ha organizzato una giornata nella natura a Campomarino CAMPOMARINO. Alla scoperta dei luoghi del Life Maestrale. Decine e decine di appassionati, non solo soci di associazioni ecologiste, si sono ritrovati ieri a Campomarino Lido per vivere una splendida ‘giornata nella natura’, con la collaborazione del Maneggio di O. In linea Ambiente Basso Molise, la realtà che si giova della guida di Luigi Lucchese, capace di aggregare anche il Cvp di Campomarino, la MoliGav e l’altro partner ufficiale della manifestazione, l’Asd I Cavalli della Foce.

Una escursione in piena regola, baciata da un sole quasi insperato, per scoprire aree paludose e acquitrinose che sono merce rara sulla costa adriatica, dove nidificano 205 specie di uccelli, dove crescono rare piante e insediamenti vegetali, ma dove la mano dell’uomo è presente, negativamente, con i rifiuti abbandonati tra dune, paesaggi retrodunali e spiaggia. L’escursione è terminata alla foce del Biferno, prima di riconvergere sul maneggio, dove nel pomeriggio si è vissuto un momento di pura ri-

creazione. La giornata della natura è stata classificata come una manifestazione per dire no al consumo di suolo che ogni giorno si mangia porzioni di territorio, per difendere i valori del paesaggio, della ruralità, delle risorse naturali e dei beni comuni, per dare spazio di parola e di ascolto a chi si batte per impedire mega cementificazioni e infrastrutture inutili, per dire no alle trivellazioni in mare, per raccontare esperienze, per vivere momenti irripetibili

A Termoli l’incontro delle Misericordie I gruppi di Molise, Abruzzo e Marche in un incontro per parlare di trasporto sanitario TERMOLI. Un auditorium colorato di giallo e blu è quanto proposto agli occhi delle telecamere in occasione del primo incontro interregionale delle Misericordie di Marche, Abruzzo e Molise. Ospitato a Termoli su iniziativa di Romeo Faletra e dello staff delle Misericordie locali, l’incontro ha avuto come tema “Non togliamole il sorriso” ed ha affrontato la questione femminicidio attraverso le parole dell’avvocato Mammarella che ha dapprima introdotto al tema e successivamente fotografato il fenomeno in regione. “Il problema della violenza di genere – ha affermato l’avvocato Daniela Mammarella, relatrice dell’evento e membro della Commissione nazionale pari opportunità – per fortuna si

sta valorizzando come un problema sociale; dal primo agosto, infatti, è entrata in vigore in Italia la convenzione di Istanbul in relazione alla quale sono predisposte tutta una serie di tutele di prevenzione, protezione e punizione delle violenze di genere. I casi, in realtà, non stanno aumentando per quanto concerneil dato numerico oggettivo ma questo sembra in aumento solo perché è incrementata la sensibilità delle vittime alla denuncia. Si è creato, per questo, come una rete attorno alle vittime per cui sono in aumento le denunce di stalking o di atti persecutori, mentre sono in diminuzione le denunce per lesioni. Ad ogni modo, questo dato non indica con una lettura sistematica un aumento dei casi, ma una maggiore capacità di denuncia e, quindi, un funzionamento

degli strumenti di protezione che non può che trovarci contente perché, più si denuncia, più il fenomeno non viene più tollerato e la tutela diventerà certa e garantita”. Alla luce di ciò, la Misericordia ha inteso far germogliare una nuova attività a disposizione della cittadinanza che consterà nell’istituzione di un centro d’ascolto da attivare nelle prossime settimane. La Misericordia, attraverso i suoi volontari, è da a sostegno dei cittadini con diverseattività. A raccontare quanto fatto è Alessandro Speca, Governatore interregionale Abruzzo, Marche e Molise delle Misericordie che ha inteso porre in evidenza che questo incontro “è nato dall’esigenza delle Misericordia di volgere il proprio sguardo su altre

problematiche sociali e su forme di disagio di scottante attualità, come la violenza sulle donne. Abbiamo individuato un nome: “Non togliamole il sorriso”, ma sappiamo molto bene che a volte le vicende portano molto di più che a togliere un sorriso, a volte a togliere la vita e le Misericordie che difendono da sempre i diritti umani, l’etica e la morale si vogliono impegnare in questo. Oggi è anche un momento di festa perché è il meeting delle Misericordie di Abruzzo Marche e Molise, il primo meeting che parte proprio da Termoli e vivrà anche altri momenti tra cui una simulazione di Blsd all’esterno dell’auditorium e il saluto festoso alla città con le ambulanze a sirene accese per le vie di Termoli. È un modo per presentare anche il nostro movimento di volontariato

alla città mettendoci a disposizione della comunità. Le difficoltà che incontriamo a volte riguardano proprio l’individuare quella che è la nicchia di necessità, questo perché non bisogna soffermarsi solo sul trasporto sanitario e su quelle che sono le attività istituzionali, ma occorre andare a individuare dove si stanno formando nuove nicchie di necessità. Una difficoltà che affrontiamo anche con molto impegno per cercare di dare una mano in altri ambiti e nel rapporto con le istituzioni che stanno abbandonando una tipicità che è quella del volontariato nell’ambito del trasporto sanitario. Si sta sempre più parlando di gare di appalto che però sono cose che si coniugano molto male con le associazioni di volontariato”.


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Termoli

25 novembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Protezione civile all’interno dei Lavori pubblici La Giunta comunale di Termoli procede all’organizzazione del nuovo settore TERMOLI. Dopo aver sistemato la guida dei settori tecnici, vedi Urbanistica e Lavori pubblici, l’amministrazione Sbrocca approccia un altro comparto cardine nell’organizzazione della sua macchina comunale: la protezione civile. Un ambito nato ufficialmente in consiglio comunale il primo marzo 2002, con l’allora sindaco Alberto Montano, poi evoluto nel 2010 (giunta Di Brino) con l’istituzione del Coc, il centro operativo, che venne riunito dal predecessore di Sbrocca in diverse occasioni. Oltre alla gestione delle emergenze,

vedi rischi di alluvione, incendi, ondate di maltempo, nevicate improvvise, vi sono da porre in essere il piano comunale di emergenza del rischio idrogeologico, il piano per il rischio degli incendi boschivi, entrambi varati dall’amministrazione Greco. Tra gli ultimi atti della precedente giunta di centrosinistra, con l’ordinanza sindacale n. 135 del 29.4.2009, è stato nominato responsabile della funzione 11 –Nucleo Industriale il responsabile del servizio ambientale e sicurezza del Consorzio Industriale della Valle

del Biferno. Ora, a distanza di anni, in via Sannitica è stato ritenuto dover assumere un atto di indirizzo per l’aggiornamento della carta dei rischi incidenti sul territorio e conseguente revisione della corrispondente regolamentazione ed organizzazione del servizio di protezione civile. Per questa ragione la giunta ha deciso di incardinare il sistema locale di protezione CIVILE all’interno del settore Lavori Pubblici e di incaricare il dirigente Matteo Caruso di definire l’assetto organizzativo

interno con l’individuazione a mezzo di atto gestionale di una figura professionale cui conferire la responsabilità del servizio; in caso di risorsa in dotazione di altra struttura comunale, il provvedimento di mobilità interna sarà assunto dal segretario generale di concerto con il dirigente stesso. Non solo, ma anche di stabilire che si dovrà provvedere, entro e non oltre sei mesi all’aggiornamento del piano comunale di protezione civile e della carta dei rischi incidenti sul territorio e conseguente revisione di tutta la

regolamentazione ed organizzazione del servizio per renderlo funzionale, efficiente ed operativo; nelle more, il Sindaco, provvederà per competenza propria a confermare a mezzo di ordinanza sindacale l’assetto organizzativo del Coc e ad attribuire alla rinnovata dirigenza comunale la titolarità delle funzioni di supporto. Di confermare che la sede del Coc dovrà essere ubicata presso la casa comunale in via Sannitica o, in alternativa, presso la nuova sede del Comando di Polizia Municipale (sede ex Tribunale).

Pesca, si prova a ripartire Tanti i progetti prefissati per il prossimo triennio dall’unica O.P. del settore in Molise TERMOLI. Lo scorso sabato 22 novembre, si è tenuta l’Assemblea soci della Organizzazione Produttori Pesca del Molise “O.P. San Basso” che ha eletto i membri del nuovo consiglio di amministrazione che resterà in carica fino al 2016. A conferma del buon operato profuso in questi sei anni di attività i soci della “O.P. San Basso” hanno confermato i consiglieri uscenti Basso Cannarsa (primo eletto) del motopeschereccio “Nuovo Trenta Carrini”, Marino Recchi del “Luigi Padre” e Marco Bonito a cui si sono aggiunti i nuovi consiglieri Evangelista Maria del M/P “Lorenzo I°” ed Edoardo Recchi dell’imbarcazioni “Regina di Cuori”. Il nuovo Consiglio di Amministrazione ha confermato all’unanimità Basso Cannarsa Presidente e Marino Recchi Vice Presidente della OP San Basso. La “O.P. SAN BASSO”, l’unica organizzazione di produttori regionale ad aver ottenuto il Riconoscimento Ministeriale in linea con i Regolamenti Comunitari, ha nel corso dell’assemblea definito i nuovi obiettivi da sviluppare per il prossimo triennio indicati all’articolo 7 del Regolamento (UE) n. 1379/2013, ovvero: a) promuovere l’esercizio di attività di pesca redditizie e sostenibili in piena conformità della politica di conservazione prevista, in particolare, dal regolamento (UE) n. 1380/2013 e del diritto ambientale, rispettando nel contempo la politica sociale e la partecipazione alla gestione delle risorse biologiche marine; b) evitare e ridurre, per quanto possibile, le catture indesiderate di stock commerciali e, ove necessario, farne il miglior uso possibile senza creare un mercato per tali catture che sono

al di sotto della taglia minima di riferimento per la conservazione, in conformità dell’articolo 15 del regolamento (UE) n. 1380/2013; c) contribuire alla tracciabilità dei prodotti della pesca e all’accesso dei consumatori ad un’informazione chiara e completa; d) contribuire all’eliminazione delle pratiche di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. E, inoltre: a) migliorare le condizioni di immissione sul mercato dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura dei propri aderenti; b) migliorare il rendimento economico; c) stabilizzare i mercati; d) contribuire all’approvvigionamento alimentare e promuovere elevati parametri di qualità e sicurezza alimentare, favorendo nel contempo l’occupazione nelle zone costiere e rurali; e) ridurre l’impatto ambientale della pesca, anche mediante misure volte a migliorare la selettività degli attrezzi da pesca. La “O.P San Basso” intende adottare una serie di misure che vanno nella direzione indicata, peraltro indicate nell’art. 8 dello stesso Regolamento, quali: a) adeguare la produzione alle esigenze di mercato; b) canalizzare l’offerta e la commercializzazione dei prodotti; c) promuovere i prodotti della pesca e dell’acquacoltura dell’Unione dei loro aderenti in modo non discriminatorio servendosi, ad esempio, della certificazione dei prodotti, e, in particolare, di denominazioni di origine, marchi di qualità, denominazioni geografiche, specialità tradizionali garantite e meriti dei prodotti in termini di sostenibilità;

d) promuovere programmi di formazione professionale e di cooperazione al fine di incoraggiare i giovani ad entrare nel settore; f) ridurre l’impatto ambientale della pesca, anche mediante misure volte a migliorare la selettività degli attrezzi da pesca; g) promuovere l’uso della tecnologia dell’informazione e della comunicazione per migliorare la commercializzazione ed i prezzi; h) agevolare l’accesso dei consumatori all’informazione sui prodotti della pesca e dell’acquacoltura. “Alle Organizzazioni Produttori della Pesca - dichiara il Presidente Basso Cannarsa – la Comunità Europea riserva un ruolo di primaria importanza per il perseguimento dei suoi obiettivi, purtroppo in Italia non si è ancora presa “piena coscienza” di ciò, ma è solo attraverso le Organizzazioni di Produttori che sarà possibile affrontare in modo risolutivo i problemi della pesca, ovvero con la concertazione diretta con i pescatori. La O.P. San Basso, a dispetto della sua giovane età, ha già raggiunto un’importante maturità, con soci consapevoli e responsabili in grado di comprendere che è solo attraverso una gestione ecosostenibile ambientale della risorsa marina e l’attuazione di un Piano Locale di Gestione condiviso tra tutti gli operatori della pesca che sarà possibile invertire questa tendenza economica negativa del settore ittico. Il Vice Presidente Marino Recchi ricorda come la “OP San Basso” sia una società cooperativa aperta, felice di accogliere come soci tutti coloro i quali condividano tali obiettivi statutari.

Gtm, trasporto ancora a rischio La Regione ha tagliato i fondi per il servizio pullman alla città di Termoli TERMOLI. Di nuovo a rischio il servizio di trasporto locale a Termoli. La Gtm sarebbe pronta a correre ai ripari e a rimetterci sarebbero dipendenti e utenti. La fissazione dell’udienza di merito per il marzo 2015 non ha rassicurato affatto i sindacati sul possibile buon fine della controversia e così, il leader della Filt-Cgil Giorgio Simonetti ha voluto scrivere una lettera accorata all’assessore regionale competente per materia Pierpaolo Nagni. Comunicazione inviata anche a Frattura, Petraroia, Ferrazzano e Azienda, vista la procedura di mobilità correlata alla delibera di giunta dell’agosto scorso. “Egregio assessore, apprendiamo dalla stampa locale che il Tar Molise ha fissato per il mese di marzo 2015 il pronunciamento di merito alla richiesta di sospensiva della delibera di giunta regionale 387, attraverso cui sono stati ridotti i trasfe-

rimenti al Comune di Termoli, per lo svolgimento del trasporto pubblico urbano. Avendo notizia della volontà preannunciata dall’azienda Gtm di sospendere il servizio fino a quella data per la insostenibilità dei costi del servizio o in subordine, di avviare una procedura di mobilità per almeno cinque lavoratori; ricordando che il personale non ha ancora, percepito lo stipendio di ottobre, condizione che da sola lascia intuire difficoltà di ordine finanziario, probabilmente riconducibili all’azienda esercente, ignorando se in conseguenza della citata delibera e che tempi così lunghi e che l’incertezza del pronunciamento sulla richiesta di sospensiva possono solo acuire; essendo a conoscenza di un programmato incontro all’assessorato che Lei dirige, per i primissimi giorni della prossima settimana, avente all’ordine del giorno la spinosa e controversa vicenda di cui all’oggetto; essendo certo l’interesse diretto di

questa federazione sindacale alla problematica esposta, per le ragioni suddette e per i possibili effetti negativi sui livelli occupazionali aziendali; ricordando che la possibile sospensione del servizio minaccia di compromettere il diritto alla mobilità della cittadinanza, la cui salvaguardia attiene alla funzione ed alla responsabilità sociale di questa organizzazione sindacale confederale; dichiarando quindi, una forte preoccupazione per il futuro dei cinquanta lavoratori dipendenti della Gtm, chiediamo di

essere convocati all’incontro, anche attraverso modalità non protocollari, al fine di individuare, insieme agli altri soggetti sociali ed istituzionali, condivise soluzioni per il superamento della criticità”.



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Opinioni

25 novembre 2014

di Vincenzo Cimino* Sembra di rivedere un vecchio film in cui, in tempi non sospetti, un giovane Totò trattava la vendita della Fontana di Trevi ad un turista straniero. Signori miei adesso è tutto vero: in Molise, piccola ed ignorata XX regione d’Italia, la Direzione Regionale ai Beni Culturali (emanazione dello Stato) sta brigando per dare in gestione, per la modica somma di € 3400,00 annui, tutto il patrimonio culturale (musei, pinacoteche, aree archeologiche – anche inaccessibili e non visitabilicastelli …..) ad un unico affidatario per la durata di 6 anni iterabili, cosa che sarà interminabile se prendiamo ad esempio altre simili realtà italiane in cui si va avanti all’infinito di proroga in proroga. È cosa nota che in tutta la penisola alcuni settori del patrimonio culturale siano stati parzialmente esternalizzati mediante i cd servizi aggiuntivi, d’altra parte il Ministero non ha più le capacità numeriche (speriamo solo queste), relativamente al personale, per gestire l’immane patrimonio esistente. Tali servizi generalmente riguardano una minima parte delle attività specifiche delle Soprintendenze e dei luoghi di proprietà. Ma in Molise si va ben oltre! I rappresentanti del Ministero hanno pensato di fare cosa buona per la regione, offrendo dei servizi aggiuntivi che investono la quasi totalità dei settori di competenza e che, direttamente o indirettamente, interferiscono in vario modo in un

L’assurda svendita del patrimonio culturale molisano ampio settore lavorativo che gravita intorno ai beni culturali. Infatti oltre ai servizi base di accoglienza e di biglietteria, se ne aggiungono altri al fine, almeno teoricamente, di permettere una migliore fruizione da parte dell’utenza. Parliamo ad esempio del book-shop che ormai è essenziale in ogni sito che si rispetti. Ma in questo Molise fermo alla preistoria, per cul-

tura e turismo, la Soprintendenza ha effettuato solo per brevi periodi vendite dirette o consegna gratuita di materiale divulgativo, per poi interrompere tale sana abitudine con grande dispiacere dei poveri turisti. Questa idea di servizi aggiuntivi è sicuramente cosa buona e giusta……. Ma poiché in Molise le cose o si fanno in grande stile o no, la Direzione Regionale –sempre

lei-, ha pensato bene di offrire anche servizi di visite guidate, laboratori didattici, studio ed editoria, servizi di accoglienza e di intrattenimento per l’infanzia (…asili nido, scuole per l’infanzia, ludoteche…..?????? di grazia potremmo capire cosa avete intenzione di fare?). A questi vanno associati altri servizi aggiuntivi con la possibilità di intervento economico del-

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

l’Amministrazione BACT: aggiornamento del catalogo, catalogazione delle opere, prospezioni geofisiche, indagini archeologiche, studi specifici, organizzazione di mostre manifestazioni e iniziative promozionali. Per fare tutto ciò il bando si rivolge a “…… istituzioni, fondazioni e associazioni che siano state costituite, senza scopo di lucro, entro il 30 settembre 2014 ….”. I titoli richiesti ai concorrenti sono chiari e sembrano denotare volontà di dare un tono culturalmente e professionalmente elevato alla futura gestione del patrimonio, per questo vanno obbligatoriamente e sinteticamente elencati: “sede operativa nel territorio della regione; 90% da associati o partecipanti di età inferiore ai 40 anni; almeno il 60% degli associati o partecipanti dotati di titoli di formazione postuniversitaria in materie afferenti al bando (dottorato di ricerca, diploma di specializzazione e titoli equipollenti); una esperienza almeno triennale degli associati nello svolgimento di attività di valorizzazione e di educazione al patrimonio culturale per il MIBACT o per Enti pubblici territoriali; una esperienza almeno triennale degli associati nello svolgimento di attività aventi ad oggetto la promozione della cultura materiale del territorio; possesso, da parte di almeno il 30% degli associati o partecipanti, di una esperienza almeno triennale nello svolgimento di attività di sorveglianza archeologica e di verifiche preventive dell’interesse

archeologico (attestate dal MIBACT); una esperienza almeno triennale, da parte di almeno il 30% degli associati o partecipanti, in progetti di studio del territorio da parte di almeno il 30% degli associati; una esperienza almeno triennale nello svolgimento di attività di catalogazione e digitalizzazione di schede di materiale archeologico, storico-artistico, architettonico ed etnoantropologico, secondo le normative ICCD. Bisogna dire in verità, che non si era mai visto un tentativo di salvaguardia e tutela così vasto e ben organizzato, tendente a custodire, preservare e promuovere il territorio ed il patrimonio dello stato. Ma…. Ci sono diversi ma che è d’obbligo esporre, per chiarire bene le idee a quanti non fossero bene addentro al farraginoso sistema cultura, che è e resterà sempre elitaria e nelle mani di pochi e non sempre i migliori. Le Soprintendenze in Molise non sono state eccessivamente latitanti, come sembrerebbe dalla lettura del bando, infatti le attività summenzionate sono state sempre svolte anche con solerzia e competenza, seppure in maniera discontinua a seconda delle gestioni. Come mai adesso si sente la necessità di demandarle ad altri? Ma poi di quali altri stiamo parlando? Non c’è il rischio di creare una struttura parallela che si affianchi, o nel peggiore dei casi si contrapponga all’ente preposto, che in genere è ben attento che ciò non avvenga? *Consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti

Il sito paleolitico di Guado San Nicola La presentazione dell’area si avrà da domani all’Internationale Archeulan conference di Parigi Il sito preistorico di Guado San Nicola a Monteroduni (in provincia di Isernia) verrà presentato a Parigi in occasione della conferenza internazionale EuropeanAcheuleansNorthern vs Southern Europe: Hominins, technicalbehaviour, chronological and environmentalcontexts, che si terrà dal 19 al 21 novembre 2014 pressoilMuséumnational d’histoire naturelle. Il congresso, organizzato da MarieHéleneMoncel (Muséumnational d’histoire naturelle di Parigi) e Danielle Schevre (RoyalHollowayUniversity di Londra),si qualifica come un prezioso momento di discussione e riflessione sull’origine, sui tempi, sulle modalità di diffusione e sviluppo della cultura acheuleanain Europa, tramite la presentazione e il confronto dei dati relativi ai siti a bifaccialidatati tra 600.000 e 350.000 anni fa. Il sito preistorico di Guado San Nicola a Monteroduni (IS), indagato sistematicamente dal 2008 da

un’equipe di ricerca internazionale con la direzione scientifica del prof. Carlo Peretto dell’Università degli Studi di Ferrara, si inserisce a pieno titolo nel dibattito sulla natura e diffusione del fenomeno acheuleano. Guado San Nicola, datato tra 400.000 e 350.000 anni fa, per la ricchezza della documentazione e l’attestazione di elementi innovativi dal punto di vista culturale quale la padronanza del metodo di scheggiatura Levallois, costituisce un sito chiave nell’ambito del dibattito sull’origine dei complessi culturali del Paleolitico medio e delle sue relazioni con i complessi precedenti, in grado di apportare un contributo alla comprensione delle dinamiche insediative, comportamentali e tecnologiche relative al panorama preistorico italiano ed europeo. Per maggiori informazioni sul congresso e per il programma completo, consultare il sito: https://sites.google.com/site/europeanacheuleans/home


ANCE MOLISE: LA LETTERA APERTA DEL PRESIDENTE ULIANO SULLA CRISI DEL SETTORE EDILE MOLISANO Dal 2008 ad oggi abbiamo perso in Cassa Edile 4 mila e 300 lavoratori, 3 milioni e 100.000 ore lavorate e 31 milioni di massa salari, un dimezzamento di fatto del settore delle costruzioni nella nostra regione. Di fronte a numeri così impietosi e ad una realtà ancor più drammatica che quotidianamente viviamo da tempo, ci riesce difficile trovare parole nuove e diverse da quelle che senza sosta ripetiamo da molti, ormai troppi anni, da quando la crisi ha cominciato a sgretolare inarrestabile le nostre certezze. In tutto questo tempo abbiamo detto e provato a fare di tutto. Abbiamo fatto anche grandi sacrifici, spesso dolorosi, cercando di tenere in piedi il nucleo forte di competenze e professionalità delle nostre aziende. Ci siamo difesi ed abbiamo anche contrattaccato, rivendicando ruolo ed attenzione e proponendo progetti ed idee innovative. Evidentemente non è bastato. Un errore, tra quelli che abbiamo commesso, è stato senza dubbio quello di aver dato credito a tanti che non lo meritavano, che si sono dichiarati al nostro fianco per poi immediatamente voltarci le spalle e lasciarci soli con i nostri problemi. Chi aveva l’obbligo di accompagnarci e sostenerci nella rivendicazione del giusto ruolo da riconoscere alle imprese edili che

operano sul territorio e sul territorio lasciano per intero il frutto della propria attività, continua a farsi negare. Siamo in una fase in cui ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità e fare il proprio dovere. Nel vuoto lasciatoci dalle istituzioni locali e in particolare dalla Regione Molise che non ha mantenuto gli impegni assunti, abbiamo deciso di CHIUDERE LE NOSTRE ATTIVITA’. La nostra non è però una resa. E’ solo un’enorme rabbia collettiva che si tramuta in un ennesimo grido provocatorio. Non siamo alla ricerca di attenzioni o di beffardi attestati di solidarietà, tutt’altro. Abbiamo ancora voglia di combattere, sbeffeggiare la crisi e provare un’ultima volta a guardare al di là del nostro amaro presente per raccogliere la sfida del futuro con le ultime energie che ancora ci restano. Ma ad una condizione. Coloro che ci hanno voltato le spalle, che si sono negati, che ci hanno lasciato soli, si assumano le proprie responsabilità dichiarandosi causa di tutto ciò. Riconoscere i propri errori è l’unico serio punto di partenza per ricostruire il nostro settore in questa regione. UMBERTO ULIANO Presidente ANCE MOLISE


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